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Nostro padre, Lorenzo Alberti, (e tu, Carlo, lo ricordi bene) fu senza alcun dubbio il pi illustre dei nostri congiunti.

Tra le sue pi insigni imprese, la pi alta fu certo quella da er saputo educare la famiglia. !esta a in noi un tale desiderio di cultura e di sapere da indurci a far scrupolosamente uso di tutto il nostro tempo. !a una cos" nobile ed illustre scuola, rice emmo i primi erudimenti. Tu accanto alle lettere tro asti sempre il tempo per gli affari. #o, in ece, mi dedicai completamente alle lettere, lasciando da parte tutto il resto. $referisco infatti trascurare ogni altra cosa, piuttosto c%e lasciar passare un giorno senza leggicc%iare o scri ere. &li studi delle lettere mi %anno insegnato a sopportare con moderazione e ad e itare con oculatezza i duri affanni della ita, dai quali siamo costantemente oppressi, e di questo ne sono particolarmente lieto. Tutta ia mi pare c%e la fatica ric%iesta dai nostri studi sia necessaria non soltanfo per le soddisfazioni personali c%e noi possiamo ottenere, quanto, e molto pi, per appagare l'attesa degli amici. (gni giorno quelli c%e pi mi ogliono bene ed ai quali sta a cuore )a mia fama, attendono c%e io offra loro un qualc%e frutto delle mie eglie, per a ere una pro a dei buoni risultati raggiunti dal mio dura la oro. *ia per me dunque, c%e per i miei amici cerca o con diligente impegna in me stesso, su quali moti i di una certa dignit+ a rebbe potuto esercitarsi il mio ingegno, tro ando cos" i l modo di obbedire, nel limite delle mie possibilit+, a c%i in tal senso mi sollecita a. Nonostante la mia diligenza, non mi enne alla mente nulla c%e gi+ non fosse s olto in modo eccellente dai pi noti ed illustri scrittori antic%i. Ti sarebbe stato i m p o s s i b i l e , nella nos tra epoca tro are un qualc%e argomento c%e, trattato da un uomo dottissimo, non fosse a sua olta gi+ stato s iluppato, e molto meglio, dagli antic%i. Non , dunque moti o di stupore se io non pote o eguagliarli in dignit+ e decoro. Argomenti seri, giocosi- di tutto gli antic%i si interessarono. A noi lasciarono soltanto la possibilit+ e l'obbligo di leggerli ed ammirarli. #n questa nostra epoca inoltre, c%i ci precedette ottenne grande fama dalla scoperta di alcune cose, c%e, forse, trascurate dagli antic%i scrittori, erano rimaste nascoste. $oic%. c%i desidera fama, giustamente crede sia pi eccellente tentare qualc%e cosa, per quanto non perfetta e compiuta, piuttosto c%e in ecc%iare sconosciuto nelle lettere. C%e faremo dunque noi/ 0orse imiteremo con ben poco antaggio il famoso retore, #socrate, c%e si dice abbia lodato con ricercate orazioni il pi nefando dei tiranni, 1usiride, ed abbia biasimato *ocrate, il pi nobile e enerabile tra i filosofi/ *or-o senz'altro con into c%e molte di quelle cose c%e per altri aspetti sarebbero negate agli uomini maturi e pieni d'erudizione. a noi gio ani, c%e cerc%iamo di esercitare il nostro talento, sono permesse. *cri ano pure quelli su argomenti di storia, considerino pure il modo d'agire dei principi, le icende dei ari stati, o ero gli e enti delle guerre. Noi, pi gio ani, pur di di ulgare qualc%e cosa di nuo o, non temiamo le se erissime e, diciamo pure, troppo caustic%e critic%e di quelli c%e, a mo' di bimbi balbettanti, per conoscere, porgono sol tanto le loro orecc%ie troppo delicate, quasi fosse sufficiente ai dotti possedere orecc%ie affinate dalla erudizione e non gi+ anima e cuore. Anzitutto non , nostro compito ricercare con le nostre lung%e eglie la fama di quella eloquenza antica ed elegante, c%e, per quanto ci sforziamo, mai potremmo raggiungere. Tutta ia, ritenendo necessario perse erare nella mia consueta fatica, m2 sono deciso a scri ere non per quelli c%e in tutta la loro ita non impararono a pregiare cosa alcuna, ma per essere, con questo impegno, pi gradito ed accetto ai nostri congiunti, aderendo cos" ai loro desideri. 3uanto agli eruditi mi baster+ non essere completamente disprezzato. #ntraprendendo dunque a fare qualc%e cosa per assecondare la mia consuetudine e le ric%ieste dei miei, %o pubblicato quest'operetta intorno alle comodit+ ed incomodit+ delle lettere. 4i auguro, fratel mio, c%e essa possa essere gradita almeno a te, sia perc%. mi sono attenuto al desiderio dei miei, sia specialmente perc%. %o trattato un argomento lontano dal consueto, n. fino ad oggi sufficientemente s iluppato. Conosco quanto gli studi delle lettere, alle quali dedicai tutto il mio tempo fino ad oggi, siano comode ed incomode, tu poi (per ser irmi di un tuo modo di dire nelle Efebie), o fratel mio, rileggi questo nostro modesto trattatello, correggilo, cambia secondo il tuo giudizio e con le tue mende rendi il nostro eloquio pi gra dito e dignitoso. *pesso da molti

personaggi di ragguarde ole fama e cultura mi era occorso di udire, circa gli studi delle lettere, cose c%e giustamente pote ano distogliere qualunque indi iduo dal desiderio d'applicarsi ad essi. Tra le altre numerose e arie ragioni addotte, manifestamente dic%iara ano c%e proprio essi, nonostante i progressi ottenuti nelle lettere, se potessero ritornare indietro nel tempo, preferirebbero qualunque altro genere di ita, piuttosto di rifare, anc%e se con maggiore comodit+, il cammino delle lettere. 3uesta opinione, propria di quelli c%e non perde ano un istante senza dedicarsi alle lettere, era lontanissima dalle mie con inzioni. $ensa o c%e essi non fossero in buona fede, li considera o pertanto quasi degni di biasimo. Non mi sembra a da ero encomiabile c%e un dotto distogliesse i gio ani dalle lettere o ero seguisse ci5 c%'egli ritene a tanto inutile. *ollecitato da tali pensieri, interroga o con zelo moltissimi letterati, ma in tutti pi o meno tro a o un identico stato d'animo, alieno cio, da quegli studi delle lettere, ai quali a e ano applicato la massima parte del loro tempo. Nonostante la loro autorit+ e le loro ragioni contrarie, non so perc%., ma mi sembra a si do esse a ere una opinione di ersa sui letterati. 3uesta era infatti la mia con inzione. 4entre quegli uomini illustri, pieni d'erudizione, adduce ano moti i per mostrare i molti incomodi delle lettere, io pensa o in ece c%e le lettere fossero quanto di pi giocondo i pote a essere. 4entre quelli sostene ano do ersi posporre il culto delle lettere ad ogni altra disciplina, io al contrario ero persuaso c%e le lettere si do essero anteporre ad ogni cosa. #nsomma a e o iniziato ad applicarmi alla conoscenza delle lettere con tale impegno, da desiderare con tenace accanimento tutto ci5 c%e in esse era ritenuto illustre. Nulla i era c%e con fatica, affanni e eglie io non tentassi di raggiungere, e c%e con un'indagine, per quanto possibile, accurata, non ricercassi. 6ro eramente con into d'a er intrapreso il pi lode ole dei la ori. Considera o infatti proprio d'un animo eccelso sopportare con pazienza le fatic%e, le eglie, e tutti gli altri affanni e difficolt+ degli studi sia per il desiderio di sapere, sia per raggiungere quella fama, c%e con le lettere appunto crede o poter conseguire. 6 restai di tal opinione e proposito, senz'altro nobile, ma tanto lontano dalla realt+, fino a quando non riuscii a capire di c%e cosa, di fatto, gli uomini si interessassero. !opo c%e, infatti, per diretta esperienza, enni a conoscere con pi c%iarezza i costumi degli uomini, confesso c%e quelle ragioni sulle incomodit+ delle lettere, c%e a e o respinto con i o disprezzo, cominciai ad appro arle in me stesso ed a sentirle, alla pro a dei fatti, in gran parte ere. 4i resi conto c%e lo studio delle lettere supera a per fatica ed ansiet+ ogni altra occupazione. 4i accorsi c%e la fortuna era di gran lunga pi benigna nei confronti d'ogni altro genere di ita c%e non fosse quello degli studiosi. !a tutto ci5 sorse spontanea la domanda- c%e cosa desiderano raggiungere i letterati can tante fatic%e e eglie/ Completamente impegnati nell'approfondimento delle questioni racc%iuse nelle lettere, sono forse meno degli altri debilitati dalle fatic%e/ #l mio impegno nelle lettere, non solo mi %a spezzato ed indebolito, ma addirittura spogliato sotto ogni aspetto dei beni di fortuna. 4a circa le mie incomodit+ a r5 in seguito modo di soffermarmi. 3ui , sufficiente, con una certa ragione olezza, non sdegnare completamente il pensiero di coloro c%e, come dicemmo, preferiscono qualunque cosa piuttosto d'in ecc%iare nelle lettere. Tutta ia anc%e dopo a ere scoperto c%e le lettere erano incomode, restai fedele al mio antico costume e non ritenni di do erle del tutto abbandonare. Anzi considerai opportuno applicarmi allo studio di esse con into c%e non si potesse paragonare alcun bene di fortuna alla conoscenza delle questioni pi nobili, e cercai quindi la mia soddisfazione soltanto nella sapienza. $enso possa essere cosa gradita ed utile apprendere quali siano i moti i c%e mi spingono a parlare in tale maniera delle lettere. $otrai cos" edere quale errore commettano quelli c%e dalle lettere si ripromettono altre cose c%e non siano una sapienza libera e s incolata da ogni impedimento. 6d, a tua olta, potrai giustamente considerare stoltissimi coloro i quali, per il solo desiderio di ricc%ezze, di grandezza o di altre cose di poco conto, si sottomettono alle enormi fatic%e sostenute dagli studiosi. 7 necessario infatti c%e gli studiosi conducano una ita aspra e difficile. #ntendo, beninteso, parlare di quelli c%e, dopo a ere tralasciata ogni cosa, come do rebbero, con tutte le loro energie, si sono dedicati alle lettere. Non i , infatti nessun'arte, per quanto di poco conto, c%e, se tu uoi eccellere, non ti prenda completamente. Ci5 , ero per tutte le arti, tutta ia solo nelle lettere non i , et+, anc%e la pi

tenera, c%e possa essere risparmiata dalle pi grandi fatic%e. Li ediamo perci5 fin dalla fanciullezza dediti alle lettere, ri oltando (per usare un loro modo di dire) le carte, e costretti dai maestri, con la ferula in mano, all'isolamento, per poter apprendere i loro insegnamenti. 6sausti e distrutti da uno studio tanto massacrante, ci appaiono per lo pi inerti e fiacc%i pi di quanto comporti la loro et+. *egue poi l'adolescenza. 3uesta et+, solitamente piena di gioia e di sogni, osser ala dai olti di questi gio ani impegnati nelle lettere. &uardali. $allidi e tristi escono dalla scuola e dalle bibliotec%e come da un carcere. #l loro aspetto , fiacco e quasi esausto. 3uanto sono infelici8 La lunga e monotona noia delle lezioni li sfinisce e li sfibra, ma in modo particolare engono sopraffatti dalle eglie, dalla troppa assiduit+ e dalle preoccupazioni profonde dell'animo. 3uelli c%e %anno un po' d'umanit+, quando li osser ano, commiserano le loro fatic%e e recriminano con una certa iolenza la loro stupidit+, specialmente se con tali fatic%e non tendono, e ci5 in ero a ragione, ad alcun bene di fortuna. #nfatti, eccetto la conoscenza profonda delle cose, alle lettere non si pu5 c%iedere alcuna altra comodit+ (intendendo con questo ocabolo i beni di fortuna). $ertanto sono molto da biasimare quelli c%e %an posto tanta fatica ed affanno in questo studio, mentre, con ben meno sforzo, la ita umana sembra possa raggiungere un'ottima condizione di dignitosa fortuna. #nfatti gli uomini stimano comodo ci5 c%e i , di pi caduco tra le cose umane- c%i le ricc%ezze, c%i gli onori, altri ancora i piaceri. $er questi beni, tutti si adoperano con ogni mezzo. All'infuori di questi beni non credo si conosca una qualc%e altra cosa c%e possa essere c%iamata o considerata comoda. &li studiosi tutta ia sono completamente esclusi da beni di tal genere. $er esprimermi con pi c%iarezza, tratter5 l'argomento secondo il seguente ordine- anzitutto dir5 quali e quanto grandi siano i piaceri dei letterati9 in secondo luogo mi soffermer5 sulle loro ricc%ezze9 ed in ultimo accenner5 agli onori da quelli ottenuti. #l nostro discorso sar+ bre e e conciso, per quanto lo permette la astit+ dell'argomento, affinc%., senza alcuna ostentazione, appaia subito e idente. :no potr+ edere cos", con indubbia c%iarezza, quanto di comodo ed incomodo i . nelle lettere, e con pi sicurezza potr+ decidere il da farsi. #l nostro dire lascer+ da parte molte forme retoric%e, atte a colpire gli animi, e cos", pur,, s ariati altri modi d'argomentazione, affinc%. non sembri c%'io oglia spingere al disprezzo degli studi, col far edere le lettere completamente pri e di alore. #noltre mi auguro c%e i miei argomenti ed il modo con cui li esprimo, possa ritrarre dall'errore quanti c%iedono alle lettere qualc%e cosa di di erso del puro sapere. #n pi ser ir+ anc%e a confermare gli studiosi, saggi ed onesti, a godere solo della sapienza delle cose e a considerare tutto il resto di poca importanza. 7 ora il momento di iniziare. Anzitutto considero c%i sia po ero. #l denaro, infatti, generatore ed ottimo incettatore di piacere, impedisce al po ero di tro are piacere in una qualc%e disciplina. #l piacere, come si suol dire, , ci5 c%e muo e i sensi e procura all'animo un certo diletto grade ole e delizioso. (ra tutti sanno c%e l'abbondanza di quanto muo e i sensi, ossia banc%etti, profumi, ed altre cose simili, non pu5 a sufficienza ottenersi senza l'aiuto del denaro. *e quanto diciamo , ero, in c%e modo il po ero potr+ procurarsi un qualc%e piacere dei sensi/ 3uale gioia dell'animo potr+ godere c%i %a la mente sollecitata dal bisogno di procurarsi non il piacere, ma il necessario alla ita/ Non c', dubbio. Codeste cose sono solo dei ricc%i e di quegli uomini oziosi c%e desiderano, per proprio diletto, colti are e conseguire nelle cose ariet+, bellezza, splendore ed eleganza. #noltre non penso siano molti i ricc%i c%e credano do ersi tenere in alta considerazione le stesse lettere, non oso dire i piaceri delle lettere. Troppo numerosi ed allettanti sono i piaceri di altra natura c%e tentano da ogni parte i ricc%i. La loro preoccupazione di godere con gli amici piaceri ormai ben conosciuti, supera di gran lunga quella d'in estigare con noi le lettere abbandonate ed ignorate. 4a consideriamo pure il caso c%e questi si propongano una tale ricerca, ediamo se tutto procede secondo il loro desiderio. A c%i ben osser a, apparir+, in modo e identissimo, quanto %o gi+ ricordato, ossia c%e la ita degli studiosi , pienissima di s ariate e gra i difficolt+ fin dalla puerizia, ed , oppressa e sc%iacciata in ogni et+ da dure fatic%e. ;ediamo infatti c%e i letterati non sono mai liberi da eglie e da continue preoccupazioni ed affanni. Nessuno pu5 pertanto ingenuamente credere c%e essi, in una ita tanto fa ticosa,

