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ELETTRONICA DI POTENZA

Lelettronica di potenza ha il compito di gestire lenergia elettrica anzich trattare le informazioni. Questo problema di gestione dellenergia fondamentale per lindustria che compra energia dallesterno in una data forma e deve adattarla al tipo di apparati che devono essere alimentati. Questa trasformazione deve essere effettuata cercando di non sprecare potenza elettrica ovvero di minimizzare la potenza elettrica dissipata in questa operazione. Nelleconomia di un ambiente industriale pesante la gestione-trasformazione-recupero dellenergia molto importante per mantenere bassi i costi dei prodotti (oltre che per ragioni puramente ecologiche). Lenergia elettrica pu essere erogata essenzialmente in due forme: 1. 2. DC: tensione invariante nel tempo (potenza invariante), continua AC: potenza erogata sotto forma di corrente alternata a valor medio nullo

Le operazioni di conversione dellenergia effettuate dai sistemi di potenza sono quindi le seguenti: 1. Conversione DC-AC. Conversione da tensione corrente continua ad alternata 2. Conversione AC-DC. Raddrizzamento. 3. Conversione AC-AC. Conversione da bassa tensione ad alta tensione alternata( e viceversa) a parit di potenza. Conversione della frequenza dei segnali 4. Conversione DC-DC. Conversione da bassa tensione ad alta tensione alternata( e viceversa) a parit di potenza.

Fig. 1 Flusso di Potenza dal generatore al carico P=V*I La potenza erogata dal generatore P = VI . Il generatore in grado di erogare la potenza richiesta dal carico se questa inferiore alla potenza massima che il generatore stesso pu erogare. Se il carico richiede una maggiore corrente il generatore tende ad abbassare il valore di tensione. Esempio: il carico ad un certo punto aumenta, ovvero la resistenza totale diminuisce Se R diminuisce troppo e il carico richiede quindi pi corrente, la tensione deve diminuire anchessa. V2 Infatti P = VI = = cos tan te = PMAX . R Questa condizione del generatore che eroga la massima potenza possibile da evitare perch anche se V diminuisce, I tende ad aumentare e quindi il generatore viene attraversato da una forte corrente che rischia di bruciare gli avvolgimenti Nel caso che il generatore sia di tipo alternato (che fornisce una tensione o corrente a valor medio nullo), la potenza viene erogata sotto forma di tensione e corrente alternata. La potenza erogata in questo caso la seguente. Supponendo il carico puramente resistivo, allora si ha che V e I sono in fase.

V = VM cos 0 t I = I M cos 0
Possiamo calcolare la potenza istantanea P(t):

1 + cos 2t VM I M VM I M cos 2t P (t ) = VI = VM I M cos 2 0 t = VM I M + = 2 2 2 La potenza istantanea data dalla somma di due componenti: una costante e una oscillante. Se voglio calcolare lenergia erogata dal generatore in un intervallo di tempo basta calcolare lintegrale della potenza in tale intervallo. P(t )dt Visto che la frequenza costante ( =50Hz o =60Hz) viene fuori che la componente oscillante nulla. Quindi mi interessa la componente costante:

1 PCOST = VM I M 2 1 dovuta alla natura oscillante del sistema. 2 Spesso gli strumenti di misura forniscono direttamente i valori efficaci di tensione e corrente: La frazione V EFF = VM 2 V EFF = IM 2

Lelettronica di potenza ha lo scopo di trasformare lenergia elettrica da una forma ad unaltra, a seconda delle esigenze del carico e dellutilizzatore, possibilmente con la minore perdita di potenza possibile. Per chiarire facciamo alcuni esempi. Esempio: Il trasformatore di tensione per il pilotaggio delle linee elettriche

Fig. 4 : il trasformatore un tipico convertitore AC-AC Per ridurre la potenza dissipata, la corrente viene trasportata tramite elettrodotti ad alta tensione, poich la potenza che viene persa quella delleffetto Joule causata dalla corrente che scorre nei cavi.

Pdissipata =

1 2 RI Potenza dissipata nei conduttori della linea 2

Sono necessari quindi a monte e a valle della linea due trasformatori AC/AC per alzare prima e abbassare dopo la tensione mediante un trasformatore in cui il rapporto tra le correnti in ingresso e in uscita dipende dal rapporto tra le spire. In questo modo minimizzo le perdite di energia durante il trasporto. Il dispositivo dovrebbe trasferire tutta la potenza, in realt il trasformatore non ideale: pi spire ci metto maggiori sono le perdite di potenza che si hanno per effetto Joule, inoltre si hanno perdite nel traferro dovute allazione del campo magnetico che si forma sulla struttura del metallo che forma il nucleo del trasformatore. Esempio: Conversione DC-DC allinterno delle piastre di circuiti elettrici complessi I sistemi elettronici complessi hanno un sempre maggiore numero di circuiti integrati che tendono ad assorbire una potenza sempre maggiore (a causa dellaumento dei singoli transistori per chip) ad un valore di tensione di alimentazione sempre pi basso per ridurre i campi elettrici interni. Elevata potenza a bassa tensione implica che nella piastra le piste delle alimentazioni dovrebbero condurre delle correnti sempre pi elevate. Si pone quindi in piccolo la stessa esigenza vista per la trasmissione sulle linee elettriche. In questo caso per la conversione a parit di potenza (prima da bassa ad alta tensione e dopo da alta a bassa tensione) deve avvenire con tensioni e correnti continue. Si ha quindi necessit di inserire dei convertitori DC-DC di piccola portata. Convertitore AC/DC

Fig. 7 : Conversione AC/DC La conversione AC/DC permette di raddrizzare una forma donda a valor medio nullo per ottenere un valore di tensione continua Il criterio di bont del convertitore il residuo darmonica o fattore di ripple: Lampiezza della componente alternata residua sovrapposta al valore continuo: pi basso , migliore il raddrizzatore. Convertitore DC/AC Trasforma una tensione continua in una tensione alternata a frequenza fissa. In questo caso, poich in generale lutente ha bisogno di una forma donda sinusoidale ed il convertitore tende a fornire una onda squadrata, il fattore di bont costituito dallampiezza delle armoniche superiori alla prima. Pi basso il contenuto delle armoniche, migliore il convertitore.

