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I Volcaaalia. feste di iadiscutibile antichit, nelle quali era venerato Vulcano, si differenziano da tutti gli altri sacra
del popolo romano per una stranissima usanza che li accompagnava
P) C. I. t., I2. pag. 326: fasti Pine; Vali.; coli. Arv.; Guidz. (') de lingua latina, VI, 20.
i3) de verb. signific, ]>ag. 238. M.
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Il fatto di non sacrificare pesci agli dei stato spiegato in vari modi. Per il Lobeck (') e lo Hermann (4), i Greci non
sacrificavano pesci, perch nei tempi eroici non ne mangiavano.
consisteva la vera offerta. Ma questo non poteva avvenire coi pesci, che, in genere, non hanno molto sangue e che era difficile
parte ! ().
(') <?. Conv., Vili, 8, 3.
(*) Ath. VII, 126. ed. Kaibel; (,'ornut, theuloyiae graecae compendium, 84. P) Aqlaophamut, pag. 249. (') Gollesdiendl. Alt.*, pag. 149; presso Stengel, Hermes, XXII, 1887,
pag. 98.
(') Eustath., Od., m, 329; Plut., li et Olir, VII, 353 ; Plat, rep., Ili,
404 B.
() Ilerme, XXII, 1887, pag. 98: cfr. anche Stengel, Opferbruche der Griechett, pag. 201 sg.
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appunto per ammettere il sacrificio dei pesci, almeno nel culto latino per Vulcano, in quei tempi antichissimi, quando
esistevano le sole libazioni, cio i sacrifici incruenti ('), che di
buon'ora, per opera dei filosofi, furono ritenuti come particolarmente
Quali siano questi pesciolini immolati a Vulcano, i passi di Varrone e di Festo non dicono : dovevano per certamente appartenere tutti ad una specie determinata, perch Festo nel luogo citato, che evidentemonte molto oscuro, dice id genus
pisciculorum . strano che quasi tutti coloro (2) che hanno avuto occasione
umano.
Essi ragionano presso a poco cos: I sacrifci al dio si facevano
in proposito. importante poi osservare che questi sacrifici al dio Vulcano non erano fatti in vece di anime umane come si
(') Ovid., Fasti, I, 347; Dion. Hai., II, 7-1; Plin. n. li., XY1II, 7
Plnt. Num., lo. (2) Preller-Jordan, Rum. Mylh., II, pag. 151; Gilbert, Gesch. u Top.. I, pag. 250, n. 2; Gamurrini, Rendic. Line, 1900, pag. 206; Lanciani, Boll, com., 1902, pag. 127.
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malattie (3).
A cagione del loro nome fu ritenuto che facessero le veci
dell'anima {*).
Lo Schwenk. nota il Mercklin (r'). il rappresentante di tale opinione: Il pesce che soleva rappresentare le anime fu detto mena; e presso i Greci era sacro ad Hecate, la dea delle
considerato principalmente come rappresentante delle anime, poich non di rado nell'antica mitologia tali omofonie servivano come spiegazioni . Quindi, per il Mercklin, soltanto a traverso la parola mens ha origine questa opinione .
Osserva poi come Festo, Ovidio (Fasti, III, 342), Arnobio (V, 1), Plutarco (Numa 15) non adoperino la parola mens, ma
di Hecate aaW".iyQoxoc di Antipliane (") sia una burla simile alle mene in Ovidio, e che per la loro unione con le
TQiyh'ec debba pensarsi ad una res vilissima .
humanis; e non tutte le sostituzioni (') fatte da Numa alle ri(M Eustath, Hom., II, 126; Antiphan. ap. Athen., VII, 92, 313.
() Ovid., Ilalieut, 120. () Plin., n. h., 32, 28, 3; 31, 6; 41, 1 ecc.; Prisc, IV. G30. (') Schwenk, Mylhol. d. R., pag. 13; Preller-Jordan, op. cit., II, pag. 100, n. 3: u der oft crwhnte Fisch (maena) der wegen seines
Namens die Seele, anima vertritt ; Lnbbeck, Commenlationes ponti/tcalts, presso Mercklin. ATu. Jahrb. { Philol., 81, pag. 282: quorum ipsum nomen ad anima! alludere videlatur, (") loc. cit. (*) Athen., VII, 92, 313: xavru <f iav 'F.xaTr;q pQi/iaja {< yTjaiv
^TOf, (taiviias xal rpiy/.i'<fnrf.
