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LIBRO ADOTTATO

G.M. PIACENTINI CATTANEO: MATEMATICA DISCRETA,


ed. ZANICHELLI
LIBRI CONSIGLIATI
A. FACCHINI: ALGEBRA E MATEMATICA DISCRETA,
ed. ZANICHELLI
M.G. BIANCHI, A. GILLIO: INTRODUZIONE ALLA MA-
TEMATICA DISCRETA, ed. McGRAW-HILL
L. DI MARTINO, M.C. TAMBURINI: APPUNTI DI ALGE-
BRA, ed. CLUED
INSIEMI NUMERICI
N = {0, 1, 2, 3, 4, . . . , }
insieme dei numeri naturali
Z = {. . . , 4, 3, 2, 1, 0, 1, 2, 3, 4, . . . }
insieme dei numeri relativi
`e linsieme dei numeri della forma
p
q
,
dove p e q sono numeri relativi e q `e diverso da 0; si dice
insieme dei numeri razionali
con il simbolo R indicheremo linsieme dei numeri reali e deniremo
anche linsieme C dei numeri complessi.
SIMBOLI FONDAMENTALI
Il simbolo di appartenenza di un oggetto ad un insieme `e:

si legge: appartiene oppure `e elemento di. Ad esempio:
3 N, 1 Z,
5
3
,

5 R
I simboli di inclusione sono:

il primo indica linclusione stretta o propria (che pu`o essere an-


che scritta come _) tra insiemi e si legge: `e incluso (oppure
`e contenuto) propriamente o strettamente o anche `e sottoin-
sieme proprio, il secondo si legge `e incluso (o uguale) oppure
`e contenuto (o uguale). Esempi: N Z, Z .
Denizione 1 Si dice che due insiemi A e B sono uguali, e si
scrive A = B, se essi hanno gli stessi elementi.
`
E chiaro, quindi, che A = B se e soltanto se A B e B A.
osservazione 2 Quali che siano gli insiemi A, B, C si ha:
1. A A
2. se A B e B A allora A = B
3. se A B e B C allora A C
Naturalmente abbiamo le negazioni:
non appartiene: /
esempi: 3 / N,
1
3
/ Z, /
non `e contenuto: _
esempi: Z _ N, R _ .
Insieme vuoto:
`e linsieme che non ha elementi. Si osservi che esso `e sottoin-
sieme di qualunque insieme.
Si pu`o assegnare un insieme enumerando i suoi elementi (nel caso
questo sia possibile), oppure tramite una propriet`a caratteristica,
ovvero una propriet`a che vericano tutti e soli gli elementi dellin-
sieme che si vuole denire. Si scrive:
A = {x U | P(x)} oppure A = {x U : P(x)}
Esempi: {x Z | x > 3}, {3n | n N}.
quanticatori:

quanticatore universale
quanticatore esistenziale
il primo si legge per ogni, il secondo si legge esiste.
Si usa anche il simbolo
|
che vuol dire esiste ed `e unico.
Esempi:
(n N) (3n N)
Sia P linsieme dei numeri pari. Allora si pu`o scrivere
P = {n Z | m Z tale che n = 2m}.
Linsieme D dei numeri dispari pu`o essere scritto come
D = {n Z | h Z tale che n = 2h +1}.
(x)(x / )
(A insieme)( A)
Connettivi logici
congiunzione: che si legge e
disgiunzione: che si legge o.
Esempi: (8 P) (8 `e divisibile per 4)
sia n Z allora: (n P) (n D).
Denizione 3 Dati due insiemi A e B si deniscono lunione
A B e lintersezione A B come segue:
A B = {x |x A x B}
A B = {x |x A x B}
Si osserva subito che per ogni insieme A
A = A A =
e che se A B allora si ha
A B = B A B = A.
1. (A B) C = A (B C) propriet`a associativa dellunione
2. (AB)C = A(BC) propriet`a associativa dellintersezione
3. A B = B A propriet`a commutativa dellunione
4. A B = B A propriet`a commutativa dellintersezione
5. (AB)C = (AC)(BC), A(BC) = (AB)(AC)
6. (AB)C = (AC)(BC), A(BC) = (AB)(AC)
5. propriet`a distributive dellintersezione rispetto allunione,
6. propriet`a distributive dellunione rispetto allintersezione.
Denizione 4 Sia A insieme e B A si denisce il complementare
di B rispetto ad A:

A
(B) = {x A | x / B}.
Si ha ovviamente:

A
(A) = ;
A
() = A; B
A
(B) = A; B
A
(B) =
Si dimostrano le LEGGI DI DE MORGAN:

A
(B C) =
A
(B)
A
(C);
A
(B C) =
A
(B)
A
(C)
Denizione 5 Linsieme:
AB = {x A | x / B}
si dice insieme dierenza tra linsieme A e linsieme B
Denizione 6 Sia A un insieme. Si dice insieme delle parti di A
e si indica con P(A) linsieme formato da tutti i sottoinsiemi di
A. In simboli:
P(A) = {X | X A}
`
E ovvio che A P(A), P(A), se X P(A), Y P(A), allora
X Y P(A) e X Y P(A).
Denizione 7 Siano A e B insiemi. Si denisce il prodotto carte-
siano:
AB = {(a, b) | a A, b B}.
Naturalmente si ha: A = A = .
Denizione 8 Siano A e B insiemi. Si dice relazione tra A e B
un qualunque sottoinsieme del prodotto cartesiano.
Sia A un insieme ed R una relazione tra gli elementi di A, cio`e
R AA.
Denizione 9 Si dice che R `e riessiva se `e vericata la se-
quente condizione:
(a A) ((a, a) R).
osservazione 10 Ovviamente, perch`e R non sia riessiva basta
che esista un solo elemento x A tale che (x, x) / A.
Denizione 11 Si dice che R `e antiriessiva se `e vericata la
sequente condizione:
(a A) ((a, a) / R).
Esempi Delle relazioni sullinsieme A = {, , }
R
1
= {(, ), (, ), (, ), (, ), (, )}
R
2
= {(, ), (, ), (, ), (, )}
R
3
= {(, ), (, ), (, ), (, ), (, )}
R
4
= {(, ), (, ), (, )}
R
5
= {(, ), (, ), (, ), (, ), (, )}
sono riessive R
1
e R
5
, `e antiriessiva R
4
mentre R
2
e R
3
non
sono riessive (ne antiriessive).
Denizione 12 Si dice che R `e simmetrica se `e vericata la
sequente condizione:
(a, b A) (se (a, b) R allora (b, a) R).
osservazione 13 Naturalmente `e suciente che esista una sola
coppia (x, y) R, x = y, tale che (y, x) / R perch`e R non sia
simmetrica.
Denizione 14 Si dice che R `e antisimmetrica se `e vericata la
sequente condizione:
(a, b A) (se ((a, b) R (b, a) R) allora a = b).
Esempi Si ha: R
1
e R
2
sono antisimmetriche, R
3
e R
5
sono
simmetriche, R
4
non `e simmetrica ne antisimmetrica.
Denizione 15 Si dice che R `e transitiva se `e vericata la se-
quente condizione:
(a, b, c A) (se ((a, b) R (b, c) R) allora (a, c) R).
osservazione 16 Anche in questo caso `e suciente che esistano
(x, y), (y, z) R tali che (x, z) / R perch`e R non sia transitiva.
Esempi Si ha: R
1
e R
5
sono transitive, R
2
, R
3
e R
4
non lo
sono.
osservazione 17 Si osservi che spesso si usa la notazione aRb
in luogo di (a, b) R.
Denizione 18 Si dice che R `e una relazione dordine se `e ri-
essiva, antisimmetrica e transitiva. La coppia ordinata (A, R)
(ovvero linsieme A munito della relazione dordine) si chiama in-
sieme ordinato.
Esempio 19 R
1
`e dordine.
Esempio 20 Sia X un insieme. Allora la relazione `e una
relazione dordine su P(X). Infatti dallosservazione 2 si ha che
per ogni A, B, C sottoinsiemi di X
1. A A
2. se A B e B A allora A = B
3. se A B e B C allora A C
Esempio 21 Lordinamento naturale sullinsieme Z dei
numeri relativi `e la relazione denita come segue:
m, n Z, si dice che m n se e solo se h N tale che n = m+h.
Si verica che `e una relazione dordine su Z.
Denizione 22 Siano m, n Z, m = 0. Si dice che m divide
oppure `e un divisore di n (ovvero che n `e un multiplo di m) e si
scrive
m | n
se esiste h Z tale che n = mh.
Si osserva subito che un qualunque numero intero divide 0.
Esempio 23 La relazione | sullinsieme N

