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Brunello Mantelli

I fascismi europei 1919-45


Materiali e proposte di lavoro interdisciplinari

LOESCHER EDITORE
Mantelli - I fascismi europei, cod. 2667 Loescher Editore

Loescher - 2004 http://www.loescher.it

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Presentazione

Fascismo e nazismo furono regimi profondamente diversi e tra loro incomparabili oppure semplicemente due facce di un fenomeno politico che si estese a macchia dolio nellEuropa tra le due guerre mondiali? interpretabile il fascismo mussoliniano come una mera forma di autoritarismo? Il Terzo Reich fu lo sbocco quasi ineluttabile di secoli di storia tedesca, oppure il nazismo non fu altro che una forma particolarmente radicale di fascismo? Lantisemitismo fu unideologia peculiare al nazionalsocialismo tedesco, oppure una componente razzista e antisemita strutturalmente insita nel fascismo, in ogni fascismo? Senza Benito Mussolini, le sue camicie nere e la sua marcia su Roma sarebbero stati pensabili Adolf Hitler e le sue camicie brune, Ante Paveli c e i suoi ustasa, e tanti altri personaggi quali laustriaco Dollfuss, lo spagnolo Franco, il norvegese Quisling? legittimo parlare di un modello politico fascista oppure ogni caso nazionale va considerato a s stante? Il concetto di totalitarismo ancora utile per leggere i fascismi, oppure occulta pi di quanto non spieghi? A queste e molte altre analoghe domande, di natura tanto storiografica quanto etica e politica, mi sono proposto di rispondere sinteticamente in queste pagine, convinto come sono che sia non solo utile ma necessario, per comprendere la pluralit dei fascismi storici, un approccio comparativistico che faccia propria una categoria generale, idealtipica, di modello politico fascista. Generatosi nellItalia del primo dopoguerra, il modello politico fascista ebbe nei due decenni successivi larga diffusione e influenz, in contesti storici, sociali, culturali tra loro differenti, personalit, movimenti, partiti, regimi che certamente si espressero ciascuno con caratteristiche proprie, ma che ebbero in comune una visione organicistica della societ, una concezione gerarchica culminante nel culto di un capo carismatico, lodio verso la democrazia parlamentare e verso il movimento operaio (ipostatizzato questultimo nella categoria di bolscevismo e marxismo internazionale), una concezione catafratta della nazione, sempre al limite del razzismo quando non francamente coincidente. Partendo da unimpostazione del genere, che non nega lesistenza di questa o quella specificit nazionale, ma che ritiene fuorviante tanto ricondurre i fascismi a uno schema rigidamente predeterminato, quanto negare le palesi affinit esistenti tra loro, possibile definire un luogo e un tempo storico per i fascismi: lEuropa tra le due guerre mondiali. AllItalia e alla Germania spetta ovviamente uno spazio maggiore, la prima per essere stata la culla del fascismo, la seconda per averne portato al parossismo la carica di radicalit distruttiva, ma non mancano pagine dedicate agli altri casi nazionali, siano essi regimi (Spagna, Portogallo, Austria) o movimenti (Romania, Ungheria). Adeguata trattazione infine riceve il fenomeno del collaborazionismo (in Francia, Belgio, Croazia, Slovacchia, Norvegia, Paesi Bassi). mia profonda convinzione che lesame approfondito di un passato che coinvolse tragicamente gran parte dellEuropa sia passaggio ineludibile per un suo superamento reale, da intendersi non come banalizzazione, rimozione o peggio ancora rilettura pacificatoria, ma definitivo taglio delle radici che lo resero possibile. Il testo, che offre la possibilit di diversi approcci di studio (letterario, antropologico, artistico, cinematografico, iconico e semiologico) si articoMantelli - I fascismi europei, cod. 2667 Loescher Editore
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Presentazione

III

la in sei sezioni. Nella prima vengono definite le caratteristiche di fondo del modello politico fascista con particolare riferimento al rapporto tra fascisti ed lite tradizionali, alle politiche economiche, al nesso contraddittorio con il processo di modernizzazione. Alla fine di questa sezione si colloca unampia e dettagliata cronologia europea, fondamentale strumento di lavoro. Nella seconda sezione si analizza il fascio mussoliniano dalla fondazione alla salita al potere, al consolidamento del regime. La terza dedicata al nazionalsocialismo; viene discusso il complesso rapporto tra societ tedesca e regime hitleriano e si approfondiscono le particolari modalit di funzionamento del Terzo Reich. Nella quarta si esaminano gli altri fascismi, dal Portogallo di Salazar alla Spagna di Franco, dallAustria di Dollfuss alla Slovacchia di monsignor Tiso. La quinta prende in esame la seconda guerra mondiale e il fenomeno del collaborazionismo, generato dal conflitto e dalle conseguenti occupazioni attuate dalle potenze dellAsse; ci si sofferma in particolare sulla Francia di Vichy, sulla Croazia ustasa e sulla Repubblica sociale italiana. La sesta e ultima sezione presenta una panoramica di concetti cruciali per la comprensione del fenomeno e di alcune delle interpretazioni storiografiche pi significative. Chiude questa sezione una bibliografia generale, aggiornata al 2003. Il metodo di analisi prevede una stretta connessione tra parti esplicative e documenti (brani dautore, grafici, cartine, immagini): la pagina di sinistra presenta largomento, quella di destra lo illustra. Ogni documento corredato da domande di verifica e da suggerimenti interpretativi. Completa il percorso di indagine una scheda sul cinema italiano e tedesco sotto Mussolini e Hitler.
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IV

Presentazione

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Indice

La tentazione fascista
1 2 3 4 5

...............................

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Fascismo, fascismi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Il modello italiano e i suoi imitatori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Il modello politico fascista. Valori e riti . . . . . . . . . . . . . . . . . esistita una politica economica fascista? . . . . . . . . . . . . La dottrina del fascismo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Battaglia del grano e bonifica integrale . . . . . . . . . . . . . . . .

Definire il fascismo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascismo ed economia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Reazione o modernit? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . lite tradizionali e modernizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . CRONOLOGIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Il fascismo italiano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Il fascismo primigenio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16

19 20 21 22 23 24 25 27 28 29 30 31 33 34 35 36 37 38 39 41

La guerra: il trauma e la memoria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascismo e nazionalismo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Trasformismo: doppiezza o necessit? . . . . . . . . . . . . . . . . La politica di Giolitti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Le dichiarazioni programmatiche del fascismo . . . . . . . . Mussolini alla Camera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Il delitto Matteotti: le colpe del duce . . . . . . . . . . . . . . . . . . . La politica estera strumento imperiale . . . . . . . . . . . . . . . . . Come al cinema. Ma i corpi sono veri . . . . . . . . . . . . . . . . . . Il secolo fascista . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fragili equilibri e asimmetrie di potere . . . . . . . . . . . . . . . . .

Perch proprio in Italia? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Le tare dello Stato liberale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Il fascio al potere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Tra legalit e illegalit . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Una doppia politica estera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Volere e non potere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Cambiano gli equilibri europei . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Il nazionalsocialismo tedesco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Lallievo supera il maestro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Indice

LAsse. Propaganda e realt . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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La via particolare della Germania guglielmina . . . . . . . . . . .


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Storiografia e coscienza civile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Difficolt interne e pressioni esterne . . . . . . . . . . . . . . . . . . . La fine delle libert civili . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Uno stato demergenza permanente . . . . . . . . . . . . . . . . . .

46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 57

Una splendida democrazia incompiuta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Conservatori antirepubblicani e nazisti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . La nazificazione dello Stato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Lo stile di governo del Fhrer . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Fhrerprinzip e ruolo del partito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Le tre leggi di Norimberga . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Gli altri fascismi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .


PORTOGALLO Il regime di Salazar . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
24 25

59

Semente italiana in terra lusitana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Un autoritarismo tradizionalista e populista . . . . . . . . . . .

60 61 63

BELGIO Il rexismo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
26

Il programma politico di Rex . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

64 65

ROMANIA Codreanu e la Guardia di ferro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .


27

Nazionalismo, ruralismo, antisemitismo . . . . . . . . . . . . . . .