tro ino molte cose tali da procurar loro almeno un modesto piacere. Tra tutti i piaceri, il pi alto e degno d'un uomo libero, , quello di isitare arie citt+ e regioni- osser arne i di ersi tipi di templi, di teatri, le mura ed edifici d'ogni genere9 girare in quei luog%i c%e la natura %a oluto fare pi amabili. piace oli ed imponenti oppure c%e la mano e l'in gegno dell'uomo %anno reso belli alla ista o ero pi muniti e sicuri per impedire gli assalti dei nemici. Coloro i quali si sono dedicati alle lettere non sono forse del tutto esclusi da tali mera igliosi piaceri/ *enz'altro c%i iaggia non porta con s. libri9 impegnato com', nella contemplazione di nuo e regioni, ben poco pu5 dedicarsi alla lettura. C%e se poi credi di di enire letterato non leggendo molto o perlomeno non abbastanza spesso, allora non i sar+ alcun moti o c%'io ti trattenga da questo piacere di isitare le arie regioni del mondo. 0a in modo tutta ia c%e ogni tuo iaggio non solo non sia incomodo ai tuoi studi, ma neppure debba essere molto biasimato dagli studiosi. *ono indotto a dir ci5 da arie ragioni, ma particolarmente dal fatto c%e nella propria patria i letterati, piuttosto inclini a seguire quanto , ameno e di er tente, sono duramente criticati. #nfatti, tralasciando il resto, a c%i pu5 sfuggire quanto le feste nuziali, le danze, i canti, i di ertimenti dei gio ani, insomma tutte queste cose tanto piace oli, rifiutino e sdegnino la presenza delle lettere/ !a tutti i gio ani sono immensamente gradite tutte le altre dolcissime arti, quali il suono, la musica, il ballo, ed ogni di ertimento dello stesso genere- tutto ci5 , infatti considerato proprio di un uomo nobile. Anc%e c%i , poco esperto in tali arti, riesce gradito e ben accetto a tutti. *ono perci5 in itati e c%iamati soltanto quelli c%e si pensa abbiano una certa pratica di tali arti, i letterati in tal modo sono gli unici ad essere respinti ed esclusi. #nfatti se frequenteranno queste feste con il loro solito olto stanco ed emaciato, senz'altro riusciranno ridicoli a tutti, oppure, se i parteciperanno con quella gra it+ c%e li distingue, non , c%i non eda quanto grandi saranno le risate da essi pro ocate e le malignit+ da essi continuamente udite. C%i non si sdegnerebbe infatti nei riguardi d'un letterato c%e canta o balla/ Certo s'accorgeranno di essere considerati mimi ed istrioni, e tra < pi insignificanti, e, se saranno saggi, se ne dorranno amaramente. Ci5 c%e ad altri procura allegria, la stessa ed identica cosa sar+ dunque per quei letterati fonte di tristezza. Ci5 c%e per gli uni riesce di onore, a questi sar+ rinfacciato come cosa ergognosa. $erci5 do e gli altri sono in itati, codesti engono cacciati fuori. $er tutti questi moti i mi pare non sia cosa stolta se si consiglia ai gio ani impegnati nello studio delle lettere di non andare per sollazzo attra erso regioni estranee, dal momento c%e neppure nella propria patria , loro lecito attendere a cose piace oli e sollazze oli senza ignominia. *e proprio desidereranno raggiungere una qualc%e fama e gloria, do ranno c%iudersi bene in casa e tutto ci5 c%e fuori i , di leggiadro, piace ole e degno d'ammirazione, l'allontaneranno e lo bandiranno del tutto da loro per confermarsi, con quanta pi costanza , possibile, del resto tutto ci5 , indispensabile, nella cognizione delle lettere. Concludendo, diciamo c%e essi non do ranno stimare il piacere di isitare e di edere a tal punto da distrarre l'animo erso altre cose, e sottrarre cos" alle lettere un'intensa ed assolutamente indispensabile applicazione. Accanto a tutto ci5 , qui il caso di ricordare i piaceri amorosi, dai quali desidero c%e i letterati, nel modo pi assoluto, siano estranei. *e questi piaceri, infatti, secondo il parere dei sapienti, sono noci i a tutto il genere umano, a maggior ragione riescono esiziali e dannosi agli studiosi. C%i, infatti, ingolfato nell'amore potr+ applicarsi alle lettere con mente integra e salda/ C%i con l'animo consunto potr+ olgersi al sapere, con l'animo in soqquadro, alle cognizioni, e con l'animo pieno di scaltrezza, a far buon tesoro della propria memoria/ C%i, aggiungo, sc%ia o della iolenza dell'amore, riuscir+ a mantenersi legato alle belle arti con olont+, ingegno ed un la oro sufficientemente solido e costante/ 0orse ignoriamo di c%e cosa sia capace l'amore/ Le energie diminuiscono, i costumi si corrompono, l'ingegno dell'uomo iene a conoscere la ia della per ersione, l'animo si riempie di preoccupazioni, la mente, sopraffatta dai aneggiamenti amorosi, giunge alla follia- questi i doni e i pregi dell'amore. 7 inutile insistere sul fatto c%e i

letterati, pi difficilmente d'ogni altro, siano in grado di godere tutti, senza alcuna eccezione, questi piaceri. Cos" pure inutile rile are quale differenza corra tra la a enenza emuli e )a tristezza dei letterati, quale sia la leggiadria delle esti, quale la dissolutezza di c%i %a brame amo2 rose. Non %o alcuna intenzione di trattare tutte queste cose. Tralasciamo tutto quello in cui, a giudizio di tutti, i letterati si mostrano particolarmente inferiori, e consideriamo in ece, ora, come ogni genere di piacere riesca grandemente noci o ai letterati c de e perci5 essere da loro ripudiato. L'uso costante e continuo dei piaceri del con ito e di quelli di ;enere, spinge luomo, e ci5 , nato a tutti, anzitutto all'inerzia ed alla trascuratezza, ed infine lo distoglie dalla costante pratica della lettura. 3uesta , infatti indispensabile e ric%iede il massimo impegno, senza di essa c%i forse sogna di di enire un letterato illustre, a incontro ad una gra e delusione. &li studi delle lettere %anno in s. una forza cos" misteriosa, c%e, quanto pi tu %ai appreso, tanto pi t'accorgi d'essere continuamente ignorante, ed allora sorge in te la necessit+ di uno studio molto pi intenso. A iene pure c%e la mente, per le esalazioni dei con iti e del ino e per gli influssi deleterii di ;enere, si uoti del suo contenuto per riempirsi di tenebre- l'ingegno si fa crasso e perde la sua acutezza. La memoria poi, oppressa dal ricordo di molti pensieri torbidi e da molteplici immagini erotic%e, resta continuamente scon olta. A farla bre e, l'animo, in isc%iato nei lacci dei piaceri ed acceso dalle passioni amorose, continuamente agitato da infiniti, inconsistenti ed instabili mo imenti e flussi di desideri ed attese, resta iolentemente scon olto. C%i potr+ essere pi inutile ed incapace nel raggiungere arte e sapere, di un tale uomo cos" colpito nell'animo e nella mente dall'amore/ &li studiosi, quindi, non si permettano alcun piacere tratto dal cibo e da ;enere, proprio eccezionalmente possono concederselo, ma estremamente modesto9 bre issimo sia poi il tempo dato al sonno ed al riposo, sia sempre molto rara e limitata la loro partecipazione a gioc%i ed a feste. #nsomma, in ogni cosa, si comportino come se alle fatic%e siano stati costretti da quella particolare legge c%e sancisce non potersi, senza ignominia, allontanare dalla lunga meditazione delle cose, dal le elucubrazioni continue, dall'incessante preoccupazione degli studi. 6d ancora si con incano c%e, se non sar+ stata assidua, andr+ in fumo anc%e la pi intensa e iolenta fatica nelle lettere. #l danno infatti procurato da un sia pur bre e rilassamento degli studi, , maggiore del guadagno c%e si ottiene da un impegno lungo ed intenso. #l tempo impiegato dalle cose a fuggire dalla memoria do e risiede ano, , inferiore a quello necessario per apprenderle o ricuperarle. $er2 tanto tutti i piaceri dei sensi da noi ricordati se per nulla possono adattarsi alle lettere, allo stesso modo per nulla debbono ricercarsi. *e moltissimo nuocciono, moltissimo pure sono da fuggirsi. Neppure risponde a erit+ c%e i letterati tro ino nei piaceri dell'animo un qualc%e cosa, per cui possano trattener isi lode olmente, senza danno per gli studi. 4a pu5 forse godere di una gioia perfetta c%i ben conosce d'essere oggetto d'una grande attesa ed a erte c%e, se non rispon der+ a tale aspettati a, sar+ il pi disprezzato degli esseri/ $otr+ forse a ere l'animo libero e sgombro dalle pi gra i preoccupazioni c%i ede parenti, amici e conoscenti deside rare ed attendere il suo successo/ 6d, inoltre, potr+ essere tranquillo c%i , consape ole della presenza o unque di emuli, in idiosi, denigratori (non certo una razza d'uomini questa molto rara) tutti prontissimi a screditarlo ed a diffamarlo, non appena abbia tralasciato qualc%e cosa per negligenza, per sfar zo o per un qualc%e piacere, cos" da non giungere al sommo dell'erudizione/ Colui c%e si sottoporr+ a cos" grandi c faticose imprese a r+ forse l'animo pieno di piaceri, o non piuttosto i r+ con )'animo iolentemente turbato da preoccupazioni, affanni e da un certo timore d'essere biasimato/ #o penso c%'egli (sappia c%e appunto questi sono i suoi obblig%i) debba soddisfare con la fatica degli studi, e mediante la sua igilanza oculatissima, all'attesa degli amici, debba fuggire la calunnia degli in idiosi, e itare l'infamia, conseguire la fama9 inoltre penso c%'egli debba essere cos" attento da preferire non sottoporsi ad un eccessi o e durissimo peso degli studi, piuttosto c%e deporlo appena intrapreso. Ci5 sarebbe pur cosa molestissima. Non puoi infatti, senza disonore, abbandonare l'arduo, aspro e difficile mondo delle lettere,

ormai iniziato, anzi c%e sostenerlo con fatica immensa e tra agli grandissimi. &iustamente temi d'essere accusato di estrema leggerezza, se abbandoni gli studi ormai intrapresi, senza un moti o pi c%e plausibile. 6d a proposito ritieni molto pi onesto sopportare qualunque cosa, sia pur molto gra e, piuttosto d'essere riconosciuto pubblicamente inadatto alle lettere o ero dotato d'un animo pri o d'energia sufficiente per sopportare le fatic%e. 7 inoltre particolarmente odioso il fatto c%e i letterati, del tutto ignari di ogni altra arte, non riescano a edere, al di l+ delle lettere, qualc%e cosa cui dedicarsi lode olmente, se do essero mutare parere. Come potr+ dunque, nell'animo di uno studioso, tro arsi un grande piacere, risultando del tutto e idente c%'egli do r+ considerarsi )'essere pi abietto e di9onore ole, allorc%, non a r+ raggiunto, con tutte le sue forze ed i sacrifici pi duri, il pi alto grado nel ramo del sapere da lui preferito/ C%e cosa i potr+ essere, secondo i tuoi, di pi ergognoso del fatto c%e tu non risponda a quanto per lungo tempo ti sforzasti di di enire/ C%e tu non ti mostri il pi dotto in ci5 c%e , stato oggetto del tuo continuo inte resse/ C%e tu non sia il pi illustre cultore di quella disciplina nella quale, con un impegno pi costante, a resti potuto eccellere/ Carne potr+ essere poco preoccupato c%i s'accorge, non appena abbia tralasciato per un poco le continue fatic%e degli studi , d'a er compromesso ed interrotto il proprio cammino erso la gloria/ 4isero colui c%e, rendendosi sc%ia o dei piaceri, sar+, incappato nella folta sc%iera dei detrattori e dei critici. Circa poi i piaceri, do ranno ben affliggersi quelli c%e ad ogni pur bre e interruzione degli studi, %anno la piena consape olezza di perdere molte delle loro faticose ricerc%e. 6d inoltre9 quale piacere ci potr+ essere per c%i creder+ tutto ci5 ancora molto lontano/ 4a potranno i piaceri procurare un certo godimento od una qualc%e dolcezza in c%i , sfiancato da un'ansiosa preoccupazione di raggiungere la gloria ed in c%i , atterrito iolentemente dall'affanno d'e itare l'infamia/ = mio caro studioso, profondamente occupato nelle lettere, nascosto tra i libri, e continuamente sepolto tra le carte, di certo mai gusterai n. piena gioia n. grade ole letizia. Non ti sar+ possibile cogliere alcun straordinario piacere, od alcuna gioia singolare, sia quando desideri sottometterti all'immensa fatica degli studi, sia quando temi sottrattici. N., a questo punto, penso sia il caso di ricordare l'enorme preoccupazione di coloro c%e, a idi di lode e fama, cercano di superare, secondo le proprie forze, gli emuli, o ero si affannano per non essere superati da alcuno dei. contendenti. >itengo molto acerba, sal o errore, la ita di codesto studioso, specialmente nel caso c%'egli abbia accolto una di quei piaceri erso i quali qualunque gio ane di buon stampo, per natura, si sente dei tutto inclinato. C%i infatti , portato all'alle amento dei ca alli, dei cani, oppure adatto a praticare gli esercizi della palestra, o, infine, disposto ad accettare con tutto il proprio essere ogni altra cosa degna d'un uomo nobile, a r+ lo animo, ricolmo da una pena immensa, quando do r+ abban donare tutte queste cose, c%e rendono la gio ent illustre ed onorata, per offrirsi alle bibliotec%e, sollecitato dal timore di non essere degno di lode. Non gli , possibile infatti trattare con alcun'altra cosa, per quanto ottima e nobilissima, c%e non sia la lucerna ed i libri. Non senza immenso rincrescimento, credimi, noi abbandoniamo le cose c%e gli altri tanto lodano9 sono queste infatti di intralcio agli studi e ci mettono sulla bocca di tutti. La moltitudine si erge quale censore e giudice di costui e, contro i letterati, tro a a ridire pi del necessario, o, per lo meno, pi di quanto sia solita fare nei riguardi degli altri- ? non con engono a quest'ora codeste esti, ci5 , contro ogni buona usanza9 non orrei questa compagnia9 tale ambiente non , decoroso9 quanto , stato fatto , contro ogni regola di con enienza9 ci5 , stato detto senza decoro @. 6d inoltre tutti si preoccupano, con rancore ed odio a non finire, a lacerare la fama degli studiosicosicc%., sal o tu oglia essere considerato il pi sciocco tra i parassiti ed i ciarlatani, de i ade2 guarti a i ere non secondo il tuo arbitrio, bens" secondo la rigidissima censura della $lebe. C%e se affermerai do ersi il giudizio della plebe disprezzare, come potr+ a enire ci5/ Non , forse ero c%e appena tu %ai bisogno di esti, la biblioteca dir+- ? !e i a me questi soldi e quindi te le

proibisco @/ *e poi cerc%i di darti alla caccia, alla musica, alla lotta, oppure agli esercizi della palestra, le lettere non diranno forse- ? Tu ci %ai pri ato di tali energie, ebbene noi non ti procureremo n. fama n. gloria @/ *e il tuo talento t'induce a fare qualc%e cosa come quadri, disegni, subito le lettere affermeranno- ? Tu, con tale occupazione, ci defraudi, noi pertanto ti pri eremo della cognizione delle cose pi sublimi @. 6d ancora, se tu olessi, per ristorare l'animo, andare in campagna (non dico gi+ iaggiare nei pi lontani paesi), subito la professione intrapresa ti distorr+ da tale desiderio per farti olgere ai libri ed alle lettere. *e, infatti, non attenderai, con intenso la oro e lung%e eglie, a rendere le lettere elaboratissime e perfettissime, eccole esse stesse minacciare una sicura e grande infamia. (ltre a ci5 i letterati debbono pri arsi d'ogni domestic%ezza graditissima e dolce con i propri cittadini, occorre cerc%ino la solitudine, fuggano ogni discorso, eccetto quelli c%e %anno in s. un qualc%e insegnamento e la gra it+ propria di un ecc%io. $er i letterati tutto , predisposto, sia il tempo per isitare gli amici, sia i luog%i do e passeggiare, sia il numero d'amici9 alcune ore sono trascorse nelle lettere, altre nell'ascoltare, poc%issime ore restano per andare in giro, cosicc%. non ne rimane quasi nessuna per darsi completamente ai piaceri. Come edi , e idente c%e i letterati per i pi grandi piaceri non possono abbandonare od allentare quelle fatic%e a cui si son incolati. Ligi a tali cose, occorre c%e essi i ano secondo l'arbitrio di altri, e c%e abbiano seppellito i doni della gio ent, la dolcezza dell'et+, il fiore della ita, ed ogni cosa, opportunamente, tra le carte e le pecore morte ed essiccate (per cos" c%iamare i libri). (ccorre c%e essi siano col+ c%iusi, come in un carcere perpetuo, e )a necessit+ li costrin 2 ga di continuo ad opporsi alla natura stessa. *e ogni cosa piace ole ser e a distrarre l'animo dagli studi, ti apparir+ del tutto e idente quanto gli innumere oli piaceri siano di impe dimento agli studi, e quanto < letterati debbano fare a meno di essi. 3uale tipo di ita umana, dunque, potr+ considerarsi pi aspra di quella di codesti letterati, se nel periodo degli studi lo studioso mai pu5 essere allontanato con i piaceri dalla ricerca e conoscenza delle cose, n. col sonno ed il riposo pu5 essere rallentato nella sua fatica, n. distratto da qualc%e altra comodit+/ *e d'altra parte, poc%i o rarissimi sono i momenti non occupati negli studi, c%i oser+ affermare d'applicarsi alle lettere per ottenere piacere/ . Tutta ia non oglio spingere il mio discorso a tal punto da affermare c%e i letterati siano completamente pri i d'ogni piacere- infatti non potrebbero sopportare cos" grandi fatic%e, se, a loro olta, non fossero solle ati da una qualc%e con inzione di piacere. (sser a e ti accorgerai di tro are c%i si mette olentieri il lutto per qualcuno, ritenendo cos" un piacere essere stimato piissimo ed intensamente memore delle amicizie. Allo stesso modo, tal olta, molte cose, nel soddisfare le consuetudini e l'opinione comune, ci appaiono meno aspre di quanto lo siano dl fatto. Tutta ia il piacere dei letterati , di un tale genere, da poterlo p i propriamente c%iamare dolore c%e piacere. *tare continuamente seduto, leggere senza interruzione, riflettere da mattina a sera, stare perennemente solo, essere sempre escluso da ogni festa o di ertimento, insomma una tale ita, non sono io uomo tanto rozzo ed incolto, da osare c%iamarla piace ole. Certo un qualc%e piacere lo possiamo tro are nel endicare le ingiurie, nel superare, con sforzi impetuosi, ri alit+ ed inimi cizie. Tutta ia il sostenere contese ed odi, , cosa estremamente piena di dolori. # l c%e a iene, con molta erisimiglianza, anc%e negli studiosi delle lettere. *oddisfare il proprio desiderio ardente d'imparare, offre senz'altro un qualc%e piacere. 4a questa asprissima fatica degli studi e questo intensissimo affanno dell'animo olge con pi intensit+ l+ do e s i , tormentati c%e do e si gode. #nsomma, se c', un qualc%e piacere imparando, questo ien soffocato da tremende fatic%e e da profondi crucci. Concludendo, diciamo c%e quelli da noi sopra ricordati si distinguono dagli studiosi di lettere particolarmente in questo, c%e il peso delle ri alit+ e delle inimicizie , alquanto bre e, mentre l'interminabile ansiet+ procurata dagli studi , infinita ed immensa. *i tro ano infatti nelle lettere innumere oli cose, degnissime d'essere conosciute, ma non possiamo con facilit+ affermare quanto il desiderio di apprenderle opprima lo studioso. *ia c%e partecipi alle complesse dispute dei pi dotti, oppure cerc%i di conoscere ci5 c%e , elegante, dignitoso e ricco d'erudizione, lo studioso non dorme, non mangia, non riposa,

