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^University of Cal,io,n.a^

IRVINE

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Dic^^o Ki\^^%

PARTE PRIMA

can /$S iiuo'sha^lanl

\%:m.

'^m

Collezione

di

Monografie

illustrate

Scrie

ITRLIA ARTISTICA
CORRADO
RICCI.

DIRETTA DA

1.

RAVENNA
FERRARA

di

Cokkado

Ricci. VII Edizione, con 156 illus.


di

2.

POMPOSA

Giuseppe Agnelli,

ill

Ediz.,
illus.

con 138 iilustrazioni.


3.
1.

VENEZIA di Pompeo Molmenti. Ill Ediz., con 140 GIRGENTl di Serafino Rocco; DA SEGESTA A

SELIillustr.

NUNTE
b.
II

di

Enrico Maucerci.
Di

il

Edizione. con 101


di

LA REPUBBLICA

SAN MARINO

Cokkado
,

Ricci.

Edizione, con 96 iilustrazioni.


120
II

6.
7.

URBINO di Giuseppe Lipparini. Ill Ediz con LA CAMPAGNA ROMANA di Ugo Flekes.
con 112 iilustrazioni

illus.

Edizione,
e

8.

LE ISOLE DELLA
D.

LAGUNA VENETA
Ed.,
di

di

P.

Molmenti

9.

Mantovani. II Edizione, con SIENA d'ART. Jahn Rusconi. Ill


IL

133 iilustrazioni.

con 153
II

iilustrazioni.

10. 11.
12.

LAGO

DI

GARDA
II

G. Solitro.
II

SAN GIMIGNANO di R. Pantini. PRATO di Enrico Gokkadini MONTEMURLO


;

con 128 illus. Ediz., con 153 illus.


Ediz.,
e

CAMPl

di
13.
14.

G. A. BoRGESE.

Edizione, con 136 iilustrazioni.

GUBBIO di Arduino Colasanti. II Ediz., con 119 illust. COMACCHIO, ARGENTA E LE BOCCHE DEL PO di
PERUGIA
Antonio Beltramelli, con 134 iilustrazioni. di R. A. Gallenga Stuart. Ill Ed., con 169 111. PISA di I. B. SuPiNO. II Edizione, con 156 iilustrazioni.
147 iilustrazioni 166 iilustrazioni

15.

16.
17. 18.

VICENZA di Giuseppe Pettina, con VOLTERRA di Corrado Ricci, con


kocci. con 138 iilustrazioni.

19.

20. IL

PARMA di Laudedeo Testi, con 130 iilustrazioni. VALDARNO DA FIRENZE AL MARE di Guiuo

(Ja-

21

22.
23.
24.

L'ANIENE di Arduino Colasanti. con 105 iilustrazioni. TRIESTE di Giulio Caprin, con 139 iilustrazioni. CIVIDALE DEL FRIULI di Gino Fogolari, con 143 ill.
E LA REGIONE DEL VULTURE di Giuseppe De Lorenzo, con 121 iilustrazioni. di F. Malaguzzi Valeki, con 155 ill. MILANO, Parte MILANO. Parte 11. di F. Malaguzzi Valeri, con 140 ill. CATANIA di F. De Roberto, con 152 iilustrazioni.

VENOSA

25. 26. 27.


28.

1.

TAORMINA
con
161

di

29. IL
.30.

GARGANO

di

Enrico Mauceri, con 108 iilustrazioni. A. Beltramelli, con 156 iilustrazioni.


di

IMOLA E LA VALLE DEL SANTERNO


iilustrazioni.

LuiGi Orsini,

31.

MONTEPULCIANO, CHIUSI E LA VAL DI CHIANA NESE di F. Bargagli-Petrucci. con 166 iilustrazioni.


NAPOLI,
Parte
di

SE-

32.

33.
34.

35.

I. di Salvatore di Giacomo, con 192 ill. Antonio Lorenzoni. con 122 iilustrazioni. NICOSIA. SPERLINGA, CERAMI, TROINA. ADERNO' di Giovanni Patern6 Castello, con 125 iilustrazioni. FOLIGNO di Michele Faloci Pulignani, con 165 illustraz.

CADORE

36.
37.

L'ETNA

di

ROMA,

Parte

Giuseppe De Lorenzo, con 153 iilustrazioni. I. di Diego Angeli. con 128 iilustrazioni.

Collczione
38.

di

Monografie
151

illustrate

L'OSSOLA

di

Carlo Errera. con

illustrazioni.

39. IL

40.
41. 42.
43. 44.

FOCINO di Emidio Agostinoni, ROMA, Parte II. di Diego Angeli,

con 155 illustrazioni.

con 160

illustrazioni.

AREZZO PESARO
TIVOLI

di
di

Giannina Franciosi, con 199 illustrazioni. GiULio Vaccaj, con 176 illustrazioni.
illustrazioni.

di

Attilio Rossi, con 166

45.
46.
47.

BENEVENTO di Almekico Meomartini, con 144 illustraz. VERONA di Giuseppe BiXdego. con 174 illustrazioni. CORTONA di Girolamo Mancini. con 185 illustrazioni. SIRACUSA E LA VALLE DELL'ANAPO di Enrico MauCERi.

con 180 illustrazioni.


di

48.

ETRURIA MERIDIONALE
illustrazioni.

Sante Bargellini, con 168


di F.

49.

RANDAZZO
BRESCIA
BARI
I

E LA Roberto, con 14S


di

VALLE DELL" ALCANTARA


illustrazioni.

De

.=>0.

51. 52.

di Antonio Ugoletti. con 160 illustrazioni. Francesco Carabellese. con 173 illustrazioni.
di

CAMPl FLEGREI
illustrazioni.

Giuseppe De Lorenzo,
alle Balze

con

152

53.

VALLE TIBERINA (Da Montauto


GENTI

DEL
di

TeVERE)

di

PlER LUDOVICO

- Le sorOCCHINI, COn 158

illustrazioni.
54. 55.
56.

LORETO
TERXI
di

Ardui.no Colasanti. con 129 illustrazioni.


di

LuiGi Lanzi. con 177 illustrazioni.

FOGGIA E LA CAPITANATA
150 illustrazioni.

Romolo Caggese.
illustrazioni.

con

57.
.58.

BERGAMO
IL
di C. A.

di

Pietro Pesenti, con 139

LITORALE

MAREMMANO (GROSSETO-ORBETELLO)

59.

BASSANO
LA

Nicolosi. con 177 illustrazioni. di Giuseppe Gerola. con 160 illustrazioni.

60
61.

MONTAGNA MAREMMANA (Vai d'Albegna - La A. Nicolosi, con 181 illustrazioni. Contea Ursina) di IL TALLONE D'ITALIA: LECCE E DINTORNI. di Giu-

62.
63.

TORINO
F.

seppe Gigli, con 135 illustrazioni. di Pietro Toesca. con 182

illustrazioni.
di

PIENZA.

MONTALCINO

E LA

VAL D'ORCIA SENESE

64.

Bargagli-Petrucci, con 209 illustrazioni. ALTIPIANI D'ABRUZZO di Emidio Agostinoni,


illustrazioni.

con 206

65.

PADOVA

di

Andrea Moschetti, con

193 illustrazioni.

TRADUZIONE
RAVENNA
VENICE

IN

LINGUA INGLESE
Italy

Serie Arlistic

by Gorrado Ricci. by Pompeo Molmenti. Translated by Alethea Wiel.

TRADUZIONE

IN

LINGUA TEDESCA
Italien
I.

Das Kunstland
VENEDIG von Pompeo Molmenti.

Deutsch von F. TRIEST von G. Gaprin. Deutsch von F. I. Brauer. DER GARDASEE von Giuseppe Solitro. Deutsch
Brauer.

Brauer.

von

F.

I.

COLLEZIONE

MONOCxRAFIE ILLUSTRATE
Serie
1=^

ITALIA ARTISTICA
o/.

R O

MA

I.

DIEGO ANGELI

R
Dalle
oriQ^ini

M
PARTE PRIMA
al

Reg^no di Costantino

CON

128

ILLUSTKAZIONI

P,

E R G

AMO
-

ISTITUTO ITALIAXO D'ARTI GRAFICHE


1912

EDITORE

v/.l

TUTTl

DIRITTI RISERVATI

Oificine

Istituto

Italiano

d'Arti

Grafiche

Bergamo

INDICE DEL TESTC)

Acqiiedntti

fi8

Piramide

di

Caio Cestio

60 96 56
IS

Anfiteatro Flavio

76
.

Plutei di Traiano
Portici di Ottavia

Ara
Arco

della
di

Pace

53
13()

Giano Quadrifronte

Recinto serviano

di

Tito

81

Regia

i2
46 45

Anditoriuin di Meceuate
Basilica di Costantino

57
135

Ritratto

(II)

romano

Roma

imperiale

Emilia
di

52
21

repubblicana

30 24 74
114
.

Campidoglio

Riipe Tarpea

Casa

Livia

50
52

Statua
di

di

Agrip]iina

Circo Massimo
Cista Ficoroni

25 20
.

di

Man-o Aurelio Pompeo


di

49 27 56
40

Cljaca Massima Colonna Traiana

Stele arcaica

94 70 96 34

Teatro

Marccllo
Apollo

Domus

aiirea

TempiettoallaMadreMatuta(Tenip:odi Vesta)

Exctihiton'itiii

Tempio

di

50
67

Fontana Giuturna

Foro Augusteo Traiano

32
52

90 43 26
25

Ipogeo degli Scipioni

Lapis Niger

....

Lupa
IMdusoIeo di Adriano

52
107

di

Castore

della Concordia

52
35

dei Dioscuri

d'Esculapio
di

40
. .

Faustina

112

della Fortuna virilf


di

38
,

Giove Statore
Juno Moneta

di

.24
52
, .

d'Augusto
di

di
di

Marte Ultore
Nettuno

Cecilia Metella

43

104

Meta Sudante Monumento di Eurisace Mura di Romolo Origini di Roma: Sforia


Palalino
.

....
e

88
44
17

della

Pace

80

della Pieta (S. Nicola in Carcere")


di

...

40
102

Venere
Vesta
Sacrae Urbis
di

Icggende

...

16

di

124

68
Flavi

Teinpliivt

80
123
124
9
4

Palazzo

de'

83
1I6
58,

Terme
di
di

Caracalla

di

Settimio Severo

Diocleziano

Pantheon

105

Tito

Pedagogium
Ponte Ces<io
Elio

85 42
110
41

Tombe prcromulec
Torre
di

14

Nerone
cittj'i

69
sotto

Trasformazione della

Augusto

49 42

Emilio
Fabricio o Quattro Capi

Via Appia

42

INDICE DELLE ILLUSTRAZIONI

Anfiteatri) Flavin, o Colnsseo

>

Cortile delle Vestali

.........
di

129

visto

da levante

71

Edicola

di

Vesta
Saturno

.130
30
.
.

Corridoio interno
Interno
di

/^
,

Foro Romano Avanzi del tempio

.135
92,

Ara

Cesare

-^2

Plutei di Traiano

Pacis Augustae (disegno di G. Diirm) Fram.neulo del fregio floreale ... Particolari della grande processione 56,
Arco
di di di

55

58
57 134

Sarcofago trovato Traiano


Frammenti
Isola di S.

.......
in S.

93
13

Maria Antiqua

87

del

gruppo dei Dioscuri

Costantino
di
siilla
.
.

Bartolomeo

....
.
.

29 34
35

Lato a levante

detto Druso Via Appia (jiano Qiiadrifronte Settimio Severo nel F'oro Boario nel F'oro Romano

di

.125
134

Lato a mezzogiorno Mausoleo di Adriano

.103
54

.118
119

di

Augusto

(incisione di Stefario

du Perac)

Tito
II
. . .

75 77 76
51

Meta Sudante Moneta delTimperafore Tito

84
137

trionfo di Tito ... Le spoglie di (ierusalemnie .... e mura dei Pantani trionfale deiriniperatore Adriano sulla Via
Flaminia

dell'imperatore Vespasiano

......
Nerone
.

70
19

Mura

Serviane a Porta S. Paolo

Museo Capitolino

....
.
.

Busto

di

68

102
N'azionale

Atene
noo Atrio

Museo

Busto

di

Anti104 128

Kircheriano Cista Ficoroni .... Manico del coperchio ...... Nazionale Efebo Subiaco ....
di

26

27
69

Statua

di

Vestale massima

.131

di Vesta Avanzi della Basilica Emilia

del frontone del portico d'Ottavia delle mura Serviane alia Dogana ... del Ninfeo con una fontana
.

......
. .

97

60
18

Nuovo nel Palazzo dei Conservator! La Lupa del Campidoglio Marco Aurelio accorda grazia ai

24
ne.

mici vinti

112

resti di

elit-

tica

82

Marco Aurelio che sacrifica Marco Aurelio entra trionfalmente


.
.

.113
in

del

Septizonium
al

di

Settimio Severo come


.

Konia
114

113

era

sec.

XVI

(da una stampa antica)


gli

dello Stadio,

luogo per

esercizi gin-

\'aticano Apollo Miisagete Busto di Adriano


di

....

45

94
122

nastici

ed

atletici

.116
117

La tribuna imperiale del tempio di Marcello in


nara

Caracalla

piazza

Monta61
dei

^
-

di

Cicerone

.41
.

di
di

Ottaviano
Tito

41

del

tempio

di

Marco Ultore ed arco


Venere
e

53
97 25
1

di

Traiano

Pantani

del tempio di

Roma

Cippo con iscrizione arcaica latina

.... ....
1

.........

78

88
67
91

Colonna
II

di

Marco Aurelio
della pioggia (bassorilievo)

09
1

miracolo Traiana

Caio Cesare Caligola di Laocoonte Sarcofago di Cornelio Lucio Scipione Barbate

Gruppo

28

Sarcofago

in porfido

rosso

rappresen-

8**

tante un trionfo dell'imperatore Costantino 133

INDICE DELLE ILEUSTRAZIONI


jSIuseo

Valicauo
Porta
Tiberio
:

Statua d'Augustd

tli

I'ri.

Porta S. Lorenzo
59

ma

.......
Antonelli a

74

Sanquale
najioli

nel palazzo

Magna20
22,
.


Napoli

66

...

Museo Nazionale
Giulio Cesare

di

Bustn

di

Anto-

Rupe Tarpca
Sbocco nel Te\ ere della Cloaca Massinia
Sepolcreto preromuleo

23
21

nino Pio

.106


dica

di

...

....
Minerva Me126.

40

"

Parte superiore

di

Ninfeo, cosi detto

Tenipio

uno schelerto
127

15
nel

\'asi conteniiti
di

doliuni

.,

....
Fontana
di

14

Palatino

Altare del Dio Ignoto

....
dell a

38 39

Sepolcro
la

Marco

Vergilio

Eurisace presso

di

Giardinetto dell'altare
e

Porta Maggiore

36

Avanzi del Clivus Victor! ae


Caligola
del criptoportico

casa

Sorgcnte ed ara dci Dioscuri


64

Giuturna
Statua
di

29
.\urelio

die

cmiduceva

alia

Marco
di

108
nel palazzo

casa di Caligola

47
Livia
di Nicia), pittura

cosi delta di

Pompeo

Spada

44 86
105
121

della casa di
lo (da

46

Stazione

vigili in

Trastevere

Interno


niurale

un quadro

Tem])io di Antonino e Faustina


48

di di

Caracalla

Polifemo e Galatea, pittura della casa di Uomiziano della casa Geloziana


.
.

inurale
.

49
81

Castore

Polluce

79,

80,

83
16

delle mura del palazzo \'eduta verso


Pantheon

dette di
di
11

Romolo

....
. .

Settimio Severe

.115
1"

Fore

Romano

Interno

.....

...... .......
.

....

degli Dei Consenti


della Fortuna Virile
di di di
di

.......
di

62
136
31

.......
Pietra
.

Minerva Nettuno Romolo


Saturno
di

85
.

in

Piazza

95

...132
c di

98
99

X'espasiano

.....
peristilio

50
120

Terme

101 Lato destro del portico 100 Lato sinistro del portico Piazza Bocca della V^erita col Tempio della " Mater Matuta 33 Piramide di Caio Cestio a Porta S. Seba.
.

di

Avanzi del Diocleziano (da mia stanipa


Caracalla

del

sec.

XVllI)

....
Metella
della
:

123

di

Tito
di Cecilia

90

Tomba
teosi

V'aticano

Giardino

Via Appia .\p;)Pigna


. .

37

st'ano

Ponlf Kabricio

.....

63

d'.Antonino e di

Faustina (bassorilie.

....

32
65

vo della base della colonna d'.-Vntoninol

107 107

Porta .Maggiore, gia fornice deir.Vcqua Marcia

Corfeo militarc- funcbrc (idem)

ROMA

SAKCOl AUU il<U\AlU IN

S.

.\l.

AMlyLA

OKO ROMANO.

un'epoca antichissima
dell'Era cristiana

clie

puo

risalire fra

il

X
i

il

XII

secolo prima

le

popolazioni che abitavano

monti del Lazio o


si
i

della vSabina, allettate dalla

pianura
gli

fertile
i

ed irrigua che
greggi

stendeva
fiumi

d'innanzi a Icro,
si

spinsero

armenti e

lungo

che

dipartivano

dalle

loro terre,

scesero
nelle

ad occuparla, Ouella pianura era


sue bassure, densa
si

vasta,

solcata da
nei colli

un grande fiume, paludosa


la

di boschi

e di

selve
ra-

che

accidentavano.

E
si
i

questi colli

prestavano mirabilniente
nuovi inimigranti.
i

per

gioni di salute e di difesa


le

ad essere

abitati dai

poco a poco
furono

cime delle anonime colline

popolarono
pastori che

di abitazioni,

fianchi

scoscesi

rafforzati
alia

da opera primitive, e
loro e dei
la valle.

avevano cercato un terreno piu propizio


i

vita

loro

armenti,

costituirono

nuovi

villaggi sulle

alture che

do-

minavano

Di questi popoli primitivi, noi abbiamo scarse


ed ebbero
loro
riti
i

notizic, Essi appar-

tennero a vari ceppi


importare

grossolane imitazioni di quelle che


in
Italia.
:

mcrcanti

costumanze diverse. Le loro industrie erano dell'Arcipelag'o cominciavano gia ad

morti,

alcuni

cremavano offrendo

ai

loro spiriti

cibi

banchetti funebri

altri

seppellivano col tesoro delle loro suppellettili, dclle loro armi,

dei loro adornamenti.

Dai villaggi inerpicati

sulle varie

allure e sopra

tutto da quella

che

si

chia-

mava comunemente
livano
alle

il

Colie, e che piu tardi fu detta del Quirinale. gli abitanti scen-

devano nella depressione


radici

fluvialo

porlando

il

cadavere dell'estinto e questo


il

st^ppel-

stesse

della
se.
(ili

collina

coprendone
di

sepolcro

ct)n diversi

niateriali
alia

che ciascuno recava con


luce

scavi recenti

Giacomo Honi hanno rimessD


sepolcreto che

Tantichissimo

sepolcreto

latino,

ed

questo antichissimo

puo

M
considerarsi

ITALIA ARTISTICA
come
il

primo nucleo

il

piu remote intorno al quale

e svolgersi la grandezza di

Roma. La
moderna

scoperta delle tombe preromulee e

doveva crescere stata una

delle pagine piu emozionanti della storia degli scavi nel


in

mezzo

ai

tumulti della vita

e fra le vestigia della storia

Foro Romano: d'un tratto romana, ]a vita


nostri

dei primitivi abitatori dei colli Tiberini e apparsa d'innanzi ai

sguardi,

solle-

vando un lembo del velo che ci nascondeva quella remota civilta. Due sorta di sepolture, come ho gia detto, e die indicano forse due razze distinte, sono radunate nella breve Valletta che si apre ai piedi del tempio di Antonino e Faustina le se:

polture a incenerazione e quelle a inumazione.

VASI CONIENUTI NEL

"

DOLIUM

>

DELLA TOMBA O SEPOLCRETO PREROMULEO.

il grande vaso di terra coperto da un coperchio di tufo chiamavano doliiiDi. In esso sono contenuti vari vasi votivi di una terracotta grossolana, coperta malaraente da una patina nericcia e I'urna cineraria, a forma di capanna, nella quale sono le ossa calcinate del personaggio cui

Nelle prime troviamo


i

convesso, che

latini

appartenne

la sepoltura.

Avanzi

dei pasti funebri che

sono

stati

identificati in alcuni dei vasi,

dove
di
si

fave, chicchi di grano, ossa di

montone o

Lo
di

stesso corredo di vasi e di suppellettili

vennero fatti in onore del morto una specie di poltiglia si ritrovarono maiale, lische di pesce ed acini d'uva. ha nelle tombe a inumazione, dove lo
in

scheletro giacc in

in parte di fattura indigena e in parte provenienza greca. In queste seconde fosse, riescono importanti le sepolture dei due
al

mezzo

suo tesoro

fittile,

o tre fanciulli

al

disotto dei dieci anni.

il

Lo

scheletro

infantile e racchiuso

in

un

tronco di rovere, tagliato in mezzo per

lungo e scavato rozzamente.

In questo

ROMA
sarcofago primitive
del

15

che forse riuniva

il

concetto della
i

seppellimento nella terra

cremazione col legno e

sono

stati

chiusi

cadaverini adorni dei loro vestiari

e dei loro gioielli primitivi.


della veste, anelli di osso
-coi

Stelline di

metallo, che dovettero appartenere ai ricami


collan?, sono
le

e piccole

perle della

state

trovate

insieme
ri-

vasi di

terracotta o di

bucchero dove riinangono

solite

traccie del paste

PAKTE

SUl'EKIO.<i;

DKLLO SCHITLLIKO

IN

UNA lOMDA

Ui;i.

Sl.a'C)LC.<h

()

I'KKUOMl'LrO.

tuale fava, legumi e lische di un pssce tombe, rimangono ancora piccole fossette
;

fluviale,

forse un luccio.

A
il

canto a queste
piii

circolari e

poco profonde.
di

delle volte

vicinissime
di grano.

Tuna

all'altra,

dove

fra molti

cadaveri
le

anellidi

sono avanzi d'orzo e


entro cui
:

queste

furono probabilmente

fossette votive,
lattc

dai paronti
I'origine

veniva r.'nnovata ogni

anno

I'offcrta del

frumento e del
alle

<li

(\u\

dei

vermi rimasti nella

poltiglia.
il

Ma
sctto un

poco a poco,

sepolcreto

esposto

allmioiii del
])riiniti\i

t'iume,

scomparve

nuovo

strato di terra e fu

abbandonato

dai

abitati>ri

del colle. Di

i6

ITALIA ARTISTICA

PALATINO

AVANZI D3LLE MURA DETTE DI ROMOLO.

(Fot. Aiinari).

fronte

al

Ouirinale

andava crescendo

svaluppandosi

la

citta

degli

abitatori

del

monte, che per essere forse piu vicina al fiume e quasi posta a sentinella della pianura,
infatti,

cominciava ad esercitare una specie


sul

di

Palatine

il

che allora chiamavano


Colle

il

egemonia sui borghi circostanti. Fu, Monte per distinguerlo dal Quirinale
dovuta forse airunione o fede-

detto semplicemente

che nacque

la citta

razione di tre

stirpi,

quella dei

Ramni,

dei Tizii e dei I.uceri.

Secondo

il

Mommsen.
della di-

e ripotesi e delle piu

accettabili,

questa federazifme spiegherebbe I'origine

visione trina di

Roma. Certo che

a poco per volta la citta degli abitanti del


citta e

Monte

comincio ad avere una specie di supremazia sulle


che
in

borgate vicine, supremazia

seguito a guerre fortunate e alia sua speciale disposizione topografica divenne


e propria egemonia.

una vera
Cosi,
tardi
il
i

dunque, secondo
i

la storia e

la critica

moderna ebbe origine Roma. Piu


citta

favolisti e

poeti vollero nobilitare la

nascita della

che signoreggiava

e crearono le due leggende distinte, Tuna delle quali faceva risalire a Enea Venere la fondazione di Roma e I'altra a Romolo e ai principi della stirpe di Alba Longa. Per molti anni la favola greca e la nazionale sussistettero contem.poraneamente, finche le due tradizioni non si contaminarono e crearono, in modo abbastanza ingenuo, il racconto ufficiale di Enea fondatore d'Alba Longa. da uno dei cui re dovevano nascere due gemelli fnndatori di Roma.

mondo

e a

ROMA

PALATINO

VEDUTA VERSO

IL

FCRO ROMANO.

Disgraziatamente per
storlci antichi

noi,

poco o nulla rimane


I

di quelli antichi tempi,

che

gli
cri-

fanno rimontare a 753 o 754 anni avanti I'Era cristiana,


piii

ma

che la
sul

tica

moderna respinge

indietro.
le

pochi avanzi della

Roma

Quadrata

limite

estremo del Palatino sono


uomini del
solco

uniche testimonianze della citta primitiva, edificata dagli

Monte dopo

la loro confederazione.

