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idee per un nuovo millennio Seneca ********* A ABITUDINI 1 - Per gli sprovveduti, una gran parte della sofferenza

sta nella natura incons ueta dei mali che gli capitano. Se te ne vuoi convincere, osserva come ci che gli pareva di un asprezza insopportabile, una volta che ci hanno fatto l abitudine, div enti tollerabile. Ecco perch il saggio si abitua ai mali futuri, e a quelli che g li altri si rendono lievi solo a forza di sopportarli. Come fa? Ci medita sopra, e a lungo. 2 - Non ti accorgi di come l abitudine privi ogni cosa del suo originario fascino? 3 - La via dell onesta diritta, quella della malvagit, piena di curve e insenature: ad ogni passo, prende direzioni sempre diverse. La stessa cosa, si pu dire delle abitudini: quelle di chi segue la natura sono agevoli, limpide, e differiscono poco, da persona a persona; quelle di chi se ne allontanato, sono in contrasto l u na con l altra, e caso per caso. 4 - Seguite questa sana e salubre abitudine di vita: concedete al corpo soltanto quanto basta perch si mantenga sano. Se non si vuole che serva male le doti mora li, bisogna trattarlo con durezza: il cibo plachi la fame, il bere estingua la s ete, i vestiti proteggano dal freddo, la casa sia un riparo contro le intemperie . Disprezzate tutto quel lusso e quell ostentazione che ci si pu procurare lavorand o pi di quanto necessario; considerate che nulla degno di ammirazione eccetto l ani ma, e per l anima, se grande, nulla grande. 5 - Bisogna abituarsi alla propria condizione, lamentarsene il meno possibile e profittare di quei piccoli vantaggi che essa comporta: non esiste situazione tan to amara che un animo interiormente sereno non sappia trovarvi un motivo di conf orto. 6 - Niente di ci che la consuetudine ha trasformato in parte del carattere pu appa rire spiacevole: a poco a poco, ci che si cominciato a fare per necessit, diventa un piacere. 7 - Nessuno di noi tiene presente che, una volta o l altra, dovr abbandonare questa dimora. Allo stesso modo, l assuefazione ai luoghi e l abitudine trattengono i vecc hi inquilini in case piene di disagi. 8 - La moltitudine dei delinquenti crea assuefazione al delitto: il marchio d infa mia meno gravoso da portare, quando la frequenza delle condanne l ha reso alquanto stinto. La severit, quando diventa abituale, perde la sua principale dote curati va: l autorevolezza. 9 - Dormire su di un pagliericcio o indossare degli stracci non sono, per s, indi zi di buona disposizione alla filosofia, se non risultano modi di vita non impos ti dalle circostanze, ma deliberatamente scelti. 10 - La natura non si mai guadagnata a tal punto la nostra gratitudine imperitur a come quando, ben sapendo quanti sono gli affanni cui ci destina il nascere, ha inventato l abitudine, alleviatrice dei mali, e grazie alla quale le situazioni p i gravose ci diventano familiari. Se le avversit avessero sempre la forza con cui ci colpiscono la prima volta, nessuno vi potrebbe resistere.

11 - La povert ci diventi familiare: vivremo pi sicuri se impareremo fino a che pu nto essere poveri non grave. 12 - Siamo fatti in modo tale che le cose di tutti giorni, anche se fossero stra ordinarie, ci risultano indifferenti, mentre persino gli eventi di nessuna impor tanza, se sono inconsueti, ci appaiono spettacoli affascinanti. 13 - Il saggio non perturber i pubblici costumi, n attirer su di s l attenzione della gente col suo stile di vita eccentrico. 14 - Quando i vizi diventano abitudini, non c pi niente da fare. ACQUE MINERALI 15 - Per chi non sa pi dove mettere i suoi soldi, stato escogitato un modo per re ndere anche l acqua un genere voluttuario. 16 - Gli Spartani espulsero dalla citt i profumieri, che condannarono all esilio so lo perch sprecavano l olio: che cosa avrebbero fatto, se avessero visto destinare t utti questi veicoli al trasporto dell acqua, e tutti i contenitori nella quale ess a destinata a perdere colore e sapore? ADULAZIONE 17 - Ormai, siamo arrivati ad un tal livello di follia, che gli adulatori modera ti sono considerati gente cattiva. 18 - All adulazione, noi, non chiudiamo la porta: semmai, la sbarriamo, seguendo q uella messa in scena che riserviamo alle amanti, le quali, se aprono la nostra p orta sono gradite; ma se la sfondano, sono pi gradite ancora. 19 - L essere corteggiati, ha un vizio di natura: anche quando viene respinto, pia ce, e, a forza di respingerlo, si finisce per accettarlo. Infatti, per chi ci co rteggia, l essere respinto diventa una cambiale in bianco. Neppure gli insulti ser vono a stornarne la minaccia. ADULTERIO 20 - La forma di fidanzamento pi salda l adulterio. 21 - Forse che, da quando si arrivati al punto che nessuna donna ha un marito, s e non per ingelosire il suo amante, l adulterio considerato ancora una cosa vergog nosa? 22 - sciocca e antiquata quella donna ignara di come, l avere un solo amante, lo s i definisca un matrimonio. 23 - Una donna che abbia respinto un uomo che da lei era attratto soltanto per e ccitarlo di pi, non la definirei morigerata. Lo stesso vale per una donna che abb ia avuto paura della legge, o di suo marito. Come dice Ovidio Colei che non si da ta perch non ha potuto / come se darsi avesse voluto . AGENDE 24 - Si pu ragionare in maniera pi stolta degli individui la cui natura quella di programmare tutte le proprie faccende, e che se ne vantano pure? Invece, finisco no per essere sommersi dalle incombenze pi di chiunque altro. Convinti di poter, in questo modo, vivere meglio, sprecano la vita a progettare la loro vita. Stend ono una serie di propositi che arrivano alquanto in l negli anni, come se il rise

rvare tutto al domani non fosse il modo pi disgraziato di vivere, col suo strappa re i giorni ad uno ad uno, e togliere il gusto del presente per la promessa del futuro. La dilazione l ostacolo maggiore al vivere; infatti, nel mentre ci fa dipe ndere dal domani, ci deruba del presente. Pianifichi tutto ci che rimane in poter e della sorte, e intanto lasci perdere ci che dipende da te? A che miri? Che ti a spetti? Di ci che sar, nulla si pu sapere: vivi adesso. AMICI 25 - Bisogna avere l amico nel proprio cuore. Il cuore, non mai lontano: ogni gior no, pu andare a trovare chi vuole. 26 - Agli amici, ho temuto che succedesse di tutto; a me, una cosa sola: di non essere abbastanza loro amico. 27 - Se consideri un amico colui in cui non puoi avere fiducia come in te stesso , ti sbagli di grosso, e non conosci il valore della vera amicizia. Prendi quals iasi decisione insieme all amico; ma, prima di tutto, prendi una decisione su di l ui: ad amicizia decisa, bisogna fidarsi; prima, per, si pu valutare se il caso di fidarsi. Invertono i doveri dell amicizia coloro che, dopo aver creato un vincolo di affetto, restano diffidenti, e poi, per diffidenza, sciolgono il legame affet tivo. Valuta a lungo se devi accettare l amicizia di qualcuno; per, se decidi di s, accoglilo con tutto il cuore, e parla con lui con tutta la franchezza con cui pa rli a te stesso. 28 - Spesso, non c nessuna differenza tra i doni degli amici e gli auguri dei nemi ci: ci che essi auspicano ti accada, gli amici, con la loro sollecitudine inoppor tuna, si affrettano a far s che ti succeda. 29 - Poter dividere il proprio dolore con molti, gi qualcosa che assomiglia ad un a consolazione. Se, infatti, lo ripartisci tra tanta gente, la parte che ti tocc a sopportarne diventa piccola. 30 - Chi non stato capace di voler bene pi che ad un amico solo, in realt, non ha voluto bene neppure a quello. 31 - Ti posso fare l esempio di molti ai quali non mai mancato un amico; ma l amiciz ia, s. 32 - Abbiamo amato qualcuno; lo abbiamo ammirato, ammettendo che la nostra posiz ione sociale era dovuta a lui: almeno, fino a quando ci che abbiamo ottenuto ci h a appagato. All improvviso, per, cominciamo a ritenere pi importanti altri traguardi , e non abbiamo pi occhi che per quelli (infatti, proprio degli esseri umani, qua ndo hanno ottenuto molto, volere sempre di pi). Ed ecco, ci che prima giudicavamo un grande dono, non ci interessa pi. Non facciamo pi caso a ci che ci rende privile giati rispetto agli altri, ma solo a ci che ostenta il successo di quanti sono pi potenti di noi. 33 - Se l amicizia va cercata in quanto valore in se stessa, ad essa si pu dedicare soltanto chi basta a se stesso. 34 - Nella vita, mi sono inimicato molte persone, con le quali, passato l odio, ho fatto la pace, per quanto sia possibile la pace con i malvagi: di me stesso, pe r, non sono ancora riuscito a diventare amico. 35 - In ogni vecchio amico, ci vedeva una spia. 36 - Il saggio sta bene con se stesso; il che non vuol dire che non desideri la compagnia di un amico, ma che pu anche farne a meno. D altra parte, senza amici, no n rester mai: ha il potere di farsene in fretta dei nuovi.

37 - Il successo non ha collocato nessuno cos in alto da non far s che l aver tutto gli faccia sentire ancor di pi la mancanza di un amico. 38 - Ti dir che cosa, oggi, ho letto di interessante nel filosofo Ecatone: Mi doma ndi che progressi abbia fatto? - egli afferma - Ho cominciato ad essere amico di me stesso . Il suo progresso stato grande: non sar mai pi solo. Sappi che, un amico cos, a disposizione di tutti. 39 - Non sai qual il valore dell amicizia se non ti rendi conto che, a chi darai u n amico, farai un grande regalo. L amicizia cosa rara non solo nelle singole famig lie, ma in tutta la storia del genere umano. L amicizia manca di pi proprio laddove si crede che abbondi. 40 - Acquistare un amico in pi, non rende pi saggi; perderne uno, non rende pi stol ti. Dunque, neppure pi felici, o pi infelici. Finch la tua virt rimarr intatta, non t i accorgerai di ci che ti viene tolto. 41 - Ho ringraziato la fortuna, che ha voluto mettere alla prova il valore che a ttribuivo alla mia fedelt; infatti, un bene cos prezioso, non poteva non costarmi caro. 42 - Saresti capace di sopportare coloro che, degli amici, non si curano affatto , e per, dopo morti, li piangono disperatamente, perch sono capaci di amare qualcu no soltanto dopo che l hanno perduto? Se, in quel frangente, il loro lutto cos inco nsolabile, perch temono si dubiti dei loro sentimenti. Tardivamente, cos, cercano di dimostrare l affetto che avevano per il morto. 43 - Non sono amici quelli che bussano a ranghi compatti alla tua porta, e vengo no ripartiti in pi intimi e meno intimi, a seconda dell ordine di entrata. 44 - Chi contrae un amicizia soltanto in vista del proprio interesse, si sbaglia d i grosso: quell amicizia, com iniziata, cos finir. Costui si procurato un amico nella convinzione che se, un giorno, verr imprigionato, quello lo aiuter a tornare liber o; e invece, al primo sferragliare di catena, l amico se ne andr. 45 - Un favore non pu essere pi grande di un altro. Ad essere pi grandi e pi numeros e possono essere soltanto quelle manifestazioni di affetto di cui l amicizia si co mpiace, indulgendovi; allo stesso modo, gli amanti, moltiplicando i baci ed abbr acciandosi pi stretti, non aumentano il loro amore, ma lo esprimono. 46 - Chi cerca un amico tra i postulanti nell atrio di casa, e lo mette alla prova in un banchetto, commette un errore. 47 - Gli amici, qualora li si metta alla prova, se la danno a gambe. 48 - Perch ti fai amico di qualcuno? Per poter morire per lui; per poterlo seguir e nell esilio. Per difenderlo dalla morte, ostacolandone il passo. 49 - Chi ha molto in comune con gli esseri umani, con l amico, avr in comune tutto. ANIMA 50 - La prova pi grande del fatto che l anima proviene da un luogo pi elevato il suo giudicare la condizione in cui si trova misera e angusta, tanto che non ha paur a di uscirne. Infatti, chi si ricorda da dove venuto, sa anche dove andr a finire . 51 - Un anima nobile, consapevole della sua superiore natura, non giudica propria nessuna di quelle cose che si vede intorno, ma se ne serve come le fossero state

date in prestito, da quella pellegrina di fuggevole passaggio che . 52 - Ci che devasta gli sprovveduti, nelle sofferenze fisiche, il fatto che non s i sono abituati ad avere una vita spirituale: i legami che hanno allacciato col corpo sono troppo stretti. Ecco perch un individuo nobile e saggio separa la prop ria anima dal corpo, e si intrattiene a lungo con la parte migliore di s, quella divina, nel mentre, con quella fragile e lamentosa, si intrattiene soltanto lo s tretto necessario. 53 - Se le anime, una volta libere dal corpo, continuano ad esistere, la loro co ndizione, allora, sar pi felice di quando erano rinchiuse nel corpo. Se ci di cui g odiamo per mezzo del corpo, un bene, ne consegue che all anima, abbandonato il cor po, andr peggio. E invece, non verosimile che anime rinchiuse nella materia, come assediati tra le mura della citt, siano pi felici di quelle lasciate libere di va gare nell universo. 54 - Che noi abbiamo un anima, sotto il comando della quale siamo indotti, o tratt enuti dall agire, lo ammetteranno tutti. Che cosa sia, per, questa nostra guida e s ignora, e dove risieda, nessuno te lo sapr dire. 55 - L anima non viene deturpata dalla bruttezza del corpo; piuttosto, il corpo ad essere reso, da un anima bella, bello. 56 - Allo stesso modo in cui, quando ci si ammala, i sintomi premonitori - una c erta svogliatezza che sfianca i nervi, una stanchezza che non segue alla fatica, un continuo sbadigliare, un brivido per tutte le membra - precorrono la malatti a, l anima, se debole, viene scossa dai mali molto prima di venirne oppressa. Li s ubisce in anticipo, e si abbatte prima del tempo. 57 - Questo nostro corpo, per l anima, un peso e una pena. L oppressione di quello l a soffoca e la fa sua prigioniera, se non interviene la filosofia a liberarla e dischiuderle davanti, come fosse il sollievo che d una boccata d aria aperta, lo sp ettacolo della natura. La filosofia distoglie l animo dalle questioni umane e la v olge a quelle divine: in questa distrazione consiste tutta la sua libert. 58 - L anima umana grande e nobile: non accetta le si pongano confini, se non quel li che ha in comune con gli di. Prima di tutto, non riconosce nessuna patria di q uesto mondo: per lei, la patria quell orbita che cinge i limiti estremi dell univers o; tutta questa volta celeste sotto la quale giacciono mari e terre, ed attraver so la quale l atmosfera, nel mentre li separa, congiunge i fenomeni divini con que lli umani. 59 - Se ogni bene sta nell anima, tutto ci che la rende pi forte, la esalta, la magn ifica, un bene. D altra parte, a rendere l anima pi salda, elevata e magnifica, la vi rt; infatti, tutto il resto, nel mentre eccita la nostra cupidigia, deprime l anima , la indebolisce, e, anche se sembra infiammarla, in realt, la fa tronfia, impego landola in una girandola di illusioni. L unico bene, quello la cui azione rende mi gliore l anima. 60 - Tutto ci che di sollievo all anima, fa bene anche al corpo. AVIDITA 61 - L avidit umana cos stupida da distinguere il possesso dalla propriet. Nessuno co nsidera proprio ci che di tutti. 62 - Come le fiamme si aprono la via con violenza infinitamente maggiore a secon da di quanto vasto l incendio che le alimenta, allo stesso modo l avidit, quando si s viluppa in chi ha accumulato grandi ricchezze, non capace di freni.

63 - L avidit non pu capire la sua presente prosperit; infatti, non considera da dove partita, ma solo dove vuole arrivare. 64 - Il difetto maggiore della cupidigia quello di essere ingrata. 65 - L eccessiva ricchezza rende certuni avidi, e la cupidigia non mai tanto moder ata da trovare appagamento in ci che bramava: i suoi obbiettivi diventano sempre pi smisurati; quando ha ottenuto l insperato, essa si d all insperabile. 66 - povero non chi ha poco, ma chi desidera di pi. 67 - Alla nostra avarizia manca solo che, in assenza di un garante, ci asteniamo da qualsiasi buona azione. 68 - Chi non trae vantaggio dalle disgrazie altrui? I soldati, se desiderano la gloria, devono augurarsi la guerra; la penuria di rifornimenti alimentari fa s ch e i contadini aumentino i prezzi; l abbondanza di processi fa lievitare la parcell a degli avvocati; il diffondersi delle epidemie fa la fortuna dei medici; la cor ruzione dei giovani arricchisce chi vende generi voluttuari; se nessuna tempesta squassa le case, se nessun incendio le danneggia, i carpentieri non fanno affar i. 69 - Quando si dice modo di vivere cretino , a che cosa pensi ci si riferisca? Ma a l nostro modo di vivere, spinti, come siamo, da una cieca cupidigia a gettarci s u beni che ci saranno dannosi, e che di certo non potranno mai saziarci (infatti , se qualcosa fosse stata in grado di saziarci, l avremmo ottenuta, ed ora saremmo sazi); noi, che non consideriamo quanta gioia dia non chiedere nulla, e quanto sia magnifico sentirsi appagati, e non dover dipendere dalla sorte. 70 - Tutto ci su cui la nostra cupidigia mette gli occhi destinato a venire inghi ottito e svanire in un lampo. In ci che senza fondo, non ha importanza quante cos e si gettino alla rifusa. 71 - Di fronte all avidit del genere umano, se aspiri a qualcuno che dia indietro c i che ha ricevuto, in mezzo alla folla degli sciacalli, vuol dire che ti sfugge d el tutto, la sorte di noi tutti, quale sia. 72 - Un tempo si aspirava all amicizia; oggi, ai lasciti.

73 - La prosperit avida ed esposta all avidit altrui: finch nulla ti baster, tu stess non basterai agli altri. 74 - Niente, per noi, vale di pi di un favore, quando lo chiediamo; niente, per n oi, ha meno valore, quando lo otteniamo. Chiedi che cosa sia, a provocare in noi questa smemoratezza verso i favori ricevuti? La smania di riceverne ancora: abb iamo ben presente non ci che abbiamo ottenuto, ma quanto ci rimane da chiedere. B BENI 75 - La natura non ammette che il bene, per gli individui buoni, si trasformi in un danno. 76 - Ho quello che ho dato. 77 - Niente di ci che viene dato va perso. Chi ha perso qualcosa, vuol dire che p ensava di fare un investimento. 78 - Quante cose, ce le procuriamo solo perch altri se le sono procurate, e i pi l

e possiedono! Tra le cause dei nostri guai c il fatto che viviamo scimmiottando gl i altri, e non ci basiamo sulla ragione, ma ci facciamo trascinare dai luoghi co muni. 79 - Convinciti di come un individuo perfetto, ricolmo di virt umane e divine, no n possa perdere nulla. I suoi beni sono circondati da muraglie solide e impenetr abili, al sicuro da incendi e saccheggi. Queste muraglie non hanno brecce: sono alte fino al cielo e inespugnabili, come gli di. 80 - Il bene ci che suscita un attrazione istintiva dell anima verso di s, risvegliand o la sua vera natura. 81 - Si pu affermare con sicurezza che il sommo bene l armonia interiore; infatti, dove c coerenza e integrit, non ci pu essere che virt. I vizi provocano incoerenza. 82 - Molte cose, non ci accorgiamo che erano superflue finch non ci vengono a man care; infatti, le adoperavamo non perch ne avevamo bisogno, ma perch le avevamo. 83 - Nessun bene giova a chi lo possiede se non quello alla cui perdita l animo pr eparato. Di niente pi facile sopportare la perdita se non di ci che, una volta per duto, non pu essere rimpianto. 84 - Non un bene ci che, se aumenta, diventa un male. 85 - Il saggio non pu perdere nulla: ha riposto tutto in se stesso, non ha affida to niente alla sorte. Ci che possiede, ben custodito, perch lo appaga solo la virt; che non dipende da circostanze fortuite, e che la sorte, quindi, non pu incremen tare, n diminuire. 86 - I grandi e veri beni non sono divisibili. Non possibile che a ogni individu o ne tocchi un po : ognuno li ha, integri, in patrimonio, senza per questo sottrar ne una parte agli altri. La pace e la libert sono un bene di tutti, eppure posses so di ognuno. 87 - In esilio, si pu avere ci che necessario; il superfluo, invece, non basta un regno a darlo. 88 - Ci che abbastanza, non mai poco; ci che non abbastanza, non mai molto. 89 - Fare il conto dei favori fatti una meschina forma di usura. 90 - Tutti questi beni temporanei che, intorno a noi, fan sfoggio di s, quali ess i siano: figli, onori, ricchezze, case magnifiche e atri pieni di gente che ci v iene a trovare; la fama, una moglie nobile e bella, e tutte le altre cose che di pendono dalla sorte, incerta e mutevole; sono sfarzi non nostri, e concessi in v ia temporanea. Nessuno di essi ci stato dato in dono. 91 - Tutto ci che bene, rientra nelle stesse leggi: l utile privato e quello pubbli co sono intimamente connessi. 92 - Ci che risente della sua stessa grandezza, non mai un bene. 93 - Nessuno pu nuocere o giovare al saggio, perch ci che ha natura divina non pu vo lere star meglio, n pu venire danneggiato, e il saggio, che sia prossimo e affine agli di, eccettuata la sua condizione mortale, opinione comune. Egli, nel tendere e aspirare a ideali supremi, dove vige un armonia immune da paura, incorruttibile , il cui corso non sia contrastato da correnti contrarie; nel mentre ricerca ci c he utile e saldo per tutti - un bene valido non solo per s, ma anche per gli altr i - non pu desiderare nulla di vile, n rimpiangere ci che non ha.

94 - Non siamo capaci di attribuire il loro giusto valore a quelle cose per le q uali non deve valere l opinione comune, ma il giudizio che si pu trarre osservando la loro vera natura. Cose simili, in s, non hanno niente di splendido, e capace d i affascinare la nostra mente, se non il fatto che ci siamo abituati ad ammirarl e; infatti, non vengono lodate perch sono desiderabili, ma risultano desiderabili perch vengono lodate. 95 - Nulla costa pi caro di ci che si compra a forza di preghiere. 96 - L unico bene, l onesta; gli altri, sono beni falsi e bastardi. 97 - Quando ci viene chiesto qualcosa, terremo conto, pi che dei desideri di chi ce lo chiede, di ci che gli torna utile. 98 - Colui per il quale essere ricco rappresenta un esigenza, sta in apprensione p er le sue ricchezze. Di un bene che toglie la pace interiore, per, non pu godere n essuno; invece, un individuo simile tenta continuamente di aumentare la sua ricc hezza, e, nel mentre pensa all ammontare dei suoi soldi, si dimentica di utilizzar li. Compila fatture; a forza di andar per uffici, ne consuma il pavimento; scorr e da un capo all altro il registro dei crediti. Da padrone, diventa amministratore . 99 - Appartenere a se stessi, un bene inestimabile. 100 - Sdebitarsi di un favore una faccenda ben diversa dal pagare un debito. In questo caso, non devi aspettarti un effettivo pagamento. Si tratta di una questi one esclusivamente spirituale. 101 - Dio vicino a te; con te; dentro di te. 102 - Tutti magnificano anche le inezie, se sono favori fatti ad altri. 103 - A parit di valore, un dono acquista pi pregio se lo fai a una persona della quale fai la conoscenza proprio tramite quel dono. 104 - Se, prima di compiere una buona azione, ci tuteliamo ben bene dalle possib ili conseguenze, il valore di quell azione diventa piccolo. 105 - Come i raggi del sole, per quanto colpiscano la terra, non si discostano d al luogo in cui hanno origine, allo stesso modo un anima grande, sacra, confinata in questo mondo per farci conoscere pi da vicino la natura degli di, si intrattien e con noi, ma resta legata alla sua origine. E da l che dipende; l volge lo sguard o, e anela. Tuttavia, fa quello che facciamo noi; ma da essere superiore. Qual , dunque, quest anima? Quella che non risplende di nessun bene se non il bene che le proviene da se stessa. Che cosa c , infatti, di pi sciocco che lodare, in qualcuno, ci che non gli appartiene? Chi c pi insensato di chi ammira qualit che, da un moment o all altro, possono diventare di un altro? 106 - Le cose pi preziose, non le si pu restituire. 107 - Piuttosto che privilegiare il meglio, si preferito optare per il necessari o. 108 - Chi possiede se stesso, non pu perdere nulla. Ma a quanti capita di possede re se stessi? 109 - Vivere, in s, non un bene. Il bene, vivere bene. 110 - Tutto ci su cui la sorte, come sua propriet personale, veglia, pu dare prospe rit e serenit solo se chi lo possiede resta padrone anche di se stesso.

111 - Esistono beni che, se non fossero stati concessi a tutti quanti, nemmeno c erti privilegiati li avrebbero ottenuti. 112 - Ci che possiedi, e dici tuo, di tutti: dell intero genere umano. 113 - Ci che serve alla vita, anche ci che fa bella la vita. 114 - Tutte queste cose che vi fanno superbi, e vi portano, per l orgoglio di ecce dere ogni limite umano, a dimenticare la vostra fragilit. Queste cose, che voi vi mettete in armi per difendere dietro inferriate e porte sbarrate. Queste cose, la cui custodia vi costa sangue, e che spargendo sangue altrui avete depredato. Queste cose, a causa delle quali fate salpare flotte destinate a insanguinare i mari; per le quali devastate le citt, senza considerare gli assalti che il destin o perpetrer alle vostra spalle. Queste cose per le quali, infranti innumerevoli v olte i patti di amicizia, i legami famigliari, i regolamenti sociali, tutta la t erra si da sempre divisa in due schieramenti in lotta tra loro: tutte queste cos e, non sono vostre. Vi sono state date solo in deposito; da un momento all altro, un altro padrone le reclamer: finiranno nelle mani di un nemico, o di un erede ch e vi sempre stato ostile. 115 - Se consideriamo i benefici della natura sulla base della malvagit di quanti ne fruiscono, risulter che tutto ci che ci stato donato, a nostro danno. 116 - Tutto ci che ho, lo possiedo in modo tale che appartenga anche a tutti gli altri. 117 - La natura, quando ritorniamo a lei, ci spoglia, cos come ha fatto al nostro arrivo in questo mondo. Non si pu portare via pi di quanto si aveva allora; anzi, bisogna abbandonare anche gran parte della dote che ci si era portati dietro pe r le esigenze della vita. 118 - Il fatto che tu non la possa vendere, dissipare, rendere pi prospera o dist ruggere, non vuol dire che una cosa non sia tua. Infatti, anche ci che ti apparti ene solo secondo certe condizioni universali, e ben determinate, tuo. BUFFONI 119 - Se, ogni tanto, ho voglia di farmi due risate con un buffone, non devo and arlo a cercare lontano: rido di me stesso. 120 - Darsi agli spassi mentre l intero globo terrestre viene distrutto, un compor tamento da ubriachi. C CASE 121 - Credimi: era felice quell epoca in cui non esistevano ancora architetti, n ar redatori. 122 - La casa del saggio piccola, senza sfoggio di decorazioni, senza fasto n rum ore. In essa non ci sono portinai che con prezzolata alterigia badano a che la g ente rispetti la coda. Attraverso la sua soglia aperta e priva di portinai, per, il destino non passa: sa che, laddove non c nulla di suo, per lei, non c posto. 123 - A che vi servono tante camere da letto, se dormite in una sola? I limiti d ello spazio che davvero vostro, coincidono con quelli del vostro corpo. 124 - Non vivono contro natura coloro sui tetti delle cui case alberi fitti onde ggiano le loro fronde; e hanno le radici laddove a malapena potrebbero spingersi

con le cime? CIECHI 125 - Le cose che la notte fa apparire terribili, il giorno le svela ridicole. 126 - I ciechi, per lo meno, si trovano una guida; noi vaghiamo senza guide, e d iciamo: Non che io sia ambizioso, che, a Roma, non si pu vivere diversamente; non che io sia spendaccione, che vivere in questa citt molto costoso. Non colpa mia s e sono collerico, e, nella vita, non ho ancora preso una mia strada ben definita : tutto questo, normale, quando non si ha ancora raggiunto l et matura . COERENZA 127 - Il massimo sintomo di un anima malvagia l instabilit. 128 - Non c nessuno che non cambi idea da un giorno all altro: prima vuole una mogli e, poi un amante; prima vuole diventare re, poi si comporta come il pi ruffiano dei servi; prima si gonfia di boria, poi si umilia e si abbassa fino al rango di un rifiuto sociale; prima elargisce i soldi a piene mani, poi li ruba. 129 - Se l esito di un azione incerto, proprio per questo, per ottenere qualche risu ltato, bisogna fare vari e molteplici tentativi. 130 - Ogni volta che vuoi aver la prova di avere raggiunto un risultato, conside ra se vuoi le stesse cose di ieri. L incostanza della volont significa che lo spiri to trascinato dalla corrente: si fa vedere qua e l, a seconda di come lo porta il vento. Ci che stabile, ben ancorato, non va alla deriva: questa, la condizione d el vero saggio. 131 - L incoerenza nelle azioni significa che si fuori strada. 132 - Anche la sfortuna incostante. 133 - Esigi da te stesso di rimanere fino alla fine quale ti sei proposto di ess ere: fa in modo che ti si possa lodare; o, per lo meno, riconoscere. Di chi hai v isto solo ieri, davvero, se lo incontri, potresti dire: E costui, chi ? A tal punto mutato. 134 - Mettimi davanti a circostanze sempre uguali, e vedrai che anch io sar coerent e. 135 - Che cos la saggezza? Volere o non volere sempre la stessa cosa. Non occorre neanche aggiungere la precisazione purch ci che vuoi sia onesto ; infatti, a nessuno pu piacere sempre la medesima cosa, se non onesta. 136 - Mantenere i buoni propositi costa pi fatica che farli. 137 - I sensi, su cosa sia bene e cosa male, non possono giudicare; non sanno ch e cosa utile, e che cosa no. Non possono valutare con esattezza se non le situaz ioni contingenti che si presentano davanti a loro. Non prevedono il futuro e, de l passato, non si ricordano. Non sanno trarre, da ogni evento, le sue conseguenz e. E invece, proprio il principio di consequenzialit a disporre le cose secondo u n ordine ben preciso; dalla sua conoscenza la vita trae quella coerenza che non la fa deviare dal proprio cammino. 138 - Tutte le virt sono espressioni di un unica rettitudine; tutte, quindi, sono t ali se procedono per retta via, senza deviare dal loro corso. COLPE

139 - Ritieni che le colpe a tutti odiose rimangano impunite? Oppure pensi non c i sia nessun supplizio pi duro del pubblico disprezzo? 140 - Non segno di saggezza odiare chi sbaglia; chi lo fa, finir per odiarsi. Se infatti, considera tutte le azioni che commette contro la morale, e tutti i comp ortamenti che gli devono venire perdonati, avr di che adirarsi con se stesso. 141 - Il saggio sar clemente, pronto a consigliare e correggere. Si comporter come se perdonasse le colpe degli altri; per, non le perdoner; infatti, chi perdona, a mmette di avere trascurato un suo preciso dovere. 142 - Per reprimere trasgressioni e delitti, bisogna punire senza ira; infatti, l ira una colpa, e non proprio il caso che, a correggere i colpevoli, siano le col pe degli altri . 143 - Avere spento un incendio che si provocato non un merito, e non attenua la propria colpa. 144 - Il saggio non fa caso ai torti subiti: li dimentica, e non per superficial e trascuratezza, ma volontariamente. Nelle cose, infatti, non vede solo intrighi e malizia; non cerca subito qualcuno a cui dare la colpa; piuttosto, imputa all a sorte le colpe degli uomini. 145 - Se ci fai caso, non bisogna reagire agli errori con l ira. Che diresti, infa tti, se vedessi uno che si infuria con chi, nel buio, non sa dove mettere i pied i? O con dei sordi, perch non possono sentire quello che vuoi da loro? O con dei bambini, perch, attratti dai giochi e gli svaghi insulsi dei loro coetanei, si di straggono dal proprio dovere? Per caso, ti arrabbieresti con un vecchio perch, ma lato, non riesce a far niente? 146 - Non c nulla di pi ingiusto che far ereditare a qualcuno l odio che si ha per su o padre. 147 - Non tutto ci che va criticato deve venire anche condannato. 148 - Se vogliamo essere giusti nel giudicare ogni circostanza, prima di tutto, dobbiamo persuaderci di come nessuno di noi sia esente da colpe. 149 - Chi agisce prima del momento opportuno, sbaglia. Ma sbaglia anche chi agis ce in ritardo. 150 - L empio, in realt, non pu offendere Dio: la condizione divina rimane intangibi le a ogni insulto; tuttavia, lo si punisce lo stesso, come se avesse offeso Dio. Sono la sua disposizione d animo, e la nostra, a rendere inevitabile la pena. 151 - Non confondiamo chi non pu e chi non vuole: se, prima di adirarci, ci sarem o fatti un quadro esatto della situazione, finiremo per giustificare molta gente . COMPASSIONE 152 - Tutti gli individui di animo buono coltiveranno la clemenza e la mitezza, ma eviteranno la compassione; infatti, si tratta di un vizio che denota un atteg giamento meschino: non reggere alla vista dei mali altrui. 153 - Anche individui forti, e disposti senza battere ciglio a versare il sangue proprio, non sopportano la vista di quello altrui. Altri, gli fa meno impressio ne ricevere un colpo di spada, che la vista della spada stessa.

154 - La compassione non considera le cause di una sventura, ma soltanto la sven tura in s. 155 - La compassione parente stretta della meschinit; infatti, ha qualcosa di ess a, e da essa discende. 156 - La compassione il vizio di chi ha troppa paura delle sventure; se la si pr etende da un saggio, sarebbe come pretendere che si effonda in pianti e lamenti al funerale di gente estranea. COMPLEANNI 157 - Con arguzia, Lelio, quel gran saggio, a uno che gli diceva: Ho sessant anni , r ispose: Vuoi alludere a quei sessant anni che non hai pi . A farci capire che la carat teristica della nostra vita di essere inafferrabile, e che il tempo non ci appar tiene mai, non basta neanche il fatto che passiamo il tempo a contare gli anni p erduti? CONSIGLI 158 - I consigli, devono essere adatti alle circostanze. Le cose della vita, per, sono volubili; anzi, vengono trascinate da una continua tempesta. Ogni consigli o, dunque, vale solo per il giorno a cui adatto. Anzi; se arriva alla fine di qu el giorno, troppo tardi: deve valere solo per quel momento in cui lo si dato, co me si dice, su due piedi . 159 - A coloro che ti dicono fino a quando ripeterai le stesse cose? io che dovrei dire: fino a quando farete sempre gli stessi errori? rispondi: Sono

160 - Procurati ogni giorno un aiuto contro la povert e contro la morte, nonch con tro le altre disgrazie della vita; poi, dopo avere scorso tante pagine diverse, scegli un solo pensiero che tu possa, quel giorno, assimilare. 161 - Accettare i consigli, e poterselo permettere, il secondo livello della vir t. 162 - Dobbiamo venire persuasi e incoraggiati a non amare troppo n troppo odiare la vita. 163 - Ad alcuni, i rimedi, basta indicarli; ad altri, bisogna cacciarglieli in t esta con la forza. 164 - La filosofia un buon consiglio. Nessuno d un consiglio a voce alta. COPERNICO 165 - Una questione degna di essere meditata sapere in quale situazione ci trovi amo: se abbiamo ricevuto in sorte la sfera dell universo pi lenta, o la pi veloce. S e Dio fa orbitare i cieli intorno a noi, o noi intorno ai cieli. CORAGGIO 166 - Quando uno sopporta con coraggio i tormenti, dispiega tutte le sue virt. 167 - A vostro giudizio, chi coraggioso, lo perch si esporr a tanti e grandi peric oli. Nient affatto: non ne avr paura, ma cercher di evitarli. Non gli si addice la p aura, ma la cautela, s. 168 - La nostra natura tale che nulla desta la nostra ammirazione quanto chi, ne lla sventura, sa essere forte.

169 - Spesso, lo scarso coraggio di fronte alla morte causa di morte. 170 - ben triste, dopo aver perso il coraggio di morire, non avere quello di viv ere. 171 - Il coraggio non consiste in una smisurata temerariet, o nell amore per il per icolo, o nel continuo andare in cerca di prove terrificanti, ma nella capacit di distinguere ci che male da ci che non lo . 172 - Considera come non sia gran cosa, nelle situazioni di prosperit, quando la vita scorre senza incidenti, comportarsi con coraggio. Il mare tranquillo e il f avore del vento non rivelano la perizia del timoniere; perch venga fuori il suo t emperamento, occorre che capiti qualche impiccio. 173 - Ci che abbiamo mostrato fin ora, a parole, o a fatti, non significa niente: si tratta soltanto di promesse superficiali, cambiali dello spirito compilate c on grande abbondanza di clausole truffaldine. I progressi che ho fatto, sar la mo rte a deciderli. Spavaldamente, quindi, mi predispongo a quel giorno in cui, sen za pi tirate retoriche, deterso dal volto il cerone da attore, sapr quel che valgo : se sono coraggioso solo a parole, o dentro di me. Se tutte le offese arroganti che ho indirizzato alla sorte, non sono state che una farsesca sceneggiata. 174 - Bisogna accettare con coraggio tutto ci che l inevitabile legge del destino u niversale ci impone. COSCIENZA 175 porsi Essa, caso La nostra coscienza, anche se agisce di nascosto, ci fa felici, col suo op alle dispute e alle opinioni comuni, e confidare unicamente in se stessa. quando si vede fronteggiata da una folla di pareri contrari al suo, non fa alla maggioranza; un solo voto gli d la vittoria: il suo.

176 - Se dal cuore stesso, pieno di quella buona coscienza che d l onest, ne traspir eranno gocce, vederne i riflessi sar, per me, sempre un piacere; anche se per que i riflessi ci volesse la prova del fuoco. 177 - Tutti i nostri sensi devono venire indirizzati alla fermezza. Per natura, sono pazienti, se l animo smette di corromperli; per questo, ogni giorno, bisogna chiamarlo a rendere conto di quel che ha fatto. Era ci che faceva Sestio; al term ine di ogni giornata, non appena si era ritirato per il riposo notturno, interro gava il suo animo: Quale dei tuoi difetti hai guarito, oggi? A quale vizio ti sei opposto? In che cosa sei migliorato? 178 - Gli uomini sono consapevoli di ci che vogliono soltanto nel momento in cui lo vogliono. 179 - Tutte le volte che potr, far in modo che non vengano commessi torti. Se si t ratta di un amico, gli impedir proprio per questo ancora di pi di sporcarsi la cos cienza; soprattutto, nei miei confronti. 180 - Chi, nel compiere qualcosa, si sente la coscienza pulita, qualsiasi opposi zione incontri, anche se gli di grande impaccio, non la consideri un male insorm ontabile. La sua volont gli dia la forza di agire in modo libero e spontaneo. La coscienza pulita, infatti, consiste in una completa indipendenza da comandi e co strizioni. 181 - Mi basta questo: ogni giorno, togliere spazio ai miei difetti e rimprovera re a me stesso i miei errori.

