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Ilaria Raimondi Universit di Roma Tor Vergata

Lantropologia kantiana e le sue fonti Con la presente ricerca, iniziata nel mese di aprile 1999, sintende delineare i tratti fondamentali della concezione kantiana dellantropologia nel suo rapporto con la filosofia critica, individuando al contempo le influenze pi significative, gli autori le cui opere hanno maggiormente costituito un punto di riferimento per la riflessione antropologica di Kant. Nel lavoro, concentrato innanzi tutto sulla definizione dellambito antropologico, si riscontrata la presenza di diverse accezioni del termine antropologia che rendono complessa lidentificazione del terreno specifico e della posizione sistematica di essa rispetto alla filosofia trascendentale: infatti lantropologia talvolta connotata come empirica o ausfhrlichen Anthropologie1, talaltra come pratica2, come pragmatica3 e ancora come Anthropologia transscendentalis4. Ciascuna di tali definizioni, se assunta come centrale, comporta di fatto una diversa lettura dei rapporti con la filosofia trascendentale ed una diversa definizione dellambito stesso dellantropologia per Kant. A ci va aggiunta la complessit dei materiali di riferimento, che attraversano pi o meno tutto larco evolutivo della riflessione kantiana; dellinteresse kantiano per lantropologia possediamo infatti testimonianze di diversa natura, costituite non solo dalle opere pubblicate (per le quali possiamo risalire alla met degli anni Cinquanta con la Storia generale della natura e teoria del cielo5, per poi giungere sino allAntropologia dal punto di vista pragmatico del 1798) , ma anche e soprattutto da materiale appartenente al lascito manoscritto: in esso vanno distinte da una parte le annotazioni e le riflessioni (ovvero le Bemerkungen6 e le Reflexionen zur Anthropologie7, queste
Kritik der reinen Vernunft , A 849/ B 877; Critica della ragion pura trad. it. a cura di G. Colli, Bompiani, Milano (1976) 1991, p. 819. Per le citazioni dal testo kantiano della Critica della ragion pura (da ora segnalata con la sigla KrV) sar data di seguito lindicazione dalledizione originale, segnalando con A la prima edizione e con B la seconda, facendo seguire il relativo numero di pagina. Le altre opere kantiane saranno citate dalla raccolta della Akademie der Wissenschaften di Berlino: Kants Gesammelte Schriften, Berlin-Leipzig, AkademieAusgabe, 1900 sgg. Per segnalare tale raccolta si utilizza nel presente lavoro la sigla KGS, alla quale fatto seguire il numero del volume e della pagina. 2 Grundlegung zur Metaphysik der Sitten, in: KGS IV, p. 388; trad. it. di P. Chiodi, Laterza, Roma-Bari (1985) 1990, p. 4. 3 Anthropologie in paragmatischer Hinsicht, in: KGS VII; trad. it. di P. Chiodi, TEA, Milano 1995. 4 Lespressione si trova nella Reflexion 903 (1776-8), in: KGS XV, p. 395. Es ist auch nicht genug, viel andre Wissenschaften zu wissen, sonder die Selbsterkentnis des Vestandes und der Vernunft. Anthropologia transscendentalis. Insieme ad essa pu esser citata la Reflexion 1482 appartenente agli Entwrfe zu dem Kolleg ber Anthropologie aus den 70er und 80er Jahren, in: KGS XV, p. 661, dove Kant parla di transcendentale Kentnis delluomo: Ob es so schwer sei, sich selbst zu erkennen. Nein! Aber den Menschen zu erkennen, weil man ihn mit nichts anderem vergleichen kan, ist schwer (transcendentale Kentnis). 5 Allgemeine Naturgeschichte und Theorie des Himmels, in: KGS II; trad. it. di S. Velotti, Theoria, Roma 1987. 6 Bemerkungen zu den Beobachtungen ber das Gefhl des Schnen und Erhabenen, in: KGS XX. Annotazioni manoscritte apposte da Kant a margine e tra le righe della sua copia delle Osservazioni sul sentimento del bello e del sublime, fatte risalire da Adickes agli anni tra il 1764 e il 1768 (cfr. E. Adickes, Einleitung, in: KGS XIV, pp. XVII-LXII). Va segnalata la recente edizione delle Bemerkungen curata da Marie Rischmller Immanuel Kant, Bemerkungen in den <Beobachtungen ber das Gefhl des Schnen und Erhabenen> , Felix Meiner, Hamburg 1991. 1