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Questi sacrifizi poi non erano fatti a Vulcano invece di anime umane, sia principalmente perch di sacrifici umani a quel dio e di una sostituzione ad essi non abbiamo notizia di sorta, sia perch Varrone (loc. cit.) dice che il popolo gettava
animali nel' fuoco pr se, per il proprio benessere e felicit, non potendosi concepire che il popolo li gettasse in vece sua; quindi
il pr anmis humanis di Festo non bisogna intenderlo in vece di anime umane, ma a favore, a beneficio delle anime slesse; e qui anima humana non rappresenta la vita fisiologica, Yanimalis hostia, ma lo spirito intelligente dell' uomo.
I pesciolini che si offrivano a Vulcano erano acquistati probabilmente
la direzione ufficiale.
erst spler oon dea Antiquaren hereingebracht ; voa Ilaus aus haben beide niehts mil einander gemein geliabl .
Ora, non solo anticamente, ma nemmeno in seguito si pens
ad una qualsiasi relazione tra queste due ferie. I ludi piscatorii erano esclusivamente feste della corporazione dei pescatori del
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Tiberis (C I. L. VI, 1872) ('); Ovidio (*) anche ne parla come di ludi a s, e non concessi in ricompensa del loro concorso ai
Volcanalia.
Fiacco qui stato malamente riassunto. Egli, parlando dei ludi piscatorii. dovette incidentalmente accennare ai Vulcanalia in
quanto erano i pescatori che fornivano il materiale per tali sacrifici
, e non perch intercedesse alcun nesso fra i ludi piscatorii e i Volcanalia. Per esempio, il quorum quaestus non pu riferirsi ai pescatori, come il testo lascia credere, altrimenti ne
deriverebbe che il loro commercio avesse luogo non gi al mercato
il quorum come pure 1' id genus si riferiscono a quella specie di pesci che si vendevano per far sacrifici a Volcano; e solo in questo caso la vendita era fatta sull'area Volcani (5) e non davanti al tempio nel circus Flamiaius, come suppone il Preller (6), perch una sola l'area Volcani, la quale senza dubbio si trova sul Foro.
(l) Wissowa, Relig. u. Kult\ pag. 225. () Fast. VI, 237 sgg.:
Tunc ego me rumini ludos in gramine campi aspicerc et dici, luhrice Thybri, tuos.
(') Jordan, Top. d. Stadt Rom, I, pag. 504, n. 28. (*) Gilbert, op. cit., Ili, pag. 207, n. 3; pag. 209. () Gilbert, op. cit., I, pag. 250, n. 2.
() op. cit., 11, pag. 151.
0 C. 1. 4 V, pag. 215.
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comit (')
strano che n gli autori n gli altri calendarii finora noti facciano menzione di questi sacrifici. In quello Amiternino, che pi si accorda (2) coi fasti fratrum Arvalium, manca la data del 23 agosto ; e gli altri non registrano che la sola festa di Vulcano. Il solo calendario Vallense porta in nota Volc(ano)
proposto dal Mommsen : Volcano \Juturnae, Nymp'\his in campiti), Opi Opifer(ae) [in lacum luturnae] Quir(ino) in colle, Volk(ano) [in]
comit(io).
(a) Honzen, Scavi nel bosco sacro dei fratelli Arvali, pag. 88. () C. I. /,., P pag. 240.
(4) Mommsen, G. I. L., V, pag. 326; Wissowa, Relig. u. Cult.* pag. 230;
Huelsen, Boll. arch. rom., 1914, pag. 115. (5) L'attivit religiosa del flamen Quirnalis pi estesa di quella degli altri flamini, concorre a rendere alquanto indeterminata la figura del dio. Egli sacrifica a Robigo il 25 aprile (Ovid., fast. IV, 910); il 23 dicembre immola una vittima sulla tomba di Acca Laurenza (Geli., VII, 7); e final-
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Mentre l'opinione dominante associa Ops a Saturno e fa rimontare resistenza di questa coppia ai primi tempi di Roma, il Wissowa sostiene al contrario che l'associazione non stata
mai fatta nel culto ufficiale, e che si prodotta nella credenza popolare soltanto quando la vecchia religione romana si andava trasformando sotto l'influenza della civilt ellenica; allora Ops perdette la sua tsonomia arcaica per confondersi con Khea,
la personificazione della terra produttrice. Ops invece significherebbe
per poter intendere la relazione ammessa tra Ops e Vulcano. E lo stesso scrittore (:) aggiunge: l'interpretazione da me data su di Ops, reca luce al sacrificio fatto nel giorno dei Volcanalia ; e, in fatti, solo ricorrendo a questa interpretazione involuta
e contraria al concetto che gli antichi e gli eruditi moderni hanno avuto di Ops, si potrebbe ammettere l'invocazione
comune di Ops e di Vulcano contro gli incendi.