Le armoniche superiori presenti nellonda quadra utilizzata per alimentare un carico costituito da strutture elettromeccaniche elettromeccaniche possono eccitare le frequenze meccaniche di risonanza provocando vibrazioni e stress nelle strutture fino a provocarne la rottura. Tanto pi la forma donda somiglia ad una sinusoide meno problemi ho con le risonanze meccaniche. Se usassi un filtro passa-basso riuscirei a tagliare le frequenze delle armoniche, per non riuscirei ad evitare le conseguenti perdite di potenza. Esempio di CONVERTITORE DC/AC Per poter fare una conversione DC/AC possiamo usare il seguente schema che include un trasformatore. Convertitore DC/AC a trasformatore

Abbiamo un carico sul secondario del trasformatore mentre il primario ha una parte centrale connessa ad una batteria E posta a massa. Allestremit del primario sono connessi due tasti che nella realizzazzione pratica sono dei dispositivi di switch. Tali dispositivi sono aperti e chiusi in controfase. Indichiamo il pilotaggio: a sinistra una forma donda . a destra una forma donda . dove unonda quadra che pilota lapertura e la chiusura del tasto e londa in controfase. Il sistema funziona nel seguente modo: Quando = 1 e = 0 vuol dire che il tasto di sinistra chiuso e quello di destra aperto. In queste condizioni la corrente erogata dalla batteria E scorre nel ramo di sinistra ed impone nel traferro un campo magnetico in una data direzione.

Se inverto la chiusura e lapertura dei tasti la corrente che eroga la batteria E rimane costante in modulo ma scorre in verso opposto e quindi tende a creare nel traferro un flusso di campo magnetico opposto alla condizione precedente. Necessariamente, a questo cambiamento improvviso

di flusso nel traferro, il secondario deve rispondere con lemissione di una forza elettromotrice che tende ad opporsi al cambiamento di corrente. Di fatto, se la frequenza di switch sufficientemente elevata, ottengo in uscita al secondario una forma donda che certamente non una sinusoide ma a valor medio nullo e quindi contiene una armonica fondamentale della stessa frequenza dellonda quadra di controllo. La forma donda di tensione sul secondario ha un andamento del tipo in figura.

Conclusione: Il sistema esposto non un molto efficiente perch non possibile di fatto controllare la forma donda in uscita perch questa dipende dalle costanti di tempo degli elementi reattivi presenti nel circuito (induttanza e eventualmente capacit connesse in parallelo). Ovvero la forma donda di uscita non qualcosa di fisso che posso imporre io, ma dipende fortemente dalla natura del carico. In ogni caso il sistema esposto esemplificativo di tutti gli elementi che compongono un sistema di conversione DC-AC: una sorgente di tensione costante, dei commutatori (switch) e soprattutto un sistema di controllo (una intelligenza elettronica, un microprocessore ad esempio) che pilota lapertura e chiusura degli switch e che regola la temporizzazzione della conversione. ELEMENTI DI UN SISTEMA DI CONVERSIONE DC/AC 1) Elementi non lineari che fungono da interruttori. Lefficienza operativa di dipende dalla qualit e dalla funzionalit del tasto. Un esempio di tasto elettronico il transistore MOSFET la cui conduzione tra Source e Drain controllata dalla tensione di gate . Nella conversione AC-DC (raddrizzatori) gli elementi non lineari possono essere a comportamento fisso, ovvero non configurabili, come i diodi a semiconduttore la cui caratteristica fissa e non configurabile dallesterno. Nella conversione DC-AC si ha invece la necessit di avere dei dispositivi a controllo intelligente dallesterno che possano in qualche modo cambiare la loro configurazione, cio un tasto che si pu aprire o chiudere. In questo caso si ricorre a vari tipi di dispositivi come gli SCR, i transistori IGBT (Insulated Gate Bipolar Transistors) o anche i MOSFET di potenza. 2) Per cercare di migliorare il pi possibile le prestazioni di questi dispostivi necessaria la presenza di una intelligenza, di un CIRCUITO DI COMANDO. Tale circuito ha il ruolo di gestione: non deve maneggiare elevate correnti, elevate tensioni perch ci fatto dai tasti, dal trasformatore, dalla batteria. Questo elemento ha il ruolo di fornire i comandi (e.g. azionare gli switch con una cadenza opportuna). formato da una circuiteria che deve elaborare dei segnali. In particolare unelettronica che prevede di gestire in modo accurato i sincronismi e i tempi di commutazione. La grandezza da controllare sono i tempi in cui un tasto deve rimanere aperto o chiuso. In generale il circuito di potenza ed il circuito intelligente operano con alimentazioni molto diverse tra loro (1000 V 5V) spesso non compatibili. La loro interazione avviene tramite elementi di sicurezza con cui le due sezioni possono scambiare comandi e informazioni in modo bidirezionale rimanendo separati dal punto di vista elettrico: gli OPTOISOLATORI. In questi dispositivi il comando avviene attraverso la trasmissione di impulsi luminosi che passano attraverso un isolante trasparente alla

