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9 novembre 2013 Simonini.

La scorsa volta ci siamo lasciati al termine del nostro capitolo dedicato alla fondazione epistemologica della nostra disciplina. Abbiamo guadagnato pezzo dopo pezzo la possibilit di fondare un discorso teologico a partire dalla relazione tra fede e agire cogliendo le indicazioni il metodo esigito per questo tipo di rapporto e c eravamo lasciati la scorsa volta sulla questione della verit morale. Avevamo contestualizzato il discorso della verit morale nell orizzonte dell idea di persona. !i sono ancora delle puntualizzazioni da fare c"e toccano questioni assai basilari per una buona costruzione di una teoria morale. La prima riguarda la definizione di #$%S&'A( sull idea c"e persona sia un valore direi c"e c ) un consenso unanime* ma le difficolt si incontrano quando si tratta di andare a definire c"i ) persona. +na seconda precisazione va fatta sulla ,$%-.A /&%AL$ e poi facciamo un rapido accenno alla 0-/$'S-&'$ S&!-AL$ 0$LL $.-!A.

PERSONA( ) considerata un valore a livello universale e tuttavia ) difficile raggiungere un consenso sulla
definizione dei termini concreti di c"e cosa sia persona. #erc"1 questo possa accadere nel modo pi2 sicuro possibile c ) una prospettiva c"e siamo c"iamati ad assumere e sulla quale la visione cristiana dell esistenza "a una parola interessante da dire ed ) la prospettiva della persona debole* quella dell umanit debole. #er dire c"e guadagneremo una idea di persona tanto pi2 inclusiva quanto pi2 sapremo assumere il punto di vista della vita debole. 'oi intendiamo per persona in etica cos3 anc"e nel diritto un soggetto c"e gode della piena titolarit di diritti. -l problema ) di stabilire c"i sia pienamente umano* qual ) quella espressione dell umano cos3 piena da essere persona. 4i a livello biologico ci sono evidenti difficolt c"e si riflettono per lo pi2 nel dibattito bioetica 5ad es. ci sono espressioni biologic"e umane sulle quali non tutti consentono a una definizione di persona e quindi a individuarla in termini di diritti( parliamo dell embrione* parliamo della vita in stati vegetativi persistenti6 ci sono anc"e dei confini di pi2 difficile definizione o di dissenso o semplicemente di incuria c"e sono di carattere socioeconomico( sono gli esclusi da coloro c"e siedono al banc"etto della terra* coloro cio) c"e per ragioni diverse* culturali* di estrazione sociale* di collocazione geografica non accennano a una piena titolarit di diritti. A questo livello nessuna comunit umana dic"iara esplicitamente di escludere questi soggetti( sulla societ contemporanea neg"er ad essi la definizione di persona* il problema ) a livello di applicazione del diritto* cio) di riconoscere il concreto di una storia di una comunit c"e a queste persone corrispondono uguali diritti come ad altre persone. #ensiamo ai ragazzini di strada c"e cresciuti senza famiglia vengono non solo abbandonati* non solo fagocitati dal rac"et di spaccio e prostituzione ma vengono anc"e in alcune campagne abbattuti come poco pi2 c"e animali anc"e da c"i deve tutelare l ordine. #ensiamo anc"e alle condizioni dei migranti in questo momenti di crisi* pensiamo le espressioni di c"i abita nelle periferie geografic"e ed esistenziali7. -n questa prospettiva se si vuole arrivare a una definizione condivisa di persona saremo tanto pi2 capaci di una definizione inclusiva e di riconoscere effettivamente la dignit di persona a tutti gli esseri umani quanto pi2 assumeremo la prospettiva dell umanit debole. $cco c"e allora partire dal povero non ) solo un atto di buon cuore* di filantropia* cose c"e per altro sono pregevoli nella vita di ciascuno di noi* ma ) anc"e una opzione epistemologica e un filtro scientifico( ) l assunzione di uno sc"ema c"e sappia riconoscere i diritti non al maggior numero di persone ma a ogni essere umano. 5'ella filosofia morale contemporanea una delle pi2 interessanti teorie filosofic"e ) l utilitarismo c"e non ) una cricca di quattro egoisti( ) l idea c"e il benessere vada massimizzato per il maggior numero di persone c"e ) molto meglio rispetto a societ gerarc"ic"e dove il benessere ) monopolizzato da poc"i. .uttavia proprio nella idea del maggior numero di persone si annida anc"e il limite dell utilitarismo vale a dire la dic"iarazione fatta in partenza c"e non tutti potranno godere di eguali diritti e di uguale riconoscimento7. !ontro quella prospettiva arrendevole occorre far valere una prospettiva radicalmente alternativa c"e ) quella dell umanit debole6 ) quella c"e le conferenze delle c"iese sud americane degli anni 80 c"e poi "anno generato anc"e la nascita di un movimento noto come teologia della liberazione* c"e c"iamavano l opzione preferenziale per il povero* non perc"1 ) bello essere poveri ma perc"1 se si assume il povero come luogo di riflessione critica su c"e cosa ) umano* avremo la garanzia di una teoria antropologica la pi2 inclusiva possibile.

