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L'INTERROGATORIO OMEOPATICO

E' la base di partenza per arrivare ad una prescrizione motivata. Pertanto, senza un buon interrogatorio, non ci potr essere una buona prescrizione. Possiamo dire tranquillamente che ogni omeopata creer uno schema d'interrogatorio che gli sar pi consono, in accordanza con le proprie tendenze caratteriali, anche se all'inizio, per districarsi nel dedalo delle domande, delle affermazioni "libere" del paziente, delle proprie annotazioni, etc., sar bene seguire uno schema gi provato e annotarsi a margine dei fogli che si utilizzano, in maniera da non dimenticarsene, le voci che pi ci sembrano significative. Naturalmente, nell'interrogatorio omeopatico, ci si servir della semeiologia classica, in primo luogo, e quindi fondamentali saranno:

1) I DATI ANAGRAFICI 2) L'ANAMNESI - familiare - relativa ai precedenti patologici l'anamnesi fisiologica e le vaccinazioni) - relativa alla patologia in atto 3) LA DIAGNOSI EZIOLOGICA supportata da rilievi diagnostici e tutto ci che pu servire a chiarificare il caso. (comprende

Pertanto si prenderanno in considerazione, in accordo con la semeiologia classica, i segni fisici locali (valutati mediante ispezione, palpazione, percussione ed auscultazione) e i segni generali (febbre, sudorazione, secrezioni, escrezioni, aspetto degli eventuali essudati) legati alla patologia in atto. I segni funzionali (sete, fame, alvo, diuresi) non vengono, nella

metodologia classica, presi in considerazione, se non come segnali tipici di talune patologie. Questi stessi segni locali, generali e funzionali, sono in omeopatia presi in considerazione in maniera assai particolare dal momento che la terapia, in medicina omeopatica, si riferisce a sintomi individuali e solamente a questi, indipendentemente dalla diagnosi classica di malattia. Pertanto, in omeopatia non sufficiente che si parli di un sintomo in senso generico; quel sintomo deve personalizzarsi per avere un significato, in quanto espressione di un malessere legato ad una persona e a quella soltanto. Sar quindi necessaria la precisazione dei sintomi generali e locali presentati dal paziente.

PRIMA PRECISAZIONE = MODALITA' La modalita la caratterizzazione di un sintomo nel senso di un suo miglioramento o peggioramento sotto l'effetto di particolari circostanze (non solo esterne!). E' la reazione soggettiva del malato a circostanze passeggere e/o ripetitive. La modalit suscettibile di : FAR COMPARIRE (=MODALITA' CAUSALE), AGGRAVARE, MIGLIORARE, FAR SCOMPARIRE, UN SINTOMO O ADDIRITTURA UNO STATO MORBOSO.

Una modalit sar ancora pi significativa quando: a) Il suo carattere sar sorprendente, originale, inusitato, personale in una parola anomalo. Potr pertanto assumere il significato di sintomo chiave (KEY NOTE), caratteristico di un determinato rimedio. Es. Amm. mur. che ha delle epistassi quando si lava il viso.

b) Qualificher un sintomo generale influenzando quindi lo stato generale del soggetto. Es. Lyc. che si aggrava tra le 16.00 e le 20.00, Sulfur alle ore 11.00, Nux vom. Che sta meglio dopo aver dormito, Lach. che sempre peggiorata dopo aver dormito.

c) Applicata ad un sintomo localizzato, contraddirr una modalit generale. Es. Ars. alb., il cui mal di testa migliorato dalle applicazioni fredde, mentre tutto in lui migliora con le applicazioni calde.

Si distinguono: Modalit di ritmo, in riferimento ad orari preferenziali o stagioni o ciclicit; Modalit ambientali, in riferimento al clima e alle circostanze

atmosferiche; Modalit sensoriali, in riferimento a luce, rumori, odori, tatto, variazioni di posizioni; Modalit in rapporto ad atti fisiologici quali riposo, movimento,

eliminazioni, sonno; Modalit psichiche, in riferimento a consolazione, contraddizione, solitudine, compagnia.

