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Letteratura scientifica
RIFM: Research Institute for Fragrance Materials, nasce nel 1966 dalla American
Fragrance Manufacturers Association, è una organizzazione non profit internazionale
indipendente, che raccoglie, produce e pubblica dati sui materiali aromatici, e
produce una valutazione del rischio e delel raccomandazioni di uso per ogni
materiale.
Test RIFM:
• Test di irritazione e sensibilizzazione cutanea.
• Test LD50 orali e cutanei
• Foto-tossicità
• Foto-sensibilizzazione
• Sensibilizzazione: agli inizi test di Kligman (1966) con solvente petrolato
• Inoltre test su effetti cronici e metabolismo delle molecole se necessario
IFRA: International Fragrance Research Association (1973), riceve e considera le
raccomandazioni RIFM e produce delle linee guida sui materiali per i suoi associati. Il
RIFM ha testato ca. 1300 sostanze e 50 sono state bandite (non raccomandate) per
l'uso in profumi, e altre 58 hanno ricevuto dei limiti di utilizzo. I risultati sono pubblicati
nello Food & Chemical Toxicity Journal e su www.ifraorg.org—GuideLines.asp.
❑ Tossicologia: nozioni di base
Tipi di tossicità
Effetti topici: pelle, mucose, occhi, fototossicità, sensibilizzazione cutanea e
fotosensibilizzazione
Effetti sistemici: mutagenicità, carcinogenicità, embriotossicità, tossicità riproduttiva, effetti su
organi specifici.
Carcinogenicità (ad esempi OE di Acorus calamus)
Mutagenicità
Teratogenicità (OE di Juniperus sabina).
Pericolosità (OE di Mentha pulegium & Hedeoma pulegoides)
Irritante (OE di Satureia montana)
Sensibilizzazione (OE di Inula helenium)
Fototossicità (OE di Ruta graveolens)
Tossicità riproduttiva (OE di Melaleuca bracteata genotossico a causa del contenuto in
metileugenolo)
Tossine ambientali (OE di Gaultheria procumbens)
La maggior parte di queste ossidazioni sono operate dal P450 (isoenzimi caratterizzati
dalla presenza di emoproteine) presente nel reticolo endoplasmatico lischio di tutte le
cellule, ma in particolare presente nel fegato. L'azione del P450 permette la
trasformazione di varie molecole lipofiliche degli OE (monoterpeni ed alcoli
monoterpenici ad esempio) in metaboliti più idrofilici e facilmente eliminabili
Anche nella pelle esistono enzimi detossificanti, in particolare delle esterasi o il P450.
Metabolismo
Anche se l'attività del P450 nella pelle è solo del 10% di quella epatica, l'estensione
Fase 1 (2
dell'organo Alterazione della significa
m quadrati) molecola: funzionalizzazione,
che l'effetto finaledi può
solitoessere
tramite significativo.
ossidazione da parte degli isoenzimi microsomiali della famiglia P450
Ossidazione microsomiale:
Idrossilazione aromatica
Idrossilazione aciclica
Idrossilazione eterociclica
N-, S- e O-dealchilazione
N-ossidazione
N-idrossilazione
S-ossidazione
Desulfurazione
Deaminazione
Dealogenazione
Fase 2 Coniugazione. Per esempio la coniugazione del linalolo da parte
dell'acido glucuronico.
Fase 3 Biotrasformazione.
LD50
Il più comune test di tossicologia potenziale per l’uomo è il cosiddetto test LD50, o
dose mediana letale. Il test viene applicato di routine ad animali di laboratorio, cui
viene somministrata la sostanza a dosi crescenti fino a che metà della popolazione
non muore. L’unità di misura utilizzata è il rapporto tra grammi di sostanza e peso
corporeo in Kg.
Quindi una LD50 = 1,0 significa che il 50%,degli animali sono deceduti ad un dosaggio
di 1 gr di sostanza per ogni Kg di peso corporeo.
Questa è una misura di tossicità acuta orale, vale a dire la tossicità della sostanza
quando viene resa biodisponibile tutta in un sol colpo. Sono state studiate anche la
tossicità intraperitoneale, la tossicità cutanea (applicazioni di dosi elevate a livello
topico su animali), che dà risultati contrastanti, non correlati con i dati sulla
applicazione topica nell’uomo, e quella cronica, che risulta sempre in dosi letali inferiori
a quella acuta.
La determinazione dei valori LD50 varia da fonte a fonte, ma è comunque possibile
costruire una graduatoria generica che va da OE con LD50 < a 1k/Kg (ad esempio il
Peumus boldus a 0.3mg/Kg) ad OE con LD50 > 5 g/kg (ad esempio OE di Rosa a >
5g/Kg). Alcuni degli OE cn valore > a 1 g/Kg o considerati pericolosi dal National
Institute of Occupational Safety and Health sono:
• Brassica nigra
• Peumus boldus fol
• Acorus calamus
• Chenopodium abrosioides
• Mentha pulegium
• Satureja spp.
• Thuja spp
I valori LD50 derivati da studi su animali possono essere una guida, uno strumento
euristico, quando stiamo considerando la tossicità acuta di un OE, ma anche in
questo caso non sono necessariamente attendibili. Ad esempio l’OE di Gaultheria
procumbens (98% salicilato di metile) ha LD50 nei ratti pari a 1,2 gr/kg. In un uomo di
70 Kg questo si tradurrebbe inuna dose di 84 gr. In realtà l’OE appare essere più
tossico negli esseri umani, e i dati empirici ci consentono di dire che la LD50 umana è
di 0,3 gr/kg, cioè di 18 gr in un uomo adulto (NDPSC 1998). Naturalmente questo
livello di tossicità si riferisce all’uso orale. Se noi applicassimo con un massaggio 10
ml di una soluzione al 2.5% di Gaultheria spp. otterremmo:
10mL x 2.5% = circa 0.25 gr di salicilato di metile (supponendo un contenuto del
100% di salicilato di metile ed un assorbimento cutaneo del 100%) che
costituisce lo 1.39% della LD50 (0.25 gr / 18 gr (dose LD50) = 0.0139 o 1,39%)
Quindi, supponendo un assorbimento del 100%, la dose applicata sarebbe pari
soltanto allo 1.39% della dose letale acuta. D’altro canto sarebbe probabilmente una
quantità simile a quella di un’aspirina, quindi con un chiaro effetto farmacologico,
possibili interazioni con farmaci anticoagulanti e con un potenziale di tossicità cronica
(LeBourhis e Soenen 1973).
D’altro canto questa soluzione presenterebbe lo stesso livello di rischio di un qualsiasi
unguento sportivo al salicilato di metile in libera vendita. In mancanza di modelli
appropriati e validati si possono trarre delle conclusioni sulla tossicità partendo dai
casi di avvelenamento stimando la dose letale, o meglio partendo da dati clinici sui
substrati negli organi target cercando poi di derivare la tossicità relativa uomo-animale
come un rapporto.
Secondo Hewitt P.G. et al (1993) alcune componenti possono rimanere "intrappolate" nello
strato corneo ricco in lipidi, altre penetrano lentamente fino ad essere biotrasformate dal
P450; probabilmente queste componenti modificate e no possono lentamente penetrare
nella circolazione sistemica, formando una specie di "riserva cutaneas" di sostanze che
possono continuare a penetrare nella circolazione sistemica anche molto tempo dopo
l'applicazione (ma con un flusso molto ridotto).