:= N {0} dei
numeri naturali non nulli `e una relazione dordine.
Esempio 24 Per ogni n N

si indica con D
n
linsieme dei di-
visori di n. Di particolare interesse `e la relazione dordine |
indotta sullinsieme D
n
.
Denizione 25 Sia (A, ) un insieme ordinato, X un sottoin-
sieme di A, x
0
X. Si dice che x
0
`e minimo di X se:
x X x
0
x.
Si dice che x
0
`e massimo di X se
x X x x
0
.
Proposizione 26 Sia (A, ) un insieme ordinato, X un sottoin-
sieme di A. Se esiste un massimo (o un minimo) di X, esso `e
unico.
Dimostrazione Siano, infatti, x
0
e x
1
due massimi di X. Allora,
poich`e x
0
`e massimo e x
1
X, si ha x
1
x
0
e, scambiando i ruoli
di x
0
e x
1
, si ha x
0
x
1
. Per la propriet`a antisimmetrica delle
relazioni dordine deve essere x
0
= x
1
. (Analoga la dimostrazione
dellunicit`a del minimo.)
`
E quindi lecito scrivere x
0
= min(X) se x
0
`e il minimo (che si
dice anche il pi`u piccolo elemento) di X, oppure x
0
= max(X)
se x
0
`e il massimo (che si dice anche il pi`u grande elemento) di
X.
Esempi
1. considerato linsieme ordinato (A, R
1
), dove A = {, , } e
R
1
= {(, ), (, ), (, ), (, ), (, )}.
Si ha = min(A) ma non esiste il massimo di A
2. 0=min(N), ma non esiste il massimo considerando su N la
relazione dordine naturale
3. 1 = min(N

) ma non esiste il massimo considerando su N

la
relazione dordine |
4. considerando il sottoinsieme X = {2, 3, 9, 18} come sottoin-
sieme dellinsieme ordinato (N