VERITA MORALE( verit ) un concetto analogico* lo si usa in diversi ambiti sotto diversi profili con una
costanza di significato( c ) qualcosa c"e vale per il concetto di verit in questi diversi ambiti. 9uando dobbiamo raccontare la verit ai nostri genitori o alle persone con cui viviamo verit significa la 1

corrispondenza tra l esperienza reale e la sua narrazione o comprensione. La verit storica ) qualcosa di simile6 la verit scientifica ) la verit in ambito delle scienze sperimentali e sta a significare la necessit di mostrare quanto una legge o una costante regga la prova dell esperienza. $ poi c ) l utilizzo di verit in ambito morale. !i: c"e rimane dell idea di verit in ogni ambito ) il concetto di un legame necessario 5verit indica un legame necessario7. 'ell ambito dell etica verit sta a significare intanto un legame tra l esperienza e il modo in cui noi la comprendiamo* la teorizziamo o la interpretiamo* e "a di particolare* proprio legato a questo* la sua declinazione in termini dinamici 5non ) un concetto statico7. La verit nella sua eccezione morale non ) una verit data ma ) una verit da farsi o da ricercarsi. !"e tipo di legame necessario tra l esperienza e il modo in cui lo comprendiamo; < la necessita di riconoscere c"e in ogni situazione in cui si esprime l esperienza ) data la possibilit di un maggior bene praticabile. 'on c ) situazione c"e non sia praticata dalla possibilit di un maggior bene praticabile* non c ) situazione in cui si possa risiedere in termini di indifferenza. 5es( "o tirato un calcio a una pietra per farla finire in una fessura e "o fatto un atto indifferente e poi "o pensato il giorno in cui dovranno aggiustare qui qualcuno dovr tirare via la pietra c"e io "o cacciato dentro* sarebbe stato meglio non cacciarla dentro7. < poco ma ) l indicazione c"e cogliere la verit morale significa rintracciare questa tensione* non per forza la soluzione migliore* ma rintracciare la tensione persistente tra la situazione storica in cui noi viviamo e un maggior bene praticabile c"e sempre si da in ogni situazione. L eccesso ) c"e se noi ci mettiamo a ragionare su tutte le variabili presenti in una situazione c"e si possono verificare grazie a una solida forza di immaginazione risc"iamo di paralizzarci 5se avessi lasciato la pietra li forse un passante sarebbe inciampato e caduto7* questo ci dice la difficolt di rintracciare il maggior bene possibile per: ci dice anc"e c"e stiamo cogliendo c"e cosa ) l idea di verit morale. La nostra teoria morale per essere realistica non ci dir mai =ti dico qual ) il maggior bene praticabile> ma ci: c"e ci deve insegnare ) c"e noi dobbiamo continuamente cercarlo. 5dopo aver tirato la pietra se ritengo c"e poteva esserci un altra alternativa e la cosa non funzionava* potevo anc"e tirarla fuori7. L eccesso ) lo scrupolo morale c"e paralizza. L idea di verit morale non serve a dirci c"e abbiamo trovato la cosa migliore ma a dirci c"e dobbiamo sempre e costantemente cercare la soluzione migliore. < una idea anti idolatria( nessun idolo pu: sostituirsi al bene della storia* il bene ) costantemente da farsi. Le norme morali sono proprio l espressione di questa tensione( nascono non perc"1 ci diano la sicurezza di aver fatto il bene* ma perc"1 lo stato delle nostre conoscenze secondo l esperienza pregressa* sappiamo c"e in situazioni analog"e quello pare essere il maggior bene possibile. Agire ) sempre un risc"io dal punto di vista morale. 