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e l'Arnould - perch infatti i ca valieri di Malta sono stati creati apposta per c acciare gl'infedeli! (Encyclopdiana). 551.

L'opera in musica ebbe a Parigi un momento di grave crisi. Piacevano solo i balli, e i canti erano appena tollerati. Sofia disse: - C' un rimedio. Bisogna allungare i balli e accorciare le sottane. Intanto per i direttori dell'Opera le tolsero la gratificazione di mille lire di cui ella gode va. - Capirete - le dicevano - le vostre rappresentazioni sono adesso tanto rare, ch e ogni volta che cantate ci costa pi di cento scudi. - Allora, se ogni volta che cantavo vi costavo tanto, ora che non canto pi mi dov reste dare non gi mille lire, ma diecimila! (DUSSANE, Sophie Arnould). 552. Un'attrice che aveva avuto un figlio da un suo amante diceva che il ragazzo sarebbe stato educato nella famiglia del padre. - Ho capito - rispose pronta Sofia - lo metterete nel collegio delle Quattro Naz ioni! (DUSSANE, Sophie Arnould).553. Alcune signore criticavano una collana di diamanti che portava un'attrice. - Quella collana - dicevano - troppo lunga e scende troppo in basso... - Vuol tornare alla fonte... - rispose pronta l'Arnould. (DUSSANE, Sophie Arnoul d). 554. Un tale molto pigro cercava un mestiere in cui ci fosse da gua dagnar molto con poca fatica: - Allora - gli disse l'Arnould - dovreste far il marito tradito, mestiere nel qu ale soltanto la moglie si d molto da fare! (DUSSANE, Sophie Arnould). 555. Un autore si lamentava che il pubblico avesse fischiato una sua commedia. - Mi consolo tuttavia - disse - che essa stata rappresentata dinanzi a un pubbli co non ancora abbastanza formato per capirla. La pera non matura. - Ma sebbene non matura caduta lo stesso esso - rispose pronta l'Arnould. (DUSSA NE, Sophie Arnould). 556. Un giorno una signora si lamentava che un uomo col quale ella aveva avuto u n battibecco l'aveva chiamata con un epiteto che di solito si d alle donne disone ste. - Che volete, signora, - le disse Sofia Arnould - gli uomini oggi sono cos maledu cati che chiamano tutte le cose col loro vero nome! (DUSSANE, Sophie Arnould). 557. Si parlava di Beaumarchais e un tale diceva che sarebbe finito male, dato i l suo carattere. Sofia Arnould interloqu dicendo: - Verissimo, finir impiccato; ma vedrete che la corda si spezzer al momento giusto . (LEON VALLE, La Sarabande). 558. Sofia Arnould and a trovare Voltaire. Ah, signorina, le disse il gran vegliardo - ho ormai ottantaquattro anni e ho co mmesso nella mia vita ottantaquattro corbellerie! - Caro amico, - le rispose la grande attrice - siete ben modesto, voi. Io ne ho appena trenta e ne ho commesse parecchie migliaia. (Encyclopdiana). 559. Una famiglia molto vanagloriosa ma tutta composta di persone di corta intel ligenza aveva fatto fare nel suo palazzo una porta monumentale. Se ne parlava un a sera in un salotto. Sofia Arnould, spiritosa e maliziosa come il solito, osser v: - Quella porta come una enorme bocca, che si spalanca tutta per far uscire solta nto delle sciocchezze. (E. GUERARD, Dictionnaire d'anecdotes). 560. La signorina Arnould discorreva con alcune amiche della poca educazione di un tale che, anche parlando con signore, usava termini poco decenti. - Figuratevi - disse l'attrice - che l'altro giorno ha detto in mia presenza una parola che preferirei aver in ogni altra parte del corpo fuor che nelle orecchi e. (LEON VALLE, La Sarabande). 561. Una signora domand una sera alla signora Murville, la figlia di Sofia Arnoul d, che et avesse sua madre. - Io non ci capisco pi niente - rispose la figlia. - Mia madre crede ogni anno di avere un anno di meno, e se dura cos, tra poco io sar pi vecchia di lei., (MTRA, Co rrespondance secrete). 562. Alla vendita all'asta degli oggetti appartenenti a M.lle Laguerre, cantante all'Opera e di costumi molto liberi, alcune signore del gran mondo si lamentava