luce ma con alta rigidit dielettrica, per cui posso mettere in colloquio il sistema intelligente a bassa potenza con il circuito di alta potenza. Senza il rischio che una elevata tensione danneggi i circuiti del sitema a bassa alimentazione. Nel caso invece che i due circuiti usufruiscano di alimentazioni non troppo dissimili (applicazioni a bassa potenza) allora possibile integrare sullo stesso chip di semiconduttore o sullo stesso circuito ibrido le due tipologie di circuito. In questo caso si parla di SMART Power ovvero di un circuito di potenza che possiede al suo interno una intelligenza (Smart). Se guardo al microscopio questo circuito integrato monolitico, in genere vedo: Unarea in cui ci sono circuiti molto complessi di transistor MOS molto piccoli che servono a elaborare uninformazione Unarea separata in cui ci sono transistors di area maggiore necessari a gestire la potenza. La figura seguente illustra una parte del layout di un circuito elettronico di tipo Smart-Power della Siemens:

A. Riguarda lallocazione degli elementi di potenza (poich sono di potenza devono avere delle aree grandi) B. Formata da tanti microscopici transistori: costituisce lintelligenza a bordo del sistema. N.B. Un transistor si rompe perch il flusso di elettroni tende a lacerare il reticolo cristallino. Non la corrente in s che danneggia il dispositivo, ma la densit di corrente. corrente densit _ di _ corrente = area _ della _ sezione _ attraversata A parit di corrente da erogare, devo mantenere la densit di corrente molto bassa. Se voglio aumentare la corrente devo aumentare larea mantenendo la densit di corrente al di sotto di un valore di sicurezza. Come funziona un OPTOISOLATORE Loptoisolatore costituito da un diodo emettitore di luce separato da un fototransistor per mezzo di uno strato isolante elettrico ma trasparente alla luce. (Vedi figura) Il diodo emettitore in grado di emettere una potenza luminosa proporzionale alla corrente di polarizzazione diretta. La luce emessa ha una lunghezza donda nel vicino infrarosso (tipicamente da 0.8 a 1.6 microns).

Il Foto transistor in pratica un transistore BJT con la base connessa ad un fotorivelatore. La fotocorrente dovuta allassorbimento di fotoni viene iniettata nella base del transistor che quindi viene mandato in conduzione o in saturazione a seconda dellentit della luce emessa. Il Diodo emettitore quindi connesso con il circuito a bassa tensione mentre il foto-transistor appartiene elettricamente alla sezione ad alta potenza I DISPOSITIVI DI COMMUTAZIONE I dispositivi di commutazione sono gli elementi principali e pi importanti del sistema di potenza. Infatti proprio da loro, dalle loro propriet e dalla rapidit con cui si aprono e si chiudono dipende lefficienza del sistema di conversione. In particolare la potenza persa allinterno del sistema e che viene trasformata in calore, viene dissipata proprio in questi elementi. PERCH E COME VIENE DISSIPATA POTENZA IN UN TASTO Lelemento di commutazione in un sistema di potenza pu essere schematizzato dal circuito seguente dove tutti gli elementi sono considerati ideali.

Quando il tasto aperto il generatore di tensione Vf sconnesso dal resto del circuito, per cui il diodo percorso dalla corrente Io e la caduta sul diodo ideale da considersi nulla (un diodo ideale ha una tensione di soglia nulla). Nel tasto naturalmente non scorre corrente ed ai suoi capi ricade tutta la tensione Vf. In questo caso le potenze dissipate sul diodo e sul tasto sono nulle perch nullo uno dei due elementi del prodotto. Quando il tasto chiuso la tensione Vf ricade tutta sul bipolo diodo-generatore di corrente. Tale tensione pone il diodo in condizioni di polarizzazione inversa per cui la corrente non scorre nel diodo ma deve richiudersi dentro il generatore di tensione. Anche in questo caso sul diodo non viene dissipata alcuna potenza in quanto uno dei due fattori (la corrente) nullo. In realt, anche in queste due condizioni stazionarie, una qualche potenza viene dissipata sul diodo a causa delle non idealit dei dispositivi (tensione di soglia, corrente inversa di saturazione). Tuttavia laspetto pi critico si verifica in condizioni transitorie, ovvero durante la commutazione. Nella figura che segue vengono illustrati schematicamente i grafici temporali conseguenti alla chiusura e allapertura dello switch elettronico. In fase di chiusura, quando la tensione deve tornare a zero, esiste un intervallo di tempo TON in cui la tensione continua a rimanere invariata. Quando poi il tasto comincia a chiudersi per non si

chiude in maniera istantanea ovvero la tensione scende con una velocit massima ma non infinita. Il V parametro indica quindi la velocit di discesa della tensione durante la fase di chiusura. t

Durante la fase opposta di apertura, avviene un comportamento analogo per quanto riguarda la corrente che dovrebbe rapidamente ridursi a zero. TOFF - tempo in cui la corrente continua a scorrere Dopo il comando apriti, la corrente tende a diminuire con una velocit massima indicata dal I parametro . t Se mettiamo insieme questi due comportamenti otteniamo che in fase di apertura e chiusura (durante un ciclo di commutazione) i tasti dissipano una potenza di tipo impulsivo (impulso triangolare) come mostrato dal grafico della potenza istantanea nella figura in basso.

