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VOLCANALIA E LUDI VULOANALIOI

I Volcaaalia. feste di iadiscutibile antichit, nelle quali era venerato Vulcano, si differenziano da tutti gli altri sacra
del popolo romano per una stranissima usanza che li accompagnava

. Di essi abbiamo notizia, oltre che dai calendari, anche


dalla letteratura: ne parlano infatti Varrone e Pesto. I Volcanalia si celebravano il 23 agosto; e tutti i feriali (]),

in cui tale giorno riportato, sono concordi nel dedicarlo a


Vulcano.

Varrone (2) dice: Volcanalia a Folcano, quod ei tum feriae


et quod eo die populus pr se in ignem ammalia mittit. E Festo (3) vi allude anch'egli, parlando dei ludi piscatorii :

Piscatorii ludi vocanlur qui quodanuis mense Iunio trans


Tiberini fieri solent a praetore urbano pr pisculoribus tiberinis, quorum quaeslus non in macellum pervent sed fere in aream Volcani, quod id f/enus pisciculorum vivorum dalur ei deo pr animis humanis.
Si celebravano, gettando nel fuoco pesciolini vivi: sacrilicio, questo, molto strano ed unico, non solo nel rito latino, ma anche
in quello greco; costume che i Romani osservarono ancora fedelmente

in epoca di alta civilt, pure avendone forse perduto


il vero significato.

P) C. I. t., I2. pag. 326: fasti Pine; Vali.; coli. Arv.; Guidz. (') de lingua latina, VI, 20.
i3) de verb. signific, ]>ag. 238. M.

Volcanalia e ludi vulcanalici

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Plutarco dice che i pesci, in generale, non erano sacrificabili

: t^tivov, di Ovotnog ovt*; ov isQsvcfifiug effm'C): tuttavia


non mancano numerosi esempi di sacrifici di pesci, i quali erano
per considerati sempre come eccezioni e strane singolarit. Infatti

pesciolini di poco conto, come le TQiyh'tg, si offrivano ad


Hecate (2) perch il loro nome ricordava gli abituali epiteti della
dea: i q^ioQtpog, TQiohi;. tffyXnvos.

Il fatto di non sacrificare pesci agli dei stato spiegato in vari modi. Per il Lobeck (') e lo Hermann (4), i Greci non
sacrificavano pesci, perch nei tempi eroici non ne mangiavano.

Che gli eroi omerici mangiassero pesci soltanto in caso di


bisogno, hanno gi gli antichi (*) giustamente notato; ma incomprensibile

come, mutate abitudini, e cominciatisi a gustare


di buon grado animali prima disprezzati, non ne siano stati fatti

partecipi anche gli di. Lo Stengel, poi. si fa a rintracciare la causa di ci nella


essenza stessa del sacrificio. < Gli di . osserva non domandano

se non la vita dell'animale: ed essa nel sangue, con il quale si


vede sgorgare e venir meno. Nel sangue degli animali sacrificati, che doveva scorrere sull'altare del dio o sulla tomba del morto,

consisteva la vera offerta. Ma questo non poteva avvenire coi pesci, che, in genere, non hanno molto sangue e che era difficile

e spesso anche impossibile di portar vivi sull'altare del dio.


Cosi non restava che mangiarli senza accordare agli di la dovuta

parte ! ().
(') <?. Conv., Vili, 8, 3.
(*) Ath. VII, 126. ed. Kaibel; (,'ornut, theuloyiae graecae compendium, 84. P) Aqlaophamut, pag. 249. (') Gollesdiendl. Alt.*, pag. 149; presso Stengel, Hermes, XXII, 1887,
pag. 98.

(') Eustath., Od., m, 329; Plut., li et Olir, VII, 353 ; Plat, rep., Ili,
404 B.

() Ilerme, XXII, 1887, pag. 98: cfr. anche Stengel, Opferbruche der Griechett, pag. 201 sg.
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L'osservazione dello Stengel, di non sacrificare i pesci a


causa della scarsezza del loro sangue, giusta. Di essa mi avvalgo

appunto per ammettere il sacrificio dei pesci, almeno nel culto latino per Vulcano, in quei tempi antichissimi, quando
esistevano le sole libazioni, cio i sacrifici incruenti ('), che di
buon'ora, per opera dei filosofi, furono ritenuti come particolarmente

pii ed i soli che abbia praticato in epoche primitive la


umanit.

Quali siano questi pesciolini immolati a Vulcano, i passi di Varrone e di Festo non dicono : dovevano per certamente appartenere tutti ad una specie determinata, perch Festo nel luogo citato, che evidentemonte molto oscuro, dice id genus
pisciculorum . strano che quasi tutti coloro (2) che hanno avuto occasione

di occuparsene siano concordi nell'identificare quei pesciolini


con le cosiddette mene, e nell'ammettere per Vulcano un sacrificio

umano.
Essi ragionano presso a poco cos: I sacrifci al dio si facevano

in vece di anime umane (pr animis liumaiis), e le mene


sono appunto i pesci che solevano rappresentare le anime. Ma in questa affrmazione si rilevano parecchie inesattezze. incerto, anzitutto, se fossero proprio meno i pesci gettati
nel fuoco in onore di Vulcano ; quanto alla loro sostituzione alle
anime umane, vedremo come manchi ogni sicura testimonianza

in proposito. importante poi osservare che questi sacrifici al dio Vulcano non erano fatti in vece di anime umane come si

crede dai pi. bens a favore di anime umane.

