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LEV TROTSKY

GRANDE RIVOLUZIONARIO MARXISTA


Il 21 agosto 1940 moriva il grande rivoluzionario, compagno di Lenin nellassalto al cielo del 1917 in Russia, fondatore dellArmata Rossa e della Quarta internazionale; vittima di un sicario del pi grande assassino di comunisti della storia, Giuseppe Stalin. di Franco Grisolia

Settanta anni fa, il 20 agosto del 1940, lagente stalinista Ramon Mercader, infiltratosi con linganno nella casa messicana di Trosky, colpiva a morte il grande rivoluzionario, il compagno di Lenin nella direzione della rivoluzione russa, il fondatore dellArmata Rossa, il dirigente della Internazionale comunista alle sue origini, il principale teorico e leader della neonata IV Internazionale. Trotsky sarebbe spirato il giorno dopo. Pochi mesi prima le truppe tedesche avevano travolto la Francia, lOlanda, il Belgio e il Lussemburgo, portando anche qui ad un dominio fascista ormai quasi generale in tutta lEuropa continentale; con leccezione dellURSS, dominata da una burocrazia stalinista che aveva realizzato unalleanza di fatto con la Germania nazista attraverso il patto HitlerStalin, che aveva dato il via libera alla guerra. Questo dopo aver massacrato nelle purghe degli ultimi anni 30 intere generazioni di dirigenti e militanti comunisti, in URSS (ma anche in altri paesi, si pensi alla Spagna della guerra civile contro il franchismo), di tutte le nazionalit dello stato sovietico o rifugiati nel paese del socialismo. Era veramente, come si detto, la mezzanotte del secolo. Lassassinio di Trotsky, come si sempre saputo e come ormai conosciuto anche nei dettagli, era stato deciso direttamente da Stalin ed organizzato con la supervisione del suo fido compare Beria. Giocava naturalmente in questa scelta lodio del dittatore rinnegato contro il suo grande avversario, ma cera qualcosa di pi. Era la paura del ruolo che Leone Trotsky avrebbe potuto giocare, alla testa della IV Internazionale, sul piano internazionale e, in particolare, in riferimento allURSS. Perch infatti, nonostante il massacro dei militanti comunisti (anche quelli che non si erano schierati con Trotsky e con gli altri oppositori negli anni 20 o nei primi anni 30) la burocrazia stalinista, e Stalin al suo vertice, temeva la possib ilit che, malgrado tutto, nel quadro della nuova situazione mondiale, Trotsky potesse rappresentare il punto di riferimento per una ribellione contro il suo dominio totalitario. Pochi mesi dopo lassassinio di Trotsky, Molotov e Ribbentrop, che erano stati i firmatari materiali del Patto di fine agosto 39 (che permise tra laltro la suddivisione fraterna tra stalinismo e nazismo della Polonia con incontri, abbracci e scambi tra i due eserciti sulla frontiera determinata dagli accordi), si incontrarono a Berlino per delimitare unipotesi di zone dinfluenza ulteriori nellEst Europa. Non trovarono laccordo e fu uno degli elementi (non lunico, perch solo un cieco, come Stalin, poteva non vedere che la spinta del nazismo era in ogni modo, presto o tardi, alla guerra contro lUnione Sovietica) che determinarono le decisioni temporali dellattacco nazista, che avvenne nel giugno 1941. Molotov e Ribbentropp non riuscirono a trovarsi daccordo su questioni come il petrolio della Romania o cose del genere. Questo basta a delineare la natura politica e morale della burocrazia stalinista. In riferimento a questo, spesso i difensori (anche quelli critici) della storia del movimento operaio quale stata scritta dalla sua maggioranza, ci parlano del fine che giustifica i mezzi e affermano che, del resto, questo un principio del leninismo, del comunismo: se il fine buono si pu fare ogni cosa. Trotsky aveva risposto preventivamente a queste affermazioni in un libro, che oggi viene criticato come amorale da tanti benpensanti piccolo-borghesi compresi dei revisionisti del trotskismo, e che fu ripubblicata nel nostro paese alcuni anni fa con la prefazione di Marco Ferrando. Si tratta di La loro morale e la nostra.