Fu Romolo, secondo
un
torello e

la favola del

re indigete, che traccio


il

con

I'aratro,
il

a cui erano aggiogati

una giovenca,

che doveva

limitare

circuito delle

mura

fu

anche Romolo che

di-

leggiato dal fratello

lo uccise

con

le

memorabili parole suggerite senza dubbio

all'ingenuo favolista dalla potenza romana. Qualche rudero di queste


vettero recingere lo spazio quadrangolare della

mura che
la

do-

nuova

citta ci

mostra ancora
di
tufo,

rozza
nei
in

costruzione delle fortificazioni primitive. Sono blocchi irregolari


fianchi stessi del

scavati

monte

e sovrapposti senza

muratura
ci

oltre

un fosso
le
ai

di cinta.

E
c'

questo punto che doveva aprirsi la Porta Mugionis,


la viabilita del

che con
riconduce

altre

tre

formava
il

villagg'io.
ci

Anche
con

qui la
il

leggenda

tempi

mitici

nome

della porta

ia ricordarc e

muggito
di

dei bovi rubati

da Cacco e riconquistati
di pietra e

da Ercole con
consacrato
i

la forza

I'astuzia. I^iu oltre

un informe basamento
battaglia

ge-

neralmente riconosciuto per quel tempio


al

Giove Statore che Romolo stesso avrebbe


la

Dio, per un voto fatto durante

contro

Sabini, (juando

suoi soldati cominciavano a indietreggiare.

i8

ITALTA ARTlSriCA

Ma
stessa di

nulla

si

puo

dire di precise intorno a questi pochi ruderi


di

sparsi.
si

quali

molto probabile appartengano a un'epoca posteriore

quella in cui

pone Torigine
citta

Roma. Come poco

si

puo

dire del successivo sviluppo della

fino

al-

rampliamento e alia riorganizzazione detta di Servio Tullio. Ouesto spazio di tempo fu veramente occupata da re saggi e legislat'jri come Xuma Pompilio o da re guerrieri e conquistatori come Anco ]\Iarzio? O pure la c'.tta die aveva imposto la sua sapremazia ai borghi vicini intese a rafforzare la nuova dominazione e a creare un insieme di leggi religiose e civili che giovassero a cementare e a giustificare la

^.IaTXi.

liiJ

'-T

AVANZI DELLE MURA SERVIANE ALLA DOGANA.

lega? Secondo Teodoro

Mommsen

il

rap'do sviluppo

si

dovette alio spirito commeragricolo


e

ciale e cittadino dei suoi abitanti contro lo spirito

essenzialmente
fin

conta-

dinesco delle altre citta latine. Questo spirito

le

permise

da princlpio
di

di di venire
I'inizio della

I'emporio dei piesi latini e di prendere una posizione che doveva essere

sua potenza. E, in ogni case, certo, che a un


ci

dztto

panto della storia


i

Roma
isolati

noi
sulle

troviamo d'innanzi a uno straodinario ingrandimentiK


colli

vari

villaggi

cime dei

sono compresi dentro un solido recinto


le

di

pietra

che

forma un

ba-

luardo potente e unifica sotto un'unica protezione


I

varie popolazioni disperse.

ruderi notevoli di questo baluardo, che e noto col

nome
ci
jl

di

recinto

serviano,
di

e le tracce delle sue fondamenta scoper^e negli scavi recenti


struirlo in tutto
il

permettono

rico-

su) sviluppo. Secondo Tito

I.ivio

(I,

36)

re Servio Tullio

aveva

RO
cominciato
il

AI

A
la
_o-uerra

19
coi

lavoro grandioso prima che scoppiasse


il

Sabini.
col

Vinti

nemici, I'opera interrotta era stata ripresa e

muro condotto

aogrr che doveva proteggerlo dagli urti dei nemici. Si tratta a quelle che ancora si vede di una costruzione grandiosa di circa 50 piedi di altezza che partendosi dalla Porta CoUina sull'area dove e ora il Alinistero delle Finanze scende peril Viminale alia Dogana, traversa la via IVIerulana e la via delle Quattro Fontane, passa

a fine

suo

larg-o

all'Arco della Salara.

per la piazza Alagnanapoli, gira intorno all'Aventino e va a finire vicino al Tevere E un recinto di molti chilometri, che doveva abbracciare i

.MUKA SI.KVIANE A PORTA

S.

PAOLO.

(l''ut.

I.

1.

tl'Aiti tualiciic).

varii

pai che formavano


suo

la

nuova lega cittadina


i

e nei cui fianchi

si

aprivano molte
che
porta

porte d'accesso di cui conosciamo

nomi. Oltre

alia
si

Porta Collina, gia citata e


il

derivava

il

nome

dal Quirinale che ancora


la

chiama
la
si

C'olle.

vi

erano

la

Viminale, I'Esquilina,

Celimontana.

la

Ouerquetulana,
costruzicme
il

Xcvia. la Capena. la Rau-

duscolana, la Trigemina e la Sanquale. Qucst'ultima


del palazzo Antonelli a Magnanapoli.

])uo

ancora vcdcre nel


chiusa

cortile

K una

bassa

nelTarco

da

nome alia vicinanza di un tempio dedicato a Semo Sancus, il mistrrioso 1 )i() Sabino il cui culto era ancora molto esteso in (juei primi anni, quando gli elementi sabini, se non ]iri'domiiiavani), erano per lo meno molto numerusi nella nuova citta.
di

un blocco

tufo rozzamente quadrato.

Doveva

su<t

20

ITALIA ARTISTICA

Ma
polando

intanto, costruito

il

recinto, lo spazio che


di

ne era

di edifizi nuovi e di lavori

pubblica
il

utilita.

Gia,

compreso molto
divenuta
gli

si

andava poun
luogo
e
di
i

probabilmente.
per

la pianura

che

si

stendeva

tra

il

Palatine e

Qairinale

era

riunione e di conversazione per i mercanti che dovevano trattare borghigiani che volevano incontrarsi con loro maggior agio. Uno

affari

dei

primi

lavori

che dovettero

farsi,

fu senza

dubbio

il

prosciugamento del suolo

paludoso e

Tinca-

nalamento dei rigagnoli che

lo irrigavano.

L'incanalazione dello Spiiion, che era forse

PORTA SANyUALE NEL PALAZZO ANTCNELI.I

MAGNANAPOLI.

il

piu importante di quei rigagnoli, costitul quella Cloaca

Maxima

che,

traverse
ai nostri

infinite

vicende e vari mutamenti, continua a compiere

il

suo ufficio anche


al

giorni.

Se bene

la

leggenda attribuisca questo

lavoro

importante

re

Tarquinio

molto piu probabile che essa rimonti a un'epoca anteriore e sia da ingegneri etruschi, molto pratici in questo genere di lavori. Certo e che il drenaggio della valle fu la prima origine del Foro Romano. Su quel terreno quali pianeggiante a secco, cominciarono a poco a poco a sorgere gli edifici, fra rimangono anche oggi vestigia antichissime e rovinate la Curia Ostilia e il pozzo aperto alle radici del colle capitolino, pi)Zzo che fu detto TuUianum e che e
Prisco, e invece
stata eseguita
i

una rozza costruzione eminentemente

latina,

composta da blocchi

di

tufo

peperino

ROMA
e coperta in origine

21

da una pietra convessa come

tesori di

Orcomeno

e di

Micene

come
Di

sepolcri di Cere e la fonte delle

mura Tuscolane.

pill,

resa praticabile la valle paludosa, essa diveniva la via di comunicazione

tempi sorgeva TArce uno spazio cinto da un muro di fortificazione e posto sul punto piu alto del colle, dove in caso di pericolo gli abitanti loro a\'eri. In esso era ancora un tempio per la presi ritiravano coi loro greggi e
piu diretta per giungere al Campidoglio, dove fino dai primi

comune. Xelle primitive

cittadelle italiche esisteva

S150CC0 NKL lEVERE DELLA CLOACA MASSIMA.

ghiera
II

ma sembra

ch? aU'infuori

di circostanze speciali I'arce

rimanesse disabitata.

compi in origine questo ufficio, presso le popolazioni dei borghi tiberini. Piu tardi, quando la potenza di Roma costrinse i suoi storici a crearle un'origine fatidica e divina, fu inventata la favola del capo sanguiimsD rinvenuto meutre si scavavano le fondamenta del tempio di Giove. Questa lugubre reliquia era appartenuta a un certo Oleo, cosi che da Capzit Old sarebbe clerivato il nome alia colCampidoglio
lina famosa. Interrogato roracolo su questo presagio, questi
citta

avrebbe risposto che


leggenda.
scoscesa
dalla

la

sarebbe stata un giorno a capo del moiulo.

Un'altra
roccia

anch'essa po-

steriore di molto, cercava di spiegare I'origine della

quale

si

22

ITALIA ARTISTICA
i

precipitavano

rei

di

alto tradimento.
i

E
il

noto

come
re

favolisti

narrassero
nell'Arce
di

che

di-

rante la guerra di
si

Romolo contro

Sabini, assediati
lore

Romani
Tazi(3

Capitolina,

difendevano cosi sirenuamente che

Tito

penso

ricorrere

al

I.A

RUPE TARPEA.

(Fot. Alinari),

sotterfugio per espiignare la rocca. Si diresse infatti a Tarpea, figlia di Spurio Tarpeio custode della fortezza, e un giorno in cui ella usciva per attingere acqua alia fonte la persuase ad aprire le porte di notte tempo in seguito ad un compenso
pattuito.

Tarpea

accetto

Sabini

conquistarono
in

cosi

infame che avendo richiesto

la giovinctta

I'Arce ma Patto parve loro premio del suo tradimento le ar;

ITALIA ARTISTICA

LA LUPA DEL CAMPIDOULIO

PALAZZO DEI CONSERVATOR/.

(Fot. Alinari).

mille e gli ornamenti che


la

Sabini portavano

ai bracci,

questi

li

scagliarono
del

contro
di

malcapitata con tanta forza che ne rimase uccisa. Di qui

I'origine

nome

Roccia Tarpea, e deil'ufficio cui fu impiegata nei delitti di tradimento verso la patria. Ma, all'inluori di queste leggende. noi iion abbiamo nessuna testimonianza delle cosorte sul colle Capitolino. Queste comprendevano certamente lembo estremo dove e ora la chiesa di Santa Maria in Aracoeli e nel cui recinto doveva essere compreso il tempio di /?///c; Moiicta e, dal lato opposto, il tempio di Giove Ottimo Massimo. Ouesto dovette essere edificato negii ultimi anni del regime regio e consacrato nei primi della repubblica dal console Orazio Pulvillo. Era un edificio d'origine etrusca, deccrato da terrecotte policrome e coronato da una quadriga anch'essa di terracotta. Frammenti di queste decorazioni furono trostruzioni

primitive

Wlrx

sul

vati

nel

i8q6 e rappresentano antefisse decorate

tutta Tepoca delle da un \'elo profondo e le misteriose divinita italiche scavate dalle zolle della terra madre, sembrano proteggere col loro sorriso enimmatico il segreto religiose che chiude nel cerchio delle sue leggende la nascita prima della citta che doveva signorecrcriare il mondo.

donna

vestita di tunica e dipinto in rosso. Ala,

da palmette come ho notato,

il

busto

di

una

origini e avvolto

II.

regime politico non porto una grande trasformazione nello citta. Si pu6 anzi dire che durante primi anni della repubblica si trova una certa sosta nella attivita edilizia di Roma. II nuovo stato di cose porto con sr un rivolgimento politico e sociale che dovette rafforzarsi con
11

cambiamento

di

sviluppo architettonico della

ROMA
edifici

2=;

nuove guerre e con nuove leggi. Per questo non si penso molto ad abbellire di una citta che era in un periodo di evoluzione e si potrebbe dire di formazione morale. Inoltre Romani non avevano un'arte propria. Essi si erano contentati di chiamare gli architetti etruschi e di prendere all'arte etrusca e campana le im-

magini primitive deila sua


la

divinita.

colle Capitolino fosse decorato

Abbiamo veduto come il tempio di diove sul da terrecotte policrome anche la statua del Dio e
:

quadriga che coronava

I'edificio

era di terracotta e

le

une
di

le

altre
di

uscivano

dalle botteghe di artefici etruschi.

La

stessa lupa di bronzo, non

era

invenzione

e di esecuzione
studi recenti

romana.

Si credev^a finora
la

che essa fosse


artisti di

mano

etrusca,

ma

gli

dimostrano chiaramente

sua origine campana.

Capua

infatti

esi-

stevano prospere fonderie di bronzo dove


e utensili di grandissima finezza. Gia

origine greca eseguivano


il

statue

prima ancora che

simulacro della lupa fosse

introdotto, a

Roma

esistevano monete d'argento e di

rame

coniate
di

dove era riprodotta I'immagine della lupa. L'anlichissima statua


portata a
cale

Capua bronzo fu dunque


a

Roma

durante

primi anni della repubblica e rimase a


ora la chiesa di SantAnastasia
il

canto
il

al

Luperindigete
di

nel luogo

dove

come

nume
chiesa

della stirpe latina.

Trasportata verso
al

VII o I'VIII secolo dentro

la

San
di
J.a

Teodoro,

vi

fu

conservata fino

15^7,
fini

quando dopo
musei
:

il

saccheggio del connestabile

Borbone, fu trasportata altrove e

nei

capitolini

dove

si

trova ancora.
si

bella statua antica e mirabilmente conservata

sulla

gono anche oggi

le

traccie del fulmine che


il

zampa

posteriore destra

vegb=,

secondo Cicerone
di

la colpi I'anno
aggiungere che
vi

avanti Cristo, sotto

consolato

di

Manlio e
il

Colta.

Inutile

in

origine la lupa era senza poppanti e che

gruppo
dove

dei gemelli

fu

aggiunto

dal

Delia Porta nel secolo

XVI.
oggi
finisce

Con
i

tutto cio e difficile stabilire

I'influenza

etrusca
piii

dove

principia un'arte o per lo

meno una

estetica nazionale.

Come

A'edremo

innanzi,

Romani

scelsero piuttosto gli Etruschi per

I'architettura,

ma

si

avvicinarono ad altripoFin

poli per le arti minori.

da tempi
del

re-

motissimi doveva esistere a Preneste,


del Lazio, un centre di
artisti

citta

bronzo

che

raggiunsero

ben

presto

I'eccellenza.

La
e

mirabile cista Plcoroni (Museo Kirche-

riano

sala

I)

trovata a Palestrina nel 1744


di quell'arte. (Jueste ciste

un bell'esempio
le

erano cassettine
presso
artisti

di

abbigliamento
e
di

in

uso
agli
la

donne romane
la

fornivano
escrcitarc

latini

possibilita

loro arte.

La

cista

del

Museo Kircheriano
che
;

e adorna da un
la favola degli

disegno

rappresenta

Argonauti

e sostenuta

da un
con
c
ch-po con isckizionf. akcaica i.atina.

tre

zampette
di

di

hone

coronata

da

gruppo
firmato

tre

pcrsonaggi

modellati

molta ingenuita. (Juesto ultimo


:

gruppo
Roniai

Novoios

/'lavfios iitra

[inr

26

ITAJJA ARTISTIC A

Ronuw) fccici e Xovio Planzio fu probabilmente 1' autore del solo gruppo e delle zampe della base. Un'altra iscrizione ci fa sapere la proprietaria del prezioso cimelio Dindia Malcoda filcai dcdit. Se bene gli accessori decorativi rimontino solamente
al

III secolo

avanti Cristo,

si

vuole che
di

il

tOrzierino

sia

anteriore,

pur

rinianendo

fuori di

dubbio che esca dalle mani

un

artista prenestino.

Ma

I'organismo architettonico rimase


I

quasi esclusivamente etrusco.

teinpli

di
le

pietra peperina e di tufo riprodussero

linee rette e regolari dei sepolcri di Cervetri.

Durante

due
fece

priini

secoli

della

repubblica non

si

nessun
che

progresso
tro-

nell'arte di edificare e solo piu t^irdi

viamo

I'arco e la

v^olta

doveva
gli

ca-

ratterizzare cosi originalmente

edifici

romani. D'altra parte non possediamo che


rarissimi avanzi imperfetti di quel periodo

oscuro e poco noto.


importanti di

recenti

scavi

del
dei

Voxo hanno pero messo


pill

alia luce

uno
il

questi

ruderi

cosi

detto
il

Lapis Xigcr che doveva


il

segnare
di

luogo su cui s'innalzava


Si

mausoleo
Curia,

Romolo.

tratta
di

di

un pavimento
alia

di

marmo
al

nero
e

fronte

sotto
di

quale

stata

ritrovata

una base
le

tufo giallo, decorato da palmette etrusche,

che conservano agli angoli

tracce

dei
i

basamenti

che

dovevano

sopportare

quattro leoni marmiirei che secondo \"ar-

rone decoravano
di

il

sepolcro del primo re

Roma. Tutto

intorno, fra avanzi di ce-

neri e frammenti di ossa calcinate, si rinvenne una ricchissima suppellettile votiva, composta da vasi di bucchero, da sta-

tuette
LA CISTA FICOKONl NEl. AU'SF.O Kli<CHERIANO.

di

bronzo
egizia,

di

avorio

d'origine

fenicia
di

ed

da un piccolo bassorilievo

terracotta rappresentante

un

guerrier<J

a cavallo, da un'antefissa con la testa di

gorgone

con alcuni

a\-anzi

di

vestiari.

Inoltre era

11

accanto che glace va


di

la

stele
la

arcaica, la cui misteriosa iscrizione


piu antica

doveva avere lonore

essere posta

come
il

di fronte al

Corpus

Tnscriptiou'.iin latiiianun.

Era evidente che

luogo

sacro, profanato da qualche ignoto


ficato

avvenimento, doveva essere stato da prima purifrettolosamente

con un

sacrificio di

vittime e in seguito coperto

nascosto
del

sotto nuovi edifici. Queste particolarita permisero di

supporre

che

si

trattasse

grande incendio gallico e della successiva riedificazione di Roma. Era evidente che sacerdoti avevano offerto un sacrificio espiatorio al sepolcro del Semidio profanato
i

ROMA
dagli invasori
:

27
vicine

poi molto materiale preso dalle


il

rovine

era

stato

accumulate
secoli
di

intorno e sopra
ag-li

Lapis Niger che doveva rimanere cosi celato per sguardi dei Romani. E ira questo materiale si trovava la stele,
i

infiniti

suscitatrice

una

cosi fiera polemica fra

filologi e gli scienziati


di tufo giallo,

contemporanei.
alta

La

stele votiva e

una piramide

tagliata negli angoli e

50

centimetri

larga

disgraziatamente per noi

22,

troncata nella sommita. Sulle

M\Nico

nri.

coprRCiiio

nii.i.A

cisia

icokoni

nfi.

mcsko kikcheui/.no.

quattro facce, e spesso anche sulla smussalr.ra degli


in letterc

;uigi)Ii,
h(.7u-

I-

tracciata

un'iscrizionc
perciir comin-

arcaiche, nella guisa detta ad (irahira

lii

{fwiistrofidoii)

ciando da sinistra a destra continua da destra a


fino alia fine. Di questa
iscrizione
di

sinistra,

alternandosi

("osi di

seguito
e
(!a

sono

state

tentate

molteplici

traduzioni

per
re

primo

il

professor Ceci crcdette

loggcrvi una dellc leg'gi religiose isiituite


il

Xunia per regolare I'ordine dei


privilegi dei
sacrificatori.
il

Ma

numcro e la pur ammettendo I'ipotesi


sacrifici,

(juantila

ddle

\iitimc

leggi religiose,

prof,

lliilsen

di una ([vXv antichissime con niaggiore probahiliia vorrebbe farla risalire alia

28
istituzione dei

ITALIA ARTISTICA
Decemviri (450
il

a.

(i.

C.) e

dietro

di

lui

il

prof.

Pais

le

da

come
fra

data probabile
giudizi,
i

principio del

secolo prima delTEra cristiana. Queste di\ersita di

e certe affermazioni fatte frettolosamente, suscitarono

una vera battaglia


tutti
:

filologi e gli storici

d'Europa, in una cosa sola furono d'accordo

nella

grande

nuovo rudero che la fortunata sagacia di Giacomo Boni aveva riportato Per conto suo il popolo si commosse della scoperta importantissima, la quale lo metteva in presenza di un monumento che gli storici romani deli'epoca imperiale conoscevano di tradizione scnza averlo veduto. Per molti giorni la curiosita suscitata
antichita del
alia luce.

dal

Lapis Xigcr e dalla Stclr fu


ai

immensa

nella

processione

che

la

folia
le

faceva

quotidianamente

piedi dell'Arco di Settimio Severe,

non mancavano

anime fem-

ir^

.^

^^^

__..,-

K^^.'

CORNELIVS-LVCI.YS-SCIPIOBARSATVS-CNAIVOD-PATRF, PROCA/ATVS-FO/?TfS-VlR-5APlNSaVE-QVO/V^-FO/^AV\-VlP.TVTEl-EARI5VM/ ro/v"/.-i|- CEN 50R-AlDlLlS-aV!'f ViT-APVD-VOS-TAN/RASIA-CiSAVNA fVlT


-

SVBiC-iT-OMNE-LOVCANA-OPSIDESaVEABDOVClT

SARCOFACO

DI

COKNELIO LUCIO SCIPIONE BAKBAIO NEL VATICANO. (DAUMEl).

minili che sparsero di giacinti e di rose la


tile

tomba del mitico

re.

Fu come una genI'ar-

offerta floreale a quella antichissima primavera della citta.

E
le

di

queste memorie di un'epoca

lontanissima e misteriosa, non abbonda


della
storia,
i

cheologia romana. Gli edifici eretti durante quel primi secoli


case private,
le costruzioni

templi,
terribile

niDnumentali, tutto fu arso, ruinato da quella

invnsione gallica, che abbattutasi su


ridurla

un cumulo

di

Roma, Tanno 364 innanzi TEra volgare, doveva rovine fumanti. Sono note le vicende di quella guerra, dalla

disfatta del fiume Allia, che fu vera, airimprovvisa comparsa di Camillo sul luogo dove Romani pesavano I'oro del riscatto, che e probabilmente favolosa. E certo psro che durante il periodo in cui Galli assediarono la rocca capitolina e si sparsero predando per la campagna, poco o nulla rimase della Roma primitiva. La roi
i

vina anzi fu cosi completa e desolante, che


si

si

sa

come dopo

la

partenza del nemico

un partito abbastanza numeroso che propugnava di abbandonare a \^ejo con le cose sacre e le leggi. Contro questa proposta si oppose I'aristocrazia e Roma fu salva ma perche I'idea deirabbandono non prevalesse, di nuovo si affrettarono lavori di riedificazione e si permise che
fosse formato
la citta distrutta e di ritirarsi
:

FONTANA

DI

GIUTURNA

SORQENfE ED AHA DEI DIOSCURI.

FRAMMENII DEL GRUI'PO DEI DIOSCURI.

30

ITALIA ARTISTIC A
costruisse la propria casa

ognuno

dove e come credeva meglio, E


ai

cosi
di

nacque

la

Roma

repubblicana quale doveva essere


fondazione
della

tempi di Giulio Cesare e


fu

Augusto.
e

Questa seconda
scnza crdine e
il

citta

dunque compiuta frettolosamente


i

il

fatto stesso di aver sepolto sotto

nuovi

edifici

la

stele

votiva e
primitivi.

sepnlcro di Romolo. dimostra

come poco

si

tenesse conto del

monumenti
con
le

La nuova
crdine e
si

Roma

sorse senza regola,

am

vie strette e tortuose,

case

addos-

sate I'una sull'altra.

Lu

solo

qualche
di

penso a ]irovvederla

anno piu tardi die s'introdusse un qualche acqua abbondante e salubre. D'altra parte la

FOKO KOMANO.

(i-'ot.

Anderson).

sconfitta subita per opera dei Celti

aveva sollevato

gli

animi

delJe
la

popolazioni
di

sot-

tomesse, che sperarono per un poco di abbattere in un colpo


I

potenza

Roma.
nemici

consoli che

si

succedettero, pensarono piu a resistere contro gli assalti


la

dei
al

che a ingrandire e abbellire

citta

continuamente minacciata.
il

Si

deve

censore

Apple Claudio
il

il

principio della via e

traspcrto dell'acqua che anche oggi portano

-suo
il

nome

312 avanti TEra volgare

giustamente osserva Tito Livio (IX, 29) che Tanno in cui fu censore deve rimanere celebre piu per questi due lavori impor-

tant!

che per

la

severa vigilanza che egli esercito col collega Caio Plauzio.


le

Ma

di tutta

questa epoca oggi non rimangono piu che


edifici degli ultimi

memorie
i

storiche e bisogna ricercare fra gli


e di architetturs.

anni del governo repubblicano

documenti d'arte

ROMA
di

31
vittoriose

Le nuove conquis'.e e la lunga serie di guerre produrre una radicale trasformazione negli usi e
I

ebbero

come

risultato
ro-

nelle abitudini

del

cittadini

si adattarono rapidacostumi del popoli presso i quali vivevano e inoltre cominciarono a crearsi quelle prodigiose ricchezze che dovevano rendere possibile il prossimo cambiamento

mani.

pretori mandati a governare le pnwincie

sottomesse,

mente

ai

di

stato sociale.

noto

il

contrasto fra

il

censore Catone e

due Scipioni, contrasto

IL

TEMPIO DELl.A FOKTUNA

VIUILE.

