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La via biogenetica dellacetato

Realt:
O CH 3 C SCoA
O

reazione di Claisen
CH 3

O C SCoA O

acetil-CoA
H2C

SCoA

attacco nucleofilo sul carbonile con simultanea perdita di CO2

CO2
O H

CH 2

SCoA

C O

malonil-CoA

O CH 3 C CH 2

O C SCoA

acetoacetil-CoA malonil-CoA CO2


O CH 3CO CH 2 C

serie di reazioni di Claisen

CH 2COSCoA

poli- -cheto tioestere

Dalla via dellacetato si possono ottenere i

Polichetidi aromatici

La riduzione, dopo ogni condensazione di due molecole di acetato, porta alla sintesi degli adici grassi; in assenza del processo di riduzione la catena poli- -chetonica pu dare origine a reazioni di ciclizzazione o di altro tipo. La porzione -polichetoesterea non ridotta molto reattiva; soggetta a varie possibilit di reazioni di Claisen o aldoliche intramolecolari, diverse a seconda del tipo di enzima e di come il substrato si ripiega. I metileni fra due carbonili hanno carattere acido, permettendo la formazione di carbanioni/enolati e successiva reazione con gruppi carbonilici chetonici o esterei, con tendenza a formare cicli a sei termini.

La stessa unit iniziale pu essere diversa dallacetato; altri gruppi, sempre sotto forma di esteri del CoA, possono reagire con il malonil-CoA per estendere la catena. Un precursore fenilpropanoide, il 4-idrossicinnamoil-CoA, derivato dellacido cinnamico, pu essere utilizzato come unit iniziale differente dallacetato. Tale via porta alla sintesi di flavonoidi e stilbeni

COOH

Lacido cinnamico deriva biosinteticamente dalla via dello shikimato

La via dello SHIKIMATO


La via dello Shikimato fornisce una via alternativa per la formazione di composti aromatici, in particolare per la biogenesi di aminoacidi aromatici, fenilalanina, tirosina e triptofano. Questa via impiegata da piante e da microrganismi, ma non da animali, e di conseguenza gli aminoacidi aromatici sono per luomo tra quelli essenziali, da assumere con la dieta. Un intermedio centrale della via lacido shikimico.
CO 2H

CO2H

NH 2

Phe
CO 2H HO HO OH NH 2 HO

ACIDO SHIKIMICO

Tyr
CO 2H NH 2 N H

Trp

La via dello SHIKIMATO


Tirosina e fenilalanina ACIDI BENZOICI ACIDI CINNAMMICI LIGNINE E LIGNANI CUMARINE CATECOLAMINE ALCALOIDI dell'OPPIO CURARICI ALCALOIDI INDOLICI (SEROTONINA, ALCALOIDI dell'ERGOT) ALCALOIDI -CARBOLINICI ALCALOIDI CHINOLINICI

Triptofano

La via dello SHIKIMATO: biogenesi acido shikimico CO H


2

PEP
P PO H HO OH O O

reazione di tipo aldolico


PO H O

CO2H

CO2H

HOP
OH OH

H O

HO

HO OH

OH

D-eritrosio 4-P

DAHP Acido 3-deossi-D-arabino-eptulosonico 7-fosfato

reazione di tipo aldolico


HO CO2H

CO2H

CO2H

HO

CO2H

NADPH
HO OH OH O OH OH

H2O
O OH OH

NADH
HO OH OH

acido shikimico

acido chinico

acido 3-deidroshikimico

disidratazione ed enolizzazione

H2O
CO2H

acido 3-deidrochinico 2H ossidazione ed enolizzazione


CO2H

HO OH

HO OH

OH

acido protocatechico

acido gallico

La via dello SHIKIMATO: biogenesi aminoacidi aromatici


attacco nucleofilo al doppio legame protonato del PEP
CO 2H CO 2H PO

H PEP
CO 2H CO 2H H H H

ATP
HO OH OH PO OH OH

EPSP sintasi

PO OH

O OP

CO 2H

acido shikimico

acido shikimico 3-P


eliminazione 1,2 di acido fosforico HOP

HO2C COCO 2H

CO 2H

CO 2H

HOP
O CO 2H PO O OH CO 2H

OH

OH

acido prefenico

acido corismico

eliminazione 1,4 di acido fosforico

EPSP

Acido 5-enolpiruvilshikimico 3-fosfato

L-Phe L-Tyr

Biogenesi della L-fenilalanina

PLP = piridossal 5-fosfato

CO 2H chetoacido O

transaminazione: amminoacido

CO 2H NH 2 L-Phe

PLP acido fenilpiruvico


decarbossilazione, aromatizzazione e perdita del gruppo uscente

O CO 2H H O C

decarbossilazione, CO 2H

CO 2H H O OH acido corismico H CO 2H O

O C

aromatizzazione e perdita del gruppouscente

NH 2 acido L-arogenico OH

eliminazione E2 di ammoniaca PAL

OH
Fenilalanina ammonia liasi

acido prefenico

CO 2H

Sono necessarie due fasi: 1.Aromatizzazione decarbossilativa 2.Transamminazione La successione di queste due fasi pu variare da organismo a organismo
acido cinnamico