no dell'altissimo prezzo raggiunto da ogni pezzo. Sofia Arnould malign: - Quelle signore vorrebbero forse aver queste cose... a prezzo di costo? (E. GUE RARD, Dictionnaire d'anecdotes). 563. Il comitato rivoluzionario and un giorno a fare una visita domiciliare in ca sa dell'attrice Sofia Arnould, e gi alcuni dei suoi membri sospettavano poco patr iottismo nell'attrice, quando uno di essi vide in un canto- il busto dell'attric e fatto da uno scultorello di poca importanza ed, equivocando, credette che foss e il busto di Marat. Indicandolo ai compagni appunto come il ritratto del celebre patriota, essi la l asciarono libera. - Meno male! - esclam, soddisfatta costei, quando i rivoluzionari se ne furono an dati - meno male, che un busto eseguito da cane pu esser buono qualche volta a sa lvarci! (E. GUERARD, Dictionnaire d'anecdotes). , 564. Rimproveravano a Sofia Arnould di accontentarsi di avere come compagno - d opo aver vissuto con i pi grandi signori - un semplice architetto. - Che volete! - diss'ella. - Tante persone han cercato di rovinar la mia reputaz ione che bisogna bene che prenda un architetto per restaurarla! (E. GUERARD, Dic tionnaire d'anecdotes). 565. Era stato nominato ministro della marina Boynes, che par che avesse poca pr atica di vita marinara. Quella lingua lunga di Sofia Arnould lo vide una sera, p oco dopo la sua nomina, in un palchetto del teatro dell'Opera, mentre si rappres entava un dramma in cui entrava un vascello che doveva figurar di navigare in un mare agitato. - Oh, bella! - esclam Sofia Arnould - Boynes venuto alla rappresentazione di ques ta sera per farsi un'idea della marina. (LEON VALLE, La Sarabande). 566. - Notate quella persona - disse un giorno - diventa devota a vista d'occhio : prega quando la si guarda! (LEON VALLE, La Sarabande). 567. Apprendendo la conversione di un'amica, esclam: - Ah, la briccona! si fatta santa da che ha saputo che Ges si fatto uomo! (DE LA BATUT, L'esprit des grands hommes). 568. Sofia Arnould definiva il divorzio: il sacramento dell'adulterio. (DE LA BA TUT, L'esprit des grands hommes). 569. C'era stato un duello al bosco di Boulogne, e tutti gli eleganti di Parigi avevano assistito al combattimento, che per fortuna era finito senza nessuna co nseguenza. Sofia Arnould, che era presente con gli altri, nel risalire in carroz za, esclam: - Ah, che impressione profonda mi ha fatto il vedere un duello! Un'altra volta n on ci vengo pi, anche se mi assicuraste che si ammazzeranno tutt'e due (MAURICE, Histoire du thtre etc.). 570. Sofia Arnould, che sapeva far piangere e fremere tutto il teatro, si divert iva invece a dir agli altri attori che erano in scena con lei ogni sorta di buff onate, proprio mentre il dramma era pi tragico e commovente. Quando cadeva svenut a tra le braccia di un amante, mentre la platea singhiozzava, ella esclamava a b assa voce: - Ah, caro Pilot, come sei brutto! (L'esprit de Sophie Arnould). 571. Il trageda Lemierre diceva una sera a Sofia Arnould: - Ricordatevi che D'Alembert, dopo la prima rappresentazione della mia Ipermestr a, mi disse che io avevo fatto fare un passo alla tragedia. - E chi vi dice di no, caro mio? - rispose Sofia Arnould. - Tutto sta a vedere s e si tratta di un passo avanti o di un passo addietro. (LEON VALLE, La Sarabande) . 572. Una attrice bella, ma stupida come un'oca, si lamentava con Sofia Arnould d i essere perseguitata da una folla di corteggiatori che non la lasciavano in pac e. - Ah; cara mia, e perch, - le rispose l'Arnould - per farli allontanare subito, n on parlate? (LEON VALLE, La Sarabande). 573. Un tale diceva alla spiritosissima Sofia Arnould: Sapete che vi dnno quarant'anni? - Oh! - rispose l'attrice che ne aveva sessanta - ma io non li accetto. (LEON VA LLE, La Sarabande).