(Fot. Alinari)

cosi aspro e parziale che a volte vien fatto di

domandarsi se non fu suggerito piu deH'uomo rozzo verso le raffinatezze dell'arte, che dalla virtu jiura e sempl'ce. Inoltre, ogni nuova conquista era segnata da una spedizione considerevole di statue, di pitture, di suppellettili preziose, di geinme e di argenti che rappresentavano il tesoro dei vinti e Tomaggio a Roma dei capitani vittoriosi. Marcello da Siracusa, Metello dalla Macedonia, e sopratutto Mummio dalla (irecia, mandarono
tosto dalla gelosia
alia

metropoli meravigliosi bottini.

questi,

esposti

al

pubblico

nei

trionfi,
il

deposti

nei templi, offerti aU'ammirazione delle moltitudini, giovavan(T a educate

gusto del
Perfino

popolo e a rendergli quasi

insop]):)rlab;le

la

rozzezza

priniitiva

della

citta.

32

ITALIA ARTISTICA

I'austero Catone, avversario di ogni raffinatezza ellenistica, innalzo nuovi edifici, pubblico editti per ]a regolarita delle vie e fece

abbattcre

quelle
di essa.

case

che

rompevano

Tarmonia di una strada o che sporgevano troppo sopra


Cosi,

biamo

di gia vari edifici importanti.


di

anche I'architettura comincio a trrisformarsi. Alia fine della repubblica abII Foro, pur rimanendo il ccntro della vita ro-

mana, cominciava a popolarsi

nuove basiliche

di

nuovi templi.

Una

strada

B I n

'

n' .

'"'^nr^^f??

'

'izroM.
FONTE FABKICIO.
crAiti Grafichc;

(Fot.

I.

I.

lastricata

con grossi riquadri


che
i

di lava, lo percoi
ci

reva in tutta
nella

la

sua lunghezza, e questa

strada

recenti

scavi

hanno determinato

sua forma originaria

era la via sacra dei trionfatori che dal tempietto di Strenia

posto nel lato meri-

dionale del Foro

conduceva
:

vano

gli edifici

pubblici

la Rei^ia,
si
il

Pontefici ]\Iassimi e

dove

dine sacerdotale

Tatrio e

Ai due lati di essa si allineadove fino al tempo di Augusto risiedev'ano conservavano gli archivi e documenti del supremo ortempio di Vesta dove si custodiva il fuoco sacro, I'edfino all'Arce Capitolina.
i i

cola c la fontana di diiiturna.

rostri,

la

Curia e la Basilica Emilia. Di?graziatamente


dal fuoco e riedificati in

molti di quest!

monumenti furono

distrutti

epoca successiva.

34
tanto che
I
i

ITALIA ARTISTICA
ruderi che og-gi

lavori di scavo, intrapresi

vediamo appartengono quasi tutti ai restaur! imperiali. da (iiacomo Boni. hanno pero rimesso alia luce alcuni
ritrovata
I'area

avanzi degli edifici primitivi. Xella R('^^w e stata

repubblicana,

cir-

condata da un muro formato da blocchi regolari di tufo anch'esse di tufo. Xel centro del pavimento s'e rinvenuto un piccolo edificio circolarc

e pavimentata con lastrc

che

il

Boni ha identificato per un tempietto

dove

si

conservavano

quelle

Ilastat

m>.

iMBMIT
I

"

Jit

h<

J-.

i^()I.A

DI

S.

BARTOLOMEO

LATO A LEVANTE.
(Fot.
I. I.

d'Aiti Grafiche).

Marfis, nelle quali taluni vogliono \edere una forma

rudimentale
di

di
ai

parafuhnini,

che

percosse dalla folgore


la

indicavano presagio

sventura

Romani.
ha suscitato

Anche

fontana

di

(iiuturna,

con
del
il

la

sua

origine

leggendaria,

una improvvisa

fioritura di poesia fra le rovine del vecchio Foro, Gli storici


la

romani
ten-

raccontano che durante

liattaglia

Lago Regillo

Tultimo

disperato

tativo dei Tarquinii per riacquistare

potere regio

la cavalleria

romana, pericoe

lante e sul punto di volgere in fuga, fu soccorsa da


sciuti

due giovani

bellissimi

sconosera

che nelle prime


i

file

rincuoravano
che
si

soldati e assicurarono la viltoria.

La

stessa

cittadini romani,

affollavano nel Foro ansiosi di notizie. videro alFim-

ROMA
provviso due cavalieri copsrti
di
i

o->

acque della fontana sacra


latino.

alia
loro.

Accorsi presso
essi stessi
i

di

polvere e di sangue abbeverare loro cavalli nelle dea (Tluturna. che scatariva alle radici del monte Paseppero che la battao-lia contro re.iri era stata vinta
i

e che

avevano aiutato

nella vittoria
i

Romani. Poi sparirono

subito

si

due sconosciuti erano Dioscuri, domatori di cavalli e protettori delle armi romane. Per questo fatto un tempio sorse in loro onore poco distante dalla
seppe che

ISOLA DI

S.

BAKTOLOMEO

LATO A MEZZOGIORNO^1-ot.
1.

1.

d'Arti c;r;itichel.

fontana e

la

fontana stessa fu venerata con spc'ciale fervorf.


alia luce la

nuo\-i

la\-.>ri

di

scavo
i'

hanno rimesso

sorgente miracolosa
tempietto che
le

con

le

s-.;o

Lislre di

inarnio

la

piccola ara votiva

il

era dedicato. Si tratta di un edificio

dealia alia

corato da due colonne


divinita

di

marmo
niolte-

e adorno da un puteale

elegantissinm
vol^are.
ili

offerto

da Marco
di

Barbagin

Pollio,

Tanno

41

avaiiLi
il

I'Fra

Intorno
Kscula])it>

fonte

si

sono rinvenute
che

suppclU'ttili

votive:

simularr<i

frammenti
secolo

una mirabile statua equestre in inarnn) pentolico, opera greca ilel doveva appartenerc a un gruppo dei Dioscuri. .Se bene durante
e
inciuinata,

\'

il

medioevo fosse profanata

pure

le

accjue

scaturiscono

anci>ra

limpi-

ShPULCKi)

1)1

MARCO VnUUllJU tUKiSACh

i^KhSSO LA PUKIA

MAGUIOKt.
(I-'ot.

Alinari).

38
dissime e recano a

ITALIA ARTISTICA

Roma

eterna

come un presagio

di

continuo

rinnovamento e

di

perenne gioventu,
Ala, come ho gia notato, gli edifici primitivi del Foro Romano farono troppo manomessi e rifatti nelle epoche successive, perche noi possiamo trovare in essi il carattere della loro architettura. Con la conquista della Grecia e con la trasforma-

PALAIINU

ALIAKE DtL OlO IGNilO-

(I'ot.

I.

I.

d'Arti Grafiche).

zione del gusto pubblico, anche le forme architettoniche subirono una


luzione.

notevole
Sicilia

evodella

Accadde a Roma quello che era accaduto nelle Campania lo spirito ellenico ebbe presto il sopravvento.
:

citta

della

Esistono ancora

diversi

esemplari di templi ellenizzanti costruiti durante

gli

ultimi anni del periodo repubbliil

cano: quello cosidetto della Fortuna Virile, quello della Pieta e

piccolo

tempietto

rotondo

probabilmente sacro

alia

Madre

Alatuta

che per molti secoli passu


:

per essere

il tempio di Vesta, II tempio della Fortuna Virile ha questo d^'importante che non essendo mai stato restaurato durante I'impero e giunto a noi nella sua forma

40
originale.

ITALIA ARTISTIC A
Di
piu, dedicate fin dal
alle

IX

secolo al culto cristiano, sfuggi miracolosamente


e

ai restaur! e
si

distruzioni,

cosi

che

rimasto

ottenesse di liberarlo dall'inutile


lato,
si

edificio

un

quasi

intatto.
di

II

giorno

un collegio

preti

armeni

in

cui

che

ne racchiude un
quale era di

moda

Roma

avrebbe un campione perfetto dell' architettura ellenizzante. durante il periodo repubblicano. Si tratta di un edificio
alto podio,
di

quadrangolare in
nalate e decorato

stile

ionico, posato sopra

sorretto
e
di

da

colonne
di

sca-

nell'attico

da un

elegante fregio

foglie

teste

leone.

Lo

stesso

troviamo nella
S. Nicola in

organismo architettonico lo riAedes pietatis oggi

Carcere

di

cui ci riman-

gono ancora alcune colonne e i frammenti della cornice e del Podium. Una leggenda medioevale racconta che il tempio della Pieta era stato
eretto per
ri-

cordare

la

matrona romana che aveva

nutrito col latte delle sue

mammelle
di

la

madre condannata
prigione.

Ma

la

fame in favola non ha fondaa

morir

mento
vanti

e I'edificio fu invece innalzato dal


i8i
ala

console Cecilio Gabrione Tanno

TEra

cristiana,

per solennizzare
II

vittoria riportata alle Termopili.

tem-

pietto alia

Mater
la

Alatiita

(?)

e invece diil

verso e dovette incontrare

favore dei

Rom an

per

sua forma circolare che


le

ricordava lore

prime capanne rotonde

della stirpe itahca.


la

Se bene, anche qui, leggenda attribuisca a Servio Tullio


si

I'origine di questo edificio,

sa invece
la

che fu edificato da Camillo dopo


di

presa

Vejo. Distrutto da un incendio I'anno


a.

BUSIO

DI

GIULIO CFSAKl:

MUSI O NAZIONALE DI NAPOLI.

213
e,

G. C, fu ricostruito I'anno dopo

in seguito, ai primi anni dell'

Impero.

Ha
generato Terrore della
sua denominazione

forma rotonda

e questo

deve aver

e riposa sopra una base di tufo. II suo psristilio circohire e adornato da colonne di marmo d'ordine corinzio. Dedicato durante il medioevo a S. Stefano, fu detto dalla vicina piazza Santo Stefano delle Carrozze fino al 1560, anno in cui in seguito a un fatto miracoloso avvenuto a

certa (ierolama Lentini

cambio

titolo

e fu dedicato

Santa

Maria

della

Luce.

Un
al

altro tempio, ricco di decorazioni

dio Esculapio neH'isola Tebcrina e

frammenti. Su questa isoletta


volgare un tempio in onore
afflitti

marmoree e di fregi, fu quello eretto in onore di cui rimangono anche oggi alcuni curiosi
vuole
prodotta
dalle

che la tradizione
ribelli

messi

dei

Tarquinii gettate nel Tevere dai


al

era sorto fin dalfanno 328 prima delFEra

dio della medicina. In quell'anno


i

essendo

Romani
dover
i

da una grave pestilenza interrogarono

libri

sibillini

che

risposcro

ROMA
Romani
tlei

4'

trasportare nella loro citta uno


si

serpenti sacri ad Esculapio che

adoravano

nel

tempio
che

di

Epidauro.
trasportava
il

Mentre

la

nave
il

lo

stava risalendo

Tevere,

serpente

sguizzo dal suo covile e a nuoto ando


a nascondersi nell'isola

Teberina questo
:

indizio basto

perche quivi sorgesse

il

tempio a Esculapio. tempio che occupo


I'area dell'attuale chiesa di

San Bartoforma
punta
sotto-

lumeo. L'isola dovette avere la


di
il

un naviglio
miracolo

forse

per

ricordare

ed e nella sua
di

estrema,
stanti al
si

sui

banchi

sabbia

convento dei francescani, che

trovano

frammenti
alia

citati.

Essi ap-

partengono

prora della nave maril

morea
del dio

e recano in bassorilievo

busto

ed

il

suo serpente sacro.

BL'STO DI OITAVIANO (GlOVlNtnO)

MUStO VATICANO.

L'importanza che ben presto acquisto il santuario tiberino, fece si che presto fu unito alle due sponde da ponti di
pietra. I primitivi ponti di
stati costruiti in

Roma
jierche

erano
si

legname

poal-

tessero

piu

facilmente

distruggere
e
n<>ta

I'avvicinarsi del

nemico, ed
Sublicio

la

favola del ponte


re

innalzato

dal

Anco

]\Iarzic e difeso

da Orazio Co-

clite

contro I'intero esercito degli Etru-

schi.

Ma

gia fin dall'anno 170 prima deli

I'Era volgare,

due consoli Marco

i'ulvio
in-

Xobiliore ed Emilio T.epido avevano

nalzato

piloni di quel ponto Emilio che,


]iiu

completato trent'anni
pione Africano c da
rifatto nel 1575,

tanh

tla

Sci-

Mummio
in

Acaio.

ma

rimase

uso finoal 1598,


fortunati.

epoca
BUSTO
DI

in

cui

una plena del Tevere non

CICERONE

MUSEO VAIICANO.

lo

rovino definilivan-.cnte. Piu

42
in vece,

ITALIA ARTISTICA
furono
i

due ponti

cleU'isola

Teberina

il

ponte Cestio, edificato dal prefetto

Lucio Cestio 60 anni prima della nascita di (iesu Cristo e ricostruito in gran parte nella seconda meta del passato secolo. ed il ponte Fabricio cominciato da Lucio Fabricio e finito

di

anni prima dell'Era volgare

dai consoli

M.

Lollio e Q. Le-

pido.

due ponti aveva in origine una sola areata centrale con due piccoli archi ai lati e non acquisto la forma attuale che sotto I'impero di Valente, Valentiniano e (traziano, durante il quale fu restaurato. II secondo ha conservato la
II

primo

questi

sua feTina primitiva ed ha preso

il

noma

attuale di ponte Quattro Capi, dalla piccola

erma

a quattro facce che

ancora

si

conserva sopra uno dei suoi parapetti.

ARA

DI CESARE.

con il popolarizzarsi delle abituuna nuova forma di architettura e di arte cominciava a manifestarsi nelle vie romane quella dei sepolcri. P^in dai primi tempi della costituzione repubblicana. una legge delle XII tavole stabiliva I'inviolabilita e il culto delle sepolture, che continuavano ad essere di due sorta a incenerazione e a inumazione. 1 riti che accompagnavano cadaveri dei defunti divenivano ogni giorno piu sontuosi e piu magnifici erano sepolcri che una disposizione relegava oltre la cinta delle mura, per cui divenne illustre come un meraviglioso museo la vita suburbana del censure Appio. E anche nella architettura funebre si era manifestata una
Intanto, col crescere della ricchezza privata e
dini di

grandezza e

di lusso,

profonda modificazione.

due termini

degli Scipioni e dal sepolcro

di paragone possono essere monumentale di Cecilia Metella.

offerti

dall'ipogeo

ROMA
L'ipogeo degli Scipioni, poco distante dalla porta
scosto fra le rose e fra
rita,
i

43

San Sebastiano
e

quasi

nafio-

crisantemi che lo circondano di una ghirlanda sempre


visita-

fu scoperto nel

1780 e merita una

da chiunque

innamorato della
di

soli-

tudine antica. Si tratta di una escavazione o Lautumia, fatta nella roccia

tufo

avente forma quadrangolare. Intorno sono


dei quali e quello
di

sepolcri degli Scipioni,

il

piu importante

Cornelio

Scipione

Barbato,

console

nel

298

prima

dell"

Era

volgare, e vincitore delle guerre sannitiche. Disgraziatamente gli

scavi

furono

fatti

AVANZI DELLA BASILICA EMILIA.

a scope di lucro e molti dei sarcofagi

andarono
nel

dispersi

quello di Grnelio Scipione

passo

al

Vaticano dove
in

si

conserva ancora
di

Belvedere.

un' area
r>sftte.

di

pe]ierino.

con un fregio dorico

di tiiglifi e

metope intramcz/.ate da

Sulla

base

<

una iscrizione
di
le

versi saturnini che

rammenta

meriti del defunto.

Se bene i-legante

forma siamo lontani dalla sontuosita che dm-evano iiosteriormente raggiungere tombe monumental! della via Appia. il cui pn-totijio rimanc il mausoleo rotondo
il

che

figlio

del triumviro Crasso


il

iniialzi">

alia
di

memoria

di
]i(

sua n^glie Cecilia Metella.


r
,-,vere

figlia di

quel Mctello che ebbe

cognome

O ctico

sottomesso Tisnla

di Creta.

44

ITALIA ARTISTICA
Questa ostentazione della propria ricchezza dopo grande estensione, che oscuri privati spesero
(lia

la

morte,

acquisto

in

bre\e

una
il

cosi

somme
uso

favolose per

edificarsi

proprio sepolcro.

alia fine della repubblica,


si

questo

doveva essere abbasi

stanza generalizzato. se

considera

il

curioso

monumento funebre che ancora

SIAIL'A COSI DETIA DI

POMPZO

PALAZZO SPADA.

conserva

alia

Porta Maggiore. Ouesto monumento fa

eretto

da

un

Marco

\'ergiliu

Eurisace, fornaio, fornitore dello stato, e nel suo


(li

insieme

rappresenta una
si

quantita

sacchi di grano sovrapposti e coronati da


il

un fregio dove
rappresentano

svolge
Ic

dell'arte di fare

pane. Le aperture

circolari

invece

una scena bocche del


re-

forno.

La

pretenziosita di questa architettura

che

risale

agH

ultimi anni della

ROMA
pubblica

45

e I'orgoglio dell'iscrizione ripetuta sopra

ognuna

delle faccie indica quale

inutamento fosse avvenuto nel primitivo spirito


infinite e infinite vittorie

di semplicitu.

Cosi

traverse

lotte

un sentimento nuovo si era formato e I'arte aveva acquistato un carattere piu originale formato dagli elemi-nti piii diversi. Con la conquista di nuovi popoli si era determinate un nuovo ambiente: I'arte primitiva aveva
alle influenze dei

ceduto
tardi

Greci

come

piu

avrebbe dovuto accettare ogni suggerimento. E con V arte la religione. Agii dei latini, dovevano a poco a poco
subentrare
messi, in
le

divinita dei

popoli

sotto-

una mostruosa
riti

e magnifica con-

fusione di

e di forme,

Fra

tanti

camri-

biamenti e

fra

tante

trasformazioni
di

niane ancora
primitiva
il

come un simbolo

purezza

piccolo altare arcaico di tra-

vertine, die s'innalzava ai piedi del Palatino


spirito

come un'ultima offerta vetiva alio italico di Roma. Questo altare fu


una ingenua
i-

eretto al Dio Ignoto, e

scrizione arcaizzante ci avverte di questa

sua consacrazione.\S'<:'/'i)^<9 sc/ deivae Sacruvi


ai

dice Tiscrizione

e in

mezzo
di

ruderi della
alle

Roma

fastosa dei Cesari,


costruzioni

dinnanzi

portentose
Settimie

Caracalla e di

Severe,

rimane

come un ultimo ammenimento


rezza e della pieta primitiva
!

della pu-

III.

II

periodo che segna

la

trasforma-

ziene del governo repubblicane in petesta

imperiale e certo dei piu gloriosi per


storia dell'arte

la

romana.
il

Quando

(tIuHo
di
AI'OM.O

Cesare comincio
riorganizzazione,

sue grande lavere

MUSAGtit MLS::0 VAllCANO.


(Fot. Alinari"

si

trovava ad avere un

pepole mirabilmente preparate ad ogni sue tentative e eramai pronto a seguirlo


nella

nueva

via.

Come
la

tutti

fondatori d'iniperi egli aveva la visione di una grande


la

metropeli, ricca di edifici nieravigliosi, degna veraiuente di esscndelle


alle

sede e

la

reggia

grandezze cui
grazie greche

preparava. Inoltre,

uome

raffinato e spirito letterarie. educate


egli
i

e alia squisitezza dell'arte

ellenica.

non poteva

tollerare

la

xniserabile citta repubblicana, le cui strade disordinate e

cui edifici rozzissimi

non

46

ITALIA ARTISTICA

potuto condurre gli sforzi tutti della sua vita, indirizzato aveva a fine il disegno grandiose di gruppo monumenti un e di ediavrebbe lasciato senza dubbio ai suoi successori dc auge7ida fici che sarebbero stati documento prezioso della sua attivita. I decreti
a cui

testinioniavano certo in favore della sua grandezza. Se egii avesse

nrbe sono, d'altronde,


nclia

una testimonianza preziosa per Tinteresse che


edilizia

egli

portava
favo-

trasformazione

della

citta.

L' epoca

nella

quale

egli

visse

era

revolissima a questa sorta d'inipresa.

Abbiamo veduto

infatti

come da

oltre

un

se-

AVAN/.I DEI.I.A CASA DI I.IVIA.

(['ot.

Alir.ari).

colo
lenici

si

fosse venuto modificando

il

primitive spirito italico e


dell' arte

come

gli

elementi

el-

avessero influito suU' evoluzione


di

romana. Gli

scultori greci

erano
quel

stati

chiamati a ornare

statue

nuovi

edifici e si

puo

dire che le sculture di

pe-

riodo non sono se non riproduzioni di opere ellenistiche. In una forma di arte pero

nel ritratto
di

di

nuovi

artisti

dovettero subire Tinfluenza italiana.

busti

che

ci

rimangono
sione. II

quell'epoca, sono gia mirabili esempi di ricerca psicologica e di espres-

busto

Giulio

Cesare

(Museo

di

Napoli),
di

quelle

di

Augusto giovinetto
e

(Vaticano), quello cosi

profondamente umano

Bruto (Campidoglio),
il

sopratutto

il

mirabile ritratto di Cicerone (Londra, collezione Apseley) sono

piu

puro prodotto

ROMA
(klla abilita tecnica dei Greci, unita alia acutezza analitica del Latini.
noi

47

Disgraziatamente
le

non possediamo
arti.

cosi

important!

avanzi

architettonici,

da poter paragonare
pochissime
ci

due

Delle molte opere edilizie intraprese da


dotte a fine sotto di
lai

Giulio

Cesare.

furono

con-

e di queste
di

poche quasi piu nulla


riorganizzare
il
il

rimane. Xoi
e
di

sappiamo
edificarvi

che uno dei suoi primi p2nsieri fu


la

Foro

Romano
fine

nuova

basilica che

doveva portare
i

suo

nome.
ci

questo

egli

loro luogo di origine

rostri,

e gli sca\'i recenti

hanno dimostrato

spostu
dietro

dal

un

AVANZI DEL CRIPTOPOKTICO CHE CONDUCEVA ALLA CASA DI CALUiOLA.

acuto suggerimento di (iiacomo Boni


di loro

non rimane ormai che

il

dove quest! nuov! rostri fossero situati. Ma basamento composto da r! |uadr! di tufo e della
le

basilica (iiulia

non vediamo che

basi

dei

colonnati,

il

iiav!ni::Mito

lastricato

d!

marmo

e la scalinata d'accesso.

ancora questi avanzi meschini appartengono al re-

egii la riedific"> distrutta la basilica da un incendio quando dalle fondamenta prendendo occasione per ingrandirla. Essa doveva comprendere un grande rettangolo di oltre cento metri di lunghezza su cinquanta di jirofondita. frontriteggiato da un colonnato che si apriva sulla pubblica via. Xeil'interiio v! era prezicisi. era decorato marmi da bunale, il cui pavimento

stauro di Augusto,

il

Del resto era quella un'e|)oca

di

grandi' attivita edilizia v

si

sarebbe

dttt(j

cho

48

ITALIA ARTISTIC A
il

ogni cittadino volesse imitare o emulare


II

Dittatore nella riedificazione

della

citta.

console Lucio Emilio Paulo,

infatti,
il

otteneva da

Cesare

mille
eretto

seicento

talenti

per compiere la basilica Emilia che

suo

antenato

aveva

venticinque

anni

lO.

OA LN QLAUKU

[)I

NICIA

I'lTTL'RA

MURALE NFLLA CASA

DI LIVIA SL'L PALATINO.

prima; mentre per conto suo portici, che fu il primo teatro


quel periodo ansioso di
radicale che ebbe a subire
tracciata dagli eventi.

grande Pompeo edificava un teatro circondato da muratura costruito dentro la cinta di Roma. In trasformazione e fu la prima trasformazione veramente
il

in

il

popolo di

Roma

Se Cesare

fosse vissuto, e

molto

ognuno seguiva fatalmente la via probabile che una meravi-

R
-liosa citta sarebbe sorta sulle rovine

()

MA
Ala

49
disgraziatamente
altri
il

deirantica.

