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Serie A
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Serie A
La Serie A è il massimo livello professionistico del campionato italiano di
calcio. Serie A 2008-2009
Indice
Disciplina: Calcio
1 Formula
1.1 La Stella d'Oro Tipo: Club
2 Storia
2.1 Il Genoa e le prime Grandi Confederazione:
FIGC
2.2 La crisi del 1908 e l'italianizzazione del torneo
2.3 La crisi del 1921 e la Prima Divisione Nazione: Italia
2.4 Gli Agnelli e il fascismo nel calcio 1898 (1929 a girone
2.5 Dal Caso Allemandi al Girone unico Fondazione:
unico)
2.6 La Juventus del Quinquennio d'oro
2.7 La squadra che tremare il mondo fa Titolo: Campione d'Italia
2.8 Il Grande Torino Apertura: Fine agosto
2.9 Le tre regine
Partecipanti: 20 squadre
2.10 La Schifosa Inter
2.11 Una piccola favola Formula: Girone all'italiana
2.12 La Fortissima Juventus di Boniperti Detentore: Inter
2.13 L'era Berlusconi
2.14 La Triade lega-calcio.it
2.15 Calciopoli e la quaterna dell'Inter Sito internet: (http://www.lega-
3 Le squadre calcio.it/)
3.1 Organico odierno
4 Piazzamenti delle squadre
5 Record del campionato italiano di calcio
5.1 Squadre
5.1.1 Imbattibilità
5.1.1.1 Assoluta Trofeo o riconoscimento
5.1.1.2 Casalinga
5.1.1.3 Esterna
5.1.1.4 Intero campionato
5.1.2 Punti
5.1.3 Reti
5.1.3.1 Prolificità
5.1.3.2 Invulnerabilità
5.1.4 Attacchi e difese
5.1.4.1 Migliori attacchi e migliori difese
5.2 Calciatori
5.2.1 Cannonieri
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28/06/2009 Serie A - Wikipedia
5.2.2 Imbattibilità del portiere
5.2.3 Classifica presenze in A
5.2.4 Giocatori pluriscudettati
6 Diritti tv
7 Note
8 Bibliografia
9 Voci correlate
Formula
Vi partecipano attualmente 20 squadre che si affrontano a turno nel girone di andata (orientativamente disputato
tra settembre e gennaio) e nel girone di ritorno (tra gennaio e maggio). Per ogni partita sono assegnati tre punti
alla squadra vincitrice dell'incontro (a partire dalla stagione 1994-1995) e zero a quella sconfitta. In caso di
pareggio è assegnato un punto a entrambe.
Alla fine della stagione la squadra prima classificata vince lo scudetto, un simbolo che fu introdotto per la prima
volta nel 1924, e viene premiata con la Coppa campioni d'Italia, il trofeo ufficiale del campionato dalla stagione
1960-1961.
In base al coefficiente per campionati nazionali stilato annualmente dall'UEFA, che vede al momento l'Italia al
3° posto, le prime tre squadre accedono direttamente alla Champions League, mentre la quarta classificata si
qualifica all'ultimo turno preliminare della medesima competizione; la quinta si qualifica all'ultimo turno
preliminare della Europa League, mentre la sesta si qualifica al penultimo turno preliminare della medesima
competizione. Alla squadra vincitrice della Coppa Italia spetta un posto in Europa League, ma se la vincitrice
risulta qualificata per la Champions League e l'altra finalista risulta qualificata in qualsiasi delle due coppe
europee, allora la settima classificata della Serie A si qualifica al penultimo turno preliminare della Europa
League, mentre la sesta classificata del campionato dovrà affrontare unicamente l'ultimo turno preliminare.
Si considera anche che in caso che due o più squadre finiscono la stagione a parità di punti, si stila la cosidetta
classifica avulsa.
La Stella d'Oro
Nel 1958, da un’idea di Umberto Agnelli, fu deciso di assegnare la Stella d’Oro al Merito Sportivo ai club
che avessero conquistato il campionato di Serie A per dieci volte. Tale simbolo è composto da una stella
dorata a 5 punte la quale è indossata sulle maglie e divise dei club ai quali è stata assegnata. La Juventus, dopo
la conquista del suo decimo scudetto nella stagione 1957-1958, fu la prima squadra italiana ed europea[3] a
fregiarsi sulla maglia di uno stemma commemorativo di un titolo vinto sul campo. La Vecchia Signora indossò
poi una seconda stella dorata dopo la vittoria nel campionato 1981-1982.
Storia
Per approfondire, vedi la voce Il calcio in Italia .
Sebbene gli storici parlino di giochi assai simili al calcio risalenti al Medioevo, la storia del pallone moderno in
Italia incominciò a fine Ottocento, a seguito degli intensi traffici commerciali con l'Inghilterra. Furono infatti le
città portuali che videro nascere i primi Football Clubs, società prevalentemente calcistiche e formate in gran
parte da soci britannici.
Sia il primo torneo, chiusosi addirittura in una sola giornata, sia i successivi, erano strutturati su un sistema ad
eliminazione diretta sul modello della Coppa d'Inghilterra. A partire dal 1900 a primi turni erano a carattere
regionale seguivano, in caso di qualificazione, le semifinali e le finali nazionali, queste ultime congiurate come
l'atto conclusivo della manifestazione a cui accedevano due sole squadre. In questo periodo, visto l'esito delle
amichevoli, solo tre regioni potevano schierare squadre in grado di combattersi piuttosto equilibratamente: il
Piemonte, la Liguria e la Lombardia, mentre le formazioni delle altre regioni anche nelle amichevoli rimediavano
sistematicamente pesanti sconfitte da squadre del Nordovest anche non di primo piano.