e non sente pienamente alcun piacere. La preoccupazione c%e lo tra aglia , sempre l" presente, quando egli cerca di approfondire e di comprendere interamente una qualc%e questione- essa in ero la si apprende con dura fatica, la si possiede con molta abilit+, e la si conser a con immensa cura. *i tratta ora d'una argomentazione mai sentita, del tutto sconosciuta, mute ole, d'una astuzia finissima, o ero d'un esempio particolarmente significati o o, infine, d'un argomento pi ricercato e adatto a persuadere. *timolato da tutte queste cose lo studioso non riesce a porre alcun limite o misura al suo desiderio d'imparare. L'animo infatti non , t r a n q u i l l o , s e n o n q u a n d o tutto ci 5 c%e , ignoto appare c%iaro ed e idente. Come edi, dunque, lo studioso , qualc%e cosa di estremamente complesso- facilmente puoi concludere c%e mai i) suo animo ed il suo corpo possono tro are un momento di riposo sia pur bre e. *olitudine piena di tristezza, crudo la oro, igilanza continua ed intensa, sollecitudine faticosa, occupazione immensa, ardente affanno, tutto ci spinge a credere non solo c%e in questo studioso non si possa tro are alcun piacere, ma anc%e c%e l'intera sua esistenza sar+ piena di fatic%e e tormenti. *tando cos" le cose, circa le lettere sono portato a pensare c%e nessun uomo a eduto potr+ dedicarsi ad esse per cercare piacere. 0orse saresti propenso a credere c%e si olgano alle lettere quelli c%e pensano di giungere all'onore ed alla fama, o ero c%e sperano d'arricc%irsi e di enire pi potenti. A questo punto occorre edere come le lettere gio ino alle ricc%ezze. 3uesto argomento infatti si de e giustamente trattare dopo quanto abbiamo detto circa < piaceri. Nel modo pi categorico affermo c%e con gli studi delle lettere non ci si possa procacciare immense ricc%ezze. $erci5 non oglio discutere se qualcuno, pur dedicandosi del tutto alle lettere, come del resto , indispensabile, non possa procacciarsi un qualc%e guadagno, ma intendo c%e si sappia con c%iarezza come neppure i pi indaffarati ed a idi possano, mediante le lettere, accumulare grandi quantit+ di ricc%ezze. *e riuscir5 a dimostrare ci5, sar+ per tutti assolutamente c%iaro come non sia affatto saggio c%i si , dedicato ai disagi degli studi con la speranza di arricc%irsi. Come mai in una grande sc%iera di studiosi, quanta cio, ne pu5 racc%iudere ogni regione, sono cos" poc%i i letterati le cui ricc%ezze attirano la nostra ammirazione/ #o stesso casual mente ebbi occasione di conoscere alcuni letterati ricc%i, su questo tutta ia non %o alcuna paura d'affermare sia c%e non si de ono considerare molto ricc%i, sia c%e sono di entati ricc%i non mediante le lettere ma per altra ia. Ammettiamo c%e le ricc%ezze si possano acquisire con le lettere. $erc%. allora non tutti i letterati sono egualmente ricc%i/ $erc%. molti uomini cos" illustri nelle lettere, li ediamo in cos" umilianti condizioni/ !onde, dunque, tale di ersit+ tra gli altri pi eminenti letterati, tra agliati dalla pi squallida e paurosa indigenza, e questo, c%e, dotato d'una cultura non mediocre, , l'unico a pro ar gioia e piacere tra le ricc%ezze/ 0orse per questo ci sentiremo autorizzati a dire c%e le lettere ser ano per rica ar guadagno/ ( non piuttosto, per tale ragione, riconosceremo essere i letterati tutti po eri/ Assorti infatti nelle lettere, trascurano completamente ogni altra cosa- non sogliono n. possono curare la salute e tanto meno le ricc%ezze ed il patrimonio familiare. *ia per l'una sia per l'altra ragione non %o dubbi nell'affermare c%e i letterati non possono possedere abbondanti ricc%ezze. Non %anno #nfatti n. bramosia n. possibilit+ d'arricc%irsi. Le cose c%e acquistiamo con le buone lettere ale a dire la modestia, la magnanimit+, la sapienza i. ,npe a-,'cono ad uno spirito nobile, tutto proteso ai pi alti problemi del sapere, con l'animo pieno di speranza e con la dura fatica dello studio, d'essere limitato e preoccupato nei guadagni ed in ci5 c%e i , di pi basso. La sapienza stessa e la irt non permettono c%e una mente retta si a ilisca tra quanto i , di pi mesc%ino e caduco. 6cco perc%. iene lodato c%i, abbandonata ogni bramosia di denaro, abbia imparato a cercare non gi+ le ricc%ezze, c%e sono negate agli studiosi, ma la cognizione delle cose pi sublimi e mera igliose. A questo punto qualcuno potrebbe c%iedere quali siano le possibilit+ ed < modi per giungere alla ricc%ezza. *e qualcun altro risponder+ c%e due manifestamente sono le strade per

accumulare danaro- l'una iene aperta dalla fortuna, l'altra la si pu5 percorrere mediante l'arte e l'operosit+- a mio giudizio questi a r+ asserito cose molto giuste. Ci si arric c%isce infatti con la fortuna, nel caso di eredit+, legati, donazioni ed altre largizioni dello stesso tipo- queste cose infatti ci sono appunto date per beneficio della fortuna e non ce le siamo procurate con la nostra irt. Ci si arricc%isce mediante l'operosit+ nel caso di guadagni ottenuti dal commer 2 cio, dagli stipendi e da altri pro enti simili. A questo punto occorre con attenzione considerare come le lettere in queste cose possono tro arsi a loro agio. *iccome stabilimmo di trattare i comodi e gli incomodi delle lettere, forse con iene tralasciar di parlare sulla fortuna dei letterati. 3uesta in ero, a parere di tutti i letterati, ogni qual olta sar+ presente, do r+ sopportarsi piuttosto c%'essere oggetto di considerazione e di stima. Ci fermiamo perci5 anzitutto a parlare dei guadagni. Tenendo presente pure il resto, quando ci err+ di parlarne. Tratter5 tutta ia questi argomenti con tale bre it+ da offrire l'impressione di a er deliberatamente trascurato la maggior parte di essi, pi c%e quella d'a erli raccolti con intelligenza ed abilit+. $referisco infatti non essere considerato un denigratore c%e apparire un curioso indagatore. *olitamente si dice c%e le ricc%ezze aumentano a colpo d'occ%io l+ do e i guadagni sono abbondanti e frequenti e le spese sono contenute e rare- il c%e , molto esatto. *e infatti al gruzzolo c%e tieni in casa ag giungerai pi di quanto a rai tolto, lo edrai crescere ogni giorno di pi. 1en di ersamente purtroppo a iene nel caso dei letterati, mentre rica ano un misero guadagno, dissipano lungo )'intera loro ita un immenso patrimonio. Non ci stupisce perci5 c%e essi debbano essere po eri. $er c%i poi non , con into c%e le ricc%ezze, c%e si perdono negli studi delle lettere, siano tanto grandi, tengo una pro a cos" c%iara da rendere e idente non solo come ingenti ricc%ezze anno in fumo negli studi, ma anc%e c%e l'intera famiglia iene profondamente colpita da molti e gra issimi incomodi. >icordo c%e, quando in 1ologna mi applica o agli studi, ebbi occa sione di conoscere un cittadino molto distinto. 3uesti a e a un figlio giureconsulto coltissimo. 4olto spesso intesi il padre affermare c%e nella sua ita, l'unico moti o di pentimento, era quello d'a er lasciato il figlio applicarsi allo studio delle lettere. $er tale moti o, infatti, asseri a d'essere stato colpito da molti incomodi, primo fra tutti, quello di non tro are mai una qualc%e utilit+ dal figlio nell'amministrazione dei beni. 4ai olle c%e quello fosse allontanato dagli studi delle lettere per interessarsi del patrimonio familiare. $er tali ragioni asseri a c%e il figlio era il pi inutile tra i membri della sua famiglia. *e infatti non a esse a uto l'ambizione c%e suo f iglio si interessasse delle lettere, a rebbe certo conseguito, per mezzo suo, molte cose clic era stato indispensabile in ece realizzare mediante amministratori pagati con fior di quattrini. La conseguenza di ci5 , a ia, il so raccarico di spesa riduce i guadagni pressoc%. a nulla. 1en altrimenti sarebbe stato se negli affari a esse potuto usufruire non dellopera d'un estraneo ma di quella del figlio. # redditi non sarebbero diminuiti per gli stipendi. 4ai in una famiglia do rebbero farsi spese cos" inutili da risultare non solo tali ma, quel c%e , peggio, molto gra ose. ;edi lo stipendio dato ai maestri, quello do uto ai grammatici, il pagamento per i dialettici, ed in pi aggiungi ogni altro pedagogo ric%iesto dalle circostanze, i libri comperati e di nuo o l'acquisto di altri libri ed altri ancora, insomma, per farla bre e, mai ennero a mancare sia i copisti sia coloro c%e con insistenza eni ano a c%iedere danaro. Non diciamo poi quel c%e a iene se, a tutto ci5, si aggiunge quella pazza festa, solitamente c%iamata di laurea. #n tale occasione puoi appunto scorgere quanto immense siano le sostanze disperse e sciupate, l'enorme quantit+ di danaro spesa, le esti e le tog%e tessute con arte e ricc%ezza per l'occasione, il banc%etto apparecc%iato con do izia, la casa tutta rimessa a nuo o ed adorna ed infine il festeggiato c%e, pressoc%. impazzito, d+ quasi fondo all'intero patrimonio di famiglia. 6 olesse il cielo c%e con ci5 fosse possibile porre una buona olta la parola fine alle quotidiane spese c%e premono da ogni parte. 0inc%. il figlio infatti era sconosciuto tra le mura domestic%e, i e a secondo n costume dei suoi antenati, ossia con risparmio e dignit+. (ra, rice uta la toga del dottorato e enuto quindi a far parte di una famiglia pi illustre, ritiene necessario c%e tutto sia pi sontuoso ed abbondante. 6 sarebbe sciocco illudersi di rice ere in contraccambio tanti premi da compensare gli incomodi incontrati.

#noltre c'era un altro moti o, a giudizio di molti, buono ma a me del tutto sconosciuto. Cos" infatti quel padre si esprime a- ? *e i denari c%e si sono spesi per i libri e le esti di mio figlio, quello stesso denaro, dico, come sarebbe stato possibile, l'a essimo trafficato, di certo a rebbe procurato un immenso tesoro. *e poi tenessi ancora ci5 c%e spesi per il figlio, oltre al possesso del danaro, rica erei dagli interessi accumulatisi di anno in anno un note ole guadagno@. Con tali ragioni quel padre non di rado sole a precisare quanto grande foste la ro ina ed il danno rice uto. Tutta ia, stando cos" le cose, era solito affermare c%e non si dole a tanto perc%. il figlio a esse compiuto spese cos" grandi e troppo scriteriate9 il suo dolore, soggiunge a, era reso ben pi acuto dal fatto c%e l'aspetto del figlio non gli face a una buona impressione. Lo ede a cos" malaticcio, per gli affanni procuratigli dalle lettere, e comprende a c%e mai alcuna pace e tranquillit+ pote a esser i per lui cos" debole e stanco. $ertanto il padre, addolorato, spinto dalla compassione erso il proprio figlio, fece di tutto per allontanarlo dai libri ed accostarlo a qualc%e di ertimento- spesso gli impose di non torturare se stesso cos" intensamente con eglie e digiuni. 4a il figlio, alla sailecita insistenza del padre, sole a rispondere- ? Non distogliermi, o padre mio, dagli studi. (ccorre infatti c%e tu ti con inca essere mio preciso do ere applicarmi alle lettere in questo modo. $ertanto se capisci ci5, se ti , cara la nostra dignit+, fai in modo c%'io le possa seguire con pi impegno e cerca piuttosto d'in itarmi costantemente a non abbandonare la biblioteca. 1ada a non essere proprio tu quello c%e manda in ro ina la fama c%e %o acquistato con tanta preoccupazione e diligenza. Ti ascolter5 pi olentieri, o padre mio, se mi imporrai di mantenere la fiducia c%e i clienti %anno nei miei confronti e di difendere le cause intraprese degli amici con ogni diligenza ed impegno. $uoi infatti, con molta facilit+, capire quanto, per assecondare l'attesa degli amici, tenga a di enire, con tutte le mie fatic%e, un alida difensore. !unque, padre mia, lascia c%'io continui nella mia atti it+@. A questo .nodo, quel padre di famiglia, uomo saggio sotto molti aspetti, ma specialmente perc%. seguitando cos" teme a molto della ita del figlio gi+ tanto precaria, si sforza a, con ogni mezzo, ma in ano, d'allontanarlo dagli studi. !unque quel padre tanto affettuoso, preferi a a er un figlio robusto, lieto, di buona salute, anc%e se un po' ignorante, c%e mostrarne uno sner ato, triste, pallido e malaticcio9 per tale moti o giura a da er pi di una olta desiderato per so un figlio ignorante a questo suo figlio cos" esperto nelle lettere. *ole a dire c%e era pi utile un figlio c%e non procura a alcuna calamit+ alla famiglia e al padre, mentre questo, c%e bisogna a sostenere in ita con immense spese, era per lui scomodissimo. Tutto questo, quel nostro uomo cos" equilibrato, manifesta a non in quanto spinto da una qualc%e con inzione, bens" dalla e idenza stessa della realt+. $ertanto, se si de e prestar fede agli uomini pi esperti, un tale uomo, c%e gode a di tanto credito presso i suoi concittadini, attesta a appunto, col pieno consenso degli astanti, tutto quello c%e %o fin qui riferito. Non era forse sufficiente il suo insegnamento sull'inutilit+ delle lettere a procacciarsi un qualsiasi guadagno/ Non era abbastanza persuasi o allorc%. ci indica a c%e, per giun gere alla ricc%ezza, non si do e a intraprendere la strada delle lettere, anzi c%e esse, rendendo la ita triste e sner ata, erano cos" pesanti e faticose, da do ersi senz'altro fuggire/ *e infatti pensa a in tale maniera quel padre, c%e cura a l'educazione del figlio presso di s., cosa faranno quei padri c%e %anno i figli in lontane contrade, do e nulla dei paterni possessi si pu5 portare e do e nulla, anc%e se minimo, ci si pu5 procurare senza spendere denaro/ Anzi ci5 c%e riguarda il nutrimento ed il tenore di ita , interamente tratto ia dal patrimonio familiare. *e poi engono a mancare le esti, se c', bisogno di libri, se di entano malati (cose queste c%e capitano con estrema frequenza)- in tali casi c%i non ede quanto denaro de e di continuo spandersi/ Non , poi molto facile rendersi conto di quanto i gio inetti siano prodig%i con gli amici, allorc%. non sono incolati dal timore e dalla presenza dei loro parenti. *e tu farai un bre e calcolo di tutte queste cose, ti renderai senza dubbio conto c%e gli studiosi, dedicandosi allo studio delle lettere, abbiano speso di gran lunga molto pi denaro, di quanto mai possa essere ricuperato da un qualc%e genere di lettere. Come/ # pro enti c%e si attendono sono dunque tanto certi e grandi, da do er immediatamente mettere a repentaglio l'intero patrimonio familiare/ 1ella istituzione da ero sar+ questa, c%e, prima di tutto, consuma ogni bene lasciato in eredit+ dal padre e dagli