, |), esiste max(X) = 18 ma


non esiste il minimo di X
5. considerando linsieme ordinato (D
n
, |) si ha min(D
n
) = 1,
max(D
n
) = n
Denizione 27 Sia (A, ) un insieme ordinato, A X. Un ele-
mento y A si dice minorante di X se
(x X)(y x).
Se X `e dotato di minoranti si dice minorato o limitato inferior-
mente.
Denizione 28 Sia (A, ) un insieme ordinato, X un sottoin-
sieme di A, minorato, A. Si dice che `e estremo inferiore di
X se `e il pi`u grande dei minoranti.
In altri termini `e estremo inferiore di se verica le seguenti
condizioni:
1. (x X) ( x)
2. A tale che (x X) ( x) si ha .
Si vede che se esiste un estremo inferiore, esso `e unico, per
cui `e lecito scrivere = inf(X). Inoltre, se inf(X) X, allora
inf(X) = min(X).
Denizione 29 Sia (A, ) un insieme ordinato, A X. Un ele-
mento y A si dice maggiorante di X se
(x X)(x y).
Se X `e dotato di maggioranti si dice maggiorato o limitato su-
periormente.
Denizione 30 Sia (A, ) un insieme ordinato, X un sottoin-
sieme di A, maggiorato, A. Si dice che `e estremo superiore
di X se `e il pi`u piccolo dei maggioranti.
In altre parole `e estremo superiore verica le seguenti con-
dizioni:
1. (x X) (x )
2. A tale che (x X) (x ) si ha .
Si vede che se esiste un estremo superiore di X, esso `e unico, per
cui `e lecito scrivere = sup(X). Inoltre, se sup(X) X, allora
sup(X) = max(X).
osservazione 31 Nel caso X = {x, y}, = sup(x, y) vuol dire
1. x , y
2. A tale che x , y si ha .
Analogamente = inf(x, y) si scrive
1. x, y
2. A tale che x, y si ha .
Denizione 32 Sia (A, ) un insieme ordinato. Si dice che
`e una relazione di ordine totale ovvero che (A, ) `e totalmente
ordinato se e soltanto se
(x, y A) (x y y x).
Nel caso contrario, cio`e se x, y tali che x _ y y _ x, si dice
che `e una relazione di ordine parziale oppure che (A, ) `e
parzialmente ordinato.
Esempi Sono totalmente ordinati (N, ), (Z, ); sono parzial-
mente ordinati (N

, |), (D
n
, |), (P(X), ), (A, R
1
).
Denizione 33 Siano A, B insiemi non vuoti, R una relazione
tra elementi di A ed elementi di B. Si dice che R `e una relazione
funzionale se e soltanto se
a A |b B tale che (a, b) R
Se R `e una relazione funzionale tra A e B, la terna ordinata
f = (A, B, R) si dice applicazione o funzione tra A e B. A si dice
dominio o insieme di partenza di f, B si dice insieme di arrivo di
f. La relazione R si chiama graco di f.
Quando ci si riferir`a ad applicazioni, si supporr`a implicitamente
che linsieme di partenza e linsieme di arrivo siano non vuoti.
Esempi: Siano A = {1, 2, 3, 4}, B = {a, b, c, d, e} allora
R = {(1, a), (2, b), (2, c), (3, d), (4, e)}
non `e funzionale,
R

= {(1, a), (2, a), (3, b), (4, c)}


`e funzionale
R

= {(1, a), (2, b)(4, c)}


non `e funzionale.
Dora in avanti si user`a la notazione
f : A B
per indicare unapplicazione dallinsieme A allinsieme B. Se,
inoltre, R
f
`e la relazione funzionale tale che f = (A, B, R
f
), si
porr`a b = f(a) se e solamente se (a, b) R
f
. In questo caso si
dice che b `e limmagine di a mediante f o il valore assunto da f
in a. Pertanto il graco dellapplicazione f `e:
R
f
= {(a, f(a)) | a A}.
Quindi lapplicazione f

= (A, B, R

) precedentemente introdotta
si scriver`a nel modo seguente:
f

: A B tale che f

(1) = a, f

(2) = a, f

(3) = b, f

(4) = c.
Chiaramente due applicazioni f : A B, g : C D sono uguali
se e soltanto se A = C, B = D e a A f(a) = g(a).
Si osservi che unapplicazione `e una particolare relazione, mentre
non `e vero che una qualsiasi relazione `e unapplicazione.
Esempi
1. Siano X e Y insiemi, c Y . Allora lapplicazione
f
c
: X Y tale che x X f
c
(x) = c
si dice applicazione costante di costante valore c
2. sia X un insieme. Allora lapplicazione
id
X
: X X tale che x X id
X
(x) = x
si dice applicazione identica di X
3. f
1
: Z Z tale che n Z f
1
(n) = 2n
4. f
2
: Z Z tale che x Z f
2
(x) =
x
2
non `e unapplicazione
5. f
3
: P Z tale che x P f
3
(x) =
x
2
6. f
4
:

tale che x f
4
(x) =
1
x
7. f
5
: Z Z tale che a Z f
5
(a) = a
2
.

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