182 - La cattiva coscienza ha paura di scorgere se stessa. Anche nei depravati e nelle persone per le quali ogni infamia abituale, la timidezza di fronte a uno sguardo franco il loro punto debole. 183 - Chi si dimostra grato per apparire tale, e non su impulso della propria co scienza, si comporta male. 184 - Ben difficilmente troverai qualcuno che possa vivere lasciando aperta la p orta di casa. La nostra coscienza, non la superbia, ci ha fatto inventare i port inai. Viviamo in modo tale che essere visti di sorpresa equivale a venire colti in flagrante. 185 - La coscienza basti a se stessa; delle chiacchiere, non preoccupiamoci. Si parli pure male di noi, purch ci meritiamo che si parli bene. 186 - Tra passioni agitatissime come le nostre, tu cerchi la cosa pi tranquilla c he esista: una coscienza pulita? 187 - Chi non sa di sbagliare, non intende correggersi. Prima di poterti corregg ere, bisogna che tu ti colga in fallo. 188 - Certe volte, sappiamo come stanno le cose, ma non ci facciamo caso. 189 - Diamo alimento alla buona fede, quando in agonia. CRITICI 190 - Quanto meglio estinguere i propri vizi, piuttosto che tramandare ai poster i quelli altrui! 191 - Tutti coloro che, mai autori in proprio, stanno sempre a interpretare le o pere altrui, rimanendo nascosti all ombra degli altri, ritengo non abbiano in s alc un nobile slancio; infatti, non hanno mai osato mettere in pratica ci che hanno c os a lungo imparato. Hanno esercitato la loro memoria a spese di altri: ma una co sa ricordare, e un altra sapere. Ricordare, vuol dire solo conservare ci che si aff idato alla memoria; sapere, invece, far di ogni nozione alimento al giudizio per sonale, piuttosto che dipendere da un modello e non distogliere mai gli occhi da chi si preso per maestro. CULTURA 192 - Insegnando, si impara. 193 - Vuoi sapere che cosa penso della cultura? Non mi va a genio e non consider o buona quella che viene accumulata al solo scopo di far soldi. Le arti, che ne sono il pubblico sfoggio, sono utili come palestra dell ingegno, ma non devono ess ere la sua prigione. Bisogna che vi ci dedichiamo solo finch non siamo pronti per cose pi alte. Esse rappresentano il nostro apprendistato ai compiti che ci siamo prefissi, non il nostro lascito testamentario. 194 - Anche di ci che superfluo apprendere, utile avere un idea. 195 - Il letterato si occupa del linguaggio, la sua propriet; se vuole allargare la prospettiva, anche di storia; se, poi, intende essere di larghe vedute, anche dell ispirazione poetica. Quale di queste discipline apre la via alla virt? Le dis cipline grammaticali, la purezza del lessico, la conoscenza dei miti, la prosodi a e la metrica: quale di queste cose elimina la paura, libera dalla cupidigia, m odera gli istinti? 196 - Se vuoi mettere a frutto il tuo tempo, scrivi solo cose non arzigogolate,

e che siano utili a te, non alla tua vanagloria. 197 - Gli unici studi degni di un uomo libero sono quelli che lo portano a esser e libero: la ricerca della saggezza. una scienza, questa, sublime, coraggiosa, n obile. Tutti gli altri studi sono sciocchezze, giochi da bambini. 198 - Qualcuno ha ritenuto ci si dovesse chiedere se le arti e le scienze servon o a rendere gli uomini buoni. In realt, esse, non solo non lo promettono, ma, que sto problema, non se lo pongono neppure. 199 - Le attivit dello spirito, se diventano una pratica quotidiana, sono meno fa ticose. 200 - Non c una gran differenza tra non studiare per niente la filosofia e interro mperne lo studio. Infatti, una volta venuta meno la continuit, la sua conoscenza non resta al punto che si raggiunto, ma - allo stesso modo di una corda tesa, qu ando si spezza - ritorna al punto di partenza. 201 - Mi raccomando che il frequentare le lezioni dei filosofi e leggerne le ope re abbia lo scopo di raggiungere la felicit, non di collezionare arcaismi e neolo gismi, imparare metafore immaginifiche o scovare nuove figure retoriche. 202 - Come sarebbe meglio indagare su ci che bisogna fare, piuttosto che su quant o stato fatto! 203 - La moltitudine dei libri solo di impaccio; quindi, siccome non potrai mai leggere tutti i libri che hai, ti deve bastare avere solo quelli che potrai legg ere. 204 - La mente, pi riceve, pi diventa capace di ricevere. 205 - Una volta che si siano dati i precetti necessari alla moralit comune, non m i pare il caso di volgersi a questioni che sono state escogitate non per il bene dello spirito, ma per mettere alla prova l intelligenza. 206 - Se possibile, parliamo con pi forza; altrimenti, almeno, con pi chiarezza. 207 - Se cerchi di apparire colto ed equilibrato, non puoi mai far niente di ind egno alla tua condizione senza che molti si debbano pentire di averti ammirato. 208 - Non devi fare filosofia quando hai tempo libero, ma procurarti del tempo l ibero per poter fare filosofia. 209 - Visto che la causa di ogni nostra paura l ignoranza, non varrebbe la pena di essere colti, per non dover pi avere paura? 210 - Ci che l esperienza non ci pu rivelare se lo sappiamo, bisogna continuare per sempre ad apprenderlo. 211 - Quale comportamento pi sciocco che non imparare perch, per tanto tempo, non si imparato? 212 - Nelle discipline dello spirito, credo che sia meglio - che diamine! - aver e ben presenti i concetti, e usare un linguaggio che sia funzionale a essi; dunq ue, le parole vanno messe al servizio dei concetti, in modo che, dovunque questi vadano a parare, lo stile proceda senza impantanarsi mai. 213 - Quel rispetto istintivo per i nostri simili che definiamo umanit , ci vieta l ar roganza verso di loro. Ci vieta di essere scortesi: nelle parole, nelle azioni, nei sentimenti, impone affabilit e disponibilit. Nessuna sofferenza degli altri le

indifferente. Persegue il proprio vantaggio soprattutto in vista del bene che p otr portare ad altri. Forse che le arti e le scienze educano a questo comportamen to? Non pi di quanto educhino alla semplicit, la modestia e la moderazione; alla f rugalit e la parsimonia; oppure alla clemenza, che sa astenersi dal sangue altrui come dal proprio, e come l uomo sia, per ogni altro uomo, un fine, e non un mezzo . 214 - Creiamo ambiguit, cavillando sul senso di parole da noi stessi rese vaghe, per il solo gusto di scioglierle. Abbiamo tutto questo tempo da perdere? Abbiamo gi imparato a vivere e morire? Dobbiamo provvedere con tutte le nostre risorse s oltanto a questo: che siano le cose, e non le parole, a ingannarci. 215 - Certi temperamenti sono pronti ad apprendere, sagaci; altri, invece, devon o essere plasmati, come si dice, a colpi di martello, ed eretti a partire dalle fondamenta. Quindi, io definirei pi fortunato chi ha avuto, dalle sue doti, la st rada spianata, ma pi meritevole chi ha vinto la condizione sfavorevole in cui lo ha posto la natura, e ha saputo, piuttosto che indirizzarsi, trascinarsi a forza sulla via della sapienza. 216 - Se ti rifugerai nello studio, sfuggirai a ogni depressione esistenziale, n on desidererai la notte per tedio della luce, non sarai a te gravoso e inutile a gli altri. Ti farai molti amici, e tutte le persone di indole nobile si radunera nno intorno a te. La virt, infatti, per quanto oscura, non rimane mai nascosta, m a d segni di s: chiunque ne sia degno, ne riconoscer le tracce. 217 - Che dire di questa smania affannosa di arti e scienze, che rende gli uomin i molesti, prolissi, importuni, compiaciuti di se stessi e incapaci di apprender e ci che necessario, saturi, come sono, di nozioni superflue? 218 - Che uomo colto! nesto! Accontentiamoci di questo titolo meno pretenzioso: Che uomo o

219 - L intera natura un fantasma vano e ingannevole. Non saprei dire se se sono p i adirato con quanti hanno sostenuto che non possiamo sapere nulla, o quelli che ci hanno tolto anche questa sola certezza: di non sapere nulla. 220 - La vita contemplativa, se si ignoranti, scendere nel sepolcro da vivi. 221 - Le arti sono ancelle: devono fornire quei servizi per i quali si sono impe gnate. La saggezza, invece, signora e padrona. 222 - Perch dovrei credere che, chi non ha cultura, sia destinato a non raggiunge re la saggezza, visto che la saggezza, con la cultura, non ha niente a che fare? La saggezza si occupa di fatti, non parole; e non sono certo che la capacit di a pprendere, se non ricorre a nessun modello esterno, non diventi pi sicura di s. 223 - Voler sapere pi di quanto basti, una forma di intemperanza. 224 - pi utile avere poche nozioni di cultura, ma tenerle sempre presenti, pronte per essere usate, 225 - Fa in modo che il tuo isolarti negli studi non diventi, per te, un modo di farti notare; piuttosto, sia un modo per distinguersi dagli altri. 226 - Bisogna lasciare aperta la mente, e dare frequenti scrollate a tutto ci che vi abbiamo depositato; solo cos ogni nozione sar a portata di mano, quando ne avr emo bisogno. 227 - Preoccupati non di sapere di pi, ma meglio.

228 - A che servono biblioteche di libri innumerevoli, se al loro proprietario l i ntera esistenza basta appena per scorrerne l indice? La loro quantit schiaccia chi li studia, non lo istruisce: molto meglio dedicarsi a pochi autori, che vagare d a uno all altro. 229 - I saggi, molte cose, le fanno in quanto esseri umani, non in quanto saggi. 230 - Anche se ci restassero molti anni di vita, perch bastino a ci che dobbiamo f are, bisogna che ne facciamo una rigida economia; e allora, che genere di follia , in cos grande penuria di tempo, mettersi a imparare cose inutili? 231 - Che cosa c di pi vergognoso che vedere i filosofi cercare di carpire applausi ? Forse, un malato loda il medico che lo sta operando? 232 - Per molti, che hanno fatto a malapena le elementari, i libri non sono stru menti di studio, ma oggetti di cui far sfoggio nella sala dei banchetti. L opera i ntegrale di oratori e storici, dunque, facile trovarla proprio nelle case di chi , per loro, non prova il minimo interesse, e, pure, ha il muro pieno di scaffali alti fino al soffitto. In effetti, ormai, al giorno d oggi, in una casa che abbia bagni e terme, una bella biblioteca considerata un dcor indispensabile. 233 - Prima di tutto, impara la gioia. 234 - Non c dubbio: la filosofia, da quando si prostituita, si rovinata con le sue mani. Tuttavia, pu ancora farsi vedere, nell intimit dei suoi santuari; purch la sor te gli faccia incontrare un sacerdote, e non un mezzano. 235 - La disciplina i cui fondamenti non siano ben determinati, non ha una propr ia dignit autonoma. La filosofia non attinge nulla al di fuori di s: di ci che cost ruisce, lei stessa a porre i piloni; la matematica, invece, per cos dire, eleva l e proprie costruzioni su di un terreno in affitto; ci che le interessa, solo che il tetto regga. I suoi postulati, sulla base dei quali sviluppa tutte le deduzio ni successive, li assume per veri a priori. 236 - Una cosa sola, lo scopo ultimo dell anima: la conoscenza immutabile del bene e del male. 237 - Dobbiamo imitare le api: classificare in tante cellette le nozioni che abb iamo raccolto da fonti diverse; poi, facendo ricorso a tutte le facolt e lo zelo del nostro ingegno, di tutti quei nutrimenti attinti qua e l, fare un nuovo cibo che abbia un suo sapore. 238 - La cosa pi vergognosa che ci viene abitualmente imputata che facciamo filos ofia a parole, non coi fatti. 239 - La lealt la virt suprema possibile all uomo. Nessuna circostanza esterna degna di ingannarla, nessun vantaggio, di corromperla. Di fronte al rogo - dice - a su pplizi, e alla morte, non tradir: quanto pi il dolore cercher di strapparmi i miei segreti, tanto pi profondamente li custodir . Ora: esistono arti o scienze capaci di far dire, all anima, questo? CURIOSITA 240 - Non il caso di osservare tutto, voler sapere tutto. Molte offese, vale la pena di lasciarle perdere: nella maggior parte dei casi, il non saperle equivale a renderle inoffensive. Non vuoi essere un tipo collerico? Non essere curioso. 241 - Anche a chi sa, rester sempre qualcosa da scoprire, e dove sbizzarrire la p ropria curiosit.

D DEBITI 242 - Chi consapevole di essere in debito con qualcuno, come se gli avesse gi res o il favore ricevuto. 243 - Quanto felice colui che non deve nulla se non a un creditore cui facilissi mo negare il rimborso: se stesso. 244 - Chi preferisce riceve un favore, piuttosto che renderlo, sbaglia. Allo ste sso modo in cui chi paga un debito pi contento di chi lo contrae, cos, chi si libe ra, anche se con gran dispendio, del peso di un favore ricevuto, deve essere pi l ieto di chi si lega a filo doppio con un benefattore, chiunque sia. 245 - i tardi si paga un debito, pi bisogna pagare. 246 - Chi deve la vita agli altri, come se l avesse persa; infatti, la sua vita di venta una costante rappresentazione della virt altrui. 247 - Nessuno si sente spontaneamente debitore di ci che, piuttosto che ricevere, ha dovuto strappare a viva forza. 248 - Un piccolo prestito produce un debitore; uno grande, un nemico. 249 - Chi vuole sdebitarsi di qualcosa che ha ricevuto gratis, ci riesce solo a caro prezzo. 250 - Non di rado, chi ci ha fatto un dono piccolo, ma con grande ricchezza di s pirito, ci fa sentire in debito pi che mai. 251 - Sono molte le cose che bisogna accettare, ma senza sentirsi affatto in deb ito. 252 - Essere in debito con chi non ti va a genio, un grave tormento; invece, ave r ricevuto un favore da chi saresti capace di amare anche dopo che ti ha offeso, uno stato d animo piacevolissimo. 253 - Alcune cose ci tornano utili, ma non ci rendono debitori a chi ce le elarg isce. 254 - Chi accetta un favore con gratitudine, ha gi pagato la prima rata del suo d ebito. 255 - Tra i paradossi della filosofia stoica, il meno sorprendente e inaccettabi le, secondo me, il fatto che, se uno ha accettato un favore volentieri, si gi sde bitato. 256 - Riconoscere i nostri debiti, non cosa che facciamo volentieri. 257 - Se voglio chiedere un prestito, sono io stesso a scegliere dove rivolgermi . Un favore, invece, spesso mi giunge da chi non vorrei. Talvolta, poi, mi ritro vo in debito, e neppure lo so. 258 - Se qualcuno d dei soldi in prestito alla mia patria, non mi ritengo suo deb itore; tuttavia, far la mia parte perch il debito venga estinto. 259 - Che razza di temperamento snaturato quello di chi non si sente in debito c on qualcuno per il solo fatto che costui non serba rancore anche a chi nega i fa vori ricevuti! Ugualmente snaturato chi considera una serie ininterrotta di oper

e buone la prova che, colui che le fa, ha un bisogno incoercibile di fare del be ne. 260 - Quanto sarebbe meglio rimanere debitori, ma con la coscienza pulita, piutt osto che, per sdebitarsi, sporcarsela! 261 - La prima legge, quando si contraccambia un favore, deve essere che, a deci dere il momento opportuno, sia chi ha fatto il favore. 262 - Chi si preoccupa troppo di restituire un favore, convinto che il suo benef attore si preoccupi troppo di riaverlo indietro. 263 - Cerca il tuo creditore, e pagalo; se nessuno ti viene a cercare, fatti da solo l ordinanza di pagamento. Che il tuo creditore sia buono o cattivo, non ti ri guarda; tu, prima paga il tuo debito, poi, accusalo pure. DELITTI 264 - Un predone tale anche quando la sua mano non si ancora macchiata di sangue ; infatti, fin dall inizio pronto a uccidere. In lui, esiste l intenzione di uccider e per derubare. 265 - Quanti non si vergognano di esser ladri; quanti si vantano delle corna che mettono ai loro coniugi! Infatti, le trasgressioni piccole vengono punite, quel le grandi, vengono portate in trionfo. 266 - Un timore moderato tiene a freno gli animi; uno costante, aspro, e che las ci presagire il peggio, esalta l audacia di chi ha smesso di lottare, e lo convinc e a tentare il tutto per tutto. 267 - Chi rinfaccia a un singolo individuo un vizio che universale, ingiusto. 268 - Tutti i delitti, anche prima che siano stati effettivamente commessi, dal punto di vista della colpa, sono gi delitti in piena regola. 269 - Solo pochi e leggerissimi effetti della malvagit ricadono sugli altri: la s ua parte peggiore e, per cos dire, pi compatta, rimane dove ha origine, e schiacci a il malvagio. 270 - Vuoi sapere qual il tuo delitto pi grande? Il falso in bilancio: consideri molto prezioso quello che dai, e poco quello che ricevi. 271 - Tra le altre cose, la crudelt ha anche questo, di nefando: obbliga a persev erare, e chiude ogni via verso soluzioni pi pacifiche; infatti, i delitti vanno d ifesi con i delitti. E che cosa si pu dare di pi infelice per colui al quale gi l ess ere malvagio una necessit? 272 - Dobbiamo analizzare con cura le strategie per cui possiamo non venire aggr editi dalla massa. La prima consiste nel non desiderare tutti le stesse cose: la competizione degenera sempre in rissa. Inoltre, cerchiamo di non possedere null a il cui furto costituisca, per il borsaiolo di passaggio, un grande guadagno. D i ci che possa far da bottino, portati addosso il minimo possibile: nessuno - o c omunque, pochissimi - giunge a versare il sangue umano per il puro piacere di fa rlo; i pi, se lo fanno, per calcolo, non per odio. Un uomo che non abbia niente i ndosso, il brigante, lo lascia passare. Un povero va in pace anche lungo una via piena di agguati. 273 - La punizione pi grande dell ingiuria fatta l averla fatta. Nessuno subisce un s upplizio pi grave di chi viene abbandonato alla pena del rimorso.

274 - Presso alcuni popoli augurare la sventura era considerato un delitto. 275 - Si compiono delitti per decreto del Senato e per democratico consenso. Si ordina di fare in pubblico ci che, in privato, proibito. Quelle azioni che, se co mpiute di nascosto, comporterebbero la condanna a morte, se a farle chi indossa una divisa, le lodiamo. 276 - Il timoniere, se la nave si capovolge, non ne gode; il medico, se l ammalato spira, non ne gode; l avvocato, se l imputato, per colpa sua, perde la causa, non n e gode. Invece, tutti questi integerrimi professionisti, dei loro vizi privati, si compiacciono. Uno si vanta dell adulterio cui stato indotto proprio dalle diffi colt che presentava; quell altro, di una frode, o di un furto. Se poi, costoro, si fanno una colpa di qualcosa, la colpa di non esserci riusciti 277 - L attitudine a delinquere non accetta di stare agli ordini di nessuno: i suo i delitti non si limitano a quanto le stato ordinato. 278 - L uomo, che all uomo sacro, ormai, viene ucciso per gioco e divertimento. La m orte di un uomo per mano di un altro uomo, basta a dar spettacolo. 279 - C una bella differenza tra il non volere fare il male, e il non saperlo fare . DESIDERI 280 - Non tentiamo mai nulla di ci che, se ci riesce, e in fretta, ce ne dobbiamo stupire. 281 - Finch continueremo a vagare a caso e non seguire una guida, ma il chiasso d i chi ci chiama da ogni parte, la nostra vita si consumer senza una mta; e anche s e ci daremo da fare, giorno e notte, col pi grande scrupolo, ci riuscir breve. 282 - La natura esige pochissimo; l umana presupponenza, l incommensurabile. 283 - I nostri desideri, in s, non sono n buoni n cattivi, ma indifferenti. Ci che i mporta, l intenzione secondo la quale chi li domina d loro forma. 284 - Noi siamo, con noi stessi, troppo autoritari, e fastidiosi: ci rendiamo in felici; un po per eccessiva ambizione, un po per noia. Prima gonfiamo d orgoglio il nostro animo sventurato, poi lo facciamo, per avidit, troppo umile. A volte, per amore del piacere, lo rendiamo imbecille; a volte lo sfiniamo con le preoccupazi oni. 285 - Perch aspetti di non avere pi desideri da appagare? Quel momento, non verr ma i. La successione dei nostri desideri assomiglia a quella concatenazione di caus e che definiamo destino : ognuno di essi nasce dall esaurirsi di quello precedente. 286 - Mantenere tutte le virt, non un gran peso; i vizi, invece, costano cari. 287 - Ti voglio far notare la distinzione proposta da Crisippo. Egli sostiene ch e il saggio non avverte la mancanza di nulla, e per ha bisogno di molte cose; al c ontrario, lo stolto non ha bisogno di nulla (infatti, non sa utilizzare nulla) m a avverte la mancanza di tutto . 288 - Essere schiavi di se stessi la schiavit pi pesante; per, rompere le catene, i n questo caso, facile: basta smettere di pretendere molto da s. Se smetterai di a ndare a caccia di soldi; se terrai sempre ben presente la tua natura mortale, e la tua et, anche se sei ancora giovane; se dirai a te stesso: Perch mi comporto com e un pazzo? Che voglio mai? Perch mi affanno tanto? Non mi occorre molto; n a lung o : allora, ce la farai.

289 - Gli intenti di chi non si dedica a imprese facili, ma pretende che siano f acili le imprese cui si dedica, vengono spesso frustrati. Quindi, tutte le volte che ti accingi a qualcosa, valuta le tue forze, le difficolt cui vai incontro e le risorse con cui vi puoi fare fronte; infatti, la stizza di aver fallito ti re nderebbe, agli altri, insopportabile. 290 - Che cosa c di cos necessario come stabilire il valore di ogni cosa? Prima di tutto, dunque, devi valutare la natura e la misura di ogni cosa che desideri; qu indi, devi cercare di ottenere ci che vuoi con un intenzione che non sia ingovernab ile, ma misurata; in terzo luogo, necessario che tra la tua intenzione e le azio ni che compi ci sia un accordo, cosicch tu possa essere coerente con te stesso. L a ssenza di una di queste tre condizioni sconvolge anche le altre. 291 - Cerca di augurarti che, quando ci sar bisogno di restituirmi un favore, tu sia in grado di farlo, e non che ce ne sia bisogno. 292 - Vedi di non confondere i vizi con i desideri. 293 - Il modo pi efficace che Dio ha a disposizione per rendere ridicolo ci che de sideriamo maggiormente, far s che gli individui pi nobili se lo vedano sfuggire di mano; i pi turpi, cascare in grembo. 294 - I desideri naturali hanno un termine, quelli che nascono dall ingannevole pr esupponenza, sono senza confini. Infatti, per ci che falso, non si pu dare un limi te. 295 - Gli uomini sono cos sfacciati che, anche quando hanno avuto molto, prendono come un offesa il fatto che avrebbero potuto avere di pi. 296 - Solo di ci che indispensabile, si pu avvertire la mancanza. Per il saggio, p er, non esiste niente di indispensabile. 297 - Talvolta pretendiamo con petulanza ci che rifiuteremmo, se ci venisse offer to. 298 - Che cosa pu mancare a chi si affrancato da ogni desiderio? Per chi ha racco lto in se stesso tutti i suoi beni, che bisogno c di beni esteriori? 299 - Ognuno indaghi nel proprio intimo: si faccia un esame di coscienza, e osse rvi quanti sono i suoi desideri segreti. Quanti ci si vergognerebbe di confessar li anche a se stessi! 300 - Hai mai visto un cane mentre cerca di afferrare a bocca spalancata i pezzi di pane o di carne che gli ha lanciato il padrone? Tutto ci che riesce a prender e, lo divora in un sol boccone, per poi sbavare a fauci aperte, nell attesa del pr ossimo fruscolo. La stessa cosa facciamo noi: tutto ci che la sorte ci getta dava nti, smaniosi come siamo, lo mandiamo gi in un baleno, senza godercelo affatto, t utti presi e assorti a sgraffignare la preda successiva. 301 - Una sola la catena che ci tiene va rifiutato, ma attenuato quanto basta nulla ci trattenga, nulla ci impedisca i che, prima o poi, saremo costretti a prigionieri: l amore per la vita. Esso, non perch, qualora le circostanze lo esigano, di essere pronti a fare immediatamente c fare.

302 - Il volere la stessa cosa, che dovrebbe essere un legame d amore, , invece, un a causa di contese e di odio. 303 - La natura non stata cos ingiusta da rendere facili, agli animali, le necess it della vita, e far s che soltanto all uomo, senza tutto un assortimento di mestier

i, fosse impossibile vivere. Essa non ci ha imposto nulla di gravoso, nessuna ri sorsa necessaria per la vita la cui ricerca fosse causa di tribolazione. Siamo n oi che, annoiati dalle cose facili, abbiamo reso tutto difficile. 304 - libero non colui sul quale la sorte ha poco potere, ma colui sul quale non ne ha nessuno. Ecco perch necessario non desiderare nulla. 305 - Non c nessuna differenza tra il non desiderare una cosa e il possederla. In entrambi i casi, si ha lo stesso risultato: non se ne sente la mancanza. DESTINO 306 - Il destino non ha, come noi crediamo, le mani lunghe: tiene in pugno solta nto chi gli sta aggrappato. Per quanto possibile, dunque, dobbiamo staccarci da lui; il che, pu assicurarlo solo la conoscenza di se stessi e della natura. Bisog na sapere qual la propria origine e la propria mta; che cosa bene, che cosa male; a cosa bisogna aspirare, e cosa evitare, e quali sono i motivi razionali che re ndono alcune cose appetibili e altre esecrabili. Seguire la ragione, significa a ddomesticare la follia dell avido desiderio, e limitare l infierire, su noi, della p aura. 307 - Tutti i nostri congiunti, sia quelli che speriamo, per diritto di nascita, ci possano sopravvivere, sia quelli che, per loro giustissimo auspicio, sperano di precederci, dobbiamo amarli nella consapevolezza che non ci stato garantito di averli vicino, nonch in eterno, nemmeno un giorno solo. Tutto ci che la sorte c i ha dato, bisogna che ce lo teniamo rinunciando a qualunque garanzia. 308 - Tra i molti e meravigliosi detti del nostro Demetrio, ce n anche uno che ho udito poco tempo fa, e la cui risonanza ancora perdura nel mio orecchio: Nessuno mi pare pi infelice di colui cui non capitata una disgrazia . Infatti, un individuo simile, non ha avuto modo di mettersi alla prova. 309 - Nessuna circostanza, nessun colpo di dadi della sorte pu impedire al saggio una vita attiva. Ci di cui si occupa, infatti, quel genere di attivit che ne rend e impossibile qualsiasi altra. Egli ben pronto a entrambi i casi: sa amministrar e la prosperit, sa vincere le disgrazie. 310 - Se non consideri tutto ci che pu accadere come una verosimile eventualit futu ra, concedi alle avversit un vantaggio nei tuoi confronti; invece, chi le sa prev edere, pu anche fiaccarne l impeto. 311 - Per vivere sereni, non c bisogno di avere la sorte a proprio favore; infatti , anche se fosse irata, ci fornirebbe lo stesso ci che ci necessario per vivere. 312 - Il destino ci sconfigge, se non sappiamo sconfiggerlo completamente. 313 - In tutte le situazioni che appaiono avverse e difficili da sopportare, mi impongo questo atteggiamento: non obbedisco a Dio, ma sono d accordo con lui. 314 - Il destino non altro che una stretta consequenzialit di circostanze, e le l oro conseguenze. 315 - Del fatto che nessuno pu essere costretto a vivere, ringraziamo Dio: in que sto modo, siamo in grado di annientare la stessa inevitabilit della sorte. 316 - L assalto delle avversit non distoglie l individuo forte dai propri obbiettivi: egli rimane al suo posto, e valuta tutto ci che accade secondo i propri convinci menti interiori; infatti, pi potente di ogni fattore esterno. L individuo forte con sidera ogni avversit una palestra di coraggio.

317 - Quello che non ci aspettiamo, lo giudichiamo ingiusto: ecco perch ci colpis cono maggiormente gli eventi che non rientrano nelle nostre ipotesi e nei nostri piani. 318 - Della sorte, non mi sono mai fidato, anche quando mi sembrava in pace con me, e tutto ci che con la massima generosit mi concedeva - ricchezza, onori, favor i - l ho accatastato in un luogo dal quale potesse riprenderselo senza farmi n cald o n freddo. Tra me e lei, ho sempre mantenuto una grande distanza; in tal modo, t utte quelle cose, me le ha tolte, ma non strappate. La sorte avversa schiaccia s oltanto chi si lasciato ingannare dal suo favore. 319 - Chi tien conto della loro eventualit futura, toglie forza alle sventure pre senti. 320 - Dio irrobustisce e allena coloro che apprezza e ama. Con loro, si confront a ad armi pari; invece, coloro con cui sembra indulgente e remissivo, li abbando na, deboli come sono, alle loro future disgrazie. 321 - tipico dei temerari confidare nel fatto che la fortuna gli sia propizia. I l saggio, invece, tiene conto di entrambe le facce del destino. Egli conscio di quante sono le possibilit di errore, quanto sono incerte le azioni umane, quanti sono gli ostacoli che si oppongono alle nostre decisioni. Senza sbilanciarsi, eg li asseconda l ambiguit della sorte e la sua inaffidabilit. Le sue decisioni sono ne tte; le sue riserve sui loro esiti, lo sono altrettanto. 322 - Se non trattieni nulla, non ti verr strappato nulla. 323 - La maggior pare delle persone si attira addosso quella rovina contro cui d ovrebbe opporsi. Se si cerca di sottrarsi a ci che incalza, incombe, pende sul pr oprio capo, si fa s che tutto ci crolli, disastrosamente, addosso. Se, invece, si resta saldi, e si cerca di puntellarlo con forza, si riesce a farvi fronte. 324 - Bisogna sopportare ogni momento della vita con forza; infatti, tutto ci che ci succede, non mai, come lo riteniamo, un incidente, ma un evento. 325 - A un individuo nobile non pu capire di essere sconfitto; infatti, non socco mber mai alla sorte, non smetter mai di lottare. Fino all ultimo giorno della sua es istenza, sar pronto a tutto. Morir in prima linea, senza arretrare di un passo. 326 - Il caso sceglie qualche nuovo sistema per far sentire la propria potenza a quanti l hanno dimenticata. 327 - Godetevi ogni gioia fino in fondo, attimo per attimo. Non sappiamo se arri veremo a questa notte. 328 - Ci che una lunga sequela di anni ha costruito tra mille fatiche e col pieno favore degli di, basta un solo giorno a disperderlo e dissiparlo. Anzi; chi ha p arlato di un giorno, ha fatto le disgrazie pi tarde di come sono: basta un ora, un attimo, per rovesciare un impero. Se tutte le cose perissero con la stessa lente zza con cui hanno origine, la nostra fragile condizione terrena avrebbe un motiv o di conforto; invece, ogni progresso lento, ogni rovina precipitosa. 329 - Spesso una sventura apre la strada a una sorte migliore. 330 - Come l acqua dei torrenti in piena, nel suo corso tumultuoso, non sosta n arr etra, perch ciascun flutto sospinge, in eterna vicissitudine, l altro, cos l eterna ru ota del destino muove la concatenazione delle cause, la cui prima legge quella d i non deflettere da quanto stato stabilito. 331 - Le disgrazie improvvise che capitano agli altri turbano chiunque. Allo ste

sso modo in cui, per spaventare gli uccelli, basta il sibilo di una fionda vuota , noi ci inquietiamo non solo per i colpi della sorte, ma anche per l eco di quei colpi. Chi si abbandona a fantasie di questo tipo, non pu essere felice. Felice, soltanto l imperturbabile: i presentimenti funesti rovinano la vita. 332 - Verso gli individui di valore, Dio ha intendimenti di padre: li ama in mod o virile e dice: Fatiche, dolori e traversie li mettano alla prova; in questo mod o, potranno diventare realmente forti . 333 - La prosperit pu capitare in sorte anche alle persone di condizione pi bassa, e di animo vile; invece, sottomettere al giogo della propria volont le sventure e le paure che sempre affliggono i mortali, prerogativa dell animo nobile. Essere s empre felici e trascorrere l intera esistenza senza alcun cruccio, significa ignor are l altra faccia della realt. Sei un grand uomo? Come faccio a saperlo, se la sorte non ti d la possibilit di mostrare quanto vali? 334 - Qualunque cosa ci possa accadere, facciamo conto che accadr. 335 - La stessa cenere paregger ci che adori e ci che detesti. 336 - Qual il dovere dell individuo nobile? Abbandonarsi al destino. un grande sol lievo sentirsi trasportati dal caso insieme all universo intero. Qualunque sia il progetto universale che ci costringe a vivere e morire in questo modo, a esso so no sottoposti anche gli di. L irrevocabile vicenda delle cose trascina sia la sorte umana che quella divina. Chi ha creato e governa il tutto, anche colui che ha s critto il destino di ognuno; per, il primo a dover seguire il proprio. Il suo pot ere, lo ha esercitato una volta soltanto; ora, gli tocca ubbidire per l eternit. 337 - Il destino guida chi lo asseconda; chi fa resistenza, lo trascina. 338 - La divinit somma non causa di ogni singolo evento; piuttosto, a tutto ha da to, in origine, una causa e la forza per attuarla. 339 - Se uno non sa verso quale porto sta andando, nessun vento gli torna buono. inevitabile che il caso, nella nostra vita, abbia gran parte, visto che viviamo a caso. 340 - Il destino sempre di ronda: se non ha visto qualcuno, poi, quando ripassa, lo becca. 341 - Quanti eventi non previsti si sono verificati! Quanti, pur previsti, non s i sono presentati mai! E anche se destino succedano, che vantaggio porta correre incontro al proprio dolore? Avrai modo di soffrire abbastanza quando succederan no; nel frattempo, augurati una sorte migliore. 342 - Chiedi a tutti quanti di fare un bilancio della loro vita: a nessuno capit a di nascere impunemente. 343 - Chi teme la morte sciocco come chi teme la vecchiaia; infatti, allo stesso modo in cui, alla giovinezza, segue la vecchiaia, alla vecchiaia segue la morte . Chi non vuole morire, non ha voluto vivere; perch la vita ci viene data con la clausola della morte: essa, un cammino verso di lei. Quindi, temerla, follia: gl i eventi certi, si aspettano; quelli incerti, si temono. 344 - Vale la pena che io venga sconfitto da tutti, purch possa sconfiggere la so rte. 345 - Il destino, a giustificare la condotta morale, non vale. DISASTRI ECOLOGICI

346 - La minima alterazione apportata all equilibrio naturale, sufficiente a sterm inare l intera umanit. 347 - Ci siamo procurati le sciagure pi funeste, le abbiamo accolte con soddisfaz ione, e ora ce ne stiamo qui, a parlare delle loro conseguenze. 348 - Niente difficile per la natura, quando si affretta verso la propria fine. 349 - Quando la preannunciata apocalisse incombe, e al destino venuto il capricc io di rinnovare, distruggendolo, il genere umano, sono propenso a credere che le piogge comincino a cadere incessanti, e non ci sia pi una regola che le determin a. Estinti gli alisei e i venti secchi del Nord, le nubi e i corsi d acqua si gonf ieranno senza misura. 350 - L acqua e il fuoco, sono i dominatori della terra: da loro sorta, da loro ve rr distrutta. Ecco perch, ogni volta che stata decisa la fine dei tempi, il mare c i invader dall alto delle nubi. 351 - Niente vale cos poco da non poter distruggere l intero genere umano. 352 - Chi pensa che la natura non possa, di tanto in tanto, fare cose del tutto diverse dalla sua regola abituale, non la conosce bene. 353 - Gi dal primo giorno del mondo, quando esso, dall indistinta uniformit in cui r iposava, degradato a quest aspetto, stato stabilito quando le cose terrene sarebbe ro state sommerse. N l attesa della distruzione sar, ancora, lunga: gi il legame tra tutte le cose viene messo alla prova, e infranto. Quando il mondo, una volta per tutte, smetter di farci la debita attenzione, subito, da ogni apertura - in supe rficie e in profondit, dall alto, dal basso - le acque vi faranno irruzione. DIVORZI 354 - Da quando non c giornale che non riporti la notizia di un divorzio, tutti ha nno imparato a mettere in pratica ci di cui hanno spesso sentito parlare. DOLORE 355 - A che serve tornare con la mente ai dolori passati, ed essere infelice sol tanto perch lo sei stato? 356 - Credimi: l aspetto pi luminoso di coloro che abbiamo amato, anche se la sorte ce li ha tolti, rimane con noi. Il tempo che trascorso, tutto nostro: nulla pi d i ci che non pi, sta custodito in un luogo sicuro. 357 - Il prezzo di ogni disgrazia quello che ci siamo imposti noi stessi. 358 - Chi si addolora prima del necessario, si addolora pi del necessario. 359 - Se avessi perduto un amico, dovresti cercare di essere pi felice per averlo avuto, che depresso perch ti stato tolto. E invece, i pi, non mettono in conto i benefici ricevuti, la gioia che gli stata data. 360 - Accetta ogni perdita con animo sereno: dobbiamo morire. 361 - Anche nel dolore, esiste un pudore. 362 - Siamo giunti a un tale grado di irrazionalit che non soltanto il dolore ci tormenta, ma anche la semplice prospettiva di un ipotetica sofferenza.

363 - Lo stato d animo che fa da giusto compromesso tra ragione e sentimento avver tire intensamente la mancanza di chi non c pi, e poi saperla soffocare. 364 - Un atleta non pu gettarsi nella mischia con grande ardimento, se non ne ha mai riportato un livido. Chi ha visto il proprio sangue, chi ha sentito i propri denti scricchiolare sotto la forza di un pugno, chi stramazzato al suolo sotto la presa dell avversario, n, finito a terra, ha permesso al suo morale di finire a terra: chi, da ogni caduta, si alzato con impeto pi fiero, con grandi speranze di vittoria che si presenta a combattere. 365 - Il dolore diventa, per l animo afflitto, un perverso piacere. 366 - So che, sui sentimenti, non abbiamo nessun potere; tanto meno quelli che h anno origine dal dolore. Dunque, il dolore, meglio vincerlo, che bluffare con lu i. Qualora, infatti, lo si storni da noi per mezzo dei divertimenti, o lo si dis tragga con gli impegni di lavoro, quando poi risorge, pi furibondo che mai, perch la tregua gli ha dato nuove forze. Invece, se la ragione lo sottomette a s, non l o si vedr pi muovere un passo. 367 - Il giorno in cui non mi riuscir di sopportare qualcosa, non mi sopporter pi. 368 - Certe cose ci tormentano pi di quanto dovrebbero; certe ci tormentano prima di quando dovrebbero; certe ci tormentano, e non dovrebbero proprio. Siamo noi stessi, ad aumentare il nostro dolore; oppure, ad anticiparlo; oppure, a immagin arcelo. 369 - Che pazzia mai, quella che mi porta a piangere senza fine chi, di piangere , non avr pi occasione? 370 - Sei il dolore: se ti posso sopportare, sei lieve; se non ti posso sopporta re, duri poco. 371 - La natura umana fatta cos: nulla ci piace pi di ci che abbiamo perduto; il ri mpianto per quanto ci stato strappato ci rende ingiusti verso ci che ci rimasto. 372 - Ti domandi quale sia la vera causa dei lamenti, del pianto sfrenato? Delle lacrime, facciamo prove visibili del nostro cordoglio: non assecondiamo il dolo re, ma lo ostentiamo. Nessuno in lutto per se solo. Oh, che stupidit sventurata! Perfino nel dolore, facciamo a gara l uno con l altro. 373 - estremamente vergognoso che, in uomo assennato, l unico rimedio alla soffere nza sia lo sfinimento della facolt di soffrire. Preferisco chi divorzia dal dolor e piuttosto che quanti, dal dolore, vengono piantati. DONI 374 - Spesso, quello che si d, poca cosa, ma ci che ne deriva, molto. 375 - Un dono, non cosa che si possa toccare con mano: appartiene alla sfera dei sentimenti. C una bella differenza tra il dono e la sua manifestazione esteriore. Il dono, dunque, non consiste nell oro, l argento, o nei beni, pur se considerati d i gran valore, che ne sono materia. Il dono, la stessa intenzione di donare. 376 - Il dono che mi ha dato costui, piccolo; per, uno pi grande, non se lo poteva permettere. Quest altro, invece, mi ha fatto un grosso dono; per, non si decideva mai, lo rimandava di continuo. Darmelo, per lui, stata una sofferenza. Me lo dat o con fare arrogante; lo ha fatto sapere a tutti. La sua intenzione non stata di far piacere a colui che riceveva il dono. Il dono, lo ha fatto non a me, ma all a sua ambizione.

