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SARDEGNA/FINORA 54 COINVOLTI NELLE INDAGINI

Arrestati due consiglieri Pdl: Libri rari e penne con i soldi del gruppo
TAGLIO BASSO - COSTANTINO COSSU

CAGLIARI

Ieri mattina i carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria del Tribunale di Cagliari hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti dei consiglieri regionali Mario Diana, ex capogruppo del Pdl e ora alla guida di Sardegna gi domani, e di Carlo Sanjust, Pdl, presidente della commissione cultura. L'accusa quella di peculato. Gli arresti sono stati chiesti dal pubblico ministero Marco Cocco al giudice delle indagini preliminari Giampaolo Casula per il pericolo di inquinamento delle prove e di reiterazione del reato. Negli ultimi giorni erano stati perquisiti casa e ufficio dei due consiglieri. I provvedimenti della magistratura rientrano nel quadro della doppia inchiesta condotta dalla procura della Repubblica di Cagliari sul presunto uso illecito dei fondi destinati ai gruppi consiliari sia nella legislatura in corso (che termina a febbraio del prossimo anno) sia in quella precedente. Secondo gli inquirenti, l'ex capogruppo del Pdl in consiglio regionale Mario Diana avrebbe acquistato, con i soldi destinati alle iniziative politico-istituzionali dei gruppi, libri rari e preziosi per cinquantacinque mila euro e penne Montblanc per circa ventimila euro. Ma l'accusa nei confronti di Diana si riferirebbe complessivamente a un uso illecito del denaro pubblico per oltre duecento mila euro. Nell'indagine, infatti, sembra siano entrati presunti finanziamenti illeciti a una serie di convegni. Sono certissimo - aveva dichiarato Diana ai primi del mese scorso - che tanto io quanto il gruppo del Pdl non avremo difficolt a dimostrare che i fondi per il finanziamento del gruppo sono stati spesi in maniera corretta, per attivit strettamente connesse all'esercizio delle funzioni elettive attribuite per mandato ai consiglieri regionali. A Sanjust viene invece contestata la spesa di 23 mila euro, utilizzati, secondo i magistrati, per il suo matrimonio, e di 27mila euro impiegati per l'organizzazione di corsi di formazione. I due consiglieri non stati gli unici, ieri mattina, a finire in carcere. E' stato arrestato anche un imprenditore che lavora nel catering, Riccardo Cogoni. Per lui l'accusa quella di avere emesso fatture di comodo per spese inesistenti a favore di diversi consiglieri regionali. Sempre ieri mattina stato perquisito anche lo studio del consigliere del Pdl Onorio Petrini. Pare inoltre che i carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria abbiano ispezionato studi e abitazioni di altri consiglieri regionali, ma l'operazione coperta dal pi stretto riserbo. Tra la prima e la seconda inchiesta, sono finora 54 i consiglieri coinvolti

nelle indagini per peculato (compresi europarlamentari, deputati e assessori regionali in carica ed ex parlamentari di centrodestra e di centrosinistra). Insieme con Diana e con Sanjust sono stati raggiunti da avvisi di garanzia altri 32 consiglieri regionali attualmente in carica. Nell'elenco c' Francesca Barracciu, europarlamentare Pd, candidata alla presidenza della Regione Sardegna alle prossime elezioni regionali. Attraverso i miei legali - ha dichiarato Barracciu appena ricevuto l'avviso di garanzia - ho comunicato al sostituto procuratore Marco Cocco la volont di accogliere l'invito a presentarmi e di rispondere alle domande, in modo da poter fornire dimostrazione del corretto utilizzo da parte mia delle risorse assegnate al gruppo consiliare del Partito democratico. Sono serena e assicuro fin d'ora che, nel pi breve tempo possibile, render noti all'opinione pubblica gli elementi che dimostrano l'assoluta correttezza dei miei comportamenti e sgomberano il campo da dubbi legittimi e da deplorevoli strumentalizzazioni. Avvisi di garanzia hanno ricevuto anche altri due esponenti del Pd, i deputati in carica Marco Meloni e Francesco Sanna. La prima inchiesta, invece, quella che riguarda la legislatura precedente, gi avanti, con venti consiglieri a giudizio. Tra questi, l'ex capogruppo dell'Idv Adriano Salis, che ha scelto il rito abbreviato e per il quale l'accusa ha chiesto una condanna a tre anni (la sentenza attesa per il 20 novembre prossimo), e l'ex senatore del Pdl Silvestro Ladu.

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