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Scuola di FOTOGRAFIA

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LA SCELTA DEI
PARAMETRI DI SCATTO,
TEMPO DI ESPOSIZIONE
E APERTURA DEL
DIAFRAMMA, LA
DECISIONE CHE PI
CONDIZIONA LA
RIUSCITA DELLA
FOTO. TROPPO
SPESSO DELEGATA
ALLAUTOMATISMO
DELLA FOTOCAMERA.
ECCO COME
RIPRENDERE IL POTERE
Q
quanta luce occor-
re per creare una
foto? Dipende so-
stanzialmente da due fat-
tori: il tempo di esposizione
e lapertura del diaframma.
Il tempo di esposizione, in
parole povere, quello du-
rante il quale lotturatore
resta aperto permettendo
alla luce di arrivare no alla
supercie sensibile: tempi
pi lunghi corrispondono
a quantit di luce maggio-
ri e quindi a fotograe pi
chiare. Lapertura indica
invece la larghezza del foro
del diaframma (unapposita
paratia regolabile a lamel-
le contenuta nellobiettivo)
attraverso il quale passa la
luce: a diaframma pi aperto
corrisponde una quantit di
luce maggiore e quindi foto-
grae pi chiare.
Il fotografo, se non si afda
alle scelte automatiche della
fotocamera, deve impostare
i parametri di scatto (tempi
e diaframmi) per ottenere
leffetto voluto e la corretta
esposizione. Giocare con
queste impostazioni, dopo
averne capito gli effetti sulla
fotograa, d enormi soddi-
sfazioni e permette di otte-
nere con precisione il risul-
tato voluto.
Non esiste
una sola soluzione
Si potrebbe pensare che
per ogni situazione di illu-
minazione esista una sola
scelta ideale dei parame-
tri di scatto. Invece cos
non : impostazioni diverse
possono portare a immagi-
ni accettabili dal punto di
vista tecnico, ma molto di-
verse tra loro. Dalla scelta
di tempi e diaframmi non
dipende solo la luminosi-
t dellimmagine ma anche
la profondit di campo
(lestensione del fuoco) e
leventualit che il soggetto
risulti mosso. Ma bene
La regolazione di tempi e diaframmi
LESPOSIZIONE
E LA SCELTA DEI PARAMETRI
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LE BASI: Lesposizione
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sapere che non esistono ri-
cette prefabbricate, che le
possibilit sono molte e che
i parametri vanno valutati
con attenzione al momen-
to dello scatto, avendo ben
presente cosa si vuole otte-
nere. Per questo motivo gli
automatismi sosticatissimi
delle fotocamere moderne,
che peraltro permettono di
sbagliare pochissime foto,
devono sempre essere valu-
tati con un po di senso criti-
co: la soluzione che la mac-
china propone non sempre
quella che permette di otte-
nere i risultati migliori.
Come scegliere
i tempi
Pi il tempo di esposizione
lungo e pi luce arriver
al sensore della fotocamera
e quindi limmagine, a parit
di condizioni di illuminazio-
ne, risulter pi chiara. Per
esempio, per scattare una
foto notturna le cui uniche
fonti luminose sono le luci
elettriche della citt, sar
IL DIAFRAMMA E I VALORI DI APERTURA
Allinterno dellobiettivo
contenuto il diaframma: una
sottile paratia semovente
che, a seconda del valore
impostato tramite lapposita
ghiera, lascia passare una
quantit maggiore o minore
di luce. Il diaframma si chiude
perimetralmente lasciando un
foro via via pi piccolo man
mano che cresce il numero
corrispondente riportato sulla
ghiera, proprio come si vede
nel disegno qui riportato.
Nelle ottiche pi sosticate
i valori di apertura del dia-
framma vanno da 2.8 a 22,
ma esistono anche ottimi
obiettivi con un intervallo
di regolazione ridotto. Per
essere precisi, lapertura del
diaframma dovrebbe essere
indicata con una sigla, per
esempio f/2.8 oppure f/11.
