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QUI, QUELLI CHE M`ERANO CARI,

O SONO MORTI O SE NE SONO ANDATI.


Soldato Ungaretti Giuseppe, 19 Fant., Z.D.G.


di Pierluigi Lodi


'Qui, quelli che m`erano cari, o sono morti o se ne sono andati. Il primo giorno del
1918 cosi Ungaretti scriveva ad Ardengo SoIIici
1
dalla zona di guerra. Il soldato Ungaretti, Iante
della Brescia, paraIrasava deliberatamente i suoi stessi versi scritti nelle trincee piu sanguinose
del Carso di San Martino
2
per rivolgersi a quello che considerava non a torto, in verita un suo
grandissimo estimatore e potente amico
3
.
Il soldato Ungaretti, gia alla Iine del `17, non ce la Iaceva piu.
Quella che era gia per tutti una Grande Guerra aveva minato il suo sistema nervoso; e la
poesia, come un Iarmaco lenitivo, non bastava piu ad antagonizzare l`orrore. Voleva andarsene,
Iuggire la guerra: raggiungere al servizio 'P il tenente SoIIici
4
. Dall`agosto del `17, del resto,
non riusciva piu a scrivere. Tranne che lettere, inviate con particolare insistenza proprio ad
Ardengo SoIIici, a sua volta autore notissimo di uno dei piu citati diari dalla Fronte Giulia, quel
Kobilek che Ungaretti pero non avrebbe visto se non dopo l`estate del 18
5
.
Le lettere a SoIIici, che qui proponiamo di rileggere, rivelano un uomo abbastanza
diverso da quello che siamo abituati ad immaginare. L`autore del Porto sepolto rivela in questo
epistolario una Iragilita che diIIicilmente sospetteremmo. Ma che e umanissima e non e dissimile

1
Per la stesura di questo lavoro e stata utilizzata la raccolta curata da: P. MONTEFOSCHI e L.
PICCIONI, Giuseppe Ungaretti. Lettere a Soffici 1917 1930, Sansoni Editore, Firenze, 1981. La
lettera del primo gennaio 1918 compare a pag. 8 dell`epistolario. D`ora innanzi, indicheremo le
missive in esame con: Lettere a Soffici cit. ed il numero della pagina.
2
Per un`esatta individuazione dei luoghi del Porto sepolto rimandiamo al certosino lavoro di ricerca
di A. e F. SCRIMALI, Il Carso della Grande Guerra. Le trincee raccontano, Lint, Trieste, 1992, pag.
245 e ss..
3
Ardengo SoIIici, come noto, Iu esponente di primo piano dei servizi di propaganda della II, della
V e, inIine, della IX Armata: lo stesso Prezzolini dovette rivolgersi a lui per essere assegnato a quel
tipo di attivita. CIr. G. L. GATTI, Dopo Caporetto. Gli ufficiali P nella Grande Guerra.
propaganda, assisten:a, vigilan:a, LEG, Gorizia, 2000, pagg. 157, 158, 179 e 180.
4
E, invero, per il servizio di propaganda del II C.d`A., in Francia, Ungaretti pubblichera il volume
La guerre: cIr. G. L. GATTI, Dopo Caporetto. Gli ufficiali P nella Grande Guerra. propaganda,
assisten:a, vigilan:a cit., pagg. 94 e 104.
5
Lettere a Soffici cit., pag. 34. Nell`agosto del 1918, inIatti, Ungaretti torna a lamentarsi con SoIIici
di non avere ancora ricevuto il libro.
da quella sperimentata da migliaia di soldati della prima guerra civile europea
6
, schiantati
psicologicamente dal conIronto con un`esperienza molto al di la del sopportabile.
'Ero, sono malato, malato di nervi, esausto scrive Ungaretti 'nelle condizioni in cui
sono non servo a nulla
7
ed implora l`amico di adoperarsi per Iarlo trasIerire. Via dal Ironte,
almeno un po` piu lontano dalla trincea, dove la soIIerenza Iisica e seconda solo a quella morale.
La testimonianza di Ungaretti Giuseppe, soldato nel 19 Fanteria, impiegato in Zona di Guerra
come censore della posta dei commilitoni, dopo essere stato come tutti peraltro a lungo in
prima linea, e di brutale impatto.
In realta, la Brigata Brescia, dopo Caporetto e prima di essere mandata in Francia con il
Secondo Corpo d`Armata
8
, attraversa momenti di relativa tranquillita
9
quando Ungaretti inizia la
sua corrispondenza con SoIIici, certo e pero che il Carso ha segnato senza remissione alcuna tutti
coloro che vi hanno combattuto. La Brescia solo per conquistare il San Michele ha perso piu di
diecimila uomini
10
e gli eIIetti di quella carneIicina continuata e prolungata senza risparmio anche
sull`altopiano di Comeno si avvertono con inaspettata immediatezza nelle missive spedite a
SoIIici.
Si da del vigliacco Ungaretti, dice di essere disgustato da tutto e, soprattutto, dal non
avere il coraggio di morire
11
. Morire suicida per evitare di dover vivere in modo cosi gramo e
desolante: 'due dita d`un piede mi marciscono; la carne vi ha perduto la sensibilita; e una
sudiceria disgustante.
12
. E il 27 Iebbraio del `18: 'perche non mi hai ottenuto la licenza chiede
a SoIIici. Poi, per giorni, insiste nell`aggiornarlo con il diario clinico dei suoi malanni: ma la