❑ Tossicità cronica
Gli effetti di tossicità cronica difficilmente vengono notati o riconosciuti, perché sono meno
correlabili con l’assunzione e sono meno ovvi (cefalea, malessere, inappetenza, eruzioni
cutanee, nausea, letargia, ecc.) Gli effetti avversi relativi all'utilizzo ripetuto degli olii
essenziali possono essere quantificati in termini di TD50 (risposta tossica nel 50% dei casi
trattati), di LD50 o di MTD (maximum tolerated dose= massima dose somministrata che
non causa lesioni), ovvero il test più vicino ad un LD50 per la tossicità cronica. Il rapporto
LD50/MTD varia da 5 a 10, ma un valore che dia un buon margine di sicurezza sarebbe di
100. Anche la comparazione tra valori LD50 da una idea dell'accumulo. Se il test di
tossicità cronica viene effettuato in 90 giorni, il fattore di cronicità è dato dal rapporto LD50
giorno 1/LD50 giorno 90. Se il rapporto è pari a 90 il materiale è assolutamente
accumulativo, se è > di 2 è relativamente accumulativo, se < a 2 è relativamente non
accumulativo. Ci sono pochi studi sull'accumulo cronico, ma un vecchio studio (Von
Skramlik’s 1959) indica per un ventaglio di OE un fattore di cronicità da 5 a 10.
❑Molecole pericolose
Safrolo
Il safrolo è un carcinogeno di categoria 2 (carcinogeno per l'uomo) secondo la 22a
direttiva della commissione, paragrafo 1.7.2 della guida per l'etichettatura (annesso VI alla
Direttiva della Commissione 93/21/EEC). Il metabolismo del safrolo nei ratti e nei topi
procede attraverso la idrossilazione (via P450) e la formazione di 1'-idrossisafrolo, che è
stato indicato cme il possibile carcinogeno (anche se il lavoro di Primedetti ha mostrato
che il principale metabolita è il 4-allil catecolo. OE che contengono safrolo: Myristica
fragrans, Cinnamomum camphora frazione marrone, Canananga odorata, Cabralea
cangerana.
Metil eugenolo. Composto genotossico e carcinogeno nei ratti (Chan V.S.W. et al 1992)
probabilmente a causa di reazioni di legame forte con il DNA. E' il composto principale
dell'OE di Lagarostrobos franklinii e Melaleuca bracteata (95% metil eugenolo ) ed un
composto minore di molti altri (Myristica fragrans, Artemisia dracunculus russa, Rosa spp.,
Cananga odorata subsp. genuina, Laurus nobilis fol. ecc.). Non usare in aromaterapia
quando in elevate concentrazioni.
Eugenolo.
Composto importante di Syzygium aromaticum e Thymus spp. Può causare reazioni
allergiche (valore soglia 14.5%) Loveless et al (1996)
R-(+)-pulegone.
Epatotossico. Composto principale degli OE di Hedeoma pulegioides, Mentha pulegium,
Agothosma crenulata. Presente anche in Mentha spicata, Nepeta cataria, Mentha
xpiperita, Mentha arvensis ecc. L'LD50 orale acuto per i ratti è di 0.5g/Kg. Il pulegone è
probabilmente un deplettore del glutatione.
Mentofurano
Epatotossico e tossico per i polmoni. Presente negli OE di Mentha aquatica e molte altre
mente selvatiche.
E' un metabolita della detossificazione del pulegone nel fegato e contribuisce alla tossicità
di questa sostanza.
Anetolo.
Il trans-anetolo è presente fino al 95% nell'OE di Pimpinella anisum . si discute molto sulla
sua tossicità. Si sa che la sua forma cis- (che si può naturalmente formare con
l'invecchiamento in presenza di luce) è molto più tossica. L'OE di Illicium verum può
contenere anche un 5-6% di metil cavicolo, In mancanza di dati certi, è preferibile usare
solo OE fresco, con cautela, e non nei bambini.
Metil salicilato
98% Wintergreen and Sweet Birch oils,. It is very toxic to man, and according to Pribble
(Applied Therapeutics: the clinical use of drugs" 1988) children are very susceptible to
salicylate poisoning. as the substance directly interferes with glucose metabolism, and
exhibits CNS toxicity. t children under five are especially susceptible and can quickly go to
show physiological symptoms associated with advanced
poisoning.
Gleason et al (1969) puts the lethal dose for a 70Kg man at between 5 and 30ml. NIOSH
(1975) recorded a human oral LDLo value of 170
mg/Kg (LD50 oral-rat for methyl salicylate is 887mg/Kg).
There are a large number of studies on skin absorption of methyl salicylate from skin; from
Brown
and Scott's 1934 investigation through to more modern work e.g. Skin absorption Levine
(1984) J.
Anal Toxicol 8: 239-241. The general picture is that methyl salicylate absorption can be
rapid.
Evidence suggests that blood salicylate levels are highest at 20-30 mins after application.
Davidson J.
Pharmacol Exp Ther 132: 207-211 show that most conversion of methyl salicylate to
salicylic acid
occurs in the liver and little in the blood.
Absorption through the skin is much more rapid that intestinal absorption and metabolism
seems to
occur mainly in the liver. Collins et al (1984) did some interesting work on topical
absorption of
"Deep-Heat" an aerosol preparation for relief of rheumatic pain which includes methyl and
ethyl
salicylate in its formulation. After a one-shot 500 micro-litre spray on the forearm, erythma
production was correlated with salicylate concentration and blood salicylate levels reached
a
maximum after 20 minutes. In their work blood salicylates appeared to affect the
prostaglandin
system. So, to cut this short, the worst case scenario is that methyl salicylate is a CNS
poison with
acute salicylate poisoning manifesting in disorientation, irritability, hallucinations, stupor,
coma etc.
So: don’t imbibe the oil, if you sell Wintergreen oil sell it in containers with child-proof lids,
where
used for topical application use minimal doses which will do the job, do not use in whole
body
applications, and do not use if client is using anti-coagulant drugs such as warfarin.
Exposure to methyl salicylate generally (national annual consumption ratios) would appear
to be
especially high in the US and Philippines and to a lesser extent UK. This is perhaps due to
a
predisposition in the US especially to use methyl salicylate in toothpaste, candies, soft
drinks, dental
preparations, chewing gum cough drops and in over 50 proprietary over the counter non-
prescriptive
medicines (liniments, ointments, rheumatic remedies etc). Over 50% of all toothpaste sold
in N.
America contains methyl salicylate at average levels around 0.4%, whilst liniment levels
average
between 15 and 18%. Also methyl salicylate occurs in many beverages in the US,
following the
demise of sarsaparilla (contains the toxic principle safrole)
The manifestations of salicysm are mainly related to patients with a history of asprin use
and appears
as CNS disturbances disorientation, stupor, hallucinations and worse see Pribble JP et al
(1988).
Risk:
We know there are problems with chronic salicylate ingestion in pregnancy in humans
which makes
petty morbid reading (several references including Turner G et al (1975). Basically
pregnant and
lactating women should avoid methyl salicylate/Wintergreen.
Molecole tossiche
Molecola Azione Entità botanica
OE particolarmente tossici
Fonte botanica Composti significatici Tossicità
Acorus calamus tipo -Asarone -Asarone Carcinogeno
(CAS No. 84775-39-3)***
Armoracia rusticana (CAS No. Allil e feniletil isotiocianati Severamente tossico ed irritante
84775-62-2)
Artemisia absinthium (CAS No. Tujoni Severamente tossico e neurotossico
84929-19-1 )
Artemisia afra *** Tujoni Severamente tossico e neurotossico
Artemisia herba-alba (CAS No. Tujoni Severamente tossico e neurotossico
84775-45-1)
Betula alba Salicilato di metile Tossico
Brassica spp. special. B. nigra & B. Allil isotiocianato Severamente tossico ed irritante
juncea (CAS No 90064-15-6)
Chenopodium ambrosioides (CAS Ascaridiolo Severamente tossico e neurotossico
No. 89997-48-8)
Cinnamomum camphora frazioni Safrolo Carcinogeno, neurotossico
marrone e gialla oppure non
Canfora
rettificata
Croton tiglium & C. oblongifolius Vari problemi tossicologici
*In commercio si trova normalmente l’OE di mandorla FFPA = OE di mandorle amare Free From Prussic Acid.
