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La Filolofia : parola chiave la pi grande elaborazione della nuova cultura dell'Umanesimo, che consegue dalle riscoperte della Biblioteca

a degli Antichi. Il recupero delle loro opere sollecita la messa a punto di strumenti rigorosi per l'analitica ricognizione del loro stato linguistico, con l'obiettivo di restituirne la condizione originaria, o almeno quella pi vicina alle intenzioni dell'autore. Il lavoro degli umanisti di straordinario valore: utilizzando con prontezza le risorse della nuova scrittura tecnica (messe a disposizione dalla stampa tipografica), preparano edizioni critiche (cio controllate parola dopo parola sui diversi manoscritti che sono testimoni della tradizione di ciascun testo) che fissano il testo, liberandolo dalla catena di errori e interpolazioni dovuti alla trasmissione a mano (da parte degli amanuensi). Per merito della sagace competenza dei primi grandi umanisti (come Valla e Poliziano, Erasmo ed Estienne) si definisce un metodo di filologia testuale che prevede una precisa successione di fasi, con le loro rispettive tecniche e competenze: la recensio, cio la raccolta dei diversi testimoni di un'opera, la collatio, cio il confronto analitico tra i testimoni, e infine l'emendatio, cio l'intervento per correggere gli errori o integrare le lacune; ma non una correzione arbitraria, bens fondata sulle attestazioni prodotte dai manoscritti stessi, e quindi fondata sugli usi propri di ciascuno scrittore.
UMANESIMO E RINASCIMENTO IN BREVE

I due termini "Umanesimo" e "Rinascimento" indicano il vasto movimento culturale, filosofico, artistico e letterario che si sviluppa in Italia a partire dall'ultimo quarto del XIV secolo e che si estende poi alle altre nazioni, dominando la cultura europea fino agli ultimi decenni del Cinquecento. Convenzionalmente, con il primo termine si indica la prima fase del movimento, caratterizzata dalla riscoperta dei classici greci e latini tra la fine del Trecento e la prima met del Quattrocento, mentre con "Rinascimento" si fa riferimento alla grande stagione creativa che va dalla seconda met del Quattrocento alla fine del Cinquecento. Il termine "Umanesimo" deriva dall'espressione latina studia humanitatis, indicante un modello educativo che ha al centro dei suoi interessi l'uomo inteso nella sua totalit; la parola "Rinascimento", invece, allude alla riappropriazione e alla rielaborazione da parte degli intellettuali dei valori trasmessi dalla civilt classica, in una sorta di "rinascita" dopo l'oscurantismo medievale. Tale contrapposizione tra Medioevo e Rinascimento, gi presente ad alcuni degli intellettuali umanisti, come Petrarca, sar ribadita dalla cultura illuministica, che vedr appunto nel Cinquecento il secolo della razionalit e della libert intellettuale. I caratteri principali della civilt umanistico-rinascimentale sono i seguenti:

il culto della civilt classica, di cui si vogliono riproporre i valori pi autentici di equilibrio, di armonia e di perfezione, applicandoli alla realt contemporanea; la rivalutazione della dimensione terrena dell'esistenza umana e la certezza che l'uomo sia arbitro del proprio destino;

un atteggiamento di attivo ottimismo nei confronti del mondo circostante, che si traduce spesso anche in un nuovo impegno sociale e civile; un rinnovato interesse per la natura, basato sulle possibilit della ragione umana di indagare le leggi che regolano il mondo naturale; un nuovo ruolo per l'intellettuale, legato da un rapporto di stretta collaborazione con le corti signorili, ma anche esponente di un'lite culturale di carattere internazionale, con cui intrattiene frequenti scambi; in particolare, cambia radicalmente l'immagine dell'artista che acquista una nuova dignit anche grazie a una rinnovata immagine dell'arte come strumento di conoscenza e di interpretazione del mondo.

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