6
In questo contesto utilizziamo un`espressione che e certamente provocatoria sotto un proIilo
solamente storiograIico, ma che, non di meno, ci sembra particolarmente azzeccata per la
complessiva capacita evocativa che possiede. Sul punto si veda, da ultimo e ad esempio, P. L. LODI,
Siamo usciti dallinferno. Testimonian:e del nemico, pag. 9 in: M. BRESSAN e C. VASZOCSIK,
Testimonian:e dal fronte. Momenti di vita nelle trincee austro-ungariche, Edizioni della Laguna,
MonIalcone, 2002.
7
Lettere a Soffici cit., pag. XV, 32 e 33.
8
CIr. O. BOVIO, Storia dellEsercito Italiano (1861-1990), USSME, Roma, 1996, pag. 232 . E
appena il caso di osservare, anche se la circostanza e ben nota, che le truppe inviate nella
Champagne e poi trasIerite nelle Argonne sostennero combattimenti di notevole intensita,
occupando settori di assoluta rilevanza strategica.
9
CIr. USSME, LEsercito e i suoi corpi. Sintesi Storica. Roma, 1979, Volume terzo, Tomo I, pag.
118 e 119.
10
Il dato statistico si parla in dettaglio di 10143 tra morti, Ieriti e dispersi e tratto dal piu recente
contributo sulle operazioni del Regio Esercito nella zona compresa tra il Monte San Michele e,
appunto, San Martino del Carso. Vedi: G. LONGO, Le battaglie dimenticate. La fanteria italiana
nellinferno carsico del S. Michele, Itinera Progetti, Bassano del Grappa, 2002, pag. 243 e ss..
11
Lettere a Soffici cit., pag. 9.
richiesta e sempre la stessa 'non mi abbandonare, prendimi con te se vai al pericolo
13
. Anche
un`azione rischiosa in compagnia del 'Iratello SoIIici e preIeribile alla permanenza al reparto.
Solo un mese piu tardi, ottenuta la tanta agognata licenza a Parigi
14
, il tono cambia: e piu
disteso e si percepisce agevolmente. Ha visto Apollinaire e Picasso Iatto questo che lo rincuora,
evidentemente, lo Ia sentir un uomo vivo, di nuovo protagonista e non carne da cannone e trova
persino il tempo di abbandonarsi a notazioni di cronaca 'A Parigi non ammattiscono; la grossa
Berta ha Iatto qualche danno.
15
. Poi nuovamente, nella stessa missiva, si abbandona al
pessimismo, al suo dolore: 'Morti? Ardengo mio, quanti hanno la parte sulla terra; la nostra via e
seminata di morti. Beati loro che hanno la pace. Per noi, aggiunge '.la pace verra con la
morte.
La relativa tranquillita del soldato Ungaretti svanisce con la ripresa dei combattimenti,
sul Ironte Irancese come su quello del Piave coincidenti con la meta di giugno. Dalle trincee della
Champagne, si sIoga con una prosa poetica 'Le notti seguono i giorni; i giorni si levano dalle
notti in un coro di mitragliatrici e d`usignoli; la delicata pare la voce intima della brutalita; Iratelli
topi che guaite in ruzzi d`amore e ci passate sulla Ironte stanca per Iorzarci a un ricordo di
ribrezzo. Tutto e in silenzio d`abisso.
16
Ma l`accettazione apparente di tanto orrore i temi sono
sempre quelli che piu gli staranno cari metabolizzato grazie alla poesia accumulata nel cuore
17
,
e di breve durata. Ungaretti riesce ancora a comunicare di essersi 'portato abbastanza bene al
combattimento, tanto da essere proposto per il conIerimento della Croix de Guerre con palme,
Iino a che il 12 agosto in una lettera-Iiume dimostra di avere raggiunto davvero il punto di rottura.
Crolla, e si abbandona piu che ad uno sIogo ad un requisitoria introspettiva: 'Mio caro SoIIici,
Prezzolini mi scrive che viene alla 9 armata. Per non perdere dell`altro tempo in disguidi, scrivo
a te . Gli avevo chiesto di essere ricoverato in casa di salute ... Non per vigliaccheria; sono
venuto volontario al reggimento; dichiarato inabile alle Iatiche di guerra, dopo due anni di trincea,