Dittatore

<adeva
il

trafitto nella Curia,

ai

piedi della statua di

Pompeo, ed

doveva attuare

suo programma. La tradizione pietosa e piena di venerazione dei Ri.mani, vuole riconoscere nei mediocre simulacro di Po:npeo del palazzo Spada, la statua contro la quale venne a cadere sanguinoso il piu alto rappresentante della latinita. Xoi

non abbiamo nessun documento che


affermi o smentisca questa tradizione
:

conserviamola pietosamente per quello


<:he

ha
II

in se di

bellezza e di forza.
di

compito

compiere

il

vasto

disegno di Cesare, fu cosi riservato ad

Augusto suo erede morale e mateEgli penso prima di tutto di stabilire solidamente il nuovo stato e
riale.

di

dare

al

suo

popolo

insieme

con
uffi-

istituzioni

ciale

piu

nuove una religione severa e piu degna


venuto
i

delle

sue tradizioni antiche. Egli fu I'orga-

nizzatore

dopo

il

creatore

colui che ordino

cittadini

con

altret-

tanta saggezza di quella impiegata nel


ricostruire la citta.

fondatore
gli

di

una dinastia
tica del

ebbe
gli

la visione

este-

suo sogno e

amo

eclifici

sontuosi e tutti
I'arte.

abbellimenti
citta

del-

Avendo
si

trovato una

mein-

diocre,

diede a ricostruirla quasi


tanto
iure

tieramente,

che
sit

ci

avverte

Svetonio

gioriatiir

mar-

morcaui sc rdinquere qiiaui lateritiam


nccepissct
lasciare

si

glorio giustamente di

una citta di marmo la dove ne aveva trovata una di'mattoni . Inoltre, non potendo da solo compiere
suo disegno troppo vasto, consigiio
suoi
I'OI.II

il
i

KMO

E GAI AiEA.

PIllUKA MUKALE

NEI.I.A

CASA ni LIVIA SUL I'AIAIINO.

amici

di

seguirne I'esempio e
e

noi

vediamo Marcio Filippo

Lucio
Marcello
citta.

Cornificio e Asinio Pollione e Statilio Tauro e

Agrippa

Meceii.itc

Cornelio Balbo divenire

munifici edificatori della

Augusto ebbe dunque la sorte di vedere compiere la grande ir.isf. irmaziono che andava preparando ormai da due secoli e di dare suo x\o,\\\c al scc<>lo d'oro dell'arte e della. letteratura romana. Rimast(j padrone deH'impiTo, dopo la battaglia d'Azio e la conquista dell'Egitto, egli si die subito a compiere il suo programma di rifacimento morale e materiale della citta. Comincio col condurre a fine gli edifici cominciati da Cesare che erano circa in nunirro di quarnnta adorno la trisi
il

50

ITALIA ARTISTICA
coi rostri

buna pubblica

delle

navi

conquistate

ad

Azio,
in

riordino

I'apertura
regioni.

delle
le

strade e la distribuzione delle acque, divise la citta

quattordici

creo

sette Stationcs Vigiliifn o posti di vigili die dovevano occuparsi degli incendi e della polizia interna di Roma Intanto procedeva neirabbellimento della citta innalzando

un tempio ad Apollo
scono con esattezza

un palazzo
avanzi,

sul

Palatino che iniziava cosi la sua trasformazione

e diveniva ufficialmente I'abitazione dei Cesari.


cfli

Del tempio di Apollo non


la

si

riconobellis-

ma

si

conserva ancora in Vatican

statua

TEMP/O

DI

SATURNO

E DI VESPASIANO-

sima del dio Citaredo, opera


nel santuario del

di
lui

arte greca

del

buon periodo
e

messa da Augusto
invece
di
ri-

tempio da
si

edificato. Qualche rudero piu


la Villa Mills

importante
la

mane

del suo palazzo che


gli

estendeva verso

chiesetta
alia luce.

San

Bonaventura e che

scavi gia progettati rimetteranno

un giorno
la

Ma
gli

di tutti

gh

edifici

augustani del Palatino

si

potrebbe aggiungere
sua

di tutti

edifici imperiali di quel colle

il

piu

importante

per

conservazione

la cosi

dove essa si sarebbe ritirata dopo la morte dell'imperatore che aveva sposato in seconde nozze, non senza forse il pensiero di assicurare il trono a Tiberio, figlio avuto dal primo marito. La casa e
detta casa di Livia, o palazzo privato di Livia,

ROMA
])receduta da

31

un criptoportico che conduce nel vestibolo il cui pavimento e adorno di mosaico e si apre sopra un cortiletto quadrate che doveva essere adorno di una fontana. Intorno al cortile sono tre stanze decorate da pitture murali che per la loro finezza e per Tepoca in cui furono eseguite rimano-ono fra le piu belle di quante se ne
i:onservano a

Roma. Rappresentano
;

figurazioni niitologiche, scene della vita dei.campi,

<lecorazioni architettoniche e floreali. In

una

si

vede Polifemo che


si

insegue
di

Galatea
persegui-

fuggente sul dorso di un Tritone

in un'altra

rappresenta

il

mito

lo

ARCO

MUKA

DEI

PANIAM.

(Fot.

I.

I.

d'Arti Or.ilichc).

da (Tiunono per Tamore che le portava (xioN'e in una tcrza e Mercurio invi.ito dal Padre degli Dei per addnrnientare Argo. Le docorazioni architi'lttmichc di una grande purezza di linee, riquadrano queste pitture e semplici specchi dipinti in un bel rosso vivo o adorni di ghirlandette e di foglie. Altrove sono fasce monocrume dove si svolgono scene campestri, sacrifici agli dei, lav^orazione dei campi, luUu la
tata
;

vita operosa della

campagna. Altrox'c ancora


le

come neU'elegantissimo

'I'riclinium

trofei di frutta,

vasi di cristallo, gruppi di cacciagione corrono intorno alia faccia


i

pareti spariscono sotto una sontuosa tinta vermigli.i. che non hanno offuscato. Tutte queste pitture furono eseguite senza diibl)ii) da

superiore, mentre

secoH
artisti

-2

ITALIA ARTISTIC A
Argo
e

greci e la scena di lo custodita da

una fedele riproduzione

del

quudro

di

Nicia d'Atene, nipote e scolaro di Eufronoro. Nel loro insieme rappresentano dunque un centone dell'arte ellenica, e fonnano una decorazione varia e sontuosa al tempo
stesso che
ci

permette

di ricostruire

con

esattezza

le

tendenze

pittoriche

di

quel

secolo d'oro dell'arte romana.

Mentre
alia
fici
(

gli

architetti e gli artisti augustei arricchivano cosi le abitazioni private


il

sua famiglia,
nel

fondatore

dell'impero
egli

continuava
avesse
i

la costruzione

del

nuovi edidel

Foro. Abbiamo veduto come

riedificato e ingrandito la basilica

liulia

distrutta dall'incendio che,

durante

tumult!

nati

sul

corpo

sanguinoso
edificato
la

Dittatore,

per

il

tempio

aveva danneggiato molti edifici del Foro Romano. Lo della Concordia e per la basilica Emilia. II primo

stesso doveva

fare
ori-

in

gine da Camillo per

commemorare I'approvazione
e

della legge Licinia e

pravvenuta

fra

patrizi

plebei
il

pace

so-

fu

sotto

il

suo regno restaurato

con grande
e fu confu rifatta

magnificenza da Tiberio, prese

sacrato Tanno 9 dell'Era volgare.


piu tardi I'imperatore Teodosio

nome di Jniiplum Concordiae Augnstae distrutta daU'lncendio La seconda

a sue spese e adornata da fregi mirabili e

da

quelle

colonne

di

pavonazzetto

che

doveva adoperare per la riedificazione della basilica di San Paolo. Inoltre sul luogo stesso dove fu arso il cadavere di Cesare, la notte che segui Tuccisione, fra Tululo del popolo e dei legionari sul rogo dove divampanobili della Curia, innalzo un tempio dedicato al Dio Tanno 29 avanti G. C. rono e di cui oggi non rimangono che scarsi frammenti. Ma col crescere della potenza di Roma e con lo straordinario aumento della sua popolazione il Foro Romano cominciava a non essere piu sufficiente. Augusto
i

un nuovo Foro che prese comunicava con I'antico tanto da esserne la continuazione. II nuovo Foro era limitato da un'alta muraglia di pietra (xabina, nei cui fianchi si apriva la porta areata d'accesso. La muraglia era stata eretta per circoscrivere I'area e separarla dalla vista delle case private che sorgevano in quel luogo popolarissimo di Roma. II Foro aveva forma rettangolare circoscritto ai lati da due emicicli simmetrici ed era circondato da portici adorni con le statue dei capitani piu illustri nella storia di Roma. Xel centro poi, s'innalzava un tempio d'ordine corinzio di cui
rimedio a questo inconveniente col costruire

ed

aprire

nome da

lui

e che

dedicato a Marte Ultore e promesso da Augusto Dio della guerra, il giorno della battaglia di Filippi, per vendicare I'assassinio di Cesare. Questo tempio sontuoso, decorato nelTinternr) da mirabili colonne di giallo
sussistono le colonne colossali
al

antico e arricchito coi capolavori della scultura e della pittura greca,


il

fini

col cui

dare

nome

a tutto
il

il

Foro che

nel

medioevo

era

detto
la

Marfis

Foriiiii,

da

ebbe

origine

nome

di

Marforio, dato al vicolo che di

conduce va
il

al

Campidoglio.

Nel tempo stesso Ottaviano Augusto


fino allora era stato di
in

aveva

restaurato
in

Circo

Massimo che
faceva erigere

legno e che egli costrui


sontuoso

muratura, innalzando sulla Spina,


di

memoria

delle sue vittorie egiziane,

due obelischi

granito

('^

si

doveva accogliere nelle sue profondita membri della sua famiglia e suoi successori fino a Nerva. Questo monumento funebre colossale, di forma rotonda, sorgeva in mezzo a un parco maall'estremita del
il
i
i

Campo Marzio

mausoleo che

il) I

compicrc

due obelischi sono ogjji sulla piazza del Popolo e sulla piazzutta I'ufficio di <^nomone solarc, coniL- all'epoca di Augusto.

di

Montccitorio.

Quest' ultimo continua a

ROMA
gnifico ed era coronato da

:^,5

un terrapieno piramidale su
la

cui era stato piantato

un bo-

schetto di cipressi e sulla cui cima s'innalzava

statua deirimperatore.

AVANZI DEL TEMPIO DI MARIE. Ul.lOKE ID AKCO

1)1

'

I'ANIANI.

(lot. AlinariV

piu insigni fra piu importante che egli abbia eretto e che rimane Antonio debellato conie. noto E' Pace. di tutta rantichita e senza dubbio VAra della Augusto rcpubblica, alia assetto alia battaglia di Azio, pacificate le Spagne, dato

Ma

I'edificio

54

ITALIA ARTISTICA

MAUSOLEO
INCISIONE DI STEFANO

DI

AUGUSTO.
1575.

DU PERAC

DALL'OPERA: IVESTIGI DELLE ANTICHITA DI ROMA . ROMA,

chiudesse
stato

il

tempio

di

Giano

Quirino

chiuso. Si capira

facilmente

come

questo avvenimento con un edificio


e
di

fondazione una volta sola era buon Augusto 2 dovesse solennizzare che fosse al tempo stesso un ricordo del fatto

die dalla sua


il

una manifestazione del suo

spirito religioso. In processione

religiosi e

famigliari

Augusto

seguiti

da gran
ai

turba di popolo

partirono dal tempio

della

dea Pale,
in-

sul Palatino,

sostarono

principali santuari della citta fino al


e

CamjDO Alarzio, che

allora era

un luogo paludoso
si

scarsamente abitato. Qui era stata innalzata una

tavolatura, dietro la quale


i

trovava un altare provv'isorio su cui vennero consumati


i

sacrifici.

Augusto
lucertola,

gli

Tre anni dopo il luogo fu cinto di mura e due architetti della Corte di quel Sauros e quel Batrakhos che firmavano le loro opere con la rana e la immagini dci propri nomi e che ritroviamo un poco in tutti monumenti
i

augustani

eressero

I'edificio

Oramai

scavi intrapresi
le

marmoreo che doveva custodire I'Ara da Angelo Pasqui sulla scorta del Petersen e
ci

della Pace.
i

frammenti
in

gia portati alia luce e


di ricostruire
il

tracce trovate dieci metri sotto terra

permettono

parte

singolare edificio. Era questo un quadrilatero con una fronte di undici


il

metri sopra una profondita di dieci, che formava

recinto

marmoreo adorno
si

di fregi e

coronate da un prezioso bassorilievo.


in

Una

porta alta tre metri

apriva sulla facciata,


al

corrispondenza dell'ara, e dietro a questa una porticina minore serviva

passaggio

delle vittime

per

il

sacrificio. I

marmi che rivestivano


fra
i

le

pareti esterne erano tutti adorni

di greche, di tralci e di

viticci,

quali scherzavano

e rettili intagliati con quella finezza che

non

fu

piccoli mammiferi, uccelletti mai superata ne meno dagli artisti

del rinascimento.

finalmente

la

parte superiore

era

coronata dal grande

bassori-

ROMA
lievo,
i

55
i

dove
i

si

svolgeva
il

la

cerimonia dell'inaug-urazione dell'ara:

sacerdoti,

patrizii,

senator!,

del

Campo

popolo che dal tempio della dea Pale scendeva alio steccato Marzio dove sarebbe dovuto sorgere il grande altare della Pace. Ognuna
cavalieri,

di quelle figure

rappresenta un individuo che noi


essere
esatti

abbiamo conosciuto nelle pagine


di

di

Svetonio o

di Tacito, nelle odi di


piii

Orazio o nelle ecloghe

Virgilio.

struzione

E' la rico-

o per
i

la

rievocazione di quell'epoca

gloriosa

che

aveva avuto
del passato

piu grandi artisti della storia


il

romana

aveva udito

suoi piu grandi


i

poeti cantare dietro

suggerimento della grandezza

presente le imprese e

trionfi

L'attivita edilizia dell'imperatore era stata

dunque notevole
che
dietro
il

altrettanto

doveva

esserla quella dei suoi famigliari o dei suoi amici

suo

esempio prepa-

ravano con
di

edifici sontuosi la

Ottavia, sorella amatissima di

nuova metropoli del mondo. Fra questi vanno ricordati Augusto e moglie tenacemente e virtuosamente fedele
di

Antonio, che non seppe approfittare

quella sua appassionata divozione e la re-

spinse

quando piu
dei poteri
i

utile

ne sarebbe

stato

Taiuto
il

Balbo

Marcello
seguito

edificatori

di

teatri meravigliosi e

Mecenate che fu forse

consigliere

definitivo

per

Taccentra-

mento

pubblici in

mano

dell'imperatore e che in

giovo a fargli
la cui

accogliere

vita preclara e la cui rettitudine


])esta di

suo tempo e finalmente Marco Agrippa, un poco sdegnosa non doveva salvarlo dalla sangae chs Tiberio seppe scatenare su Roma atterrita.
piu
illustri

intelletti del

tem-

ARA PACIS AUaUSTAE

DISEUNO

DI

Ci.

DUUM.

56
Di Ottavia riniangono
i

ITALIA ARTISTIC A
portici
edificati

da Augusto in onore della sorella prediletta, sul luogo stesso dove Ouinto Cecilio jNIetello aveva eretto un tempio a Giove per solennizzare le sue vittorie in Macedonia. Questi portici contenevano biblioteche, templi e capolavori delTarte greca. Fra questi si notavano principalmente le statue di Diana e di Esculapio, scolpite da Cefisodoto figlio di Prassitele la Giunone e il Giove di Policleto e I'Afrodite di Fidia. Alle pareti della Sc/iola stavano appesi due quadri di Antifilo rappresentanti Esione e Filippo di Macedonia Minerva e Aiessandro Magno, Marmi preziosi ne decoravano la facciata e pavimenti e trecento
;

AKA

I'ACIS

['AU1ICOLARI-;

DKLLA OKANDi;

rUOLRSSlONi:

colonne d'ordine corinzio ne

sostenevano

la

volta.

L'edificio

dedicate

alia

sorella

carissima dell'imperatore doveva esser degno del suo

nome

e della sua virtu,


il

Fu poco veduto come

distante

da

questi portici che Alarcello costrui

gia

Pompeo

iniziasse la costruzione dei teatri in


il

suo teatro. Abbiamo muratura e come Au-

gusto ne seguisse I'esempio rifacendo

Circo
il

Massimo

fino allora di legno. Marcello

sorpasso I'uno e I'altro

in magnificenza e

suo teatro rimane anche oggi fra le piu


di bassorilievi e di fontane,

grandiose architetture deirantichita. Decorato da due ordini d'arcate adorne di mezze

colonne doriche e ioniche, ricche di statue,

questo teatro,

che
della

poteva

contenere

oltre

ventimila

spettatori,

fu

fra

piu
i

sontuosi

ornamenti

Pierleoni lo trasfornuova Roma. E tale rimase fino all' XI secolo quando marono in fortezza. D' allora la vecchia costruzione augustea fu circondata da abitazioni private, e divenne il imclei) di quella fosca Roma medioevale che sembra

R O:\IA
addensarsi alle falde del Campidoglio. tra
porte del ghetto.
Cosi cresceva
famigliari
le

r-

chiese papali dell'Aventino e le

oscure

Roma, che Augusto


di
teatri,
di

arricchiva di templi e di pcdazzi.


di

die

suoi

dotavano

portici,

terme e
di

di giardini.

Ouestl

ultimi furono

cari specialmente a

Mecenate, I'amico elegante

Orazio e

il

protettore dei poeti e

degli

oratori.
la

note per

Le sue ville suburbane erano modelli di ricchezza e di arte e sono fama che ne e giunta fino a noi a traverso le liriche dei suoi protetti.
sono
i

Meno

noti

invece

suoi

giardini

url)ani

che

occupavano una considerevole

AKX PACIS - ['ARTICOI.AKE DEl.LA GUANOE PROCESSIONE.

estensione di terreni suU'Esquilino. Questa regione, che nci tempi anliehissimi era servita di necropoli alle popolazioni circostanti,

godeva
ai

di cattiva

repubblicana e serviva

d'asilo
i

alle

streghe e

fattucchieri,

mentre
Dietro
in

Mefite metteva in guardia

Romani contro

I'insalubrita
iiiizii'i

della

fama durante I'eiioca un tem]iio a sua atmosfera. Ausuo


consiglio

gusto voile rimediare a questo sconcio e ne

la bonilica.

Mecenate trasformo
e meravigliosi.
di

una gran
piccolo

parte di quella regione

desolata

un jiarco
I'unico

mera-

viglioso ricco di fontane e di boschetti, po]Jolat() di statue o splendente di fiori rari

Un

edificio
si

ellittico in

\ia Mcrulana, e oggi

avanzo

quel giardino felice. Se bene


i

o teatrino privato dove


agli

amici di

comunementc davano le lor> rapprcsentazioni dinnanzi Mecenate, pure sembra ])iu probabilmente che si tratti di una serra
voglia
i

indicare

come XWudiloriuni

comici e

inimi

dove I'inverno

si

riponevano

fiori

csotici

e le i)ianlc

piii

rare.

Ma

sc

bene

il

temjio

58

ITALIA ARTISTIC A
il

abbia distrutto
nei secoli,

grande parco romano, pure


il

la

sua influenza benefica duro a lungo


;

poco a poco

coUe malsano fu trasformato


le

le principal!

famiglie di

Roma
vegno

seguirono Tesempio deiramico di Augusto e


di

terre desolate e insalubri, con-

streghe e di fattucchiere, furono fontane e olezzante di


di
]\Iefite

trasformate in un parco

frondente di

al-

beri, squillante di

fiori.

Nunc

licet Esquiliis

habifarc salubribus:
!

suUe rovine del tempio

era sorta per incanto tutta una citta verde e fiorita

}-ji

Jijkijbjbjuy

ARA PACIS

FRAMMENTO

DEL FREGIO FLOKEALE.

Ala di

tutti gli edifici


il

del

periodo

di

Augusto,

il

piu

popolare e
gli

il

piu

noto e
il

senza dubbio

tempio die

Akirco

x\grippa

eresse a tutti

Dei,

durante

sue
pri-

terzo consolato. I'anno 27 avanti I'Era volgare. Disgraziatamente pero

I'edificio

mitive fu arso e

gli

studi intrapresi dal

Chedanne prima
il

e dal

Alinistero della Pub-

blica Tstruzione piu tardi ci lianno dimostrato die

Pantlieon, quale noi lo ^'ediamo,

appartiene dalle sue


periodo

fondamenta
di belle

al

lucernario

cosi

fecondo

opere d^arte

circolare

che ne corona la cupola

al

dunque piu

tardi,

quando dovremo occuparci

delFimperatore Adriano. \^edremo degli edifici di quell'imperatore che

ROMA
fu egli stesso

^g
il

piu

un architetto, quale doveva apparire grande splendore.

bell'edificio

nell'epoca del suo

STATUA D'AUGUSIO

1)1

PKIMA I'OUIA

MUSEO VATICANO.

Cosi dunque regno Cesare

Ottaviano Augusto,
al

priniu

potere a traverse stragi sanguinosissime seppe mantenervisi con una temperanza che per mdti anni doveva apparire favolosa

uomo

calcolatore che

iinpLiMiorf

<k-i

Koniaiii.

essendo giunto

6o
agli abitanti tiranne^c^'giati dai

ITALIA ARTISTICA
suoi
successori.

Sotto

di

lui

si

completo
e se per

quella

tra-

sformazione dello stile

romano che
si

gia era cominciata da

tempo

un
il

certo

riguardo questa trasformazione

volse piu specialmente verso lo

stile ellenico,

pure

non mancarono influenze straniere


proprio carattere nazionale.

che fondendosi a quello ne


infatti,

definirono
la vittoria

vero e

Abbiamo veduto

come dopo
;

di Azio,

Augusto innalzasse

nella Spina

due obelischi egiziani

ma

molte

altre

opere

d'arte

AVANZI DEL FKONIONE DEL PORTICO D'OTTAVIA.

(Fot. Alinari).

e molte divinita delFEgitto seguirono a

Roma

il

carro di trionfo che

invano

aveva

sperato incatenare la bellissima Cleopatra al suo asse.

questa invasione di sculture

egiziane non rimane senza esercitare la sua influenza, tanto che noi

vediamo qualche

tempo dopo
del popolo e

I'anno

12, cioe,

prima

dell'

Era volgare
suo

Caio Cestio, pretore tribuno


ordinatori dei banchetti
funebre.

membro

del Collegio dei ScptcDiviri ep?ilonrs\


il

sacri, scegliere la

forma piramidale per

sepolcro

33 giorni sotto direzione di L. Ponzio Mela e del liberto Potlius, amici e famigliari del inorto.
alta 37

metri, fu fatta

come

ci

avverte

una

iscrizione

questa

piramide
la

in

traverse

secoli

colui

che

Dante cliiamo

il

buon

Augusto

ci

apparisce

( )

AI

61

recinto di un'aureola di bonta e di rispetto, quale non siamo abituati a vedere intorno ai reggitori dell'impero romano. Egli sembra uscire dalle tenebre della st-.ria con un gesto di pace, quale 1<. vediamo ancora nella bella statua

vaticana

che

I'im-

aveva eretta in suo onore e per sua memoria nella villetta suburbana che ancora verdeggia tutta negli affreschi iminortali delle sue pareti, tra pini, mirtilli e le vitalbe di Prima Porta.
peratrice Livia
i

AVAN/I

nri.

IKAIKO

ni

MAKCF.LLO in I'IAZZA MONIANAKA.

Fot. Alin.irn.

IV.

Alia morte deirimperatore Adriano

13S dell'Era volgare

la

citta di

Roma

aveva raggiunto uno splendore die i successivi imperatori aumentarono ancora, senza successori di August<> pur tuttavia cambiare di molto I'assetto della metro])oli. da Tiberio fino ad .Vntonino Pio compirono veramcMite la grande trasf<^rmazione
I

della

Roma

repubblicana e I'arricchirono di quelli

edit'iei

di

(|uelle

opere

d'arte

per cui fu grande nei secoli e altrettanto famosa


le

(|uaiito ])er le sue ennc]uiste e

per

sue leggi. Noi possiamo conoscere anche oggi

questo

periodi),

che

oltrepassa a

II.MI'IO

1)1

CASTORl:;

i;

I'OLLUCE.

64

ITALIA ARTISTICA
il

primo secolo dei nostri tempi, o traverse ruderi meravigliosi rimasti a testimonianza di una grandezza che non ebl^e ne avra forse altri esempi nella storia del mondo. Disgraziatamente pero noi conosciamo poco quello che fii I'impero n.pena

I'ALArlNO

AVANZI DEL

CLIVUS VICTORIAE

E DELLA CASA DI CALIGOLA-

(Fot. Alinari).

niano e troppo spesso la sua storia

si

t-

confusa

in

queila dti suoi imperatori. Inoltre

questa storia e stata quasi costantemente scritta con


il

uno
noi

spirito

d'opposizione
i

che

pregiudizio

cristiano ha

largamente favorite.

mancano oggi

document

R O
della difesa,

Ar

65

mentre abbiamo abbondantissimi


i

Che, rimasti padroni dell'impero,


scritti

cristiani

si

quelli deiraccusa. senza stare a notare affrettarono a far scomparire tutti quegli

che potevano giustificare o per lo meno attenuare gli atti degli impcratori, si contentarono di conservare e rendere pubblici soltanto libri degli scrittori d'opposizione, ma anche questi interpolarono spesso di affermazioni false, favorevoli alia loro causa e alio spirito della loro riforma. A leggere le vite di Svetonio si rimane colpiti principalmente da due fatti dalla compiacenza che egli prova nel r!ne
i
:

LA POKIA MAOGIOKE, GlA FOUNICE DELl.'ACQUA MAKCIA.

