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ANSELMO D'AOSTA

Il motto di Anselmo credo per capire: non si pu intendere nulla se non si ha fede. Ma occorre confermare e dimostrare la fede con motivi razionali. Anselmo ritiene insomma l'accordo tra la ragione e la fede essenziale. Certo, se un contrasto ci fosse, bisognerebbe dar torto alla ragione e rimanere fermi alla fede; ma Anselmo persuaso che un tale contrasto non possa manifestarsi , perch anche la ragione , come la fede, deriva dall'illuminazione divina.

Le prove dell'esistenza di Dio


L'esistenza di Dio secondo Anselmo una pura verit di ragione, il che significa che la ragione pu dimostrala con le sue forze. Il Monologion ,che la prima opera filosofica scritta da Anselmo , incentrato sull'analisi degli attributi divini e sul problema di dimostrare l'esistenza di Dio non con argomenti "a priori" (cio basati su una definizione della divinit a sua volta fondata sulla fede nella rivelazione contenuta nella Bibbia), ma piuttosto con argomenti "a posteriori"(basati cio su evidenze tratte dal mondo sensibile e sviluppate con procedimenti razionali). Il filosofo dimostra che Dio esiste con l'argomento dei gradi : vi sono molte cose buone nel mondo ,ma tutte sono pi o meno , non assolutamente, e dunque presuppongono un bene assoluto che sia la loro misura e dal quale possono trarre il grado di bont che posseggono ; questo bene assoluto Dio. Nel Proslogion Anselmo ricorre invece ad un'argomentazione che muove dal semplice concetto di Dio per giungere a dimostrarne l'esistenza. Tale argomento detto prova ontologica diretto contro chi nega risolutamente che Dio Esista, come fa lo stolto , il quale dice '' Dio non c'''. Evidentemente anche lo stolto, per negare l'esistenza di Dio, deve possedere il concetto di Dio, giacch impossibile negare la realt di qualcosa che non si pensi. Ora, il concetto di Dio il concetto di un essere di cui '' non si pu pensare nulla di maggiore'' . Ma ci di cui non si pu pensare nulla di maggiore non pu esistere solo nell'intelletto, poich se fosse ne solo intelletto, lo si potrebbe pensare anche come esistente nella realt, e cio come maggiore, ma in tal caso ci di cui non si pu pensare nulla di maggiore sarebbe qualcosa di cui si pu pensare qualcosa di maggiore.

ANALISI DEL TESTO 1-6 Anselmo riconosce il limite dell'intelletto umano ma insieme riconosce l'intelligenza della fede e attraverso la ragione intende cercare quelle verit che possiede per fede. , cio come dono di Dio. 7-35 La prima parte dell'argomentazione si sviluppa in 4 momenti logici.

a. Dio l'essere perfettissimo : ci di cui nulla pu pensarsi pi grande . Anselmo prende le mosse da un atto di fede (noi pensiamo) per poi utilizzare la ragione b. Il concetto di Dio universale : tutti considerano Dio l'essere perfettissimo, anche l'ateo, altrimenti la sua negazione non avrebbe senso. L'ateo intende Dio come ci di cui nulla pu pensarsi di pi grande, quindi anche se non intende che questo qualcosa esista realmente non pu negare l'idea nella propria mente. c. L'esistenza di Dio reale : dato che l'esistenza una perfezione, avere l'esistenza mentale e reale pi che avere l'esistenza mentale, pertanto se ci di cui nulla pu pensarsi maggiore avesse solo l'esistenza mentale e non quella reale, non sarebbe il maggiore e si dovrebbe ammettere qualcosa di maggiore d. L'esistenza di Dio necessaria e reale: se pensare nulla di maggiore porta a dover concludere che egli non ci di cui non si pu pensare nulla maggiore , Dio esiste necessariamente; Dio ha l'essere nel modo pi vero , tutto ci che altro da dio ha meno essere. 36-48 Nella seconda parte dell'argomentazione Anselmo si chiede come mai possa dunque accadere che Dio sia negato, vista la logicit dell'affermazione relativa alla sua esistenza. La risposta trovata distinguendo due modalit di pensiero: pensare una cosa pensando la parola e pensare una cosa pensando ci che . ''Nel primo modo si puo pensare che Dio esista nel secondo no, ma allora l'ateo stolto insipiente'' perch non sa effettivamente cio che Dio quando lo nega in realt non lo nega se non a parole. 49-51 La conclusione un ringraziamento a Dio per aver permesso di giungere con intelligenza della ragione a capire cio che era gi creduto con l'intelligenza della fede. In tal modo l'esistenza di Dio risulta essere oggetto di fede, e dunque creduta , e oggetto di ragione e dunque dimostrata : il che comporta la convinzione che la fede intelligibile e che pertanto legittimo esercitare la ragione per chiarire la fede, e , per un altro verso, che l'esistenza di Dio, proprio perch dimostrabile con la ragione , deve essere affermata anche a prescindere dalla fede.

L'argomento ontologico nella storia del pensiero


Il monaco Gaunilone , nel suo Libro a difesa dell'insipiente, afferm che , anche ammesso di ossedere il concetto di dio come essere perfettissimo, da questo concetto non pu dedursi l'esistenza di dio pi che con possa dedursi l'esistenza di un 'isola perfettissima da un tale concetto. Anselmo replic nel libro apologetico , che il discorso di gaunilone non poteva reggere, perch

l'idea di un 'isola fortunata non coincide con quella della perfezione assoluta, che risiede unicamente nell'idea di Dio. In realt Anselmo aggira di fatto il problema, non rendendosi conto che l'obiezione sollevata da Gauilone molto pi profonda, filosoficamente parlando, di quando possa sembrare a prima vista. Gaunilone intendeva dire che un conto il piano del pensiero e un conto il piano della realt effettiva, per cui dalla possibilit concettuale dell'esistenza di Dio non deriva la sua realt.

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