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28/06/2009 Serie A - Wikipedia
problema era, come si è detto, la nettissima differenza di valore fra le squadre provenienti dalle diverse parti del
Paese. Nel 1910, comunque, la FIGC decise di innalzare il campionato veneto, che già si disputava da alcune
stagioni, facendolo diventare parte del torneo nazionale col nome di Girone Veneto, ed includendovi anche il
Bologna che non aveva alcuna avversaria in Emilia. Nel 1911 il Vicenza e nel 1912 il Venezia sfidarono i
campioni occidentali, in entrambi i casi la Pro Vercelli, nella gara conclusiva, rimediando sonore lezioni con
cinque gol al passivo per i biancorossi e addirittura tredici per i neroverdi lagunari.Da segnalare nel campionato
del 1912/13 la prima retrocessione della Juventus poi ripescata a seguito di una parziale riforma dei gironi.
Il complicato meccanismo testé descritto rese però sempre più lungo ed affollato il campionato anche perché se
da un lato si era istituita una Seconda Categoria che metteva in palio una serie di promozioni al massimo torneo,
il contrario sistema delle retrocessioni, sperimentato nel 1912-13, fu subito di fatto abbandonato a suon di
ripescaggi.
Nel 1914 venne la volta del piccolo Casale, sorprendente formazione del Monferrato mentre il successivo
torneo fu bloccato ad un passo dalla conclusione a causa dell'intervento italiano nella Prima guerra mondiale.
Per quest'ultima stagione il titolo del Genoa fu riconosciuto solo dopo la fine del conflitto.
Nel 1923 e nel 1924 il Genoa completò la sua epopea vincendo i suoi due ultimi titoli e facendo in tempo a
divenire la prima società a fregiarsi dello scudetto. La riforma del 1922 aveva definitivamente cambiato il calcio
italiano, che si avviava verso il professionismo, chiudendo le porte alle provinciali e a molte Grandi di inizio
secolo. Nuove forze facevano irruzione nel campionato.
Il 24 luglio 1923 fu una data storica per il calcio italiano, poiché l'elezione di Edoardo Agnelli alla presidenza
della Juventus segnò l'ingresso della potentissima famiglia torinese proprietaria della FIAT nelle vicende del
campionato. Gli abbondanti capitali di Casa Agnelli fecero rifiorire il sodalizio bianconero, in gravissima crisi dai
tempi della scissione che aveva fatto nascere il Torino, e lo portarono nel giro di tre decenni a diventare la più
titolata squadra italiana.
Nell'estate del 1926 con la Carta di Viareggio il governo fascista riorganizzò il campionato abolendo la
divisione fra Nord e Sud, inaccettabile dal punto di vista degli ideali nazionalistici del regime, che la
consideravano un motivo di divisione per la nazione. Le vecchie Leghe Nord e Sud vennero di conseguenza
smantellate: diciassette formazioni provenienti dall'ex Lega Nord e tre formazioni provenienti dall'ex Lega Sud,
l'Alba Roma, la Fortitudo Roma e il Napoli, furono iscritte alla nuova Divisione Nazionale che apriva
ufficialmente le porte al professionismo.
Il deciso attivismo del presidente federale Leandro Arpinati partorì nell'estate del 1928 una novità che divenne
tappa storica per il calcio italiano. Il mondo del pallone tricolore era infatti oramai pronto per dare una svolta
che lo portasse ad assumere un'organizzazione simile a quella del campionato inglese, e fu così decisa quella
svolta che portò all'introduzione anche in Italia della formula del Girone Unico, tra le proteste dei clubs più
piccoli, spaventati all'idea di venire inghiottiti, come puntualmente avvenne, dalle categorie inferiori. Il nuovo
campionato sarebbe stato quindi l'ultimo disputato con la formula dei due gironi introdotta nel 1921, mentre
dalla stagione successiva le grandi squadre sarebbero state riunite in un nuovo torneo, la Serie A, mentre le
escluse avrebbero costituito l'altrettanto inedita Serie B. A tal fine Arpinati decise unilateralmente l'allargamento
una tantum dell'ultimo torneo di Divisione Nazionale, includendovi varie squadre cadette nel tentativo di dare
maggiore rappresentatività geografica alla manifestazione, e la cui finale vide i granata soccombere al Bologna
nello spareggio disputato al Flaminio di Roma.
Nel 1929 la FIGC e Arpinati realizzarono dunque, come negli altri paesi, un campionato nazionale a girone
unico. Il progetto iniziale prevedeva una prima categoria composta da sedici squadre, ovvero quelle che si
erano classificate tra le prime otto nei due gironi in cui era diviso il campionato precedente. Il protrarsi dello
spareggio per l'ottavo posto fra Napoli e Lazio portò ad ammetterle entrambe, e con il ripescaggio della
Triestina per motivi patriottici il numero delle squadre fu alzato a 18. Il 6 ottobre 1929 si disputarono dunque le
prime 9 partite del campionato 1929-30 che alla fine vide il successo della nuova Ambrosiana di Giuseppe
Meazza, una squadra creata dal regime fondendo d'autorità l'Inter con l'Unione Sportiva Milanese.
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28/06/2009 Serie A - Wikipedia
calcio dei pionieri. A questa andrà ad aggiungersi la retrocessione della Pro Vercelli nel 1934-1935, l'altra
grande protagonista della fase precedente la nascita del girone unico.
Dopo il successo della Nazionale ai Mondiali 1934, la Juventus operò un discreto rinnovamento della sua
formazione. La nuova stagione fu assai emozionante, con una Fiorentina per lunghi tratti capolista, ed inseguita
da bianconeri e nerazzurri. Alla lunga i toscani mollarono però la presa, e la lotta si concluse quando i milanesi
crollarono a Roma lasciando ai piemontesi il loro settimo scudetto, il quinto consecutivo. Un record che non
verrà mai più battuto. Il 15 luglio Edoardo Agnelli moriva improvvisamente a Genova, ucciso dall'elica del suo
idrovolante, dopo che questo era caduto in mare.
