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Organo di Stampa Ufficiale delle Associazioni "LA TECA"

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Anno 0 - Numero 0 C.F. 97276070584 - Reg.Trib.Arezzo N16/2003 - Ruolo Generale n834/2003 COPIA OMAGGIO









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Gurdjieff-Ouspensky
Il Tassello che li separ
Approfondimenti del Sistema
Le Sacre Scritture e la Quarta Via
Una presentazione per i nuovi lettori
Perch queste dispense?
Quali le relazioni fra
Gurdjieff e il Cristianesimo?
Numero 0 La Quarta Via Informazioni
Pagina 2
Confraternite della Teca
in Italia e allEstero


CONFRATERNITA DELLA TECA
DI ROMA
SEDE CENTRALE E NAZIONALE
Viale Gottardo, 66
00141 Roma (RM)
Referente: Fr. Alessandro Albanese
+39 (333) 4763495
Accesso solo su invito

CONFRATERNITA DELLA TECA
DI LEGNANO
Via Carlo Cattaneo, 95
20025 Legnano (MI)
Referente: Fr. Giuseppe Rossetti
+39 (347) 8277354
Accesso solo su invito

CONFRATERNITA DELLA TECA
DI TORINO
Via Marchesini Gobetti Ada, 4
10134 Torino (TO)
Referente: Sr. Enza Lista
+39 (347) 9806028
Accesso solo su invito

CONFRATERNITA DELLA TECA
DI SASSARI
Via dei Gremi, 24
07100 Sassari (SS)
Referente: Fr. Salvatore Masala
+39 (339) 4181783
Accesso solo su invito

CONFRATERNITA DELLA TECA
DI GENOVA
Via Mura degli Zingari, 35
16100 Genova (GE)
Referente: Fr. Giorgio Tagliafico
+39 (335) 5897535
Accesso solo su invito

CONFRATERNITA DELLA TECA
DI BARCELLONA
Calle Villarroel, 90 2 2
08011 Barcellona - Spagna
Referente: Fr. Giovanni M. Quinti
+34 (630) 618422
Accesso solo su invito


Altri Gruppi di Studio sono attivi nelle seguenti citt:
AREZZO, PERUGIA, TRENTO,
CATANIA, VICENZA
Per informazioni sulle sedi operative di ciascun
Gruppo di Studio, contattare una delle
Confraternite Centrali.








Le dispense di studio della Quarta Via non hanno
alcun prezzo di abbonamento e sono distribuite
esclusivamente ai nostri associati. Come tutte le
altre nostre pubblicazioni questa dispensa viene
sostenuta da unofferta associativa annua e dalle
offerte e dalle decime dei membri della
Associazione La Teca di Roma. Chiunque volesse
sostenere questa pubblicazione associandosi, pu
farlo inviando una richiesta a: La Teca di Roma
Via Gottardo, 66 00141 ROMA oppure via e-
mail a: magazine@quartavia.org

Fondatore: Giovanni M. Quinti
Presidente: Alessandro Albanese
Direttore Responsabile: Marco Capulli
Ideatori: Luigi Di Sante e Sonia Iacoangeli
Editore: La Teca - Associazione
Grafica: Nemo Srl
Riproduzione: Tecnoitalia - Trento
Collaboratori di questo numero: P. Grasso, M.
Pirolo, G. Tagliafico

Manoscritti, fotografie e disegni inviati alla
Redazione, anche se non pubblicati, non si
restituiscono.

Per favore comunicate tempestivamente ogni
cambiamento del vostro indirizzo postale,
includendo il vostro vecchio indirizzo insieme a
quello nuovo.

Associazione La Teca Ogni riproduzione,
anche parziale, vietata se non autorizzata, in
forma scritta, dalla Redazione.

Registrazione presso il Trib. di Arezzo N16/2003
Ruolo Generale n834/2003 Associazione di
Umanit e Cultura La Teca C.F. 97276070584
Redazione Nazionale e Sede Legale: Viale
Gottardo, 66 00141 Roma


In copertina

Il Logo dellAssociazione di Umanit e Cultura
LA TECA che, attraverso la sua opera, permette
al reale pensiero di Gurdjieff di essere conosciuto,
tramandato e compreso.
Numero 0 La Quarta Via Sommario
Pagina 3
Sommario
Pagina 4 Un benvenuto ai nuovi lettori
Lettera di G. M. Quinti
Una lettera di benvenuto a tutti
i nuovi Lettori delle dispense di
Studio La Quarta Via
Pagina 5 Editoriale Vivere dAmore Cosciente
Pagina 6 Le motivazioni dellabbandono di G. da
parte di Ouspensky
Il tassello che li separ
Pagina 9 Studio ed approfondimento dei Testi Sacri
Le Sacre Scritture e
la Quarta Via
Per quale motivo il sig.
Ouspensky abbandon il
lavoro di monsieur Gurdjieff?


Il linguaggio della Quarta Via
presenta moltissime analogie
con quello dei Testi Sacri del
Cristianesimo e dellIslam

Pagina 13 Una presentazione per i nuovi lettori
Perch queste dispense?
Luomo ha a disposizione un
potente strumento di
comunicazione: quello della
parola.
Pagina 15 Le Origini della Quarta Via
Gurdjieff e il
Cristianesimo delle Origini
Possiamo considerare il
messaggio di G. apparentemente
articolato e spesso di difficile
comprensione per chi si avvicina
allo stesso senza una guida
Pagina 20 Le e-mail dal sito di Quarta Via
La Casa dellAnfitrione
Il sito www.quartavia.org
pubblica alcune e-mail per
divulgare linsegnamento.
Pagina 21 Fare amicizia con il limite
La Maestra Oscura
Il 5 aprile di questanno, il mio
unico fratello morto
Pagina 23 Le lettere al Fondatore
Pagina 24 Flacone 0
In Pillole: Ma che cos
lAttenzione divisa?
Le risposte del nostro
Fondatore e una nuova rubrica
che riassumer i concetti
fondamentali della Quarta Via.



Gli Articoli contrassegnati dal logo



vengono letti, studiati ed approfonditi dai Gruppi di Studio LA TECA presenti in Italia.
Se desideri partecipare manda una richiesta a: La Teca Via Gottardo, 66 00141 ROMA
Ti invieremo lindirizzo e gli orari degli incontri del Gruppo di Studio a te pi vicino.
Numero 0 La Quarta Via Dispensa di Studio
Pagina 4
Un benvenuto ai nuovi Lettori
Lettera di G. M. Quinti
Conduttore delle Associazioni LA TECA
Regista e Produttore Teatrale
Fondatore della Compagnia
GLI ASCOLTATORI DELLA VOCE

Gentile Lettore - Cortese Lettrice,

avevo appena 11 anni quando intrapresi lo studio delle Scritture. In quel periodo nulla sapevo di Quarta Via
o di monsieur Gurdjieff. Il mio Maestro allora era Guglielmo Standridge, un Pastore evangelico, che
nonostante la mia giovane et mi accolse con amore e minsegn ad applicarmi nello Studio e nella Ricerca
Spirituale.
A 13 anni produssi la mia prima pubblicazione, un trattato di numerose pagine sul primo capitolo
dellApocalisse. Solo due anni dopo un parente, fisicamente lontano, mi fece conoscere la Quarta Via. Mio
nonno, dalla parte materna, ebbe un contatto con il gruppo di Gurdjieff a New York. Nulla so su quelluomo
che, anchegli di nome Giovanni, ebbe un contatto con lInsegnamento. E morto prima della mia nascita.
A parte linteresse di mia madre con nessun altro potevo, nella mia famiglia, parlare dellInsegnamento.
Cercai una scuola e quel parente, pur stando lontano, sinformava di ci che facevo. Ogni tanto, quando
andavo a trovarlo in Sicilia, mi consegnava dei libri, o mi parlava di Steiner, di Genon, del Sufismo. Ma mi
faceva anche fare dei lavoretti: mi faceva raccogliere la frutta, lavorare la terra e mi faceva mangiare solo
ci che io stesso raccoglievo e pulivo. Quanto lho odiato per questo!
In alcune scuole istituzionalizzate che trovai su dei segnalibri e che frequentai mi guardavano con sospetto
o anche terrore: non avevo ancora 15 anni. Mi ricordo la discussione di alcuni membri respondabili, fatta in
mia presenza, su quale tariffa far pagare ad un ragazzino per la sua frequentazione nella scuola. E anche:
Un ragazzino pu frequentare la Quarta Via? La vietiamo ai minorenni?
Intanto continuavo i miei studi, persi alcuni mesi di scuola, perch mi rifugiavo in biblioteche per studiare il
greco antico, lebraico, ma anche alcune dottrine parallele ed ebbi un maestro di Kabbala e fui iniziato da
una maestra Esseno-Egizia, dal cuore immenso. Mi ricordo ancora la sua insistenza nel volermi regalare un
accappatoio, lunico che aveva, solo perch mi piaceva. Economicamente se la passava molto male. Da quel
giorno, ogni volta che andavo a trovarla, rimanevo in silenzio e non feci pi alcuna osservazione su nulla, per
non ritrovarmela nelle mani. Quanto fu prezioso tale insegnamento! Oggi quellaccappatoio ancora nel mio
armadio e ogni tanto lo guardo con dolcezza.
A 17 anni tenni la mia prima conferenza pubblica. Siccome ero un appassionato di simbologia sacra, ritenni
utile iniziare a divulgare alcuni parallelismi fra liconografia dei Tarocchi e il Sistema della Quarta Via. Quel
mio parente venne a sapere di questa mia iniziativa spontanea. In quel primo incontro, dove erano presenti
pi di cento persone, uno studioso demol punto per punto i presupposti sui quali poggiavano le mie teorie.
Non posso dire di aver fatto una splendida figura e non mi azzardai pi, per numerosi mesi, a parlare in
pubblico. Il giorno dopo la conferenza quel parente mi telefon e mi chiese come stavo. Ero non solo
arrabbiato, ma anche amareggiato per la figuraccia fatta. Sapevo che quel mio amico sarebbe venuto a
trovarti mi disse e mi diede una descrizione fisica delluomo che aveva demolito il mio discorso! Allora
compresi che forse il nostro peggior nemico mandato proprio da chi ci ama.
Oggi sono qui a presentare queste dispense di studio, molti anni sono passati da allora, molti Maestri mi
hanno aiutato, molti mi hanno insegnato ed ora spero che queste dispense possano essere unoccasione per
qualcuno che, come me allora, sia alla Ricerca del Vero.
Do il benvenuto ai nuovi lettori che non conoscono la Confraternita della Teca, una Confraternita dove si
pratica il Vero Sistema, che ha come obiettivo quello di far rivivere lInsegnamento di Gurdjieff, oggi in
mano a molti maldestri affaristi. A tale Confraternita dobbiamo la produzione di questi Quaderni di Studio.
Non sapevo che avrei avuto la Responsabilit di guidare un Gruppo cos importante, n che avrei incontrato
alcuni Fratelli che, prendendomi per mano, mi avrebbero mostrato cosa vuol dire essere degli allievi. A loro
tutto il mio ringraziamento e allAssoluto il mio primo ed ultimo Ricordo.