Io credo che sia importante citare quanto afferma Trotsky, perch esprime un concetto di metodo che valse per lui e credo debba sempre valere per i rivoluzionari tutti, in termini di morale e in termini di azione politica. Dice dunque Trotsky ne La loro morale e la nostra: Il materialismo dialettico non tiene separato il fine dai mezzi, il fine viene dedotto, in tutta naturalezza, dal divenire storico, i mezzi sono organicamente subordinati ai fini. Il fine immediato diventa il mezzo del fine ulteriore*+. Ferdinand Lassalle fa dire, nel dramma Franz von Sickinger, a uno dei personaggi: Non mostrare solo la me ta, mostra altres il cammino/ giacch la meta e il cammino sono talmente uniti/ che luno cambia con laltro e si muove con lui/ e che un nuovo cammino rivela unaltra meta. Questo concetto, che poi si traduce nella formula della interdipendenza dialettica del fine e dei mezzi, un concetto fondamentale di politica e di etica rivoluzionaria. Non lipocrisia buona per il nostro fine, ma dal nostro fine devono essere determinate le vie che politicamente noi scegliamo per la nostra battaglia politica. Chi distingue queste due cose, oppure parla di un fine lontano e dice Per oggi quella via dritta non possibile, bisogna prendere unaltra strada, poi un giorno ci torneremo, in realt dimostra non di volere quel fine ma, indicando unaltra via, di essere su un altro terreno. Diversi si richiamano al comunismo o al socialismo, ma, nei fatti, con il cammino che intraprendono giorno per giorno, dimostrano che il loro fine non quello che affermato. Del resto prima del testo di Trotsky, e contemporaneamente a lui, a Lenin e ad altri (uniti prima del 1914 in una battaglia internazionale nella II Internazionale) lo scriveva Rosa Luxemburg, affermando che, rispetto al gradualismo pacifista dei riformisti della socialdemocrazia, non cera solo una differenza di metodo, cera anche una differenza di fine; e che, negando il problema della rivoluzione e della violenza rivoluzionaria di massa, i riformisti negavano non un metodo, sostituendolo con un altro pi o meno valido, ma che negavano in realt, e sempre di pi, il suo fine, cio il socialismo. Ritornando al momento storico delluccisione di Trotsky si videro le conseguenze di questo fine che giustifica i mezzi da parte dello stalinismo con laggressione hitleriana nel giugno del 41; con le truppe naziste che arrivarono a meno di 100 km da Mosca; con un esercito impreparato a causa dei massacri del gruppo dirigente, con leliminazione del geniale maresciallo Tukacevsky e della grande maggioranza dei comandanti dellesercito. Colpevoli in molti, ma non tutti, di aver magari votato con Trotsky nel lontano 1923. Ci che costituiva un pericolo, perch potevano pensare che, in definitiva, il loro ruolo avrebbe dovuto essere, a un certo punto, quello di liberare dal dominio totalitario di Stalin e della burocrazia lUnione Sovietica. Come livello aneddotico ma significativo: dagli ormai aperti archivi sovietici si vede quanto pu la stupidit burocratica. Nelle prime ore dellattacco allUnione Sovietica i generali del comando in capo di Stalin continuav ano, su suo ordine, a ordinare alle truppe sovietiche di non reagire perch avrebbe potuto trattarsi di una provocazione dei militari tedeschi contro Hitler per spingerlo alla guerra contro lUnione Sovietica. Questo oggi chiaro, documentato, e dimostra lironia tragica per cui passato alla storia come grande vincitore del nazismo (sulla base di decine di milioni di morti sacrificati per la difesa dellUnione Sovietica) il grande leader che prepar le condizioni per una quasi vittoria del nazismo; che solo la grande forza del popolo russo, dei lavoratori, dei combattenti, cio di chi ancora restava legato alla sua patria socialista e alle sue conquiste, permise di bloccare. Trotsky a differenza di tutti i burocrati, i carrieristi, i frazionisti, nel senso vero, di tutte le specie fu, tutta la sua vita, conseguente con una frase contenuta nella sua autobiografia (del 1929) La mia vita. Credo che sia molto bella e che dia il senso dellimpegno che devessere proprio di tutti i marxisti rivoluzionari. Essa dice: Mi sono abituato a non considerare la prospettiva storica dal punto di vista del mio destino personale. Comprendere la sequenza causale degli avvenimenti e trovare il proprio posto in questa sequenza il primo dovere di un rivoluzionario e contemporaneamente la massima soddisfazione possibile per un uomo che non limiti i propri compiti alle esigenze quotidiane. Questo il senso della soddisfazione della vita che si sceglie con la militanza rivoluzionaria. Trotsky espresse nella propria scelta di vita il riferimento a una volont cosciente di non subire la storia, ma di intervenire in essa, da ateo materialista, realizzando appieno le proprie potenzialit di essere umano. Credo che questa sia la lezione grande, drammatica, bella, della vita di Trotsky. Ci a partire dalla sua giovent rivoluzionaria, che lo port rapidamente a conoscere il carcere. Perch ha 19 anni, nel 1898, quando viene scoperto dalla polizia il piccolo gruppo clandestino, prima socialista rivoluzionario populista poi marxista, in cui milita. Quindi appunto il carcere, la Siberia, la fuga dalla Siberia, la grande arena del socialismo internazionale, fin dallinizio, comera per tutti i militanti socialisti allora.