66 67

AUSTRIA Il clericofascismo austriaco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .


28 29

Corporativismo, gerarchia, subalternit . . . . . . . . . . . . . . . La Costituzione corporativa del 1934 . . . . . . . . . . . . . . . . . .

68 69 70 71

Dallaustrofascismo allAnschluss . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

SPAGNA Guerra civile e franchismo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .


30 31 32

La Falange e lo Stato nuovo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . La guerra civile spagnola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Franchismo e antisemitismo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

72 73 75 76 77

Inizia la lunga notte franchista . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

SLOVACCHIA Un altro clericofascismo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .


33

La persecuzione degli ebrei in Slovacchia . . . . . . . . . . . . .

78 79

VI

Indice

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Guerra e collaborazionismi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
IL FENOMENO DEL COLLABORAZIONISMO Fascismi autoctoni e fascismi indotti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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81

Loccupazione come detonatore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Violenza, ideologia, progetti imperiali . . . . . . . . . . . . . . . . . . Trasformare i polacchi in una massa di iloti . . . . . . . . . . . . Distruggere scuole, giornali, seminari! . . . . . . . . . . . . . . . . . Mito ariano e anticomunismo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Biografia di un collaborazionista . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Leconomia tedesca e i territori occupati . . . . . . . . . . . . . . Propaganda e arruolamenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Antisemitismo e collaborazionismo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

82 83 84 85 86 87 89 90 91 93 94 95 96 97 98 99

Invasori e collaboratori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
35

Le differenti strategie delloccupante . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .


36 37

Chi collabora e perch . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .


38 39

Conservatori autoritari e fascisti radicali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .


40

La crociata antibolscevica: le Waffen SS . . . . . . . . . . . . . . . . .


41

Collaborazionisti e Shoah . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
42

LA FRANCIA DI VICHY Tradizione e ordine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .


43

Dittatura e collaborazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Antisemitismo di marca vichyssoise . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Dal reducismo alla collaborazione: la Milice . . . . . . . . . . . .
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102 103 104 105 107

Maschilismo, autoritarismo, razzismo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .


44 45

LA CROAZIA DEGLI USTASA Fanatismo religioso e politico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .


46

Ruralismo, conservatorismo, xenofobia . . . . . . . . . . . . . . .

108 109

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA Ritorno alle origini e sovranit limitata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .


47 48

Lantisemitismo radicale della RSI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Dallo squadrismo alle Brigate nere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

110 111 113

Questioni e interpretazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Il Nuovo ordine europeo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
49

115 116 117 118 119


Indice

Modelli di dominio tra est e ovest . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Strategia di guerra e modalit di sfruttamento . . . . . . . .

Oppressione, sfruttamento, persecuzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . .


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VII

Saccheggio di beni e razzia di uomini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .


51 52 53 54 55 56 57 58 59 60

Ideologia e condotta della guerra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . A caccia di manodopera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Annientare, deportare e ripopolare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Lorigine dellantisemitismo fascista . . . . . . . . . . . . . . . . . . . LItalia razzista e antisemita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Letture del passato e comprensione del presente . . . . . Il ruolo della grande industria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Leader carismatici e masse declassate . . . . . . . . . . . . . . . . Policrazia istituzionale e ruolo di Hitler . . . . . . . . . . . . . . . . Il primato della politica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

120 121 123 124 125 128 129 131 132 133 134 135 136 137 138 139 141 142

Conquiste e genocidi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Scienza, razzismo e fascismi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Parentesi o rivelazione? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascismo e capitalismo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Bonapartismo o totalitarismo? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Ordine ferreo o caos organizzato? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

BIBLIOGRAFIA GENERALE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Fascismi e macchine da presa . . . . . . . . . . . . . . . . . . .


Il cinema strumento di propaganda . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

143 144

VIII

Indice

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La tentazione fascista

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Fascismo, fascismi

Alcuni testi su Mussolini e il fascismo italiano pubblicati in Germania nel 1934.

Nel periodo tra le due guerre mondiali in parecchi paesi europei vanno al potere forze politiche che si definiscono o si richiamano in vario modo al fascismo. Gli Stati interessati sono: Italia, Portogallo, Austria, Germania, Spagna, Ungheria, Romania, repubbliche baltiche (Lituania, Lettonia, Estonia) 1 A . In parecchi altri Stati, dove pure il sistema politico rimane basato sulla democrazia parlamentare, sono presenti partiti e movimenti che al fascismo si rifanno o che puntano a ricalcare il suo modello. il caso della Francia, della Norvegia, della Finlandia, della Polonia, del Belgio, dei Paesi Bassi. possibile perci dire che negli anni intercorsi tra la prima e la seconda guerra mondiale nellintera Europa con poche eccezioni (Svezia, Gran Bretagna) il modello fascista suscita un notevole interesse e appare come una strada praticabile. Non si deve certo cadere nellerrore di ritenere che i fascismi siano tutti identici, non fossaltro perch ben diverse sono le condizioni economiche e sociali, la cultura, le tradizioni e le vicende storiche di ogni singolo paese: ci vale, ad esempio, sia per lItalia sia per la Germania, e ancora di pi per altri Stati, come lUngheria o il Portogallo, le cui economie erano ancora in grandissima parte dipendenti dallagricoltura e in cui lindustria era assai poco sviluppata. Non si pu per dimenticare che gli esponenti delle organizzazioni politiche fasciste si sentivano in vario modo affini: ritenevano di stare sviluppando un modello politico nuovo e contrapposto tanto alla democrazia parlamentare quanto al comunismo di tipo sovietico che si era affermato, con la rivoluzione del 1917 e poi con la stabilizzazione dei primi anni Venti, nei vasti territori russi; modellavano la propria attivit politica sugli esempi che venivano loro in particolare da Italia 1 B e Germania. La prima era stata la culla del fascismo, il primo Stato in cui un movimento fascista era andato al potere; la seconda era in breve tempo ritornata a essere la maggiore potenza europea, e sembrava avere realizzato una forma particolarmente radicale ed efficace di fascismo: il nazionalsocialismo. Tipici dei fascismi sono certamente labolizione del pluralismo politico, la messa fuori legge delle opinioni non conformi a quelle ufficiali espresse dal governo, un rigido controllo della stampa, una prassi di governo autoritaria in cui ogni decisione viene dallalto; se ci limitassimo per a constatazioni di questo genere, rischieremmo di non essere in grado di distinguere il fascismo da altre forme di governo autoritario come il primo e il secondo impero napoleonici; vari tipi di dittature militari; lo stesso comunismo sovietico, in particolare nella sua versione staliniana.

RIFLETTERE SUI DOCUMENTI

G Osserva la carta: quali caratteristiche hanno in comune gli Stati che hanno mantenuto istituzioni democraticoparlamentari? E che cosa accomuna quelli che hanno subto una deriva fascista? G Perch, secondo Gentile (documento B) il fascismo italiano diventato un modello per altri movimenti nati nellEuropa del primo dopoguerra?

La tentazione fascista

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La carta illustra la diffusione dei fascismi in Europa occidentale, fotografando

la situazione politico-istituzionale nel 1937. Segue un brano di uno dei massimi studiosi del fascismo italiano, Emilio Gentile. Allievo di Renzo De Felice, Gentile ha dedicato numerosi volumi allo studio del regime, giungendo a conclusioni per molti versi originali, tra cui la rivalutazione del ruolo del Partito nazionale fascista (a lungo considerato un elefantiaco apparato burocratico) e la sottolineatura della spinta totalitaria interna al fascismo. In queste righe lo studioso richiama il valore esemplificativo che la marcia su Roma e la salita al potere di Benito Mussolini ebbero su molte altre forze fautrici di soluzioni autoritarie in Europa. Per tale via Gentile si stacca dal suo maestro, convinto sostenitore dellunicit del caso italiano, ricongiungendosi con quanti propugnano lutilit di unanalisi comparativistica dei fascismi.