Giovanni Maria Quinti
Numero 0 La Quarta Via Dispensa di Studio
Pagina 5
Editoriale dei
Fondatori della Dispensa

Da quando stato concesso anche a me di
comprendere lamore del Cuore, confesso che
lAmore ha cacciato dal mio cuore ogni timore.
un ricordo che mi parla di misericordia e
damore. Quando si gettano le proprie colpe ed i
propri rancori, con fiducia tutta filiale, nel
braciere divorante dellamore, come potrebbero
non essere consumate per sempre?.

lamore la nostra ancora
di salvezza. una scelta
faticosa la Via
dellamore. Sembra folle
pensare allamore come
lavoro, come sforzo
cosciente. Siamo stati
abituati a darlo per certo,
a parlarne come se fosse
parte integrante di noi
stessi, del nostro modo di
essere. Forse non cos.
Forse lamore una lunga
ricerca, una conquista,
una dura responsabilit
che passa attraverso la
sofferenza di chi prende
coscienza che predi-carlo
attraverso la bocca non
equivale certamente a
renderlo cosa viva.

Perch?

Perch i suoi poli contrari,
il disprezzo o il
risentimento non possono
essere considerati una
scelta.
Rappresentano piuttosto il
semplice o il normale susseguirsi di
condizionamenti meccanici, di comportamenti
da sempre considerati attitudini ordinarie o
reazioni umane abituali e per questo, troppo
spesso, giustificate.
Non faticoso odiare, conseguenza naturale
della nostra animalit. pi semplice detestare,
seguendo i flussi ininterrotti dei nostri impulsi
egoistici. Il nostro giudicare che ci fa sentire cos
innalzati nei confronti delle debolezze altrui
cosa assai banale altro non nasconde che le
nostre debolezze, imperfezioni, incongruenze,
inadeguatezze.
E noi ciechi e sordi seguitiamo cocciutamente a
parlare di amore. Ne siamo degni?
Questo sacro nome lo abbiamo confinato nel
dimenticatoio, oppure lo abbiamo trasformato
alla nostra maniera, sfigurando la sua immagine
divina, deturpandolo per poi parlarne senza
nessunemozione o intimo intenerimento,
veicolandolo con parole prive di commozione,
da pronunciare con glaciale indifferenza.
Perch a volte, la nostra lingua distruttiva,
offensiva; il pensiero perverso e farcito di io
che pretendono, bramano, feriscono, si
infuriano, si dimenano in una lotta furibonda che
ha come trofeo il
possesso dello
effimero.

Lamore non
analisi dellintelletto
ma un profondo
sentire, una totale
comprensione e
compassione per
tutto ci che ci
circonda.
Lamore dedica-
zione infinita, senza
bisogni e senza
ricompense. Lamore
come simbolo di
assoluzione e
perdono.

Smettere di sognare,
imparare ad amare
per diventare uomini.
Impegnarsi a ricor-
dare lamore segreto,
nascosto nel nostro
essere, sepolto dalle
brame dellego,
offeso dalla nostra
indegna negligenza.

Se potessimo anche un solo secondo
interrompere questo processo dinvoluzione che
comanda i nostri atti, forse riusciremmo a
sentirci come realmente potremmo essere al di
fuori di questa rete che ci fa prigionieri che ci
costringe il cuore in una sterile cortina dacciaio.


Luigi e Sonia Di Sante
Vivere damore dare senza tregua, senza
pretesa di compensi umani. Senza misura io
do, ben certa che non si calcola quando pur si
ama! Al Cuor Divino colmo di dolcezza ho
dato tutto ed or leggera corro, altro non ho
che la mia ricchezza: vivere dAmore.
Vivere damore delle antiche colpe bandire
ogni timore, ogni ricordo. Dei peccati nessun
segno vedo: in un lampo lamor tutto ha
bruciato! Fiamma Divina, Fornace
dolcissima, nel tuo braciere prendo dimora!
Nelle tue fiamme libera io canto: vivo
dAmore. Vivere damore custodire in s un
grande tesoro in un vaso fragile. Mio Amato!
Estrema la debolezza mia e sono ben altro
che un angelo celeste! Ma se ogni momento
cado e ricado, Tu mi vieni in soccorso e mi
rialzi. Ad ogni istante mi doni la tua grazia:
vivo dAmore. Vivere damore, o mio Divino
Maestro, ottenere perdono dai peccatori. Mi
rintrona nel cuore la bestemmia; per
cancellarla voglio cantare: il tuo Santo
Nome io adoro e amo. Vivere damore, oh,
che follia strana! Tutti i miei profumi sono per
te solo, senza rimpianti lascio il mondo e
canto: muoio dAmore.
Numero 0 La Quarta Via Dispensa di studio
Pagina 6
Le motivazioni dellabbandono di G. da parte di
Ouspensky

Il tassello che li separ
di Giovanni M. Quinti


IMPORTANTE: Le Dispense di Quarta Via sono pensate per lo studio in gruppo o individuale.
A destra di ciascun articolo, contrassegnato dal simbolo Studio nel Sommario a pag. 3,
troverete una serie di domande che potranno aiutarvi a concentrare lattenzione sui punti salienti del
discorso. Potete rispondere verbalmente, se fate parte di un gruppo, oppure scrivendo le vostre risposte su
un quaderno a parte. Ci vi aiuter a redigere un vero e proprio materiale di approfondimento personale.
Consigliamo di leggere ciascun articolo per almeno tre volte. Buon Lavoro!



Per quale motivo il sig. Ouspensky abbandon il lavoro di
monsieur Gurdjieff? (Allinterno del testo troverai dei numeri, a
ciascun numero corrisponde una domanda. Qui da leggere la
domanda 1) Questa domanda non banale. Ouspensky stato il
principale allievo di G. nel far conoscere al mondo il suo metodo.
Senza di lui, molto probabilmente, il lavoro di G. non sarebbe
giunto a noi cos come lo oggi. Egli era profondamente legato al
Maestro, avendo deciso di dedicare tutta la sua vita e la sua
attenzione al metodo del maestro caucasico, durante gli otto anni
di apprendistato. Gi dopo i primissimi giorni di vicinanza, scrive:
avevo lintima convinzione che per me qualcosa era gi
cambiato e che ora tutto stava per prendere una via diversa
(Frammenti di un Insegnamento Sconosciuto pag. 35).
In Frammenti di un I. S. leggiamo tutti gli studi fatti, le riflessioni
emerse ed i collegamenti concettuali che oggi formano quello che
definiamo il metodo di G. Nonostante, per, tutte le riflessioni
filosofiche e le scoperte emotive cresceva in lui, quasi
contemporaneamente, una fondamentale insoddisfazione, la
percezione di una sostanziale differenza fra lui e G., che comprese
solo dopo moltissimo tempo, ma che sin dallinizio gli risult
chiara: vi erano idee che non potevo accettare e che mi
sembravano fantastiche (o.c. pag. 34).

In altri momenti egli si sorprende di alcune persone che pensavano
di aver capito tutto il sistema di G. gi dopo pochissimo tempo che
lo frequentavano, mentre ancora erano molte le cose che, per lui,
non erano chiare. In unoccasione Ouspensky fece una
straordinaria esperienza, che consider quasi supernormale, nella
quale fece il tentativo di comprendere il motivo di tale
insoddisfazione. Vediamo cosa accadde. Si trovava alla presenza di
G. con altre persone, quando, improvvisamente:

cominciai ad udire i suoi pensieri. Eravamo seduti in quella
piccola camera dal pavimento di legno senza tappeto, come se ne
trovano nelle case di campagna. G. sedeva tranquillo e
(1) Prima di leggere questo
articolo, quale pensavi fosse il
motivo della separazione fra
Gurdjieff e Ouspensky, il suo
allievo pi noto?
Numero 0 La Quarta Via Dispensa di studio
Pagina 7
continuava a tacere. Ma ecco che nel silenzio, intesi la sua voce
dentro di me, come una domanda precisa. Guardai verso di lui:
stava immobile e sorrideva. La sua domanda aveva provocato in
me una fortissima emozione. Tuttavia gli risposi
affermativamente (ad alta voce). Ma perch dice questo?
domand G. Gli ho forse chiesto qualcosa? E (dal mio interno)
mi pose immediatamente unaltra domanda ancora pi
pressante, nello stesso modo. E io gli risposi di nuovo con voce
naturale. (Gli altri) erano visibilmente stupiti G. mi poneva
domande silenziose ed io gli rispondevo ad alta voce. Ero molto
agitato (o.c. pag. 291 - le parentesi sono nostre). Questa
esperienza lo sconvolse profondamente. Si sentiva turbato perch
le domande che questa voce interiore gli poneva erano
straordinariamente attinenti alla sua vita, ai suoi problemi, forse
anche agli ostacoli che non riusciva a superare: si trovava di
fronte a se stesso. . (quella voce mi fece capire) che G. aveva
ragione: tutto ci che avevo considerato in me come solido e
degno di fiducia, in realt, non esisteva (o.c. pag. 292 - le
parentesi sono nostre). (2)

Per ora non ci addentreremo nel tentativo di comprendere quale sia
stata lesperienza di Ouspensky, n quale sia il valore o la
provenienza di questa voce interiore che nel Sistema, invece, ha
una fondamentale importanza; bens interessante notare cosa fece
dopo: cerc di sfruttare quello stato di coscienza alterata per
riflettere su ci che ancora non gli era chiaro del Sistema. Ci che
avvenne fu importante, ci permette di intendere le tensioni di
Ouspensky, ed anche la sua natura di filosofo ed intellettuale. Egli
volle approfittare delloccasione: quella sua chiarezza mentale,
sorta dallo stato psichico suddetto, poteva diventare strumento per
comprendere il tassello mancante, la Chiave di lettura che egli
definiva fondamentale, ma che ancora non era in suo possesso. Di
cosa si trattava? Cosa G. non gli aveva ancora rivelato? Eppure
quelloccasione non gli diede la risposta attesa, non era ancora il
momento. Solo pi avanti comprese di cosa si trattava. La
rivelazione del tassello mancante al Sistema Gurdjieff gener in
lui un rifiuto non pi intellettuale, ma emotivo. Fu la vittoria
dellirrazionale sullintellettuale raziocinante. Quel tassello
mancante fu la vera causa della sua separazione da G.