(') Ovid., Fasti, I, 347; Dion. Hai., II, 7-1; Plin. n. li., XY1II, 7
Plnt. Num., lo. (2) Preller-Jordan, Rum. Mylh., II, pag. 151; Gilbert, Gesch. u Top.. I, pag. 250, n. 2; Gamurrini, Rendic. Line, 1900, pag. 206; Lanciani, Boll, com., 1902, pag. 127.

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Le mene erano i pesciolini volgari della feralis coeaa ('),


pesci abbondanti, fecondumque genus (2), e di poco valore, che
servivano in ispecie per le salse ed anche come rimedio in alcune

malattie (3).
A cagione del loro nome fu ritenuto che facessero le veci
dell'anima {*).

Lo Schwenk. nota il Mercklin (r'). il rappresentante di tale opinione: Il pesce che soleva rappresentare le anime fu detto mena; e presso i Greci era sacro ad Hecate, la dea delle

anime nell'inferno. I Romani presero in prestito il nome dai


Greci ; e non improbabile che in questo uso espiatorio sia stato

considerato principalmente come rappresentante delle anime, poich non di rado nell'antica mitologia tali omofonie servivano come spiegazioni . Quindi, per il Mercklin, soltanto a traverso la parola mens ha origine questa opinione .

Osserva poi come Festo, Ovidio (Fasti, III, 342), Arnobio (V, 1), Plutarco (Numa 15) non adoperino la parola mens, ma

preferiscano anima, animali, ippvxpte, e ritiene che il nutrimento

di Hecate aaW".iyQoxoc di Antipliane (") sia una burla simile alle mene in Ovidio, e che per la loro unione con le
TQiyh'ec debba pensarsi ad una res vilissima .

Lo stesso si pu dire delle mene olferte a Giove pr animis

humanis; e non tutte le sostituzioni (') fatte da Numa alle ri(M Eustath, Hom., II, 126; Antiphan. ap. Athen., VII, 92, 313.

() Ovid., Ilalieut, 120. () Plin., n. h., 32, 28, 3; 31, 6; 41, 1 ecc.; Prisc, IV. G30. (') Schwenk, Mylhol. d. R., pag. 13; Preller-Jordan, op. cit., II, pag. 100, n. 3: u der oft crwhnte Fisch (maena) der wegen seines
Namens die Seele, anima vertritt ; Lnbbeck, Commenlationes ponti/tcalts, presso Mercklin. ATu. Jahrb. { Philol., 81, pag. 282: quorum ipsum nomen ad anima! alludere videlatur, (") loc. cit. (*) Athen., VII, 92, 313: xavru <f iav 'F.xaTr;q pQi/iaja {< yTjaiv
^TOf, (taiviias xal rpiy/.i'<fnrf.

(') Preller-Jurdan, op. cit., I, pag. 191.

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chieste di Giove debbono considerarsi come simboli rappresentativi

per il capo umano e per l'anima Ci che v' ha di comune


in tali sostituzioni la loro poca importanza.

Questi sacrifizi poi non erano fatti a Vulcano invece di anime umane, sia principalmente perch di sacrifici umani a quel dio e di una sostituzione ad essi non abbiamo notizia di sorta, sia perch Varrone (loc. cit.) dice che il popolo gettava
animali nel' fuoco pr se, per il proprio benessere e felicit, non potendosi concepire che il popolo li gettasse in vece sua; quindi

il pr anmis humanis di Festo non bisogna intenderlo in vece di anime umane, ma a favore, a beneficio delle anime slesse; e qui anima humana non rappresenta la vita fisiologica, Yanimalis hostia, ma lo spirito intelligente dell' uomo.
I pesciolini che si offrivano a Vulcano erano acquistati probabilmente

dai padri di famiglia sull'ami Volcani e forniti dai


pescatori del Tevere. Il Preller (R. M., II, 151) ed altri, appoggiandosi

al passo di Pesto (loc. cit.). ammettono che i pescatori


ottenessero in ricompensa di tale prestaziono di poter celebrare

il 7 giugno, trans Tiberim, ludi che erano assunti dallo Stato,


perch esso ne sosteneva le spese ed il praetor urbanus ne aveva

la direzione ufficiale.

II Gilbert ('), pur escludendo il nesso fra i ludi piscatori!


e i Volcanalia, lascia intravedere che Festo lo abbia ammesso:
offenbar ist diese Wechselbeziehung zwischen beiden Tagen

erst spler oon dea Antiquaren hereingebracht ; voa Ilaus aus haben beide niehts mil einander gemein geliabl .
Ora, non solo anticamente, ma nemmeno in seguito si pens

ad una qualsiasi relazione tra queste due ferie. I ludi piscatorii erano esclusivamente feste della corporazione dei pescatori del

Tevere, del Corpus piscalorum et urinatorum tolius alvei

(') op. cit., I, pag. 250, n. 2.

Volcanalia e ludi vulcanal'r

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Tiberis (C I. L. VI, 1872) ('); Ovidio (*) anche ne parla come di ludi a s, e non concessi in ricompensa del loro concorso ai
Volcanalia.

