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numero 1 anno V - 9 gennaio 2013


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L.B.G. MARIO MONTI: LA CARRIERA DI UN ESORCISTA MILANESE Giovanni Silvera LOMBARDIA, STORIE E ANEDOTTI DI GOVERNO LOCALE Emilio Battisti
I PROBLEMI DI MILANO DALLA VIVA VOCE DI GUIDO MARTINOTTI

Walter Marossi DALLE PRIMARIE IL NUOVO RITRATTO DEL POPOLO DI CENTROSINISTRA G.Cifoletti, M. De Filippi, A.Nappi LA NOSTRA SALUTE: PREVENZIONE PRIMARIA E POI CURA SANITARIA Giuseppe Gario LAVORO E MALAFFARE: LO SCARTO AMBROSIANO Umberto Vascelli Vallara LE ACQUE E I CANALI NEL PIANO BERUTO Riccardo Lo Schiavo MA CHI SIAMO? ANCORA DI MODA? Stefano Rolando LA QUESTIONE DELLE LISTE CIVICHE Roberto Basso IL COMUNE E LA COMUNICAZIONE VIDEO GIUSEPPE SALA: EXPO, LE PROSSIME TAPPE SUGGERIMENTI MUSICALI POURQUOI CETTE PLUIE canta Idir

Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE a cura di Virginia Colombo LIBRI a cura di Marilena Poletti Pasero TEATRO a cura di Emanuele Aldrovandi CINEMA Marco Santarpia e Paolo Schipani

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MARIO MONTI. LA CARRIERA DI UN ESORCISTA MILANESE Luca Beltrami Gadola


Un vecchio vizio degli italiani come popolo, prima di essere nazione, era quello di chiamare gli stranieri a sedare le loro risse. Spesso le truppe straniere restavano ed era difficile rimandarle a casa: laria era dolce, lacqua buona e le donne belle, come il potere. un po quello che ha fatto la classe politica chiamando un professore di universit per fare il lavoro indispensabile che lei non riusciva a fare per lincapacit di anteporre gli interessi del Paese a fatti di bottega. A dire il vero la truppa dei professori non bastava, ci voleva alla sua testa un esorcista, qualcuno che ricacciasse allinferno quel diavolo scatenato che cera, e forse ancora ci sar: lo spread. Le mie modeste conoscenze della storia ecclesiastica non mi consentono di dire se mai vi furono esorcisti che abbiano preteso di assurgere al ruolo di evangelisti, o pi modestamente di catechisti: Mario Monti, lesorcista milanese, s. Sia come condottiero di truppe accademiche che come esorcista corriamo il rischio di tenercelo. Devo confessare le mie idiosincrasie per i professori perch, dopo aver fatto per una decina danni parte del mondo accademico anche se seduto su uno strapuntino da professore a contratto, ho capito molte cose: il modo accademico vive una vita tutta sua e, salvo fortunatamente numerose eccezioni, i suoi cittadini si sentono un palmo sopra il volgo, forse anche due o tre e lo vedono dallalto. Vedono una massa informe di teste brulicanti che suppongono vuote e comunque assetate del loro verbo: mai li vedono come persone o individui, con i loro problemi, le loro paure, le loro aspettative. Per nostra fortuna gli accademici sono divisi tra di loro e a volte le loro divisioni sono profonde tanto da odiarsi lun con laltro. Insomma assomigliano ai comuni mortali ma non lo sanno. Il guaio che qualcuno li prende troppo sul serio e li invoca per il ruolo di taumaturghi. Allora abbiamo il governo dei professori, dei tecnici o in mancanza di meglio un governo di imprenditori. Anche questa una categoria benemerita nel fare disastri in politica e in economia. Quando poi si riesce a metter insieme un governo di professori uniti a imprenditori lorizzonte si fa buio. I primi fanno parte della categoria che difende il valore giuridico dei titoli di studio, ci mancherebbe, i secondi della categoria di quelli dediti a far soldi che per loro sono il termometro della capacit di governare. Una cosa li accomuna tutti: sono convinti di non aver pi nulla da imparare. Cos sembra che sia e non solo nel Bel Pese. La mia diffidenza per Mario Monti dunque viscerale ma improvvisamente cresciuta quando si dimesso da Presidente del Consiglio senza lindispensabile passaggio parlamentare. Non lha fatto, diment icando le procedure costituzionali, si dice perch voleva accelerare i tempi e non farsi cucinare a fuoco lento in Parlamento, rendendo pi arduo il suo (nascosto) disegno. Si allora capito che il disegno, sempre negato, era di restare in politica, che stava sempre pensando, come si visto poi, al Monti bis. Nel frattempo ci ha portato a spasso con la sua Agenda: 25 pagine di buoni propositi un po copiati e un po incollati e, come ben dice Eugenio Scalfari, largamente sovrapponibile a quella di Bersani che in questa commedia allitaliana lamico nemico che cavallerescamente si rispetta a patto che faccia quel che vuoi tu. Un Monti passato nei suoi comportamenti al gruppo di quelli che dicono: non sono i programmi che contano ma luomo che li racconta. A noi milanesi ne ha raccontata per una di troppo: dice, che Albertini stato un buon sindaco e sarebbe un buon presidente della Regione. Allora un piccolo promemoria. Il sindaco Albertini il padre del Piano Parcheggi che ha devastato la citt e lasciato ferite che non si rimargineranno mai. Il sindaco Albertini luomo che, insieme al suo assessore De Corato si vantato con i milanesi della folle corsa al rialzo dei prezzi delle case dovuta alla sua politica urbanistica: Vi ho fatto pi ricchi! Disse. Poi nessuno pi ri uscito a comprar casa e il Comune di fronte alla necessit di abitazioni per le fasce deboli ha dovuto chinare la testa di fronte al mercato e pagarle salatissime. Il sindaco Albertini quello che insieme al suo assessore allUrbanistica ha ipotizzato un piano dei trasporti per una citt di 2.300.000 abitanti. Oggi Milano non arriva ad averne 1.300.000 ed in decrescita. Il sindaco Albertini si autodefinito un amministratore di condominio: uno dei personaggi meno simpatici ai condomini che spesso dubitano della sua onest. Vogliamo dimenticare lo scandalo dei derivati, operazione voluta dal nostro amministratore di condominio inventatosi competente finanziere e che cost al Comune una ottantina di milioni non dovuti e per i quali vi ancora una causa in corso nella quale il nostro si difende molto maldestramente e rischia di essere condannato per danno erariale. Solo per citare le prime cose che vengono in mente. Il sindaco Albertini luomo che ha fortemente vol uto CityLife, e il suo Central Park. Del (mini)Central Park si sono perse le tracce e i grattacieli stanno aspettando che il mercato si riprenda (forse) ma ch rester uno scempio urbanistico. E lo vogliamo presidente della Regione? Ma ottimisticamente preferiamo essere machiavellici e augurarci una sola cosa e cio che lesorcista Mario Monti, con la sua ascesa in politica esorcizzi il nostro demone: un uomo di centro destra alla guida della Regione. Forse per questo lo ricorderemo.

LOMBARDIA, STORIE E ANEDOTTI DI GOVERNO LOCALE Giovanni Silvera


Per comodit di lettura i brani che riguardano la nostra regione sono disposti in ordine alfabetico. Sono un elenco di curiosit, fiori allocchiello, sprechi e iniziative poco ragionevoli degli enti che si curano dellamministrazione della Lombardia. ALLARME - Lallarme-poltrone scattato in autunno per la volont del Governo Monti di razionalizzare il disegno delle Province ha prodotto alcune frasi celebri. Il piano di fusione (delle province) indecente. Non capisco per quale motivo sia stata prevista una deroga solo per Sondrio e Mantova. arrivato il momento di alzare i toni. Dario Al-

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www.arcipelagomilano.org delimitazione dellarea metropolitana. LArcidiocesi comprende le province di Milano, Varese, Lecco, Monza Brianza, Lodi, parte di quella di Como e alcuni comuni delle province di Bergamo e Pavia. La popolazione totale supera i 5 milioni di abitanti. ENCLAVE - Campione dItalia un enclave italiana in territorio svizzero. Vicina a Lugano, un comune della provincia di Como, interamente circondato dalla Svizzera e per raggiungerlo quindi necessario uscire dal nostro paese. Si trova a mezzora di macchina da Comocitt, ma lontanissimo dalle leggi fiscali italiane, un vero paradiso, come quelli dei Caraibi. Sul web molti siti lo reclamizzano. Ecco alcuni vantaggi dei residenti di Campione: non imponibilit dellIVA per alcune transazioni (tasso ordinario svizzero 8%); risparmio fiscale del 36% rispetto al resto dItalia; disponibilit della patente di guida elvetica (nessuna detrazione di punti in Italia), possibilit di immatricolare i veicoli con targa svizzera; tassazione sullacquisto di immobili: 4%; l ibero accesso al sistema scolastico e sanitario svizzero. FERROVIE - Nellottobre 2012 il gruppo regionale del Pd ha avviato un tour censimento delle 415 stazioni ferroviarie lombarde. Questo lesito delle criticit segnalate: nel 70% dei casi manca la biglietteria (dove non sostituita da un bar, si devono comprare i biglietti da rivenditori siti nel centro cittadino); solo il 30% presenta una biglietteria elettronica (e non sempre funzionante); nel 40% dei casi mancano macchine obliteratrici, o sono fuori uso; i sottopassi presenti sono degradati in pi del 70% dei casi; nell80% dei casi le stazioni lombarde non hanno accesso autonomo per i disabili; nel 45% delle stazioni i WC mancano o sono inagibili. Anche cos si spiegano le autostrade intasate. GEMELLI - Per ottenere un gemellaggio, il Comune deve inoltrare richiesta alla Commissione Europea e richiedere il finanziamento al Programma Europa per i cittadini. Attualmente solo un Comune su quattro che fa richiesta riesce a ricevere il finanziamento europeo. LAICCRE, lassociazione italiana preposta al sostegno dei Comuni nella ricerca di partner (per fare cosa?), attualmente in via di dismissione, ha quindici dipendenti in cassa integrazione, ma paga un dirigente 150 mila euro allanno. Milano gemellata con Toronto, Melbourne, Guadalajara, Cracovia, San Pietroburgo, Lione, Birmingham, Francoforte, San

levi, presidente provincia MonzaBrianza, settembre 2012. Noi non abbiamo niente a che fare con Monza, come logistica, territorio e identit. Monza la periferia di Milano, come si fa a pensare a un'unione del genere?. Leonardo Carioni, commissario della provincia di Como, settembre 2012. La Provincia del Po solo uno slogan, Lodi non ne far parte Pietro Foroni, presidente della provincia di Lodi, settembre 2012. Basta un camion di traverso sulla statale 36 per tagliarci fuori. Bastano, di conseguenza, il buon senso e l'onest intellettuale per capire che abolire la nostra provincia sarebbe una stupidaggine. Massimo Sertori, presidente della Provincia di Sondrio, settembre 2012. Il Governo, spinto dalla disperazione, mistifica i fatti (riguardo allaccorpamento delle province ndr) pur di giustificare la conversione di un decreto che arrecherebbe solo danni alleconomia del Paese. Massimo Codari, Presidente del Consiglio Provinciale di Lodi, novembre 2012. Il mantenimento dellautonomia provinciale (di Sondrio n.d.r.) deve essere ritenuto a tutti gli effetti un dono della Beata Vergine. Aldo Passerini, rettore del santuario mariano di Tirano, novembre 2012. Dodici sono le Province della Lombardia, dodici devono rimanere. Roberto Formigoni, governatore della Lombardia, novembre 2012. BRUXELLES - Bruxelles, la capitale dellUnione Europea, ospita 19 sedi delle regioni italiane, oltre le due delle province di Trento e di Bolzano. La Lombardia mantiene nella sede belga quindici impiegati fissi. Tutte le regioni italiane dispongono di almeno una sede a Roma e di diverse antenne in altre capitali straniere, 178 sedi nel 2010, alcune frettolosamente chiuse di fronte allevidenza dello sperpero: cos stato anche per gli uffici lombardi in Lituania e in Kazakistan. COMUNIT - Le comunit montane rimaste in vita dopo la formale abolizione nel 2008 sono 72 (erano 356). La Lombardia fra le sei regioni italiane che si sono rifiutate di abolirle e ha da poco stanziato 50 milioni di euro per finanziare le sue 23 comunit. Alcune regioni che hanno abolito le comunit non sono state comunque in grado di ricollocare i loro dipendenti: attualmente 201 comunit montane in liquidazione, sopravvivono per pagare gli stipendi, ma non hanno un euro per svolgere servizi. DIOCESI - Lestensione dellArcidiocesi di Milano un modello per la