Pu essere interessante, scevri da ogni nazionalismo sia ben chiaro, ricordare che Trotsky ci dice che lautore che lo spinse dal populismo (nome che aveva in Russia il movimento variegato di socialisti rivoluzionari che volevano andare verso il popolo, in particolare i contadini) al marxismo fu il filosofo marxista italiano Antonio Labriola. Quindi lo studio della dialettica, la acquisizione del materialismo dialettico come elemento centrale della comprensione del mondo, della natura, dellazione politica. E ha un certo significato, credo, che linizio della vita politica di Trotsky sia un po incerto, perch inizia col populismo. Ci che succede per molti, in termini odierni, col movimentismo, anche se non esattamente la stessa cosa; poi c la comprensione che la politica rivoluzionaria altra cosa, non semplicemente dire no e cercare di partecipare a un movimento, o, parlando di allora, andare verso il popolo, o, come per esempio i giovani di Lotta Continua 40 anni fa andare verso i proletari; ma costruire unanalisi scientificamente corretta della realt e dello scontro sociale e politico, individuando su questa base un programma, una strategia ferma ed una tattica flessibile, ma sempre derivante da programma e strategia. Per Trotsky questo salto di qualit parte dalla comprensione del materialismo dialettico, e non casualmente la sua vita si chiude politicamente con una battaglia sul materialismo dialettico, a partire da un problema concreto: la difesa dellUnione Sovietica. Rispetto a quei settori della IV Internazionale che di fronte alle mostruosit del patto Hitler-Stalin, volevano abbandonare il riferimento alla difesa della Unione Sovietica, la polemica di Trotsky fu incentrata proprio sulla difesa del materialismo dialettico, della comprensione dialettica della natura delle situazioni e dei compiti dei rivoluzionari, rivendicando la difesa dello stato operaio, nonostante la sua degenerazione, non per Stalin, ma malgrado e contro di lui, mantenendo indipendenza e contrapposizione politica (si veda la raccolta di testi intitolata In difesa del marxismo ). In questo senso in tutta la sua vita Trotsky stato, come costruttore del movimento marxista rivoluzionario, e quindi non come filosofo, un elaboratore e difensore del metodo materialistico dialettico che lo aveva spinto a fare da giovane, a 18 anni, il salto dal populismo al marxismo rivoluzionario. I passaggi successivi della sua vita videro, nei primi anni del 900, la lotta contro leconomicismo, cio quella parte della socialdemocrazia (nome che, come noto, avevano allora i comunisti) che pensava giusto concentrarsi sulle pure rivendicazioni operaie, disdegnando le battaglie politiche generali. Battaglia che svolge accanto a Lenin (che la espresse magistralmente nel suo Che Fare?). E poi, nel 1903 dopo essere stato definito per un periodo, come ricorda lui stesso ne La mia vita, il martello di Lenin per la forza che metteva nella battaglia politica contro leconomicismo , Trotsky compie lerrore di non comprendere la chiarezza leninista sulla questione del Partito; da qui lo schierarsi con il menscevismo per breve periodo; poi il suo percorrere dal 1904 al 1917 la vita della socialdemocrazia rivoluzionaria russa come militante indipendente, alla testa di una piccola frazione, cangiante in molti dei suoi componenti. Un allearsi a volte ai bolscevichi, a volte ai loro avversari tra i marxisti russi, circondato dal grande prestigio per le sue capacit teoriche e giornalistiche e per il suo ruolo centrale nella fallita rivoluzione del 1905, come presidente del soviet di San Pietroburgo. Io credo che ci siano lezioni in questo errore di Trotsky: perch a volte non si comprende che la perfezione, in politica non esiste. Non esistita per Lenin, non esistita per Trotsky, non esiste nemmeno per noi ovviamente, a maggior ragione. Il problema saper tirare le lezioni giuste dai propri errori e affrontare la realt sulla base di quello che ci viene dalla storia, cio dallesperienza della storia. Noi possiamo costruirci su quella che lesperienza che altri, pi grandi di noi, hanno fatto e in questo senso non ripetere i loro errori, perch traiamo le lezioni della loro esperienza. E certamente Trotsky inizialmente non comprese le ragioni di Lenin rispetto la costruzione del Partito, come partito chiaro nelle sue strutture, in funzione delle sue