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control.html)

I robot da guerra - gli automi cingolati, i velivoli automatizzati, le nano-spie - diventeranno il


peggior pericolo per la sicurezza delle persone. Lo ha denunciato Noel Sharkey,
professore di Scienze Informatiche dell'università inglese di Sheffield, in un discorso tenuto
presso il Royal United Services Institute (RUSI). Sharkey ha parlato, senza mezzi termini,
di grave rischio per l'umanità...

Un “robot militare” - un cannone gestito dal computer - per un errore del software ha
ucciso 9 soldati. La tragedia ha coinvolto altre 14 persone, rimaste gravemente ferite. È
accaduto in Sudafrica: secondo le cronache locali, si è trattato di un cannone a 35mm con
funzionalità anti-aeree che ha resistito ai tentativi di fermarlo svuotando i suoi 250 proiettili
su un intero reparto militare. Il tutto, hanno fatto sapere le autorità sudafricane, è avvenuto
quando la batteria robotizzata ha iniziato un'esercitazione nell'ambito di un programma
che annualmente coinvolge 5mila soldati sudafricani. Quando l'ufficiale di servizio ha
tentato di sbloccare il cannone, che si era bloccato pochi istanti dopo l'inizio
dell'esercitazione, un altro proiettile è esploso incidentalmente, provocando l'esplosione di
alcune delle munizioni disponibili. “Questo - raccontano i giornali locali - ha provocato una
fuga, ma non c'era dove nascondersi. Il cannone impazzito ha iniziato a colpire a caso”.
Secondo i responsabili dell'esercito, “il cannone, che era completamente carico, non ha
sparato come avrebbe dovuto”. L'arma, che è computerizzata, ha cominciato ad aprire il
fuoco fuori da ogni controllo, uccidendo e ferendo i soldati. Un'inchiesta formale è stata
aperta dalle autorità militari.

Robot uccide 9 umani PI 19 ottobre 2007

Robot Cannon Kills 9, Wounds 14 Wired 18 ottobre 2007

"Siamo attualmente compiendo i primi passi di una invasione robotica", avverte Sharkey,
"ed è bene affrontare subito il pericolo di un potenziale effetto negativo che macchine
ultra-sofisticate potrebbero avere (ad esempio) nelle mani di terroristi". Secondo Sharkey,
droni kamikaze in grado di farsi saltare in aria potrebbero presto sostituire gli attentatori
suicidi in carne ed ossa.

È vero che molte nazioni evolute sono impegnate con ingenti investimenti nella
ricerca&sviluppo di macchine da guerra super-tecnologiche da impiegare nei più diversi
contesti a supporto o a totale sostituzione di fanti e combattenti umani. Il Pentagono guida,
naturalmente, la classifica. Secondo la "Unmanned Systems Roadmap 2007-2013",
pubblicata nel dicembre dell'anno scorso, i fondi previsti per il programma di "robowarfare"
ammontano a 4 miliardi di dollari entro il 2010, con una spesa complessiva che dovrebbe
crescere fino ai 24 miliardi di dollari. Sono al lavoro su programmi simili gli australiani, i
sudcoreani, i canadesi, Singapore, Israele, Cina e Russia.

L'invasione è già cominciata: in Iraq sono attualmente presenti oltre 4mila robot da guerra
al servizio della coalizione guidata dagli Stati Uniti, e già a ottobre del 2006 gli UAV
avevano totalizzato, senza il bisogno dell'assistenza umana, ben 400mila ore di volo. Se,
per il momento, i sistemi preposti al controllo delle macchine sono ancora affidati a
decisioni umane, si punta decisamente all'approccio automatizzato. Proprio a questo
scopo, è entrato in funzione il satellite Skynet ormai da quasi un anno.
Sharkey, che è stato consulente per la serie TV "Robot Wars " e per la BBC, non ha dubbi:
"Una volta che le nuove armi saranno in circolazione, sarà abbastanza facile copiarle.
Quanto tempo occorrerà prima che i terroristi entrino nel gioco? Con gli attuali prezzi per
la costruzione dei robot in caduta libera e la disponibilità di componenti già pronti per il
mercato amatoriale, la realizzazione di armi robot automatizzate potrebbe essere
accessibile a tutti". Un robot con pilota automatico funzionante tramite il segnale GPS
costa attualmente la modica cifra di 250 dollari.