Il modello italiano e i suoi imitatori

La diffusione dei fascismi in Europa


Democrazie parlamentari Regimi fascisti o fascistizzanti Monarchia Repubblica Trono vacante

NORVEGIA SVEZIA MARE DEL GRAN NORD BRETAGNA E IRLANDA DANIMARCA IRLANDA DEL NORD

FINLANDIA

ESTONIA LETTONIA LITUANIA GERMANIA

OCEANO ATLANTICO
PAESI BASSI BELGIO

URSS

GERMANIA

POLONIA

LUSSEMBURGO

CECOSLOVACCHIA FRANCIA
SVIZZERA AUSTRIA UNGHERIA

ROMANIA
IUGOSLAVIA

MAR NERO BULGARIA

PORTOGALLO SPAGNA

ITALIA
ALBANIA

TURCHIA MAR MEDITERRANEO GRECIA

La marcia su Roma, un esempio da imitare


zionali e ideologiche, un nuovo Stato, un nuovo ordine e un uomo nuovo []. storicamente certo che non fu la rivoluzione bolscevica ad aprire nellEuropa occidentale la via al totalitarismo, sulla quale si incammin il nazionalsocialismo, ma fu la marcia su Roma, linstaurazione del regime fascista e linizio di un inedito esperimento di dominio politico; tutto ci avvenne per impulso autonomo, insito nella natura stessa del fascismo.
(E. Gentile, Fascismo. Storia e interpretazione, Roma-Bari, Laterza, 2002, p. X)

Il fenomeno fascista ha fatto per la prima volta il suo ingresso nella storia con lavvento al potere del Partito fascista, che ha dato vita a un regime a partito unico, sovrastato dalla figura del capo, mirante allattuazione di un esperimento totalitario definito secondo i principi, i valori, i miti e gli obiettivi della propria cultura politica. Come tale, il fascismo italiano diventato un modello per altri movimenti nazionalisti rivoluzionari antidemocratici, a cominciare dal nazionalsocialismo, che ne seguirono le orme e ne utilizzarono lesperienza come partito e come regime, per creare, ciascuno secondo le proprie peculiarit na-

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La tentazione fascista

Definire il fascismo

Ci che caratterizza i fascismi e ne dimostra la modernit cio il loro essere non un residuo del passato, ma un fenomeno ben radicato nel XX secolo, che si sviluppa sulla base delle irreversibili trasformazioni sociali verificatesi nei decenni precedenti la Grande Guerra e da essa accelerate il fatto che essi costruiscono forme di governo autoritario che si giovano di un apparato organizzativo di massa 2 A ; alle masse cio viene tolto ogni potere (ad esempio, non possono votare se non in forme plebiscitarie e meramente coreografiche), ma esse non sono tenute lontane dalla politica, anzi vengono inquadrate nelle maglie del partito e delle sue organizzazioni collaterali, strutturate in modo da coinvolgere ogni segmento della societ civile seguendo larticolarsi delle generazioni, dei mestieri, dei sessi 2 B . Un secondo aspetto tipico dei fascismi il rifiuto di alcune idee-forza pro prie dellet contemporanea, sviluppatesi a partire dallilluminismo e dalla Rivoluzione francese: luguaglianza, lesistenza di imprescindibili e intoccabili diritti individuali; il principio di maggioranza e contemporaneamente quello della tutela delle minoranze, la convinzione che la verit nasca dal confronto e dallo scontro tra opinioni diverse. A questo insieme di valori i fascisti ne contrappongono altri radicalmente opposti: la gerarchia (fondata sulla convinzione della naturale ineguaglianza degli esseri umani, che giustificherebbe perci una visione aristocratica della politica e della societ); una concezione organicista della societ (paragonata a un organismo, in cui a ognuno spetterebbe un posto ben definito e non modificabile, secondo un modello retorico che risale al ben noto apologo di Menenio Agrippa di fronte ai plebei in rivolta); la convinzione che lindividuo sia sacrificabile in nome dello Stato (e/o della razza), poich solo nel suo seno pu esistere; un aggressivo nazionalismo che mentre nega la positivit del conflitto politico e sociale allinterno degli Stati sostiene linevitabilit dello scontro, tanto politico quanto (ineluttabilmente) armato, nei rapporti tra Stato e Stato, ammantato sovente del mito della nazione proletaria in lotta per la propria sopravvivenza e il proprio spazio vitale con le nazioni plutocratiche e giudaico-massoniche. Se rifiuta i valori costitutivi della modernit, il fascismo ne accetta ben volentieri invece gli aspetti tecnici e tecnologici (lindustria, la tecnologia), anzi, se ne serve di buon grado allo scopo precipuo di accelerare la ricostituzione di quellunit primigenia della stirpe, presunta esistente in un passato pi o meno nebuloso e poi corrottasi. In sintesi, la definizione che ancora oggi pare meglio cogliere la natura del fascismo quella di regime reazionario di massa, formulata da Palmiro Togliatti nel 1935; un regime, cio, che si sforza di negare la modernit (e in particolare i suoi effetti sociali e culturali) servendosi dei suoi mezzi pi tipici.

RIFLETTERE SUI DOCUMENTI

G Nei confronti delle masse, quali obiettivi perseguono i regimi fascisti? G Qual era il senso delle feste popolari sotto il fascismo?

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Proponiamo qui due documenti. Il primo un brano di un volume fonda-

mentale del maggiore storico germanista italiano, Enzo Collotti, il cui oggetto sono per lappunto i fascismi europei tra le due guerre. Sostenitore dellutilit di una categoria generale idealtipica di fascismo, da utilizzare come strumento per comparare i fascismi storici, Collotti connette nelle righe che seguono le modalit di funzionamento e le caratteristiche dei differenti regimi con lo sviluppo sociale del paese in cui si sono sviluppati e con il grado di modernizzazione economica, politica e culturale che hanno raggiunto. Il secondo testo tratto da unopera di Emilio Gentile, storico che abbiamo gi incontrato, dedicata al tentativo, da parte del fascismo mussoliniano, di dare vita a una vera e propria religione civile totalitaria, che egli ha definito il culto del littorio, e che avrebbe dovuto forgiare luomo nuovo fascista.

Il modello politico fascista. Valori e riti

A
Regimi fascisti veri e proprii e regimi autoritari gravitanti verso di essi sono regimi dittatoriali e oligarchici che hanno comunque bisogno, nellera della societ di massa, di attivare e di organizzare il consenso attorno alla piramide dirigente. Solo che questo processo avviene in misura e con modalit diverse nelle due diverse varianti: lorganizzazione delle masse pi ferrea, pi rigida, produce la militarizzazione e il controllo sociale capillare nelle societ industrializzate, a forte concentrazione urbana, con stratificazioni sociali ben definite, e non soltanto per la necessit di affermare il controllo su grandi concentrazioni di classe operaia, ma perch tende a modellare lorganizzazione della societ secondo le gerarchie e gli schemi di un sistema aziendale, che al di l della sua funzione produttiva diventa un anello essenziale del controllo sociale. Lo stesso processo si affida viceversa maggiormente a forme pi tradizionali di controllo sociale, quali la forza della religione, lintegrazione dei miti e delle antiche gerarchie sociali, laddove non si sono create le condizioni di esistenza e di sviluppo di moderni movimenti di massa o di forti spinte omogeneizzatrici, quali quelle dovute a processi produttivi di tipo industriale o a processi di grande concentrazione urbana. Naturalmente, la generalizzazione di questi due diversi tipi di processi va considerata alla stregua di ogni generalizzazione, ossia la semplificazione e la riduzione allo stato lineare, quasi allo stato puro, di processi che nella realt sono sempre pi complessi di quanto non sia riflesso nella loro rappresentazione.
(E. Collotti, Fascismo, fascismi, Firenze, Sansoni, 1989, p. 17)

B
Per due decenni, sotto il governo fascista, le piazze dItalia, dalle grandi citt ai piccoli paesi, furono trasformate in un unico, immenso, scenario dove milioni di persone celebravano, con una simultanea coralit, scandita da un ritmo continuo, le feste della nazione, gli anniversari del regime, le vittorie della rivoluzione, il culto dei caduti, la glorificazione degli eroi, la consacrazione dei simboli, le apparizioni del duce. Molte altre cerimonie, adunate, parate, mostre e pellegrinaggi doccasione moltiplicavano il ciclo annuale dei riti di massa del regime fascista. Popolo e paese furono avvolti in una fitta rete di simboli, che abbracciava lurbanistica e il paesaggio, le macchine e i monumenti, larte e il costume, gli abiti e i gesti, imprimendo ovunque e su tutto, dallo stemma dello Stato ai tombini di strada, lemblema del fascio littorio.
(E. Gentile, Il culto del littorio. La sacralizzazione della politica nellItalia fascista, Roma-Bari, Laterza, 1993, p. VII)

Inaugurazione di una distilleria ai Castelli romani, 1938. Sono presenti i vari aspetti della coreografia mussoliniana: i gerarchi circondano il duce, alle loro spalle si situa la folla, tra cui alcuni giovani con stendardi e vessilli fascisti; una gigantografia del dittatore domina la scena.