Dal passo di Festo poi non si deduce nulla. In verit Verrio

Fiacco qui stato malamente riassunto. Egli, parlando dei ludi piscatorii. dovette incidentalmente accennare ai Vulcanalia in
quanto erano i pescatori che fornivano il materiale per tali sacrifici

, e non perch intercedesse alcun nesso fra i ludi piscatorii e i Volcanalia. Per esempio, il quorum quaestus non pu riferirsi ai pescatori, come il testo lascia credere, altrimenti ne
deriverebbe che il loro commercio avesse luogo non gi al mercato

ordinario, ma nell'orba Volcani; mentre noi sappiamo che


di solito i pescatori commerciavano al forum piscarium ( ') ed al macellum {*). Quindi sar stata omessa qualcosa; evidentemente

il quorum come pure 1' id genus si riferiscono a quella specie di pesci che si vendevano per far sacrifici a Volcano; e solo in questo caso la vendita era fatta sull'area Volcani (5) e non davanti al tempio nel circus Flamiaius, come suppone il Preller (6), perch una sola l'area Volcani, la quale senza dubbio si trova sul Foro.

Il calendario dei fratelli Arvali al 23 agosto (7), enumera,

(l) Wissowa, Relig. u. Kult\ pag. 225. () Fast. VI, 237 sgg.:
Tunc ego me rumini ludos in gramine campi aspicerc et dici, luhrice Thybri, tuos.

Fetta diet illis, qui lina madenlia ducunt,


quique tegunt parvis aera recurra cibis.

(') Jordan, Top. d. Stadt Rom, I, pag. 504, n. 28. (*) Gilbert, op. cit., Ili, pag. 207, n. 3; pag. 209. () Gilbert, op. cit., I, pag. 250, n. 2.
() op. cit., 11, pag. 151.

0 C. 1. 4 V, pag. 215.

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Volcanalia e ludi vulca.na.lici

oltre Vulcano, parecchie altre deit, alle quali pare si facesse un

sacrificio di cui ignoriamo la natura.

iti lacum iuturna (J_vir in colle volk

comit (')
strano che n gli autori n gli altri calendarii finora noti facciano menzione di questi sacrifici. In quello Amiternino, che pi si accorda (2) coi fasti fratrum Arvalium, manca la data del 23 agosto ; e gli altri non registrano che la sola festa di Vulcano. Il solo calendario Vallense porta in nota Volc(ano)

in circo Flaminio) (*).


Per spiegare questa unione di feste, si pensato ad un sacrificio

collettivo fatto a potenze protettrici contro i pencoli degli


incendi {*). Opinione, questa, che ha avuto una fortunata accoglienza

presso la maggior parte degli studiosi, non ostante le


difficolt a proposito di Quirino. Infatti, se in Ops, con grande stento, secondo me, e in Iuturna e nelle Ninfe essi trovano un aiuto contro le fiamme
distruggitrici ; in Quirino, quantunque la figura di questo dio non sia ben lumeggiata e si presti a varie interpretazioni (5), nulla
(') Lo Huelsen (C. L L., VI, pag. 3313) muta alquanto il supplemento

proposto dal Mommsen : Volcano \Juturnae, Nymp'\his in campiti), Opi Opifer(ae) [in lacum luturnae] Quir(ino) in colle, Volk(ano) [in]
comit(io).

(a) Honzen, Scavi nel bosco sacro dei fratelli Arvali, pag. 88. () C. I. /,., P pag. 240.
(4) Mommsen, G. I. L., V, pag. 326; Wissowa, Relig. u. Cult.* pag. 230;

Huelsen, Boll. arch. rom., 1914, pag. 115. (5) L'attivit religiosa del flamen Quirnalis pi estesa di quella degli altri flamini, concorre a rendere alquanto indeterminata la figura del dio. Egli sacrifica a Robigo il 25 aprile (Ovid., fast. IV, 910); il 23 dicembre immola una vittima sulla tomba di Acca Laurenza (Geli., VII, 7); e final-

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ravvisano che possa difendere dal fuoco. Solamente, la presenza

di Quirino era per il Wissowa- poco chiara (').


Strenuo propugnatore di tale legame fra le mentovate divinit

, egli d ad Ops un significato affatto contrario a quello


comune.

Mentre l'opinione dominante associa Ops a Saturno e fa rimontare resistenza di questa coppia ai primi tempi di Roma, il Wissowa sostiene al contrario che l'associazione non stata
mai fatta nel culto ufficiale, e che si prodotta nella credenza popolare soltanto quando la vecchia religione romana si andava trasformando sotto l'influenza della civilt ellenica; allora Ops perdette la sua tsonomia arcaica per confondersi con Khea,
la personificazione della terra produttrice. Ops invece significherebbe

la msse abbondante racchiusa nei granai. Questa


l'opinione del Wissowa circa Ops, qui esposta per sommi capi,

per poter intendere la relazione ammessa tra Ops e Vulcano. E lo stesso scrittore (:) aggiunge: l'interpretazione da me data su di Ops, reca luce al sacrificio fatto nel giorno dei Volcanalia ; e, in fatti, solo ricorrendo a questa interpretazione involuta

e contraria al concetto che gli antichi e gli eruditi moderni hanno avuto di Ops, si potrebbe ammettere l'invocazione
comune di Ops e di Vulcano contro gli incendi.

mente il 7 luglio ed il 21 agosto ha cura, insieme con i pontefici e le


vestali, dei Consualia (Terlull., De Spectac, 5). E difficile affermare quali

rapporti abbiano fra luro questi differenti culti, come pure quale sia il legame di questi di con Quirino. Il Frcller (op. cit, I, pag. 371) ed il
Domaszewski (A/'handl. 2. rum. Retig , pag. 339, 11. 8) credono che tutte queste divinit, Quirino compreso, siano protettrici dei campi e della terra.