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ultime raccolte e ordinate da Adickes, secondo il filo conduttore del testo dellAntropologia dal punto di vista pragmatico, insieme agli appunti redatti da Kant per corsi di antropologia degli anni Settanta ed Ottanta 8); dallaltra le Vorlesungen9, trascrizioni, operate da studenti, delle lezioni tenute da Kant sullantropologia a partire dal semestre invernale 1772-3. In siffatto quadro, prima che rintracciare possibili sviluppi di un progetto di Anthropologia transscendentalis, che Kant stesso sembra non aver portato a compimento come tale10, si scelto piuttosto un percorso in chiave evolutiva: in esso si intende risalire ai primi documenti delle concezioni antropologiche kantiane e ripercorrere alcune tappe attraverso le quali lantropologia diviene vera e propria disciplina autonoma, caratterizzandosi allo stesso tempo come pragmatica. In particolare si intende inquadrare la genesi delle concezioni antropologiche di Kant nellambito del pensiero precritico, per giungere sino alla met degli anni Settanta, e mettere in luce i legami fra il pensiero kantiano e lambiente storico, sociale e culturale tedesco del XVIII secolo. Con il termine pragmatico Kant distingue la propria scienza definendone i parametri ed il campo di osservazione: pragmatica innanzi tutto per Kant una conoscenza che non considera ci che la natura fa delluomo, ma piuttosto ci che luomo in quanto essere libero fa o pu fare o deve fare di se stesso11; allo stesso tempo, pragmatica per il filosofo una conoscenza di cui si pu in generale fare uso nella societ12, ovvero una conoscenza di cui luomo pu servirsi nellutilizzo stesso che egli fa di s e delle sue potenzialit. In generale possiamo dire che nel concetto di pragmatico racchiusa una domanda sulla natura delluomo che non riguarda la questione dellessere umano in quanto fondamento di ogni conoscenza, ma piuttosto il problema della determinazione delle sue potenzialit fondamentali e quindi delluso che luomo in concreto attua delle proprie caratteristiche fondamentali. In questo senso, lantropologia pragmatica di Kant sembra muoversi sul terreno dell Erfahrenheit 13 e presentarsi come una scienza con carattere popolare, rivolta all'uomo comune, radicata nellesperienza abituale e quotidiana di ciascuno (nella gewhnliche Erfahrung) 14. Quando, nel 1773, Kant scrive a Herz di voler trasformare il suo collegium privatum di antropologia in una disciplina accademica ordinaria, cos definisce il suo intento: chiarire le fonti di tutte le scienze, quelle dei costumi, dellabilit, degli usi (sociali), del metodo per formare e dirigere gli uomini e dunque di tutta la sfera
Reflexionen zur Anthropologie, in: KGS XV. Entwrfe zu dem Kolleg ber Anthropologie aus den 70er und 80er Jahre, , in: KGS XV. 9 Kants Vorlesungen, in: KGS XXV. 10 E il tentativo di M. Firla, Untersuchungen zum Verhltnis von Anthropologie und Moralphilosophie bei Kant, P. Lang, Frankfurt a. M. 1981. Una ricostruzione in chiave ermeneutica del progetto antropologico contenuto nellespressione anthropologia transscendentalis e dei possibili sviluppi di esso compiuta anche da G. M. Tortolone, Esperienza e conoscenza. Aspetti ermeneutici dellantropologia kantiana, Mursia, Milano 1996. 11 Anthropologie in paragmatischer Hinsicht cit., p. 119; trad. it., p. 3. 12 Reflexion 1482, in: KGS XV, 660. 13 Sullantropologia come scienza dellErfahrenheit si veda in particolare P. Manganaro, Lantropologia di Kant, Guida, Napoli 1983 e G. M. Tortolone, op. cit. 14 Kant utilizza questo termine nella lettera a M. Herz del 1773 su cui molti interpreti dellantropologia kantiana hanno soffermato lattenzione. Cfr. An Marcus Herz, KGS X, p. 146; trad. it. a c. di O. Meo in: I. Kant, Epistolario filosofico, Il Melangolo, 1990, pp. 79. In particolare il termine esplicitamente ripreso da O. Marquard per definire lambito proprio dellantropologia kantiana in quanto Lebenswelt. Cfr. O. Marquard, Zur Geschichte des philosophischen Begriffs <Anthropologie> seit dem Ende des Achtzehnten Jahrhunderts, in: Schwierigkeiten mit der Geschitsphilosophie, Suhrkamp, Frankfurt a. M. 1973, p. 127.