a i, ml offre in contraccambio null'altro c%e speranze pure e sem2plici8 Non ediamo forse a enire tali cose nelle lettere, cos" da farci comprendere, con troppa e idenza, quanto siano uo 2 mini dappoco coloro c%e cercano di trar antaggio dalle lettere per guadagnare danaro/ 7 noto in ero come le ricc%ezze si acquistino con le arti, sia quando i guadagni rica ati sono frequenti, sia quando, pur non frequenti, risultano altissimi. Non i , infatti alcun'arte, se non ado errato, c%e porti nello stesso tempo a grandi e frequenti guadagni. Le grandi ricom pense sono infatti do ute ai pi difficili e rari la ori ed alle atti pi ricercate e sconosciute. Nell'un caso suol enir a mancare l'artista, nell'altro il compratore. ;orrei pertanto a questo punto, o studioso, essere abbastanza sicuro c%e tu non riponga la tua speranza d'arricc%irti in quei mesc%inissimi guadagni, c%e potresti ottenere nel caso in cui tu abbia istruito un fanciullo, pubblicato un modesto opuscolo, perorata una causa, curata la febbre, disquisito a lungo e can enfasi stilla legge oppure in altri modi pi o meno simili. *arebbe un'assurda speranza. *i tratta infatti, di guadagni cos" modesti, da soddisfare a malapena le necessit+ quotidiane, ed inoltre sono compensi cos" a lunga scadenza, c%e solo in et+ ben bene a anzata potrebbero accumulare una grande ricc%ezza. 3ualcuno potrebbe dire- ? 6ppure tal olta si tro ano dei letterati ricc%i @. Non orrei parer ostinato9 s", senz'altro, lo riconosciamo, tal olta se ne tro ano di non indigenti, tutta ia pensiamo c%e l'origine del loro patrimonio sia qualunque altra cosa eccetto le lettere, a meno c%e non ostentino una ricc%ezza. attenuta con l'a arizia, con il delitto o con la frode e ogliano dare a cos" ergognosi guadagni, mediante lo splendore delle lettere, una par enza di dignit+. #n tal caso si de ono, a mio parere, doppiamente redarguire- sia perc%. s i sono ridotti ad essere pieni di izi, sia perc%. lordano, con A2 proprie nefandezze, il decoro e la dignit+ delle lettere. !unque i letterati pi onesti saranno del tutto po eri/ Certamente, se orranno essere ricc%i piuttosto di lettere c%e di quattrini, di irt c%e di danaro, ed adornarsi pi con le qualit+ dell'animo c%e con gli arredi di casa. Cosa accadrebbe se si cercasse d'ottenere nello stesso tempo lettere e ricc%ezze/ #n uno dei due casi senza dubbio faranno catti a pro a di s.. $erc%. ci5/ 4a perc%. occorre siano di ersi e piena mente contrapposti gli interessi di c%i si dedica alle lettere da quellB di c%i brama le ricc%ezze. &li uni infatti pongono l'intera loro attenzione all'usura, ai furti, alle rapine ed alle scelleratezze- ora cosa pu5 esser i di pi turpe/ &li altri si preoccupano di conseguire dignit+, gloria e fama- ora cosa pu5 esser i di pi eccelsa/ #noltre gli un' desiderano riempirsi di oro pi c%e di gloria, di danaro pi c%e di fama, di beni effimeri pi c%e della stima e bene olenza dei cittadini, gli altri, al di fuori d'una irt solida ed integra, non pensano ci sia altro da desiderarsi. $ertanto ci5 c%e con grandissima premura gli a ari cercano di conseguire, err+ disprezzato dai letterati e dagli studiosi delle buone arti. A loro olta ci5 c%e gli studiosi desiderano, non err+ tenuto in conto alcuno dagli altri. 6 finalmente, edia mo da una parte gli a idi, c%e per aumentare il loro patrimonio, non %anno scrupolo a ser irsi del furto e dell'a arizia, mentre dall'altra, per ampliare la loro fama, i letterati sono stimolali dalla liberalit+ e dalla giustizia. A farla bre e, io penso c%e non i possono essere letterati c%e di entano ricc%i, o ero c%e, se si arricc%iscono per mezzo delle lettere, si de e ritenere c%e ci5 sia a enuto in modo ergognoso. Non ', infatti alcun uomo d'animo onesto c%e non consideri ergognoso (qui lascio da parte ogni altra nefandezza di c%i brama d'arricc%irsi) c%e un distinto ed eccellente sapere sia sottomesso ai guadagni. Tutti stimeranno cosa scellerata far di una dottrina merce da mercato. C%e se, finalmente, fuori di ogni tradizione, al di l+ di ogni pi antico costume di uomini illustri, qualcuno tro er+ modo di di enir equamente ricco mediante la propria cultura, ci5 potr+ erificarsi soltanto in quanto questi %a a uto una fortuna pi compiacente, una scienza pi profonda, un'autorit+ pi insigne, ed una stima presso gli amici pi ricercata ed ampia di qualunque altro, ed ancora in quanto , dotato d'una facondia, d'una facilit+, d'un ingegno, di una ersatilit+, d'una a edutezza pi gradita ed accetta al gusto ed al sentire degli uomini. Cos infatti devessere questo letterato perc%. i cittadini, senza titubanza, gli affidino le loro intere fortune e specialmente perc%. siano disposti a dargli

numerosissime ricompense e guadagni. Tutta ia molto poc%i possono essere quelli c%e giungono ad un grado cos" alto di celebrit+. #noltre, c%i desidera la stima di molti, occorre la ottenga faticosamente non col risparmio, nemmeno coli altri soliti mezzi atti a procacciarsi sostanze e ricc%ezze, bens" mediante fa ori, elargizioni e regali. Come edi tutto ci5 , ben lontano dall'essere adatto ad accumulare ricc%ezze. 4a ammettiamo pure c%e molti siano coloro nei quali la citt+ ripone piena fiducia. #noltre, supponiamo per assurdo, c%e tutto quello c%e rettamente si rica a nel caso di processi, di sentenze e di malattie, possa essere messo assieme e lo si dia cos"C raccolto ad un solo letterato, ebbene anc%e in questo caso sono sicuro (gli dei mi facciano da testimoni8), c%e tutti quei guadagni non saranno n. cos" grandi n. cos" numerosi, da giustificare la con inzione c%'egli abbia accumulate enormi ricc%ezze. #n quali gra i malanni, o per meglio dire pestilenze, in quante discordie cittadine ci tocc%er+ incappare, quali ricercatori, o buon !io, a idi e solerti di guadagni, occorrer+ essere, prima di poterci arricc%ire del giusto guadagno delle lettere, prima di riuscire a trascorrere la ita onestamente con le proprie sostanze e non mediante i compensi altrui8 Tutto ci5 l'abbiamo detto perc%. risulti conip)etaniente c%iaro c%e gli studiosi non possono affatto arricc%irsi in ragione del proprio guadagno. *iamo con inti c%e in una mol titudine cos" asta, a malapena uno solo pu5 di enir ricco. N., a questo punto, ritengo si debba dare ascolto a coloro c%e si ric%iamano a quel detto popolare- ? Non fa quattrini, ' c%i non sa mentire9 c%i non sa ingannare, non accumula ricc%ezze @. Tale sistema di guadagno sarebbe estremamente contrario alla dignit+ ed alla fama dei letterati. ;i sono inoltre molte arti oneste e ci ili, la cui enumerazione sarebbe lunga, c%e sono atte ad assicurare un certissimo guadagno. 4a, non dimentic%iamolo, di tutte le arti e discipline, solo le lettere sano quelle c%e rendono impossibile qualunque speranza di arricc%imento. *e ti dedic%erai all'arte militare, con frequenza insperata ti capiteranno cos" grandi ricc%ezze, c%e in ano potresti pensare d'ottenerle con le lettere. #nfatti sui campi di battaglia si spalancano ai soldati moltissime strade, c%e conducono ad accumulare ingenti ricc%ezze od a raggiungere una potenza immensa. C%i orr+ c%e le lettere siano lucrose, , d'uopo si riduca ad essere ile ed a i ere della mercede c%e gli iene data. Nel caso in cui tu ti darai al commercio, non guadagnerai forse per tutto il tempo c%e orrai/ Non tro erai, do unque ti rec%i, cerc%ie d'affari, e molta gente ad attendere c%e tu enda loro qualc%e casa/ 6 c%e potrei inoltre dire se tu penserai d'applicarti all'agricoltura/ 3uale ita infatti potrebbe essere pi felice/ 3uale ricompensa pi gradita, pi antaggiosa o pi giusta/ :nicamente l'agricoltura, cos" libera e piena di pace, potr+ fornire tranquillit+ agli ignoranti e gioia agli uomini dotti. #nfatti nessuna attesa , pi garantita di quella c%e pu5 procurare un campo ben colti ato, ed, ancora, non c', come la campagna c%e, con la sua profondissima pace ed il sue, mera iglioso silenzio, lontano da ogni rumore e fastidio, renda la ita felice e tranquilla. Nessun antaggio poi , casi grande e continuo come quello c%e si pu5 trarre dalle pro iste di campagna. 4a circa le lodi dell'agricoltura e le altre imprese redditizie, parleremo in altra occasione. !unque in queste, come in altre arti dello stesso tipo, c', una certa possibilit+ di guadagno. Nelle lettere, in ece, fiorisce la magnificenza , e la gloria del sapere. $er tali ragioni appunto, il sapiente non tiene in considerazione alcun guadagno, anzi, per amor22 - della sapienza, preferisce sopportare con ogni energia la po ert+, piuttosto di arricc%irsi senza fama. Cl m se poi i sar+ qualcuno cos" spudorato c%e, lasciato da parte ogni culto e decoro do uto alle lettere, spinto soltanto dalla bramosia, si persuader+ di poter giungere alla ricc%ezza ser endosi, collo aiuto delle lettere, della frode e della perfidia, orrei c%e questo tale si con incesse del suo enorme errore. (ccorre infatti ammettere c%e i casi c%e giocano nella ita dell'uomo siamo infiniti, dato c%e dipendono dalla loro spinta, persino i primi compensi c%e poc%issimi uomini riescono, mediante le lettere, ad ottenere. Non ogliamo fermarci sul fatto c%e il patrimonio paterno si sia esaurito negli studi prima c%e c%i studia abbia ottenuto, con i suoi progressi nelle lettere, la possibilit+ di sostenersi c o l p r o p r i o g u a d a g n o . 6 infatti arcinoto c%e c%i orr+ trarre guadagno dalle lettere, non potr+ metterle in endita prima di a er dimostrato piena e profonda conoscenza di esse. 6cco perc%.

capita di ederli ostentare con ogni energia la loro abilit+ e cultura nelle declamazioni e discussioni tenute in pubblico, e nelle altre questioni e gare, c%e si tengono nelle scuole c nei ginnasi. #nfatti non , possibile giungere ad un qualc%e guadagno, se prima non a ranno saputo farsi talmente stimare dal popolo, da essere eramente creduti dotti da tutti- tale fama, pi c%e la irt, li potr+ arricc%ire. Danno fretta d'essere c%iamati dottori ed ottenere di portare la fibbia aurea. Tali cose per loro sono cos" importanti, da credere c%e il sapere sia proporzionato alla loro presenza- con il dottorato uno iene ad essere coltissimo, senza di esso, %anno l'impressione di non a er appreso mai nulla. 4i pare sia qui giunto il momento di farci la seguente domandaquanti armi, prima di ritornare a casa dagli studi, pieni d'autorit+ e ricc%ezze, %anno consumato nella pi estenuante fatica/ *i tratta di trenta o pi anni/ ;eramente lapidarono ogni sostanza paterna/ !a ero si sono completamente sfiniti/ Anzi al numero di anni da noi ricordato, si , soliti aggiungerne altri dieci, perc%. uno possa distinguersi talmente nelle azioni e nella fama, da procurarsi, can il proprio sapere, un soddisfacente reddito. !unque gli anni spesi da tali uomini, cos" a idi e bramosi di soldi, per ottenere un lucro antaggioso, non possono essere meno di quaranta. $ress'a poco l'ultima et+ concessa agli uomini. 3uanti, mi concederai possano a er raggiunto una tale et+/ *u mille uomini c%e non siano logorati dall'affanno degli studi, n. da alcuna angoscia d'animo, anzi trascorrano completamente una ita piena di allegria e di serenit+, quanti pensi abbiano oltrepassati i quarant'anni/ Certo ben poc%i tra quelli c%e conduci, so una ita pienamente serena, a maggior ragione dunque ammetterai c%e poc%issimi sono i letterati quarantenni. La salute degli studiosi infatti , debole, la ita fragile, e la loro et+ assai bre e9 nessuno di essi fu dotato d'una natura cos" resistente da non essere interamente spossato per le fatic%e, eglie ed altri affanni apportati dagli studi. &io a, per ragioni di c%iarezza, riportare il nostro discorso in cifre. :omini coltissimi, tal olta interrogati da me, solitamente si espressero in tale maniera. !i mille, quanti giungono ai quarant'anni/ *econdo una statistica diffusa e credo era, su mille uomini a mala pena trecento non solamente non giungono a quaranta, ma nemmeno a trent'anni. # pi esperti affermano pure c%e rarissimo sia il caso di uno c%e possa sufficientemente arricc%ire la propria famiglia prima dei quarant'anni. 3uesta , dunque l'opinione degli esperti, quando ad essi ri olgiamo il nostro quesito. Noi perci5, lungo il corso del nostro discorso, per non trascurare questo aspetto, a nostro giudizio, molto importante, riferiamo questa statistica sulla ita. (gnuno potr+ cos" edere come ben scelti e rari siano i letterati ai quali , stato possibile arricc%irsi lungo il corso degli anni. *e pertanto uno sentir+ una pungente brama di guadagno, potr+ a tutto suo agio riflettere e constatare, prima di do er prendere una decisione, a quale et+ e grado di sapere occorrer+ giungere. >itorniamo ora al nostro discorso. 4i , caro c%iederti, o letterato, quanti tra quei trecento c%e conducono una ita pi lunga, durante il corso della loro esistenza, son risparmiati da ogni ingiuria della sorte/ 3uanti e ne sono c%e abbiano a uta una ita cos" esente, sciolta e libera da mali ed affanni quotidiani, c%e fidando nei propri studi, senza )'<m pedimento d'alcuna s entura, raggiungono il pi sublime grado del sapere/ Non sappiamo forse quanto estenuante sia la strada c%e porta alla conoscenza delle arti/ 3uanto sia insuf ficiente l'ingegno umano per abbracciare un sapere cos" asto/ (ccorre poi aggiungere quanto la nostra ragione e le capa cit+ degli uomini siano inganne oli e deboli contro l'impeto della sorte e le scelleratezze degli uomini. !unque se risulta difficile poter conoscere in grado sommo qualsiasi altra arte, a maggior ragione appare estremamente arduo riuscire ad abbracciare l'intero mondo, per cos" dire, delle lettere. Cerc%iamo pertanto di calcolare il numero di coloro < quali, tra quei trecento c%e i ono una ita cos" lunga, non siano costretti dai ari casi della ita, ad abbandonare ed interrompere a met+ il cammino degli studi delle lettere. $er stabilire ci5 con precisione forse occorre considerare quanto siano estremamente frequenti le diserzioni dalle lettere. (ccorre subito ricordare come ogni tenace applicazione agli studi sia pi facile interromperla c%e, una olta interrotta, riallacciarla con decisione. *e tu poi dirai c%e gli studi delle lettere mai riser ino qualc%e cosa per cui tu debba lasciar da parte il tuo la oro, di certo o sei troppo felice o non sei per nulla applicato allo studio. #nfatti in qualunque genere di ita, noi possiamo