Alcuni pensano che Gurdjieff e Ouspensky non andassero
daccordo. C, addirittura, chi afferma (erroneamente) che
Ouspensky avesse criticato luomo Gurdjieff, per chiss quale
motivo, etichettandolo come stregone. Molte, anzi troppe, sono
le illazioni che non hanno alcun fondamento reale. In effetti,
Ouspensky non aveva niente contro monsieur Gurdjieff. Tant
vero che alla morte della Signora Ostrowska, consorte di Gurdjieff,
gli port le sue condoglianze, rimanendo vicino allo stesso G. Ci
che li divise, invece, fu un motivo puramente teorico. Lo stesso
Ouspensky spiega i motivi di tale separazione nel suo Frammenti
di un Insegnamento Sconosciuto, a pag. 413: Per quanto
concerne la mia relazione con G., vedevo chiaramente allora che
mi ero sbagliato su molte cose e che, se restavo ancora con G,
non sarei pi andato nella stessa direzione dellinizio. E pensavo
che tutti i membri del nostro piccolo gruppo, salvo rare eccezioni,
(2) Come giudichi questa
esperienza? Che valore ha,
secondo te?
Numero 0 La Quarta Via Dispensa di studio
Pagina 8
erano in una situazione analoga, se non identica. Era una
constatazione sorprendente, ma assolutamente giusta. Non avevo
niente da ridire sui metodi di G., salvo che non mi convenivano.
Un esempio molto chiaro mi venne allora in mente. Non avevo
mai avuto un atteggiamento negativo verso la via religiosa e
mistica, vale a dire verso la via del monaco; tuttavia non avrei
potuto pensare nemmeno per un istante che una tale via fosse
possibile o conveniente per me. Ora, dopo tre anni di lavoro, mi
ero accorto che G. stava conducendoci in effetti verso il
monastero, e che egli ormai esigeva da noi losservanza di tutti i
riti e di tutte le cerimonie della via religiosa. Questo fatto era per
me, naturalmente, un valido motivo per non essere daccordo con
G, e per andarmene, anche a rischio di perdere la sua direzione
immediata. E nel contempo ci non avrebbe voluto certo dire che
io consideravo sbagliata la via religiosa in generale. Al contrario,
questa via potrebbe essere persino molto pi corretta della mia,
ma essa non la mia. (3)

Ci che oggi conosciamo del Sistema Filosofico di Gurdjieff , in
realt, fortemente influenzato dal pensiero dello stesso Ouspensky,
dalle sue caratteristiche intellettuali e dalle sue limitazioni emotive.
Ci che era linsegnamento originale sepolto ormai con il suo
stesso fondatore e solo in alcune rarissime scuole realmente
praticato. (4) Che cosa vuol dire G. stava conducendoci, in effetti,
verso il monastero? Quali sono le implicazioni mistico-teologiche
del sistema Gurdjieff? Se analizziamo etimologicamente il termine
monastero, riconosciamo la radice greca monos vale a dire
unico; il monastero quindi il luogo dove si costruisce
lelemento unico, stabile, indivisibile. Esiste definizione migliore
per descrivere sinteticamente gli obiettivi del suo sistema? Ad un
certo punto, dopo lo studio e le approfondite ricerche, Ouspensky
si rende conto che qualcosa non era chiaro, che tutto il Sistema, gli
esercizi ed il Lavoro mancavano di qualcosa. Gurdjieff,
lentamente, sembrava volesse portarli verso il misticismo religioso,
cosa che Ouspensky non riusciva a tollerare per motivi puramente
emotivi. Egli, non riusc a comprendere che lapproccio di G. nei
confronti del misticismo era profondamente differente da qualsiasi
forma di religiosit costituita e che, ad un certo livello, il percorso
assume gli stessi sapori di una via mistica, della via yogica e della
via del fachiro (approfondiremo pi avanti quanto detto). Poich,
pur essendo la Quarta Via oltre le tre pi note, in alcuni aspetti le
ingloba e le incorpora tutte.

Concludiamo affermando che il sistema Gurdjieff stato
profondamente mal interpretato da coloro che si basano solo sugli
scritti di Ouspensky. Il suo Sistema molto pi vasto di un
semplice approccio filosofico alle tematiche fondamentali. una
via di risveglio che porta alla costruzione dellElemento Unico.
una Via totalizzante, un percorso fatto di rinunce concrete di s e
di profonde trasformazioni. la Via stretta che solo pochissimi
possono percorrere.
(3) Rileggi nuovamente ci che
scrive Ouspensky. Che sensa-
zioni ti lasciano queste parole?
Cosa ne pensi?
(4) Sapevi che molto di ci che
insegnato su Gurdjieff , in
realt, insegnamento di
Ouspensky e non ha alcuna
attinenza con lInsegnamento
Reale?
Numero 0 La Quarta Via Dispensa di studio
Pagina 9
Studi o ed approfondi mento dei Testi Sacri

Le Sacre Scritture e
la Quarta Via
di Fratel Gaio
Il linguaggio della Quarta Via presenta moltissime
analogie con quello dei Testi Sacri delle Religioni di
Occidente. Lintento di questi approfondimenti proprio
quello di evidenziare i possibili parallelismi fra il Sistema
Gurdjieff e soprattutto lAntico e il Nuovo Testamento.
Scopriremo che tutti gli aspetti dellInsegnamento del
Maestro, dai concetti di Lavoro, di Essenza, di
Personalit, alla divisione fra Centri Inferiori e Superiori,
hanno un corrispettivo nelle Sacre Scritture e nei Vangeli.

Chi sono o chi erano i profeti? Il termine profeta proviene dal
greco prophetes, che una derivazione di pro (prima) e phanai
(dire), cio colui che dice prima. Il termine greco phanai
vicino al termine logos. Profeta, quindi, non ha soltanto il
significato di vaticinatore, di chiaro-veggente che predice gli
eventi, ma anche di colui che prima della parola, cio che ha un
contatto con la Parola, il Logos cristiano, la Parola di Dio, la Voce
Essenziale. Quindi, nel linguaggio della Quarta Via, il profeta
colui che parla attraverso la Parola Essenziale che intimamente
collegata ai Centri Superiori (C.S.). (1) I testi sacri antichi ci
mostrano che questo rapporto profondo con lEssenza pone
lindividuo in uno stato dunit e gli permette di accedere a quel
mondo interiore dove presente passato e futuro sono ununica cosa.
Lo studio della vita dei profeti sia del Vecchio che del Nuovo
Testamento, di tutte le tradizioni fra cui anche quella islamica,
fonte di grande arricchimento per lanima. Il profeta, luomo che
ha raggiunto lUnit Essenziale, una sola cosa con le sue parole;
non esiste differenza fra quello che dice e quello che , i suoni che
escono dalla sua bocca, sgorgano direttamente dal suo cuore. Nei
momenti di necessit, egli sa utilizzare la forza della Parola.
Nellultimo libro della Bibbia, lApocalisse, leggiamo che
Giovanni, in una visione mistico-profetica, vede il Cristo immerso
in una simbologia assolutamente affascinante: i suoi piedi
erano simili a terso rame, arroventato in una fornace; e la sua voce
era come la voce di molte acque. Ed egli teneva nella sua mano
destra sette stelle; e dalla sua bocca usciva una spada a due tagli,
acuta, e il suo volto era come il sole, quando splende in tutta la sua
forza. (Ap. 1:15,16).
Questa spada che esce dalla bocca di Cristo simboleggia la Sua
Parola, la Parola Profetica, Essenziale che usa per due scopi (a
doppio taglio): per distruggere il male e per separare il bene dal
male, la polpa dalla buccia, lapparente dal sostanziale. Nel Nuovo
Testamento questo concetto espresso in diversi modi. Cristo
diventa la Parola di Dio, il Verbo uscito da lui stesso, il suo Soffio.
(1) Secondo te perch
importante studiare la vita dei
Profeti?
Numero 0 La Quarta Via Dispensa di studio
Pagina 10
(Gv 1:1). lequivalente di colui che, unendosi alla Sua Essenza,
vibra della stessa forza del Cristo, diventando uno con Dio. In tal
modo egli diventa il Verbo di Dio e la Sua Parola una con la
Parola di Dio, perch EGLI STESSO quella Parola. (2)
Tale il Profeta. Questa unione intima fra ci che insegna e ci
che mostra limportanza di uno studio meditato sulla vita dei
profeti. Le loro parole erano inebriate dalla vicinanza dei Centri
Superiori. Studieremo, attraverso queste pagine, le loro esperienze
e parole. Possiamo sin da ora tracciare un elemento fondamentale,
un unico denominatore comune che contraddistingue tutti i Profeti
descritti nei testi sacri? Qual il loro messaggio? La vergogna di
Adamo scopertosi nudo, il coraggio di Daniele e di No,
lAmicizia sincera di Abramo ecc. ci insegnano che la corsia
preferenziale per poter dialogare con la propria Essenza, con
lEmmanuele (Dio in noi) la purezza del cuore. (3) Con questo
termine non si intende la perfezione, limpeccabilit, ma un amore
profondo per la lealt, ed un contatto intimo con lEssenza. Il loro
cuore uno specchio che riflette un volto pi grande. Costoro
tentano continuamente di tenere pulito il cuore, attraverso ci che
favorisce lEssenza. (4) Nonostante abbiano spesso ruoli di guida,
di governo, di potere, non si lasciano macchiare da questo, bens
sanno a chi appartengono davvero: al Grande Infinto sopra di loro.
C un ricordo di s pi grande di questo? Faremo adesso lelenco
dei Profeti che studieremo, tralasciando le differenze sia di
appartenenza religiosa (ebraica, cristiana o islamica) che le diverse
classificazioni che li differenziano. Cercheremo, cio, di inserire
nellunico insieme dei profeti anche i Patriarchi, i Sommi
Profeti, ecc., con lintento di non confondere ulteriormente le idee
a coloro che si avvicinano per la prima volta a questi argomenti. Il
nostro non sar uno studio sul significato comunemente inteso
come religioso, ma soprattutto sul loro valore tecnico e
spirituale. Siamo alla ricerca di strumenti che possano, anche per
noi cercatori del terzo millennio, essere Luce e Guida al Lavoro su
di s.

