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LA VERA

RELIGIONE
CRISTIANA

Indice Generale

EMANUEL SWEDENBORG

The Swedenborg Society, 20 Bloomsbury Way,


London W.C.I 1970
Pubblicato dalla The Swedenborg Society di Londra nel
1970 per commemorare il zoo mo. Anniversario dell
'avvenimento descritto al n.791 della VERA RELIGI­
ONE CRISTIANA:
" ... il Signore convoco i Suoi dodici Discepoli, quelli
che Lo seguirono nel Mondo, e il giorno appresso li
mandè> in tutto il MONDO SPIRITUALE per predicare
il VANG~LO (la Buona Novella), che il SIGNORE
DIO GESU CRISTO regna ..... "
Questo avvenne il 19 mo. giorno del mese di Giugno
dell'anno 1770.
PREFAZIONE
Illavoro, dal quale fu estratto questo libretto, fu pubbli­
cato da Emanuele Swedenborg nell'anno 1771 col titolo
VERA CHRISTIANA RELIGIO CONTINENS UNI­
VERSAM THEOLOGIAM NOVAE ECCLESIAE.
Fu l'ultimo di una serie di lavori teologici scritti durante
un periodo di venticinque anni.
Alla fine del libro Swedenborg pose l'Indice Generale
degli argomenti trattati nei vari capitoli e nelle loro
sezioni. Tali argomenti offrono, in conciso, la cono­
scenza della Dottrina che, dettagliatamente, è esposta
nell'opera fondamentale.
La The Swedenborg Society ha deciso di pubblicare
questo Indice degli Argomenti per fornire, in forma
maneggevole, una vista sintetica di "tutta la Teologia
della Nuova Chiesa" quale introduzione allo studio dell'
opera completa.
CAPITaLa PRIMO
DI DIO CREATORE