giornalmente constatare come studi, atti it+ e consuetudini siano tutte colpite dai ari casi della sorte e degli a enimenti- ora si tratta della iolenza delle guerre, ora di luog%i infetti e della peste, ora della olubilit+ della fortuna, ora di malattie dell'animo e del corpo, ora siamo colpiti da cose c%e2 sono al di fuori di noi come, ad esempio, la po ert+, le ingiurie, le inimicizie ed ogni altra calamit+ c%e ci riesce di ostacolo, e gli infiniti danni (del resto la ita dell'uo mo ne , colma), incomodi e difficolt+ c%e si parano innanzi. Alcuni miei saggi amici, interrogati da me su tutte queste cose, giunsero alla seguente soluzione- di trecento, all'incirca cento pote ano portare a termine gli studi intrapresi, liberi da questi mali. Non rifiutiamo questa cifra, fissata da uomini esperti ed a eduti, sebbene io la considerassi ancora troppo alta. Accettiamola dunque come era. *iano pure cento su mille, gli studiosi c%e nella loro ita, assistiti dalla sorte, riescano a trarre dalle lettere un ero guadagno. *iamo in tal modo giunti alla decima parte dell'in tera somma. 6ra amo partiti con mille- ne sono rimasti cento. >itorno a c%iedere- quanti di questi cento ritieni posseggano una potente memoria, una mente acuta, un'intelligenza idonea a raggiungere il sapere/ Non da ero tutti quelli c%e lo desiderano, ma solo coloro, ai quali i fati concedettero il talento straordinario di riuscire ad afferrare la grandezza del sapere. La memoria infatti e la intelligenza quasi di ina c%e gli studiosi delle arti pi sublimi occorre posseggano in modo eccelso, per uno strano destino c%e mi sfugge, ennero dalla stessa natura concesse a poc%issimi uomini. #nfatti se ad (rtensio gli dei diedero la memoria, ed a Cicerone un'acuta intelligenza, ad altri dell'innumere ole sc%iera di retori, non concedettero una qualc%e par2ticolare fama c%e deri asse da tali qualit+. 4a qui m'accorgo di uscir un po' fuori dal mio assunto. All'inizio a e amo detto c%e il nostro discorso sarebbe stato alieno da ogni ricercatezza retorica, dignitoso, soltanto preoccupato della erit+, perci5 lasciamo da parte tutte le amplificazioni e ritorniamo al nocciolo della questione. Nei affermiamo c%e poc%i sono gli uomini, per intelligenza e memoria, idonei a raggiungere l'alta etta del sapere, altri in ece li considerano di pi, molti poi sono quelli c%e ne ammettono estremamente poc%i. La nostra , dunque una posizione intermedia. 6 sta bene, su cento uomini integri di intelligenza, energia e salute siano dieci coloro c%e %anno potuto raggiungere negli studi il pi alto ertice della fama. !i tutti questi non so da ero se alla fin fine se ne tro ino tre cos" eruditi nelle lettere, cos" amanti e desiderosi di sapere, cos" applicati allo studio, da usare od essere capaci di sopportare, lungo l'intero corso della ita, quelle angosce e fati c%e proprie degli studi da me gi+ ricordate. *e agli umani casi ed agli incerti moti della fortuna ed alla debolezza della natura si erranno anc%e ad aggiungere le pi gra i fatic%e, c%e di certo, come gi+ ebbi modo di dimostrare, negli studi delle lettere i sono in grado tanto eminente da non potersene esimere, c%i pensi stimer+ le ricc%ezze a tal punto da trascurare completamente la propria ita/ >isulta dunque e idente, da questa nostra enumerazione, come, in ultima analisi, su mille studiosi, solo tre abbiano potuto raggiungere i quaranta anni con facolt+, animo, intelligenza, forza ed impegno tali da poter procacciarsi, con la propria conoscenza delle lettere, un sufficiente guadagno. N. possiamo passare sotto silenzio c%e quei medesimi, per quanto cos" illustri nelle lettere, di erranno tutta ia ecc%i, prima di poter, con i pro enti delle lettere, rendere la famiglia onorata e ricca. Ad essi potr+ applicarsi quel detto molto ero di Catonecodesti %anno studiato per procacciare ricc%ezze agli inferi. C%e se i sar+ qualc%e letterato, lungo il corso della sua ita, abbastanza ricco, ringrazi la fortuna e non gi+ la irt, c sappia c%e ci5 , non tanto il premio di sudate fatic%e, quan to un'elargizione o meglio una follia della fortuna. 3uesta infatti, pur essendo solitamente a ersa nelle altre cose a tutti i buoni, a r+ tutta ia scelto questo letterato, e fuori d'ogni sua consuetudine, sar+ lieta di fargli elargizioni. !el resto, come aluteremo noi anc%e quest'altro danno per i letterati ossia c%e mai ien c%iesto c%i di essi sia pi costan te, pi modesto o ero pi onesto, bens" immediatamente si uol sapere c%i per lo sc%iamazzo del foro, per le insidie e gli inganni delle dispute sia pi esperto, astuto, pieno d'ardire e sfrontato/ 3uasi c%e essere

buoni fosse sinonimo di incapacit+ nel trattare affari finanziari o di incompetenza in una azione giudiziaria. *e giudicassero pi profondamente sulle capacit+ autentic%e dei letterati, forse non stimerebbero l'adulazione, il motteggio, l'astuzia degli indegni superiori al sapere dei pi semplici e modesti. 4a oggi il olgo mostra di stimare pi la malizia della irt, pi l'inganno, la stupidit+, l'insolenza della cortesia e della modestia. # letterati se non sono appro ati dal fa ore del olgo, resteranno sempre po eri. #l olgo dunque, accettando come fatto ormai acquisito c%e i difensori si accostino alla lite decisi ad ingannare ed a depredare, allorc%. sente c%e una frode , spezzata da una frode contraria, subito porta alle stelle colui dal quale sia superato in perfidia. C%e se poi un letterato senza scrupoli a r+ difeso una causa ingiustissima, ecco c%e subito lo proclamano a ocato eminente, uomo ottimo e c%e tiene in sommo grado la amicizia. !unque per loro , irt la frode, sentono i a ammirazione per l'arte del fingere e del contraffare, come si trattasse di una qualc%e potentissima energia del sapere, stimano ogni malizia, accortezza e inganno ottenuto con la conoscenza delle lettere. L'uomo buono e retto, c%e aluta il alore di una causa secondo il metro della giustizia e dell'equit+, e c%e non conduce un dibattito con perfidia ed astuzia, c%e ritiene ci si debba fidare pi del diritto e della scienza c%e delle scappatoie, c%e non cerca guadagni coll'inganno, ma la gloria apportata dalla ittoriaun uomo di tal fatta, lo considerano inutile, indotto, e sicuro fallimento d'ogni causa. A farla bre e, non cessano di odiare la semplicit+ e tenere in bassa conside razione la irtE. $erci5 non solo gli a idi, ma pure tutti quelli c%e con le lettere si ogliono procacciare il cibo quotidiano, sono costretti senza eccezione a riempire il loro animo di queste perfidie da noi ricordate. $ertanto i letterati bramosi di guadagno giungono alla ricc%ezza mediante a arizia e scel 2 leratezza, dal momento c%e sono desiderati, come ci , possibile edere con i nostri stessi occ%i, inganne oli ed astuti- i buoni ed i semplici sono lasciati da parte. !ura dunque , la 2 sorte degli studiosi8 #l primo dei mali , dato dalle fatic%e dei nostri mille studiosi, dalle loro innumere oli ansiet+ e dalle eglie cos" prolungate- la loro applicazione, di giorno in gior no sempre pi intensa e quasi del tutto impensabile, potr+ risultare utile soltanto a tre. *oprattutto sar+ fruttuosa a coloro c%e particolarmente si segnalino per la loro perfidia, a quelli erso i quali la fortuna sia stata pi fa ore ole e benigna nell'acquisto di fa ori, l'ingegno pi incline ed a ezzo all'astuzia, la mente all'inganno, la ita alla turpitudine e c%e, indotti, siano considerati dottissimi- l'unica autorit+ considerata degna del massimo rispetto , il temerario giudizio del olgo. $ertanto un unico a ersario delle buone lettere, contrario ai buoni costumi, nemico delle cause pi giuste e prontissimo a compiere qualunque scelleratezza e delitto, porter+ ia cori la sua sfrontatezza ed insolenza, i guadagni di tutti i letterati, offusc%er+, con la sua temerariet+, la gloria degli altri, con la sua ambizione, ne spegner+ i) nome e la faina. 7 ben duro constatare c%e di mille studiosi appena uno e, a sua olta, proprio quello pi indegno, di enga ricco. 3ualunque altro di oi, o letterati, do r+ mendicare, se si manterr+ irtuoso9 se poi sarete disonesti, non tutti potrete raggiungete )a ricc%ezza. La fortuna, infatti, secondo il suo costume, non sempre si mantiene egualmente propizia erso tutti. (ccorre pertanto considerare molto stolto c%i si sia dedicato allo studio delle. lettere con la speranza d'arricc%ire. # guadagni delle lettere infatti o non sono onesti o non sono decorosi. Dai pure potuto constatare c%e essi sono miseri, ed infine, qualunque sia la loro entit+, c%e sono concessi a poc%issimi e per giunta non affatto buoni. 3uesti guadagni, pur ammettendo di rica arne in abbondanza ed onestamente, non sarebbero tutta ia sufficienti a soddisfare le pi alte spese. C%e diranno a questo punto i nostri sottili oppositori/ 0orse neg%eranno c%e quanto io %o detto sia ero/ ;oglio sperare c%e non saranno cos" impudenti da mettere in dubbio le ragioni cos" c%iare ed e identi da me riportate. 0orse insisteranno sulle loro con inzioni e tireranno a mezzo come pro a un qualc%e ricco, a mala pena spol erato di lettere, e c%iederanno- ? $erc%. non pensi c%e pure gli altri letterati possano di enire ricc%i/ @. *e io per caso risponder5 c%e il letterato, portato da essi a testimone, %a acquistato le ricc%ezze in malo modo, sarei considerato degnissimo di odio, in quanto giudic%erei sui miei letterati con molta in idia. *e poi dir5 c%e poc%issimi sono di tal fatta,

quelli in ero replic%eranno- ? #n questo cos" esiguo numero di eruditi anc%e solo uno potrebbe costituire una pro a sufficiente @. #noltre tutti quelli c%e si saranno applicati alle lettere con l'intento d'arricc%irsi, saranno portati a testimoni contro di me e come riprensori dei miei argomenti. $er tutti questi moti i ci sia lecito riprendere punto per punto questo argomento, con una bre issima digressione, e di nuo o considerare attentamente le nostre ricc%ezze. #nfattiC ci5, se non erro, ser ir+ a disperdere ogni ignoranza in c%i studia col desiderio d'arricc%irsi- li scongiuro c%e, lasciato da parte (caso mai ne a essero qualcuno) ogni desiderio di guadagno, pongano attenzione per un attimo agli argomenti da noi riportati. $oic%. se faranno ci5, mai si a icineranno in a enire ai libri ed al sapere, senza prima a er respinta ogni bramosia di guadagno. ;eniamo dunque al punto. !i tutta l'immensa sc%iera di letterati c%e si , distinta nel no ero quasi infinito delle arti, risulta di certo c%e soltanto tre sono le professioni c%e procurano lucro. L'una , quella di coloro c%e registrano cause e contratti, l'altra di quelli c%e presiedono nell'amministrazione della giustizia, la terza infine di c%i cura le malattie- tutte le altre arti, a ben edere, sono pi famose per la po ert+ c%e per la dottrina. 6 ci5 non a torto. #nfatti sono de 2 stinate al guadagno appunto quelle arti c%e ser ono ai beni del corpo e della fortuna, quelle in ece c%e alimentano l'animo e l'intelligenza ric%iedono qualc%e cosa di pi grande, incor 2 ruttibile ed eterno. *e tu poi neg%erai queste cose, ti c%ieder5- ? Ti pare forse c%e grammatici, retori e filosofi si adoperino poco nelle lettere/ @. 6 di nuo a aggiunger5- ? Appunto tra questi, quanti ne scorgi ricc%i/ Non t'accorgi farse c%e queste lettere anno, quali istitutrici, tutte mendicando nelle case dei cittadini/ @. T'insegno come tu possa rispondere bene. !irai c%e i filosofi %anno olutamente disprezzato i soldi, come si trattasse del peggiore dei mali. $ertanto a buon diritto si tro ano, pri i di denaro, nella pi dura po ert+. #n bre e il nostro discorso consideri come il notaio, il medico ed il giurisperito, e solo questi tre, abbiano imparato quelle lettere c%e sono tanto potenti ed utili, a seconda di quanto abbiano saputo mercanteggiarle bene. 0acciamo inoltre osser are come le altre scienze in ece riguardanti l'intelligenza, l'essenza delle cose, i costumi e qualsiasi altra importantissima, ele atissima ed elegantissima questione, trascurate e squallide, sono disprezzate e respinte dai cittadini- soltanto le lettere c%e si possono mettere in endita sono tenute in considerazione. #a poi mai stimer5 a tal punto l'opulenza di quelle tre categorie di uomini, da non preferire di sopportare irilmente la po ert+ per amore della sapienza, piuttosto d'arricc%irmi senza lode. $oic%. idi pi notai onestissimi po eri, c%e ciarloni e millantatori ricc%i, sano giunto a dubitare se in tutto l'ordine dei notai, i sia qualc%e guadagno pri o di frode e perfidia. $er tranquillit+ dei buoni oser5 dire che chi riprende i mal agi, si de e pensare fa orisca i buoni. *ui notai indegni penso si possa per la pi ritenere ero ci5 c%e si dice tal olta nei loro confronti, ossia c%e il loro pi grande segno di dappocaggine , quello di farsi edere in giro senza la penna posta all'orecc%io. Non , possibile infatti c%e un notaio oglia insieme mostrare ricc%ezze e costumi. Tutti sanno quanto tenue oro la penna dei notai sputi fuori. !unque colui c%e, come notaio, non orr+ far conoscere il furto, occorre ostenti po ert+. 4a a questo punto altri, circa i buoni e gli indegni notai, credano un po' quel c%e ogliono, a me non pare erosimile c%e un notaio possa arricc%irsi per le modeste parcelle ottenute dalla compilazione di documenti pubblici. *ui medici potrei dire pi a lungo, se non ne edessi molti, e questi in ero uomini degni di stima ed illustri, sem2pre combattere duramente con la po ert+, sempre energici e pronti ad ingiuriare. $er tutti costoro su ogni bocca risuona il seguente pro erbio- quelle cose c%e gli uomini considerano tristi ed orrende, come le ferite, le malattie, le epidemie, occorre c%e i medici, a idi di lucro, le desiderino e perseguano, con i o zelo, per il genere umano. *iano poi altri a giudicare se in queste cose orribili quelli, desiderando un numero maggiore di ricc%ezze, si comportino a aramente, crudelmente, e disperatamente. Con iene tralasciar questa questione per bre it+, ed anc%e perc%. non sembri c%'io con troppa accuratezza cerc%i di mettere assieme tutto ci5 c%e potrebbe riuscire di ituperio alle lettere. Lasciamo pertanto da parte la frode, la perfidia, la testimonianza falsa, le contraffazioni dei contraiti e delle eredit+.

