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Mentire, da mens, menzionare e tenere a mente pensare, immaginare e cos costruire una falsa apparenza Ma anche, allopposto Mentore,

il personaggio di Fenelon, il consigliere saggio e prudente


Come mostra il Fedro platonico, listituzione della filosofia come scienza e della verit come suo oggetto va di pari passo con lesaltazione della parola viva (il logos dellanima) contro la scrittura. Nellambito della distinzione tra significante e significato (rispettivamente, il lato sensibile e il lato intelligibile di un segno), il fenomeno della voce mostra alcuni caratteri particolari che, secondo Derrida, spiegano il privilegio storico che essa ha ricevuto: a) la voce significativa, la lingua parlata, sembra rispecchiare fedelmente, senza alterazioni e uindi nel modo migliore possibile i significati intelligibili dellanima o del soggetto: essa si d uindi come un significante peculiare, la cui funzione ! uella di cancellarsi di fronte al significato come se fosse un medium "trasparente#$ b) inoltre io traggo uesto significante non dallesteriorit sensibile del mondo, ma da me stesso, sono io stesso che parlo e mi trovo uindi in relazione con un significante privilegiato in uanto non%mondano e non%empirico$ c) uesto carattere essenziale della voce diventa visibile in uella che Derrida chiama lesperienza dellintendersi%parlare# (secondo il duplice senso del francese entendre): parlando io mi sento parlare e mi capisco, sento e capisco ci& che dico e mantengo il controllo di ci& che esprimo. 'ispetto alla parola e a ueste sue propriet la scrittura, per la tradizione metafisica inaugurata da Platone, ! una duplicazione esteriore, che sfugge al controllo dellautore ed ! capace di circolare in assenza di uesto: contrariamente al logos vivo dellanima, al pensiero e alla parola con i uali il soggetto ! presso se stesso, la scrittura si presenta come ualcosa di fisso, morto ed esteriore. (a scrittura rappresenta listanza della morte e dellassenza rispetto al logos vivo e presente: per uesto la filosofia lha relegata al ruolo di "segno di segno#, segno che rimanda a uel segno che ! a sua volta la parola, immagine esteriore di uestultima, non essenziale e persino pericolosa. )uesta dicotomia tra parola e scrittura non ! un tratto tra gli altri della filosofia, ma riguarda il suo senso complessivo: infatti secondo Derrida, che su uesto punto riprende una tesi fondamentale di Heidegger, il fonocentrismo corrisponde al privilegio dellessere come presenza, che ha caratterizzato la storia della metafisica determinandone lintero sistema concettuale. *l privilegio della voce e la svalutazione della scrittura sono correlativi alla volont di salvaguardare lessere come presenza stabile, che si tratti della presenza della cosa e della sua sostanza o della presenza a s+ della soggettivit come autocoscienza$ la voce viene privilegiata in uanto significante che si cancella nel rispecchiamento del significato, ma uesto significa che ci& che si vuole salvaguardare !, in ultima analisi, la presenza pura del significato, anteriore e indipendente rispetto a ogni segno e rimando. Da uesta presenza piena e dalla sua identit a s+ bisognava rimuovere ogni traccia di assenza e di differenza, delle uali la scrittura era il simbolo. Da ueste premesse diventa chiaro che lo stesso concetto di segno (unione di significante e significato) non solo non ! neutrale, ma ! anzi solidale con la tradizione metafisica nella uale ! nato. )uesto concetto implica infatti la distinzione di una faccia sensibile e di una faccia intelligibile, nonch+ lidea di uninteriorit (i significati dellanima o del soggetto) che si esprime nellesteriorit di un significante$ ma intelligibile%sensibile, interiore% esteriore, soggettivo%oggettivo sono le coppie concettuali fondanti della metafisica greca e moderna. ,inch+ si mantiene la distinzione tra le due facce del segno, resta aperta la possibilit di principio di pensare uello che Derrida chiama "significato trascendentale#, cio! un significato pienamente presente, puro, indipendente da ualsiasi significante. - a partire da uesta consapevolezza che Derrida si volge ad un confronto critico con la linguistica contemporanea e in particolare con il suo fondatore, ,erdinand de .aussure, il cui testo viene sottoposto ad una doppia lettura. Da una parte .aussure si mostra dipendente dalla metafisica logocentrica: utilizza il concetto di segno senza consapevolezza dei suoi legami con la concettualit tradizionale$ determina la lingua parlata come unico oggetto della linguistica e uestultima come modello di tutta la semiologia$ svaluta la scrittura come immagine esteriore della parola e rappresentazione derivata. Dallaltra parte certe descrizioni di .aussure permettono di aprire una breccia nella chiusura metafisica, in particolare in virt/ del carattere