(I-'ot.

Aliiiaii).

cercare

piu minuziosi pettegolezzi

fatti

intorno agli imperatori defunti. c


noii
si

tlal

mode
loro
fu-

col quale sorvola sugli

avvenimenti che

riferiscono ai loro

vizii
il

alio

aberrazioni.

T)i

imperatori che vissero quindici o venti anni c sotto

cui

regno

rono compiute, non ostante ogni accusa, opere grandi e durcvoli, noi non sappi.mio altro se non quello che spendevano per la loro tavola e nomi delle loro ainanti e
i

le liste delle loro vittime.

In

quanto agli annali

di

TacMto,

non
scritti

solo
in
la

in

niolte

loro

asserzioni furono interpolati da testi cristiani,

ma

furono
(

scrittore repubblicano. desideroso delTantico regime.


li storia

"osi

ci)me

da uno conoseiamo noi,


origine

dell'impero

romano ha

la

medesima

forni.i

die .-urcbbe fra cjualche

secolo

66

ITALIA ARTISTICA
storia dei

una

tempi

nostri, scritta

unicamente

sui

documenti raccolti

fra le

colonne

dei giornali clericali o socialisti.

non e compito mio di ritracciare qui anche brevemente la storia politica monumenti cbe ci ha lasciato bastano di per se stessi a indell'impero romano

Ma

riBEK O

AlUSKO VATICANO.

(Fot. Alinari).

dicarci Tevoluzione

dello

spirito

pubblico,

che

parte

ndo

dalle

semplicita

etrusche

degli edifici primitivi,

theon d'Agrippa.
garci Tambiente

doveva bene notare, fino da principio


la tirannia

giungere alia magnificenza gloriosa del cosidetto Pan-

e questo fatto giovera a spie-

che

imperiale

si

esercito principalmente, per


i

non

dire

esclusivamente, sugli ottimati e su quel patriziato che doveva rimpiangere

privilegi

RO
antichi

AI

A
ma
per
gli
utili diretti

non gia per un platonico amore

di liberta e dl dignita,
ai

che da quelli ne derivavano. In quanto

crlsLiani,

che fino dal secondo secolo co-

.^ostituito,

minciarono ad agitarsi e a far propaganda, dovevano essere considerati da governo come perturbatori dell'ordine pubblico e trattati di conseguenza. La plebe la grande moltitudine cioe che formava

realmente

la

popolazione

romana

fu

>empre favorevole all'imperatore e se vi furono molte congiure contro di lui ordite da senatori e da cavalieri, non vi fu mai un
vero
e

proprio

movimento popolare

rontro colui che in fondo non era oppressor e che per


i

nobili.

AH'avvento al trono di Tiberio (14-37) il rinnovamento di Roma era, come abbiamo visto, gia avanzato. Mentre gh ottimati avevano creato meravigliosi giardini oltre quelli di Mecenate su 1' Esquilino. sono celebri quelli di vSallustio, degli An-

cilii

e di Lucullo

vano ormai
ati,

teatri di

per il popolo esistebuona fabbrica e mer-

Macrlhr, dove tutte le derrate si trnvavano in vendita in ogni quartiere per maggiore comodita della popolazione. Se bene il nuovo imperatore non avesse le

tendenze estetiche del padre adottivo, pure

ne segui

le

tracce

per

quelle

che

si
:

rife-

risce alia costruzione di nuovi edifici


bili

sta-

sull'estremo
fortificato

limite

dell" Esquilin(j
1'

campo

per

un accasermamento
meglio

della guardia pretoriana; restauro o

rifece dalle

store

fondamenta il tempio di CaPoUuce nel Foro, e sul Palatino comincio a costruirsi un nuovo palazzo sontuoso che il suo successore immediato doveva condurre a compimento. Di questi
e
suoi lavori
il

piu

importante
finito

per noi e

il

tempio
era vivo

di
il

Castore,

quando ancora
e

CAIO CESAUi: CALlGOr.A

?)

MUSEO

VAllCANO.

vecchio Augusto e di cui ancora


le

(Fot. Alinaii).

rimangono
note rovine
sturnio

tre

svelte

grandiose cofurono
in

lonne d'ordine corinzio,


di

che

ogni

epoca
state

fra

le

piu

popolari
dittatore

meglio

Roma.

II

tempio primitivo era

eretto

dal

dopo

la vittoria del

Pago Regillo
ufficio
di

e restaurato varie volte,

Aulo Pofinche Tiberio non


era
del

lo rifece

6 anni

dopo dell'Era volgare.

Durante
controUo
sostenuti

la

repubblica

servito

alcun
e delle

tempo come

tribunale e

come

[f^onderarintn)

pesi

misure. Si tratta di uno dei

soliti

edifici,

da

un

alto podiiiin e circondati

68

ITALIA ARTISTIC A
alTintorno
al

da un

colonnato

"'.

In quanto

palazzo che Tiberio costrui sul Palatino


si

ad imitazione del suo antecessore,


tava
cui
in
il

trat-

di

uno

dei

soliti

edifici

grandiosi in

primitivo

stile ellenico si

trasformava
tutta

una sontuosita

e in

una grandezza
resto, fu

reman a,
Questo palazzo, del
a fine
:

condotto
soldati

da

Caligola

che

popolo e

avevano proclamato imperatore sul feretro stesso di Tiberio (37-41). Sorgeva sul Climis
]^{ctoriac neir
latini)

estrema punta del colle Padi cui

dalla parte che

criptoportico

guarda il Foro e un si conservano analia casa

cora notevoli avanzi


di

lo riuniva
mentre

Livia.

(jli

scavi del Palatino

non hanno
il

rimesso

alia luce

che una parte dei sotter-

ranei e delle sue cantine,

corpo
dai

deir edificio

rimane ancora nascosto


1'

terrapieni degli orti farnesiani. Del resto e

questa
BL'SIO ni NF.KONt

forse

opera piu
che
fu

importante

del

MUSEO CAI'ITOLINO

SALA DEGLI

regno

di Caligola,

troppo breve e

IMPEKATORI.

(Fot. Alinari).

troppo tormentato per poter lasciare tracce

profonde nella storia


lascio invece nel

edilizia della citta.

Xe

menzionati in primo luogo gli acquedotti. Da quando il censore Appio Claudio aveva portato per il primo I'acqua a Roma, molti avevano seguito il suo esempio e molti altri dovevano ancora seguirlo, se si pensa che sotto il regno di Alessandro Severo
riordinamento
di

alcuni

servizi

pubblici

fra

questi van no

esistevano quattordici acquedotti nella

citta.

Caligola voile anch'egli lasciare

il

suo

nome

a una di queste
e
i

utili

imprese e

inizio queli'acquedotto
(i.

Claudio che incanalava


14 anni.

XA}no novus

cui lavori cominciati I'anno 37 di

C.

dovevano durare

Questa opera grandiosa, che dagli antichi scrittori fu chiamata nwgiiificaitissima, partendosi da Treba Augusta nel Lazio giungeva fino alia Porta IMaggiore, dove a traverso un arco monumentale ed r quelle che serve attualmente di porta si

divideva in due rami, uno dei quali alimentava


rone, e I'altro era adibito per
il

il

lago

artificiale

della

casa di Ne-

scrvizio della popolazione

romana.
edifici,
i

Ma

se I'imperatore Caligola

non ebbe
il

il

tempo

di lasciare grandi
fra

fu in-

vece Nerone (54-68) che doveva avere


ficatori di

vanto di essere ascritto

grandi edi-

Roma. E' noto come sotto il suo regno uno spaventoso incendio e fu primo dei molti che devastarono Roma durante I'impero riducesse in cenere due terzi della citta. L'imperatore prese occasione da questa rovina, per ricostruirla con una piu grande magnificenza. Gli avversari di Nerone profittarono subito del
il

fatto e lo

accusarono

di

avere egli stesso ordinate Tincendio per goderne


di

lo spetta-

colo dall'alto di
(')

una torre mentre accompagnato dal suono


che alciini scrittori attribuiscono
i

una

lira

cantava

din-

Debbo

qui notarc

ruderi attuali a

un successive restauro dell'imper. Adriano.

ROMA
nanzi alle fianime
V a ripetere le
il

69
Si

secondo

libro deU'Eneide.
il

arrivo perfino a indicare la torre

una

avendo ricevuto una delle solite tV>rtezze baronali del secolo XII e le parole abbiamo visto che furono attribuite ad Augusto. Una grande polemica e sorta in questi ultimi anni per scagionare Xerone
detto che
la

parole

deirimperatore,

quak- avrebbe
di

citta di

mattoni voleva lasciarne una

mai'mo, ;Ma

torre

t-

(l:i

questo delitto e rigettarne la colpa


allora la feccia della jjlebaglia

sui

cristiani

che

insieme

con

gli

ebrei for-

mavano
di

romana. Alcuni passi misteriosi e minacciosi


casa di Nerone e la sua
in

Tertulliano, I'essere andata distrutta nel fuoco la stessa

jirobabile lontananza

da

Roma

la

notte

cui

scoppio Tincendio, sono

argomenti

favorevoli alia tesi che sostenuta e ribattuta

con

eguale acutezza

rimasta finora

senza soluzione definitiva.

Fy F.BO

DI Sl'UIACO

MU!>EO NAZIONAI.F

li"ot.

Alin.iri).

ANFIItAlKO IIAVIO, O COLOSSEO.

Certo

si

e clie
ai

Rom^i
il

risorse

ancora
fra

piu

magnifica

da questa sua distruzionr


II
il

parziale e che

moltissimi edifici restaurati, Nerone


illustre

ne aggiunse di nuovi che docirco

vevano renderne
tare
il

nome
il

popoli dell'impero.
sul Celio,

che doveva pordalle

suo

nome

sul V^aticano,
e

grande ninfeo
il

suo colossale simulacro furono


dall'in-

sull'estremo limite del Foro

sopralutto

nuovo palazzo meraviglioso che


limiti

pendici del Palatine doveva spingersi fino

ai

della regione Esquilina,

imprese

lodate

anche

dagli
-'^JfSlilf^P'^*.

di

poi

consumata
grandezza

storici avversi.

La

casa, o, per

cendio e rifatta disse Aurea.


Delia cui
e
ordi-

essere piu esatti, la villa che

44nf^^ v5^^^t\.
I'S^f
'wf
'^^.
'^ *f
,

doveva essere chiamata vms mirra -per la sua magnii/o-

\^JPj
iiS fj^

v\\\
.^-y\

namento basta dire che


alto centoventi piedi

nel-

Tantiporto vj era un colosso


;

ficenza, conto fra le piu belle


di

A
.

-^jj
-^-^y

la fac-

Roma.

Prima
ci

la

chiamo

ciata

si

spaziosa che

aveva

Transitoria >

riporta Sve-

^^^^
'

:^^

^"^

log'g'i'''

^ tre ordini di co

tonio. e dovette questo


,

nome
11-

'

per essere posta ira due coJh,

iMONETA DELL" IMPERATORF. VEspasiano.

uno stagno come ^ i-run mare, con edirici mtorm


lonne, con

72

ITALIA ARTISTICA

da parere una citta e villagigl sparsi di campi, di viti, di pascoli, di selve e quantita selraggiume, d'ogni specie di fiere. Nelle altre parti tutta fregiata d'oro con scompartimenti e lavori di gemme e madreperle >. (Svetonio, in Claudio Nerone^
di

XXX).

t.0i<Kll)01O

IMLKNO DLL COLOSStO.

(Fot. Alinari;.

Si capira facilmente
di sfarzo

dovesse modificare in

come questa mode

prodigalita di ricchezze e questa


sensibile la primitiva semplicita
il

ostentazione
architettonica

della Grecia.

infatti

sotto

Nerone che comincia

distacco fra
I

due

mento cede oramai


che furono
i

alia volutta;

ogni ricerca, aU'effetto.

due

architetti

stili. Ogni sentiSevero e Celere,

sopraintendenti nelle costruzioni imperial!, possono considerarsi

come

veri

e propri iniziatori della

nuova epoca

architettonica.

Anche

nelle decorazioni lo spirit

74

ITALIA ARTISTICA
si

nuovo
artisti

andava accentuando
si

le pitture

decorative della casa

Aurea sono

gia ben

diverse da quelle

delfabitazione di Livia, e la

mirabile attitudine

psicologica degli

ando accentuando. come ne fanno testimonianza i busti numerosi le statue personali, fra cui mi sembra notevole la cosi detta Agripquel tempo e di pina dove e una cosi nobile compostezza unita a una cosi profonda semplicita.
romani
Del
tico

resto I'imperatore Claudio

Nerone

fu

uno

spirito raffinato
egli

il

cui

senso

este-

doveva essere sviluppatissimo.


gli

noto

come

viaggiasse seguito da una

statua che

era cara fra tutte le altre. Chiunque conosce ed

ammira

il

bel corpo

PORTA

S.

LORENZO.

di

adolescente trovato nella


di

sua

villa

di

Subiaco

oggi prezioso

Museo nazionale
fetta egli

Roma, puo

farsi un' idea di quali

ornamento del immagini della bellezza perI'incendio del 64 fu giu-

doveva

essersi circondato.

I'impulso di attivita edilizia dato da lui subito

dopo

diziosamente continuato dai suoi successori. Nella


segui sotto
il

tregua di

rovine e di stragi che

governo dei Elavil, la magnificenza della Roma iraperiale si accrebbe ancora grandemente. Flavio Vespasiano, salito sul trono 'dopo un lungo periodo di guerre civili e di dilapidazioni, trovo gli edifici romani quasi tutti pericolanti e I'erario esausto. Con tutto cio e se bene di oscura famiglia sabina dell'agro reatino, egli capi con I'adattamento proprio della sua razza gli uffici di un capo dell'impero

AIv'CO

DI

TITO.
(I'ot.

Anderson)

76

ITALIA ARTISTICA

nella pubblica. Per provvee semplice nella sua vita privata fu invece fastosissimo di sesterzii e questo milioni dere alle finanze dello stato dovette trovare quaranta quali nessuno morle fece rivedendo il catasto e imponendo nuove tasse, contro Ma di una somma cosi ingente non si servi per i suoi piaceri o per la sod-

moro.

disfazione delle sue bizzarrie

il

pubblico erario fu riordinato

tutti

gli

edifici

antichi

restaurati e molti di nuovi ne furono costruiti. Fra questi tiene senza dubbio il primo posto I'anliteatro die doveva portare il suo nome e che e rimasto nei secoli come rimmagine stessa della grandiosita romana. E veramente gli spettacoli pubblici costituivano una parte importante della vita

ARCO

r)I

mo

LE SI'OGLIE DI GERUSALEMME.

(Fot. Alinarij.

di

Roma.
la

giuochi del circo, le corse,

combattimenti

con

le

belve e

combatti-

menti di uomini assoldati a questo scopo erano a poco a poco divenuti una necessita
per

plebe oziosa della metropoli.

Abbiamo veduto come Pompeo

Marcello

c<j-

struissero
di legno.

due teatri e come Augusto rifacesse in muratura il vecchio circo massimo Questo imperatore aveva inoltre scavato una colossale piscina, nella regione
la

del Trastevere, per alimentare

quale

occorreva

uno

speciale

acquedotto

e cho
i

serviva per

le

grandi nauinachie o combattimenti navali di cui


invece, era riservato alle corse dei carri e

erano

curiosissimi

Romani.

aveva una forma speciale, diviso nel centro da una muraglia o spina, su cui sorgevano colonne votive e obelischi e terminava con la niefa o limite supremo della corsa, II circo non serviva mai a combattimenti gladiatorii, quali si facevano un poco da per tutto, prima che
II circo,
i

fossero eretti gli edifici destinati


stesso

unicamente

questo scopo

e
di

non

di

rado nello
fossero

Foro Romano. Se bene

in origine questi

combattimenti

gladiatori

ROMA
tatti
1

77

dei giuochi nelle grandi circostanze. erso la fine della repubblica, essendosi estese le conquiste romane in Africa e in Asia, lurono ordinati speciali combattimenti di belve e per questi furono necessari cdihci special! e adatti alio scopo. Durante Tinaugurazione del teatro di Marcello turono uccise 600 belve e allora parve una grande strage un secolo dopo per la
\
:

unicamente da schiavi, col crescere delle esigenze del pubblico non mancarono o uomini liberi che si legavano con uno specials oiuramento a un Inuista o maestro e intraprenditore che ne formava compagnie speciali, le quali venivano affidate agli edili e agli organizzatori
professionisti,

inaugurazione dell'anfiteatro Flavio

il

numero

delle

belve sacrificate arrivo a sooo

'

ARCO

DI IITO

II.

IRIONFO DI TllO.

(Fot. Alinaru.

Del resto
in

le richieste

erano continue ed e nota


le

la lettera di

Cicerone, allora pretore

Asia, con la

quale promette non ostante


gli

molte

difficolta

che

si

opponevano
che

I'invio delle

pantere che

erano

richieste.

Sappiamo
di

d'altra

parte

Metello

aveva trasportato a

Roma

centocinquanta elefanti che furono

lutti

uccisi a frecciale

nel circo e Scauro vi aveva

mandato un vero gregge


il

pantere
fosse

di

leoni e seicoccodrilli e
in

cento leoni e quattrocento pantere aveva regalato Pompeo, e

trentasei

quaranta elefanti Cesare. Se bene

gladiatore

bfs/itiriits

riienuto
di
1

niiimr

conto del retiarnLS che combatteva con una rete e un tridentc,

iiiinniUo che

andava vestito alia maniera gallica, o del thracis che avi\a uno scudo convesso e favorito una spadetta ricurva alia maniera dei Traci pure a poco a pi)CO divenne sno della plebe romana, avida di cmozioni nuove e curiosa dei luinvi mostri clu' smisurato impero mandava alia metropoli. L'anfiteatro di Flavio Vespasiano che verso lA'Ill secolo fu detto Colosseum
;

il

il

ITALIA ARTISTIC A
Xerone

dal vicino simulacro colossale di


edificio ovale a tre ordini di

il

modelLj del genere. Si tratta

di

un

architettura, costruito con grandi blocchi

di travertino

dorico era formato dalle da grappe di bronzo. II primo ordine arcate che davano accesso aH'interno del circo e sulla volta delle quali era inciso agli spettatori il secondo il numero d'ordine corrispondente alle tesserae distribuite
tenuti insieme
;

ordine

ionico

si

apriva sui cor-

ridoi del

primo piano con innumerevoli


e le quali finestre

finestre

formavano

il

terzo ripiano d'ordine corinzio, coronato

strati

da un colossale attico dove erano incagrandi alberi di nave su cui era


i

assicurato

il

velarium

tenda

di seta

che doveva proteggere

gli spettatori

dai

raggi del sole e che era manovrato dai


marinai della flotta imperiale. Gli stessi
tre

ordini

si

ripetevano nell'interno.
vestali

II

primo
natori

riservato alle

e ai se-

palco

imperiale

aveva nel mezzo il podium o dove prendeva posto


coi

r imperatore

suoi

famigiiari,

il

se-

condo destinato a
naggi
di distinzione,

cavalieri e a persoil

terzo alia

plebe

ed e probabile mancando ogni traccia di costruzione in muratura che gli


ultimi
stalli

fossero

semplicemente
di

di

legname. Quelli del primo ordine erano


invece di

marmo
proprieta

travertino

ed
che

erano
o

di

privata,

tanto
il

molti di essi conservano ancora


i

nome
vi

nomi

dei

vari

proprietari

che

succedettero.

Centinaia di statue, di gruppi, di bassorilievi

e d'iscrizioni

questo sontuoso edificio


BUSTO
DI TITO

dovevano decorare che conteneva


la

MLSEO VATICANO.

non meno

di

87000 spettatori e

cui

inaugurazione
salire sull'ultima serie di

sotto Tito

fu

solen-

nizzata con cento giorni di feste. Bisogna

crepuscoli romani che


struire la scena di

gradinate e di la guardare I'interno del circo in uno di quel sembra debbano versare oro e porpora sulla terra, per ricoquell'edificio sontuoso, come doveva essere tutto splendente di
urla
delle

marmi

e di bronzi dorati, tutto fremente di popolo, fra le


dell' arena

belve e gl'inil

citamenti dei combattenti, nello scintillio


e dei braceri che
di
di

gialla

che

ne ricopriva
le

suolo

ardevano incensi

in

onore delle divinita, sotto

grandi alternative

ombra

e di luce lasciate dal velario, in

frastuoni, di luci, di profumi, di

una discordante armonia di colori, di suoni, sentori e di grida, quasi in una suprema apoteosi

8o
di

ITALIA ARTIS LICA

suoi raggi piu luminosi. Poi forza sotto la gloria del sole che lo innonda del corpi degli con gli uncini trascinavano dell'arena servi ultimi alluscita, quando gli
i

uccisi.

tutta quella folia

si

riversava tumultuando

e discutendo dentro

o nelle viuzze che circondavano redificio colossale, dalla sua scorta risaliva nei suoi palazzi del Palatino
galleria sotterranea che
li

vicino Foro mentre I'imperatore accompagnato


il

traverso

il

criptoportico

riuniva all'anfiteatro di

modo che

potesse accedervi senza

mostrarsi sulla pubblica via.

Un

altro

gruppo

di

edifici,

che rimangono a te'^timoniare della attivita edihzia

di

PALATINO

AVANZI DELLA CASA DI DOMIZIANO.

(Fot. Alinaril.

Pace e il Tciiipluin Sacrac Urbis all'estreniita meridionale fidel Foro. II primo di questi due templi fu costruito I'anno 75 dopo che Tito giio deirimperatore ebbe presa e distrutta Gerusalemme. In esso si contenevano il candelabro a tesori che il conquistatore aveva portato dal tempio di Salomone
Vespasiano v
il

tempio

della

sette rame, la prot/iesis contenente le sacre scritture,


sacrificio, le vesti e le suppellettili

vasi

d'oro

d'argento
il

del
si

dei sacerdoti.

poco a poco, pero,


molte

tempio

trasformo in una specie di museo dove


giche e molte opere d'arte insigni
:

furono racchiuse
queste tenev'a
si
il

curiosita
la

archeologia-

fra

primo posto

statua
II

cente del Xilo, circondato dai pigmei, che ora

conserva nel Vaticano.


servi

Te^i/pliii//

Sacrae Urbis invece non fu un tempio

propriamente detto e non

funzioni

ROMA
religiose.

Vespasiano die, come abbiam

visto,

ebbe a modificare

il

piano della

citta,

voile in esso custodire le


(li

mappe del catasto, U forma urbis incisa sopra una lastra marmo. Pensiero degno veramente della maesta di Roma, quasi che il suo siil

mulacro e
rlie

non

in

un tempio

catalogo delle sue ricchezze non potessero trovar piu degno ripostiglio edificato in loro onore.
ro-

niana

L'epoca dei Flavii segna dunque un periodo luminoso nella storia deH'arte dopo Vespasiano doveva Tito continuarne I'esempio e questa impresa gli
:

fu

PALATINO

AVANZI DELLA CASA UI DOMl/IANO-

.1.

A.,:..,i,),

anche

facilitata

da uno dei

soliti

incendi

die

devastavano periodicamente
restauro
;

la

citta.

Cosi restauro I'acquedotto deH'Acqua Marcia e di questo


I'lscrizione suU'arco
il

ci

rimanr ancora

che forma I'attuale Porta S. Lorenzo


conserva

rifece

quasi intieramente

teatro di

Pompeo

e vi aggiunse statue colossali, fra cui e notevole quella di bronzo


si
w<q\

dorato d'Ercole che

Walicano, e infine comiii

I'arco

di

trionfo

che

p )rtava il suo nome e che doveva glorificare la definitiva conquista del popolo giudaico. Questa conquista, che non fu senza g^loria e che fu ci>ntrastata jioljice per pollice dagli ebrei sotto la guida di .Simone Giora, segno hi tine k\v\\\\ loro storia
nel

mondo

il

principio di quella dispersione che agli

scritlori
di

cristiani

parvc

un

castigo divino.

questo fatto

si

deve forse se

il

belTarco

i'ito

sotto cui

non

82

ITALIA ARTISTICA
gl'israeliti

passano mai
cristiani.

credenti

tu risparmiato
i

nelle

successive

devastazioni

dei

ed e una fortuna per noi gia che


le piu mirabili

anche oggi fra

sculture

di
:

due bassorilievi deirinterno rimangono quel secondo periodo dell'arte romana.


Timperatore sulla
;

Rappresentano esse due scene del trionfo


tati

quadriga,

circondato

dai suoi luogotenenti e coronato dalla vittoria

e gli arredi preziosi del


essi

tempio porche

dietro

il

trionfatore

come preda

di guerra. In

e notevole la fattura, che ha

ormai acquistato un
e stata

carattere schiettamente nazionale e quella tendenza verista

sempre

particolare all'arte latina. Inoltre,

hanno per

noi

Timportanza

di dc-

AVANZI DEL NINFEO CON

RESTI DI

UNA FONTANA ELITTICA.