Non parliamo dei eleni somministrati, delle febbri alimentate, delle malattie pro ocate mediante farmaci e pozioni- insomma siano taciuti molti altri crimini detestabilissimi ed esecrandi dei notai e dei medici a idi di ricc%ezze. 6d oltre a ci5 non , il caso di enumerare i pericoli dell'aria morbosa e delle inimicizie, c%e , necessario engano a subire tutti i notai cd i medici pi a idi. *arebbe eramente disgustoso parlare d'una prestazione d'opera cos" ser ile, turpe e tra tutte la pi ignobile. *ia tutta ia c%iaro c%e un animo particolarmente nobile e reso ele ato dalle lettere, non pu5 arricc%irsi n. desidera ricc%ezze ottenute con disonest+. &li ingegni illustri desiderino acquistare piuttosto morigeratezza c%e ricc%ezze. # dotti odino la scelleratezza ed il disonore pi della po ert+. Nessuno sia stolto a tal punto da non sdegnare completamente cos" ergognoso e nefando stato di ser it a cui si sono abbassati notai e medici pieni di cupidigia. 3uelli infatti, c%e noi siamo soliti c%iamare nostri sc%ia i, o in quanto inti in guerra o in quanto sottratti ai predoni, mal olentieri subirono il ser aggio. # medici in ece ed i notai offrono spontaneamente il loro ser izio. # ser i poi per ottenere dai padroni gratitudine ed in conseguenza libert+, ser ono con somma fedelt+ e diligenza in la ori, per quanto , loro possibile, onoratissimi- i notai ed i medici in ece, per ca ar fuori soldi, non rifiutano alcun la oro per quanto sprege ole. # ser i nel caso della salute del loro padrone sia per la speranza della libert+, sia per la sua bont+ si comportano erso di lui pieni di rispetto ed amore, non ricusano alcun pericolo ed anc%e si mostrano disposti a morire, se , necessario. # medici in ece ed i notai, a idi e bramosi, spinti dal misero compenso di poc%i soldi, sono disposti ad incontrare, per qualunque persona sconosciuta, qualsiasi genere di inimicizie, di pestilenze, di malattie contagiose, fino al supremo pericolo della morte. 0inalmente cosa mai potrei riferire di bello sui nostri giureconsulti/ 6 c%e sulle leggi canonic%e e ci ili/ #nfatti si , soliti affermare c%e da queste si raccoglie grano, mentre dalle altre buone discipline ed arti si ottiene solo paglia. !ei buoni8 Lettere maiuscole, codici enormi, bagagli (o%, dei8) immani8 C%i esporr+ tutto ci5 nella ta erna presso il foro, con lo stesso ordine e la stessa ricercatezza c%e %anno i giureconsulti nell'ostentare in casa sfarzo e splendore, e far+ pagare ai isitatori l'ingresso, potr+ rica are senza alcun dubbio molto pi denaro di quanto i giureconsulti siano. soliti rice ere con l'intero loro bagaglio di libri e con le macc%ine e arc%itetture delle loro bibliotec%e. Ti prego, prestami ora attenzione. $uoi tu pensare c%e da parte di qualcuno possa esser i tanta quantit+ di denaro c%e, nel comperare questo cos" grande mucc%io di libri, non si esaurisca e non enga del tutto meno/ 7 dunque somma insipienza oler raggiungere le ricc%ezze con spese tanto grandi. C%e se poi qualcuno desiderer+ ricc%ezze con cos" gran numero di libri e cos" grande spesa, non sar+ forse costui molto simile a quelli per i quali Cesare sole a dire c%e ogliono pescare con l'amo d'oro/ #noltre, non solo , stoltezza somma oler cercare con insistenza le ricc%ezze con tale spreco di soldi, ma anc%e per le fatic%e e le eglie. ? !omani, dice il cliente, bisogner+ c%e tu perori la causa @, poi offre una somma modesta ed il resto, c%e , il pi, lo promette per )'indomani. Tu, qualunque cosa ti si offra, rice i. $oi, durante tutta la notte, tra i libri, al fioco c%iarore della lucerna, piedi e mani intirizzite dal freddo, sonnecc%i cercando con ardore d'indagare la questione, mettendo in moto ogni macc%ina e spostando tutti i libri, e logorando te stesso con l'ansia, il sonno, il digiuno ed il freddo. Ti presenti quindi al dibattito con la raucedine, col torcicollo, e con gli occ%i quasi c%iusi, arrossati e sofferenti- )'animo poi, bramoso e preoccupato del guadagno, , predisposto e pronto a colpir9.. 0inalmente, con interminabili e precise citazioni di leggi, paragrafi e glosse, ti metti a gridare a gran oce. Ti si spezzano, po eretta8, tutte le pi piccole ramificazioni del petto. N. temi, purc%. ben pagato, di dibattere e ca illare contro i cittadini pi illustri e potenti. 4inacciano, oltraggiano, criticano, incolpano. Tu, infelice, per tutte queste cose %ai posto in endita la tua fama ed il tuo dorso8 A iene proprio cos" quando quelli, dopo a er cercata di ottenere il danaro egliano, fanno clamorose difese, gridano, per guadagna si sottopongono all'in idia, supplicano in ece di altri, arri ano a minacciare, durante ama rissa c%e riguarda altri, e fanno ogni altra cosa c%e si esige da questa

sc%iera di letterati soprannominata legisti. Coloro c%e si comportano come i giureconsulti c%e, in isc%iati dai guadagni, logorano le loro intere energie, tutti questi, ripeto, non si accorgono a quale grado di pubblica sc%ia it si sono sottomessi/ ( quali eccellenti metodi per ottenere danaro8 Non solo non procurano ricc%ezze, ma addirittura apportano ai propri padri, per quan to ricc%i, la massima ro ina del patrimonio familiare, procacciano inimicizie e non arrecano alcun guadagno, se non ser ile, e dopo immense fatic%e. 4a qualcuno potrebbe forse dire- ? 6 perc%./ # letterati, ritornando a casa dagli studi, non a ranno forse quell'autorit+ c%e procurer+ loro dignit+ e dar+ modo di sposare donne ricc%issime/ Nessuno difatti , cos" sciocco da rifiutare la parentela di un uomo erudito e famoso @. A costui potremmo rispondere- C%i tra i letterati, purc%. non giunto al massimo della demenza, per a idit+ di ricc%ezze, de sidera essere sc%ia o di qualcuno tra gli uomini/ #l primo desiderio dell'uomo dotto , la libert+. *ar+ suo costante e particolare sforzo quello di non mettersi a ser izio di qual cuno e tanto meno di una donna. *e infatti c%i si dedica alle lettere de e tenere lontano ogni genere di sc%ia it, , altrettanto ero c%e non bisogna ricercare negli studi delle lettre quella autorit+, con la quale crediamo di occuparci onestamente a ser izio degli altri. 7 molto meglio pri arci di quell'autorit+ e fasto, deri ati dalle lettere, piuttosto c%e apparire, ottenendoli, di intraprendere )a ia della sc%ia it per bramosia di danaro. C%i desidera di entar ricco con la propria sc%ia it, piuttosto d'ottenere fama mediante la propria libert+, certo non potr+ c%e risultare il pi indegno d'una qualsi oglia autorit+. 6d infatti c%i non sa c%e procura una buona dose di sc%ia it difendere ed a ocare a s. i litigi di altri/ C%i non sa c%e tutto ci5 , insistentemente perseguito da coloro c%e anno costantemente a caccia di ricc%e doti/ Non ediamo forse come le eterne cause, c%e mai possono essere messe a tacere e portate a termine, siano ammucc%iate sia da parte dei congiunti, sia da un congiunto dei congiunti, sia dai loro amici- e tutti c%iedono gratis l'opera e l'aiuto del letterato/ #noltre c%i potr+ dire c%e non sia una ergognosissima sc%ia it quella di c%i abbia accettato di sopportare una moglie pettegola, c%e ad ogni momento gli ricorda le ricc%ezze e la potenza dei suoi parenti/ Le ricc%e doti sono infatti sempre piene di tali situazioni. 1en cruda disgrazia8 3uella delle donne , infatti una razza, per sua natura, stolta, arrogante, litigiosa, sfrontata, insolente e temeraria. !esideri dunque come futura moglie colei c%e ebbe in sorte una sfrontatezza maggiore di quanto tu, anzi addirittura lei stessa, possa sostenere/ Dai il coraggio d'affidarti ad una donna c%e, educata nell'agiatezza, impazzisce per il suo inesauribile desiderio di ricc%ezze/ 3uante t'imporr+, e quante olte, o caro letterato, la moglie ti rinfaccer+ c%e tu saresti nulla senza le sue ricc%ezze/ 4a , sulla natura delle donne e sulla loro stupidit+ , meglio non riferire alcunc%., piuttosto di limitarci ad assaggiare, per cos" dire, u n a questione tanto asta ed arcinota. !esidero tutta ia c%e ci s i persuada, come molti sostengono, c%e nulla i , di pio intollerabile d'una donna ricca. *tando cos" le cose saremo proprio noi letterati a cercare con tanta fatica di raggiungere le ricc%ezze mediante le doti della moglie, cos" da preferire pi la ser it della po ert+/ 4a ammettiamo pure lipotesi c%e non sia scon eniente ai letterati d'arricc%ire per mezzo delle mogli. C%i sar+ cos" mal agio ed imprudente da indurre una madre felice e ricca a dare la propria figlia in moglie con una ricca dote ad un letterato po ero in canna/ La madre non grider+ forse il suo no/ - ? Assolutamente non oglio c%e la nostra figlia sia data a quel semi i o, a quel disordinato e triste letterato @. 6d inoltre a gran oce- ? $er mia figlia oglio un marito, non un maestro @. La stessa figlia poi, interessata essa stessa alla propria faccenda, non insister+ presso la madre aspirando ad un qualc%e suo innamorato e desiderando di enir soddisfatta in ben di erso modo c%e dall'eloquenza dei filosofi/ # fratelli inoltre non preferiranno la parentela di qualcun altro c%e sia gentile ed amabile/ !unque, concludendo, per giudizio e desiderio della madre, dei fratelli e della fanciulla stessa il nostro letterato sar+ mandato in malora. 4a io perc%. indugio, quasi c%e soltanto i letterati po eri desiderino ricc%e doti/ 4a, dico, non si potrebbero pure tro are dei ricc%i c%e non rifiutino una ragazza ricca/ *", di certo. Asserisco pertanto, se e ne saranno, o mio letterato, c%e sarai allontanato, rifiutato con tutto il tuo ingegno ed arte e disprezzato. Non contendere tu po ero con il ricco. Non mettere a confronto te

pallido e triste con gli altri gio ani. Nei riguardi delle fanciulle non anteporre l'autorit+ alla bellezza- a, piuttosto, fuggi ia, o letterato, nasconditi tra le pareti della tua biblioteca. #nfatti un gio ane agile, brioso, grazioso ed elegante usa ogni ingegno ed arte perc%. tu non gli porti ia l'innamorata. *arai deriso, o mio letterato, disordinato e squallido, se errai a gara circa la moglie, con un innamorato ordinato ed elegante. C%e se poi ti mostrerai tutto ricercato ed impomatato, perderai ogni autorit+ e dignit+ letteraria. Affermerai c%'io, non olendo siano date mogli ai letterati, sono particolarmente rigido. 6bbene sappi c%e nei riguardi dei letterati non solo non oglio essere assolutamente duro, anzi desidero mostrarmi cos" mite, da non oler c%e essi si pri ino del fastidio d'una moglie. 3uale genere di moglie giudic%eremo dunque adatta ad un letterato/ Anzitutto li consiglio a star lontani da una po era come dal peggiore dei mali, in secondo luogo li esorto a non desiderarla gio ane, tale et+ infatti , per gli studiosi ostile e poco sicura- so quel c%e dico, preferisco non fare esempi. #l letterato perci5 prender+ in moglie una qualc%e edo a attempata, dalla quale sar+ meno disprezzato c%e dalle altre donne. #nfatti le attempate, per l'arroganza dei figli o per le ingiurie dei congiunti, cercano, e ci5 non stupisce, studiatamente di mettersi in mostra, per adescate, con la speranza di ricc%ezze, qualcuna col quale possano sentirsi pi tutelate presso i giudici, ai quali non passa giorno c%e non siano tratte dai loro affini cos" mal disposti nei loro riguardi, o per godere, senza pi alcuna preoccupazione e solitudine, una serena pace domestica. 6d i letterati, circa le ricc%ezze, credano pure di essersi comportati bene, allorc%. si arricc%iscono di tali doti, per quanto litigiose e piene di rancori. *e poi ti sembra c%e io sc%erzi in questo discorso sul matrimonio, cerca di rie ocare nella tua memoria i matrimoni dei letterati- non ric%iedo da te un esame sulla morigeratezza delle mogli, ma sull'et+. e la dote. 4i pare di capire con facilit+ i tuoi pensieri, ma poniamo fine a queste ridicole cose. (ccorre poi ricordare quanto < guadagni dei letterati siano modesti, lenti, disonesti e concessi a poc%i e le spese, come sopra %o mostrato, pesanti, numerose e continue, e cos" deleterie per il patrimonio familiare. !a tali ragioni , facile dedurre come non solo le lettere non ser ano a procacciarsi guadagni, ma anc%e siano particolarmente dannose o del tutto incomode. Con ci5 penso di a ere pienamente soddisfatto alle due prime parti della nostra disquisizione. *e in ece a essi l'impressione di non a er sufficientemente esaurito l'argomento, olgerei il mio discorso in ben altro modo. 4ostrerei infatti quale animo angusto e ser ile possegga c%i, sperando d'arricc%irsi, si sia sottomesso alle dure fatic%e delle lettere. N. passerei sotto silenzio c%e a smuo ere gli uomini preclari ed eruditi debbano essere la nobilt+ e la fama, piuttosto c%e l'a idit+ e l'a arizia. *u tale questione potrei con pi do izia di particolari soffermarmi, se desiderassi ostentare le mie doti di intelligenza, o ero se cercassi di ottenere a questo punto ammirazione per la mia facondia, cl-e in erit+ , ben scarsa, oppure olessi esporre pi a lungo il pericolo della ricc%ezza. #nfatti tale argomento , cos" aperto, ampio ed esteso da permettere a c%iunque, a briglie sciolte, di fare con facilit+ un lungo ed elegantissimo discorso, usando ogni sorta di luog%i retorici. 4a sarebbe ano e lontano dal nostro scopo di agare, colorando un contenuto ormai arcinoto e confermato da mille pro e. #nfatti c%i potrebbe essere cos" poco saggio da non considerare quanto sia ergognoso oler rendere suddite e condiscendenti all'a arizia ed alla cupidigia quelle arti c%e a rebbero do uto sedare, bandire e distruggere i malanni dell'animo, come l'a arizia, l'a idit+, e la libidine, quelle stesse c%e a rebbero solitamente spinto ed orientato un animo, impregnato di quelle scelleraggini, all'acquisto della libert+, della dignit+, della fama, ed al dispregio delle cose passeggere/ 3uanto sia indegno permettere inoltre c%e l'animo, nobilitato dalie arie discipline letterarie, enga oppresso e sommerso dalla gran mole delle turpitudini/ Tutti gli uomini, ma in modo particolare i letterati, %anno il preciso do ere di innalzare il pi possibile l'animo erso la lode e la irt. Non far ci5 sarebbe ergognoso, tutta ia pi ergognoso sarebbe restar sommerso dall'a arizia e dall'infamia, ancor pi ergognoso c%e il sapiente si lasci ingannare dagli allettamenti di cose fragili e passeggere, e ergognoso in modo dei tutto par ticolare c%e con )'erudizione ed i titoli della sapienza si ada alla ricerca di ricc%ezze, molto pi ergognoso

di questo poi non cercare di difendere con tutte le proprie forze onore e libert+, ed infine ergognosissimo mettersi a ser izio di compensi assolutamente indegni di un uomo libero. 4a lasciamo da parte tutte codeste cose, giacc%. io stesso mi sono imposto su tale questione d'attenermi strettamente al necessario ed essere ad ogni costo conciso. 0ino a questo momento mi pare, nei limiti del possibile, d'essere stato fedele ad un tale proposito. #l nostro discorso infatti fu, come %ai potuto edere, stringato e sciolto, e proseguir+ semplicissimo e bre issimo, in conformit+ all'ampiezza della questione c%e stiamo trattando. Do prima affermato c%e dallo studio delle lettere non si pu5 n. cercar d'ottenere piaceri n. di accumular ricc%ezze. (ra mi pare sia il momento di trattare intorno ai letterati ed ai loro ampli onori. Affermiamo subito c%e ai letterati son do uti senz'altro gli onori pi grandi. *e lonore infatti , il premio di coloro c%e %an fatto azioni merite oli, a c%i, prima c%e ai letterati si pu5 concedere con certezza l'ono re/ C', forse qualcuno c%e pu5 meritarlo pi di c%i sa sopportare nelle buone arti, con costanza ed a lungo, le fatic%e/ $i di c%i logora i propri anni negli studi per raggiungere la irt e la sapienza/ $i di c%i disprezza ogni piacere, respinge ogni a idit+ di guadagno/ $i di c%i, con i sudori della propria atti it+, con i propri mezzi, con il proprio tempo, le proprie fortune e la propria ita, cerca di raggiungere le cose pi alte e necessarie al genere umano e pi degne della gratitudine di tutti, come sono le buone arti, le buone istituzioni, i pi nobili costumi e la sapienza ottenuta con le lettere/ C%i dunque sar+ tanto mal agio da negare c%e i letterati sono da preporsi a qualunque altro/ # letterati, a giudizio di tutti, non de ono essere messi in second'ordine. !el resto l'uomo, per malti aspetti, si innalza su tutti gli altri esseri i enti, anzi ne , di gran lunga superiore, in quanto usufruisce d'una particolare potenza c%e gli pro iene dalla sua capacit+ di conoscere e ragionare. Tali facolt+ ci mostrano, con una certa e idenza, c%e le menti degli uomini e quelle dei celesti non sono per natura di genere di erso. 7 infatti c%iaramente manifesto c%e quanto si muo e o per mare o per terra sia sottomesso ed a ser izio dell'intelligenza umana. $ertanto tutti sanno c%e nel mondo l'uomo , l'essere pi dotato tra i i enti, anzi, il loro signore. *tando cos" le cose quell'uomo c%e abbia resa proprio la ragione o mente, per la quale , stato senz'altro fatto dalla natura signore delle cose, libera e perfetta con le arti, raffinata e perfezionata con lo studio e l'abilit+, ossia colui c%e, proprio per quella stessa ragione ed intelligenza, sia enuto ad occupare il pi alto posto tra gli uomini, appunto tale uomo, il pi insigne di tutti, non do r+ forse essere colmato dei pi alti onori e circondato da uni ersale rispetto/ #nfine, !io stesso, tra le infinite doti riguardanti la sua natura, , par 2 ticolarmente eccelso per la capacit+ di discernere il ero dal falso, di scegliere quel c%e sia meglio e saper dirigere ogni cosa con pro idenziale sapienza. L'uomo dunque c%e si mostri dotto e capace di tali qualit+ non do r+ forse tra gli nomini essere celebrato con onori quasi di ini/ Non dobbiamo forse preferirlo ad ogni altro uomo/ $er quale moti o dunque si stabil" c%e ) 'ordine equestre nelle cerimonie pubblic%e preceda i letterati/ 4a , mai possibile paragonare uno qualunque dell'ordine equestre al letterato/ 3uale impudenza ci spinge ad anteporre un rozzo soldato, ignorante, e per lo pi temerario, a tutti i letterati/ Tutto ci5 penso sia entrato nell'uso corrente, non per le tradizioni lasciateci dai nastri antenati, bens" perc%. imposto dalla particolare insolenza, temerariet+ dei soldati stessi. A meno c%e i nostri antenati abbiano pensato do ersi tributare meno onore alle lettere c%e all'oro. !'altra parte , una concezione ben errata, una tradizione disonesta, un arbitrio ingiusto, dare la precedenza a questo soldato, nel quale non si tro a alcun splendore di irt, di costumi o di sapien za, e c%e desidera apparire pienamente illustre soltanto mediante gioielli ed oro, e posporre, a sua olta, questo letterato, apprezzatissimo e famosissimo per i costumi, la irt, l'intelletto, la conoscenza delle questioni pi sublimi. 4a lasciamo da parte questa nostra disquisizione se sia giusto dare il pri 2 mo posto al soldato, per quanto proprio questa disquisizione non si do rebbe qui trascurare. !iciamo in ece c%e la milizia , un particolare ufficio pubblico e c%e il do ere del soldato non , di poco conto, consiste infatti nel proteggere, custodire, difendere con il proprio sforzo, con i propri mezzi, con le proprie armi, le fanciulle, le edo e abbandonate ed indifese, e gli orfani e