(') Hermes, XXVI, 1891, pag. 141, n. 1 = Gesamm. Abhandl.,


pag. 148, n. 2. Il Wissowa, nella seconda edizione della sua opera Die Religion und Kulus, pag. 156, crede anch'egli che si sacrifichi a Quirinus
come Quirinus-Romulus.

(") De feriis anni Romanorum vetustissimi, pag. vii = Gesamm.


Abhandl., pag. 156 sgg.

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Volcanalia e ludi vulcanalici

Quanto a Iuturna ('), dal suo culto non si rileva che ossa sia stata invocata contro i pericoli del fuoco. Iuturna in particolar modo venerata da quelle corporazioni di operai che lavorano

con l'acqua (qui artificium aqua exercent. Serv., ad


Aen., XII, 139).
Se fosse necessario ammettere che una intima relazione

debba intercedere fra quegli di, ai quali si sacrificava nello


stesso giorno, o propenderei piuttosto per un nesso agricolo fra le divinit festeggiate il 23 agosto. Ed in questa ipotesi, nemmeno

Quirino ci sarebbe d'impacccio: Vulcano, signore del calore celeste; Ops, la terra in quanto produce abbondanti raccolti;
Iuturna, l'acqua animatrice benefica delle zolle arse per l'eccessivo

calore solare; Quirino, anch'egli divinit agricola: tutto


concorrerebbe a favorire una ricca e proficua msse.

' Ma se un legame, in parecchi casi, evidente, non poi necessario; perch, dando un'occhiata ai fasti, vediamo che, a
volte, nello stesso giorno si sacrifica a deit all'atto diverse, che nulla hanno di comune tra loro.

Ora, Ops, Iuturna e Quirino hanno feste proprie, di cui gli


autori parlano ; ma del sacrifcio che loro si celebrava il 23 agosto

nulla detto nella letteratura; onde, escluso il loro nesso con Vulcano, si deve in qualche modo spiegare la presenza di esse

divinit in tale giorno. Le feste di Ops si celebrano il 25 agosto, ed il 21 dello


stesso mese quelle di Consus con cui Ops connessa; e questo

succedersi delle due feste non arbitrario come a prima giunta

parrebbe, perch il medesimo ordine si ha in dicombro in cui i Consualia si festeggiano il 15 e gli Opalia il 19.
Le suddette feste sono in evidente relazione tra loro in tutti

e due i mesi: vi fra esse un intervallo di tre giorni. Non


(') Preller-Jordan, op. cit., II, pag. 98 sg. ; Wissowa, Relig. u. Kultus d. Rmer2, pag. 222 sg.

Volcanalia c ludi vulcanalici

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improbabile che in questo tempo, oltre le solennit principali dei Volcanalia e dei Saturnalia, vi fossero sacra di minore importanza, che collegavano le feste di Consus con quelle
di Ops.

Pu anche darsi che le feste di Consus e di Ops tra la


tino della Repubblica ed il cominciar dell'Impero, sieno durate pi. di un giorno; di tali prolungamenti di feste il Wissowa (') ci offre interessanti esempi: i Compitalia furono, a tempo di

Augusto, festeggiati per tre giorni (3-5 gennaio); "-il Quinquatrus, festa delle corporazioni di arti, gi dall'anno 168 av. C.

fu prolungato per 5 giorni (19-23 marzo); e i Saturnalia, Yoptimus dierum, nell'ultimo secolo della Repubblica durarono sette
giorni.

Rispetto poi a luturna e alle Ninfe, non bisogna dimenticare

che si tratta di un supplemento, che, per quanto ingegnoso

, sempre una ricostruzione.


Gli Iuturnalia, feste non accertate dai calendarii, si celebravano

1' 11 gennaio (*), nello stesso giorno dei Carmentalia,


per l'anniversario del tempio costruito a luturna, alla line della prima guerra punica, da Lutazio Cattilo, non lungi dai Saepta, sopra il campo di Marte al punto terminale dtW'aqua Virgo (3). Ora, non chiaro per quale ragione (4) tale festa sia congiunta con un santuario di tarda costruzione. E noto che non sempre i dics natales dei templi coincidevano con le antiche feste del dio;
quindi 1' 11 gennaio si doveva celebrare semplicemente l'anniversario

del tempio, mentre le vere feste si solennizzavano in


altra occasione, forse in agosto: tanto pi che a luturna si
sacrificava pro/Uer aquarum inopiam (Serv. loc. cit.) scarsezza

temibile specialmente in epoche di calore eccessivo.


(') Relig. u- Muli.1, pajr. 442. () Ovid., Fiuti, I, 464.
(') Jordan-Huclsen, Topogr. d. Stadt Rom, I, 3, pa#. 482. Gilbert, Gesch. u. Top. I, pag. o65, n. 1.

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Volcanalid c ludi vulcanaliei

Resta ora a parlare di Quirino in colle e di Vulcano in


comitio.