Nel 1935 le squadre partecipanti alla Serie A erano state ridotte a 16 già da un
anno, così come previsto nel progetto originale del 1929. Emerse subito il
Bologna che, da quando gli emiliani si erano aggiudicati due edizioni della Coppa
Europa, i giornalisti dicevano fosse la squadra che tremare il mondo fa,
essendo a quei tempi la Coppa Europa un precursore della moderna Coppa
Campioni. I petroniani, sospinti dalla reti di Angelo Schiavio, dovettero guardarsi
le spalle dai campioni uscenti e dai loro cugini del Torino, coi granata che ad un
certo punto balzarono addirittura in testa alla classifica, e si inserì poi nella
contesa anche la Roma; il testa a testa fu molto combattuto e furono infine i
rossoblù a conquistare il loro terzo scudetto. E gli emiliani si ripeterono subito
l'anno successivo, recuperando in corsa la sorprendente Lazio del bomber Silvio
Hector Puricelli, dal Piola.
1938 in forza al
Bologna. Sembrava l'inizio di un nuovo dominio, ma il ritiro di Schiavio penalizzò gli
emiliani che nel 1937-1938 cedettero il titolo ad un'Ambrosiana-Inter che seppe
tener a bada l'imperioso ritorno primaverile dei bianconeri. Renato Dall'Ara,
dopo la deludente stagione, si buttò sul mercato alla ricerca di un nuovo attaccante che sapesse cogliere la
pesante eredità di Schiavio; la ricerca fu felice poiché fu ingaggiato l'uruguaiano Hector Puricelli il quale,
capitalizzando al meglio i cross dell'ala destra Amedeo Biavati, vinse la classifica dei cannonieri e riportò gli
emiliani allo scudetto.
La sfida fra rossoblù e nerazzurri divenne una costante in un'Italia sull'orlo della guerra, e una piccola distrazione
da ben più grandi problemi. Se nel 1940 l'Ambrosiana-Inter, dopo un lungo inseguimento, riuscì a riprendere e
superare i felsinei, battendoli nel decisivo match dell'Arena Civica, nel 1941 nulla poté di fronte all'inarrestabile
fuga dei bolognesi, che colsero il loro sesto titolo.
Il Grande Torino
http://it.wikipedia.org/wiki/Serie_A 8/30
28/06/2009 Serie A - Wikipedia
Deluso dall'occasione persa, il presidente granata Ferruccio
Novo acquistò Loik e Mazzola dai veneziani. Il salto di La prima formazione del Grande Torino.
qualità fu notevole, e nel nuovo torneo i piemontesi furono
protagonisti di un'emozionantissima fuga a due con l'autentica
rivelazione del Livorno, contesa che si risolse proprio sul filo di lana coi toscani a piangere l'irripetibile e
sfortunata cavalcata. Per il Torino giunse il secondo titolo, che non poté essere difeso l'anno seguente poiché le
invasioni americana e tedesca spaccarono l'Italia in due determinando lo stop del campionato per due anni.
In un'Italia dilaniata dalla guerra, il campionato tornò nella stagione 1945-1946 con una formula speciale
secondo la quale le squadre furono separate in due gironi geografici con un raggruppamento finale di otto
squadre, anche se furono solo le quattro rappresentanti padane a contendersi il titolo che andò d'un soffio
ancora al Torino.
I granata non avevano più rivali: colonne portanti della Nazionale alla quale fornivano la quasi totalità
dell'organico, anche nel 1948-1949 presero ben presto il comando della graduatoria e, nonostante qualche
segno d'affanno, mantennero un discreto vantaggio finché il 30 aprile, pareggiando a San Siro contro gli
inseguitori dell'Inter, ipotecarono l'ennesimo scudetto. Ma a questo punto, l'epopea del Grande Torino si
interruppe improvvisamente. Il 3 maggio la squadra si recò a Lisbona per un'amichevole e, al termine del
viaggio di ritorno, a causa del maltempo l'aeroplano che li stava riportando a casa perse la rotta e, anziché
puntare sull'aeroporto di Caselle, si schiantò contro il terrapieno della basilica di Superga. Nessuna delle
persone a bordo sopravvisse alla tragedia. L'Italia perdeva una delle più forti squadre che abbiano mai
partecipato alla Serie A. Agli sportivi torinisti, e agli italiani in generale, non rimase che piangere i giovani
campioni prematuramente scomparsi.
Le tre regine
http://it.wikipedia.org/wiki/Serie_A 9/30
28/06/2009 Serie A - Wikipedia
delle classifiche.
La Schifosa Inter
http://it.wikipedia.org/wiki/Serie_A 10/30
28/06/2009 Serie A - Wikipedia
modernissimo centro sportivo di Milanello considerò
concluso il suo apporto alla società di via Turati, chiusero il
ciclo rossonero e, con il periodo di transizione in cui versava Helenio Herrera e Sandro Mazzola.
la Juventus, lasciarono totalmente campo libero alle ambizioni
nerazzurre.
L'anno successivo però la corazzata interista, che conquistò la Coppa dei Campioni, trovò in patria un
inaspettato ostacolo nel Bologna di Fulvio Bernardini. Nonostante una brutta storia di infondate accuse di
doping fra i rossoblù, con il sospetto di una macchinazione orchestrata da ambienti nerazzurri, i felsinei chiusero
a pari punti coi milanesi rendendo necessaria, caso unico nella storia del girone unico, la disputa di uno
spareggio: a Roma, il 7 giugno 1964 gli emiliani si imposero 2-0, conseguendo il loro settimo ed ultimo
scudetto.
