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tanta diligenza la musica, e lo stracci. (MOTTINI, Con sette note). 670.

Bach era avvezzo a rimettersi completamente a sua moglie in tutte le evenie nze della vita quotidiana. Ma essa gli mor, ed egli si trov a dover pensare ai pre parativi per la sepoltura: un vecchio servo venne a chiedergli del denaro per un velo da lutto che voleva acquistare, e Bach, fra le lacrime, con la testa nelle mani: - Ditelo a mia moglie. (BRING, Das goldene Buch der Anekdoten). O 671. Bach ebbe un figlio, Giovanni Cristiano Bach, che rinneg la scuola musical e di suo padre, per abbracciare il gusto musicale italiano. Venne in Italia, si fece scolaro di padre Martini a Bologna, poi, abiurando il protestantesimo, si f ece cattolico e divenne, sotto il nome italianizzato di Giovanni Bacchi, organis ta al Duomo di Milano. Music anche alcuni libretti di Metastasio: Catone in Utica , Alessandro in India. (ROLLANO, Voyage musical au pays du pass). BACH Guglielmo Federico nato nel 1759, morto a Berlino nel 1846, musicista e compositore, fu l'ultimo di scendente della famiglia del celebre Sebastiano Bach. 672. Guglielmo Bach, pronipote di Sebastiano, aveva comprato, nel 1835, una vecc hia spinetta, sulla quale era dipinto lo stemma reale della antica monarchia fra ncese. La notte stessa vide in sogno un uomo con lunga barba, un gran collare di merletti e un ricco abito a sbuffi. i - Questa spinetta mia - disse lo strano personaggio. - Me l'ha regalata Enrico I II. Ascolta questa canzone d'amore che composi per lui. E, seduto alla spinetta, cominci a cantare, accompagnandosi, una roman za: J'ai pe rdu celle pour qui j'avais tant d'amour. Era un canto cos commovente, che Bach fin per piangere, e piangendo si svegli che aveva infatti gli occhi pieni di lagrime. La mattina seguente ebbe la sorpresa di veder sul leggio della spinetta, dove l a sera prima aveva posto un foglio di carta da musica, il foglio stesso coperto di note musicali. Messosi a leggerle, non riusc a raccapezzarci nulla; se non che una delle sue figlie, a cui aveva raccontato il sogno, essendo esperta di stori a musicale, fece osservare al padre che al tempo di Enrico III la musica si scri veva in chiave di ut. Infatti, appena eseguita la trasposizione, il pezzo indeci frabile divenne leggibilissimo e Bach pot sonare la canzone d'amore che aveva int esa cantare la notte dal cavaliere misterioso e che egli poi pubblic tra le sue o pere, col titolo di Notturno. (SCARLATTI, Et ab hic et ab hoc). BACKHAUS Guglielmo illustre pianista contemporaneo tedesco, vivente. 673. Il pianista Backhaus non pu naturalmente soffrire che il pubblico disturbi d urante i suoi concerti. Una sera, in un concerto che dava negli Stati Uniti, un bambino cominci a canticchiare mentre egli sonava. Il Backhaus pazient sino alla f ine del pezzo e poi si rivolse all'impresario per ottenere che il bambino fosse portato fuori della sala. I genitori per protestarono, e la madre particolarmente esclam: - Quante arie! E non deve esser vero che il signor Backhaus un grande artista; p erch anche mia sorella suona il piano e non tanto sciocca da far attenzione al ba mbino. (HUNT, Fun with the famous). BACONE Francesco n. 1560 - m. 1626; filosofo inglese, Gran Cancelliere sotto Giacomo I. 674. La regina Elisabetta si meravigliava per la piccolezza della casa di Bacone : - Signora, - rispose quegli - la mia casa grande abbastanza per me,; ma Vostra M aest che ha fatto me, troppo grande per la mia casa! (DE LA BA- TUT, L'esprit des grands hommes). 675. Giacomo I d'Inghilterra aveva ricevuto un nuovo ambasciatore di Francia, ch e, in quella prima udienza, aveva dato prova di molta leggerezza e di poco ingeg no. Il re domand al suo ministro Bacone che impressione gli avesse fatto l'ambasc iatore. - Sire, - rispose Bacone - un bell'uomo, e soprattutto alto e grosso. - Ma io voglio dire che cosa vi sembra del suo ingegno. Sire, - riprese il ministro - le persone molto alte rassomigliano di solito alle