Il Wissowa (') sostiene che i sacrifici annotati al 23 agosto


sieno stati istituiti da Augusto e che si debbano connettere con la dedica che quegli nel 9 av. Cr. fece a Vulcano ex stipe quam populus Romanus anno novo apsenti contulit (C. I. L., VI, 457).

Io penso, invece, che soltanto i sacrifci a Quirino in colle e a Vulcano in comitio sieno di iniziativa augustea. Le annotazioni dei fasti del collegio degli Arvali non furono

tutte incise per l'istituzione di nuove feste, ma anche a


ricordo di feste antichissime che continuavano a celebrarsi (2).

L'annotazione del 23 agosto non fu scritta tutta in una volta; l'inciso Quir. in colle, Volk. {....in] comit. fu di epoca posteriore. Infatti non si potrebbe altrimenti spiegare come
Volk{ano) [in] comit(io) stia alla fine dell' annotazione, mentre dovrebbe stare in principio, accanto a Folcano [in circo Flaminio

], tanto pi che il giorno consacrato a Vulcano.


Lo Jordan (3) spiega ci che havvi di comune tra Quirino e Vulcano, i quali in nessun modo sono stati qui connessi per
un concetto religioso. Memineris in comitio factum putari foedus

iuter Romulum et Titum Tatium, quo icto nata sit res publica populi Romani Quiritium; in contigua Volcani area eiusdem populi senatum primum coisse, dedicasse Romulum lotum aequaevam urbi, ut quidquid statueris de Volcani numinis origine
neque vero solam eum incendiorum arcendorum curam snscepisse

certum est ferias eius pertinuisse ad celebranda Romulianae

reipublicae initia satis in aperto sit. Atqui Augustum alterius


Romuli personam induisse notimi est: quem cum anno 738 divi
Romuli aedem restitueret, quid magis consentaneum quam sacra

(') Relig. u. Kultr, pag. 230. (') C. I. L\ \\ pag. 206. (3) E. E. I, pag. 210.

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fieri ad eain iussisse eo die, quo in corniti*) fiereut Volcano conditae urbis testi ? .

Quirino ed il divo Romolo sono la medesima persona. Dall 'ultimo secolo della liepubblica sorge la credenza che Quirino non sia altri che Romolo, il fondatore dello Stato innalzato a
dio (') Sumbra che questa versione sia stata favorita da Cesare e da Augusto, dei quali il primo ottenne una statua nel tempio di Quirino, e l'altro fu, egli stesso, onorato come Quirino (2). Un carattere politico nazionale ispir dunque la unione di Quirino e Vulcano; perch il culto delle divinit romane divenne

una forma di patriottismo, sopra tutto per opera di


Augusto.

Riassumendo, tra le divinit cui si sacrifica al 23 agosto non vi , ad eccezione di Quirino e Vulcano, alcun nesso ; ma
ove fosse necessario trovarne uno, ammetterei un legame di natura agricola, niente strano in una religione, in cui i fenomeni
della natura e i cambiamenti delle stagioni formavano gli attributi

principali dell'attivit degli di.


Il Domaszewski nota una relazione tra i Volcanalia e
i Salumalia, per la loro caratteristica posizione nel calendario romano tra le feste in onore di Consus e di Ops. Egli osserva che in agosto si hanno: il 21 i Consualia, il 23 i Volcanalia, il 25 gli Opiconsivia; e, in dicembre, il 15

i Consualia, il 17 i Saturnalia, e il 19 gli Opalia. Nel tempo


della seminagione, tra Consus ed Ops vi sta Saturno; in quello del raccolto. Vulcano.

Il Domaszewski avendo inoltre notato che in ogni mese le feste si raggruppano, per un alto principio di unit, intorno
(') Wissowa, Rcliq. u. A'ult.', pag. 155. (:) Cfr. citaz. in Wissowa, op. cit., pag. 155, un. 7 e 8. () Festuchrift f. Hirschfeld, pag. 247. Abhandl. z. rm. Reliq.,
pag. 10.

C) Archio fr Religionswissenschaft X, pag. 333 seg. = Abhandl. z. rum. Relig., pag. 171 seg.

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Volcanalia e ludi vulcanalici

ad una festa principale; pone nel mese di agosto, come pernio

di questo ciclo, i Volcanalia. Le feste elio li precedono e li


seguono, considerate quale effetto della potenza della divinit principale, sarebbero in reciproca corrispondenza fra loro. Oltre

i Consualia e gli Opiconsivia, il ciclo risulta formato dai Portuualia, feste del dio del porto del Tevere, il 17 agosto, e dai Volturnalia, festa del Tevere stesso, il 27 dello stesso mese.
Vulcano, il dio del fuoco, posto cos dal Domaszewski in relazione

con la potenza dell'elemento fluviale (').

Al tempo di Domiziano, e per suo ordine, furono fatti a Vulcani- sacrifici ben diversi dalle primitive e povere offerte di mene. Di ci abbiamo notizia nella seguente importantissima
epigrafe (*) :

Ilaec area intra liane defnitionem cipporum clausa veribus, et ara quae est inferita, dedicala est ab iinp. Caesare Domitiano Aug. Germanico ex voto susceplo, quod diu eral
negleclum ncc redditum, incendiorum arcendorum causa, quando

urbs per novem diem arsii Neronianis temporibus. Ifac lege

dedicata est: ne cui liceat intra lios lerminos acdi/icium extruere. manere, negoliari, arborem ponerc aliudve quid severe; et ut praetor, cui haec regio sorti obvenerit, sacrum faciat, aliusve quis magislratus, volcanalibus X k{al.) septembres, omnibus annis, vitulo robeo et verve (f)ac(lis) precationibus infra scrip(lis)... quod imp. Gaesar Domilianus Aug.