rapporti abbiano fra luro questi differenti culti, come pure quale sia il legame di questi di con Quirino. Il Frcller (op. cit, I, pag. 371) ed il
Domaszewski (A/'handl. 2. rum. Retig , pag. 339, 11. 8) credono che tutte queste divinit, Quirino compreso, siano protettrici dei campi e della terra.
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Quanto a Iuturna ('), dal suo culto non si rileva che ossa sia stata invocata contro i pericoli del fuoco. Iuturna in particolar modo venerata da quelle corporazioni di operai che lavorano
Quirino ci sarebbe d'impacccio: Vulcano, signore del calore celeste; Ops, la terra in quanto produce abbondanti raccolti;
Iuturna, l'acqua animatrice benefica delle zolle arse per l'eccessivo
' Ma se un legame, in parecchi casi, evidente, non poi necessario; perch, dando un'occhiata ai fasti, vediamo che, a
volte, nello stesso giorno si sacrifica a deit all'atto diverse, che nulla hanno di comune tra loro.
nulla detto nella letteratura; onde, escluso il loro nesso con Vulcano, si deve in qualche modo spiegare la presenza di esse
parrebbe, perch il medesimo ordine si ha in dicombro in cui i Consualia si festeggiano il 15 e gli Opalia il 19.
Le suddette feste sono in evidente relazione tra loro in tutti
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improbabile che in questo tempo, oltre le solennit principali dei Volcanalia e dei Saturnalia, vi fossero sacra di minore importanza, che collegavano le feste di Consus con quelle
di Ops.
Augusto, festeggiati per tre giorni (3-5 gennaio); "-il Quinquatrus, festa delle corporazioni di arti, gi dall'anno 168 av. C.
fu prolungato per 5 giorni (19-23 marzo); e i Saturnalia, Yoptimus dierum, nell'ultimo secolo della Repubblica durarono sette
giorni.
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Io penso, invece, che soltanto i sacrifci a Quirino in colle e a Vulcano in comitio sieno di iniziativa augustea. Le annotazioni dei fasti del collegio degli Arvali non furono
L'annotazione del 23 agosto non fu scritta tutta in una volta; l'inciso Quir. in colle, Volk. {....in] comit. fu di epoca posteriore. Infatti non si potrebbe altrimenti spiegare come
Volk{ano) [in] comit(io) stia alla fine dell' annotazione, mentre dovrebbe stare in principio, accanto a Folcano [in circo Flaminio
iuter Romulum et Titum Tatium, quo icto nata sit res publica populi Romani Quiritium; in contigua Volcani area eiusdem populi senatum primum coisse, dedicasse Romulum lotum aequaevam urbi, ut quidquid statueris de Volcani numinis origine
neque vero solam eum incendiorum arcendorum curam snscepisse
(') Relig. u. Kultr, pag. 230. (') C. I. L\ \\ pag. 206. (3) E. E. I, pag. 210.
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fieri ad eain iussisse eo die, quo in corniti*) fiereut Volcano conditae urbis testi ? .
Quirino ed il divo Romolo sono la medesima persona. Dall 'ultimo secolo della liepubblica sorge la credenza che Quirino non sia altri che Romolo, il fondatore dello Stato innalzato a
dio (') Sumbra che questa versione sia stata favorita da Cesare e da Augusto, dei quali il primo ottenne una statua nel tempio di Quirino, e l'altro fu, egli stesso, onorato come Quirino (2). Un carattere politico nazionale ispir dunque la unione di Quirino e Vulcano; perch il culto delle divinit romane divenne
Riassumendo, tra le divinit cui si sacrifica al 23 agosto non vi , ad eccezione di Quirino e Vulcano, alcun nesso ; ma
ove fosse necessario trovarne uno, ammetterei un legame di natura agricola, niente strano in una religione, in cui i fenomeni
della natura e i cambiamenti delle stagioni formavano gli attributi
Il Domaszewski avendo inoltre notato che in ogni mese le feste si raggruppano, per un alto principio di unit, intorno
(') Wissowa, Rcliq. u. A'ult.', pag. 155. (:) Cfr. citaz. in Wissowa, op. cit., pag. 155, un. 7 e 8. () Festuchrift f. Hirschfeld, pag. 247. Abhandl. z. rm. Reliq.,
pag. 10.