377 - Prima di tutto, doniamo ci che necessario; quindi, ci che utile; infine, ci c he piacevole. In ogni caso, facciamo doni destinati a durare. 378 - Il piacere, per i malvagi, di una sola natura, e breve: consiste nei momen ti in cui ottengono qualcosa dagli altri. Per il saggio, invece, i benefici rice vuti sono una gioia che permane a lungo, e non si estingue: per lui, infatti, la gioia non sta in quel che riceve, ma nel fatto di aver ricevuto, dagli altri, u n dono; il che, rappresenta un sentimento ininterrotto e senza fine. 379 - Un dono in cui si possano riconoscere i difetti di chi lo riceve comincia a non essere pi un dono, ma un offesa. 380 - Doniamo con lo stesso atteggiamento con cui vorremmo ricevere doni. 381 - Cos come azione assai luminosa salvare anche chi non vuole essere salvato, e recalcitra, allo stesso modo, elargire doni funesti a coloro che ne fanno doma nda , per quanto cortese e premuroso, pur sempre una forma di odio. 382 - Ammettiamo che uno doni una somma ingente, ma ricco, e di questo esborso n on si accorge nemmeno, nel mentre un altro, nel donare, ha dato fondo a tutto il suo patrimonio: la somma, magari, la stessa, ma il dono ben diverso. 383 - Scegli bene a chi far doni. Se poi rimani deluso, con te stesso, che devi prendertela. 384 - Forse che la natura, quando ci ha dato se stessa, ci ha fatto un dono di n essun valore? 385 - Come uno stomaco rovinato da un morbo e pieno di bile corrompe qualsiasi c ibo riceva, e ne fa l agente scatenante del dolore, cos, per un carattere guasto, t utto ci che gli si elargisce assume l aspetto di un peso, un danno, e una causa di infelicit. DONNE 386 - Le donne, non si fossero appese a ciascun orecchio gioielli che valgono du e o tre patrimoni, a superare la follia maschile, non ci sarebbero riuscite in p ieno. 387 - La natura delle donne non cambiata; semmai, stata sconfitta. In effetti, d a quando hanno ottenuto le pari opportunit con gli uomini, hanno ottenuto anche p ari opportunit di ammalarsi. I vizi hanno fatto perdere loro i vantaggi del propr io sesso. 388 - Ci sono vesti di seta - se si possono definire vesti quelle la cui tessitu ra del tutto inetta a proteggere il corpo o, almeno, il pudore - indossando le q uali una donna non potrebbe sostenere tanto a cuor leggero di non essere nuda. V esti simili vengono importate a caro prezzo dai paesi pi esotici fin sul banco de i nostri bottegai; e questo solo per permettere alle nostre spose di non far ved ere ai loro amanti, nell alcova, pi di quanto mostrino in pubblico. DOVERI 389 - Da ogni essere umano si pretende questo: che faccia del bene agli altri es seri umani; se possibile, a molti; altrimenti, a pochi; oppure, soltanto agli in timi; infine, a se stesso. 390 - Quali doveri spettino a ognuno di noi, la natura non lo insegna. 391 - Anche una volta che abbiamo rimosso i nostri vizi, ci resta da imparare ch

e cosa fare, e come. 392 - Il concetto di dovere implica quello di scelta. 393 - Un individuo di animo nobile compir il suo dovere senza lasciarsi turbare n spaventare; e far solo cose degne di un animo nobile, e tali che, nelle sue azion i, nulla traspaia che sia indegno di un uomo. 394 - Gli affari a sistemare i quali dedichiamo la cura maggiore, sono quelli ch e non ci riguardano. 395 - Pu fare con sicurezza ci che vuole soltanto chi pensa di non poter fare se n on ci che deve. 396 - Allo stesso modo in cui il compito del cielo assicurare la successione nat urale dei fenomeni astrali, e quello del sole nascere in un punto e tramontare i n un altro - senza che queste sue azioni, cos salutari per noi, gli portino una r icompensa - cos, compito dell uomo, tra l altro, fare il bene. 397 - Il dovere che ho verso il genere umano viene prima ed pi importante di quel lo che ho verso un singolo individuo. E ELOQUENZA 398 - Di solito, ci che, quando viene detto con foga, piace, poi, una volta messo per iscritto, convince di meno. 399 - Come potr essere coraggioso e costante, come potr non aver paura di esporsi a pericoli, chi ha paura delle parole che usa? 400 - Molti, ammaliati dal fascino di qualche bella parola, finiscono per scrive re cose che non gli sarebbero mai passate per la mente. 401 - Facciamo in modo che la nostra voce non eserciti un influsso sugli altri p erch si esercitata a farlo, ma perch influente. 402 - Chi parla con assoluta propriet, se non chi vuole far sfoggio di come parla ? 403 - Se fosse possibile, preferirei mostrarti ci che penso, piuttosto che esprim erlo a parole. Anche se mi mettessi a discutere, non pesterei i piedi, non gesti colerei come un forsennato e non alzerei la voce, ma lascerei questi artifici ag li oratori; a me basterebbe riuscire a comunicarti le mie opinioni, senza fronzo li e senza sciatteria. Questo solo vorrei dimostrarti con chiarezza: che tutto q uanto dico, lo provo davvero; e non solo lo provo, ma lo amo. 404 - Il modo di parlare delle persone espressione del modo in cui vivono. 405 - Quando vedrai qualcuno che si esprime in modo troppo curato, e tortuoso pe r troppa eleganza, sappi che anche il suo spirito si occupa di argomenti ugualme nte vani. Un grand uomo si esprime in modo pi diretto e sicuro: tutto ci che dice, r ivela pi convinzione che cura formale. 406 - Quando si preso gusto a snobbare le vecchie consuetudini, e trovare meschi no ci che fanno tutti, si comincia a cercare qualcosa di nuovo anche nel linguagg io: allora si fanno tornare in vita, usandole abitualmente, parole arcaiche; si coniano neologismi e li si sforza a voler dire qualcosa; infine, come va di moda adesso, si considera elegante far uso continuo di metafore audaci.

407 - Nei discorsi politici, uno stile dalla raffinatezza degenerata, se non sol o vezzo di qualcuno, indizio, in una civilt, di degenerazione dei pubblici costum i. 408 - Non bisogna sprecare troppa fatica a cercare le parole. Questo sia il nost ro proposito principale: che le nostre parole siano in accordo con la nostra vit a. 409 - Le nostre parole non devono dar spettacolo, ma giovamento. 410 - Gli ammalati, quando cercano un medico, non si preoccupano se sa parlar be ne. Tuttavia, se capita che un medico capace di guarire sappia anche parlare in modo forbito della terapia da seguire, ben venga. Non sar, per, il caso di congrat ularsi con se stessi, per avere incontrato un medico, oltretutto, dall efficace or atoria: come se un timoniere esperto fosse anche un bell uomo. 411 - Dire una cosa e pensarne un altra, vergognoso. Quanto pi vergognoso ancora pe nsare una cosa e scriverne un altra! 412 - Dove emergono concetti degni di nota, prevale, per il resto, la calma piat ta: quando un intera foresta fitta di alberi alti, non esistono fusti isolati che, con la loro altezza, suscitino ammirazione. 413 - Le parole che si fanno attendere si insediano nella mente con pi facilit di quelle che si afferrano al volo. Ci che sfugge, non lo si pu apprendere. 414 - L arte oratoria, quando al servizio della verit, deve essere semplice e limpi da. Lo stile tribunizio, invece, con la verit, non ha niente a che fare: vuole co lpire la folla, e soggiogare col proprio impeto le orecchie degli sprovveduti. C ol suo saltare di palo in frasca, previene ogni discussione; e ci che non pu venir e guidato, come pu esser di guida agli altri? 415 - Farai bene, se non presterai orecchio a quanti si preoccupano di quanto di cono, ma non del modo in cui lo dicono. 416 - A un uomo saggio, come gli si addice un andatura non precipitosa, conviene u n modo di parlare conciso, non troppo fiorito. ESERCITI 417 - Se si desse alle formiche un intelletto umano, non dividerebbero anch esse u na sola terra in molte nazioni? Quando ti sarai elevato fino a quelle verit che s ono davvero grandi, ogni volta che vedrai un esercito procedere spiegando i vess illi, con la cavalleria a precederlo in avanscoperta o affiancarla di lato, come fosse l attivit pi importante del mondo, potrai ben dire: Tutto questo, solo un acca lcarsi di laboriose formiche nella crepa di un muro . EUTANASIA 418 - Chi si augura di morire, non vuole morire. 419 - Nessun dolore potr spingermi a darmi di mia mano la morte. Una morte simile , una pura sconfitta. Tuttavia, se sar certo di dover sopportare quel dolore per sempre, uscir dalla vita; non per il dolore in se stesso, ma perch esso mi impedir ebbe tutto ci a cui la vita scopo. Chi muore perch non sopporta il dolore, un inet to e un codardo; ma che vive solo per soffrire, uno stupido. 420 - Morire bene, significa sfuggire al pericolo di vivere male. Non bisogna, p er la vita, pagare qualsiasi prezzo.

421 - Considera da quanto tempo fai sempre le stesse cose: mangi, dormi, fai l amo re; sempre lo stesso, il cerchio che si percorre. Pu desiderare la morte non solt anto un uomo profondo e coraggioso, o un disgraziato; anche chi si annoia, pu far lo. 422 - Vale la pena di poter respirare ancora, solo per poter espirare? 423 - Chi non considera la moglie, o l amico, un motivo sufficiente per rimanere i n vita, e persevera nel desiderare la morte, un vigliacco. 424 - Se una morte piena di tormenti, ed un altra semplice e agevole, perch non si dovrebbe darsi di propria mano quest ultima? Allo stesso modo in cui, se voglio an dar per mare, mi scelgo una nave, e, per abitare, una casa; cos, per uscire dalla vita, il tipo di morte, lo voglio scegliere io. 425 - Nessuna cosa come la morte, la dobbiamo decidere secondo le nostre inclina zioni spirituali. 426 - Chi attende il suo d fatale con indolenza simile a chi lo teme. Il nodo da sciogliere se l et ultima della vita sia soltanto feccia, o qualcosa di purissimo e limpidissimo, qualora le facolt intellettuali siano integre, i sensi, ancora int atti, possano ancora servire l anima, e il corpo non sia del tutto esausto, e mort o in vita. Infatti, della massima importanza capire se quella che si prolunga si a vita, o una morte vivente. Se il corpo diventato inetto a svolgere le proprie funzioni, perch non dovrebbe essere meglio trarne fuori l anima sofferente? E forse bisogna farlo un po prima del momento in cui sar necessario, per evitare che, in quel momento, non si abbia pi la forza di farlo. Siccome il pericolo di vivere ma le pi grande di quello di morire presto, sciocco chi perde, per un pugno di giorn i, l occasione di stornare da s il supremo rischio del caso. Sono pochi quelli che una vecchiaia lunghissima ha portato, senza danni n sofferenza, per mano fino all a morte: molti, sono sprofondati, inerti, nella tomba di una vita inutile. Davve ro giudichi pi crudele aver perduto un po della tua vita, piuttosto che il diritto di porvi fine? 427 - La legge dell eternit non ha fatto niente di meglio che fornirci una sola via d entrata alla vita, ma molte vie d uscita dalla stessa. 428 - Questa l unica ragione per cui, della vita, non possiamo lamentarci: essa no n trattiene a forza nessuno. La condizione umana positiva: infatti, nessuno infe lice se non per suo difetto. La vita, ti piace? Vivi? Non ti piace? Allora, ness uno ti impedisce di ritornare da dove sei venuto. F FAMA 429 - Chi si cura troppo dei suoi contemporanei, nato per far contenta una cerch ia ristretta di persone. Sopravverranno molti millenni, molti e diversi popoli: volgi lo sguardo a essi. 430 - Coloro che amano piaceri rari e sfrenati vogliono, finch sono vivi, che si parli di loro; infatti, se nessuno lo facesse, gli parrebbe di darsi tanto da fa re per nulla. Ecco perch fanno cose destinate a richiamare l attenzione degli altri . 431 - Nessuno, a mio parere, ha pi alta stima della virt, nessuno le pi intimamente devoto di chi, pur di non perdere la consapevolezza della propria onest, accetta di perdere la reputazione di uomo onesto. 432 - La fama ha bisogno, sempre e comunque, di acclamazioni; la celebrit, che si

appaga della stima, pu toccare anche a chi non mai stato acclamato. Essa rimane immutata non solo di fronte al silenzio, ma anche di fronte alla diffamazione. 433 - La gloria l ombra della virt: anche suo malgrado, le si accompagna. Tuttavia, allo stesso modo in cui un ombra, a volte, precede la figura, a volte la segue, a volte le sta alle spalle; anche la gloria, a volte, sta davanti a noi, in tutta evidenza, ma pu anche seguire le nostre orme, ed essere tanto pi grande quanto pi arriva in ritardo: in un tempo in cui l invidia, ormai, le ha lasciato strada. 434 - Se ti vedr diventato celebre per gli elogi del popolo; se, al tuo ingresso in citt, si leveranno grida e applausi, onori da artisti girovaghi; se, ovunque, avrai la lode di donne e fanciulli: come potresti, allora, non farmi pena? Infat ti, so bene qual lo stile di vita che porta a tanta popolarit. 435 - Oh, gli uomini avidi di gloria, come non sanno che cosa sia, e quali sono le vie per cui la si acquista! 436 - Chi vuole che le proprie qualit vengano risapute da tutti, non si preoccupa di avere qualit, ma della fama che gli porteranno. 437 - Non il caso che la smania di mostrare in pubblico le tue doti ti spinga tr a la folla, a impersonare il ruolo del saggio, e discutere con essa. Dovresti fa rlo solo se chi ti ascolta fosse in grado di apprezzare ci che gli offri; invece, non c nessuno in grado di capirti. E allora, ci che so, per chi l ho imparato? sare di avere sprecato il tuo tempo: l hai imparato per te stesso. 438 - La fama qualcosa di vano, volubile; e si muove pi veloce dell aria. FAMIGLIE 439 - A farci dare tanta importanza all oro e l argento, sono stati i nostri genitor i. L avidit, infusa in noi profittando della tenera et, ha poi messo radici, ed dive ntata una seconda natura. 440 - Che cosa c di pi bello che venire tanto amati dalla propria moglie da volere, per questo, pi bene a se stessi? 441 - Dobbiamo sopportare di buon grado la lontananza da chi ci caro; infatti, n on esiste nessuno che non sia abitualmente lontano anche da chi gli sta vicino. 442 - Vedi, quanto sono ingrati i giovani? Chi, per quanto sia di animo ingenuo, non desidera la morte del proprio padre? Chi, per quanto di animo mite, non la attende? Chi, per quanto sia a lui devoto, non ci fa un pensierino sopra? Quanta gente sbigottita all idea della morte della propria moglie, per ottima che sia, a l punto da non farvi nessun affidamento? 443 - Rimani sordo anche a chi ti vicino, e ti ama di pi: le sue intenzioni sono buone, ma quello che ti augura, no. Se vuoi essere felice, prega Dio che i suoi auspici su di te non si realizzino mai. 444 - I tuoi genitori ti hanno augurato ogni bene; io, invece, spero che tu disp rezzi quei beni che loro ti hanno augurato in abbondanza. I loro auspici comport ano che, perch tu ti arricchisca, molti rimangano poveri: ci che finir nelle tue ma ni, infatti, non potr che venire tolto a qualcun altro. FAVORI 445 - Se ci capita di prestare dei soldi, facciamo indagini sullo stato patrimon iale e sul tenore di vita del nostro debitore; infatti, non intendiamo mettere a frutto le nostre sementi in un terreno gi troppo sfruttato e, quindi, sterile. I

Non pen

favori, invece, piuttosto che farli, li disperdiamo per ogni dove; come se il p iacere che ce ne viene a farli, non contasse nulla. 446 - Un dono deve finire laddove possa venire restituito spontaneamente, senza doverlo reclamare. Un favore, invece, va trattato come un tesoro: sepolto in pro fondit, e mai rivangato, se non in caso di necessit. 447 - Concediamo i favori, ma non facciamone un affare da usurai. Chi, nel conce derli, gi calcolava i vantaggi che gliene sarebbero derivati, merita che lo si la sci con un pugno di mosche. 448 - La mancanza di criterio non mai una bella cosa; men che meno lo quando si tratta di fare un favore. Se, ai favori, manca un criterio, smettono di essere t ali, e prendono una serie di altri, e differenti, nomi. 449 - Un favore rimane tale anche quando i suoi effetti pratici non esistono pi. La volont di fare il bene che in esso si esprime, infatti, non c niente che possa r enderla vana. 450 - Chi fa favori a tutti, indiscriminatamente, non fa cosa gradita a nessuno. Nessuno si considera ospite di un albergatore o di un oste. 451 - Se vuoi che un favore risulti gradito, fallo di rado. 452 - Chi ha concesso un favore dopo che lo si pregato, lo ha concesso in ritard o. 453 - I favori vanno pagati subito, in contanti; invece, da certe persone, pi dif ficile ottenerli che farseli promettere. 454 - Questa la legge che regola i favori da persona a persona: per uno che deve sempre dimenticare di averlo fatto, ci deve essere un altro che non dimentica m ai di averlo ricevuto. 455 - Non conceder nessun favore che mi risulterebbe vergognoso chiedere. 456 - Un favore reso, va accettato, ma non richiesto. 457 - Concedere un favore una manifestazione, in s, di qualit morali. Invece, conc ederlo per un qualsiasi altro motivo, che non sia il fatto stesso di concederlo, la cosa pi immorale che si possa fare. 458 - Soltanto il favore che viene fatto dopo matura riflessione degno di questo nome. 459 - I favori, a chi, se ha fatto del bene, non chiede di sdebitarsi, gli salta no addosso. 460 - Si chiama favore tutto ci che, se viene dato, pu anche non venire reso. 461 - Non esiste un favore i cui vantaggi non vadano anche, di rimbalzo, a chi v ive a stretto contatto con chi lo riceve. 462 - C gente che, di star ricevendo un favore, non si rende conto. Nessuno, per, n on si rende conto di farlo. 463 - Un favore un legame che si stabilisce tra due persone. FELICITA

464 - Bisogna estirpare due manie: il timore dei guai futuri, il ricordo dei vec chi guai. Questi, ancora, non ti riguardano; quelli, non pi. 465 - Per non dover passare la vita nella paura, il caso di passare la vita a re primere la gioia. 466 - convenzione comune, quando un amico vince le elezioni, si sposa, o gli nas ce un figlio, manifestare una grande gioia per lui, nel mentre, in effetti, tutt e queste cose, ben lungi dall essere gioie, spesso sono l inizio di futura infelicit. La qualit intrinseca alla gioia, invece, la sua inalterabilit; il suo non potersi mai mutare nel suo contrario. 467 - Le vite di quelli che sono felici si assomigliano tutte. La felicit, un pro blema di qualit, non di misura. Come si fa a determinare quando una vita davvero felice? Lo , se completamente, e non occasionalmente, felice. 468 - Le disgrazie sono un occasione per dimostrare le proprie virt. A buon diritto , si possono definire miseri coloro che un eccessiva felicit rende imbelli, imprigi onati in un immutabile serenit come in un mare liscio e senza vento. Qualunque cosa gli succeder, vi saranno impreparati. 469 - Solo quando capirai che gli uomini felici sono, in realt, i pi infelici, sar ai padrone di te stesso. 470 - Ci sar utile quella salutare massima che definisce la tranquillit come l arte di non fare, n nella vita privata n in quella pubblica, troppe cose, e superiori a lle nostre forze. Quando si corre qua e l, dietro a troppe faccende, non capita m ai che una giornata trascorra del tutto serena, senza che ci si scontri con qual cuno o qualcosa i cui inghippi inducano l anima all ira. 471 - Tutti vogliono rebbe rendere felice , non facile; tant a essa quanto pi in vivere felici, ma quando si tratta di distinguere ci che pot la vita, diventano miopi. Raggiungere la felicit, nella vita vero che uno, se smarrisce la retta via, tanto pi si allontana d fretta cammina.

472 - Quante volte, quella che definivamo disgrazia, stata causa e principio di felicit. Quante volte un evento accolto con grande esultanza, stato il primo pass o falso, verso la rovina. 473 - Che cos la felicit? Sicurezza, e perpetua tranquillit. Una condizione simile, la pu dare solo la grandezza d animo, e la coerenza inflessibile nel perseguire ci c he si giudicato buono. Come ci si arriva? Con una visione lucida ed esaustiva de lla verit; con il rispetto, nelle proprie azioni, di ordine, misura, decoro; con una volont mai malefica, ma volta al bene: una volont che sia sempre intenta, infl essibilmente, alla ragione; degna, allo stesso tempo, d amore e di ammirazione. 474 - Non devi pensare che qualcuno possa venire reso felice dall infelicit altrui. 475 - Il fuoco serve a saggiare l oro; le sventure, il valore degli uomini. 476 - Non serve a nessuno correre dietro alla prosperit: gi qualcosa se, pur non o pponendosi a essa, ci si ferma. Non bisogna far fretta alla sorte, quando ci por ta ci che ci spetta. 477 - Niente si addice all uomo pi della grandezza d animo; in chi sempre triste, per, non pu esservi grandezza d animo. 478 - Chi, una volta raggiunto ci che, quando lo desiderava, gli pareva perfino e ccessivo, si ritenuto soddisfatto? La felicit non , come la ritiene la gente, avid a, ma inetta; per questo che non soddisfa nessuno.

479 - Si pu giudicare felice chi, grazie alla ragione, non ha n desideri n paure. 480 - Non puoi augurare a qualcuno niente di peggiore che il non essere mai in a rmonia con se stesso. 481 - Soltanto una felicit che si sviluppa lentamente dura e rimane perfetta fino alla fine. 482 - Chi non si considera perfettamente felice, infelice, fosse anche il re del mondo. 483 - Immagina che Dio dica: Che motivo avete per lamentarvi di me, voi che avete scelto la via della virt? Ogni bene, io l ho posto nella vostra anima: la vostra f elicit sta nel non avere bisogno di essere felici. Disprezzate la sorte: non le h o dato nessun dardo con cui possa ferire l anima . 484 - Felice, non chi la massa ritiene tale; vale a dire: chi si trovato a posse dere una grande quantit di denaro; ma chi, ogni suo bene, ce l ha dentro di s. Chi, nobile e superiore, calpesta tutto ci che la massa ammira. Chi non conosce nessun o con la cui condizione vorrebbe scambiare la propria. Chi valuta gli uomini sul la base delle sole qualit per cui sono tali. Chi prende per maestra la natura, si adatta alle sue leggi, e vive come essa prescrive. Chi non pu essere con nessun atto di violenza privato dei suoi beni. Chi sa trasformare il male in bene. Chi sicuro nel giudicare, irremovibile, intrepido. Chi pu venire colpito dagli eventi , ma mai sconvolto. Chi la sorte, quando scaglia con la massima violenza il suo dardo pi distruttivo, pu, raramente, pungere; ferire, mai. 485 - L anima del saggio come il mondo sopra la luna: lass, c sempre il sereno. Ecco una buona ragione per voler diventare saggi: la saggezza significa gioia perenne . Questa gioia ha origine soltanto dalla consapevolezza delle proprie virt: non p u averla se non l uomo forte, giusto, temperante. 486 - Quanto maggiori e pi numerosi sono i piaceri, tanto pi meschino e servo di m olti padroni colui che la gente definisce felice. 487 - Se non ci sono altre cause, la stessa eccessiva felicit causa, a se stessa, di rovina. 488 - Chi non mette la propria felicit nelle mani degli altri, non secondo a ness uno. 489 - Coloro per i quali la fortuna superflua, sono pi felici di quelli che se la trovano gi accanto dalla nascita; infatti, anche ammesso che non si profili, nel futuro, nessuna disgrazia, riuscire a conservare una grande fortuna motivo di m ille angosce. 490 - Ti raccomando di non farti infelice prima del tempo; infatti, i mali che, credendoli imminenti, ti hanno spaventato, forse non avverranno mai. Di certo, n on sono ancora avvenuti. 491 - Piuttosto che dover reprimere i miei dolori, preferisco mettere un freno a lla mia gioia. 492 - In chi non ha ancora raggiunto la perfezione, la felicit una condizione int ermittente; il saggio, invece, gode di una gioia che lo avvolge come una seconda pelle, e che nessuna circostanza, nessuna vicenda pu infrangere. Questa felicit, infatti, non dipende da circostanze esterne, n dal favore della fortuna, o degli uomini. Essa, una condizione del tutto interiore.

493 - Rivolgiti al vero bene, e sia ci che tuo, a darti gioia. Vuoi sapere, quand o dico ci che tuo , a che cosa alludo? A te stesso; e la parte migliore di te. 494 - felice chi sa giudicare in modo obbiettivo; chi appagato e in armonia con la sua condizione attuale, qualunque sia; chi pu vedersi approvare dalla ragione la sua intera condotta di vita. 495 - una grande felicit morire nel momento della felicit suprema. 496 - Promettimi che, ogni qual volta chi ti sta intorno cercher di convincerti c he sei infelice, non farai caso a ci che senti dire, ma a ci che provi. 497 - Visto che tutti desiderano la felicit, in che consiste l errore universale? N el fatto che tutti scambiano i mezzi per ottenerla con la sua essenza; cos, pi la cercano, pi se ne allontanano. Infatti, nel mentre la felicit consiste in null altro che una serenit senza nubi, e nella prospettiva di serbarla costante, tutti si d annano per accumulare motivi d angoscia, e lungo l insidioso cammino della vita port ano un fardello che non pu neppure essere pi sollevato: bisogna trascinarlo. In qu esto modo, si discostano sempre pi dalla mta che si erano prefissi; e pi si sforzan o, pi da se stessi ogni ostacolo rinforzano: in effetti, vanno in direzione contr aria. 498 - Oh, non dovessimo discutere della felicit proprio quando siamo in vista del la morte! FIDUCIA 499 - Dividi con il tuo amico ogni tua preoccupazione, ogni tuo pensiero. Se lo considererai fidato, lo renderai tale. C gente, infatti, che, per il troppo temere di venire ingannata, ha insegnato agli altri ad ingannarli: il continuo sospett o di frode, ha reso la frode, nei loro confronti, legittima. 500 - un difetto sia credere a tutti sia non credere a nessuno; dei due, il prim o lo definirei pi nobile, il secondo, pi sicuro. 501 - Esiste una sola virt, causa e fondamento della vita felice: avere fiducia i n se stessi. FIGLI 502 - I genitori non hanno nessuna possibilit di scegliere quali figli allevare. il loro istinto a generare, che decide tutto. 503 - Per rendere qualcuno collerico e insofferente di tutto, non c nulla di pi ada tto che un educazione troppo permissiva e indulgente. Per questo, a crescere con p i vizi, sono i figli unici, cui si permette tutto, e i figli adottivi, di cui si tollera tutto. 504 - Di quanto tempo c bisogno, perch un bambino si evolva dal concepimento al par to; quanta fatica ci vuole per educarlo, in tenera et; con quanta attenzione si n utre quel fragile corpo, finch non diventa autosufficiente! Eppure, per farlo tor nare nulla, basta un niente. 505 - Il rapporto sessuale tra un padre e una madre, in s, non d affatto il dono d ella vita, se a esso non fanno seguito tutte quelle cure che sono la naturale pr osecuzione di questa sollecitudine iniziale, e che, insieme con altri doveri par entali, gli danno effettivo valore. 506 - Cosa c di pi glorioso di quel giovane che possa dire a se stesso: Nella gara a farsi del bene, ho battuto mio padre? Quale sorte pi fortunata di quella che tocc

a a chi, ormai vecchio, potr asserire, in ogni occasione, a tutti, di essere stat o superato, quanto al bene fatto, dal figlio? Quale fortuna maggiore possibile c he rimanere, in questo caso, sconfitti? 507 - Pochi ottengono dalla vita di poter vedere ricompensato dai figli ci che ha nno fatto per loro. Gli altri, dei figli, sono destinati a sentire solo il peso. 508 - Ai nostri genitori, dobbiamo rispetto e devozione; eppure molti di loro, q uando hanno fatto l amore, non avevano nessuna intenzione di mettere al mondo un f iglio. FOLLA 509 - Riesco a sopportare con molta pazienza il frastuono. Il vociare indistinto di molte persone, per me, come un rumore di onde, o del vento quando colpisce l e fronde: un suono che, come quelli, non ha alcun senso. 510 - Non c regola cui dobbiamo attenerci pi fedelmente che evitare di seguire, all a maniera delle pecore, quanti ci stanno davanti, e andare non dove dobbiamo, ma dove tutti vanno. In effetti, non c cosa meglio appropriata a cacciarci nei guai pi grossi che dar retta a ogni chiacchiera; credere che le opinioni su cui c il con senso comune siano le pi fondate e, fondandoci sulla moltitudine degli esempi che abbiamo sotto gli occhi, vivere non secondo ragione, ma conformismo. 511 - Facciamo in modo di condurre una vita migliore rispetto a quella della mas sa, ma non contraria. 512 - Considera a una a una le persone che ti stanno intorno: non c n una per la qua le non sia pi vantaggioso stare con chiunque altra piuttosto che con se stessa. so prattutto quando ti trovi in mezzo alla folla, che devi saper ritirarti in te st esso : siamo d accordo, ma questa massima vale se si di animo virtuoso, quieti, equi librati; altrimenti, il caso che sfuggi a te stesso, e ti rifugi tra la folla, s e non vuoi trovarti nelle immediate vicinanze di un individuo malvagio. 513 - I vizi serpeggiano, passando da un individuo all altro. Si trasmettono per c ontagio. 514 - Anche dove la folla si accalca, pu esserci il deserto. 515 - Nelle faccende umane non capita mai ci che sarebbe sempre auspicabile: che le soluzioni migliori siano quelle pi accette alla maggioranza. Anzi, per individ uare le peggiori, basta osservare i gusti della massa. 516 - Lo stimolo a tutte le nostre follie qualcuno che vi assista, e le ammiri. 517 - Non un cantante meno bravo colui la cui voce, per colpa del chiasso della folla, ci risulta inudibile. 518 - Non evidente quanto ci serva qualcuno che ci difenda, coi suoi princpi, dai princpi cari alla folla? 519 - Sostiene Democrito: Un solo individuo, per me, vale come un intero popolo, e un intero popolo, come un individuo solo . 520 - La maggior parte delle persone si effondono in lacrime solo per ostentazio ne, e non appena anche l ultimo degli spettatori si defilato, ecco che i loro occh i ritornano asciutti. Il fatto che giudicherebbero sconveniente non comportarsi come gli altri: questa calamit del far dipendere la propria opinione da quella al trui si radicata a tal punto che anche l espressione del sentimento pi sincero, il dolore, divenuta finzione.

521 - Mi chiedi che cosa penso tu debba evitare pi di qualsiasi altra cosa? La fo lla. Quanto a me, confesser la mia debolezza: non torno mai a casa con lo stesso carattere che avevo quando ne sono uscito. Un po dell equilibrio che avevo raggiunt o se ne va, qualcuno dei difetti che avevo sconfitto, ritorna. A noi accade come agli ammalati che, dopo una lunga infermit, non possono essere portati all aperto senza patire qualche danno; anche noi, infatti, siamo convalescenti, nello spiri to, di mali protratti. Scambiare opinioni con chiunque dannoso: tutti sono pront i a difendere con noi la causa dei propri vizi, indurci a essi, oppure attaccarc eli senza che ce ne accorgiamo. 522 - Ce l ho messa tutta per distinguermi dalla folla, e farmi notare per qualche mio pregio: che ho ottenuto, se non espormi alle frecciate degli invidiosi ed e spormi ai morsi dei maligni? 523 - Restare sobri e non bere neanche un goccio stando in mezzo a una folla di gente ubriaca fino a sentirsi male, segno indubbio di forza d animo; per, segno di una temperanza ancora maggiore non isolarsi del tutto e non far troppo gli sdegn osi; piuttosto, mescolarsi alla massa e fare le stesse cose, ma non nello stesso modo. Infatti, possibile trascorrere un giorno di festa anche senza infrangere ogni limite. 524 - Non giova a molto l aver scacciato i propri vizi, se poi bisogna accapigliar si con quelli degli altri. 525 - Nell uomo, loda ci che non gli pu venire n strappato n dato: ci che gli appartien e intimamente. Chiedi che cosa sia? L anima, e, nell anima, una perfetta razionalit. L uomo, infatti, un essere razionale; dunque, se ottiene lo scopo per cui nato, si realizza compiutamente. Ma che cosa esige, la ragione, da lui? Una cosa facilis sima: vivere in armonia con la sua natura. La follia della societ, per, la rende u na cosa difficile: ci spingiamo l un l altro nei vizi. Come possono venire salvati c oloro che la massa spinge alla rovina, e nessuno cerca di trattenere? FOLLIA 526 - Se dobbiamo credere a un poeta greco, ogni tanto, anche perdere la testa, p iacevole ; secondo Platone, chi del tutto padrone di s, bussa invano alla porta dell a poesia ; secondo Aristotele, non mai esistito nessun grande ingegno cui non fosse mescolato un certo grado di follia . 527 - Tanta la goffaggine - o meglio, la follia - degli uomini, che alcuni vengo no spinti alla morte dalla paura di morire. G GENEROSITA 528 - proprio di un animo nobile ricominciare a voler vivere per amore di qualcu no. 529 - Molti, a renderli generosi, il caso, o la loro debolezza. 530 - Nessuno pu vivere felice se bada soltanto a se stesso, e persegue come unic o obbiettivo il tornaconto personale. Se vuoi vivere per te, bisogna che vivi pe r un altro. 531 - Chi mi fa del bene per ottenere, mio tramite, il suo tornaconto, non , per me, un benefattore; infatti, mi ha solo strumentalizzato per fare i suoi interes si. 532 - Chi auspica la ricchezza di un altro per poi spartirsela con lui, anche se

sembra volere la sua prosperit, in realt, pensa alla propria. 533 - Il mondo diventato cos folle che pericolosissimo fare a qualcuno tutto il b ene possibile: infatti, ritenendo vergognoso non contraccambiare, finir per voler e che la persona cui deve tanto non esistesse pi. GIUDICI 534 - A chi infligge un castigo non perch gli piaccia punire, ma perch necessario, l ira un sentimento del tutto estraneo. 535 - Tutti sono giudici clementi di se stessi; ne deriva che tutti ritengono tu tto, in quanto riconoscimento dei propri meriti, gli sia dovuto. Anzi, pensano d i non venire stimati per quello che valgono. 536 - Quanto pi umano avere un atteggiamento mite e paterno nei confronti di chi sbaglia, e non punirlo, ma indurlo a cambiare vita! Quando uno vaga per i campi, perch non conosce la strada, meglio fargli da guida, che cacciarlo via. 537 - Gli affari di casa nostra, li valutiamo con meno rigore; l indulgenza ci ren de, di essi, cattivi giudici. 538 - Chi condanna in fretta a due passi dal condannare volentieri. 539 - La clemenza stessa di chi governa fa s che, di trasgredire le leggi, ci si vergogni; infatti, una pena appare molto pi pesante, quando a irrogarla un uomo m ite. 540 - Le cose, per noi, andrebbero male, data la quantit di delitti che sfuggono ai verdetti dei giudici e alle pene della legge, se tali delitti non subissero s ubito le pesanti punizioni che infligge la natura, imponendo ai delinquenti, in luogo della pena, la paura della stessa. 541 - Che turpe emblema della disonest umana e dell ingiustizia del vivere civile: si presta pi fede a bolli e sigilli che alla testimonianza della coscienza! 542 - Il buon giudice condanna le azioni esecrabili, ma senza odio. 543 - Il perdono l annullamento di una pena; la clemenza, invece, intende affermar e, prima di tutto, che la grazia fatta non annulla, in chi viene lasciato libero , l aver meritato la pena. La clemenza pi grande del perdono, perch pi giusta. GLOBALIZZAZIONE 544 - Chi ha detto che la natura si sarebbe comportata meglio, nei nostri confro nti, se avesse proibito ai venti di soffiare, e, impedendo ai pazzi di incombere su ogni terra, avesse costretto ognuno a rimanere nella propria patria, non ha detto una sciocchezza. Se non altro, ognuno verrebbe al mondo per fare del male soltanto a se stesso e a chi gli sta vicino: ora, invece, non mi bastano le disg razie domestiche; mi tocca subire anche quelle degli altri. 545 - In quale cecit della ragione vivono coloro che portano al di l dei mari la l oro volont di potenza, e si ritengono pienamente felici solo se colonizzano coi l oro soldati molte nazioni, e possono, alle vecchie, aggiungerne sempre di nuove. Essi non sanno qual il dominio davvero grande, e che ci rende uguali agli di: il dominio di se stessi. GUERRE 546 - La provvidenza, e quel dio che ha dato un ordine al mondo, non ha confidat

o ai venti il compito di muovere l aria - e li ha diffusi per ogni dove, perch ness un luogo fosse sterile - allo scopo di farci riempire le flotte con soldati arma ti, e permetterci di andare a scovare i nemici anche sul mare, o al di l del mare . Non ne sarebbe valsa la pena neanche se l esito finale fosse stato la pace. 547 - Perch costringiamo le nazioni a prendere le armi? Perch arruoliamo eserciti destinati a dare battaglia anche in mezzo al mare? Perch sconvolgiamo i mari? A q uanto pare, la terra, per accogliere la nostra morte, non spaziosa abbastanza. L a sorte, con noi, ha troppi riguardi: ci ha concesso un corpo troppo robusto, un a salute prospera. Le disgrazie che ci piombano addosso non bastano a sterminarc i: ognuno, con suo comodo, giunge alla fine dei propri anni, fino alla vecchiaia . Ecco perch andiamo per mare, a invocare su di noi gli strali di un pigro destin o. 548 - Davvero, in quale altro modo si potrebbe definire se non come follia, il f arsi artefice di pericoli, e infierire contro sconosciuti, distruggendo, senza i ra, chiunque incontriamo? L uccidere, come fanno le belve, persone che non odiamo? I IMMORTALITA 549 - Quel giorno che temi, pensando sia l ultimo, il giorno della tua nascita all e ternit. Abbandona quel peso che il tuo corpo: perch esiti, quasi gi una volta - qua ndo abbandonasti il corpo nel quale, per nove mesi, sei rimasto nascosto - non t i fosse capitato di venire dato alla luce? E invece, ti aggrappi al tuo corpo, e resisti: anche allora, perch tu venissi espulso, tua madre ha dovuto penare tant o E poi piangi, ti lamenti: anche tutto questo piangere, tipico di chi nasce; all ora, per, te lo si doveva perdonare: eri venuto al mondo inconsapevole, e inesper to di tutto. 550 - Che cosa pu sfuggire al rischio del mutamento? Non la terra, n il cielo, n l un iverso, cos strettamente attratto, com , in uno stesso vincolo; anche se, a sospinge rlo, la provvidenza divina. Non sempre, infatti, conserver quest ordine, ma, un bel giorno, verr deviato dal suo corso attuale. Tutto ci che esiste, procede al ritmo del tempo: deve nascere, crescere, morire. Tutti i corpi celesti che vedi sopra di noi, e anche quelli su cui siamo stati collocati, e che ci paiono cos inamovi bili alloggi, si logoreranno, e moriranno. Nessuno sfugge alla propria vecchiaia , quale essa sia. Per noi, la morte la fine: infatti, scorgiamo solo l evidenza de lle cose, e la nostra mente, ebete, per il suo essere avvinta al corpo, non si s pinge verso prospettive pi alte. Invece, sopporterebbe con pi coraggio la propria morte, e quella dei propri cari, se sperasse che, come ogni altra cosa, nell unive rso, anche la morte e la vita trapassino l una nell altra. Che ogni cosa, se compost a di parti, si dissolva, ma poi, si ricomponga in un nuovo ordine: cos vuole l eter na provvidenza del dio che tutto governa. 551 - Allo stesso modo in cui la fiamma non pu venire schiacciata - infatti, si d iffonde tutt intorno a ci che la comprime - allo stesso modo in cui l aria, se colpit a da spade o fruste, non pu venire ferita, e neppure si lacera, ma passa in un so ffio attorno a ci che le si scagliato contro; cos, anche l anima, che fatta di sosta nza sottilissima, non pu venire imprigionata e lasciata a giacere in un corpo, ma , per effetto della sua impalpabilit, fluisce attraverso ci che la opprime. Come i l fulmine, anche quando, sfolgorante, colpisce una grande distesa di terra, poi ritorna, per un piccolo pertugio delle nuvole, nel cielo; cos anche l anima, che an cora pi diafana del fuoco, pu fuggire da ogni corpo. Dunque, ci si pu chiedere se s ia immortale. In ogni caso, sii sicuro di questo: se sopravvive al corpo, non pu venire annientata in nessun modo; infatti, nel concetto stesso di immortalit insi ta una sua essenza inalterabile; e a ci che eterno, nulla pu essere nocivo. 552 - Il giorno e la notte si avvicendano solo dove l atmosfera a contatto con la terra. Quando, tornato alla tua integrit di creatura, potrai contemplare l intatta