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Per connotare i fascismi appare meno significativo il riferimento alle po-

Fascismo ed economia

Manifesto per lautarchia, diffuso dopo la decisione della Societ delle Nazioni di applicare allItalia sanzioni economiche per laggressione allEtiopia. In realt la scelta autarchica non fu meramente una reazione alle sanzioni, ma unopzione legata alla crisi del mercato mondiale dopo il 1929.

litiche economiche statalistiche o miranti al controllo totale o parziale delleconomia che i regimi fascisti misero in atto e i movimenti agitarono a mo di bandiera. Se si prescinde infatti dalla dimensione della propaganda (pure non priva di significati ma da analizzarsi in un contesto suo proprio), non si pu dimenticare che il primo fascismo, quello italiano, non and affatto al potere con un programma di politica economica statalista o protezionista, anzi propugnava al tempo idee liberiste e affermava di volere fare regredire lo Stato da compiti che non gli sarebbero propri, come lorganizzazione di poste, ferrovie ecc. la politica legata al nome di Alberto De Stefani (1879-1969), ministro delle Finanze di Mussolini dal 1922 al 1925, e che per quanto mitigata negli anni seguenti (ad esempio con la fissazione della parit tra lira e sterlina a 90 lire per 1 sterlina nel dicembre 1927) si prolunga fino allinizio degli anni Trenta 3 . In seguito, le misure prese dai regimi fascisti in ambito economico (controllo rigido del commercio estero; costruzione di reti privilegiate di scambio internazionale attraverso accordi di clearing, che prevedevano cio scambi di merce sostanzialmente alla pari, in modo da evitare il deflusso di valuta; provvedimenti tesi a favorire la concentrazione industriale e a ridurre il pi possibile la dipendenza dallestero nei settori delle materie prime e delle fonti di energia) non si discostarono pi di tanto dalle politiche economiche attuate da molti paesi industrializzati o semindustrializzati in ben altro contesto politico e istituzionale. A dettare le regole della politica economica non fu tanto la volont politica dei regimi fascisti quanto la necessit, indotta dalla crisi del 1929, di fare fronte in qualche modo alla frattura e alla segmentazione del mercato mondiale, con il connesso calo verticale del volume globale del commercio estero che si verific in tutti i paesi senza eccezione alcuna. La stessa cartellizzazione forzata messa in atto dal nazionalsocialismo tedesco, oltre a rispondere alle esigenze inderogabili appena richiamate, si configura in fondo come una ripresa e unaccentuazione di tendenze gi presenti in Germania negli anni precedenti la prima guerra mondiale (quando si inizi a parlare di capitalismo organizzato) e poi sviluppatesi ulteriormente (l come altrove) nel corso del conflitto, allorch si arriv ovunque a forme di spiccato dirigismo economico sotto legida dei comandi militari.

RIFLETTERE SUI DOCUMENTI

G Quali erano le linee di fondo della politica di Alberto De Stefani? G Esiste una dottrina economica tipicamente fascista? G Quale fu lorigine della politica autarchica?

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IL brano che segue tratto da un saggio degli storici delleconomia Fran-

co Belli e Vittorio Santoro. Nel testo vengono prese in esame le caratteristiche di fondo della politica economica fascista in particolare negli anni Venti, in cui il regime tenne un atteggiamento dichiaratamente liberista e contrario al dirigismo economico. Furono poi le pressioni degli stessi ambienti industriali a spingere il gruppo dirigente fascista verso misure che si riconnettevano pi direttamente con le politiche economiche messe in atto dagli ultimi governi liberali. La vera svolta avvenne per effetto della crisi generale del 1929, e in quelloccasione le decisioni del regime non furono poi cos differenti da quelle prese da governi di ben diverso orientamento politico in altri paesi. Il testo di Belli e Santoro reperibile anche on line al sito: http://www.econ-pol.unisi.it/scdbanc/pubbl/bellisantoro.pdf.

esistita una politica economica fascista?

Soprattutto in origine, il fascismo non fu portatore di un preciso programma economico dintervento. Viceversa, almeno sul piano delle intenzioni, ci si proclamava favorevoli a un ritorno al laisser faire, alla stregua di reazione alleconomia di guerra, e, pi in generale, contro la progressiva burocratizzazione indotta da taluni interventi dello stato liberale. Da qui la necessit di periodizzazione del ventennio, per dar maggiore risalto ai principali mutamenti di rotta: a. il 1925, che rappresenta a un tempo il passaggio allorganizzazione totalitaria dello stato, e una prima svolta nella politica economica, segnata fra laltro dallingresso nel governo dei ministri Volpi (alle finanze) e Belluzzo (alleconomia nazionale) e dagli interventi di risanamento finanziario, con particolare riguardo al caso del Banco di Roma; b. il periodo 1926-1927, che caratterizzato, in ispecie, dallunificazione dellemissione in capo alla Banca dItalia, dallemanazione della prima legge bancaria e dal risanamento monetario scandito dal discorso di Pesaro e da quota novanta; c. gli anni 1931-1936, quando, con la costituzione dellIMI e dellIRI e con la riforma bancaria, il capitale finanziario italiano assume un assetto qualificato dal ruolo organico dello stato nellintermediazione finanziaria, che sopravviver al regime fino a sfiorare lepoca recente; d. gli anni che corrono dal 1937 al 1942, nel corso dei quali, con lautarchia e con leconomia di guerra, si accentua linterventismo statale, cosicch le scelte di politica economica raggiungono gli antipodi rispetto alle opzioni iniziali. Gi queste prime osservazioni, schematiche e scontate, anticipano lipotesi che opportuno parlare di una pluralit di politiche economiche del periodo fascista. Immediatamente collegato a questa prima questione lulteriore quesito se esista una specificit del-

leconomia fascista o se, viceversa, vi sia analogia con le politiche svolte in altri paesi sotto la spinta, prima, del passaggio da uneconomia di guerra a uneconomia di pace e, in seguito, della crisi mondiale del 1929 e della conseguente riduzione dellinterscambio internazionale. Daltro canto il problema della specificit si pone altres dal punto di vista del rapporto continuit o cesura, non solo, come gi abbiamo accennato, rispetto al liberalismo prefascista, ma anche alla democrazia repubblicana del secondo dopoguerra. La politica liberista della prima, breve, fase del fascismo (fino al 1924) si concretizza nellapparente demolizione degli istituti giuridici dintervento economico escogitati in periodo liberale. Riteniamo che di apparenza si debba parlare in quanto, nelle sue linee di fondo, la legislazione precedente non risulta alla fin fine stravolta. Insomma, loperazione politica che il primo governo fascista porta a compimento quella di appropriarsi di modelli preesistenti, alterandone alcuni tratti talora marginali, e ponendo, comunque, a capo degli enti economici uomini di propria fiducia []. [Per quanto riguarda il sistema bancario] lo stato fascista in principio pone in essere qualche estemporaneo tentativo di liberalizzazione: il r.d. 11 gennaio 1923 provvede alla soppressione del Consiglio superiore del credito, di l a poco il Consiglio superiore delleconomia istituito con r.d. 6 settembre 1923 viene articolato in varie sezioni, fra cui quella del commercio, credito e assicurazioni, con il compito, in verit molto modesto, di dare pareri e fare proposte in ordine alle materie di competenza dellIspettorato generale del credito e delle assicurazioni private.
(F. Belli - V. Santoro, La legislazione economico-finanziaria del periodo fascista, in A. Mazzacane [a cura di], Diritto economia e istituzioni nellItalia fascista, Baden Baden, Nomos, 2002, pp. 221-22)

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Reazione o modernit?