Il diametro del foro lasciato
aperto dal diaframma infatti
corrisponde a una frazione
della lunghezza focale (f
diviso il valore convezionale
di apertura). Questo signica
che unapertura di 11 lascia
nel diaframma un foro dal dia-
metro di un undicesimo della
lunghezza focale.
QUELLO CHE CONTA LA QUANTIT DI LUCE
Per una corretta esposizione il sensore deve essere raggiunto dalla giusta quantit
di luce. Questa, a parit di condizioni di illuminazione, pu essere ottenuta
con tempi brevi e aperture generose o, viceversa, con tempi lunghi e aperture
contenute. Nel disegno qui sotto una rappresentazione grafca di questo principio:
il volume del parallelepipedo giallo (base apertura e altezza tempo) esemplifca la
quantit di luce, che nei due casi equivalente.
necessario utilizzare tempi
molto lunghi per permette-
re a una quantit sufficien-
te di luce di accumularsi
sulla superficie sensibile;
in caso di immagini a mez-
zogiorno in ambienti molto
luminosi come una spiaggia
o una pista da sci, i tempi
di scatto dovranno essere
molto brevi per evitare che
una quantit di luce ec-
cessiva bruci limmagine
creando cos una fotografia
sovraesposta, cio troppo
chiara. I tempi di scatto pi
utilizzati sono quelli attorno
a 1/125 di secondo, ma le
fotocamere consentono di
scegliere valori cha vanno
dalla posa (un tempo
di scatto lungo a piacere,
per le fotografie notturne)
fino a tempi ridottissimi: di
1/1.000 di secondo e oltre.
Se si usano tempi lunghi la
possibilit (o il rischio) di
ottenere un effetto mosso
concreta, del soggetto
(che si mosso durante il
tempo di esposizione) o del-
lintera foto (se la mano del
fotografo non sufficien-
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COME CAMBIA
LA FOTOGRAFIA
MODIFICANDO
TEMPI E DIAFRAMMI
QUANDO A MUOVERSI LO SFONDO
I tempi di scatto lunghi favoriscono il mosso e possono essere
usati per dare il senso del movimento. Ma se il soggetto si muove
velocemente potrebbe risultare confuso; in tal caso meglio seguire
il soggetto mentre si scatta, proprio come se si stesse riprendendo
con una videocamera. Con un po di prove e di allenamento non
diffcile dare la sensazione del movimento con il soggetto nitido e lo
sfondo completamente mosso, come nellesempio qui sotto.
f/8
f/6,3
f/5,6
f/4,5
f/3,5
f/2,8
1/80 sec
temente stabile). In molti
casi il mosso un difetto
collaterale dovuto ai tempi
di scatto lunghi, ma talvolta
leffetto pu anche essere
voluto, per riprodurre una
sensazione di movimento
del soggetto e quindi per
dare un senso di dinamicit
alla foto. Tempi pi lunghi di
1/60 sono sempre a rischio
mosso e richiedono luso
di un treppiede o di un sup-
porto stabile; per scattare
fotografie in movimento ed
evitare leffetto mosso, per
esempio da unautomobile o
in barca, occorre scegliere
tempi di scatto molto brevi.