Germanicus poni. max. constituit q... fieri...


(') A questo legame dovette forse pensare lo Hartung (Religion d.
Rmer, II, pag. 109) quando osservava clic nei Volcanalia i pesci si gettavano

nel fuoco per placarne, quasi in modo magico, la potenza con gli
abitanti dell'elemento fluido.

(2j CI. L., VI, 826; 30837.

Volcanalia e ludi vulcanalici

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Circa l'estensione dell' incendio, nou vi contraddizione fra

il testo dell' iscrizione e quanto afferma Tacito ('). La. frase


quando urbs per novem dies arsii contrasta soltanto apparentemente

con le parole dell'annalista (Ann. XV, 40), sexto dcmum


die apud imas Esi/iilias finis incendio /'ac/us, perch questi soggiunge : nec dum positus melus, et rediit haut levius grassa/us i<jnis paluiis magis urbis locis. Tale fu il terrore prodotto dall' incendio neroniano, che si
fecero voti di annui sacrifici per tener lontani gli incendi ('-). Ma, passato il pericolo, i voti furono dimenticati, e soltanto durante

l'impero di Domiziano, vale a dire circa venti anni dopo, si


adempirono. E l'adempimento si deve alla duplice attivit ispirante

il regno di Domiziano nel campo edilizio ed in quello


religioso. All'invasione delle religioni straniere, Domiziano volle opporre l'antico culto ringiovanito. Questa volont conservatrice,

o pi tosto reazionaria, egli manifest in ceuto modi, linnov i ludi saecidares. fondandosi sul calcolo dei secoli che Augusto nel 17 av. Cr. aveva riconosciuto come legittimo, quantunque

Claudio li avesse celebrati secondo altri dati ; e, fra le altre


cose, sorvegli con cura particolare la confraternita degli Arvali e l'ordine delle Vestali. Le condizioni stesse di Roma promossero

, anzi richiesero il genio costruttore di Domiziano. La citt, cos provata dal graude incendio del 04, si rialzava appena,
quando altri disastri, succedeutisi a breve distanza gli uni dagli altri, distruggevano i monumenti da poco restaurati. Ricorderemo,

a tempo di Vitellio, il grande incendio capitolino (:>), del quale


() Beatoli, C. I. L., VI, 82.;.
(') K strano ohe Tacito il quale narra che, dopo l'incendio, si consultarono

i libri sibillini, e, in segniti) al loro responso, furono propiziati


Vulcano, Cerere, l'roserpina, nonch Giunone {A/i/i. XV, 14: adihque Sibillae libri ex quibus supplicalum Vulcano et Co-eri Pruserpinaeque, ac

propitiata luna), non parli di tali voti. (3J Tac . kisl., 1, 2; Mart , 5,7; Pliii,, n. h. 35,3; 86, 110; Sueton.,
Vesp., 19.

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Volcanalia e ludi vulcanalici

Tacito dice che allora massimamente urbs incendiis vastata


consumptis antiquissimis delubris ; e, sotto Tito ('), nell'anno 80,

il fuoco che infier per tre giorni e tre notti e distrusse una
considerevole parte degli edifici, di cui la citt si andava abbellendo

. Domiziano ebbe cura di restaurare quegli edifici che avevano

maggiormente sofferto per il flagello, e di ridonar loro, per


quanto era possibile, l'antico splendore (2). noto che Domiziano

fu, dopo Augusto, colui che modific di pi 1' aspetto di


Roma.

Ristabil quindi l'adempimento del voto, nel duplice intento


di render omaggio alla religione e di preservare da simili pericoli

e devastazioni i nuovi monumenti.


La summentovata iscrizione riprodotta in due cippi, e, secondo

lo Huelsen (:) in tre. L'esistenza di questo terzo cippo


per alquanto dubbia; e credo piuttosto, con lo Henzen, che si tratti di una falsificazione.
Uno di questi cippi fu trovato nelle fondamenta della chiesa

di S. Andrea sul Quirinale : nelle cui vicinanze fu scoperta


nel 1888 un'ara monumentale identificata dal prof. Lanciani (') per quella descritta dalla epigrafe. stata posta la questione sui criteri che determinarono la

scelta di questi altari. Il Lanciani e lo Huelsen sono propensi ad ammettere che i tempia nei quali si doveva fare il sacrificio

, il giorno dei Volcanalia, sorgessero in tutte le quattordici


regioni di Roma; parrebbe piuttosto che si dovessero trovare soltanto in alcune regioni, perch detto praetor, cui haec

regio sorti obveaerit, sacrum faeiat , frase di cui non si


comprende il significato se in ogni regione si doveva ripetere il sacrificio; giacch allora il pretore, o un altro magistrato, sa(') Sueton., Tit.8 ; Cass. Dio, 66, 24. (*) Gsell, Essai sur le rgnc de Vempereur Domitien: pag. 75 segg. () Rm. Mittheil. 1894, pag. 95 segg. (*) Bull. Goni. 18S9, pag. 331 segg.