case di cinque o sei piani, nelle quali i piani superiori sono quasi sempre i m eno o i peggio ammobiliati. (BLANCHARD, Ecole des moeurs). 676. Domandarono a Bacone qual era l'et giusta per prender moglie. - Qualunque et giusta - rispose il grande filosofo - perch la moglie, quando si gi ovani, un'amante, quando si maturi una compagna, e quando si vecchi una governan te. (Encyclopdiana). 677. Una volta domandarono a Bacone che cosa pensasse del denaro. - Il denaro - rispose l'illustre filosofo - un ottimo servitore, ma un pessimo p adrone. (LEON VALLE, La Sarabande). BAIARDO Pietro ( di Terrail) nato nel 1476 nel castello di Bayard, morto nel 1524; famosissimo cavaliere fran cese, di cui si diceva che era senza macchia e senza paura. 678. Vissuto in un tempo in cui i guerrieri non ritenevano se non normale servir e per denaro indifferentemente questo o quello dei vari signori, Baiardo non vol le mai accettare le offerte ricchissime che gli pervenivano da ogni parte del mo ndo per averlo per condottiero. Giulio II invano gli offr il posto di capitano de lla Chiesa. E quando fu fatto prigioniero dal re d'Inghilterra, questi, per aver lo al suo servizio, gli promise non solo la libert, ma denari e onori fin che ne volesse. Baiardo rifiut ogni cosa dicendo: - Ho un solo padrone che Dio; e un padrone in terra che il re di Francia. Non ne servir mai altri. (Lectures pour tous, settembre 1924). 679. Essendo in Navarra, dove Luigi XII lo aveva mandato a combattere contro Fer dinando d'Aragona, avvenne che, dopo un'impresa in cui i lanzichenecchi s'erano condotti molto male, uno dei loro capi venne a chiedere a Baiardo un soprassoldo . Baiardo naturalmente rifiut. La sera era a tavola, quando vennero ad avvertirlo che un lanzichenecco infuriato lo cercava per farlo a pezzi. Baiardo si alz da t avola ridendo e, facendosi incontro all'uomo, gli disse: - Sei tu, camerata, che cerchi Baiardo per ucciderlo? Ebbene, Baiardo sono io. - Non sono io solo - rispose il lanzichenecco - siamo tutti insieme che vogliamo ucciderti. - Misericordia! Tutti i lanzichenecchi? Camerata, non mi sento capace di combatt ere contro settemila uomini! Poi lo fece entrare, lo fece sedere alla sua tavola, gli vers molti bicchieri di vino e, quando lo conged dandogli un colpetto familiare sulla spalla, il lanziche necco giur che Baiardo era un onesto uomo, che il suo vino era ottimo e che egli era pronto a difenderlo contro tutti i soldati del mondo. (Lectures pour tous, s ettembre 1924). 680. Durante la campagna d'Italia, poich il suo esercito, entrato vittorioso a Vo ghera aveva fatto un ricco bottino di argenteria magnifica tolta ai traditori ch e avevano abbandonato le armi, Baiardo a cui quel bottino era stato consegnato, disse: - Dio non voglia che quel che viene dai traditori venga nelle mie mani! E distribu i vasellami preziosi ai compagni di battaglia, secondo i meriti e i bi sogni di ciascuno. (Lectures pour tous, settembre 1924). 681. Nella guerra d Luigi XII contro Lodovico il Moro, per il Ducato di Milano, Baiardo, alla testa di un drappello, si scagli contro un drappello nemico, ma nel calore dell'inseguimento, entr solo dentro le mura della citt, senza accorgersi c he i suoi non lo seguivano. Fatto prigioniero da Lodovico, il duca gli disse: - Gentiluomo, chi vi ha portato qui dentro? - La volont di vincere - rispose Baiardo. - E volevate prendere Milano, voi solo? Sei miei cento uomini mi avessero seguito, certo io l'avrei presa disse seriamen te il prode Baiardo. Lodovico il Moro non potette fare a meno di sorridere, ammirando il co- raggio d el cavaliere. (PANCKOUCKE). 682. Quando Baiardo fu fatto prigioniero da Lodovico il Moro, questo duca gli do mand quali forze avesse l'esercito francese. - In quanto a noi, - rispose Baiardo - noi non contiamo mai i nostri nemici. Ma potete restar persuaso che, qualunque sia il nostro numero, voi non potrete vinc er mai.

