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7. - Aneddoti - Vol.

I AARON- EL- RASCID califfo nel 765; celebre per il suo ingegno, per le sue brillanti vittorie, per la sua bont; morto nell'809. 1 Un giorno che il califfo marciava a capo delle sue truppe, gli venne incontro una donnicciola del popolo a lamentarsi che il suo esercito le aveva spogliato i l campicello. - Non hai letto nel Corano - le rispose Aaron- el- Rascid - che i principi hanno questa condanna, di desolare le terre sulle quali passano coi loro eserciti? - S - riprese allora la donnicciola - ma ho letto anche nel Corano che le case de i principi saranno distrutte per la loro iniquit. La risposta pronta piacque al califfo, che ordin ai suoi ministri di indennizzare la donna. (Encyclopdiana). 2. Per ragioni ignote, Aaron ordin di uccidere un governatore che egli aveva amat o per tanti anni. Il governatore, avuta la notizia della morte vicina, disse al messo: - Va', e di' ad Aaron che la mia testa fuori della sua tenda; se si pente sono s alvo; se invece vuol vedere la testa, tagliamela: io ti aspetto fuori della tend a del califfo. - Aaron vuol vederla - rispose il messo, e, tagliata la testa, la present al suo signore. (CANT, Storia Universale). 3. Il famoso califfo aveva riportato grandi vittorie, e tra le altre una contro l'imperatore Niceforo. Costui, in segno di sottomissione, gli mand un fascio di s pade dalle ricche impugnature. Rascid le spezz con la sua scimitarra e disse agli ambasciatori che gliele avevano portate: - Raccontate al vostro sovrano quel che avete veduto, e ditegli che allo stesso modo le sue armi non resisteranno mai contro le mie. Potrei regalargli la mia sc imitarra; ma che se ne farebbe? Gli ci vorrebbe il mio braccio, per servirsene. (Encyclopdie mthodique). 4. Trovandosi un giorno il califfo a Rey e vedendo un tale che spacciava rimedi per tutti i mali, esclam: - Non credevo che nel mio regno si potesse uccidere impunemente! (CANT, Storia Un iversale). 5. Il buffone del califfo si mise seduto sul trono del suo padrone e vi rest un q uarto d'ora. Gli uscieri, avendovelo trovato, per punire la sua audacia lo perco ssero con qualche decina di frustate. Alle grida disperate del povero buffone, a ccorse prontamente il califfo, che gli domand perch strillasse tanto. - Oh, sire! - rispose il buffone - io non piango per me; piango per voi. Se mi s ono toccate tante busse per essere stato un quarto d'ora seduto qui sopra, quant e busse toccheranno a voi quando lass sapranno che siete stato seduto qui tutta l a vita! (Encyclopdiana). 6. Un giorno il figlio di Aaron- el- Rascid si lamentava con suo padre di un uom o che aveva ingiuriato sua madre, e ne domandava pertanto il castigo. - Figlio mio - gli rispose il padre - tu ingiuri assai pi tua madre che non abbia fatto costui facendo credere che essa hon ti abbia mai insegnato a perdonare. ( E. GUERARD, Dictionnaire d'anecdotes). ABAUZIT Firminio n. 1679 - m. 1767; celebre filosofo e teologo francese. 7. Il filosofo Abauzit era famoso per la sua pazienza e si diceva che non si era mai arrabbiato una volta in vita sua. Alcuni amici vollero vedere se questo era vero, e si accordarono con la sua serva perch facesse di tutto per farlo montare in collera. La serva incominci allora col non rifargli il letto la mattina. Quan do alla sera il filosofo trov il letto sfatto, disse rassegnato alla donna se si era dimenticata di farlo; e per quella sera and a letto senza farselo rifare. Il giorno dopo la stessa cosa. E cos di seguito tutti gli altri giorni. Alla fine Ab auzit disse alla serva: - Sono parecchie sere che trovo il letto sfatto, e io te ne ho sempre avvertito. Vedendo che tu persisti a non farlo, penso che questo sia un partito preso; e c erto ci sar la sua brava ragione che io ignoro. Ma ormai non m'importa pi, perch mi