(Fot. Alinari).

cumento

s'>;orico

ci

permettono

di

immaginare
e

la

forma

del

famoso candelabro
nel

giudaico, perduto nelle rapine barbariche

piu

probabilmente gettato

Tevere
questo

da qualche

israelita

geloso delle memorie patrie. e delle trombe d'argento che erano


di

adoperate dai sacerdoti giudaici nel tempio

Salomone.

Disgraziatamente
sua

elegante edificio della gente P'lavia non e giunto a noi

nella

forma primitiva.
lati
il

Toltane

la

parte centrale

facilmente riconoscibile del resto

furono

rifatti

o per meglio dire immaginati dairarchitetto Valadier quando sotto

pontificate

di

Pio VII ne intraprese


L'arco
di

il

restauro.

Tito fu compiuto I'anno 8i di Cristo e fu inaugurate


i

da

Domiziano

che

gli

succedette nel potere supremo. Di tutti

Flavii

quali,

come abbiamo

ROMA
visto,

83

turono munificentissimi egli fu il piu fastoso e niero dei nuovi edifici, e innalzo sugli antichi tante
si

statue, tanti

dnghe, Che, secondo Svetonio, sopra una diesse

ammonimento
1

sa^is,

basta

talmente il nugruppi e tante qualesse un giorno questo anonimo


di

moltiplico

noi

n.>n

permesso
traverse
editti

giudicare

esattamente
loro
leggi

tigura, alquanto nebulosa,

la

di

Domiziano,
noi

perche,

avendo acerbamente perseguitati


quel tanto
e

cnstiani, la sua

memoria

e giunta a

core ha permesso.

che
dette

il

ran-

certo

pero

che

emano

saviissimi

me-

I'ALATINO

AVANZI DELLA CASA OKLOZIANA.

(Uot. Alinanl.

morabili e fu severissimo nel frenare


vincia, tanto

che

magistrati nella citta e

pretori

nella

profu-

sono parole

di

Svetonio, giudice non certo sospetto


,

<

non

rono mai ne piu onesti ne piu giusti


di

Ultimo della gente Flavia,

egli

ebbe

in sorte

condurre a fine gli edifici cominciati dai suoi ])rodecessori, o (|ue.sto {ccr con grande magnificenza e larghezza. La casa sul Malatino, fra le altre opere, d(n'eva rimanere come esempio di sontuosita e dopo il fast<> della damns aioro neroniana

come

il

piu meraviglioso palazzo che sorgesse

in

Rmna.
rovinc.
I'indole

Possiamo ancora intendere la bellezza di quclTedificio ammirandone le Oramai siamo lontani dalla elegante semplicita (VA\e rostruzioni augustane:

84

ITALIA ARTISTIC A
il

romana ha preso
ancora
di

sopravvento una volta


I

di piii e

il

nuovo palazzo
pareti

colpisce
di

prima
le
ai

piacere.

piccoli

pavimenti

in

mosaico,

le

adorne
caristio,

pitture.
il

stanze raccolte e non troppo grandi della casa di Li via.


lastricati
di

ban no

ceduto

posto

gialL) antico e di porfido,

alle

colonne

di

marmo

alle

incrosta-

trasforma in un sontuoso si in una sala ricca di tutte triclinium modesto ninfeo adorno criptoportico decolossale un in le raffinatezze dell'arte. Lumile corridoio coperto, corate di stucchi. illuminato qua e la da lucernari monumentali adorni di transenne
zioni di

africano e di diaspro.
di statue e di

La

fontanella dell'atrio
II

fiori.

META SUDANTE.

(Fot. Alinari).

marmoree. Tutto deve esser grande, luminoso, magnifico I'eleganza e sono ormai che accessorii della forza e della monumentalita.
:

la

grazia non

Costruito

sull'area

che

intercedeva

fra

le

case

di

Tiberio

di

Augusto,
che

il

nuovo palazzo
riempito
di
la

dei Flavii

sorgeva sopra una larga piattaforma


su<:)lo

artificiale,

ave\a

depressione del

esistente fra

un gran numero

di sale, disposte intorno a

due corni del colle. Si componeva un vasto peristilio circondato da cole

lonne di

marmo

rosa, incrostato di alabastri orientali e


il

elegantissinio ninfeo

cui

bacino ovale d'alabastro e


le

adorno alle estremita da un due colonne di giallo trecciato


rcgia,

sono ancora

visibili.

Notevoli fra

varie sale sono Vaitla

riceveva ufficialmente, adorna da sedici colonne di


contenenti statue preziose
;

e la

Basilica

dove I'imperatore marmo numidico e da nicchioni tribunale, circondata da un porticato

ROMA
d'ordine corinzio di cui
niirabile
si

3e

veggono ancora
;

le

colonne
sa]a dei
antico,

divisa

nel
il

transenna

di

marmo
la

apparisce ancora qua e


e

triclimnm o incrostato da giallo


il

banclietti.

mezzo da una cui pavimento


pavonazzetto
grandiosi
e
i

da porfido,
i

da

da serpentine, e finalmente V

aradn;,/r7 o

biblioteca,

cui

avanzi

ll.WI'IO

MINI KVA.

frammenti

di bassorilievi

idea di quello che

marmorei e di capitelli e di colonindoveva essere quando splcndente di marnii


i

])ossoni)

dare
di

una
o]i(Te

ricca

d'arte inestimabili accoglieva fra le sue niura

tesori del pensiero

umano.
j)er
\\\\
i

Sotto

il

palazzo dei
i

I^'lavii

sorgeva

il

Pidaiiogiiiiii,

o collegio

paggi

die
alia

dopo aver compiuto


ancora rimangono
di

loro studi nel collegio

del Celio ottenevann

impiego
Le stanze
alle

corte imperiale e quivi erano riuniti per rirevere I'ultima educaziono.

che

questo edificio, lianno conservato

il

loro

intonaco

pareti

^,6

ITALIA ARTISTICA
colonne
alle

e le

porte d' accesso

ma
e

quelle

die

interessa

maggiormente

sono

curiosi grafiti incisi nelle ore d'ozio o di ricreazione

da

tutte le parti del

mondo. Qui

Timmagine rozza

da quel giovani giunti a Roma di un molino messo in movi-

STAZIONE

DI VIGILl IN

TRASTEVERE

INTERNO.

(Fot.

I.

I.

d'Arti Grafiche).

mento da un
sclamazione

asino,

sotto cui I'ignoto disegnatorc ha scritto

labora
ti

asr/lr
;

qno^nodo
la

ego laboravi et prodcrit tihi (fatica, somarello,

come
i'lvVlKl

io faticai e
;

giovera)

un'eFelici

gioconda
piu
oltre

Corinthius exit dc Pedagngio


in

piu in

la

un nome
forse

ripetuto

letters

greche

ricordo

della

patria

88
lontana. Fu in una Museo Kircheriano
di

ITALIA ARTISTICA
queste stanzette

che

venne

ritrov^ato

il

grafito

celebre

del

(sala II)

rappresentante
e
alia

un

giovinetto

die

adora
eov

con

la testa d'asino,

intorno a cui

scritto

Ji\tiii).ivoq

'zifi-i

un crocifisso Alessameno
Cosi
aH'ini-

adora Iddio

allusione

mordace

religione del

compagno

di studii.

provviso, per virtu di

(|uelli

sgorbi tracciati in un' era di fatica o di gioia, o di no-

stalgia o di dispetto, noi riviviamo airimprovviso la vita antica di quel

giovani c
loro

li

seguiamo a traverso
i

vari sentimenti che

li

agitavano, e penetriamo
essi

le

anime,

loro pensieri. le loro aspirazinni. cosi

quali

dovettero

essere

mentre a pochi
nel

passi dciUe loro teste,

palazzo

sontuoso di marmi e
stava

di fontane, si

svolgendo
!

la

tragedia

del

niondo

Ma
si

I'attivita di
edifici

Domiziano non
del

limito agli

Palatine.

Nel Foro

Romano

si

fece

erigere

una statua equestre che fu la piu grande di quante allora ne erano


state viste (equus
cui

Domitioni)

e di

base e compi
siano
ai piedi

Giacomo Boni ha ritrovato la il Tempio di \"espadel Campidoglio, tem-

pio di cui

rimangono ancora tre colonne eleganti e una parte della

cella.
la

canto

al

Colosseo

costrui

fontana monumentale che fu detta


dalla

M( ta Sndans, probabilmente
del Circo. Nel
difico BUSTO
DI
il

sua forma conica simile alia luefai

Campo Marzio
grande
si

rie-

Tempio
dal

d'lside e Serapide

TRAIANO

MUSEO VATICANO.

distrutto

incendio

di

Tito e in cui
lischi,

conservavano obe-

sfingi e le altre divinita egi-

Foro d'Augusto un terzo Foro che fu detto Transitorio. Ma questo suo ultimo lavoro non pote compire il procuratore Stefano, il liberto Massimo e il primo cameriere Saturio s' incaricarono di avverare le profezie dei sacerdoti caldei che a Domiziano ancora giovine avevano predetto una niorte violenta. Fu I'imperatore Nerva che nel suo brevissimo regno di due anni condusse a termine T impresa. Xel centro del nuovo Foro egli edifico un tempio a Minerva che fu inaugurato X anno gs di Cristo e cui avanzi dimostrano quale ne doveva essere I'eleganza primitiva. Questo tempio rimase inziane.
il

Finalmente riuni

Foro

Romano

il

tatto fino

al

secolo

XVII
i

fu

Paolo

V,

Borghese,
della

che
sua

lo

demoli

quasi
a
S.

total]\Iaria

mente per adoperarne


Maggiore.

materiali nella

costruzione

ca^Dpella

\.\

COI.ONNA

IKAIANA.

QO

ITALIA ARTISTICA

L'impulso die
edilizie

gli

accentuo

la

trasformazione dello

imperatori della gente Havia avevano dato alle grandi opere stile romano e lo porto a quel grado di

eccellenza dopo la quale comincia a decadere e a finire nel balbettio barbarico e rozzo dell'epoca di Costantino. Questa eccellenza la raggiunse sotto i due imperatori che

TPRME

DI TITO.

(F<it. I. I. d'Arti Grafichc).

seguirono Xerva

Traiano ed Adriano.

D'origine

spagnuola

ambedue,

amavano

il

fasto dei grandi edifici e I'apparenza sontuosa delle opere d'arte decorative: di

piii,

buoni governanti e gelosi della dignita imperiale, sentirono


la

citta

con

edifici

che fossero gloriosi

al

loro

bisogno di arricchire il nome. Le opere intraprese da Traiano


di
edifici,

furono veramente colossali e basterebbe a caratterizzarle quell'insieme

di

colonne di basilica e di templi, die forniavano


ricerche di (iiacomo Boni
distrutto per
stallo nella

Foro da lui intitolato. Le ultime hanno portato una nuova luce su questo Foro e lianno
il

sempre

la

leggendaria

interpretazione

dell'epigrafe

incisa
si

sul

piedi-

colonna commemorativa. Secondo


Foro.

questa
di

interpretazione

voleva

che

I'altezza della

colonna stesse a significare I'altezza


il

un ipotetico
d'accordo
col

monte spianato
geniale

per innalzarvi

Ma

filologi

si

sono

messi

archeo-

logo e hanno trovato che Taspro lavoro era stato intrapreso

nelle

cave

di

marmo

II.

GRUPPO

ni

I.AOCOONTK

MUSi:0 VA IICANO.
(I''ot.

Alinari).

92

ITALIA ARTISTIC A
si

da cui
trapresi
ai lati,

era tratta la colonna, testimonio eterno di

quanta

fatica

fosse

costato

il

suo innalzamento.
i

Fu

sotto la direzione di Apollodoro di


fu
di

Damasco

che

furono

in-

lavori del

nuovo Foro. Questo

forma

irregolare,

con

due

emicicli

un arco di trionfo che serviva di porta, una tempio circondato da un portico in mezzo al quale sorgeva
cordare
edifici
il

basilica (la
la

basilica

Ulpia) e un
eretta a
ri-

colonna

passaggio del Danubio e


si
1'

la

conquista della Dacia, L'insieme di

tutti questi

dovette comporre una


il

perfetta armonia,

che

agii

spiriti

eletti del

Cristia-

nesimo dolse
in ctcTno.

pensiero che

autore

di

una
nata

simile opera di bellezza

fosse
e

dannato
riflette

Ed

ecco

che

una

leggenda

intorno

al

secolo
S.

VII

che

molto ingcnuamente questo sentimento,

ci

fa sapere

come

Gregorio,

addolorato

.-,.:.; ;ais.-

'a

PLUTEI DI TRAIANO

SUOVETAURILIA

(Fot. Alinari).

che un cosi grande imperatore non Signore che questi


lo

si

fosse

salvato,

prego tanto
di

ardentemente
edifici

il

ammise

alle glorie del

paradise.
quelli
di

Disgraziatamente pero, noi possediamo pochi avanzi


pochi abbastanza confusi e mal
ridotti,

questi

visto che le colonne

granito

grigio

non

furono rimesse nella loro posizione primitiva e che I'abside


e nascosta fra
i

di uno dei due emicicli Foro dalla parte di Via Nazionale. La basilica Ulpia, il recinto del Foro e il tempio di Traiano giacciono ancora sotto la terra che ne ricopre le rovine, e il grande arco per il quale si accedeva in questo museo di edifici, fu distrutto sotto Costantino quando si tratto di erigergli un arco di trionfo per la sua vittoria di Ponte ]\Iilvio. Le sculture dell'arco di Traiano che rappresentano il buon periodo dell'arte puramente rocortili

delle case che fronteggiano

il

mana
i

passarono all'arco

di

Costantino. dove ancora

si

possono vedere. Esse sono


questi
e
i

bassorilievi della parte superiore, gli otto medaglioni sotto


i

quattro
di

ri-

quadri con scene diverse che ne decorano

fianchi. Chi poi avesse


si

curiosita

codella

noscerne

soggetti, potra esaminarli sul luogo e

rendera

facilmente

conto

94
differenza grande di
rici
stile
*''.

ITALIA ARTISTICA
fra le belle sculture

del

buon
a

periodo e

fantocci

barba-

della

decadenza

Perfetta inv^ece per conservazione e

giunta

fino

noi

la

colonna

dove

sono

riprodotte in un bassorilievo a spirale le vittorie riportate dairimperatore sul Danubio e contro i Daci. Essa sorge sopra una massiccia base quadrata, adorna di un bassorilievo rapprcsentante le armi dei popoli conquistate e da due Vittorie che recano 11 cartiglio dell' iscrizione. Fu innalzata I'anno di Cristo 114 ed e composta

da 19 riquadri
di

di

marmo

pentelico
:

su

cui

sono scolpite oltre 2500 figure


ISO scalini conduce
alia

una
dell'

stala

sommita dove
impe-

era la statua di bronzo

dorato

ratore che perduta nei molteplici saccheggi


barbarici fu da Sisto

sostituita nel isb;

con quella

di

S.

Pietro.

I'apostolo
della

protet-

tore della citta. Xella

base

colonna
Cas-

di

secondo quanto
ed

ci

dicono

Dione
scavata

siodoro
cripta.

Eutropio

era

una

nella quale furono deposte le ceneri


in

Traiano

un'urna d'oro.

Un
rante
il

altro importante edificio, eretto du-

suo governo, fu quello delle Terme.

Gia Tito aveva costruita sopra


della douius oitrea di

una parte
sue terme

Nerone
presto

le

che

per

essere

compiute
tardi

frettolosamente
restaurate da

dovettero essere ben

Domiziano

piu

da

Traiano

che
fonfino
prin-

pen'-o di ingrandirle rifacendole dalle

damenta. Esse rimasero quasi intatte


AOKIANO

TESTA TROVATA NEL SUO MAUSOLEO. ML'SEO VATICANO. (Fot. Alinari).

al

secolo

XVI

ma

in

quell 'epoca

ciple la loro distruzione

sistematica,

tanto
in

che
rovina. V\x soltanto nel

in

breve

caddero
gli

completamente
;

1813 che ne furono intrapresi


fine

scavi

ma
e

lavori

ncn
ab-

sono

mai

stati

condotti a
la

anche

oggi
note

rimangono
ai

mezzo
che

sepolte

bandcnate,

lungo

via

Labicana,

poco

viaggiatori

quasi

completa-

mente trascurate
base dell'esedra e
colossale.

dalle guide. Si
di sette

tratta di

o otto stanze
fu trovato

qui che nel

i5o''>

qui che un po' prima vennero rinvenuti da Raffaele nelle sue logge, per essere
(1)

formavano la dove sono ancora resti di una fontana il gruppo del Laocoonte vaticano ed e anche quelli ornati che imitati da div^ersi artisti e stati scoperti in una grotta furono detti
gallerie a volta
i
:

nove

la nota dei bassorilievi tolti all'arco di Traiano: A sinistra della facciata che guarda il Colosseo 1. InTraiano a Ruma. 2. Continuazione della Via Appia. 3. Traiano soccorre fanciulli poveri. 4. Traiano giudica un barbaro. (A sinistra del lato opposto), 5. Traiano incorona I'ortamaste re dei Parti. 6. Soldati che conducono alcuni barbari a Traiano. 7. Traiano arringa Tarmata. 8. Sacrificio di Traiano. I medaglioni rappresentano scene cii sacrificio o di caccia. I qiiattro riquadri ricordano le battaglie contro Daci e vinti che implorano Triiano coronate dalla vittoria.

Ecco

gresso

di

.Nil'IO

1)1

XI.TTLNO

IN

I'IA/./.\

\>\

I'll

IKW.
(Vut. Alinar;).

oA
i^rottrscJii.

ITALIA A RUSTIC A
Se bene
le

terme

di

Tito e di Traiano non potessero gareggiare


ai

in

madella

gnificenza con quelle che furono erette piu tardi, pure


il

lore tempi rappresentavano


la

massimo sfoggio

del lusso e della

magnificenza.

comode per

centralita

loro ubicazione e ricchissime di acque. I grandi serbatoi


di Sette Sale,
alia casa di

conosciuti

oggi
lusso

col

nome
queste

che accoglievano

le

acque dell'acquedotto
darci

di Caligola e la distribuivano

Nerone

e ai bagni di Tito, possono

un'idea

del

di

terme,

Anche
rato nelle

all'epoca di Traiano possiamo far risalire la settima Coorte dei Vigili


il

posta
Le

nella regione trasteverina, dietro

viale del

Re

e I'anfiteatro Castrense incorpoS.

mura aureliane

dietro I'attuale basilica di

Croce

in

Gerusalemme.

coorti dei vigili furono istituite

come abbiamo

nelle varie regioni della citta. \Jexciibiformin, o


stato scoperto abbastanza

recentemente e

Augusto e distribuite accasermamento del Trastevere, e consiste in una piccola corte pavimentata
si

veduto da

a mosaio e adorna da una fontana su cui

aprono alcune stanze decorate con


gia
nel
si

grafiti

che rimontano

al

III

secolo della nostra Era. Se bene non sappiamo con certezza a

che epoca risalga Vexciibiforitim, pure e certo che esisteva

secondo
sa che
si

secolo.
eserdi-

nel secondo secolo dovette esistere I'anfiteatro Castrense,

dove

citavano

come

in

una palestra

gli

equifes singulares le cui caserme

erano poco

stant! dalle case dei Laterani,

mettere tanta grazia

La contessa Lovatelli, in uno dei suoi studii dove sa femminile sotto una cosi austera dottrina, ha parlato a lungo
proloro
]\Iarlui
il

di questa cavalleria scelta, istituita da Traiano e reclutata esclusivamente nelle

vincie della Tracia, della Pannonia, della Resia e della Dacia. Esiste ancora
cimitero, fuori della Porta Maggiore, dove adesso e la chiesa
di

il

S.

Pietro

celHn'3. Le lapidi uniformi ci mostrano il cavaliere giacente mentre dinanzi a famulus reca il cavallo imbrigliato. Accasermati, come ho detto, nelle vicinanze

delle

case laterane, essi vi rimasero fin sotto


essere accresciuti di

il

governo

di Settimio

Severe,
sevrriana,

quando per
fra
la

Tasso e
lestra, e

la via

numero furono Emanuele Filiberto e


rotondo

trasferiti ai a

nova

castra
il

via

queU'epoca

risale

piccolo

cimitero di Tor
loro
di

Pignattara. In quanto all'anfiteatro Castrense, che per molti anni servi

pa-

un

edificio
di

di mattoni,
in

formato da due piani d'ordine corinzio, uno


di

dei quali

adorno

mezze colonne

mattoni
si

elegante snellezza.
di

Anche

nel vecchio Foro


i

Romano

trovano tracce dell'attivita


coi quali
egli

Traiano e
i

al

suo impero appartengono


tribuna

due eleganti plutei

voile decorare

rostri

conducevano alia non e ben stabilito. Rappresentano due scene della vita imperiale in una si vede Traiano, assiso nel Foro, che ordina di bruciare registri dove erano annotati contravventori all' editto suUe tasse nel secondo
;

rinnovati. In origine essi dovettero innalzarsi ai lati delle scale che

ma
:

il

loro uso

e rappresentato Traiano in atto di

arringare
istituisce

il

popolo
il

da

quelli

stessi rostri

e in

un

secondo

riquadro

Traiano
si

che

sodalizio

dei

Piicri

et

puellar

alimentariac, col quale

dovevano soccorrere
rappresentati
i

fanciulli dei

cittadini

morti poveri.
sacrificio
:

Sulla seconda faccia sono

suovetaurilia o animali
e

maiale

siis

di

una pecora

ovis

un

torello

del

un
con

/aunts

riprodotti

quel sentimento verista che fu proprio dell'arte romana. In questi bassorilievi e raggiunta I'estrema perfezione di quella scultura storica che abbiamo veduto nascere

swWAra pads

Augusto

e che

dopo essere rimasta

nella sua eccellenza ancora per

TOO
qualche
decadere.

ITALIA ARTISTICA
anno sotto Timpero
di

Adriano,

dove, a

irreparabilmente

rapidamente
Egli jfu
in

E
spirito

Adriano segna veramente Tullimo eletto, istruito nelle lettere greche

limite di questa
e cosi

evoluzione.

amante deU'ellenismo che

uno Atene

IL

PANTHEON

LATO SINISTRO DEL PORTICO.

(Fot.

I.

I.

d'Arti Grafiche\

^i

diede a restaurare gli

anticlii

monumenti, completo

il

tempio
II

di

(iiove

Olimpio
dei

e due nuovi ne edifice a Giunone e a Giov^e


suoi

Panellenio.

carattere

principale

monumenti e una estrema e'eganza unita a quella grandiosita scenografica che oramai doveva essere la. base fondamentale delT arte romana. Inoltre egli fu uno
spirito nostalgico, in cerca della bellezza a traverso tutte le regioni dell'impero.

Nel

ventennio che duro

il

sue governo, Adriano fu un poco da per tutto

in (irecia

ROMA
che prediligeva sopra
I'Eufrate,
il

lOI

le altre provincie visse qualche tempo, percorse il Nilo, Danubio, fu nelle Isole Britanniche dove edifico la grande muraglia di
:

ho miglia romane in difesa dei Caledoni

nella
il

Spagna dove
sepolcro di

rifece in
e

Tarragona
incise
ai
il

il

tempio

di

Augusto

in Egitto

dove

riedifico

Pompeo

suo

nome

sul colosso di

Amenofi

e concepi quella Antinoe che

deve rimanere
adrianeo.

nostri

sguardi

come

la piu

inesplicabile

manifestazione

dello

spirito

Dovunque

IL

PANTHEON

LATO DESTUO

DEI.

PORTICO.

(Vol.

I.

I.

li'Aiti Crafiche).

egli fu, in

Asia come
si

in Africa,
lui
i

nelle Gallie

come
il

nella

llliria,

lascio tracce del suo

passaggio e
vilta

puo dire di romana, venuto dopo


si

che fu veramente
1

conquistaturi.

i^aesi

grande popolarizzatore della cir]\v prima avevano poche ca])anne di


testimonianza
della

strame,
latina

arricchirono di
inizio di

monumenti

architettonici,

grandezza

fu una nuova civilta. Nessun imperatore e nessun piu munifico di Adrian nell'erigere edifici nuovi e nel restaurarr gli antichi. Are non indegno a giudicare dal tempio di Venere e Roma chitetto egli stesso

ed

sovrano mai.

voile vedere
si

suoi sogni fatti di pietra e di


di riunire tutte
le

marmo.

Spirito inquieto e cosmopolitn,

compiacque

forme

di bellezza

che lo avevano colpito e a Tivoli

102
edifico

ITALIA ARTISTICA
una
villa

die doveva essere un niuseo architettonico e die doveva raccogliere


gli

nei suoi recinti la riproduzione di quelli edifici che piu

erano

piaciuti

nei

suoi

innumerevoli viaggi.
Si capira facilmente

come un

simile spirito finisca


stili

col

divenire

un
per

corruttore.