Situazione della temporizzazione della tensione, della corrente e della potenza istantanea durante le commutazioni

Ci sono quindi due importanti e gravi conseguenze: 1. Esiste un ritardo delluscita rispetto al comando. La commutazione avviene con ritardo rispetto allandamento dellonda quadra di comando. 2. La potenza dissipata sugli switch, mediata sul periodo del ciclo, responsabile della diminuzione del fattore di conversione della potenza, dellaumento di temperatura del dispositivo stesso e della diminuzione del suo tempo di vita. In conclusione, la scelta del tipo di dispositivo con cui realizzare gli switch fondamentale per il buon funzionamento del circuito di conversione. Dalle loro caratteristiche di velocit dipende lefficienza e laffidabilit con cui il circuito lavora. Tuttavia spesso il fattore velocit si trova ad essere in contrasto con la robustezza : spesso i dispositivi veloci non sono in grado di sopportare valori di tensione molto elevati e viceversa.

IL FATTORE TERMICO Abbiamo visto come nella realt la non idealit nel comportamento degli switch fa s che al loro interno venga dissipata una potenza media: laumento di temperatura a lungo andare danneggia i dispositivi stessi perch: laumento di temperatura altera le caratteristiche elettriche laumento di temperatura altera le caratteristiche meccaniche Ad esempio: i dispositivi su silicio sono connessi insieme da piste metalliche: se la temperatura del dispositivo va oltre i 200 C queste rischiano di fondere o di lacerarsi al passaggio di forti correnti (elettromigrazione). Visto che la dissipazione di potenza sui dispositivi per certi versi ineliminabile, necessario che comunque la temperatura di esercizio del dispositivo non aumenti pi di tanto. In questa esigenza coinvolto il progetto del package del dispositivo stesso. Per package si intende linsieme della struttura meccanica che serve a rendere compatto il dispositivo, a proteggerlo dallambiente esterno e soprattutto a consentire lo smaltimento del calore in eccesso utilizzando i meccanismi di scambio termico di conduzione del calore ed eventualmente di convezione.

La figura mostra un tipico assemblaggio meccanico di un dispositivo di potenza. In cima c la sorgente di calore mentre in fondo il sistema a contatto con il mondo esterno a temperatura costante To. Lintero sistema meccanico possiede un parametro, denominato RESISTENZA TERMICA di CONDUZIONE Rth che la misura della temperatura Tj raggiunta dalla sorgente qundo viene dissipata la potenza Pd. Si ha: Tj = To + Rth * Pd La resistenza termica si misura in C/ W. Per un singolo strato percorso da un flusso uniforme di calore, la resistenza termica ha la seguente espressione del tutto simile a quella della resistenza elettrica. Rth = (1/k) * (l /S) Dove k la conducibilit termica del materiale, l lo spessore dello strato ed S larea. La resistenza termica quindi in generale determinata da un fattore che dipende dal materiale e da un fattore di tipo geometrico. (forma e dimensione degli strati che compongono il package). Nella figura di sopra, in cui il flusso termico ha in generale un andamento tridimensionale, ogni strato ha la sua propria resistenza termica e la Rth e data dalla somma dei contributi di tutti gli strati.

Il progetto meccanico del sistema di assemblaggio del dispositivo di potenza deve tendere ad utilizzare materiali e geometrie tali da MINIMIZZARE la resistenza termica in modo da rendere minimo laumento di temperatura durante il funzionamento del dispositivo. Nota : la trasmissione del calore per conduzione ed il mondo elettrico sono legate da una qualche analogia (non totale sotto tutti gli aspetti) In particolare la differenza di temperatura corrisponde alla differenza di potenziale elettrico e la potenza dissipata corrisponde alla potenza dissipata o al flusso di calore. La resistenza termica corrisponde alla resistenza elettrica. Grandezza Elettrica V I R (conducibilit elettrica) (resistivit elettrica) Grandezza Termica T To Pd Rth k (conducibilit termica) 1/k

CIRCUITO TERMICO EQUIVALENTE ad una struttura multistrato

Pv

Tj R1

Pc R2 To

1/h Ta

Pd

Pd = generatore ideale di corrente (potenza dissipata nel dispositivo) Pc = flusso termico di conduzione attraverso gli strati. To = generatore ideale di tensione (temperatura del termostato alla base del sistema) R1 = primo strato R2 = secondo strato MASSA = temperatura ambiente Ta (parte del flusso passa per convezione dalla superficie superiore allambiente) Pv = flusso termico di convezione [Watt] Pv = h * ( Tj-Ta ) Con h = coefficiente di scambio termico per convezione La formula di Pv assomiglia alla Legge di Ohm nella forma I= V/R, per cui h ha la dimensione di una conduttanza termica [W/C] , motivo per cui inserisco nel circuito una resistenza 1/h. La giunzione su cui si trova il dispositivo che scalda rappresentato dal nodo con temperatura Tj. OSSERVAZIONE:_ Differenza tra Pd, Pc e Pv Pd la generazione superficiale di potenza = una sorgente indipendente dalle condizioni ambientali (lequivalente dei generatori di corrente), a differenza di Pc e Po che sono flussi termici (lequivalente delle correnti). Il generatore di corrente impone una certa corrente fissa nel ramo in

cui posto,poi quando il ramo incontra un nodo, la corrente si ripartisce come lambiente suggerisce. SOLUZIONE: per calcolare Tj devo risolvere la rete attraverso la sovrapposizione degli effetti, avendo due generatori indipendenti. La presenza della resistenza 1/h in parallelo al generatore di corrente tende ad abbassare la tensione (ovvero la temperatura) del nodo Tj a parit di potenza generata.
DISPOSITIVI NEI CIRCUITI DI POTENZA