sono abituato a dormirci lo stesso. E fu tutto. Allora la serva, commossa da tanta bont, gli raccont ogni cosa. (E. GU ERARD, Dictionnaire d'anecdotes). ABBA Giuseppe Cesare n. 1838 - m. 1910; eroico garibaldino dei Mille, poeta, scrittore. 8. Una sera al Gambero, il famoso ristorante di Brescia, dove l'Abba si trovava spesso a cenare con un collezionista di cimeli garibaldini, questi lo preg di vol ergli dare qualche oggetto' per conservarlo nl suo museo: - Non ho pi nulla; ho solo la sciabola che portavo nel 1866, ma che ho donato ai miei figli. - E la camicia rossa, la conserva ancora? Perch non mi regala quel prezioso cimel io? Se gli avessero dato un colpo in pieno petto, certo la sua faccia non si sarebbe trasfigurata, come si trasfigur in quel momento. - L'ho importunata con la mia domanda? - No, no. L'amico non aveva capito la ragion del turbamento. L'indomani un giovanotto gli port una lettera; l'aperse e lesse: Brescia, 10 luglio 1905. Caro amico, la mia ca micia rossa spar dopo il mio ritorno dalla Sicilia e non ne seppi mai pi nulla; fi nch, venuta a morte mia madre, nel 1871, conobbi che essa se ne era fatta due cil ici e li aveva portati per dieci anni. Morta, non osai levarglieli. Abba (CURATOL O, Aneddoti garibaldini). ABD- EL- KADER n. 1808 - m. 1883; celebre emiro arabo, combatt in Algeria contro l'occupazione f rancese; fu fatto prigioniero, poi reso libero. 9. Quando Abd- el- Kader venne a Bordeaux, il generale di divisione della citt vo lle dare in suo onore una grande festa nel teatro. All'apparire dell'emiro tutto il teatro, illuminato a giorno, era pieno di fiori, di luci e di bellissime sig nore, vestite di gran gala, con ampie nudit di seni e di spalle. L'emiro diede un 'occhiata in giro e disse: - Come mai in mezzo a una civilt cos grande come la vostra, potete permettere che le vostre donne si presentino in tal modo indecente? Io per me non oso guardarle ; e permettete che me ne vada. Ed usc. (LARCHER, Anecdotes sur les femmes). ABDERAMO III uno dei pi potenti califfi arabi sul trono di Cordova (1500). 10. Questo sovrano che occup il trono per pi di cinquant'anni, e che pareva avesse riunito in s tutto quel che possono dare la felicit e la gloria, quando fu sul le tto di morte dett al suo segretario quanto segue: - Cinquant'anni sono passati da che io sono Califfo: ricchezze, onori 2 piaceri, io ho goduto ogni cosa. I Re, miei rivali, mi stimano, mi temono, mi invidiano. Tutto quello che gli uomini possono ' desiderare il cielo me lo ha dato. Ebbene , in questo lungo spazio di apparente felicit, ho contato il numero dei giorni in cui sono stato veramente felice: sono stati in tutto quattordici giorni. Mortal i, imparate da ci a conoscere che cosa sono le grandezze e la vita. (Dictionnaire de l'amour). ABD- UL- ABD- ALLAH sultano di Granata, spodestato da Ferdinando di Aragona nel 1492. 11. Quando, nel 1492, Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia compirono uno sforzo potente e vittorioso contro i Mori di Granata, il vinto sultano Abd- ulabd Allah fugg dalla sua capitale. Giunto alla vetta di Pedul, che do- veva togl iergli fa vista di Granata, si ferm a contemplare ancora una volta la sua bella c itt, e scoppi in pianto, esclamando: - Dio, Dio onnipotente! La sultana allora con dispregio gli disse: - Ben ti sta piangere come una donna la citt che come uomo non sapesti difendere! (CANT, Storia Universale). ABDUL-HAMID II n. 1842 - m. 1917, sultano della Turchia, regn dal 1876 al 1909, nel qual anno fu deposto.