La domanda principale a cui, dagli anni Venti a oggi, politici, intellettuali e studiosi cercano di rispondere riguarda la natura del regime fascista, e in particolare il suo rapporto con la tradizione e con la modernit. Il fascismo un tradizionalismo reazionario, il ripresentarsi in pieno XX secolo di idee e concetti del passato, oppure un fenomeno strettamente connesso con la societ contemporanea, un modo particolare di organizzare la politica, leconomia, la cultura che (nelle circostanze verificatesi in Italia dopo la Grande Guerra) pot presentarsi agli occhi di una considerevole parte delle lite dirigenti come una via duscita dalle contraddizioni del moderno? Il fascismo poneva al centro del suo pensiero e della sua azione i princpi di gerarchia e di ineguaglianza; si presentava come un movimento autoritario guidato da un capo carismatico la cui legittimit non si fondava su alcuna designazione dal basso; concepiva la societ non come un insieme di soggetti individuali (citoyens) dal cui confronto nasca una volont collettiva, ma come un organismo vivente superindividuale, in cui a ogni parte spetta un compito preciso e non modificabile, come accade al nostro corpo. Ci poneva il movimento dei Fasci agli antipodi del pensiero democratico ispirato ai princpi della Rivoluzione francese 4 . Daltro canto, il continuo richiamarsi del fascismo alle idee, tipicamente ottocentesche, di nazione e di patria, e la sua dichiarata volont di coinvolgere, senza esclusioni, tutti i gruppi sociali nella macchina politica e statuale che andava costruendo lo rendevano diverso da una mera dittatura reazionaria, se per reazione sintende il desiderio di ricostituire un ordine antico che sia stato violato. Il fascismo non pu essere compreso se non sullo sfondo della societ di massa costituitasi nel corso del XIX secolo e dispiegatasi negli anni a cavallo della Grande Guerra; il continuo richiamo della propaganda fascista ai valori di ordine e gerarchia era finalizzato non a tenere lontane le masse dalla politica, ma a inglobarle in essa in una forma subalterna e priva di autonomia. A essere evocato non lordine dellancien rgime, in cui ci che conta sono la fedelt al sovrano e laccettazione passiva della propria collocazione nella scala dei ceti sociali, quanto invece la disciplina tipica degli eserciti di massa che si decimarono sui diversi fronti, dallIsonzo alla Marna, e lagire gerarchicamente organizzato tipico della grande fabbrica militarizzata. Sia lesercito moderno sia la grande fabbrica non possono funzionare basandosi solo su una ferrea disciplina, ma richiedono che i propri componenti siano almeno parzialmente coinvolti, e condividano gli obiettivi perseguiti dai gruppi dirigenti. Va da s che ci pu essere perseguito in vari modi; il fascismo solo uno di essi, ma contraddistinto dalla volont di ottenere il coinvolgimento delle masse senza accettare il conflitto so ciale e politico che inevitabilmente ne consegue.

RIFLETTERE SUI DOCUMENTI

G Come devono articolarsi, secondo il fascismo, i rapporti tra individuo e Stato? G Come viene definito da Giovanni Gentile il XX secolo?

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Riproduciamo un brano dalla Dottrina del fascismo, volume1 del 1932 firmato da Benito Mussolini ma in notevole parte steso da Giovanni Gentile , filosofo idealista di fama internazionale, propugnatore dellidealismo assoluto (una lettura dellhegelismo fortemente influenzata dal pensiero di Fichte) e intellettuale di spicco del regime. Fu ministro della Pubblica istruzione nel 1922-24 e autore della riforma della scuola che porta il suo nome e che regge ancora, sostanzialmente, lordinamento della scuola media superiore; spiritus rector dellEnciclopedia Treccani, ne diresse personalmente le sezioni Storia della filosofia, Storia del cristianesimo, e, in seguito, Filosofia e pedagogia. Il testo illuminante sui temi del rapporto tra fascismo e modernit. reperibile on line al sito: http//www.fascismoeliberta.net/kf/LADOTTRINAFASCISTA.html#OLE_LINKBIS.

La dottrina del fascismo

Di fronte alle dottrine liberali, il fascismo in atteggiamento di assoluta opposizione []. Non bisogna esagerare [] limportanza del liberalismo nel secolo scorso, e fare di quella che fu una delle numerose dottrine sbocciate in quel secolo, una religione dellumanit per tutti i tempi presenti e futuri. [] sintomatico che un popolo di alta civilt, come il popolo tedesco, abbia ignorato in pieno, per tutto il secolo XIX, la religione della libert. [] La Germania ha raggiunto la sua unit nazionale al di fuori del liberalismo, contro il liberalismo, dottrina che sembra estranea allanima tedesca, anima essenzialmente monarchica, mentre il liberalismo lanticamera storica e logica dellanarchia []. Quanto allunit italiana, il liberalismo vi ha avuto una parte assolutamente inferiore allapporto dato da Mazzini e da Garibaldi che liberali non furono. [] Il secolo liberale dopo aver accumulato uninfinit di nodi gordiani, cerca di scioglierli con lecatombe della guerra mondiale. Mai nessuna religione impose cos immane sacrificio. Gli dei del liberalismo avevano sete di sangue? Ora il liberalismo sta per chiudere le porte dei suoi templi deserti perch i popoli sentono che il suo agnosticismo nelleconomia, il suo indifferentismo nella politica e nella morale condurrebbe, come ha condotto, a sicura rovina gli Stati. [] Le negazioni fasciste del socialismo, della democrazia, del liberalismo, non devono tuttavia far credere che il fascismo voglia respingere il mondo a quello che esso era prima di quel 1789, che viene indicato come lanno di apertura del secolo demo-liberale. Non si torna indietro. [] Il concetto di autorit fascista

non ha niente a che vedere con lo stato di polizia. Un partito che governa totalitariamente una nazione, un fatto nuovo nella storia. Non sono possibili riferimenti e confronti. Il fascismo dalle macerie delle dottrine liberali, socialistiche, democratiche, trae quegli elementi che hanno ancora un valore di vita. Mantiene quelli che si potrebbero dire i fatti acquisiti della storia, respinge tutto il resto, cio il concetto di una dottrina buona per tutti i tempi e per tutti i popoli. Ammesso che il secolo XIX sia stato il secolo del socialismo, del liberalismo, della democrazia, [], si pu pensare che questo sia il secolo dellautorit, un secolo di destra, un secolo fascista; se il XIX fu il secolo dellindividuo (liberalismo significa individualismo), si pu pensare che questo sia il secolo collettivo e quindi il secolo dello Stato. [] Caposaldo della dottrina fascista la concezione dello Stato []; per il fascismo lo Stato un assoluto, davanti al quale individui e gruppi sono il relativo. Individui e gruppi sono pensabili in quanto siano nello Stato. [] Lo Stato garante della sicurezza interna ed esterna, ma anche il custode e il trasmettitore dello spirito del popolo cos come fu nei secoli elaborato nella lingua, nel costume, nella fede. Lo Stato non soltanto presente, ma anche passato e soprattutto futuro. lo Stato che trascendendo il limite breve delle vite individuali rappresenta la coscienza immanente della nazione.
(B. Mussolini, La dottrina del fascismo, Milano, Treves-Treccani-Tumminelli, 1932, pp. 15-19)

1.

Si tratta dellomonima voce dellEnciclopedia Treccani riprodotta come saggio a s.

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lite tradizionali e modernizzazione

Cartolina fascista celebrativa dellaviazione, fiore allocchiello del regime.