12
Lettere a Soffici cit., pag. 13.
13
Lettere a Soffici cit., pag. 17.
14
E pochi, supponiamo Iondatamente, Iurono i soldati semplici italiani a potersi concedere simili
svaghi.
15
Lettere a Soffici cit., pag. 25. Qui Ungaretti annota incuriosito, quasi Iosse uno spettatore della
guerra e non un combattente, gli eIIetti del Pariser Gescht: L/162, spesso scambiato proprio dalla
stampa dei paesi dell`Intesa per il piu Iamoso pezzo dell`artiglieria pesante tedesca prodotto dalla
Krupp. Il dato che riporta e assolutamente esatto quanto alla cronologia, poiche eIIettivamente il
'supercannone della Reichswehr inizio a prendere di mira la capitale Irancese alla Iine del marzo
1918.
16
Lettere a Soffici cit., pag. 28.
ho messo i santi e il diavolo sossopra per tornarvi; in una proposta di ricompensa per me so che la
motivazione parla di sprezzo assoluto del pericolo i vecchi del 19 sanno che scrivevo poesia
tra una grandine di granate e altro passeggiando come se nulla Iosse. Un`altra motivazione, per i
Iatti recenti, parla dell`esempio che ho dato, senza posa, a tutti, in tre anni di aspra guerra.
Ho dato al mio paese la mia salute Iisica, ho dato al mio paese una poesia. Ho compiuto il mio
dovere . Che cosa si vuole di piu? Nelle condizioni in cui sono non servo a nulla. Ho bisogno di
cure per riprendere al piu presto efficacemente il mio posto d`onore.
18