12. Era molto difficile e sospettoso. Temeva soprattutto che lo volessero ammazz are. Avendogli la principessa di Reuss consigliato di mostrarsi pi di spesso ai s oldati e al popolo, per accrescere la sua popolarit, appena ella usc, il sultano d omand: - Ma che interesse pu avere quella donna a farmi assassinare? Un ufficiale, che aveva fatto eseguire alcuni esercizi d'artiglieria, puntando, senza saperlo, un cannone in direzione della reggia, sebbene fosse a oltre quind ici chilometri e il cannone fosse caricato soltanto a polvere, fu arrestato. Non dormiva mai due notti di seguito nella stessa camera e teneva sempre le lamp ade accese. (Figaro, 8 maggio 1909). 13. Memorabile rimasto nella storia della Turchia il regno di Abdul-Hamid II, so vrano intelligente ed astuto, ma di istinti perversi e diffidente fino, all'ecce sso. La paura che aveva degli attentati era tale, che non solo non dormiva due v olte nella stessa camera, ma anche proibiva ai giornali qualsiasi notizia attine nte ad attentati consumati contro sovrani stranieri, ed a tal uopo fece esercita re sui giornali una rigorosissima censura. Ora avvenne che, quando Alessandro I di Russia rimase vittima di un attentato nichilista, i giornali turchi riportaro no che Alessandro I era morto di morte naturale; ma seguiva questa frase che il censore aveva dimenticato di tagliare: Il fatto ha suscitato generale indignazion e in tutta l'Europa. E cos tutti capirono. 14. Sotto il sultano Abdul-Hamid la corruzione dei pubblici ufficiali aveva assu nto una forma sfacciata e impudica, e lo stesso Sultano non disdegnava di far a met coi suoi funzionari. Avendo una volta firmato l'irad o decreta che dava un gro sso appalto a un fornitore tedesco, il sultano mand un funzionario di corte, assu nto da poco, a portarlo all'interessato. Il tedesco, che conosceva bene gli usi del paese, diede al funzionario una lauta mancia di ventimila franchi. Tornato i l messaggero al palazzo, il sultano gli domand quanto gli avesse regalato il tede sco, ma il funzionario, sia per paura che la somma sembrasse troppo forte al sul tano, sia, piuttosto che avesse paura di dividerla con lui, rispose che gli avev a dato appena diecimila franchi. - Imbecille! - esclam indignatissimo il sultano. - Sull'irad c'era la mia firma, e tu dunque stimi la mia firma di cos poco valore? Dovevi farti dare almeno il dop pio. E lo cacci via e non volle pi servirsi di lui (SCARLATTI, Et ab hic et ab hoc). 15. Una societ di capitalisti francesi aveva domandato al sultano una delle sue s olite concessioni, ma bisognava ingraziarsi Abdul-Hamid. Essi avevano per timore che il sultano si offendesse a offrirgli la mancia e trovarono un modo elegante e coperto di farlo senza urtare la sua suscettibilit. Fecero rilegare un buon num ero di biglietti di banca da mille franchi in un volume, sul cui dorso scrissero : Storia di Francia a cura di Giacomo Dupuy. E poi, recatisi dal sultano, gli dissero: - Sire, conoscendo il vostro amore per il nostro paese, per sdebitarci del- l'ap poggio che vorrete concedere alla nostra impresa, abbiamo pensato di farvi omagg io della Storia di Francia del Dupuy. Il sultano prese il libro, lo sfogli e rispose: - Vi ringrazio di cuore, ma vi faccio notare che la Storia di Francia del Dupuy in due volumi, e a me piacciono le opere complete. - Sire, - riprese allora il presidente della societ francese - il secondo ed ulti mo volume ancora in corso di stampa: appena pronto, glielo invieremo. Poi, quando uscirono, il presidente disse agli altri membri della commissione: - Questo diavolo di sultano molto colto: conosce tutti i nostri autori meglio di noi. (SCARLATTI, Et ab hic et ab hoc). 16. Uno dei lavori che pi fecero impressione al Sultano allorch s'indusse a scritt urare a corte la compagnia del napoletano Stravolo, fu una vecchia farsa parteno pea nella quale il protagonista . (lo Stravolo stesso) veniva preso a calci da u n cameriere. La scena piacque molto ad Abdul-Hamid: ogni pelota che veniva asses tata sulle parti grasse del povero Stravolo provocava una risata del potente sig nore, ond' che spesse volte avveniva che, nel bel mezzo di un'opera lirica, la ra ppresentazione doveva interrompersi perch egli voleva veder quella farsa. facile immaginarsi lo stato d'animo del povero capocomico, il quale doveva regolarmente