1. DIODO

Di questo dispositivo disegniamo soltanto la caratteristica tensione-corrente stilizzata: qualcosa di statico, inamovibile. Funziona da elemento raddrizzante. 2. SCR

Questo dispositivo assai robusto (pu condurre una corrente molto elevata) si comporta di fatto come un diodo normale ma soltanto se sul terminale di gate G viene inviato un impulso di corrente, altrimenti si comporta come un ramo aperto. Se un impulso sul gate accende lSCR e questo si trova in condizioni di polarizzazione diretta, il dispositivo si comporta come un corto circuito. Per riportare il dispositivo nello stato di OFF, basta invertire la tensione tra anodo e catodo.
DISPOSITIVI BIDIREZIONALI

3. BJT BIPOLARE Dispositivo che funziona soltanto in un quadrante. bidirezionale: dal comando della base posso interdire il dispositivo (se non conduce corrente, un ramo aperto) oppure attivarlo in conduzione. Se inietto una forte corrente dalla base lo porto in saturazione ed ai suoi capi insiste la tensione collettore-emettitore di saturazione ( 0.2 0.3 Volt).

4. MOSFET Lo switch bidirezionale. Il source elettricamente collegato al substrato inferiore:quando spento (la tensione di gate inferiore alla tensione di soglia), sotto lossido non ci sono cariche che possono mettere in conduzione source e drain; per collegamento tra source e drain ci che rimane una giunzione p-n . Dal punto di vista delle applicazioni di potenza il MOSFET lo possiamo vedere come un Transistore normale pi in parallelo tra source e drain un diodo (giunzione substratodrain). Quando il MOSFET spento pu essere usato come diodo semplice con lanodo sul source ed il catodo sul drain. Quando aziono il transistore (mando sul GATE una tensione maggiore della tensione di soglia) creo un cortocircuito tra anodo e catodo. Questa propriet risulta molto utile per aggiungere un controllo di regolazione nei raddrizzatori (convertitori AC/DC). 5. GTO un dispositivo utilizzato soltanto per applicazioni di potenza. 6. IGBT (Insulated Gate Bipolar Transistor) Dispositivo che di fatto formato da un transistore bipolare di potenza la cui corrente di base erogata da un mosfet di potenza a sua volta controllato da un gate. Pu essere attivato o disattivato per mezzo del gate del mosfet. Viene utilizzato al posto del GTO per applicazioni di elevata potenza
ESIGENZE DISPOSITIVI

1. Velocit di commutazione (devo sveltire la commutazione) 2. Resistenza ad una tensione quanto pi possibile elevata (se io devo commutare tensioni dellordine di 200 V) Il MOSFET molto veloce, ma anche molto delicato in termini di tensione. Infatti, tutto il suo funzionamento si basa sulla presenza dello strato di ossido. Per rendere bassa la tensione di soglia lossido deve essere sottile, ma pi sottile lossido pi c la possibilit che questo venga danneggiato dai campi elettrici interni causati da eccessivi valori di tensione tra il gate ed il semiconduttore. Altri dispositivi che hanno una maggiore robustezza (GTO, IGBT) sono tendenzialmente pi lenti in fase di commutazione.
CONVERTITORI AC-DC : RADDRIZZATORE A SINGOLA SEMIONDA

I Vi C

Non un dispositivo molto efficiente: un modo di utilizzare il diodo abbastanza pericoloso per il diodo stesso.

Ricordiamo che lampiezza picco-picco della ondulazione residua vale Vm/fRC dove f la frequenza dellonda. Solamente nel piccolo intervallo tratteggiato il diodo in conduzione. Tale intervallo tanto pi piccolo quanto pi il ripple piccolo. In quellintervallo accade che se consideriamo il diodo completamente ideale (la V nulla), scorre una corrente tanto pi elevata quanto pi grande il condensatore di filtro, per cui il diodo viene sollecitato nel peggior modo possibile con elevati picchi di corrente ad ogni periodo. come avere un generatore ideale con un condensatore scarico e un tasto: se chiudo il tasto ho una carica istantanea e quindi un innalzamento istantaneo della tensione; tale innalzamento istantaneo supportato da un impulso di corrente infinito. Conclusione: questo dispositivo usa il diodo in maniera pericolosa perch per la maggior parte del tempo il diodo rimane inattivo e poi quando attivo deve erogare una corrente molto elevata. RADDRIZZATORE A SINGOLA SEMIONDA CON INDUTTANZA Una possibile soluzione per eliminare le sollecitazioni di tipo impulsivo che tende a danneggiare il diodo stesso inserire uninduttanza (ha il comportamento duale del condensatore).

L Vi R C

Condensatore: un volano di tensione: impedisce che la tensione ai suoi capi salga bruscamente. Induttanza: un volano di corrente: impedisce che la corrente attraverso la bobina possa variare in maniera brusca. Nel momento della carica il sistema risponde con un andamento della corrente pi dolce e quindi vuol dire che, anche se ho ridotto il valore medio, sono riuscito ad allungare di corrente su un tempo pi lungo e quindi riesco a evitare le sollecitazioni impulsive di corrente che sono pericolose per il diodo.

