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PAGINE DI SAGGISTICA

Omero e la guerra di Troia


Che i due poemi omerici rispecchino una realt storica certo: ma quale realt? Troia realmente esistita: gli scavi del dilettante Schliemann e degli archeologi veri che hanno continuato a scavare a Hisarlk lo dimostrano. Ma quale lo strato che corrisponde alla Troia omerica? Gli scavi ci dicono che non c stata una sola guerra di Troia: ma quale quella di cui narra Omero? A tutti questi interrogativi rispondono due noti studiosi di letteratura e cultura greca.

Gli autori: Franco Montanari professore ordinario di Lingua e Letteratura greca allUniversit di Genova. Fausto Montana professore ordinario di
Lingua e Letteratura greca alla Facolt di Musicologia dellUniversit di Pavia (Cremona). Il testo tratto da Storia della letteratura greca. Dalle origini allet imperiale, Laterza, Roma-Bari, 2010, pagg. 22-25.

Lo sfondo storico dei poemi sempre stato un problema basilare: se i poemi rispecchiano una realt storica, quale e in che misura? Bisogna partire dal concetto che il mondo omerico si muove fra mito e storia, fra realt e fantasia, e che frammischia questi due elementi in modo per noi difcilmente separabile. La poesia omerica non deve essere letta come un resoconto storico e neppure come un racconto realistico, il che non signica certo escludere un qualunque rapporto con la realt storica. I Greci consideravano la guerra di Troia un fatto della loro storia pi antica e la datavano verso linizio del XII secolo: la datazione prevalente era al 1184 a.C., ma cerano diverse oscillazioni. In epoca moderna, il rapporto di Omero con la storia inizi a denirsi scienticamente nel XIX secolo, quando il mercante tedesco Heinrich Schliemann, discutibile gura di archeologo e antichista dilettante, si mise alla ricerca dei luoghi reali dei poemi. A partire dal 1870 egli scav in Asia Minore e nellodierna Hirsalk, su una collina a pochi chilometri dai Dardanelli, trov una citt che identic con lantica Troia, anche se quella che egli credette essere la Troia di Priamo si rivel in seguito uno strato assai pi antico. Al ritrovamento

di Troia segu la scoperta e lo studio del mondo miceneo: Schliemann scav anche nel Peloponneso, a Micene, lomerico regno di Agamennone (nel 1876), e a Tirinto (nel 1884). Mentre imponenti rovine di una orente civilt venivano via via alla luce, inizi la storia dellarcheologia omerica e si svilupp la problematica del rapporto fra i poemi e la storia, dello sfondo storico reale (e realistico) del mondo descritto da Omero. Molto cammino stato compiuto e oggi le conoscenze della civilt micenea sono consistenti: da una parte sufcienti per suscitare interrogativi di grande importanza e fascino, dallaltra insufcienti per dare le risposte cercate e desiderate. Dobbiamo accettare lidenticazione del sito di Hirsalk come quello della Troia omerica, da intendersi nel senso della citt luogo del mito, vale a dire luogo reale a cui fa riferimento il mito che lepica omerica assume come vicenda da raccontare: del resto, i miti greci hanno normalmente per teatro citt reali, come Atene, Corinto, Sparta, Argo, Micene, come la storica Tebe, che il luogo del mito di Edipo. Gli scavi archeologici successivi, basati su criteri pi scientici e quindi pi attendibili, hanno