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pratica15. Si tratta di un andare alle fonti nel quale tuttavia non si ricercano i primi principi della possibilit della modificazione della natura umana quanto piuttosto i fenomeni e le loro leggi16. Tali fonti sembrano pertanto risiedere in quel processo continuo del farsi concreto dellesperienza umana, che gi nella Nachricht del 1765-6617 Kant aveva posto alla base di un reale e concreto apprendimento della filosofia: non si deve imparare scolasticamente la filosofia, afferma qui Kant, ma imparare a filosofare18, perci necessario un esercizio preparatorio all abilit, alla prudenza e addirittura alla saggezza19, nel quale i giovani imparino a comparare le molteplici osservazioni con la personale esperienza e acquisiscano cos labilit fondamentale per aver pratica del mondo (Welt haben). Intorno alla met degli anni Sessanta sembra manifestarsi nella riflessione kantiana un movimento, per cui da un lato lanalisi della concreta esperienza umana va definendosi come ambito autonomo, dallaltro appare costituire un importante riferimento per la riflessione sui presupposti della metafisica, riflessione da cui ha origine la filosofia trascendentale stessa. Un esempio in tal senso ci offerto dalle Bemerkungen (annotazioni fatte risalire alla met degli anni Sessanta): esse presentano una sorta di generale fenomenologia dellaccadere umano sul terreno storico-sociale, che attraversa tutto lambito dellesperire (dallesperienza morale a quella religiosa a quella speculativa) e che appare costituire in questi anni un importante presupposto per la ridefinizione dei principi stessi della metafisica. Interessante notare che alcuni studiosi hanno individuato in questo contesto la genesi di una prima formulazione dellimperativo categorico20 e che le stesse espressioni kantiane nelle quali possibile ritrovarla appaiono muoversi contemporaneamente sia sul terreno logico-formale, sia su quello storico-sociale21. Sempre in questo contesto si viene a definire, nei suoi tratti essenziali, il metodo stesso dellindagine antropologica; su questa base pu essere compreso quello spostamento della Psychologia empirica, allinizio della trattazione della metafisica, di cui Kant parla nella Nachricht del 1765-66 ed al quale alcuni studiosi fanno risalire lorigine stessa dellantropologia kantiana nei suoi tratti caratteristici22.
An Marcus Herz, cit., pp. 145-146; trad. it., pp. 78-9. Ibid. 17 Nachricht von der Einrichtung seiner Vorlesungen in dem winterhalben Jahre von 176566, in: KGS II; trad. it. di A. Guzzo in: Concetto e saggi di storia della filosofia, Le Monnier, Firenze 1940. 18 ibid., trad. it. p. 324. 19 An M. Herz, cit. p. 146, trad. it., p. 79. 20 Cfr. J. Schmucker, Die Ursprnge der Ethik Kants: in seinen vorkritischen Schriften und Reflektionen, Anton Hain KG, Meisenheim am Glan 1961; D. Henrich, Hutcheson und Kant, in: Kant-Studien, 49 (1957-58), pp.49-69; id., ber Kants frheste Ethik: Versuch einer rekonstruktion, in: Kant-Studien, 54 (1963), pp. 404-431.id., ber Kants Entwicklungsgeschichte, in: Philosophische Rundschau, 13 (1965-66), pp. 252-263. 21 Come esempio in tal senso pu essere riportata la seguente coppia di Bemerkungen: Supponiamo che io voglia impadronirmi del grano altrui: se io considero anche che nessun uomo, nella situazione in cui gli fosse strappato ci che egli ha acquistato, potrebbe volersi appropriare di quello che un bene altrui, in questo caso ci che voglio secondo un bene privato e ci che respingo secondo il bene pubblico sono la stessa cosa (Bemerkungen, cit., p. 161); Questo volere contiene sia la semplice volont particolare sia la volont generale, o meglio luomo si considera allo stesso tempo in consensu con la volont generale (ibid., p. 145). Su questo si veda K. T. Tenenbaum, Kant tra libert morale e libert politica in: K. T. Tenenbaum, I volti della ragione. Lilluminismo in questione, Lithos editrice, Roma 1996, pp. 79-92. 22 Cfr. N. Hinske, Kants Idee der Anthropologie, in: Die Frage nach dem Menschen: Aufriss einer philosophischen Anthropologie, Festschrift fr Max Mller, Alber, Freiburg 1966.