9uando noi agiamo trasformando in certezza la nostra azione risc"iamo di costruire gli idoli c"e pu: essere una norma morale o addirittura possiamo essere noi stessi. 0obbiamo riuscire a tenere insieme questi due aspetti( ogni forma di azione ) sempre perfettibile 5nessuna realizza in toto il bene7 e d altra parte ci: non significa c"e siano tutte sullo stesso piano. La percezione del valore c"e "o in quella situazione diventa per me normativa. $cco perc"1 la coscienza ) l organismo pi2 autorevole del decidere c"e cosa ) il bene. 0eve essere per: una coscienza ben formata* non lanciata allo sbando della vita 5qualunque cosa mi accada di pensare va bene* no7* ma ben formata a leggere le situazioni* a decifrarle* a misurarsi con la prospettiva di senso cio) con la fede c"e mi dice c"e cosa ) bene in termini Assoluti e cos3 via. La coscienza anc"e se erronea va sempre rispettata6 se tu violi ci: c"e la coscienza ti dice di fare tu sei colpevole( allora noi dobbiamo vivere formando la nostra coscienza* educando la nostra coscienza. !oscienza non significa lo stato emotivo del momento* significa noi con il nostro bagaglio di esperienza e capacit di decifrare il mondo in quella situazione. 0obbiamo fare in modo c"e la nostra coscienza 5c"e ) un modo per dire noi stessi nella nostra auto comprensione* nella nostra emotivit* nella nostra razionalit7* dobbiamo costruirci mantenendoci sempre aperti alla scuola della realt* alla scuola del senso dell esistenza* dunque alla scuola della fede* una coscienza c"e si mantiene aperta in relazione all Altro* e una coscienza c"e si educa a cercare il maggior bene possibile6 una coscienza c"e si c"iude sul dettato di una sua comunit* sull ideologia politica* sull idolo c"e "a nella propria vita ) una coscienza c"e sar molto atrofizzata nella sua capacit di decifrare il bene. +no dei momenti di educazione della coscienza ) la capacit di riconoscere ogni altro presente in qualc"e maniera nella situazione c"e noi abitiamo ed ) per questo c"e c ) bisogno di una antropologia inclusiva( ogni altro significa avere uno sguardo capace di cogliere gli interessi a esistere* ad aver una vita dignitosa* di tutti coloro c"e in qualc"e maniera "anno a c"e fare con la situazione c"e io sto modificando. ,erit ) il modo in cui io costruisco me stesso nella storia abitandola alla ricerca del maggior bene possibile. Anc"e le norme sono necessarie perc"1 noi non ci improvvisiamo sapienti in ogni situazione. < essenziale avere delle norme morali perc"1 ci costituiscono un primo orientamento ad agire e tuttavia alla luce di quanto 2

abbiamo detto capiamo come nessuna norma morale sar iper garantita perc"1 la situazione potrebbe rivelare delle pieg"e o degli aspetti originali c"e la norma morale non ) in grado di decifrare perc"1 la norma vale per situazioni ideal tipic"e ricondotte a dei tipi ideali* c"e presentano caratteristic"e simili. &gni situazione per: pu: presentare delle varianti* degli aspetti insondabili c"e colgo solo nella situazione sui quali la norma morale smette di essere competente perc"1 non era in grado di intercettarli. $cco c"e allora ) bene avere una coscienza formata perc"1 la norma morale non si pu: mai sostituire alla coscienza c"e agisce. 0 altra parte ogni coscienza nel momento in cui agisce "a bisogno di una norma c"e per lo meno la orienti in prima battuta. 