** L’OE di sassafrasso (come safrolo) è controllato in UE dal Controlled Drugs (Scheduled Substances used in
Manufacture)(Intra-Community Trade) Regulations (1993) e dalla successiva Direttiva Europea 3677/90 emendata dal
Regolamento 900/92, ed è considerato di Categoria 1. In altre parole l’OE di Sassafrasso non può essere acquistato o
commerciato senza registrazione del ministero competente in materia.
*** In UE sono sostanze etichettate come R22: pericolose se ingerite.
❑ Apparato respiratorio
Effetti sugli asmatici
La dispersione di limonene nell’atmosfera contribuisce alla dose di particolati, non
particolarmente salutari per l’apparato respiratorio. Profumi e fragranze in genere sono
riconosciuti come possibili fattori scatenanti dell'asma. Molti degli OE sono potenzialmente
irritanti ed alcuni sono dei sensibilizzanti respiratori. Pochi sono gli OE i cui effetti sul
tronco respiratorio siano stati valutati. L'inalazione di sostanze irritanti può portare a
maggior suscettibilità a lesioni e ad allergeni, può scatenare ed esacerbare condizioni
asmatiche, allergie, sinusiti ecc.
Vi è un sottoinsieme dei soggetti asmatici i cui attacchi di asma sono scatenati in maniera
specifica dagli aromi (Shim and Williams, 1986; Bell et al., 1993; Baldwin et al., 1999),
suggerendo un ruolo non solo scatenante ma causale per gli aromi (Millqvist and
Lowhagen, 1996).
Tossicità da inalazione
Vi è una certa evidenza scientifica che la sensazione di irritazione dopo l’inalazione di OE
sia una percezione individuale legata all’intensità dell’aroma (Arts et al. 2002) e non ad un
effetto diretto. In uno studio sulla tossicità dei VOC (Volatile Organic Compouds -
composti organici voltili), Cooper SD et al (1995) hanno raccolto molti dati interessanti su
alcuni composti presenti negli OE: benzaldeide, acetato di benzile, alfa-terpineolo, tutti
tossici a 9-14mg/Kg. Gli autori concludono che gli effetti sulla salute di tali composti non è
chiara, anche se i dosaggi rilevati sono estremamente elevati e poco rilevanti per la
pratica aromaterapica. Pappas G.P. et al (2000) hanno concluso che per assicurare un
ambiente di lavoro "non irritante" è necessario portare al di sotto di 25 mg/m3 i livelli di olii
essenziali dispersi nell'atmosfera. Per dare un esempio di possibili condizioni di lavoro, da
uno studio Svedese risulta che in una segheria i livelli di alfa- e beta-pinene e delta-3-
carene erano di 80-550mg/m3, valori piuttosto alti se teniamo conto che l'esposizione a
terpeni da lavoro in segheria è legata in maniera significativa a tumori del tratto
respiratorio dopo 5 anni di esposizione (Kauppinen TP et al 1986), anche se secondo lo
studio di Falk AA et al. 1990 una esposizione di breve durata (20 minuti) a 10-450mg/m3
non ha mostrato di causare modificazioni nelle funzioni polmonari acute.
Per comprendere la rilevanza di questi dati per la pratica aromaterapica è necessario
calcolare i possibili livelli di esposizione in un ambiente terapeutico. Se prendiamo come
esempio una quantità di 0.25g di OE di eucalipto disperso in un ambiente di 4mx4mx4m in
una ora otterremmo, ipotizzando una evaporazione istantanea, una concentrazione di
3.91mg/m3.
Ipotizzando un contenuto in 1,8-cineolo dell'80%, e una sessione di 5 minuti di inalazione
con il 100% di assorbimento polmonare, avremmo inalazione ed assorbimento di 20.8 mg
di OE di eucalipto e 16.6mg di1,8-cineolo (la dose realisticamente assorbita sarebbe in
realtà molto minore).
Gli studi di farmacocinetica su inalazione prolungata di olii essenziali sono pochi. Uno
studio rilevante sull'eucalipto è Jaeger W. (1996) che mostra come l'1,8-cineolo viene
assorbito velocemente, con il picco di concentrazione plasmatica dopo 18 minuti.
L'eliminazione dal flusso ematico è di tipo bifasico, con una emivita media di distribuzione
di 6,7 minuti e una emivita di eliminazione di 104.6 minuti.
Dati i limiti imposti dal Concilio Europeo per l'uso dell'OE di eucalipto come additivo
alimentare a 15 ppm, l'assorbimento calcolato qui come sopra per una sessione di 5-15
minuti sarebbe superiore ai limiti raccomandati. D'altro canto c'è da far rilevare che i dati
suggeriscono che l'OE di eucalipto sia solo relativamente tossico in assunzione orale.
In conclusione, a fronte di un grande utilizzo di OE dispersi nell’atmosfera, mancano
ancora studi seri sull’effetto dell’inalazione dell’areosol a lungo termine; vi sono dati sparsi
ma niente di comparabile ai dati come MEL (Maximum Exposure Limits), OES
(Occupational Exposure Standards) o TLV (Threshold Limit Value) disponibili per altri
inquinanti ambientali.
Inalazione e allergie
Forse più preoccupante degli effetti acuto tossici da inalazione sono gli effetti a lungo
termine di tipo allergico, su cui abbiamo alcuni dati relativi all'inalazione. Una donna di 53
anni che soffriva di eczema recidivante ha mostrato una sensibilizzazione ad OE con i
quali la donna era già entrata in contatto (lavanda, gelsomino, Aniba rosaeodora), e ad OE
per i quali la donna non aveva storia di contatto (alloro, eucalipto e Pomerance???),
(Schaller, Korting 1995) sensibilizzazione causata dalla continua inalazione di questi olii.
Kumar P. et al (1995) hanno trovato che il 36%,17% e 8% di 29 pazienti con asma severa,
moderata e lieve hanno sofferto di esacerbazione dei sintomi ed ostruzione delle vie
respiratorie dopo test di challenge con strisce profumate. Millqvist (1996) ha approfondito
l'argomento testando 9 pazienti con sintomi respiratori, ed ha mostrato che l'ipereattività
del tratto respiratorio era causata dal profumo, in maniera però indipendente dal nervo
olfattivo, forse legata al riflesso del trigemino.
Fukayama MY et al (1999) ha dichiarato che per i soggetti del suo studio l'inalazione
subcronica di profumi, anche a dosi molto elevate, non costituiva un rischio.
Nel contesto della pratica dell'aromaterapia, ipotizzando un massaggio di tutto il corpo
con 25 ml di olio da massaggio alla concentrazione massima di 2.5%, avremmo 0.625 g di
OE applicati al corpo. Ipotizzando una volatilizzazione istantanea e totale in una stanza di
8 m3 avremmo una concentrazione 78.1 mg/litro (elevatissima, ma non realistica). Usando
un modello più vicino alla realtà, tenendo presente l'assorbimento da parte della cute si
arriva ad un valore più ragionevole della concentrazione di 2.93 mg/litro, con evaporazione
istantanea. Aggiungendo il dato della evaporazione lenta, la concentrazione sarebbe molto
più bassa.
Rischio aspirazione(R65)
Esiste un teorico rischio di aspirazione degli olii essenziali in particolare quando siamo a
bassa viscosità, ovvero quando contengano > 10% di idrocarburi alifatici, aliciclici e
aromatici.