Lodovico, ammirato di tanto coraggio, diede la libert all'eroe; e questi, inginoc chiatosi ai piedi del duca, gli domand scusa delle risposte ardite e scortesi che aveva dovuto fargli per non mancare ai suoi doveri, poi se ne torn lietamente al campo. (PANCKOUCKE). 683. Il papa Giulio II aveva spedito al duca di Ferrara un avventuriero, tale Gu erlo, con l'incarico di uccidere Baiardo, attirandolo in un agguato. Ma il duca di Ferrara, indignato di quell'offerta, avvert Baiardo. Costui, sempre leale coi suoi nemici, non vuol credere a tanta infamia; ma il duca di Ferrara lo nasconde in una sala, mentre nella sala attigua lo sgherro gli rinnova la sua proposta. Qualche giorno dopo, il duca dice a Baiardo di aver corrotto il Guerlo, s che ent ro otto giorni Giulio II sar morto. - Come fate - domanda l'ingenuo Baiardo - a sapere che il papa tra otto giorni s ar morto? Siete in corrispondenza con Dio? - No - risponde sorridendo il duca - ma siccome il. Guerlo familiare del papa, a vendogli io promesso duemila scudi, egli potr avvelenarlo... Baiardo freme d'orro re, vuole avvertire a ogni costo il papa. - No - prorompe - il tradimento non scuser mai il tradimento! (Lectures pour tous , settembre 1924). 684. A Brescia, ferito piuttosto gravemente, fu portato in una casa privata, dov e venne curato amorevolmente dalla padrona di casa. Avendo egli domandato dove e ra il marito della signora, questa dovette confessargli che, avendo egli portate le armi contro i Francesi, era fuggito per paura di rappresaglie. Baiardo volle che tornasse subito, garantendogli l'impunit. Quando poi, guarito, stette per an darsene da quella casa ospitale, i padroni di casa, essendo stata la loro casa e sentata da ogni tributo, vollero spontaneamente offrirgli tutti i denari che ave vano, circa duemila ducati. Baiardo non voleva accettarli; ma siccome s'accorse che i padroni di casa ne restavano mortificati, accett il tributo volontario, e p oi, chiamate le figlie dei suoi ospiti, dopo averle ringraziate delle loro cure, le preg che, per segno di riconoscenza, volessero accettare da lui un dono: e di vise tra di esse i duemila ducati. (Lectures pour tous, settembre 1924). 685. Domandarono a Baiardo quali beni bisogna che un nobile lasci ai figli. - Quelli - rispose - che n il tempo n la potenza umana possono diminuire: la sagge zza, cio, e la virt. (Encyclopdie mthodique). 686. Il famoso Baiardo, il cavaliere senza macchia e senza paura, aveva un grand e odio per le armi da fuoco. - E' una vera vergogna - diceva - che un uomo coraggioso sia esposto a morire per mezzo di questa miserabile macchinuzza da cui non pu ,difendersi. (PANCKOUCKE). 687. Nel 1521, gli imperiali attaccarono Mzirs, difesa da pochi uomini sotto il co mando di Baiardo. Nessuno intim la resa, ma Baiardo rispose: - Non sia mai che io renda una piazzaforte che mi stata affidata, prima che abbi a fatto coi corpi dei nemici assedianti l'unico ponte da cui mi sia lecito uscir e. E difese la piazzaforte smantellata, con soli mille uomini contro trentamila, pe r oltre una settimana. (Encyclopdie mthodique). 