Flavonoidi e stilbeni (Polifenoli)


Flavonoidi e stilbeni sono esempi di prodotti biosintetizzati utilizzando un gruppo iniziale differente dall'acetato: si tratta del cinnamoil-CoA un precursore fenilpropanoide derivato dallo shikimato. In seguito la catena allungata con tre unit di malonato e, ripiegandosi in diversi modi, pu permettere la reazione aldolica o quella di Claisen.
OH OH O SEnz O OH

3 x malonil-CoA
CoAS O

O
O O

SEnz O

4-idrossicinnamoil-CoA (deriva dalla via dello shikimato)

reazione di Claisen

reazione aldolica

COOH

Bioflavonoidi
Acido cinnamico
Deriva dallacido shikimico

Stilbene sintasi e calcone sintasi: due enzimi diversi


Per la sintesi dei bioflavonoidi, allunit iniziale derivante dalla via dello shikimato, vengono aggiunte 3 unit C2 di malonato che, a seconda dellenzima utilizzato, si possono ripiegare in due maniere diverse e dare due tipi di prodotti
OH Co AS O

4-idrossicinnamoil-CoA

3 x malonil-CoA
OH O O O O SCoA O O O
O

OH SCoA NADPH (reduttasi) O O SCoA

OH

OH

reazione aldolica (stilbene sintasi)


C O2
OH HO

reazione di Claisen (calcone sintasi)


OH

HO

OH

OH O

resveratrolo (uno stilbene)

un calcone

flavonoidi

I bioflavonoidi sono agenti antiossidanti.


I radicali liberi sono prodotti di scarto che si formano naturalmente allinterno delle cellule del corpo quando lossigeno viene utilizzato nei processi metabolici per produrre energia (ossidazione). Se sono in quantit minima aiutano il sistema immunitario nell'eliminazione dei germi e nella difesa dai batteri.

Durante il metabolismo cellulare, i radicali liberi prodotti vengono trasformati in perossido di idrogeno (acqua ossigenata), tossico e dannoso per le strutture cellulari. A sua volta il perossido di idrogeno, grazie allenzima catalasi (CAT) e glutatione perossidasi (GSAPx, selenio dipendente), viene ridotto in ossigeno e acqua. Lossigeno e lacqua possono ora essere escreti dal corpo attraverso lurina, il sudore e la respirazione.
Gli ulteriori radicali liberi presenti possono essere resi meno attivi grazie allazione degli agenti antiossidanti

COME AGISCONO SULLORGANISMO


Lazione distruttiva dei radicali liberi indirizzata soprattutto sulle cellule, in particolare sui grassi che ne formano le membrane (liperossidazione), sugli zuccheri e sui fosfati, sulle proteine del loro nucleo centrale, specialmente sul DNA (acido desossiribonucleico) dove alterano le informazioni genetiche, sugli enzimi, ecc. Lazione continua dei radicali liberi si evidenzia soprattutto nel precoce invecchiamento delle cellule

Meccanismo dazione degli agenti antiossidanti

Dal punto di vista biochimico, i radicali liberi sono molecole particolarmente instabili in quanto possiedono un solo elettrone anzich due (anione superossido O2-, idrossile OH-, diossido di azoto NO2, ossido nitrico NO-, idrogeno H-, ossigeno O+, ossigeno singoletto O2+, ecc.). Questo li porta ad appropriarsi dellelettrone delle altre molecole con le quali vengono a contatto, molecole che diventano instabili e che a loro volta ricercano un elettrone e cos via, innescando un meccanismo di instabilit a catena. Questa serie di reazioni pu durare da frazioni di secondo ad alcune ore e pu essere ridimensionata o arrestata dalla presenza dei vari agenti antiossidanti che riportano lequilibrio chimico nei radicali liberi grazie alla possibilit di fornire loro gli elettroni di cui sono privi.

Quando le difese antiossidanti cellulari non sono in grado di contrastare l'azione delle specie radicaliche dell'ossigeno (ROS) si instaura nelle cellule un processo noto come stress ossidativo, in seguito al quale le piu' importanti classi molecolari acidi nucleici, proteine e lipidi vengono danneggiate, con compromissione della funzionalita' e della vitalita' delle cellule stesse.

A livello cutaneo i ROS originano fenomeni di aging con rilassamento

cutaneo e formazione di rughe, e in particolari condizioni anche processi degenerativi. La possibilita' di rafforzare le difese antiossidante endogene, con un apporto esterno di antiossidanti per via alimentare, sistemica o topica rappresenta un'importante strategia preventiva e terapeutica.
Un antiossidante puo' agire prevenendo la formazione dei ROS

chelando gli ioni ferro e rame che ne catalizzano la formazione


bloccandone l'azione con una reazione di terminazione che trasforma il radicale in una specie stabile, in questo caso si parla anche di "radical

scavenger".

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