prepararsi a ricevere quella serie innumerevole di pedate. A ogni colpo, ad ogn i risata egli esclamava nel pi stretto napoletano: All'anema 'e mammeta! All'anema ' soreta!. Il Sultano, cui le forbite espressioni erano rivolte, non capiva, ma r ideva, rideva... (Minerva, giugno 1924). 17. Sotto il suo sultanato infierivano le persecuzioni contro i poveri Armeni, c he erano ammazzati senza piet a migliaia. Avendo un diplomatico straniero accenna to alla questione armena, che bisognava risolvere, il sultano rispose cinicament e: - C' un modo solo per sopprimere la questione armena: sopprimere gli Armeni. Egli scusava il suo indegno procedere col malo esempio che veniva dai popoli cri stiani e specialmente dai Russi. Avendogli una volta l'ambasciatore russo fatto notare la gran crudelt degli Hamidi, che erano le guardie incaricate delle persecu zioni contro gli Armeni, il sultano con molta malizia rispose: - Avete ragione! Sono dei veri cosacchi! l'ambasciatore russo dovette tacere. (Revue de Paris, 1 gennaio 1897). 18. In una perquisizione presso dei Giovani Turchi la polizia aveva trovato dell e bombe. Esse furono vuotate, e siccome la polizia voleva compromettere alcuni A rmeni per far poi una strage di essi, stabil che le dette bombe sarebbero state p ortate nelle case dei detti Armeni dai soldati albanesi della guardia, di notte tempo. Perci il prefetto di polizia le distribu tra le guardie albanesi. Se non ch e una di esse, essendosi ubriacata e non ricordando pi la consegna, port queste bo mbe nel palazzo reale e alla sentinella che gli domandava che cosa portasse risp ose: - Oh, bella! Porto delle bombe. Subito il corpo di guardia fu in allarme; s'arrest l'Albanese, si fece alzare il sultano e gli si fece cambiar appartamento per metterlo al riparo da ogni attent ato. Soltanto il giorno dopo, l'equivoco fu chiarito, e l'Albanese imprudente fu fustigato ma poi rilasciato e il sultano torn a casa sua. (Revue de Paris, 1 genn aio 1897). 19. Era proverbiale la gran paura che degli attentati aveva Abdul-Hamid. Un gior no, nell'entrare in una moschea, la terra si mise a tremare: era, come si seppe, una scossa di terremoto; ma l per l il sultano credette a una bomba e fugg spavent ato, riparando in una nave. Ci volle del bello e del buono per persuaderlo che i Giovani Turchi non avevano niente a che fare in quell'incidente. Aveva tal paur a della stessa parola dinamite, che non volle che s'impiantasse a Costantinopoli l a luce elettrica, perch gli avevano detto che ci voleva una dinamo. Il sovrano conf ondeva dinamo con dinamite. (Revue de Paris, 1 gennaio 1897). .20. Un Francese ebbe udienza dal sovrano, e incoraggiato dall'affabilit di lui e bbe a manifestare la sua sorpresa per le grandi mangerie che c'erano nei ministe ri. Il sultano, sorridendo e scotendo la testa, rispose in perfetto francese: - Non ve ne scandalizzate troppo. In Turchia tutti mangiano. La sola differenza che, secondo i precetti di Molire, alcuni mangiano per vivere e gli altri vivono per mangiare. (Revue de Paris, 1 gennaio 1897). ABERNETHY Giovanni n. 1763 - m. 1831; famoso medico e chirurgo irlandese; autore di pregevoli tratt ati. 21. Abernethy era ben noto pel suo laconismo: egli detestava i lunghi consulti e le chiacchiere inutili. Una signora che conosceva questa particolarit si present a lui per farsi curare il morso di un cane. Ella entr senza fiatare, si scopr la f erita mettendola sotto gli occhi del dottore. - Una graffiata? - domanda costui. - Un morso - risponde la cliente. - Un gatto? - Un cane. - oggi? - Ieri. Il dottore ne fu tanto entusiasmato che poco manc non volesse abbracciare la sign ora. La cur con grande premura, la guar e non volle essere pagato. (E. GUERARD, Di ctionnaire d'anecdotes). 22. Il dottor Abernethy era amico di una signora, che era anche naturalmente sua

