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NOTE TECNICHE

Elementi di illuminotecnica
LUMINANZA (Fig.4) Se la sorgente luminosa non puntiforme dobbiamo considerarla nell'ambito di una determinata dimensione, perci la definizione che era stata data di intensit luminosa non pu pi essere applicata. Bisogna quindi introdurre un nuovo concetto che valuti la quantit di energia luminosa emessa da queste superfici, sia essa sorgente di luce propria sia luce riflessa. La grandezza fotometrica cos introdotta la luminanza (L) che viene definita come il rapporto tra lintensit luminosa della sorgente nella direzione di un osservatore e la superficie emittente cos come viene vista dallosservatore stesso (o superficie apparente). Lunit di misura utilizzata la cd/m2; la relazione fondamentale data da: L= dI /dA x cos In cui l lintensit in candele allangolo ; A larea della sorgente, cos il coseno dellangolo compreso tra locchio dellosservatore e la normale alla sorgente. VALORI INDICATIVI DI LUMINANZE Sole a mezzogiorno 16x109 cd/m2 Sole al tramonto 6x106 cd/m2 Cielo sereno 8000 cd/m2 Cielo nuvoloso 2000 cd/m2 Terreno a prato 800 cd/m2 Manto nevoso 3,2x104cd/m2 Candela stearica 5000 cd/m2 INC 60W bulbo chiaro 5x106 cd/m2 FL 18W 4000 cd/m2 JM 70W 1,5x107cd/m2

FLUSSO LUMINOSO (Fig.1) E la quantit di energia luminosa emessa nello spazio da una sorgente nellunit di tempo. Il flusso luminoso si identifica con il simbolo , la sua unit di misura il lumen (lm). Il lumen viene definito come il flusso luminoso emesso nellangolo solido unitario da una sorgente puntiforme posta al centro di una sfera di intensit luminosa pari a 1 cd in tutte le direzioni. Nel Sistema Internazionale (S.I.) lunit di misura dellangolo solido lo steradiante (sr), da cui deriva la relazione 1 lm =1 cd x sr. Essendo il flusso luminoso una quantit di luce emessa per unit di tempo da una sorgente, dal punto di vista dimensionale, esso deve essere considerato una potenza perch il rapporto tra una energia e un'unit di tempo. Uninteressante estensione del concetto di flusso luminoso come potenza il concetto di efficienza luminosa Lefficienza luminosa il rapporto tra il flusso emesso dalla sorgente e la potenza impiegata per ottenere tale flusso, attraverso questa cifra possibile valutare il risparmio di energia che una lampada pu dare in confronto ad unaltra. TIPO LAMPADA EFFICIENZA lm/W POTENZA W 300 125 24 36 2000 400 90 FLUSSO lm

Flusso luminoso (Fig. 1)

ALO MBF FL comp. FL tubolare JM SAP-T SBP

5000 17 6300 50 1800 75 3350 93 180000 90 48000 120 13500 150

cos

=1

cos

Luminanza (Fig. 4)

INTENSITA' LUMINOSA (Fig.2) Lintensit luminosa la quantit di luce (I) emessa da una sorgente puntiforme che si propaga in una determinata direzione. Tale intensit viene definita come il quoziente del flusso emesso in una certa direzione in un cono di angolo solido unitario ; da cui I=d/d. La sua unit di misura la candela (cd) e nel S.I. considerata la grandezza fisica fondamentale. Alla XVI Conferenza Generale dei Pesi e delle Misure del 1979, si stabilito che lintensit di 1 cd equivale allintensit di una sorgente che emetta in un angolo solido di 1 sr la radiazione monocromatica di frequenza e di potenza =1/683 W. Un occhio medio internazionale, stabilito in sede CIE, ci consente di definire il massimo valore di visibilit relativa per radiazioni di lunghezza donda di 555 nm, valore che corrisponde a 1 lm.

ILLUMINAMENTO (Fig. 5) Il concetto di illuminamento orientato alla progettazione illuminotecnica: con questo numero infatti possibile valutare la quantit di Luce che emessa da una sorgente, presente su una superficie Illuminamento (E) la quantit di flusso incidente una superficie: d Lm E= lux= dA m2 in cui d il flusso incidente la superficie, dA l'area della superficie interessata dal flusso L'unit di misura dell'illuminamento il lux (lx) e dimensionalmente si esprime in lm/m2 ESEMPI LIVELLIILLUMINAMENTO Pieno sole, cielo sereno 100.000lx Cielo nuvoloso 10.000lx Cielo stellato senza luna 10-4lx Illuminazione stradale media 5-30lx Minimo necessario ai pedoni per evitare ostacoli 0.2-1lx Ambiente domestico 100-200lx Esercizi commerciali 200-3000lx Uffici e scuole 300-2000lx

a =1 a =1 rad a tot =2 rad

Intensit luminosa (Fig. 2-1)