Paolo, Chicago, Tel Aviv, Betlemme, Dakar, Shanghai, Osaka. HINTERLAND - Larea metropolitana di Milano non mai stata definita a livello ufficiale. Secondo i recenti progetti di riordino delle istituzioni locali, la citt metropolitana dovrebbe coincidere con la provincia (poco pi di 3 milioni di abitanti). Accorpando a Milano la provincia MonzaBrianza la popolazione metropolitana arriva a 4 milioni, che verrebbero ampiamente superati con lassorbimento di Busto Arsizio e di Saronno, due citt che hanno chiesto di staccarsi dalla provincia di Varese per entrare nella citt metropolitana. Secondo lOCSE larea metropolitana di Milano ben pi vasta e comprende porzioni di territorio di altre province lombarde pi la provincia piemontese di Novara (in tutto 7,4 milioni di abitanti). Secondo lONU (World Urbanization prospect, the 2011 revision) larea milanese conta 2,9 milioni di abitanti. Per aggiungere unaltra ipotesi torna alla lettera D. KMQ - Per superficie, Roma (1.308 kmq) il comune pi vasto dItalia, seguito da Ravenna, Cerignola, Noto e Sassari. Milano al 183 posto (182 kmq, sette volte meno della superficie della capitale). Il comune pi piccolo dItalia Fiera di Primero (TN), 0,15 kmq, una piazza un po grande. ISPRA - A Ispra (VA) un terzo del territorio comunale occupato da un istituto di eccellenza scientifica, il J.R.C., Joint Research Center, un organismo dellUnione Europea, che comprende diversi centri di ricerca. Il J.R.C., immerso in una vasta area verde, unenclave internazionale nella regione e impiega circa 2.000 persone, in gran parte stranieri. Collegata al Centro la scuola europea di Varese, che ospita studenti di quasi cinquanta nazionalit diverse e offre l'insegnamento della lingua materna di tutti i paesi membri dell'Unione Europea. Il J.R.C. disponeva di due piccoli reattori nucleari, oggi chiusi, con qualche problema di smaltimento delle scorie. (IGIENISTA - Ligienista dentale una figura fuori-tema per questo racconto, ma tra le regioni italiane solo la Lombardia ne vanta una e quindi come non parlarne? Nominata nel 2010, stata membro della Commissione Sanit e di quella Cultura. Ci costata circa 150 mila euro allanno, pi 16 euro per lacquisto, registrato in nota spese, del libro Mignottocrazia. Nomen omen ) LOMBARDIA - La Lombardia ha una popolazione che sfiora i 10 mi-

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lioni. Stati del mondo con un peso demografico simile: Belgio, Bolivia, Guinea, Haiti, Repubblica Ceca, Ruanda, Somalia, Svezia, Tunisia, Ungheria. Regioni e grandi aree urbane: Baden Wrttemberg (Germania), Canton (Cina), Ile de France, Mosca. Stati degli USA: Georgia, Michigan, North Carolina, Ohio. Si dice che il Governatore della Lombardia sia come un capo di Stato MILLE - I Comuni sotto i mille abitanti devono chiudere e accorparsi con altri vicini. In Lombardia la sforbiciata dovrebbe toccare 327 municipi. Piccoli gioielli di storia e tradizione che non potranno essere governati nel modo giusto, cos ha detto Attilio Fontana, sindaco leghista di Varese e presidente di Anci Lombardia. In Lombardia diversi comuni hanno una popolazione inferiore a quella di un normale condominio. presente il pi piccolo comune dItalia (Pedesina, SO, 34 abitanti), il secondo (Morterone, LC, 37 abitanti) e il quarto (Menarola, SO, 46 abitanti). NOMI - I nomi hanno scatenato una battaglia di secondo livello nella guerra contro il paventato accorpamento di alcune province. Dato che il capoluogo delle province accorpate dovrebbe essere la citt pi popolosa, chi temeva di perdere il capoluogo ha sviluppato la fantasia per trovare il nome della nuova provincia. Per Varese-Como-Lecco i varesini hanno proposto il nome provincia dei laghi, che farebbe pendant con la provincia dei due mari, il nome proposto dai brindisini per la futura Taranto-Brindisi. La disputa sui nomi e sui capoluoghi iniziata con le province istituite di recente: in Sardegna le quattro nuove province (gi abolite) portavano nomi complessi e doppi capoluoghi (Carbonia-Iglesias, Medio Campidano, Ogliastra, OlbiaTempio); in Puglia nata Barletta Andria - Trani, in Emilia-Romagna Forl - Cesena, in Piemonte Verbano Cusio - Ossola e in Lombardia il solo nome di Monza non sembrava valorizzare abbastanza il tutto e cos si deciso per Monza - Brianza. ORIZZONTI - Lorizzonte di Milano si allargato nel tempo. Il perimetro attuale del Comune di Milano frutto di annessioni di territori circostanti la prima cerchia murata. Un decreto napoleonico del 1808 impose al circondario lunione con Milano, che inglob in questo modo 35 comuni, compreso quello dei Corpi Santi, formato dallo spazio agricolo che circondava la citt. Nel 1816 gli austriaci restituirono lautonomia ai

35 comuni. Nel 1873 viene definitivamente inglobato il Comune dei Corpi Santi, gli attuali quartieri Barona, Bovisa, Calvairate, Fontana, Ghisolfa, Gratosoglio, Maddalena, Monlu, San Siro, Tre Ronchetti; nel 1918 venne inglobata Turro e nel 1923 Affori, Baggio, Chiaravalle, Crescenzago, Gorla, Precotto, Greco, Lambrate, Musocco, Niguarda, Trenno, Vigentino, Lorenteggio, Ronchetto sul Naviglio. Lorizzonte poi si fermato. PEDESINA - Pedesina il pi piccolo comune dItalia (34 abitanti, vedi lettera M). Sta in Valgerola, vicino a Morbegno, provincia di Sondrio. Ha raggiunto il massimo demografico nel 1911, quando aveva 281 abitanti. Lunica attivit economica presente nel comune un bar ristorante. Il Consiglio Comunale composto da 12 persone (1/3 degli abitanti); la Pro Loco, attivissima, ha un presidente, due vicepresidenti e dieci consiglieri. QUALIT - Lindagine sulla qualit della vita nelle province italiane un appuntamento annuale del Sole24Ore. Nella classifica nazionale (107 province), le province lombarde non sono posizionate molto bene: Milano 17 (insieme a MonzaBrianza), Sondrio 20, Brescia 26, Mantova 34, Como 36, Bergamo 37, Cremona 51, Lecco 57, Pavia 64, Varese 66, Lodi 69. Nelle classifiche dei diversi indicatori Milano prima per il PIL pro capite, per il valore dei depositi, per limporto medio delle pensioni, per lindice di copertura della banda larga. Brescia prima in Italia per la propensione a investire e per la % di immigrati sulla popolazione. REALE - La Villa Reale di Monza ospitava dal 2011 le sedi distaccate di quattro ministeri guidati da esponenti della Lega (Economia e Finanze, Riforme, Semplificazione e Turismo). Con la caduta del Governo Berlusconi IV le sedi sono stati soppresse dal Governo Monti. Nella villa non si ricordano riunioni che abbiano cambiato i destini della Nazione. La provincia di Monza, istituita nel 2004 e in progetto di essere inglobata nella citt metropolitana di Milano, ha dato il via nel 2010 alla costruzione della propria sede su un'area di 85 mila metri quadri poco distante dalla Villa Reale. Costo dell'operazione 28 milioni di euro, suscettibili di aumenti. SPARTIACQUE - In Lombardia lo spartiacque alpino divide la regione fisica svizzera (a nord) dalla regione fisica italiana (a sud). Il Canton Ticino, che appartiene politicamente alla Svizzera, si trova a sud dello

spartiacque e quindi nella regione fisica italiana. Ugualmente alcuni piccoli territori svizzeri come le valli Bregaglia e Poschiavo. La valle di Livigno (SO) si trova invece nella regione fisica svizzera, perch al di l dello spartiacque. La posizione anomala ha generato un paradiso fiscale, paragonabile a quello di Campione dItalia. Grazie a una legge reale del 1910 a Livigno non si versa lIVA allo Stato (la benzina costa il 40% in meno, cos come le sigarette e gli alcolici). TRASLOCO - Cambiare Regione non un sogno proibito da quando venne modificato il comma secondo dellart. 132 del Titolo V della Costituzione. Dal 2005 a oggi 37 Comuni di sei regioni diverse hanno infatti avanzato la richiesta, sostenuta da un referendum, di passare da una regione allaltra. Tra i pi noti Cort ina dAmpezzo, pronta ad abbandonare il Veneto per entrare in Alto Adige. Finora solo i 7 Comuni dellAlta Valmarecchia hanno coronato il sogno e dal 2009 non fanno pi parte delle Marche ma dellEmilia Romagna. Tra i 30 Comuni che restano in lista dattesa, due sono lombardi, Magasa e Valvestino, pronti al trasloco verso il Trentino. Sostiene gli aspiranti fedifraghi lUnione Comuni Italiani per Cambiare Regione, fondata a Trieste nel 1995. UNITI - Lunione di pi comuni in uno solo un evento raro, sottolineato in Lombardia nel nuovo nome dei comuni accorpati, che riporta il termine uniti. San Genesio e Uniti (PV) il nome dellaggregazione (1871) di San Genesio, Comairano e Ponte Carate; Sesto e Uniti (CR) dellaggregazione (1867) di Canova del Morbasco, Cortetano e Luignano; recente (2011) la nascita di Gravedona e Uniti (CO) per la fusione di Gravedona, Consiglio di Rumo e Germasino. VIRTUOSI - LAssociazione dei Comuni virtuosi nata nel 2005 e, come si legge nel sito, una rete di Enti locali, che opera a favore di una armoniosa e sostenibile gestione dei propri territori, diffondendo verso i cittadini nuove consapevolezze e stili di vita allinsegna della sostenibilit, sperimentando buone pratiche attraverso lattuazione di progetti concreti ed economicamente vantaggiosi, legati alla gestione del territorio, allefficienza e al r isparmio energetico. I comuni che vi aderiscono sono 65, di cui 10 in Lombardia: Acquafredda (BS), Berlingo (BS), Cassinetta di Lugagnano (MI), Cesano Boscone (MI), Malegno (BS), Mezzago (MI), Morbegno

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(SO), Paderno Franciacorta (BS), Solza (BG), Tignone (BS). ZINGONIA - Zingonia il Comune che non c. un abitato con pi di 30 mila residenti (nessuno sa con precisione quanti siano), si trova in provincia di Bergamo e venne costruito negli anni Sessanta del Novecento dallimprenditore edile Ren-

zo Zingone. Il territorio di Zingonia si sviluppa su cinque Comuni e forma unisola di degrado al loro interno (Verdello, Verdellino, Ciserano, Boltiere, Osio Sotto). Le aziende attratte dalle agevolazioni fiscali se ne sono andate e Zingonia, nata come citt operaia, si trasformata in un ghetto di povert ed emarginazione.

Sembra che oltre il 70% degli attuali abitanti di Zingonia siano extracomunitari. Renzo Zingone ha lasciato un altro segno delle sue iniziative in Lombardia, il Quartiere Zingone a Trezzano sul Naviglio.

I PROBLEMI DI MILANO DALLA VIVA VOCE DI GUIDO MARTINOTTI Emilio Battisti


In occasione dellaffollatissima cerimonia laica che si tenuta al Castello attorno allurna delle ceneri di Guido Martinotti, abbiamo assistito alla testimonianza di molte persone che hanno avuto lopportunit di frequentarlo e di collaborare con lui per iniziative politiche, culturali o partecipando a importanti programmi di ricerca. Mi sono trattenuto dallintervenire perch la mia testimonianza sarebbe stata di ben poco conto, non potendo far riferimento a unesperienza altrettanto significativa. Avrei anzi dovuto fare autocritica perch non sono stato in grado, a suo tempo, di assegnare significato e valore adeguati al suo originale contributo, che ci ha consentito di conoscere molto meglio la nostra realt sociale e urbana. Ricordo che lo incrociai negli anni 60 allILSES (Istituto Lombardo per gli Studi Economici e Sociali), ove ebbi lopportunit, come assistente di Lodovico Belgiojoso, di partecipare a una bellissima esperienza di ricerca sul sistema ospedaliero lombardo, diretta da Angelo Pagani. Parecchi anni dopo, in occasione di un dibattito alla Triennale, polemizzai con lui per quello che erroneamente ritenevo un ricorso un po abusato al fenomeno dei city users, che Martinotti aveva individuato come una delle cause fondamentali di trasformazione della citt contemporanea e che a Milano iniziava a manifestare rilevanti effetti proprio in concomitanza con la contrazione della popolazione residente. Successivamente ho seguito il suo lavoro di ricerca e la sua attivit politica e culturale a distanza, fino a quando, allinizio del 2009, avendo cominciato a organizzare nel mio studio una serie dincontri, molti dei quali dedicati ai problemi di Milano, (www.emiliobattisti.com) i suoi interessanti articoli su ArcipelagoMilano mi sono spesso serviti per mettere a fuoco i temi e individuare gli interlocutori da invitare a discuterne. In un paio di occasioni mi sono anche rivolto direttamente a lui, che ha accettato linvito portando il proprio originale contributo e manifestando una disponibilit a dialogare che non faceva pesare, nel confronto, la sua grande, indiscussa competenza. Ora che Guido non pi tra noi, avendo io labitudine di registrare gli incontri, ho pensato di offrire ai lettori lopportunit di riascoltare quei suoi discorsi pacati, circostanziati e franchi senza infingimenti e giri di parole. Nellottobre 2011, partecipando a un incontro dedicato al progetto Expo Diffusa e Sostenibile, con Gianni Confalonieri, Luca Beltrami Gadola e gli assessori Franco DAlfonso e Daniela Benelli, stato lui a polemizzare bonariamente con me, perch, come potrete constatare dalla registrazione, si lament del fatto che non gli avevo posto una specifica domanda come avevo fatto con gli altri relatori. Non ebbi difficolt a dimostrare che le domande erano state poste agli altri invitati per richiamarli ai compiti della loro carica istituzionale, mentre da lui mi aspettavo un libero contributo sul progetto di Expo Diffusa e Sostenibile. Come potrete constatare ascoltandolo, Martinotti svilupp considerazioni di particolare significato, svelando a tutti noi potenzialit che non saremmo stati in grado di immaginare senza il suo contributo, evidenziando innanzi tutto come il decorso della manifestazione, dopo il grande successo dellassegnazione a Milano, dovuto alla stretta collaborazione tra lamministrazione Moratti e il governo Prodi, avesse successivamente registrato un disastroso arretramento a causa dei gravi conflitti generatisi tra vari soggetti politici e istituzionali. Inoltre, il contrarsi dei finanziamenti e delle risorse, dovuto alla crisi internazionale, aveva esasperato le lotte intestine per il loro controllo, riservandone comunque laccesso ai soliti noti. Conseguentemente, molte delle iniziative di partecipazione spontanea che avevano preso le mosse in seguito allassegnazione della manifestazione a Milano sono entrate in una fase di disincanto e disinteresse molto negativo che sar difficile superare, a meno che non si ricorra a una strumentazione ad hoc che consenta di rimettere in moto il processo partecipativo. Tale strumentazione deve essere anche in grado di individuare le realt utilmente mobilitabili, cercando di mettere assieme soggetti dotati di grandi potenzialit ma non adeguatamente valorizzati, localizzati in specifici ambiti territoriali. Per Martinotti, loccasione dellExpo dovrebbe quindi consentire di riunire attorno a programmi coordinati tutte queste realt culturali per mettere in moto tutti i possibili volani atti ad avviare in forma almeno sperimentale larea metropolitana milanese: un obiettivo reiteratamente disatteso fin dal 1957, anno della sua prima formulazione, come lui stesso aveva previsto. Molto pi recentemente Guido aveva accettato senza indugi il mio invito a formulare le domande e coordinare gli interventi in occasione del confronto tra i rappresentanti dei cinque candidati alle primarie che si svolto nel mio studio nel novembre scorso, appena quindici giorni prima della sua scomparsa. Anche in tale occasione, non solo ha svolto il suo compito con grande autorevolezza e precisione, ma ha anche fatto un intervento molto significativo per richiamare gli invitati alla necessit di evitare eccessive semplificazioni nellillustrare i programmi dei candidati. Prendendo le mosse da una citazione di Auguste Comte, savoir pour prvoir afin de pouvoir, egli ha messo bene in evidenza come oggi questa processualit metodologica sia definitivamente entrata in crisi nel nostro mondo della doppia ermeneutica, perch in esso conoscenza e realt si sovrappongono e interferiscono in un flusso continuo e inestricabile. Tale condizione resa ancora pi problematica dal fatto che, a suo pare-