luce, dirai che sei vissuto nelle tenebre. Quella luce, ora, la scorgi appena, a ttraverso i pertugi sottilissimi degli occhi; tuttavia, da lontano, gi la ammiri. Come ti parr, allora, la luce divina, quando potrai vederla laddove risplende? IMPEGNI 553 - Gli altri, ci vengono strappati; noi, invece, veniamo subdolamente depreda ti di noi stessi. 554 - L affannarsi nel mondo, di per s, non un bene. Dove sta, allora, il bene? Nel disprezzo di quell affannarsi. 555 - Tu sei oberato di impegni, e il tempo della vita passa in fretta: alla fin e, si presenter da te la morte, e per essa, volente o nolente, un po di tempo libe ro, lo dovrai pur trovare 556 - Gli impegni, non inseguono nessuno: sono gli uomini ad attaccarseli, riten endo che nell essere molto occupati stia la felicit. 557 - Non bisogna assumersi impegni dei quali non ci possa liberare spontaneamen te: il caso di accollarsi solo quelli di cui si possa vedere la fine, o almeno a uspicarla; invece, quelli che, sbrigandoli, diventano sempre pi limitanti, e non finiscono quando l hai deciso tu, il caso di lasciarli perdere. 558 - Come si pu imparare quanto basta per sottrarsi ai vizi, se, a impararlo, vi si dedica il tempo lasciato libero dai vizi? Nessuno di noi va al fondo delle c ose: peschiamo qua e l ci che ne emerge alla superficie. Per chi, come noi, preso da mille impegni, dedicarsi alla filosofia nei ritagli di tempo, basta e avanza. 559 - L individuo preso da mille impegni non sa far nulla meno che vivere: del res to, l arte pi impegnativa di tutte. Maestri delle altre arti, ce ne sono molti dapp ertutto; si sono visti casi perfino di bambini capaci di apprenderle cos bene da poterle anche insegnare. Per imparare a vivere, invece, ci vuole la vita intera e - cosa ancora pi stupefacente - ci vuole tutta la vita anche per imparare a mor ire. 560 - facile sfuggire agli impegni pubblici: basta disprezzare i privilegi che n e derivano. Sono quelli, a farci esitare, e tenerci legati a essi. 561 - Allo stesso modo in cui una conversazione, una lettura o una meditazione p rofonda distraggono un viaggiatore, ed egli si accorge di essere arrivato senza aver fatto caso alla strada percorsa, anche in questo viaggio della vita, senza sosta e rapidissimo, la cui velocit, per noi, sia nella veglia che nel sonno, non cambia, quelli oberati di impegni scorgono il paesaggio soltanto quando si orma i vicini alla meta. 562 - Se ritardi il momento del tuo ritiro a vita privata perch vuoi esaminare qu anto denaro potrai portare con te, quante risorse potrai destinare allo scopo, n on sfuggirai mai alla routine: nessuno, in un naufragio, si salva a nuoto con i bagagli. INGRATITUDINE 563 - Ci capita spesso di subire l ingratitudine degli altri. Di solito, per, siamo noi a renderli ingrati; talvolta perch, a forza di esigere che ci restituiscano un favore, glielo rinfacciamo pesantemente; talvolta perch, subito dopo avergli f atto un favore, per pura incostanza, ce ne pentiamo; talvolta, infine, perch, una volta fattogli un favore, a forza di far caso a come si comportano verso di noi , e non passargli nessuna inezia, diventiamo lagnosi. Cos, non solo dopo che gli abbiamo fatto il favore, ma anche nel mentre lo facciamo, con i nostri modi ci r

iesce di distruggere , in loro, ogni senso di riconoscenza. 564 - Assassini, tiranni, ladri, adulteri, seduttori di vergini, sacrileghi, tra ditori, esisteranno sempre. I padri di tutti questi scellerati, per, sono gli ing rati: dall ingratitudine, infatti, deriva ogni colpa. Quasi nessun grave delitto, senza di essa, ha il potere di diffondersi. 565 - L ingrato si tormenta e si angoscia: odia i favori ricevuti, perch dovr restit uirli; allora, ne sminuisce il valore, nel mentre amplifica ed esagera le offese . 566 - Certuni parlano nei termini pi sprezzanti proprio di coloro che gli hanno f atto del bene. Certi altri, meno pericoloso offenderli che averli messi in obbli go nei nostri confronti. Infatti, pur di dimostrare che non ci devono nulla, son o capaci di odiarci. 567 - Chi nega di aver ricevuto un favore, ingrato; chi finge di non averlo rice vuto, ingrato. ingrato chi non lo ricambia; il pi ingrato di tutti, per, chi se lo dimentica. 568 - Spesso anche chi restituisce il favore reso, un ingrato, mentre chi non lo restituisce, non lo . 569 - meglio che la diffusione universale dell ingratitudine non diventi di pubbli co dominio; infatti una colpa, se viene presa per un atteggiamento comune, smett e di venire considerata vergognosa. 570 - Chi capace di gratitudine, in un favore, trova continuo motivo di gioia. P er gli ingrati, esso rappresenta una gioia occasionale. 571 - Il legame che unisce gli uomini tra loro verr spezzato se si far in modo che l ingratitudine non debba venire evitata di per s, ma per il timore delle sue cons eguenze. Quanti sono, infatti, coloro che possono permettersi di essere ingrati senza rischio alcuno! 572 - Chiunque dimostri riconoscenza solo per paura, io lo definisco un ingrato. 573 - Chi smania troppo per assolvere il suo debito, detesta essere in debito; c hi detesta essere in debito, un ingrato. 574 - Siamo tutti, apertamente, ingrati. Ognuno interroghi se stesso: tutti quan ti abbiamo da lamentarci di qualche ingrato. Se non ci si potesse lamentare di t utti, non potrebbe succedere che tutti quanti si lamentino. Quindi, tutta l umanit composta di ingrati. 575 - Nelle professioni pi nobili, quelle che servono a salvare la vita, o miglio rarne la qualit, chi ritiene il suo debito si limiti alla somma pattuita, un ingr ato. 576 - Non ti succeda mai di offenderti per l ingratitudine di qualcuno al punto da dire vorrei non avergli mai fatto del bene! Non ha senso che ti indigni, come se ti fosse accaduto qualcosa di strano. Semmai, ti saresti dovuto stupire se non f osse successo. 577 - L ingratitudine un grave vizio; intollerabile, fa rompere le amicizie, sciog lie i vincoli che tengono unita la societ; mina e distrugge ci che fa da sostegno alla nostra naturale debolezza. Tuttavia, un vizio cos diffuso che nemmeno quelli che se ne lamentano vi sfuggono. INNOCENZA

578 - La bont non consiste nell essere migliore dei peggiori. Uno che veda un raggi o di sole risplendere attraverso la nebbia, sar contento di essere sfuggito, per intanto, alle tenebre, ma non potr certo presumere che la luce del giorno sia tor nata a risplendere. Allo stesso modo, la nostra anima avr motivo di gioire quando , uscita da queste tenebre in cui avvolta, potr vedere, della luce, non un tenue riflesso, ma il trionfo del mezzogiorno, ritornando nel cielo che suo, per riocc uparvi quel posto da cui la sorte, facendola nascere, l aveva allontanata. Le sue origini la richiamano lass, e vi sar ancor prima di aver sciolto i ceppi di questa prigione, se sapr dissolvere i vizi per, pura e leggera, innalzarsi a pensieri d ivini. 579 - Non so perch, ma i grandi ingegni hanno saputo trovare pi facilmente le paro le per esprimere concetti potenti ed energici quando l argomento era odioso e most ruoso; sulla bont e la mitezza, non ho ancora ascoltato niente di efficace e appr opriato. 580 - Che il genere umano rimanga in una condizione di innocenza, chiedergli tro ppo. Le azioni che si compiono, per, sono un problema per chi non pu fare a meno d i compierle, non certo per chi, anche quando sono contro di lui, non ne pu risent irne alcun danno. 581 - Anche se qualcuno riuscito a purificare il suo animo a un punto tale che n ulla pi lo pu turbare o ingannare, tuttavia, all innocenza, giunto attraverso le sue colpe. 582 - Non un esilio quello del quale nessuno si vergogna meno di chi vi condanna to. INTERESSI 583 - Le caratteristiche dei vantaggi sono diverse da quelle del bene: i vantagg i consistono in un eccedenza di aspetti positivi rispetto ai fastidi necessari per procurarseli; il bene, invece, deve essere incontaminato, e privo di qualsiasi controindicazione. Non bene in quanto utile, ma in quanto utilit non degradata a interesse personale. 584 - Qualunque cosa accada, un mio compito. Se aspro, se duro; tanto pi per ques to, dovr impegnarmi a fondo. 585 - Che cosa sono tutte queste percentuali: gli interessi composti, per cui il trascorrere del tempo diventa moneta corrente; il costo del denaro? Sono malatt ie di cui ci siamo autoinfettati, e che dipendono da come siamo fatti. In esse, non c nulla di tangibile, che possa essere visto e toccato con mano. Sono solo ind izi di un avarizia malsana. 586 - Chi si occupa di molte cose, spesso diventa vassallo della sorte; invece, la regola pi sicura farne esperienza di rado, e, per il resto, tenerne sempre con to, e non fidarsi della sua fedelt. 587 - vivo chi si rende utile a molti; vivo chi si rende utile a se stesso: inve ce, quelli che passano tutto il tempo rintanati e istupiditi dall ozio, in casa pr opria, ci stanno come in una bara. Potresti anche piantargli la lapide col nome sulla soglia di casa: in effetti, la loro vita una morte anticipata. 588 - L animo dell uomo , per sua natura, attivo e portato al movimento: ogni occasio ne per distrarsi ed eccitarsi gli gradita; ancora pi gradita, per, risulta alle in doli peggiori, che, a forza di passare con gran soddisfazione da un impegno all al tro, vanno in malora.

589 - Non trovare eccitante niente, non venire stimolati da niente che riesca, t ra minacce ed assalti, a mettere a prova la saldezza del proprio animo; invece, restare inerti, in permanente riposo: questa non tranquillit, ma accidia. INVIDIA 590 - A nessuno piace ci che ha, se si mette a guardare ci che hanno gli altri. Se qualcuno ci passa davanti, nella scala sociale, imprechiamo anche gli di, diment icando quanta gente sta pi in basso di noi, e quanta invidia incomba dietro la sc hiena di chi pu invidiare ben pochi. 591 - Soltanto quelli che percorrono la stessa strada, possono dar di cozzo tra loro. 592 - L invidia imperversa su ci che le sta vicino: tutto ci che ci posto a debita d istanza, lo consideriamo con maggiore sincerit. 593 - La folla di chi ti ammira non supera quella di chi ti invidia. 594 - Quando fai caso a quante persone ti stanno davanti, considera anche quante ti stanno dietro. Che ti importa degli altri, se hai superato te stesso? 595 - Qual la cosa pi importante? Poter pregare innalzando al cielo mani pure: no n desiderare niente di ci che, per giungere nelle tue mani, qualcun altro debba n on averlo pi. Scegliere solo quei beni sui quali non vi possa essere contesa. INVULNERABILI 596 - L essere invulnerabili non consiste nel non venire colpiti, ma nel non venir e feriti. 597 - Crediamo di essere invulnerabili anche per i nostri nemici: ognuno, in cuo r suo, si crede un re, cosicch, a se stesso, concede ogni libert, ma non permette che gli altri se ne prendano con lui. 598 - Se sei abbastanza forte per resistere a una qualsiasi disgrazia imprevista , allora potrai far fronte a tutte. L animo, una volta che la virt lo abbia reso co riaceo, diventa del tutto invulnerabile. IRA 599 - Gli altri vizi sospingono l animo, l ira lo fa cadere a precipizio. 600 - Non ti deve essere permesso nulla, finch sei adirato. Perch? Perch pretendi c he tutto ti sia permesso. 601 - Dobbiamo fare della nostra anima una fortezza: se essa ben salda, l uomo pu v enire colpito, ma non fatto prigioniero. Vuoi sapere come si fa? Basta non indig narsi, qualunque cosa ci succeda, e tenere presente come, tutto ci che sembra suc cedere a nostro danno, serve alla conservazione dell ordine universale. Piaccia al l uomo ci che piaciuto a Dio, e consideri se stesso con ammirazione, per come non p u venire sconfitto, e per come domina lo stesso male: lui che, con la ragione, de lla quale nulla pi potente, pu sottomettere il caso, il dolore e l ingiustizia. 602 - La nostra ira dura pi a lungo di qualsiasi offesa. 603 - L ira destinata a provocarmi pi danni di qualsiasi offesa. chiaro: le offese, hanno limiti ben precisi; l ira, non so fin dove mi porter. 604 - Se qualcuno adirato, diamogli il tempo di rendersi conto di ci che ha fatto

. Si punir da s. 605 - In Socrate, era un segno d ira abbassare la voce e diventare laconico. 606 - Chi adirato pu non essere irascibile; chi irascibile pu, talvolta, non esser e adirato. 607 - L ira non utile neppure quando si combatte una guerra; infatti, indulge faci lmente alla temerariet, e nel mentre tende tranelli agli altri, non bada a quelli che le vengono tesi. Solo con quel coraggio che sa guardarsi intorno con cura e attenzione, prima di venire fuori; sa dominarsi, e procedere gradatamente, seco ndo un piano ben determinato: soltanto cos, si al sicuro. 608 - L ira non rende pi forte nessuno, se non chi, senza l ira, non sarebbe stato fo rte. 609 - Il rimedio pi efficace contro l ira non reagire subito. Chiedile subito non d i perdonare, ma di considerare la questione con lucidit: i suoi assalti pi gravi s ono i primi; se la lasci aspettare, si placher. E non cercare di eliminarla tutta in una volta; verr vinta completamente solo se saprai colpirla con gradualit, par te per parte. 610 - L ira, per sua natura, spregevole, e per nulla spaventosa; invece, la maggio r parte della gente ne ha paura, allo stesso modo in cui i bambini hanno paura d i una maschera grottesca. 611 - Se pretendi che l ira dei saggi sia adeguata all infamia dei delitti abituali, non basta che si adirino; bisogna che impazziscano. 612 - Non il caso di credere alle parole di chi infuriato: il modo in cui grida potente e minaccioso, ma nell animo cova soltanto la paura. 613 - Va detto che le bestie e tutti gli essere viventi, in generale, dall ira, so no immuni; a eccezione dell uomo. Infatti, pur essendo nemica della ragione, l ira n on ha luogo dove, per la ragione, non c posto. L LEGGI 614 - Tutto ci che dobbiamo sopportare per legge universale, accettiamolo con ser enit. Ci siamo impegnati a questo giuramento: subire la nostra natura di mortali e non farci sconvolgere da ci che non in nostro potere evitare. Siamo nati sotto una monarchia: la nostra libert obbedire a dio. 615 - Una legge giusta non se tutti ne possono approfittare, ma se vale per tutt i. 616 - Chi governa si deve preoccupare non solo della salute dei suoi cittadini, ma anche che le cicatrici, nel corpo sociale, non risaltino troppo. 617 - Le leggi non si mescolano tra loro: ognuna procede per vie diverse. 618 - La nascita, una sentenza senza grazia. 619 - Ognuno si fa ingannare dalle sue illusioni, e si impone di non considerare , di quelli che ama, la condizione mortale; eppure, la natura non si mai impegna ta con nessuno a fargli grazia della propria legge ineluttabile. 620 - Molti si astengono dal fare cose proibite pi per la vergogna di infrangere le regole, che per buona volont.

621 - La morte non un male. Vuoi sapere che cos ? La sola legge valida per tutto il genere umano. 622 - Che innocenza meschina essere onesti a norma di legge! Quanto pi ampia la c asistica dei doveri umani, rispetto a quella delle leggi! Quanti obblighi impong ono il senso del sacro, la finezza dello spirito, la generosit, la giustizia, la lealt: tutti obblighi che, nei codici giuridici, non compaiono. 623 - Non c bisogno di costruire rocche levate fino al cielo, n alzare bastioni int orno a colli ardui da scalare, n scheggiare i fianchi dei monti, perch non vi si p ossa salire, n circondarsi di mura e torri a profusione: la clemenza render chi go verna sicuro anche in mezzo alla folla. L unica fortezza inespugnabile, per lui, l a more dei cittadini. 624 - Da quando si preso a venerare quella cosa che tiene in pugno tanti magistr ati, tanti giudici, e che eleva magistrati e giudici alla loro carica: il denaro ; la verit non pi oggetto di culto. Allo stesso tempo merce e mercanti, ci preoccu piamo non del valore delle cose, ma del loro prezzo: se paga essere onesti, siam o onesti; se paga essere disonesti, lo siamo. Seguiamo la via dell onesta, ma nell a prospettiva del guadagno; sempre pronti a cambiare strada, se l essere delinquen ti ci garantisce qualcosa di pi. 625 - Come si pu notare, le colpe che vengono commesse pi di frequente sono quelle che pi di frequente vengono punite. 626 - Chi magnanimo di spirito, deve obbedire a Dio, e sottomettersi senza esita zione a quanto dispone, per lui, la legge dell universo: o viene elevato a una vit a migliore, e permarr per sempre, luminoso e tranquillo, nel regno divino; oppure , di certo, non gli toccher pi alcun male, se, venendo rifuso nell ordine cosmico, f ar ritorno in seno alla natura. 627 - Le leggi sono utili alla moralit pubblica; sempre che, pi che imporre obblig hi, impartiscano insegnamenti. 628 - Una legge, bisogna che sia breve, perch anche gli ignoranti la possano sape re a memoria. Deve essere come una voce dal cielo: ordini, non discuta. Niente m i sembra pi insulso e inefficace di una legge dotata di preambolo. LIBERTA 629 - Il disprezzo del corpo sicura libert. 630 - Solo chi sfuggito alla schiavit di se stesso pu dirsi libero. 631 - Nessuna schiavit pi vergognosa di quella volontaria. 632 - Vuoi sapere che cos il male? Cedere a quelli che vengono definiti mali , e sacr ificare a essi la propria libert, in nome della quale, invece, dovremmo saper sop portare tutto. Se non disprezziamo tutto ci che ci impone un giogo, la libert socc ombe. 633 - Vuoi sentirti libero nei confronti del tuo corpo? Abitalo come se dovessi traslocare. Tieni ben saldo in mente che, prima o poi, dovrai sloggiare da quest o dormitorio pubblico per le anime; allora, al momento di andartene, sarai pi for te. 634 - La libert non consiste nel non passare sopra a nessuna offesa: questo, un e rrore. La libert consiste nel non permettere alle offese di colpire il nostro ani mo; nel predisporlo a bastare a se stesso, e non far conto del giudizio altrui.

Nello staccarsi da tutto ci che non avviene dentro di noi, perch il timore della g ente, le sue risate e i pettegolezzi, non rendano agitata la nostra vita. Infatt i, se chiunque riesce a offenderci, chi non sarebbe in grado di farlo? 635 - Molti hanno invaso la libert altrui, ma nessuno ha mai posto confini alla p ropria. 636 - Sar schiavo di molti chi schiavo del proprio corpo, vi si dedica troppo e f a dipendere da esso la sua intera esistenza. Dobbiamo comportarci non come se do vessimo vivere per il corpo, ma come se, senza il corpo, non potessimo vivere. 637 - Chiedi che cosa sia la libert? Non essere schiavi di niente; di nessuna nec essit, di nessuna circostanza esteriore: trattare la sorte da pari a pari. Il gio rno in cui comprender di essere pi potente di lei, non potr fare pi niente. Dovrei f orse sopportarla, quando domino la stessa morte? 638 - Chi per natura intollerante e impulsivo, eviti l euforia di una libert che po trebbe riuscirgli dannosa. 639 - Vuoi sapere qual il sentiero della libert? Qualunque vena del tuo corpo. 640 - Sono pochi quelli che la schiavit tiene prigionieri; i pi, sono loro a tener e prigioniera la schiavit. 641 - La schiavit una sola: chi la disprezza, per quanto grande possa essere la f olla di padroni che ha intorno, rimane libero. 642 - Vuoi sapere che cosa rende gli uomini tanto smaniosi di vivere ancora? Il fatto di non essere mai stati padroni della propria vita. 643 - Vuoi sapere chi , colui che definisco buono ? Un individuo che abbia raggiunto la massima compiutezza e indipendenza: uno che n la forza n le circostanze potran no mai rendere malvagio. LODI 644 - Il saggio, cos come, se un mendicante gli manifestasse il suo rispetto, non avrebbe motivo di compiacersene, n, se il pi infimo dei plebei non ricambiasse il suo saluto, se ne sentirebbe offeso; allo stesso modo, se una folla di ricchi g li esprimer la sua considerazione, non se ne far un vanto. Infatti, sa benissimo c he i ricchi non sono per niente diversi dai mendicanti; anzi, sono, di quelli, m olto pi miserabili, perch essi hanno ben poche necessit; loro, moltissime. 645 - Anche indizi minimi possono rivelare i gusti e le abitudini di una persona . Il modo di camminare, il gesticolare continuo; talvolta, una sola risposta; e poi, il grattarsi la testa con un dito solo, per non spettinarsi, e il modo con cui ti guarda: sono tutti indizi di un temperamento spudorato. Il modo di ridere , invece, rivela il disonesto, mentre il pazzo si riconosce dall espressione del v iso e dai gesti che fa. Il carattere di ognuno, comunque, lo scoprirai facendo c aso al modo in cui loda e a quello in cui accoglie le lodi altrui. 646 - Se desideri tanto venire lodato quanto meriti, perch vuoi dipendere dagli a ltri? Lodati da solo. 647 - Anche quella di chi, approvando, tace, lode. M MAKE-UP

640 - Tutte le arti che fanno accorrere tanta gente in citt, quelle di cui tutti parlano, hanno a che fare con l estetica del corpo, al cui mantenimento, un tempo, ci si dedicava come a quello di uno schiavo, nel mentre, ora, si fa tutto in su o funzione; come fosse lui, il padrone. 641 - A poco a poco, la smania del lusso, esaltata dal diffondersi della ricchez za, degenerata: per le vie pi traverse dell innaturalezza, tutto si confuso a un pu nto tale che tutto ci che era cosmesi femminile, diventato il corredo necessario a ogni toeletta maschile. 642 - L odore corporeo migliore, non averne nessuno. 643 - Non vivono contro natura coloro che pretendono di avere lo splendore dell ad olescenza quando, ormai, la loro et tutt altra? Che cosa pu esserci di pi crudele e i nfelice? MALATTIE 644 - Al giorno d oggi, le malattie, quanti progressi hanno fatto! Cos, quei piacer i che abbiamo bramato oltre ogni misura, e al di l del lecito, ora, li paghiamo c on gli interessi. 645 - Le nostre malattie sono nuove. Anche il nostro stile di vita. 646 - La vecchiaia una malattia incurabile. MEMORIA 647 - La vita pi breve e piena di ansie quella di chi dimentica il passato, trasc ura il presente e teme il futuro; questi sventurati, quando giungono al loro gio rno estremo, si accorgono troppo tardi di essere stati per tutto quel tempo occu pati a non far nulla. 648 - Tutto ci che umano, instabile e passeggero. Nessuna stagione della nostra v ita tanto indifesa e vulnerabile come quella che ci pi gradita: ecco perch chi ha raggiunto la perfetta felicit deve augurarsi di morire; infatti, data l incostanza e rapinosit del tempo, soltanto il ricordo del bene passato certo. 649 - Dimenticare i propri cari; far svanire, con il corpo, anche il ricordo di loro; piangerli a profusione, per poi ricordarli a stento: tutto questo, un atte ggiamento disumano, che non si addice a un individuo sensato. Si smetta di piang ere, e si sia costanti nel ricordo.

650 - Il tempo che fu, nessuno lo definisce il passato , ma ci che non torner pi . per esto che la memoria di tutti quelli che si fissano solo sul futuro labile. 651 - Qualunque cosa, se vuoi sapere che cos davvero, lascia fare al tempo: i cont orni di ci che si muove, non sono mai del tutto chiari. 652 - Facciamo in modo che il ricordo dei cari defunti ci risulti piacevole. Nes suno ritorna volentieri con la mente a ci il cui pensiero si accompagni al tormen to. Che il nome di una persona amata, dopo la sua scomparsa, ci dia una stretta al cuore, inevitabile; tuttavia, anche questa stretta, non manca di una sua dolc ezza. 653 - A chi ha dimostrato alte qualit morali dobbiamo venerazione non solo quando tra noi, ma anche quando, fisicamente, non c pi. Cos come il suo influsso benefico destinato a esercitarsi non soltanto nella sua epoca, ma restare in eredit a quel le successive; allo stesso modo, noi dobbiamo avere per lui una riconoscenza che vada oltre il tempo della sua vita.

654 - Chi considera la fine della sua felicit come un considera solo il piacere che gli viene da ci che ha, be in passato, uno stolto; infatti, gli sfugge come, un bene sicuro, in quanto non c motivo di temere che

ingiustizia, un ingrato. Chi e non sa godere di ci che eb ci che ebbe in passato, sia venga meno.

655 - Chi sa apprezzare soltanto le situazioni presenti riduce di molto i piacer i della vita. Anche nel futuro e nel passato c bellezza: nel primo, in virt delle n ostre speranze; nel secondo, della memoria. 656 - tipico dell ingrato non essere contento del proprio passato. 657 - Se ti metterai a contarli, i giorni ti sembreranno sempre pochi. 658 - Conserviamo nella mente ci che abbiamo perduto: non permettiamo che, insiem e a esso, perisca anche il frutto che ne abbiamo ricavato. L avere, ci viene strap pato; l avere avuto, mai. assai ingrato colui che, avendo perduto qualcosa, non si sente in debito per averlo ricevuto. 659 - Fatti un esame di coscienza: chiediti se hai dimostrato la tua riconoscenz a a tutti coloro coi quali eri in debito. Ti accorgerai che il bene che hai rice vuto da bambino, te lo sei scordato ancor prima dell adolescenza, e quello di cui hai fatto tesoro da giovane, non ti rimasto impresso fino alla vecchiaia. Alcuni episodi, li abbiamo persi, altri li abbiamo rimossi; alcuni sono usciti a poco a poco dalla nostra visuale, da altri, siamo noi ad avere distolto gli occhi. MERITI 660 - Chiunque, giovando a se stesso, giova anche agli altri. 661 - un motivo di scusa migliore e pi giusto l essere uomini, che l essere bambini. 662 - Con chi se lo merita, divider ogni pericolo, anche a prezzo del mio sangue. Se poi qualcuno non se lo merita, ma, semplicemente gridando aiuto , mi sar possibi le strapparlo dalle mani dei briganti, non esiter a cacciare quel grido da cui di pende la vita di un uomo. 663 - A fare del male, siamo buoni tutti. 664 - Che misera cosa non fare del male a colui cui dovresti fare del bene! 665 - L ira si lascia influenzare da circostanze vane, che esulano dalla questione di cui si tratta. Un atteggiamento troppo sicuro, una voce troppo franca, un mo do di parlare senza fronzoli, un modo di vestire troppo ricercato, la scelta di un avvocato alla moda e il favore del popolo, la esasperano. Spesso, l ira condann a l accusato per antipatia verso il suo avvocato. 666 - Io non pianger nessuno che sia lieto, e nessuno che pianga: il primo ha res o vane le mie lacrime; il secondo, con le vane lacrime, si reso indegno delle mi e. 667 - Tutti coloro ai quali, dopo che a lui, si rende necessario richiedere un f avore, riducono il merito di chi lo fa. 668 - Nessuno pu attribuirsi il merito di un dono che hai deciso di fare senza, c on questo, diminuire il tuo. 669 - Sentirsi ricordare sempre i meriti altrui nei nostri confronti, cosa che s trazia e opprime.

670 - C una bella differenza se qualcuno va contro la mia volont, oppure non la ass econda; se mi ruba qualcosa, oppure non me la d. Invece, noi mettiamo sullo stess o piano chi ci porta via qualcosa e chi ce la nega; chi distrugge le nostre sper anze e chi le lascia in sospeso; chi agisce contro di noi e chi agisce a proprio favore per affetto verso altri, o per odio verso di noi. 671 - Chi ha fatto un favore, taccia; sta a chi lo ha ricevuto, raccontarlo agli altri. 672 - Discendiamo tutti dalla stessa origine. Il genere umano ha avuto inizio da llo stesso seme. Nessuno pi nobile di un altro, se non chi di animo pi onesto e pi predisposto a fare il bene. 673 - possibile che il migliore vinca, ma chi vince non potr non essere il peggio re. 674 - In noi sono insite, in potenza, tutte le stagioni della vita e tutte le ar ti. il magistero divino a sviluppare dal profondo del nostro essere le qualit spi rituali di ognuno. 675 - L argomento inamovibile da cui devono avere origine tutte le nostre argoment azioni che l onest non la si debba perseguire se non perch onesta. 676 - Della propria morale, ognuno responsabile; i mestieri, li assegna il caso. 677 - Non c da vergognarsi se non si ottiene ci che ci si preposti; purch si sia ott enuto di preporselo. 678 - Colui che dobbiamo ringraziare per il danno che ci procura il pi insidioso dei malfattori. 679 - Chi stato gentile e premuroso nei miei confronti, comportandosi con genero sit, ma poi si dimostrato, spesso, superbo, offensivo, rozzo, mi ha messo nella c ondizione di non avere pi nessun obbligo nei suoi confronti; come se, da lui, non avessi ottenuto nulla. 680 - Esistono persone che ci fanno del bene senza volerlo; anzi, proprio perch n on vogliono. 681 - Se qualcuno mi ha fatto del bene senza rendersene conto, non gli devo null a; se mi ha fatto del bene senza volerlo, non gli devo nulla; invece, se mi fatt o del bene, ma con l intenzione di farmi del male, lo imiter. 682 - Ti posso fornire molti esempi di persone ai quali i loro vizi non hanno ar recato danni; alcuni, ne hanno tratto addirittura vantaggi. 683 - Un muro ci protegge dai nemici e dalla razzie dei briganti; eppure, tutti sanno quale sia la paga giornaliera di chi edifica quei bastioni che, svettando sulla citt, saranno il baluardo della sicurezza pubblica. Se volessi fare l elenco, nelle occupazioni umane, di tutto ci che costa poco, ma vale molto, non finirei pi. Dunque, perch, se al medico e all insegnante devo di pi di quanto li pago, non gl i do quanto meritano? Perch non sono soltanto un medico e un insegnante, ma amici , e il mio debito nei loro confronti non deriva dal servizio che mi prestano, ma dall affetto premuroso che dimostrano nei miei confronti. Di conseguenza, se il m edico non fa altro che sentirmi il polso e mi considera un semplice numero tra t utti i pazienti in sala d attesa, prescrivendomi le terapie ed indicandomi ci da cu i mi devo astenere col pi assoluto distacco emotivo, gli devo soltanto la sua par cella; per lui, infatti, non sono un amico, ma un cliente. Allo stesso modo, non c motivo che ammiri e rispetti il mio insegnante se, per lui, gli allievi sono un gregge in cui l uno vale l altro. Se ha pensato non avessi diritto a un attenzione sp

ecifica, come si deve a ogni singolo essere umano, e ci che ha insegnato, non l ho appreso da lui, ma afferrato al volo, nel mentre lo gettava nel trogolo comune, io non gli devo nulla. 684 - Un individuo onesto fa quel che fa perch non pu comportarsi diversamente; al trimenti, infatti, non sarebbe un individuo onesto. Dunque, siccome un individuo onesto tale perch compie il suo dovere, e non pu non compierlo, quando fa del ben e, non lo si pu considerare un benefattore. 685 - Nel corpo degli uomini sono state innestate sementi divine. Se le ottiene in sorte un buon coltivatore, producono germogli degni della loro origine, e di natura analoga; se, invece, il coltivatore inetto, i semi, come fossero stati pi antati in un terreno sterile e paludoso, muoiono, e, invece di messi, spuntano e rbacce. 686 - I servigi pi grandi sono quelli che riceviamo dai genitori; senza che ne si amo consci, o lo vogliamo. 687 - La vita, se la sai sfruttare, lunga. 688 - Chi si preoccupa di progredire appartiene ancora alla massa degli stolti; tuttavia, una grande distanza lo separa da essi. 689 - Non un merito tirare fuori qualcuno dai guai, quando si quelli che lo ci s i cacciato dentro. 690 - La sofferenza ci fa tutti uguali: nessuno pi fragile di un altro, nessuno p i sicuro di arrivare a domani. 691 - I vizi di molti restano nascosti perch sono deboli; quando le loro forze di verranno adeguate, essi non esiteranno a quell audacia che gli ha permesso la pros perit degli altri vizi. Ci che manca loro, sono i mezzi per mettere in atto il mal e che gli si annida dentro. 692 - Spesso, nella scala del successo, tra il gradino pi alto e quello pi basso, la distanza solo apparente. 693 - Cos come chi trascura se stesso non danneggia s soltanto, ma anche tutti col oro cui avrebbe potuto, rendendosi migliore la qualit della vita, fare del bene; allo stesso modo, chi si comporta nobilmente con se stesso, fa del bene anche gl i altri, perch crea una situazione dalla quale anche loro trarranno vantaggi. 694 - Tra due individui di animo nobile non migliore quello pi ricco, cos come, tr a due timonieri parimenti provetti, non diresti che il possessore della nave pi g rande e sfarzosa, il migliore. 695 - Non ti meravigliare se nessuno contraccambia il favore che gli hai fatto; infatti, tutti sono convinti che avrebbero meritato qualcosa di meglio. 696 - A essere oneste, sono le nostre azioni, non ci che facciamo. 697 - Nessuno venuto al mondo per la nostra gloria; n, ci che stato prima di noi, ci appartiene. 698 - L animo rende nobili: una nobilt alla quale, da qualunque condizione sociale si provenga, e senza che la sorte possa interferire, possibile elevarsi. METE 699 - Chi segue una via, ha una meta da raggiungere; l errare, invece, non ha limi

ti. 700 - Colui che credi estinto, ti ha solo preceduto. Siccome devi percorrere la sua stessa via, che c di pi insensato del piangere chi solo andato in avanscoperta? 701 - Facciamo ci che si fa, di solito, nei viaggi: chi si alzato troppo tardi, c ompensa con la velocit la sua pigrizia iniziale. L animo, ogni volta che considera la grandezza dell impresa che si preposto, se pensa non a quanto gli resta da vive re, ma a quanto gli resta da fare, diventa pi nobile. 702 - Sono pochi quelli che trattano se stessi e le proprie occupazioni secondo un preciso progetto; gli altri, non procedono in avanti, ma vengono trascinati, come relitti su di un fiume. Tra di loro, alcuni li porta una dolce corrente, ch e li sospinge pian piano; altri li incalza un gorgo impetuoso; altri ancora, l esa urirsi della spinta li depone vicino alla riva; certi, infine, il rinvigorirsi d ella marea li disperde in mare aperto. Ecco perch dobbiamo stabilire una volta pe r tutto che cosa vogliamo, e rimanere saldi nei nostri propositi. 703 - cosa nobile impegnarsi non considerando le proprie forze, ma quelle che la natura, in potenza; ci ha dato, e concepire alti traguardi, superiori anche a q uelli possibili a chi la natura ha dotato di un animo grande. 704 - Gli uomini preferiscono sempre ci a cui hanno rinunciato. 705 - Dice bene Vagellio, in quella sua famosa poesia: ere dal cielo . Se devo cadere, vorrei cad

706 - Non potrai citarmi nessuno che sappia in che modo ha cominciato a volere c i che vuole: infatti, non vi arrivato per scelta, ma vi incappato sullo slancio d i un impulso irrazionale. La sorte ci assale non meno di quanto noi assaliamo le i. una vergogna non camminare con le proprie gambe, ma venire trascinati, e in m ezzo al turbine degli eventi chiedere, all improvviso, stupiti: Ma io, qui, come ci sono arrivato? 707 - Alcune sostanze, aumentando la quantit, cambiano non di dimensioni, ma di s tato: diventano altre sostanze. Perch l ultima aggiunta, anche se piccola, produce un effetto cos grande? Perch non accresce, ma porta a compimento. 708 - La smania confusionaria non operosit, ma irrequietezza di una mente esagita ta; per, giudicare fastidiosa ogni faccenda, non amor di quiete, ma indolenza e a ccidia. 709 - Ci sono persone che, dopo avere ottenuto tutto, desiderano ancora qualcosa : tale la cecit della mente, e a tal punto ognuno, quando ha fatto qualche passo in avanti, dimentica da dove partito. 710 - Passare in rassegna tutte le et della propria vita, caratteristica di chi a bbia uno spirito sereno e sicuro di s; invece, lo spirito di chi sempre affaccend ato, quasi fosse sotto un giogo, non pu mai voltarsi indietro a guardare. La vita di costoro sprofonda in un baratro: come un vaso privo di fondo, per quanto si cerchi di colmarlo, non conserva niente; allo stesso modo, non importa quanto te mpo sia loro concesso, visto che non pu depositarsi da nessuna parte, ma filtra a ttraverso le sconnessure e i fori del loro animo. 711 - Esiste un luogo in cui tutti finiamo. Coloro che crediamo defunti, ci hann o solo preceduti. 712 - Non esiste, in nessun luogo della terra, cosa preferibile alla vita contem plativa.