SECONDA PRECISAZIONE = CAUSALITA' (PERCHE'?) In omeopatia questo il termine cui fare riferimento, piuttosto che eziologia, poich non ci si riferisce esclusivamente all'azione di un agente esterno, batterico o virale. Con causalit intendiamo fattori di diverso tipo :

1) INFLUENZE AMBIENTALI

- clima (freddo, caldo, umido, vento) - luce, oscurit - rumore, silenzio

2) INFLUENZE ALIMENTARI 3) FATTI TRAUMATICI

- errori o eccessi alimentari - intossicazioni vere e proprie - ferite - incidenti - shock termici

4) INFLUENZE SUL SN nel senso di coinvolgimenti emotivi espressi nel Repertorio come "ailments from" (conseguenze di)

- collera - paura - lutti - pene - gioie eccessive

Non sono patognomoniche, perch cause come un trauma, un dispiacere, non possono venir rilevate con un proving; forse sarebbe meglio annoverarle fra le "modalit causali", quando lo sperimentatore che le sub ricorda che per mezzo di tali cause i disturbi comparivano o si aggravavano.

Oggi si tende, anche in terapia allopatica, a non sottovalutare eventi particolarmente impegnativi per il paziente da un punto di vista emozionale. E' stato ormai dimostrato quanto lutti, separazioni, matrimoni, dolori di varia entit incidano sull'economia dell'organismo deprimendo quel prezioso alleato della buona salute che il sistema immunitario e rendendo quindi I'individuo pi "aggredibile" da agenti esterni e pi "vulnerabile" all'azione di metaboliti endogeni potenzialmente tossici. Tuttavia l'allopatia non ha la possibilit di intervenire su tali patologie, se non tentando di combattere la moltiplicazione dell'agente patogeno e facendo, quindi un'azione tardiva. N, tantomeno, riuscir a fare opera di prevenzione. L'omeopatia, invece, con la nozione di causalit, ci munisce di una chiave doppiamente utile: 1) CONTRIBUISCE A PORTARCI VERSO LA SCELTA DEL RIMEDIO PIU' IDONEO AL CASO Ci sono infatti alcune causalit che ci richiamano immediatamente alla mente alcuni rlmedi Freddo secco: Aconitum Umidita: Dulcamara Vento: Chamomilla Colpo di calore: Glonoinum Temporale: Phosphorus Eccessi alimentari: Nux vomica, Antimonium crudum Intossicazioni: Thuja, Nux vomica Ferite: Arnica Ustioni: Belladonna, Cantharis, Hypericum

Collera: Staphisagria Gioia improvvisa: Ignatia, Coffea Paura: Aconitum, Arnica Con I'uso dei giusti rimedi omeopatici si potr intervenire sulla patologia in atto e risorverla, senza dover ricorrere all'uso di sostanze ulteriormente tossiche per I'organismo. 2) CI PERMETTE DI ANDARE, se lo vogliamo, PIU' IN PROFONDITA' NELLA CONOSCENZA DEL NOSTRO PAZIENTE. Infatti, di fronte ad un malato che manifesta particolari sensibilit a determinati eventi che sono in grado di causargli un malessere o addirittura una patologia, o ancor pi di fronte a colui che ritiene di poter indicare in un evento passato ed estremamente significativo per lui l'origine di tutti i propri malesseri o patologie, non possiamo rimenere in superficie e semplicemente annotare come dato di fatto tali affermazioni (che pure potrebbero portarci lo stesso al rimedio!). Se davvero vogliamo entrare in empatia con il nostro paziente e comprenderlo ed aiutarlo e far s che la nostra prescrizione diventi veramente un atto terapeutico, non possiamo non domandarci il perch di tali concomitanze. Questo sar il primo passo verso la comprensione del problema di fondo del nostro paziente e ci permetter di non fermarci a guardare solo ci che appare ma di avvicinarci a capire ci che . La prescrizione sar allora pi meditata, pi sentita, e sicuramente verr meglio valutata la potenza da impiegare. Inoltre non saremo pi semplici prescrittori ma TERAPEUTI nel senso pi completo del termine.