Volcanalia e ludi vulcanalici

191

rebbe stato sempre obbligato a sacrificare a Vulcauo, qualunque

fosse la regione toccatagli in sorte. Data per la grande discrepanza di opinioni dei topografi rispetto all'andamento e all'estensione dell'incendio neroniano,

credo difficile di determinare in quali regioni sieno stati eretti

tali altari : se in quelle distrutte, o nelle altre risparmiate


dalla sciagura.

Lo Huelsen (')nota che, data l'annotazione dei fusti fratrum Arvalium al 23 agosto, e dato che il luogo scelto per la costruzione della grande ara fu il Quirinale, quest'ara doveva

essere in relazione architettonica con il tempio di Quirino.


Lasciando da parte la questione topografica circa V identit

dell'asse dei due edifici, la contiguit di essi , secondo me,


puramente casuale; e la scelta del luogo non fu dovuta all'esistenza

, in quella regione, del tempio del dio Quirino, s bene


a motivi di ben altra natura.
In quelle are aveva luogo un vero sacrificio pubblico fatto a nome dello Stato dai magistrati, e consisteva Dell'immolare un vitulus robeus ed un verres, animali comuni nei sacra publica romani. 11 vitulus doveva essere di un determinato colore

: fulvo.
Per alcune deit latine, ed anche per alcune greche, vi erano

assai rigorose prescrizioni sul colore delle vittime. Si credeva forse ad una qualche analogia fra il colore degli animali e la potenzialit divina. La hostia alba era per gli di superni (!). Agli di inferi, quali Ditis, Proserpiua, Summanus, Teiupestas, Vediovis, che

scuri e tetri si aggiravano in dense tenebre, si addicevano appunto le hostiae atrae, dette anche furvae o piceae dagli Umbri Le vittime di color rulilus, chiamato pure rubrac
(') Boll. ass. arch. rom., 1914. pag. 114.
(*) Krause, Da Romanorum hostiis qnnestiones salertae, pag. 4 segg.

(") l'er le fonti cfr. Krause, loc. cit.

192

Volcanaha e ludi vulcanalin

0 robeae o rufae non si adattavano meno alla natura degli di ai quali erano sacrificate. Ed animali di pelo fulvo, oltre
che a Vulcano, s'immolavano anche a Robigo (2).

Questi una .divinit molto antica, che s' invocava per allontanare la ruggine dalle biade, malattia che converte in
polvere rossastra le spighe del grano. In origine Robigo, come
si scorge dal nome, era la stessa malattia; di poi, quando l'antropomorfismo

si figur la divinit indipendentemente dall'agente


fisico, con il quale dapprima si confondeva, Robigo non fu pi il flagello delle biade, ma la divinit superiore, di cui si cerca l'aiuto. Ad esso, il 25 aprile, in un bosco distante
cinque miglia da Roma, si sacrificava un cane rosso (:;). Un sacrificio simile si compiva ancora nel cosiddetto Augurum

Canarum (4), festa indettiva, che molta analogia aveva con i


Robigalia e che ricorreva presso a poco nella stessa epoca, perch

doveva celebrarsi quando le spighe del grano stanno ancora nelle guaine, - priusquam frumento, vaginis exeant nec anlequam in vaginas perveniant (Plin., nal. hisl., XVIII, 14). A Vulcano, dunque, ed a Robigo, s'immolavano vittime dal pelo fulvo; per Vulcano la relazione evidente: rosso il fuoco,
cos celeste come terrestre. Per Robigo alcuni (6) hanno detto che

1 cani rossi erano simboli del flagello da scongiurare ; ed infatti


il nome, dato a tale calamit in latino ed in greco (c), ha analogia

col colore della polvere rossastra nella quale si riduce la


spiga del grano; altri (') nei cani rossi scorgono il simbolo del(') Per le fonti, cfr. Krause, loc. cit. {") Varr, l ., VI, 16, edh r.,I, 1,6; Ov., fatti, IV, 908, 936; Paul.,
pag. 267.

(3) Ovid., loc. cit. (') Fest, pag. 285; Philargyr., in Verg., Georg. IV, 425. (s) Hikl, in Daremberg-Saglio, Dictionn. d'ani., s. v. Robigus, Robigalia

.
() In Grecia detta igvaiji], onde J7](irjrt](> 'EQvai^iij e stnXhov 'Hgvaipios dei Kodii (Strabo XIII, 912). (7) Wissowa, Relig. u. Kull?. pag. 197.

Volcanalia e ludi vulcanalici

193

l'incendio del sole minacciante le sementi. Bisognerebbe per in quest'ultimo caso sapere se gli antichi attribuivano al calore del sole la perdita delle sementi.