Intensit luminosa (Fig. 2-2)

1 lumen

Illuminamento (Fig. 5)

CLASSIFICAZIONE BZ (Fig. 3) Nel metodo BZ vengono definiti i parametri progettuali al fine di ottenere una maggiore precisione di calcolo rispetto al metodo standard. In particolare il metodo classifica gli apparecchi basandosi su 10 distribuzioni standard della intensit luminosa, cio 10 curve polari di larghezza crescente e rappresentabili con una formula matematica. Allapparecchio poi attribuita, la classe BZ. Pi alta la sigla BZ, pi largo il fascio luminoso e linterasse possibile di installazione che assicura una buona uniformit. BZ2 2 x cos3 BZ3 3 x cos2 BZ1 1 x cos4 BZ5 5 x cos BZ6 6 x (1+2 cos BZ4 4 x cos1.5 ) BZ8 8 BZ9 9 x (1+sen ) BZ7 7 x (2+cos ) BZ10 10 x sen
90 90 60 60 45
BZ3 45 BZ5

METODO PUNTO - PUNTO (Fig.6) Il metodo utilizzato per il calcolo degli illuminamenti sul piano orizzontale in un determinato punto, quello comunemente denominato "punto-punto" la cui formula : Ip x Klm x cos3 dove: Ep = h2 = illuminamento in lux in un punto Ep = intensit in candele, riferite a 1000 lumen, nel punto in esame Ip Klm = flusso luminoso della lampada cos3 = cos3 dell'angolo compreso tra la verticale dell'apparecchio e il punto in esame h2 = distanza al quadrato tra sorgente luminosa e piano di calcolo dellilluminamento
115 115 105 95

90 100 200 300


BZ5 400 BZ4

90 100 200 300 45 45


BZ2

90 90 50 100
BZ10 BZ8

90 90 50 BZ9 100
BZ8 BZ7 150 BZ9

60 60 75 60 45

BZ10

75 60 75 60

75 60BZ6 45

150 200
BZ6 250

40 80 120

105 95

Ip
85 75 65 55 45 70 140 210 280 350 85 75 65 55 45 35 15 25

500 600
BZ3

400 BZ2 500 600 700 800 15 0

BZ4

160 200

200 250 300 15 0

BZ7

45 45 30

30

BZ1

30 15

700 800 0

30 30 30

BZ1

300 15 0 15

30 15

15

30

Grafico per la classificazione (Fig. 3-1)

15

Grafico per la classificazione (Fig. 3-2)

35 420 25 15 5 cd/km5

metodo punto-punto (Fig.6)

Rendimento (Fig. 7)

TEMPERATURA DI COLORE Si definisce temperatura di colore una mescolanza in giusta misura di diversi colori. Questa definizione da alla temperatura di colore di una lampada, misurata in Kelvin un'importanza fondamentale nell'installazione di apparecchi di illuminazione. Si potrebbe dire che la temperatura un elemento di scelta qualitativo. Fiamma di una candela stearica Lampada incandescente Lampada fluorescente detta WHITE Sole al tramonto Lampada fluorescente detta COOLWHITE Sole d'estate a mezzogiorno Cielo sereno Lampada fluorescentre detta DAYLIGHT 1800 2700 3500 3500 K - 4000 3000 5500 6500 6000 K - 6500 K K K K K K K K

RENDIMENTO (Fig. 7) Si indica con rendimento il rapporto tra il flusso emesso dall'apparecchio ed il flusso totale di lampada. u n= tot Essendo il rendimento un rapporto tra due grandezze omogenee esso adimensionale e generalmente viene espresso in termini percentuali. Nella caratterizzazione degli apparecchi il rendimento si divide in inferiore ni e superiore ns