prospettive generali, che pure Trotsky condivideva pienamente, in rottura politica netta con chi manteneva ambiguit rispetto i rapporti con le forze progressiste (anche se non bisogna confondere il menscevismo con ci con cui noi abbiamo a che fare oggi: c un abisso, un abisso di classe, tra il menscevismo originario e la politica che i riformisti, pretesi comunisti di oggi portano avanti). Per, nel contempo, nonostante la sua chiarezza su questo punto, nel conflitto nella socialdemocrazia russa e malgrado superi i menscevichi e la loro concezione della rivoluzione a tappe, (concezione secondo la quale la Russia matura solo per una rivoluzione democratico-borghese, per cui i rivoluzionari debbono appoggiare, contro lo Zarismo, i liberali). Lenin non comprende fino in fondo le dinamiche potenziali di una rivoluzione in Russia. Ed di Trotsky con i suoi errori sul partito, con la sua scelta dellindipendente che ha un piccolo gruppo di sostenitori e che cerca di federare tutti, dai pi moderati ai pi radicali allinterno del marxismo russo la comprensione dei processi possibili, la teoria della rivoluzione permanente (cio senza soluzioni di continuit, tappe o fasi storiche, nel suo percorso). Ci che del resto non uninvenzione di Trotsky; ma che propria del dibattito gi nel movimento operaio tedesco prima della met dell800 e che poi Marx ed Engels indicano chiaramente con lIndirizzo alla Lega dei Comunisti del 1850. Ma di Trotsky la comprensione che per lo sviluppo diseguale ma combinato del capitalismo internazionale da un lato e daltro canto per le particolarit dello sviluppo del capitalismo in Russia (grande industria con concentrazione

della classe operaia pur in un paese largamente contadino)- la rivoluzione poteva non fermarsi a uno stadio democratico-borghese; eventualmente, come pensava Lenin, con una forma di controllo da parte della classe operaia attraverso la dittatura democratica degli operai e dei contadini. E Trotsky che indica come essa poteva arrivare fino alla presa del potere da parte della classe operaia, alla realizzazione della dittatura del proletariato e allapertura sul piano nazionale della prospettiva socialista. Solo apertura sul piano nazionale perch quello che era chiaro a Trotsky che lo sviluppo del socialismo sarebbe stato possibile solo su un piano internazionale. Concetto che sar da lui difeso contro quelli che lo accusavano, quando proponeva la rivoluzione permanente, di andare oltre le potenzialit russe. Gli stessi che, una volta arrivati al potere, avrebbero ritenuto possibile realizzare il socialismo in un solo paese (quindi Lasciateci tranquilli governare il nostro Paese, non parlate di rivoluzione internazionale). Invece Trotsky, daccordo pienamente con Lenin, sostenne sempre la palese verit, dimostrata poi, a negativo, dalla storia, che il compimento di un processo rivoluzionario socialista pu avvenire solo su scala mondiale. E da questa dialettica di posizioni che nasce lincontro del 1917 tra Lenin e Trotsky. Lenin che, alla luce della guerra imperialista, rivede e supera le posizioni sulle prospettive della rivoluzione del proprio partito (che era il partito pi rivoluzionario in Russia ma che aveva questo limite di comprensione); accetta nei fatti la prospettiva della rivoluzione permanente e si incontra con Trotsky. Il quale, a sua volta, capisce di fronte al tradimento della socialdemocrazia, alle divisioni dei menscevichi (che non sono tutti socialpatrioti, alcuni sono internazionalisti ma inconseguenti, semipacifisti e via dicendo) che Lenin aveva ragione sul Partito. Lenin stesso ricord successivamente che da quando Trotsky aveva capito di avere avuto torto sul Partito non cera stato miglior bolscevico di lui. E cos Trotsky fu il grande dirigente, con Lenin, della Rivoluzione. Il principale dopo Lenin, agli occhi di tutti, agli occhi del mondo. Cos si parlava allora: Rosa Luxemburg diceva Lenin e Trotsky e la loro rivoluzione. (C sempre un limite nellindividualizzazione di grandi fenomeni, perch la rivoluzione un processo di massa, di milioni di persone, e anche la sua avanguardia di migliaia o di decine di migliaia di persone; per c un ruolo di direzione di questo processo, da qui lidentificazione; e allora si diceva La rivoluzione di Lenin e Trotsky). Gli oppositori lo dicevano e anche Stalin affermava in un articolo: Il pi grande realizzatore