713 - Ognuno consideri i motivi che lo rendono lieto o triste, e si render conto di come davvero tutte le imprese umane rimangano abbozzi incompiuti, e la vita d i ognuno non sia pi sacra o seria di un progetto rimasto sulla carta. 714 - Chi sembra non fare nulla, vuol dire che si dedica alle cose pi importanti: esplora questioni umane e divine allo stesso tempo. 715 - Quando la natura si riprender il mio respiro, o la ragione lo congeder da me, nell uscire di scena mostrer di avere amato la coscienza pulita, le buone intenzio ni, il proposito di non limitare mai la libert altrui, e tanto meno la mia : chi si proporr tutto questo, e cercher di realizzarlo, si innalzer verso gli di; e anche s e non riuscir nell impresa, almeno cadr sulla via della gloria. 716 - La natura non d virt: diventare buoni, un arte. 717 - Anche se, per ottenere altre cose, la condizione sociale e la nobilt di nas cita rappresentano un grande vantaggio, la virt a disposizione di tutti. Essa non considera nessuno indegno di lei; purch, di lei, si intenda essere degni. 718 - Non dico che il saggio camminer sempre con lo stesso passo; ma sulla stessa strada, s. 719 - Nessuno si prefigge ci che vuole, n, essendoselo prefisso, persevera nel suo proposito; piuttosto, salta a un altro, e non solo cambia direzione, ma torna s ui suoi passi, rivolgendosi di nuovo a ci che aveva abbandonato e condannato. 720 - Alcuni, la vita li abbandona quando hanno appena cominciato a lottare, e p rima ancora che potessero maturare le loro splendide ambizioni; altri, li abband ona quando, mediante mille azioni disonorevoli, sono giunti con fatica agli onor i delle cariche pubbliche, per poi accorgersi che tutta quella fatica stata spes a solo per rendere pi solenne il loro epitaffio; altri ancora, li stronca il far uso, tra progetti e speranze perseguite con sforzi massicci e ostinati, della lo ro decrepita vecchiaia come fosse una seconda giovinezza. 721 - Perch dovrei domandare alla fortuna di darmi, in futuro, una prosperit che r imane esposta al capriccio della sorte, quando posso domandarle di darmi, subito , la forza di non pretendere nulla? E che senso ha, infine, domandare? Dovrei fa r finta di non conoscere la fragilit della condizione umana, e mettermi ad accumu lare denaro? Una fatica simile, che senso ha? Ecco: questo giorno, l ultimo; e se anche non lo , dall ultimo, non molto lontano 722 - Tutti escono dalla vita come se vi fossero appena entrati . Prendi chi vuoi: un giovane, un vecchio, un uomo di mezza et; scoprirai che, allo stesso modo, tem ono la morte e non sanno vivere. Nessuno pu vantarsi di aver realizzato appieno s e stesso: siamo tutti abituati a rimandare ogni cosa al futuro. Nella massima ci tata, ci che mi piace di pi il suo accusare i vecchi di infantilismo. 723 - Protesto, litigo, mi arrabbio: le tue aspirazioni sono ancora quelle che h anno avuto per te la tua nutrice, i tuoi insegnanti o tua madre? Non capisci qua nto male c era, in quelle aspirazioni? Oh, quanto ci sono funesti i desideri dei n ostri cari! E pi si realizzano, pi ci sono avversi. 724 - Bisogna cercare ci che il tempo non sappia, giorno per giorno, rendere pegg iore. Che cos ? Lo spirito, se onesto, buono e grande. In che altro modo lo si potr ebbe definire, se non come un dio che ha preso dimora nel corpo di un uomo? MODELLI 725 - Scegli l aiuto di una persona che ammiri di pi per aver visto quel che fa, pi uttosto che per quel che dice.

726 - Anche se in te comparir una somiglianza con qualcuno del quale l ammirazione abbia fortemente impresso in te i lineamenti, tuttavia, vorrei che gli assomigli assi come un figlio, e non come un ritratto. I ritratti, vanno bene per i santin i dei morti. 727 - Un grand uomo, stargli vicino, porta vantaggio anche quando tace. 728 - Facciamo vedere esempi degni di lode, e si trover qualcuno disposto a imita rli. 729 - Ognuno, rendendo gli altri peggiori, rende peggiore anche se stesso. 730 - Se ritieni che i nostri vizi siano innati, sbagli: ci piovono addosso; ci vengono inculcati. 731 - Non si pu seguire la retta via: i genitori, la servit, ci portano fuori stra da. Nessuno sbaglia per se solo, ma diffonde la propria irrazionalit su chi gli s ta vicino, da lui attingendo, al contempo, la propria. 732 - Beato chi capace di correggere i difetti altrui non solo di persona, ma an che quando viene evocato nella fantasia. Beato chi ha stima di qualcuno al punto che il solo ricordarsi di lui basta a ridargli l equilibrio interiore: riportarlo sulla retta via. Chi sa stimare a tal punto qualcuno, ben presto verr, a sua vol ta, altrettanto stimato. 733 - Si ha bisogno di qualcuno sulla base del quale poter regolare il nostro co mportamento. I difetti si correggono solo ricorrendo a norme certe. 734 - Sia che la sorte ci costringa alla sua legge inesorabile; sia che un dio, reggitore dell universo, abbia ordinato tutto secondo i propri intendimenti; sia c he il caso confusamente sospinga senza posa le umane vicende: comunque sia, la f ilosofia deve proteggerci. Essa ci esorter a obbedire volentieri a Dio, e con ril uttanza al destino. Ci insegner a seguire Dio e sopportare la sorte. 735 - Se ci appaghiamo di ci che stato gi scoperto, non scopriremo mai nulla. Inol tre, chi ricalca le orme di un altro, non solo non trova nulla, ma non cerca nul la. 736 - Chi suscita il desiderio di emulazione, rendendone, al contempo, vana la s peranza, fa solo del male. 737 - Chi si occupato, prima di noi, di tutte le questioni da noi discusse, non nostro signore, ma nostra guida. La verit non ha confini: ancora, non l ha colonizz ata nessuno. Una gran parte di essa, rimane preda dei posteri. MORALE 738 - Chi non sa che il saggio, su cosa sia bene e cosa male, non ha le pinioni di tutti? Egli non rispetta i canoni morali umani, non segue le aestre dove cammina la folla; piuttosto, cos come le stelle si muovono ne contraria rispetto a quella del cielo, il suo itinerario, rispetto a ell opinione pubblica, va dalla parte opposta. MORTE 739 - Ecco un rimedio che salva la vita: il disprezzo della morte. Se sfuggiamo a quel timore, non pu esistere pi nulla di doloroso. 740 - Non mi interessa affatto che, alla mia morte, si faccia un gran chiasso: l stesse o strade m in direzio quello d

a morte fa, ovunque, lo stesso chiasso. 741 - Vuoi vivere; ma, sai vivere? Temi la morte; e perch mai? Questa vita, non g i morte? A Caligola, mentre passava per la via Latina, un vecchio con la barba ch e gli scendeva fino al petto, e che avanzava in mezzo a una colonna di forzati, chiese che gli desse la morte. Allora perch, adesso, sei vivo? , rispose. Questo bis ognerebbe rispondere a coloro per i quali la morte sarebbe un rimedio: Hai paura della morte; perch, adesso sei vivo? 742 - Prima della vecchiaia, mi preoccupavo di vivere bene; ora che sono vecchio , di morire bene. 743 - Gli spiriti pi elevati non amano soggiornare a lungo nel corpo: non vedono l ora di uscire, di saltarne fuori. Una simile prigionia gli risulta molesta, abit uati, come sono, a non avere confini, vagare nei cieli infiniti e contemplare da ll alto le umane vicende. 744 - Ricordati che chi morto non pu avvertire alcun male. Infatti, se lo avverti sse, non sarebbe morto. 745 - Se si ha compassione dei morti, si dovrebbe avere compassione anche di chi non nato. 746 - Della morte, legge incombente su tutti, un gran conforto sapere che non po tr tornare per nessuno. 747 - La morte, non pu far danni: infatti, ci a cui essa possa far dei danni, dovr ebbe, prima di tutto, esistere. 748 - Se consideri la fine della tua vita non come una punizione, ma come una le gge di natura, nel tuo cuore, poich hai saputo scacciarne la paura della morte, n on ardir entrare nessun altra paura. 749 - Che cos la morte? Una fine, o un passaggio. Della fine, non ho paura - infat ti, non diversa dal non aver mai cominciato - del passaggio, neanche, perch da ne ssuna parte mi sentir cos angustiato come qui. 750 - Il nostro sbaglio questo: la morte, la consideriamo davanti a noi; invece, una gran parte di essa sta dietro di noi. Tutto il tempo gi trascorso, fa parte della morte. 751 - La morte la liberazione da tutti i dolori, il confine che i nostri mali no n possono superare: essa ci fa tornare a quella tranquillit in cui eravamo sospes i prima di nascere. 752 - Nessuno accoglie lietamente il sopraggiungere della morte, se non chi si a lungo preparato a farlo. 753 - La morte consacra quelli la cui fine viene lodata anche da chi ne ha il te rrore. 754 - Tutto ci che sembra morire, muta di stato. 755 - Se qualcosa ti impedisce di vivere bene, non ti impedisce, per, di morire b ene. 756 - La morte non n un bene n un male: infatti, soltanto ci che , pu essere bene o m ale; invece, ci la cui natura di non essere nulla, e ridurre al nulla tutto ci che , non pu farci nulla. Il male e il bene, per sussistere, hanno bisogno di esprime rsi su ci che esiste.

757 - Se non vuoi temere mai la morte, pensa continuamente a lei. 758 - Bisogna sfidare la morte con coraggio, sia che ci assalga con grande dispi egamento di forze, sia che ci condanni a una fine triviale e ordinaria. Non impo rta con quanta forza ci minacci, e quanto potere dispieghi contro di noi: il bot tino che pu fare, ben misero. Ci che ci pu portare via, lo possono fare anche la ve cchiaia, un mal d orecchie, un ristagno, in noi, di linfa cattiva, un allergia alime ntare, una leggera ferita a un piede. 759 - L importante, che sappiamo individuare da che giorno ha inizio la nostra mor te. 760 - La sorte non pu rapire a s ci che la natura ha lasciato andare; dunque, colui che non esiste pi, non pu essere infelice. 761 - La morte ti cerca. Dovresti temerla se potesse rimanere con te; invece, in evitabile che o non ti raggiunga, o passi oltre. 762 - Come sono inconsapevoli della loro disgraziata condizione, coloro che non lodano la morte, e non la aspettano persuasi si tratti della pi proficua invenzio ne della natura! Sia che faccia da coronamento alla felicit, sia che tronchi la s ventura; sia che ponga un termine al tedio e l infermit della vecchiaia; sia che es tirpi nel fiore degli anni un giovane le cui speranze non sono ancora state delu se, oppure riconvochi a s i bambini, prima che la vita li sottoponga alle prove p i dure: per tutti, essa un traguardo; per molti, un rimedio, per alcuni, un augur io. Nessuno, per, deve esserle pi riconoscente di coloro che raggiunge prima che l a bbiano dovuta invocare. 763 - Chi ha appena cominciato a vivere, non pu essere pronto a morire. Per quest o dobbiamo far s che la nostra vita ci appaia pienamente vissuta. Chi non se ne a ccorto, e ha cominciato solo da pochi istanti a prendere in mano la sua vita, co me pu farcela? 764 - Convinciti che falsa, quella frase che si sente sempre in bocca agli ignor anti: bello morire di morte naturale . Tutti muoiono di morte naturale: tutti muoio no, infatti, nel giorno che, per loro, ha deciso il destino. Quando muori, del t uo tempo, non ti viene sottratto nemmeno un attimo. Il tempo che ti sopravvive, non pi il tuo. 765 - La vita dell uomo una cosa da niente, ma il disprezzo della vita una gran co sa. 766 - Una vita che duri a lungo, non per forza una vita migliore; una morte che duri a lungo, per, senz altro la morte peggiore. 767 - Noi tutti compiamo lo stesso errore: pensiamo che soltanto i vecchi con un piede gi nella fossa si avvicinino alla morte; invece, gi l infanzia, e poi la giov ent, e ogni anno della nostra vita, ci conducono a essa. Il destino fa quello che deve fare; soltanto, ci toglie la percezione del nostro progressivo morire: per insinuarsi in noi pi facilmente, la morte prende l apparenza della vita stessa. 768 - La morte cos poco temibile che, grazie a lei, non dobbiamo temere nulla. 769 - La natura mi ha incatenato a questo grave fardello che il mio corpo. Morir; come dicessi: smetter di potermi ammalare; smetter di poter venire imprigionato. Smetter di poter morire. 770 - La morte, o ci annulla, o ci libera: se ci libera, eliminata la materia, c i resta la parte migliore di noi; se ci annulla, non resta niente; e, n bene n mal

e, esistono pi. 771 - Che motivo c di lamentarsi; qual il danno, se ci che era destinato a finire, vien meno? 772 - Almeno a due passi dalla morte, vedi di farcela: fa o prima di te. s che i tuoi vizi muoian

773 - Chi teme ci di cui non soffrir stolto come chi teme ci di cui non potr neanche accorgersi. O forse qualcuno crede che potr avvertire quell evento in seguito al q uale non potr pi sentire niente? N NATURA 774 - La natura esige da noi un certo debito; se ne contraiamo uno pi grande, per pura vanit. 775 - Non esiste saggezza che possa eliminare i difetti naturali, sia del corpo che dello spirito. Tutto ci che insito e innato pu venire attenuato dalle virt appr ese, ma non estirpato. 776 - La natura ci ha affidato la cura di noi stessi; se vi indulgiamo troppo, p er, essa diventa fonte di vizi. 777 - Che altro la natura, se non Dio: il modo in cui la divina razionalit compen etra ogni cosa, e il progetto complessivo dell universo? 778 - Io sono in armonia con la natura: la saggezza consiste nel non allontanars i da essa e seguire le sue leggi e il suo esempio. Dunque, felice la vita di chi si adegua alla propria natura: a questo, per, si pu aspirare soltanto avendo uno spirito sano, e la cui salute non subisca mai attacchi; in secondo luogo, uno sp irito che sia forte e volitivo; poi, che sia estremamente paziente, adattabile a lle circostanze, capace di provvedere ai bisogni del proprio corpo, ma senza ipo condria; infine, che sia anche in grado di apprezzare tutti gli altri beni che a bbelliscono la vita, ma senza dar troppa importanza a nessuno di essi. Un animo che sappia sfruttare i doni della sorte, senza mai diventarne schiavo. 779 - Chi saggio non si adirer mai con chi sbaglia. Perch? Perch sa che saggi non s i nasce, ma si diventa. Sa che pochissimi riescono a superare tutte le stagioni della vita senza perdere la loro saggezza; egli, infatti, ha ben chiara, la cond izione umana, quale sia, e nessuno, se non i pazzi, si adira con la natura. Che diresti, se qualcuno si meravigliasse perch nelle foreste non crescono frutti com mestibili? Oppure perch i rovi e le erbacce non danno utili messi? Quando la caus a di un difetto la natura stessa, non c posto per l ira. 780 - Il bene secondo natura; ma non per questo ci che secondo natura, sempre un bene. 781 - Il pregio maggiore che ci ha dato la natura che la virt fa penetrare il suo raggio nel cuore di tutti; anche quelli che non la seguono, la vedono. 782 - Non c dubbio che il mondo, quando non era ancora esausto, abbia prodotto cre ature migliori. 783 - La nostra condizione originaria natura ha fatto in modo che non ci sia bene: tutti possono rendersi felici. I e non hanno un grande effetto, in ogni buona, a patto che non la abbandoniamo. La bisogno di una gran opulenza, per vivere beni acquisiti, sono cose di poco conto, senso, sulla nostra vita. Il saggio non

si lascia esaltare dal favore della sorte, n abbattere dalla sua avversit; infatti , egli si sempre sforzato di contare soltanto su se stesso, e trovare ogni motiv o di gioia soltanto nel proprio spirito. 784 - La natura stessa non si pu riprendere ci che ha dato: chi muore, tuttavia, v issuto; chi ha perso il lume degli occhi, tuttavia, ha avuto la facolt di vedere. 785 - Niente di ci che possediamo necessario. Ritorniamo alla legge di natura: og ni ricchezza, a portata di mano. 786 - Non possiamo accusare la natura di essere maliziosa; infatti, le uniche co se difficili da scoprire, in essa, sono quelle il cui unico vantaggio sta nel me rito di averle scoperte; invece, ci che pu renderci migliori e pi felici, la natura lo ha posto alla luce del sole, a portata di mano. 787 - Moriamo peggiori di come siamo nati. La colpa nostra, non della natura. Es sa ha il diritto di lamentarsi con noi, e dire: Che succede? Vi ho generati esent i da cupidigia, paura, superstizione, perfidia, e da tutti gli altri mali. Dunqu e, perch, dalla vita, non ve ne andate uguali a come vi siete entrati? 788 - Ritengo che l unica causa dell umana miseria sia il fatto che l uomo creda, in n atura, esista qualcosa capace di produrre l umana miseria. 789 - Chi sapr restare nei confini segnati dalla natura, non avvertir la povert; ch i uscir da questi confini, verr perseguitato, anche in mezzo alle pi opulente ricch ezze, dalla povert. 790 - Nulla, in questo mondo, si estingue, ma declina e poi risorge, con ricorre nte moto. L estate se ne va, ma un altro anno la ricondurr con s; l inverno finisce, m a la stagione fredda lo far tornare. La notte scaccia il sole, ma il giorno, pres to, avr ragione di lei. L orbita delle stelle le riporta nel luogo del cielo che av evano abbandonato: sempre, una parte del cielo sorge, e l altra tramonta. NEMICI 791 - Ognuno insegue se stesso; e lo perseguita, molestissimo compagno. 792 - Gli elefanti e i leoni, dopo avere abbattuto un ostacolo, passano oltre; l o stinazione nel colpire propria delle bestie ignobili. 793 - Vivi in modo tale da non dover confidare niente a te stesso che tu non pos sa confidare anche ai tuoi nemici. 794 - Alcuni ci sono eterni nemici non solo dopo che gli abbiamo fatto del bene, ma proprio per questo. 795 - Mettersi in contrasto con un nostro pari impresa dall esito incerto; con chi ci superiore, da pazzi; con chi ci inferiore, meschina. 796 - Fa nto. NOIA 797 - Il tedio esistenziale non pu colpire chi si occupa di argomenti nobili, mul tiformi e divini: l inerzia senza stimoli a far s, abitualmente, che la vita detest i se stessa. A chi volge lo sguardo, senza limiti, sulla natura, la verit non ver r mai a noia: sono le false verit, a disgustare. 798 - Dobbiamo essere ben consapevoli di come i mali di cui soffriamo non sono d attenzione a che la tua ira non diventi, per i tuoi nemici, un divertime

ovuti ai luoghi della nostra esistenza, ma a noi stessi. Non abbiamo la forza di sopportare alcunch; tutto ci d fastidio: piaceri, fatiche, noi stessi. Qualcuno a rrivato a morirne: dato che, pur mutando sempre progetti, si ritrovava sempre ne lla stessa situazione, e non vedeva, intorno a s, che un atmosfera stagnante, la vi ta e il mondo intero, a costui, vennero a noia, fino a che si pose la solita dom anda di colui al quale i piaceri hanno reso l animo torbido: Fino a quando, le stes se cose? 799 - ridicolo correre incontro alla morte per la noia di vivere quando si vissu to in modo tale che, di correre incontro alla morte, non se ne pu fare a meno. 800 - Ci sono persone che vengono colpite dalla nausea di fare e vedere sempre l e stesse cose. Non odiano la vita; per, non ne possono pi. Un po di colpa, se ci ca pita di scivolare in questa condizione, ce l ha la filosofia, col suo ripetere: Fin o a quando, sempre le stesse cose? Dunque: mi sveglier, dormir, manger, avr fame, av r freddo, avr caldo. Nessuna cosa ha uno scopo, ma tutto connesso in un ciclo di e venti che passano e si susseguono: la notte incalza il giorno, e il giorno, la n otte; l estate declina nell autunno; l autunno braccato dall inverno che, a sua volta, v iene stroncato dalla primavera. Tutto passa, per poi ritornare. Non faccio nient e di nuovo, non vedo niente di nuovo. Alle volte, viene la nausea anche di quest o . Per molta gente, la vita non una pena, ma qualcosa di inutile. 801 - Soltanto il saggio apprezza ci che ha: proprio degli stupidi soffrire per i l tedio di s. O OBLIO 802 - Se la condizione pi felice non essere mai nati, quella che le pi prossima cr edo sia, dopo una vita breve, ritornare alla quiete indifferenziata del tutto. 803 - La velocit del tempo infinita, come appare con evidenza a chi si ferma, e v olge lo sguardo all indietro. A chi tutto preso dal presente, invece, essa sfugge: a tal punto lieve il trascorrere di questa precipitosa fuga. 804 - Ci sono persone che si mettono a raccontare le loro buone azioni ad ogni c rocchio di gente per strada. Ne parlano quando sono sobri; quindi, quando sono u briachi, non possono certo trattenersi. Sfiniscono di queste chiacchiere perfett i sconosciuti, e le confidano agli amici. proprio per mettere un freno a questo rinfacciare dalla memoria fin troppo buona che prescriviamo, a chi ha fatto del bene, l oblio. 805 - Chi intende liberarsi di un amore, deve evitare tutto ci che gli ricordi la persona amata (infatti, nulla pi facile a divampare di nuovo, che l amore); allo s tesso modo, chi desidera sollievo al rimpianto per tutto ci che, un tempo, ha des iderato ardentemente, deve distogliere occhi e orecchie dai relitti del proprio passato. 806 - Se desideri cos tanto una vita pi lunga, considera che nessuna creatura, qua ndo scompare dalla nostra vista, per ritornare in quella natura da cui proviene, e dalla quale, presto, verr rimandata nel mondo, va perduta. Cessa di essere, ma non muore. La morte, che tento temiamo e cui ci opponiamo con tutte le nostre f orze, un intervallo nella vita, non la sua fine. Verr di nuovo, quel giorno desti nato a generarci alla luce; eppure molti, se non rinascessero senza la memoria d el passato, rifiuterebbero di vedere quel giorno. 807 - Ci tormentiamo per il presente, il futuro, o entrambe le cose. Sul present e, dare un giudizio, facile: se il tuo corpo non in catene, sano, e nessuno gli fa torto o violenza, a vedere che cosa riserva il futuro, si far sempre in tempo.

Per oggi, intanto, non c motivo di preoccuparsi. OFFESE 808 - Ci che ferisce, deve essere pi forte di ci che viene ferito. La malvagit non p i forte della virt; dunque, il saggio non pu venirne ferito. Soltanto i malvagi cer cano di ferire chi di animo nobile; costui, coi suoi simili, vive in armonia, ne l mentre i malvagi sono deleteri per gli animi nobili cos come lo sono l uno per l al tro. Ma se soltanto chi pi debole pu restare ferito, e i malvagi sono pi deboli dei nobili di spirito, siccome questi ultimi posso temere ferite soltanto da parte di chi non come loro, ne risulta che il saggio non pu subire nessuna ferita. 809 - Nessuno pi disposto a calpestare gli altri di chi ha imparato a insultare a forza di venire, di continuo, insultato. 810 - Il saggio sempre al sicuro: nessuna ingiuria, nessuna offesa, possono colp irlo. 811 - Spesso ci adiriamo non con quelli che ci hanno offeso, ma con quelli che s iamo convinti lo faranno. Come vedi, dunque, l ira non ha origine dalle offese. 812 - Come le creature celesti sfuggono agli attacchi dell uomo, e la natura divin a non trae alcun danno da coloro che distruggono i templi e scalzano dal piedist allo le statue; allo stesso modo, tutto ci che si perpetra con protervia, accanim ento, superbia, contro il saggio, sforzo vano. 813 - Ci sono cose che ti indignano e di cui ti lamenti; e non capisci che, in e sse, il male, sta proprio nel fatto che ti indigni e ti lamenti. 814 - Chi non vuole accettare nuovi favori, vuol dire che si offeso per quelli c he ha ricevuto. 815 - segno di un animo nobile non far caso alle offese: il modo pi offensivo per vendicarsi di un offesa consiste nel dimostrare a chi ce l ha fatta che non lo si c onsidera degno della nostra vendetta. 816 - Chi scende a lite, diventa un attaccabrighe: se anche vince, moralmente, h a fatto pari e patta col suo avversario. 817 - Distinguiamo l ingiuria dall offesa: la prima , per sua natura, pi grave; l altra, pi lieve, ed grave solo per le anime sensibili. Infatti, non fa danni, ma rattri sta. Tuttavia, la stupidit e vanit umana tale che, per alcuni, non c niente di pi asp ro da subire. 818 - Gli infortuni dell animo vanno trattati come quelli del corpo. Spesso una co ntrattura che si sarebbe potuto sciogliere con la pazienza diventata, a causa di un brusco strattone, una frattura vera e propria. 819 - Chi, affidandosi soltanto alla ragione, avanza lungo i casi umani con l anim o di un dio, non esposto in alcun modo a ferite. 820 - I permalosi cui ogni offesa riesce molesta dimostrano di non avere n arte d el ben vivere n fiducia in se stessi. Persone simili rivelano apertamente di sent irsi disprezzate: proprio un simile atteggiamento, per, comporta in loro un certo grado, in origine, di meschinit. Infatti, come se, cos facendo, accettassero il p ubblico disprezzo. Il saggio, invece, non perde mai la propria autostima, perch, della sua grandezza, ben conscio. 821 - Quello che mi capita, lo merito o no? Se lo merito, non un offesa, ma giusti zia; se non lo merito, a vergognarsi deve essere chi ingiusto con me.

822 - Ci che viene definito offesa , a che cosa si riduce? La gente scherza sulla mi a testa pelata, la vista corta, le gambe secche e la statura: che razza di offes a sarebbe sentir proclamare cose evidenti? Ci che, se detto di fronte a una sola persona, ci fa ridere, se lo dicono in pubblico, ci fa infuriare. Non lasciamo a gli altri la libert di dire quello che noi, di noi stessi, diciamo abitualmente. 823 - Perch agli insolenti e a chi ama fare il brillante a spese degli altri veng a meno ogni occasione di scherno, basta essere i primi a sfottersi. Chi ride di se stesso, agli altri non apparir mai ridicolo. 824 - Togliere a chi ti ha fatto un offesa il gusto di avertela fatta, una forma d i vendetta. OPINIONI 825 - Credi che l opinione pubblica possa essere univoca? Nemmeno l opinione di un s olo individuo, mai univoca. 826 - Prendere le distanze da un opinione sbagliata di cui, nel frattempo, ci si r esi conto, e che, ora, si biasima, non un indizio di superficialit. Bisogna dire, in totale buona fede: Non sapevo che le cose stessero cos; ho preso un abbaglio . I nvece, sostenere con ci che ho detto, io rimango coerente, qualunque cosa sia. Non sono una banderuola, io! : questo, un perseverare che sa di superba stupidit. 827 - Protagora dice che su ogni questione, allo stesso modo, si pu sostenere cor rettamente un opinione e il suo esatto contrario. Compresa questa sua opinione. 828 - Le cose stanno cos: alle opinioni, diamo credito con molta prontezza. Non m ettiamo alla prova le ragioni delle nostre paure, per poi scrollarcele di dosso; invece, ci abbandoniamo all angoscia, e volgiamo loro le spalle, alla maniera di quei soldati che, scorgendo il polverone sollevato da una mandria in fuga, si pr ecipitano fuori dell accampamento. 829 - Il pregiudizio, a ci che la natura ci impone, aggiunge molto di suo. 830 - Nessuno sbaglia esclusivamente da solo, ma ognuno causa e artefice anche d egli errori altrui; infatti, i guai nascono dal fatto che ognuno sta appiccicato alla schiena di chi gli cammina davanti. Siccome tutti preferiscono dar retta a gli altri piuttosto che valutare in prima persona, nessuno decide mai della prop ria vita in modo autonomo, ma sempre secondo le opinioni che sente. Seguire i co mportamenti altrui letale; l unica salvezza isolarsi dalla massa. 831 - Le nostre opinioni, quando riguardano i fatti altrui, sono pi sincere. 832 - Ci che segue un ordine, ammette anche una previsione. 833 - Se vivi secondo natura, non sarai mai povero; se vivi secondo le opinioni degli altri, non sarai mai ricco. 834 - Se vivessimo in mezzo ai saggi, sarebbe il caso di tacere e aspettare; inv ece, nella situazione attuale, sarebbe meglio rendere ben chiaro anche ai saggi ci di cui abbiamo bisogno. 835 - Sono pi le cose che ci spaventano di quelle che ci tocca davvero subire. Sp esso, sono pi le nostre supposizioni, che i fatti, a farci soffrire. 836 - Le opinioni e i giudizi degli altri, teniamoli al loro posto: non ci devon o guidare, ma venire dietro.

837 - La gente si accanisce, contro la ragione, a difendere il suo stesso male. 838 - Tutto deriva dai nostri pregiudizi: non soltanto l ambizione, lo sfarzo ecce ssivo e l avidit, sono sue conseguenze; anche il dolore, finisce per essere un preg iudizio. Ognuno infelice quanto si crede tale. 839 - Il sole, a cui dobbiamo di poter dividere il tempo tra fatica e riposo, e di sfuggire a un eterna notte e alla marea di tenebre che, senza di lui, ci avvolg erebbe; il sole, che col suo corso regola le stagioni, nutre i corpi, sviluppa l e sementi, fa maturare i frutti: il sole, c qualcuno che lo definisce un sasso , o un casuale globo di fiamme ; o in qualunque altro modo, tranne che Dio . 840 - Ci che vedi succedere ai bambini, accade anche a noi, che siamo un po pi gran dicelli. Essi, quando vedono le persone che amano, che gli sono familiari, e con cui giocano, indossare una maschera, si spaventano; allo stesso modo, non solo alle persone, ma anche alle cose, va tolta la maschera, e ridato l autentico aspet to. 841 - Spesso, la mente non vuole prendere atto neppure delle cose evidenti: per questo che bisogna inculcarle la nozione anche di ci che risaputo. 842 - Dei mali del mondo, la maggior parte della colpa l hanno i creduloni. Spesso non bisogna neppure stare ad ascoltare la gente, perch in certi casi meglio sbag liarsi che diffidare. 843 - Se troviamo qualcuno che ci definisce onesti, assennati, irreprensibili, c i riconosciamo tali. 844 - Niente sicuro per chi giudica sulla base del pi incerto tra i criteri: l opin ione pubblica. Se vuoi che la tua volont non sia incoerente, devi volere la verit. 845 - Puoi ottenere di essere, tra chi non nato schiavo, il solo individuo veram ente libero. Come , mi domandi? Se sai distinguere il bene dal male a prescindere d a quelli che sono i pregiudizi della gente. Di ogni cosa, bisogna intuire non l or igine, ma lo scopo che si propone. ORIGINI 846 - Il solo padre di tutti noi il cielo: l origine prima di ogni individuo - sia il suo cammino, nella vita, luminoso, o meschino - risale a esso. 847 - Perch inganni te stesso, e solo adesso ti rendi conto da tempo sottomesso? Vale a dire: il fatto che tutta la tua ndotto al luogo da cui provieni. Questa circostanza, e tutte nno meditate, se intendiamo aspettare tranquillamente quella il cui timore pu rendere inquiete tutte le altre. 848 - Spesso da eventi sciagurati venuta salvezza. 849 - Platone sostiene non c re che non discenda da schiavi, e non c schiavo che non discenda da re. La continua promiscuit ha confuso ogni cosa, e la sorte ha rivol tato sotto sopra l universo mondo. 850 - Da questo corpo il saggio si distacca con animo imperturbabile, oppure ne salta fuori con coraggio, e non si chiede che fine faranno i suoi resti mortali. Allo stesso modo in cui non ci curiamo di sapere che succeder alla barba o i cap elli che ci facciamo tagliare, cos la sua anima divina, al momento di uscire dall u omo, non fa caso a dove verr portata la propria residenza provvisoria - se la est inguer il fuoco, la ricoprir la terra, o la sbraneranno le belve - pi di quanto un bambino appena nato si preoccupi della placenta. del destino a cui sei vita un venire rico quelle analoghe, va fatale ora estrema

851 - Se tutto ci che sono, lo devo alle mie origini famigliari, allora va consid erato che esse non si identificano con mio padre, e neanche con mio nonno. In ef fetti, la mia origine pi prossima avr sempre, a sua volta, un origine sempre pi remot a; e cos via. 852 - Oltre al fatto che il futuro sempre incerto, e di sicuro inclina al peggio , per le anime che si sono congedate precocemente dalla frequentazione degli uom ini, il viaggio fino al cielo assai agevole; infatti, sono pi leggere, perch si tr ascinano dietro meno fango. Liberate prima che il contagio terrestre le incancre nisca nella materia, lievi tornando in volo all origine loro. Si spogliano pi facil mente di ci che le inquina e corrompe. 853 - Bisogna vivere con questa convinzione: Non sono stato concepito per stare i n un fazzoletto di terra; la mia patria il mondo intero . Ci di cui vai in cerca: v ivere bene, possibile in ogni luogo. 854 - La morte mi mette alla prova cos spesso? Faccia pure: da parte mia, l ho sper imentata a lungo . Quando? mi chiederai. Prima di nascere. La morte consiste nel non esistere: una condizione che conosco gi bene. Dopo di me, ci sar ci che c stato prim a di me. Se in questa condizione esiste un qualche motivo di tormento, ne conseg ue che ci sarebbe dovuto essere anche prima che venissimo dati alla luce. Eppure , allora, sofferenze, non ne provammo certo. P PALESTRE all anima, e tienila in esercizio giorno e notte. Per alimentarla, occorre poca fa tica: n il freddo, n il caldo, e neppure la vecchiaia, impediscono i suoi abituali esercizi. Prenditi cura di quel bene che diventa migliore col passare del tempo . 856 - Perdere un sacco di tempo a mettere su muscoli, farsi un collo taurino e r assodare i fianchi, un modo di fare sciocco, e che non si addice per niente a un uomo colto. Anche se ti capitasse di modellarti, a forza di anabolizzanti, fasc i di muscoli ovunque, non potrai mai eguagliare la forza e il peso di un bue ben nutrito. Aggiungi il fatto che, quando il corpo aumenta troppo di stazza, l anima ne viene scacciata, e si muove con meno agilit. Quindi, per quanto possibile, li mita la mole del tuo corpo, e lascia spazio all anima. PASSIONI 857 - Spesso, fingendo certi sentimenti, si ottiene l effetto che, provandoli davv ero, non avremmo ottenuto. 858 - Sostiene Ecatone: Ti mostrer un filtro amoroso nel quale non ci sono droghe, erbe, n alcun incantamento di fattucchiera: Se vuoi essere amato, ama . 859 - Il risultato dell odio e del folle amore pressoch lo stesso. 860 - Non esiste la grandezza dove non c anche una mite serenit. 861 - In amore, sia la fortuna che la sfortuna provocano danni: dagli amori feli ci veniamo strappati a noi stessi; da quelli infelici, distratti alla lotta. 862 - pi facile eliminare le passioni rovinose che controllarle; non farle entrar e piuttosto che, una volta entrate, indurle alla temperanza. 863 - Tormentarsi per i mali altrui eterna disgrazia, compiacersi dei mali altru

i un piacere disumano. 864 - La sorte mi fa guerra: io, non sar disposto a piegarmi ai suoi ordini. Quel suo giogo, io non l accetto; anzi - cosa che comporta pi coraggio - me lo scuoto d i dosso. Per far questo, bisogna mantenere l animo temprato: se cedo al piacere, p oi ceder al dolore, alla fatica, alla povert, e l ambizione e l ira pretenderanno, su di me, gli stessi diritti. Tra tante passioni, finir intimamente dilaniato; anzi, andr in pezzi. 865 - Chi continuamente proteso verso ci che incerto, perde ogni stabilit interior e. 866 - Non c dubbio: il sentimento dell amore ha qualcosa di simile a quello dell amici zia. Si potrebbe dire che l amore un amicizia impazzita. 867 - Tra i malanni della condizione umana c anche un ottenebramento spirituale la cui causa non solo l inevitabilit degli errori, ma l umana passione per essi. 868 - Una moltitudine di passioni, anche se moderate, ha pi potere della violenza di una sola grande passione. 869 - Ognuno considera, per lo pi, giusta, solo quella passione che gli familiare . 870 - Le attivit umane, per terra e per mare, cesserebbero, se non ci piacesse ri tentare ci che, al primo tentativo, non ci riuscito. 871 - A che serve che su tutta una citt scenda il silenzio, quando le passioni di chi ci abita sono esagitate? 872 - Lo spirito, se viene colpito anche una sola volta da qualcosa capace di av vincerlo, poi, ne diventa schiavo per sempre. 873 - L amore pi grande quello che, a parit di rischio, ottiene di meno. 874 - Alla virt non accadr mai che la ragione, per disgrazia, si rifugi dietro i v izi. Un animo con questa attitudine non potr mai godere di una stabile tranquilli t; inevitabile che venga agitato e trascinato senza tregua colui la cui sicurezza dipende dai suoi difetti: chi non sa essere forte se non quando adirato, dinami co se non quando avido, tranquillo se non quanto spaventato. Un tipo simile, cos tretto a vivere sotto la tirannide delle passioni che lo dominano. 875 - Una passione moderata non altro che una moderata disgrazia. 876 - Chi amico, ama; chi ama, non per questo lo si pu dire, sempre, amico: ecco perch l amicizia giova sempre; l amore, in alcuni casi, nuoce. Cerca di diventare mig liore, se non altro, per questo: per imparare ad amare. 877 - A chi punisce, nulla s addice meno dell ira. Ecco perch Socrate disse al suo sc hiavo: Se non fossi arrabbiato, ti picchierei . 878 - Le passioni sono accessi dell animo riprovevoli, improvvisi e tumultuosi, ch e, se sono frequenti e trascurati, lo fanno ammalare; allo stesso modo, il catar ro, se episodico, e non ancora inveterato, provoca la tosse, ma se assiduo e cro nico, la tubercolosi. 879 - Pi la nostra ira ingiusta, e pi siamo implacabili. La teniamo ben desta in n oi; anzi, la incrementiamo, come se il suo eccesso fosse la prova che, ad adirar ci, avevamo ragione.

PAURA 880 - Prima di tutto, ricordati di togliere agli eventi l angoscia che li accompag na, ed esaminarli per come sono, nudi e crudi; allora, ti accorgerai che, in ess i, non c niente di terribile se non il timore stesso. 881 - Se volete non aver paura di nulla, pensate di dover avere paura di tutto. 882 - La virt consiste nella corrispondenza tra pensiero e azione: tutto, in essa , congruente, e in armonia con un progetto complessivo. Questa coerenza interior e, per, viene meno se l anima, dalla posizione di assoluto distacco che deve assume re, decade a vassalla del dolore e del rimpianto. Ogni timore, ogni ansia, ogni esitazione all agire, sono atti moralmente disonesti. 883 - Certe cose vanno temute di meno proprio perch fanno molta paura. Nessuna sv entura estrema una grande sventura. 884 - L unico fulmine che si teme a quello al quale si sfuggiti per un pelo. 885 - Chi non si sente libero, non pu avere alcuna virt; infatti, chi prigioniero della paura, si fa schiavo di tutto. 886 - Le bestie fuggono, quando vedono un pericolo, e, una volta fuggite, si sen tono al sicuro; noi ci tormentiamo sia per il passato che per il futuro. Molte d elle nostre qualit ci danneggiano: il ricordo rinnova il tormento del timore, la previdenza lo anticipa. Nessuno infelice solo per ci che gli succede. 887 - Porre fine alla cupidigia un buon rimedio contro la paura. 888 - Molte persone rimangono miseramente sospese tra la paura della morte e i t ormenti della vita: non vogliono vivere e non sanno morire. 889 - Il dolore per avere perduto qualcosa e la paura di perderlo sono sullo ste sso piano. 890 - Non c nessuna ragione di vivere, nessun limite alle umane miserie, se si tem e tutto ci che pu essere temuto. 891 - Nessuno cos pauroso da preferire star sempre sospeso piuttosto che cadere u na volta per tutte. 892 - La paura bada pi alle cause che gli effetti. 893 - Che cosa c di cos ridicolo come desiderare la morte, quando, a forza di temer e la morte, ci si resa la vita una perenne angoscia? 894 - Se vogliamo mettere in chiaro le cause delle nostre paure, scopriremo che alcune sono reali, altre apparenti. Non temiamo la morte, ma il pensiero della m orte: infatti, la distanza che ci separa da lei sempre la stessa; dunque, se si deve temere la morte, la si deve temere in ogni momento della vita. Esiste, in e ffetti, un momento della vita immune dalla morte? 895 - Nessuna creatura vivente viene alla luce senza dover temere la morte. PERFEZIONE 896 - Che una cosa possa crescere, segno che imperfetta. 897 - Tutto ci che ha raggiunto la perfezione, prossimo alla fine.