Ungaretti e giunto allo stremo e recupera una certa raziocinante lucidita solo per riIerire a
SoIIici di avere poche alternative: '. o marcar visita, e Iarmi mandare in un ospedale; ma negli
ospedali da campo dove c`e tant`opera piu urgente da compiere, vuoi che prendano sul serio la
nevrastenia? . non posso piu dormire, ho allucinazioni, crisi di pianto; roba da matti. Siamo a
riposo, e non penso che presto si tornera al pericolo; ma questo riposo, in questo modo, non Ia che
aggravarmi. Il soldato Ungaretti Giuseppe conIessa di essere costretto ad ubriacarsi per dormire,
ma non chiede mai di essere declassato e trasIerito alla Milizia Territoriale. Con il residuo di
orgoglio che gli rimane aIIerma: 'sono un combattente . alla c.ia |id est: compagnia| presidiaria
di che utilita potrei essere? Ne chiede di essere conIinato in una Iureria perche ha visto che in
Francia 'Apollinaire e al Bureau de la Presse; Mercerau e Iatto conservatore al Museo della
Guerra (Mercerau non era uIIiciale), e centomila casi. In Italia nient`alto che burocrazia. Per la
burocrazia si nascondono Iior di giovanotti nei depositi e si manda qui degli uomini che Ianno
pieta; ho visto arrivare dei complementi in uno stato raccapricciante; sordi, storpi, un uomo con
un braccio rattrappito, Ieriti gia riIormati; bel modo di tener alto il nostro decoro hanno nei
depositi. E quest`elemento demoralizzante che turba il soldato sano.
19

Ora, una tale perorazione e un atto d`accusa pesantissimo per l`apparato militare e, pure,
la lettera non viene censurata. In realta Ungaretti non e come egli stesso ritiene di essere un
comune Iantaccino (altrimenti e per molto meno andrebbe alla corte marziale), e possiamo
spiegarci tanta liberta di espressione solo leggendo una lettera di SoIIici a Prezzolini
20
. SoIIici ha
scomodato i generali Albricci e Grazioli per portare aiuto ad Ungaretti, ma e il carattere di
quest`ultimo ad essere motivo di perplessita per il fratello Ardengo che, prossimo allo

17
L`espressione e contenuta in una missiva della Iine di giugno del `18: cIr. Lettere a Soffici cit.,
pag. 30.
18
Lettere a Soffici cit., pag. 32.
19
Lettere a Soffici cit., pag. 33.
20
Vedi G. PREZZOLINI A. SOFFICI, Carteggio, Ed. di Storia e Letteratura, Roma, 1977, Volume
primo, pag. 316.
scoramento, annota: 'Ungaretti non ha il senso dell`adattamento ed e capace delle peggiori
incongruenze. L`ho visto io con la mantellina, il berretto in testa e il sigaro in bocca entrare
timidamente nella stanza di un colonnello. Ora, se il colonnello sa chi e, ci ride e gli vuol bene,
ma se e un vero colonnello possono succedere guai seri.
Per avere salutato con la pipa in bocca un generale dopo Caporetto qualcuno e stato
Iucilato
21
, ma Ungaretti e personaggio troppo noto per incorrere nei rigori della giustizia militare:
in Iondo non Ia null`altro che ripetere di essere uscito di senno
22
. E le ultime lettere che scrive in
tempore belli a SoIIici sembrano proprio denunciare che ha perso il contatto con la realta.
Ecco, inIatti, che il 12 agosto chiede di essere utilizzato come un complemento
itinerante, con la missione di portare sollievo morale alle truppe dei vari reparti: 'Finito il mio
compito a un reggimento, Iatta la mia relazione, riposatomi un po`, passerei a un altro reggimento
. the right man in the right place
23
.
Ma questo velleitario e in deIinitiva insano ottimismo solo una settimana piu tardi lascia
luogo allo scoramento piu completo.
Ungaretti deve ancora ubriacarsi per dormire e non puo accettare, mentre vede
Iavoritismi 'per ogni specie di canaglie
24
, che solo a lui sia negato cio che chiede, un posto cioe
di 'propagatore di coraggio
25
. E, tuttavia, nelle condizioni psicologiche in cui dimostra di
trovarsi c`e da chiedersi cosa potesse propagare; dice di se: '. sono ormai un povero diavolo
inetto . Perche ho voluto essere un semplice militare di truppa e per tre anni aIIrontare questo
martirio? Voi miei amici lo sapete . sapete che perche sono un uomo di coscien:a, perche ho il
senso della responsabilita, non sono un ufficiale. per le stesse ragioni ho fatto la guerra |i corsivi