Unaltra difficolt dinterpretazione del fascismo si lega al fascino che per oltre un decennio, dal 1922 alla met degli anni Trenta, proman dal regime italiano e dal suo capo in quasi tutti i paesi dEuropa. Perch la tentazione fascista fu cos forte e si manifest in contesti cos diversi tra loro? Per rispondere occorre considerare tre aspetti della proposta politica fascista, tali da renderla singolarmente attraente agli occhi di parte delle lite intellettuali e politiche europee. Prima di tutto, il regime fascista propugna valori reazionari, ma un regime reazionario di massa, cio vuole coinvolgere larghi strati sociali; in secondo luogo, il regime fascista non un regime di mera conservazione, anzi intende caratterizzarsi sul terreno economico e sociale come rivoluzionario, ma si tratta di una rivoluzione dallalto, che mantiene inalterate le gerarchie sociali; in terzo luogo, esso si proclama moderno, anzi, pi moderno tanto delle democrazie occidentali quanto del comunismo sovietico. La sua modernit per misurata su un metro meramente quantitativo; vengono cio presi in considerazione soltanto gli indici di sviluppo del prodotto nazionale lordo, i chilometri di strade costruite, la cifra totale delle case edificate o delle terre bonificate 5 , lattivit complessiva delle strutture assistenziali messe in piedi, lammontare degli armamenti ammassati negli arsenali militari ecc. Anche prendendo per buoni i dati ufficiali sulla consistenza delle opere del regime, va sottolineata la volont di Mussolini e dei suoi adepti di rea lizzare una modernizzazione senza modernit , bloccando e inibendo cio quei processi di secolarizzazione, sviluppo del senso della soggettivit individuale, rottura dei ruoli sociali tradizionali improntati al paternalismo e fondati sulla disuguaglianza tra i sessi e le generazioni, che nelle societ occidentali pi sviluppate la Gran Bretagna, la Scandinavia, in parte la Francia, gli Stati Uniti erano proceduti di pari passo con lo sviluppo della societ di massa. In conclusione possiamo dire che stata lunione di idee gerarchiche e antiegualitarie con modelli organizzativi moderni compatibili con la massificazione della societ e della cultura tipica del XX secolo a rendere cos attrattivo, soprattutto tra le lite tradizionali, il modello fascista in societ anche molto diverse tra loro.

RIFLETTERE SUI DOCUMENTI

G Quale rapporto si instaura, nel regime fascista, tra innovazione tecnica e modernizzazione sociale? G Rifletti su realt concreta e uso propagandistico della bonifica integrale. G Quale poteva essere sulla popolazione italiana il richiamo di uno slogan come quello di battaglia del grano, considerate le condizioni medie di vita di allora?

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La tentazione fascista

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Come esempio della modernizzazione parziale realizzata dal regime fascista italiano, riportiamo ci che ha scritto a proposito della bonifica dei territori paludosi e inadatti allagricoltura uno dei maggiori esperti di storia agraria del nostro paese, Guido Crainz , docente di Storia contemporanea alluniversit di Teramo e autore di numerosi studi sulle trasformazioni economico-sociali del nostro paese nel corso del XX secolo. Con la battaglia del grano e la bonifica integrale, che riprendeva istanze gi fortemente presenti in et liberale, il regime intendeva da un lato promuovere lautosufficienza sul piano alimentare, questione di assoluta rilevanza nella prospettiva di una futura guerra europea (a cui il fascismo mirava con chiara evidenza), dallaltro avviare a risoluzione il complesso problema della popolazione bracciantile del Nord-Est, fonte di preoccupazioni politiche per le sue tradizioni di lotta. Attraverso la distribuzione di lotti della terra ricavata dalle bonifiche, Mussolini e i suoi puntavano a trasformare i braccianti poveri in piccoli proprietari terrieri, sradicandoli altres dalle province di residenza. Era la cosiddetta sbracciantizzazione.

La bonifica integrale si inserisce nel solco di una azione bonificatrice plurisecolare. Precedente al fascismo anche il maturare, fra Grande Guerra e primi anni Venti, del suo stesso concetto: azione simultanea di sistemazione idraulica, risanamento igienico e trasformazione agraria complessiva di terreni improduttivi o malsani, volta a incidere sia sugli assetti territoriali sia su quelli economico-sociali. Nel modo di intendere questa trasformazione non mancano, nella primissima fase, voci e toni diversi [] che trovano piena espressione nel convegno di S. Don di Piave del marzo 1922. Esso disegna le mappe possibili dellintervento futuro e pone al centro i nodi essenziali: il rapporto fra intervento pubblico e privato, il nesso fra bonifica e trasformazioni, sia del regime fondiario sia dei modi di conduzione. Cadute presto le ipotesi che prevedevano lintervento nel Mezzogiorno di settori del capitale finanziario e dellimprenditoria privata settentrionale, lesito di questa prima fase sono il Testo unico sulla bonifica del 1923 e la legge Serpieri del 1924, strumento legislativo avanzato che prevede forme di intervento nei confronti dei proprietari inadempienti. Di qui una vi-

vace opposizione della propriet terriera meridionale: essa ottiene, gi nel 1925, un primo successo (un decreto del novembre limita infatti drasticamente lefficacia impositiva della legge) e prosegue poi, negli anni seguenti, con uno scontro in cui entrano in gioco differenti soggetti sociali e istituzionali (consorzi e societ di bonifica ecc.). In questo contesto, nel 1928, giunge la legge Mussolini, che si colloca allinterno di pi ampie politiche di costruzione del consenso e della campagna ruralistica del regime, e prevede sia un rilevante impegno finanziario, di lungo termine, dello Stato, sia lesecuzione di opere da parte dei privati. Su questultimo, essenziale, punto lazione successiva di Serpieri subisce una rilevante sconfitta, sancita dal suo allontanamento dal Sottosegretariato alla bonifica integrale (che aveva retto ininterrottamente dal 1929 al 1935), mentre la crisi internazionale e poi la concentrazione delle energie finanziarie del regime in altre direzioni, a partire dallavventura africana, porteranno a una riduzione dello stesso impegno statale (per altro incentrato, ed esaurito, su una serie di opere prevalentemente infrastrutturali). In questo quadro, i risultati pi rilevanti si hanno ove come nella Bonifica pontina, in cui agisce lOpera nazionale combattenti gli interessi dei privati sono meno forti e la ricaduta propagandistica delle realizzazioni pu invece essere pi immediata. Tardivo risulta invece lassalto al latifondo siciliano, formalizzato con la legge del 2 gennaio 1940, n.1, che istituisce un ente, dotato di ampi poteri, per la colonizzazione del latifondo siciliano e prevede lesproprio per i proprietari che non realizzano le trasformazioni fondiarie di loro competenza. Questa legge, destinata a infrangersi contro la vicenda bellica, comunque promulgata in un contesto in cui lo scarto fra progetti, impegno statale ed effettiva realizzazione ormai rilevantissimo: alla fine degli anni Trenta lattivit bonificatrice si era estesa su quasi 6 000 000 di ettari, ma solo su 1 700 000 erano state ultimate le opere pubbliche, e su meno di 900 000 erano state completate anche quelle private. Inoltre, soltanto su un terzo di questa pur ridotta superficie si potevano registrare notevoli risultati produttivi e pi densi insediamenti colonici.
(P. Milza - S. Berstein - N. Tranfaglia - B. Mantelli [a cura di], Dizionario dei fascismi, Milano, Bompiani, 2002, pp. 56-58)

Battaglia del grano e bonifica integrale

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La tentazione fascista

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CRONOLOGIA
1918

3 novembre 11 novembre

Armistizio tra lItalia e lAustria. Armistizio tra le potenze dellIntesa e la Germania. la fine della prima guerra mondiale.

1919

23 marzo 28 aprile 28 giugno 10 settembre 12 settembre 14 settembre

16 novembre
1920

Benito Mussolini fonda a Milano il movimento dei Fasci di combattimento. Nasce la Societ delle Nazioni. Trattato di Versailles tra lIntesa e la Germania. Trattato di Saint-Germain-en-Laye tra lIntesa e lAustria. Gabriele DAnnunzio occupa con un gruppo di reduci la citt di Fiume, assegnata alla Iugoslavia dal trattato di Versailles. Germania. Adolf Hitler entra nel Partito tedesco dei lavoratori (Deutsche Arbeiterpartei, DAP), che dallagosto 1920 diventa Partito nazionalsocialista tedesco dei lavoratori (Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei, NSDAP). Italia. Alle elezioni vincono socialisti e popolari. I fascisti raccolgono in tutto 4657 voti.