La proliferazione dei robot da guerra pone poi la questione della "roboetica": "non è
possibile garantire la discriminazione tra combattenti e innocenti o un uso proporzionato
della forza come richiesto dalle attuali Leggi di Guerra", dice Sharkey, secondo cui "c'è un
urgente bisogno di valutare i rischi di queste nuove armi ora, piuttosto che attendere il loro
furtivo insinuarsi nell'impiego comune".

Killer robots 'a threat to humanity' 27 febbraio 2008

Era del Robot, umanità in pericolo PI 28 febbraio 2008

Launching a new kind of warfare The Guardian 26 ottobre 2006

"Le nostre più potenti tecnologie del 21imo secolo - scienze robotiche, ingegneria genetica
e nanotecnologia - minacciano di far degli umani una specie a rischio. Se alle macchine
sarà permesso di prendere le proprie decisioni, sarà impossibile prevedere come tali
macchine potranno comportarsi. Il destino della razza umana sarà alla mercè delle
macchine".

Bill Joy, cofondatore e caposcienziato di Sun Microsystems, è stato dirigente della


commissione presidenziale sul futuro della ricerca informatica, ed è coautore delle
specifiche del liguaggio Java. Nell'aprile del 2000, sulle pagine del mensile Wired, ha
esternato le sue preoccupazioni per il futuro della specie umana (in un articolo intitolato
"Perchè il Futuro non ha bisogno di noi").

"Nell'autunno del 1998 sono diventato ansiosamente consapevole di quanto grandi siano i
pericoli che ci aspettano nel 21imo secolo. Il mio sconforto è cominciato il giorno in cui ho
incontrato Ray Kurtzweil, l'inventore della prima macchina per leggere per ciechi, ed altre
cose stupefacenti. [...] Avevo sempre pensato che i robot senzienti appartenessero al
dominio della fantascienza. Ma ora, da qualcuno che rispettavo, mi sentivo dire che era
una possibilità a breve termine. Ero sconcertato, specialmente conoscendo la provata
abilità di Ray di immaginare e creare il futuro. Sapevo già che le nuove tecnologie, come
l'ingegneria genetica e la nanotecnologia, ci stavano dando il potere di rifare il mondo, ma
un realistico ed imminente scenario di robot intelligenti mi ha lasciato esterefatto. [...] Ray
mi diede una prestampa del suo prossimo libro - "The Age of Spiritual Machines" (Orion
Business, 1999) - in cui delineava un'era in cui gli umani, diventando un tuttuno con la
nanotecnologia robotica, si avvicinavano all'immortalità [...] La razza umana può
facilmente lasciarsi scivolare verso una posizione di totale dipendenza dalle macchine fino
al punto in cui non avrà alternativa e dovrà accettare tutte le decisioni prese dalle
macchine. Visto che la società ed i suoi problemi diventano sempre più complicati, e le
macchine sempre più intelligenti, le persone lasceranno che le macchine prendano
sempre più le decisioni per loro. Si arriverà prima o poi ad uno stadio in cui le decisioni da
prendere per mantenere il sistema saranno così complicate che gli esseri umani non
saranno in grado di prenderle in modo intelligente. A quel punto, le macchine avranno
effettivamente il controllo. Le persone non saranno più neanche in grado di spegnere le
macchine, perchè ne saranno così dipendenti che lo spegnimento costituirebbe un
suicidio".

"Una bomba viene fatta esplodere una volta sola, ma un robot intelligente evoluto si può
auto-replicare velocemente e essere incontrollabile [...] Quanto presto potrebbe essere
costruito un robot intelligente? Stando agli sviluppi tecnologici sembra che questo sia
possibile entro il 2030. Una volta creato il robot intelligente, il passo perchè un robot
intelligente possa fare copie evolute di se stesso è breve".