OE con contenuto in idrocarburi > 10%, esempi:
• Angelica archangelica 95%
• Citrus bergamia 55%
• Melaleuca cajuput 40%
• Daucus carota semen 50%
• Cascarilla 30%
• Cedrus deodara lignum 60%
• Apium graveolens semen 80%
• Cistus spp. 10%
• Matricaria chamomilla 15%
• Cymbopogon nardus 15%
• Syzygium aromaticum fol 15%
• Syzygium aromaticum 15%
• Costus spp. 30%
• Piper cubeba 70%
• Cuminum cyminum 50%
• Cupressus sempervirens 70%
Conclusioni
Le dosi di OE inalate momento per momento da parte del cliente e del terapista sembrano
troppo basse per rappresentare un problema, ma in caso di utilizzo continuativo e
prolungato di OE ci potrebbe essere un accumulo di certe molecole, e questo potrebbe
portare a tossicità cronica in caso ad esempio di OE neurotossici, situazione che è però
francamente improbabile. Più probabile, e un rischio più realistico, è lo svilupparsi di
reazioni allergiche da inalazione in soggetti predisposti.
❑ Sistema riproduttivo
L’uso d’OE in gravidanza è un soggetto molto dibattuto e le opinioni al riguardo sono molto
differenziate.
Sappiamo ancora molto poco sull’azione degli OE sulla fisiologia della donna incinta e sul
feto per potere dare delle indicazioni scientificamente fondate. Ciò che è certa è la
relativa mancanza di dati, e la possibilità alquanto reale che gli OE o loro componenti
possano passare la barriera della placenta. Dato l'intimo (ma non diretto) contatto tra
sangue materno e sangue fetale o embrionico, le sostanze lipofiliche possono migrare per
diffusione passiva, e se vengono biotrasformate in composti polari, possono accumularsi
nel feto. In più, l'elevato rapporto acqua/lipidi nel feto, i ridotti livelli di proteine plasmatiche
per legare i composti xenobiotici, e il ridotto ritmo di filtrazione glomerulare, sono tutti
fattori che riducono la clearance delle tossine nei neonati. Infine, data l’incertezza sui
percorsi di detossificazione fetali, sembra all’autore assolutamente fondato l’avvertimento
di evitare l’utilizzo orale degli OE in gravidanza, soprattutto nei primi tre mesi e/o in caso di
gravidanze a rischio (nota Quest’avvertenza può essere mitigata in caso di situazioni che
devono però essere valutate da un professionista medico che conosca bene la
tossicologia degli OE e i loro benefici. E’ chiaro infatti che non vi è una controindicazione
assoluta all’ingestione degli OE, quanto una controindicazione relativa che va riferita in
particolare alla quantità di OE assunto. Ridotte quantità di OE (presenti come additivi
negli alimenti, nelle caramelle, nei dentifrici, ecc.) vengono giornalmente ingerite dalla
maggior parte della popolazione senza che questo abbia causato situazioni di rischio,
tant’è che i vari organismi internazionali di controllo permettono la presenza di queste
quantità di OE. )
Embriotossicità e teratogenicità
Un teratogeno è una sostanza che interferisce con il normale sviluppo dell'embrione o del
feto in utero, causando anormalità nel neonato. L’unico composto degli OE che abbia
mostrato un forte effetto teratogeno, embriotossico, fetotossico, teratogeno ed
abortifaciente in modelli animali è l’acetato di sabinile, presente nei seguenti OE che non
dovrebbero essere utilizzati:
• Plectranthus fruticosus (> 60% secondo Tisserand e Balacs 1995)
• Juniperus sabina (20-53%) (CAS No. 90046-03-0)
• Juniperus pfitzeriana
• Salvia lavandulaefolia, solitamente < 10%, ma a volte fino al 24%) (CAS No. 90106-49-
3)
L’OE di Juniperus sabina (Pages N. et al 1989) e l'OE di Salvia lavandulaefolia (Fournier
G et al 1993) hanno anche mostrato d’avere effetti abortifacenti ed embriotossici su feti
d’animali da laboratorio Tisserand e Balacs 1995)
Gli OE ricchi in safrolo (Ocotea pretiosa; la frazione ricca in safrolo della Cinnamomum
camphora) non hanno un potenziale teratogeno di per se, ma hanno indotto tumori ai reni
e al fegato nella progenie di animali a cui gli OE erano stati somministrati durante la
gravidanza (Vesselinovitch, et al 1979). E’ però molto difficile valutare la validità esterna di
questi studi (se e quanto cioè essi siano indicativi di un medesimo effetto in esseri umani),
sia per motivi intrinseci alla metodologia utilizzata (l’uso cioè di modelli analogici che sono
metodologicamente sempre molto deboli), sia per i dosaggi molto elevati utilizzati, sia per
il fatto che il sistema enzimatico umano sembra produrre metaboliti non carcinogeni, al
contrario dei topi utilizzati come cavie (Heinerman, 1980). .
Abortivi
Ci sono, in effetti, in letteratura molti casi d’effetti tossici o decessi del feto causati da dosi
orali elevate d’OE (Tisserand e Balacs 1995). Solitamente si tratta di donne incinte che,
sperando di causare un aborto, assumono dosi molto elevate, tossiche, d’OE, soprattutto
di Mentha pulegium (ricco in pulegone, metabolizzato poi dai sistemi enzimatici epatici per
dare un epossido furanico altamente tossico, il mentofurano) e di pianta, foglie e semi di
Petroselinum crispum (ricco in apiolo, un dimetil etere epatotossico).
Questi OE (ed altri similmente usati come abortifacenti come Juniperus officinalis,
Juniperus sabina, Ruta spp, e Tanacetum vulgare) non sono di per sé abortifacenti, nel
senso che non agiscono in maniera specifica sulla muscolatura uterina stimolando
contrazioni (semmai il contrario) (Gunn 1921) né sembrano possedere una tossicità
specifica per il feto (a parte Juniperus sabina e gli altri OE contenenti acetato di sabinile)
(Tisserand e Balacs 1995), bensì sono dei composti tossici che a dosi elevate possono
causare il decesso della donna a volte senza farle abortire il bambino. L'apiolo (studiato
nell'OE di Anethum graveolens) studiato nei modelli animali (Patoir et al., 1936) alle dosi
massime (non esplicitate) ha causato emorragie ed epatonefrite come anche aborto (si
tratta cioè di un veleno puro e semplice). Negli anni 50 è stato registrato il caso di una
donna che presentava anemia acuta emolitica, purpura trombocitopenica, nefrosi ed
epatite, e che aveva assunto per tre mesi una dose elevata di un prodotto contenente
apiolo per la sua amenorrea. Altri casi di overdose di apiolo sono risultati in effetti sul SNC
(Lowenstein and Ballew, 1958).
La Mentha pulegium causa epatotossicità acuta e impossibilità a continuare la gravidanza
a dosi elevate (dosi di 7.5-10 ml non hanno causato aborto - Tisserand e Balacs 1995).
La dose necessaria di OE di prezzemolo per causare un aborto è stata di 1.5-6 ml al
giorno per otto giorni consecutivi (Tisserand e Balacs 1995). In un caso una donna, per
indurre l'aborto, assunse dosi così elevate di OE di Mentha pulegium da causarne il
decesso (Gold and Cates, 1980). L'olio canforato (da non confondere con l'OE di
canforo) assunto per errore al posto dell'olio di ricino durante una gravidanza ha causato
un decesso di un bambino alla nascita in quattro casi di ingestione (Weiss and Catalano,
1973).
Per quanto riguarda l’utilizzo esterno degli OE, vi sono solo due OE che possiedono
potenzialità tossiche per il feto (utilizzati in applicazioni “normali”, cioè in massaggi con
diluizione dell’ordine dell’1-5%). Il primo OE è quello ottenuto dalla Salvia sclarea, perché
alcuni dati sembrano indicare un’azione stimolante delle contrazioni, il secondo è quello
del Juniperus sabina (comunque difficilmente ottenibile) perché contiene l’acetato di
sabinile, un composto certamente fetotossico.