STUDIEREMO:

ADAMO: Adamo il primo profeta nella storia. Ci che accade
nella sua vita delinea la separazione, nel percorso umano, fra
lessenza e la personalit.
NOE: Grande Amico di Dio. La sua vita esprime la costruzione
dellElemento Stabile, il Centro di Gravit che permane e salva dal
diluvio.
ABRAMO: Colui che riesce a costruire un rapporto con lEssenza,
intimo e profondo; che diventa amico dellEssenza.
GIACOBBE: Colui che acquista la primogenitura attraverso
lastuzia machiavellica della personalit.
GIUSEPPE: Colui che riesce ad avere la meglio sulle personalit,
che riesce a vincere su di esse e a governarle.
MOS: Colui che riesce ad andare oltre il bene ed il male, che
costruisce un rapporto vero con lAssoluto Oggettivo, che sbaglia,
paga per i suoi errori, ma non smette di essere amico vero di Dio.
DAVIDE: Il Fondatore di Una Nuova ed Unica Nazione.
GIOBBE: Colui che si ribella, nella disperazione, rifiutando la
propria essenza. Ma poi la ritrova e si arricchisce ulteriormente.
DANIELE: Il profugo che con lAmicizia di Dio riesce a vincere
sul Re che lo imprigiona.
(2) Secondo te cosa vuol dire
diventare la Parola stessa di Dio?
(3) Cosa vuol dire, secondo te,
essere puri di cuore?
(4) Cosa favorisce la crescita
dellEssenza? Esistono azioni
pratiche che puoi elencare?
Numero 0 La Quarta Via Dispensa di studio
Pagina 11
GES: Colui che vince sulla morte.
MAOMETTO: Il Messaggero di Dio, colui che parla attraverso la
sua Essenzialit. Lesempio massimo dei Profeti.

La Bibbia, come accade ai Testi Sacri, soggetta a diverse
interpretazioni. Possiamo interpretarla dandole un valore storico
assoluto oppure possiamo intravedere nei fatti raccontati dei miti
didattici, con lo scopo di educare a comprendere simbolicamente
un concetto spirituale pi vasto. Prendiamo lesempio di Adamo ed
Eva nel Giardino dEden. Alcuni autori fondamentalisti (il
fondamentalismo quella corrente che legge la Bibbia in maniera
letterale e crede nella realt storica e assoluta di ci che vi
scritto) difendono lidea che sia esistito davvero un giardino vicino
al fiume Tigri con tanto di albero e serpente. Altri, invece, danno al
racconto un valore mitico. Esemplare, a questo proposito, la
posizione di Oswlad Loretz, professore di Antico Testamento
allUniversit di Munster: la scienza ha dimostrato
inconfutabilmente che i primi tre capitoli della Genesi riguardanti
la creazione, parlano delle origini con un linguaggio simbolico.
(Creazione e Mito, 1974, pag. 24).
A chi dare ragione? (5) Credo che la natura di questi problemi sia
da lasciare dietro le nostre spalle, agli esegeti e ai professori che si
occupano di queste tematiche. Ci che un cercatore dovrebbe fare
, invece, andare verso ci che gli utile praticamente, nella sua
vita di uomo che lavora su se stesso. La storicit o meno degli
eventi non dovrebbe interessarlo, egli attento AL MOTIVO per
cui quegli eventi sono riportati, al loro valore strumentale di
supporto e crescita. La Bibbia prima ed il Corano dopo sono
strumenti utilissimi sui quali ogni serio ricercatore dovrebbe
meditare, alla ricerca dei tesori nascosti fra le loro righe. Per fare
questo dobbiamo conoscere, almeno in parte, le influenze storico-
culturali che hanno subito. Non possiamo pensare che alcune
norme etiche, morali o, ad esempio, alimentari non siano
condizionate dal background di quel tempo e di quelle tradizioni.
Luomo sulla Via dovrebbe utilizzare questi strumenti per trovare
informazioni volte allevoluzione del suo essere, evitando
interpretazioni rigide o dogmatiche o partorendo formalismi
antiquati. Fra linterpretazione fondamentalista e linterpretazione
mitica noi tendiamo verso una terza interpretazione: quella
simbolico-psicologica. (6)

Dovremo avere, alla mano, le Scritture Sacre Occidentali per poter
leggere, direttamente dalla fonte, le diverse avventure di ciascun
protagonista. Per confrontare i diversi riferimenti scritturali
necessario chiedersi: in che modo sono suddivisi capitoli e versetti
nei libri sacri? Iniziamo con la Bibbia (Vecchio e Nuovo
Testamento). La Bibbia, (dal greco i libri), un insieme,
appunto, di libri composti in un periodo storico che va da centinaia
di anni prima di Cristo, fino al primo secolo dopo Cristo. Ciascun
libro ha limpronta e la forma che ogni autore gli ha trasmesso.
Solo successivamente sono stati raccolti e considerati come un
libro unico. Si pensa sia stato Giovanni Crisostomo, patriarca di
Costantinopoli (398-404 d.C.), ad impiegare per primo la parola
greca Bibbia, per indicare linsieme di libri sacri. Ciascuno di
questi libri allinterno della Bibbia contrassegnato, (nella
maggior parte dei casi), dal nome dellautore o (se lautore
sconosciuto) da un termine che ne riassume il contenuto. Ad
(5) Qual la tua posizione in
merito?
(6) Cosa ne pensi di una rilettura
dei testi sacri da questo punto di
vista?
Numero 0 La Quarta Via Dispensa di studio
Pagina 12
esempio il libro di Isaia o di Daniele, oppure la Genesi (dal gr.
Ghenesis le origini) o il Deuteronomio (gr. Copia della Legge)
ecc. Ciascun libro , al suo interno, suddiviso in capitoli e versetti.
Questa suddivisione viene fatta risalire al XIII sec. d.C. Nella
scrittura il capitolo viene sempre trascritto prima del versetto,
separandolo da : (due punti). Ad esempio se voglio leggere la
frase: Nel principio Iddio cre i cieli e la terra dovr andare al
primo libro della Bibbia (Genesi), nel primo capitolo, al primo
versetto. Il modo in cui lo trascriver sar il seguente: Gn
(abbreviazione di Genesi) 1:1. Questa dicitura Gn 1:1-6
significher che dovr leggere la Genesi al primo capitolo DAL
versetto 1 AL versetto 6. La dicitura Gn 1:1,4,6 significher che
dovr saltare, nella lettura, dal vers. 1 al 4 al 6 senza leggerli
continuativamente. Posso anche trovare questi due sistemi
impiegati contemporaneamente. (Ad es. se trovo Gn 1:1,3,5-9). (7)
Il Corano, invece, stato scritto da un solo autore ispirato
(Mohammad) ed suddiviso in 114 sure e ciascuna sura divisa in
versi (in arabo aya segno). I nomi delle sure derivano da parole
chiave tratte dal testo di ognuna; a volte la stessa sura indicata
con nomi diversi. Per comprendere esattamente il significato di ci
che Maometto scriveva, dovremmo leggere il Corano in Arabo, ci
dicono i nostri amici e fratelli mussulmani. Daltro canto
dovremmo avere dimestichezza con lebraico, laramaico ed il
greco dialettale (koin), perch anche il Nuovo ed il Vecchio
Testamento sono soggetti a non poche manipolazioni
interpretative. Fin quando questo non sar possibile dovremo
armarci di un buon vocabolario e cercare, quando qualcosa non
chiaro, di rivolgerci alla fonte del testo originale, studiando le
sfumature che lautore voleva trasmettere e che si sono perdute
nella traduzione. Per quanto riguarda le traduzioni italiane abbiamo
scelto per il Nuovo e Vecchio Testamento la Versione Riveduta e
per il Corano la Versione di Hamza Piccardo edito da Newton
Compton. (Nel caso in cui aveste difficolt a reperire tali testi,
contattate la sede di Roma).
Abbiamo detto che ogni sura suddivisa da un aya (versetto) e la
grafia la seguente: per leggere la sura 18 (considerata una fra le
pi belle dai mussulmani) ai versetti 23 e 24, scriver
semplicemente 18,23-24. (8) Ora siamo pronti per iniziare questo
affascinante viaggio verso lo studio dei testi Sacri, alla luce del
punto di vista essenziale per un Cercatore della Quarta Via: il
Lavoro su di S. Non dimentichiamoci che dovremo armarci di
pazienza e di cuore puro, fino al punto da renderci conto che i
versetti di tali testi si aprono a noi solo quando noi ci apriremo ad
essi. Potremo renderci conto che, nellaffannosa ricerca fra un
versetto e laltro, un poco qui e un poco l, (Isaia 28:10),
stiamo, in realt, cercando noi stessi.
(7) Chi di voi riesce a trovare,
nella Bibbia, il pi velocemente
possibile i seguenti versetti: Mt
12:33 e Gv 13:34-38?
(8) Chi di voi sa trovare nel
Corano, questi versetti il pi
velocemente possibile?
Numero 0 La Quarta Via Dispensa di Studio
Pagina 13
Una presentazione per i nuovi lettori

PERCH queste
DISPENSE?
La Redazione

Oggi molti pensano che la Quarta Via sia una creazione slegata dalle
precedenti Tradizioni. Con queste dispense intendiamo dimostrare che
invece essa non altro che un codice linguistico nuovo, creato da
Gurdjieff per veicolare contenuti gi presenti nel Cristianesimo delle
origini. Vedremo che il Maestro non ha inventato nulla e le sue idee
hanno un fondamento molto preciso nei Testi Sacri che analizzeremo
insieme. Si tratta di un problema di linguaggi: una volta conosciuto il
lessico gurdjieffiano, esso si manifester nella sua pienezza di
significato alla luce dei confronti che opereremo insieme. Partendo dal
patrimonio di conoscenze che ci ha lasciato Gurdjieff, il vero
Cercatore, ad un certo punto del suo percorso, sapr andare oltre gli
scritti del Maestro e dei suoi allievi, per raggiungere una nuova,
essenziale, visione dinsieme dellInsegnamento.