Secondo Kurzweil, sarà il 2029 l'anno in cui l'intelligenza artificiale raggiungerà il livello di
quella umana e uomini e macchine si fonderanno. Kurzweil, che recentemente è stato
nominato dalla U.S. National Academy of Engineering come uno dei 18 visionari incaricati
di prevedere le sfide tecnologiche del prossimo futuro, dice che la "legge del ritorno
accelerato" sta già provocando una avanzata non più lineare ma esponenziale dello
sviluppo tecnologico plasmato dall'infomatica. Nei prossimi 50 anni, l'umanità assisterà ad
un progresso 32 volte maggiore rispetto a quello compiuto in metà del secolo scorso;
bionanotecnologia e informatica si fonderanno in computer molecolari quantistici e si potrà
realizzare il "reverse engineering" del cervello: software e hardware permetteranno a
mente e macchina di comunicare fino ad integrarsi. Così che nascerà una nuova
intelligenza artificiale, più evoluta ed efficiente di quella umana, in grado di aumentare, le
potenzialità degli individui, che potranno tranquillamente navigare nei metamondi (gli
ambienti di realtà virtuale tipo Second Life, ndr) direttamente attraverso il sistema nervoso,
proprio come in "Matrix".

"Più o meno nello stesso periodo in cui ho incontrato Kurtzweil, ho anche trovato il libro
"Robot: Mere Machine to Transcendent Mind" di Hans Moravec. Moravec è uno dei leader
nella ricerca robotica, e fu fondatore di uno dei più grandi programmi di ricerca alla
Carnegie Mellon University. [...] Le specie biologiche quasi mai sopravvivono allo scontro
con un competitore superiore. Dieci milioni di anni fa, il Sud e il Nord America erano
separati da uno sprofondato istmo di Panama. Il Sud America, come oggi l'Australia, era
popolata da mammiferi marsupiali, compresi marsupiali equivalenti di ratti, cervi e tigri.
Quando l'istmo che connetteva Nord e Sud America sorse, ci sono voluti solamente poche
migliaia di anni perchè le specie placentali, con metabolismi, sistemi riproduttivi e nervosi
di poco più efficaci, destituissero ed eliminassero quasi tutti i marsupiali del sud. In un
mercato completamente libero, robot superiori sicuramente eliminerebbero gli umani come
i placentali Nord Americani fecero fuori i marsupiali Sud Americani (e come gli umani
hanno fatto e continuano a fare con innumerevoli specie). Le industrie robotiche
entrerebbero fortemente in competizione tra di loro per interesse, energia e spazio,
portandosi oltre le possibilità umane. Incapaci di permettersi tali necessità della vita, gli
umani biologici sarebbero schiacciati via. [...] Secondo Moravec, il nostro lavoro per il
21imo secolo sarà di “assicurare la continua cooperazione delle industrie robotiche” per
formulare leggi che decretino quanto essi siano “buoni” e descrivere quanto seriamente
pericoloso possa essere un umano “una volta trasformato in un robot super intelligente
senza limiti”. L'opinione di Moravec è che prima o poi i robot ci succederanno e che gli
umani evidentemente si avviano all'estinzione".