Ma l’utilizzo topico ad alte diluizioni d’altri OE non allergicizzanti o dermocaustici sembra
assolutamente sicuro dato che l’assorbimento transdermico è molto ridotto.
Effetti ormonali
Alcuni autori d’aromaterapia hanno proposto che alcuni OE possiedano delle attività
“estrogeni-simili”, o “estrogeno stimolanti” (Battaglia 1995; Franchomme et Pénoel 1990),
e per questa ragione siano da evitare in gravidanza (Fawcett, M. 1993). Gli OE sono di
solito Juniperus virginiana, Salvia sclarea, Jasminum grandiflorum, Origanum majorana,
Mentha xpiperita, Rosa damascena, Rosmarinus officinalis, Pimpinella anisum,
Foeniculum vulgare, Ocimum basilicum.
Questa affermazione non sembra essere sostenuta dalla letteratura scientifica. Infatti non
ci sono dati conclusivi sull’effetto estrogenico di fenol metil eteri come l’anetolo (trans-
anetolo), proposto da Franchomme e Pénöel (1990) e che interesserebbe gli OE di
Pimpinella anisum, Foeniculum vulgare, Illicium verum e Ravensara anisata. E’ vero che
l'anetolo è strutturalmente legato a estrone e estradiolo metil eteri, ma ha minime proprietà
estrogeniche (molto minore di quella dell'estrone) e l'OE di aneto è inattivo (Zondek,
Bergman, 1938; Albert-Puleo, 1980). Ci potrebbe essere un rischio remoto, in caso di
somministrazione, di una aumento di estrogeni endogeni. Il trans-anetolo (Zondek and
Bergman, 1938).
Qualche altro autore ha proposto che un numero limitato d’OE come Salvia sclarea, Salvia
officinalis, Levisticum officinalis, Angelica archangelica e Cupressus sempervirens
possiedano un effetto ormonale indiretto attraverso la stimolazione dell’asse pituitaria-
gonadi (Guba 1996).
Anche per quest’affermazione non esistono solide basi d’evidenza, a parte forse per la
Salvia sclarea. Ma anche se questi OE agissero sugli equilibri ormonali attraverso la
stimolazione della pituitaria a produrre maggiori quantità di FSH, quest’azione non
sussisterebbe nella donna incinta, dato che non esistono follicoli Graafiani da stimolare e il
normale ciclo mestruale viene “bloccato” sia fisiologicamente con la crescita del corpo
luteo che ormonalmente.
L’OE di bacca di Vitex agnus-castus potrebbe rappresentare un materiale con attività
ormonale, di tipo indiretto (azione sulla pituitaria con modulazione delle secrezioni di FSH,
LH e prolattina). Dato che questa attività potrebbe essere associata ai diterpeni, poco
presenti negli OE, il rischio appare ridotto, ma l’OE dovrebbe essere usato solo sotto
monitoraggio medico.
Il mircene, a dosi superiori a 0.25g/kg, è stato di detrimento alla fertilità e alla progenie dei
ratti se somministrato durante la gravidanza (Delgado et al., 1993).
L'alcol ß-feniletilco (PEA), il maggior costituente dell'OE di Rosa, ha mostrato effetti sul
sistema riproduttivo a dosi elevate in modelli animali per via orale (Mankes et al 1983;
Ford 1990). E' stato mostrato che l'assorbimento per via cutanea sottopone il PEA al
metabolismo e alla veloce biotrasformazione in acido fenilacetico, un composto
normalmente presente nel sangue e che non presenta un profilo tossicologico
preoccupante.
In definitiva possiamo riassumere dicendo che, in gravidanza, sono sicuramente da evitare:
OE tossici, soprattutto con apiolo e acetato di sabinile (Petroselinum crispum, Juniperus sabina,
Salvia lavandulifolia, ecc.)
OE a % elevata di anetolo, canfora e tujone
Uso orale, vaginale e rettale
Uso esterno di OE a salicilato di metile
Uso esterno a % superiore al 2%
E in genere sarebbe preferibile evitare ogni OE a meno che non sia strettamente necessario.
❑ Sistema urogenitale
Per molti anni l’OE di galbuli di ginepro (Juniperus vulgaris) ha sofferto di cattiva
pubblicità, ed è stato sospettato di causare tossicità renale. In realtà studi moderni su
modelli animali non hanno riscontrato questa tossicità., e gli autori hanno ipotizzato che
ciò fosse dovuta alla bassa percentuale di α- e β-pinene (supposti irritanti renali - Heil e
Schilcher 1993). Quest’ipotesi non resiste ad un’analisi più stringente. Infatti, anche l’OE
di ramoscelli di ginepro (non sospettato di tossicità renale) contiene percentuali elevate di
monoterpeni, comparabili a quelle dell’OE di galbulo. Inoltre vari dati in letteratura riferiti
all’ingestione di massicce quantità d’OE di Pino (fino a 500 ml) non hanno mostrato
alcun’evidenza di danno o disfunzione renale (Koppel, et al 1981).
Di tutti i composti degli OE solo l’apiolo ha mostrato la possibilità di portare a lesioni renali,
ed anche in questo caso solo in dosi massicce (da 6,3 a 19 grammi di apiolo - Tisserand e
Balacs 1995).
Le quantità d’OE normalmente utilizzate in aromaterapia, sia in applicazioni topiche sia
oralmente, non sembrano comportare rischi di danno renale. E’ chiaro che in caso di
patologie infiammatorie renali (glomerulonefrite, pielonefrite) o patologie croniche che
richiedano la dialisi l’approccio sarà radicalmente diverso (per gli OE come per altri
farmaci).
❑ Sistema cardiovascolare
Nonostante in molti testi popolari (Battaglia 1995; Davis 1988) gli OE di Hyssopus
officinalis, Rosmarinus officinalis, Salvia officinalis e Thymus officinalis siano spesso
etichettati come ipertensivi, non esiste assolutamente alcun dato in letteratura scientifica
che supporti queste dichiarazioni (Weiss 1985; Wichtl 1994; Willard1990) a parte uno
studio su Salvia sclarea che ha mostrato un effetto ipertensivo leggero su pressione
sistolica e diastolica (Tisserand e Balacs 1995), che si è però evidenziato solo a dosaggi
massicci: 1 grammo per chilo di peso corporeo.
Alcuni OE hanno mostrato effetti ipotensivi in animali da laboratorio (Allium sativum,
Tagetes patula, Pelargonium spp, Lavandula vera - Tisserand e Balacs 1995), ma
mancano conferme più valide.
Al momento non esiste quindi nessun’evidenza che gli OE possano influire in maniera
negativa sulla pressione arteriosa.
❑ Sistema nervoso
Molti OE e molecole in essi contenute hanno un effetto diretto sul SNC. Particolarmente
importanti sono i chetoni monoterpenici, in particolare pinocanfone, alfa- e beta-tujone,
canfora e pulegone, che possono causare crisi epilettiformi in animali ed esseri umani
(NDPSC 1998). Gli OE ricchi in questi chetoni sono: Foeniculum vulgare var. amara,
Hyssopus officinalis, Salvia officinalis, Artemisia absinthium, Thuja occidentalis. Possiamo
allora dire che questi OE possono essere rischiosi per persone epilettiche o con febbre
molto elevata, ed in genere in soggetti con una soglia di eccitabilità del SNC più bassa e
più sensibile agli effetti stimolanti dei chetoni. In questi casi si sconsiglia l’utilizzo anche a
livello topico. Dosi molto elevate e croniche potrebbero causare un danno irreversibile al
SNC.