Il sodalizio morattiano ebbe modo di rifarsi l'anno successivo, in quella che fu la più memorabile stagione di
sempre dell'Inter: mentre conseguivano il titolo europeo e quello mondiale, i nerazzurri riuscirono in una
clamorosa rimonta ai danni dei cugini rossoneri, ad un certo punto in vantaggio di addirittura sette punti: allo
squadrone di Herrera sfuggì solo, e di un soffio, la Coppa Italia, che andò in finale alla Juventus. Dopo un
nuovo titolo intercontinentale, nel 1965-1966 in Italia fu ancora Inter, questa volta mantenendo la vetta della
classifica per tutta la stagione: fu il decimo scudetto che valse anche per i lombardi la stella d'oro, otto anni
dopo quella bianconera.
Anche le fatiche del Mondiale d'Inghilterra sembrarono non intaccare il predominio morattiano in un torneo
dominato per tutta la stagione. A metà di maggio del 1967 per gli interisti, capolisti della Serie A e finalisti in
Coppa dei Campioni, sembrò profilarsi una nuova campagna trionfale. Ma avvenne l'imponderabile. Giovedì 25
maggio, a Lisbona, la rimonta dei non irresistibili scozzesi del Celtic fece volar via la Coppa. Tornati in patria
per l'ultima giornata di campionato, domenica 28, i nerazzurri persero clamorosamente a Mantova per una
papera del portiere Giuliano Sarti su tiro dell'ex nerazzurro Beniamino Di Giacomo, cedendo il titolo alla
sorprendente Juventus. A completare l'opera arrivò, il 7 giugno, l'eliminazione in semifinale di Coppa Italia per
mano della formazione cadetta del Padova. Per la Grande Inter, che aveva affascinato milioni di tifosi, fu il
catastrofico capolinea.
Il Cagliari sembrò partir bene anche nella nuova stagione agonistica e, dopo la vittoria in casa dell'Inter il 25
ottobre, sognò il secondo trionfo: ma sei giorni dopo a Vienna, durante la partita tra Italia e Austria, un grave
infortunio mise fuori gioco Riva, compromettendo in parte la carriera della grande ala, e mandando in frantumi i
sogni del club rossoblù. Il campionato tornò dunque ad essere un discorso milanese, coi nerazzurri che
recuperarono i cugini rossoneri e colsero il loro 11° titolo.
Nell'estate del 1971 un riassetto societario portò ai vertici della Juventus l'ex
capitano Giampiero Boniperti, uomo di fiducia del patron Gianni Agnelli.
Imbottendo la rosa di giovani promettenti, e nel quadro di un generale
scadimento tecnico del torneo, la nuova dirigenza seppe dar vita ad un ciclo
di tre lustri in cui i bianconeri rafforzarono definitivamente il loro primato
nell'albo d'oro del campionato, ma attirando sul sodalizio piemontese varie
polemiche su presunti ricorrenti favori arbitrali.
Nelle prime stagioni la lotta fu col Milan di Nereo Rocco: già nel 1971-1972
il capitano rossonero Gianni Rivera fu squalificato per 4 giornate (ridotte a 2
in appello) per le sue pesanti accuse al Palazzo, ma nel 1972-1973 le Pietro Anastasi, 78 gol nella
polemiche divennero ancor più aspre. Il torneo consistette in una serrata lotta Juventus.
fra i lombardi, i piemontesi e la sorprendente neopromossa Lazio di
Tommaso Maestrelli, coi rossoneri favoriti fino allo scontro diretto
dell'Olimpico che li vide uscire sconfitti per la pessima conduzione di gara di Concetto Lo Bello, che annullò un
gol regolare di Luciano Chiarugi; le tensioni che ne seguirono compromisero la corsa del Diavolo che vide
assottigliarsi il suo vantaggio fino all'ultima giornata che lo vedeva impegnato a Verona: stanco per la vittoriosa
trasferta greca a Salonicco che in settimana gli aveva fruttato la Coppa delle Coppe 1972-1973, il Milan crollò
clamorosamente al Bentegodi per 3-5, subendo il sorpasso in extremis della Juventus. La Fatal Verona lasciò
il segno nella società rossonera, aprendo un'instabilità dirigenziale ultradecennale che si rifletté in scarsi risultati
agonistici. Fu invece pronta la risposta della Lazio che, smentendo chi la considerava una meteora, si propose
in vetta lungo tutta la stagione successiva e cogliendo il suo primo storico scudetto, anche grazie ai gol del
capocannoniere Giorgio Chinaglia.
http://it.wikipedia.org/wiki/Serie_A 12/30
28/06/2009 Serie A - Wikipedia
successo ad un quarto di secolo dalla sciagura di Superga. Ancor più
squilibrato fu il successivo campionato che vide le torinesi come
dominatrici assolute, distando di ben quindici punti le inseguitrici: la
Dino Zoff, imbattibile portiere Juventus del neotecnico Giovanni Trapattoni riuscì a vendicarsi dei
bianconero.
granata, bruciando al fotofinish i cugini per una sola lunghezza, oltre a
vincere la Coppa UEFA, primo trofeo internazionale del club
bianconero. E anche nel 1977-1978 il tricolore fu appannaggio dei bianconeri, che distanziarono stavolta più
nettamente il Toro e una temibile neopromossa, il Lanerossi Vicenza del giovane Paolo Rossi.
I Mondiali d'Argentina segnarono un momentaneo rimescolamento delle carte e, in una stagione non certo
esaltante, portarono ad un'estemporanea resurrezione del Milan il quale, guidato in panchina dalla vecchia gloria
Nils Liedholm, grazie ad un accorto schieramento difensivo, riuscì ad assicurarsi quella tanto sospirata Stella
d'oro che così beffardamente se ne era volata via sei anni prima; la medaglia d'onore, e quella d'argento,
andarono però al Perugia di Ilario Castagner, prima squadra a riuscire a chiudere la stagione imbattuta dai
tempi del Genoa del 1923.