Come scegliere
i diaframmi
Il diaframma permette di mo-
dulare la quantit di luce che
passa dallobiettivo e quindi,
a parit di illuminazione, di
poter scegliere tempi diversi
a seconda delle intenzioni di
scatto. Ma gli effetti pratici
dellapertura del diaframma
hanno ripercussioni anche
sulla nitidezza dellimma-
gine. Un diaframma molto
chiuso (cio con unaper-
tura molto piccola) permette
di ottenere un ottimo livello
di nitidezza; un diaframma
molto aperto fa s che lim-
magine risulti nitida solo sul
piano in cui viene messa a
fuoco, mentre gli oggetti a
distanza pi ravvicinata o
maggiore risulteranno sgra-
nati e sfuocati. La cosiddet-
ta profondit di campo
indica proprio questa carat-
teristica, ovverosia la pro-
priet di una fotograa di
essere a fuoco in un certo
ambito di distanze dallobiet-
tivo e non solo alla distanza
prescelta in fase di scatto;
una maggiore profondit di
campo consente di avere
a fuoco sia il soggetto che
lo sfondo della fotograa,
mentre una limitata profon-
dit di campo consente una
messa a fuoco del solo sog-
getto mentre lo sfondo risul-
ter completamente sfuoca-
to. A diaframma pi chiuso
corrisponde una maggiore
profondit di campo e vice-
versa. Per i ritratti si tender
a usare un diaframma molto
aperto cos da sfuocare lo
sfondo e incentrare tutta
lattenzione sul soggetto;
viceversa, nelle fotograe
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1/125 sec 1/250 sec 1/500 sec 1/1000 sec
Non c una sola coppia tempi-dia-
frammi che permette di avere una
giusta esposizione ma tante. Ovvia-
mente alcune combinazioni danno
risultati sovra o sottoesposti, ma
molti sono equilibrati. Nellesempio
qui sotto si sono scattate 30 fotogra-
e del medesimo soggetto, variando
gradualmente i parametri di esposi-
zione lungo la scala dei tempi e lungo
quella delle aperture. I risultati accet-
tabili sono disposti lungo la diago-
nale dello schema, dallalto a sinistra
no in basso a destra, a dimostra-
zione che una fotograa equilibrata
pu essere ottenuta con molte com-
binazioni differenti. La scelta dipende
dal tipo di soggetto: se ci sono ele-
menti in movimento che si vogliono
ssare bene scattare con tempi
brevi (sulla destra dello schema); se
si vuole molta profondit di campo,
bene scattare con diaframmi chiusi
(parte alta dello schema).
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Le pi evolute fotocamere prevedono una particolare modalit di
scatto, detta bracketing, che cattura tre immagini in rapida sequenza:
una allesposizione ideale, una un po sovraesposta e una un po
sottoesposta, in modo da scegliere in un secondo tempo la migliore.
Lutente pu selezionare quanto allargare la forcella dei risultati.
Nellesempio oltre allo scatto intermedio, si deciso di riprendere
a +1.0 EV e a -1.0 EV, dove EV un convenzionale valore di
esposizione.
-1.0 EV +1.0 EV 0 EV
diaframma f/2,8
profondit di campo bassa
diaframma f/8
profondit di campo alta
LA MAGIA DEL BRACKETING
con una serie di soggetti a
distanze diverse (per esem-
pio una la di ombrelloni su
una spiaggia) meglio uti-
lizzare un diaframma molto
chiuso per ottenere partico-
lari nitidi.
Non darsi sempre
dellautomatismo
Lesposimetro di una mo-
derna fotocamera molto
sosticato ed in grado di
interpretare correttamente
la maggioranza delle situa-
zioni. Ma sempre bene
considerare con senso
critico la scelta proposta
dallautomatismo, spesso
infatti lesposimetro calco-
la tutta la luce che entra
nellobiettivo senza scom-
porre quella proveniente
dal soggetto e quella dello
sfondo: in questo modo, se
il soggetto si staglia su uno
sfondo molto chiaro (il cielo,
la sabbia, la neve), bene
forzare una leggera sovrae-
sposizione per compensa-
re leffetto della luminosit
dello sfondo a favore di una
corretta esposizione del
soggetto. Lo stesso dicasi
per la situazione opposta,
con sfondi molto scuri e
soggetti luminosi.
IL DIAFRAMMA E LA PROFONDIT DI CAMPO
Uno degli effetti dellapertura del diaframma la profondit di campo: a
diaframmi pi aperti corrisponde una minore profondit di campo (i piani lontani
da quello di fuoco appaiono pi confusi) e viceversa, come si vede chiaramente
nelle foto qui sopra. Nel grafco qui sotto, i riquadri rossi indicano il range entro il
quale i soggetti risultano a fuoco, al variare dellapertura del diaframma.
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