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re, leterogenesi dei fini spesso ci impedisce di raggiungere direttamente il risultato che ci siamo proposti con la nostra azione e che, per quanto riguarda le primarie, il vero risultato importante e significativo rappresentato dalla partecipazione delle persone, e non tanto dalla scelta del miglior candidato. Dallinizio del 2009 egli ha pubblicato su queste stesse pagine decine di articoli che ho sempre letto per primi nel riceverle ogni mercoled mattina. Articoli che hanno affrontato tematiche di grande rilievo e che

su Milano hanno offerto uno spaccato della nostra realt con analisi e proposte molto interessanti che avrebbero dovuto, a mio parere, suscitare un dibattito e un confronto che nella sostanza non c stato. Lo dico anche perch mi sembra che le aspettative per quella democrazia partecipativa al governo municipale, enunciata nel programma elettorale di Pisapia, che sembrava essere stata concretamente avviata in forma organizzata con la costituzione della Officina per la citt, siano

state deluse con il suo scioglimento subito dopo le elezioni. Martinotti stato una figura molto importante della cultura milanese, eppure ha riscosso pi riconoscimenti allestero che da noi e, per quanto abbia manifestato una grande disponibilit a mettere disinteressatamente a disposizione le sue conoscenze e la sua capacit di studiare e prevedere levoluzione dei fenomeni sociali e urbani, anchegli stato nei fatti inascoltato. Nemo propheta in patria?

DALLE PRIMARIE IL NUOVO RITRATTO DEL POPOLO DI CENTROSINISTRA Walter Marossi


Curiosamente il commento alle primarie parlamentari del Pd ha partorito due opposte analisi: 1) ha vinto l'apparato, confermando vecchie cariatidi e promuovendo oscuri funzionari; 2) ha vinto il rinnovamento eliminando vecchie cariatidi e incoronando giovani donne. Penso che siano due analisi entrambe sbagliate. In realt abbiamo assistito a un remake dei congressi di un tempo con i voti alle mozioni sostituiti dalle preferenze, dove non necessariamente le vecchie cariatidi rappresentavano la conservazione e i giovani o le donne rappresentavano il rinnovamento. A Milano e provincia hanno votato in 32.000 cio il 20% di quanti avevano partecipato alle primarie del centro sinistra nazionale, meno della met di quanti avevano votato alle primarie regionali. Considerato che erano primarie interne al Pd, un partito accreditato del 30% che alle ultime politiche aveva preso 620.000 voti possiamo tranquillamente affermare che in quanto al numero dei partecipanti, 1 ogni 20 elettori, si trattato di una sorta di congresso con votazione allargata ai simpatizzanti. I numeri corrispondono grosso modo a quelli che venivano dichiarati dai partiti della prima repubblica, al posto delle correnti abbiamo avuto le abbinate uomo/donna, un po' come si votavano le preferenze quando erano multiple nelle elezioni vere. Tecnicamente stato un bel successo che evidenzia un brillante stato di salute del partito: in pochi avrebbero scommesso su questi numeri, stante data e modalit. Politicamente stato il successo di chi scommette su un centro sinistra che rassemblement di forze e organizzazioni diverse di cui il Pd il nucleo centrale. Operazione in Lombardia praticamente gi riuscita con Sel e i socialisti trasformati in componenti interne, l'IdV a rischio quorum, filomontiani e moderati estromessi o confinati nel tabaccismo. Gli unici teorici competitor restano i seguaci di Pisapia e Ambrosoli ma solo quelli che pensano in grande. L'unica cosa che manca al Pd milanese e lombardo, e queste primarie lo confermano, un leader di spessore nazionale. Le sorprese o presunte tali, cos come nel caso dei risultati di Renzi alle altre primarie, nascono dal fatto che la prima volta in cui ci si contava sul serio, vale a dire al netto di accordi tra cofondatori, past president, membri di diritto, riserve tutelate etc. La popolarit o il peso che precedentemente venivano attribuiti in funzione di presunte credenziali sono stati riclassificati in funzione delle capacit di essere in sintonia con la componente pi militante degli elettori, di costruire alleanze interne, di organizzare una corrente, di rappresentare un territorio. L'anzianit di servizio non ha n favorito n danneggiato, quello che sembra aver danneggiato i candidati stato l'eccesso di permanenza a Roma che per dovrebbe essere l'attivit principale di un parlamentare. In sostanza sono state stabilite nuove gerarchie. La brevit della campagna elettorale ha favorito chi era gi pronto e quindi chi era pi organizzato, come la riduzione della platea ha favorito chi aveva posizioni meno eterodosse. Ma giusto cos: le primarie si perdono o vincono nel quadro di un elettorato e di regole predefinite. Con altre regole, se ad esempio si fosse votato per i parlamentari insieme alle primarie per premier (in fondo avendo fatto anche Sel le primarie in contemporanea sarebbe stato possibile), il risultato sarebbe stato molto diverso. Cos com' ovvio che queste primarie hanno senso solo con questo sistema elettorale mentre non ne hanno affatto in un altro. Tant' che a nessuno venuto in mente di usarle per le candidature regionali: con il numero di preferenze che consentiranno a molti di entrare in Camera e Senato alle regionali non si sarebbe neanche tra i primi dei non eletti. come nel calcio: il fuorigioco una regola antipatica, ma fintanto che c' fondamentale, se no Inzaghi sarebbe stato quattro volte pallone d'oro, non Messi. Il quadro milanese, altrove molto diverso, mi sembra questo: 1) esiste un popolo del centro sinistra, la cosiddetta societ civile, interessato alle cariche monocratiche che nutre disinteresse per le altre competizioni interne. Mentre il sindaco o il presidente vengono visti da questo popolo come protagonisti della realizzazione di un progetto, di una visione e i parlamentari sono ritenuti poco rilevanti, degli esecutori. 2) esiste un popolo Pd che non solo mantiene viva una struttura che consente di svolgere le primarie ma ne premia gli organizzatori. Un popolo che non strutturato per sezioni e iscrizioni come un tempo ma che organizzato professionalmente e che determinante sui numeri piccoli delle parlamentarie. Uno zoccolo duro che privilegia l'appartenenza e quindi i dirigenti del partito e gli amministratori che ha conosciuto e sperimentato negli anni. Nessuna vittoria quindi dell'apparato che non esiste e che non ha indicato nomi ma semmai della nomencla-

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www.arcipelagomilano.org tura, termine a cui non do valenza negativa, che quella che tiene in piedi il partito stesso. Nomenclatura al fondo coesa tant' che in Lombardia mancano le innumerevoli polemiche che allietano altre regioni. 3) esiste un popolo Pd che ha definitivamente archiviato la equiparazione tra cofondatori. La maggioranza ormai nativa/Pd e all'interno di questi nativi Pd la componente lievemente pi radicale lievemente maggioritaria. Esce ridimensionato il peso dei cattolici di origine Popolare o Margherita ma viene anche ridimensionato il peso del pedigree Pci. Cos come esce ridimensionato il mito della componente sindacale: l'iscritto CGIL (come quello delle cooperative) si comporta come qualsiasi altro iscritto. Esce penalizzato anche chi ha pensato di equiparare la preferenza nelle primarie con la preferenza nelle amministrative: una forte base nel popolo del centrosinistra che vota Pd non necessariamente corrisponde a una forte base nel popolo Pd che vota alle primarie. 4) esiste una forte connotazione territoriale degli eletti; evidenziata per esempio da candidati come Gasperini che prende il 44% dei suoi voti nel comune di cui sindaco, Cimbro il 41% in tre comuni della sua zona, Quartiani il 60% in una zona, Malpezzi il 53%. Dopo anni di retorica sul recupero del rapporto con il territorio (manco fossimo in agricoltura) buona parte degli eletti saranno espressione del territorio e sarebbero molto di pi se non fossero state limitate le possibilit di candidatura; si rischia di rivedere il partito degli assessori. Sono molti i comuni dove un candidato si aggiudica il 60% dei voti esprimibili e si arriva in alcuni seggi a superare l'80%, il record credo sia il comune dove su 87 votanti un candidato ha preso 82 voti. In termini di votanti il peso della citt sensibilmente inferiore alle primarie per il premier, come sono sensibili le differenze tra comuni con candidati e comuni senza. 5) esiste una nomenclatura o forse una elite Pd che ha una forte capacit di autoconservazione e autorigenerazione e quindi si rinnova cooptando giovani, forze nuove e anche esterni che ne garantiscono sopravvivenza e continuit. Quanto al successo dei ggiovvani, non parlerei di rivoluzione quanto piuttosto di politica come professione nel suo significato pi nobile. 6) chi esce vincente dalle primarie avr in futuro unautorit maggiore di chi sar indicato, checch se ne dica gli indicati verranno percepiti come i vincitori a tavolino, quindi di vittorie di serie b. Chi esce sconfitto difficilmente avr una seconda chance in futuro. Molti cominceranno da domani a prepararsi per le primarie del futuro, in pratica il Pd sar permanentemente in congresso.

LA NOSTRA SALUTE: PREVENZIONE PRIMARIA E POI LA CURA SANITARIA Giovanna Cifoletti, Maresa De Filippi, Antonella Nappi
La malattia una sofferenza e diventa una violenza quando le scelte di sviluppo economico sospingono ladozione e la diffusione di prodotti o innovazioni chimiche e fisiche di cui non sanno la nocivit o di cui la si tace. Limmagine prevalente di produzioni e prodotti, infrastrutture o comportamenti sempre quella dei soli benefici. Invece necessario mettere in grado i cittadini di conoscere tutti i rischi che la loro salute corre nel territorio perch possano proteggersi e pretendere una riduzione della esposizione agli inquinanti e in particolare ai cancerogeni. Questa lintroduzione di Antonella Nappi al ConvegnoDifendiamo la salute: malattia , inquinanti e scelte urbane organizzato dal tavolo Salute / Ambiente della Commissione Pari Opportunit del Comune di Milano il 27 novembre. Sono seguite le relazioni di Paolo Crosignani, dellIstituto dei tumori, che ha parl ato di Effetti a breve e lungo termine dellinquinamento atmosferico sulla salute; Laura Masiero della associazione A.P.P.L.E.: Cellulare, Wifi, come proteggere la nostra salute?; Paola Marciani, insegnante del corso di laurea di Scienze della Sicurezza Chimica e Tossicologica Ambientale (SSCTA): "Incenerire materie prime non conviene"; Maria Letizia Rabbone, Pediatri per un mondo possibile: Inquinamento e salute dei bambini. Che cosa c da sapere , che cosa c da fare. Attraverso grafici statistici molto eloquenti Crosignani ha illustrato, non senza un buon senso dell'umorismo, come l'inquinamento atmosferico costituisca un problema per la salute di tutta la popolazione, sia in termini di ospedalizzazioni in fasi acute di inquinamento atmosferico che di aggravamento dello stato di salute per ogni patologia ma soprattutto come induzione di processi patologici in tutta la popolazione. Non esiste una soglia al disotto della quale l'inquinamento non sia nocivo per la salute. Le particelle che si depositano nelle vie respiratorie non provocano solo il cancro e non solo infiammazioni che alterano la funzione respiratoria ma agiscono anche sulla circolazione del sangue che risente di una maggiore coagulabilit fino alla trombosi e inducono alterazioni elettrofisiologiche che possono portare a un infarto. LOrganizzazione Mondiale della Sanit ha quantificato laumento della mortalit e dei ricoveri per ogni incremento dellinquinamento di 10 ug/m3 di polveri sottili per metro cubo daria, sia nei giorni di maggiore inquinamento che a lungo termine per tutte le cause. Alle medie di Milano: 52 ug/m3 sono 199 i decessi legati ai picchi di inquinamento e 1178 quelli annuali. Una riduzione di soli cinque micron per metro cubo ci farebbe avere 210 decessi in meno ogni anno. Si pensi che in Europa, il limite da non superare per le PM10 di venti micron al metro cubo. La maggiore incidenza degli agenti nocivi si abbatte sui bambini continua Maria Letizia Rabbone, i loro polmoni si formano nei primi anni di vita: dai 50 milioni di alveoli della nascita si passa a otto anni a 400600 e crescono poi in estensione fino a 18 anni: da 2,8 mq si arriva a 32 mq. Le polveri sottili limitano e danneggiano questo processo. Ma quelle sottilissime possono penetrare gi nella pancia della madre e quelle create dagli autoveicoli contengono inquinanti organici biologicamente attivi con un effetto sinergico nel tempo, entrano nella placenta e possono cambiare il DNA (Rabboni, Marciani). Le donne gravide residenti in vie molto trafficate hanno un rischio di morte neonatale del figlio aumentato del 50%. Per ogni incremento di 10ug/m3 lincremento di mortalit dei bambini da 0-5 anni di 1,6%; in Europa lincremento annuo dei tumori infantili di 1,2%, in Italia nel primo anno di vita del 2-3%. Gli inceneritori producono numerose sostanze tossiche tra cui le cosiddette polveri che si installano nei polmoni, ma anche nel sangue e perfino nella cellula e nel DNA, dice Paola Marciani, possono innescare mutazioni o alterazioni cellulari. Gli inceneritori vengono proposti ufficialmente come una fonte di energia alternativa invece il sistema attua