della rivoluzione russa dopo Lenin stato il compagno Trotsky (ovviamente ci non fu ripetuto nei successivi articoli e nelle successive opere di Stalin sulla rivoluzione, e tale articolo fu rapidamente cancellato). Perch, dopo la vittoria e il consolidamento della rivoluzione grazie anche alla grande opera di Trotsky come dirigente dellArmata Rossa nella guerra civile e di costruttore dello stato operaio era iniziato lo scontro mortale tra i militanti fedeli alla prospettiva rivoluzionaria, con Trotsky alla testa, e la burocrazia. Non Trotsky contro Stalin, ma lOpposizione di Sinistra capeggiata da Trotsky contro la burocrazia, che si cristallizz sulla base del fallimento o insuccesso della rivoluzione internazionale (le sconfitte nei paesi dellEuropa Centro -Occidentale che non estendono la rivoluzione), sullo sviluppo dei privilegi dellapparato statale e di partito di un paese arretrato, di un paese impoverito dalla guerra prima e dalla guerra civile dopo; apparato che sempre di pi si allontanava dalla prospettiva su cui era nata la rivoluzione e dal marxismo. E importante ricordare che questa battaglia non riguardava solo la questione, che pure centrale, del dominio burocratico. Questo fu il punto di partenza: prima con il tentativo di Lenin malato di costruire un blocco con Trotsky contro Stalin e la nascente burocrazia (nella sua ultima lettera al comitato centrale del partito Lenin, passata alla storia come Il testamento di Lenin, scriveva testualmente: Stalin troppo brutale e questo difetto diventa intollerabile nella sua funzione di segretario generale. Perci io propongo ai compagni di pensare alla maniera di togliere Stalin da questo incarico); tentativo frustrato dal collasso finale della sua salute. Poi alla fine del 23 e allinizio del 24, con la grande battaglia di quel 10-15% del partito bolscevico che nellultimo dibattito aperto e libero (dibattiti aperti ce ne furono ancora per alcuni anni ma non furono certamente liberi) nel Partito, quello per la Conferenza del gennaio 24, si schier con le posizioni dellOpposizione di Sinistra. Ma questa battaglia contro il dominio burocratico era intersecata col dibattito sulle questioni internazionali: con la critica allInternazionale Comunista per il suo ruolo inconseguente, frutto in questo caso non di volont, ma dincapacit politica. Cos rispetto al processo rivoluzionario che stava sviluppandosi in Germania nel 23 dopo la perdita delloccasione del 19 (imputabile alla socialdemocrazia che massacr Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht per difendere il dominio borghese). E il fallimento della rivoluzione nel 1923 fu dovuto in gran parte non allincapacit del Partito Comunista Tedesco ma dellInternazionale che stava dietro a questo partito.

Cos rispetto alla rivoluzione cinese del 25-27, con la lotta contro la capitolazione alla borghesia nazionale del Partito Comunista Cinese; politica neomenscevica imposta ai dirigenti cinesi: infatti i massimi dirigenti del PCC erano contrari tale linea. Io ho avuto lonore di conoscere, nella mia giovent, quello che era stato il compagno pi importante, dopo il Segretario, nellEsecutivo del Partito Comunista Cinese negli anni 20 in esilio in Europa, perch, dopo esser stato per anni in prigione sotto il regime del Guomindang, ci sarebbe certamente finito anche durante il regime maoista: il dirigente della IV Internazionale Peng Shu-tse. Egli, e insieme a lui quello che era il Segretario e il fondatore del movimento comunista cinese Chen Duxiu (anche lui passato al trotskysmo nel 1929 e successivamente dirigente della IV Internazionale), furono obbligati a mantenere un blocco con la borghesia da Stalin e dallInternazionale Comunista e quindi costretti a una disfatta. Una battaglia, quella dellopposizione di sinistra che continuata, per citare solo i punti essenziali, contro le teorie e le pratiche dello stalinismo successive a queste sconfitte. Contro lavventurismo burocratico dello stalinismo. Infatti nella storia dello stalinismo c anche questa deviazione; espressa in primo luogo quando si individuava, in particolare nella Germania dei primi anni 30, il nemico principale nella socialdemocrazia (Il nazismo non un grande pericolo e se Hitler andr al potere bene, prima Hitler e poi noi, questo era la politica ufficiale dellInternazionale Comunista stalinizzata, Prima