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Kant vi giunge attraverso un percorso che ha le sue prime origini a met degli anni Cinquanta e che si avvale del confronto con le tesi di importanti esponenti dellilluminismo europeo. Prime interessanti tracce possono essere infatti ritrovate nella Storia generale della natura e teoria del cielo del 175523 e in alcuni fogli sparsi (Lose Bltter) ad essa contemporanei; in questi ultimi il filosofo svolge delle considerazioni sullottimismo24 e, comparando il sistema leibniziano con il pensiero di Pope (espresso nel poema An Essay on Man, 17334), pone in questione i generali presupposti della teodicea leibniziana e del punto di vista antropologico ad essa legato. Da un antropocentrismo che faceva dellutilit delluomo il criterio di valutazione delle leggi naturali, si passa qui ad affermare una nuova prospettiva antropologica che parte dallautonomia delle leggi della natura rispetto al sistema dei fini propri delluomo25 e con Pope individua nei sentimenti e nella considerazione a posteriori dellordine del mondo le chiavi di volta per la comprensione della realt. Soprattutto negli anni Sessanta e nellambito della generale critica di Kant alla metafisica wolffiana26 la concezione kantiana dellesperienza umana viene riarticolandosi. Di fronte allastratto mondo logico-ideale della metafisica di Wolff, Kant rivendica ora la mancanza del Dasein, un esserci di cui il filosofo offre molteplici immagini e definizioni: sul piano della conoscenza teoretica egli, richiamandosi a Newton nonch a Crusius, parla della necessit di riferirsi a una sicura esperienza interna27, mentre, sul piano della morale pone al centro il concetto della Verbindlichkeit e dellimmediatezza dellesperienza morale. Emerge in questi anni il richiamo alle teorie del sentimento morale di Hutcheson, Shaftesbury e Hume28, un richiamo in cui, pi che unadesione ad una fondazione sentimentalistica della morale, possiamo veder racchiusa lesigenza di una nuova definizione della natura umana: una definizione che parta dalla caratteristica fondamentale dellimmediatezza dellesperienza morale. In particolare con Hutcheson29, per la centralit che nella sua teoria assume la caratteristica dellimmediatezza, si apre per Kant la questione di una ridefinizione della natura umana stessa; tuttavia soltanto grazie allincontro con Rousseau che la caratteristica dellimmediatezza dellesperienza viene a trovare un globale inquadramento allinterno di una teoria sull essere umano. Il ginevrino infatti allinterno del suo schema dei rapporti natura-cultura inverte la relazione tra ragione ed istinto, dotando luomo di un essenziale caratteristica,
Allgemeine Naturgeschichte und Theorie des Himmels, cit. Lose Bltter (ber Optimismus), in: KGS XVII, pp. 229-239. 25 Cfr. F. Papi, Riflessione scientifica e coscienza morale negli scritti kantiani intorno al 1755 in: Rivista di storia della filosofia, 1963 (18), 3-31; e A. Guerra, Cosmogonia kantiana e etica dellanello intermedio, in: De Homine, vol. 44, 1972, pp.121-156; id., Scienza e vita morale negli scritti kantiani del 1754, in: Giornale critico della filosofia italiana, Firenze, vol. 52, fasc. I, 1973, pp. 83-113. 26 Per un panorama generale ed evolutivo del pensiero kantiano di questi anni si veda M. Campo, La genesi del criticismo kantiano, Magenta, Varese 1953. 27 Untersuchung ber die Deutlichkeit der Grundstze der natrlichen Theologie und der Moral, in: KGS II, p. 286; trad. it. a c. di P. Carabellese, in: I. Kant, Scritti precritici, Laterza, RomaBari 1990 (4 ediz.), p. 230. 28 Nella Nachricht del 1765-66 Kant scrive: I saggi di Shaftesbury, Hutcheson e Hume, giunti, sebbene incompleti e manchevoli, pi innanzi dogni altra opera nella ricerca dei primi fondamenti dogni moralit, riceveranno quella precisione e compiutezza che loro manca (Nachricht, cit., p. 311; trad. it., 332). Ma si veda anche, di pochi anni precedente la Untersuchung ber die Deutlichkeit der Grundstze der natrlichen Theologie und der Moral , cit., in particolare p. 300; trad. it., p. 246. 29 Cfr. in particolare D. Henrich, ber Kants frheste Ethik: Versuch einer rekonstruktion, cit., pp. 404-431.