arbitrario e differenziale che viene riconosciuto al segno$ ! a partire da uno scavo progressivo di ueste analisi saussuriane che Derrida fa emergere una nuova concezione del rapporto tra parola e scrittura. *n primo luogo, ogni sistema di segni ! caratterizzato dall arbitrariet e dalla convenzionalit$ ma allora, argomenta Derrida, non ! possibile stabilire una gerarchia "naturale# tra parola e scrittura$ listituzione non%naturale di un segno ! comune alla parola e alla scrittura. *n secondo luogo, se nella lingua (come in ogni sistema segnico) non ci sono termini "pieni#, perch+ uesti si costituiscono solo a partire dai rapporti di differenza che intrattengono reciprocamente, lattenzione dovr concentrarsi non tanto su un determinato sistema considerato come privilegiato (la lingua parlata) uanto sul movimento della differenza che costituisce ogni sistema (lingua e scrittura nel loro senso comune). *noltre, afferma Derrida, la definizione di "segno di segno#, che la tradizione aveva riservato alla scrittura, vale in realt per ogni segno: ogni segno rimanda ad altri segni, senza che ci sia un termine finale, puro e pienamente presente, in cui uesto rimando si possa arrestare. 0utta largomentazione derridiana mira a mostrare che, ad unanalisi pi/ profonda, alcuni caratteri che la metafisica aveva considerato propri della scrittura sono in realt comuni a uesta e al linguaggio: entrambi mostrano un rapporto essenziale con lassenza e con la differenza. * concetti fondamentali che Derrida a uesto punto introduce e su cui lavora non sono ualcosa di fisso e definitivo, ma hanno esplicitamente un valore "strategico# e sono accompagnati da una particolare cautela metodologica, che consiste innanzitutto nellevitare nuove ricadute in uella tradizione che si vuole decostruire: 1) larchiscrittura indica uella "scrittura originaria# ( arch2 origine, principio) che sta al fondo di ogni linguaggio e di ogni scrittura comunemente intesi, in virt/ di uei caratteri comuni mostrati in precedenza$ uesto concetto indica come per Derrida non si tratti semplicemente di rovesciare il rapporto tra i termini di unopposizione tradizionale (privilegiando ad esempio la scrittura rispetto alla parola, il significante rispetto al significato nellaccezione tradizionale di uesti termini), perch+ uesto rovesciamento rimarrebbe allinterno della concettualit metafisica$ piuttosto allinterno di unopposizione (lingua e scrittura) si tratta di assumere il termine che era stato svalutato (la scrittura) e mostrarne la rimozione, rovesciare in un primo momento la gerarchia, per poi produrre un nuovo concetto che non rientra pi/ nellopposizione precedente (larchiscrittura come movimento della differenza che sta al fondo tanto della lingua uanto della scrittura nel loro senso tradizionale)$ 3) a partire da uesta rielaborazione concettuale Derrida avanza lipotesi di una nuova "scienza#, la grammatologia, della uale sottolinea al tempo stesso limportanza e i limiti: da un lato essa risponderebbe allesigenza di tematizzare il nuovo concetto di scrittura distinto da uello tradizionale e la linguistica tradizionale ne sarebbe semplicemente una parte non pi/ dominante$ dallaltro lato il progetto di una "grammatologia# !, in ultima analisi, contraddittorio e impossibile: non ci pu& essere infatti una scienza che abbia come proprio oggetto la scrittura, perch+ i valori occidentali di scientificit e di oggettivit sono stati resi possibili proprio dalla scrittura$ larchiscrittura, inoltre, non ! un ente presente che possa essere sottoposto allo sguardo teorico di una scienza. *l testo di Derrida non ! dun ue semplicemente la proposta di una nuova disciplina, ma anche e innanzitutto la problematizzazione dei suoi limiti intrinseci$ 4) il concetto di traccia rinvia, da un altro punto di vista, allo stesso ambito problematico dellarchiscrittura (oltre che del famoso concetto di diffrance, esposto nellomonima conferenza): nella presenza c! gi sempre la traccia dellassenza, nellidentit a s+ la traccia dellaltro, nel presente la traccia delle altre dimensioni temporali, nel linguaggio la traccia della scrittura (in uanto archiscrittura), in un significato la traccia degli altri significati (per cui non c! significato puro, perch+ un significato rimanda agli altri ed ! uindi anche sempre significante)$ con il termine "traccia# Derrida indica proprio limpossibilit di stabilire una separazione netta e pura tra uesti ambiti differenti, la contaminazione tra un termine dellopposizione e laltro. (e conseguenze si estendono cos5 allintero campo dellesperienza: si tratta di pensare lente e la presenza a partire dalla traccia e dalla differenza e non viceversa, come ha sempre preteso di fare la metafisica. (a traccia e la diffrance non sono ualcosa di aggiunto rispetto a uelle coppie di opposti, ma indicano il movimento attivo di differenziazione che le costituisce originariamente. 6er uesto Derrida utilizza anche lespressione "architraccia#. *n un primo momento ! necessario parlare di "architraccia#, cio! di una traccia "originaria#, per contrastare la strategia metafisica che subordina la traccia e la differenza alla

