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+
v
2
2
v
1
2
2
+ u
2
u
1
(6.2)
dove si trascurata, com' sempre possibile per le macchine operanti con gas o vapori, la
variazione di energia potenziale gravitazionale e con u
2
u
1
si indicata la degradazione di
energia interna per unit di massa dovuta alle resistenze passive.
In alcune applicazioni, quali ad es. le soffianti degli scambiatori a fasci tuberi, con aria a
circolazione forzata all'esterno del fascio, preponderante rispetto agli altri il termine relativo
all'energia cinetica allo scarico della macchina per cui si potr scrivere:
l
e
v
2
2
2
+ u
2
u
1
(6.3)
Indicando con l
m
il lavoro per unit di massa effettivamente scambiato dal fluido, in modo
analogo a quanto visto per le pompe si potr scrivere:
l
e
=
l
m
i
(6.4)
dove
i
il rendimento idraulico del ventilatore.
Nei compressori volumetrici, a motivo della bassa velocit del fluido all'interno della macchina e
di un possibile raffreddamento del fluido durante la compressione per effetto dello scambio di
calore con l'esterno, la trasformazione potr essere prossima a un' isoterma, per cui, nel caso
ideale, si potr scrivere:
l
cid
= q
e
= RTln
p
2
p
1
= RTln
c
(6.5)
dove con
c
si indicato il rapporto di compressione p
2
/p
1
.
Introducendo il rendimento isotermo
is
= l
cid
/l
c
, per una compressione reale si avr:
l
c
=
l
cid
is
=
RT
is
ln
c
(6.6)
Come gi osservato nell'introduzione, non hanno oggi applicazioni significative le macchine
motrici volumetriche a vapore e quindi tralasciamo le formule relative, comunque facilmente
deducibili dalla (6.6).
Nei compressori e nelle turbine a flusso continuo, a causa dell'elevata velocit del fluido
all'interno della macchina, le trasformazioni possono considerarsi adiabatiche, per cui,
trascurando la variazione di energia potenziale gravitazionale e la variazione di energia cinetica a
cavallo della macchina, la (6.1) si riduce a:
l
e
= h
2
h
1
(6.7)
45
Nel caso di trasformazioni ideali (isoentropiche), i rispettivi lavori di compressione o
d'espansione saranno dati da:
l
cid
= l
e
= h
2'
h
1
= c
p
T
2'
T
1
( )
=
RT
1
1
( )
per una compressione ispentropica
l
eid
= h
1
h
2'
= c
p
T
1
T
2'
( )
=
RT
1
1
e
( )
per un' espansione isoentropica
(6.8)
dove con il pedice 2' si sono indicate le condizioni di fine trasformazione isoentropica.
Si definiscono rendimento adiabatico (o isoentropico) di compressione e rendimento adiabatico
(o isoentropico) d'espansione i rapporti:
adc
=
l
cid
l
cr
=
h
id
h
r
e
ade
=
l
er
l
eid
=
h
r
h
id
(6.9)
da cui, sostituendo nella (6.8):
l
c
= h
2
h
1
= c
p
T
2
T
1
( )
=
RT
1
adc
1
( )
per una compressione adiabatica
l
e
= h
1
h
2
= c
p
T
1
T
2
( )
=
RT
1
ade
1
e
( )
per un' espansione adiabatica
(6.10)
dove con il pedice "2" si sono indicate le condizioni di fine trasformazione reale.
Applicando le leggi dell'isoentropica alle (6.9) e trascurando le variazioni dei calori specifici con
la temperatura, si deduce ancora:
adc
=
h
id
h
r
=
T
2'
T
1
T
2
T
1
=
c
1
T
2
T
1
1
ade
=
h
r
h
id
=
T
1
T
2
T
1
T
2'
=
1
T
2
T
1
1
e
(6.11)
Le potenze assorbite all'asse della macchina saranno date da:
P
a
=
m l
c
v
=
m l
cid
g
per un compressore
P
a
= m l
e
v
= m l
eid
g
per una turbina
(6.12)
6.2) Lavori di contro-recupero e di recupero. Rendimento politropico.