La precisazione dei sintomi generali e locali nelle loro modalit e causalit sufficiente, di norma, per la prescrizione di un rimedio omeopatico. Tuttavia, per esservi una reale similarit tra il quadro del rimedio (=patogenesi) e il quadro del paziente, vi deve essere una sovrapposizione a tutti i livelli, e quindi non solo organica e sintomatica, ma anche mentale e di comportamento. Affinch la somiglianza sia tale anche a livello di "sfumature" di colore, nonch di forza espressiva, il quadro deve essere una copia quasi perfetta (la completa sovrapposizione porterebbe ad un'uguaglianza,

inconcepibile). Quindi, sebbene Modalit e Causalit siano fondamentali nell'impostazione di un caso clinico, non si deve perdere di vista I'insieme e cio il paziente, inteso come un'unit mente-corpo-anima che si esprime con il suo personale e particolarissimo linguaggio nella vita e, con forza ancora maggiore, nella malattia. Ogni organismo malato un organismo che parla, esprimendo il suo malessere che presente a tutti i livelli (mente - corpo - anima, appunto) pi o meno coscientemente ma con la stessa intensit. Per capire questo linguaggio dobbiamo dunque porci nelle vesti di ascoltatori e considerare quanto di personale vi nelle sue reazioni locali ma non solo: nelle sue abitudini, nei suoi interessi, nelle sue relazioni, nei suoi sogni, nelle sue aspirazioni, nelle sue reazioni di fronte alle avversit e alle difficolt nella vita, etc. . Ci interessa, insomma, tutto ci che rende unica una persona e la contraddistingue fra tutte le altre. Quindi il suo comportamento, il suo carattere, il suo psichismo. Pertanto completiamo i sintomi clinici

(indiscutibili), dopo averli precisati nelle loro modalit ed eventuali causalit,

con I SINTOMI PARTICOLARI DEL COMPORTAMENTO INDIVIDUALE DEL SOGGETTO: Agitazione Prostrazione Aggressivit Ricerca del contatto fisico Ricerca dellimmobilit Bisogno di compagnia Bisogno di consolazione Desiderio di solitudine Questi sintomi vanno considerati importanti se insorti nel corso della patologia e soprattutto nella sua acuzie.

Ma ci che realmente interessa l'omeopata, superato il momento della crisi acuta, l'individuo, l'abbiamo gi detto.

Allora ricerchiamo: - LE SUE NOTE CARATTERIALI: tranquillo, calmo, collerico, vendicativo, rancoroso, aggressivo, intollerante della contraddizione, etc.; - LE SUE PAURE (o meglio FOBIE), espressione del suo inconscio, inspiegabili, incontrollabili: del buio, degli insetti, della solitudine, del fuoco, del temporale, dei rumori, della folla, della morte e fino alle pi strane (e caratteristiche = key notes!) della pazzia, del diavolo, di cadere, di rompersi, etc.; - LE SUE SENSAZIONI (sensations "AS IF"): come di una fascia intorno alla testa, come un chiodo conficcato, come se avesse una scheggia conficcata, di

qualcosa che si muove in addome, di avere un arto mancante, che il cuore sia troppo grande, che la mente e il corpo siano separati, etc. . Quanto pi sono bizzarre, tanto pi sono significative e per noi interessanti. - I SUOI DESIDERI E LE SUE AVVERSIONI ALIMENTARI , ma solo SE NETTE E COSTANTI NEL TEMPO o se insorte a seguito di una patologia (facendo attenzione a discriminare, se I'avversione tipica di una determinata patologia, per es. avversione alla carne in corso di cancro allo stomaco, non pu avere significato diagnostico), ma anche LE INTOLLERANZE ALIMENTARI. - IL SUO SONNO E I SUOI SOGNI, espressione massima dell'inconscio: di serpenti, di ladri, di insetti, etc.; - IL SUO COMPORTAMENTO SESSUALE, anche in relazione a mestruazioni, maternit, allattamento, etc. e, in generale, IL SUO RELAZIONARSI CON L'ALTRO SESSO (ma anche con il proprio, con gli animali, con i bambini); - LE SUE REAZIONI RISPETTO A DETERMINATI STIMOLI quali, ad es., la musica; a particolari movimenti (discesa, salita, movimento passivo), decubiti, odori, posizioni; - LA SUA LATERALITA' PREFERENZIALE, quando questa sia NETTA ed evidente.