574. Un giorno Sofia Arnould vide Gentil Bernard che passeggiava solo soletto, e come immerso in gravi pensieri. - Che cosa fate? - gli domand. - Sto parlando con me stesso - rispose Bernard. - State attento! - osserv Sofia Arnould - voi parlate con un adulatore. (LEON VAL LE, La Sarabande). 575. Si raccontava una sera in conversazione di un cappuccino che era stato divo rato da un lupo. Sofia Arnould disse: - Povera bestia! Si vede proprio che la fame una cosa terribile! (LEON VALLE, La Sarabande). 576. Un tale faceva l'elogio di un'attrice, la signorina Fel, per la buona reput azion che si era guadagnata e per la vita ritirata e modesta che conduceva. - Non ve ne fidate - rispose Sofia Arnould i - ella come Penelope, e disf di nott e quel che ha fatto di giorno. (LEON VALLE, La Sarabande). 577. Si scherzava sull'abitudine che aveva il principe Conti di farsi regalare, in ricordo, un anello da ogni bella donna della quale avesse goduto i favori: - Non ci vedo altro che una spiritosa allegoria - osserv Sofia. Una .bella donna non altro che un anello, che gira in societ e che chiunque pu mettersi in dito. (BR ING, Das goldene Buch der Anekdoten). 578. Si parlava, in presenza di Sofia Arnould, di una signora. - Oh! - disse la maliziosa - una bravissima signora, che ha una spiccata prefere nza per tutti gli uomini. (LEON VALLE, La Sarabande). 579. Un giorno Sofia Arnould vide due comici, non dei pi bravi, che facevan la co rte alla danzatrice Gumard, che era bellina ma magra da far paura. - Mi pare - disse l'Arnould - di vedere due cani che si stanno a disputare un os so. (LEON VALLE, La Sarabande). 580. Il famoso esattore Terray aveva adottato, al principio dell'inverno, un mag nifico e lussuoso manicotto, per ripararsi le mani dal freddo. - Che bisogno ha egli di un manicotto - disse Sofia Arnould - dal momento che ti ene sempre le mani nelle nostre tasche? (LEON VALLE, La Sarabande). ARTASERSE re di Persia dal 471 al 424 a. C. 581. Artaserse, re di Persia, avendo perduto una battaglia, fu costretto nella f uga a pranzare con alcuni fichi secchi e un po' di pan d'orzo. - O Dio! - esclam - e io che finora mi ero privato della gioia di questi cibi per correre dietro a ogni sorta di squisitezze! (BLANCHARD, Ecole des moeurs). ASQUITH Herbert Enrico n. 1864 - m. 1928; famoso uomo politico inglese, era ministro al principio della prima guerra mondiale. 582. Mentre era studente, Asquith aveva fondato coi suoi compagni una specie di piccolo Parlamento, in cui si svolgevano scene degne della Convenzione. Un giorn o si discusse una mozione per introdurre il diritto di fumare nella sala dove si prendeva il t; e gli animi si riscaldarono tanto, che il Consiglio Direttivo fu messo in stato d'accusa. Questo giocare ai deputati fu una maravigliosa scuola politica per il futuro minis tro britannico. In questa assemblea del resto Asquith aveva degli avversari e co mpagni degni di lui: uno dei suoi avversari fu per esempio il futuro lord Randol ph Churchill. Uno dei suoi professori, diceva di Asquith: - E' un uomo che andr lontano, perch cammina diritto. (Revue des deux mondes, l' m aggio 1908). 583. Durante una campagna elettorale, un segretario di Asquith trov in una catape cchia, al posto d'onore, un ritratto dell'uomo di Stato, che evidentemente era s tato ritagliato da un giornale illustrato. Molto compiaciuto, egli esclam: - Avete fatto bene a metterlo li; si vede che l'ammirate molto, nevvero? - Oh! - rispose il padrone della casupola - io non so nemmeno chi sia; ma l'ho m esso l perch rassomiglia un po' al mio compare; (Histoires anglaises). 584. Caratteristico quest'aneddoto. Un giorno un Americano .che era venuto a tro varlo gli disse: - Ho sentito parlar di voi dal presidente Wilson, dal colonnello House e da vost