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uno spreco importante di energia perch viene distrutta con loggetto quella che lo ha prodotto e il costo complessivo della distruzione finisce sempre per essere perdita di materie prime in un pianeta che non riesce a rimpiazzarle. La prima regola dovrebbe essere bandire la maggior parte degli usa e getta. Poi riutilizzare e solo infine riciclare che per quanto costi, secondo le statistiche, paga. Invece la presenza di inceneritori riduce drasticamente il ricorso alla raccolta differenziata, come dimostrano le statistiche, perch una volta costruiti vanno alimentati: il loro costo si ammortizza con grandi quantit di rifiuti (anche industriali e ospedalieri) e grazie a forme di sovvenzione che sottraggono risorse agli incentivi per le vere fonti energetiche sostenibili (eolico, solare) e per il risparmio energetico. L'incenerimento

equivale al seppellimento o discarica, con i danni alla salute illustrati. Lelettromagnetismo viene ancora negato come fattore di danno alla salute dal Ministero Italiano, Laura Masiero diverte nel suo confrontare dichiarazioni istituzionali italiane e straniere, ricerche dello IARC (Agenzia Internazionale per le Ricerche sul Cancro) e dellONU. Non si vuole ammettere che anche in questo caso non c soglia contro il danno n si tenta di contenerlo. Leconomia fonda la sua dinamica nei prodotti elettromagnetici e le Istituzioni li promuovono senza tutela. grave il problema di chi pi di altri sensibile allelettromagnetismo: si deve isolare e subisce irrisione, perch si crede che la normalit sia priva di handicap. Ci sono al mondo 6 miliardi di cellulari, con circa 4,3 miliardi di utilizzatori, altrettanto se non pi nocivi so-

no i 3 miliardi di cordless, eppure siamo ancora in una fase di sperimentazione dell'azione di queste emissioni sul cervello umano, anche rispetto agli wi-fi. I tumori al cervello si sviluppano nell'arco di venti anni, sono in incremento del 40% per un uso di cellulari e cordless di 2.000 ore: pare molto, ma si deve pensare che con 30' al giorno o 16 ore al mese ci si arriva in poco pi di dieci anni. I bambini hanno funto da cavie in questi anni ed dimostrata la maggiore incidenza di tumori in relazione alla giovane et. Del resto l'assorbimento delle emissioni da cellulare a carico dell'orecchio doppio nei bambini rispetto agli adulti. Limitiamo lutilizzo di questi apparecchi e ricorriamo ai cavi, si tratta sempre di elettromagnetismo ma le emissioni sono molto inferiori.

LAVORO E MALAFFARE: LO SCARTO AMBROSIANO Giuseppe Gario


Il 12 dicembre 1969 a Milano esplode una cattiveria stupidit violenza irresponsabilit insieme, ma non necessariamente nelle stesse persone ancor oggi insondabile nel suo nocciolo duro. Pi trasparente lo scarto degli anni 1970, quando a Milano i rapimenti diventano industria con fatturato importante e crescente, acceleratore e moltiplicatore economico di una malavita organizzata che, negli anni 1980, contribuisce alla Milano da bere fornendo droga e prostituzione (specie minorile) per soddisfare una domanda crescente e sempre pi qualificata, anche professionalmente. I soldi sono come lacqua, che si mescola e rimescola fino a rendersi indistinguibile, e negli anni 90 i soldi del malaffare entrano nel calderone del mattone e dei suoi antecedenti e derivati: le bonifiche delle aree industriali dismesse e lo smaltimento dei rifiuti tossici industriali prodotti dalle aree industriali ancora attive, trasformandoli in effetti perversi della transizione generata dalle crisi petrolifere degli anni 70 e dallattenzione legislativa per lambiente, nel contesto di una societ sempre pi ricca (solo) di soldi. Negli anni 2000 lo scarto diventa ufficiale quando il malaffare non pi solo un fattore, ma un attore della vita pubblica. Il grave errore di valutazione commesso dal legislatore negli anni 1970 trapiantare i bacilli del malaffare nel corpo (supposto) sano di Milano e della Lombardia per trasformarli omeopaticamente in geni sani ha prodotto uno scarto economico, prima che civile, sociale e politico. Una montagna di miliardi (di povere lire, ma un bel mucchio) spostata dalla produzione per il mercato (pi o meno concorrenziale) al monopolio della violenza, col correlato trasferimento di potere decisionale dai Brambilla (allapice del loro successo cavalieri del lavoro) agli innominati che vogliono solo restare tali. Implicito pur se invisibile lo scarto dai valori del lavoro fatto bene e fondamento della dignit personale e dellidentit ambrosiana, ai disvalori del rifiuto del lavoro come fatica servile, sostituita da una libera iniziativa volta esclusivamente al profitto (esentasse) a ogni costo (altrui), senza regole n controlli. Nel nostro piccolo, una anticipazione della finanza globale, con le conseguenze che sappiamo. Non perci il caso di farcene vanto perch questo scarto in avanti ambrosiano una testimonianza di debolezza. Debolezza civile di fronte alle sfide (alla lettera) imposte da una malavita importata (l per l sembrata una buona idea). Debolezza degli ambienti daffari, che subiscono ricatti dolorosissimi e troppo spesso mortali senza sapere dare una risposta coesa e quindi efficace. Debolezza amministrativa e politica nel contenere e reprimere unondata organizzata di crimini, forse anche distratti da emergenze sociali e politiche che si volevano tali da parte di un ceto dirigente spaventato e/o furbo. Purtroppo questa debolezza ambrosiana stata troppo a lungo occultata da un marchio non meno erroneo solo perch azzeccato, nelle formule della locomotiva dItalia (dEuropa addirittura) e meno ingenuamente del rito ambrosiano. Tutto sembrava possibile, sottinteso col duro lavoro e la preparazione necessaria per farlo bene. E in effetti in quegli anni tutto sembr diventare possibile e tanto pi quanto pi ci si allontanava dal duro lavoro e dalla necessaria preparazione, prendendo scorciatoie che facevano guadagnare un sacco di tempo e di denaro. Emblematica, quasi un pesce pilota, la formazione professionale che, da iniziativa intelligente e lungimirante, strada facendo sub uno scarto entrando nella new economy della corruzione, fino a sparire. A onore (non solo) dei milanesi e dei lombardi va detto che, pur non essendo pi una locomotiva n una capitale morale (ci mancherebbe, dopo avere dato tante prove politiche di pancia e dintorni), la societ e leconomia ambrosiane sono rimaste vive, anche se febbricitanti e sempre pi fuori asse rispetto al loro perno economico culturale e storico, il lavoro fatto bene. La pianta resiste, e in tempi di crisi vera e grave, questo lessenziale. Non resta che migliorare e ritrovare il significato il gusto, il piacere, la soddisfazione

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www.arcipelagomilano.org del lavoro fatto bene, che d sostanza al denaro. I venti della globalizzazione ci hanno portato una nuova e diversa nuvola di geni. Non pi i malavitosi degli anni 1970, i rivoluzionari individualisti degli anni 1980, gli innovatori drogati degli anni 1990, i liberali assolutisti degli anni 2000. Pi umilmente, immigrati extracomunitari (ma non solo, ci sono anche gli eu-

ropei al seguito delle loro imprese) che nel lavoro hanno il perno della loro identit in partibus infidelium (le nostre). Come ha detto uno di loro intervistato per radio, il lavoro non manca a Milano, per chi vuole lavorare. Quel che manca il lavoro pagato bene, o anche solo decentemente. Ma il bisogno di lavoro fatto bene aumenta di giorno in giorno, sempre pi necessario e sempre pi

di qualit in una societ che invecchia e si mescola col resto del mondo, perch il resto del mondo sempre pi di casa da noi, e noi siamo sempre pi di casa nel resto del mondo. Manca un ceto dirigente adeguato. Anche questo un lavoro di qualit, da fare bene, con la necessaria preparazione.

LE ACQUE E I CANALI NEL PIANO BERUTO Umberto Vascelli Vallara


Il referendum consultivo cittadino n. 5 nel giugno del 2011 proponeva fondamentalmente due temi: la risistemazione della Darsena e la riattivazione del sistema dei Navigli. Il progetto della Darsena stato avviato e finanziato riprendendo la proposta degli architetti Bodin, Rizzatto, Rossi e Guazzoni. Attualmente stato messo a punto il progetto definitivo nel quale si conferma lauspicata (i) decisione di restituire al bacino lacqua e la sua funzione portuale (naturalmente rivista in relazione alle mutate esigenze di trasporto lungo i navigli), ma si rilevano anche alcuni aspetti che a intervento concluso potrebbero restituire unimmagine della Darsena confezionata con eccesso di decorazione (una cornice di pavimentazioni forse troppo disegnate) che tradisce limmagine consolidata un po ruvida propria del porto; soprattutto dispiace il nuovo mercato che si frappone, come il precedente, tra la Darsena e la zona monumentale di piazza XXIV Maggio precludendone la relazione reciproca, anche visiva, che avrebbe potuto essere una qualificata soluzione progettuale di valorizzazione complessiva di questo compendio storico/paesaggistico. In ogni caso lintervento sulla Darsena sar concluso prima dellinaugurazione dellEXPO 2015. Molto pi complesso si presenta il tema della riattivazione del sistema dei Navigli. Indubbiamente il testo referendario ne aveva gi prevista in qualche misura la problematicit attuativa ponendo come fase preliminare uno specifico percorso progettuale di fattibilit. La riapertura dei Navigli stata successivamente caldeggiata anche dal Consiglio regionale (DCR 24 gennaio 2012) che a questo fine ritiene si debba destinare una consistente parte della somma prevista per la realizzazione della Via dacqua di EXPO 2015, ponendo pure in questo caso la formula cautelativa riapertura ove possibile. Anche nelle controdeduzioni formulate dal Comune alle osservazioni al PGT in tema di Navigli, si conferma linteresse a restituire riconoscibilit della Cerchia interna dei Navigli quale anello di congiunzione del sistema delle acque superficiali storiche, ma viene anche molto esplicitamente affermata la necessit di una verifica di fattibilit tecnica e finanziaria relativa alla riapertura, anche solo in parte" Relativamente alla possibilit di concreta attuazione della riattivazione dei Navigli Italia Nostra, nellambito della settimana che la Triennale ha dedicato in maggio al Piano Beruto, ha ritenuto opportuno organizzare una giornata volta allascolto delle differenti opinioni, tenendo conto delle varie proposte progettuali che hanno interpretato la valorizzazione della Cerchia di Navigli o come realizzazione di un nuovo canale lungo il corso dellantico Naviglio interno che abbracciava il centro storico o come sua rievocazione, disegnandone sulla superficie stradale il tracciato nella sua reale dimensione, ma considerando anche come ineludibile integrazione i progetti di restauro delle conche dellIncoronata e di Viarenna che ancora conservano significative testimonianze materiali della loro forma originale. Al di fuori della Cerchia sono state avanzate proposte innovative che valorizzarono con differenti modalit complementari il programma di riattivazione del Sistema dei Navigli come la praticabilit della navigazione da Locarno a Venezia o la realizzazione di una nuova Darsena per incrementare la circolazione di acqua dai Navigli alla Darsena e al contempo di rivitalizzare larea di Porta Genova. Si ritenuto fondamentale che a presentare i progetti fosse il professor Emilio Battisti, che fin dal giugno del 2011 ne aveva promosso nel suo studio la presentazione da parte degli autori raccogliendo cos un interessante documentazione che ha reso possibile la proposta di una loro realizzazione scandita nel tempo ed esposta nel Progetto partecipato e condiviso per la riattivazione della Darsena e dei Navigli milanesi (ii). Le opinioni sullopportunit di dar seguito attualmente a progetti di grande impegno economico sono espresse nel convegno da Luca Beltrami Gadola che sulla sua rivista online ne aveva gi scritto manifestando valutazioni ribadite anche recentemente (iii). Hanno partecipato al convegno con interessanti relazioni personaggi della cultura milanese cha al tema dei Navigli hanno dedicato significativi studi pervenendo a conclusioni non sempre convergenti come larchitetto Empio Malara e il professor Gianni Beltrame. Si ritenuto infine molto importante la partecipazione dellingegner Maurizio Brown per la sua approfondita conoscenza delle strutture sotterranee che interessano larea della Cerchia dei Navigli (iv), su questa base ha potuto esporre interessanti considerazioni tecniche circa le possibilit e i limiti dellattuazione dei progetti di riattivazione idraulica del sistema dei Navigli milanesi. Con questa iniziativa Italia Nostra, nello spirito che caratterizza la sua missione culturale, intende fornire un utile contributo alla discussione su un tema rilevante per la configurazione del paesaggio urbano milanese e per la rievocazione della memoria di un tracciato generatore della forma del centro storico. Sul sito della sezione milanese di Italia Nostra possibile accedere alla pubblicazione degli atti del convegno Le acque e i canali nel piano Beruto tenuto alla Triennale Milano, 17 maggio 2012. (www.italianostra-milano.org) i) Si vedano su ArcipelagoMilano gli articoli del 1. marzo 2011 Darsena:

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www.arcipelagomilano.org non c pace tra gli urbanisti; 3 maggio 2011 Il destino della Darsena o dei beni indisponibili; 24 gennaio2012 Il punto sulla Darsena . ii) Si veda su ArcipelagoMilano del 21 febbraio 2012 larticolo Navigli: la citt pu condividere?. iii) Si vedano su ArcipelagoMilano gli articoli 17 aprile 2012 Navigli: la ricreazione finita; 28 novembre 2012 Anche sui Navigli ci sono i Talebani. Su questa rivista sono stati pubblicati molti articoli sul sistema dei Navigli anche di reazione a quanto sostenuto nelle precedenti citazioni. In particolare da alcune puntate del dialogo fra Jacopo Gardella e Gianni Beltrame si pu trarre la considerazione che i Navigli in quanto manufatti di rilevanza storica, devono essere considerati monumenti, testimonianze del patrimonio culturale; con questa consapevolezza deve essere affrontato ogni intervento che ne possa alterare la morfologia o banalizzarne il valore simbolico. iv) Si veda linteressante pubblicazione Viaggio nel sottosuolo di Milano tra acque e canali segreti di Gentile, Brown, Spadoni Comune di Milano 1990.

MA CHI SIAMO? ANCORA DI MODA? Riccardo Lo Schiavo


Eravamo un popolo di agricoltori, bassi, scuri di pelle, malnutriti, afflitti da varie malattie endemiche. La carne sulla tavola era un lusso, poi siamo diventati un popolo consumatore di Fiat 500, siamo infine arrivati ad acquistare circa 2,2 milioni di autovetture in un anno nel 2009, nel 2012 ne abbiamo acquistate 1,4 milioni. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha firmato la versione finale della legge che obbligher i costruttori di automobili a dimezzare i consumi di carburante entro il 2025, con l'obiettivo di arrivare a 4,36 litri ogni 100 km. Il presidente lo stesso che ha consentito che la Chrysler fosse acquistata dalla Fiat. Stiamo consumando tutto troppo e in modo troppo veloce, eravamo un popolo schivo e parsimonioso, dedito al risparmio e allacquisto della casa. sotto gli occhi di tutti il dato pi lampante, la popolazione italiana non cresce. Il nostro istituto di statistica ci dice che il tasso di variazione medio annuo della popolazione residente in Italia aumentato dello 0,78% nel 2010 al netto degli immigrati. Basta appunto andarsi a leggere qualche appunto di Ecologia applicata per capire che le curve di crescita delle popolazioni animali tendono a un asintoto e in Italia sembra proprio che ci siamo arrivati. Declino, sopravvivenza o necessit di un diverso modello economico? E se la popolazione decresce un male? Linquinamento sostanzialmente una questione di concentrazione, quanta pi se ne trova in un contesto di una sostanza tanto pi questo contesto inquinato. Linquinamento culturale, quello poi il pi pericoloso, non si odora, non brucia la pelle, non macchia ma crea danni a tempo indeterminato. Oramai sono settanta anni che stato firmato larmistizio con gli americani, il nostro tributo per i danni di guerra lo abbiamo pagato nel corso dei decenni. Dalle infiltrazioni dellOSS durante lo sbarco in Sicilia alle varie vicende non troppo trasparenti nella gestione della criminalit organizzata a cavallo dellAtlantico, dallo sbarco della Coca cola allapertura dei supermercati di Rockfeller a Milano (oggi Esselunga), dal lavoro dellazienda di Mitt Romney (Bain Capital) ai ristoranti Mc Donalds, sino ad arrivare alla tragedia del Cermis dove si conferma che i militari americani in servizio in Italia che commettono crimini non sono perseguibili dalla magistratura italiana. Dai costi portuali predeterminati per la flotta americana alluso degli aeroporti civili come basi per le azioni di guerra (vedi Napoli Capodichino nella guerra del Kosovo), passando per Sigonella, (a italica memoria non si era mai visto un battaglione dei Carabinieri circondare i Marines). Siamo stati un desk importante al dipartimento di stato USA durante la guerra fredda, uno stato dove il partito comunista era il pi grande dellEuropa occidentale, uno stato di confine con limpero del male (URSS). Il comunismo sovietico finito, e lex comunista DAlema ha bombardato senza mandato ONU la Serbia, insieme a Bill Clinton... A parte qualche souvenir nelle case dei nostalgici Baffone no pasar! giunto il momento di rivedere la relazione culturale piuttosto che quella diplomatica, gli Stati Uniti non sono il nostro nuovo nemico, gli Stati Uniti, purtroppo per loro sono, tra gli stati pi energivori del mondo, che li governino i democratici o i repubblicani superati oggi solo da Cina e India , sono lo stato di cui va ben ponderato e non passivamente i modello di sviluppo. I nostri economisti di grido, che possono sfoderare un pedigree di tutto rispetto nelle universit anglosassoni / statunitensi, sono appunto fortemente contaminati culturalmente dagli yankees e propugnano modelli di sviluppo crescita che mal si adattano al nostro stato. il 1938 ed Enrico Fermi dice di lui: Al mondo ci sono varie categorie di scienziati; gente di secondo e terzo rango, che fan del loro meglio ma non vanno molto lontano. C anche gente di primo rango, che arriva a scoperte di grande importanza, fondamentali per lo sviluppo della scienza. Ma poi ci sono i geni, come Galilei e Newton. Ebbene, Ettore Majorana era uno di questi. I vari Monti, Draghi, Giavazzi, Alesina, Boeri appartengono tutti a un insieme tra il primo e il secondo rango. Ci manca proprio lEttore Majorana della situazione. Il Capitalismo, una combinazione di pratiche economiche, che venne istituzionalizzata in Europa, tra il XVII e il XIX secolo, oramai un ferro vecchio inadeguato a gestire una situazione profondamente mutata rispetto a quanto avveniva nel periodo in cui il Capitalismo appunto venne istituzionalizzato. Avremmo bisogno di un Ettore Majorana moderno o un team di persone che riuscisse a riportare il percorso italico su di una dimensione legata direttamente allutilizzo sostenibile delle nostre risorse naturali. Ci viene detto che dobbiamo crescere, per sopravvivere, il tutto ci viene proposto in salsa americana con modelli di sviluppo / consumo etc etc che non sono assolutamente consoni a una nazione stretta e lunga con poca superficie utile allagricoltura, e acqua disponibile in maniera significativa e costante solo in alcune zone. Una nazione culturalmente molto variegata e dedita al campanilismo endemico, il ponte del Mediterraneo.

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LA QUESTIONE DELLE LISTE CIVICHE Stefano Rolando


La questione delle liste civiche sta rischiando di passare rapidamente da elemento di novit a fattore di ambiguit. Senza avere avuto la possibilit di dispiegare nel nostro paese tutto il suo potenziale, ma subendo lo storpiamento e la manipolazione di un sistema politico che, vedendo la mala parata dei partiti in ordine alla loro reputazione oppure essendo parte di soggetti politici ridotti ormai ai margini di ogni considerazione elettorale, ha utilizzato lespressione lista civica per nascondersi e camuffarsi. Vi chi dice che un po di esperienza politica che non potrebbe essere accumulata se non nel quadro di qualche vicenda radicata nella politica sia preziosa per lo sviluppo di queste liste civiche che faticherebbero a destreggiarsi in tanti elementi in cui il professionismo non casuale. E vi anche chi dice che bisogna rispettare coloro che avendo avuto esperienze magari legate ai partiti hanno poi messo in atto evoluzioni di un agire pubblico (in questo civico, perch dal basso) che fa pi appello al civismo che alla tradizione della politica. Queste e altre argomentazioni hanno il loro senso. Ma se si guarda alle proposte di liste civiche che si vanno costituendo (Albertini e Maroni hanno annunciato questo per ribattere alla proposta originale di Ambrosoli) per affiancare in modo strumentale schieramenti in cui quellambito consente di collocare candidature altrove non digeribili, si capisce che solo ergendo regole nette si pu tornare a difendere lo strumento e la potenzialit innovativa di questa forma partecipativa. La prima regola far risalire lesperienza raccolta da una lista in una esperienza radicata in forma organizzata nella societ. Cio con criteri di proposta che non sono sorti solo in occasione della formazione delle liste, quindi a scopi puramente elettorali. Ma che hanno percorsi in cui il radicamento, la vigilanza sociale, lagire civile, la difesa di valori e diritti, costituiscono un tessuto di vicende e di relazioni che portano poi anche alla formazione di liste elettorali senza essere questo il momento saliente di quelle esperienze. La seconda regola di non considerare come inaccettabile lavere aderito personalmente a questo o a quel partito politico. Essendo lappartenenza individuale una testimonianza di interesse e di partecipazione e non di esercizio di un potere. Diverso quando quella appartenenza ha prodotto incarichi elettivi e di rappresentanza nelle istituzioni, per pi tempo, che in un certo senso la formazione di percorsi di professionismo della politica. Anche qui la regola in senso stretto dovrebbe essere pi delineata. Ma ci si comprende, per ora, sui profili generali. E sui confini tollerabili di esperienza. In terzo luogo la reputazione di una persona, soprattutto in un territorio, facilmente verificabile. Politici o civici, coloro che hanno svolto funzioni che i cittadini sentono come atti di dedizione a cause di pubblico interesse, diventano casi in cui la mistificazione non regge. Cio far passare una persona di potere, galleggiante nel tempo a spese del contribuente, come un benefattore della societ, mostra facilmente la corda. Mentre facendo verifiche di questo genere un altro ambito di normazione della materia, almeno sul piano di una prassi pi condivisa, risulta possibile. Le liste civiche della Lombardia che stanno agendo per la creazione della lista con Ambrosoli Presidente hanno preso la meritoria decisione di associarsi in forma cooperante in una associazione di secondo livello, utile strumento per radicare, promuovere e accompagnare. Soprattutto per andare al di l dei soli momenti elettorali. Dando qui gi una risposta a uno dei temi sollevati. evidente che unaltra non rinviabile risposta deve avvenire proprio interno dei caratteri formali, organizzativi e distintivi che questo movimento vorr proporre, nel quadro di una analisi sulla utilit della riqualificazione del civismo che materia storica delle scienze politiche in senso weberiano e dunque del rapporto di distinzione tra istituzioni, partiti e societ - che da parte di questi soggetti dovrebbe essere oggetto di qualche apporto e di qualche contributo di analisi. Tra tante mail di segnalazione di candidature e tanti curricula vitae che ingombrano, a volte anche utilmente, pagine e pagine, qualche riflessione scritta sul senso di un impegno e sui profili di una connessione a forme di rappresentanza che fanno parte di un rinnovamento stesso della natura della democrazia, sarebbe una prosa assai bene accetta e utile ad autogenerare qualcosa che appare ancora un po fragile nel civismo: lidentit.