Nella fusione di tante diverse tendenze e di

cosi

different!,

I'arte

romana dogiungere
piani

veva perdere
yli

il

suo carattere
iiltimi

primitivo e deformarsi a poco


seoli.

poco
(^he

aH'imbarbarimento degli

K dunque

sotto

Adriano

bisogna ricercare
i

ultimi bigliori dclla sua grandezza,

Abbiamo veduto come

egli disegnasse

ARCO TKOINKALE DELL'lMPEKATORE ADRIANO SULLA VIA FLAMINIA (SEC

XVIl).

della

di Venere e Roma: e in quell'edificio elegantissimo, costruito fra il Foro Pace e il Colosseo, die noi troveremo caratteri fondamentali della sua arte. Ouesto tempio fu costruito I'anno 13^, sopra una piattaforma artificiale ottenuta ricolmando le irregolarita della Velia e distruggendo gli edifici die si trovavano in

del

tempio

quel punto.
absidi die
rivolta S.

Aveva in origine due facciate die guardavano ai due lati opposti e due combaciavano nella loro periferia esterna. Si possono vedere anclie oggi Tuna verso I'anfiteatro Flavio, Taltra cliiusa nei giardino del convento di

tetto di

Francesca romana. Ma questa particolarita non era visibile all'esterno e un unico bronzo dorato ricopriva Tintiero edificio. A Roma Eterna e a Venere Felice erano dedicate le due celle rivestite di marmi preziosi e precedute da quattre
colonne. circondava questo tempio eretto in onore della
citta

della

Divinita

sua

I04
protettrice.

ITALIA ARTISTICA
le

Dagli avanzi che ancora sono rimasti, possiamo giudicarne elegantissime e la linea armoniosa e solenn? al tempo stesso.

proporzioni

Anche
Marzio

il

tempio

di

Nettuno

se

bene

edificato in

origine
i

da

Agrippa

fu

intieramente rifatto da Adriano, quando decise di restaurare


distrutti

monumenti del Campo


basilica

dall'incendio di Tito. Piu che

un tempio era questa una

BUSTO DI ANTINOO

chiamarono Poseidonium. Aveva'^la facciata rivolta verso la via Flaminia e sorgeva sopra un podio altissimo decorato sontuosamente con grandi statue di cui se ne conservano alcune nel Museo Capitolino e in quelle Nazionale
gii

antichi scrittori la

di

Xapoli

rappresentanti figure

muliebri

che

impersonavano

le

varie

provincie
e
al

dell'impero. Sui piedistalli di ciascuna statua erano scolpite in bassorilievo le armi


le

suppellettili del

popolo che essa rappresentava. Tutto intorno


portico. le cui pareti erano

alia

Basilica

Tempio girava un

adorne

di

pitture

rappresentanti

la

ROMA
spedizione degli Argonauti e
giallo antico.
le

lO:

cui porte

erano

precedute

da

colossali

colonne

di

nel Campo Marzio Panil doveva tramandarci intatto e die anche oggi rappresenta la piu completa manifestazione dell'arte romana. Si credeva fino a poco tempo fa che Tedificio attuale fosse il tempio primitivo del secolo di August ma gli studi intrapresi nel 1891 da Giorgio Chedanne e le ricerche poste-

Un

altro edificio di

Agrippa, rifece
Dei che

intieramente

theon o tempio di

tutti gli

la sorte

^-^^i^^s.TEMPIO D'ANTONINO E FAUSTINA.

riori

ordinate dal Minister della pubblica istruzione

ci

rivelarono che la costruzione


(ili

risaliva

dalle

fondamenta

alia

cupola

al

period adrianeo.

scavi

recenti

hanno inoltre dimostrato che il Pantheon di Agrippa aveva una forma rettangolarc ed era piu piccol le sue fondamenta son state ritrovate sotto il portico dell'attuale edificio. Csi che sotto la direzione di Adrian il tempio di tutti gli Dei acquistava una diversa apparenza. ]:)iu adatta al gusto del tempo o piu degna dolla grandezza romana. Rispettoso pero dellc tradizioni e della stori.i. cgli non volU;

dare

al
:

nuovo monument

il

su

nome
il

e prefer! di lasciare

ncH'attico I'iscrizione pridel consigliiTe

mitiva

M.

A^i^rippa L. F.

Cos. ferh'um fecit,

non ostante

clio

d'Au-

gust conservasse oramai slamente

nome.

jo5

ITALIA ARTISTIC A
riedificazione del

periodo il Pantheon fu compiuta fra il 112 e il 126 di ornamenti e se bene spogliato dei suoi Adriano piu fortunate del governo di di terra, rimane ancora il piu bello e il bronzo e interrato da dieci o dodici metri a cui si accedeva per una podio suo sul Alto piu completo dei tempi romani. rivestite di marmi prepareti le e oro la cupola d' scala di cinque gradini, con

La

BU5TO

DI

ANIONINO PIO

NAPOL

'.

MUSEO NAZIONALE.

ziosi.

il

suo aspetto doveva essere imponente.

Ma
:

neirinterno

che

noi

possiamo
di

anche oggi ritrovare un poco della porzioni, unita una grande semplicita

sua anima
di linee

antica,

Un'armonia perfetta
ancora
il

procui

questo e

segreto

per

alia sua noi ci sentiamo compresi di stupore. La cupola ha un diametro eguale simmetricamente profondita (.u m. e ,50 cm.) sette cappelle o nicchie sono distribuite di intorno alle sue pareti e ne interrompono la monotonia con le snelle colonne
;

giallo antico e di pavonazzetto

I'occhio centrale

della

volta

distribuisce

una

luce

R
diffusa,

(J

MA

107

attenuando

le

ombre
ac-

e togliendo

rinconveniente

dei chiaroscuri troppo


centuati.

nare

puo immagiquelle die doveva


Si

essere I'aspetto del tempio,

quando
ziosi

tutto

il

suo interno

era rivestito di
e tutti
i

marmi

pre-

cassoni della
di la-

cupola erano coperti

mine
cio,

d'oro. ]\Ia

con tutto
la

non ostante
la

mole

del

tempio,

I'architettura

conserva
aerea.

sua leggerezza
vi

Non

uii

solo
traL'aPOTFOSI D'ANTONINO E DI FAUSTINA BASSORILIEVO DELLA BASE DELLA COLONNA D'ANTONINO VATICANO, NEL GIAKDINO DELLA PIGNA.

particolare che

abbia

scurato questa qualita: perfino le

porte

massicce

di

bronzo finiscono nella parte superiore con una

graticciata

elegante,

che

pur

mangiusto
della
artisti

tenendone le proporzioni deve dar loro una incomparabile snellezza. Ed era che questo edificio perfetto fosse il sacrario deU'Olimpo romano. La religiine bellezza e i suoi simulacri che avevano suggerito le perfette immagini agli
della Grecia, erano veraraente

degne del

loro

scrigno

colossale

bellissimo,

si

direbbe quasi che per


gio,
il

tempio

di

tutti

un oscuro presagli Dei, il tempio


appunto f<^sse dovevano traman!

che piu d'ogni altro doveva rappresentare


il

paganesimo
i

trionfante
ci

quelle che

secoli

dare nella sua intierezza

Lo
non
si

stesso

per nostra disgrazia


del

ilel

puo
si

dire

mausoleo che Timtrastiberina. In ijue-

jjeratore

era edificato sulia sponda

Tevere nella regione


sto

monument
fatt<i

egli

aveva voluto
antica
e
in
le

cen-

servare

la tradizione

tondo
linee
il

non aveva
principal!
(juale

che

ripetere
di

del

mausoleo
si

August<\
ai

a sua

volta

avvicinava

se-

abbiamo veduto un polcri eircolari tomba di Cecilia nella ])urissimo esempio


di cui

Metella. Trasformalo
l)riino
la
itAssoKiLiivo niiiA HAsi coKiEo MiiriAUE lUNLiiui: NELCIAKDEl LA COLONNA D'ANTONINO -VAllCANO,

in

fortez/a.
in

fin

dal

medio evo,
di

c
il

divenulo

breve
fu
cir-

rocca

Roma,

bcU'ediTirio funebre

pcrdclte la sua

forma primiliva.
(11

(,,,(|ato di baStlOUi C

opcrc fortiflcate,

DING DELLA PIUNA-

io8

ITALIA ARTISTICA
dovevano cercarvi
rifugio.

fu sopraccaricato di alloggi per colore che

Questo meravi-

glioso sepolcro fu cominciato dallo stesso Adriano I'anno 130, ma non fu condotto a termine che 9 anni dopo sotto il governo di Antonino Pio ('). Si componeva di un

STAiUA

DI

MARCO AURELIO.

(Fot, -Vlinari).

basainento colossale

di

marmo

bianco, adorno di pilastri corinzi e di fregi a bucrani,

uno

dei quali

si

conserva ancora nel Museo Nazionale di Roma. Sul basamento sorin

(1)\ OllrcTairiiriperatore Adriano furcrio sc|,olti Marco Aurclio, Fulvo Artonino, Galcrio, Fadilla,

questo mausolio: Antonino

I'io,

sua moglie Sabina, Faustina,

ecc.

COI.ONNA

hi

MARCO

AURIl.lO.
(Fot. Alinarl).

no

ITALIA ARTISTIC A

geva la mole circolare. quella che rimane tutt'oggi, e che era anche essa decorata con grande magnificenza. Tutto I'edificio era circondato da una cancellata di bronze adorna di pavoni dorati. che si apriva nell'asse del Ponte Elio, sopra una porta dov^e in una nicchia s'innalzava I'immagine del sovrano. Dalla porta si scendeva per un corridoio pavimentato
di

mosaici bianchi

neri,

fino

alia

cella

funebre

stanza

quadrata, con le pareti e la volta di peperino, dove nel centre giaceva il sarcofago di porfido contenente le ceneri di Adriano e di Sabina *'^. Numerose statue decorative, e colonne di marmo e vasi preziosi adornavano all'esterno il colossale mausoleo che

una giudiziosa ricostruzione

dell'l liilsen

ci

permette

d'immaginare nella

sua magnificenza primitiva.

Per accedere al suo sepolcro funebre, Adriano penso anche di edificare un ponte monumentale che riunisse al Campo Alarzio la sponda trasteverina. E fu veramente un accesso trionfale. degno complemento estetico del mausoleo. Si cumponeva in origine di otto grandi arcate di peperino riv'estite di travertin ed era decorate sui
parapetti da statue decorative. Dal
fu detto dotto,
le

nome

stesse deirimperatore

Elio

Adriano
nei.

Ponte Elio ed

e,

dei ponti imperiali, I'unico che sia giunto fine a


fluviali,

Ri-

nella

sistemaziene delle sponde

a sole

cinque

arcate

rimpiccielite
il

due
il

laterali '-\

subi nelle decorazieni molti cambiamenti,


il

ma

durante tutto

medio
la citta

eve

Ponte Elio rimase

ponte per eccellenza e I'unice accesso diretto fra


I'architettura

e la basilica deirapestelo Pietro.

Abbiame veduto dunque come


Traiano e gia ceminciava ad
dai

giungesse

sotto
si

il

governo

di

A-

driano al suo piu alto grade di splendore. La scultura, invece,


irrigidirsi

era

fermata sotto

in

quelle forme che a


secolo.

peco a poco devevane

puo giudicare del sue valeie perdono la finezza primitiva basserilievi sterici si modellano in una per divenire semplici accessori decorativi e unica cifra, dove la snellezza ed il naturalismo di un tempo cedono a un principio di manierismo che andra ormai aumentande di anno in anno. La testa colossale di Adriano al Vaticano ci dimostra gia come per far grande si trascurassere quelle preziose qualita di analisi psicologica che avevane resa cosi interessante Tarte roarce che mana. I basserilievi che adornavano I'arco di trionfo dell'imperatore sorgeva sulla via Flaminia, di fronte alVAra pncis e che fu distrutto per ragieni di
trasformarla nei tentativi rozzissimi del
Si

IV

frammenti che ancera ce ne rimangeno. Cesi


i

busti

viabilita in

pieno secolo

XVII

ci

funno vedere
nella
i

la

degenerazione

di

questa

sculdi la

tura storica che

abbiamo potuto ammirare


finalmente

sua ascensione
di

dai

monumenti

Augusto

a quelli di Traiano.

simulacri

queirAntinoo, che fu

piu ardente passione di un sovrano pur

cesi

diverse

dai

suoi predecesseri, ci metdi

tono innanzi
artificioso,
]\Ia

le

forme fredde, compassate e vorrei dire accademiche


la

un ellenismo
D'ora

volute dai sovrano e non sentito piu da nessuno.

I'arte

romana aveva oramai compiuta


i

sua parabola

ascendente.

innanzi troveremo solo

progressi di quella decadenza che doveva lanciare


a
estinguersi,

gli ultimi

bagliori della sua luce agenizzante e pressima

sotto

("estantino

Au-

gusto,
(1) II

il

distruttore della potenza di


di qiiesto sarcofaj^o si

Roma.
nella

coperchio

pu6 vcderc

Hasilica

di

S.

Fietro
e

dove

stato trasformato in

conca

battcsimale.
(2)

Durante

lavori del Lunj^o

Tevere furono ritrovati

jjli

arconi primitivi

scioccainentc distrutti.

12

ITALIA ARTISTICA

VI.

La decadenza comincia
filosofo

subito con Antonino Pio e

si

accentua sotto

suoi suc-

cessor!. Di questo imperatore

da

farci

un

po'

che e giunto a noi con una fama di cosi perfetto sospettare della verita se si pensa la protezione che egli

MAUCO AUKELIO ACCORDA GRAZIA

AI

NEMICI VINTI

MUSEO NUOVO NEL PALAZZO

DEI CONSERVATORI.

offri

ai

cristiani

rimangono ancora

alcuni

monumenti

quali

ci

permettono

di

seguire la lenta discesa dell'arte romana. Piu robusta e piu organicamente nazionale,
I'architettura
si trasformo meno rapidamente: ma oramai anche negli edifici la grandezza tende a sopraffare I'eleg-anza, una grande sproporzione fra le diverse linee

ci

fa

rimpianger I'armonia cosi


nel
|-'oro

perfetta

delle
in

costruzioni
di

adrianee.

II

tempio che

Antonino Pio innalzo

Romano

nnore

sua moglie Faustina I'anno 141

che

la

storia

ci

ammaestra non

esser stata veramente

degna

di

questo onore

y.

o > 6
>'

114
e

ITALIA ARTISTICA

colonne di
il

un buon esempio delle nuove tendenze architettoniche. II pronao e formato da marmo caristio, troppo grosse in reiazione con lo spazio che intercede fra limite esterno e la cella, e I'attico e decorato da un fregio di grifoni, troppo

esiguo nella sua finezza per coronare un


il

monumento
di

cosi

massiccio.

Con
le

tutto cio

tempio conserva ancora una certa nobilta

linee e

un

certo insieme

nella

comla

posizione.

La

scultura invece,

piii

rapida

nel

decadere,

dimostra gia

rughe e

canizie della sua vecchiaia.

Esistono a

Roma

m<^lti

sarcofagi

che

risalgono
esiste

al

anche

il

governo di Antonino Pio basamento di una colonna


:

funebre innalzata nel

Campo Marzio
il

sul
del-

luogo stesso dove fu cremato

corpo

r imperatore.

Questa

colonna

che
di

molte guide confondono con quella


IMarco Aurelio nella piazza vicina

fu

scoperta nel

704

all'angolo

di

Piazza

Montecitorio e

di via delle Missioni.


in

Consisteva

un

fusto

di

granito

rosa senza alcuna decorazione e sorgeva

sopra quel colossale basamento che oggi


si

trova nel cortile della Pigna, in VaI

ticano.

bassorilievi

di

questo
1'

basaultimo

mento

rappresentano

oramai
e
1'

sforzo di

un

artista

che vuole esprimere


apoteosi del-

un' idea di

grandezza
col
di

r imperatore,
distributore

grande
alia

genio
in

alato
certo
el-

corone,

riesce

modo

riallacciarsi

tradizione
il

leno-romana. Dove invece

sentimento

barbarico principia a manifestarsi e nella

scena

di battaglia,

cui cavalli

disposti
in

in fila serrata e
pill

galoppanti per aria

schiere ^sovrapposte ritroveremo piu

AVANZI DEL c SEPTIZONIUM > DI SETTIMIO SEVERO, COME ERA AL SEC. XVI (DA UNA STAMPA ANTICA).

tardi nei mausolei porfiretici del periodo

costantiniano, L'arte oramai non sapeva


pill

inventare

riproduceva

con

una

abilita

ogni giorno minore,


i

modelli gia esistenti.


di

sarcofagi

si

coprivano
;

figure aggrovigliate
si

senza tener
identici

piii

conto degli
senza
i

scomparti architettonici

e le statue

ripetevano
le

in

atteggiamenti

nessuno sforzo verso


esiste vano.

la verita

e perfino

colonne

non facevano che


il

cambiare

personaggi delle decorazioni, pur mantenendo I'organismo e

concetto di quelle che


equestre
i

Un
alle

esempio

di

questa iniitazione

si

trova nelle sculture di Marco Aurelio.

Paragonato

statue della

buona epuca,

il

suo

monumento
gli

ci

apparisce
della

piu che mai irrigidito in una posa ieratica,


fronte uniformi.

con

occhi sbarrati,
allora

ricciolini
i

Le numerose statue equestri


all'artista la

che

popolavano
cavallo
e

moniimenti

romani debbono avere suggerito

forma

del

I'atteggiamento

RO
del cavaliere;

.M

115

ma

e I'ultimo sforzo e
in

che

I'arte

romana da

della colonna eretta in

puo anche affermare I'ultimo bagliore quel crepuscolo imminente. Tanto e vero che bassorilievi suo onore dopo le guerre dei Sarmati, dimostrano gia in
si
i

mezzo ad

alcuni particolari che per la loro raffinatezza vorrei chiamare di decadenza

la

mano

stanca e appesantita

dell' artefice.

D'altra

parte

evidente che

il

monumento fu una ripetizione della colonna ne meno con esattezza e nella quale furono

di Traiano, ripetizione

che non fu fatta

introdotte alcune modificazioni nella

pm-

AVANZI nEL PALAZZO DI SETTIMIO SEVERO.

(l-'ot.

Alinari).

porzione, che le tolsero I'elegante armonia del mndello originale.

Bisogna pero aggiungere che


cessivamente favorevoli
I'impero dai flagelli
inoltre
all'

regni dei due imperatori filosofi

iii>n

furono ec-

arte.

II

buon
civili,

governo
delle
le

di

Marco
e

^Vurelio

non preservo

delle

guerre

carestie

delle

]X'stilenze.

noto
ven-

come

il

sovrano, deciso a non aunientare


le

gravezze dei
decimati

suoi

sudditi.

desse le suppellettili imperiali,

raccolte di
i

da Adriano per poter sollevare eserciti d'oriente avevano portato


greco Aristide
ci

cittadini

gemme e di Roma

di vasi preziosi

messe

insienie

dalla pcste che gli

nella

metropoli
in

Tanno 170

dell'

Era

volgare.

11

ha lasciato scritto che

quel tomjio I'universo era regolato

come

ii6
si

ITALIA ARTISTICA
:

sarebbe amministrata una casa

e questo,

dopo

regni fastosi e sontuosi dei suoi


si

predecessori, giovo ad accrescere quella stanchezza che gia


artisti

era manifestata negli

e nell'arte.
certa ripresa
si

Una

ebbe sotto

il

governo

di

Settimio Severe, che fu un grande

AVANZI DELLO STADIO, LUOGO PER GLI ESERCIZI QINNASTICI ED ATLETICI.

(Fot. Alinari).

ha lasciato tracce non dubbie della sua magnificenza sul Palatino dove costrui un nuovo palazzo e uno Stadio e fu I'ultimo degli edifici im|ieria]i le cui rovine s'impongono alia nostra ammirazione. Se Sisto V non avesse disirutto il palazzo severiano, esso sarebbe in parte giunto ai nostri tempi con suoi ripiani, le sue rivestiture di marmi e le sue colonne
edificatore e che

ROMA
come
si

r
la

Ventura

di

vede dal disegno tramandatoci dal vederlo ancora in buono stato.

Du

Pcrac. die nel

secolo X\'I

ebbe

il terribile papa marchigiano, che fu forse con Ercole d'Este uno dei primi ideatori delle grandi citta moderne, solcate da larghe vie in linea retta, pass^ nella storia per essere uno dei piu grandi distruttori di antichi edifici che ricordi I'uma-

Ma

AVANZI DELLO SIADIO

I.A

TRIBUNA IMI'KKIALK.

(Fot. Aliiiarii.

nita.

Cos!

come
le
i

e oggi

il

palazzo

tli

Settimio

Severo apparisce come


e dai
ciii

un.i

cost.ru]i<)s-

zione colossale, prospicente sul Circo


sibile
i

Massimo

halcMiii

dnvi-va essi-re

vedere

corse e

giuochi nell'Jppodromo.
i

suoi triclini,
il

suoi porticati e

suoi cortili,

Ksso dovrva avcre ie sue terme, sc bene sia difficile ricostruirnc csatdi

tamente

piano primitivo. Ksso dovettc anclu- cdmunicare, per mezzo


iid graiidr

un rdificio

grandioso decorato da un'abside immcnsa,

Stadio

]>ri\-ato.

dove piitevano

ii8
darsi

ITALIA ARTISTICA
comodamente
spettacoli ippici e

giuochi

ginnastici.

Gli

scrittori

dell'antichita

non completamente rimesso

parlano di questo sladini/i palatine che gli scavi giudiziosi del 1893
alia luce e

hanno quasi

dove furono trovate pregevolissime opere d'arte

ARCO

DI

SETIIMIO SEVERO

NEI.

ORO BOARIO-

(1-ot.

Alinari).

Immaginato, con ogni probabilita, da Adriano


iQi, fu ricostruito

e distrutfo nel grande incendio del da Settimio Severe che lo ingrandi e lo decoro con piu regale magnificenza. Lo Stadio era formato da una grande palestra ovale, circondata da un portico le cui colonne di mattoni erano rivestite da marmi preziosi. Piccoli camerini

I20
riscaldati

ITALIA ARTISTICA

le

tubature dei caloriferi sono ancora


;

visibili

lo

chiudevano

nella sua

estremita settentrionale

nicchioni adorni di statue,


i

bassorilievi

elegantissimi, altari

e sedili di marmo ne decoravano lati. Disgraziatamente e arduo ritrovarne la forma primitiva e varie tegole e mattoni col sigillo di Teodorico ci dimostrano che

verso

il

secolo nuovi edifici o per lo

meno nuovi

restauri

vennero a modificarne

I'aspetto.

lEKMI-; DI

CARACALLA

AVANZI DEL PERISTILIO.

(Fot. Alinari

Ma
nomia

con

il

gruppo

delle

costruzioni severiane.
citta di

il

Palatine
si

acquistava una

fiso-

definitiva.

Una vera

marmo
cui

di

bronzo

stendeva

oramai dalle
gia
delle

pendici del Circo Massimo, fino alle alture

capitoline.

L'estremo lembo coperto da

Settimio Severe, con un palazzo la

magnificenza

nuove tendenze, era unito per mezzo dello Stadio alia casa di Augusto e da questa con un criptoportico che si svolgeva intorno all'estrema area del colle, agli
edifici
di

pomposa

risentiva

Caligola e di Tiberio.

^lai gli

uomini avevano veduto una piu vasta serie

di

palazzi marmorei. scintillanti


nei secoli

d'oro e di pietre preziose, e mai gli uomini

dovevano vederne una eguale

avvenire. Tutti quelli edifici, coi loro templi. con le loro terme, coi loro giardini, coi

122

ITALIA ARTLSTICA
loro musei, coi loro portici, coi loro teatri,

con

le

loro

basiliche,

con

le

loro

biblio-

teche

formavano una rocca meravigliosa

lucente di
di

marmi

preziosissimi,

scrosciante

fontane, scintillante di cupole e di statue

La smisurata ricchezza deH'inipero romano aveva trovato il suo tempio sul


d'oro.

Palatino, e
cui
i

il

colle roccioso

e boschivo su

primi pastori erranti del


le

Lazio

avecin-

vano innalzato
gendole
le

loro

capanne rotonde
di

di

un rozzo muro

difesa contro

incursioni e gli assalti delle borgate vi-

cine,

risplendeva oramai di tutte


colossale
altare

le

gemme,
dagli

come un

innalzato

uomini riconoscenti
Disgraziatamente

alia bellezza di

Roma
quelli
i

pero,

erano

supremi bagliori
estinguersi.

di

una luce die stava per


I'arte

Oramai
e

precipitava.