cliente, e gli piaceva andare tutti i giorni a passare qualche mezz'ora con lei . Un giorno egli si present come gli altri giorni alla sua porta, ma il servo, un o stordito, gli disse: - La signora oggi non pu riceverlo, essendo malata. Figuratevi le risa del dottore. (E. GUERARD, Dictionnaire d'anecdotes). 23. Il dottor Abernethy tra le altre originalit aveva quella che gli seccava di e ssere svegliato la notte. Una notte appunto era stato gi svegliato per accorrere al letto di un malato, e mentre tornava a letto stanco e assonnato, sent sonare a ncora alla porta. - Chi ? - grid con gli occhi fuor della testa. Dal di fuori dell'uscio una voce affannata scongiurava: - Presto, presto, dottore, mio figlio ha inghiottito un topo. - Ebbene - fece calmo il dottore - ditegli di inghiottire un gatto, e lasciatemi dormire in pace. E non ci fu verso di smuoverlo. (E. GUERARD, Dictionnaire d'anecdotes). 24. Un malato gli chiese come poteva guarire dalla gotta. - Vivete - gli rispose il dottore - con uno scellino al giorno, guadagnandovelo a furia di fatica, e vedrete che non avrete pi la gotta. (FEYRNAT, Cronaca). O 25. Abernethy, considerando lo stomaco come il focolare di quasi tutte le mala ttie, diceva: Lo stomaco tutto. Noi lo trattiamo male quando siamo giovani, ed eg li si vendica, trattandoci male quando siamo vecchi. (Giardino d'Esculapio). ABOUT Edmondo n. 1828 - m. 1885, romanziere e commediografo francese. 26. Dopo il colpo di Stato del 16 maggio, i suoi amici politici, molti dei quali erano riusciti vincitori proprio per merito di About, lo dimenticarono affatto. Neanche una carica, neanche un'onorificenza. Edmondo About sorridendo diceva: - Mi avevano promesso tutto, io avevo accettato tutto... e non ho otte' nuto nul la! (JOLLIVET, Souvenirs). 27. L'imperatore Napoleone III aveva fatto cavaliere della Legion d'onore lo scr ittore Edmondo About, a sua insaputa; e per rendere anche pi grata la sorpresa, a veva incaricato il suo ministro, duca di Persigny, di portare lui stesso la deco razione al giovane scrittore durante un pranzo in casa della principessa Matilde , al quale ministro e scrittore erano invitati. Finito il pranzo, il ministro dice ad About: - About, chiudete gli occhi. Lo scrittore obbedisce. Persigny prende la croce di cavaliere e, appuntandola su l petto di About, che sempre a occhi chiusi, gli domanda: - About, vediamo se in dovinate che cosa io vi faccio in questo momento. About maliziosamente: - Ufficiale della Legion d'onore! (Manuel gnral, 2 febbraio 1935). 28. Poco prima di consegnarsi alla polizia, il brigante Bellacoscia si era stabi lito a Bocognano, suo paese natale. Vi capit un giorno Edmondo About, il quale si rec. a visitarlo e fu invitato a cena. Il brigante gli mostr i ricordi delle sue campagne e i regali che aveva avuto dai signori recatisi a visitarlo, dal giorno che, abbandonata la sua professione, si era dato ad un onesto riposo. - Signor About, - disse il bandito - se volete darmi anche voi qualche cosa, ve ne sar grato. - Volete questo? - No, grazie. cosa preziosa e non permetto che ve ne priviate. - Ma io non ho altro indosso che questo orologio o questo coltello da caccia. Sc egliete. Eccovelo; con una raccomandazione, per. Se mai dovreste servirvene... i casi sono tanti nella vita... non lasciatelo sul posto. Sulla lama c' inciso il m io nome... 29. About aveva fatto rappresentare all'Odon una commedia, Gag Fana, che non avev a avuto successo. Tutto il Quartiere Latino era allora collegato contro di lui, e aveva impedito con un tumulto infernale la rappresentazione. Un'attrice era sv enuta. Quando About pubblic questa commedia in volume, subito dopo l'intestazione : Atto primo, Scena prima fece stampare: Qui il pubblico imparziale comincia a fisc hiare. E fu la sua vendetta. (Manuel gnral, 26 gennaio 1935). 30. Il commediografo Claudin aveva rappresentato una commedia che aveva fatto fi

