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Napoli 20/2008 del 28/02/2008

FATTO di CRONACA
Redazione Giornalismo Investigativo Universit Parthenope 2014

Marted 28 gennaio 2014

Le dichiarazioni degli ospiti


BISOGNA METTERSI DALLA PARTE DEL DETENUTO La linea lavorativa del Direttore del carcere di Nisida Gianluca Guida
di Italia Vitucci

La storia di Gennaro
CI STA UNA VITA DIVERSA, DI NON RUBARE PIU GENNARO DA NISIDA A CASA INFANTE
di Marilena Ciccone

E questione di abitudine. Fatto la prima volta poi inizia a piacerti. A 13 anni la prima rapina per Gennaro. Come la striscia di terra che L aveva sempre scampata. E poi un Collega lisolotto di Nisida alla terra Gli ospiti del corso di giornalismo giorno, insieme allo zio, avevano gi rapinato investigativo allUniversit Parthenope (NA): Ferma sottile il confine tra il bene e da sinistra a destra, Antonio Franco, un supermercato. Ma i 2000 euro sottratti non il male. Ci basta penetrare nel cuore Presidente Associazione Scugnizzi, Gennaro, gli bastarono. Pi avanti cera un grande lavoratore e ex detenuto del carcere di del quartiere di Poggioreale o osservare tabaccaio. Pistole alla mano e annunciarono la Nisida (NA), Gianluca Guida, direttore del dalla collina posillipina per rintracciare carcere di Nisida rapina. Il signore dietro la cassa era un ex falco, gli sguardi di tanti figli della strada che aveva una pistola. E fu subito conflitto a fuoco. Lo zio cadde a questo limite lhanno valicato. C chi lha fatto in terra. Morto, per un colpo alla testa. Gennaro incass 4 colpi ma maniera inconsapevole, chi sapeva i rischi cui andava riusc lo stesso a scappare. Butt la pistola ma dopo poco si incontro. Dietro le sbarre sono per tutti uguali, tutti accasci a terra. sono stati sottratti alla loro libert. 4 anni a Nisida. Se quella sera fossi riuscito a scappare ora Dissertazioni filosofiche e rivoluzioni culturali sono state facevo ancora le rapine Gennaro a Nisida vede il comandante necessarie per sancire normativamente i principi di del suo reparto come una figura di riferimento. Ora ha delle umanit delle pene e rieducazione dei condannati. regole. E difficile invogliarlo ad andare a scuola. Ma riesce a Tuttavia non sempre si crede nelle potenzialit dei prendere la licenza media. Poi l incontro con Antonio Franco, detenuti, si tende ad associare lindividuo al reato. presidente dell associazione Scugnizzi, che opera con ex Bisogna in ogni caso offrire una seconda opportunit, detenuti. Gennaro inizia un percorso rieducativo che lo far necessariamente essere sostenuta da una volont del affacciare al mondo del lavoro. detenuto, protesa ad un vero desiderio di recupero e ad Oggi Gennaro caporeparto presso la gelateria Casa Infante di un reinserimento adeguato nella societ. Oggigiorno, Patrizio Infante. Il riscatto sociale possibile. Il gusto vincente nonostante la tanto agognata civilizzazione, la situazioni della vita quello della legalit. delle carceri versa in condizioni inumane: pronte ad esplodere per il gran numero di detenuti, ben oltre gli standard di capienza. Listituto penitenziario di Poggioreale il pi grigio degli esempi. Uninfima presenza di psicologi e operatori sociali non sono in grado di occuparsi dei numerosi casi da seguire. I reclusi, lasciati a loro stessi, non possono far altro che confrontarsi con modelli negativi, apprendere tecniche criminali tramite racconti di altri galeotti. Una realt che forgia nuovi e migliori criminali che attendono solo di raggiungere la libert per mettere in pratica quanto appreso. Tuttaltra storia nellistituto penale minorile di Nisida. Grazie allesiguo numero di ospiti il personale lavorante in grado di rapportarsi con questi giovani detenuti, mettersi dalla loro parte analizzando da vicino i loro comportamenti e stili di vita. Grazie a questo scambio di idee tra stato e antistato, il personale specializzato pu comunicare con questi ragazzi, smussare la loro rabbia, conoscere i loro modelli di vita e i motivi delle loro azioni. Vengono attivati numerosi progetti, laboratori di recupero, che permettono di inserire i giovani in nuovi ambienti lavorativi, fornirgli nuove aspettative di vita. Tale contesto esige uno stravolgimento culturale, base dellinsegnamento di principi a valori minimi della famiglia. Il migliore esperimento per aiutarsi a vicenda il calarsi nei panni degli altri, dei ragazzi detenuti, osservare il mondo con gli occhi di persone a noi prossime, ma che hanno orizzonti paralleli ai nostri.