C) Archio fr Religionswissenschaft X, pag. 333 seg. = Abhandl. z. rum. Relig., pag. 171 seg.
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i Consualia e gli Opiconsivia, il ciclo risulta formato dai Portuualia, feste del dio del porto del Tevere, il 17 agosto, e dai Volturnalia, festa del Tevere stesso, il 27 dello stesso mese.
Vulcano, il dio del fuoco, posto cos dal Domaszewski in relazione
Al tempo di Domiziano, e per suo ordine, furono fatti a Vulcani- sacrifici ben diversi dalle primitive e povere offerte di mene. Di ci abbiamo notizia nella seguente importantissima
epigrafe (*) :
Ilaec area intra liane defnitionem cipporum clausa veribus, et ara quae est inferita, dedicala est ab iinp. Caesare Domitiano Aug. Germanico ex voto susceplo, quod diu eral
negleclum ncc redditum, incendiorum arcendorum causa, quando
dedicata est: ne cui liceat intra lios lerminos acdi/icium extruere. manere, negoliari, arborem ponerc aliudve quid severe; et ut praetor, cui haec regio sorti obvenerit, sacrum faciat, aliusve quis magislratus, volcanalibus X k{al.) septembres, omnibus annis, vitulo robeo et verve (f)ac(lis) precationibus infra scrip(lis)... quod imp. Gaesar Domilianus Aug.
nel fuoco per placarne, quasi in modo magico, la potenza con gli
abitanti dell'elemento fluido.
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o pi tosto reazionaria, egli manifest in ceuto modi, linnov i ludi saecidares. fondandosi sul calcolo dei secoli che Augusto nel 17 av. Cr. aveva riconosciuto come legittimo, quantunque
, anzi richiesero il genio costruttore di Domiziano. La citt, cos provata dal graude incendio del 04, si rialzava appena,
quando altri disastri, succedeutisi a breve distanza gli uni dagli altri, distruggevano i monumenti da poco restaurati. Ricorderemo,
propitiata luna), non parli di tali voti. (3J Tac . kisl., 1, 2; Mart , 5,7; Pliii,, n. h. 35,3; 86, 110; Sueton.,
Vesp., 19.
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il fuoco che infier per tre giorni e tre notti e distrusse una
considerevole parte degli edifici, di cui la citt si andava abbellendo
scelta di questi altari. Il Lanciani e lo Huelsen sono propensi ad ammettere che i tempia nei quali si doveva fare il sacrificio
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fosse la regione toccatagli in sorte. Data per la grande discrepanza di opinioni dei topografi rispetto all'andamento e all'estensione dell'incendio neroniano,
Lo Huelsen (')nota che, data l'annotazione dei fusti fratrum Arvalium al 23 agosto, e dato che il luogo scelto per la costruzione della grande ara fu il Quirinale, quest'ara doveva
: fulvo.
Per alcune deit latine, ed anche per alcune greche, vi erano
assai rigorose prescrizioni sul colore delle vittime. Si credeva forse ad una qualche analogia fra il colore degli animali e la potenzialit divina. La hostia alba era per gli di superni (!). Agli di inferi, quali Ditis, Proserpiua, Summanus, Teiupestas, Vediovis, che
scuri e tetri si aggiravano in dense tenebre, si addicevano appunto le hostiae atrae, dette anche furvae o piceae dagli Umbri Le vittime di color rulilus, chiamato pure rubrac
(') Boll. ass. arch. rom., 1914. pag. 114.
(*) Krause, Da Romanorum hostiis qnnestiones salertae, pag. 4 segg.
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0 robeae o rufae non si adattavano meno alla natura degli di ai quali erano sacrificate. Ed animali di pelo fulvo, oltre
che a Vulcano, s'immolavano anche a Robigo (2).