21
Ci riIeriamo evidentemente al Iamoso e dolorosissimo episodio che vide protagonista il generale
Andrea Graziani. Il caso Iu sollevato e denunciato appena Iinita la guerra da 'L`Avanti: in diIesa
dell`operato del generale Graziani intervenne proprio Ardengo SoIIici che replico al quotidiano
socialista il giorno di Ierragosto del 1919, attirandosi le ire e le contumelie di tutta la sinistra
italiana. Sul punto, piu complessivamente, cIr. C. DE SIMONE, LIson:o mormorava. Fanti e
generali a Caporetto, Mursia, Milano, 1995, pagg. 243 e 244.
22
E interessante, anche se qui solo sommariamente, istituire un conIronto con l`esperienza di
SiegIried Sassoon, il cui iniziale, entusiastico e pieno consenso alla guerra si trasIormo nelle trincee
della Somme in una plateale sIida letteraria alle autorita militari del suo paese. L`ingombrante e
imbarazzante atteggiamento di quello che era stato un ottimo, utile subalterno, amato anche dalla
truppa per il suo solenne sprezzo del rischio, Iu trattato alla stregua di una malattia mentale: come e
noto, Sassoon non subi alcun processo ma Iu inviato in un ospedale psichiatrico, dove il suo
dissenso Iu 'curato come una malattia nervosa. Sul punto non si puo che richiamare: P. FUSSELL,
La Grande Guerra e la memoria moderna, Il Mulino, Bologna, 2000 (nuova ed.), pag. 116 e ss..
23
Lettere a Soffici cit., pag. 35.
24
Lettere a Soffici cit., pag. 37.
25
Lettere a Soffici cit., pag. 38.
evidenziano le sottolineature dello stesso Ungaretti| ... la morte non mi ha voluto; sono caduto
tante e tante volte sotto il peso; mi sono rialzato; sono andato avanti; e c`era il morale alto; e che
cosa poteva essere il sacco di pagnotte sotto il quale il gracile corpo delicato dell`uomo di
corvee si squilibrava ruzzolando nel Iango del San Michele, di Ironte alla Iede che lo rialzava? E
arrivavo sorridente Ira i Iischi della Iucileria (perche non mi ha piu avvicinato quel bacio
Irizzante, e non solo oggi nel silenzio?) dove dovevo. La morte non mi ha voluto; ma la malattia
mi ha aIIerrato subito; dopo pochi mesi i nervi erano intaccati; c`e stata una lotta tra me e me
terribile; non e Iacile resistere da inIeriore con un corpo debole come il mio; ho avuto crisi di
pianto; nottate intere ho pianto convulsamente; ma la mia anima e stata piu Iorte; sono stato Iin
oggi, per tre anni, un inIeriore esemplare . i miei compagni sono stati buoni, gentili come lo
sono gl`italiani, specialmente il popolo quando sente di essere inteso; poveri cari Iiglioli, arrivano
perIino a darmi del signore e t`assicuro ch`e una cosa che tocca il cuore questo rispetto
spontaneo. Fra loro, ho Iorse Iatto qualche cosa per la causa della guerra; l`ho Iatto sIidando il
pericolo, l`ho Iatto non lasciando passare occasione senza trovare la parola opportuna per
compatirli, rinIrancarli, sollevarli . ma oggi, SoIIici amico mio, non sono piu io. Sono
deIinitivamente uno straccio; sono un povero diavolo capace di commettere delle stupidita. Oh,
voi che mi volete bene, non mi abbandonate, non tollerate che da uno che compiva il suo dovere
duro allegramente, io diventi un`inutile vittima. Se ho dato al mio paese qualche cosa; se ho dato
la piu pura poesia di questa guerra,
26
non e giusto che il mio paese mi abbandoni. Guardate come
la Francia tratta i suoi Iigli meritevoli! . Non chiedo che tre mesi di riposo; poi tornero al
combattimento; in un reparto d`assalto; come si vorra; ma ho bisogno di riposo.
27