tutti i po eri ed ogni altro c%e si tro i similmente ridetto allo stremo e lo *tato intero. Appunto questo , il do ere di un soldato. 4a quanto onore olmente secondo il loro do ere si comportino i soldati, e quanto perci5 siano degnissimi di onore lo giudic%ino pure altri, nessuno tutta ia ci potr+ contestare c%e i dotti, can i loro studi, apportino un'uti lit+ #mmensa al loro paese, ai pi miseri, come pure ai pi fortunati cittadini. C%i tutta ia per un qualc%e moti o potr+ sostenere c%e in qualc%e cosa gli stolti debbono preferirsi ai prudenti, gli ignoranti agli esperti, gli inetti ai buoni, i pigri ai letterati cos" atti i ed ogni giorno pi benemeriti/ # letterati non solo sono defraudati dei loro meritati onori da questordine, ma sono anc%e disprezzati da c%iunque. 3uale cittadino infatti potresti anno erare nella citt+ un poco famoso per ricc%ezze e grandezze, desideroso di giungere ai posti pi eccelsi, c%e non disprezzi immediatamente )a po ert+, e non odi completamente gli studi, le arti e l'intelligenza dei po eri/ 3uale ricco di cos" buoni costumi i sar+ c%e non giudic%i d'essere debitore pi alle proprie fortune c%e alla irt degli altri/ ? #nfatti per quale moti o, affermano i ricc%i, preferisci quel letterato a me/ 0orse non c', per tutti noi un'unica ed identica patria/ ( forse %o affini e parenti pi umili, o ero la nostra stirpe , pi olgare di quella di costui/ 0orse perc%. non conosco la grammatica, in senato, il mio parere ed i miei oti arranno meno di quelli del letterato/ *iamo cittadini liberi, ed il nostro animo gode di una piena libert+- ci basti il nostro olgare per parlare tra noi, con esso, in ero, il linguaggio , cos" libero, da sembrare spontaneo ed immediato. Lasciamo a codesto letterato il godimento di quei ocaboli tanto preziosi e rari c%e egli tro a nei libri. Noi ricc%i procuriamo anzitutto c%e la nostra opinione abbia alore in senato. Conseguimmo tutto ci5, lo so bene, con l'autorit+ c%e ci danno le ricc%ezze, ed in ero molto meglio di quanto abbia potuto ottenere un qualunque letterato con le sue pesantissime esercitazioni. Noi infatti esponiamo pareri soffusi d'oro, quelli mettono fuori pareri ornati d'alloro- e l'alloro lasci il posto all'oro @. A te poi, se a rai sostenuto la causa dei letterati, diranno- ? Cessa una buona olta di magnificare questo letterato. $erc%. do rei da anti a lui alzarmi in piedi/ $erc%. lasciargli il passo la ia/ $erc%. scoprirmi il capo da anti a lui/ C%e rapporto c', tra me e lui/ Conosce le lettere, c%e m'importa/ !iriga pure una scuola, ed istruisca i fanciulli. Conosce le leggi, c%e m'importa/ 3uello blateri pure, gridi ad alta oce, intenti processi, spilli soldi alle edo e, derubi i litiganti, inganni i piccoli clienti, come meglio crede, mostri pure c%egli sar+ pei cittadini un esperto difensore, c%e m'importa/ La citt+ pri a di tali tutori star+ meglio di quella c%e li fa orisce. $rofessa la medicina, c%e mi interessa/ $renda pure in cura gli ubriac%i, gli ingordi, i g%iottoni, enda pure farmaci e eleni, palpi pure come uole tutto ci5 c%e , disgustoso ed estremamente sozzo, a me c%e importa/ Cerc%i di sapere ci5 c%e i , di pi eccelso, cosa mi importa/ >iempia pure le orecc%ie delle ecc%iette con le sue grida, ada pure in delirio come meglio creder+ sulle tribune, a me proprio non importa. Nessun male potr+ accadere a quel letterato, sa tutto, %a imparata ogni casa, comprende tutto, ebbene c%e importa a me/ *e talora a r5 bisogno di qualcuno di costoro baster+ una mia sola moneta per ottenere )'intera somma delle loro ore spese tra le eglie e l e fatic%e di tre notti e tre giorni. >estino pertanto quei letterati del tutto soddisfatti delle loro s c i o c c h e z z e e piccole discussioni, non si mostrino in pubblico con i loro enali ca illi, piuttosto ritornino alla lucerna di cui puzzano. #nsomma, allontanate dalla mia presenza, o dei eccelsi, questa era calamit+ umana, senza di essa non ci sarebbe pi alcuno strepito di litigi, nei litigi non si tro erebbe pi alcuna calunnia, non ci sarebbero pi n. dispute n. liti, una concordia, immensa so rasterebbe le citt+, tra i cittadini si manterrebbe una pace ordinata, non pi persisterebbero gli eterni alterc%i, le cause immortali. 0inalmente, alla luce di ci5 c%e , buono ed equo, sotto )a guida della natura, le cause saramo decise con semplice equit+ @. 3ueste le parole (e gli dei mi sono testimoni8 ) c%e udii spessissimo da molti nostri cittadini, non affatto di bassa condizione n. comuni uomini del popolo, tutta ia, per il disgusto c%e rice e o da tale questione, non diedi alcun'altra risposta degna, eccetto quella di considerare non onesto i) loro atteggiamento. &iudica ano, infatti, su una questione a loro completamente estranea, non con &iudizio n. con una disposizione ragione ole ed equa, ma con odio ed in idia. !a un certo punto di ista occorre essere indulgenti erso coloro c%e disprezzano ci5 c%e ignorano e biasimano ci5

c%e trascurano, tutta ia da loro io desidera o un linguaggio pi contenuto ed onesto nei confronti dei buoni. 4a quelli non si danno per inti e riprendono la gi+ iniziata cantilena- ? & popolazione onesta8 4a tutto ci5 non l'ascoltiamo molto spesso persino nei tri i/ C%i 2 non del tutto d'animo ile e rozzo 2 pu5 senza nausea sopportare di udire tali uomini/ C%i un tantino desideroso di onori, non riterr+ preferibile essere considerato ricco piuttosto c%e dotto, specialmente quando edr+ c%e i ricc%i non lo considerano affatto degno di onore/ C%e cosa potr+ pensare quando udr+ gli appellati i dati ad un tale letterato/ @. (ra err+ c%iamato i andiere ora cuoco, se per caso, come a iene, lascia i libri e a erso un gruppo di cittadini con una este non del tutto distinta9 err+ c%iamato poi bue marmoreo o ero frenetico, se si sar+ applicato con energia troppo intensa alle sue meditazioni delle lettere9 oppure gli err+ posto il nome di ambizioso latratore, se in qualc%e modo si diletta pubblicamente della propria eloquenza e di un linguaggio erudito. !a tutto ci5 appare c%iaro c%e non , possibile c%iedere ai cittadini pub 2 blici onori senza danno dell'autorit+ e della dignit+ delle let tere, siamo infatti considerati, quanto agli onori, pi sciocc%i c%e saggi. !el resto i nostri concittadini sono soliti sc%ernire e prendere in giro, nella maniera da noi riferita, soltanto gli stolti. &li studiosi poi diligenti ed atti i engono considerati mal agi e rapaci, una razza d'uomini da scartarsi, poic%. sia per naturale astuzia, sia per le frodi delle lettere, sono capa cissimi di procurare danni ed ingiurie di ogni tipo. Tu pertanto, o letterato, con quale aspetto potrai mostrarti/ *e ti farai edere semplice, diranno c%e tu sei buono, ma rozzo ed inutile9 se mostrerai di possedere una particolare saggezza, dic%iareranno c%e tu sei mal agio. C%e cosa potrei ancora riferire circa il comportamento della nostra plebe nei riguardi degli studiosi/ #nfatti se nelle altre citt+ essa , loquace e maledica, nelle nostre citt+ toscane , addirittura insolentissima ed estremamente pettegola- sc%ernisce tutti, non usa deferenze erso alcuno, sparla senza riflettere, e compie per insolenza molte cose. !i ci5 credo tutta ia si debba esaltare i nostri uomini e la fama dei toscani. Ai cittadini toscani , infatti consentito per una libert+ antic%issima dire ed anc%e fare molte cose, c%e a coloro c%e sono stati alle ati sotto la tirannia sembrerebbero forse troppo libere e intemperanti. Tutto ci5 , merito e frutto di un clima di ci ica libert+. 3uanto pi infatti ti saprai uniformare alle leggi, tanto pi ti sar+ lecito dare sfogo ad ogni altra tendenza e consuetudine cos" come meglio credi . 4a ritorniamo al nostro discorso sulla plebe presso la quale i primi posti d'onore furono sempre concessi all'oro ed alle ricc%ezze- n. , da ero sconosciuto da quale mentalit+ sia mosso il olgo spinto non dall'ammirazione delle irt, ma dallo sfarzo. #nfatti l'inesperta moltitudine impressionata da quelle cose c%'essa pu5 osser are con gli occ%i, non , affatto scossa da quelle per le quali la mente pu5 e de e essere resa pi acuta. $ertanto inesperta desidera le ricc%ezze c%e ede, non tiene in alcun conto la sapienza c%e non conosce- a alla ricerca delle ricc%ezze, disprezza la irt. #l ricco incede con un lungo stuolo di amici e ser i, mettendosi in mostra con quella boria e quegli ampi gesti, c%e , solito usare allorc%., con la sua ricc%ezza ed opulenza, promette o minaccia infinite cose. La plebe, c%e desidera le sue ricc%ezze, lo applaude con il olto e la fronte, si alza immediatamente appena quello si a icina, pensa ed afferma c%e quello lo si de e stimare tanto quanto la fortuna. lo %a assistito. #l ricco appunto, dal quale i cittadini cercano con ardore d'essere aiutati con fa ori e denaro, non stoltamente iene preferito a tutti i letterati. $er tutte queste cose crebbe, specialmente negli uomini della nostra citt+, la con inzione, alimentata da un'a idit+ ardente, c%e gli onori anzi2 tutto de ono darsi ai soli ricc%i, ai soli fortunati. # letterati sono tenuti come le cose di nessun alore, anzi per molti rilie i sprege oli. Non soffermiamoci su altri giudizi infamanti ed osceni dati dalla plebe ai letterati. Tralasciamo ci5 c%e dicono ossia di non. sapere perc%. debbano magnificare i nostri letterati, c%e edono nella loro ita interamente trascurare quelle cose c%e sono del tutto necessarie ad un i ere piace ole e felice. ? 6d inoltre, affermano, sia pure quello c%e oi andate dicendo. *iate con le lettere dotti in ogni cosa- se cos" grande e di ino dono si tro a nelle ostre lettere, da non

esserci alcuna cosa c%e oi ignoriate, c%e cosa i , di pi stolto tra gli uomini, di oi letterati/ #nfatti non , forse immensa la ostra pazzia, dal momento c%e come prima cosa non imparate a non essere po eri c non i pentite della ostra po ert+ e miseria/ 4a come stimare tanto codesta conoscenza delle lettere, quando il caso d'a er fame e sete si presenta ben pi frequentemente di quello d'ostentare sapienza/ #mparate, imparate, o letterati, se desiderate apparire dotti, anzitutto a i ere senza indigenza9 desidererete poi, in ultimo, a i ere con fama @. (sser a in quale considerazione sono i letterati presso tutti i ceti sociali- la plebe li considera ridicoli, tutti li sc%erniscono e molti li disprezzano, e 2tutto ci5 a iene specialmente quando non sono molto ricc%i. Coloro poi c%e casualmente saranno fortunati (il c%e a iene molto di rado) sappiano in ero c%e quelli onori si ri olgono non alle loro lettere ma alle ricc%ezze, non alla loro irt, ma alla fortuna. 6d infatti facciano attenzione a quanti in segno di rispetto si alzino, cedano il posto, oppure esprimano rispetto se lo splendore dell'oro e della toga non abbia prima colpiti i loro occ%i. 4anc%i l'oro, la toga sia messa da parte e tutti immediatamente ti ignoreranno. $ertanto le cose anno a questo modo- c%i indossa una ricc%issima este, questi , molto onorato dal olgo- c%i , ricc%issimo, questi , considerato degnissimo d'onore e ri erenza. !unque nessuno per quanto saggio, esperto ed illustrissimo per la sua conoscenza delle pi eccelse questioni e per la sua sapienza, , ritenuto uomo sa io, se non potr+, con l'aiuto dell'oro e delle ricc%ezze, mettere in mostra qualc%e cosa in mezzo al olgo, c%e sia stimata degna di lode e ammirazione. 4a l'onore c%e si ottiene per questioni di grande importanza, come nel caso di pubblici incaric%i, di ambasce2 rie e di magistrature, , da stimarsi pi di codesti pri ilegi quali l'ossequio lungo la ia, la concessione del posto e ari altri segni di deferenza. #n queste cose , palese c%e l'oro gi+ da tempo ri endic5 a s. il primato. $er tale moti o forse l'onore di coloro c%e reggono lo *tato pot. sembrare integro e perfetto. #nfatti i loro costumi c le loro irt appaiono cos" eccellenti, c%e lo *tato affider+ il suo peso pi gra oso alla loro fedelt+ e diligenza. Tutta ia son persuaso c%e nelle magistrature dello *tato, pi c%e un grande bagaglio di lettere, sia necessaria l'esperienza sulle arie questioni resa perfetta da lunga pratica ed esercizio. La questione tutta ia , da trattarsi molto in bre e. #nfatti credo risulti e idente c%e lo *tato si consulti di rado sul clima oppure sui pianeti, e per nulla affatto sulla natura degli dei, sulla creazione e l'essenza dell'anima. *enza dubbio i) senato non discute sulla guerra e la pace, sulle entrate e le uscite, e sul come ordinare e difendere tutto ci5 c%e riguarda lo *tato con l'ausilio delle lettere, bens" con la pratica e l'esperienza. 6d ancora non edo cosa importi discutere nelle assemblee sulle sette orbite o sui pianeti, sul sole e sulla luna. (ccorre concludere c%e in questa pratica forense e pubblica non , concesso alle lettere alcun diritto di cittadinanza. #noltre coloro c%e si applicano alle lettere otterranno maggior utilit+, se, contenti dei propri studi circa le lettere, fuggiranno quei luog%i, nei quali si possono tro are senza alcuna pubblica dignit+. *e poi desidereranno applicarsi in qualc%e cosa riguardante i pubblici affari, abbiano la prudenza d'esercitarsi soltanto in quelle questioni, per le quali, se non sono c%iamati, tutta ia non ne siano neppure esclusi. #ntraprendano solo a scri ere ed autenticare le formule di pace e di alleanza, a cittadini pi esperti ed appro ati lascino, come , giusto, il rimanente peso dell'amministrazione pubblica e, per solleci tazione e consenso popolare, ogni maneggio politico. # letterati poi c%e non si preoccuperanno d'apparire molto pi dotti ed esperti nella pratica degli uffici c%e nelle lettere, faranno il proprio do ere riducendo a pubblic%e memorie quelle gesta compiute alla loro presenza, quasi come innanzi a testimoni molto attenti e perspicaci. !unque c%i orr+ pro edere ret tamente alle sue cose fugga tutte codeste pubblic%e amministrazioni. #nfatti non , facile dire quanti incomodi gli uffici pubblici apportino a cittadini liberi e sciolti da ogni altro impegno, a maggior ragione ci5 accadr+ per gli animi dediti alle arti ed alla conoscenza delle arie discipline letterarie. 6cco gli incomodi c%e si tro ano in tali uffici- distraggono l'animo dagli studi, trascinano nell'inquietudine e nell'in idia, espongono alle inimicizie ed ai pericoli, arrecano affanni, fatic%e, e difficolt+ acerbissime. (gnuno si accorge quanto tutto ci5 sia molesto agli altri, e particolarmente ai letterati, e perci5