IL COMUNE E LA COMUNICAZIONE Roberto Basso


Ho esitato ad accettare linvito di ArcipelagoMilano a scrivere un pezzo sullefficacia della comunicazione del Comune perch troppo spesso i professionisti della comunicazione si dilettano a criticare colleghi e operatori pubblici e privati. Mi ha convinto ad accettare la specificazione della richiesta: di un contributo costruttivo e di metodo. Partir dai commenti raccolti in questi mesi sulla comunicazione del Comune: mi hanno fatto pensare al consolidamento di unaspettativa francamente eccessiva sulla possibilit di comunicazione e relazione dellamministrazione, maturata sulle ali dellentusiasmo per larrivo del sindaco a Palazzo Marino. Perch da utente della citt trovo che le iniziative pi importanti siano state gestite con operazioni dinformazione molto brillanti. Nel caso di Area C, per esempio, non soltanto i mezzi di informazione ne hanno ampiamente coperto lintroduzione e non poteva essere altrimenti dato linteresse generale dellinnovazione ma soprattutto il Comune ha compiuto lo sforzo di raggiungere i cittadini con modalit anche inconsuete nella comunicazione pubblica, come la distribuzione di volantini allo stadio durante le partite di calcio. Penso infatti che colori forme e slogan dei materiali divulgativi siano importanti, ma che la creativit vada spesa soprattutto nellimpegno di raggiungere il destinatario con una modalit tale da fargli prestare attenzione allinformazione. Su questo piano, una delle iniziative che trovo pi interessanti sul piano del metodo stata lestensione delle funzioni delle colonnine per il pagamento del

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www.arcipelagomilano.org parcheggio al pagamento del ticket una componente essenziale e poco piacevole del servizio perch si tratta di uno strumento con il quale lautomobilista aveva gi dimestichezza (una funzione nuova in uno strumento noto riduce il disagio dellinnovazione). Procedendo in questo modo si pu essere tentati di concludere che i cittadini dicano di non essere stati informati perch sono chiusi al cambiamento. Non sarebbe un errore. In effetti la comunicazione unattivit che richiede reciprocit e circolarit, un ruolo attivo di tutti i soggetti coinvolti. Ma il fatto che i cittadini consapevoli di dover andare a cercarsi le informazioni per meglio adattarsi al cambiamento siano una minoranza appunto il problema da risolvere. Facciamo il caso della pi recente innovazione di servizio introdotta dal Comune, la raccolta differenziata degli scarti di cucina. LAMSA ha compiuto uno sforzo encomiabile, mettendo a disposizione degli utenti una gran mole di informazioni sul proprio sito (in otto lingue, oltre allitaliano), una app ben fatta, materiale informativo e importantissima una stazione mobile. Ma tra Internet e materiali cartacei il rischio che linformazione non sia disponibile quando serve: una scheda con gli orari e i giorni di raccolta (cos come lelenco di materia che pu finire nel contenitore) dovrebbe essere incorporata nel contenitore (diversamente pieghevoli e altra documentazione verranno appesi con un magnete al frigo, attaccati a una lavagnetta, dimenticati in fondo a un cassetto o persi, e quando qualche membro della famiglia poco avvezzo al riciclo si chieder quando esporre il sacchetto non trover la risposta, restandone frustrato). Pur cercando di non incorrere nella critica sterile al lavoro di altri (svolto in condizioni che non conosco ma delle quali un giudizio corretto dovrebbe sempre tenere conto), due commenti generali sul materiale informativo sono obbligatori: il pieghevole distribuito con il contenitore vuole fare educazione sul tema del riciclo e al tempo stesso istruire su un comportamento nuovo, con il risultato di violare la semplice regola sintetizzata nella formula KISS n KILL: keep it short and simple keep it large and legible (tieni un testo breve e semplice ma grande e facilmente leggibile). E infine viene utilizzato un lessico estratto dal gergo degli specialisti come frazione umida pi di quanto sia usato il semplice scarti di cucina, certo meno preciso ma immediatamente comprensibile a tutti. Il processo di affermazione e diffusione di un linguaggio specifico troppo oneroso e lungo e rende meno efficace lo sforzo informativo (si dice che durante lepidemia di colera a Napoli nel 1976 qualcuno mor perch i mass media invitavano a non ingerire mitili anzich dire non mangiate le cozze). Ma al di l dei dettagli relativi a una singola operazione, lindicazione pi generale riguarda la consapevolezza che il decisore pubblico interviene sulla realt sociale per trasformarla, introducendo cambiamento e innovazione. Perch il suo intervento sia efficace serve il coinvolgimento di quei soggetti che nelle dinamiche aziendali vengono chiamati agenti del cambiamento: persone con un ruolo attivo nella propagazione della novit; attori delle comunit interessate dalliniziativa, capaci di divenire testimoni o evangelizzatori (per fare esempi pertinenti in alcuni casi: custodi, rappresentanti di palazzo, amministratori di condominio). per possibile lavorare in questa direzione soltanto se la procedura amministrativa che attua la volont politica del decisore pubblico ne prende in considerazione gli oneri fin dalla fase della programmazione: sul piano dei tempi, dellorganizzazione, delle risorse.

Scrive Liliana Rigamonti a PierVito Antoniazzi


Condivido il suo articolo: esprime esattamente il mio pensiero. Non sono iscritta al Pd (lo sono stata in passato) anche se pensavo di farlo per aver trovato in Renzi chi in grado rappresentare le mie posizioni. Ho seguito con entusiasmo le primarie per il (la) leader ma adesso mi ritrovo nuovamente nella situazione di non sapere cosa fare. Tra l'altro l'uscita di Ichino dal Pd mi toglie un nome su cui pensavo di puntare. Ricevo da vari candidati/e dei curriculum che mi sembrano pi adatti a chiedere un posto in un'azienda che un voto: un elenco di titoli di studio e di capacit professionali e niente altro. Molti numeri (vedi curriculum di Fiano ad esempio) ma nessuna ricerca di dialogo con noi elettori/elettrici. D'altro canto questa gente, dopo che stata eletta sparisce dalla nostra vista e si fa viva solo per chiedere nuovamente il voto. Dov'erano nell'estate del 2011 quando noi eravamo disperati nel vedere che il paese stava andando in rovina? Erano in Parlamento a dire con Bersani "Berlusconi dimettiti". Mi sembra poco.

Scrive Cesare Prevedini a Giulia Mattace Raso


Mi sembra che non ci possa essere discussione. Sulla base della pura e semplice meritocrazia non sarebbe giusta nessuna discriminante in base al genere, ma di fatto non cos e pertanto la discriminazione un fatto reale. La discriminazione va quindi rimossa e rimossa per legge. Pertanto una componente politica che non metta in lista il 50% di candidature femminili certamente una formazione politica che applica la discriminazione. Il minimo che ci pu aspettare inoltre dalle formazioni politiche che affermano le posizioni liberali riformiste e progressiste che, nel comportamento reale il partito si comporti in modo da favorire al massimo un risultato reale, che rispetti nei fatti questo principio.

MUSICA questa rubrica curata da Palo Viola

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rubriche@arcipelagomilano.org Il senso di questa rubrica


La pausa natalizia ci ha tenuto nostro malgrado lontano dalle sale da concerto, in compenso ci ha fatto riflettere sul senso di questa nostra rubrica, dopo quasi quattro anni dal suo inizio, e scoprire quanto inusuale sia il punto di vista nel quale ci poniamo. Non sicuramente quello del musicista di professione, di chi pratica in qualche modo il mestiere di autore o interprete della musica, n tantomeno dello studioso; ma neppure di chi - con tutto il rispetto che merita quellattitudine - si diverte con la musica, il ben noto dilettante. Latteggiamento che assumiamo riguardo la musica quello del semplice ascoltatore o meglio nei limiti che ci sono consentiti e come sostenemmo in altra occasione - dellascoltatore attento e informato. curiosa la posizione dellascoltatore nelle sale da concerto, cos come al teatro dellopera: da una parte viene lusingato cercandone la presenza (si vorrebbero giustamente sale sempre e solo gremite) e gli applausi, arrivando talvolta a compromettere la qualit dellinterpretazione per ottenerli (o usando piccoli trucchi scenici per prolungarli!). Ma accettare critiche no, questo mai; il pubblico non sa, non capisce, non competente. Sanno tutto loro, sopratutto gli autori, ma anche gli interpreti. Come ci permettiamo di criticarli? Questa considerazione vale per la musica come per il teatro, ovunque ci sia lo spettacolo e dunque il pubblico; ma il caso della musica speciale perch il pubblico spesso la conosce gi, ne ha gi ascoltato altre esecuzioni, dunque pu pi facilmente fare paragoni ed esprimere giudizi. Il senso di questa rubrica proprio questo, dare voce al pubblico, dar conto dei pensieri e delle riflessioni che diverse interpretazioni evocano negli ascoltatori, metterle a confronto, capire quando e perch si esce da un concerto entusiasti o delusi, arricchiti o scontenti, euforici o annoiati, talvolta perfino arrabbiati. Sappiamo che il pubblico, quello milanese in particolare, molto generoso e non lesina gli applausi, ma spesso si tratta di entusiasmo pi apparente che intimamente convinto, perch lascolto della musica dal vivo provoca sempre emozione, anche a prescindere dal giudizio di merito, una emozione che ci fa rimuovere perplessit e sensazioni negative. Nel concerto della settimana scorsa allAuditorium, con lorchestra Verdi, il giovane direttore dorchestra palermitano Gaetano dEspinosa ha ancora una volta affrontato una improvvisa sostituzione - questa volta si trattava di Claus Peter Flor - e ha eseguito due pezzi, non scelti da lui, molto complessi e relativamente poco noti: i Vier lezte Lieder (gli Ultimi Quattro Canti) per soprano e orchestra di Richard Strauss e la Terza Sinfonia in re minore di Anton Bruckner. Avevamo gi detto, qualche settimana fa, che questo generoso direttore non ci aveva convinto (ci era sembrato in difficolt con Le Sacre du Printemps di Stravinskij e un po scolorito nella Terza Sinfonia di Brahms). Ci fa dunque particolarmente piacere, questa volta, dire come Strauss sia stato da lui eseguito in modo mirabile, come sia riuscito a creare uno di quei momenti magici in cui la musica ci incanta al punto che sembra farci levitare sulla poltrona. Bruckner invece pare non sia stato compreso o amato dal direttore, per certi versi addirittura equivocato. Prima di diventare direttore dorchestra il maestro dEspinosa stato per diversi anni violinista nella famosa Staatskapelle di Dresda dove Strauss, anchegli violinista oltrech pianista, era di casa (molte sue opere hanno debuttato nella capitale sassone); Bruckner, pi vecchio di quarantanni, ha invece consum ato la sua esistenza sulle rive del Danubio, fra labbazia di St. Florian (non lontana da Linz) e Vienna, ma sopratutto era un organista. Ebbene la perfetta assonanza del direttore con il tedesco Strauss, e la scarsa empatia con laustriaco Bruckner, erano palpabili. Sar un caso? Non una vecchia e nota storia? E il pubblico? Un applausometro forse avrebbe testimoniato che la potenza della Sinfonia bruckneriana ha emozionato gli ascoltatori pi dei sofisticati Lieder straussiani, ma guardando in sala le espressioni dei volti, e ascoltando i commenti alla fine delle due esecuzioni, non abbiamo dubbi che i Lieder abbiano commosso, la Sinfonia solo eccitato.

ARTE questa rubrica a cura di Virginia Colombo rubriche@arcipelagomilano.org Vermeer e la pittura olandese
Ultimi giorni per scoprire preziosi tesori olandesi: Vermeer e i fiamminghi alle Scuderie del Quirinale. Jan Vermeer stato un pittore di rara preziosit. Uomo dalla vita allapparenza comune ma tormentata, ha lasciato dietro di s una trentina di dipinti autografi, ma sulla cifra si dibatte ancora, potrebbero anche essere meno, e tutto intorno un grande alone di mistero. Della sua vita, come delle sue opere, sappiamo poco. Nato a Delft da famiglia protestante, sposa una cattolica, Catharina Bolnes. Si converte, dal matrimonio nascono quindici figli e Vermeer va a vivere con la famiglia dalla ricca e dispotica suocera. Il matrimonio dovrebbe fargli fare il salto sociale, la famiglia della moglie molto ricca, ma in realt si ritrova nuovamente emarginato. Delft una citt protestante, che non vede di buon occhio i cattolici, tanto da relegarli nel cosiddetto angolo dei papisti. A capo della gilda dei pittori della citt, quando altri pittori (van Aelst, de Witte, de Hooch) hanno gi lasciato la citt per altre e pi importanti citt olandesi, Vermeer vive fortune alterne. La sua attivit di pittore e di mercante, ereditata insieme a una locanda dal padre, viene spesso interrotta dai dissidi sociali seguiti allinvasione francese dellOlanda e dalle movimentate vicende commerciali della citt. Vermeer stato un pittore pacato e riflessivo. Lavor solo su commissione e non dipinse mai pi di due o tre opere allanno, il necessario per

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www.arcipelagomilano.org mantenere, a stento, la moglie e i figli. Otto sono i dipinti di Vermeer esposti alle Scuderie del Quirinale, insieme ad altri di suoi contemporanei, altrettanto valenti ma che non eguaglieranno mai la magia e la sospensione dei dipinti vermeeriani. La mostra, assicurata per pi di 662 milioni di euro, presenta opere di Pieter de Hoock, altro grande delle scene di interni, di Metsu, di Emanuel de Witte, Carel Fabritius e Nicolaes Maes. Vermeer fu il pittore della nascente borghesia olandese, che priva di grandi tradizioni artistiche alle spalle, punt tutto il suo denaro nella rappresentazione della vita quotidiana, con le virt e i valori morali e di decoro che la rappresentavano. Perch ancora oggi, dopo pi di trecento anni, Vermeer piace cos tanto? Perch affascina, irretisce. Perch i suoi dipinti, lenti, laboriosi, cresciuti a piccoli passi nel corso degli anni, mostrano davvero la superficie delle cose, bloccano gesti e scene in una dimensione atemporale, densa di mistero e di aulicit. Una tecnica magistrale, una capacit fuori dal comune, pur in linea con la pittura olandese, di catturare la luce e i suoi effetti, la tattilit delle cose, con una precisione fotografica mai pi eguagliata. E in effetti conobbe e us, come i contemporanei, la camera oscura, con la quale studi gli effetti della luce e che giustifica, forse, la mancanza di disegni preparatori delle sue opere. Pittore rimasto a lungo nelloblio, Vermeer viene riscoperto alla fine dellOttocento, e da quel momento in poi la sua fama non si mai fermata. Certo a Roma i dipinti del maestro sono pochi, in confronto al totale delle opere in mostra, ma va considerata lesiguit della sua produzione e la rarit dei prestiti in occasione di mostre. Negli ultimi cento anni sono state otto le grandi mostre su Vermeer e solo tre hanno raccolto insieme pi di quattro capolavori dellartista. C dunque da ritenersi fortunati. Vermeer fu un artista atipico e avvolto nel mistero, come le sue opere, e lo ancora oggi, molti secoli dopo la sua morte. Vermeer. Il secolo doro dellarte olandese, fino al 20 gennaio Roma, Scuderie del Quirinale Biglietti: Intero 12,00, Ridotto 9,50 Orario: Da luned a gioved dalle 10.00 alle 20.00; venerd dalle 10.00 alle 22.30 sabato dalle 9.30 alle 22.30; domenica dalle 9.30 alle 20.00