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la libert, che rende lessere umano capace di formare se stesso ed il proprio destino. In altre parole Kant scopre in Rousseau una concezione di come la cultura, al di fuori e in opposizione alla natura, costituisca il problema centrale della vita umana, cos come la sua eccellenza30. Da questi presupposti nasce lantropologia e nel riferimento alla Psychologia empirica wolffiana trova la strada per un suo statuto autonomo come disciplina. Nel panorama generale della ricerca antropologica i referenti principali di Kant appaiono essere due: da una parte si diffondono le trattazioni mediche sulluomo, centrate sul rapporto anima-corpo. Significativa in tal senso nel panorama tedesco l Anthropologie fr rzte und Weltweise di Platner31, che intraprende una spiegazione fisiologica dei fenomeni psicofisici delluomo, nel tentativo di offrire una teoria generale ed unitaria sullessere umano. Dallaltra si afferma la considerazione dellessere umano legata al problema della sua destinazione in quanto creatura razionale, considerazione sviluppata nellambito della Neologia tedesca32 ed espressa nellopera del teologo luterano J. J. Spalding, Die Bestimmung des Menschen 33. Tra questi due poli lelemento distintivo dellantropologia kantiana riposa sulla centralit dellErfahrenheit e sulladozione della Beobachtung come procedimento metodologico, elementi questi che legano espressamente la concezione di Kant alla Psychologia empirica wolffiana34, caratterizzando la prima come Beobachtungslehre35. In quanto Beobachtungslehre lantropologia di Kant si differenzia dalle altre concezioni: da un lato, sul piano metodologico dellosservazione, anzich dar spiegazione del rapporto fondamentale tra uomo e mondo facendo ricorso a modelli fisico-matematici, o a principi escatologici, lantropologia kantiana fa riferimento ad un diverso modello di processualit, che ha al suo centro la totalit delle relazioni umane e luomo stesso inteso come attivit permanente di determinazione di senso e di prospettiva36. In questo senso le osservazioni sulle quali la scienza dellesperienza umana kantiana basa la certezza delle proprie affermazioni non riguardano il piano della conoscenza fisiologica (ci che la natura fa delluomo), quanto piuttosto il piano pragmatico, ovvero ci che luomo, in quanto essere libero, fa o pu fare o deve fare di se stesso37. Dallaltro lato lantropologia di Kant si distingue perch si caratterizza come vera e propria dottrina dellosservazione38 ponendo al centro della sua trattazione quel processo di costituzione della personalit umana che la base di

R. L. Velkley, Freedom and the End of Reason, The University of Chicago Press, ChicagoLondon 1989, p. 7. 31 E. Platner, Anthropologie fr rzte und Weltweise, Leipzig 1772. 32 Cfr. N. Hinske, Il dialogo silenzioso. Principi di antropologia e di filosofia della storia in Mendelssohn e Kant, in: Annali della scuola Normale Superiore di Pisa, s. III, vol. XIX, 4, 1989, pp. 1299-1323. 33 J.J. Spalding, Die Bestimmung des Menschen, (Leipzig 1748) die Erstausgabe 1748 und die letze Auflage von 1794, H. Spener, Waltrop 1997. 34 Sul legame dellantropologia kantiana con la psicologia empirica wolffiana si veda S.B. Kim, Die Entstehung der kantischen Anthropologie und ihre Beziehung zur empirischen Psychologie der wolffschen Schule, Lang, Frankfurt a. M., Berlin, Bern, New York, Paris, Wien 1994. 35 cfr. N. Hinske, Kants Idee der Anthropologie, cit., pp. 411-427. 36 G. M. Tortolone, op. cit., p. 61. 37 Anthropologie in paragmatischer Hinsicht ,cit., p. 119, trad. it., p. 3. 38 Su questo si veda in particolare N. Hinske, Kants Idee der Anthropologie, cit. 5