688. Baiardo s'era innamorato pazzamente d'una fanciulla povera ma bellissima. L a madre di lei, avendolo saputo, credette di far cosa grata a Baiardo e di merit are la sua gratitudine, facendogli una sera trovare la fanciulla a casa sua. Que sta, che era innamorata invece di un povero e onesto popolano, piangeva e si dis perava per i pericoli che correva il suo onore. Ma Baiardo, appena vide la giova ne cos disperata, la consol, e disse: - Non sar mai che io, che debbo essere il difensore dell'innocenza, ne sia invece il disonore. Tu uscirai dalla mia casa; onesta e onorata come vi sei entrata, e forse pi felice. E le diede infatti una somma di denaro che le servisse di dote. (PANCKOUCKE). O 689. In una terribile battaglia, quella detta degli speroni, la Francia ebbe l a peggio, e l'esercito francese, accerchiato da ogni banda, doveva darsi prigion iero. Tra gli altri il famoso Baiardo, che trov un modo originale di arrendersi. Avendo visto in disparte un gendarme inglese, gli si avvicin e, prendendolo di so

rpresa, lo dichiar suo prigioniero. L'altro non potette che acconsentire e domand il nome del vincitore. - Sono Baiardo - rispose costui - ed ora che sei mio prigioniero ed ho la tua pa rola, eccoti qua la mia spada: io mi arrendo a te e sono, a mia volta, tuo prigi oniero. Qualche tempo dopo, l'inglese voleva che Baiardo, per aver la libert, gli pagasse il riscatto; ma Baiardo gli ricord che egli era suo prigioniero, come Baiardo lo era di lui, e che avrebbe dovuto perci pagare anche lui il riscatto. Portata la strana questione innanzi alle autorit, queste decretarono che i due riscatti s'el iminavano a vicenda, e cos Baiardo fu libero senza dover pagare nulla. (Encyclopdi ana). 690. Quando era morente, il connestabile di Borbone, che pur essendo Francese po rtava le armi contro la propria patria, volle vederlo, e mostr di compassionarlo. Baiardo si drizz solennemente davanti al connestabile e gli rispose: - Monsignore, non il caso di aver piet di me, che muoio da uomo dabbene e servend o il mio re; bisogna aver piet di voi, che portate le armi contro il vostro princ ipe. (Lectures pour tous, settembre 1924). 691. Sentendosi Baiardo ferito a morte, un suo amico e compagno d'armi gli consi gli di ritirarsi dalla zuffa; ma egli rispose che non poteva cominciare sulla fin e della vita ad aver paura dei nemici e a voltar loro le spalle. Continu a combat tere, e quando non ne pot pi, ordin ai suoi di coricarlo sotto un albero, ma in mod o che il suo volto fosse rivolto contro i nemici. E cos fu fatto. (MONTAIGNE, Ess ais, 3). BAIAZET I. n. 1347 - m. 1403; sultano turco, padrone di quasi tutta l'Asia Minore, vincitor e dei Cri. stiani a Nicopoli. 692. Dopo la battaglia di Nicopoli che' lo rese padrone dell'Ungheria, Baiazet, lasciando libero, dietro riscatto, il conte di Nevers, figlio del re di Francia, gli disse: - Io ti dispenso dal giuramento di non portar pi le armi contro di me, Anzi, se h ai sentimento d'onore, prendile al pi presto, raduna tutta la cristianit e offrimi via di nuova gloria! (CANT, Storia Universale). 693. Quando Tamerlano ebbe vinto e fatto prigioniero Baiazet, imperatore dei Tur chi, lo fece venire in sua presenza. Accorgendosi che esso era guercio, si mise a ridere. - Non ridere della mia miseria - gli disse Baiazet irritato - sappi che Dio che d e toglie i regni, e che domani potrebbe accadere anche a te quel che oggi accad uto a me,. - Lo so - rispose Tamerlano - - e non rido affatto della tua disgrazia; rido per ch, guardandoti, mi venuto questo pensiero: che dal momento che Dio che dispensa le corone, queste corone devono essere per Lui ben poca cosa, avendone date due a persone cos malfatte come siamo noi, e cio a un guercio come te e a uno zoppo co me me, (cole des moeurs). 