Luomo ha a disposizione un potente strumento di comunicazione:
quello della parola.
Si tratta davvero di un grande potere, un potere creativo. Tuttavia, e
questo Gurdjieff lo aveva sottolineato, troppo spesso la parola
imbrigliata in una rete di fraintendimenti ed errori, dovuti
essenzialmente alla diversit della struttura psichica di chi parla e chi
ascolta. Ci che viene detto, non appena prende forma nel discorso,
viene veicolato dal linguaggio soggettivo di chi esprime lidea, e si
tramuta in qualcosa di diverso quando viene accolto da chi ascolta. Se
poi il destinatario del discorso vuole ribattere, avverr una nuova
trasformazione che render i due parlanti come due sordi che cercano
di comunicare, ma non sentono quello che dice laltro. Spesso le
dinamiche umane portano lindividuo a voler primeggiare sugli altri,
nel tentativo di affermare la propria individualit e dunque di attestare
la propria esistenza nel mondo, di cui tutto sommato non cos sicuro.
Ogni volta che io parlo metto nelle mie parole la mia intera vita, con
gioie e dolori, con abbracci e addii, con lacrime e sorrisi. Non solo, ma
io parlo anche attraverso il mio corpo, linflessione della mia voce e le
espressioni del mio volto: e di tutto questo sono spesso inconsapevole.
In definitiva, ci che spesso chiamiamo dialogo non altro che uno
specchio di reciproci fraintendimenti e incomunicabilit: per dirla con
le parole del Maestro, una vera e propria torre di Babele!
Il cercatore di oggi, che vive nella societ della comunicazione di
massa, deve fare i conti con un modo di comunicare basato sulla forma
e non sulla sostanza. Oggi i linguaggi delle vie iniziatiche arrivano
perfino ai cartelloni pubblicitari, per veicolare contenuti opposti.
Questo ci fa capire che la comunicazione va rivista in tutti i suoi
aspetti, per portarci a chiederci se davvero siamo in grado, come
crediamo, di parlare di noi stessi e della Via. La risposta che il vero
Cercatore d a questa domanda no: noi non sappiamo dialogare,
Numero 0 La Quarta Via Dispensa di Studio
Pagina 14
ma soprattutto non sappiamo ascoltare. Bisogna imparare a
comunicare, e per fare ci occorre approfondire la conoscenza di se
stessi (e quindi degli altri). Se non si disposti a questo, allora persino
le parole del pi grande dei Maestri non ci potranno aiutare nella
crescita.
Le nostre dispense nascono dallesigenza di esplorare e diffondere i
contenuti dellInsegnamento gurdjieffiano, attraverso due fondamentali
mezzi: lo strumento cartaceo e il dibattito di gruppo. Le letture sono
strutturate passo passo, e delle domande ci aiutano a non uscire fuori
dal seminato, rimanendo vicini al nucleo contenutistico previsto dal
singolo brano. La possibilit di rileggere pi volte il testo, anche
quando si soli, aiuta a non fissare la nostra mente solo su alcuni passi,
magari quelli a noi pi vicini. Si tratta di un vero e proprio esercizio di
attenzione, unattenzione che va allenata soprattutto in gruppo: non
solo attenzione mentale, ma soprattutto attenzione di cuore,
nellascoltare tutti gli altri compagni di viaggio. Lo Studio per noi
equilibrio tra sapere ed essere, tra mente e cuore, tra lio e il mondo.
Solo allora pu accadere qualcosa
Per noi il gruppo riveste un ruolo importantissimo: esso rappresenta il
Prieur, dove ogni individualit ha un ruolo preciso, valorizza il
proprio vissuto, mette a disposizione degli altri il proprio livello di
comprensione e il proprio Lavoro, e nello stesso tempo riceve le stesse
cose dai compagni. Lo scopo lo stesso per tutti: la crescita armonica
dellUomo. La comunit offre al singolo lopportunit di specchiarsi
negli altri, per conoscere se stesso, per poter comprendere meglio la
giusta direzione. Per questo motivo gran parte del nostro Lavoro si
svolge in gruppo, perch il primo passo da fare quello di uscire dalla
nostra meccanica ripetitivit, basata su un caparbio attaccamento a noi
stessi e alle nostre idee. Vogliamo diventare veramente aperti e capaci
di essere elastici. Nelle nostre dispense pubblichiamo spesso utili
osservazioni e testimonianze di persone che ogni giorno portano avanti
il difficile compito di lavorare su se stesse. Il cercatore che si accosta
alle nostre letture di gruppo osserver subito quanto di pi umano
possiamo trovare intorno a noi: da una parte gli egocentrismi e la
difficolt di comunicare con il prossimo, ma dallaltra un ampliarsi
della comprensione con il contributo di chi ci seduto accanto. Tutto
questo a una condizione: che si comprenda la reale esigenza di
apprendere, nonch la parzialit di ci che si compreso fino ad ora.
Siamo incompleti. Ognuno di noi, nellaccostarsi alla Ricerca, si
specializza su alcune parti di essa, che fanno meno attrito con le nostre
naturali inclinazioni. Invece di restare sempre uguali a noi stessi,
magari anche splendide persone, ma incomplete, dovremmo andare
dove non abbiamo mai osato, dovremmo esplorare orizzonti ignoti.

Allora entra, siediti qui, accanto a me, guarda negli occhi tutti coloro
che ti stanno di fronte: non sono poi cos diversi da te, piccoli uomini
pieni di paure e bisognosi di sperimentare lUnione. Forse tu sai
qualcosa di pi: allora mettilo a disposizione con generosit. Ma
ricorda sempre che c sicuramente ancora qualcosa che devi
imparare: allora ascolta, perch senzaltro qualcuno te lo insegner. Il
Dare e il Ricevere sono ununica cosa. Adesso senti questo cerchio che
ti si stringe intorno e ti dice di aprirti allaltro, perch rappresenta
proprio quella parte che ti manca.
Bene, ti sento sereno, ti sento, per una volta, in pace.
Allora cominciamo la Lettura!

Numero 0 La Quarta Via Dispensa di Studio
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Le Origini della Quarta Via

Gurdjieff e il
Cristianesimo delle
Origini
di Giorgio C. Tagliafico
Possiamo considerare il messaggio di G. apparentemente articolato e
spesso di difficile comprensione per chi si avvicina allo stesso senza
una guida che abbia gi vissuto in prima persona il percorso di fuga
dalla prigione (che per G. rappresenta simbolicamente la gabbia di
maschere della falsa personalit), affidandosi solamente alla lettura
di testi sullargomento.
Tramite gli articoli di studio, proposti nelle dispense, trattiamo
argomenti che servono a chiarirci questo messaggio giungendovi da
pi punti di vista poich lo stesso messaggio lo si pu ritrovare, una
volta entrati in possesso dellachiave di lettura, in molte tradizioni.
Vorrei introdurre, nella trattazione di questo argomento, alcune
citazioni tratte da un testo poco conosciuto in cui il messaggio
gurdjieffiano viene presentato nella sua pi profonda essenzialit.
Si tratta di: Monsieur Gurdjieff, ma lei chi ? di Ren Zuber, un
allievo di G. durante loccupazione di Parigi da parte dei tedeschi.
Lo Zuber sembra aver colto la chiave di lettura che permette di
comprendere il messaggio esoterico di Testi Sacri della nostra
Tradizione, quali il Vecchio e Nuovo Testamento; nonch di quelli di
altre Tradizioni pi o meno lontane dalla nostra.
Leggiamo, dalla testimonianza di Ren Zuber,
come Gurdjieff parlava di questi argomenti:
Facendo allusione al comandamento ben noto che
prescrive di amare il prossimo come se stessi,
chiese chi ne fosse capace. I comandamenti
esistono come un ideale ma la scienza, che ci
renderebbe capaci di osservarli, perduta. Essa
costituisce tuttavia laltra met del cristianesimo, il
suo esoterismo, ed stata conservata in alcune
Scuole. (1) Ognuno potr esservi iniziato durante
il soggiorno allIstituto che si appena aperto al
Prieur, a condizione di risentirne la necessit.
Cos egli ha parlato del cristianesimo, ma soltanto
a delle persone che ne avevano una certa
conoscenza. Si sa, comunque, quanto poco a lui
importasse letichetta: ebreo, cristiano, buddista,
lamaista, islamico... appena si arriva al midollo si
tocca, sotto appellativi diversi, la stessa verit.
(Pag. 41).
Leggiamo anche in Frammenti: Dovete capire,
diceva, che ogni vera religione, parlo di quelle
create con uno scopo preciso da uomini veramente
1) Sapevi che linsegnamento di
Gurdjieff era, in realt, Cristia-
nesimo Esoterico?
Che
relazione
C
Numero 0 La Quarta Via Dispensa di Studio
Pagina 16
sapienti, comporta due parti. La prima insegna ci che deve essere
fatto. Questa parte rientra nella sfera delle conoscenze generali e si
corrompe col tempo man mano che si allontana dalla sua origine.
Laltra parte insegna come fare ci che insegna la prima. Essa
conservata segretamente in certe scuole e col suo aiuto sempre
possibile rettificare ci che stato falsato nella prima parte, o
reintegrare ci che stato dimenticato.
Senza questa seconda parte, non pu esistere conoscenza della
religione o, in ogni caso, questa conoscenza resta incompleta e molto
suggestiva. Questa parte segreta esiste nel Cristianesimo, cos come in
tutte le altre religioni autentiche, e insegna come seguire i precetti del
Cristo e ci che essi realmente significano. (Pag. 337-8). (2)
A chi, come me, ha subito linfluenza della religione essoterica
(esteriore), sentendola come un grave peso da cui liberarsi al pi
presto, lassociare il pensiero, il metodo Gurdjieff, al Cristianesimo
pu suonare al primo impatto una forzatura, soprattutto se il percorso
lo portasse ad incrociare idee che pensava di avere definitivamente
liquidato come menzogne o comunque non aderenti alla sua idea di
realt: come limmagine di un Dio antropomorfizzato, o luso di rituali
e mantra che rievocano quelli della religione come noi tutti la non-
conosciamo.
Ma ritorniamo ad un passo del testo di Ren Zuber in cui tratta della
sua nuova comprensione: Nellistante in cui mi attravers, come un
lampo di fuoco, lidea che linsegnamento non era altro che una
versione del Vangelo in un linguaggio diverso, fui preso da una grande
gioia ed ad un certo tempo da una certa inquietudine. Perch? Diciamo
per semplificare che avevo la sensazione di entrare in un territorio
riservato. Perch il Cristianesimo non nato ieri ed appartiene di
diritto ai santi ed ai dottori della Chiesa. In pi, nonostante ai nostri
giorni sia universalmente messo in dubbio, chiaro che esso il
fondamento delle nostre istituzioni, dei nostri codici, della nostra etica
ed impregna molto profondamente i nostri pensieri.
Era possibile che non lavessimo fino ad allora riconosciuto
nellinsegnamento sconosciuto? Per riconoscerlo sotto una forma che
non avevamo mai visto, avremmo dovuto poterne gustare lessenza
(che conserva il suo sapore attraverso tutti i cambiamenti
dellapparenza). Lessenza del Cristianesimo? Non ci si aspetti che
provi a definire qualcosa che appare al di l di ogni definizione. Ma
sarebbe ingiusto volerlo ignorare del tutto. (Pag. 37-38).
Ancora in Frammenti troviamo questa dichiarazione dello stesso
Gurdjieff: Non so quello che sapete sul Cristianesimo, rispose G.,
accentuando questa parola. Sarebbe necessario parlare molto a lungo
per chiarire che cosa intendete con questo termine. Ma per coloro che
sanno, dir, se volete, che questo Cristianesimo esoterico. Parleremo
a tempo debito del significato di queste parole. (Pag.116). (3)
appunto ci che proviamo a fare in questa sede, o meglio, se non a
definire, proviamo ad avvicinarci al sentire, partendo dal centro
intellettuale che ha spesso il compito di apri pista.
Intanto possiamo osservare che Gurdjieff stesso era di origine
cristiano-ortodossa e che nacque e visse la sua giovinezza a contatto
con varie tradizioni.
I suoi maestri sono stati dapprima suo padre ed un prete, per cui il
cristianesimo, soprattutto la figura del maestro Ges e la Cabala della
tradizione ebraica, contribuirono alla sua formazione; in seguito ebbe
certamente uno o pi maestri Sufi (santi realizzati della tradizione
esoterica islamica). Per questo chiunque voglia appropriarsi
indebitamente delle radici storico culturali (come fa lautore-
2) Le Religioni essoteriche
tentano di dare risposte ai perch.
Quelle nascoste ai come. Sei
daccordo?
3) Che cos il Cristianesimo per
te? Ti sei fermato solo alla sua
forma esteriore? Oppure ne hai
scandagliato le profondit
simboliche non insegnate dalla
chiesa?
Numero 0 La Quarta Via Dispensa di Studio
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pseudonimo Rafael Lefort nel suo I Maestri di Gurdjeiff)
disancorandole dalle sue radici profondamente cristiane, commette un
errore assai grave.