898 - Siamo cos indulgenti con noi stessi che vogliamo venire lodati proprio quan do facciamo tutto il contrario di ci che ce ne darebbe il diritto. C chi si sente d ire che la mitezza in persona proprio nel mentre sta torturando qualcuno; altri vengono detti generosissimi quando si fanno ladri, e di gusti alquanto moderati quando si sfiniscono in orge e banchetti. Ne consegue che, se non intendiamo aff atto cambiare, perch ci crediamo perfetti. 899 - Che differenza c tra la natura di Dio e la nostra? La parte migliore di noi, l anima; in lui, nulla esiste al di fuori dell anima. Egli, tutto ragione; invece, l errore domina a tal punto i mortali che questo universo - del quale nulla esiste di pi bello, ordinato per un preciso scopo e costante nel perseguirlo - viene co nsiderato dagli uomini qualcosa di fortuito e soggetto ai capricci del caso. 900 - Due sono le qualit di cui si compone il sommo bene: che il corpo sia senza dolore, e l anima senza turbamenti. Queste qualit, se sono perfette, non possono au mentare: infatti, come pu aumentare ci che un culmine? Il corpo senza dolore: a qu esta assenza di dolore, che cosa si pu aggiungere? L anima ha raggiunto un imperturba bile tranquillit: a questa tranquillit, che cosa si pu aggiungere? PIACERI 901 - Alcuni sono infelici non perch la loro vita priva di piaceri, ma proprio a causa di quei piaceri. 902 - La vita appare, per forza, sempre breve a coloro che la misurano sulla bas e dei loro piaceri vacui, e perci senza limiti. 903 - Certuni, di fronte al cibo, non si accontentano della pancia e della bocca : sono golosi anche con gli occhi. 904 - Ogni piacere riserva ci che ha in s di pi dolce per il momento della sua fine . Dolcissima quell et in cui la vita gi sta discendendo il crinale degli anni, ma no n ancora a precipizio; anche quella che sta ormai sospesa sull abisso, ritengo che abbia i suoi lati piacevoli: se non altro, al posto dei piaceri, subentra il no n averne pi bisogno. Quanto dolce aver sfinito le passioni, e lasciarsele dietro le spalle! 905 - A provocare la mia indignazione non il fatto che la virt venga considerata meno importante del piacere, ma che venga considerata una mera causa di piacere: proprio lei, che del piacere nemica, lo disprezza, e ne sta alla larga il pi pos sibile. Lei, che sta per lo pi in compagnia della fatica e del dolore - i disagi degli uomini veri - piuttosto che di questo sentimento da smidollati. 906 - Non c cosa capace di alimentare di pi l insofferenza collerica che una vita tro ppo agiata e incapace di ogni limitazione. Bisogna trattare l animo con durezza; i n questo modo, soltanto i colpi pi duri riusciranno a raggiungerlo. 907 - Ormai, gustare cibi schietti e semplici, da miserabili: bisogna mescolare i sapori tra loro. Nel piatto, succede quello che dovrebbe succedere nello stoma co. Mi aspetto che, prima o poi, ci servano cibi gi masticati. 908 - Colui che dedica tutto il proprio tempo ai suoi interessi, e predispone le sue giornate come se ognuna fosse l ultima, non desidera n teme il domani. Quale n uovo piacere potrebbe portargli, infatti, l ora che verr? Tutto gli familiare; ha p rovato tutto fino a saziarsene. La sua vita, ormai, al sicuro; del resto, dispon ga pure la sorte come vorr. 909 - Quelli che vengono definiti piaceri, quando superano una certa misura, div entano sofferenze.

910 - Il ricordo del piacere pi duraturo e fedele della sua sostanza. 911 - Tra i piaceri c il fatto di avere ancora qualche speranza da esaudire. 912 - Si pu definire felice colui per il quale il bene e il male consistono esclu sivamente nella bont o malvagit dell animo. Un individuo che sia cultore dell onest, sa ldo nella virt, e che le circostanze fortuite non riescano n a esaltare n ad abbatt ere; che sia capace di considerare il bene pi grande quello che in grado di procu rarsi da s. Uno per il quale il vero piacere sia il pi totale disprezzo del piacer e. 913 - Per avere il necessario, ci vuole poca fatica; quella, serve per le raffin atezze. 914 - Una volta, Aristippo rimase deliziato da un profumo e che gli venga un colp o - disse - a tutti quei frocetti che hanno infamato una cosa tanto bella! . 915 - Qualunque sia il genere di vita che conduci, la soddisfazione, lo svago e il piacere che vi troverai dipenderanno dalla tua capacit di considerare lievi i tuoi guai, piuttosto che renderteli odiosi. 916 - Non posso chiamare saggio chi abbia un padrone sopra di s, tanto meno se qu esto padrone il piacere; infatti, chi bada solo al piacere, come potr resistere a fatiche e pericoli, alla povert e a tutte le minacce che assediano col loro tumu lto la vita umana? Uno che si lascia sconfiggere da un avversario cos debole, com e potr sopportare la vista della morte, le tempeste della vita e tutti i suoi ace rrimi nemici? 917 - Vuoi disprezzare i piaceri della gola? Guarda, quel che si mangia, dove va a finire 918 - I piaceri dei saggi sono pacati, modesti, assai delicati; non alzano la cr esta, anzi, si notano appena; infatti, sono ospiti che non sono stati invitati, e, siccome si sono presentati da s, non ricevono gli onori di casa; piuttosto, li si accoglie senza soddisfazione alcuna. Essi prendono posto tra le cose della v ita come intermezzi, allo stesso modo dei giochi e degli intrattenimenti, tra un a questione seria e l altra. POTENTI 919 - Tutto ci che l uomo possiede di meglio, posto fuori del suo potere: non gli p u essere n dato n tolto. 920 - Chi cos potente che la sorte non lo costringa ad aver bisogno anche delle p ersone pi umili? 921 - Non invidiamo chi sta in cima: tutto ci che appare elevato, sull orlo di un b urrone. 922 - La sorte non ha mai favorito qualcuno fino al punto di non minacciargli la perdita di tutto ci che gli aveva concesso. 923 - A un ricco insolente, preferisco un povero. 924 - La ferocia sempre una manifestazione di inettitudine. 925 - Tutti coloro che la sorte ha fatto emergere, coloro che sono stati funzion i e ruoli dell altrui potere, finch sono esistiti, hanno goduto di prestigio, e han no visto la loro casa riempirsi di gente; dopo la loro morte, per, in breve, ne s vanito il ricordo. Invece, il prestigio dei grandi ingegni cresce col tempo, e n

on solo si onora la loro memoria, ma anche ogni reperto legato alla loro memoria viene accuratamente conservato. 926 - Ritengo non ci sia nulla di pi bello del fatto che chi collocato nei ranghi supremi della societ si senta indulgente verso molte colpe, ma non debba chieder e indulgenza per nessuna. 927 - Chi non pu tenere i piedi sopra lo Stato, si ritiene posto, dalla societ, in una posizione meschina e subalterna. 928 - L arroganza non altro che la scimmiottatura della vera grandezza. 929 - Alcuni sono stati salvati proprio dalle persecuzioni messe in atto, nei lo ro confronti, dal potere politico. I giudici, infatti - che pure, in una causa o rdinaria, li avrebbero condannati - si sono rifiutati di obbedire a un verdetto gi scritto. 930 - Di colui che pu tutto, si considerano solo le azioni future. 931 - Gli uomini si lamentano dell ambizione come dell amante: se valuterai con atte nzione i loro sentimenti, ti accorgerai di come, piuttosto che odiarla, ci bisti cciano. Analizza ben bene quanti esprimono disappunto per ci che hanno tanto desi derato, e parlano di abbandonare quelle cariche di cui non possono fare a meno: vedrai che, se perseverano in una condizione che definiscono penosa e pesante da sopportare, per scelta. 932 - Sono innumerevoli coloro che hanno avuto il dominio di popoli e citt; pochi ssimi, quello di se stessi. 933 - Nessuno di coloro che si danno alla politica considera quanti siano quelli dietro di lui: tutti fan caso solo a quelli davanti a loro. Per gente simile, v edere la molta gente che si sono lasciati indietro non tanto consolante quanto g ravoso vedere qualcuno davanti a s. L ambizione ha questo vizio: non si volge mai i ndietro. 934 - Niente cos grande da non poter andare in rovina. la sua stessa grandezza a tramutarsi, per lui, nella causa della sua fine. 935 - La prosperit, se non viene sfruttata con moderazione, distrugge se stessa. 936 - Il saggio si tiene alla larga dai potenti e dai danni che gliene potrebber o venire; con l accortezza, per, di non far notare che se ne tiene alla larga. Una prima garanzia di sicurezza consiste nel non cercare apertamente di mettersi al sicuro; infatti, chi sfugge a qualcosa, vuol dire che la condanna. 937 - Soltanto chi sa obbedire in grado di comandare. 938 - tipico di chi governa lodare il passato, che non torner, a detrimento del p resente, e attribuire la virt di dire la verit a coloro da cui non c pi il pericolo d i ascoltarla. 939 - I tiranni sono crudeli per loro piacere; i re, non senza motivo, e per nec essit. 940 - Chi ha imparato a morire, ha disimparato a essere schiavo: al di sopra di ogni potere; o, per lo meno, ne al di fuori. 941 - Vuoi sapere che cosa puoi fare per un uomo baciato dalla fortuna? Fa in mod o che non confidi nel suo successo; che si renda conto di come, per conservarlo, occorre metterlo in molte e fidate mani.

942 - una vecchia usanza di chi ha il potere, e di quanti lo imitano, suddivider e gli amici per categorie. 943 - Nessuno di coloro che vedi avvolti in veste purpuree felice pi di quanto lo sia un attore cui il regista abbia fatto indossare, in scena, lo scettro e la c lamide, e che, dinanzi al pubblico, avanzi maestoso e su alti coturni; ma appena esce, tolti i calzari, torna a essere alto come prima. Nessuno di quelli che ri cchezze e onori innalzano in vetta alla societ, grande davvero. E allora, perch ap pare grande? Perch, nell altezza, viene compreso anche il suo piedistallo. Un nano, anche se sta in cima a una montagna, rimane nano; un gigante mantiene le sue di mensioni anche se cascato in fondo a un pozzo. PRIVILEGI 944 - Se, nelle battaglie della vita, ti ritieni fortunato, non ti credere mai a l sicuro. Tu combatti con le armi della sorte; piuttosto, combatti con le tue. L a sorte non rivolge le proprie armi contro se stessa. 945 - Esiste gente che considera i nostri doveri come fossero nostri privilegi. 946 - Ci che la sorte ha reso, tuo, non tuo. Un bene che pu essere dato, pu essere anche tolto. 947 - Se Dio ci conceder di vedere il prossimo giorno, accogliamolo con gioia. tr a tutti il pi felice, nonch padrone di s, colui che pu aspettare il domani senza tim ore. Per chiunque sappia dire ho vissuto , il risveglio di ogni giorno un guadagno. 948 - Se non mi sbaglio, in un mondo di avidi, truffatori, banditi e plagiari, e ssere l unica persona a cui nessuno possa far danno, significa essere re. 949 - Chi vuole che i suoi favori risultino squisiti, escogita una strategia per far sentire molti in debito nei propri confronti, ma in modo tale che ognuno di loro si senta privilegiato rispetto agli altri. 950 - Un individuo felice e di perfetta virt dimostra l amore che ha per se stesso col mettersi a durissima prova, e non solo sopporta ci che agli altri appare terr ibile, se il prezzo di qualche nobile azione, ma lo abbraccia di sua spontanea v olont. Infatti, preferisce di gran lunga sentirsi dire sei pi valoroso , piuttosto ch e sei pi fortunato . PROMESSE 951 - Niente pi penoso di dover chiedere per favore ci che ci era stato promesso. 952 - Chi tiene fede a una promessa avventata, un pazzo. PROSPETTIVE 953 - Solo quando sar riuscito a misurare Dio, conoscer la limitatezza del tutto. 954 - In occasione dei comizi elettorali, quando i candidati se ne stanno aggrap pati alle loro tribune - e chi promette denaro, chi ne fa distribuire dal suo po rtaborse; un altro consuma a forza di baci le mani di coloro dai quali, una volt a eletto, rifiuter perfino di farsi toccare - nel mentre tutti se ne stanno a boc ca aperta ad aspettare che l araldo annunci i risultati, non pensi sia pi piacevole restare da parte, a guardare tutto quel mercato, senza comperare n vendere nient e? 955 - Ci che comincia con una grande somiglianza, finisce in una grandissima dive

rsit. 956 - Capirai che cosa devi fare, e che cosa evitare, solo quando imparerai a co noscere quale sia la tua natura, e quali siano i tuoi doveri nei suoi confronti. 957 - Molte cose devono la loro grandezza non a come sono realmente, ma al fatto che noi siamo piccoli. PUDORE 958 - Il pudore femminile viene usato per individuare le donne brutte. 959 - Nessuno risparmia la propria dignit, quando l ha perduta: il fatto di non pot er venire ulteriormente puniti un modo per diventare impuniti. 960 - Spesso un rimprovero troppo aspro ha distrutto un senso di vergogna ancora in boccio. Nessuno teme di diventare quello che gi sembra essere. Chi colto sul fatto, perde ogni pudore. PULSIONI 961 - La maggior parte degli uomini si agita e smania, come avesse la febbre, no nostante non sia afflitta da alcun male, n avendo la certezza di un male incomben te. 962 - Se un qualche impulso sospinge l animo alla cieca, non pu venire definito sen timento. Se qualcuno considera sentimenti e manifestazioni spirituali il pallore del volto, i rigagnoli di lacrime, gli umori la cui emissione segue alla foia d el sesso; e poi i sospiri profondi, il dilatarsi delle pupille, e tutti gli altr i fenomeni di questo tipo, sbaglia, perch non si rende conto che si tratta solo d i pulsioni corporee. 963 - Ognuno di noi comprende che c qualcosa, in lui, da cui deriva ogni sua pulsi one: che cosa sia, per, nessuno lo sa. Tutti sanno di avere un istinto: quale sia , e da dove derivi, resta ignoto. 964 - La natura, le sue creature, le mette al mondo, non ce le manda allo sbarag lio; e siccome a ciascuno la difesa pi sicura viene da chi pi gli sta vicino, cias cuno di noi stato, da lei, affidato a se stesso. 965 - Se difendiamo in nostri vizi, perch li amiamo, e preferiamo scusarli che ca cciarli via. 966 - Sappi che sono ben deboli gli occhi di chi, quando vede che qualcuno ha gl i occhi rossi, gli si velano gli occhi di lacrime; allo stesso modo, una malatti a, e non allegria, cominciare a ridere quando gli altri ridono, e, se qualcuno s badiglia, spalancare la bocca in uno sbadiglio. 967 - La gioia porta all entusiasmo senza freni; e questo, alla superbia e l eccessi va autostima. 968 - L ubriachezza non causa di vizi; li fa solo venire fuori. 969 - Chi invidiato, inevitabilmente scompare: qualcuno viene tolto di mezzo, al tri precipitano da s. La prosperit una condizione inquieta: esaspera se stessa. Sc onvolge la mente, e non in un solo modo. Spinge la gente ai comportamenti pi disp arati: alcuni alla smania di potenza, altri a piaceri senza limiti. I primi, li gonfia di spocchia; gli altri, li infrollisce e annichila del tutto. 970 - Per gli uomini, pi difficile mettersi in pensione di quanto non lo renda di

fficile l ordinamento pubblico. 971 - Dobbiamo tenere ben presente, e diffidare, di quel difetto della natura um ana per cui siamo maggiormente disposti a prestare fede a ci che non ascoltiamo v olentieri, e ci adiriamo ancor prima di aver formulato un giudizio. Che dire, po i, della facilit con cui ci alteriamo non soltanto per delle accuse, ma per sempl ici sospetti, e interpretando con malizia lo sguardo o il riso degli altri, ce l a prendiamo con degli innocenti? 972 - Chi ha imparato che cosa si deve fare, e che cosa evitare, non ancora sagg io, se i suoi impulsi interiori non si sono nobilitati in conformit a quanto ha i mparato. 973 - L animo umano, per natura, ostinato: quando qualcosa si staglia risoluto sul suo cammino, e gli si oppone, pi facile assecondarlo che tirarlo via di l. 974 - Un unico esempio di lussuria o avidit fa molti danni: un commensale troppo sofisticato riesce, a poco a poco, a rendere viziati e di gusti difficili tutti gli altri; la vicinanza di chi ricco eccita la cupidigia altrui; stare in compag nia di un malvagio infonde la corruzione anche in chi semplice e puro d animo. E c he cosa pensi accadr al nostro carattere, quando, presentandosi in pubblico, vien e attaccato dalla massa? 975 - Gli uomini amano e, nello stesso odiano, i propri vizi. 976 - Chi non docile, va trattato in modo docile. 977 - Quando vorrai sapere se ci cui aspiri deriva da un desiderio naturale o da cieca cupidigia, osserva se, di esso, pu essere stabilito un limite. Se a chi si spinto lontano rimane sempre un traguardo pi alto da raggiungere, sappi che le su e aspirazioni non sono naturali. 978 - Quando i vizi si ammansiscono, non c mai da fidarsi. R RAGIONE 979 - Nell uomo, al posto dell istinto, c la ragione. 980 - La ragione redime chi saggio dalla paura; a chi saggio non , dar pi sicurezza la disperazione. 981 - Che cos la ragione? L imitazione della natura. Qual , per un individuo, il somm o bene? Conformare la propria volont a quella della natura. 982 - Che cos ha, di meglio, l uomo? La ragione: per questo superiore agli animali, e viene subito dopo gli di. Dunque, la qualit precipua dell uomo una ragione perfett amente sviluppata; le altre sue doti, invece, le ha in comune con animali e pian te. Se ogni cosa, in natura, va lodata, e raggiunge lo scopo della sua esistenza , quando sviluppa la propria qualit precipua, ed essa, per l uomo, la ragione, ne c onsegue che lo scopo dell esistenza umana un perfetto sviluppo della ragione. Ques ta ragione perfetta si chiama virt , e si identifica con l onest. 983 - L uomo, come difesa, pu contare solo sulla sua pelle, che vulnerabile. Per qu esto Dio gli ha dato due risorse capaci di fare di lui, da creatura in balia del la sorte, un essere fortissimo: la ragione e la comune concordia. In questo modo , colui che, se fosse rimasto isolato, non avrebbe avuto alcun potere, si impadr onito del mondo.

984 - Se vuoi che ogni cosa ti sia sottomessa, sottomettiti alla ragione. Se la ragione ti sar regina, sarai re di molti. Da essa imparerai quali imprese intrapr endere, e come; cos, il caso, nella tua vita, non avr pi posto. 985 - La ragione non si prender mai come aiutanti pulsioni cieche e violente, su cui non alcuna autorit, e che potrebbe tenere a freno soltanto opponendovene altr e di pari potenza e specie: come il timore all ira, l ira alla pusillanimit, l avidit al timore. 986 - A chi ha avuto in sorte un temperamento razionale, si pu proporre cosa migl iore della ragione? 987 - Afferrare le cose piccole altrettanto difficile che quelle grandi. 988 - La ragione in null altro consiste se non in quella parte dello spirito divin o che sprofondata nel corpo umano. Se la ragione divina, e, senza la ragione, no n esiste nessun bene, ne consegue che ogni bene di origine divina. 989 - Noi seguiamo la via per cui ci conduce la ragione, non quella della verit. Evita di fare qualsiasi cosa tranne quelle del cui felice esito tu possa dirti s icuro. Smetti di imparare tutto ci la cui verit non a prova di dubbio: vedrai che, in questo modo, non si fa pi nulla, e la vita cessa di essere tale . 990 - Farai una cosa ottima e salutare se persevererai lungo la via della lucidi t intellettuale, che stolto chiedere come fosse una grazia del cielo, visto che p uoi ottenerla con le tue sole forze. 991 - La ragione comune agli uomini e agli di: in quelli perfetta, in noi perfett ibile. 992 - La passione cede subito, la ragione rimane costante. 993 - La ragione non si esaurisce nell evidenza; la sua parte pi importante e lumin osa, sta nell inconscio. 994 - La ragione vuole dare un giudizio che sia giusto; l ira, vuole trovare giust o il giudizio che ha dato. 995 - Nessuna quiete porta pace se non quella che effetto della ragione. 996 - Soltanto la ragione immutabile e sicura, nei suoi giudizi; infatti, non se rva, ma signora dei sensi. RICCHEZZA 997 - Una grande ricchezza una grande schiavit. 998 - Se le mie ricchezze si volatilizzeranno, non mi porteranno via altro che s e stesse. 999 - La via pi breve per giungere alla ricchezza passa per il disprezzo della ri cchezza. 1000 - Paragona tra loro il volto dei poveri e quello dei ricchi: i poveri ridon o pi spesso e pi di cuore. Nel loro intimo, non nutrono nessuna ansia, e anche se li preoccupa qualcosa, ogni magagna, in loro, trascorre come una nuvola leggera. Coloro che vengono definiti fortunati , invece, ostentano un allegria simulata che s embra la degenerazione di un opprimente tristezza; tanto pi gravosa in quanto, a lo ro, mostrarsi infelici, non concesso, Cos, anche in mezzo alle angustie che gli r odono il cuore, sono costretti a fare la parte di quelli felici.

1001 - Gli uomini pi baciati dalla fortuna e dalle smisurate ricchezze subiscono maggiormente le scosse della sorte: la zavorra che grava su di loro li fa affond are tanto pi velocemente quanto pi grande il mare su cui fanno rotta. 1002 - Posidonio dice che la ricchezza causa di male: non perch, in s, faccia qual cosa di male, ma perch induce a farne. 1003 - Il denaro rotola nelle tasche di certe persone come nelle grate di una fo gna. 1004 - Le ricchezze a cui tu guardi con cupidigia, perch ti facciano sentire ricc o e potente, finch rimangono in mano tua, hanno nomi volgari: si chiamano casa, se rvitori, soldi . Se le doni, per, vogliono dire far del bene . 1005 - Consideriamo quanto sia pi leggero non possedere piuttosto che perdere ci c he si ha; allora, capiremo come i poveri siano meno soggetti a sofferenze, perch le loro possibilit di perdere qualcosa sono minime. 1006 - Osserva i poveri: nella maggior parte dei casi, non ti parranno affatto p i infelici o angosciati dei ricchi; anzi, direi che sono pi sereni, perch il loro a nimo meno oppresso dalle preoccupazioni. 1007 - La sorte, dove potrebbe lasciare in custodia con pi tranquillit le sue ricc hezze, se non dove, quando verr a chiederle indietro, non sentir nessuna lamentela ? 1008 - Non considero povero colui al quale basta ci che gli rimasto, per quanto m isero sia. 1009 - Ti capiter di incontrare individui che sono, tra le ricchezze, poveri. Si tratta del genere peggiore di povert. 1010 - Ti mostrer la particolare indigenza che affligge le persone di grande pres tigio; che cosa manca a chi possiede tutto: qualcuno che sia, con loro, sincero; qualcuno capace di liberare chi rimbambito dalle menzogne in mezzo a cui vive e che l assuefazione ai complimenti ha condotto al punto di non vedere pi, sotto l a maschera degli elogi, la verit - dalla folla di quei bugiardi che gli danno rag ione. 1011 - La ricchezza deve essere causa di molte qualit, non di molte miserie. per questo che si chiama cos. 1012 - Nego che la ricchezza sia un bene; infatti, se lo fosse, renderebbe buono chi la possiede. 1013 - Per quanto riguarda coloro la cui povert oberata di impegni usurpa il nome di ricchezza , essi hanno la ricchezza nello stesso senso in cui noi diciamo di av ere la febbre; quando, in realt, lei ad avere noi. 1014 - Il denaro non ha mai reso ricco nessuno; anzi, al contrario, ha fatto sen tire in chi lo possiede una sempre maggiore smania di averne. Vuoi sapere perch? Chi pi ne possiede, acquista il potere di possederne ancora di pi. 1015 - La ricchezza esibisce una verosimile impostura del bene, che la massa tro va credibile. 1016 - Domandi quale sia la giusta misura della ricchezza? Prima di tutto, avere quanto necessario; quindi, quanto basta.

1017 - Chi crede sia segno di animo nobile offrire doni, riempire le tasche e le case di molta gente, fa un grave errore. Spesso, a far ci, non un animo grande, ma una grande ricchezza. Gente come questa non sa quanto sia pi nobile e difficil e ricevere che dar via. 1018 - Oggigiorno, volere quanto basta, da gente rozza: pitocchi veri e propri. 1019 - Gode al massimo grado della ricchezza chi ne sente al minimo grado il bis ogno. 1020 - Il saggio non si considera indegno di nessun regalo della fortuna: non am a le ricchezze, ma le preferisce. Non le accoglie in cuor suo, ma in casa sua. N on si disfa di ci che possiede, ma lo domina, e cerca di utilizzarlo per rendere pi grande la propria virt. 1021 - Il nostro Zenone, quando gli fu annunciato che, a causa di un naufragio, tutti i suoi averi erano finiti in fondo al mare, disse: La sorte mi impone di fa re filosofia senza pi tanti impacci . 1022 - I soldi, ci si tormenta di pi nel possederli che nel farli. 1023 - Una povert che si adatti alle leggi della natura rappresenta una grande ri cchezza. Tu, per, sai quali siano i confini che la natura ha stabilito per noi? N on soffrire la fame, la sete e il freddo. Per debellare la fame e la sete, non n ecessario fare da postulanti alle porte dei potenti, n sopportare una pesante arr oganza o una umiliante compiacenza; non necessario sfidare i mari, n dichiarare g uerre: le esigenze naturali, sono facili da procurarsi, e alla portata di tutti. 1024 - Come si possono avere dubbi sul fatto che la ricchezza dia possibilit magg iori, a un saggio, di esprimere compiutamente il suo animo, rispetto alla povert? Nella povert, l unica dote che si pu esercitare la forza d animo e la capacit di soppo rtazione; nella ricchezza, il ventaglio di possibilit si estende a temperanza, ge nerosit, capacit di pianificazione, senso dell ordine e gusto dello sfarzo. 1025 - Il possesso di tutto ci che esula dalla natura, sappi che precario e non n ecessario. 1026 - Ci si affanna troppo per il superfluo. Chi ben si adatta alla povert, ricc o. 1027 - Chi sa utilizzare stoviglie di terracotta come se fossero d argento, un gra nd uomo; n da meno chi sa utilizzare stoviglie d argento come se fossero di terracott a. Anche non sapere far buon uso della ricchezza, indizio di un animo debole. 1028 - Ci dispiace di non poter comperare l aria che respiriamo, e il sole; e che quest aria, anche ai ricchi esteti, sia disponibile facilmente, senza spendere sol di. Oh, come ci pesa che la natura abbia reso qualcosa un bene comune! 1029 - Per molti, l avere accumulato ricchezze ha segnato non la fine, ma una meta morfosi puramente esteriore della loro infelicit. 1030 - Chi sa ridere delle ricchezze che lo circondano, meravigliandosi di come siano potute toccare proprio a lui; chi, quelle ricchezze, le sente definire sue , piuttosto che sentirle sue: quello, un grand uomo. Chi sa essere povero in mezzo alle ricchezze, un animo nobile. RICOMPENSE 1031 - Le buone azioni sono ricompensa a se stesse.

1032 - Chi assiste un ammalato nella prospettiva dell imminente testamento, lo def inisco un ingrato. Come quegli uccelli che si nutrono di carcasse incombono sull a pecora sfinita dalla malattia, e ormai agonizzante; allo stesso modo, costui n on vede l ora che l ammalato muoia, e svolazza intorno al suo cadavere. 1033 - La fatica non sia vana, e senza risultato, e il risultato non sia indegno della fatica. Di solito, infatti, le frustrazioni nascono dal mancato successo, oppure dalla vergogna per il successo avuto. 1034 - Anche le cose pi belle della vita sono fonte di preoccupazioni: la condizi one di chi ha avuto tutto dalla vita, va sempre guardata con sospetto. Per resta re felici, infatti, bisogna che a ogni felicit ne succeda sempre un altra; ogni des iderio esaudito, comporta nuovi desideri. Tutto ci che proviene dal caso, instabi le: chi pi sale in alto, tanto pi velocemente precipita. La prospettiva di precipi tare, per, non fa felice nessuno; di conseguenza, la vita di coloro che si procur ano con gran fatica ci il cui possesso comporter una fatica ancora maggiore, non p u che essere non solo brevissima, ma miserabile. 1035 - Le massime sono come semi: sono piccole, ma il loro effetto grande. Quest o, a patto che trovino una mente adatta ad assimilarle, e farle proprie; dopo di che, anch essa, a sua volta, diventer molto feconda, e restituir pi di quanto ha ric evuto. 1036 - Un ininterrotta infelicit ha soltanto questo di buono: alla fine, rende fort i coloro che sempre tormenta. 1037 - Tieni sempre presente, dentro di te, questa immagine: la sorte organizza dei giochi che consistono nel far piovere su chi vi partecipa - noi, i mortali cariche, ricchezze, favori, una parte dei quali, a forza di venire contesa a st rappi, va in pezzi, un altra, se la dividono tra loro i membri di societ prive di s crupoli, un altra ancora viene afferrata al volo, ferendo seriamente coloro ai qua li era destinata. Alcuni di questi favori sono finiti su gente distratta a fare tutt altro; altri, siccome si cercava di farne man bassa, sono, per la foga della presa, sfuggiti di mano. Comunque, anche tra coloro cui il ratto riuscito, nessu no riesce a godersi il bottino fino al giorno dopo. Ecco perch i pi prudenti, non appena vedono che si cominciano a distribuire dei cotillons, se ne vanno di cors a dal teatro, sapendo quanto altro il prezzo di quei piccoli doni. Nessuno attac ca briga con chi se ne va, nessuno colpisce chi si ritira: la rissa si accende s olo intorno ai premi. 1038 - Quando faccio un favore a una persona di animo nobile, devo rinunciare a qualsiasi contraccambio, a meno che non mi ci costringa una circostanza di forza maggiore . 1039 - Si riceve quanto ci stato promesso. Il destino va per la sua strada: a ci ascuno, di ci che stato stabilito, non toglie n aggiunge nulla. Preghiere e smanie sono inutili: a ciascuno spetta quanto, nel giorno della sua nascita, gli stato assegnato. 1040 - Considera quanto sia bello esaurire in pieno, prima della morte, il senso della propria vita, e poi starsene ad aspettare, tranquilli, il tempo che ancor a ci rimane, senza pi ambizioni, ma appagati da una vita felice; la quale, se dur a di pi, non pu per questo diventare pi felice ancora. 1041 - A qualcuno devi ricambiare un favore perch te lo ha chiesto con insistenza , a qualcun altro perch ti ha detto di non farlo. A uno perch malvagio, e all altro perch non lo . 1042 - Se sai far bene i conti, ci che si guadagna , in realt, ci che si perde.

1043 - In noi, abita uno spirito divino, testimone e censore del bene e del male : a seconda di come lo trattiamo, lui tratta noi. 1044 - Comportati con i tuoi sottoposti come vorresti che i tuoi superiori si co mportassero con te. RICONOSCENZA 1045 - Se qualcuno spera riconoscenza in chi ha stremato a forza di farlo aspett are e torturarlo col supplizio dell anticamera, si sbaglia. 1046 - I sentimenti di chi prova riconoscenza si intonano con quelli di chi conc ede il favore; per questo che, i favori, non bisogna farli a cuor leggero. 1047 - Siccome la natura ha fatto s che, per una sorta di legge non scritta, le o ffese rimangano impresse a fondo nella memoria, nel mentre i favori restano in s uperficie, e il tempo ne lava via ogni traccia; quando qualcuno, con i suoi cont inui favori, ci umilia, che razza di riconoscenza pu aspettarsi? gi molto se, per riconoscenza, gli si perdona i favori che ci ha fatto. 1048 - Se vuoi contraccambiare un favore, devi essere pronto ad andare in esilio , versare il tuo sangue, sopportare la povert e, spesso, macchiare il tuo stesso buon nome, esponendoti a dicerie indegne. La gratitudine un bene che costa molto . 1049 - Chi non rende un favore, sar anche pi indegno; ma, in chi non lo concede, l i ndegnit un peccato originale. 1050 - Un solo favore ben riposto compensa i danni di molti favori fatti a fondo perso. 1051 - Chi si convince troppo spesso di avere fatto un favore senza riceverne un altro indietro, destino che non venga mai contraccambiato. 1052 - Chi non sa essere grato ad altri, non grato nemmeno a se stesso. 1053 - Sono pochi coloro nei quali la riconoscenza sopravvive alla scomparsa del dono. Nella maggior parte dei casi, il ricordo del dono non sopravvive alla fin e del suo godimento. 1054 - La riconoscenza per un dono inversamente proporzionale al tempo della sua attesa. 1055 - Se sono grato a qualcuno, non perch, un domani, quello, ispirato dal mio e sempio, mi aiuti pi volentieri, ma perch voglio nutrire un sentimento gradevolissi mo e bellissimo. Sono grato non perch mi fa comodo, ma perch mi piace. 1056 - Per un uomo dotato di dignit, e onesto, assai triste essere costretto ad a mare chi gli risulta odioso. 1057 - Chi, spontaneamente, aumenta il proprio debito, si dimostra, con questo s tesso fatto, capace di riconoscenza. 1058 - Chi non si sente riconoscente da subito, non lo sar mai. 1059 - Se gli unici favori che facciamo sono quelli da cui ci aspettiamo un cont raccambio, allora dovremmo morire senza fare testamento. 1060 - Che cosa c di pi onesto della gratitudine? Questa virt, per venire alla luce, ha tante opportunit quante sono le situazioni che un uomo, nell arco di tutta la s

ua vita, incontra. 1061 - Per lo stesso motivo per cui anche chi tace potrebbe essere un abile orat ore, e chi rimane a braccia conserte, o con le mani legate, potrebbe essere un u omo forte; cos come un timoniere resta tale anche sulla terraferma, in quanto, al la sua perizia, se ben consolidata, non viene a mancare nulla, anche se qualcosa impedisce che se ne faccia uso; cos, anche colui che nutre soltanto l intenzione d i essere riconoscente, e, della sua intenzione, ha come testimone unicamente se stesso, , per ci stesso, riconoscente. 1062 - Restituire ci che si ricevuto con piacere a chi non desidera affatto riave rlo indietro, con la riconoscenza, non ha niente a che fare. 1063 - Lo scopo che si propone un individuo di grandi qualit e di animo nobile di sopportare chi ingrato talmente a lungo da farlo diventare riconoscente. 1064 - Perch, se qualcuno mi fa del bene, lo definisco un favore, mentre, se sono io stesso a farmi del bene, no? Se ricevo qualcosa da un altro, sono in debito con lui; se lo ricevo da me stesso, non dovrei essere riconoscente a me stesso? 1065 - Non ha importanza se qualcuno accetta il bene che gli viene fatto con ani mo lieto o scontrosamente. 1066 - Se qualcuno tanto ingrato che ricordargli continuamente i suoi debiti non servir a niente, lo lascer perdere, non giudicandolo degno di venire costretto a essermi riconoscente. 1067 - Non c dubbio che, se voglio dimostrare gratitudine, devo avere la stessa di sposizione d animo che ha avuto, nei miei confronti, il mio benefattore. 1068 - Chi compra a prezzo vantaggioso, non deve gratitudine al bottegaio. 1069 - Agli ingrati che rifiutano gli venga fatto del bene non perch non lo vogli ono, ma per non essere in debito con nessuno, si possono paragonare, per contras to, coloro che eccedono in gratitudine, e che, di solito, si augurano succeda qu alche disgrazia a coloro cui devono riconoscenza; cos, potranno dimostrare come r icordano bene il favore ricevuto, e quanto affetto esso ha indotto nel loro cuor e. 1070 - Quanti sono i modi in cui si pu restituire un favore anche a chi ha il suc cesso dalla sua parte! Consigli leali, frequentazione assidua, conversazione aff ettuosa e piacevole, ma senza adulazione; essere buoni consiglieri, quando c bisog no di una decisione; interlocutori che non tradiscono, quando ci si vuole confid are. Insomma: un rapporto di amicizia. 1071 - Alla gratitudine non si addice la fretta di ricambiare; piuttosto, la pi t otale fiducia nella propria onest. RIMPIANTO

1072 - Ci che gi stato e ci che sar, non presente: non possiamo percepire n l uno n o. Il dolore, per, deriva solo da ci che si percepisce. 1073 - Perdere qualcuno che ami, ti parr una disgrazia gravissima; invece, piange rlo sar tanto insensato come piangere le foglie che cadono da quei begli alberi p osti a ornamento della tua casa. Guarda tutto ci che ti d gioia come guarderesti q uegli alberi: godine, finch i rami non sono secchi. 1074 - Gli uomini sono tanto insensati e inconsapevoli di dove vanno, verso dove li spinge ogni giorno che passa, da restare di sasso, se perdono qualcosa: prop

rio loro che, in un giorno solo, dovranno perdere tutto. 1075 - La filosofia ti far il dono che io considero il pi grande: la capacit di non avere mai rimpianti. Questa salda felicit, che nessuna tempesta pu scuotere, a da rtela, non saranno ragionamenti logicamente inoppugnabili, un eloquenza fluida e a ffascinante: le parole vengano da s, purch l anima abbia in se stessa il proprio cen tro; sia nobile, immune alle opinioni della massa, e contenta di s per quegli ste ssi motivi per cui, gli altri, ne vengono infastiditi. S SAGGEZZA 1076 - Ritengo che molti sarebbero giunti alla saggezza, se non avessero creduto di esserci gi giunti. 1077 - Chiunque priver il saggio delle sue ricchezze, lo lascer in possesso di tut ti i propri averi; infatti, egli vive appagato del presente, e sereno sul futuro . 1078 - Ti insegner in che modo puoi capire se sei saggio, o no. Il saggio sempre pieno di gioia, contento e sereno, imperturbabile. Egli vive come un dio in terr a. E ora, analizza te stesso: se non sei mai triste, se nessuna speranza inquiet a il tuo animo per ci che verr; se giorno e notte il tuo animo, al di sopra delle umane vicende, rimane costantemente pago di s, allora sei giunto alla condizione pi beata cui possa aspirare un uomo. Se, invece, aspiri ai piaceri, di ogni tipo e di ogni origine, sappi che sei lontano tanto dalla saggezza che dalla gioia. 1079 - Il saggio l unico a possedere tutto, e cui, conservare i suoi beni, non ris ulti difficile. Di conseguenza, gli accade di non desiderare nulla; fuori del tu tto, infatti, non c nulla. 1080 - Si pu essere saggi senza ostentare il proprio sapere, e rendersi detestabi li. 1081 - La saggezza non lascia spazio al male; infatti, l unico male, per lei, la d isonest, che, dove gi sussistono, fianco a fianco, virt e schiettezza, non pu certo entrare. 1082 - Un uomo che muore sereno come nato, vuol dire che ha fatto della saggezza un sentimento. 1083 - Cosa fa s che il saggio non sia mai adirato? La moltitudine degli inetti e dei colpevoli, che lo fa cosciente di come, adirarsi con vizi cos diffusi, sareb be ingiusto e pericoloso. 1084 - Chiunque giunge alla saggezza da vecchio, a portarcelo, sono soltanto gli anni. 1085 - Siamo pi saggi nelle sventure: quando tutto va per il meglio, perdiamo il senso della giustizia. 1086 - Il saggio medita sulla povert soprattutto quando si trova circondato dalla ricchezza. 1087 - Se mi fosse concessa la saggezza a condizione di tenerla chiusa dentro di me, e non poterla proclamare, la rifiuterei: nessuna cosa d piacere possederla, se non la si pu condividere. 1088 - La saggezza non sa fabbricare armi, barriere, n ordigni bellici: essa favo

risce la pace e invita il genere umano alla concordia. 1089 - La vita del saggio ha una grande estensione: egli non sottoposto ai confi ni che imprigionano tutti gli altri; il solo a essere affrancato dalle leggi che sottomettono a s il genere umano. Tutte le epoche sono al suo servizio, quasi fo sse un dio. Il tempo passato? Lo abbraccia col ricordo. Il tempo presente? Lo sf rutta. Il tempo futuro? Lo pregusta. Questo suo fare di tutti i tempi un unica pro spettiva distesa davanti a lui, gli rende lunga la vita. 1090 - La saggezza perfetta rende la vita felice, ma anche l aver appena intrapres o la via della saggezza, basta gi a farla sopportabile. 1091 - Finch sei vivo, impara a vivere. 1092 - La qualit che contraddistingue il saggio la serenit. 1093 - Se dicessi che non bisogna tenere conto dei principi dogmatici, impartire i un principio dogmatico. 1094 - Ecco perch sostengo che al saggio non accade mai nulla di contrario alle p roprie aspettative: i casi umani, non si pu dire non gli tocchino; per, non gli to ccano gli umani errori. Le cose non avverranno tutte secondo il suo volere; per, secondo le sue previsioni, s. 1095 - Di solito, una gran parte del mio tempo la trascorro a contemplare la sag gezza. La fisso con quello stesso sguardo stupefatto con cui fisso, talvolta, l un iverso, che, spesso, mi pare di vedere per la prima volta. 1096 - Se il saggio non pu fare a meno di adirarsi contro le malefatte dei disone sti, e affliggersi, a causa delle umane colpe, fino a non aver pi pace; allora, a l mondo, non esiste creatura pi angosciata di lui: la sua vita sar tutta una vicen da di collera e tristezza. 1097 - Non un arte, quella che ottiene il suo scopo soltanto per caso. Se la sapie nza un arte, dunque, bisogna che il saggio si proponga obbiettivi ben mirati, scel ga seguaci in grado di trarne profitto, e abbandoni coloro nei quali ha perso og ni speranza. 1098 - La saggezza consiste in questo: ritornare alla natura; venire ricondotti a quel luogo da dove gli errori della massa ci hanno cacciati. 1099 - Se l ingiuria consiste nel subire danni, e il saggio non pu venire danneggia to da nulla, ne consegue che il saggio non pu subire alcuna ingiuria. 1100 - Supponi che io debba scomparire del tutto, e che, dopo la morte, dell uomo, non resti nulla. Eppure, anche se sar mio destino trapassare nel nulla, la mia g randezza d animo, non me la potrebbe togliere nessuno. 1101 - Come pi opportuno non far caso a tutte le offese, come se si fosse invulne rabili a qualunque stoccata! Vendicarsi, significa ammettere di soffrirne. L animo che si lascia piegare dalle offese, non un animo nobile. Chi ti ha offeso, o pi potente di te, o pi debole: se pi debole, risparmialo; se pi potente, risparmia te stesso. 1102 - Come la lana, certi colori, li assorbe subito, mentre altri non riescono a intriderla se non dopo ripetute immersioni nella tintura bollente, cos la mente , certe discipline, non appena le vengono insegnate, le assimila immediatamente: la saggezza, invece, se non l ha impregnata a fondo di s, e, piuttosto che ridursi a una tinta esterna, si fatta sua sostanza, finisce per deludere tutte le aspet tative che ci si era fatte sul suo conto.