"Un secondo sogno della robotica è che gradualmente ci rimpiazzeremo con protesi varie
e potremo anche scaricare le nostre coscienze raggiungendo l'immortalità; lo descive Ray
Kurzweil nel suo libro. Ma quali sono le possibilità che da lì in poi rimarremo noi stessi o
addirittura umani? A me sembra molto più probabile che l'esistenza robotica non possa
essere in nessun senso come quella umana a noi comprensibile, che i robot non
sarebbero in nessun senso i nostri figli, e che su questo percorso la nostra umanità possa
essere perduta. L'ingegneria genetica promette di rivoluzionare l'agricoltura
incrementando la produzione del raccolto riducendo l'uso dei pesticidi; creando decine di
migliaia di nuove specie di batteri, piante, virus e animali; sostituendo la procreazione, o
complementandola, con la clonazione; producendo cure per molte malattie, aumentando
la nostra longevità e qualità della vita; e molto, molto di più. Tecnologie come la
clonazione umana hanno alzato in particolare la nostra coscienza dei profondi problemi
etici e morali. Se, per esempio, dovessimo ricostruire noi stessi in alcune specie separate
e ineguali usando il potere dell'ingegneria genetica, allora potrebbe essere minacciata
l'idea di uguaglianza che è la vera pietra miliare della nostra democrazia [...] Un libro che
mi colpì molto, verso la metà degli anni '80, fu "Engines of Creation" di Eric Drexler
(recentemente aggiornato alla versione 2.0, ndr), che descrive come la manipolazione a
livello atomico possa creare un futuro utopico di abbondanza, dove quasi ogni cosa possa
essere prodotta a basso costo, e quasi ogni tipo di immaginabile infezione o problema
fisico possa essere risolto usando la nanotecnologia e l'intelligenza artificiale. Un libro
successivo, "Unbounding the Future: The Nanotechnology Revolution", che Drexler ha
scitto insieme ad altri, immagina alcuni dei cambiamenti che potrebbero avvenire in un
mondo dove avremmo "assemblatori" a livello molecolare. Gli assemblatori potrebbero
rendere possibile, ad un incredibile basso costo, cure per il cancro a energia solare e cure
per un comune raffreddore attraverso l'ampliamento del sistema immunitario umano,
sistemi per la pulizia dell'ambiente, incredibili economici supercomputer tascabili.
Qualsiasi prodotto potrebbe essere fabbricato dagli assemblatori ad un costo non
maggiore di quello del legno [...] Con queste meraviglie sono diventati chiari anche i
pericoli, di cui io ero acutamente cosciente. Non possiamo solamente fare la nostra
scienza e non preoccuparci dei problemi etici. Nella sezione di "Engines of Creation"
chiamata "Dangers and Hopes" ("Pericoli e Speranze"), Drexler parla anche di come le
nanotecnologie possono diventare "macchine per la distruzione". Le nanotecnologie
hanno infati chiari usi militari e terrorostici, e non c'è bisogno di essere suicidi per utilizzare
un apparecchio nanotecnologco di distuzione di massa. Tali apparecchi possono essere
costruiti per essere selettivamente distruttivi, colpendo, per esempio, solamente una certa
area geografica o un gruppo di persone geneticamente distinto. Il rischio è che potremmo
distruggere la biosfera dalla quale tutta la vita dipende. Come spiega Drexler: piante
geneticamente modificate potrebbero competere con le piante naturali, affollando la
biosfera con un fogliame non commestibile; un resistente batterio onnivoro potrebbe
sopraffare i batteri naturali, potrebbe disperdersi come polline soffiato, replicarsi
rapidamente, e ridurre la biosfera in polvere in pochi giorni; pericolosi replicanti potrebbero
facilmente essere troppo forti, minuti e rapidi per essere fermati. Abbiamo già abbastanza
problemi per controllare i virus e i pidocchi della frutta. Tra intenditori di nanotecnologie,
queste minacce sono diventate note come "gray goo" [...] Non possiamo permetterci certi
tipi di incidenti con assemblatori replicanti, potremmo andare incontro ad una triste fine
dell'avventura umana sulla Terra, molto peggio del fuoco o del ghiaccio, o di un arginabile
incidente di laboratorio. È sopratutto il potere di auto-replicazione distruttiva, in genetica,
nonotecnologia e robotica, che dovrebbe fermarci. L'auto-replicazione è il Modus
Operandi dell'ingegneria genetica, che usa il meccanismo delle cellule per replicare le
proprie architetture, e il primario pericolo sottostante alla minaccia "gray goo" in
nanotecnologia".