Se

Tarchitettura poteva mantenere


certo decoro

ancora un
di

una parvenza

nobilta,

grazie alia mole imponente dei suoi edifici,


BL'STO DI CARACALLA

MUSEO VATICANO.
(Fot. Alinari).

la

scultura

non sapeva piu

ritrovare

le

forme armoniose che I'avevano resa illustre nel mondo, Lo scalpello degli artisti romani diveni^'a ogni giorno piu inetto e cercava di nascondere la sua miseria sotto una sovrabbondanza di ornati, di fogliami e d'intagli che a mala pena celavano 1' insufficenza
rilievi

della tecnica,
i

quando

lo

scultore
abituati

era
e

costretto
a

ripetere quei basso-

avevano trovato la loro pill alta espressione, si vedevano quei poveri riquadri, lavorati malamente, e vera opera da nani incrostata sopra un edificio immaginato da giganti. Esempio della prima maniera e I'arco che gli argentieri e mercanti di vaccine eressero in
storici a cui

Romani erano

che

Roma

onore dell'imperatore
dell'Era volgare.
scolpiti sull'arco

Settimio

Severo,

di

sua

moglie

dei

suoi figli I'anno 204

Mentre troviamo I'impov^erimento dell'arte scultoria nei bassorilievi del Foro Romano, eretto un anno prima per onorare le guerre inisopra quei barbari
che
gia

periali

"'.

Alisere sculture intente a magnificare le faticose vittorie riportate a forza


e di sacrifici

di stenti

tumultuavano

ai

confini e scen-

devano minacciosi come una

procella, contro la potenza della metropoli.


in

Ma
in

in tante

preoccupazioni e
la vita di

tanle minacce che

stringevano I'impero come

un cerchio rovente,
olilio

Roma

continuava
i

nella

magnilicenza e

nell'ozio.
in

Si direbbe anzi che, presaghi delle

prossime rovine,
(

Romani

volessero annegare
in fatti,

un

voluttuoso I'ora presente die urgeva.

rli

ultimi

edifici.

veramente

degni del

nome
notarsi

di

Roma

sono

le

terme.

(1)

!;

ila

come

nelle iscrizioni dedicatorie

delPuno o

dell'altro di questi archi, Caracalla abbia fatto togliere

sostituire

il

noiiie del fratello

Geta da

lui assassinate.

ROMA
]\Iai

12

come

ai

tempi

di Caracalla e di Diocleziano

questi

s^randi

edifici

di lusso

avevano trovato un aspetto piu seducente e piii ricco. Le terme che cominciate da Settimio Severe, furono condotte a fine da Caracalla, fra 11 200 e il 235 di Cristo apparvero anche alle popolazioni romane come una visione di suprema magnificenza. Esse furono colossali colossali nelle proporzioni, colossali nelle decorazioni, colossali nel volume d'acqua che gli acquedotti riversavano nelle loro piscine, per le statue che decoravano loro cortili e le loro aule, per marmi preziosi che rivestivano le loro pareti. Esse potevano contenere
e della disoccupazione cittadina

1600 bagnanti e misuravano 220 metri


i

di

lunghezza su 114

di larghezza.
{calidariuiii)
di

Sale
e

per

bagni d'aria tepida [tcpidarium), per

quelli di
il

acqua calda

d'acqua
palestrtsi

fredda (frigtdariitm \ piscine colossali per

nuoto, gabinetti
il

massaggio,
le

g-innastiche per la reazione, cortili e peristili per

passeggio e

conversazioni,
in

aprivano nel centro del recinto,


colossali.
I

le

cui

muraglie

si

chiudevano

ai

lati

due esedre
e
divinita

pavimenti erano
quali

di

mosaici bianchi

neri,
di

rappresentanti

mostri

fluviali

o marine. Le aule decorate con fontane


il

porfido e d'alabastro e con gruppi

colossali,

Ratto d'Europa
fiori.

attualmente nel Museo di Xapoli

si

aprivano

su spaziosi cortili adorni di


di caristio

Colonne
e
le

di porfido e di granito, di giallo antico e

sostenevano

le

architravi

volte,

dove
loro

si

rincorre\ano ghirlande e
era
cosl
le

fregi di stucco, rosoni e riquadri ornamentali.

La

mole

enorme, che
volte, nei

non ostante le devastazioni dei barbari,


papi, esse

le

rovine

degl' incendii,

demolizicini dei

rimangono ancora,

nelle loro muraglie

gigantesche,

nelle

loro

\
I

Chin?

Ji

S."

J-j/i.."

^rmu' par

Ij'rail jj-R.'/h-,-

TERME

ni

DIOCIJZIANO

(DA UNA SIA.MPA PI

I.

SEC. XVIlO.

,24

ITALIA ARTISTICA
fitjri

loRi archi pemluli sul cielo e coperti di erbe e di

selvatici,

come una

sfida su-

prema degli uomini al tempo e E poco dissimili da quelle


ziano, della cui estensione

alia rovina.
di

Caracalla
farci

possiamo

un' idea,

dovevano essere le terme di Dioclepensando die la chiesa di San


recinto.
le

Bernardo e
aule

il

corrispondente edificio rotondo di Via Viminale erano due dei quattro


estremi
del

calidaria che segnavano gli angoli

Anch'esse
di

ebbero
granite

le

loro

la chiesa di

Santa Maria degli Angeli con

4 colonne
i

ancora
]Massi-

al loro

posto primitivo e una di quelle


il

loro porticati,

loro
1'

edifici

accessor;!.

Quasi per indicare

supremo sforzo
.^^02

della grandezza di
di

Roma,
suo

imperatore

mino

che le costrui I'anno


le

in

onore

Diocleziano

predecesscre,

voile che

fossero

piu vaste di quante ne erano state fatte fino allora.

E come

per signifi-

care anche maggiormente la potenzialita di

Roma,

esse furono aperte solo tre anni

piu tardi, tanto fu I'impiego di schiavi e la profusione di denaro neH'opera


fica

magni-

che doveva misurare un circuito di 2000 metri e poteva contenere oltre 3000 bagnanti Oramai la grandezza e il fasto erano Tunica visione e I'unico sogno degli
!

imperatori romani.

si

direbbe quasi che nella suprema espansione alia loro potenza.

sul limite ultimo della

grandezza

umana,

essi

volessero

lasciare

ai

futuri abitanti
1'

della citta,

come

la

testimonianza indistruttibile di quello che era stato

impero

di

Roma.
Questi furono
gli ultimi bagliori

dell'arte

cogliesse magnificamente nella sua

tomba barbarica.

era trasformata in paralisi

gli artisti

romana, prima che Costantino la racA poco a poco la stanchezza si non seppero ne meno piu imitare. Troviamo

(]ua e la sparsi avanzi e pietose

reliquie di quelli anni di balbettio: Tarco di Galieno

e quello detto di

mostrano a quale gradino fosse discesa Tarte. Si tratta di costruzioni massicce, senza nessuna decorazione e senza nessuna scultura, semplici cui costruttori non avevano ne meno piu la possibilita o il abbozzi architettonici nobilitare con qualche forma d'arte. E pure 1' imperatore Gaheno aveva gusto di avuto cara la grandezza romana, e nei suoi giardini dell'Esquilino aveva restaurato quel tempietto di Minerva Medica, che ammirato durante tutto il rinascimento per
^^^

Druso

ci

la

sua buona conservazione doveva suggerire a Raffaello uno dei suoi

piu

graziosi

medaglioni nella stanza della Segnatura.

mezzo a quel periodo di decadenza e di trascuratezza noi troviamo un ultimo edificio che. per le sue memorie e per le sue tradizioni. sembra riallacciare Testrema decadenza di Roma, con la sua prima e piu pura origine. Intendo parlare
]\Ia

in

del tempio di Vesta nel Foro.

Nessuna
questa

divinita

aveva avuto a

Dea

italica,

custoditrice

della

Palatino dovevano aver adorato in


e di poesia.
cui

un culto piu divoto e piu religioso di fiamma e delTacqua, che i primi abitanti del una capanna circolare, con riti pieni di mistero
stabilite
le

Roma

Gia nella leggenda


le le

di

Romolo troviamo
a^fidate.

regole rigidissime

dovevano sottostare

sacerdotesse. Queste vestali avevano voto di castita, per-

che pure mantenessero


corta tunica di lino

cose pure a loro

\^estivano una stola sopra una


le

carhasiis)

con I'aggiunta

durante

funzioni di

uno

scialle di

panno bianco
(I)

orlato tutto intorno e chiamato suffibuhiiu perche chiuso da una fibbi.i


I'arco

Non

si

fe

S.

Sebastiano.

potuto identificare in onorc di qual personaggio sia stato eretto evidente per6 che appaitiene ai bassi tempi dcU'impero.

detto di Druso alia porta

di

ARCO

DI-.TTO

hi

hIvMISO

SI

N'lA

Ai'l'IA.

(K..I.

Al rariV

120
sotto la gola.
I

ITALIA ARTISTICA
capelli

erano

stretti

intorno alia testa da una


{%<ittd).

benda
sapere

di

lana

bianca

[infida] tenuta stretta

con

il

da due vive da seppellimento

nastri

e Valeric

La rottura Massimo (VIII.

del voto di castita era punita


I

ci fa

di

una vestale

pieno di che, per dimostrare la sua purezza, dovette portare al Tempio uno staccio I'amminicomunita, sotto in vivevano acqua del Tevero senza farla cadere. Esse strazione di una i'ist<dis maxi)na, specie di badessa scelta fra le piu meritorie
del colle.q-io. neU'edificio sontuoso posto tra le

falde

del

Palatino

la

fontana

di

^;s5e*r^A^-.:.

--

''*^*r'

^''^^

^v*

NINFEC, COSi DETTO TEMPIO DI MINERVA MEDICA.

(Fct.

I.

I.

d'Arti Grafiche).

Giuturna, intorno

al

])iccolo

tempio rotondo dove era custodita


le

la

fiamma sacra

di

Roma.
Preservato sempre a traverse
finalmente distrutto sotto
il

molte vicende della

citta,

VAirmin

Vrs/ac fu

regno di Commodo dal grande incendio del 191 e il Palladio, salvato a stento alle fiamme. fu in quella occasione trasportato sul Palatino e veduto per la prima volta dal popolo romano. Ed ecco che trenta anni dope uno spirito femminile, che rimane per noi il mistero di quel periods fortunoso, voile ricostruito il tempio, adornato il palazzo con
piu grande magnificenza, riorganizzato
il

culto della dea Vesta e

il

collegio di quelle

ROMA
vestali

2-

die erano un poco


il

la

poesia e la nobilta stessa della

citta.

Fu

Giulia
al

Domna
tempio

che sotto
di Vesta.

governo

di
ci

Alessandro Severo (222-235) dette nuova


apparisce oggi,
la

forma

imperatrice della decadenza e per noi plena di suggestione. All' improvviso. in mezzo alle donne voluttuose e feroci dei satirici e degli storici romani. ecco che balza fuori questa Giulia Domna, sapiente, energica, dotta, libera di pensiero e di attitudini, in

Cosi

come

figura bizzarra e misteriosa di quella

una

parola,

moderna. Arnica

dei filosofi cristiani,

istruita

profondamente

delle

idee

^X'

NINFF.O, cosi

DETIO TEMI'IO

DI

MINKKVA

M[:[)IC.\

e delle tendenze che


di

si

agitavano intorno a

lei,

ella e

per

noi

un

curioso

ein'mnia

cui

ancora I'ultima parola non e statu detta.

Certo, la sua figura dimostra sopra tutto

una cosa

che

le

condizioni iiioraliWcX

popolo romano erano profondamente modificate.


tica fede priniitiva dei

Come
Taniina

la

religionc
si

non era
])iu

piii

I'an-

tempi

rc'pul)hlicani,

cosi
si

era

trast'ormala.
tardi.

awiciin

nandosi a quel grado


periodo
dc^'lla

di civilta

che

cristiani

vollero attribuirt-

quel
fosse

storia di

Roma,
le
II

diulia

Domna

ci

dimostra come
ini"

la fennniiiilita si

rialzata e

come ormai

donne romane

])i)ssedessero
do\-i'va

anima

libera

foggiata
la

secondo un tipo personalc.

cristianesimo n<>n

(huKiuc

risoljex'are

vita

i.^o

n ALIA
Domna
ci

ARTISTIC A
si

morale della parte femminile dell'impero, come


(liulia

e
III

sempre vantato
secolo

di

aver

fatto

apparisce su quel

limitare

del

quasi

immagine viva

della

nuova donna romana.

la ricostituzione

sontuosa del tempio

di

Vesta e ancora una affermazione della

ElJlCOLA DI VESiA.

sua anima curiosa ed ardente. Certo,


cortile adorn.
i
>

il

nu<<vo edificio dovctte


le

essere

sontuoso,
preziosi,
di

col

di

fontane e di

fiori,

con
le

stanze incrOstate di

marmi

con

bagni e

sacrarii

dove
il

mosaici e

pietre rare

formavano disegni
statue
di

una rara
la

bellezza.

Anche

oggi,

grande

cortile,

adorno

di

muliebri
ci

die

pietosa
la

gem'alita di

Giacomo

P)oni

ha ricoperto d'oleandri e

rose,

fa

rivivere

vita

ROM A
dissepolta di quelle vestali.

Le immagini

delle

loro

sacerdotesse
del
peristilio.

niaggiori
(rli

stanno che
la

ancora nell'attitudine convenzionale int<.rno

ai pilastri

artisti

sco]pirono quelle statue trovarono un mezzo ingenuamente puerile per vcrginita di quelle vcslales iiiaxitiiac gia anziane e ci detter(j un corpo
delizioso nella linea eretta del seno e

indicarci

giovanile

ferma delle anche, su

cui

il

volto gia

sfiorito

rugoso acquistava un'austera

serenita.

Le
anche
signi
viola,
:

basi

dei piedistalli
di

ci

fanno sapere
in-

nomi

quelle

sacerdotesse

Numisia jMaximilla, Terentia


Flavia
Publicia,
e

Fla-

Coelia

Claudiana,

Terentia
tutte a

Rufilla,

appartengono quasi
gia
cosi

quel

III

secolo

rozzo

oramai
timo

nell'arte della
si

scullura.

Un'altra data
piedistallo
i
:

legge sopra un

ul-

362.

Ma
che

I'iscrizione

abrasa e

nostri occhi
di

non possono
fu

leg-

gere

il

nome
di

colei

ritenuta

indegna

quell'onore
il

supremo.
delitto
?

Chi

fu

mai

quale

suo

Fu,

come

vogliono alcuni, una vittima d'amore, puil suo dolce peccato e cacciata anche dopo morta dalla comunita dove era vissuta e che aveva contaminato tra-

nita per

volta dalla passione

O
e

pure

fu

quella

vestale che vinta dalle dottrine di Cristo

abbandono
nebre
ranza
?

il

carbaso

il

suffibulo

del
te-

suo sacerdozio per nascondere nelle


delle

catacombe

la

nuova
al

spepie-

Le

rose crescono intorno

distallo
il

muto, e un eguale oblio avvolge

suo

nome

luoghi

che

seppero

il

suo dolore.

Ma

quello

era

veramentc
fato
di

1'

ultimo

SI.MIA

ni VISIAI.I

MASSIMA

.WUSF.O NAZIONAI-F.

(Fot. Aliiiaih.

crepuscolo e I'oscuro

Costantino
:

gia minacciava I'integrita

dell'impero

il

giorno

in

cui le milizie dell'imperatore

vallata tiberina di

battcvano quelle ckl suo rivale Massenzio nella Ponte Milvio, una nuova Era stava ])er cominciare al mondo. E
di

quando

in

riconoscenza

quella

vittoria

fu

riconosciuto

il

cristianesimo

religiom-

dello stato, era tutta I'antica societa clic crollava, e C(jn essa tulta un'arte, tutta
letteratura, tutta

una
il

una scienza. ATonumento


di

di questo falto r Tarco

che

il

Senato e

pnpolo romano eressero


rioso.

contro

alia

Mct.i

Sud.mtc
in
fatti

in

onon-

deirimpcratori'

vitt<v

Ma

I'edificio e

anche

U. s,ui)remo am-lito

delTartc romana. lo sforzo ultimo che


I'arco
."

ella fa

per I'orgoglio di morircjin piedi.


;

grosso senza

riuscirc

ad

esser grande le sue maggiori ^culture sono toltr da un consimik' cdificio eretto in onore di Traiano, completate qua e la da rozzi bassorilievi che a pena scmbrano

appartenere ad un popolo

civile.

La

srultura oramai ha perduto ogni

forma.

busti

'f

132

ITALIA ARTISTICA
i

tracciano a pena

contorni scalpellati grossolanamente


di

come

in quelle di

Massenzio

che

si

conserva nel museo Torlonia


in talune

Roma. Le

statue o s'irrigidiscono

sempre
si

piii

come

immagini consolari del museo Capitolino, o cercano

di stupire

con

la

sproporzione e I'immensita

come

quel simulacro colossale di Costantino

che
e
di

conricer-

serva nel cortile dei Conservatori in


cata del lav(jro. Si

Campidoglio.
e
di

Oramai
di

la

materia
o

piu

hanno
le

busti di
di

agata

porfido,

diaspro
di

brecciato

su cui appariscono

teste

marmo

dagli

occhi

policromi

uno spaventoso

TEMIMO

ni

ROMOLO.

(Fot.

1.

I.

d'Arti Grafichc).

effetto barbarico.

An die

sarcofagi divengono colossali e

perdono

le

eleganti

pro-

porzioni dei modelli ])rimitivi.

Santa Elena
i

madre dell'imperatore

e santa Costanza sua


di

figlia

chiudono

lore corpi dentro

enormi arche impiallacciate

porfido su cui sono intagliate roz-

zamente scene di battaglia, cavalieri in corsa, genietti alati intent! a vendemmiare. Chi poteva desiderare una snella urna di marmo greco, su cui a pena qualche decorazione architettonica metteva una nota d'arte, quando le cave di oriente offrivano
al

lusso dei parenti

loro

marmi

preziosi

?
(

cosi la forza

cedeva ad una preziosita esagerata.

lia

le

dame romane

ave-

ROMA
vano preso I'abitudine
poter seguire
i

33

di farsi ritrattare nei

loro busti

con

parrucche

movibili

per

moda. A giudicare quei ritratti si vede lo sfarzo di una bizzarria, piu tosto clie la ricerca paziente del carattere. Bisognava solleticare prima di tutto la vanita del cliente e dimostrare al pubblico la sua ricchezza. Xe egli avrebbe saputo. ne lo scultore avrebbe potuto, desiderare o tentare una forma d'arte perfetta. II centro del
capricci della

SARCOFAGO

IN POKl IIKJ

KOsSO RAPPRESENTANTE UN TUIONIO

[)I

'IMITRAIOKE COSIANIINO.
(I'ot,

MUSEO VAIKANO.

Alinan).

niorulo stava per spostarsi e

una nuova

civilta

jier

cssere
del

piu

esatti

una

nuov^a armonia veniva formandosi lentamente sopra le rovine

])en.sierc)

classico.

Oramai Roma, come una

bella

donna

o])pre.ssa da'

su'ii

ornati tropjx) pesanti. slava


nl
il

per cadere esaurita dalla gravezza della sua armatura. Cost;intin<> arriv<"' di questa agonia, e non sei^pe o non ])i'tr far altri) chc rarrhiudcrc
palpitante ancora dentro
il

momonto
eadavore
Ouiri-

sue mirabile mausoleo.


egli
i

Del resto anche I'archilettura degenerava. Le irrmr die nale non ebbero nr la ri'sistenza nr la maesta di dUi'Ui' rhc

''difico

sul

suoi

antecessor!

ave-

ARCO

DI

COSTANTINO.

^^^!ar_

ARCO

DI

GIANO QTADRIFRON IE.

l-'ol.

Alinari

RO
vano
lasciato al popolo di

AI

A
OD
creirp nnll^
^-

Roma. Xon potendo

s,tele ci,e

per
la

lu,

.mridionale del Fro appar,sce ogg, troppo grande, con le sue ,re absidi sproporzionate e
i

Anche

rappresentavano la perfe.ione grande basilica, eretta nel lembo

deirid.-ale scultori,,

Roman.,

d
cas-

permi

FOKO ROMANO

AVANZl

Oil.

IKMPIO DI SAllKNO.

^Fot. Alinai.),

settoni che ne

decorano

la volta, e

tronchi di colonne porfiretiche

le

quali

ci

di-

mostrano come I'ultimo imperatore avesse dovuto cercare, con lo sfarzo dei materia li. di ottenere quella meraviglia che suoi predecessor! avevano ottonuto con la sola potenza dell'arte. D'altra parte anche la tecnica \-cniva men(\ II piccolo tein]Mo
i

circolare che Ma.ssenzio innalz(") a .suo

fiuflio

Romolo
cressc

sotto
sulla
il

il

/<///////

Sarrar
ci

I'r/u's

e
la

rippodromo che questo

.stes,so
1

imperatore
.si

via

A])])ia.

dimostrano

deficenza della struttur.i.

imiri

assotti^'liano c

m.itcri.ilc

(li\icnc

mono

saldo.

canto alle rovine delle terme di Caracalla o degli

edifici

impcriali
K-

di-l

Palatine.
di

quel ruderi sembrano tenui scheletri di esseri umani, conlro


giganti.

ossature colossali

d'altra

parte,

rimpoverimento estetico

,si

iuidava

manifcstando semprc

136

ITALIA ARTISTICA

lEMPlO DEGLI DEI CONSENll.

(Fot.

1.

1.

d'Arti Giafichc).

di

Gia abliiamo veduto a quale indecoroso ripiego erano discesi gli antichi Romani per innakare I'arco del trionfo cristiano aH'imperatore. Piu tardi, nel Velabro,
pill.

non sentiranno ne meno


cio e

il

bisogno

di quel
di

prestito

forzato a

monumenti

anteriori,

e I'altro arco detto dalla sua

forma

Giano Quadrifronte non sara che un


di

massic-

informe cubo

di

muratura, ricoperto di marini e privo

quel bassorilievi

che

avevano
architetti

fatto la gloria e la gioia dei

Romani. La mano

d'ojDera

cedeva

nuovi

non sapevano costruire piii. Ancora qualche anno e coloro che saranno chiamati a erigere la tomba deH'imperatrice non potranno ne meno incurvare la
volta e saranno costretti a usare
olle
di

terracotta
II

per

alleggerirla
dei

in

modo che
imperiali

possa sostenersi senza pericolo


era lungi anche nella

di

strapiombare.

ricordo

mausolei

memoria

dei

Romani

degenerati.
di quel

E
dando

per conto suo Timperatore era stanco


sotto
i

mondo che
le

si

andava sprofon-

suoi piedi. Gia egli aveva

abbandonato

dimore troppo sontuose del

Palatino per andare a vivere nel palazzo dei Lateraui presso la porta Asinaria. cora qualche anno ed egli avrebbe gettato

metropoli meravigliosa. Oramai

Roma

era

Ancome un frutto troppo mature quella sua folta di monumenti cosi grandi e cosi belli
dei

che

lo spirito

umanu non doveva

piu cimeiitarsi a crearne

nuovi.

Nel

Foro

ROMA

137

dopo I'incendio di Cornmodo tutti gli edifici erano restaurati e ultimo a sorgere il tempio di Saturno levava sotto il Campidoglio le sue colonne di granito rosa. Si contavano, dentro la cinta delle mura in cui Aureliano aveva chiu^a la Metropoli.
1

terme,

10 basiliche, 28 biblioteche,
divinitii,

ii

fori.

22

statue

equestri

colossali,

So statue
erme.

d'oro di

74 statue crisoelefantine, quasi 4000 statue di bronzo e innumerevoli


di

templi, e un popolo intiero di simulacri marmorei, di busti, di bassoriiievi.


di

colonne votive.

Arrivata a questo punto


gredire e la paralisi die
la

propria grandezza.

di magnificenza, Roma non avrebbe piu potuto prominacciava stava per trascinarla sotto il peso della sua d'altra parte la gente nuova, quei cristiani avidi di potere e

ambiziosi alia loro volta di dominio universale,

aspettavano

brame

costrinte, I'ora propizia per tutto conquistare e per spingere sotto

con I'ardore delle loro una minac- li

ciosa rovina perfino la

memoria

di

quel paganesimo orgoglioso che


le

aveva

tiran-

neggiati e contro cui avevano appuntate tutte

loro armi.

L'anno 367 dell'Era volgare 54 anni dopo, cioe, dal giorno in cui Costantino il grande aveva riconosciuto a Milano la religione cristiana come religione ufficiale un Vezio Agorio Pretestato, prefetto della citta, restaurava sotto le falde del Campidoglio un tempio alle dodici divinita maggiori di Roma [Dii coisentcs L'edi,

ficio

rimane ancora,

fra le rovine del Foro,

con

le

sue

magre colonne
appello

e la sua strut-

tura meschina, pietosa reliquia di una

fede moribonda, ultimo

disperato

di

un innamorato di Roma alia negletta religione dei padri. E fra gli edifici sontu<si del Foro Romano, quel piccolo portico tutto bianco parla alia nostra vecchia anima latina come I'eco affievoHta di una grandezza che sta per finire. Vezio Prett^stato Oramai dovremo ricercare sulle rovine deU'arte antica. si alza come uno spettro quella nuova di vita che doveva recare al nelle basiliche e nelle chiese gli albori

mondo una

luce di inestinguibile bellezza.

MCNEIA

DI:L1 "IMI'I

IMIOKF. IIIO.

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