1104 - A nessuno mai successo di diventare saggio per caso. Si pu ottenere, per b uona sorte, denaro; pu darsi che ti offrano una carica, e, magari, ti tributino o nore e stima. Nella virt, per, non inciamperai mai involontariamente. 1105 - La saggezza consiste nel senso del limite. SCELTE 1106 - C una bella differenza tra non escludere e scegliere. 1107 - Ci che ci rende cos malefici, il fatto che nessuno si mette a fare un bilan cio della propria vita. Consideriamo il da farsi (e, anche questo, di rado) ma n on consideriamo ci che abbiamo fatto. Eppure, dalla considerazione del passato ch e dipendono i progetti per il futuro. 1108 - La filosofia non un arte buona per il popolo, o che si presti a essere oste ntata: essa non consiste in parole, ma fatti. Senza di essa nessuno pu vivere lib ero dalla paura, e sicuro. In ogni momento si danno innumerevoli situazioni che richiedono di prendere una decisione; e questa, la pu indicare solo la filosofia. 1109 - Che cos il bene? La conoscenza? Che cos il male? L ignoranza. Chi previdente e artefice del proprio destino, sa che cosa deve, a seconda delle circostanze, pre diligere o rifiutare; egli, per, sempre che sia di animo forte e indomito, sa anc he non temere ci che rifiuta, n dar troppa importanza a ci che predilige. Ti proibi sco di lasciarti andare e abbatterti. Non basta non sottrarsi alla lotta, bisogn a aspirarvi. 1110 - Quando diamo in pasto un ingrato al pubblico biasimo, un po della sua verg ogna diventa anche la nostra; infatti, lamentarsi di aver gettato al vento un fa vore significa ammettere che lo si concesso a vanvera. 1111 - La vita, ognuno la deve rendere ben accetta anche agli altri; la morte, a se solo. La migliore, dunque, quella che gli va pi a genio. SCIENZA 1112 - Verr il tempo in cui i nostri posteri si meraviglieranno di come abbiamo p otuto ignorare verit cos evidenti. 1113 - Il mondo sarebbe ben misera cosa, se in esso non vi fosse, per tutto il m ondo, materia di ricerca. 1114 - La natura, pi facile comprenderla che spiegarla. 1115 - La natura non svela i suoi misteri tutti in una volta. Noi, che ci credia mo i suoi iniziati, sostiamo ancora nel suo atrio. SCUOLE 1116 - Ogni volta che entro in una scuola, mi vergogno del genere umano. 1117 - Tra te e un libro, ci dovr pur essere qualche differenza Fino a quando cont inuerai a fare lo scolaro? Ormai, ora che insegni Perch dovrei stare ad ascoltare cose che posso comodamente leggere in un libro? 1118 - Non smettere, a ogni et, di studiare, non certo inopportuno; andare a scuo la per tutta la vita, per, s! 1119 - Ci che insegna l esperienza, arriva tardi, e varia da caso a caso; ci che ins

egna la natura, si apprende subito, ed per tutti uguale. 1120 - Insegnare non serve a niente, finch la mente di chi apprende non si libera degli errori concettuali che la ottenebrano. Altrimenti, insegnerai a ripetere meccanicamente l apparenza esteriore della saggezza, non come la si conquista. La stessa cosa vale per i vizi: bisogna eliminarli, non insegnare cose delle quali, chi non se ne sar liberato, non sar mai capace. 1121 - Le cause che ci inducono in errore sono due: o il nostro animo ha svilupp ato, per l incancrenirsi di false opinioni, un attitudine al male, oppure, anche se il male non si radicato in lui, la tendenza a esso lo porta a lasciarsi sviare d alle apparenze. Dunque, necessario o curare i mali dello spirito, liberando la m ente dagli errori, o prendere possesso della mente di chi dagli errori ancora es ente, ma vi propenso. 1122 - Insegnare qualcosa a chi gi la sa, inutile; a chi non la sa, non basta. In fatti, bisogna che impari non solo quella data nozione, ma anche il modo per arr ivarci da solo. 1123 - Quando avrai reso qualcuno consapevole della propria natura e condizione, egli non avvertir pi il bisogno di un maestro che, a ogni pie sospinto, gli dica: C ammina in questo modo; segui questa dieta; questo comportamento si addice a un u omo, quest altro a una donna; questo a chi sposato, questo a chi non lo . Tutti ques ti zelantissimi maestri, di ci che consigliano, non sono, loro stessi, capaci: a prescrivere ai suoi allievi il controllo dell ira, sempre il professore pi colleric o. 1124 - Ci che impariamo, lo impariamo per la scuola, non per la vita. 1125 - Bisogna insegnare le verit evidenti o le supposizioni non provate? Le veri t evidenti non hanno bisogno di chi le dimostri; le supposizioni non provate, qua ndo uno cerca di provarle, si portati a dubitare di lui. Dunque, l insegnare, un att ivit superflua. 1126 - Tra chi va ad assistere alle lezioni dei filosofi, vedrai una gran parte di sfaccendati che cercano solo un passatempo per il tempo libero. Essi non cerc ano di eliminare qualche vizio, oppure imparare qualche principio etico sulla ba se del quale regolare la propria condotta: l unica loro preoccupazione, saziare di belle parole le proprie orecchie. Alcuni di loro, comunque, arrivano con il blo cco degli appunti: ma non per conservare gli argomenti; piuttosto, quelle parole che essi, poi, ripeteranno agli altri, senza essere loro di profitto alcuno; co s come, senza profitto, le hanno ascoltate. 1127 - Ritengo nessuno faccia del male all umanit pi di chi ha studiato la filosofia vedendovi un mezzo come un altro per far soldi. Gente cos, ha uno stile di vita ben diverso da quello che prescrive. Tutti quanti, essendo assoggettati agli ste ssi vizi dei quali si proclamano nemici, portano in tourne, in se stessi, un allego ria: la Vanit dei Precettori. Maestri simili, sono utili come un timoniere al qua le, nel bel mezzo di una tempesta, venga il mal di mare. SEGRETI 1128 - Niente pi salutare che stessi. Nel conversare, c una come l amore o l ubriachezza, fa n lo dir, e nessuno si limiter dire una cosa, non riesce a non parlare pochissimo con gli altri, moltissimo con se specie di attraente dolcezza che seduce e, proprio venire fuori i segreti. Nessuno, ci che ha udito, no a dire ci che ha udito. Infine, chi non riesce a non dire neanche chi gliel ha detta.

1129 - Che cos Dio? La mente dell universo. Che cos Dio? Tutto ci che vedi, e tutto ci he non vedi.

1130 - Molti lasciano perdere le cose evidenti, nel mentre, in ci che ben occulta to e sigillato, vanno subito a frugare. Ci che accessibile, sembra di poco valore : uno scassinatore, nei cassetti aperti, non guarda nemmeno. La massa, e tutte l e persone pi rozze e ignoranti, hanno questa abitudine: quando si imbattono in un luogo ermeticamente sigillato, cercano subito di sfondare la porta. SOLITUDINE 1131 - La solitudine non , di per s, maestra di innocenza. 1132 - Certi animali, per non venire scoperti, confondono le tracce intorno alla loro tana. Tu devi fare la stessa cosa; altrimenti, non mancheranno quelli che intendono perseguitarti. 1133 - Chi si sottrae alla gente e alle umane vicende; chi la delusione delle pr oprie ambizioni ha relegato in solitudine; chi non ha sopportato pi la vista di i ndividui di lui pi fortunati; chi, come un animale pavido e inetto, si dato alla macchia per paura: costui, non vive per s. Senza dubbio, chi non vive per gli alt ri, non vive neanche per s. 1134 - Ritengo che il primo segno di una mente equilibrata sia la capacit di non farsi portare in giro a destra e manca, e restare in compagnia di se stessa. 1135 - Bisogna evitare questi due estremi: assimilarsi ai malvagi, perch sono mol ti, ed essere ostile alla moltitudine, perch diversa da te. Per quanto puoi, riti rati in te stesso: frequenta quelli che potranno renderti migliore, accogli quel li che potrai rendere migliori. 1136 - Agli uomini non capita come ai leoni e le belve, il cui istintivo vigore, nelle gabbie, viene mortificato; gli uomini compiono le loro azioni pi grandi qu ando si isolano. 1137 - Il saggio non riesce a star saldo nella propria condizione spirituale, se non si procura amici a lui affini che possa rendere partecipi delle sue virt. 1138 - Si racconta che Cratete, vedendo un ragazzino che passeggiava per conto s uo, in un luogo dove non c era nessuno, gli chiese che cosa facesse, l, tutto solo. Parlo con me stesso disse quello. E Cratete: Fa attenzione, e non ti fidare: stai p arlando con un cattivo soggetto . 1139 - La solitudine e la vita sociale sono due pratiche da unire e alternare: l a solitudine ci guarir dal disprezzo della folla, la folla dalla malinconica intr oversione della solitudine. 1140 - L unico vantaggio che ha la solitudine - il non confidarsi con nessuno, e, quindi, non dover temere le indiscrezioni - lo sciocco, lo vanifica: infatti, lu i, il primo a tradirsi. 1141 - A cercare il caos di incontri e impegni, siano soltanto coloro che non ri escono a sopportare se stessi. 1142 - La solitudine ci induce a ogni genere di mali. 1143 - Nasconditi tutto nella vita dello spirito, ma nascondi anch essa agli altri . Non il caso di attribuirne la causa alla filosofia o al desiderio di quiete. T rova un altro pretesto per la tua decisione: la salute, la stanchezza fisica, o anche la pigrizia. Vantarsi della propria vita spirituale, una sterile ambizione .

SPECCHI 1144 - Gli specchi sono stati inventati perch l uomo potesse conoscere se stesso. Q uell invenzione, ha avuto molte conseguenze positive. Prima di tutto, ognuno pu ved ere come fatto; quindi, pu prendere meglio certe decisioni. Se bello, capisce che deve evitare azioni infamanti; se brutto, che deve supplire ai difetti del corp o con le qualit dello spirito. Se giovane, lo specchio gli serve per rendersi con to di come sia allora, nel fiore dell et, che deve imparare, e agire con coraggio; se vecchio, che deve lasciar parte tutto ci che non si addice alla sua canizie, e mettersi a pensare alla morte. 1145 - Molto manca al povero, tutto all avaro. L avaro non buono con nessuno; ma con se stesso, pessimo . All udire questi versi in teatro, il pi avaro tra gli spettatori applaude, compiacendosi di tutto quell accanirsi contro i suoi vizi. SPERANZE 1146 - Niente risulta pi molesto di un incertezza prolungata. Certa gente sopporta con maggiore serenit che ogni speranza venga troncata, piuttosto che tirata per l e lunghe. 1147 - Chi al presente non d senso alcuno, in balia del futuro. 1148 - Scaccia un difetto con un altro: mitiga la paura con la speranza. In ci ch e si teme, nulla pi certo del fatto che gli eventi spaventosi si rivelano di poco conto, e quelli tanto agognati deludono. 1149 - Considera tutto come possibile; dalla gente, aspettati di tutto: anche ne lle persone dal temperamento migliore esistono lati bisbetici. 1150 - Il timore consegue alla speranza. Non mi meraviglio che le cose stiano co s: entrambi questi stati d animo derivano dall incertezza, e rivelano aspettative sul futuro. La causa prima di entrambi che non sappiamo adattarci al presente, e st iamo sempre con lo sguardo rivolto a ci che verr. In questo modo la previdenza, ch e la massima risorsa della condizione umana, decade a vizio. 1151 - L effetto dei vizi uno solo: il tedio di s. Esso ha origine dall incostanza de ll animo, dall incertezza e fiacchezza dei desideri. I temperamenti corrotti o non h anno il coraggio delle loro aspirazioni, o falliscono nell appagarle. Tutto ci che fanno, sperare. 1152 - Chiunque fa grande affidamento sulla speranza, ne fa pochissimo sulla mem oria. 1153 - Non sperare senza disperazione e non disperare senza speranza. 1154 - Che si nutrano, comunque, speranze: anche questo, rientra nelle disposizi oni del destino. Ecco perch le nutriamo. 1155 - meno vergognoso fare false promesse a un creditore che infondere, in chi crede in noi, false speranze. STATO 1156 - Se lo Stato troppo corrotto perch lo si possa aiutare, oppure se soverchia to dai mali, il saggio non dissiper le proprie forze inutilmente e non si metter i n un impaccio che sa senza soluzione. Inoltre: se il saggio goder di scarsi appog gi politici, malferma salute, e i luoghi del potere mostreranno ben poca voglia di accoglierlo, come non si sognerebbe di prendere il largo su di una nave sfasc iata, e come, se fosse invalido, non si arruolerebbe nell esercito, allo stesso mo

do non intraprender una strada che sa gi, per lui, impraticabile. 1157 - Nello Stato in cui le persone vengono punite di rado, si crea una sorta d i patto comune per l innocenza, alla cui difesa ci si dedica come fosse un bene pu bblico. Se i cittadini si considereranno innocenti, lo diventeranno: si adireran no maggiormente con coloro che deviano dalla castigatezza comune, se vedranno ch e sono pochi. Credimi: pericoloso far notare ai cittadini quanto siano pi numeros i i malvagi. 1158 - La nostra societ assai simile a una volta di pietra: cadrebbe, se tutte le pietre non si sostenessero l un l altra. proprio questo, che la sorregge. 1159 - Se ti troverai a vivere in un periodo poco favorevole alla vita politica, dovrai dedicarti, in prevalenza, alla vita contemplativa e gli studi letterari; infatti, come quando si naviga in un mare tempestoso, devi puntare subito verso il porto, e non aspettare che sia la sorte ad abbandonarti, ma essere tu, per p rimo, a piantarla in asso. STATO DI NATURA 1160 - Anche se Dio desse a qualcuno il potere di modificare le sorti della terr a e ridare ai popoli nuovi costumi, costui non escogiterebbe un ordinamento pi gi usto di quello che si dice vigesse ai tempi in cui nessun colono delimitava coi solchi dell aratro il proprio campo. Quale condizione poteva essere pi fortunata di quella? Tutti sfruttavano in comune le risorse della natura, ed essa, come una madre, bastava al sostentamento di tutti. La prosperit evitava, nel godere della propriet comune, ogni ingiustizia. Perch non dovrei definire ricchissimi quegli uo mini tra i quali non si poteva trovare nessun povero? Poi, in questo idillio, ir ruppe l avidit, e a forza di voler distinguere tra i beni ci che voleva far suo, fec e s che tutti perdessero tutto: di tutta quell immensa propriet, fece tanti angolini recintati. Cos, ora, se ci daremo da fare senza risparmio, otterremo molto; prim a, per, avevamo tutto. La terra stessa, anche se non lavorata, era pi fertile, e g enerosa verso i bisogni dei popoli, dal momento che nessuno la depredava. Si div ideva tutto in perfetto accordo: i pi forti non avevano ancora cominciato ad alza re le mani sui pi deboli; l avaro non si era ancora messo a privare, chiudendo in u no scrigno beni destinati a rimanervi sepolti, gli altri perfino del necessario. Per ognuno, la cura che aveva di s coincideva con quella che aveva degli altri. STIMA 1161 - Chi rispettato, anche amato. L amore, con la paura, non ha niente a che spa rtire. 1162 - Ti dir che differenza c tra la celebrit e la gloria: la gloria consiste nell ap provazione di molti; la celebrit, solo delle persone virtuose. 1163 - un motivo non piccolo di ansia il continuo far caso a come ci si comporta : il non essere spontanei con nessuno; di questo tipo la vita di molti: finta, f atta per l apparenza. Stare sempre a controllarsi, per paura di venire sorpresi in atteggiamenti diversi dai soliti, una vera tortura. Se continuiamo a credere ch e chiunque ci guarda ci stia giudicando, di quest ansia non ci libereremo pi; infat ti, nella vita, si danno molte situazioni impreviste che, anche se non vogliamo, ci rivelano quali siamo davvero; inoltre, per quanto successo possa avere tutto questo autocontrollo, la vita di chi porta sempre una maschera non felice e tra nquilla. 1164 - Tutto ci che, in s, non ha nulla di splendido, lo assume per effetto della virt. Definiamo luminosa una stanza che, di notte, appare del tutto oscura: il gi orno a darle quella luce che la notte gli toglie. Allo stesso modo, tutti quei b eni che definiamo indifferenti e neutri: ricchezza, forza, bellezza, onori, pote

re (e, in senso contrario, morte, esilio, malattie, dolori, nonch tutto ci che, in misura maggiore o minore, ci angoscia); tutto questo, se diviene un bene, per e ffetto della virt; se un male, della malvagit. 1165 - Molti ti lodano: ma tu, visto che sei uno alla portata di tutti, hai di c he essere soddisfatto di te stesso? Le tua qualit abbiano per mira un approvazione interiore. 1166 - pi pericoloso essere temuti che disprezzati. 1167 - Non il caso di valutare la gente a seconda dei sepolcri e di quanto sono alti i cippi funerari che incontri per via. Nasciamo diversi, ma moriamo uguali. 1168 - Nel successo, il difficile l inizio; il resto, viene da s. 1169 - Credo che non dovremmo desiderare affatto i favori di una persona la cui stima, per noi, non ha alcuna importanza. 1170 - Guarda fino a che punto ti stimo: oso affidarti a te stesso. 1171 - Bisogna ascoltare con indifferenza il berciare degli ignoranti contro di noi. Chi ha aspirazioni oneste, deve saper disprezzare lo stesso disprezzo. 1172 - Come sarebbe pi salutare essere consapevoli che nessuno ci pu stimare pi di quanto ci stimiamo noi stessi! 1173 - Nessuno viene disprezzato da un altro se, prima, non si disprezzato da s. 1174 - Il nostro Demetrio solito dire, con molto spirito, che alle parole degli ignoranti d lo stesso peso che ai rumori di pancia: Infatti - dice - se rumori sim ili vengono dall alto, o dal basso, che differenza fa? Che stupidaggine temere di v enire diffamati da chi infame! 1175 - Ci sono persone cui tutto ci che osservano troppo da vicino appare spregev ole. 1176 - Un antico precetto dice che bisogna evitare tre cose: odio, invidia e dis prezzo. In che modo lo si possa fare, solo la saggezza potr mostrarlo; infatti, u n comportamento equilibrato, impresa difficile: bisogna evitare che la paura di suscitare invidia ci porti a venire disprezzati, e che, a forza di non voler cal pestare nessuno, finiamo sotto i piedi di tutti. Per molti, il poter venire temu ti, fu causa di timore. Sfuggiamo a tutti questi eccessi: essere disprezzati non meno dannoso che essere considerati con diffidenza. 1177 - Non indizio di un animo vile aver pagato un azione nobile col venire consid erati, dall opinione pubblica, dei criminali. 1178 - Chi non vorrebbe sembrare altruista? Chi non pretenderebbe, pur tra delit ti e violenze, di venire considerato una persona per bene? Chi non vorrebbe rive stire persino le sue prepotenze pi smaccate col velo della buona fede, ed apparir e come il benefattore di coloro dei cui danni stato, invece, causa? 1179 - Una cosa preziosa non pu costare poco: valuta se preferisci rinunciare a q ualcuno dei tuoi privilegi, oppure a te stesso. 1180 - Chi, se gli piace la virt, pu pensare di piacere al popolo? Per il favore d el popolo, occorrono trucchetti disonesti: bisogna diventare uguali a loro; se n on ti riconoscono per uno di loro, non gli vai a genio. L affetto della gente abbi etta si pu ottenere solo con abbiette strategie.

1181 - A un individuo superbo brucia di pi incutere disprezzo, che paura. 1182 - Mettersi a contare i capi di bestiame a uno a uno, tipico dei poveri. 1183 - Socrate disse: Se vuoi essere felice; se vuoi essere, in tutta coscienza, un uomo perbene, accetta che qualcuno ti disprezzi . 1184 - Come sciocco chi, volendo comprare un cavallo, non esamina quello, ma la bardatura e le briglie, allo stesso modo, chi giudica una persona da come si ves te e dalla sua condizione sociale - che ci stata messa addosso come una veste - un cretino patentato. STUPIDITA 1185 - Non so se sia pi stupido ignorare la legge che ci vuole mortali, o vergogn oso opporvisi. 1186 - Perch la stupidit nostra tenace signora? Prima di tutto, perch non la combat tiamo con sufficiente vigore e non impegniamo tutte le nostre forze nel salvarci da essa; poi, perch non prestiamo sufficiente fede alle verit scoperte dai saggi: non vi ci abbeveriamo con fiducia, e l attenzione che dedichiamo a una faccenda c os importante vana e fugace. 1187 - La stupidit una malattia dell animo. 1188 - Quanto sono stupidi coloro che abbandonano la platea euforici per gli app lausi degli ignoranti! Che gusto c a essere lodati da gente che non possibile, a p ropria volta, lodare? 1189 - Senza dubbio, da sciocchi essere infelici gi adesso solo perch, prima o poi , capiter di esserlo. 1190 - Dove c , in questo mondo, posto per l ira? Tutto, qui, fa ridere, o piangere. 1191 - Una testa ben fatta, non la si pu prendere in prestito, n comprare (del res to, credo che, se fosse in vendita, non troverebbe compratori). Di teste bacate, invece, si fa mercato tutti i giorni SUPERIORITA 1192 - Non si pu far dispetto alla sorte pi che rimanendo, al suo cospetto, impert urbabili. 1193 - Sono molte le situazioni in cui il venire superati si risolve, per noi, i n un vantaggio. 1194 - proprio di un grande artista saper mettere, in una miniatura, il mondo in tero. Allo stesso modo, per il saggio, il tempo della sua vita esteso quanto, pe r Dio, l eternit. Per, c un aspetto per cui il saggio superiore anche a Dio: per quest i, non aver paura di nulla una dote naturale; per il saggio, una dote propria. 1195 - Il saggio deve essere equilibrato: se vuole che le sue azioni abbiano un effetto potente, non deve far ricorso all ira, ma alla sua forza interiore. 1196 - Siccome a offendere gli altri sono, per lo pi, i superbi e gli insolenti, coloro che non sono mai soddisfatti della propria condizione, al saggio, per res pingere tutta questa intemperanza morale, basta la pi alta delle sue doti: la sup eriorit del suo spirito. Essa sa passare sopra tutte queste cose, come fossero lo scenario di un sogno, fantasmi della mente, figure che non hanno nessuna vera c onsistenza. Allo stesso tempo, egli sicuro che individui tanto meschini non poss

ano avere il coraggio necessario per disprezzare davvero ci che tanto superiore a loro. 1197 - I soldi, non potranno fare di te un dio. Dio, non ha niente. La divisa de l potere, neppure: Dio nudo. Neanche la fama, il metterti in mostra o la stima c he il tuo nome avr tra i popoli: nessuno conosce Dio. Molti non ne hanno alcuna s tima, eppure non gli succede niente. Nemmeno una folla di servi disposti a porta rti per le vie della citt, e in capo al mondo: Dio, il potente tra i potenti, tal e perch si porta addosso ogni cosa. Neppure la forza e la bellezza possono render ti felice: nessuna di queste doti resiste al tempo. 1198 - Che cosa pu dominare colui che domina la sorte stessa? 1199 - Felice, secondo me, chi non pu venire sminuito da nulla. Chi, stando al di sopra di tutti, si appoggia soltanto a se stesso. Infatti, chi si puntella al s ostegno di un altro, pu cadere. 1200 - A una sorte magnifica si addice un animo magnifico; infatti, se esso non si eleva fino a essa, e non si mantiene alla sua altezza, non pu che farla precip itare a terra. Ma qual il carattere che distingue un animo magnifico? Essere ser eno, imperturbabile, e osservare con superiore distacco le ingiurie e le offese. 1201 - Tutto ci che agli altri sembra un male, con te, si addolcir fino a trasform arsi in un bene, se saprai perseverare in una distaccata superiorit. Ogni guaio v err definito, a ragione, una circostanza favorevole, se solo la virt l avr reso giust o 1202 - segno di un animo grande disprezzare ci che il mondo chiama grande, e pref erire, al troppo, la moderazione. Un eccessiva proliferazione soffoca le messi, i pomi troppo pesanti spezzano i rami, l eccessivo numero dei frutti ne impedisce la maturazione. La stessa cosa succede all animo: una prosperit eccessiva, ostentata a permanente scherno non solo degli altri, ma anche di se stesso, lo spezza. 1203 - grande e nobile colui come, come una fiera selvaggia, sopporta imperterri to il latrare dei cagnolini 1204 - Chiunque deve la sua superiorit alla paura che incute negli altri, deve fa re, almeno un po , paura anche a se stesso: una legge di natura. Ogni essere capac e di spaventare condannato alla paura. 1205 - Quanto pi l ingegno brillante, tanto meno a lungo dura; infatti, quando non pu esserci pi crescita alcuna, il declino imminente. 1206 - La schiavit della somma grandezza sta nel suo non poter diventare pi piccol a. 1207 - Non esiste una prova di grandezza pi certa di questa: non permettere che n essun avvenimento riesca a turbare il proprio equilibrio interiore. La sfera pi a lta del cielo, quella pi armoniosa e vicina alle stelle, non si lascia addensare in nubi, agitare in tempeste, precipitare in turbine. Essa, non pu venire sconvol ta: sono le sfere inferiori a esplodere in fulmini. 1208 - Nessuno simile a un dio come chi sa disprezzare le ricchezze. Non te ne v ieto il possesso, ma voglio far s che il loro possesso non ti provochi timore. Qu esto, lo puoi ottenere in un solo modo: se ti persuadi di poter vivere felice an che senza di esse; se le giudichi sempre un bene destinato a dileguarsi. 1209 - A pochi riuscito di perdere senza traumi la loro prosperit: gli altri prec ipitano insieme a quei beni sui quali avevano fondato la propria superiorit. A sc hiacciarli a terra, proprio ci che li aveva innalzati.

T TEMPESTE 1210 - Abbiamo gi sprecato troppo tempo: ora che siamo vecchi, cominciamo a fare i bagagli. Pensi che sia cos brutto? Ma no: siamo vissuti in alto mare; almeno, m oriamo in porto. 1211 - Le avversit, quando incappano nella virt, vi lasciano segni quanto la piogg ia nel mare. 1212 - Non esiste albero solido e robusto che l accanirsi del vento non abbia reso tale, e su cui il vento, ancora, non si sfoghi. proprio una simile violenza per secutoria a renderlo pi saldo in se stesso, facendogli penetrare le radici pi sald amente nel terreno. Gli alberi che crescono in valli dove c sempre il sereno, sono fragili. 1213 - Tutti i vizi, quando emergono, vuol dire che sono diventati pi lievi. Anch e le malattie, quando terminano l incubazione e manifestano tutta la loro violenza , vuol dire che, da l a poco, porteranno la convalescenza. Dunque, sappi che anch e l avidit, l ambizione e le altre malattie dello spirito umano sono rovinose al mass imo grado proprio quando si incistano sotto un apparente salute. 1214 - Tutte le cose rimangono intatte e in vita a prezzo di grandi precauzioni: ci che le dissolve, invece, rapido e improvviso. 1215 - Le disgrazie, i danni e le ingiustizie, contro la virt, hanno lo stesso po tere che ha, contro il sole, una nuvola. 1216 - A chi tante calamit non riescono a ridurre a una vita meschina, la sua fel icit, non potr mai venir tolta. TEMPO 1217 - Quando vedo qualcuno chiedere agli altri il loro tempo, e quelli conceder glielo senza difficolt, rimango sempre stupefatto. In questo caso, si prende in c onsiderazione il motivo per cui viene richiesto il tempo, mai il valore, in s, de l tempo. Il tempo, lo si chiede e concede cos, alla leggera. Ci si trastulla col bene pi prezioso di tutti: quello che, siccome non ha corpo, non si vede, e ingan na ognuno. Per questo, viene ritenuto di nessun conto; anzi, non costa nulla. 1218 - Se fosse possibile presentare a qualcuno la prospettiva completa dei suoi anni futuri, cos come si pu fare con quelli passati, quanto tremerebbe, costui, a lla vista dei pochi gliene rimangono! Come si affretterebbe a risparmiarli! 1219 - Il tempo trascorre secondo una legge ben definita, ma che ci resta oscura . 1220 - Il maggiore difetto della vita che sempre incompiuta: capita sempre di ri mandare qualcosa. Chi ha saputo dare, alla fine di ogni giorno, alla sua vita l ul timo tocco, non ha bisogno di altro tempo. da tale bisogno che nascono quel timo re e quella smania di futuro che ci rodono l animo. 1221 - Ridona la libert a te stesso, e quel tempo che fino a ora ti veniva rubato , sottratto d inganno, o ti sfuggiva di mano, raccoglilo e conservalo. Persuaditi che le cose vanno proprio come ti dico io: del tempo di nostra vita, un po ce lo strappano, un po ce lo prendono con l inganno, e un po ci scorre via dalle mani. Ma lo spreco pi vergognoso quello che deriva dalla nostra trascuratezza. Se ci fai c aso, scoprirai che gran parte della vita trascorre nel fare il male, la maggior

parte nel non far niente, e tutta quanta nel fare cose che non ci interessano. 1222 - La parte di vita che viviamo piccola; il resto, non vita, ma solo tempo. 1223 - A chi in lutto per un figlio mortogli in tenera et, e lo rimpiange, diciam o questo: data la brevit della vita, qualora la paragoniamo al tempo cosmico, tut ti noi, giovani e vecchi, siamo nella stessa situazione. Il tempo che viviamo, s i approssima al nulla. 1224 - Non poco, il tempo che abbiamo a disposizione; molto quello che perdiamo. 1225 - Nessuno tanto vecchio da non poter contare su di un giorno ancora di vita . D altra parte, un giorno gi, in s, una piccola vita. 1226 - Nessuna cosa tanto magnifica da non avere inscritta in s la data della sua fine. 1227 - Nulla rester dov : il tempo abbatter tutto, tutto trasciner via con s. 1228 - Anche se tutti i geni pi luminosi della storia sono d accordo su questo punt o, pure non verr mai meno la meraviglia per l ottenebramento che gli uomini dimostr ano in tale circostanza: nessuno accetta che le proprie terre vengano occupate d a altri, e, se solo nasce una minima contesa sui confini, il ricorso ai sassi e le armi certo; invece, tutti permettono senza problemi agli altri di invadere la propria vita; anzi, loro stessi vi fanno entrare coloro che, alla fine, ne dive rranno i padroni. Non si trover nessuno disposto a dividere con gli altri il prop rio patrimonio; tutti, per, danno via a destra e a manca la propria vita! Sono ta ccagni nella conservazione del proprio denaro, ma, quando si tratta di buttare v ia il tempo, diventano estremamente prodighi di ci di cui, essere avari, sarebbe giusto. 1229 - stolto lamentarsi per il rimpianto di una persona cara, visto che, tra ch i non c pi e chi lo rimpiange, c solo un attimo. 1230 - Nulla, a questo mondo, ci appartiene; soltanto il tempo, nostro. La natur a ci ha dato il potere su quest unico bene, che, per, fugace, e sfugge di mano. Que sto potere, a chi non lo vuole, la natura, lo toglie. 1231 - Voi vivete come se vi fosse dato di vivere per sempre. Non considerate ma i la vostra fragilit; non fate caso a quanto, del vostro tempo, gi trascorso: lo s precate, come se ne aveste una riserva intatta e abbondante. Invece, forse, prop rio quel giorno che stiamo regalando a una persona, o a una qualche faccenda, l ul timo. I vostri timori sono quelli di creature mortali, ma, nei desideri, vi sent ite immortali. 1232 - Affrettati a vivere, e fa s che ogni singolo giorno valga come un intera vit a. 1233 - Non ti vergogni di riservare per te solo gli scampoli della vita e di des tinare al nutrimento dello spirito solo quel tempo che non puoi utilizzare in ne ssun altro modo? Non troppo tardi cominciare a vivere proprio quando sarebbe ora di smettere? Che stolta trascuratezza della propria mortalit mai rimandare i sag gi propositi a quando si avranno cinquanta o sessant anni, e voler cominciare a vi vere davvero a un et che pochi raggiungono! 1234 - Ritieni pi giusto obbedire alla natura, o che la natura obbedisca a te? Ch e importa che tu debba abbandonare presto la vita, dalla quale, in ogni caso, fi nirai espulso? Il vivere a lungo, dipende dal destino; il vivere quanto basta, d allo spirito.

1235 - Ogni giorno deve essere organizzato come se concludesse il computo dei gi orni, ed esaurisse in s l intera vita. 1236 - Questo intervallo di tempo che, sebbene la natura lo renda precipitoso, l a ragione pu dilatare, per voi durer, inevitabilmente, un attimo solo; infatti, no n siete capaci di coglierlo al volo e trattenerlo, in modo da arrestare la cosa pi rapida che esista in natura. Ve lo lasciate sfuggire di mano, come se fosse la pi superflua e rimpiazzabile delle cose. 1237 - Moriamo ogni giorno; ogni giorno, infatti, ci viene sottratta una parte d ella vita. Perfino il diventare grandi fa s che la vita diventi sempre pi piccola: cos che abbiamo perso prima l infanzia, poi la fanciullezza, e l adolescenza. Tutto il tempo trascorso fino a ieri, tempo perduto, e anche l oggi, lo stiamo dividendo con la morte. Allo stesso modo in cui una clessidra ad acqua non si svuota per il cadere dell ultima goccia, ma per tutto il liquido che ne , prima, uscito, l ora f atale in cui cessiamo di esistere, non la causa della nostra morte, ma solo la s ua estrema manifestazione. La morte, la raggiungiamo allora, ma vi eravamo avvia ti da tempo. 1238 - Nessuno di noi, nella vecchiaia, lo stesso che era in giovent. Nessuno di noi, al mattino, lo stesso che era il giorno prima. I nostri corpi vengono trasc inati, come fiumi, dalla corrente. Tutto ci che vedi, fugge via col tempo: niente di ci che vediamo destinato a permanere. Io stesso, nel tempo in cui ho detto ch e tutte le cose mutano, sono mutato. 1239 - Credimi: segno di grandezza e di superiore distacco da ogni non permettere a nessuno di portarci via tempo. Chi ci riesce, gode lunghissima, perch ce l ha tutta a sua disposizione. Nessuna parte re in un lassismo indulgente, nessuna in balia degli altri. Chi sa tanta parsimonia il proprio tempo, non trover mai niente che valga e con esso: per questo, gli baster. errore umano, di una vita di essa trascor custodire con la pena pagar

1240 - Chi ci fa perdere tempo, ci procura un grave danno; soprattutto, consider ata la brevit della vita, che noi, con la nostra incostanza, rendiamo ancora pi br eve, iniziandola in un modo, e poi ricominciandola sempre da capo: in questo mod o, la spezzettiamo in tante piccole vite che hanno la consistenza della sabbia. 1241 - Prima, il tempo non mi sembrava cos veloce: ora, il suo scorrere mi pare i ncredibilmente rapido; sia perch sento che si avvicina il traguardo ultimo, sia p erch comincio a considerare e contare gli anni perduti. 1242 - Prendi la vita di un uomo onesto e, da cento anni, riducila a un giorno s olo: comunque, rimane sempre onesta. 1243 - Rendiamo la nostra vita come una pietra preziosa: facciamo che abbia poca estensione, ma un grande peso specifico. Misuriamola dalle azioni, non dal temp o. Vuoi sapere che differenza c tra un uomo vigoroso, sprezzante la sorte, capace di affrontare a testa alta tutte le sfide della sua esistenza, e che si sia elev ato fino al sommo bene, e un altro che abbia spuntato dalla sorte solo il bottin o di una vita lunga molti anni? Il primo esiste anche dopo la morte; l altro gi mor to quand era in vita. TERAPIE 1244 - La forza che il malato trae dagli accessi della malattia labile, sospetta e buona soltanto, alla lunga, a fare la sua rovina. 1245 - Il notare, in s, difetti che prima si ignoravano, prova di un migliorament o del carattere. Con certi malati ci si congratula, quando riconoscono di essere ammalati.