Questi una .divinit molto antica, che s' invocava per allontanare la ruggine dalle biade, malattia che converte in
polvere rossastra le spighe del grano. In origine Robigo, come
si scorge dal nome, era la stessa malattia; di poi, quando l'antropomorfismo
doveva celebrarsi quando le spighe del grano stanno ancora nelle guaine, - priusquam frumento, vaginis exeant nec anlequam in vaginas perveniant (Plin., nal. hisl., XVIII, 14). A Vulcano, dunque, ed a Robigo, s'immolavano vittime dal pelo fulvo; per Vulcano la relazione evidente: rosso il fuoco,
cos celeste come terrestre. Per Robigo alcuni (6) hanno detto che
(3) Ovid., loc. cit. (') Fest, pag. 285; Philargyr., in Verg., Georg. IV, 425. (s) Hikl, in Daremberg-Saglio, Dictionn. d'ani., s. v. Robigus, Robigalia
.
() In Grecia detta igvaiji], onde J7](irjrt](> 'EQvai^iij e stnXhov 'Hgvaipios dei Kodii (Strabo XIII, 912). (7) Wissowa, Relig. u. Kull?. pag. 197.
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l'incendio del sole minacciante le sementi. Bisognerebbe per in quest'ultimo caso sapere se gli antichi attribuivano al calore del sole la perdita delle sementi.
quando questi giuochi siano stati istituiti. Il Mommsen (') crede che essi, insieme con i giuochi marziali, rimontino all 'anno 734 dalla fondazione di Koma. a ricordo della vittoria
delle armi romane sui Parti ; e lo deduce dalle monete con la leggenda Mars ultor, Volkaaus ultor, che egli crede coniate
in quella occasione. A tale opinione contrastano per i ludi Vulcanalici
istituiti prima di Macrino. perch sembra che questi nel 217 li abbia soppressi provocando, a dire di Dione Cassio, l'ira del dio, che si manifest in una serie di prodigi e avvenimenti
disastrosi. 'Ev ait$ t&v 'HqaiGxHwv rjfiqa, l'antiteatro Flavio,
colpito dal fulmine, divenne preda delle fiamme, che non potevano
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e modificare.
Sono notate gli Ambarvalia, i Robigalia, la festa dell' Amburbium, quella del Natalis Solis, il Quinquatrus, denominazione
insignificante dei giorni di Minerva ; tutte feste nelle quali non appariscono i nomi degli di detestati, mentre mancano feste note e capaci di resistenza come i Saturnalia e i Volcanalia (').
S. Paolino (2), vescovo di Nola, ci d notizia di un uso osservato nei Volcanalia. Egli dice che omnis credula turba
suspendunt soli per Volcanalia vesles, e ne d una spiegazione
mitologica che ha per base l'omofonia di Vesta con vestis. Vesta
offre a Vulcano una veste che essa per prima ha tessuto ; e gliela dona perch Vulcano le aveva insegnato a tener vivo il fuoco sotto la cenere calda. Vulcano, a sua volta, la d al sole, del cui aiuto si era avvalso per scoprire gli amori di Venere e di Marte. Il Bursian (3) nel suo commento considera questa spiegazione come una semplice leggenda nata dall'abitudine di stender panni al sole sull'antico Volcanal, sull'area Volcani ed in altri luoghi sacri a Vulcano; ma viene cosi a dare alla parola Volcanalia il significato di luoghi che anche il Wissowa (4) non approva.
La parola Volcanalia si adopera anche per indicare l'epoca in cui questa festa cade. Cos Plinio il giovane (6) dice che nel
(3) S. Ber. Akad. Mnchen, 1880, I, pag. 18. C) Rdig. u. Kult3., pag. 232, n. 1. (SJ Episi. III. 5, 8 : lucubrare Vulcanalibus inc.ipiebat, non auspicandi causa, sed studendi ; cfr. Preller-Jordan, op. cit., II, pag. 152. n. 2.
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ad accorciarsi.
Il nome di. tale festa usato in ispecie per la designazione
Tina Campanile.
(') Plin, n. h., 11, 40: huic vindimiae Attici signum deiere initium
capricci, alii diem Volcano tacrum ; 17, 260 : fici, cum volcanalibus tonuit ca.du.nt...; 18, 132. 314: post volcanalia serenda rapa et panicum ; 19,83: circa volcanalia seritur raphanus... Cfr. Paschetto, Oitia, pag. 51.
() 0. I. L. l\ pag. 253.
(3) Wissowa, Relig, u. Kult.1, pag. 442. (4) Martino di Bracara, de correct. rustie. 16 (pagg. 30 e 32, Caspari) :