Hitler, poi Thaelmann il segretario del Partito Comunista Tedesco questo era lo slogan del partito comunista tedesco stalinizzato). Una battaglia quindi anche contro le semplificazioni radicali, che tante volte ci troviamo a dover fare anche n oi, come Partito Comunista dei Lavoratori, ovviamente in un quadro politico e storico molto diverso. Una battaglia contro la semplificazione, il rifiuto di comprendere che noi dobbiamo guadagnare le masse, non dobbiamo accontentarci di testimoniare un nostro antagonismo, pur radicale, a questa societ, ma la vogliamo abbattere per costruire il socialismo. Non siamo ribelli, siamo rivoluzionari, quindi ci poniamo il problema di cambiare la societ e quindi il problema di conquistare anche quelli che sono lontani da noi nella nostra classe, nei movimenti di massa. Da ci la linea del fronte unico, delle parole dordine transitorie, del non ultimatismo, della comprensione dei processi politici e del rifiuto delle semplificazioni. Furono delle semplificazioni avventuriste quelle che portarono nel 33 alla sconfitta in Germania. Dal bilancio di essa nacque (non a caso non su un problema legato unicamente o prevalentemente alla degenerazione in Russia, ma su una sconfitta politica della rivoluzione internazionale, con la vittoria della controrivoluzione in Germania) il salto politico verso la costruzione della IV Internazionale e linizio di quella che Trotsky consider lopera centrale della sua vita. Tutta la vita di Trotsky nellultimo periodo fu un tentativo di raggruppare sulle basi fondamentali e coer enti del marxismo rivoluzionario lavanguardia rivoluzionaria, da provenienze diverse (dalla estrema sinistra della socialdemocrazia per esempio, per azione dellentrismo in quegli ambiti). Trotsky afferm, (cito a memo ria e quindi in senso generale): Lenin fu essenziale per la rivoluzione russa, io ho avuto un ruolo, ma senza di me sarebbe ugualmente avvenuta". Se Lenin non fosse rientrato dallesilio la rivoluzione presumibilmente non sarebbe avvenuta, perch lelemento fondamentale fu che Lenin cambi lindirizzo politico del partito bolscevico. Cosa che Lenin pot fare perch aveva costruito insieme ai suoi compagni un partito capace di rispondere positivamente al suo leader, che sulla base dellesperienza poneva una svolta politica. Per senza questo leader che tornava e cambiava la linea io avrei potuto con un piccolo gruppo di sostenitori proclamare la possibilit di una dittatura del proletariato, ma non ci sarebbe stata la preparazione dellavanguardia organizzata per questo. Oggi invece io sono essenziale perch oggi la battaglia quella per la IV Internazionale. Io credo che sia stato cos, nonostante lassassinio, la morte, senzaltro largamente prematura, di Trotsky. Nonostante gli avvenimenti successivi, io credo che questa sia stata unessenzialit di Trotsky. La battaglia dei marxisti rivoluzionari sarebbe stata 100 volte, o 1000 volte, pi difficile senza quel filo rosso di tradizione, di immagine , di continuit politica che Trotsky ha rappresentato. E questa battaglia Trotsky la sviluppava anche (lui lo sottolineava) a nome delle migliaia di trotskisti che morivano in quegli anni fucilati in Unione Sovietica. In riferimento alla battaglia di quellOpposizione di Sinistra, manteneva la continuit e la portava nel movimento operaio internazionale, in particolare in Occidente, perch in Russia ormai i legami diretti erano tagliati. Una battaglia, quella di Trotsky, che appunto esemplifica quella delle migliaia di rivoluzionari dimenticati. Russi, ma non solo; come i cinesi che studiavano alluniversit di Mosca, tutti comunisti ovviamente, che si schierarono in larga maggioranza con Trotsky, di cui nessuno o quasi ricorda i nomi; morirono insieme ai trotskisti russi e a tanti altri. Tutti vittime di quellapparato di falsificazione (si vedano i famosi processi di Mosca del 1936-38 con confessioni inverosimili estorte con la tortura) e di massacro organizzato e diretto da quello che stato il pi grande assassino di comunisti della storia, Josef Stalin (e questa, precisiamolo, non unopinione ma un oggettivo e incontrovertibile fatto storico). Ed questo, intorno alla met degli anni 30, il periodo della lotta, oltre che contro la dittatura totalitaria in URSS (analizzata magnificamente nel suo La rivoluzione tradita), contro la politica dei cosiddetti Fronti Popolari.