Ungaretti conclude la lettera del 26 agosto abbracciando SoIIici, chiedendo solo
compassione e amore. Due giorni piu tardi gli chiedera se ha ricevuto la raccomandata (!) che
deve avere spedito, evidentemente, il 27; e le richieste di aiuto sono sempre le stesse, pressanti,
insistenti, ossessive: tipiche direbbe uno psicologo di uno stato angoscioso dovuto ad un
disturbo postraumatico da stress: 'Ma insomma occupati del mio caso scrive quasi con stizza:
'. tu sai i miei desideri; tre mesi di riposo rendendomi utile in un campo dove le mie attitudini
potessero avere valore. Non e diIIicile, tu puoi
28
.
Nei giorni che seguono, pur scrivendo quasi quotidianamente all`amico, sembra
acquietarsi Iino a quando, alla Iine di settembre, certamente dopo gli interventi di SoIIici e

26
Indizio della perdita di contatto con il mondo reale e, a nostro avviso, anche questa enorme
espressione di immodestia.
27
Lettere a Soffici cit.,pag. 39.
Prezzolini (segnala senza gioia che il comandante del reggimento non ha voluto prendesse parte
alle operazioni in corso nei boschi delle Argonne
29
), il suo stato di prostrazione cresce in modo
esponenziale e torna a parlare di morte, di quella morte ricercata che lo liberi dal senso di inutilita
che prova per la vita che va conducendo: 'Vivo in mezzo a un mezzo pericolo, irritante e
deprimente appunto perche me::o, in un bosco, lontano dall`abitato, con nient`altro che
grigioverde, me stesso, e il tempo che non passa . Se una soluzione non arriva presto, non so
quel che Iaro; ho gia chiesto di essere mandato di pattuglia, e se cosi non trovero la pace, la
cerchero altrimenti; la mia vita inutilmente perduta ricada su chi e responsabile del mancato
soccorso.
30
Ungaretti risparmia dalla tremenda maledizione solo SoIIici. E lo bacia
congedandosi.
Gia il giorno dopo, pero, gli scrive due lettere. Nella prima annota l`impressionante
numero di caduti del reggimento, ma nella seconda, vergata quasi tutta in caratteri maiuscoli e
con abbondanti sottolineature (che in questo lavoro, ripetiamo, abbiamo reso con il corsivo)
evidenzia tutta la sua insana, deIinitiva disperazione '. ho bisogno di RIPOSO; RIPOSO signiIica
potermi occupare di cose mie potermi nutrire non di RANCIO, a cui non mi sono del resto mai
potuto avvezzare; IL MIO ESAURIMENTO DIPENDE ANCHE DA DENUTRIZIONE; ma perche umiliarmi a
costringermi a questi dettagli. Datemi un po` di vero riposo . altrimenti non so proprio quel che
Iaro; ma certo cerchero la morte come un matto, dove sara piu possibile averla!
31
.
Non ce ne sara bisogno.
Perche ai primi di ottobre SoIIici riuscira a Iarlo trasIerire all`uIIicio inIormazioni del II
Corpo d`Armata, dove la corrispondenza con l`amico si diradera notevolmente.
La Iine delle ostilita sul Ironte occidentale, l`11 novembre, trovera Ungaretti a Parigi,
sistemato a rue des Carmes, indirizzo dell`Htel d`Orleans.
Quello stesso giorno, come egli stesso annotera in seguito
32
, andra a rendere omaggio
alla salma di Apollinaire 'morto di grippe.
L`ultimo di quelli che gli erano cari ad essersene andato nella Grande Guerra.

28
Lettere a Soffici cit., pag. 43.
29
Lettere a Soffici cit., pag. 47, ove tale circostanza e stigmatizzata da Ungaretti poiche per lui
motivo di soIIerenza, non di sollievo.
30
Lettere a Soffici cit., pag. 48.
31
Lettere a Soffici cit., pag. 49.
32
Lettere a Soffici cit., pag. 52.

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