Marted 28 gennaio 2014

Sovraffollamento delle carceri


LINFERNO DI POGGIOREALE
di Mirko Piccolo Il sovraffollamento delle carceri affligge in modo indecoroso il nostro paese. Poggioreale lemblema di tale problematica, testimonianza di numeri sono drammatici: 2700 detenuti a fronte di una capienza massima di 1200 individui. La struttura suddivisa in padiglioni, dire di padiglioni come il Firenze o il Salerno sarebbe fin troppo riduttivo, visti i lavori effettuati negli ultimi anni e nonostante ci le condizioni appaiono disumane. Padiglioni come Avellino o Napoli contengono fino a 20 persone in una cella, con condizioni igienico-sanitarie raccapriccianti. E pensare che la Corte di Strasburgo ha condannato la giustizia italiana, sottolineando che ogni detenuto deve avere a disposizione 6 mq di spazio. Ci basta a farci capire la gravit della situazione. Il degrado massimo e limperativo diventa sopravvivere. Scompare cos quella che la funzione principale di tale istituito: la rieducazione. Il detenuto riconosce soltanto la privazione della libert, lo Stato come un nemico. Luso della violenza usata in luogo di contenimento il pi delle volte lunico modo per controllare spacciatori, assassini e stupratori. Poggioreale ormai noto comescuola del crimine, un luogo dove entri con un diploma in marijuana e ne esci con un dottorato in cocaina dal film Blow di Ted Demme.

SE NON TI SENTI BENE O CHIAMI UNA GUARDIA PUO ESSERE UN RISCHIO LA SCONVOLGENTE INUMANITA DEL CARCERE DI POGGIOREALE
di Italia Vitucci nella cella con la coperta stesa a terra che i detenuti del carcere di Poggioreale cessano completamente di essere uomini. Il volume troppo alto della televisione, una chiacchierata con toni elevati bastano a mettere in allarme alcune guardie carcerarie che, senza dare troppe spiegazioni, ti conducono nella cella della vergogna. Sono stato denudato e picchiato a calci mentre facevo le flessioni a terra. Il giorno dopo mi sono recato in infermeria, ma una delle guardie implicate mi ha accompagnato e ha presenziato alla mia visita. Questo quanto emerge dalla dichiarazione di un ex detenuto. Solo oggi che uscito fuori dalle celle ha il coraggio di raccontare affermando di essere in cura presso uno psicologo. Le vessazioni sono state denunciate al Garante dei detenuti della Campania, dott.ssa Adriana Tocco, la quale afferma di non aver mai visto la fantomatica cella zero, ma di essere pronta a informarsi.

Il caso

Le testimonianze dei carcerati di Poggioreale (NA) rilevano lesistenza della Cella Zero: verit o menzogna?

Questa segnalazione, unita a denunce, che solo negli ultimi tempi hanno raggiunto un numero cospicuo, a carico della casa circondariale napoletana, sar consegnata alla magistratura che dovr verificare la veridicit dei fatti. Ad oggi ai piani alti si continua a parlare di leggende metropolitane. Si nega lesistenza dei picchiatori che, a volto coperto, conducono i detenuti in stanze al piano zero, trattandoli da animali e facendogli perdere la dignit per quello che sembrerebbe solo puro divertimento. I Baschi Azzurri difendono tramite la Sappe, il loro sindacato, la loro professionalit e lorgoglio nello svolgere un lavoro stressante e pericoloso. I racconti dimostrano un enorme contrasto con il senso di umanit, moralit, principi costituzionalmente garantiti,che rende un luogo di rieducazione un centro di violenza fisica e psicologica.