Cio contro la politica dei partiti socialisti e di quelli comunisti stalinizzati, ormai divenuti apparati neoriformisti controrivoluzionari, di alleanza, in nome dellantifascismo, con la borghesia cosiddetta progressista ; ovviamente sul programma e nellinteresse di questultima. In realt questi malnominati fronti popolari avevano lo scopo di prevenire le possibilit di una vera rivoluzione proletaria, come si vide con chiarezza in Spagna dove il ruolo di repressore della avanguardia proletaria (trotskysti, comunisti antistalinisti e anarchici conseguenti) fu giocato appunto dallo stalinismo sia locale, che internazionale, con i suoi Togliatti, Vidali, Marty, etc. E naturalmente con la politica rinunciataria dei fronti popolari come appunto si vide in Spagna, ma sostanzialmente anche in Francia la reazione non fu vinta, ma anzi trionf. Le lezioni politiche di questa lotta contro la collaborazione di classe sono totalmente attuali. Esse inoltre sottolineano un fatto fondamentale: il trotskismo non solo antistalinismo. E il marxismo rivoluzionario della nostra epoca. Da tempo oramai, da oltre 70 anni appunto, il movimento trotskista diventato lunica forza politica reale che si pone il compito concreto di realizzare la rivoluzione socialista internazionale. Non una questione di democrazia operaia contro la degenerazione burocratica. Ovviamente c anche questo aspetto, ma esso parte dalla comprensione che la degenerazione nasce da un processo che costituiva laffossamento della prospettiva della rivoluzione socialista internazionale e quindi della liberazione dellumanit. Quando croll lo stalinismo in URSS e nellEuropa centro-orientale molti espressero concetti come quello di un intellettuale brillante e vecchio militante, Pierre Brou, che ha scritto una apprezzata biografia di Trotsky, pubblicata anche in Italia. Brou disse, a dire il vero cercando successivamente di ritrattare in parte: Adesso, crollato lo stalinismo, il senso del trotskismo viene meno. NO, assolutamente no. Solo chi ha frainteso, magari scrivendone brillantemente, il senso della battaglia di Trotsky e della IV Internazionale e i compiti che si davano pu confondersi su questo terreno. La fine dello stalinismo non significa minimamente la fine dei compiti del movimento trotskista. Il trotskismo un movimento che rivendica la continuit rivoluzionaria alla luce dellesperienza del movimento operaio: da Marx, alla rivoluzione russa, alla lotta contro lo stalinismo, allanalisi del fascismo, al mantenimento della lotta per lindipendenza di classe rispetto a ogni collaborazione di classe, ai fronti popolari di forme diverse che, oggi come ieri, ci troviamo di fronte; tutto ci in funzione della realizzazione della rivoluzione socialista internazionale. Per questo la nostra proposta non una proposta del passato, assolutamente attuale e in un certo senso lo a maggior ragione di fronte alla crisi e alla morte dello stalinismo. Morte o trasformazione capitalistica dei regimi stalinisti (come nella attuale Cina) che deriva dalla natura storicamente restaurazionista dello stalinismo come Trotsky magistralmente analizz. Pochi mesi prima di morire, intuendo i rischi che correva e sentendo avanzare let e i suoi rischi (i 60 di allora non erano esattamente quelli di oggi) Trotsky scrisse il suo testamento politico e personale in cui affermava tra laltro: Per 43 anni della mia vita cosciente sono stato un rivoluzionario; per quarantadue ho lottato sotto le bandiere del marxismo. *..+ Morir da rivoluzionario proletario, da marxista, da materialista dialettico e quindi da ateo inconciliabile. La mia fede nellavvenire comunista del genere umano non meno ardente, anzi ancora pi salda, che nei giorni della mia giovinezza*..+ La vita bella. Possano le generazioni future liberarla da ogni male, oppressione e violenza e goderla in tutto il suo splendore. Le ultime parole di Trotsky mentre agonizzava nelle ore dopo lattentato furono di affetto per la sua compagna Natalia Sedova, ed anche questo bello , ma le ultime parole politiche, furono Sono sicuro della vittoria della IV Internazionale, andate avanti, un messaggio ai compagni e alle compagne. La storia ovviamente stata pi complessa. Proprio lespansione dello stalinismo fu uno dei fattori, insieme alla ripresa del capitalismo, a fare s che dopo la II Guerra Mondiale la IV Internazionale non sia stata allaltezza delle aspettative di Trotsky. In particolare per lespansione dello stalinismo; perch quando avvenne il processo di dege nerazione iniziale del movimento trotskista il boom capitalista non si era ancora consolidato e tantomeno era chiaro al gruppo dirigente della IV Internazionale. Quel che appariva chiaro che lo stalinismo sembrava trionfare nei processi rivoluzionari. Da qui la teoria del leader di allora, parliamo del 1950, dellInternazionale, il greco Michel Raptis detto Pablo accettata non dalla totalit, ma dalla maggioranza dei dirigenti, tra cui un giovanissimo Livio Maitan , teoria secondo