DELL'UNITÀ DI DIO
1 Che tutta la Sacra Scrittura, e quindi tutte le Dottrine
delle Chiese nel Mondo Cristiano insegnino che vi è un
Dio, e che Egli è Uno
2. Che l'Influsso universale procedente da Dio nelle
anime degli uomini sia che vi è un Dio, e che Egli è Uno
3 Che da ciû provenga che in tutto il Mondo non c' è
una nazione, avente una religione e una sana ragione,
che non riconosca Dio, e che Dio è uno
4 Che le nazioni e i popoli per varie cagioni abbiano
avuto ed abbiano opinioni diverse sulle qualità di
questo Dio uno
5 Che la ragione umana da molte cose nel Mondo
possa percepire e inferire, se 10 vuole, che vi è un Dio,
e che Esso è un solo
6 Che se non vi fosse un solo Dio, l'universo non
avrebbe poruto essere creato, nè essere conservato
7 Che l'uomo che non riconosce Dio, sia scomunicato DELL'INFINITÀ, 0 DELL'IMMENSITÀ E
dalla Chiesa e dannato DELL'ETERNITÀ DI DIO
8 Che nulla della Chiesa sia in coerenza nell'uomo che 1 Che Dio, poichè è ed esiste in Sè, e tutte le cose
non riconosce un solo Dio, ma più Dei nell'Universo sono ed esistono da Lui, sia Infinito
2 Che Dio, essendo stato prima del Mondo, cosl
DEL DIVINO ESSERE, CHE È JEHOVAH prima dell'origine degli spazi e dei tempi, sia Infinito
1 Che questo Dio Uno si chiami Jehovah dall'Essere, 3 Che Dio, dopo che il Mondo è stato fatto, sia nello
per conseguenza da questo, che Egli solo è, fu e sarà; spazio senza spazio, e nel tempo senza tempo
e perchè Egli è il Primo e l'Ultimo, il Principio e il
Fine, l'Alfa e l'Omega 4 Che l'Infinità di Dio relativamente agli spazi si
chiami Immensità, e relativamente ai tempi si chiami
2 Che questo Dio Uno sia la Sostanza stessa e la Eternità, e che sebbene vi siano questi rapporti, tuttavia
Forma stessa, e che gli angeli e gli uomini siano sostanze non vi sia niente dello spazio nella sua Immensità, e
e forme da Lui; e per quanto sono in Lui ed Egli in essi, niente deI tempo nella sua Eternità
tanto siano Sue immagini e somiglianze
5 Che la ragione illustrata da molti fatti ne! Mondo
3 Che il Divino Essere sia l'Essere in Sè, e in pari possa vedere l'Infinità di Dio
tempo l'Esistere in Sè
6 Che tutto quel che è creato sia finito, e che l'Infinito
4 Che il Divino Essere ed Esistere in Sè non possa sia nei finiti come in ricettacoli, e negli uomini come
produrre un altro Divino che sia l'Essere e l'Esistere in nelle sue immagini
Sè, per conseguenza che un altro Dio della medesima
Essenza non sia possibile DELL'ESSENZA DI DIO, LA QUALE È IL
5 Che la pluralità di Dei nei secoli antichi, ed anche DIVINO AMORE E LA DIVINA SAPIENZA
nei nostri giorni, non sia esistita se non perchè non si è 1 Che Dio sia l'Amore stesso e la Sapienza stessa, e
compreso il Divino Essere che questi due facciano la sua Essenza
2
2. Che Dio sia il Bene stesso e il Vero stesso, perchè il 3 Che l'Onnipotenza di Dio tanto nell'Universo,
Bene appartiene all'Amore, e il Vero alla Sapienza quanto in tutte e nelle singole cose di esso, proceda ed
operi secondo le leggi del suo Ordine
3 Che Dio, essendo l'Amore stesso e la Sapienza stessa,
4 Che Dio sia Onnisciente, cioè, che Egli percepisca,
sia la Vita stessa, che è la Vita in Sè
veda e sappia tutte e le singole cose, 6.no alle minutis­
4 Che l'Amore e la Sapienza in Dio facciano uno sime, che si fanno secondo l'Ordine, e da queste anche
quelle che si fanno contro l'Ordine
5 Che l'essenza dell'Amore sia di amare gli altri fuori
di sè, di volere essere uno con essi, e di renderli felici 5 Che Dio sia Onnipresente dai primi agli ultimi del
da sè suo Ordine
6 Che l'uomo sia stato creato forma dell'Ordine
6 Che questi Essenziali dell'Amore Divino siano stati
Divino
la causa della Creazione del'Universo, e siano la causa
della sua Conservazione 7 Che per quanto l'uomo vive secondo l'Ordine
Divino, tanto sia nella potenza contro il male e il falso
in virtù della Divina Onnipotenza, e tanto nella sapienza
intorno al bene e al vero in virtù della Divina On­
DELL'ONNIPOTENZA, DELL'ONNISCIENZA niscienza, e tanto in Dio in virtù della Divina Onni­
E DELLA ONNIPRESENZA DI DIO presenza
1 Che l'Onnipotenza, l'Onniscienza e l'Onnipresenza
appartengano alla Divina Sapienza dal Divino Amore DELLA CREAZIONE DELL'UNIVERSO
2. Che l'Onnipotenza, l'Onniscienza e l'Onnipresenza Che nessuno possa formarsi un'idea giusta della
di Dio non possano essere conosciute se non si sa che Creazione dell'Universo, se non sono premesse alcune
cosa è l'Ordine, e se s'ignora relativamente ad esso che conoscenze generali, che mettano l'Intelletto in uno
Dio è l'Ordine, e che in un con la Creazione Egli ha stato di percezione; quali sono queste conoscenze