4 giugno 10 agosto 12 novembre


1921

Trattato del Trianon tra lIntesa e lUngheria. Trattato di Svres tra lIntesa e la Turchia. Trattato di Rapallo tra lItalia e la Iugoslavia.

15 maggio

Italia. Alle elezioni i fascisti ottengono, insieme ai nazionalisti, una quarantina di seggi allinterno del blocco liberal-conservatore.

1922

24-29 ottobre

24 novembre 18 dicembre

Italia. Raduno a Napoli di alcune migliaia di camicie nere. Le squadre fasciste iniziano a convergere su Roma sotto la guida di un quadrumvirato composto da Michele Bianchi, Emilio De Bono, Cesare Maria De Vecchi, Italo Balbo. Luigi Facta, presidente del Consiglio, propone al re di proclamare lo stato dassedio e di far intervenire lesercito (27 ottobre). Su consiglio del maresciallo Armando Diaz e del grande ammiraglio Paolo Thaon di Revel, il re si rifiuta di firmare il decreto (28 ottobre) e invita Mussolini ad assumere la guida di un nuovo governo. La Camera accorda poteri eccezionali a Mussolini; il potere legislativo passa dal Parlamento nelle mani del governo. I fascisti assaltano la Camera del lavoro di Torino e la redazione del giornale LOrdine nuovo, uccidendo 22 persone.

1923

11 gennaio 14 gennaio 8 novembre

Italia. Istituzione del Gran Consiglio del fascismo, organo collegiale di direzione del partito e dello Stato. Vengono legalizzate le squadre fasciste con la formazione della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale (MSVN). Germania. Fallisce il putsch di Monaco, promosso da Hitler, che intendeva attuare una marcia su Berlino sullesempio della marcia su Roma. Hitler viene condannato a una lieve pena. Durante la detenzione scrive Mein Kampf (La mia battaglia), opera in cui espone i princpi del suo credo politico.

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Cronologia

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13 novembre

Italia. Il Parlamento approva la legge elettorale Acerbo, che prevede lassegnazione al partito di maggioranza relativa di due terzi dei seggi alla Camera.

1924

27 gennaio 6 aprile 10 giugno

8 luglio

Annessione di Fiume allItalia e accordo con la Iugoslavia sui confini. Italia. Successo elettorale del listone fascista, che ottiene 374 seggi. A seguito della denuncia in Parlamento di brogli e intimidazioni da parte fascista, il deputato socialista Giacomo Matteotti viene assassinato. Le opposizioni decidono di boicottare le sedute alla Camera (secessione dellAventino), ma, dopo uno sbandamento iniziale, in pochi mesi Mussolini risolve la crisi a proprio vantaggio. Decreto fascista che introduce una rigida censura sulla stampa e vieta le riunioni dellopposizione.

1925

3 gennaio 2 ottobre 11 novembre

24 dicembre

Italia. In un discorso alla Camera Mussolini si assume la piena responsabilit del delitto Matteotti. Patto di Palazzo Vidoni: il sindacato fascista lunica organizzazione riconosciuta dagli imprenditori. Francia. Georges Valois fonda il Faisceau, prima formazione politica dichiaratamente fascista sorta al di fuori dellItalia. In Francia sono tuttavia presenti da diversi anni gruppi extraparlamentari e antiliberali quali lAction franaise, la Ligue antismite, la Ligue de la patrie franaise e le Jeunesses Patriotes-La Lgion. Italia. Modifiche allo Statuto albertino: al presidente del Consiglio si sostituisce il capo del governo, non pi responsabile di fronte alle Camere e con potere di nominare e revocare i ministri.

1926

28 maggio 18 agosto 31 ottobre

17 dicembre

Portogallo. Dopo un decennio di estrema instabilit politica, con un colpo di Stato militare va al potere il generale Antonio Oscar Carmona. Italia. Discorso di Pesaro: Mussolini annuncia la rivalutazione della lira nei confronti della sterlina. I salari saranno tagliati di quasi il 20%. Il Consiglio dei ministri vara una serie di provvedimenti, noti come leggi fascistissime, che prevedono: lo scioglimento dei partiti di opposizione, la creazione di una polizia politica segreta (OVRA), listituzione del Tribunale speciale e del confino, e la restaurazione della pena di morte. I deputati aventiniani sono dichiarati decaduti e il leader comunista Gramsci viene arrestato e condannato a venti anni di prigione. Lituania. Il presidente della repubblica Antanas Smetona attua un colpo di Stato con lappoggio dei partiti di destra, nazionalista (Lega dei nazionalisti lituani) e democratico-cristiano; dar vita a un regime autoritario ispirato al fascismo italiano.

1927

22 aprile 24 giugno

Italia. Viene promulgata la Carta del lavoro, documento programmatico del sistema corporativo. Romania. Corneliu Zelea Codreanu fonda la Legione dellarcangelo Michele, movimento fascistizzante e violentemente antisemita. Dal 1930 essa sar affiancata dal partito politico, pi esteso, Guardia di ferro.

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Cronologia

13

CRONOLOGIA
1928

16 marzo 25 maggio

Italia. Approvata dalla Camera la nuova legge elettorale che istituisce una lista unica nazionale compilata dal Gran Consiglio del fascismo. Germania. La NSDAP ottiene solo il 2,6% alle elezioni per il Reichstag, mentre avanzano notevolmente le sinistre.

1929

7 gennaio

11 febbraio 23-24 marzo

24 ottobre
1930

Croazia (Iugoslavia). Ante Paveli c, avvocato di Zagabria, fonda il movimento ultranazionalista degli ustasa (ribelli), ricevendo finanziamenti e protezione da parte italiana Italia. Firma dei Patti lateranensi con la Santa Sede. Finlandia. Nasce il movimento di Lapua, che prende il nome dal comune omonimo; sar poi noto come movimento lappista. Prevalentemente composto da agricoltori, si contrapporr frontalmente al movimento operaio caratterizzandosi in senso fascistizzante. Stati Uniti. Crollo degli indici azionari alla Borsa di New York.
^

14 settembre

Germania. Il Partito nazionalsocialista, con 6 407 000 voti ottiene 107 seggi al Reichstag e diventa il secondo partito del paese.

1931

12 maggio

28-29 giugno

11 ottobre

14 dicembre

Norvegia. Si forma il governo di minoranza del Partito agrario. Vidkun Quisling, ex militare ed ex diplomatico fondatore, allinizio dello stesso anno, del Movimento del popolo nordico, dal profilo razzista, antiparlamentare e antisocialista, nominato ministro della Difesa. Grecia. LUnione nazionalista, formazione di estrema destra vicina al fascismo, fomenta un pogrom a Salonicco, dove viene dato alle fiamme il quartiere ebraico detto Kampel. Nella citt vivono 50 000 ebrei, in gran parte di origine spagnola. Germania. Costituzione del Fronte di Harzburg tra nazisti, Stahlhelm (associazione di ex combattenti di orientamento antirepubblicano), Partito popolare nazionaltedesco e personalit conservatrici. Le SA naziste moltiplicano gli atti di violenza. Paesi Bassi. Viene fondata la Nationaal Socialistische Beweging (Movimento nazionalsocialista, NSB).

1932

5 giugno

5 luglio 31 luglio

1 ottobre

Finlandia. Nasce il Movimento patriottico del popolo, che raccoglie militanti del disciolto movimento di Lapua e intellettuali nazionalisti influenzati dal corporativismo e dal fascismo mussoliniani. Portogallo. Leconomista di destra Antonio de Oliveira Salazar nominato primo ministro. Germania. I nazisti diventano il primo partito del Reichstag ottenendo il 37,3% dei voti alle elezioni. Complessivamente, per, sinistra e cattolici mantengono quasi tutti i loro suffragi; a destra che avviene un grande travaso di consensi dalle formazioni moderate verso la NSDAP. Hitler rifiuta di entrare in un governo di coalizione. Gran Bretagna. Oswald Mosley, gi parlamentare conservatore e poi laburista, fonda la British Union of Fascists (BUF).