I sogni di gloria dei tifosi rossoneri invece svanirono presto, trasformandosi al contrario del peggiore degli
incubi. Il campionato 1979-1980 fu l'anno del dodicesimo scudetto dell'Inter, allenata da Eugenio Bersellini, e
guidata in campo da Alessandro "Spillo" Altobelli ed Evaristo Beccalossi, ma soprattutto fu la stagione dello
scandalo del Totonero: il 23 marzo la Guardia di Finanza fece irruzione negli stadi arrestando quattordici
tesserati coinvolti in un giro di scommesse clandestine e compravendite di partite, gettando nell'occhio del
ciclone la Lazio e proprio il Milan, che furono retrocesse a tavolino in Serie B, mentre numerose altre società
subirono pesanti penalizzazioni. Per i rossoneri fu la prima discesa nella cadetterìa. Nello scandalo furono
coinvolti calciatori di primo livello come Enrico Albertosi del Milan, Lionello Manfredonia, Bruno Giordano e
Giuseppe Wilson della Lazio, e Paolo Rossi del Lanerossi Vicenza; quest'ultimo fu squalificato per 2 anni e sarà
costretto a saltare il campionato d’Europa 1980 giocato pochi mesi dopo proprio in Italia.
La Serie A uscì dallo scandalo assai indebolita, tanto che per correre ai ripari di fronte allo scadimento tecnico
del torneo - certificato dal dimezzamento dei posti disponibili per l'Italia in Coppa UEFA - la FIGC decise di
abbandonare la linea autarchica degli Anni Settanta autorizzando l'ingaggio di uno straniero per squadra (dalla
stagione 1982-1983 diventarono due). Il campionato italiano fu avvicente fino all'ultima giornata: la lotta per il
titolo, nell'anno della finora unica apparizione in A della Pistoiese, fra la Juventus, il Napoli, l'Inter e la Roma del
Presidente Dino Viola e del tecnico Nils Liedholm si infiammò alla terzultima giornata, il 10 maggio 1981, in
occasione dello scontro diretto fra bianconeri e capitolini al Comunale, quando un gol del giallorosso Maurizio
Turone, che le moviole dimostrarono regolare, fu annullato dalla terna arbitrale guidata da Paolo Bergamo. Lo
Scudetto venne assegnato nell'ultimo turno, il 24 maggio 1981, con la vittoria della Juventus per 1-0 contro la
Fiorentina in casa, e con il pareggio romanista per 1-1 in trasferta a Como, ma il gol di Turone, che avrebbe
significato il sorpasso dei romani al vertice della classifica a due giornate dalla fine, divenne uno dei più celebri
argomenti di coloro che, negli anni a seguire, sostennero l'esistenza di una sudditanza psicologica dei fischietti
italiani nei confronti della società di Casa Agnelli. Argomenti che trovarono subito nuova linfa nel 1981-1982,
quando il testa a testa fra i bianconeri e la Fiorentina di Giancarlo Antognoni si risolse solo all'ultimo turno, il 16
maggio 1982, in occasione del quale un gol viola in casa di un Cagliari impegnato in una lotta per la salvezza
con Genoa e Milan, fu annullato fra mille recriminazioni, mentre a Catanzaro un rigore molto dubbio trasformato
da Liam Brady premiava la Juventus, consegnandole il suo 20° Scudetto, quello della Stella d'oro.
L'era Berlusconi
http://it.wikipedia.org/wiki/Serie_A 14/30
28/06/2009 Serie A - Wikipedia
In estate il Milan di Silvio Berlusconi si attivò sul mercato e portò a
Milanello le due stelle olandesi Ruud Gullit e Marco van Basten, il
centrocampista Carlo Ancelotti, e l'allenatore che a Parma aveva stupito
per il suo gioco innovativo: Arrigo Sacchi, seguace del gioco a zona e del
calcio totale, tecniche assolutamente innovative nel difensivistico calcio
italiano. I rossoneri partirono bene, ma alcune discusse decisioni del
Giudice Sportivo lanciarono in fuga ancora gli azzurri partenopei[4]. Il
successo rossonero nello scontro diretto di San Siro parve un episodio
isolato fino a Pasqua, dopo la quale i napoletani accusarono un crollo
verticale. Sconfitta anche al San Paolo, la formazione di Maradona non
vinse neppure le gare rimanenti, e un pareggio a Como all'ultima giornata
consegnò ai lombardi lo scudetto.
Per il campionato italiano quella tarda primavera del 1994 fu un punto di svolta. La sera stessa della finale di
Coppa ad Atene, in Senato, Silvio Berlusconi, da pochi mesi entrato nell'agone politico, riceveva la nomina a
Presidente del Consiglio, e gli impegni istituzionali lo portarono sempre più lontano dal mondo del calcio,
affidando la società di via Turati nelle mani del vicepresidente Adriano Galliani. Con una minor impegno
finanziario del loro presidente, i rossoneri rallentarono; col materiale umano a loro disposizione, rinforzato
dall'attaccante liberiano George Weah, riusciranno a condurre ininterrottamente il campionato 1995-1996 e a
conquistare il loro quindicesimo scudetto, ma subito dopo ebbero un crollo verticale. Già dall'estate del 1994,
peraltro, il posto lasciato dal Milan era stato preso da una vecchia potenza del calcio tricolore.