RADDRIZZATORE A DOPPIA SEMIONDA A PONTE DI GRAETZ Per diminuire il fattore Ripple aumentando di un fattore 2 la frequenza posso usare anche la semionda negativa: devo fare in modo di raddrizzare la semionda cio fare una specie di amplificatore in valore assoluto che fornisce unuscita positiva se lingresso positivo e ancora unuscita positiva se lingresso negativo. La struttura :

questo sistema un elemento fondamentale di quei sistemi che tramutano una energia elettrica dallalternata alla continua.

Andamento della corrente nel raddrizzatore a doppia semionda durante la semionda positiva (a sinistra) e negativa (a destra) Durante la semionda positiva polarizzo direttamente il diodo D1 e il diodo D2. Se corrente deve passare nel carico, questa deve andare da sinistra a destra, quindi il carico percorso da una corrente con il seguente verso . Durante la semionda negativa inverto le polarit: i diodi D1 e D2 sono interdetti e i diodi D3 e D4 sono posti in conduzione. Quindi allinterno del carico la polarit la stessa e la corrente scorre sempre verso destra . Lo stesso identico circuito pu essere disegnato in unaltra forma pi comoda:

I rami di questo convertitore sono semplicemente degli elementi raddrizzanti. RADDRIZZATORE TRIFASE Posso fare un raddrizzatore a doppia semionda che ha come sorgente alternata una tripletta di tensioni sfasate di 120 (tensione trifase).

I rami costituiti dai due diodi sono le fasi delle trifase. Dal punto di vista elettrico lo posso indicare con 3 generatori con un neutro. Le fasi hanno un andamento di questo tipo:

TENSIONE TRIFASE La tensione trifase una forma donda dellenergia che serve per alimentare i motori ( quella fornita dallENEL). composta da 3 generatori di tensione messi nella seguente maniera denominata configurazione a stella:

Ciascun generatore d luogo a una forma sinusoidale, per le 3 sinusoidi sono sfasate di 120 luna dallaltra. Una tensione sinusoidale pu essere rappresentata sul piano di Gauss. La tripletta di generatori pu essere rappresentata cos: con 3 vettori sfasati di 120

La forma doinda che misuro con loscilloscopio istante per istante la proiezione, cio la componente reale del vettore. Se facciamo ruotare questa stella a 3 punte con una pulsazione 0 = 50 Hz , uno di questi vettori costituisce una funzione sinusoidale. Siccome i 3 vettori sono sfasati di un certo angolo allora le proiezioni sullasse reale sono sfasate temporalmente di un certo ritardo. Tutte queste tensioni sono riferite a un nodo centrale: il neutro. ESEMPIO DI RADDRIZZATORE TRIFASE CON CONTROLLO DI AMPIEZZA Il sistema preso in esame ed illustrato nella figura che segue un semplice convertitore trifase realizzato con MOSFET di potenza. Esso ad esempio il circuito che fornisce le alimentazioni continue a bordo di una motocicletta. Le tensioni alternate che costituiscolo la stella trifase in ingresso provengono dal generatore del nostro motorino. Per mezzo di questa sorgente elettrica devo devo alimentare tutti i sistemi di bordo che funzionano a corrente continua (devo caricare la batteria, devo alimentare le luci). Lampiezza picco-picco della tensione del generatore dipende dalla velocit del motorino: maggiore la velocit e maggiore la tensione sul carico. Quindi possibile che il sistema, se non regolato, possa fornire una tensione maggiore del dovuto col rischio di danneggiare gli elementi. necessario quindi inserire un sistema di controllo che legge la tensione in uscita ed interviene a bloccare parzialmente il raddrizzatore in modo da ridurre gradualmente la tensione in uscita. tensione continua che ho in uscita e lintelligenza deve dire se la tensione continua troppo elevata. Dalla figura si vede che i diodi del ponte trifase sono realizzati con transistori mosfet. I tre di sopra hanno il gate ed il source cortocircuitati, per cui non sono mai messi in attivazione: funzionano soltanto da diodi source-drain. I tre mosfet inferiori hanno invece il gate collegato con il circuito di controllo. Quando la tensione sul carico si innalza, il controllo tende a mandare degli impulsi positivi maggiori della tensione di soglia in modo da attivare il mosfet per un certo periodo rendendolo un cortocircuito. Le fasi del

generatore vengono ad essere messe in corto per cui diminuisce la tensione media che ricade sul condensatore di uscita.

V1

V2

V3

CIRCUITO DI REGOLAZIONE E CONTROLLO - GENERAT. DI IMPULSI

Ponte raddrizzatore trifase con controllo dellampiezza di uscita. CONVERTITORI DC/AC I convertitori DC/AC trasformano una tensione e corrente continua in una tensione e corrente alternata. Sono sistemi pi complessi perch: Devono sempre possedere un circuito di controllo che regola i tempi di commutazione dei tasti elettronici ed eventualmente che che regola lampiezza della tennsione di uscita. Il convertitore non riesce mai ad ottenere una forma sinusoidale perfettamente pura ma fornisce una tensione alternata di tipo squadrato, del tipo di unonda quadra oppure una forma composta da una serie di impulsi rettangolari. Avere unonda quadra invece di una sinusoide pura vuol dire in pratica avere la potenza di uscita che si distribuisce sulla fondamentale e sulle armoniche superiori. La presenza delle armoniche certamente indesiderata perch sono inutili al circuito utilizzatore e perch assorbono una parte della potenza. Inoltre la loro presenza pu essere pericolosa: infatti se il carico un sistema di tipo elettromeccanico (motore) possiede certamente una sua frequenza di risonanza meccanica. Se una delle armoniche della tensione vicina o coincidente con quella di risonanza, possono essere indotte vibrazioni anche violente che posso danneggiare il sistema. Nella figura illustrato il pi semplice converitore DC/AC di tipo monofase