Marted 28 gennaio 2014

La realt delle carceri


I dati BOOM DI SUICIDI: ANCHE NELLE CARCERI SI MUORE
di Valeria Romano In Italia i detenuti si tolgono la vita nove volte di pi rispetto al resto della popolazione. I dati che emergono dal rapporto sulle condizioni carcerarie in Italia mettono i brividi : dal 2000 al 2014 i suicidi in ambito penitenziario sono 805. Spesso, questi suicidi sono preceduti da conflitti con altri detenuti o con l'amministrazione, con la famiglia, da separazioni o questioni legali. In generale, il tasso di suicidio dei detenuti pi elevato tra quelli che hanno pene lunghe da scontare, in conseguenza al fatto che l'incarcerazione non solo rappresenta la perdita della libert e dei legami familiari e sociali, ma anche paura per il futuro, frustrazione ed esaurimento fisico e nervoso. Molti detenuti si uccidono durante la notte o nel fine settimana, quando il personale pi scarso, ma anche il tipo di alloggio incide e chi posto in celle singole o in isolamento o in particolari regimi di detenzione rischia di pi. Secondo il rapporto dell'Organizzazione, le persone rinchiuse che si sono uccise avevano elementi comuni tra loro: l'assenza di supporto sociale e familiare, precedenti comportamenti suicidi, malattie psichiatriche e problematiche di natura emotiva. Spesso sono state vittime di bullismo, di conflitti con altri detenuti o di sanzioni disciplinari.

La legge DECRETO SVUOTACARCERI: IL CONDONO STA ARRIVANDO I costi


di Valerio Montesano Secondo le analisi del dipartimento di Polizia Penitenziaria in Italia un carcerato costa mediamente 3.511 euro al mese. Di questi soldi per solo 255 euro vengono spesi per le esigenze del detenuto. Il resto serve ad alimentare il sistema penitenziario. La confusione sui numeri data dal numero di risultati sempre diversi che compaiono su Google appena si pone la questione. Vengono proposte cifre di ogni genere, che vanno dai 70 mila euro lanno ai 7500 euro al mese, per 225 euro al giorno. Per Pianeta Carcere a Rimini un detenuto costa ogni anno 3.384 euro al mese. Per lOsapp, ripreso dal Consap Lucca, un carcerato costa quanto un deputato, ovvero 12 mila euro al mese. E evidente che questi numeri contrastano tra di loro ed impediscono allopinione pubblica di rendersi conto di quanto effettivamente costa il carcere. Noi,popolo italiano, saremo mai onorati di avere una risposta concreta? di Simone Mercogliano

Di solito la giustizia viene rappresentata come una dea bendata che sorregge una bilancia, in Italia si sa, la nostra dea sta male e non ha pi forze per sorreggere la bilancia,questo il caso del decreto svuotacarceri. Vi immaginate a piede libero scippatori, rapinatori, assassini e stupratori? Beh tra qualche mese, se non si applicano emendamenti seri, potr divenire realt. Cosa potranno mai pensare riguardo lo Stato Italiano le famiglie delle vittime? Cosa potranno mai pensare le persone che pagano le tasse, seppur con enormi difficolt, sul come vengono spesi i soldi per la sicurezza del cittadino? E vero che processi lunghi incidono sull 1% del pil del belpaese, ed vero che molte carceri Italiane non rispettano parametri di umanit, essendo sovraffollate; ma non ci sembra il modo pi congruo per affrontare un problema, quello delle carceri, che molto pi ampio e profondo di ci che di serio si applicherebbe tramite decreto.

Marted 28 gennaio 2014

Testimonianze dal carcere


Tra direttore e detenuto SOFFOCATI DALLA RABBIA Lespiazione delle colpe nello Stato italiano
di Sara Esposito Allentrata sono tutti in piedi, rivolti verso il letto e non parlano. Qualcuno vuole girarsi, ma non lo fa. Dalle mani dietro la schiena capisco chi sono: i ristretti, i detenuti. Non hanno la tuta a strisce bianca e nera, non hanno i pantaloni col cavallo basso per sono l, a pagare per le loro colpe. Siamo nel carcere di Poggioreale. affollato, vecchio e anche un po sporco. Le conversazioni parlano sempre di reati e costruiscono nuove idee nelle menti dei detenuti. Per i pensieri deviati e i comportamenti pericolosi sono stati allontanati dalla societ, senza libert alcuna. Cos, senza delinquenti, siamo tutti pi tranquilli. Se non fosse che quellassassino, quello stupratore e quel tossicodipendente torneranno, presto o tardi, nella societ. Per questo la legge prevede che la detenzione deve tendere alla riabilitazione del condannato, che non deve fomentare la propria rabbia e aumentare il senso di disagio. Il carcere dovrebbe far sentire il peso della libert perduta e far capire