introdotto l'Ordine tanto nell'Universo, quanto in tutte La Creazione dell'Universo è descritta in cinque
e nelle singole cose di esso Memorabili
4
CAPITOLO SECONDO
Corollario: Sullo stato della Chiesa prima dell'Avveni­
DEL SIGNORE REDENTORE
mente deI Signore, e sul suo stato dopo quell'avveni­
mente
1 Che Jehovah-Dio sia disceso ed abbia preso l'Umano
per redimere e salvare gli uomini
2 Che Jehovah Dio sia disceso come Divino Vero, che
è la Parola, e che tuttavia non abbia separato il Divino DELLA REDENZIONE
Bene 1 Che la stessa Redenzione fosse la soggiogazione
3 Che Dio abbia preso l'Umano secondo il suo Divino degl'Inferni e l'ordinamento dei Cieli, e per l'una e
Ordine l'altro la preparazione ad una Nuova Chiesa spirituale
4 Che l'Umano, per il quale Dio si è inviato nel 2 Che senza questa Redenzione alcun uomo avrebbe
Mondo, sia il Figlio di Dio potuto essere salvato, e gli angeli non avrebbero potuto
5 Che il Signore per gli atti della Redenzione siasi sussistere nello stato d'integrità
fatto la Giustizia 3 Che il Signore cosi abbia redento non solo gli
6 Che il Signore per i medesimi atti si sia unito al uomini, ma anche gli angeli
Padre, e il Padre a Lui 4 Che la Redenzione sia stata un' Opera puramente
7 Che cosî Dio si sia fatto Uomo, e l'Uomo Dio in una Divina
sola Persona
5 Che questa stessa Redenzione non avrebbe potuto
8 Che la progressione verso l'Unione fosse 10 stato essere fatta se non da Dio incarnato
della sua Esinanizione, e che la stessa Unione sia 10
stato della sua Glorificazione 6 Che la Passione della croce sia stata l'ultima ten­
tazione, che il Signore sostenne come grandissimo
9 Che d'ora innanzi niuno fra i Cristiani venga nel Profeta, e che essa sia stato il mezzo di Glorificazione
Cielo, all'infuori di chi crede nel Signore Dio Salvatore dei suo Umano, cioè dell'Unione col Divino di suo
e si rivolge a Lui solo Padre, e non già la Redenzione
6
7
7 Che la credenza che la Passione della croce fosse la 4 Che il Signore operi quelle Virtù in coloro che
stessa Redenzione, sia l'errore fondamentale della credono in Lui
Chiesa; e che questo errore, aggiunto all'errore sulle tre Che il Signore operi per Sè dal Padre, e non vice­
Persone Divine ab aeterno, abbia talmente pervertito versa
tutta la Chiesa, che in essa non rimane più nulla di 6 Che 10 spirito dell'uomo sia la sua mente e tutto
spirituale quel che ne procede
Corollario: In nessun luogo nell'Antico Testamento è
CAPITOLO TERZO detto che i Profeti abbiano parlato secondo 10 Spirito
DELLO SPIRITO SANTO, E DELLA DIVINA Santo, ma bensl secondo Jehovah Dio; altrimenti perô
OPERAZIONE nel Nuovo Testamento
1 Che 10 Spirito Santo sia la Divina Verità, e altresi
la Divina Virtù e la Divina Operazione procedenti da DELLA DIVINA TRINITÀ
Dio Dno, in cui è la Divina Trinità, cosi procedenti dal 1 Che vi sia una Divina Trinità, che è il Padre, il
Signore Dio Salvatore Figliuolo e 10 Spirito Santo
2 Che la Divina Virtù e la Divina Operazione, che 2 Che questi tre, il Padre, il Figliuolo e 10 Spirito
sono intese per 10 Spirito Santo, siano in generale la Santo, siano i tre Essenziali d'un solo Dio, che fanno
Riformazione e la Rigenerazione; a secondo queste, uno, come l'anima, il corpo e l'operazione nell'uomo
l'Innovazione, la Vivificazione, la Santificazione e la 3 Che prima deI Mondo creato non vi fosse questa
Giustificazione; e secondo queste, la Purificazione dai Trinità, ma che dopo il Mondo creato, quando Dio si
mali e la Remissione dei peccati, e finalmente la fu incarnato, essa sia stata provveduta e fatta, e allora
Salvazione nel Signore Dio Redentore e Salvatore Gesù Cristo
3 Che quella Divina Virtù e quella Divina Operazione, 4 Che una Trinità di Divine Persone ab aeterno, 0 prima
che presso gli Ecclesiastici specialmente sono intese per del Mondo creato, sia nell'idee del pensiero una Trinità
l'invio dello Spirito Santo, siano ]'Illustrazione e di Dei, e che l'idea di tre Dei non possa esser distrutta
l'Istruzione per la confessione orale d'un solo Dio
8 9
5 Che la Trinità di Persone fosse ignota nella Chiesa 2. Che nella Parola vi sia un Senso spirituale MO ad ora
Apostolica, ma che essa sia nata dal Concilio di Nicea, ignorato
e quindi sia stata introdotta nella Chiesa Cattolica
Romana, e da questa nelle Chiese che se ne sono separate Che cosa sia il Senso spirituale
Che dal Signore proceda il Divino celeste, il Divino
6 Che dalla Trinità Nicena e nel tempo stesso Atana­ spirituale e il Divino naturale
siana sia nata la Fede, che ha pervertito tutta la Chiesa Che il Senso spirituale sia in tutte e nelle singole cose