Gurdjieff spiega i Vangeli











Le corrispondenze fra i Vangeli e le parole di Monsieur Gurdjieff sono
numerosissime. Anzi, lo stesso Gurdjieff fa, molte volte, espliciti
riferimenti ad essi. Voglio ora pubblicare soltanto alcuni parallelismi
tra Frammenti di un Insegnamento Sconosciuto di Ouspensky (tranne
ove diversamente citato) e alcuni versetti dei quattro Evangeli.
Queste corrispondenze sono innumerevoli. Perch non provate voi
stessi a trovarne alcune e a comunicarle alla nostra Redazione?
(Trovate lindirizzo nella seconda pagina di copertina). Saranno
certamente pubblicate in un prossimo numero.
Per ora inseriamo quelle che, a colpo docchio, ci sono venute in mente
per permettere liberamente a tutti di individuare il loro senso pi
profondo e le loro corrispondenze pi strette. (4)

Matteo 10:38 Chi non prende la sua croce e non viene dietro a me,
non degno di me.
Matteo 10:39 Chi avr trovato la sua vita la perder; e chi avr
perduto la sua vita per causa mia, la trover.

necessario il sacrificio, disse G. Se niente sacrificato, niente pu
essere ottenuto, ed indispensabile sacrificare ci che prezioso, al
momento stesso, sacrificare molto e per molto tempo. (Frammenti
pag. 40)

Matteo 5:37 Ma il vostro parlare sia: S, s; no, no; poich il di pi
viene dal maligno.

Fusione, unit interiore, sono ottenute nelluomo per frizione, per
mezzo della lotta fra il s ed il no. (pag. 39)

Matteo 23:27 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perch siete
simili a sepolcri imbiancati, che appaiono belli di fuori, ma
dentro sono pieni dossa di morti e dogni immondizia.
Matteo 23:28 Cos anche voi, di fuori sembrate giusti alla
gente; ma dentro siete pieni dipocrisia e diniquit.

Nella maggior parte dei casi luomo si identifica con ci che gli
altri pensano di lui, con il modo in cui lo trattano, con il loro
atteggiamento nei suoi confronti. Luomo pensa sempre che la
gente non lo apprezzi abbastanza, che non sia abbastanza cortese
o educata. Tutto questo lo tormenta, lo preoccupa, lo rende
4) Leggete per almeno tre volte
ciascuna citazione evangelica,
cercando di meditarvi su con
cuore e mente sgombri. Discutete
solo alla fine della lettura,
indicando quale passo vi ha pi
colpito e comunicato qualcosa.
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sospettoso; egli disperde in congetture o supposizioni una enorme
quantit di energie, sviluppando in s un atteggiamento diffidente ed
ostile verso gli altri. Come lo si guarda, ci che si pensa di lui, ci che
si dice di lui, tutto questo assume ai suoi occhi unimportanza enorme.
(pag. 168)

Matteo 7:1 Non giudicate, affinch non siate giudicati;
Matteo 7:2 perch con il giudizio con il quale giudicate, sarete
giudicati; e con la misura con la quale misurate, sar misurato a voi.
Matteo 7:3 Perch guardi la pagliuzza che nell'occhio di tuo fratello,
mentre non scorgi la trave che nellocchio tuo?
Matteo 7:4 O, come potrai tu dire a tuo fratello: Lascia che io ti
tolga dallocchio la pagliuzza, mentre la trave nellocchio tuo?
Matteo 7:5 Ipocrita, togli prima dal tuo occhio la trave, e allora ci
vedrai bene per trarre la pagliuzza dall'occhio di tuo fratello.

La considerazione esteriore la capacit di adattarsi agli altri, alla
loro comprensione e alle loro esigenze. Considerando esteriormente,
un uomo fa ci che necessario per rendere la vita pi facile a se
stesso e agli altri Se un uomo si ricorda realmente di s, comprende
che anche laltro uomo una macchina, nello stesso modo in cui egli lo
. Allora si metter al posto dellaltro, diventer capace di
comprendere e sentire ci che un altro uomo pensa o sente. Se pu fare
questo, il suo lavoro diventer molto facile per lui una giusta
considerazione esteriore molto importante nel lavoro. (pag. 170-
171)

Luca 21:34 Badate a voi stessi, perch i vostri cuori non siano
intorpiditi
Luca 21:36 Vegliate dunque, pregando in ogni momento

Non vi niente di nuovo nellidea di sonno. Fin dalla creazione del
mondo, stato detto agli uomini che essi erano addormentati e che
dovevano svegliarsi. Per esempio, quante volte leggiamo nei Vangeli:
svegliatevi, vegliate, non dormite. I discepoli di Cristo, persino
nellorto del Getsemani, mentre il loro Maestro pregava per lultima
volta, dormivano. Questo dice tutto. Ma gli uomini lo comprendono?
Essi considerano ci una figura retorica, una metafora mi stato
sovente chiesto, seriamente, perch i Vangeli non parlano mai del
sonno, mentre se ne parla in ogni pagina. Ci dimostra semplicemente
che la gente legge il Vangelo dormendo. (pag. 160)

Giovanni 3:3 Ges gli rispose: In verit, in verit ti dico che se uno
non nato di nuovo non pu vedere il regno di Dio.

Svegliarsi, morire, nascere, sono tre stadi successivi; e se studiate
attentamente i Vangeli, vedrete che sovente vi sono riferimenti sulla
possibilit di nascere, ancora pi sovente sulla necessit di morire e
pi spesso ancora sulla necessit di svegliarsi: Vegliate e pregate
perch non sapete n il giorno n lora Abbiamo gi abbastanza
parlato della nascita. Nascere sta a significare linizio di una nuova
crescita dellessenza, linizio della formazione dellindividualit,
linizio dellapparizione di un Io indivisibile.
(pag. 241-242)

Matteo 6:21 Perch dov' il tuo tesoro, l sar
anche il tuo cuore.
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Lidea del Centro di Gravit pu essere interpretata in parecchie
maniere diverse. uno scopo pi o meno permanente e la percezione
dellimportanza relativa delle cose e in rapporto a questo scopo. Ci
significa che determinati interessi divengono pi importanti di
qualsiasi altra cosa: uno acquisisce una direzione permanente, non va
un giorno in una direzione e un altro giorno in unaltra. Va in una sola
direzione e conosce la direzione. Pi forte il vostro centro di gravit
pi siete liberi da accidenti. (La Quarta Via pag. 112)

Luca 9:60 Ma Ges gli disse: Lascia che i morti seppelliscano i loro
morti; ma tu va ad annunziare il regno di Dio.

Accade talvolta che lessenza di un uomo muoia, mentre la sua
personalit ed il suo corpo rimangono vivi. Una considerevole
percentuale delle persone che vediamo nelle strade di una grande citt
sono interiormente vuote; in realt, esse sono gi morte. Per nostra
fortuna non vediamo tutto questo e non ne sappiamo nulla. Se
sapessimo quanti uomini sono gi morti e quanto numerosi sono questi
cadaveri che governano le nostre vite, lo spettacolo di questorrore ci
farebbe perdere la ragione. (pag. 183)

Matteo 21:33 Udite unaltra parabola: Cera un padrone di casa, il
quale piant una vigna, le fece attorno una siepe, vi scav una buca
per pigiare luva e vi costru una torre; poi l'affitt a dei vignaiuoli e
se ne and in viaggio.
Matteo 21:34 Quando fu vicina la stagione dei frutti, mand i suoi
servi dai vignaiuoli per ricevere i frutti della vigna.
Matteo 21:35 Ma i vignaiuoli presero i servi e ne picchiarono uno, ne
uccisero un altro e un altro lo lapidarono.
Matteo 21:36 Da capo mand degli altri servi, in numero maggiore
dei primi; ma quelli li trattarono allo stesso modo.
Matteo 21:37 Finalmente, mand loro suo figlio, dicendo: Avranno
rispetto per mio figlio.
Matteo 21:38 Ma i vignaiuoli, veduto il figlio, dissero tra di loro:
Costui lerede; venite, uccidiamolo, e facciamo nostra la sua
eredit.
Matteo 21:39 Lo presero, lo cacciarono fuori della vigna e luccisero.
Matteo 21:40 Quando verr il padrone della vigna, che far a quei
vignaiuoli?
Matteo 21:41 Essi gli risposero: Li far perire malamente, quei
malvagi, e affider la vigna ad altri vignaiuoli i quali gliene
renderanno il frutto a suo tempo.

luomo paragonato ad una casa senza padrone, n sovrintendente,
occupata da una moltitudine di servitori che hanno interamente
dimenticato i loro doveri: nessuno vuole fare ci che deve, ognuno
cerca di essere il padrone, non fosse che per un momento, e, in questa
specie di anarchia, la casa minacciata dai pi gravi pericoli. La sola
speranza di salvezza che un gruppo di servitori pi sensati si
riuniscano ed eleggano un sovrintendente temporaneo cio un
sovrintendente delegato. Questo sovrintendente delegato pu allora
mettere gli altri servitori al loro posto, e costringere ognuno a fare il
loro lavoro: la cuoca in cucina, il cocchiere in scuderia, il giardiniere in
giardino ecc. In questo modo la casa pu essere pronta per larrivo del
vero sovrintendente, il quale, a sua volta, preparer larrivo del Vero
Padrone. (pag. 70-71)
Numero 0 La Quarta Via Dispensa di Studio
Pagina 20
Le e-mail dal sito di Quarta Via
La Casa dellanfitrione

Carissimi Amici di QuartaVia.org,
vogliamo inviarvi una parabola sul concetto di scuola,
maestro e allievo. Certi che potr darvi qualche
indicazione aggiuntiva sul profondo significato di questi
termini, vi diamo appuntamento alla prossima volta!
LO STAFF