Valuteremo inoltre il suo STATO DI COSCIENZA, il tipo di INTELLIGENZA, il tipo di MEMORIA. Osserveremo il suo modo di porsi nei nostri confronti, lo stato dei suoi abiti, il suo ordine, la sua pulizia, la sua disponibilit, il suo sapersi controllare o meno di fronte a domande particolarmente "intriganti".

Naturalmente, non facile riuscire subito a condurre un buon interrogatorio. Molto spesso, all'inizio, ci si "perde" nella raccolta minuziosa dei sintomi e non si riesce pi a vedere I'insieme, ma il nostro paziente risulta "spezzettato" in decine e decine di tessere (come un puzzle!), ognuna delle quali ci sembra possa adattarsi benissimo ad un rimedio. Il risultato che non riusciamo a cavarci fuori un bel niente, ci perdiamo in repertorizzazioni senza senso e interminabili e ci sentiamo sconfitti. E' normale che ci accada, ci siamo passati tutti! Prima che nella nostra mente si formino le immagini dei rimedi e che il metodo diventi anche un'arte (cos come ci insegna il Kent) e si sappia cogliere I'essenziale del nostro paziente e del suo parlare, ci vuole del tempo all'inizio le nostre sedute dureranno talvolta anche due ore e pi e ci sembrer di non saperne mai abbastanza, prima di poter prescrivere. Ma impareremo ad interrompere il nostro paziente quando sar necessario, a portarlo verso ci che riteniamo piu utile conoscere.

Ricordarsi sempre che per una buona riuscita di una visita omeopatica utile non tralasciare nessuno dei seguenti punti:

OSSERVARE (ci dice gi tantissimo) ASCOLTARE (ma fino ad un certo punto) INTERROGARE (la fase piu preziosa) ESAMINARE (sempre) SCRIVERE (tutto! E' importante per la revisione del caso, non bisogna mai fidarsi della propria memoria) COORDINARE ( il lavoro pi difficile, all'inizio)

PRESCRIVERE (cosa?)

Lo stato d'animo del terapeuta deve esssere in perfetto (?) equilibrio e cio privo di pregiudizi, con i sensi sani, in stato di tranquillit.

Scrivere i sintomi su righe diverse, separati gli uni dagli altri. Scrivere i sintomi e gli avvenimenti passati e presenti cos come vengono esposti, senza cambiare i termini adoperati dal paziente e senza interpretarli. Non lasciarsi condizionare dai "suggerimenti" diagnostici proposti dal paziente. Non far fare al paziente troppe domande, che sviano dal problema reale. Evitare al massimo di suggerire le risposte, perch si rischia di falsare il quadro del rimedio. Piuttosto, se qualcosa non chiaro, ci si ritorner sopra in un secondo momento con ulteriori solleciti. Non fare mai domande dirette a cui il paziente possa rispondere solo con un si o con un no. Porre sempre domande INDIRETTE ! E quando ancora non sia chiaro, chiedere che vi venga fornito un esempio. Non passare da un sintomo all'altro (nei limiti del possibile), ma chiudere I'indagine su un sintomo che si ritiene importante. Potremmo dimenticarci di tornarci sopra ! Evitare domande che portino sulla strada di un particolare rimedio che ci venuto in mente, poich inconsciamente cercheremmo risposte che giustifichino la sua eventuale prescrizione. Piuttosto, annotare a margine gli eventuali rimedi che ci vengono in mente in corso di visita.

Non fare mai apprezzamenti di merito sull'operato dei nostri pazienti ! Ci precluderemmo ogni possibilit futura di comunicazione ad un livello non superficiale.

Queste, in sintesi, le cose da fare e da non fare in corso di una visita omeopatica, soprattutto se si tratta di una prima visita, quella che pone le basi del futuro rapporto con il vostro paziente. Come si gi detto, ogni medico creer un proprio interrogatorio, che gli sar pi consono e lo condurr pi facilmente (per lui e solo per lui!) verso il rimedio pi adatto al caso in specifico.

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