Elementi di illuminotecnica
La luce emessa da un apparecchio di illuminazione pu essere rappresentata attraverso un sistema grafico detto delle curve fotometriche. Esse sono lunione dei punti congiungenti le varie intensit luminose che vengono emesse in ogni direzione nello spazio dalla sorgente luminosa e che formano il solido fotometrico. Intersecando il solido con dei piani si ottengono le curve fotometriche. Quando questi piani vengono descritti attraverso coordinate polari in cui il centro corrisponde al centro dellapparecchio, si hanno curve fotometriche polari. Questi piani possono essere fatti ruotare attorno ad un asse per esplorare in ogni punto del solido fotometrico. A seconda dellasse fissato per la rotazione si hanno diversi sistemi di piani fissati dalle norme CIE. Una modalit alternativa di rappresentazione delle curve fotometriche fatta sostituendo la descrizione polare con una descrizione secondo coordinate cartesiane. Questo sistema consente una migliore leggibilit delle fotometrie con fascio stretto e viene generalmente utilizzato per i proiettori. I due piani normalmente rappresentati sono quello trasversale e quello longitudinale che nel sistema CIE corrispondono rispettivamente ai piani C0-C180 (linea continua) e C90-C270 (linea tratteggiata). "CURVE FOTOMETRICHE" plafoniera (Fig.8) L'insieme delle misure delle intensit luminose emesse da un apparecchio in ogni direzione forma il "solido fotometrico". Generalmente non vengono date tutte le informazioni che riguardano tutto il solido fotometrico, ma solo quelle che giacciono su due piani verticali, ortogonali tra loro, passanti per il centro ottico dell'apparecchio. I valori delle intensit luminose (riferite a 1000lm) su un piano sono dette "curve fotometriche". Per gli apparecchi da interno e per le armature stradali le curve fotometriche sono rappresentate in coordinate polari. A richiesta sono disponibili i dati fotometrici degli apparecchi da interni secondo la classificazione normativa UTE e DIN 5040 curve plafoniera (Fig. 8)
livelli di altezza di emissione di installazione illuminamento luce indiretta in lux in m
105

NOTE TECNICHE

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"CURVE FOTOMETRICHE" proiettore (Fig.12) Nei proiettori si hanno fasci pi stretti, l'utilizzo di coordinate polari non consente un sufficiente dettaglio, perci si preferisce rappresentare la curva con un diagramma cartesiano
400 300 200 100
cd/klm

curva (cd/klm) piano trasversale

curva (cd/klm) piano longitudinale angoli di emissione (gradi)

80 60 40 20 0 20 40 60 80

curve fotometriche proiettore (Fig. 12)

intensit luminosa cd/klm

CALCOLO DEGLI ILLUMINAMENTI COL METODO CIE (Fig.13) La prima operazione che necessaria fare il calcolo del coefficiente K del locale di cui a e b sono i lati e hu l'altezza degli apparecchi dal piano utile K= axb hu x (a+b)

La formula per il calcolo del numero degli apparecchi necessari in un impianto : napp = Em x (axb) Cu x Cm x

angoli di emissione (gradi)


125

75 65 85 75 55 65 45 55 35 45 35 15 25

85 75 65 55 45 5 5 15 25 35

115
3 8.56 3.5 9.99 79 108

105 95 85 75 65 55

70 35 35 70 105

115

105 95 85 75 65 55

curva (cd/ klm) piano trasversale

curva (cd/ klm) piano diametro di luce sul piano di lavoro intensit luminosa longitudinale cd/klm (espresso in m)
4 60

45

140

45

11.42

lux

35

175 35 cd/Klm5 25 15 5 15 25

CURVE ISOLUX (Fig.9) Rappresentano l'unione dei punti del piano aventi lo stesso valore di illuminamento. L' apparecchio illuminante viene supposto norma-lizzato all'altezza di 1m, per una lampada di riferimento di 1Klm. I due assi d/h e l/h mettono in relazione la larghezza della strada (l) con la distanza tra i pali (d) e l'altezza degli stessi (h)

CURVE ISOCANDELA (Fig.10) La proiezione su un piano delle intensit in candele, di un certo solido fotometrico, aventi lo stesso valore crea le curve isocandela. Rappresentano quindi l'unione dei punti del piano aventi uguale intensit in candele
coefficiente utilizzatore lato marciapiede posizionamento centro luminoso rapporto larghezza strada-altezza -1
h

Dove Em l'illuminamento medio richiesto in lux, Cm il coefficiente di manutenzione (a impianto nuovo =1); il flusso delle lampade in lumen per ogni apparecchio. Il coefficiente di utilizzazione Cu viene letto nella tabella a fianco: individuata la riga relativa all'indice K del locale, la colonna quella corrispondente all'insieme dei coefficienti di riflessione delle superfici che racchiudono il locale. Esempio: Vogliamo illuminare un locale di: a = 7m, b = 5m, h = 3m, hp.l. = 0.80m, con 350 lux ad impianto nuovo; con art 601 Disanlens 2x36W. I coefficienti di riflessione del locale sono: soffitto = 0.7; cornice = 0.7; pareti = 0.3; piano di lavoro = 0.1 da cui si deduce che la colonna della tabella relativa all'apparecchio (riportata in Fig 13-2) quella identificata dal numero 7731 (in blu), quindi si calcola il coefficiente K (in rosso) del locale; hu = h - hp.l. = 3 - 0.8 = 2.20m K = (7 x 5) / (2.20 x (7 + 5)) = 1.3 (riga rossa) quindi Cu = 0.45 (quadratino giallo). Il numero degli apparecchi risulta essere: napp = 350 x (7 x 5) / (0.45 x 1 x 6900) = 4

lato strada
60% 40% 0 1 2 2 3 d 20% I/h 4 d/h

60 40 20 0 -20 -40 -60


400 150

Y h b hu hpl a X

I 0

intervallo di illuminamenti rapporto interditra un isolux e laltra stanza- altezza