Why the future doesn't need us - Wikipedia

Grey goo - Wikipedia


The Age of Spiritual Machines - Wikipedia

Technological singularity - Wikipedia

"Le mutazioni genetiche sull'uomo non solo devono essere permesse, ma sono l'unica
strada possibile per evitare un tracollo della specie". In risposta a Bill Joy, lo scrittore e
scienziato Stephen Hawking (autore del bestseller "Dal Big Bang ai Buchi Neri"), dalle
pagine del settimanale tedesco Focus, nel settembe del 2001 ha argomentato la sua tesi
"superumanista". Hawking - che a causa di una grave malattia vive su una sedia a rotelle
e comunica grazie a un PC - individua nei computer i nemici più insidiosi per l'uomo, che si
deve "attrezzare" per non perdere la battaglia più importante, quella della sopravvivenza. I
computer raddoppiano le loro prestazioni ogni 18 mesi, da qui parte la necessità di
intervenire sull'uomo, che invece si evolve con molta meno fretta. "Per questo - dice
Hawking - esiste il reale pericolo che i computer sviluppino intelligenza e prendano il
controllo del mondo intero". "Noi - ha detto ancora Hawking - dobbiamo sviluppare al più
presto delle tecniche che consentano un collegamento diretto fra cervello e computer, in
modo tale che l'intelligenza artificiale dia un contributo a quella umana, invece di mettersi
in contrapposizione ad essa".

Secondo Hawking, "con mutazioni mirate del patrimonio genetico potremmo aumentare la
complessità del DNA, migliorando con ciò l'uomo. Bisognerà muoversi con rapidità,
perché poi si dovrà attendere per ogni generazione circa 18 anni per accertare gli effetti
dei mutamenti genetici. Ma è indispensabile imboccare questa via se vogliamo che i
sistemi biologici restino superiori a quelli elettronici".

La provocazione di Hawking: "Sì alle mutazioni genetiche" La Repubblica 02


settembre 2001

Stephen Hawking On Genetic Engineering vs. AI 01 settembre 2001

[...] Sistemi telefonici planetari, incubatori di virus dei computer, prototipi di robot, mondi di
realtà virtuale, personaggi animati sintetici, varie ecologie artificiali e modelli al computer
dell'intero pianeta. Come dovremmo chiamare quell'anima comune tra le comunità
organiche che conosciamo come organismi ed ecologie, e le loro controparti artificiali
come i robot, i grandi gruppi aziendali, i sistemi economici e i circuiti di computer?
Definisco questi esempi, sia "nati" che "prodotti", come "vivisistemi", per la somiglianza
alla vita che ogni tipo di sistema ha. [...] Il reame del nato - tutto ciò che è naturale - e il
reame del prodotto - tutto ciò che è artificiale - stanno diventando una cosa sola. Finora,
alcune caratteristiche del vivente che sono state trasportate con successo nei sistemi
meccanici sono: l'autoriproduzione, l'autogoverno, una forma limitata di autoriparazione,
una moderata capacità di evoluzione e una parziale capacità di apprendimento. Abbiamo
motivo di credere che altre caratteristiche possano essere sintetizzate e tradotte in
qualcosa di nuovo. Nello stesso momento in cui la logica di Bios viene trasfusa nelle
macchine, la logica di Tecne viene trasfusa nella vita. [...] Tuttavia, nel momento in cui
immettiamo forze viventi nelle macchine che abbiamo creato, ne perdiamo il controllo.
Esse acquisiscono uno stato selvaggio e alcune sorprese che questo stato comporta.
Questo dunque è il dilemma che tutti gli dèi devono accettare: non poter mantenere la
completa sovranità sulle proprie creazioni migliori. [...].

Nel 1994 usciva, a cura di Kevin Kelly, direttore responsabile di Wired, la nota rivista
statunitense portavoce delle avanguardie in campo tecnologico, "Out of Control" (la nuova
biologia delle macchine, dei sistemi sociali e dell'economia globale), una brillante e
accurata indagine giornalistico-scientifica che salutava l'alba di una nuova era in cui le
macchine e i sistemi che governano l'economia diverranno sempre più complessi e
sempre meno distinguibili dagli organismi viventi. Kelly porta improvvisamente alla luce un
presente-futuro dove le frontiere tra fantascienza e "fantarealtà" si assottigliano di colpo,
un mondo iper-tecnologico e neo-biologico in cui le macchine assumono le caratteristiche
degli organismi naturali.

"Il mondo del prodotto sarà presto come il mondo del nato: autonomo, adattabile e
creativo, ma, di conseguenza, fuori dal nostro controllo. Io credo che sia un ottimo affare".