La Triade
http://it.wikipedia.org/wiki/Serie_A 17/30
28/06/2009 Serie A - Wikipedia
Stavolta fu l'Inter di Massimo Moratti e di Luigi Simoni ad impensierire la truppa di Lippi: capolista per gran
parte del girone d'andata e vincitrice del primo scontro diretto, la squadra nerazzurra vanificò tutto con alcune
clamorose sconfitte tra cui quelle interne contro il Bari e il Bologna (entrambe per 0-1). I lombardi seppero
comunque riprendersi, e si presentarono al Delle Alpi, la quart'ultima giornata, con un solo punto di ritardo dai
bianconeri; il clima, già tesissimo per le continue sviste arbitrali che avevano salvato la Juventus nella gara
contro l'Empoli in toscana la settimana prima (per via di un gol valido non visto dall'arbitro Pasquale Rodomonti
che era vicino alla porta), nell'incontro con la Lazio, ed in vari altri incontri, si incendiò quando, in una convulsa
fase di gioco, non venne assegnato un rigore ai nerazzurri per uno scontro fra Ronaldo e Mark Iuliano mentre,
sul rovesciamento dell'azione, il penalty fu accordato ai bianconeri per un intervento su Alessandro Del Piero,
che poi fallì. Le polemiche divamparono violente su tutti i mass-media e persino in parlamento, ma ciò non
impedì alla Juventus di cogliere il suo 25° titolo, arrivato il 10 maggio, con un turno di anticipo.
Furono i Mondiali 1998 a rimescolare temporaneamente le carte in tavola. I bianconeri, molti dei quali
protagonisti della manifestazione estiva, risentirono in pieno delle stanchezze da essa procurate, come accadde
peraltro anche ai loro avversari nerazzurri. Ne originò un campionato anomalo, in cui ad un certo punto salirono
le quotazioni della Fiorentina di Giovanni Trapattoni e del bomber Gabriel Batistuta: i viola veleggiarono in testa
fino a febbraio, quando l'infortunio della punta argentina (e le assenze del talentuoso Edmundo) compromise i
loro sforzi a vantaggio della Lazio di Sven Goran Eriksson, che sembrò a sua volta avviata al titolo quando,
inaspettatamente, subì due sconfitte interne consecutive nel derby e contro la Juventus. A questo punto si fece
sotto il Milan di Alberto Zaccheroni, allenatore che aveva colto ottimi risultati negli anni precedenti con
l'Udiense: i rossoneri, viaggiando a fari spenti e supportati da un buon pizzico di fortuna, riuscirono a sorpassare
i biancocelesti nel penultimo turno e, la domenica seguente a Perugia, in una gara tesissima in cui gli umbri si
giocavano la salvezza, conseguirono quella vittoria che permise loro di cingere lo scudetto del loro Centenario,
forse il più inaspettato di sempre. Nel frattempo la Juve, che aveva sostituito Marcello Lippi con Carlo
Ancelotti, perse lo spareggio per la zona UEFA con l'Udinese, chiudendo così al settimo posto della
graduatoria e venendo costretta agli straordinari estivi dell'Intertoto: una fatica supplementare che costerà assai
cara ai piemontesi.
http://it.wikipedia.org/wiki/Serie_A 18/30
28/06/2009 Serie A - Wikipedia
di calcio 2000 (ma anche per non falsare troppo l'esito del campionato), quindi l'arbitro Pierluigi Collina (scelto
volutamente per tale delicatissima situazione) dopo una lunga attesa diede l'ordine di giocare, anche perché il
match per i torinesi pareva una formalità, in quanto bastava non perdere: ma, contrariamente alle attese, i
perugini giocarono col massimo impegno, anche perché il vulcanico presidente biancorosso Luciano Gaucci,
acerrimo nemico della dirigenza torinese, aveva minacciato la propria squadra di mandarla in ritiro, anziché in
vacanza, se non avesse battuto i bianconeri. E fu così che, incredibilmente, un gol del perugino Alessandro
Calori costò sconfitta e titolo agli juventini, mentre in un Olimpico in surreale attesa, scoppiava l'irrefrenabile
festa tricolore, proprio nell'anno del Giubileo che aveva messo la città di Roma sotto gli occhi del mondo intero;
inoltre tale titolo suggellò, come nella passata stagione per il Milan, il Centenario dei biancocelesti. L'Anno
Santo portò gioia anche all'altra metà della Capitale, visto che nella nuova stagione fu la Roma di Fabio Capello
a prendere il largo: i giallorossi mantennero vantaggi rassicuranti sulla Juventus inseguitrice, ma in primavera
sembrarono in netto calo; un gol di Vincenzo Montella nello scontro diretto diede però tranquillità ai romani,
che colsero il loro terzo scudetto il 17 giugno. Stavolta furono i bianconeri a recriminare, perché la posizione del
giocatore romanista Nakata, di nazionalità giapponese, era stata regolarizzata dalla Federazione solo pochi
giorni prima del big match dello Stadio Delle Alpi, allargando le norme sul tesseramento dei calciatori extra-
comunitari (Nakata aveva comunque giocato alcune stagioni a Perugia).
L'insperato successo diede nuove convinzioni invece alla Juventus, che nel 2003 fu protagonista di una storica
lotta col Milan di Carlo Ancelotti, rafforzatosi con l'acquisto del capitano biancoceleste Alessandro Nesta e
http://it.wikipedia.org/wiki/Serie_A 19/30
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degli interisti Clarence Seedorf e Dario Simic, oltre che del portiere brasiliano Dida. In campionato i rossoneri,
dopo alcune annate grige, partirono determinati, passando in testa il giro di boa, ma alla lunga lasciarono
decisamente il passo all'imperioso ritorno dei bianconeri, anche a causa del lungo impegno europeo; i
piemontesi si aggiudicarono nuovamente, e più facilmente, il titolo, ma non poterono godere appieno del
successo: il 28 maggio a Manchester, proprio il Milan li batté nella prima finale tutta italiana di Coppa dei
Campioni. Data l'enorme posta in palio, stavolta fu l'ambiente bianconero ad uscirne destabilizzato. Lippi negli
spogliatoi dell'Old Trafford presentò addirittura le dimissioni, respinte, alla società, andando quindi incontro ad
un anno di transizione.