0a questo punto di vista segnalo un aspetto metodologico e cio) c"e oltre a una etica normativa ) bene e apprezzabile saper elaborare anc"e una etica narrativa cio) raccontare il bene 5figurato per immagini7( la novit della seconda met del 900 ) c"e ) stata teorizzata ma noi da sempre nelle diverse culture abbiamo etic"e narrative* nelle favole* nei miti* nei testi della ?ibbia( sono tutte etic"e narrative* cio) regolamentano* aiutano a cogliere il bene in gioco nella storia non dicendoti cosa fare ma raccontandoti storie c"e agiscono in un certo modo. Se allora vogliamo tentare di condensare in una espressione la forma cristiana della verit possiamo dire c"e( per l esperienza cristiana del credente verit ) il senso promettente dell esistenza per ogni uomo il quale suscita la vocazione ad agire in termini di cura* di dedizione o se vogliamo di amore e giustizia nei confronti dell altro. -n ogni situazione c ) in gioco una promessa* il senso cristiano dell esistenza ) l idea c"e la vita sia promettente e lo sia per ogni uomo. 9uesto non ) un dato originario* siamo gettati in un mondo in cui ognuno "a preparato un pacc"etto promettente* questo esige la nostra dedizione a trasformare il mondo in termini di promessa. !"e la vita sia promettente per me e per gli altri dipende da come io abito il mondo* da come io cambio la storia. Anc"e alla luce di quanto abbiamo detto occorre ricordare c"e la nostra esperienza morale non ) mai un fatto individuale c"e da un certo punto in poi inizio a concepire in termini sociali* noi siamo originariamente relazionali* la situazione in cui vivo* l esistenza c"e mi ) data* la storia nella quale io abito con altri ) gi originariamente un luogo sociale. < scorretto pensare c"e l etica sociale sia un capitolo della riflessione etica. -n realt ogni riflessione etica ) originariamente sociale. La nostra esperienza ) un fatto originariamente sociale. L essere umano nel venire al mondo ) gi debitore ad altri( dobbiamo ci: c"e siamo ad altri e abitiamo una storia c"e ) gi data e c"e porta la traccia di altri. L etica ) originariamente sociale. < necessario prendere in conto l agire con i suoi significati* la fede nel suo significato* istituire una relazione fra queste due dimensioni. FENOMENOLOGIA ELLAGIRE O ELLESPERIEN!A MORALE -ntroduciamo il capitolo dell agire con i suoi significati. @enomenologia indica in senso pi2 stretto una corrente filosofica del 900* in senso pi2 lato indica il discorso sulle evidenze( c"e cosa rilevo quando osservo l esperienza. 9uesto percorso ci far passare in alcuni luog"i classici della riflessione filosofica sull agire umano( A A..& +/A'& A -'.$'B-&'$ A 0$S-0$%-& A L-?$%.A A A..& +/A'&( come arriviamo all atto umano; Assumiamo come metodo il metodo fenomenologico cio) cerc"iamo di cogliere quali evidenze si danno quando l uomo agisce. $ dalla fenomenologia come corrente filosofica 5da %ussel7 noi traiamo una lezione di metodo e di contenuto( qual ) l evidenza fondamentale c"e noi cogliamo quando vediamo l uomo c"e agisce; 'oi vediamo c"e l agire umano esprime sempre una intenzionalit* l agire tende a qualc"e cosa6 questa affermazione crea altri problemi( 17 quale intenzionalit; .utti conveniamo sul fatto c"e quando vediamo qualcuno c"e agisce quell atto tende a qualc"e cosa 5c"e sia una risposta a una battuta di tennis* c"e sia una risposta al saluto di una persona* c"e sia un progetto pensato a tavolino7. /a questa intenzionalit c"e cosa ); < qualcosa di intrinseco a quell atto; & c ) qualcosa c"e abita nella mente del soggetto e c"e io non colgo; 5es( vedo un candidato politico della mia citt c"e va a fare servizio alla mensa cittadina* sta servendo un vassoio a un ospite della mensa6 quest atto esprime una intenzionalit( posso dire c"e sta dando da mangiare a qualcuno* posso dire c"e sta facendo campagna elettorale. -l problema sorge qui( quando noi diciamo c"e ogni atto rivela una intenzione siamo tutti concordi* ma quando ci 3