ra moglie... - E che cosa ha detto di me mia moglie? - domand premurosamente Asquith. (MAUROIS , Edouard VII et son temps). 585. Mentre era ministro, alcuni operai erano stati uccisi in una sommossa a seg uito di uno sciopero. Egli non ne aveva nessuna colpa, ma i deputati d'opposizio ne gli rimproverarono a lungo questa disgrazia. - Quando voi nel 1892 avete assassinato quegli operai... - gli disse un giorno a lla Camera un deputato laburista. Asquith, calmo calmo. rettific: - Non fu propriamente nel 1892, ma nel 1893. (MAUROIS, Edouard VII et son temps) . 586. Quando fu ministro, riceveva spesso la visita di un suo amico molto importu no, che veniva sempre a chiedergli i posti che via via si rendevano vacanti ora per uno ora per un altro dei suoi amici. Asquith ne era seccato, ma non sapeva c ome liberarsene. Una volta, questo noioso postulante perpetuo venne a trovar Asq uith poche ore dopo che era morto un alto funzionario del ministero. - Non potrebbe il mio amico Y. prendere il posto del signor Smith? - gli chiese. - Oh, faccia pure! - rispose il ministro. - Se sta bene a lui! Basta che s'infor mi se la cassa da morto giusta per la sua misura. (Histoires anglaises). ASSAN n. 1056 - m. 1124; fondatore della setta politico- religiosa degli Assassini, ch e acquistarono grande potenza in Persia e in Siria; fu il primo dei Vegli della Montagna. 587. Quando il califfo Singiar tent di distruggere la potente setta fondata da As san e perci detta degli Assassini (terrore dei secoli XI e XII), trov una mattina un pugnale infitto nel capezzale con questo laconico avvertimento di Assan: Il pugn ale qui confitto poteva piantarsi nel tuo cuore. (CANT, Storia Universale). 588. Ritirato a vita santa, un giorno un servo gli gett, in sbaglio, del brodo bo llente addosso. - Il Paradiso per chi frena la collera - disse il servo. - Ma io non sono in collera - fece Assan. - E per quei che perdonano le offese. - Io perdono la tua. - E per quei che rendono bene per male. - Ed io ti dono la libert e 400 monete d'argento - termin Assan. (CANT, Storia Univ ersale). ATTALO, detto Filadelfo n. 220 - m. 138 a. C. fu re di Pergamo, succedendo al fratello Eumene II; fu ami co e alleato dei Romani. 589. Era allora re di Pergamo Eumene II. Essendo in guerra con Perseo, re di Mac edonia, questo perfido nemico mand dei sicari per ucciderlo, approfittando del te mpo in cui il re, quasi senza seguito, andava in pellegrinaggio devoto al tempio di Delfo. I sicari lo assaltarono e lo lasciarono morto. A Pergamo giunse la notizia della morte di Eumene, Attalo, fratello del re, che da molto tempo amava, senza farlo conoscere, la bella regina Stratonice, moglie del fratello, ora che ogni ragione di segreto era sparita, dichiar alla regina il suo amore. Verosimilmente anche Stratonice amava segretamente il cognato, perch acconsent alle nozze. I due sposi novelli' erano ancora nei primi trasporti della loro felicit, quando ricomparve Eumene, che era stato solo ferito e s'era adesso guarito. - Un'altra volta, prima di sposar mia moglie, accertati che io sia morto - si ac content di dire Eumene al fratello; e questi, commosso da tanta indulgente modera zione, sacrific la sua passione al dovere, e restitu la sposa al fratello. (Dictio nnaire de l'Amour). 590. Egli merit davvero il soprannome di Filadelfo, che significa amico del fratel lo. Eumene aveva dato luogo a sospetti nella sua amicizia e alleanza coi Romani, in modo che era caduto un po' in disgrazia. Egli ,mand allora a Roma il fratello Att alo, perch perorasse la sua causa. Ma i Romani non volevan persuadersi dell'innoc enza di Eumene, e proposero ad Attalo di far lui re di Pergamo. La tentazione er