Kaká, asso brasiliano del Milan. I rossoneri, definitivamente riassestati dopo le annate in altalena
Per lui, scudetto al primo anno in successive all'ingresso in politica di Berlusconi, erano gli strafavoriti
Italia. anche per la nuova stagione, stante la carenza di avversari, ma una
clamorosa operazione di calciomercato cambiò le carte in tavola: a
fine agosto, la Juventus del neoallenatore Fabio Capello cedette
all'Inter il semisconosciuto e panchinaro portiere Fabian Carini, cambiandolo alla pari col difensore e capitano
della Nazionale Fabio Cannavaro. La mossa della dirigenza interista, apparsa oltremodo azzardata se non
apertamente irrazionale, risolse i problemi difensivi palesati dai bianconeri nel 2004, lanciandoli in testa alla
classifica. Il Milan fu costretto ad inseguire, e lo scontro diretto di Torino, in cui i rossoneri dimostrarono uno
sterile predominio, fece riaffiorare un clima di polemiche per l'opinabile arbitraggio di Paolo Bertini, dopo che
già la settimana prima si era avuto molto da discutere sulla direzione di Tiziano Pieri nella trasferta bianconera di
Bologna. Il vantaggio dei torinesi, cresciuto ad otto lunghezze a gennaio, si ridusse clamorosamente a febbraio,
fino all'aggancio dei milanesi. A questo punto i due colossi del sistema calcistico italiano, che mai erano stati
coinvolti in una sfida diretta per il titolo nazionale, iniziarono un sensazionale testa a testa, funestato però da
nuove diatribe sugli arbitraggi dei bianconeri: dopo il prodromo di Cagliari, le discussioni si incentrarono sulle
conduzioni di Salvatore Racalbuto a Roma, e soprattutto quella di Gianluca Paparesta a Verona, dove l'arbitro
non vide entrare in porta un netto gol del Chievo Verona. Alla fine, furono gli impegni di Champions League a
fare la differenza: coi bianconeri già eliminati, i rossoneri faticarono alquanto a mantenersi in lotta sui due fronti,
perdendo prima lo scontro diretto casalingo, e conseguentemente il titolo, l'8 maggio, e poi pure la coppa nella
terribile finale di Istanbul. Per i torinesi si trattò del ventottesimo scudetto. Decisamente più netto fu il primato
della Juventus nella nuova stagione. Gli uomini di Capello staccarono tutte le inseguitrici e guadagnarono
distacchi abissali. Un calo di rendimento primaverile, con conseguente scialba uscita dall'Europa, favorì il ritorno
prepotente del Milan, ma i bianconeri seppero difendere i loro tre residui punti di vantaggio. Il predominio
http://it.wikipedia.org/wiki/Serie_A 20/30
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bianconero sembrava non avere fine, ma il campionato, e l'intera organizzazione del calcio italiano, furono
sconvolti, a maggio 2006, dal più grande scandalo nella storia del pallone tricolore: Calciopoli.
http://it.wikipedia.org/wiki/Serie_A 21/30
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la FIGC il 26 luglio assegnò a tavolino lo scudetto 2006, il
primo dopo diciassette anni di digiuno per i nerazzurri, dopo
la retrocessione della Juventus (giunta al 1° posto al termine
Roberto Mancini, che riportò l'Inter allo
scudetto dopo 17 anni. della stagione) e la penalizzazione di 30 punti del Milan
(giunto 2°). La posizione della società di Massimo Moratti,
non coinvolta nella vicenda nè a livello penale nè a livello
sportivo, non fu però esente da critiche a causa di alcune scomode coincidenze: il commissario federale che
assegnò il titolo, Guido Rossi, era un ex membro del consiglio di amministrazione dell'Inter; il socio in affari di
Moratti, Marco Tronchetti Provera, fino ad aprile 2007 era proprietario della TIM (tra l'altro sponsor del
torneo dal 1998-1999), società telefonica appartenente alla stessa holding di Telecom Italia, il principale
provider di telefonìa nazionale, nello stesso periodo al centro di un'inchiesta penale per presunte intercettazioni
telefoniche ed uso delle stesse a fini privati (le indagini sono ancora in corso); le penalizzazioni inflitte a molte
delle più temibili avversarie, infine, garantivano ai nerazzurri un cammino probabilmente agevole verso il titolo
del 2006-2007. Fu così che Calciopoli, anziché ridare serenità al mondo del calcio italiano, sortì l'effetto
contrario di seminare nuovi veleni.
Le squadre
Sono 60 le squadre ad aver preso parte ai 77 campionati di Serie A a girone unico che sono stati disputati a
partire dal 1929-30 alla stagione 2008-09.
77 volte: Inter[9]
76 volte: Juventus, Roma
75 volte: Milan
http://it.wikipedia.org/wiki/Serie_A 22/30
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71 volte: Fiorentina
68 volte: Torino
66 volte: Lazio
63 volte: Bologna, Napoli
61 volte: Sampdoria[10]
49 volte: Atalanta
42 volte: Genoa
36 volte: Udinese
30 volte: Cagliari, Vicenza
28 volte: Bari
26 volte: Triestina
24 volte: Verona
22 volte: Palermo
21 volte: Brescia
18 volte: Parma
16 volte: Ascoli, Livorno, Padova, SPAL
13 volte: Alessandria, Como, Lecce, Modena, Perugia
12 volte: Catania, Novara, Pro Patria, Venezia
11 volte: Foggia
10 volte: Avellino, Cesena
9 volte: Empoli, Reggina
8 volte: Lucchese, Piacenza
7 volte: Catanzaro, Chievo, Cremonese, Mantova, Pisa, Varese
6 volte: Pro Vercelli, Siena
5 volte: Messina, Pescara
4 volte: Casale
3 volte: Lecco, Legnano, Reggiana
2 volte: Ancona, Salernitana, Ternana
1 volta: Pistoiese, Treviso
Organico odierno
Ecco i migliori piazzamenti delle squadre che hanno preso parte ai 77 campionati a girone unico dal torneo
1929-30 al 2008-09 raffrontate a tutti i piazzamenti nel campionato italiano.