asco. L'autore and a trovare il celebre critico About che avrebbe dovuto farne la recensione. Capisco che non puoi dir bene del mio lavoro - gli disse. - Ma potresti parlare degli scenari, dei costumi, dell'interpretazione, senza entrare nel merito del l avoro. Eviterei cos i sarcasmi della tua critica mordace. - Non dubitare - gli rispose About - cercher di accontentarti. Non posso evitare di parlare del merito della commedia, ma lo far con una riga sola. Va bene? Infatti, sul giornale del giorno dopo, About parlava a lungo dell'intreccio dell a commedia, degli scenari, dell'interpretazione, e finiva con solo una riga di c ommento, cos: A mezzanotte cadde la tela e con essa anche la commedia. (La Tribuna, 14 novembre 1901). ABT FRANZ n. 1819 - m. 1885; musicista tedesco. 31. Franz Abt, valoroso direttore del Teatro di Corte in Germania, fu celebre, p i che per la sua arte, per il suo appetito formidabile. La mattina dopo la notte di Natale, incontr un amico, che gli domand: - Donde venite, maestro, con un'aria cos allegra? - Da tavola, mio caro amico. - E che avete mangiato di buono? - Un tacchino. - Quanti eravate a tavola? - In due. - E l'altro chi era? - Il tacchino - disse Franz Abt, proseguendo la sua strada ed accarezzandosi il ventre con soddisfazione. ABU celebre dottore musulmano. 32. Abu fu interrogato su una questione assai difficile. - Non ne so nulla - rispose il dottore. - Come! Il califfo non vi paga per la vostra scienza? - Certo! Egli mi paga per quello che so, perch se dovesse pagarmi per tutto quel che non so, non avrebbe tesori bastanti. (Encyclopdie mthodique). ACCIAIUOLI Donato n. 1429 - m. 1478; uomo politico italiano 33. Fu un grande oratore. Bellissimo di aspetto ed elegantissimo, aveva fama di una grande continenza, tanto che il suo biografo Vespasiano afferma che giungess e a nozze a trentadue anni senza aver mai conosciuto una donna. In un'ambasceria a Milano il duca Galeazzo, per fargli uno scherzo, gli fece trovare nella sua c amera da letto una bellissima donna in tutto lo splendore della sua nudit. Come s i accorse del tiro, egli, senza nemmeno guardarla, chiam il suo cameriere e gli d isse: - Accompagnate fuori la signora che ha sbagliato camera. (Russo, Oratori). ADDISON Giuseppe n. 1672 - m. 1719; scrittore inglese. 34. Addison fu deputato e ministro. Ma non vi fece buona prova. Come deputato no n pot esporre una sua mozione perch sul pi bello del suo discorso non trov pi le parole adatte e dovette rinunziare a parlare. Come ministr o, dal suo ufficio non uscivano pi lettere, perch, scrupolosissimo della purit dell a lingua, non faceva che correggere e ricorreggere e poi finalmente strappava tu tte le lettere che gli presentavano i suoi segretari. (Nuova Antologia, 1883). 35. Addison racconta che in un suo viaggio a Venezia, in riva degli Schiavoni vi de un teatrino di marionette che rappresentava la morte di Catone. Il fiero repu bblicano, secondo quel dramma popolare, amava la figlia di Scipione, ma non era riamato, perch la donna aveva dato il suo cuore a Giulio Cesare. Disperato pertan to, Catone si uccide, dopo aver letto le Vite di Plutarco e la Gerusalemme liber ata del Tasso (Nuova Antologia, 1883). 36. Un tempo, quando moriva un sovrano, si ordinava il lutto pubblico: tutti i s udditi cio dovevano portar l'abito nero; ed era una spesa non indifferente per la povera gente. Addison aveva preso a frequentare un caff, dove trovava immancabil mente un panciuto e rubicondo avventore, il quale leggeva tutti i giornali scrup