Cristiana della Parola; dimostrato
7 Che quindi resulti che questa Fede è l'abominazione Che il Signore, quando era nel Mondo, abbia padato
della desolazione, e l'affiizione quale mai non fu, nè per corrispondenze, cosi spiritualmente, anche quando
sarà, che il Signore aveva predetto in Daniel, negli padava naturalmente
Evangelisti e nell'Apocalisse Che sia dal Senso spirituale che la Parola è divina­
8 Che inoltre risulti questo, che se un nuovo Cielo e mente inspirata e santa in ogni vocabolo
una nuova Chiesa non fossero fondati dal Signore, non Che il Senso spirituale della Parola sia stato MO ad
sarebbe salvata alcuna carne ora ignorato, ma presso gli antichi fosse conosciuto;
delle corrispondenze presso questi
9 Che dalla Trinità di Persone, di cui ciascuna in
Che il Senso spirituale della Parola non sarà d'ora
particolare è Dio, secondo il Simbolo d'Atanasio, siano
innanzi dato, fuorchè a colui che è dal Signore nei
sorte intorno a Dio molte idee discordanti e eterogenee,
veri genuini
le quali sono fantasie ed aborti
Maraviglie concernenti la Parola dal suo Senso
spirituale
CAPITOLO QUARTO
DELLA SACRA SCRITTURA 3 Che il Senso della lettera della Parola sia la base, il
contenente e il sostegno del suo Senso spirituale e del
o DELLA PAROLA DEL SIGNORE suo Senso celeste
4 Che il Divino Vero nel senso della lettera della
l Che la Sacra Scrittura 0 la Parola sia 10 stesso Divino ParoIa sia nel suo pieno, nel suo santo e nella sua
Vero potenza
IO II
Che i veri dei Senso letterale della Parala siano intesi della Parola, ed essere confirmata per questo senso
pcr le pietre preziose, di cui erano composti i fonda­ Che il vera genuino, che deve appartenere alla
menti della Nuova Gerusalemme, come è detto
Dottrina, non apparisca nel Senso letterale della
nell'Apocalisse; e questo secondo la corrispondenza Parola, fuorchè a coloro che sono nell'illustrazione
Che i veri e i beni della Parola, nel Senso della sua dal Signore
lettera, siano intesi per l'Urim e il Tummim sull'Efod
di Aaron 6 Che per il Senso della lettera della Parola vi sia
Che gli stessi beni e gli stessi veri siano intesi per le congiunzione col Signore e consocizaione cogli Angeli
Pietre preziose nel giardino d'Eden, dove è detto in 7 Che in tutti i Cieli vi sia la Parola, e che indi provenga
Ezechiel che fosse stato il Re di Tiro la sapienza angelica
Che i veri e i beni negli ultimi, quali sono nel Senso
letterale della Parola, slano stati rappresentati per le 8 Che la Chïesa esista dalla Parola, e che tale essa sia
cortine, i veli e le colonne del Tabernacolo nell'uomo, quale è in lui l'intelletto della Parola
Che gli stessi veri e gli stessi beni siano parimente 9 Che nelle singole cose della Parola vi sia il connubio
stati rappresentati per gli Esterni dei Tempio di deI Signore e della Chiesa, e quindi il connubio deI
Gerusalemme Bene e del Vera
Che la Parala nella sua gloria sia stata rappresentata 10 Che dal Senso letterale della Parola si possano
nel Signore, quando fu trasfigurato pigliare delle eresie, ma che sia pericoloso il confirmarle
Che la potenza della Parola negli ultimi sia stata Che moite cose della Parola siano apparenze del vero,
rappresentata per i Nazirei nelle quali sono nascosti i veri genuini
Dell'ineffabile Potenza della Parala Che per la confirmazione delle apparenze del vero
5 Che la dottrina della Chiesa debba essere attinta dal nascano delle illusioni
Senso letteraie della Parola, ed essere confirmata per Che il Senso letterale della Parola sia una custodia per
esso senso i veri genuini, che sono nascosti dentra
Che il Senso letterale della Parola sia stato rappre­
Che la Parala non s'intenda senza la Dottrina sentato per i Cherubini, e sia nella Parola significato
Che la Dottrina debba essere attinta dal senso letterale per essi
12
13
lIChe il S~gnore nel Mondo abbia compiuto tutte le 4 SEcoNDa PRECETTO: Non prendere il Nome di
cose della Parola, e per questo si sia fatto la Parola, Jehovah Dio tua in vano, perciocchè Jehovah non
cioè il Divino Vero anche negli ultimi terrà per innocente colui che avrà preso il Suo Nome in
12 Che prima di questa Parola che oggi è nel mondo, vano
vi fosse una Parola che è andata perdu ta 5 TERZO PRECETTO: Ricordati deI giorno di Sabato per
13 Che per la Parola la luce sia comunicata anche a santificarlo: tu lavorerai sei giorni e farai agni opera
coloro che sono fuori della Chiesa, e che non hanno la 1
tua, ma il settimo giorno (è) il Sabato a Jehovah Dio
Parola
14 Che se non vi fosse una Parola, nessuno saprebbe
1
tuo
6 QUARTO PRECETTO: Onora tuo Padre e tua Madre,