CARICO

1 E

S1

S3

2
CIRCUITO DI PILOTAGGIO DEI TASTI

S2 2

S4

Il circuito di controllo ha il compito di aprire e chiudere i tasti secondo una cadenza opportuna. 1 la forma donda che pilota i tasti S1 ed S4, mentre 2 pilota S2 ed S3. In ogni ramo i tasti sono aperti e chiusi in controfase.

S1 e S4 chiusi S2 e S3 aperti

S2 e S3 chiusi S1 e S4 aperti

Se i tasti sono i soliti dispositivi di commutazione, alla tensione di controllo alta corrisponde il tasto chiuso, alla tensione bassa corrisponde il tasto aperto. Dalla figura sopra si vede chiaramente che la tensione sul carico (e quindi anche la corrente cambia di verso nelle due condizioni, per cui la forma donda sul carico assume la forma di unonda quadra.

Ho trasformato quindi una tensione continua in una tensione alternata. una funzione periodica a valor medio nullo, ma essendo unonda quadra possiede un contenuto non indifferente di armoniche. Accantoniamo per ora il problema delle armoniche e andiamo a vedere in realt qual la vera forma donda che devo realizzare.

Il problema serio a cui va incontro questo tipo di commutatore cosi pilotato il rischio di danneggiare la batteria. Infatti quello che NON DEVE ACCADERE che i tasti in un ramo rimangano per un istante chiusi entrambi durante la commutazione. In tal caso avverrebbe un cortocircuito della batteria. Questo pericolo indotto dalla lentezza con cui i tasti rispondono al comando di apertura e chiusura. Se quindi uno stesso comando fornisce lordine ad S1 di chiudersi ed a S3 di aprirsi, certamente durante questa commutazione la lentezza con cui S3 esegue lordine provoca un corto circuito della batteria nel primo ramo. Per evitare questo difetto si fa in modo che le due forme donda di comando non siano mai esattamente luna il negato dellaltra ma assumono la forma di unonda quadra con il duty-cycle minore del 50%. Nella figura seguente sono illustrate le due vere forme donda di comando e la tensione sul cariico che ne consegue. In pratica tra i due stati del sistema esiste un piccolo intervallo di tempo in cui tutti e quattro i tasti rimangono aperti e la tensione sul carico nulla. La durata di questo intervallo dipende dal tipo di commutatore scelto. Facendo riferimento alla commutazione della tensione dal pi al meno Vu = + E S1 e S4 chiusi (1=1) S2 e S3 aperti (2=0) Vu = 0 S1 e S4 aperti (1=0) S2 e S3 aperti (2=0) Vu = -E S1 e S4 aperti (1=0) S2 e S3 chiusi (2=1)

1 2 +E t -E
La forma donda vera ancora alternata a valor medio nullo, migliore della onda quadra pura perch si avvicina di pi a una sinusoide e quindi il suo contenuto di armoniche minore. Si ricorda che un convertitore migliore di un altro in base ai seguenti criteri: Rapporto di trasferimento di potenza maggiore Potenza sulle armoniche minore TECNICA PWM Una possibile tecnica per cercare di minimizzare il contenuto di armoniche figlia della considerazione che abbiamo fatto precedenetemente nel senso che posso avere una situazione intermedia in cui posso trasmettere una tensione 0 sul carico. Quindi, possibile, agendo sulla temporizzazione dei tasti costruire una forma donda di uscita composta da una serie opportuna di

impulsi rettangolari programmati in modo da rendere nulla una o pi armoniche della forma donda complessiva. Per esempio sempre agendo con questo sistema qui, con 3 stadi alto basso 0 Mi posso costruire una forma donda a contenuto di armoniche minimizzato fatta in questa maniera:

Fig. 7: Forma donda PWM a due livelli (caso a) e a tre livelli (caso b). La strategia di progetto quella di andare a modulare in maniera opportuna le durate degli impulsi 1, 2, 3 (si noti che deve esserci una sequenza simmetrica allinterno di ciascun semiperiodo). IL CIRCUITO DEVE POSSEDERE UNA CAPACIT ADATTATIVA Ovvero deve esserci una opportuna intelligenza (microprocessore) che sia in grado di cambiare eventualmente le durate degli impulsi in funzione della natura reattiva del carico e dellassorbimento di corrente.
VERSIONE TRIFASE DEL CONVERTITORE DC / AC Il seguente circuito costituisce la versione trifase del convertitore DC/AC nel caso che il carico stesso abbia una natura tripolare.

Convertitore DC/AC trifase. Il carico trifase ha infatti il vantaggio di essere alimentato da tensioni sintetizzate con interruttori, riportate nella figura seguente, che, bench risentano ancora della natura tutto-niente degli interruttori con cui sono state generate, si avvicinano abbastanza alla forma sinusoidale desiderata.