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ogni processo esperenziale delluomo39. La scienza kantiana ha insomma come fulcro, sia pur non esplicitato sistematicamente, un processo di Selbstverstndnis40 auto-comprensione delluomo, per cui, nel farsi dellesperienza, luomo costruisce innanzi tutto limmagine di s e delle sue generali potenzialit nel rapporto con il mondo. A partire da ci la descrizione della natura umana acquista un valore non soltanto descrittivo, ma anche normativo e il processo esperenziale non resta vincolato ad una singola vita umana, ma pu estendersi al corso storico del mondo e delle generazioni41. In questa seconda valenza della Beobachtungslehre sembra racchiudersi il senso pi vero della svolta pragmatica (pragmatische Wende42) con la quale lantropologia di Kant si distanzia dalla stessa Psychologia empirica wolffiana, portando in primo piano il concetto di Bestimmung des Menschen (destinazione delluomo). La tematizzazione della Bestimmung der menschlischen Gattung, attraverso la questione del carattere della specie umana, conclude lopera del 1798 e sembra porsi in linea diretta con il primo paragrafo dedicato alla coscienza di se stesso43. Gi una prima ricognizione storico-filosofica delluso e dellorigine del termine offre alcune significative indicazioni sulla ricezione ed il significato ad esso attribuito da Kant. Proveniente dallambito della teologia dellAufklrung, la questione della Bestimmung des Menschen entra a far parte del dibattito interno allilluminismo tedesco44 e in qualche modo dello stesso processo di autodefinizione filosofica che caratterizza il movimento dellilluminismo in generale45. Con lanalisi del carattere della specie umana in considerazione della sua Bestimmung Kant sembra cos voler offrire un concetto primario per quel processo di Selbstverstndnis che alla base di ogni processo esperenziale delluomo. E possibile dunque affermare che, se lantropologia pragmatica kantiana ha lintento di conciliare il Weltbrger (il cittadino) con lesperienza del male, aiutandolo a non disperare46, allo stesso tempo essa sembra riportare la speranza del raggiungimento del sommo bene, inteso come unione di benessere e virt47, al processo stesso di autocomprensione delluomo. Cos lantropologia
Si vedano a questo proposito le pagine iniziali dellAntropologia dal punto di vista pragmatico nelle quali Kant descrive i processi essenziali attraverso i quali luomo cosciente di se stesso: Che luomo possa avere una rappresentazione del proprio io, lo innalza infinitamente al di sopra di tutti gli altri esseri viventi sulla terra. Perci egli persona e, grazie allunit della coscienza in tutti i mutamenti che subisce, una sola e stessa persona (Anthropologie in paragmatischer Hinsicht, cit., trad. it., p. 9). 40 Il termine esplicitamente utilizzato da R. Brandt nella Einleitung al Kritischer Kommentar zu Kants Anthropologie in pragmatischer Hinsicht (1798), Meiner, Hamburg 1999, p. 10. Si adotta qui il termine di Selbstverstndnis e non quello di Selbstbewusstsein poich questultimo appartiene in modo proprio al piano della filosofia trascedentale in quanto tale, piano nel quale non ci sembra poter ricondurre sistematicamente lantropologia kantiana. 41 Il passaggio esplicitamente tematizzato in H. Holzhey, Kants Erfahrungsbegriff. Quellengeschichtliche und bedeutungsanalytische Untersuchungen, Basel-Stuttgart 1970; trad. it. di A. Ermano, Il concetto kantiano di esperienza, Le Lettere, Firenze 1997, p. 321. 42 Cfr. R. Brandt, Kritischer Kommentar zu Kants Anthropologie in pragmatischer Hinsicht (1798), cit., p. 11. 43 Anthropologie in paragmatischer Hinsicht, cit., in particolare pp. 127-140, trad. it., pp. 9-22. 44 Sulla centralit del concetto nel dibattito illuminista si veda anche R . Ciafardone, Lilluminismo tedesco, Loescher, Torino 1983. 45 Sullilluminismo come prima filosofia che si d un nome si veda M. Foucault, Il problema del presente. Una lezione su che cos lilluminismo di Kant, in: Aut-Aut, n. 205, 1985, pp. 11-19. 46 Cfr. R. Brandt, op. cit., in particolare p. 13. 47 Cfr. Anthropologie in paragmatischer Hinsicht, cit., pp.276-82, trad. it., pp. 161-166. 6