che vi è un Dio, un Cielo e un Inferno, una Vita dopo affinchè i tuoi giorni siano prolungati sopra la terra,
la morte, e nessuno tante mena conoscerebbe il Signore che Jehovah Dio tua ti dà
7 QUINTO PRECETTO: Non uccidere
CAPITOLO QUINTO
IL CATECHISMO 0 DECALOGO 8 SESTO PRECETTO: Non commettere adulterio
9 SETTIMO PRECETTO: Non furare
SPIEGATO QUANTO AL sua SENSO
ESTERNO ED AL sua SENSO INTERNO 10 OTTAVO PRECETTO: Non rispondere contro al tua
1 Che il Decalogo fosse la Santità stessa nella Chiesa
Israelita; della santità dell'Arca nella quale era la Legge
'l prossimo da falso testimonio
II NONO E DECIMO PRECETTO: Non concupire la casa
2 Che il Decalogo nel Senso della lettera contenga i .\ del tua prossimo, non concupire la moglie deI tua
precetti comuni di dottrina e di vita, e che nel Senso prossimo, nè il suo servo, nè la sua serva, nè il suo bue,
spirituale e nel Senso celeste contenga universalmente nè il suo asino, nè cosa a1cuna che sia del tua prossimo
tutti i precetti 12 Che i Dieci Precetti del Decalogo contengano
3 PRIMO PRECETTO: Non vi sarà altro Dio dinanzi tutto quel che spetta all'amore verso Dio, e tutto quel
alle mie facce che spetta all'amore verso il prossimo
14 15
Che secondo l'abbondanza e la coerenza delle verità
CAPITOLO SESTO
DELLA FEDE si perfezioni la Fede
Che le verità della Fede, comunque siano numerose
PREFAZIONE: Che la Fede sia il primo per il tempo, ma ed appariscono diverse, tuttavia facciano uno dal
che la Carità sia il primo per il fine Signore
Che il Signore sia la Parala, il Dio del Cielo e della
1 Che la Fede salvifica sia la Fede nel Signore Dio l~"
Terra, il Dio d'ogni carne il Dio della Vigna 0 della
Salvatore Gesù Cristo Chiesa, il Dio della Fede e la stessa, Luce, la Verità e
Perchè Egli è Dio visibile, nel quale è Dio invisibile la Vita eterna; dimostrato con la Parala
z Che la Fede, in sostanza, sia che colui che ben vive
e crede secondo le regole è salvato dal Signore 5 Che la Fede senza la Carità non sia la Fede, e che la
Che il Primo punto della fede in Lui sia la ricono­ Carità senza la Fede non sia la Carità, e che l'una e
scenza che Egli è il FIGLIUüL DI DIO l'altra non vivano se non dal Signore
Che l'uomo possa acquistarsi la Fede
3 Che l'uomo riceva la Fede per questo, che si rivolge Che l'uomo possa acquistarsi la Carità
al Signore, impara le verità dalla Parola, e vive secondo Che l'uomo possa acquistarsi anche la vita della
esse Fede e della Carità
Dell'Essere della Fede; dell'Essenza della Fede; Che cio nondimeno nulla della fede, nulla della
dell'Esistenza della Fede; dello Stato della Fede, e carità, e nulla della vita di entrambe vengano dall'­
della Forma della Fede uomo, ma che tutto venga dal Signore solo
Della Fede meramente naturale; che sia una per­ Differenza tra la Fede naturale e la Fede spirituale,
suasione che simula la Fede e che questa sia dentra in quella dal Signore
4 Che l'abbondanza delle verità legate insieme come
in un fascio, esaltino e perfezionino la Fede 6 Che il Signore, la Carità e la Fede facciano uno,
Che le verità della Fede siano moltiplicabili all'infinito come la vita, la volontà e l'intelletto nell'uomo; e che
Che la disposizione delle verità della Fede sia in serie, se si dividono, ognuno perisca, come una perla ridotta
cosi come in fascicoli in polvere
16 17
Che il Signore con tutto il suo Divino Amore, e con Che la Carità sia il ben-volere, e che le buone opere
tutta la sua Divina Sapienza, COS! con tutta la sua siano il ben-fare dietro il ben-volere
Divina Vita influisca presso ogni uomo Che la Carità e la Fede non siano che cose mentali e
Che per conseguenza il Signore influisca presso ogni caduche, se, quando si puo, non vengono determinate
uomo con tutta l'essenza della Fede e della Carita in opere, e se non coesistono in esse opere
Che quelle cose che influiscono dal Signore, siano Che la sola Carità non produca le buone opere, e
ricevute dall'uomo secondo il suo stato e la sua tanto mena ancora la Fede sola, ma che la Carità e la
forma Fede unite insieme ne producano
Che pero l'uomo che divide il Signore, la Carità e la
9 Che vi sia una Fede vera, una Fede bastarda e una
Fede non sia una forma che riceve, ma sia una forma
che distrugge Fede ipocrita
Che la Chiesa Cristiana fin dalla sua culla comincio
ad essere infestata e lacerata dagli scismi e dall'eresie
7 Che il Signore sia la Carità e la Fede nell'uomo, e
Che la Fede vera sia unica, e che essa sia la Fede nel
che l'uomo sia la Carità e la Fede nel Signore
Signore Dio Salvatore Gesù Cristo, e dimori presso
Che vi sia una congiunzione con Dio per la quale