694. Tamerlano mise Baiazet in una gabbia di ferro, e l dentro lo sciagurato prig ioniero doveva seguirlo. Questo duro trattamento non abbass tuttavia l'orgoglio d i Baiazet, che continu a insultare il suo vincitore. Il suo animo per non resse al dolore di veder la sultana Mara di Bulgaria, che era la sua favorita, obbligata a servire Tamerlano con le vesti succinte e strappate. Sentendo di non poter so pravvivere a questo oltraggio, si fracass la testa contro le spranghe della sua g abbia. (Dictionnaire de l'Amour). - BAIESI Giuseppe artista lirico bolognese, vissuto sulla fine del secolo scorso. 695. Il basso Baiesi, per mancanza di mezzi, si era ridotto a sostenere la parte di... suggeritore. Una sera, a Castel San Pietro, all'ultimo atto della Favorit a, visto che fra Baldassarre non si decideva ad intonare la preghiera famosa, ba lz fuori dalla buca, e, a braccia levate, si mise a cantar lui: Splendon pi belle i n ciel le stelle, mentre il pubblico si sganasciava dalle risa. (SANI, Bologna di ieri). BAILLY Giovanni Silvano n. 1736 - m. 1793; scienziato e uomo politico francese, primo presidente dell'As

semblea Nazionale, sindaco di Parigi dopo la presa della Bastiglia; poi arrestat o e ghigliottinato. 696. All'Assemblea Nazionale disse un giorno: - Domando la libert di far del bene e di farlo tutto. (MAURICE, Histoire anecdoti que du thtre). 697. In una seduta del maggio 1789 l'Assemblea aveva deciso che una deputazione, presieduta da Bailly, andasse a portare al re l'omaggio rispettoso dei suoi fed eli comuni. Il guardasigilli Barentin spieg al Bailly che il cerimoniale stabiliva cune forme speciali per essere ammessi alla presenza del re. - L'uso che l'oratore s'inginocchi davanti al monarca e allora se il re vuole... Bailly l'interruppe: - E se venticinque milioni d'uomini non vogliono? (BERNARD, Histoire anecdotique de la Rvolution). 698. Il vecchio Bailly fu giustiziato in una fredda mattina di novembre, sotto g li scrosci della pioggia. Prima di salire il patibolo batteva i denti. - Tu tremi! - gli grid una voce. - S, ma di freddo - rispose Bailly. (PADOVAN, Creature sovrane). BAINVILLE Giacomo nato a Vincennes nel 1879, morto a Parigi il 10 febbraio 1936; letterato, storic o e pubblicista francese, accademico di Francia. 699. Aveva cominciato la sua carriera di storico assai presto, a ventitr anni, co n un volume su Luigi II di Baviera, libro che ebbe molto successo. Pi tardi un suo ammiratore, ricordando quell'opera giovanile, venne a parlare con Bainville del disgraziato e simpatico re e volle sapere che cosa ne pensasse do po tanti anni. - Era un simpatico sognatore - rispose Bainville - aveva solo il difetto di cost ruire in Baviera i suoi castelli... di Spagna! (Paris- soir, 12 febbraio 1936). 