Il maestro come lanfitrione nella sua casa. I suoi ospiti
sono coloro che cercano di studiare la Via e che non sono
mai stati in una casa. Essi hanno solo una vaga idea di ci
che pu essere una casa, eppure la casa esiste. Quando gli
ospiti entrano in casa e scoprono il salotto e chiedono: Che
cos?, viene loro risposto: il luogo dove ci si siede.
Allora si siedono sulle sedie, ma sono solo vagamente
coscienti della funzione della sedia. Lanfitrione li
intrattiene, ma essi continuano a porre domande, talvolta
irrilevanti. Da buon anfitrione non li biasima per questo; per
esempio, quando vogliono sapere dove e quando
mangeranno. Non sanno che nessuno solo e che in quel
preciso momento altri sono impegnati a cucinare, e che
esiste unaltra stanza dove si sederanno per mangiare. Sono
perplessi perch non possono vedere n il pasto n i
preparativi del pasto, e forse sono anche dubbiosi e talvolta a
disagio. Il buon anfitrione, che conosce i problemi degli
ospiti, fa del suo meglio per metterli a loro agio affinch
siano in grado di gustare il cibo quando arriver. Allinizio,
gli ospiti non sono in condizione di avvicinarsi al cibo.
Alcuni ospiti sono pi svelti degli altri a capire e ad afferrare
i rapporti tra i vari elementi della casa. Sono loro che
possono comunicare ci che sanno agli amici pi lenti. In
quel frangente, lanfitrione d ad ogni ospite la risposta che
corrisponde alla sua capacit di percepire lunit e la
funzione della casa. Non sufficiente che una casa esista,
che sia pronta per ricevere ospiti e che lanfitrione sia
presente. Qualcuno deve esercitare attivamente la funzione
danfitrione, affinch gli estranei, che sono gli ospiti e di cui
lanfitrione si assume la responsabilit, possano abituarsi alla
casa. Allinizio, molti di loro non sono coscienti di essere
ospiti o, pi precisamente, di ci che significhi la situazione
di ospite: ci che possono dare e ci che possono ricevere da
questa situazione. Lospite di esperienza, che ha studiato le
case e lospitalit, a lungo andare si trova a suo agio nella
condizione di ospite, e inoltre in grado di capire meglio
tutto ci che si riferisce alle case e ai vari aspetti della vita
nelle case. Finch impegnato a capire che cos una casa o
a cercare di ricordarsi le regole delletichetta, la sua
attenzione troppo presa da questi fattori per essere in grado
di osservare, per esempio, la bellezza, il valore o la funzione
dellarredamento.
Il sito www.quartavia.org, (Organo
Ufficiale dellAssociazione di
Umanit e Cultura La Teca) invia
settimanalmente una e-mail per
informare e divulgare lInsegnamento.
Molti ci hanno chiesto di poter
leggere le e-mail gi inviate (abbiamo
iniziato nellanno 2000). Questa
loccasione per farlo. Ogni mese ne
inseriremo una fra quelle che ci
sembrano essere state maggiormente
apprezzate.
Numero 0 La Quarta Via Dispensa di Studio
Pagina 21
Fare amicizia con il limite
La Maestra Oscura
di Michele Pirolo


Vi proponiamo queste pagine scritte da Michele Pirolo, un nostro Confratello.
Crediamo che i nostri lettori sapranno intravedere i lampi di coscienza racchiusi in
queste parole.

Il 5 aprile di questanno, il mio unico fratello morto. Eravamo in casa per pranzo con i
miei genitori. Una telefonata: ... si sentito male in strada. Stanno tentando di
rianimarlo. Non si riprende. Mia madre, in angoscia come tutte le volte, preme su me e
mio padre affinch in fretta, ci avviamo alla porta. In macchina, nel traffico alienante ed
annullante del Raccordo Anulare di Roma, la preoccupazione lascia il posto al dolore.
Sempre pi forte. Una telefonata, poi due. Non si riprende, non si riprende.
Faccio quel che posso nel traffico, pur sapendo in cuor mio che mio fratello stavolta non
ce lha fatta. Lho sentito con tutto me stesso.
Altre volte mi capitato di sentire e di vivere i suoi incidenti, i suoi malanni sempre
taciuti, nascosti, coperti. Stavolta no, non cos semplice. Lo so.
Arriviamo al pronto soccorso e annullo ogni protesta dei miei genitori circa il fatto di
lasciare la macchina dove si trova, per raggiungere al pi presto mio fratello. Ma Io so.
Li faccio scendere e cerco un posteggio vicino, giusto per darmi il tempo di resistere alla
nostalgia che gi assale la mia umanit e per non aggiungerci la visione di mia madre
nellatto di questa separazione.
Trovo mia madre in terra su unaiuola contornata da gente e mio padre colmo di lacrime,
tornato quel bambino, quando non aveva neanche sette anni, che seppe della scomparsa
di mio nonno. Tutti non sono pi quelli con cui contendevo nella quotidianit.
Tutti sono la stessa cosa ora. Io compreso. Ununica differenza. Una voce. La conosco da
un po di tempo. Sono qui! con me. Gli spasmi del pianto che mi avvolgono si
smorzano in dolcezza ed una luce di barbigli mi fortifica, vivificando un senso
dappartenenza e damore dimenticato. Abbraccio tutti come non facevo fin da bambino.
Devi rimanere in piedi tu, ora! Poi sarai libero di piangere e di ricordare. Ora per,
sostieni damore gli altri. Questa la cronaca di un addio. A Dio, appunto. Poi, oltre, le
cose che rimangono, assumono un nuovo valore. Il valore degli insegnamenti.
La morte, dir il mio Maestro qualche tempo dopo, ha qualcosa di magico. questa
magia che mi permette di percepire Dio. Quando muore qualcuno a te vicino, come
se Dio ti riportasse a quando sei nato. Abbatte tutte le difese e si mostra a te come se tu
fossi tornato un bambino. Si mostra a te, cos come davvero sei. Questo: Come davvero
sei, ti fa comprendere delle cose che prima avresti solo detto di capire a parole. Ecco
allora Dio, inaspettato, presentarsi alla porta. Dun tratto, i centomila veli che il mondo
pone sullAnima, bruciano di colpo e si ha la possibilit di comprendere mille mondi,
mille cose. Mio fratello non era una persona semplice con cui relazionarsi. La sua
complessit risiedeva nel fatto che, al suo modo di intendere la vita e agli atteggiamenti
distruttivi che utilizzava, a volte contrapponeva slanci di spontanea umanit. Questo
particolare, rendeva chi gli stava attorno, guardingo.
Costruire le maschere di fronte a lui, per chiunque non avesse maturato in s la propria
Essenza, era quasi naturale. Io tra questi, costruivo un muro dindifferenza alle sue
smargiassate, alla sua prorompente ironia, alle sue dissacranti battute su tutto e tutti.
Numero 0 La Quarta Via Dispensa di Studio
Pagina 22
Ero scostante alle sue passioni, messe su, costruite, artefatte, predisposte attorno a miti
in continua alternanza, come a voler rincorrere una soluzione, a voler trovare il modello
migliore, per colmare quel vuoto e quel dolore immenso che subiva nel cuore.
Quel vuoto e quel dolore, erano la domanda e laffermazione che mio fratello (e cos tutti
noi) proponeva al mondo: Amami! Io ti amo!.
Io, indifferente, scostante, infastidito dagli atteggiamenti esteriori, analogamente gridavo:
Amami, io ti amo! . Due lingue. Una sola domanda. Una sola affermazione.
Il senso della differenza e della ricerca della strada del ritorno allindifferente, allUno,
racchiuse in una domanda e in unaffermazione. Le stesse per tutti.
La mia indifferenza, laccondiscendenza emotiva di una madre, il borbottio di un padre,
la complicit di un amico: tutti con lingue diverse a chiedere Non comportarti cos, non
ci che voglio da te. Voglio solo che tu mi ami ed accetti il mio Amore.
Mio fratello aveva lo stesso meccanismo. Tutti noi, lo stesso.
Questo ci che sempre mettiamo in pratica. Nei rapporti familiari come in quelli sociali.
Chiediamo e sentiamo chiederci solo, Amore.
Anche chi pratica la violenza pi bieca, per assurdo, in qualche modo, sta chiedendo
Amore. un estremo, ma lo sento profondamente veridico. Pi crudo e basso il proprio
linguaggio, pi il bisogno di chiedere ed affermare alto; pi il vuoto, la distanza dal
sentirsi amati e dal sentirsi Uno con il mondo, causa di tutto il meccanismo, profondo.
Mio fratello, non parlava la mia lingua. Io, non parlavo la sua. Questo nodo di Gordio,
era risolvibile solo con lesperanto di Dio.
Sarebbe bastato abbraccio di cuore e tutto sarebbe stato pi semplice. Mio fratello
sarebbe cambiato. Io sarei cambiato.
Quellesperanto lAmore. Quellesperanto di Dio, Dio stesso.
Difficile, sacrificante, doloroso da raggiungere con il Lavoro su di s, ma
sostanzialmente, lunica cosa per cui valga la pena esistere.
Nelle piccole cose di tutti i giorni, come nelle grandi motivazioni di vita, occorrerebbe
innamorarsi. In questo modo, non si parlerebbero due lingue. Con il proprio partner,
con i propri amici, con i propri familiari, con la propria attivit, persino con lalbero che
ti sta sotto casa. Tanto difficile
Tutti coloro che hanno partecipato a questa morte hanno avuto, anche solo per poco,
questoccasione. Hanno avuto la possibilit magica, di prendere coscienza della facilit
con la quale ci si abbracciava, si piangeva, si viveva levento della separazione con il
medesimo stato dellanima. Hanno avuto la possibilit, di osservare come, con il passare
del tempo; tutto ci si sia allontanato.
la vicinanza stretta con la morte, con la fucina di Dio, con lorigine che abbatte le mire
della personalit. Che abbatte la maschera.
Purtroppo, senza un terreno umano adatto, pronto, il seme dellEterno non fa in tempo a
germogliare, prima che le mura della nostra individualit siano ricostruite.
Per un breve momento, ho compreso solo lAmore che era in mio fratello. Ho compreso
Dio in lui e nel profondo senso dumanit e comunione di chi, in quel momento, sentiva
mio fratello come proprio.
Dio con te, in pienezza. Tinsegna, ti parla, tavverte e si mostra. Gioia e dolore, si
mescolano in un insieme indistinto. Una luce ti davanti. A volte, quando le condizioni
tinvitano e tabbandoni ad un dolce pianto, la luce si presenta e quellenergia nostalgica,
si trasforma in pace assoluta. Amore. impossibile descrivere quei momenti, nel pieno
del loro valore spirituale, con le parole. Non il mio scopo qui e in ogni modo non ci
riuscirei compiutamente. Quello che per lo scopo di queste brevi righe, posso tentare
di trasmetterlo. Perch in esso vi sono delle possibilit. Dio me le ha donate e ritengo
opportuno trasmetterle. Queste possibilit, rappresentano per me lessenzialit di un
insegnamento. Le strade per ottenere queste lezioni, sono misteriose ed a volte passano
attraverso la morte di un fratello.
Numero 0 La Quarta Via Lettere
Pagina 23
Le Lettere al
Fondatore
informazioni@quartavia.org