In fig. (6.1) sono rappresentati in un piano termodinamico (T-S) gli andamenti di alcune tipiche
trasformazioni e i lavori corrispondenti.
Fig. 6.1
46
E' immediato dedurre dalla (6.5) che il lavoro scambiato lungo una trasformazione isoterma
(h=0) equivalente calore scambiato durante la trasformazione, mentre per una trasformazione
adiabatica (q
e
=0), il lavoro scambiato con l'esterno equivalente al calore scambiato lungo
un'isobara che evolva tra le stesse temperature iniziali e finali dell'adiabatica.
Per quanto detto, per la compressione isoterma 1-B in fig. 6.1 a), il lavoro scambiato sar
equivalente all'area A
AB1C
= Tds
1
B
pc
=
l
crev
l
c
=
l
cpol
l
c
=
l
cid
+ l
crec
l
c
per una compressione
pe
=
l
e
l
erev
=
l
e
l
epol
=
l
e
l
eid
+ l
rec
per un' espansione
(6.14)
Per quanto riguarda l'espressione del lavoro politropico l
pol
, si rimanda al paragrafo 2.8 del
capitolo 2.
Osservando che per trasformazioni infinitesime sono trascurabili gli effetti dipendenti dalla
natura del fluido, il rendimento politropico pu essere anche definito come il rendimento
isoentropico dello stadio infinitesimo e da tale definizione si possono dedurre, per trasformazioni
adiabatiche, alcune relazioni interessanti tra il rendimento politropico e il rendimento
isoentropico.
Se consideriamo una compressione adiabatica, in base alla definizione precedentemente data, il
rendimento politropico potr essere espresso da:
Fig. 6.2
48
p
=
dh
is
dh
=
dT
is
dT
(6.15)
Differenziando l'equazione dell'isoentropica Tp
= cost , ottiene:
p
dT
is
Tp
1
dp = 0 da cui
dT
is
T
=
dp
p
e, per la (6.15):
dT
T
=
p
dp
p
che integrata tra uno stato iniziale "1" ed uno finale "2", conduce a:
ln
T
2
T
1
=
p
ln
p
2
p
1
=
p
ln
c
da cui, per la propriet dei logaritmi:
T
2
T
1
=
c
p
Sostituendo il rapporto T
2
/T
1
cos ottenuto nell'espressione del rendimento adiabatico di
compressione (6.11) si ottiene:
adc
=
c
p
1
=
c
c
1
(6.16)
Applicando gli stessi passaggi a un'espansione adiabatica si perviene a:
ade
=
1
e
p
1
e
=
1
e
1
e
(6.17)
Nelle figg. 6.3 e 6.4 sono riportati gli andamenti della (6.16) e della (6.17) per un gas biatomico
al variare di e per diversi valori del rendimento politropico.
Fig. 6.3
Fig. 6.4
49
Come si pu osservare dalla fig. 6.3, il rendimento isoentropico diminuisce all'aumentare del
rapporto di compressione per effetto del contro recupero. Il contrario avviene per un'espansione
per effetto del recupero.
Dalla (6.16) si pu ancora ricavare:
=
k 1
pc
k
=
m 1
m
da cui
pc
=
k 1
k
m
m 1
che lega il rendimento politropico all'esponente m della politropica.
Analoga relazione pu essere ricavata tra
pe
e m.
6.3) Compressione con refrigerazione intermedia.
Come gi osservato, nei compressori a flusso continuo non agevole la realizzazione di un
raffreddamento continuo a causa dell'elevata velocit del fluido all'interno della macchina e delle
piccole superfici disponibili per lo scambio termico. Si pu per pensare di suddividere la
compressione in pi stati parziali intercalati da refrigerazioni intermedie (compressione inter-
refrigerata) come mostrato in fig. 6.5 a), dove ci si limitati per semplicit a una sola
refrigerazione intermedia.