Larrampicata al cielo e la musica elettronica - Le mostre dellHangar


Chi lha detto che larte contemporanea non pu essere divertente? Presso lHangar Bicocca, fino al 3 febbraio, due mostre convinceranno anche i pi scettici. La prima, e pi sensazionale, On space time foam, di Toms Saraceno, artista argentino gi avvezzo a unarte non convenzionale e partecipata. Artista, ma anche architetto, Saraceno crea grandi installazioni, visionarie e sorprendenti, praticabili dal pubblico e in grado di modificare la percezione e luso degli spazi architettonici. Le sue opere, ispirate alla tradizione dellarchitettura utopista del 900, nascono dal desiderio di creare strutture aeree abitabili dalluomo, energeticamente autosufficienti e a basso impatto. Unarte, la sua, fatta di scambi tra discipline, di incontri e condivisioni con mondi diversi, per creare progetti, e un futuro, sostenibili dallambiente. On space time foam una struttura fluttuante sollevata tra i 14 e i 20 metri da terra, costituita da tre livelli di pellicole trasparenti in PVC, ispirata dalla conformazione cubica di una parte dellHangar e praticabile dal pubblico. E qui sta il bello. Il visitatore pu entrare in questo mondo fuori da ogni logica, gattonando e rotolando sulle pellicole trasparenti mentre, sugli altri livelli, altre persone fanno lo stesso, restituendo cos una sensazione simile a un gioco di specchi, o meglio, a un acquario. Qual lo scopo di questopera che, pi che arte, da molti viene recepita come un grande gonfiabile-giocattolo? Saraceno rifiuta definizioni e letture obbligate: questopera pu essere letta con una molteplicit di visioni e interpretazioni, a seconda della sensibilit dello spettatore. un qualcosa che sconvolge, che ci fa perdere la percezione reale del tempo e dello spazio; mette in discussione le nostre certezze, destabilizza lo spazio che lo ospita; oppure, chiss, un qualcosa che ci permettere di sfidare la gravit, si sollevarci verso il cielo e di interagire in maniera nuova con le persone che, letteralmente, ci circondano. Ma bene ricordare che, per quanto divertente, questo non un gioco. Guide alpine e soccorritori vigilano sullopera e sul corretto comportamento dei visitatori (si entra solo 5 persone alla volta per ogni livello), c una durata massima (15 minuti di permanenza), bisogna essere maggiorenni, non pesare pi di 100 kg ed essere in buona forma fisica. La scalata a queste pareti che si gonfiano, si spostano, ci tirano verso il basso, non cosa facile. In contemporanea, fino al 6 gennaio, possibile vedere ancora il lavoro di Carsten Nicolai, unidisplay, uninstallazione lunga 40 metri e che unesperienza visiva, uditiva e anche fisica. Artista, musicista e produttore tedesco, Nicolai conosciuto internazionalmente per le sue installazioni e le sue performance che esplorano le connessioni tra visione, suono, architettura, scienza e tecnologia. Le sue opere coinvolgono lo spettatore nella sua fisicit, lo rendono partecipe, unendolo non solo allopera darte ma anche allo spazio che le ospita, cambiando i concetti di spazio e di tempo. unidispaly fatta da 6 grandi schermi su cui vengono proiettati, a ciclo continuo e per tutta la loro lunghezza, immagini grafiche essenziali in bianco e nero, che si accompagnano a suoni elettronici cadenzati e monotoni, che seguono il ritmo dei movimenti delle figure. Secondo lautore per lopera non va letta come un mero schermo ma come uno spazio mentale tridimensionale, basato sullidea dellinfinito e in cui si perde la nozione e la cognizione del tempo. Unora passata a guardare lintero ciclo risulta percepita davvero come una decina di minuti. E perdere il senso del tempo il suo obiettivo, ottenuto tentando di dare, con queste immagini fatte di punti, di linee, di sinusoidi, un fluire unico connesso alleterno movimento. Collabora a tutto ci anche una panca vibrante, che emette vibrazioni seguendo i suoni elettrici riferiti alle immagini. Difficile da descrivere, pi facile da provare e da vivere. Con questo lavoro Nicolai unisce alcuni dei suoi tratti pi caratteristici: la capacit di rendere percepibile il suono in modo ottico; l'estetica minimale che si traduce nelluso del colore (variazioni sul bianco e nero) e delle sonorit; la propensione verso l'astrazione e quella verso l'infinito. Due opere interattive da non perdere, tanto pi che lingresso allHangar sempre gratuito. Carsten Nicolai Unidisplay fino al 06.01.2013 Toms Saraceno On Space Time Foam fino al 03.02.2013 Orari: Lun Mar - Merc:

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Amore e Psiche a Palazzo Marino


Torna anche questanno lappuntamento firmato ENI e Comune di Milano, che per Natale presentano unaccoppiata deccezione: Canova e Grard. Direttamente dal museo del Louvre di Parigi, ai milanesi saranno presentate due opere molto significative per i due artisti, il dipinto "Psych et lAmour" di Franois Grard e "Amore e Psiche stanti" di Antonio Canova. Il soggetto il medesimo, rappresentato per in due modi distinti. La favola quella di Amore e Psiche, narrata nelle Metamorfosi di Apuleio, che racconta la storia di una giovane, Psiche, che diventer dopo mille prove, la sposa del dio Amore. Tutto inizi con Canova, che nel 1797 cre la terza versione scultorea di questo famoso soggetto, da lui gi rappresentato. Ugualmente importanti e struggenti sono anche le prime due, e pi famose, versioni del gruppo, conservate rispettivamente al Louvre e allHermitage di Pietroburgo. Nella versione qui esposta i due amanti, al loro primo contatto, sono rappresentati in piedi, con Amore che cinge con il braccio il corpo di Psiche, mentre la fanciulla, che poggia il capo sulla testa dellamato, gli dona una farfalla, poggiandola sulla sua mano. Questo gesto cos delicato, la rappresentazione della purezza e dellofferta dellanima psyk in greco - (nellantichit rappresentata dalla farfalla) di Psiche nei confronti del dio Amore. Prendendo spunto dai capolavori di Canova, il francese Franois Grard presenta al Salon parigino del 1798 un dipinto dello stesso soggetto, ma nel quale trasforma radicalmente il clima della storia. Se in Canova tutto era struggente e delicato e i due amanti erano colti in un momento molto privato della loro vicenda, in Gerard tutto si cristallizza in una perfezione che sfiora la rigidit del ritratto in posa. In questa versione i due giovani sono rappresentati in uno spazio aperto, una collina fiorita, in cui Psiche seduta e si protegge il grembo con le mani, mentre guarda lontano, lo sguardo assorto e un poco stupito. Amore si china su di lei e mentre la cinge con le braccia, avvicina il volto alla sua fronte. La farfalla volteggia sopra di loro. Una composizione differente, che mostra non solo gli idilli e le promesse amorose, come in Canova, ma anche le paure e i pensieri irrequieti. Una prova importante per il pittore francese di origini romane, e che mostra tutta la sua abilit e precisione nella morbidezza dei veli di Psiche, nelle bellissime ali di Amore e nella stupefacente farfalla. Ancora una volta unoccasione preziosa per vedere, gratuitamente, nel salotto di casa, due capolavori parigini, allestiti come se si trovassero in un giardino neoclassico. "Amore e Psiche a Milano" Palazzo Marino - Sala Alessi Fino al 13 gennaio. Ingresso gratuito Aperto tutti i giorni. Orari 9.30 - 20 (ultimo ingresso ore 19.30) Gioved 9.20 - 22.30 (ultimo ingresso ore 22) Aperto anche: 8 e 25 dicembre e il 1 gennaio. Chiusure anticipate: 7 dicembre ore 12. Il 24 e 31 dicembre ore 18.

Claudia Gian Ferrari e le sue passioni


Collezionare il Novecento. Claudia Gian Ferrari, collezionista, gallerista e storica dellarte il primo appuntamento di un ciclo di mostre che il Museo del 900 dedica a collezionisti importanti che hanno messo al centro larte del XX secolo. Si inizia con Claudia Gian Ferrari, collezionista, studiosa, appassionata darte e figlia di Ettore, importante gallerista milanese, dal quale erediter la gestione della galleria. Claudia si propone fin da subito come una importante figura di riferimento per il mondo artistico milanese, tramite un lungo percorso, che ha portato la Gian Ferrari a far scoprire e riscoprire importanti artisti del 900 attraverso mostre e accurate monografie, quali quelle su Giorgio de Chirico, Filippo De Pisis, Arturo Martini, Giorgio Morandi, Fausto Pirandello e Mario Sironi. Ma un artista fu forse pi importante di altri, Arturo Martini. Sulla scia del padre, che aveva fondato lAssociazione Amici di Arturo Martini a sostegno delle opere del maestro, Claudia Gian Ferrari nel 1998 ne cura limportante catalogo generale e ragionato delle sculture, che porta a scoprirne una serie di inedite e anche alcune ritenute disperse. Tra queste, lOfelia acquistata dalla Pinacoteca di Brera proprio quando Claudia fu presidente dellAssociazione (opera presente in mostra). Quindici le opere che entrano da oggi a far parte delle collezioni del Museo, donate dalla famiglia e a cui Claudia fu sempre particolarmente legata, opere che occupavano un posto speciale allinterno della sua abitazione privata. Troveranno spazio un Achrome di Manzoni, destinato alla sala Azimuth del museo, una gouache di Lucio Fontana e unesemplare delle uova in terracotta realizzate dallartista allinizio degli anni Sessanta, ci sar Mario Merz, con la sua Proliferazione laterale del 1975, Apollo e Dafne di Giulio Paolini, una composizione di sale di Giuseppe Penone, una piccola installazione di Pier Paolo Calzolari, e una Stella del 1977 di Gilberto Zorio. La donazione include poi Prire de toucher realizzata da Marcel Duchamp per la copertina del catalogo pubblicato in occasione della mostra Esposizione surrealista, organizzata con Andr Breton alla Galerie Maeght di Parigi nel 1947, le fotografie di Dan Graham, Bruno Kirchgraber e Giorgio Colombo e uno schizzo di De Kooning. Per concludere, ci saranno anche una Macchina drogata di Vincenzo Agnetti del 1969 e un gesso di Fausto Melotti. Inoltre in mostra anche opere di artisti molto amati dalla Gian Ferrari, e prestati appositamente per loccasione, come Arturo Martini, Filippo De Pisis, Giorgio Morandi, Cagnaccio di San Pietro, Fausto Pirandello e Mario Sironi, a cui Claudia Gian Ferrari ha dedicato una vita di studi, pubblicazioni ed esposizioni. Infine, due degli artisti contemporanei pi vicini alla gallerista, Luigi Ontani e Claudio Parmiggiani, hanno contribuito ad allestire due piccole sale monografiche di particolare intensit. Interessante anche la selezione di materiali provenienti dai documenti dellarchivio storico della galleria Gian Ferrari, che Claudia ha destinato con un legato testamentario agli Archivi del Novecento, attraverso i quali si potr capire e approfondire meglio i momenti pi salienti e le scelte artistiche della Galleria. Documenti, fotografie, lettere e una biblioteca relativa a circa settantanni di attivit per far rivivere unepoca intera. Pitture e sculture ma non solo. Nel percorso espositivo sono inseriti an-

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www.arcipelagomilano.org che mise e accessori amati e usati in vita dalla Gian Ferrari. Vengono proposti alcuni abiti del suo guardaroba, firmato quasi esclusivamente da Issey Miyake, e dei cappellini dautore che Claudia ha sempre indossato, vera e propria passione trasformatasi nel tempo in collezionismo. Claudia ha lasciato a Palazzo Morando, sede delle collezioni di Costume, Moda e Immagine del Comune, oltre cento abiti di Miyake e altrettanti copricapo, tra cui quelli dello stilista Alan Journo e dellartista, da lei promossa, Lucia Sammarco. Una vera amante dellarte e della filantropia. Nel 2006, prima dellapertura del Museo del 900, furono donati consistenti nuclei di opere a Villa Necchi Campiglio e al MART di Rovereto. Una parte di queste collezioni sono andate anche a far parte del MAXXI di Roma, altra citt amata e frequentata dalla collezionista. Lallestimento della mostra altrettanto di eccezione, firmato Libeskind. In una sorta di labirinto dalle pareti disuguali il visitatore potr ammirare da ogni angolo le singole opere, avviluppandosi man mano nel mondo tutto privato che fu un tempo della collezionista, e che da oggi diventa spazio pubblico. Molteplici punti di vista come molteplici e di diversi orientamenti furono le passioni di Claudia Gian Ferrari. Collezionare il Novecento. Claudia Gian Ferrari gallerista, collezionista e storica dellarte - Fino al 3 marzo 2013 Museo del 900 Orari lun 14.30 19.30 mar, merc, ven e dom 9.30 19.30 giov e sab 9.30 22.30 Ingresso intero 5 euro