coloro che credono che Egli è il Figliuolo di Dio, il
l'uomo ha la salute e la vita eterna
Dio deI cielo e della terra, e uno col Padre
Che la congiunzione non sia possibile con Dio Padre,
Che la Fede bastarda sia ogni Fede che si allontana
ma che sia possibile col Signore, e per Esso con Dio
dalla vera Fede, che è unica; e che essa dimori presso
Padre
coloro che salgono per un'altra parte, e riguardano
Che la congiunzione col Signore sia reciproca, cioè
il Signore non come Dio, ma solamente come uomo
dire, che il Signore sia nell'uomo, e l'uomo nel
Che la Fede ipocrita non sia una fede
Signore
Che questa congiunzione reciproca del Signore e 10 Che non vi sia alcuna fede presso i malvagi
dell'uomo si effettui per la Carità e la Fede Che i malvagi non abbiano nessuna fede, perchè il
male appartiene all'lnferno, e la fede al Cielo
8 Che la Carità e la Fede siano insieme nelle buone Che non abbiano nessuna fede nel Cristianesimo tutti
opere coloro che rigettano il Signore e la Parola, sebbene
18 19
vivano moralmente e razionalmente, ed anche
5 Che la Chiesa sia il Prossimo che deve essere amato
padino, insegnino e scrivano intorno alla Fede
in un grado superiore, e che il Regno dei Signore sia il
Prossimo che deve essere amato in grado supremo
CAPITOLO SETTIMO
DELLA CARITÀ, 0 DELL'AMORE VERSO 6 Che amare il Prossimo, considerato in sè, non sia
IL PROSSIMO amare la persona, ma bensi sia amare il bene che è nella
persona
E DELLE BVONE OPERE 7 Che la carità e le buone opere siano due cose distinte,
1 Che vi siano tre Amori universali: l'amore dei Cielo, come il ben-volere e il ben-fare
l'amore del mondo, e l'amore di sè 8 Che la stessa Carità sia agire giustamente e fedel­
Della Volontà e dell'Intelletto mente nell'ufficio, neI negozio e nell'opera, in cui
Del Bene e del Vero ciascuno è, e con coloro coi quali si ha qualche com­
Dell'Amore in generale mercio
Dell'Amore di sè e dell'Amore dei mondo in ispecie
9 Che i BENEFIzI della Carità consistano nel dare ai
Dell'uomo Interno e dell'uomo Esterno
poveri e nel soccorrere gl'indigenti, ma con prudenza
Dell'uomo meramente Naturale e Sensuale
10 Che vi siano i DOVERI della Carità, alcuni pubblici,
2 Che quei tre Amori, quando sono regolarmente altri domestici ed altri privati
subordinati, perfezionino l'uomo; ma quando non sono
regolarmente subordinati, 10 pervertano e 10 capovol­ lIChe le RICREAZIONI della Carità siano i pranzi, le
gano cene e le riunioni
12 Che la Prima cosa della Carità sia di rimuovere i
3 Che ogni uomo in singolare sia il Prossimo che deve
essere amato, ma secondo la qualità del suo bene mali, e la Seconda di fare i beni che sono utili al pros­
simo
4 Che l'Vomo nel plurale, cioè una società piccola 0
13 Che l'uomo negli eserciz.l della Carità non ponga il
grande, e l'Vomo nel composto di quelle società, cioè
merito nelle opere, quando crede che ogni bene viene
la Patria, sia il Prossimo che deve essere amato
dal Signore
20
21
J4 Che la vita morale, quando è in pari tempo 4 Che l'uomo, fino a che vive nel Mondo, sia tenuto
spirituale, sia la Carita nel mezzo fra il Cielo e l'Inferno, e là nell'equilibrio
spirituale, che è il Libero Arbitrio
J 5 Che un'amicizia d'amore legata con un uomo,
qualunque egli sia in quanto allo spirito, sia pre­ 5 Che dalla permissione del male, in cui è l'uomo
giudizievole dopo la morte interno d'ognuno, risulti ad evidenza che l'uomo ha il
Libero Arbitrio nelle cose spirituali
J 6 Che vi sia una Carità bastarda, una Carità ipocrita
e una Carità morta 6 Che senza il Libero Arbitrio nelle cose spirituali la
Parola non sarebbe d'alcun USD, e conseguentemente
17 Che l'amicizia d'amore fra i malvagi sia fra essi un neppure la Chiesa
odio intestino
7 Che senza il Libero Arbitrio nelle cose spirituali non
18 Della congiunzione dell'amore verso Dio e dell'­
vi sarebbe nulla dell'uomo per cui si potrebbe con­
amore verso il prossimo
giungere reciprocamente al Signore, e quindi non vi
sarebbe Imputazione, ma la sola Predestinazione, che
è detestabile
CAPITOLO OTTAVO
Effetti detestabili della Predestinazione divulgati
DEL LIBERO ARBITRIO
J Precetti e Dommi della Cruesa odierna sul Libero 8 Che senza il Libero Arbitrio nelle cose spirituali Dio
Arbitrio sarebbe la causa deI male, e COS! non vi sarebbe alcuna
imputazione della carità e della fede
2. Che i due alberi posti nel giardino d'Eden, l'uno
della vita, e l'altro della scienza deI bene e del male, 9 Che ogni spirituale della Cruesa, che entra nella
significhino che all'uomo è dato il Libero Arbitrio libertà ed è ricevuto in virtù della libertà, rimanga, ma
nelle cose spirituali non quando è altrimenti