domandiamo quale intenzionalit sorge subito il problema( ) l intenzionalit intrinseca all atto o ) l intenzione c"e ci mette il soggetto c"e agisce; 27 stiamo parlando di atti consapevoli. ,uol dire c"e l etica non pu: ridursi a occuparsi solo delle intenzioni dei soggetti* 5ci piacerebbe essere misurati sulle nostre intenzioni e non su ci: c"e facciamo realmente7* ma parliamo di atti consapevoli cio) di forme concrete di agire nella storia e non solo intenzioni remote* cio) di fatto psic"ici. #arliamo cio) di atti c"e "anno una loro struttura duplice* "anno una forma concreta e "anno una intenzione dentro. L atto umano ) il luogo in cui il soggetto si manifesta. 'on sappiamo se ci manifestiamo con autenticit* se ci manifestiamo del tutto ma intanto ) l unico luogo in cui noi esprimiamo noi stessi nella storia. 'on esiste un di dentro di noi stessi* il nostro di dentro nel momento c"e siamo seduti ad una scrivania c"e lo pensiamo ) gi un atto. #arliamo solo di atti consapevoli( l atto umano ) l atto posto consapevolmente* mentre si parla di atti dell uomo quando facciamo cose senza averne consapevolezza. ! ) poi una distinzione un po pi2 raffinata( A atti volontari A atti voluti latto volontario ) quello su cui ritengo di avere pieno controllo 5formo una mia opinione* delibero un giudizio* decido di agire e agisco7* mentre il vol"to sarebbe ci: c"e mi accade di fare per: lo faccio proprio 5in una partita mi passano la palla* tiro* l "o fatto senza decidere molto prima* e nel momento in cui lo faccio per: lo faccio mio e se questo lo faccio per un atto indifferente* in realt lo facciamo anc"e per atti molto connotati moralmente7. 'ormalmente la forma tipica dell agire umano ) l atto voluto* cio) viviamo condizionati* molto spesso agiamo per reazione per: assumiamo la paternit di ci: c"e facciamo. 9uesto ci introduce nel punto pi2 complesso della questione* vale a dire( c"e cos ) l atto c"e io pongo; < la mia intenzione c"e si fa storia o ) la forma esteriore dell atto o ) tutte e due le cose; 'on bastano le intenzioni. L etica non pu: essere rivolta a una etica dell intenzione( c ) una forma concreta del nostro agire nel quale l intenzione si sperimenta alla prova della storia. -ntendere e volere 5diritto civile7 esprimono delle capacit c"e il soggetto sperimenta nel relazionarsi ai suoi atti. !io) rispetto alle cose c"e faccio c"iamo atti quelli per i quali posso dire di intendere e di volere. -ntendere in realt non significa solo comprendere* volere "a un significato pi2 c"iaro e anc"e pi2 facilmente esauribile* indica una forza* un dinamismo() l energia mediante la quale noi assumiamo la scelta di fare qualcosa. L intendere invece "a a c"e fare con l intenzione* indica cio) l attrazione c"e io sperimento verso una certa figura dell agire. 0ice c"e io "o una immagine di azione in mente* l approvo* e tendo a quella nelle forme pi2 concrete del mio agire. Sarebbe riduttivo pensare a una semplice contrapposizione tra una forma materiale oggettiva del mio atto e l intenzione soggettiva c"e io ci metto. < bene ci: c"e faccio intenzionalmente o ) bene il prodotto buono della mia intenzione; Abelardo era il campione dell etica intenzionale =io pecco quando acconsento alla volont di peccare>. 