a grande, tanto pi che il suo amore per Stratonice doveva fargli serbar rancore c ontro il fratello che gliel'aveva portata via: ma la virt vinse sull'ambizione, e Attalo rest fedele al fratello. Quando pi tardi Eumene mor, lasci per testamento al fratello il trono e la moglie. (Dictionnaire de l'Amour). AUBER Daniele n. 1782 - m.1871; celebre musicista francese. 591. Un professore d'orchestra, non riconoscendo una sera una ballerina che entr ava in scena, domand al suo vicino chi fosse. - Come? la signora Zina, quella che ha avuto la maglia scucita la prima sera che ball. Auber, che aveva sentito quel discorso, intervenne: - Ed un avvenimento molto importante, perch fu la prima volta che qualche cosa di scucito ebbe successo! (Manuel gnral, 5 novembre 1933). 592. Il celebre compositore Auber si - trovava un giorno all'Opera Comica, quand o gli fu consegnata una lettera del principe Y. senatore dell'Impero, autore di due opere. La lettera cominciava con le parole: Caro collega. - Ehi! - domand allora Auber all'amico che era con lui - il principe Y. mi scrive : Caro collega. Che io sia stato nominato senatore? (Minerva, 12 marzo 1899). 593. A due licenziande del Conservatorio di cui era direttore, Auber fece questo complimento: - Voi arriverete tutte e due: tu, figlia mia, per l'incanto della tua voce, e tu, figliola, per la voce dei tuoi incanti! (LAROUSSE). 594. In una conversazione con Auber, un tale si lagnava della sorte a tutti comu ne: quella d'invecchiare. - Eppure, caro amico, - disse il compositore - questo l'unico mezzo finora scope rto per vivere a lungo. (BRING, Das goldene Buch der Anekdoten). AUBERNON Giuseppina. dama francese che ebbe un ricercato salotto nella met del secolo XIX. 595. Dopo la prima rappresentazione del Monde ou l'on s'ennuie, Madame Aubernon, che vi aveva riconosciuto il suo salotto, disse con molta malizia a Pailleron: - Dal momento che volevate riprodurre un salotto letterario, perch non avete scel to il mio? (GUY DE LA BATUT, L'esprit des grands hommes). 596. Disse un giorno alla signora Baigueros, che era molto maldicente: - Laura, non tagliate la conversazione con le, vostre forbici d'oro! (GUY DE LA BATUT, L'esprit des grands hommes). 597. Di un giovanotto un po' goffo e impacciato, esclam: - Si vede che un figlio fatto senza gusto. (GUY DE LA BATUT, L'esprit des grands hommes). AUBIGN (Teodoro Agrippa d') n. 1552 - m. 1630; consigliere ed amico del re Enrico IV di Francia. 598. Scampato quasi miracolosamente alla strage degli Ugonotti, la notte di San Bartolomeo, si era rifugiato in casa di un certo Talcy, di cui amava segretament e la figlia, e l si lament di essere senza denari, mentre avrebbe voluto ritirarsi con quaranta. dei suoi correligionari a La Rochelle, per asserragliarvisi e con tinuar di l la lotta. Allora Talcy gli disse: - Qui vicino abita E Hopital, ricchissimo. Costui ha abbandonato la causa degli ugonotti ed diventato nostro nemico, perci non merita nessuna compassione. Voi un giorno m'avete detto che avete alcune carte compromettenti che lo riguardano. D atemi queste carte, e io sono sicuro di riuscire con esse a farvi dare da L'Hopi tal la somma di cui avete bisogno per poter continuare la vostra lotta e per sal var voi e i vostri correligionari. Allora d'Aubign cav fuori da un sacco di velluto, che portava sempre con se, alcun e carte, le fece vedere al Talcy: eran proprio quelle che compromettevano L'Hopi tal; ma invece di consegnarle al Talcy, le bruci sotto i suoi occhi. - Le ho bruciate - disse - per paura che mi bruciassero esse. Non volevo essere esposto alla tentazione di servirmene. (Magazin historique, 1764). 599. Avendo Enrico IV ammonito lo storiografo d'Aubign di celebrar degnamente il proprio regno, quegli rispose:

- Sire, voi cominciate intanto afare ed io comincer a dire. (Encyclopdiana). 600. Il re Enrico IV rimproverava un giorno il conte d'Aubign, perch continuava a mostrarsi amico del signor De La Tremouille, che era stato esiliato. - Sire, - gli rispose d'Aubign - il signor De La Tremouille gi troppo disgraziato per aver perduto il favore del suo re. Non sarebbe bene che io lo abbandonassi p roprio nel momento in cui ha maggior bisogno della mia amicizia. (Encyclopdie mtho dique). 601. Un giorno Enrico IV, incontrando a caso d'Aubign, gli domand di dove veniva. - S, sire - rispose d'Aubign. Ma io vi ho domandato di dove venite. - S, sire. - Ma siete pazzo? - S, sire. - Ma perch, a ogni mia domanda, mi rispondete sempre cos? - Perch ho notato che ai re bisogna rispondere sempre di s, per non cadere in disgrazia. (Encyclopdiana). 