Kevin Kelly -- Out of Control

"La storia del mondo non è altro che il dispiegamento della dipendenza. La dipendenza
non ha più i caratteri odiosi perché intenzionalmente determinati della schiavitù o della
dittatura politica, ma i caratteri della pervasione bio-macchinica, inevitabili e indipendenti
dalla volontà umana. Non più l'oppressione ma gli automatismi dominano la storia del
mondo, e la vita degli uomini" (Franco Berardi Bifo, prefazione a "Out Of Control" di Kevin
Kelly).

Che la razionalità umana possa governare, disciplinare, il mutamento, il divenire


tecnologico, politico, immaginario e sociale, è un'illusione; ciascuna di queste sfere si
evolve in modo troppo complesso, secondo ritmi e in direzioni determinati da dinamiche
che sfuggono ad ogni controllo.

Zbigniew Brzezinski, ex Segretario alla Sicurezza Nazionale con Jimmy Carter, uno dei
maggiori esperti e consiglieri di politica estera di numerose Amministrazioni americane, è
l'autore di "Out of Control Global Turmoil on the Eve of the Twenty First Century", in cui
descrive la storia del Ventesimo secolo come storia della follia organizzata, rivelando i
paradossi del potere globale, il disordine sociale, il vuoto geopolitico, la disuguaglianza
economica crescente. Il controllo politico, che la modernità ha messo al centro della
scienza e della tecnica del governo, appare così ridotto ad un'illusione. L'unica forma
globale che si intravede è quella del caos.

"Brzezinski vede la crisi della razionalità moderna come un'entropia che colpisce al cuore
l'unica forma di civiltà che possediamo, la civiltà fondata sulla scelta politica democratica.
Per Kelly, invece, la crisi del controllo è il manifestarsi di un ordine nuovo, un ordine di tipo
superiore, che non è più soggetto all'esercizio organizzativo e consapevole della volontà
umana. È l'ordine del superorganismo" (Bifo, cit.).

La tesi essenziale del libro di Kevin Kelly è che stiamo vivendo una transizione verso un
mondo di fittissima integrazione tecno-comunicativa, in cui l'azione sociale sarà sempre
più interconnessa da interfacce tecno-sociali. In questa intersezione tra umano e
tecnologico, Kelly vede emergere le linee di una civiltà tecno-biologica, in cui viene varcato
il limite di demarcazione tra “prodotto” e “nato”, tra ciò che è generato dalla natura e ciò
che è artificialmente costruito. Kelly sostiene che da questa integrazione tecno-cuturale,
dall'interconnessione di menti umane e congegni capaci di autogoverno e di
autoreplicazione, emergerà una mente globale (rappresentata al momento da internet).
Una mente "fuori controllo", in cui, più che la volontà individuale o collettiva degli uomini, o
l'azione politica, sarà l'autoreplicazione tecno-biologica delle macchine intelligenti a
determinare i processi della vita sociale.
"Cosa accade quando la potenza della tecnica incontra la potenza della natura, e si fonde
con essa? La tecnica, che è stata lo strumento di emancipazione dell'uomo dal dominio
della natura, diviene a questo punto seconda natura, istituisce automatismi cognitivi,
relazionali, linguistici, che limitano fino ad annullarlo il margine di libertà dell'azione
umana" (Bifo, cit).

Nella visione tecno-positivista di Kelly vi è uno smaccato conflitto di interessi. Poichè Kelly
è un leader all'interno del mercato tecno-culturale, per quanto brillante, il suo discorso
manca di sufficiente coscienza critica, volutamente forse. La sua posizione è
fondamentalmente neo-liberista. Mentre Brzezinski vede (giustamente) nell'ingovernabilità
un grave pericolo e la possibilità di una catastrofe, Kelly la vede come un'opportunità per
un nuovo sviluppo economico post-umano.