1246 - Non c cosa pi utile che tenere sempre presente la nostra condizione di morta li. 1247 - Contro la morte, un grande sollievo il constatare che anche la terra mort ale. 1248 - Oh, come andrebbero bene le cose, a certe persone, se potessero stare lon tane da se stesse! 1249 - Ogni volta che le cose andranno in modo diverso rispetto a come ti aspett avi, di : Gli di hanno deciso per il meglio . A chi si atteggia in questo modo, non ac cadr mai niente. 1250 - Nelle malattie, non c nulla di pi dannoso di una cura prematura. 1251 - Allo stesso modo in cui non importa se corichi un malato su di una barell a di legno o una d oro - dovunque lo porterai, si porter con s il proprio male - non importa se un animo malato giace tra le ricchezze o nella povert: il suo male, c omunque, non lo lascia mai. 1252 - La cosa migliore sopportare ci che non si pu correggere. 1253 - una cura abominevole dovere la salute a una malattia. 1254 - Perch ci prendiamo in giro da soli? Il nostro male, non viene da fuori: in trinseco a noi; ha sede nelle nostre viscere. Sar ben difficile che ne guariamo, visto che non ci rendiamo conto di essere ammalati. 1255 - Alcuni mali possono venire guariti solo con l inganno. 1256 - Se vuoi sfuggire a ogni inquietudine, da per scontato che tutti gli eventi da te temuti, in un modo o nell altro, si verificheranno. A quel punto, queste tr agedie, di qualsiasi natura siano, soppesale nel tuo animo, e guarda quel che va lgono: in breve, ti accorgerai di come, ci che temi, o non gran cosa, o cosa che non pu durare a lungo. 1257 - Ogni tanto, trascorri alcuni giorni mangiando in modo molto parco i cibi pi frugali, e vestendoti di panni grezzi e rozzi, in modo da poter dire: tutto qui , ci di cui avevo tanta paura? 1258 - Per chi ammalato gravemente, un apprezzabile attenuazione dei sintomi equiv ale quasi a una guarigione. 1259 - La salute psichica sta nel non avere rapporti con chi non ci somiglia, e ha aspirazioni diverse dalle nostre. TESTIMONI 1260 - Eviteremmo una gran parte delle cattive azioni, se, accanto a chi sta per commetterne una, fosse sempre presente qualcuno che lo osserva. L anima abbia qua lcuno per cui nutre una stima incrollabile, e la cui autorit su di lei renda puri anche i segreti della sua vita interiore. 1261 - Esistono persone che non accettano nessun favore, se non viene fatto all in saputa di tutti. Evitano i testimoni, e stanno bene attenti a che la cosa non si dica in giro. Sappi che si tratta di malintenzionati. 1262 - Quando testimoni e spettatori se ne vanno, li seguono anche quei vizi che , a farsi vedere e ammirare in pubblico, ci godono.

1263 - Chi non vuol parlare con te se non in privato, come se non volesse parlar e con te. 1264 - Se ci che fai onesto, lo sappiano tutti; qualora non lo sia, che importa s e nessuno lo sa, quando tu lo sai? Oh, te infelice, se trascuri questo testimone ! TRADUZIONI 1265 - Non bisogna tradurre imitando il lessico delle altre lingue: bisogna indi care con un sostantivo il concetto di cui si tratta, non la parola con cui desig nata. U UMANITA 1266 - Nel tuo cuore, e sulle tue labbra, ci sia questo verso: di umano/A me reputo estraneo . Sono un uomo/Nulla

1267 - L uomo troppo mortale per poter comprendere ci che immortale. 1268 - di grandissima consolazione considerare che, quanto ci accaduto, tutti, p rima di noi, l hanno subito, e tutti, dopo di noi, lo dovranno subire; anzi, credo che la natura abbia reso comune l evento pi grave cui assoggetta gli umani proprio perch l uguale condizione ci potesse far accettare la crudelt della sorte. 1269 - Nessuno si allontanato dalle leggi della natura e ha traviato la propria umanit al punto da fare il male per il solo piacere di farlo. 1270 - Fare naufragio, avere un incidente stradale: si tratta di eventi gravi, m a rari; invece, il pericolo che ti viene dagli altri uomini, quotidiano. Sii gua rdingo contro di esso: tieni gli occhi bene aperti. Non esiste male pi frequente, ostinato, insidioso. La tempesta, prima di infierire, si annuncia minacciosa; l e case, prima di crollare, mostrano crepe; il fumo preannuncia l incendio: il dann o che viene dall uomo, invece, improvviso; pi si avvicina, meno si fa vedere. Sbagl i, se ti fidi del volto di quanti ti vengono incontro. 1271 - Difendi la postazione che ti ha assegnato la natura. Vuoi sapere come si chiama? Umanit . 1272 - Chi piange la morte di qualcuno, piange il fatto che sia stato un uomo. 1273 - La vita umana si basa sull aiuto reciproco e la concordia. Ognuno si sente legato agli altri da un patto di solidariet non per effetto di minacce e paura, m a per il sentimento di amore che unisce tutti gli uomini. 1274 - Per quale motivo noi uomini ci sentiamo al sicuro, se non perch possiamo c ontare sull aiuto reciproco? solo per questo che la vita capace di premunirsi e di fendersi contro gli assalti improvvisi del destino: perch gli uomini mettono in c omune le loro risorse. 1275 - Tutti i giorni ci passano davanti agli occhi i funerali di gente nota e p ersone sconosciute; noi, per, non ne teniamo conto, e ci pare improvviso quell even to la cui inevitabilit ci si manifestata nel corso dell intera nostra esistenza. Qu esta, non ingiustizia del fato, ma malizia della mente umana, con la sua insazia bilit, che la fa sdegnata di dover lasciare un luogo nel quale era stata ammessa solo in via provvisoria. Quanto fu pi giusto quel personaggio storico che, quando gli fu annunciata la morte del figlio, si espresse in modo degno della sua gran dezza: Quando lo generai, sapevo gi che sarebbe morto , disse; e poi aggiunse, con s

aggezza ancora pi sublime:

per questo che l ho messo al mondo .

1276 - L uomo deve farsi inattaccabile e invulnerabile alle situazioni esteriori. Deve contare soltanto su se stesso; avere fiducia nelle proprie risorse interior i, ed essere pronto alle instabilit della sorte. Deve essere, insomma, artefice d ella propria vita. La sua fiducia proceda di pari passo col sapere; e il sapere, con la fermezza. 1277 - Se non ti vuoi adirare con i singoli individui, devi chiudere un occhio s u tutti i tuoi simili. Perdonare l intero genere umano. 1278 - Nulla di quanto il mondo racchiude nei suoi confini estraneo all uomo: da q ualunque parte, le distese del cielo si presentano uguali; la distanza che separ a l umano dal divino non cambia mai. 1279 - Sull animo umano, difficile fare ipotesi. 1280 - Chi, quando si messo a deprecare la generale tendenza del genere umano al vizio, non ha, in questa impresa, messo in luce la grandezza del proprio ingegn o? 1281 - Non da uomo non avvertire i propri mali, ma neppure non sopportarli. 1282 - Quando devi giudicare il carattere di qualcuno, osserva come si comporta in mezzo agli altri. Dove lo troverai pi a suo agio e soddisfatto, guardati da lu i come non mai; dove appare del tutto mansueto, invece, la sua pericolosit non mi nore, ma si prende un po di riposo. 1283 - Non c nessuno che, pur non avendo altri titoli, non meriti, da parte mia, i l titolo di uomo. 1284 - Cerchiamo di essere, tra di noi, piuttosto tolleranti: siamo malvagi che vivono in mezzo ai malvagi. Una sola cosa ci pu assicurare una certa tranquillit: il patto non scritto della reciproca comprensione. 1285 - La natura, prima di farci, ci ha concepito. Noi non siamo una creazione c os trascurabile da venire dati alla luce senza una ragione. Considera quante pote nzialit abbiamo, quanto esigue siano le restrizioni che sono state date al nostro potere; osserva a quali lontani confini della terra si pu spingere il nostro cor po, che la natura non ha ridotto in catene, ma ha diffuso per ogni sua plaga. Co nsidera quanto pu l ardire umano: come a esso soltanto sia dato investigare e conos cere che cosa siano gli di, e come la mente possa elevarsi fino a compenetrare le idee celesti. Allora, sarai certo che l uomo non una creazione concepita senza un progetto, per moto spontaneo. 1286 - Nessun animale pi lunatico, nessuno va trattato con maggiore abilit dell uomo ; e su nessuno bisogna infierire di meno. Che c di pi sciocco, infatti, che giudica re una vergogna l accanirsi contro le bestie da soma e i cani, quando l uomo condann ato alla condizione peggiore: venire oppresso dall uomo? USURAI 1287 - Studiare con cura a chi dare i soldi, non perch siano spesi nel modo pi pro ficuo, ma perch diano il massimo frutto, e li si possa recuperare con la massima facilit, non fare del bene, ma darsi all usura. V VALORI 1288 - Vivi con gli uomini come se Dio ti stesse guardando; parla con Dio come s

e gli uomini ti stessero ascoltando. 1289 - La povert si limita soltanto a designare il possesso di poche cose. 1290 - Tutto ci che ammiriamo, che ci attira a s con invincibile fascino, e che og nuno di noi ostenta al cospetto degli altri, ci appare splendido, ma, dentro, no n che miseria. 1291 - Se metti sul piatto della mia bilancia il valore della vita in s e per s, s enza nessuna qualit, presa in un senso del tutto indifferente, e me la spacci per un grande dono, allora sappi che, quel dono di cui mi vuoi spacciare le virt, l ha nno avuto anche le mosche e i vermi. 1292 - La povert un male solo per chi non l accetta a cuor leggero. 1293 - Quale vizio non ha mai trovato un avvocato disposto a difenderlo? 1294 - La misura del necessario, la sua utilit; il superfluo, che limite pu avere? 1295 - In una societ cos indaffarata, le malefatte ordinarie non suscitano alcun i nteresse. 1296 - Platone dice, egregiamente, che tutto ci che ci si procura a prezzo della vita, vale ben poco. 1297 - Quelle cose che gli sprovveduti, spesso, disprezzano, e i saggi, sempre, non sono, in s, n beni n mali. 1298 - Chi ha fatto del bene involontariamente, non pu essere definito un benefat tore. 1299 - Il saggio, in ogni cosa, bada all intenzione, non al risultato. 1300 - C una bella differenza tra chi ci fa del bene facendone, al contempo, anche a s, e chi, nel farlo, ha di mira solo il proprio vantaggio. C una bella differenz a tra fare del bene e fare affari. 1301 - Chi si vergogna di una vettura da quattro soldi, si vanter di una sfarzosa . 1302 - L animo che si compiace dei beni terreni meschino: esso va orientato, piutt osto, verso ci che non muta, e mantiene ovunque intatto il suo splendore. Bisogna considerare anche come i beni di quaggi, con la loro falsa parvenza e le false p romesse, ostacolino il conseguimento delle vere ricchezze. Quanto pi ampi saranno i portici che si edificato, quanto pi alte le torri; quanto pi vaste le dimore pa dronali, quanto pi profondi i seminterrati dove passare l estate; quanto pi opulenti saranno i rivestimenti delle sale per i banchetti: tante pi cose ci saranno tra lo sguardo dell uomo e il cielo. 1303 - In nome dell onest, bisogna sopportare tutto; il che, se esistesse qualcun a ltro bene al di fuori dell onest, non sarebbe necessario. 1304 - Il senso morale si ridotto a un punto tale che la povert suscita disprezzo come fosse una colpa. 1305 - Esprime un carattere sommamente malvagio non definire o di altruismo se non provoca qualche danno a chi lo fa. disinteressato un att

1306 - Nessuno deve vantarsi se non di ci che suo. Lodiamo la vite, se carica di frutti i tralci, e col suo peso inclina fino a terra la gabbia che la sostiene;

chi preferirebbe a essa una vite da cui pendessero grappoli d oro e foglie d oro? La qualit propria alla vite la fertilit. Anche nell uomo, bisogna lodare ci che proprio dell uomo. Abbia pure bei servi e una bella casa. Grandi latifondi, molti capital i su cui speculare. Nessuno di questi beni suo intimo possesso, ma ognuno un mer o contorno a ci che egli stesso . 1307 - Se pensi a come, ci che serve alla vita, ce lo si procuri pagandolo con la vita, ti verr da ridere. 1308 - Quando si tratta di valutare il patrimonio di qualcuno, siete abilissimi ragionieri, e soppesate i beni di coloro ai quali intendete dare denaro, o fare un favore (infatti, anche quelli, glieli mettete in conto): uno ha vasti poderi, ma anche molti debiti; un altro ha una casa sontuosa, ma costruita a forza di m utui; un altro ancora, nessuno pu, come lui, disporre in rassegna con un schiocco di dita una servit pi elegante, tuttavia, quando i creditori lo vengono a cercare , non si fa trovare: se si mette a soddisfarli, non gli rimarr un soldo. Ecco: do vete fare la stessa cosa anche nel resto, e stabilire quanto, anche in campo spi rituale, ciascuno ha di suo. 1309 - Il valore della vita coincide con la somma dei valori umani. 1310 - Alle volte, una cosa sola ne vale due. Quindi, l intenzione di ricambiare u n dono, se sincera e impellente, pu benissimo stare al posto di qualunque bene ma teriale. Se lo stato d animo con cui si fa un dono non contasse nulla, e soltanto il valore dell oggetto donato fosse testimonianza di gratitudine, nessuno sarebbe grato agli di, ai quali si pu offrire soltanto uno stato d animo. 1311 - Nessuno ha un animo a tal punto coriaceo e avverso a chi merita affetto d a non voler bene a chi rimane mite anche quando viene offeso. 1312 - Ci sembrano gratuite cose che, invece, sono carissime. La nostra ottusit p u risultare chiara da questo atteggiamento: riteniamo che solo ci per cui sborsiam o denaro possa definirsi comperato; invece, definiamo gratuite le cose per le qu ali diamo, come fosse contante, la nostra persona. Fino a questo punto, per cias cuno, niente vale meno che se stesso. 1313 - La natura ha nascosto l oro, l argento, e quel ferro destinato, a causa degli altri due metalli, a portare tra noi eterna discordia; quasi sapesse che, di af fidarci tutto questo, non era il caso. Siamo stati noi a portare alla luce l origi ne di ogni nostra battaglia; noi abbiamo, scavando, tirato fuori le cause e gli strumenti dei nostri pericoli. Siamo stati noi a fornire alla sorte l occasione de lle nostre disgrazie. E non ci vergogniamo di aver innalzato alle stelle ci che, in origine, giaceva nelle pi profonde latebre delle terra. VECCHIAIA 1314 - La frugalit pu far durare di pi la vecchiaia, che non credo debba venire des iderata ardentemente, ma nemmeno rifiutata. bello, quando ci si resi, a se stess i, una piacevole compagnia, stare con se stessi il pi a lungo possibile. VELENI 1315 - Non solo gli animali pi feroci, ma anche i pi vili sono temuti per il loro veleno. 1316 - Le epidemie cominciano quando i malati si mescolano ai sani. VENDETTE 1317 - Le vendette ripetute estinguono l odio di pochi, ma esaltano quello di molt

i. 1318 - La parola vendetta , anche se viene presa per giusta, disumana. La legge del taglione soltanto un crimine posticipato rispetto a quello che l ha provocata. Ch i ricambia il male ricevuto solo un criminale pi scusabile. 1319 - Nessuna passione pi dell ira avida di vendetta: per questo che essa, nella v endetta, cos inefficace. 1320 - Anche se, per magnanimit, rinunciassimo a vendicarci, ci deve confortare s apere come, prima o poi, ci sar sicuramente qualcuno che, nel vendicarsi dei prep otenti e dei superbi, e delle loro offese, paregger anche i nostri conti. Infatti , caratteristico di questi difetti il fatto che non si accontentino di una sola offesa, e di una sola vittima. 1321 - Spesso la ragione ci induce a sopportare, l ira a vendicarci; cos accade che , nel mentre potevamo evitare i mali al loro primo manifestarsi, siamo noi stess i a trasformarli in sciagure. 1322 - Ecco che cos il perdonare: quando saprai che saranno in molti ad adirarsi p er quello che ti stato fatto, non solo non vendicarsi, ma garantire il perdono. 1323 - Non c pena maggiore, per la malvagit, che risultare odiosa al malvagio stess o, e a chi gli sta vicino. 1324 - Spesso, piuttosto che vendicarsi, meglio far finta di niente. VERITA 1325 - La verit giace in un mare profondo, avvolta nei suoi veli. 1326 - Un errore, quando diventa opinione pubblica, in noi, prende il posto dell a verit. 1327 - Non so perch, ma sono le dicerie inventate di sana pianta a sconvolgerci p i profondamente. Infatti, quelle vere, hanno un limite: le congetture che pu fare una mente impaurita quando fantastica su eventi di cui sa poco. Ecco perch niente cos dannoso e incontrollabile quanto il timor panico: infatti, gli altri tipi di timore non hanno ragione di essere; questo, assenza di ragione. 1328 - Tutti coloro che un esaltazione immotivata trascina al di sopra delle consu ete opinioni umane, si credono ispirati da qualcosa di elevato e sublime. 1329 - Due cose infondono nell animo il massimo vigore: la fede nella verit e la fi ducia in se stessi. 1330 - Per molti, la causa della morte stata l essere venuti a sapere di che male soffrivano. 1331 - L aspetto della verit sempre lo stesso, quello della menzogna cambia di cont inuo. 1332 - Non devi pensare che l adulazione degli altri ci danneggi pi di quanto, adul andoci, danneggiamo noi stessi. Chi ha mai avuto il coraggio di dire, a se stess o, la verit? 1333 - incredibile con quanta facilit il fascino delle belle parole riesca a dist ogliere dalla verit anche i grandi uomini. 1334 - L iperbole una forzatura del discorso attraverso la quale si riesce a tende re la menzogna finch raggiunge la verit.

1335 - Non bisogna amare la povert anche solo per il fatto che ci fa vedere chi c i ama davvero? Oh, quando verr il giorno in cui nessuno pi mentir per rispetto alla tua posizione sociale! 1336 - Chi ha fatto divorzio dalla verit, non potr mai venire considerato felice. 1337 - Considera non soltanto se dici la verit, ma se colui al quale la dici la p u sopportare. 1338 - La verit va detta soltanto a chi disposto ad ascoltarla. Che diresti, infa tti, se i sordi e i muti - sia dalla nascita, sia per malattia - venissero rimpr overati di essere tali? 1339 - Come dice quel famoso poeta tragico, il discorso della verit, un discorso s emplice ; quindi, non il caso di complicarlo. A un animo che si propone grandi imp rese, nulla conviene meno di questa subdola arte del raggiro. 1340 - La verit, anche se non viene dimostrata razionalmente, col suo splendore, balza agli occhi di per s. VIAGGI 1341 - Chi dappertutto, non da nessuna parte. Chi passa la vita a viaggiare, div enta ospite di molti, ma amico di nessuno. 1342 - Un viaggio, se ti fermi a met dell itinerario, o prima di raggiungere la mta, rimarr incompiuto; la vita, se trascorre nell onest, incompiuta, non sar mai. In qua lunque momento la si concluda, se la si conclude bene, ha raggiunto il suo scopo . Spesso, poi, bisogna porvi termine con coraggio, e, magari, non per ragioni di estrema importanza. In effetti, neanche le ragioni che ci tengono in vita, sono di estrema importanza. 1343 - Bisogna cambiare stato d animo, non panorama. Puoi percorrere quanto ti par e il vasto mare: i tuoi vizi, dovunque tu vada, verranno con te. 1344 - Perch ti sembra cos strano che tutto il tuo vagabondare per ogni dove non t i serva a nulla? Non puoi mica lasciare a casa te stesso! Quando viaggi, ti pers eguita lo stesso motivo che ti ha indotto a partire. A che pro , i paesaggi nuovi? A che pro , conoscere citt e paesi? Tutta agitazione vana Deponi quel peso che hai in cuore: prima, qualsiasi luogo ti sembrer odioso. 1345 - Se vuoi raggiungere il controllo della tua anima, per prima cosa, arresta la smania di fuga del tuo corpo. VIOLENZA 1346 - Chiunque disprezzi la propria vita, padrone della tua. 1347 - Tutto ci che vedi, gli orizzonti del divino e cosa: noi siamo le membra di un unico, grande corpo. telli: stesse le origini, stessi i fini. Ci ha infuso fatti animali socievoli. Ha determinato l equit e la doloroso fare il male, che subirlo. dell umano, rappresenta un unica La natura ci ha creato fra un reciproco amore; ci ha giustizia: per suo decreto, pi

1348 - Questo corpiciattolo, galera e catena dell anima, viene sbattuto per ogni d ove, ed sottoposto a torture, agguati, malattie; l anima, invece, sempre inviolabi le ed eterna; nessuno pu farle violenza. 1349 - Noi, nella vita, ci comportiamo come i tiranni: anch essi, infatti, lamenta

no offese solo per aver l occasione di aggredire qualcuno; e il torto che ostentan o, un mero pretesto per farlo. 1350 - Se ti stata fatta un ingiustizia di specie particolare, destinata a te, e t e solo, hai il diritto di inveire; invece, se il destino che ti ha colpito quell o che obbliga a s tutti, dai pi potenti ai pi umili, non ti resta che riconciliarti con ci che non rispetta alcun patto. VIRTU 1351 - Un individuo buono si distingue da Dio solo perch non immortale; per, suo d iscepolo, emulo, suo vero figlio, e quel padre meraviglioso - inflessibile nel p retendere la virt, qual - lo educa con durezza, come fanno i padri severi. 1352 - Esistono vizi che confinano con virt: cos, lo scialacquatore si presenta so tto le mentite spoglie di uomo generoso, mentre, tra chi capace di dare e chi no n capace di conservare, ce ne corre. Allo stesso modo, l indifferenza si traveste da disponibilit verso il prossimo, e la temerariet, da coraggio. 1353 - Se amministreremo saggiamente le nostre doti fisiche e le nostre risorse naturali, senza che il loro essere effimere e fugaci ci provochi angoscia; se no n ne diverremo schiavi, nella presunzione di possedere ci che non nostro; se le s oddisfazioni momentanee del corpo avranno, nella nostra vita, lo stesso ruolo ch e hanno, nell esercito, le truppe ausiliarie e la fanteria, il cui compito servire , non comandare: allora, in questo modo, tutto questo torner utile al nostro spir ito. 1354 - Non tutto ci che morale rende buoni. 1355 - Plasmare l animo quando ancora tenero, facile; il difficile estirpare quei vizi che sono cresciuti insieme a noi. 1356 - Gli attributi della bont d animo sono chiarezza e semplicit. 1357 - Da quali indizi si pu notare la virt? La rivelano l ordine, il decoro, la per severanza, la coerenza tra loro di tutte le azioni, la superiorit e il distacco s pirituale. Da questi indizi si deduce una vita felice, capace di scorrere tranqu illamente; padrona, com , di se stessa. 1358 - Fare della virt, dominatrice suprema, la serva del piacere, segno di un an imo incapace di grandezza. 1359 - I vizi si insinuano in noi nelle sembianze di virt: la temerariet si nascon de sotto il nome di coraggio; l ignavia viene detta impassibilit; la paura, prudenz a. 1360 - Quale nobilt d animo ci sarebbe nel fare del bene a molti, se non ci fosse m ai capitato di rimanere delusi? 1361 - Una crudelt priva di forze per continuare, non la definirei clemenza. 1362 - A noi stoici non pare un bene qualcosa di cui si possa fare anche un catt ivo uso; e tu vedi quanta gente fa un cattivo uso di ricchezza, nobilt e forza. 1363 - Non vero, come qualcuno sostiene, che la strada della virt ardua e aspra; per giungervi, basta seguire la retta via. 1364 - Anche l essere scioperati, se tenace, incute un certo rispetto. 1365 - I lenti bovi sono ben pi adatti a portare pesi gravosi che non i cavalli d

i razza. 1366 - Siccome esistono vizi che imitano determinate virt, distinguere tra loro v izi e virt, se non vi si imprimono segni di riconoscimento, diventa impossibile. 1367 - Il dono non sta nei beni tangibili che ci vengono dati. In essi vediamo s oltanto la testimonianza e l espressione del dono. 1368 - Qual la caratteristica principale della virt? Non avere bisogno del futuro : non contare i giorni a uno a uno. Per quanto il tempo a lei dato possa essere piccolo, essa vi sa attingere beni che non si estinguono mai. 1369 - La sorte pu strappare solo ci che ha dato. La virt, per, non la pu dare, e qui ndi neanche togliere. Infatti, la virt libera, inviolabile, sempre uguale a se st essa, indistruttibile; a tal punto temprata contro la sorte che non solo non pu e ssere vinta, ma nemmeno spostata dalle sue fondamenta. 1370 - Non ha importanza che cosa riesci a sopportare, ma come. 1371 - Certe virt hanno bisogno di essere stimolate; altre, frenate. 1372 - La virt, in noi, emerge solo quando viene stuzzicata e stimolata. 1373 - La gioia per una buona azione cosa nobile e magnifica, l ira per una malefa tta altrui qualcosa di meschino, e segno di animo gretto. Non natura della virt i mitare quegli stessi vizi che si impone di reprimere. 1374 - Non indizio di animo nobile fare del bene e non riaverlo indietro. Non ri averlo indietro, e continuare a farne, lo . 1375 - Nessuna virt contraria a un altra virt. 1376 - Nessuno nasce con un buon carattere; tutti, prima di acquistarlo, sono in clini al male. Imparare la virt, significa solo disimparare il vizio. 1377 - La virt, non si disimpara. 1378 - La virt si divide in due parti: consapevolezza del vero e azione. Alla pri ma ci conducono gli insegnamenti, alla seconda le esortazioni. 1379 - La virt, se non ha ostacoli, si infiacchisce. 1380 - Tutti esaltano e detestano, al contempo, chi fortunato. In lui, odiano qu elle stesse azioni che, se potessero, farebbero anche loro. 1381 - Non il caso di stuzzicare l animo umano all avidit, le lamentele e la discordi a: ci sguazza gi per conto suo. 1382 - Se ti farai l idea che esiste, oltre all onest, anche qualcos altro, nella vita, di buono, tutte le tue virt saranno in pericolo: nessuna, infatti, rimarr salda a l suo posto. 1383 - Una felicit mai contrastata non sopporta nessun colpo. 1384 - Chiedi perch la virt non ha bisogno di nulla? Gode di ci che ha, non desider a ci che non ha. 1385 - Per lo stesso motivo per cui le virt, una volta accolte dentro di s, non ne possono uscire, e custodirle facile, il primo approccio a loro ben arduo; infat ti, la debolezza della nostra inetta mente comporta, in noi, la paura di ci che n

on conosciamo. Ecco perch bisogna costringerla a muovere il primo passo. 1386 - La virt, per sua natura, ama la gloria. 1387 - Esistono persone che, se si comportano bene, solo per averne una ricompen sa. A essi la virt, se gratuita, non d nessun gusto. E invece, la virt, se ha, in q ualche modo, a che fare coi soldi, perde tutto il suo splendore. Che cosa c , infat ti, di pi squallido che mettersi a calcolare quanto riesca, un uomo virtuoso, con le sue doti, a guadagnarci? La virt non ci seduce con la prospettiva di un guada gno, n ci distoglie da s con la paura di perdere i nostri beni. A tal punto essa n on corrompe con speranze e promesse che, al contrario, ci impone di andare contr o il nostro interesse. Per lo pi, essa consiste in ci che doniamo spontaneamente. 1388 - Un uomo, se onesto, far sempre e solo ci che gli pare onesto, anche se gli coster fatica, anche se gli porter danno, anche se sar pericoloso. Invece, ci che di sonesto, anche se gli procurer denaro, piaceri, potenza, non lo far. Nulla lo dist oglier dall onest, nulla potr indurlo al male. 1389 - Cos come esistono medicine che agiscono sulla salute anche soltanto annusa ndole, senza toccarle n assumerle; allo stesso modo, l utilit della virt si manifesta anche di lontano, per vie recondite. 1390 - Ogni virt consiste nella misura, e la misura una proporzione tra le cose b en determinata. 1391 - Perch nessuno confessa i propri difetti? Perch vi ancora impelagato: narrar e un sogno, lo pu chi sveglio, e confessare i propri difetti indizio di un animo sano. Dunque, se vogliamo renderci conto dei nostri errori, svegliamoci. 1392 - Ci che va indagato se a quella virt cui ti avvicini volentieri quando la st rada facile, e il cammino agevole, saresti disposto ad avvicinarti anche superan do rocce e burroni, tra belve e serpenti. 1393 - Una virt che dura pi a lungo non una virt pi grande. 1394 - Aristone diceva di preferire un giovane un po tetro a uno sempre lieto, e gradito alla gente; infatti, il vino che sembra, novello, asprigno e amarognolo, diventa, invecchiando, buon vino. Quello che gi gradevole quando nella botte, no n regge al tempo. 1395 - meglio far del bene anche ai malvagi a causa dei buoni che essere ingiust i coi buoni a causa dei malvagi. 1396 - I vizi, contro le virt, hanno la peggio, se solo non li si infama subito c ol proprio odio. 1397 - In ogni spirito virtuoso abita un dio. Quale sia, non si sa. 1398 - Nulla adorna di virt gli animi e riporta sulla retta via quelli, tra loro, instabili e proclivi al male, pi che la frequentazione di chi buono. A poco a po co, i buoni toccano le corde profonde di ognuno: il vederli di frequente, il par larci spesso, ha gli stessi effetti di un insegnamento morale. 1399 - La fiamma della virt non si estingue mai a tal punto da non imprimere nell a nimo segni troppo nitidi perch una qualsiasi modificazione del clima li possa can cellare. 1400 - Ecco una grande cosa: avere la debolezza di un uomo, e la sicurezza di un dio.

1401 - Ogni atto di onest opera di una sola virt, ma su delibera di tutte le altre . 1402 - L unica cosa cui ci dedichiamo con la massima dedizione: renderci il pi poss ibile peggiori, non ci ancora venuta bene. I nostri vizi stanno ancora progreden do. 1403 - Che cos la virt? La capacit di giudicare senza abbagli, e in modo irrevocabil e. Da essa deriva lo slancio creativo della mente. Solo essa sa ricondurre alla sua vanit tutte quelle apparenze da cui deriva lo slancio cieco della passione. 1404 - Chi buono per caso, non detto che lo sar per sempre. VITA 1405 - pi da uomini fare della vita una commedia, piuttosto che una tragedia. 1406 - Chi pu dubitare che il vivere sia un dono degli di; il vivere bene, un dono della filosofia? 1407 - Vuoi renderti conto, una buona volta, di come sei esposto a tutti i colpi , e tutti quei dardi che hanno trafitto altri, ti hanno mancato per un pelo? La vita, come se tu assalissi, quasi disarmato, una muraglia o un avamposto presidi ato da molti nemici, e difficile da scalare: devi aspettarti di venire ferito, e pensare che quei sassi che volano sopra la tua testa, insieme a giavellotti e f recce, sono diretti a te. Ogni volta che qualcuno cade al tuo fianco, o dietro d i te, esclama: Non mi prenderai di sprovvista, sorte; non mi schiaccerai per supe rficialit o trascuratezza. So che cosa prepari: hai colpito un altro, ma ero io, il tuo bersaglio . 1408 - Non pu ottenere una vita tranquilla chi si preoccupa troppo di prolungarla : chi annovera tra i beni preziosi partecipare a molti capodanni. 1409 - A forza di rimandare, la vita trascorre, e non torna pi. 1410 - Se, nella vita, si procede a vele spiegate, non possibile evitare la furi a delle tempeste: i colpi capricciosi e iniqui del caso. Se si vuole che le sue frecce cadano a vuoto, bisogna farsi piccoli piccoli. 1411 - Se ti si delinea nella mente una metafora efficace della nostra vita, la vedrai come una citt depredata da cima a fondo, nella quale, smarrito ogni rispet to per le leggi, e ogni pudore, la violenza si sia assisa quale unico giudice. 1412 - La vita un servizio militare. 1413 - Cerca di abbracciare con la mente le immense plaghe del tempo e l universo intero; quindi, paragona con questo infinito l estensione di quella che definiamo v ita umana : ti accorgerai di come sia esiguo ci di cui tanto ci preoccupiamo, nel t entativo di prolungarlo. Di questo tempo, poi, quanto ne consumano le lacrime e le preoccupazioni? Quanto il desiderio della morte, ancor prima che sopraggiunga ? Quanto le malattie, quanto i timori? Quanto gli anni ancora immaturi, e quelli ormai sterili? Met di quel tempo, inoltre, lo passiamo dormendo. Aggiungici le f atiche, i dolori, i pericoli: allora capirai che, anche di una vita lunghissima, la parte che si vive davvero minima. 1414 - Spesso un vecchio di et veneranda, per dimostrare di avere vissuto a lungo , non ha altra prova che la sua et. 1415 - Chi non ha gi tracciato il piano complessivo della propria vita, non sar pa drone di ogni sua singola tappa. Nessuno, anche avendo sotto mano i colori, pu tr

acciare un ritratto somigliante, se non ne ha ben chiaro il soggetto. Il nostro sbaglio che, tutti quanti, prendiamo decisioni sulle singole situazioni della vi ta, ma nessuno prende una decisione sulla sua vita. 1416 - Nati per durare un tempo brevissimo, destinati a lasciare in fretta a chi verr un posto certo non tranquillo, davanti agli occhi ci si distende questo alb ergo; intendo dire: la nostra vita, che - non c dubbio - trascorre con incredibile velocit. Calcola l et delle citt: vedrai come anche quelle che si fan vanto della lo ro antichit, non esistono poi da molto. Tutti gli eventi umani sono brevi e falla ci, e, sull arco dell eternit, sono un puntino insignificante. 1417 - Per me, tutta la vita un inganno : dunque, se ne sei capace, trascinala in g iudizio: mostra in pubblico com davvero. 1418 - La vita non n un bene n un male: ospita solo il bene e il male. 1419 - Se ritorni da dove sei venuto, perch ti dovrebbe pesare? Chi non sa morire bene, vive male. Il primo dovere di un uomo non dare valore alla morte; conside rare la vita un bene di poca importanza. 1420 - La vita come una palestra di gladiatori, dove si sta insieme solo per com battersi. 1421 - Nessuno si preoccupa di vivere bene, ma di vivere a lungo. Invece, ognuno pu decidere di vivere bene; a lungo, nessuno. 1422 - L uomo non mai cos simile agli di come quando medita sulla propria condizione mortale: comprende di essere nato nella prospettiva della morte, e che questo c orpo non la sua casa, ma un alloggio che ci concesso per breve tempo, e che biso gna lasciare quando ci si accorge di essere diventati, per chi ci ospita, di pes o. 1423 - Non vedi che razza di vita sia, quella cui la natura ci ha consegnato? Es sa ha stabilito che la prima espressione vitale, alla nascita, fosse il pianto 1424 - Nessuno ti restituir gli anni, nessuno ti render ci che di te stesso hai dis sipato. Il tempo del tuo esistere perseguir la via che ha intrapreso, e non inver tir n sospender la fuga degli anni. Non si annuncer col chiasso, non ti avvertir di q uanto veloce: scorrer silenzioso. 1425 - La vita come una commedia: non importa quanto sia lunga; importa che veng a recitata bene. 1426 - Come, da un anfora, il vino pi sincero quello che esce per primo, mentre que llo pi ammorbato e torbido rimane nel fondo, allo stesso modo, il meglio della no stra vita sta nella prima parte. E noi sopportiamo che ce la consumino gli altri , e ci venga riservata soltanto la feccia? Teniamo bene in mente questa massima, e approviamola come l avesse detta un oracolo: I giorni pi belli della vita sono i primi che sfuggono ai miseri mortali . 1427 - In un solo modo la nostra vita diventa lunga: quando ce la facciamo basta re. 1428 - La nostra vita, nell arco dell universo, non che un punto; anzi, meno di un p unto. Di questo punto, per, la natura ha fatto, con derisorio inganno, uno spazio di tempo che sembrasse molto pi lungo: ecco perch lo ha ripartito nell infanzia, l ad olescenza, la giovinezza; e poi quella parte che dalla giovinezza declina verso la vecchiaia, e, infine, la vecchiaia medesima. Quante fasi apparentemente disti nte, in ci che non che un punto nel tempo!

1429 - Ognuno rende frenetica la propria vita, e poi sta male per due contrastan ti sentimenti: la smania del futuro e la noia del presente. 1430 - Alcuni cominciano a vivere quando il momento di farla finita. Se ti sembr a strano, aggiungo una cosa pi strana ancora: alcuni, di vivere, hanno smesso pri ma ancora di cominciare. 1431 - Il male pi grande uscire dal numero dei vivi prima di essere morti. 1432 - Non breve la vita che riceviamo in dote; siamo noi a renderla breve. Di t empo, non siamo poveri; siamo sciuponi. 1433 - Chiedi qual , la vita pi lunga che sia consentito vivere? Quella che basta per raggiungere la saggezza: chi giunto a questa mta, ha toccato il traguardo non pi lontano, ma pi importante. Se anche avesse potuto aggiungere un po di tempo al proprio esistere, la sua vita non sarebbe minimamente cambiata. 1434 - Esamina i giorni della tua vita: scoprirai di averne riservato per te sol o pochi: quelli di scarto. 1435 - Il saggio, e chi aspira alla saggezza, sono, naturalmente, legati al prop rio corpo, ma la parte migliore di loro ne lontana, e volge il suo pensiero al s ublime. Alla pari con i soldati che hanno prestato giuramento, essi considerano la loro esistenza un servizio militare, e sono cos disciplinati che, la vita, non la amano n la odiano. Pur sapendo che esistono orizzonti ben pi ampi, essi soppor tano la condizione dei mortali. 1436 - Chi ha paura della morte, non si comporter mai da persona viva. 1437 - Non bisogna pensare che qualcuno sia vissuto a lungo solo perch ha i capel li bianchi e le rughe; uno cos, non vissuto a lungo, esistito a lungo. 1438 - Preferisco vivere male che da debosciato. 1439 - C una bella differenza tra riposare e seppellirsi prima del tempo. VOLONTA 1440 - La volont di fare in ritardo volont di non fare. 1441 - Talvolta esiste, nell animo, la buona volont, ma i piaceri e l inerzia la sfia ncano, cos come il non sapere quali siano i suoi compiti. nostro dovere renderla operosa, piuttosto che abbandonarla a se stessa. 1442 - La volont non si impara. 1443 - Tutto ci che l animo si impone di ottenere, lo avr: qualcuno riuscito a non r idere mai; altri hanno negato al proprio corpo il vino, il sesso, o qualsiasi be vanda. Ci sono certuni cui bastano poche ore di sonno, per sostenere veglie spos santi. Altri hanno imparato a correre su funi sottilissime e non parallele al te rreno, a portare pesi enormi, ai limiti delle umane possibilit, o a immergersi a profondit abissali, e trattenere il respiro senza venire schiacciati dalla pressi one dell acqua. Ci sono mille altri casi in cui la tenacia ha ragione di ogni osta colo, e dimostra come non ci sia niente che la forza dello spirito non possa vin cere, sempre che lo voglia. 1444 - Non esiste un giogo tanto stretto che non ferisca meno chi lo asseconda, piuttosto che chi vi reagisce a strattoni. Per i malanni gravi, esiste un solo r imedio: sopportarli, e assecondare ci che essi comportano.

1445 - Non puoi sfuggire al destino, ma lo puoi vincere. 1446 - Riteniamo crudeli e insopportabili le circostanze di fronte alle quali ci sentiamo impotenti. Non sono loro, a essere difficili per natura; siamo noi, in etti e senza nerbo. 1447 - Non poter rifiutare, non significa non volere. 1448 - Il saggio non fa mai nulla di controvoglia. Egli sfugge alla sorte, perch, di ci a cui essa lo costringer, ne fa il proprio volere. 1449 - Cerca di non fare mai nulla malvolentieri: ci che, per chi vi oppone resis tenza, diventa una costrizione del destino, a chi lo accetta, costrizione, non a pparir mai. Chi accoglie gli ordini di buon grado - intendo dire - sfugge all aspet to pi aspro della schiavit: il fare ci che non si vuole. infelice non chi fa qualco sa per comando, ma chi lo fa malvolentieri. Dunque, predisponiamo il nostro anim o a volere tutto ci che le circostanze esigeranno e, prima di tutto, a pensare se nza tristezza alla nostra morte. 1450 - Una gran parte di ogni miglioramento consiste nella volont di migliorare.

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