presenza e per affermare la priorit di uelle rispetto a uesta$ ma affermare che "la traccia ! lorigine assoluta del senso in generale# e uivale a dire in realt che "non c! origine assoluta del senso in generale#, perch+ "origine# ha sempre voluto dire presenza piena e semplice, non intaccata dalla traccia. *l concetto di "architraccia# ha uindi in realt una funzione strategica e provvisoria e deve essere superato perch+ in ultima analisi contraddittorio: il suo vero scopo ! proprio uello di condurre alla critica del concetto di "origine# in generale. Nella seconda parte della Grammatologia Derrida "esemplifica# le proprie tesi attraverso la lettura decostruttiva dei testi dedicati alla scrittura da (+vi%.trauss e Rousseau. (e tesi che (+vi%.trauss presenta come frutto di "lavoro sul campo# sono in realt, per Derrida, pesantemente condizionate dalleredit metafisica logocentrica, nella loro pretesa di indicare la scrittura come fonte di corruzione e di malvagit nelle comunit selvagge. (+vi%.trauss, mantenendo la distinzione tra natura e cultura, vagheggia un ideale di societ pura, una presenza non ancora contaminata dalla violenza della storia e della scrittura. (e tesi dellantropologo francese mostrano forti analogie con uelle di 'ousseau, di cui Derrida prende in esame numerosi passi delle Confessioni e soprattutto il Saggio sullorigine delle lingue, testi nei uali si trova unanaloga condanna della scrittura. Derrida concentra la sua attenzione in particolare sul concetto di supplemento e sulle molteplici figure che assume nel testo di 'ousseau: la scrittura come supplemento rispetto alla parola, la societ rispetto alla natura, lautoerotismo rispetto allerotismo "normale#. Da una parte 'ousseau cerca costantemente di individuare una presenza piena e originaria, rispetto alla uale i vari supplementi sarebbero semplicemente unaggiunta esteriore, non essenziale e spesso pericolosa. Dallaltra parte, tuttavia, nelle sue descrizioni non pu& fare a meno di riconoscere che la presenza ! gi sempre venuta a mancare a se stessa, che il supplemento ! essenziale e necessario, che non ! uindi possibile stabilire opposizioni concettuali nette e pure tra il dentro e il fuori: se il "fuori# pu& influenzare il "dentro# ! perch+ ! interiore al "dentro# e contribuisce a costituirlo. Derrida delinea cos5 il compito di pensare un "supplemento originario#, idea contraddittoria e inconcepibile per la logica classica dellidentit