700. Bainville si compiaceva talvolta di stordire i suoi interlocutori con parad ossi o almeno con discorsi che avevano l'aspetto paradossale. Un giorno si- parl ava innanzi a lui di storia. - La storia - disse Bainville - invece d'esser l'arte di ricordare, l'arte di di menticare gli eventi. E allo stupore dei suoi ascoltatori si sent in obbligo di spiegare: - Infatti, se non si dimenticasse, non sarebbe possibile scriver la storia. Se b adate bene, la storia come un cono: larghissima alla base, cio nei tempi moderni, si va assottigliando man mano che ci si avvicina ai tempi pi antichi. Se si dove ssero descrivere cos ampiamente le rivoluzioni di Grecia e di Roma come la Rivolu zione Francese del 1789, dove si andrebbe a finire? (Les nouvelles littraires 15 febbraio 1936). 701. La signora Bainville si trovava un giorno in un salotto di una su amica, qua ndo entr una signora, che le venne presentata. Quando ella sent il nome della sign ora Bainville, esclam giocondamente: - Oh, come son contenta di conoscervi! Io ammiro tanto vostro marito! Non faccio che leggere e rileggere le sue bellissime poesie. - Poesie? - esclama stupefatta la brava signora; - ma mio marito uno storico e n on ha mai scritto poesie. - Via, via! Vedo che siete anche molto modesta. Brava! E ci volle del bello e del buono per far capire alla signora che Giacomo Bainvil le, lo storico, non aveva nulla a che fare con Teodoro di Banville, il poeta. (P aris- soir, 12 febbraio 1936). 702. Qualche settimana prima ch'egli morisse, un amico l'incontr per strada. Si v enne a parlare dell'et e della vecchiaia. - Avete notato - osserva Bainville - che pi ci si invecchia e pi il tempo passa rapido? Gli anni dell'infanzia sono lenti come secoli, e quelli dell a vecchiaia rapidi come lampi. Forse l'eternit deve consistere nel tempo diventat o impercettibile. (Les nouvelles littraires, 15 febbraio 1936). BAKUNINE Michele nato a Toriok nel 1814, morto a Berna nel 1867; celebre rivoluzionario russo. 703. Messo in prigione nella fortezza di San Pietro, lo zar Nicola gli mand a dir

e che desiderava da lui una confessione scritta: una confessione come fa il peni tente al suo confessore. Infatti Bakunine la scrisse. Ma come appunto in una conf essione religiosa - disse - non far nomi di persone che hanno avuto fiducia in me , non dovendosi confessare insieme coi propri anche i peccati altrui. Io non ho salvo che l'onore: questo il mio solo tesoro. La confessione, fatta in termini arditi, piacque all'imperatore Nicola, che era un temperamento energico. Tuttavia lo lasci in prigione. Morto l'imperatore Nicola, si sper che il nuovo imperatore Alessandro lo avrebbe liberato. Ma Alessandro cancell di suo pugno il nome di Bakunine messo tra gli am nistiati e alla madre, che gli si present per chiedergli la grazia, rispose: - Sappiate, signora, che vostro figlio, fin che io vivr, non sar mai libero. Qualche tempo dopo tuttavia Bakunine fu mandato in Siberia. (Nuova Antologia, 1896). 704. Prese parte all'insurrezione di Parigi nel 1848. Caussidire, comandante dell e barricate, disse di lui: - Che razza d'uomo! Il primo giorno della Rivoluzione vale un tesoro, il secondo giorno merita d'essere fucilato. (Nuova Antologia, 1896). BALBO Cesare nato a Torino nel 1789. morto nel 1853; statista italiano e scrittore specialmen te di opere storiche. 705. Un emigrato napoletano si lamentava con Cesare Balbo della sconfitta di Nov ara e della pace che n'era seguita. Il Balbo aveva perduto appunto a Novara il f iglio Ferdinando; ma, sempre fiero del suo patriottismo e forte della sua fede, rispondeva all'emigrato cercando di consolarlo: - Il Piemonte non fa mai pace con l'Austria; fa appena delle tregue che durano c irca dieci anni. E fu profeta (GHIRON, Aneddoti sulla vita di Cavour). BALDASSERONI Giovanni n. 1795 - m. 1876; ultimo Presidente del Consiglio del Granduca di Toscana. 