3 Che l'uomo non sia la Vita, ma un ricettacolo della 10 Che la volontà e l'intelletto dell'uomo siano in

vita che procede da Dio questo Libero Arbitrio; ma che fare il male sia represso
2.2. 2.3
dalle leggi nell'uno e nell'altro Mondo, 10 spirituale e
rimanga in essi, e colui che rimane in essi non possa
il naturale, perchè altrimenti la Società perirebbe in
essere salvato
entrambi
Che cosa è l'adempimento della Legge
Il Che se gli uomini non avessero il Libero Arbitrio 5 Che la conoscenza del peccato e l'esame d'un peccato
nelle cose spirituali, essi tutti potrebbero nel mondo appo sè comincino la Penitenza
intero, in un sol giorno, essere indotti a credere nel
6 Che la Penitenza attuale sia di esaminarsi, conoscere
Signore; ma che questo non si possa fare, perchè quel
e riconoscere i suoi peccati, supplicare il Signore e
che non è ricevuto dall'uomo in virtù del suo Libero
cominciare una nuova vita
Arbitrio, non rimane
Che oggidi non si facciano miracoli, perchè essi 7 Che la vera Penitenza sia di esaminare non solo gli
tolgono il Libero Arbitrio nelle cose spirituali, e atti della sua vita, ma anche le intenzioni della sua
costringono volontà
8 Che coloro che non si esaminano, ma che nondimeno
CAPITOLO NONO si astengono dai mali, perchè sono peccati, facciano
DELLA PENITENZA anche Penitenza; e che questa Penitenza abbia luogo in
quelli che fanno per religione le opere della Carità
1 Che la Penitenza sia la prima cosa della Chiesa
9 Che bisogna che la Confessione sia fatta dinanzi al
nell'uomo
Signore Dio Salvatore, e che allora vi sia supplicazione
2 Che la Contrizione, che oggicll si dice che preceda la per il soccorso e la potenza di resistere ai mali
Fede e sia seguita dalla consolazione deI Vangelo, non 10 Che la Penitenza attuale sia facile appo quelli che
sia la Penitenza l'hanno fatta qualche volta, ma molto refrattaria per
3 Che la sola confessione orale che si è peccatore non coloro che non l'hanno fatta mai
sia la penitenza Il Che colui che non ha mai fatto Penitenza, 0 che
non si è mai riguardato internamente, nè scrutato, non
4 Che l'uomo nasca inclinato ai mali d'ogni genere, e
sappia final mente quel che è il male che danna, e quel
che se non li rimuove in parte per la Penitenza, egli
che è il bene che salva
24
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CAPITOLO DECIMO 8 Che l'uomo rigenerato abbia una nuova volontà e
DELLA RIFORMAZIONB E DELLA un nuovo intelletto
RIGENERAZIONE
9 Che l'uomo rigenerato sia in comunione cogli angeli
1 Che se l'uomo non è generato una seconda volta, e del Cielo, e il non rigenerato in comunione cogli spiriti
come creato di nuovo, non possa entrare nel Regno di dell'Inferno
Dio
10 Che per quanto l'uomo è rigenerato, tanto i peccati
2 Che la nuova Generazione 0 la nuova Creazione sia siano rimossi, e che questa remozione sia la Remissione
l'opera del Signore solo per la Carità e la Fede, come i dei peccati
due mezzi, l'uomo cooperante
lIChe la Rigenerazione non sia possibile senza il
3 Che tutti essendo stati redenti, tutti possano essere
Libero Arbitrio nelle cose spirituali
rigenerati, ciascuno secondo il suo stato
12 Che III Rigenerazione non sia possibile senza i veri,
4 Che la Rigenerazione si faccia assolutamente nella
per i quali si forma la Fede, e coi quali si congiunge la
stessa guisa che l'uomo è conceputo, è portato nell'utero,
Carità
nasce ed è allevato
Alcune osservazioni sul Sesso mascolino e femminino
5 Che il primo atto della nuova generazione si chiami nel Regno vegetale
Riformazione; esso appartiene all'intelletto; e che il
secondo atto si chiami Rigenerazione; esso appartiene CAPITOLO DECIMOPRIMO
alla volantà e quindi all'intelletto DELL'IMPUTAZIONE
6 Che primieramente debba essere riformato l'uomo 1 Che la Fede della Chiesa odierna (che si afferma
Interno, e per esso l'uomo Esterno, e che cosi l'uomo essere la sola che giustifica) e l'Imputazione facciano
sia rigenerato unD
7 Che quando cio avviene, cominci un combattimento 2 Che l'imputazione appartenente alla Fede odierna sia
fra l'uomo Interno e l'uomo Esterno, e che allora colui doppia, l'una del Merito di Cristo, e l'altra della Salute
che vince domini sull'altro che ne risulta
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3 Che la Fede, che è imputativa del merito e della 10 Che il Pensiero non sia imputato a nessuno, ma la

giustizia di Cristo Redentore, sia uscita primieramente Volontà sia imputata


clai decreti deI Sinodo di Nicea sopra le tre Persone
Divine ab ac/crno, la quaI Fede, da quell'epoca sino al CAPITOLO DECIMOSECONDO
presente, è stata ricevuta da tutto il Mondo Cristiano DEL BATTESIMO

4 Che la Fede imputativa deI merito di Cristo non 1 Che senza la conoscenza deI Senso spirituale della
fosse conosciuta nella Chiesa Apostolica, che precedette Parola nessuno possa, sapere quel che i due Sacramenti,
il Concilio di Nicea, e che essa non sia intesa in nessuna il Battesimo e la Santa Cena, involgono ed effettuano
parte nella Parola 2 Che per il Lavacro, che si chiama Battesimo, sia
5 Che l'imputazione del merito e della guistizia di inteso il Lavacro spirituale, che è la Purificazione dai
Cristo sia impossibile mali e dai falsi, e cosi la Rigenerazione