PE R SA PERNE DI PI

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mostrato che il sito fu abitato per tantissimo tempo, cosicch oggi vi si riconoscono numerosi strati di epoche differenti. Le pi recenti campagne di scavo (iniziate nel 1988 dallarcheologo tedesco Manfred Korfmann e tuttora in corso) hanno portato risultati rilevanti, intorno ai quali sono state costruite nuove ipotesi e sono scaturite (come sempre) feroci polemiche. Da Schliemann in poi, ci si sempre chiesti quale sia, dei dieci che la citt scavata comprende, lo strato con il quale identicare la Troia omerica, in base al fatto che la saga troiana faccia riferimento (attraverso i suoi ltri poetico-fantastici) a uno sfondo storico risalente allet del bronzo, che in questarea termina intorno al 1000. I candidati sono lo strato VIh (lultima fase di Troia VI) e lo strato VIIa (la prima fase di Troia VII). Lo strato VIh appartiene a una citt piuttosto grande e prospera, costruita intorno al 1700 e passata attraverso diverse fasi. Fu distrutta intorno al 1300 da un terremoto oppure, secondo altri, da un incendio da parte di attaccanti esterni, che avrebbero abbattuto e rimosso gran parte delle mura. Lo strato VIIa individua una citt costruita intorno al 1300 e distrutta circa un secolo dopo (cio intorno al 1200) da un incendio, probabilmente dovuto ad azione umana. Il fatto che essa risulti un centro forticato di proporzioni e ricchezza assai minori rispetto agli splendori epici un problema superabile, soprattutto in base alle considerazioni sulla poetica epica con la sua capacit di ampliare e magnicare cose e avvenimenti. Altri hanno identicato la Troia omerica nello strato VIIb2, datato 1120-1020, dunque in una fase posteriore alla caduta dei regni micenei: anche questo strato fu distrutto da un incendio. Le motivazioni di questa tesi sono in sintesi le seguenti: il mondo omerico non rispecchia quello miceneo ma piuttosto quello posteriore, nulla di esso necessariamente anteriore alla ne del XIII secolo, non c alcun riferimento a una guerra di Troia nei documenti ittiti coevi. La cifra delle ultime campagne di scavo sembra riassumersi nellidea di fondo che la tarda et del bronzo Troia fosse una citt pi importante e prospera di quanto si credesse, il che conferirebbe verisimiglianza storica alla rappresentazione omerica. Varie guerre di Troia di portata diversa si

sarebbero succedute e la citt avrebbe conquistato la fama di luogo conteso. Forti dubbi tuttavia sono stati sollevati su diversi aspetti di questa ricostruzione: la vera consistenza del perimetro totale della citt, la realt di una sorta di metropoli commerciale e di grande centro orente nella tarda et del bronzo, la possibilit di una vera e propria guerra motivata da ragioni strategico-economiche in quel periodo e sulla possibilit dei regni micenei di organizzare una vera e propria spedizione oltremare, specie in una fase tarda e non orente della civilt micenea. () Possiamo dirci convinti che ci sia stata una o pi guerre di Troia nella tarda et del bronzo (abbiamo evocato date dal 1300 al 1000 ca., peraltro consonanti con le datazioni antiche dellevento), anche se non sappiamo bene combattute da chi (una coalizione di micenei?), contro chi nella citt (altri micenei? popoli anatolici?) e per quale motivo (strategico-commerciale?). Ma qual il rapporto fra queste guerre e quella che Omero rappresenta? Quella omerica proprio una di queste guerre, da identicare insieme allo strato della citt, oppure semplicemente ispirata alla conoscenza e alla memoria di tali vicende ed rappresentata per lo pi facendo ricorso allimmaginazione creativa della poesia? Quanto pu offrire Omero allo storico, cosa supponiamo che lepica greca arcaica, la cui forma attuale sicuramente attribuibile allet del ferro, abbia conservato dellet del bronzo? Un ricordo sbiadito, una memoria ben conservata, tradizioni trattate con rispetto o liberamente, attraverso lenti quanto deformanti? Nella forma nale in cui si conservata, lepica omerica glia della Grecia postmicenea, la Grecia dei secoli bui e del Medioevo ellenico (secoli XI-IX), che arriva ormai senza soluzioni di continuit alla civilt della Grecia arcaica e classica. Essa tuttavia contiene un innegabile nucleo miceneo, cio ha reminiscenze lontane della Grecia micenea (secoli XVIXI), racconta un passato che trasgura in eroico, nel quale realt storica e invenzione fantastica non si distinguono bene e soprattutto nel quale le diverse epoche storiche appaiono irrimediabilmente frammiste e i loro elementi risultano giustapposti: come in un grande edicio che riunisca insieme elementi architettonici e decorativi di epoche diverse.

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