706. Giovanni Baldasseroni, ultimo Presidente del Consiglio dei Ministri del gra nduca Leopoldo II di Toscana, pretendeva essere un accorto uomo di Stato: era in vece onesto s, ma niente affatto accorto, specie in certi momenti difficili. E cr edeva di darsi l'aria e l'importanza di grand'uomo politico camminando col petto sporgente, la testa all'indietro e l'occhio al cielo. Per quel suo atteggiament o, il popolo fiorentino non Sua Eccellenza Baldasseroni, lo chiamava, ma Sua Bal danza Eccellenzoni. (MARTINI, Confessioni e ricordi, Firenze granducale). BALDWIN Stanley nato a Astley Hall, il 3 agosto 1867; morto nel 1947; uomo politico inglese, pi v olte ministro. 707. Il ministro inglese Baldwin, gran fumatore (quattordici pipate al giorno) e gran camminatore, era anche un lettore entusiasta di romanzi polizieschi. - Darei tutta la mia vita politica e tutti gli onori., - affermava spesso con u n sorriso - per aver inventato Sherlock Holmes. (Le journal, 8 agosto 1934). 708. La signora del primo ministro Baldwin era un'appassionata giocatrice di pal lacorda. Una volta che in un salotto parlava di questa sua passione, ricordando alcune movimentate partite e i successi che ne aveva avuti, usc a dire: - Per il pi bel colpo della mia vita lo feci l'anno che sposai il signor Baldwin. - Lo crediamo, lo crediamo - risposero ridendo le sue amiche. (HUNT, Fun with th e famous). O 709. Baldwin era molto alla mano e, anche quando era primo ministro e capo del partito conservatore, andava spesso a passeggio a piedi come un mortale qualunq ue. In una di queste passeggiate, incontr un uomo che cominci a guardarlo e finalm ente lo ferm, per chiedergli: - Signore, la vostra faccia non mi riesce nuova. Debbo avervi conosciuto... - Io sono Stanley Baldwin - rispose il primo ministro, pensando che il suo sempl ice nome bastasse a farlo riconoscere da chiunque. E l'altro: - Ora s che mi ricordo! Ma ditemi un po' e che fate adesso? (HUNT, Fun with the f amous). BALFOUR Arturo Giacomo

nato a Whittingehame, il 25 luglio 1848, morto nel 1930; uomo politico inglese. 710. Un ragazzo domand un giorno a Balfour che cosa era la diplomazia. E Balfour raccont il seguente apologo. C'era una volta un re orientale molto potente che aveva sognato una notte di per dere tutti i denti, l'uno dopo l'altro. Chiam un derviscio, che non era affatto d iplomatico, perch gli spiegasse il sogno, e questi gli disse: - I denti sono i tuoi figli. Essi moriranno tutti uno dopo l'altro e tu li vedra i morire. Il re lo fece impiccare. Poi chiam un altro derviscio (e questo era diplomatico) il quale invece gli disse: - Rallegrati, Maest. I denti sono i tuoi figli. E siccome tu sei caro agli Dei, q uesti ti daranno una vita cos lunga, che tu vivrai anche pi dei tuoi figli stessi per la felicit del tuo popolo. Il re gli diede una borsa piena d'oro. - E ora - conclude Balfour rivolto al ragazzo - ora puoi capire da te che cosa l a diplomazia. (Histoires diplomatiques). 