Camp.Italiano Serie A
Squadra 1°posto 2°posto 3°posto 1°posto 2°posto 3°posto Partec. Podi %
Juventus 27 (+1) 21 14 25 (+1) 16 10 76 68%
Milan 17 15 22 14 12 16 75 55%
http://it.wikipedia.org/wiki/Serie_A 23/30
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Imbattibilità
Assoluta
58 giornate: Milan
Casalinga
88 giornate: Torino
Esterna
38 giornate: Milan
Intero campionato
Punti
campionato a 20 squadre con 3 punti per vittoria: 97 punti - Inter nel 2006/07
campionato a 18 squadre con 2 punti per vittoria: 58 punti - Inter nel 1988/89
campionato a 16 squadre con 2 punti per vittoria: 51 punti - Juventus nel 1976/77
campionato a 18 squadre con 3 punti per vittoria: 82 punti - Milan nel 2003/04
http://it.wikipedia.org/wiki/Serie_A 25/30
28/06/2009 Serie A - Wikipedia
Rapporto di 2,41 punti a partita
campionato a 20 squadre con 2 punti per vittoria: 63 punti - Torino nel 1946/47
Reti
Prolificità
Invulnerabilità
Attacchi e difese
Calciatori
Cannonieri
Per approfondire, vedi le voci Cannonieri del campionato italiano di calcio e Classifica dei
marcatori del campionato italiano di calcio.
http://it.wikipedia.org/wiki/Serie_A 26/30
28/06/2009 Serie A - Wikipedia
1. Silvio Piola 274
2. Gunnar Nordahl 225
3. Giuseppe Meazza 216
4. Josè Altafini 216
5. Roberto Baggio 205
6. Kurt Hamrin 190
7. Giuseppe Signori 188
8. Gabriel Omar Batistuta 184
9. Giampiero Boniperti 178
10. Francesco Totti 178
11. Amedeo Amadei 174
12. Giuseppe Savoldi 168
13. Alessandro Del Piero 168
14. Guglielmo Gabetto 165
15. Roberto Boninsegna 163
16. Luigi Riva 156
17. Roberto Mancini 156
18. Luís Vinício 155
19. Carlo Reguzzoni 155
20. István Nyers 153
Classifica presenze in A
Per approfondire, vedi la voce Classifica presenze nel campionato di calcio italiano.
Giocatori pluriscudettati
Per approfondire, vedi la voce Lista dei calciatori plurivincitori del campionato italiano.
1. Giuseppe Furino 8
2. Giovanni Ferrari 8
3. Virginio Rosetta 7,5[13]
4. Ciro Ferrara 7
5. Roberto Bettega 7
6. Gaetano Scirea 7
7. Alessandro Costacurta 7
8. Paolo Maldini 7
9. Claudio Gentile 6
10. Pietro Ferraris II 6
11. Guglielmo Gabetto 6
12. Enrico Pasteur II 6
13. James Spensley 6
14. Guido Ara 6
15. Franco Causio 6
16. Antonello Cuccureddu 6
17. Dino Zoff 6
18. Antonio Cabrini 6
19. Franco Baresi 6
20. Roberto Donadoni 6
Diritti tv
http://it.wikipedia.org/wiki/Serie_A 28/30
28/06/2009 Serie A - Wikipedia
Per approfondire, vedi la voce Lista dei calciatori plurivincitori del campionato italiano.
1. Giuseppe Furino 8
2. Giovanni Ferrari 8
3. Virginio Rosetta 7,5[13]
4. Ciro Ferrara 7
5. Roberto Bettega 7
6. Gaetano Scirea 7
7. Alessandro Costacurta 7
8. Paolo Maldini 7
9. Claudio Gentile 6
10. Pietro Ferraris II 6
11. Guglielmo Gabetto 6
12. Enrico Pasteur II 6
13. James Spensley 6
14. Guido Ara 6
15. Franco Causio 6
16. Antonello Cuccureddu 6
17. Dino Zoff 6
18. Antonio Cabrini 6
19. Franco Baresi 6
20. Roberto Donadoni 6
Diritti tv
Per approfondire, vedi la voce Diritti calcistici televisivi in Italia.
A partire dalla stagione 1993-1994 le partite di Serie A vengono trasmesse sulla pay-tv; fino al 199
trasmesse solo su Tele+, tra il 1999 e il 2003 su Tele+ e su Stream, dal 2003 su SKY (per metà sta
2003-2004 alcune partite di Serie A venivano trasmesse sulla piattaforma satellitare Gioco Calcio, f
nell'estate 2004).
Dal gennaio 2005 sono trasmesse anche sul digitale terrestre (Mediaset Premium e La7 Cartapiù po
sostituita nel 2009 da dahlia TV).
I posticipi della domenica sera iniziarono nel 1993, e gli anticipi del sabato nel 1999.
Note
1. ^ Pei i soli diritti televisivi nazionali della Juventus, l'emittente satellitare Sky ha versato 157 milioni
un triennio. [1] (http://www.corriere.it/Primo_Piano/Sport/2006/01_Gennaio/14/sky.shtml)
2. ^ Ranking UEFA (http://www.xs4all.nl/~kassiesa/bert/uefa/data/method4/crank2009.html)
http://it.wikipedia.org/wiki/Serie_A 31/30