602. Due vecchie signore trovarono d'Aubign nella galleria del Louvre. Gli domand arono: - Che cosa fate qui, marchese? - Come vedete - rispose il d'Aubign - sto ammirando le antichit. (PANCKOUCKE). 603. D'Aubign, quando aveva settanta anni,* si mise in testa di sposare una ragaz za di sedici anni, e tanto fece che gli riusc. Il giorno del matrimonio il parroc o che li spos prese come argomento della predica le parole del Vangelo: Perdonate loro, perch non sanno quel che fanno!. (CHAMFORT). AUDOUIN Saverio n. 1766 - m. 1837; uomo politico francese, membro della Comune di Parigi, commis sario in Vandea. 604. Saverio Ardonin era fiero repubblicano. Pur ammirando Napoleone, non volle mai nulla da lui. Napoleone voleva farlo senatore, ed egli rifiut. - Se avessi trovato cinque repubblicani come voi - gli disse Napoleone non avrei mai pensato a far un Impero. (MAURICE, Histoire anecdotique du thtre). 605. Sebbene Audouin non volesse nessun beneficio da Napoleone, l'imperatore, ch e gli voleva bene, aveva trovato modo di fargli ottenere un posto senza offender e la sua fierezza repubblicana. Quel posto aveva uno stipendio che avrebbe fatto molto comodo alla famiglia del povero Audouin. Se non che egli venne a sapere c he un suo amico, molto bisognoso, aveva fatto domanda per averlo. E subito scris se all'imperatore perch volesse concedere il posto al suo amico. Napoleone lo acc ontent. - E quel vostro amico - gli domand un giorno l'imperatore - vi sar stato molto gra to del vostro sacrificio, non vero? - Quello... non l'ho rivisto pi! - rispose Audouin. (MAURICE, Histoire anecdotiqu e du thtre). 606. Saverio Audouin conosceva molti retroscena della storia e li raccontava ai suoi amici con molto brio. Uno di costoro gli disse un giorno: - Voi dovreste sc rivere le vostre memorie. Chi sa quante belle cose v'imparerebbero gli uomini! E Audouin: - Ma gli uomini non meritano che io li istruisca! (MAURICE, Histoire anecdotique du thtre). AUGEREAU Pietro n. 1757 - m. 1816; uno dei generali di Napoleone, maresciallo di Francia 607. Il generale Augereau, bravo e coraggioso ufficiale ma ignorantissimo di sto ria antica, incontr un giorno un suo amico ufficiale superiore. - Oh, bravo voi! - gli dice - ho saputo che andate in Egitto. Non potreste farmi un piacere? Sono tanti anni che sento parlare delle mummie di Egitto e non ne h o veduta mai una. Non potreste portarmene appunto una al vostro ritorno? L'altro promette e parte. Parecchi mesi dopo, di ritorno e corre a casa del gene rale. - E la mia mummia? - domanda Augereau La mummia c'era; e due facchini la portano a braccia sin dentro l'appartamento d el generale. Questi si china con grande ansia sul sarcofago; il primo e il secon

do involucro sono tolti, ed ecco che finalmente compare la mummia strettamente b endata. - Oh! - esclama Augereau, gettando un terribile sguardo al malcapitato amico - e ssa morta durante il viaggio! (Manuel gnral, 25 marzo 1933). AUGIER Emilio n. 1820 - m. 1889; filosofo francese, poeta e drammaturgo. 608. - Che state facendo di bello? - domandarono degli amici a Emilio Augier. A che cosa lavorate? E Augier col suo pi bel sorriso: - Amici miei, in questi tempi sono stato talmente ozioso, che non ho avuto tempo di far niente. (Revue de Paris, 1 luglio 1895). 609. Un giorno, dopo il successo di Filiberto, Napoleone fece chiamare Augier e l'invit a colazione. Durante il pasto gli domand: - Signor Augier, che cosa si pu fare per proteggere le lettere? - Oh, molto semplice - rispose Augier - basta amarle! (Manuel gnral, 8 luglio 1933 ). 610. Un aristocratico disprezzava 1e modeste origini di Augier. L'autore drammat ico gli rispose: - Ci sono delle persone che discendono dai loro antenati, altre che ne precipita no. Sareste voi di questi ultimi? C' tuttavia una differenza fra noi: voi siete l 'ultimo del vostro nome, io sono il primo del mio! (GUY DE LA BATUT, L'esprit de s grands hommes). 