olosamente e, quando aveva finito, tirava un respiro e diceva ad Addison: - Sia lodato Dio! Tutti i principi stanno benone. Tutta la numerosa famiglia rea le gode di un'eccellente salute, e per ora almeno non c' nessun lutto pubblico in vista. Addison fece delle indagini e venne a sapere che quel gran monarchico non era al tri che un famoso fabbricante di seterie e di nastri. (SCARLATTI, Et ab hic et a b hoc). 37. Quando Addison fu in punto di morte, fece chiamare presso il suo capezzale s uo genero, Warwick, la cui vita fatua e leggera lo faceva stare appenato. Warwic k accorse, e domand al suocero: - Perch mi avete fatto chiamare? Avete qualcosa d'importante da dirmi? Parlate pu re, e ogni vostra parola mi sar sacra. Addison allora, in un visibile sforzo, gli disse con voce affievolita dalla gran debolezza: - Vi ho chiamato, perch poteste vedere in quanta pace pu morire un buon cristiano. (TAINE, Histoire de la littrature anglaise). ADRIANO n. 76 - m. 138: famoso imperatore romano; figlio adottivo e successore di Traian o. 38. Quando mor Traiano, molti concorrenti si disputarono l'impero. Adriano li vin se tutti. I suoi rivali e nemici vivevano in gran paura delle sue vendette; ma A driano li rassicur esclamando: - State pure tranquilli, poi che essendo diventato. imperatore Adriano, voi siet e salvi. (Encyclopdie mthodique). 39. Adriano aveva sposato Giulia Sabina, nipote del suo predecessore Traiano. Ma ben presto si accorse che la moglie non gli era molto fedele. Mentre egli era c on l'esercito in Britannia, l'Imperatrice che era a Roma vi conduceva una vita p oco decente e di l scrisse a un giovane ufficiale romano che militava sotto il co mando del marito per rimproverarlo che l'avesse dimenticata forse - diceva Giulia Sabina - perch qualche ragazza di cost ti ha affascinato. Questa lettera cadde nelle mani dell'imperatore. Qualche tempo dopo, il giovane ufficiale and da Adriano a chiedergli un permesso per recarsi a Roma dove lo richiamavano affari urgenti. - Ebbene, giovanotto - gli disse affabilmente l'imperatore - vai pure di buon an imo, perch l'imperatrice mia moglie ti attende a braccia aperte. (Dictionnaire de l'Amour). 40. Il filosofo Favorivo disputava assai spesso di filosofia con l'imperatore Ad riano, ma finiva per dargli sempre ragione. Avendolo l'imperatore rimproverato d i ci, rispose: - Sarebbe troppo pericoloso aver ragione con un uomo che ha trenta legioni per r intuzzare i vostri argomenti. (Encyclopdie mthodique) ADRIANO VI n. 1459 - m. 1523; papa dal 1522 al 1523, precettore di Carlo Quinto. 41. I Romani, avvezzi agli splendori di Leone X, non potevano soffrir il papa Adr iano VI, che non era italiano, che non sapeva la nostra lingua e. odiava arte e artisti. Quando il papa mor, fu un respiro di sollievo, e sulla porta di casa del medico Antracino, che aveva curato il pap nell'ultima malattia, fu trovata una c orona di fiori con questa iscrizione: Il Senato e il popolo romano al liberatore della patria. (STENDHAL, Promenades dans Rome). AFFRE Dionigi Augusto n. 1793 - m. 1848; vescovo di Parigi, tent di predicare la calma nei moti parigin i del 1848; cadde ucciso nel sobborgo di San 'Antonio. 42. Monsignor Affre, vescovo di Parigi, si trovava un giorno, quando era semplic e abate, sopra una diligenza insieme con un commesso viaggiatore libero pensator e, che pens bene di divertire i passeggeri a spese del sacerdote. - Signor abate, - gli chiese - sapete che differenza c' fra un vescovo, e un asin o? - No signore - rispose gentilmente Affre. - Ebbene, ve lo dico io: i vescovi portano la croce sul petto, e l'asino sulla s chiena.

Si ride molto, nella diligenza. L'abate lascia sfogare l'allegria dei compagni d i viaggio, poi: - E voi, signore, sapreste dirmi a vostra volta, qual la differenza che corre fr a un asino e un commesso viaggiatore? If giovanotto ci pensa a lungo, poi: - No, proprio non lo so, signor abate! - E nemmeno io, signore! (KARR, Gupes). AGESILAO re di Sparta, regn dal 399 al 361 a.C. 43. Agesilao era stato gi eletto re dei Lacedemoni, quando, entrando a teatro, gl i fu dato per errore un posto niente affatto onorevole. Agesilao non se ne ebbe a male, e disGSPLIT:uPalazzi-Zanichelli 1.txtYD\DZ ( h_Archivio GSplit

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