luned 9 gennaio 2006 Hobbes attribuendo tale idea ad Aristotele - distingue tra animali politici (capaci di coordinare la condotta in vista di fini comuni) ed animali razionali !uesti ultimi sono in grado di giungere a concludere dei patti ed assoggettarsi volontariamente alla legge" # interessante c$e Hobbes non dica %rispetto&' c$e implic$erebbe un riconoscimento soggettivo' bens assoggettamento' frutto di una capacit( e deliberazione personale (anzi # proprio )uesto tratto a disegnare una persona) ma subordinato ad un esercizio attivo della forza *li animali possono costruire un formicaio' o volare in stormi' o cacciare adoperando strategie complesse+ cos possono distribuire compiti' dividere e ridistribuire - in caso di necessit( - le risorse' accantonarle e prevedere+ addirittura si potrebbe ironicamente constatare c$e il regno animale conosce un,umanit( realizzata nella costruzione di un regno dei fini' mentre i sistemi di riproduzione sociale dell,uomo sono indifferenti ad una considerazione c$e non si limiti alla ragione strumentale (non il bene in s-' ma bene in vista di uno scopo' di un utile immediato o comun)ue ipotetico) + cos,# )uindi c$e li distingue realmente dagli uomini. /empre Hobbes in un altro passo sostiene c$e una persona (naturale ed artificiale) si pu0 considerare come autore e1o attore di un,azione di cui # responsabile e di cui # rappresentante+ se uniamo )uesta considerazione alle due precedenti caratteristic$e determinanti la natura razionale dell,uomo il risultato parrebbe il seguente2 # il linguaggio naturale (non )uello dei gesti o del corpo' e neppure un linguaggio di indici e segnali' pur sufficiente a dispiegare le geometrie variabili di un grande stormo d,uccelli migratori) degli uomini' ossia il linguaggio verbale' a permettere all,uomo di fare con le parole societ(+ dando la propria parola' e siglando il discorso con il proprio nome proprio' e promettendo+ )ueste due modalit('

c$e Hobbes indica espressamente' implicano due fantasmi ad esse legate2 posso sempre dire c$e %# mio& ci0 c$e %# di altri&' o attribuire ad altri ci0 c$e # mio' o dire ci0 c$e non #' o ancora dare la mia parola' in buona o malafede+ e posso promettere ci0 c$e non manterr0' c$e non voglio mantenere e mento' c$e non posso mantenere' e mi sbaglio sulle mie facolt(' c$e voglio e posso mantenere' ma c$e non riuscir0 a fare per circostanze estranee alla mia volont(+ Ac$ille risponde ad 3lisse c$e lo invita a ritornare a combattere c$e non lo far( mai+ e ironizza su 3lisse pol4met$is' bugiardo diremmo noi" ma # Ac$ille il bugiardo' e lo # in modo sfacciato perc$- promette ci0 c$e non manterr(' perc$- non conosce bene se stesso' perc$- non conosce bene i fatti' perc$- non pu0 prevedere le circostanze c$e interverranno+ ma propriamente sono solo )uesti i casi in cui $a senso una promessa del soggetto' altrimenti sarebbe precisamente una previsione razionale 5nsomma dare la parola e promettere' c$e significa parlare la lingua e prendere la parola come persone' come attori sociali' col risc$io di sbagliarsi o smentirsi' dire ci0 c$e non # o mentire + per )uesto in )uesta idea della razionalit( - c$e oltrepassa il concetto di legame e di societ( c$e potremmo trovare nel mondo animale - # necessaria la presenza di un,istanza superindividuale' c$e sottometta il soggetto alle sanzioni c$e gli si infliggeranno' )ualora contravvenisse agli accordi c$e $a verbalmente (ossia consapevolmente e responsabilmente' in presenza di altri) sottoscritto

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