611. A proposito di un giovane autore molto criticato, Emilio Augier ebbe a dire : - Avete torto di criticarlo. A me piace, perch non posa. Ed una qualit gi rara quan do non si ha ingegno! (TREICH, Histoire thtrale). 612. Uno straniero lesse che una seduta della Accademia era stata presieduta da Augier. Non avendo mai sentito nominare questo autore e vergognandosi della sua ignoranza, corse da un libraio a chiedere le opere di Augier. Il libraio non ave va di lui se non le opere di Molire col suo commento e gliele diede. Lo straniero le lesse avidamente, credendo sul serio che fossero le opere di Augier. Qualche sera dopo, si trov con Augier in un salotto. - Caro signore, - gli disse - sono ancora stupefatto della bellezza e del vigore delle vostre opere: quanta verit, quanta grazia, quanta profonda osservazione de l cuore umano! Ma permettete che io vi dia un consiglio: fate ristampare la vost ra opera senza quelle stupide note che un imbecille qualunque vi ha apposte. (M. ME ANCELOT, Un salon de Paris). AUGUSTO n. 63 a. C. - m. 14 d. C.; primo imperatore romano, giusto, generoso, protettore delle arti. 613. Quando Augusto vinse Marco Antonio, costui, irritato di aver perduto la bat taglia campale, mand a sfidare il suo nemico a un combattimento singolare. - Sarei un bel matto se accettassi - gli rispose Augusto. - Ho ben altre strade per uscir dalla vita! (Encyclopdie mthodique). 614. Quando Augusto torn a Roma vincitore di Antonio, un artigiano gli present una gazza a cui aveva inse gnato a dire: Ave, Augusto vincito- re. L'imperatore ne fu cos lusingato che diede per quell'uccello seimila Sesterzi. Un vicino geloso and per a dire all'imperatore che l'artigiano aveva un'altra gazza che parlava e diceva delle cose interessan ti. Augusto volle vederla; la seconda gazza diceva: Ave, Antonio vincitore. Il fur bo artigiano aveva, da uomo prudente, istruito un altro uccello per il caso che vincesse Antonio. Augusto per, da persona di spirito, non se ne adont, e anzi sorr ise della cosa. (Encyclopdie mthodique). 615. Un povero poeta greco che si trovava a Roma, componeva quasi tutti i giorni dei versi in onore di Augusto, e quando lo vedeva uscire dal suo palazzo faceva in modo di presentarglieli. Augusto li leggeva e li lodava molto, ma non aveva mai regalato al poeta quei doni che egli sperava. Un giorno, quando Augusto vide fuori della sua porta il poeta, si fece dare da un servo una tavoletta, e vi scrisse su alcuni versi, che regal poi al Greco. Costui li lesse , li lod altamente, e, messa mano alla borsa, ne tir fuori qualche denaro e, conse

gnandoli ad Augusto, gli disse: - Sono pochi, lo so, e non sono degni della tua grande fortuna, ma se potessi, t i darei di pi. Tutti si misero a ridere, e Augusto, avendo capito la lezione, fece dare al poet a centomila sesterzi. (MACROBIO, Saturnali). 616. Un veterano di Augusto, avendo chiesto non so che cosa e volendo che gli fo sse fatta giustizia, scrisse all'imperatore perch lo proteggesse. Augusto, sapend o che il soldato era molto valoroso, incaric un abilissimo avvocato di difendere le sue ragioni. Ma il soldato si present a lui e gli disse: - Quando hai avuto bisogno del mio braccio per la difesa tua e del tuo impero, i o non ho mandato un altro al posto mio: sono accorso di persona. Tu dovevi fare egualmente con me, quando io avevo bisogno di te. Augusto sorrise, e diede ragione al veterano, prendendo egli stesso personalment e la difesa del soldato; e gli fece vincer la causa. (SVETONIO, Vita d'Augusto). 617. A uno spettacolo di gladiatori Augusto aveva notato la differenza di conteg no di sua moglie Livia, che era circondata da tutti uomini anziani e gravi, e di sua figlia Giulia, che era invece attorniata da una folla di giovinastri. Dopo lo spettacolo, Augusto scrisse una lettera alla figlia per farle notare questa d ifferenza. - Che meraviglia! - gli rispose Giulia. - Anche questi giovinastri che mi erano attorno invecchieranno con me. (MACROBIO, SatuGSPLIT:uPalazzi-Zanichelli 1.txtArch ivio GSplit&{5F9160D1-68ED-4692-9DC5-DA0556BA26AC}smDh`

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