60 40 20 0 -20 -40 -60

curve isolux (Fig. 9)

curve isocandela (Fig. 10)

Dim. locale (Fig.13-1)

K 8873 7773 7753 7731 5551 5511 3311 0.6 0.45 0.42 0.34 0.28 0.31 0.24 0.23 0.8 0.53 0.49 0.41 0.34 0.37 0.29 0.28 1.0 0.59 0.55 0.47 0.40 0.41 0.34 0.33 1.3 0.65 0.61 0.53 0.45 0.46 0.39 0.38 1.5 0.69 0.65 0.58 0.49 0.50 0.43 0.41 2.0 0.76 0.71 0.65 0.55 0.55 0.49 0.47 2.5 0.80 0.75 0.69 0.59 0.58 0.53 0.51 3.0 0.83 0.78 0.73 0.62 0.61 0.56 0.53 4.0 0.85 0.80 0.76 0.65 0.63 0.59 0.55 5.0 0.88 0.83 0.79 0.67 0.65 0.61 0.58

0000 0.21 0.26 0.30 0.35 0.38 0.43 0.46 0.49 0.50 0.52

Es. tabella CIE (Fig.13-2)

CURVA DEGLI ILLUMINAMENTI (Fig.11) La curva degli illuminamenti stata studiata per facilitare la scelta dellapparecchio per arredo urbano, quindi per illuminare passaggi, aree aperte, giardini e, soprattutto, strade. Sull asse Y vengono riportati gli illuminamenti in lux, mentre sullasse X viene riportata la distanza dal corpo illuminante. A differenza degli altri grafici che vengono presentati con riferimenti relativi (quindi con altezze di installazione e flussi luminosi normalizzati) questo viene presentato in valori assoluti, cio laltezza dellapparecchio quella reale di installazione ed il flusso della lampada quello effettivamente emesso.In questo modo abbiamo risultati immediatamente disponibili all uso.
posizionamento h curva di illuminamento apparecchio
135 120 105 90 75 60 45 30 15 lux
6 6 14 12 48 14 16 12

ABACO DELLE LUMINANZE (Fig.14) Labaco viene impiegato per valutare l'abbagliamento diretto dellapparecchio. I valori di luminanza delle due curve, trasversale e longitudinale, sono tracciati considerando un osservatore rivolto verso l'apparecchio in un angolo tra 45 e 85. Curve limite delimitano l'area entro la quale la luminanza dell'apparecchio non costituisce un abbagliamento. Ognuna di queste curve si riferisce ad un livello di illuminamento medio sul piano utile che varia in funzione di 5 classi di qualit dell'impianto stabilite dalle CIE: se la curva delle luminanze si trova a sinistra delle curve limite labbagliamento da considerare accettabile. Nella tabella n.15 riportato il prospetto sulla limitazione dellabbagliamento e su quando usare un apparecchio in base alla classe (EN12464).
classi di qualit
Classe A (1.15) B (1.5) C (1.85) D (2.2) E (2.55) 85 75 2000 1000 2000 500 1000 2000

livelli di illuminamento
Illuminamento [lx] <300 500 <300 1000 2000 500 1000 2000 <300 500 1000 <300 500

Classe di qualit A B C D E

tipo di compito visivo o attivit

14

10

22

18

52

28

32

22

compito visivo che richiede pre stazioni visive elevate compito visivo che richiede pre stazioni visive normali compito visivo che richiede pre stazioni visive modeste per interni dove le persone non sono ubicate in una posizione di lavoro precisa ma si spostano da un posto allaltro esplicando compiti che richiedono presta zioni visive modeste

<300 8 6 4 3 2

34

26

40

36

60

44

48

30

distanza in m.
66 60 72 72 80 72 74 48

52

44

62

54

68

58

62

40

65 55 45

diagramma degli illuminamenti (Fig. 11)

10

4 5 6

8 10

4 5 6 8 10

1 2 3 4

Valori di riflessione (in percentuale) dal manuale degli illuminamenti (Fig. 15)

angolo di schermatura

curva curva longitudinale trasversale

LEGENDE NORMATIVE E INFORMAZIONI

compito visivo molto difficoltoso

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