Secondo voi qual la differenza sostanziale che
caratterizza l'insegnamento di G. Gurdjieff dagli
altri insegnamenti proposti da altri maestri
spirituali che mirano sempre ad un lavoro
personale ed interiore. Per esempio le pratiche che
sono parte del buddismo tibetano o anche del
maestro vietinamita thich Nhat Hanh. Oppure
ancora del Maestro Indiano Yogananda, Osho e
Krisnamurti. E per venire pi in occidente del
maestro Mikhael Aivanhov. Considerato che
attualmente si stanno diffondendo tutti questi
insegnamenti vorrei conoscere il vostro parere in
proposito. Vi ringrazio. Luigi

Gentilissimo Amico, per rispondere
esaustivamente a tutte le sue domande,
bisognerebbe tracciare un parallelismo fra
ciascuna delle figure da lei segnalate e la storia
della Tradizione antichissima a cui Gurdjieff fa
continuamente riferimento nei suoi insegnamenti.
Gli obiettivi teorici sono sempre i medesimi ed in
questo il lavoro di Gurdjieff non si diversifica
molto dagli altri: il ricongiungimento dell'uomo
all'Assoluto, nella sua forma pi vera a completa.
Ci che muta sono i mezzi e gli strumenti, che
nelle mani degli uomini giusti, diventano efficaci
affinch tale obiettivo si compia. Quindi si
ricordi: ancora prima che il Metodo, pot il
Maestro.



Caro Giovanni, sono Caterina scusa se mi sono
permessa di scriverti, ma ho bisogno di raccontarti
lo sconvolgimento che le due giornate
sull'Enneagramma che hai condotto, mi hanno
procurato. Ieri ed oggi ho dovuto violentarmi per
andare al lavoro, e a casa vorrei stare sempre nello
studio a pensare. Gia' da tempo ho perso interesse
a tante cose, soprattutto da quando ho potuto
verificare che siamo sottoposti fortemente agli
influssi planetari e ci illudiamo invece di fare e
smuovere il mondo. Mi piaceva andare a guardare
le vetrine, lo consideravo il mio modo di volermi
bene, ma in questi ultimi tempi hanno perso luce
per me e sabato sera, dopo quelle tue parole, erano
proprio spente. Domenica sera invece, tornando a
casa ho pensato al mio rapporto con mio marito
secondo l'enneagramma, lui non sa dirmi di no ed
io sono una povera perfezionista, quando sono
entrata in casa mi ha fatto tenerezza, ma non sono
riuscita ad abbracciarlo, come sempre del resto.
Ora credo di non riuscire ed anche di non volere
tornare alla vita ordinaria di macchina felice degli
inganni della vita, ma comunque macchina sono
ed ho paura di non essere capace di lavorare per
l'evoluzione all'interno di un gruppo, mi sembra
d'aver capito che tu venga raramente nella mia
citt ed io ho l'impressione che solo tu riesca a
parlare al mio cuore in quei particolari momenti in
cui abbassi il tono della voce e dici cose
dolcissime su Dio. Per ora il ricordo e' vivo e
meraviglioso, ma quanto potr durare? Un
abbraccio, Caterina.

Dolce Caterina, la tua lettera mi ha fatto molta
tenerezza. In poche parole mi hai fatto capire
quello che avevi dentro. Per me l'esperienza del
weekend scorso stata davvero piacevole,
illuminante e foriera di benedizioni. Anche io
sono grato di questo! Ora per, importante che
voi, e tu per prima, iniziate a lavorare davvero.
Mi ricordo il tuo desiderio espresso di "andare a
vivere in Tibet" eppure, dolce Caterina, ... Se non
trovi il Tibet nel tuo ufficio correresti il rischio di
trovare il tuo ufficio, in Tibet! Ti sono vicino.



Mi chiamo Francesco, ho 27 anni e la mia
professione e quella di barman. I miei interessi
filosofici mi hanno portato a incontrare il nome di
Gurdjieff, ormai qualche anno fa, in un piccolo
libretto intitolato "I maestri: le voci dal silenzio",
dove insieme ad altri personaggi storici come il
Buddha, o Hakuin, o Milarepa, compariva in un
capitolo intitolato "ricordare se stessi" il nome di
G. Eppure quello che cerco, oggi, sono orecchie e
bocche, non solo carta e inchiostro...

Le orecchie e le bocche non possono essere
riportate su un foglio. Cerchi, indaghi, ma
sopratutto ESPERIMENTI. Incontri e guardi
negli occhi, non abbia paura. Si ricordi che
lInsegnamento pu passare solo attraverso
uomini e donne che hanno fatto qualche passo
nella Via e che un albero si riconosce dai suoi
frutti. I libri sono solo una mappa; la mappa di un
luogo che pu essere visitato soltanto a piedi
scalzi e con lardente desiderio di percorrerlo.
Buona:Ricerca!
Giovanni Maria Quinti






Ma che cos
l At t enzione Divisa?
LAttenzione Divisa lo strumento per facilitare il Ricordo di s. Ma come possiamo svilupparla?
a grande forza che si oppone al ricordo limmaginazione, che lo stato costante in cui
si trova la mente umana. Ora abbiamo limmaginazione creativa cosciente e
limmaginazione inconscia o automatica. Limmaginazione automatica (il sonno da
svegli nel quale abitualmente viviamo) particolarmente dannosa perch spreca molte energie
che potremmo usare per la nostra evoluzione. Soprattutto quando siamo preda di emozioni
negative quali ansia, paura e rabbia, siamo trascinati da forze sulle quali non abbiamo nessun
controllo. fondamentale ridurre le funzioni che comportano un inutile dispendio di energia
e creano una continua agitazione mentale, e il lavoro sul ricordo va quindi portato avanti
parallelamente ad altri tipi di lavoro, come ad esempio quello sulle emozioni negative.
Lesercizio iniziale che viene insegnato nelle scuole della Quarta Via per sviluppare il ricordo
di s quello della cosiddetta attenzione divisa (Ouspensky, Frammenti p. 134). Quando
osserviamo qualcosa, la nostra attenzione diretta sulloggetto osservato; se
contemporaneamente riusciamo a portare lattenzione anche su noi stessi,
avremo una simultanea percezione di noi e delloggetto esterno. Esercitandosi
costantemente svilupperemo nel tempo un nuovo modo di percepire le cose, pi
profondo ed anche pi interessante. Diventeremo osservatori delle nostre
dinamiche interne, dove ci confrontiamo con i nostri pensieri ed emozioni, e di
quelle con il mondo esterno, che coinvolgono il nostro rapporto con gli altri.
Quando questa capacit acquisir un certo grado di sviluppo, la maggiore
consapevolezza di noi stessi, soprattutto dei nostri conflitti e disarmonie, porter
anche frustrazione e desiderio di cambiamento. Ci si render per conto che
trasformare se stessi, cercando di intervenire sulle nostre dinamiche interne ed
esterne, molto difficile e si rischia di creare ancora pi confusione. In questa
fase possiamo solo osservarci. Perch lesercizio dellattenzione divisa possa aprire la strada
al reale cambiamento di s necessario sviluppare un altro elemento, un punto di riferimento
costante esterno a noi. Nelle situazioni che ci vedono coinvolti saremo allora consapevoli di
noi stessi, delloggetto di fronte a noi e di questo terzo elemento che permetter di creare una
dinamica nuova. Nellarticolo di Fratel Gaio Da Abramo ad Abrahamo (La Quarta Via n.3
Anno 2) questo elemento stato chiamato Dio: purtroppo questa parola richiama in molte
persone delle associazioni che provengono dalla propria cultura ed educazione religiosa e
possono creare sentimenti conflittuali. Se riusciremo, per, a mantenere questo terzo
elemento sempre vicino a noi, esso ci permetter in ogni situazione di collegarci ad una terza
dimensione e sempre pi spesso ci fornir laiuto necessario a trovare nuove modalit per
risolvere i conflitti e superare i dualismi interni ed esterni.
L
a cura di Andrea Bertolini
Spi eghi amo i n
Pi l l ol e c osa si a
l At t enzi one
Di vi sa i ndi c at a
da Gur dj i ef f
c ome st r ument o
per st abi l i zzar e
i l Ri c or do di S.

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Gentile Amico/a,

LAssociazione La Teca presente in diverse citt italiane si occupa di divulgare linsegnamento della
Quarta Via. Ultimamente questo Metodo, ben precedente allo stesso fondatore (G.I. Gurdjieff) che a lei ha
dato questo nome, viene mal interpretata e indebitamente trascurata.

Per una comprensione completa del Sistema dobbiamo, necessariamente, fare uno studio comparato con le
fonti Tradizionali dellOccidente e dellOriente a noi pi vicino. Questo studio apre al ricercatore orizzonti
nuovi e gli permette di intravedere lintelaiatura comune dietro il sistema occidentale di spiritualit: la
Quarta Via. Chiamata, nel corso dei secoli in maniera diversa, la rinveniamo negli studi alchemici
medioevali, nei simboli sacri delliconografia religiosa, nei testi arabi di tradizione sufi, negli insegnamenti
di alcune sette precristiane e nella Chiesa Cristiana del primo secolo. Non a caso, quindi, lo stesso monsieur
Gurdjieff aveva definito il suo insegnamento cristianesimo esoterico delle origini.

Su questi punti verte la trattazione delle dispense di studio della nostra Associazione e vertono anche tutte le
attivit che i nostri gruppi effettuano in diverse citt italiane. (Trover lelenco delle attivit presso il sito
internet www.quartavia.org, nella sezione conferenze) Per poter partecipare alle nostre attivit, o
ricevere le dispense di studio, necessario Associarsi.

La quota Associativa, per un anno, pu essere di due tipi:

- Socio Aggregato Euro 5,00, permette laccesso a tutti gli appuntamenti e agli incontri di studio
organizzate dalla Teca di Roma.
- Socio Sostenitore con un minimo di Euro 54,00 permette laccesso a tutti gli appuntamenti e agli
incontri di studio organizzati dalla Teca di Roma e la ricezione mensile (via posta ordinaria) della
Dispensa di Studio della Quarta Via. (Nel caso in cui lei risiedesse fuori dellItalia, dovr
aggiungere 35,00 Euro per laggravio delle spese postali di spedizione della Dispensa di Studio.)

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