Costantino 313. Il sogno che cambi lEuropa


Per celebrare la nascita del famoso Editto di tolleranza, datato 313 d.C., il Museo Diocesano e la casa editrice Electa, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attivit Culturali, con la Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma e sotto lAlto Patronato del Presidente della Repubblica e della Segreteria di Stato del Vaticano, presentano la mostra Costantino 313 d.C. Una grande esposizione celebrativa non solo di quelleditto che di fatto cambi il corso della storia europea, ma anche del ruolo di Milano come citt imperiale e punto di riferimento politico, religioso e culturale. LEditto di Milano fu emanato nel 313 d. C. dallimperatore romano dOccidente Costantino e dal suo omologo dOriente, Licinio, che si incontrarono nel palazzo imperiale milanese e decisero che, da quel momento, il Cristianesimo, culto gi affermato in larghi strati della popolazione dellImpero, dopo secoli di persecuzioni veniva dichiarato lecito, inaugurando cos un periodo di tolleranza religiosa e di grandi rinnovamenti politici e culturali. Dal palazzo imperiale a Palazzo Reale, dunque. La mostra, divisa in sei sezioni, racconta la Milano dellepoca, ricostruendone idealmente spazi e palazzi, luoghi, arte e suppellettili che circolavano non solo nella capitale ma anche in tutto il mondo romano. Con pi di duecento preziosi oggetti darcheologia e darte, vengono indagate tematiche storiche, artistiche, politiche e religiose: da Milano capitale imperiale, alla conversione di Costantino, con quellaura di leggenda, fino ai simboli del suo trionfo. 10.00 19.00. Chiuso il marted. Attraverso la ricostruzione di Milano, il visitatore potr ritrovarsi nella capitale dellepoca, con tutti gli edifici funzionali a una grande citt: dal Palatium, edificio polifunzionale destinato ad accogliere non solo limperatore ma anche la complessa burocrazia dello Stato, alle grandiose terme erculee, identificabili tra gli odierni Corso Vittorio Emanuele e via Larga, fino alla necropoli dellarea di SantEustorgio, senza tralasciare quartieri residenziali e nobiliari. Ma siamo in un momento di transizione, in cui accanto allaffermarsi del Cristianesimo come culto sempre pi importante, persistono ancora diverse religioni nellimpero costantiniano, che ci sono note mediante luso di iconografie pagane in oggetti darte di destinazione uffici ale o privata, e che spesso si mescolano ai simboli e alle immagini cristiane. Oltre ad approfondire la figura di Costantino e della sua famiglia, ampio spazio dato anche a tre istituzioni importanti per la vita pubblica romana: lesercito, la chiesa e la corte imperiale. Cos grandi ritratti ufficiali, monete, medaglie e oggetti quotidiani documentano il nuovo aspetto pubblico e sempre pi presente dellimperatore, della corte, dei grandi funzionari, dellesercito, della Chiesa e dei suoi vescovi, fino ad Ambrogio. Oggetti preziosi e di lusso che testimoniano, con le loro figurazioni, il passaggio graduale che il Cristianesimo compie allinterno della societ, da devozione lecita ma privata a una dimensione pubblica e ufficiale, per arrivare infine a essere lunica religione dellImpero. Gemme e cammei, argenterie, gioielli in oro e fibule auree consentiranno di tracciare un quadro dello splendore che caratterizzava la vita della corte e la nuova devozione verso la Chiesa. Chiude la mostra una grande sezione dedicata a Elena, madre di Costantino, santa e imperatrice. Fu proprio Elena che si rec in Terra Santa e trov, secondo la tradizione, dopo averla riconosciuta, la Vera Croce di Cristo, riportandola in Europa e inserendo nella corona imperiale del figlio uno dei Sacri Chiodi, come protezione e dichiarazione ufficiale della nuova, vera Fede. Imperdibile la bellissima Sant Elena di Cima da Conegliano, proveniente dalla National Gallery di Washington, 1495 c. Sulla conversione di Costantino si scritto molto: fu frutto di una decisione presa per convenienza o il suo spirito era sincero? Il battesimo in punto di morte, il celebre sogno, avvenuto la notte prima della Battaglia di Ponte Milvio, nel 312, in cui si preparava a combattere il suo nemico Massenzio, sono storie ben note. Quel che certo che, da quel momento, inizia a diffondersi liconografia del Krismon, le due iniziali greche di Cristo incrociate tra loro, dapprima sugli scudi dellesercito di Costantino, poi su monili e gioielli, per approdare infine in tutto lImpero. Si diffonde a simbolo di unepoca intera il signum crucis di Costantino. Costantino 313 d.C. Palazzo Reale, fino al 17 marzo 2013 orari: lun 14.30 19.30 mar, mer, ven, dom: 9.30 19.30 giov, sab: 9.30 22.30 ingresso: intero euro 9,00 ridotto euro 7,50

LIBRI questa rubrica a cura di Marilena Poletti Pasero

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rubriche@arcipelagomilano.org Il manoscritto
Come la riscoperta di un libro perduto cambi la storia della cultura europea Stephen Greenblatt Rizzoli, settembre 2012, pp. 368, euro 22
Subito, gli uccelli te, o dea, e il tuo giungere manifestano, toccati nel cuore dalla tua forza. Quindi fiere e armenti balzano su pascoli fecondi e attraversano fiumi impetuosi: cos preso da incanto ti segue con desiderio ogni animale, l dove sempre lo spingi Questo l'incipit sbalorditivo del De rerum natura di Lucrezio, I sec. a.C., seguace di Epicuro, IV sec. a. C. Seimilaquattrocento righe in esametri, sei libri senza titolo, una bellezza lirica estenuante, una meditazione filosofica rivoluzionaria. Un libro svanito nel nulla, ostracizzato sia dai pagani che dai cristiani per il suo contenuto controcorrente, in quanto inno all'ateismo e alla scienza, fondamenti del pensiero moderno. Il manoscritto di Greenblatt si snoda su tre direttrici che si intersecano: la prima il racconto del recupero del prezioso poema, che solo per coincidenze fortunose riuscito a giungere fino a noi, sopravvissuto a incendi, inondazioni, guerre, i denti del tempo, l'oblio, l'Indice della Chiesa. La seconda narra la vicenda umana del suo scopritore, l'umanista Poggio Bracciolini, vicenda inserita in un quadro storico, con abbondanza di particolari sulla storia dei Papi e delle eresie represse nei roghi, da Huss a Giordano Bruno. In particolare si fa luce su Giovanni XXIII, il papa presso il quale Poggio inizi la sua carriera, cancellato dal novero ufficiale dei papi per indegnit La terza si addentra nella filosofia e nella scienza dell'autore, di una modernit sconcertante, in quanto confermata dalle ricerche sperimentali attuali: siamo fatti della stessa sostanza delle stelle, come dimostrato oggi dalla scoperta di un amminoacido, uguale a quello dell'uomo, nella coda di una cometa. Secondo Lucrezio viventi, natura, universo, tutti siamo atomi (Democrito) che si aggregano, si trasformano, si distruggono in un processo senza fine di creazione e distruzione, in una evoluzione continua di atomi vuoto, vuoto atomi, al di fuori di qualsiasi divinit, che esiste ma indifferente al destino degli uomini. La religione frutto di superstizione, per sfuggire al dolore e alla morte. L'anima come noi materia, perci mortale. Scopo dell'uomo il perseguimento del piacere, la fuga dal dolore, la ricerca della felicit, di cui parla anche la Dichiarazione dei diritti dell'uomo, americana, del 1776. Lo stupore, stemperato nella poesia, accompagna l'uomo, solo, dinnanzi al nulla. Per mille anni non si seppe quasi pi nulla del De rerum natura: solo una breve menzione biografica di S. Gerolamo del IV sec. d.C., ove si accennava al suicidio di Lucrezio per amore, notizia che da sola decret l'ukase contro il poeta da parte della Chiesa; brevi cenni nel IX secolo alla Corte di Carlo Magno, altri seicento anni di silenzio e poi il fatidico 1417. In quellanno, nel Monastero di Fulda in Germania, il breve gesto di un umanista, cacciatore di libri, per prendere da uno scaffale polveroso una pergamena in latino, la successiva folgorazione e il riconoscimento, tutto ci cambi la storia della cultura europea. Quel testo era il meraviglioso De rerum natura di Lucrezio, cos come menzionato da Quintiliano, ben noto al fortunato e dotto umanista, Poggio Baracciolini, segretario apostolico di ben otto papi. Il testo ricopiato da un amanuense giunse a Firenze, e consegnato a Niccol Niccoli grande collezionista e amico di Bracciolini. Si conoscono quaranta manoscritti circolanti nel 400, uno redatto anche da Niccol Machiavelli. Poi Gutemberg diede immortalit ai libri. Nella met del 1700 un'altra fortunata coincidenza permise la riscoperta di Lucrezio: alcuni scavi a Ercolano fecero riemergere la Villa dei Papiri, sommersa dalla lava del Vesuvio nel 79 d.C., e consentirono il recupero, in quella che si rivel la biblioteca della villa, di oggetti che sembravano radici annerite e che si rivelarono essere volumi-libri. Tra questi anche il De rerum natura. Solo nel 1987, 235 anni dopo il ritrovamento di Ercolano, grazie a tecniche avanzate stato possibile il pieno recupero di quei testi. Una sorte di giallo storico vertiginoso l'opera di Greenblatt, da leggersi tutto di un fiato, un inno all'intelligenza e alla curiosit umana: non per nulla vincitrice del Pulitzer 2012 per la saggistica.

TEATRO questa rubrica a cura di Emanuele Aldrovandi rubriche@arcipelagomilano.org Il Principe Amleto


Di Danio Manfredini liberamente ispirato allAmleto di William Shakespeare Regia Danio Manfredini Aiuto regia Vincenzo Del Prete Con Guido Burzio, Cristian Conti, Vincenzo Del Prete, Angelo Laurino, Danio Manfredini, Mauro Milanese, Giuseppe Semeraro; Musiche Giovanni Ricciardi Maschere Danio Manfredini; Luci Luigi Biondi Sound design Giuseppe Lo Bue; Collaborazione tecnica Lucia Manghi Costumi Enzo Pirozzi, Irene Di Caprio
Danio Manfredini ritorna al Teatro Franco Parenti con il suo nuovo lavoro, frutto di due anni di studio, sull'Amleto. Lo spettacolo, come faceva presagire un primo studio visto in scena lanno scorso a Modena, ricco di immagini e suggestioni: tutto emerge dallo spazio vuoto, calato nella completa oscurit. La costru-

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zione drammaturgica convincente e la presentazione per quadri non toglie chiarezza allintricato dramma danese, ma al tempo stesso forse non amplifica lo studio e il percorso affrontato coraggiosamente secondo una chiave sperimentale e poetica. La lettura di fondo, che apre e chiude lo spettacolo, estremamente affascinante: Manfredini pone un parallelismo tra Amleto e Cristo, entrambi portatori di un destino carnale impostogli dal padre e irrimediabilmente proiettato verso il dramma,

dentro il profondo dolore umano. La forte immagine conclusiva del duello, con Amleto e Laerte crocifissi alla destra e alla sinistra della croce centrale di Cristo, per, restituisce solo l'invenzione concettuale e poetica, non la tragedia e lazione irrefrenabile che trascina i due personaggi. I volti sono ridotti all'uniformit mediante maschere che amplificano limportanza dei movimenti: nella prima parte i corpi degli attori tagliano lo spazio e creano una atmosfera carica di tensione e dolore esi-

stenziale. In questo senso il lavoro di movimento degli attori fantastico, ma in certi punti forse non supportato da una precisa consapevolezza del testo e finisce per soffocare e togliere respiro alla poetica performativa: in questo senso ne risente il ritmo generale dello spettacolo, che a tratti sprofonda allinterno delle complesse immagini performative, spesso citando vecchi spettacoli di repertorio. Un lavoro ambizioso e coraggioso di uno dei pi grandi maestri del teatro italiano.

CINEMA questa rubrica a cura di M. Santarpia e P. Schipani rubriche@arcipelagomilano.org La parte degli angeli
di Ken Loach [The Angels' Share, Gran Bretagna, Francia, Belgio, Italia, 2012, 106'] con Paul Brannigan, John Henshaw, Roger Allam, Gary Maitland, Jasmine Riggins.
La parte degli angeli, ultimo lungometraggio di Ken Loach, si apre con una lunga successione di inquadrature fisse in un'aula di tribunale. La macchina da presa ci mostra i visi rassegnati e gli sguardi assenti di alcuni piccoli criminali che sono stati condannati a una pena da scontare attraverso un programma di riabilitazione. Tra questi c' Robbie (Paul Brannigan), un ragazzo che porta sul viso i segni della sua burrascosa giovinezza passata tra le strade di Glasgow. Ha una fidanzata che sta per partorire e che gli chiede di abbandonare la vita criminale per scegliere la famiglia. La sua mancanza di soldi e di lavoro gli precludono per ogni possibilit di scelta. Le intimidazioni del facoltoso e dispotico padre di Laurie e la violenza dei suoi fratelli ripropongono le sofferenze shakespeariane di Romeo e Giulietta. Ken Loach, grazie all'aiuto del fidato sceneggiatore Paul Laverty, ha per in mente qualcosa di diametralmente opposto alla tragedia di un destino segnato. La speranza e la salvezza nel film assumono cos le bonarie sembianze di Harry (John Henshaw), il responsabile del programma di riabilitazione. Come ci viene spiegato nella visita alla distilleria, c' una parte di whisky che durante l'invecchiamento evapora all'interno delle botti. La scomparsa di questa piccola quantit di liquido chiamata la parte degli angeli. Il regista, attraverso la mente lesta e astuta di Robbie, si serve di questa curiosa leggenda per offrire al ragazzo una via d'uscita, quasi miracolosa, dal tunnel costituito da miseria e disoccupazione a cui sembrava condannato in eterno. Ken Loach porta da sempre sul grande schermo la condizione della classe operaia. La sua arte gli ha permesso di mostrare al pubblico, spesso ignaro, la condizione di milioni di lavoratori sfruttati, precari o senza diritti. Quando lo scorso novembre il Torino Film Festival ha scelto di conferirgli il premio Gran Torino, lui ha deciso di rinunciarvi per solidariet ai lavoratori licenziati dalla cooperativa Rear, incontrandoli personalmente all'inizio di dicembre e offrendo quella visibilit sui mezzi di informazione che troppo spesso viene loro negata. Marco Santarpia In sala a Milano: Eliseo, Apollo, Anteo, Plinius Multisala.

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GIUSEPPE SALA: EXPO, LE PROSSIME TAPPE http://www.youtube.com/watch?v=W-gtTnX_ObU

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