5Abelardo diceva c"e se tu volevi ammazzare qualcuno e poi non riesci a farlo* tu l "ai gi ucciso* tu sei un assassinoC perc"1 la tua intenzione ) quella di uccidere7. $siste tuttavia una dimensione esteriore materiale degli atti. +n atto non si esaurisce mai nella sola intenzione soggettiva di c"i lo pone* e allo stesso tempo un atto non si esaurisce mai nella sola forma materiale. 'on esiste una presunta soggettivit dell atto c"e consiste solo nella sua materialit. -o so c"e un atto presuppone sempre una intenzione. 9uale oggettivit; !osa ) c"e rende oggettivo l atto; < la sua materialit; !ertamente noi gli atti possiamo qualificarli per il loro dono materiale. &ppure ) pi2 complessa; -l profilo materiale di un atto ) assai carente* certamente ) molto evidente( la cosa c"e io vedo dell agire ) ci: c"e materialmente cambia nella storia. < l intervento di un soggetto c"e modifica una situazione nella storia. 5es( acquisto un cioccolatino D atto materiale A 7 ) possibile definire un atto solo materialmente; 9ual ) il confine di quell atto; < solo comprare il cioccolatino* lo compro nel momento in cui tiro fuori la moneta e prendo il cioccolato; @orse l atto inizia gi nel momento in cui "o messo i soldi dentro il mio portafoglio e forse quell atto finisce li dove quel cioccolato continuer ad essere prodotto da bambini sfruttati. 9uindi* dove finisce il confine materiale di un atto; < impossibile* ) una aporia in termini di lettura della realt. 9uesto ci dice c"e ) impossibile definire un atto solo nella sua materialit perc"1 non sappiamo dove comincia e non sappiamo dove finisce. 0efinire gli atti in modo materiale ) utile per descrivere la realt ma non ) adeguato per decifrare fino in fondo il significato dell esperienza.

$siste allora un modo pi2 complesso per cogliere l oggettivit di un atto* cio) c"e cosa accade per davvero. La definizione ) di .ommaso 0 Aquino c"e parlava nella sua =teoria delle fonti della moralit dell atto> di tre modi o fonti per qualificare l oggettivit di un atto( 17 la c"iamava circostanze 5ed ) quella c"e noi c"iamiamo materialit7( dove* quando* in c"e modo* di cosa ) fatto 5) il fatto materiale fisico dell atto c"e compie7. $siste per: diceva .ommaso una seconda fonte per qualificare l atto* 27 la c"iamava il movente 5ed ) quella c"e noi c"iamiamo l intenzione7( l intenzione con cui il soggetto intende agire. #oi .ommaso aggiungeva un terzo aspetto. 37 ! ) anc"e una finalit intrinseca nell atto. +n conto ) l intenzione con cui io compro il cioccolatino* e un conto per: ) l intenzionalit intrinseca c"e il cioccolato possiede. 9uesto concetto dell intenzionalit intrinseca ci serve per capire c"e ci pu: essere uno scarto tra l intenzione con cui io faccio una cosa e ci: a cui quella cosa tende di per se. 0iceva .ommaso c"e l oggettivit di un atto non consiste nella sola materialit ma consiste nell intenzionalit intrinseca c"e "a 5cio) a cosa tende quell atto7 mediata dalle circostanze materiali e anc"e mediata dall intenzione soggettiva. 5es( intenzionalit intrinsecaFun aereo sgancia delle bombe per fare dei danni62 intenzionalit soggettivaFfaccio dei danni perc"1 voglio salvare la democrazia e la patria circostanze materialiFdove butto le bombe7

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