"L'automatismo della mente globale interconnessa funziona secondo un principio simile a


quello della mano invisibile di smithiana memoria. Per l'autore di 'La ricchezza delle
nazioni', il mercato funziona secondo automatismi di tipo super-individuale e super-
sociale, che tendono verso un equilibrio spontaneo, verso il massimo di razionalità
oggettiva. Nel mercato agirebbe una mano invisibile che guida gli uomini verso l'utile
comune. Ma la libertà di impresa economica di cui parlano i teorici del neo-liberismo hi
tech non ha quasi niente a che fare con la nozione storicistica e romantica della libertà. La
libertà di cui parla il neoliberismo ha come orizzonte il mercato. La libertà dei romantici è
spazio indeterminato che la volontà umana può liberamente progettare. La libertà
economica di cui parla il pensiero liberista è possibilità di agire secondo le regole rigorose
dell'economia, che il matrimonio con la tecnologia rende ancora più rigorose. Al posto
della libertà romantica, Kelly mette la potenza del superorganismo. La rete è il modello di
questo passaggio dalla volontà individuale alla formazione della mente alveare" (Bifo, cit.).

Kelly non tiene conto della volontà di potenza altamente nichilista del superorganismo. Li
stiamo vedendo gli effetti della mente alveare neo-liberista sull'ambiente e sugli esseri
viventi.

[...] La rete è un emblema di multipli. Da essa emerge un essere-sciame, un essere


distribuito: il se si diffonde attraverso l'intera rete così che ogni parte può dire: «Io sono
l'Io»... La rete porta la logica del computer e quella della natura, un potere oltre la
comprensione. Nascosto nella rete c'è il mistero della mano invisibile, controllo senza
autorità. In un testo intitolato 'La società di controllo', una delle ultime cose scritte prima
della morte, Gilles Deleuze sostiene che il modello disciplinare descritto da Michel
Foucault è oggi tendenzialmente rimpiazzato da un modello di controllo. Il disciplinamento
di cui parlava Foucault è l'azione di sottomissione dei corpi e delle menti individuali da
parte dei ritmi produttivi della società moderna: la fabbrica, la scuola, il carcere, il
manicomio agiscono sui diversi piani per rendere il corpo e la mente individuali dipendenti
dal funzionamento del sistema industriale, della macchina, della città capitalistica. Ma ciò
che si sta verificando è che la sottomissione si sposta dalla sfera del comportamento
sociale alla sfera degli automatismi cognitivi. Non più disciplinamento, sottomissione,
repressione della devianza, ma creazione di interfacce tecno-sociali che precostituiscono i
percorsi cognitivi, e il comportamento sociale. La mente-alveare di cui parla Kelly non è
forse la realizzazione del modello di controllo del quale parla Deleuze? Dobbiamo salutare
questo passaggio come una evoluzione della civiltà umana verso una fase superiore di
integrazione, o dobbiamo temerlo come un totalitarismo di tipo tecno-cognitivo?" (Bifo,
cit.).
Il lato oscuro della mente globale è il Grande Fratello, quello vero, ed è questa la direzione
verso cui stiamo andando. L'invasione tecno-biologica produce effetti distruttivi catastrofici,
e li stiamo vedendo. Non è vero, come sostiene Kelly, che le macchine assumono i
connotati degli organismi naturali. È vero il contrario. Può anche darsi che sia possibile
una integrazione uomo-macchina non invasiva, non distruttiva, persino positiva, ma non
sarà certo quella che vuole il pseudo-libero mercato, e che di fatto sta determinando.
Perché esso agisce del tutto irrazionalmente, incurante delle mostruosità che produce.
Perché l'Impero aspira a diventare Dio.

La mente globale interconnessa, che ha appena cominciato ad evolversi, non è mossa da


nessuna mano invisibile, ma da una volontà di onnipotenza, quella dell'Impero, a cui
bisogna opporsi, con ogni mezzo necessario.

OUT OF CONTROL 2

IO, ROBOT

L’UOMO-MACCHINA

PORNO CYBORG

Il Nostro Futuro Postumano

LA NOSTRA ULTIMA ORA

IL PROMETEO POSTMODERNO

NATURA VS. CULTURA

ULTIMATUM ALLA TERRA 2

VIAGGIO ALLUCINANTE

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