cui si aprivano secoli di stati operai di transizione necessariamente lontani dalle norme della democrazia operaia, perch lo stalinismo avrebbe compiuto la rivoluzione socialista nel mondo, nellambito dello scontro che allora sembrava dirompente con limperialismo. Insomma, se la via del socialismo era quella, bisognava adattarsi, abbandonare il trotskismo ortodosso, le vecchie concezioni del marxismo rivoluzionario, mantenere un sentimento di lotta per la democrazia operaia, ma in definitiva far parte del processo reale che si vedeva in quei termini. Come spesso succede, i grandi innovatori furono assai pi miopi del leader storico che tradivano. Nei fatti non tradivano lui come individualit; tradivano il pensiero politico e la battaglia del trotskismo precedente, con una politica di adattamento, alla ricerca del leader che potesse risolvere i problemi per loro; allora era lo stalinismo, la

sinistra stalinista con i Tito, Mao, Gomulka, etc.; poi saranno molti altri, molto pi modestamente; arrivando fino a Fausto Bertinotti, che i compagni di quella che sarebbe divenuta Sinistra Critica, hanno per anni sostenuto, sperando assurdamente nei risultati di una politica di pressioni su di lui. Trotsky era molto pi lungimirante, scrivendo nel 1938, rispetto allURSS e al ruolo della burocrazia, questa frase ne Il programma di transizione: Il pronostico politico ha un carattere alternativo: o la burocrazia, divenendo sempre pi lorgano della borghesia mondiale nello stato operaio, distrugge le nuove forme di propriet e respinge il Paese nel capitalismo o la classe operaia schiaccia la burocrazia e si apre la via verso il socialismo. Questa era lalternativa vera: non burocrazia con la classe operaia al suo seguito contro limperialismo, come affermavano Pablo e i suoi sostenitori, ma classe operaia contro imperialismo e burocrazia storicamente restaurazionista. Purtroppo sappiamo com andata. Ma la giustezza dellanalisi di Trotsky, sulla base della comprensione materialista delle classi, dei settori sociali in lotta e del divenire storico, stata lampantemente dimostrata e d valore alla nostra battaglia, alla nostra comprensione della realt. Certo la battaglia pi complessa, appunto per questa crisi di dispersione, di degenerazione in parte, della IV Internazionale; cosa che per non deve essere vista mai, da marxisti, come un dramma assoluto. C un testo di Trotsky, pochissimo conosciuto perch non un testo importante, un testo di discussione della fine degli anni 30. In esso un critico dubbioso nel movimento operaio gli chiedeva: Ma che garanzie abbiamo che anche questa Internazionale non degeneri? E degenerata la I Internazionale, poi la II, poi la III e Trotsky risponde (cito a memoria in senso generale): Nessuna. Se degenerer dovremo ricominciare, la storia che lo decide, perch quello che ci muove, non un partito o un Internazionale visto come fine, ma la volont di cambiare questo mondo nellunico senso possibile, in senso socialista, con la rivoluzione. Mi pare che non ci siano elementi, con tutte le differenze da 70 anni a oggi, per dire che questo obiettivo ha da essere cambiato, o modificato. Bisogna costruire pazientemente il processo per la rivoluzione socialista e in questo senso bisogna rifondare la IV Internazionale. Rifondarla perch non esiste pi attualmente una IV Internazionale, n piccola n grande, degna di questo nome. Rifondare la IV per e non la V perch il suo processo di degenerazione stato diverso, meno grave di quelli precedenti; perch settori dispersi di questo movimento possono far parte della sua rifondazione e perch ancora bisogna presentare una IV Internazionale di massa, e quindi completare lopera che Trotsky e i suoi compagni hanno iniziato, in cos difficili condizioni, alla fine degli anni 30. E quello che cerchiamo di fare come Partito Comunista dei Lavoratori, nellambito della nostra partecipazione, con partiti e militanti di tanti altri paesi, al Coordinamento per la Rifondazione della Quarta Internazionale. Quindi cos, io credo, noi oggi dobbiamo ricordare Trotsky, nel settantesimo del suo assassinio; continuando ad andare avanti nella prospettiva della rivoluzione socialista internazionale con il pessimismo della ragione, quindi comprendendo tutti i nostri limiti; ma anche con lottimismo della volont. Perch chi avesse affermato solo 15 anni prima del 1917 che era possibile una rivoluzione socialista nellimpero dello zar sarebbe stato considerato dai pi, anche allinterno del movimento operaio, come un folle. Eppure la storia, che stata fatta dallottimismo e dalla volont di tanti rivoluzionari (con alla loro testa, in quelloccasione, Lenin e Trotsky) ha dimostrato che si pu cambiare il mondo. Noi dobbiamo continuare la loro lotta tesi a questo scopo e, in questo senso, fedeli alla bella e grande tradizione e esperienza che ci hanno lasciato come eredit Trotsky e i compagni che con lui hanno lottato in quegli anni lontani.

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