Gli OE di Foeniculum vulgare var. amara, Hyssopus officinalis, Salvia officinalis,
Artemisia absinthium, Thuja occidentalis, Chaemocyparis thyroides, e le componenti
tujone e pinocanfone sono stati investigati in 65 ratti maschi e femmine, con iniezione
intraperitoneale a dosi progressivamente più elevate (Millet et al., 1981). Per Hyssopus
officinalis la dose massima senza effetti convulsivi è stata di 0.08g/kg; la dose convulsiva
è stata di s 0.13g/kg e quella letale di 1.25 g/kg. Per Salvia officinalis i dati sono stati
rispettivamente di: 0.3, 0.5 e 3.2g/kg. Una dose subclinica giornaliera di OE di issopo di
0.02g/kg ripetuta per 15 giorni ha precipitato le convulsioni dopo solo 5 giorni, ma le
stesse sono cessate dopo la cessazione della somministrazione
Le convulsioni sono state causate anche da tujone e pinocanfone a dosi rispettivamente
di: 0.2g/kg e 0.05g/kg. Questo dato suggerisce che anche dosi molto ridotte giornaliere
per poco tempo potrebbero causare delle convulsioni.
Millet e collaboratori (1981) riportano 8 casi di avvelenamento dagli OE succitati, con un
periododi latenza dall'ingestione che andava da pochi minuti a due ore, con vomito e
convulsioni. In sei casi gli OE erano stati utilizzati a scopo terapeutico (ad esempio 10mL
di tuja; 30 gocce di issopo). Una bambina di sei anni asmatica ricevette dosi ripetute di 2–
3 gocce al giorno, ma con una dose di mezzo cucchiaino da te durante una crisi di
dispnea. In un altro caso 10 gocce di issopo furono assunte per due giorni di seguito per
curare un raffreddore, con le convulsioni che iniziarono il secondo giorno. Una donna con
acne facciale ha assunto 20 gocce di Tuja non diluita a pranzo e cena per 5 giorni; dopo la
decima dose iniziarono le convulsioni (Millet et al., 1981). Va d’altro canto ricordato
come pazienti con epilessia completamente controllata dalle medicazioni non appaiano
più sensibili a questi OE di quanto non siano le persone non affette da epilessia
(Tisserand e Balacs 1995). Va altresì ricordato come questa sia una precauzione dedotta
da studi su molecole isolate, e che mancano studi seri sull’incidenza di crisi epilettiche in
caso d’uso d’OE totali. In un recente articolo, Burkhard e collaboratori (1999) riportano tre
casi di crisi epilettiche ed utilizzo di OE, ma il contesto e le quantità rendono i risultati poco
rilevanti: in un caso una donna di 54 anni ha assunto una cucchiaiata di OE di salvia alla
settimana per molti anni ed ha sofferto di una crisi epilettica che l'ha lasciata incosciente
per un’ora dopo una dose più elevata del solito; il secondo caso riportato è più
interessante, un uomo di 53 anni ha assunto circa 15 gtt di OE di salvia ed è caduto in
coma per 15 minuti. Purtroppo lo studio rivela pochi dati però sul contesto generale. Nel
terzo caso un bambino di un anno è stato messo a bagno cinque volte in quattro giorni in
una vasca contenente acqua e una quantità non conosciuta di OE di eucalipto, pino e
timo. Il risultato è stata una crisi epilettica, respirazione irregolare, e altri sintomi di
tossicità.
I sintomi si sono occasionalmente ripresentati fino all’età di cinque anni. E’ possibile che il
bambino fosse predisposto all’epilessia. Rimane comunque consigliabile nel caso di questi
OE non affidarsi, quando esistano, ai dati di LD50, ma a dati organizzati secondo concetti
di esposizione cronica, quali il No Observable Adverse Effect Level (NOEAL - livello
massimo al quale non si osservano effetti avversi), l'Acceptable Daily Intake (ADI -
assunzione giornaliera accettabile) o il Threshold Limit Values (TLV - valori di limite
soglia), molto più rilevanti per il contesto aromaterapico.
❑Cute
❑Irritazione diretta (reazione non di tipo immunitario)
Una reazione infiammatoria della pelle può essere prodotta da un irritante primario. Gli
irritanti primari agiscono alla prima esposizione, la reazione è rapida e la severità dipende
dalla concentrazione dell’irritante; il danno diretto è di solito più importante della risposta
infiammatoria. La lesione causa comunque il rilascio di mediatori chimici (istamina,
chinine, prostaglandine) che danno origine alla tipica costellazione d’arrossamento (rubor),
riscaldamento (calor), sensazione di dolore (dolor) e in certi casi la diminuzione della
funzionalità (functio laesa). La rimozione dell’agente irritante causa la diminuzione della
reazione.
OE ad alto tasso di fenoli causano irritazione, ma non sono controindicati in linea di
principio.
Bisogna sottolineare però come l’irritazione non sia sempre un effetto indesiderato o
collaterale; in alcuni casi è l’obiettivo della terapia, come per esempio nel caso di cattiva
circolazione venosa periferica, infiammazioni croniche, dolori articolari e muscolari, ecc. In
questo caso l’attenzione deve spostarsi sul corretto utilizzo e dosaggio degli OE irritanti, di
modo che l’effetto non sia maggiore di quello desiderato.
Come regola generale si può dire che in una applicazione topica non bisognerebbe mai
superare la concentrazione totale dell’1% per OE fenolici o dermocaustici. Caso a parte
sono la corteccia di cannella e di cassia, che contengono aldeide cinnamica, un composto
particolarmente aggressivo ed allergenico. In questo caso non è consigliabile l’utilizzo
dell’OE.
Percentuali maggiori si possono utilizzare con cautela nel caso d’applicazioni molto
localizzate, nelle quali s’interviene su gruppi muscolari o articolazioni dolenti per
aumentare la perfusione sanguigna e per diminuire la produzione di prostaglandine
proinfiammatorie.
Nota Bene
L'applicazione d’OE puri su pelli infiammate o lesionate aumenta l'assorbimento, le
probabilità di allergia e peggiora le condizioni della cute
Materiale irritante
Nome botanico Nome Grado di Note
italiano pericolosità
Abies alba Abete Mod irritante
pigne
Armoracia rusticana Cren Tossico ed Data l’elevata pericolosità, si raccomanda di non
irritante utilizzare questo materiale in nessun’applicazione
topica (massaggio, creme, unguenti), né come
nebulizzato, né in bruciatori, né in inalazioni.
Brassica nigra Senape Tossico ed Data l’elevata pericolosità, si raccomanda di non
irritante utilizzare questo materiale in nessun’applicazione
topica (massaggio, creme, unguenti), né come
nebulizzato, né in bruciatori, né in inalazioni.
Cinnamomum cassia Cassia Fortemente Usare sotto allo 0.1%
irritante
Cinnamomum Cannella Fortemente Usare sotto allo 0.1%
zeylanicum corteccia irritante
Cinnamomum Cannella Mod irritante
zeylanicum. fol foglie
Citrus limonum Limone Mod irritante Non usare sopra al 2%
Cryptocaria massoia Criptocaria Fortemente Materiale aromatico sospetto o da utilizzarsi solo da
irritante personale esperto
Cymbopogon Lemongras Mod irritante
flexuosus/citratus s
Cymbopogon nardus / Citronella Mod irritante
winterianus
Gaultheria Wintergree Fortemente Quasi sempre un falso. Contiene il 95% di salicilato
procumbens/fragrantis n irritante di metile, un composto tossico e facilmente
sima assorbito a livello transcutaneo). Materiale
aromatico sospetto o da utilizzarsi solo da personale
esperto
Mentha x piperita Menta Mod irritante
piperita
Origanum Origano Mod irritante
dubium/hirtum/vulgaris
(CAS No. (USA) 8007-
11-2)
Pinaceae ossidate [10 Pinaceae Tossico ed Data l’elevata pericolosità, si raccomanda di non
mlM/litro di perossidi] irritante utilizzare questo materiale in nessun’applicazione
(CAS No. (USA) 9000- topica (massaggio, creme, unguenti), né come
64-) nebulizzato, né in bruciatori, né in inalazioni.