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pragmatica sembra porsi come riferimento indispensabile e fondamentale della filosofia trascendentale, di quella filosofia in senso cosmico o cosmopolitico di cui Kant parla nella Dottrina trascendentale del metodo48, una filosofia che pone al suo centro la domanda sulluomo e sulla possibilit della realizzazione o dell autodistruzione dellumanit49. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI E. Adickes, Einleitung in: KGS XIV, pp. XVII-LXII. R. Brandt, Kritischer Kommentar zu Kants Anthropologie in pragmatischer Hinsicht (1798), Meiner, Hamburg 1999. R. Brandt, Einleitung in: Kants Vorlesungen, in: KGS XXV. M. Campo, La genesi del criticismo kantiano, Magenta, Varese 1953. P. Chiodi, Introduzione, in: Immanuel Kant, Scritti morali, UTET, Torino 1970. J. Ferrari, Les sources franaises de la philosophie de Kant, Klincksiek, Paris 1979. J. Ferrari (sous la direction), Lanne 1798.Kant sur lanthropologie, J. Vrin, Paris 1997. M. Firla, Untersuchungen zum Verhltnis von Anthropologie Moralphilosophie bei Kant, P. Lang, Frankfurt a. M. 1981. und

M. Foucault, Il problema del presente. Una lezione su che cos lilluminismo di Kant in: Aut-Aut, n. 205, 1985, pp. 11-19. A. Guerra, Cosmogonia kantiana e etica dellanello intermedio in: De Homine, vol. 44, 1972, pp.121-156. A. Guerra, Scienza e vita morale negli scritti kantiani del 1754 in: Giornale critico della filosofia italiana, Firenze, vol. 52, fasc. I, 1973, pp. 83-113. D. Henrich, Hutcheson und Kant, in: Kant-Studien, 49 (1957-58), pp.49-69. D. Henrich, Der Begriff der sittlichen Einsicht und Kants Lehre vom Faktum der Vernunft, in: Die Gegenwart der Griechen im neueren Denken, Festschrift for H.-G. Gadamer, J.C.B. Mohr, Tbingen 1960, pp. 77-115. D. Henrich, ber Kants frheste Ethik: Versuch einer rekonstruktion, in: KantStudien, 54 (1963), pp. 404-431. D. Henrich, ber Kants Entwicklungsgeschichte, Rundschau, 13 (1965-66), pp. 252-263. in: Philosophische

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Cfr. KrV, A 838-40/ B 866-8 ; trad. it., pp. 811-812. P. Chiodi, Introduzione a: Immanuel Kant, Scritti morali, UTET, Torino 1970. 7

N. Hinske, Kants Idee der Anthropologie, in: Die Frage nach dem Menschen: Aufriss einer philosophischen Anthropologie, Festschrift fr Max Mller, Alber, Freiburg 1966, pp. 411-427. N. Hinske, Il dialogo silenzioso. Principi di antropologia e di filosofia della storia in Mendelssohn e Kant, in: Annali della scuola Normale Superiore di Pisa, s. III, vol. XIX, 4, 1989, pp. 1299-1323. H. Holzhey, Kants Erfahrungsbegriff. Quellengeschichtliche und bedeutungsanalytische Untersuchungen, Basel-Stuttgart 1970. Trad. it. di A. Ermano, Il concetto kantiano di esperienza, Le Lettere, Firenze 1997. S.B. Kim, Die Entstehung der kantischen Anthropologie und ihre Beziehung zur empirischen Psychologie der wolffschen Schule, Lang, Frankfurt a. M., Berlin, Bern, New York, Paris, Wien 1994. P. Manganaro, Lantropologia di Kant, Guida, Napoli 1983. O. Marquard, Schwierigkeiten mit der Geschitsphilosophie, Suhrkamp, Frankfurt a. M. 1973. F. Papi, Riflessione scientifica e coscienza morale negli scritti kantiani intorno al 1755, in: Rivista di storia della filosofia, 1963 (18), 3-31. M. Puech, Kant et la causalit: tude sur la formation du systme critique, J. Vrin, Paris 1990. J. Schmucker, Die Ursprnge der Ethik Kants: in seinen vorkritischen Schriften und Reflektionen, Anton Hain KG, Meisenheim am Glan 1961. K. T. Tenenbaum, I volti della ragione. Lilluminismo in questione, Lithos editrice, Roma 1996. G. Tonelli, Kant dallestetica metafisica allestetica psicoempirica, Accademia delle Scienze, Torino 1955. G. M. Tortolone, Esperienza e conoscenza. Aspetti ermeneutici dellantropologia kantiana, Mursia, Milano 1996. R. L. Velkley, Freedom and the End of Reason, The University of Chicago Press, Chicago-London 1989.

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