Forme d'onda nel convertitore trifase DC/AC. Il circuito, ovvero la sua realizzazione a mezzo di interruttori allo stato solido, data la sua semplicit costruttiva, molto diffuso nelle applicazioni industriali. Il tipo di interruttori allo stato solido impiegati dipende dalla potenza assorbita dal carico e va dagli SCR, per le alte potenze, ai transistori bipolari o Mos per le potenze pi basse. Ho una batteria singola e voglio creare una tripletta di tensioni trifase. La struttura la stessa del monofase ma con per a tre rami. Su A ,B,C attaccato un carico trifase (tre impedenze uguali) costituito da tre impedenze uguali connesse a stella tra il centro del ramo e il neutro N. N = neutro massa Facendo riferimento alla figura di sopra ed ignorando il problema del pericolo del cortocircuito della batteria, le tensioni marcate con A , B e C sono le tensioni dei centri dei rami rispetto a massa (negativo della batteria). Ciascuna di esse rimane alta (bassa) per un periodo pari a tre slot temporali. In ogni slot temporale si ha lalternanza di due situazioni: La prima in cui due nodi sono a + E ed uno a massa. Nella seconda un nodo a tensione +E e gli altri due sono a massa. Questi due casi si posso schematizzare nel modo seguente:

0V

0V

+E
R

+E

Quindi la tensione del neutro rispetto a massa oscilla tra 2/3 E e 1/3 E. quindi facile vedere che le tensione ai capi dei tre carichi A-N, B-N, C-N assumono la forma di tensioni alternate sfasate di 120 gradi luna dallaltra che pur essendo di tipo ancora squadrato, si avvicinano abbastanza alla sinusoide pura.
CONVERTITORI DC/AC RISONANTI. Uno dei problemi principali che affliggono i dispositivi di conversione descritti nei precedenti paragrafi senza dubbio la dissipazione di calore negli interruttori allo stato solido che oltre a provocare perdite di energia anche una delle prime cause di guasto. Poich lo stress si verifica quasi esclusivamente durante la commutazione ci si pu chiedere se non sia possibile progettare

convertitori in cui la commutazione degli interruttori avvenga esclusivamente in corrispondenza di valori di corrente (o tensione) nulli.

Fig. 10: Sintesi di una forma donda a bassa frequenza a mezzo di semisinusoidi. In linea di principio ci possibile nel caso DC/AC se la tensione continua da convertire preventivamente trasformata in una corrente (o tensione) alternata ad alta frequenza le cui singole semisinusoidi vengano applicate poi al carico aprendo o chiudendo gli interruttori del convertitore negli istanti in cui esse transitano per lo zero. In altre parole si ha la situazione della figura precedente in cui vengono riportate per confronto le forme donda PWM tradizionali e quelle ottenute a mezzo di elementi semisinusoidali. In pratica se la frequenza delle semisinusoidi sufficientemente elevata, la forma donda sintetizzata che si ottiene non differisce sostanzialmente da una PWM tradizionale con la differenza fondamentale che in questultimo caso possibile aggiungere o togliere solo semisinusoidi intere. Vi perci una discretizzazione delle durate dei singoli impulsi dellonda di bassa frequenza sintetizzata che possono perci assumere solo valori multipli del semiperiodo dellonda di alta frequenza. Il vantaggio, come gi detto, consiste nel fatto che laggiunta delle semisinusoidi avviene commutando interruttori in istanti in cui la corrente (o tensione) appunto nulla. Il problema si pu perci ridurre alla generazione di una corrente (o tensione) sinusoidale ad alta frequenza di ampiezza indipendente dal carico utilizzato. A tale scopo si impiega un circuito risonante posto nel solito ponte ad interruttori, come indicato in Fig. 11.

Ponte a interruttori che alimenta un circuito risonante serie. Se la frequenza con cui commutano gli interruttori coincide con la frequenza di risonanza del circuito e il fattore di merito di questultimo abbastanza elevato, la tensione ad onda quadra applicata fa circolare una corrente pressoch sinusoidale come mostrato in Fig. 11. Il passaggio per lo zero della corrente avviene perci nellistante preciso in cui gli interruttori commutano garantendo cos lassenza di perdite. Una volta generata la sinusoide ad alta frequenza, essa viene instradata nel modo voluto attraverso il carico posto in serie a mezzo di un altro ponte a interruttori, come mostrato in figura

Convertitore risonante serie con carico. Occorre subito notare che linserzione del carico in serie al circuito risonante provoca grossi problemi a questultimo. Questo infatti il tallone dAchille dei convertitori risonanti: se il carico non presenta una reattanza sufficientemente bassa il circuito risonante esce di sintonia con conseguenze facilmente immaginabili sulla ampiezza, fase e distorsione dellonda sinusoidale. Questi ed altri sono i motivi che finora hanno impedito unampia diffusione di questi dispositivi. Ovviamente oltre al circuito precedente, che impiega un circuito risonante serie per la generazione di una corrente sinusoidale, esiste il caso duale di un circuito risonante parallelo che genera una tensione sinusoidale di alta frequenza. Lo schema riportato nella figura seguente in cui si nota che al posto del generatore costante di corrente che, per dualit dovrebbe sostituire la batteria E del caso serie, si utilizzata una batteria con in serie una induttanza di valore elevato.

Fig. 13: Convertitore risonante parallelo. Anche nel caso del circuito risonante parallelo esiste il grosso problema della dissintonizzazione causata dallinserzione di un carico la cui reattanza non sia sufficientemente elevata.

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