LA MIA LIBERTA E DENTRO Poggioreale attraverso gli occhi di un detenuto


di Alessandra Auriemma Napoli Io mi sento pi libero dentro che non fuori le parole di un detenuto ospite da 13 anni che confessa come nel carcere abbia recuperato la sua vita grazie alle opportunit che gli sono state offerte: unistruzione e la possibilit di imparare un mestiere manuale. Ci invita a non guardare solo i segnali negativi come il sovraffollamento, la scarsa igiene o il servizio sanitario carente, la libert qui dentro ci dice, la libert nel capire che esiste la possibilit di scegliere, che esistono strade diverse da quella percorsa, la libert poter capire tutto ci. Trover un lavoro? Riuscir a cambiare vita? Come mi vedranno i miei figli? Tante le domande che si pongono i detenuti i quali trovano mille e nessuna risposta. Le incertezza del mondo esterno, quelle che anche molti comuni cittadini vivono quotidianamente, sono il principale cruccio di chi recluso, di chi disposto a cambiare e di chi sa che comunque riprender a delinquere. La struttura penitenziaria di Napoli offre numerosi, ma mai abbastanza, corsi di formazione, una piccola finestra che si affaccia sulla legalit: sono solo 18 gli educatori del carcere di Poggioreale che si occupano di circa 150 detenuti pro capite ai quali tentano di procurare un impiego con laiuto degli enti locali per il reinserimento nella societ. Attraverso le parole di un uomo con latteggiamento di chi non ha nulla da perdere nonostante un figlio ormai maggiorenne che lo vede da dietro le sbarre da quando aveva 4 anni capiamo che la libert di cui ci parla consiste nellaver toccato con mano le proprie potenzialit e le proprie emozioni. Invece quel senso di colpa che tuttoggi percepisce per non aver cresciuto il suo ragazzo la pena pi dura che non sconter poi cos facilmente.

che c un modo solo per ottenerla, quello della legalit. Deve insegnargli ad evadere dai pensieri distruttivi e ricominciare. Allora come possiamo rispondere allex direttore del carcere di Poggiorale, Cosimo Giordano, secondo cui la rabbia si soffoca con la fantasia? Direttore la nostra mente, di persone sane e agiate pu aiutarci a sognare, a sperare in un futuro migliore e darci la forza di andare avanti con le nostre gambe, ma la mente di chi criminale e ha scelto una vita allincontrario della nostra cosa pu mai dirgli? Cosa potrebbe fantasticare un detenuto, che vive insieme a gente che ha fatto le sue stesse scelte? Forse, Direttore, lesempio da seguire sarebbe quello del carcere di Nisida che con una nuova dirigenza passata dalle criticit evidenziate dal Comitato europeo contro le torture, a diventare centro europeo degli studi sulla devianza minorile. Un ottimo esempio della voglia di cambiare.