711. Gli piaceva farsi credere liberale, ma era piuttosto un conservatore, essen do dotato di un dolce pessimismo. Diceva: - Credo che sia molto meglio fare una cosa stupida che sia gi stata fatta da altri prima di noi, piuttosto che una cosa saggia che non sia stata mai fatta . (MAUROIS, Edouard.VII et son temps). 712. Un giornale avverso a lord Balfour lo aveva vivacemente attaccato. Un amico del lord, indignatissimo, gli domand che cosa intendeva di fare contro il dirett ore di quel giornale. Balfour gli rispose col seguente apologo: - In Cina un giornale aveva attaccato vivacemente un uomo politico. Costui aveva un amico molto savio al quale domand un consiglio: doveva querelare il giornale o vendicarsi in altro modo? Il savio gli disse: La met delle persone che hanno com prato il giornale non hanno visto nemmeno l'articolo. La met di coloro che l'hann o visto non l'hanno letto. La met di coloro che l'hanno letto non l'hanno capito. La met di coloro che l'hanno capito non lo hanno creduto. La met di coloro che l' hanno creduto sono persone senza importanza. Dunque.... 713. Quando Balfour era in America, non riusciva ad entusiasmarsi a quel genere di civilt tanto meccanica e diversa dalla civilt europea. Un suo amico, disperato di vederlo cos freddo, lo port, per commuoverlo, davanti al Woolworth- building, c he il grattacielo pi alto di New York, e gli andava enumerando i piani, il numero dei locatari e tutte le altre cose stupefacenti di quel palazzo. - Capisci? E' alto novecento piedi ed stato costruito in un anno e otto mesi. Balfour guardava freddamente col monocolo il palazzo, dall'alto in basso, ma non dava segno d'entusiasmo. - Inoltre - insisteva l'amico - tutto costruito in acciaio. Ed persino incombust ibile. Allora l'uomo di Stato parve scuotersi dal suo torpore ed esclam: - Incombustibile? Peccato, peccato! (Manuel gnral, 25 marzo 1933). 714. Nella sua antipatia per l'America, aveva inventata questa storiella che rac contava ai suoi amici: - Un uomo d'affari americano, non sapendo che cosa fare di suo figlio, lo chiuse in una stanza con una Bibbia, una mela e un assegno bancario. Pensava: Se lo rit rover a leggere la Bibbia, ne far un prete; se star contemplando la mela, ne far un agricoltore; e se finalmente guarder l'assegno, ne far un banchiere. Passato il tem po prefisso, e tornato nella stanza, trov il figlio che aveva intascato l'assegno , e seduto sopra la Bibbia, stava mangiando la mela: ne fece allora un uomo poli tico. 715. Un giorno un Americano stava lodando a Balfour, che pareva poco convinto, l a grande lealt americana. cana. - Vedete? - diceva l'Americano - non c' caso, per esempio, che un giuramento fals o esca dalla nostra bocca. - Ah! - esclam allora Balfour - per questo che voi parlate col naso! (Manuel gnral, ottobre 1935). BALZAC Gian Luigi n. 1597 - m. 1654; scrittore e accademico di Francia.

716. La modestia non era la dote principale del vecchio accademico francese Gian de Balzac; tanto che un contemporaneo ebbe a dire sottilmente: Siccome il signor de Balzac parla sempre di s stesso e ogni volta che parla si scopre, egli perpetuamente raffreddato. (Les Annales, agosto 1923). 717. Parlando dello stile di Tertulliano, Gian de Balzac usc a dire: - L'oscurit sua come quella dell'ebano, che emanGSPLIT:uPalazzi-Zanichelli 1.txtArc hivio GSplit&{5F9160D1-68ED-4692-9DC5-DA0556BA26AC}sm-I

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