I Volcanalia, come molte altre feste dell'antico calendario,


si celebrarono, durante l'Impero, con giuochi circensi. Ignoriamo

quando questi giuochi siano stati istituiti. Il Mommsen (') crede che essi, insieme con i giuochi marziali, rimontino all 'anno 734 dalla fondazione di Koma. a ricordo della vittoria
delle armi romane sui Parti ; e lo deduce dalle monete con la leggenda Mars ultor, Volkaaus ultor, che egli crede coniate
in quella occasione. A tale opinione contrastano per i ludi Vulcanalici

il silenzio dei fasti Giuliani rilevato dallo stesso Mommsen,


ed il fatto che le monete con la leggenda Mars ultor e Volkanus

ultor sono dell'epoca di Galba (2).


certo che i giuochi nel circo in onore di Vulcano furono

istituiti prima di Macrino. perch sembra che questi nel 217 li abbia soppressi provocando, a dire di Dione Cassio, l'ira del dio, che si manifest in una serie di prodigi e avvenimenti
disastrosi. 'Ev ait$ t&v 'HqaiGxHwv rjfiqa, l'antiteatro Flavio,
colpito dal fulmine, divenne preda delle fiamme, che non potevano

spegnere n la mano degli uomini, n una pioggia dirotta.


Essi giuochi durarono parecchi altri secoli, perch nel calendario

di Philocalus (4) del 354, al 23 agosto abbiamo Vulcanalici

c{ircenses) m(issus) XXIIII, ed in quello di Polemius


Silvius (448-449) (r') troviamo solamente circeases. Sono con(') C. I. L., P, pag. 326
(") Cohen1, Galba, n. 407 e segg. ; il Mattinai)', Numismatic Chrpniele, 1914, \>ag. 118, le assegna propriamente alla guerra civile del 68-69.

(a) Cass. Dio.; LXXVIII, 25.....xr\v Innoinofiiav rop 'Eqiaiatov


xntaXs'/.vxfyai ftfoZev.

(*) C I. L., 1, pag. 270. (5) C. I. L 1, pag. 271.


13

194

Volcanalia e ludi vulcanalici

servati i giuochi, ma eliminato il nome del dio cui appartengono

. L'omissione del titolo dei giuochi, che pur tuttavia si


dovevano celebrare ancora in onore di Vulcano, spiegabilissima

, data l'avversione di Polemius Silvius per il paganesimo ed


in ispecie per quelle feste che il cristianesimo non poteva trasformare

e modificare.
Sono notate gli Ambarvalia, i Robigalia, la festa dell' Amburbium, quella del Natalis Solis, il Quinquatrus, denominazione

insignificante dei giorni di Minerva ; tutte feste nelle quali non appariscono i nomi degli di detestati, mentre mancano feste note e capaci di resistenza come i Saturnalia e i Volcanalia (').

S. Paolino (2), vescovo di Nola, ci d notizia di un uso osservato nei Volcanalia. Egli dice che omnis credula turba
suspendunt soli per Volcanalia vesles, e ne d una spiegazione
mitologica che ha per base l'omofonia di Vesta con vestis. Vesta

offre a Vulcano una veste che essa per prima ha tessuto ; e gliela dona perch Vulcano le aveva insegnato a tener vivo il fuoco sotto la cenere calda. Vulcano, a sua volta, la d al sole, del cui aiuto si era avvalso per scoprire gli amori di Venere e di Marte. Il Bursian (3) nel suo commento considera questa spiegazione come una semplice leggenda nata dall'abitudine di stender panni al sole sull'antico Volcanal, sull'area Volcani ed in altri luoghi sacri a Vulcano; ma viene cosi a dare alla parola Volcanalia il significato di luoghi che anche il Wissowa (4) non approva.

La parola Volcanalia si adopera anche per indicare l'epoca in cui questa festa cade. Cos Plinio il giovane (6) dice che nel

giorno dei Volcanalia suo zio cominciava a studiare a lume


(') Wissowa, Die Relig.", pag. 101.
(a) Poem. advers. Paganos, 32, 137 segg.

(3) S. Ber. Akad. Mnchen, 1880, I, pag. 18. C) Rdig. u. Kult3., pag. 232, n. 1. (SJ Episi. III. 5, 8 : lucubrare Vulcanalibus inc.ipiebat, non auspicandi causa, sed studendi ; cfr. Preller-Jordan, op. cit., II, pag. 152. n. 2.

Volcanalia e ludi vulcanalici

195

di lucerna. Infatti i Volcanalia cadevano quando i giorni cominciavano

ad accorciarsi.
Il nome di. tale festa usato in ispecie per la designazione

di lavori campestri ('). I Volcanalia sono inoltre comprese


fra le poche feste nominate dal feriale agricolo di Guidizzolo (2) che dal 12 luglio tino al 18 settembre ne nomina soltanto quattro,

mentre negli altri fasti sono segnate nello stesso periodo di


tempo diciassette feriae publicae (3). Non quindi da maravigliarsi, se i Volcanalia appartengono
a quelle feste dell'antico calendario che a lungo sopravvissero

al tramonto del paganesimo.


In Ispagna pare che sieno state osservate, nientedimeno, fino

al settimo secolo! (4).

Tina Campanile.
(') Plin, n. h., 11, 40: huic vindimiae Attici signum deiere initium
capricci, alii diem Volcano tacrum ; 17, 260 : fici, cum volcanalibus tonuit ca.du.nt...; 18, 132. 314: post volcanalia serenda rapa et panicum ; 19,83: circa volcanalia seritur raphanus... Cfr. Paschetto, Oitia, pag. 51.

() 0. I. L. l\ pag. 253.
(3) Wissowa, Relig, u. Kult.1, pag. 442. (4) Martino di Bracara, de correct. rustie. 16 (pagg. 30 e 32, Caspari) :

Vulcanalia osservare... quid est aliud, nisi cultura diaboli .

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