Satureja montana Santoreggi Mod irritante
(CAS No. (USA) 8016- a
68-0)
S. hortensis (CAS No.
84775-98-4)
Syzygium aromaticum Chiodi di Mod irritante
flos (CAS No. 84961- garofano
50-2)
Syzygium aromaticum Chiodi di Mod irritante
fol (CAS No. 84961-50-garofano
2)
Thymus mastichina Maggioran Mod irritante
(CAS No. 84929-51-5) a spagnola
Thymus vulgaris CT Timo Mod irritante
timolo (CAS No.
84929-51-5)
Thymus vulgaris/zygis Timo Mod irritante
(CAS No. 84929-51-5)
Pimenta racemosa Pimiento Mod irritante
(CAS No. 85085-61-6)
Litsea cubeba (CAS Ma chang Mod irritante
No. 90063-59-5)
Melissa officinalis Melissa Mod irritante
(CAS No. 840082-61-
1)
Pimenta officinalis All-spice Mod irritante
(CAS No. 84929-57-7)
Tagete spp. (CAS No. Tagete Mod. irritante
91770-75-1)
Materiale sensibilizzante
Nome botanico Nome italiano Grado di Note
pericolosità
Acorus calamus Calamo aromatico Altamente Bandito dall’IFRA; non utilizzare in
pericoloso nessun’applicazione topica
(massaggio, creme, unguenti), né
come nebulizzati, né in bruciatori, né in
inalazioni.
Aniba rosaeodora var. Legno di rosa Il linalolo Secondo l’IFRA da usarsi solo con un
amazonica foglia e legno* (presente al 60- livello di perossidi inferiore alle
90%) ossidato è 20mml/litro. Consigliabile l’aggiunta di
un allergene. antiossidanti al momento della
produzione.
Bursera aloexylon, B. Linaloe Il linalolo Secondo l’IFRA da usarsi solo con un
simaruba, B. delpechiana et (presente al 30- livello di perossidi inferiore alle
al. 70%) ossidato è 20mml/litro. Consigliabile l’aggiunta di
un allergene. antiossidanti al momento della
produzione.
Camellia sinensis assoluta Tè Altamente Bandito dall’IFRA; non utilizzare in
CAS No. (USA) 84650-73-4 pericoloso nessun’applicazione topica
(massaggio, creme, unguenti), né
come nebulizzati, né in bruciatori, né in
inalazioni.
Cananga odorata var Ylang Ylang Materiale Da non usarsi su individui ipersensibili o
genuina sospetto allergici a cosmetici e profumi.
Cinnamomum camphora Legno e foglia di Ho Il linalolo Secondo l’IFRA da usarsi solo con un
var. linaloolifera, C. (presente al 80- livello di perossidi inferiore alle
camphora var. glavescens 90%) ossidato è 20mml/litro. Consigliabile l’aggiunta di
et al. un allergene. antiossidanti al momento della
produzione.
Cinnamomum cassia CAS Cassia o Cannella Fortemente Sottoposto a restrizioni d’uso dall’IFRA;
No. 84961-46-6 cinese sensibilizzante meglio evitare su pelle e mucose. Non
usare se non diluito sotto allo 0.1%.
Citrus aurantium subsp. Petitgrain deterpenato Il linalolo Secondo l’IFRA da usarsi solo con un
aurantium (presente al 20- livello di perossidi inferiore alle
30%) ossidato è 20mml/litro. Consigliabile l’aggiunta di
un allergene. antiossidanti al momento della
produzione.
Citrus limon Limone Materiale Da non usarsi su individui ipersensibili o
sospetto allergici a cosmetici e profumi.
Ficus carica assoluta CAS Fico Altamente Bandito dall’IFRA; non utilizzare in
No. 90028-74-3 pericoloso nessun’applicazione topica
(massaggio, creme, unguenti), né
come nebulizzati, né in bruciatori, né in
inalazioni.
Foeniculum vulgaris var. Finocchio amaro Materiale Da non usarsi su individui ipersensibili o
amara sospetto allergici a cosmetici e profumi.
Inula helenium CAS No. Enula Altamente Bandito dall’IFRA; non utilizzare in
(USA) 1397-83-7 pericoloso nessun’applicazione topica
(massaggio, creme, unguenti), né
come nebulizzati, né in bruciatori, né in
inalazioni.
Jasminum grandiflorum Gelsomino Materiale Da non usarsi su individui ipersensibili o
assoluta sospetto allergici a cosmetici e profumi.
Lippia citriodora CAS No. Verbena odorosa Altamente Bandito dall’IFRA; non utilizzare in
85116-63-8 pericoloso nessun’applicazione topica
(massaggio, creme, unguenti), né
come nebulizzati, né in bruciatori, né in
inalazioni.
Liquidamber orientalis e Styrax Altamente Bandito dall’IFRA; non utilizzare in
altre specie CAS No: 232- pericoloso nessuna applicazione topica
458-4 (massaggio, creme, unguenti), né
resinoid: come nebulizzati, né in bruciatori, né in
CAS No. (USA) 8046-19-3; inalazioni.
oil: 8024-01-9
Nota Bene: Può essere usata la L.
styraciflua var. macrophylla prodotta
con metodi che diano prodotti non
sensibilizzanti: distillazione in corrente
di vapore; distillazione sottovuoto;
estratti con esano o etanolo;
neutralizzazione con alcali acquosi
seguita da estrazione con solventi
Litsea cubeba Cubeba Materiale Da non usarsi su individui ipersensibili o
sospetto allergici a cosmetici e profumi.
Melissa officinalis CAS No. Melissa (vera) Fortemente Utilizzabile solo da personale esperto e
840082-61-1 sospetto non su soggetti ipersensibili o allergici
a cosmetici e profumi.
Myroxylon balsamum var. Balsamo del Tolu Fortemente Utilizzabile solo da personale esperto e
balsamum sospetto non su soggetti ipersensibili o allergici
a cosmetici e profumi.
Nota Bene: l’uso dell’OE distillato è
sicuro.
Myroxylon balsamum var. Balsamo del Peru Altamente Bandito dall’IFRA; non utilizzare in
pereira CAS No. (USA) pericoloso nessun’applicazione topica
8007-00-9 (massaggio, creme, unguenti), né
come nebulizzati, né in bruciatori, né in
inalazioni..
Nota bene: l’uso dell’OE distillato è
permesso
Pimenta racemosa Bay Materiale Non usare a concentrazioni maggiori
allergenico a dello 0,03%
causa
dell’estragolo
Pimpinella anisum Anice Materiale Da non usarsi su individui ipersensibili o
sospetto allergici a cosmetici e profumi
Pinus spp., Abies spp., ecc. Pinaceae ossidati Fortemente Sottoposto a restrizioni d’uso dall’IFRA;
sensibilizzante meglio evitare su pelle e mucose.
Usare solo se il livello di perossidi non
supera le 10 mlm/litro. Consigliabile
l’aggiunta di antiossidanti al momento
della produzione.
Saussurrea lappa/ costus Costui OE, assoluta e Materiale Da non usarsi su individui ipersensibili o
radix CAS No. 90106-55-1 concreta sospetto allergici a cosmetici e profumi
Un dato molto interessante è che su 161 sostanze studiate (Forbes 1977), 21 danno
risultato positivo ai test di fototossicità, e 20 su 21 appartengono o alle Rutaceae o alle
Apiaceae.
Fattori che influenzano il potenziale di fototossicità.
Intensità della radiazione UV.