quanto sia ietato agli ingegni bisognosi di pace. :na olta i letterati, l'abbiamo udito spesso, erano posti in alta considerazione, stimati ed onorati, ora questi nuo i tempi apportarono altre consuetudini, poic%. alle buone lettere si sono dedicati troppi uomini e per di pi insolenti, ilissimi ed abbiettissirni. ;ediamo cos" quasi tutte le santissime discipline delle lettere, colmate e deturpate da tale feccia di uomini. # pi nobili ed illustri, c%e una olta erano soliti applicarsi alle lettere, del tutto le disprezzano, anzi neppure curano di dedicarsi a quelle arti c%e edono tanto pri e d'onore e di grandezza. Abbiamo cos" questo bel risultato c%e non solo i migliori, per nobilt+ ed autorit+, trascurano gli studi delle lettere, n2a addirittura c%e solo gli uomini pi abietti ed igna2 i, si dedicano ad esse. $erci5 gibbosi, scrofolosi, storti e del tutto sgang%erati, stupidi, ottusi, inabili, e gli incapaci d'intraprendere qualsiasi altra cosa, tutti si olgono alle lettere. 3uelli poi c%e sono respinti dagli incaric%i pubblici, credono d'essere F-datti per gli ozi delle lettere9 c%i , rifiutato come marito da una qualc%e donnetta, sposa la cognizione delle lettere. Agli intelletti pi illustri appare del tutto e idente c%e sia pi comodo e bello applicarsi in qualunque altro ufficio piuttosto c%e nelle lettere. C%i non ede perci5 in quanta disistima presso i cittadini siano le lettere/ C%i non scorge il moti o per cui il decoro e l'onore delle lettere sia scomparso presso i cittadini/ C%i non %a da anti ai suoi occ%i, come in un quadro, la ro ina e )o scempio delle discipline e delle arti/ C%i non pro er+ dolore guardando il danno e l'immenso disastro a enuto nelle lettere/ !a quando cademmo in questo iolento turbine di costumi, la situazione , tale c%e quasi nessuno segue le lettere per diletto dell'animo, poc%issimi per ottenere onore, un numero incalcolabile mosso dall'a idit+ e dalla speranza di guadagno. (rmai tutte le scienze .liberali, le arti, e le pi sante discipline dell'animo, di enute ser ili, langF.iFcono. #l diritto, la teologia, la filosofia naturale e la morale, e tutte le altre lettere pi eccelse e degne soltanto di uomini liberi (o esecrabile delitto8), quasi dopo a erle poste all'asta, le endono pubblicamente. :n numero enorme di trafficanti, pronti a presentare la loro offerta, si fa a anti da ogni parte. !ai campi, dai bosc%i, dalla stessa gleba, e dal concime icino engono innumere oli esseri, non gi+ uomini, anzi direi piuttosto bestie, nate per i la ori ser ili, c%e dopo a er disprezzato la campagna, fanno irruzione, per mettere in endita e profanare le discipline delle lettere. ( gra e peste delle lettere8 !unque coloro i quali a rebbero do uto usare rastrelli e bidenti, spudoratissimi, maneggiano libri e lettere/ # loro do eri erano quelli di custodire il gregge, di attendere alle stalle, ora essi disputano e danno pareri sulle fortune degli uomini. Coloro i quali a rebbero do uto raccogliere con la erga le pecore, quelli ormai portano scettri, siedono ormai tra i magistrati. 3uelli, in ultima analisi, si sono allontanati e separati dalle loro pecore non tanto per le abitudini, quanto soltanto per l'aspetto ed il luogo. #nfine, con appena una ernice di lettere, si fanno a anti sfrontati e, come dice il poeta, quale razza di ingordi, non fermati da alcun timore di infamia, ergogna e disonest+, pronti ad ogni brutalit+, mac c%iati di ogni delitto e scelleratezza. Non accordano alcuna cosa n. all'onest+, n. ai buoni studi, n. alle buone arti. Non considerano affatto c%e il i ere bene o male dipenda dalla irt e dalla sapienza, ma dall'a idit+ e dall'a arizia. *tabiliscono c%e soltanto la po ert+ rende miseri e c%e solo le ricc%ezze sono il bene sommo, perci5 non %anno orrore di fissare condizioni sui beni, la fama e la ita di un innocente, ed ancora di ordire, per amore di guadagno, contro c%iunque, ro ine e s entura. *frontati e audaci, presi da un ardente desiderio di denaro, non temono nulla. Le buone lettere, le nobilissime arti, le di inissime discipline sono cadute tanto in basse da prostituirsi. *ei giunta a tali punti, o conoscenza delle cose di ine ed umane, custode dei buoni costumi e della gloria, in entrice e genitrice di quanto i , di pi alto/ Tu c%e fosti solita adornare gli animi degli uomini, ele are gli intelletti, conferire lode, stima e dignit+, go ernare lo *tato e guidare lo stesso mondo con altissime leggi e ordine/ Tu, dico, o filosofia, delle lettere alunna, pro edi e attendi con premura alle cupidigie degli uomini pi ili ed abietti/ 4a poniamo ormai fine alla nostra deplorazione sulla decadenza e la morte delle lettere. $oniamo pure termine alla nostra indagine sui moti i per cui le lettere giacciono cos" disprez zate e sprege oli. $oic%. ci5 sarebbe prolisso e contrario alla nostra questione ed alla nostra iniziale intenzione. *ia dunque sufficiente circa tale questione, quanto abbiamo con sringatezza, senza

tutta ia falsare la erit+, mostrato, ossia c%e una esigua autorit+ costa alle lettere immense fatic%e, nessun piacere, molte spese, mesc%ini guadagni, numerose difficolt+ e pericoli. #o nell'esporre tali questioni per bre it+ olli non insistere su molte parti del nostro discorso, lasciai a proposito molti ragionamenti senza esempi, molte persuasioni pri e di amplificazioni. Ci5 per non sembrare un accurato critico di quelle cose a cui mi sono sempre dedicato con particolare alacrit+. #noltre ero con into c%e il nostro discorso, procedendo in compagnia della stessa irt, per quanto senza calore, arido e dimesso, potesse ottenere l'appro azione dei letterati. Considero infatti sufficientemente colto ed elegante quel discorso c%e in alcuna delle sue parti non possa essere rimpro erato di menzogna o di falsit+. Abbastanza onesto quello c%e non abbia accolto alcunc%. di infamante. $erci5 nessuno mi riprenda se preferii apparire meno eloquente piuttosto c%e troppo caustico. !'altra parte %o tenuto sempre in altissima considerazione le lettere e per attendere ad esse %o accettato nella mia ita ansiet+ d'ogni genere, molte fatic%e, incomodi, danni, risc%i, tra agli e s enture a non finire, fino al punto di dedicarmi ad esse completamente, pur essendo contrari parecc%i di coloro c%e mi aiuta ano e pro ede ano alla mia ita. 6d infatti sopportai po ert+, inimicizie, ingiurie non indifferenti n. (come molti ben sanno) lie i, all'incirca proprio nel momento di completare il fiore della mia et+, con animo integro e forte ed ele ato, proprio per questo mio unico appassionato amore delle lettere. 6 ci5 feci, non per raggiungere un qualc%e piacere, non per ammucc%iare ricc%ezze, c%e certamente a rei fatto se dalle lettere mi fossi ri olto agli affari. #o c%e issi dell'aiuto di altri, a rei potuto pro edere a mio piacere non poc%e necessit+ d'altri. #o c%e impetra o gli altri, a rei potuto essere pi generoso erso molti c%e mi supplica ano. Tutta ia tenni sempre pi in pregio la conoscenza delle cose, le buone discipline, le arti pi nascoste c%e tutti i comodi della fortuna. $erci5 non orrei c%e qualcuno pensasse c%e il nostro discorso sia stato appositamente condotto per un qualc%e odio o fastidio contro le lettere. #nfatti quanto abbiamo detto si pone di per s. innanzi al nostro sguardo con una tale e idenza, da non a er bisogno del nostro ingegno o dell'eloquenza di qualcuno, per spingere alla persuasione. 4i auguro tutta ia c%e le nostre osser azioni gio ino agli studiosi, affinc%. la loro saggezza e ragione abbia immediatamente la possibilit+ d'abbracciare tutti gli argomenti da me s iluppati, e riesca cos", sotto lo stimolo della mia guida, caso mai alga qualc%e cosa, a edere con pi oculatezza, come le lettere non portano n. alla lasci ia, n. all'attesa di cose sciocc%e e ane. Le buone arti infatti non procurano ai pi ergognosi costumi nessuno o ben esiguo frutto. $erci5 pensiamo siano tra i pi stolti degli uomini coloro c%e cercano di ottenere nelle lettere qualc%e cosa di di erso dalla conoscenza delle questioni pi eccelse. Con iene dun que c%e i saggi, c%e ogliono essere o sembrare eramente letterati, attendano agli studi e si esercitino in tale modo tra i libri, da considerare loro primo do ere essere, quanto pi possibile, ornati non pi di dottrina c%e di irt. L'animo degli studiosi sia acceso da una particolare brama non gi+ d'oro e di ricc%ezze, bens" di irt e di sapienza. 6 nelle lettere apprendano non solo l'essenza e le cause delle cose, ma pure la bellezza e il culto della irt e della gloria. #mparino inoltre a fuggire i piaceri, a disprezzare le ricc%ezze, ad a ere in disdegno il fasto, a non temere la fortuna, e ad apprendere soltanto la quiete dell'animo, i costumi, la irt e la sapienza. &iacc%. tutte le buone arti tendono assolutamente a questo. *embra infatti c%e qualunque cosa noi tro iamo scritta dagli antic%i abbia lo scopo di liberarci dagli errori, e farci giungere alla erit+ ed alla semplicit+. 3ueste due cose costituiscono il fondamento e la forza per una ita felice- gettate e stabilite come fondamento, noi edific%iamo nell'animo con pi splendore la irt, la ragione compagna della irt si s iluppa, l'animo gode del dono dell'in2 telligenza e della sapienza, la mente, libera da ogni turba mento, resiste ittoriosa contro ogni assalto della fortuna. !unque, o letterato, cerc%erai nelle lettere la lode della sa pienza poi con tutte le tue forze custodirai e conser erai la irt. $roprio ci5 gli stessi libri, se potessero parlare da soli, ti consiglierebbero di fare. 3ueste sarebbero forse le loro espressioni- ? ( gio inetto, abbattuto da cos" grandi eglie, do e ai/ C%e ti gio eranno cos" grandi fatic%e/ C%e cosa ai cercando da noi con questa tua atti it+ e costanza/ A c%e tendono queste tue eglie, questi tuoi affanni e le tue meditazioni/ Ti illudi di tro ar diletto, mentre tor menti te stesso con

queste preoccupazioni/ ( forse mai ti imporrai un qualc%e riposo/ *peri forse di ottenere ricc%ezze, proprio tu c%e da noi %ai imparate a non temere la po ert+/ ( forse ti. sfugge c%e nulla delle cose nostre , oggetto di endita/ Non ti sia nascosto, o gio inetto, c%e noi consideriamo pi utile a ere i nostri innamorati po eri c%e ricc%i. Lo sappiamo per esperienza- non i , stato mai alcun studioso c%e di enuto ricco, assorbito immediatamente nei piaceri e nel lusso, non abbia iniziato ad a er fastidio della nostra familiarit+ e della nostra unione. 6 c%e/ + u c%iedi con insistenza d'essere potente/ &odi degli onori/ Cerc%i di rag 2 giungere gli onori/ !esideri la grandezza/ *bagli, o gio inetto, sbagli se preferisci le adulazioni del olgo, i plausi deliB plebe alla irt, se non posponi di gran lunga il capriccio della fortuna, il rumore del foro, il fa ore del popolo alla dottrina ed alla sapienza. Tali cose sono passeggere, instabili, fragili, piene di inutili fatic%e, piene di timori, piene di so spetti, piene di pericoli e di s enture. C%i potr+ mettere tutto ci5 a confronto con la quiete dell'animo, con la stabilit+ della irt e la bellezza delle discipline/ 0orse ti sfugge, o gio inetto, c%e l'unico nostro presidio , la irt/ 6 c%e non amia mo ci sia negli animi alcuna a idit+, alcun fasto, alcuna ampollosit+, alcuna leggerezza/ 6 c%e desideriamo c%e la mente di enga estremamente monda di ogni tenebra, di ogni ombra di disonest+/ #noltre, o gio inetto, non edi di quale luce e splendore questa sapienza, di cui parliamo, renda illustri e famosissimi coloro c%e si sono dati a noi/ >icordati del passato, cerca in noi con attenzione gli antic%issimi insegnamenti e l a i n tatta saggezza. 6 ci5 ti possa solle are e sostenere dall ' i m p e t o e d a l l ' a s s a l t o della fortuna. 4etti in disparte dunqu e c o d e s t a t u a a i d a m e n t e . *pogliati di codesto tuo animo rigonfio della speranza di grandezza. 0uggi codeste opere sc%ia e delle ricc%ezze, del l e f a m a f u t i l e e d e l l a l o d e c o r rotta, c%e tu cerc%i di congiungere alle lettere. *arebbe stolto continuare e tenere dietro col desiderio a ci5 c%e non puoi conseguire con la tua atti it+- sarebbe anzi ancora pi stolto sforzarsi di ottenere ci5 c%e, se non raggiunto, ti procurer+ rincrescimento per l'inutile fatica, se raggiunto, ti procurer+ ergogna per la sua infamia. Affaticati per noi con una certa moderazione, esercita la irt con particolare diligenza, ed otterrai da noi non soltanto la conoscenza delle dottrine, merite olmente considerata compagna della irt, ma anzi con la speranza, la ragione e la meditazione, di giorno in giorno, di errai sempre pi atto ad una irt pi autentica ed integra. !alla dottrina e dalle arti infatti potrai ottenere l'effetto eminente di aspirare alla sapienza9 dalla irt conseguirai quel di ino risultato c%e consiste nella quiete dell'animo, nella fama, nella dignit+ e felicit+. C%e se, come de i, andrai dietro alla irt, dopo a er lasciato da parte ogni altra cosa, la libert+ da tutti i izi di 2 err+ massima. $oi sottentrer+ lode e gloria grandissima. La irt primeggia ed eccelle, le , infatti congiunta ed unita una particolare forza di ina, per mezzo della quale eniamo liberati da tutti i izi e da tutti gli errori, e per mezzo della quale segue e perdura la lode, l'onore, il ero e stabile piacere e la quiete dell'animo. Colui in ero c%e raggiunger+ tale irt con l'animo, col desiderio e con )a pratica, colui c%e ricorder+ c%e una irt solida e c%iara non si tro a nell'opi 2 nione della plebe, ma nell'eccellenza e nello splendore dell'animo, quello non orr+ a ere nessun commercio con la fortuna, ma stimer+ c%e tutti i suoi beni siano posti in se stesso- da ci5 di certo egli potr+ condurre una ita onoratissima e felicissima, molto simile a quella degli dei. *tando cos" le cose, o gio inetto, dedicati con cura alla irt, ed abbi di questi comodi della fortuna il seguente giudizio ossia c%e nessuno di essi , da desiderarsi con troppa eemenza, c%e nessuno , da anteporsi ai beni dell'animo, c%e nulla assolutamente de ono cercare di ottenere gli uomini pi stimati, eccetto la sapienza e la irt, e nulla si de e temere e rifuggire di pi dell'ignoranza e del izio. 6d infatti c%i orr+ rendere il suo animo ornatissimo, de e certo disprezzare, odiare, aborrire quelle tri ialit+ c%e engono c%iamate piaceri, e quelle a ersarie della irt, a cui danno il nome di opulenza e di ricc%ezze, e pure tutte quelle altre pestilenze dei costumi e degli animi, c%e prendono il nome di onori, dignit+, e grandezze. *e ti adopererai con immensa diligenza in tutte queste cose, o gio inetto, tro erai c%e le lettere sono

piace olissime, molto utili per ottenere lode, gloria, e le pi adatte per produrre un frutto da tramandarsi ai posteri ed essere cos" immortali @. *ollecitati e spinti dalle nostre osser azioni anteriori e da queste esortazioni dei libri, noi continuiamo nella nostra applicazione alle lettere, o Carlo, perc%., o fratel mio, la nostra irt ottenga l'appro azione di tutti e non ci possa essere dubbio c%e l'unico scopo della nostra ricerca sia stato la sapienza.

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