Come si pu osservare dalla figura, la compressione interrotta a una pressione intermedia tra
quella iniziale e quella finale, il fluido estratto dalla macchina e inviato a uno scambiatore di
calore che lo riporta pressoch alla temperatura iniziale, dopodich esso nuovamente inviato al
compressore al fine di completare la compressione.
In fig. 6.5 b) rappresentata la successione delle trasformazioni supposte per semplicit ideali.
L'area curvilinea tratteggiata rappresenta il lavoro di compressione risparmiato rispetto al lavoro
della compressione realizzata in un unico stadio. Osserviamo che all'aumentare del numero di
inter-refrigerazioni tale lavoro risparmiato aumenta, e il lavoro di compressione tender al lavoro
isotermo per un numero infinito di inter-refrigerazioni, ma, di contro, aumenter anche il costo
dell'impianto. Per un dato rapporto di compressione, il numero di refrigerazioni intermedie sar
perci stabilito in base a un criterio di ottimizzazione economica e in base alla massima
temperatura ammissibile nel compressore in dipendenza dal materiale impiegato.
Si pu ancora osservare, inoltre, che per p
i
p
1
, vale a dire per una inter-refrigerazione
eccessivamente anticipata, il lavoro di compressione risparmiato tende a zero, come pure tende a
zero per p
i
p
2
, vale a dire per una inter-refrigerazione troppo ritardata. La condizione ottimale
per la scelta della pressione intermedia deducibile per via analitica imponendo che sia massimo
il lavoro risparmiato o, il che lo stesso, sia minimo il lavoro di compressione.
Ponendo uguale a zero la derivata del lavoro di compressione, si perviene attraverso banali
passaggi non riportati alla condizione:
Fig. 6.5
50
1
=
p
i
p
1
=
T
3
T
1
1
2
p
2
p
1
=
T
3
T
1
1
2
da cui, per T
3
= T
1
:
1
=
2
= (6.18)
Il risultato ottenuto con la (6.18) del tutto generalizzabile, nel senso che per n refrigerazioni
intermedie e nel caso in cui le temperature di fine inter-refrigerazione siano ricondotte alla
temperatura iniziale, il rapporto di compressione intermedio ottimale per compressioni
isoentropiche sar dato da:
i
= cost =
z
(6.19)
dove z=n+1 e
i
il generico rapporto di compressione parziale.
Sotto le ipotesi sopra specificate, il lavoro di compressione ideale sar dato da:
l
c
=
RT
1
1
( )
i=1
z
= z
RT
1
1
( )
(6.20)
Nel caso di compressioni reali i risultati della (6.19) avranno solo valore qualitativo, ma, nei
limiti di una buona approssimazione, si potranno ritenere ugualmente validi.
Osserviamo che al diminuire del rapporto di compressione diminuisce l'effetto di contro-
recupero (al limite nullo per un numero infinito di refrigerazioni intermedie) e quindi un ulteriore
effetto positivo di una compressione con refrigerazione intermedia sar quello di avere un
rendimento adiabatico maggiore di quello di una compressione realizzata in un solo stadio a
parit di rendimento politropico.
Anche per le turbine sar possibile approssimare un'espansione isoterma mediante un'espansione
frazionata con riscaldamenti intermedi: la scelta del numero di frazionamenti e dei rapporti
d'espansione parziali segue, in linea generale, i criteri sopra esposti.
Osserviamo ancora che le minori temperature interne rese possibili dalla refrigerazione
intermedia determinano maggiori densit del fluido e quindi, per una data portata massica,
minori portate volumetriche negli stadi successivi alla prima refrigerazione con conseguenti
minori dimensioni della macchina.