Marted 28 gennaio 2014

Comitato Europeo delle Torture


MALTRATTAMENTI NELLE CARCERI E SCARSA IGIENE IL RAPPORTO ANNUALE BOCCIA LITALIA
di Flavia Sorrentino Cosa direbbero i padri costituenti se vedessero il modo in cui oggi viene trattata la Costituzione? Di certo ne rimpiangerebbero gli intenti, che per quanto siano stati pensati con lungimiranza, si scontrano con lincapacit diffusa di renderli effettivi. E il caso dellarticolo 27 della Carta Costituzionale, maltrattato almeno quanto i detenuti delle carceri italiane. Infatti, nonostante siano vietati per legge trattamenti contrari al senso di umanit, i luoghi di detenzione nel belpaese troppo spesso e in troppi casi, prediligono la repressione punitiva alla rieducazione del condannato. A darcene conferma il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT), che attraverso rapporti periodici e, si occupa di ispezionare tutte le strutture di detenzione sul territorio, per verificare le condizioni di trattamento delle persone private della libert. Entrato in vigore nel 1989 e basato sull art. 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti delluomo e delle libert fondamentali, il CPT non un organo investigativo, bens uno strumento non giudiziario a carattere preventivo, destinato a proteggere la sicurezza dei condannati e ad affiancare le attivit svolte dalla Corte Europea dei Diritti delluomo. Per tale ragione, i membri che sono individuati per competenze in ambito giuridico, medico e penitenziario, devono rispondere a criteri di imparzialit ed indipendenza: svolgono il proprio mandato a titolo individuale, non rappresentano lo Stato per il quale sono stati eletti e non possono partecipare alle visite nel proprio paese. Lultimo rapporto inerente lItalia risale al Maggio scorso, in cui si legge che il CPT ha ricevuto una serie di denunce di maltrattamenti fisici compiuti della Polizia di Stato e dei Carabinieri in aria di Milano e Bologna, relativo soprattutto ai cittadini stranieri. Stessa cosa per il carcere di Vicenza, dove stato denunciato un uso eccessivo della forza da parte del personale carcerario e nella prigione di Palermo dell Ucciardone, dove quasi tutte le unit di detenzione erano mal ridotte e le condizioni di igiene lasciavano a desiderare. Situazione analoga a Bari, dove 11 detenuti erano sistemati in una stanza di appena 20 m2. Risultati negativi sono stati registrati anche per il trattamento negli ospedali psichiatrici giudiziari, sia per quanto riguarda i bassi livelli di personale sanitario sia per lassenza quasi totale di psicologi di supporto. Infatti, alle strutture generalmente vecchie e al personale non idoneo e disinformato, si aggiungono i numerosi tagli alla spesa pubblica che penalizzano duramente le carceri, in barba alle normative e alle regolamentazioni vigenti. A stonare dal coro dell indecenza penitenziaria, le relazioni del Comitato Europeo delle Torture sul carcere napoletano di Nisida, che posto sotto osservazione ha registrato attestazioni positive, dopo anni di gestione dura e repressiva. Infatti vige il rischio reale, che i luoghi di detenzione diventino sfogatoi di abusi e maltrattamenti, intentati dagli operatori giudiziari, che educati a gestire la violenza con logiche di contrapposizione piuttosto che di mediazione, esprimono la propria frustrazione personale attraverso il principio del pi forte. Come succede sempre per le questioni complesse, le responsabilit non sono mai individuali e la lista di chi dovrebbe farsene carico si allunga tra dirigenti, operatori, funzionari e organi istituzionali preposti ad occuparsene. Restano perci le politiche di assistenza, quelle economiche e lefficienza dei servizi il vero problema delle carceri, che lItalia dal canto suo - fa sapere - che ce la metter tutta per risolvere. Intanto le sbarre si assottigliano sempre di pi e la luce si intravede sempre meno, con buona pace dei diritti civili e delle tutele umanitarie.

Marted 28 gennaio 2014

Economia
FRODI E SPRECHI DELLA SPESA PUBBLICA 5 MILIARDI DI DANNO AL PAESE SCOPERTI NEL 2013 Tra le truffe, oltre 23 milioni di danno al Servizio sanitario
di Giuliano Iannone Con un ammontare di 5 miliardi tra frodi e sprechi della spesa pubblica, la GdF ha chiuso un triste 2013, comunicando nel suo bilancio annuale i dati di questa ennesima stangata: i danni erariali ammontano a circa 3,5 miliardi di euro, provocati da reati alla Pubblica Amministrazione. Scoperti impiegati, funzionari e amministratori a seguito di ben 4300 denunce. Sconcertante anche il valore dei sequestri di beni mobili e immobili e conti correnti: 309 milioni di euro. In proporzione il capitolo del Servizio sanitario nazionale stato quello pi colpito: denunciati circa 1173 truffatori e 1704 tra dipendenti pubblici e committenti per casi di doppio lavoro e incompatibilit. Unonta pari a 23 milioni di euro, che capita a fagiolo con limmane crisi del nostro paese. Lo scenario stato offerto dalle verifiche di iniziativa della polizia giudiziaria, fortificata da deleghe della Magistratura e della Corte dei Conti.
Il colore dei soldi: un desiderio che provoca scelleratezza a danno degli onesti.

Direttore: Cristiana Barone Editore: Antonella Castaldo Capo Redattore: Luigi Liguori Coordinatore di Redazione: Fabio Liguori Editing Grafica: Giuliano Iannone Redazione: Corso di Giornalismo Investigativo 2014- Universit Parthenope di Napoli Bigol News - Testata Registr. Trib. Napoli 20/2008 del 28/02/2008 Info line: fabio.liguori@virgilio.it giulianoiannone@gmail.com Seguici anche su Facebook : SPYNEWS24 FATTO DI SPORT

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