6 Che vi sia l'Imputazione, ma del bene e del male, e 3 Che siccome la Circoncisione deI cuore era rap­
in pari tempo della fide presentata per la Circoncisione del prepuzio, il Battesimo
sia stato instituito in luogo della Circoncisione, affinchè
7 Che la Fede e l'Imputazione della Nuova Chïesa non la Chïesa Interna succedesse alla Chïesa Esterna, la quale
possano in nessun modo essere insieme con la Fede e in tutte e nelle singole cose figurava la Chiesa Interna
l'Imputazione della Chiesa precedente; e che se sono
insieme, avvenga una tale collisione e un tal conflitto, 4 Che il primo uso del Battesimo sia l'introduzione
che il tutto della Chïesa appo l'uomo perisce nella Chiesa Cristiana, e in pari tempo l'inserzione fra i
Cristiani nel Mondo spirituale
8 Che il Signore imputi ad ogni uomo il bene, e che
l'Inferno imputi ad ogni uomo il male 5 Che il secondo uso del Battesimo sia che il Cristiano
conosca e riconosca il Signore Gesù Cristo Redentore
9 Che la Fede faccia la sentenza rispetto a quello con e Salvatore, e che 10 segua
cui essa si congiunge: se la vera Fede si congiunge col
bene, la sentenza è per la vita eterna; ma se la Fede si 6 Che il terzo uso del Battesimo, che è l'uso finale, sia
congiunge col male, la sentenza è per la morte eterna che l'uomo sia rigenerato
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7 Che per il Battesimo di Giovanni sia stata preparata 3 Che da queste cose bene intese si possa comprendere
la via, perchè Jehovah il Signore potesse discendere nel che la Santa Cena contiene universalmente e singolar­
Mondo e compiere la Redenzione mente tutte le cose della Chiesa e tutte quelle deI Cielo

4 Che nella Santa Cena sia tutto il Signore, e tutta


CAPITOLO DECIMOTERZO quanta la sua Redenzione
DELLA SANTA CENA
5 Che il Signore sia presente presso coloro che si
l Che senza una cognizione delle Corrispondenze delle accostano degnamente alla Santa Cena, ed apra loro il
cose naturali colle cose spirituali nessuno possa cono­ Cielo; e che Egli sia anche presente presso coloro che
scere i frutti dell'uso della Santa Cena vi si accostano indegnamente, ma che a questi non apra
il Cielo: conseguentemente, che come il Battesimo è
z Che dietro la conoscenza delle Corrispondenze si l'introduzione nella Chiesa, cosi la Santa Cena sia
sappia quel che è inteso per la Carne e il Sangue del l'introduzione nel Cielo
Signore, e che è intesa la medesima cosa per il Pane e
il Vino, cioè dire, che per la Carne del Signore e per il 6 Che coloro si accostano degnamente alla Santa Cena
Pane è inteso il Divino Bene del suo Amore, e altresî i quali sono nella fede nel Signore e nella carità verso il
ogni bene della Carità; e che per il Sangue deI Signore prossimo, cosi quelli che sono rigenerati
e per il Vino è inteso il Divino Vero della sua Sapienza,
e altresi ogni vero della Fede; e per la manducazione è 7 Che coloro che si accostano degnamente alla Santa
intesa l'appropriazione Cena, siano nel Signore, e il Signore sia in essi; che per
È dimostrato con la Parola quel che è inteso per la conseguenza per la Santa Cena si effettui la congiunzione
Carne col Signore

................ per il Sangue


8 Che la Santa Cena sia, per coloro che vi si accostano
................ per il Pane
degnamente, come un segno e un sigillo che essi sono
............. , .. per il Vino
figliuoli di Dio
3° 31
siano salvati, e affinchè di essi sia formato un Nuovo
CAPITOLO DECIMOQUARTO
Cido angelico e una Nuova Chiesa nelle Terre; e che
DELLA CONSUMAZIONE DEL SECOLO
senza questo Avvenimento nessuna carne potrebbe
DELL'AVVENIMENTO DEL SIGNORE
essere salvata-Matt. XXIV, 22
E DEL NUOVO CIELO E DELLA NUOVO
CHIESA 7 Che questo secondo Avvenimento deI Signore non
sia un Avvenimento in Persona, ma nella Parola, che
1 Che la Consumazione del secolo sia l'ultimo tempo 0 procede da Esso e che è Esso stesso
la fine della Chiesa
8 Che questo secondo Avvenimento del Signore si
2 Che oggi sia l'ultimo tempo della Chiesa Cristiana, effettui per mezzo d'un uomo, dinanzi al quale il Signore
che è stato predetto e descritto dal Signore negli si è manifestato in Persona, e l'ha empito del suo Spirito
Evangelisti e nell'Apocalisse per insegnare le Dottrine della Nuova Chiesa mediante
la Parola procedente da Lui
3 Che questo ultimo tempo della Chiesa Cristiana sia
la Notte stessa, nella quale finirono le Chiese precedenti 9 Che questo sia inteso nell'Apocalisse,-Cap. XXI­
per il Nuovo Cielo e la Nuovo Terra, e per la Nuova
4 Che dopo questa Notte venga la Mattina, e che Gerusalemme discendente dal Cielo
l'Avvenimento del Signore sia quella Mattina 10 Che questa Nuova Chiesa sia la corona di tutte le
Chiese, che fin qui sono esistite sul globo terrestre
5 Che l'Avvenimento deI Signore non sia il suo
Avvenimento per distruggere il Cielo visibile e la Terra
abitabile, e creare un nuovo Cielo e una nuova Terra,
come moIti, per non aver compreso il Senso spirituale
della Parola, banno creduto fin qui

6 Che questo Avvenimento deI Signore, che è il


secondo, abbia luogo affinchè i malvagi siano separati
Printed in England by Eyre", Spottiswoode Ltd, Thanet Press, Margate
dai buoni, e quelli che credettero e credono nel Signore
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