Tempo passato dall'esposizione alla sostanza chimica e l'esposizione alle radiazioni solari (risposta
massima dopo 1 ora)
Temperatura.
Umidità.
Variazioni genetiche determinanti i tipi di pelle.
❑Fotoallergia
La fotoallergia è invece una forma di dermatite dovuta ad una reazione di ipersensibilità
nella quale l’agente induttore (presente nell’OE) è un proallergene o un proaptene che
viene convertito in allergene o aptene dalla radiazione solare. Molti fotoallergeni sono
allergeni da contatto, anche se si conoscono meno fotoallergeni. Un buon esempio è la 6-
metilcoumarina.
❑Fotocarcinogenesi
La fotocarcinogenesi è la stimolazione di crescita cancerosa causata dalla luce UV, o da
un composto chimico in presenza di luce UV. Solo pochi composti degli OE sono o
sembrano essere fotocarcinogeni; uno di questi è il bergaptene, contenuto in (in ordine
decrescente di percentuale) Citrus bergamia, Citrus medica, Citrus limon, Citrus
aurantium var. amara, Citrus x paradisi, Ruta graveolens.
I dati di supporto all’ipotesi che il Citrus bergamia (bergamotto) possa promuovere i
melanomi in caso di ripetuta esposizione al sole non sembrano essere preoccupanti.
Infatti l’effetto è stato notato su ratti dopo una esposizione elevatissima: cinque giorni alla
settimana per 75 settimane. Inoltre è risaputo che i ratti non sembrano avere la stessa
capacità di riparazione del DNA degli esseri umani (Sambuco et al 1987).
Lo stesso studio mostra anche che l’utilizzo di bergamotto unito ad una protezione solare
appropriata risulta in una protezione dal danno indotto da raggi UV migliore rispetto a
quella della protezione solare isolata (Sambuco et al 1987).
Al momento vi è un certo grado di confusione circa gli OE che causano fototossicità. Se
si sostiene che gli agenti responsabili della fototossicità sono le furocumarine, che non
sono distillabili, allora sembrano incongruenti i dati del RIFM che mostrano come alcuni
OE distillati (Ruta e Tagetes) siano fototossici. E’ possibile che i test siano stati effettuati
su materiale non genuino, ad esempio su estratti “venduti” come OE distillati (non sarebbe
la prima volta nel mondo dell’aromaterapia).
Nota Bene
Molecole fototossiche: bergaptene, xantossina, bergamottina, criptoptene, bergaptolo
Gli OE fototossici deterpenati sono più pericolosi perché più concentrati
Usare più OE fototossici allo stesso tempo riduce la percentuale massima applicabile dei
singoli OE.
Dopo l’utilizzo di OE fototossici non esporre alla luce per almeno 12 ore
Gli OE fototossici possono essere fotocarcinogeni
In caso di melanoma, premelanoma, tumori della pelle, evitare OE fototossici, OE di Calamo e
Sassafrassa.
❑Materiale fototossico
Nome botanico Nome italiano Grado di Note
pericolosità
Amni visnaga OE di Visnaga Non sottoposto a restrizioni ma materiale sospetto
Angelica Angelica radice Fortemente Sottoposto a restrizioni d’uso dall’IFRA. Non usare
archangelica radix fotosensibilizzante al di sopra dello 0.78%. La pelle non deve essere
(CAS No. 84775- comunque esposta al sole o a raggi UV per almeno
71-7) 12 ore dopo l’utilizzo.
Pesticidi
Buchbauer (1998) denuncia la presenza di pesticidi in OE usati in cosmesi come un
problema serio per la salute del cittadino. Tisserand e Balacs (1995) argomentano però
che il rischio reale derivante dall'uso in aromaterapia o cosmesi è molto ridotto.
Esistono circa 400 sostanze chimiche che possono essere utilizzate sulle piante
aromatiche. La maggior parte passa all’OE durante la distillazione, ed una percentuale
ancora maggiore passa negli OE ottenuti per spremitura e negli assoluti.
E’ possibile che alcune delle reazioni allergiche riportate nell’uso di OE siano dovute ai
contaminanti e non all’OE stesso. D’altro canto, perché si abbia una reazione allergica
deve esserci penetrazione della pelle, e i biocidi sono generalmente poco assorbibili (<
10%).
I biocidi, come si intuisce dal nome, sono tossici, ed è chiaro che il loro contenuto deve
essere ridotto del più possibile. E’ necessario però ricordare come i biocidi siano presenti
in buona parte dei nostri cibi, in percentuali simili o maggiori che quelle trovate negli OE.
[* in questi casi non è l’OE a essere stato bandito, ma il composto responsabile per la tossicità. Dato che gli
OE ne contengono altissime percentuali, sono banditi a tutti gli effetti pratici]
2. Materiale aromatico sottoposto a restrizioni di uso dall’IFRA.
Nome botanico Nome commerciale Materiale Pericolosità Limite di
utilizzo
Angelica archangelica radix Arcangelica radice OE Fototossico 0.78%
Cinnamomum cassia Cannella cinese OE Sensibilizzante 0.2%
Cinnamomum zeylanicum Cannella corteccia OE Sensibilizzante 0.2%
cortex
Citrus aurantifolia Lime epicarpo spremuto OE Fototossico 0.7%
Citrus aurantium Arancio amaro epicarpo OE Fototossico 1.4%
spremuto
Citrus aurantium ssp. Bergamotto epicarpo OE Fototossico 0.4%
bergamia spremuto
Citrus limonum Limone epicarpo spr. A freddo OE Fototossico 2%
Citrus reticulata (C. nobilis var. Petitgrain di Mandarino fol OE Fototossico 0.168%
deliciosa) distillata
Citrus x paradisi Pompelmo epicarpo spremuto OE Fototossico 4%
Commiphora erithrea var. Opopanax Estratto o Sensibilizzante 0.6%
glabrescens distillato
della
gomma
Cuminum cyminum Cumino OE Fototossico 0.4%
Evernia furfuracea Muschio Ass. Sensibilizzante 0.6%
Evernia prunastri Muschio Ass. E Sensibilizzante 0.1%
resinoide
Lippia citriodora Verbena Ass. Sensibilizzante 0.2%
Pinaceae (vari generi: Pinus, Pino, Abete, ecc. OE Sensibilizzanti se Perossidi < 10
Abies, ecc.:) ossidati mlmo/litro
Ruta graveolens Ruta OE Fototossico 0.15% (era
0.78%)
Tagetes minuta e T. Patula Calendula OE e Ass. Fototossico 0.01% (era
0.05%)
3. Materiale aromatico sospetto o da utilizzarsi solo da personale esperto
Nome botanico Nome commerciale Pericolosità Note
Myroxylon balsamum Balsamo del Tolu Allergenico L’OE distillato è
permesso
Betula alba Betulla Alti livelli di salicilato di metile, tossico e Non è un OE ed è
di veloce assorbimento transcutaneo quasi sempre un
falso.
Cinnamomum Canfora frazioni Neurotossiche
camphora marrone e gialla
oppure canfora non
rettificata
Cryptocaria massoia Forte irritante
Gaultheria Wintergreen Contiene il 95% di salicilato di metile, Quasi sempre un
fragrantissim/procumbe un composto tossico e facilmente falso
ns assorbito a livello transcutaneo
Laurus nobilis Alloro Sensibilizzante
Melaleuca bracteata Contiene il 95% di metil eugenolo, un
composto carcinogenico
Mentha pulegium Neurotossiche a causa dell’alto
contenuto in pulegone
Hedoma pulegioides
Micromeria spp
Petroselinum crispum Prezzemolo Epatotossico
seme e foglia
Peumus boldus Boldo Tossicità orale acuta
Styrax benzoin Benzoino Sensibilizzante
Tanacetum vulgare Neurotossico
Thuja occidentalis Tuja Neurotossica