14

Cronologia

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6 novembre

Germania. Viene sciolto il Parlamento a causa dellimpossibilit di formare un governo. Alle elezioni i nazisti perdono due milioni di voti.

1933

30 gennaio

5 marzo

19 marzo 21 marzo 23 marzo

23 aprile 26 aprile 17 maggio 15 luglio

20 luglio 29 agosto 11 novembre

Germania. Hitler diventa cancelliere in un governo di coalizione di cui fanno parte, oltre ai nazisti, nazionalisti, cattolici e indipendenti di destra. Si tratta di un gabinetto privo di maggioranza parlamentare. Germania. Nuove elezioni per il Reichstag. I nazisti raccolgono il 44% dei suffragi, ma per avere la maggioranza assoluta in Parlamento Hitler fa dichiarare fuorilegge il Partito comunista. Portogallo. Plebiscito per sancire lEstado novo di Salazar, che prevede il partito unico. Germania. Apertura, a Dachau (nei pressi di Monaco), del primo campo di concentramento, destinato ad accogliere oppositori politici. Il Reichstag, con lassenso dei deputati del cattolico Zentrum, vota la legge sui pieni poteri che d a Hitler il controllo assoluto del paese: il potere legislativo passa dal Parlamento nelle mani del governo, cos come era accaduto in Italia dieci anni prima. Islanda. Nasce il Movimento nazionalista islandese, di chiara ispirazione nazista. Germania. Viene creata la Gestapo (Geheime Staatspolizei), polizia segreta di Stato, sotto il diretto controllo dei nazisti. Norvegia. Nasce la Nasjonal Samling (NS), partito che si richiama al nazismo, con a capo Vidkun Quisling. Italia. Nascono i Comitati per la universalit di Roma (CAUR), con il compito di organizzare e riunire attorno al ministero degli Affari esteri il maggior numero di movimenti nazionalisti, fascisti o corporativisti europei. Concordato tra la Germania ormai nazificata e il Vaticano. Portogallo. istituita una speciale polizia politica (Polcia de Vigilncia e de Defesa do Estado, PVDE, in seguito denominata PIDE). Francia. Marcel Bucard, gi membro del Faisceau, fonda il Francisme, movimento che ricalca fedelmente il modello mussoliniano.

1934

Febbraio

24 aprile 14 maggio

15 maggio 14 giugno 10 luglio 25 luglio

Austria. Guerra civile tra il governo clericofascista di Engelbert Dollfuss e i socialisti, maggioritari a Vienna. Dollfuss scioglie tutti i partiti tranne il neocostituito, e governativo, Fronte patriottico. Estonia. Il presidente Konstantin Pts instaura un regime autoritario fascistizzante tramite un colpo di Stato. Polonia. Dallala giovanile del Partito nazional-democratico (Endecja), di orientamento nazionalista, conservatore e antisemita, nasce la pi nota organizzazione fascisteggiante, il Raggruppamento nazional-radicale, da cui lanno successivo si distaccher unala ancora pi estremista, la Falange. Lettonia. Colpo di Stato di Karlis Ulmanis, primo ministro e capo dellUnione contadina, che instaura un regime autoritario e si proclama vadomis (duce). Hitler incontra Mussolini a Venezia. Austria. Viene emanata una nuova Costituzione che conferisce poteri dittatoriali al cancelliere. Austria. Fallisce un putsch nazista, ma viene assassinato il cancelliere Dollfuss. La Germania declina ogni responsabilit.

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Cronologia

15

CRONOLOGIA
9 ottobre Il re di Iugoslavia Alessandro I viene assassinato a Marsiglia in un attentato organizzato dagli ustasa, che hanno il loro punto di forza in Italia.
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1935

15 settembre 3 ottobre

2 novembre

Germania. Le leggi di Norimberga stabiliscono che gli ebrei sono una razza inferiore e vietano loro i rapporti con i tedeschi ariani. Aggressione italiana allEtiopia. Il conflitto nasce dal bisogno del fascismo di crearsi nuovi consensi e di dare sfogo alla crescente pressione demografica e sbocchi alle industrie nazionali. Belgio. Lon Degrelle, scrittore e pubblicista, fonda il movimento clericofascista Christus Rex.

1936

5 maggio

24 maggio 16-18 luglio 21-24 ottobre 25 novembre


1937

Etiopia. Le truppe italiane conquistano Addis Abeba. Vittorio Emanuele III assume il titolo di imperatore dEtiopia. La guerra continuer tuttavia per anni causando altre migliaia di morti, soprattutto per effetto delle repressioni italiane. Belgio. Alle elezioni il movimento Rex ottiene circa il 25% dei voti nella provincia del Lussemburgo e l11,8% a livello nazionale. Spagna. Rivolta militare guidata da Francisco Franco contro il governo del Fronte popolare. Italia e Germania inviano uomini e mezzi agli insorti. Nasce lAsse Roma-Berlino. Giappone e Germania firmano il Patto anticomintern.

7 luglio 20 dicembre

Ha inizio il conflitto cino-giapponese. Romania. La Guardia di ferro ottiene il 15,53% dei voti, diventando cos la terza forza politica del paese.

1938

12 febbraio 12-15 marzo 3 agosto

29-30 settembre 9-10 novembre

Romania. Il re Carlo I sospende la Costituzione, ordina lo scioglimento di tutti i partiti politici e instaura un regime autoritario fascisteggiante. Austria. Annessione alla Germania nazista (Anschluss) a seguito di violenti disordini fomentati dai nazisti. Il paese diventa una provincia del Reich con il nome di Ostmark. Italia. avviata lintroduzione delle leggi antisemite, cosiddette leggi razziali, che discriminano pesantemente gli ebrei. Ci avviene in una fase di antisemitismo montante negli Stati a regime fascista o fascisteggiante (nello stesso anno disposizioni antisemite vengono emanate a Budapest, Bucarest e Varsavia) e nel contesto del crescente avvicinamento dellItalia alla Germania. Alla conferenza di Monaco Gran Bretagna, Francia, Germania e Italia danno il via libera alloccupazione tedesca dei Sudeti cecoslovacchi. Germania. Notte dei cristalli: dopo un attentato contro un diplomatico tedesco a Parigi vengono devastati e saccheggiati sinagoghe, negozi e propriet di ebrei; vengono arrestate 20 000 persone e si contano decine di morti.

1939

8 marzo

Ungheria. annunciata la fondazione del Partito delle croci frecciate, dalla fusione di numerose formazioni fasciste preesistenti.

16

Cronologia

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15-16 marzo

21 marzo 23 marzo 28 marzo 7 aprile 22 maggio 28-29 maggio 21 luglio

1 settembre 3 settembre
1940

Boemia e Moravia, gi private dei Sudeti, sono occupate dallesercito tedesco (Wehrmacht) e vengono trasformate in protettorato del Reich tedesco. Ungheria e Polonia approfittano della dissoluzione della Cecoslovacchia per annettersi porzioni di territorio slovacco. Formulazione da parte tedesca di richieste esorbitanti alla Polonia: annessione di Danzica alla Germania, collegamento extraterritoriale tra Prussia orientale e il resto del Reich. Occupazione tedesca del territorio di Memel in Lituania. Spagna. Caduta di Madrid e instaurazione del regime franchista. LItalia occupa lAlbania. Germania e Italia firmano il Patto dacciaio, che impone lintervento automatico in guerra a fianco dellalleato che si trovi coinvolto in un conflitto. Ungheria. Le formazioni fasciste ottengono complessivamente 49 seggi su un totale di 252. Slovacchia. Viene promulgata la Costituzione del nuovo Stato indipendente, il cui presidente il sacerdote cattolico monsignor Jozef Tiso, alla guida del Partito popolare slovacco, formazione ultranazionalista ormai fascistizzatasi. La Germania invade la Polonia: linizio del secondo conflitto mondiale. LItalia si dichiara alleato non belligerante della Germania. Francia e Gran Bretagna dichiarano guerra alla Germania.

9 aprile 10 maggio 10 giugno 22 giugno

25 settembre 28 ottobre 21 novembre

Truppe tedesche invadono Danimarca e Norvegia. Inizia loffensiva tedesca sul fronte occidentale; la Wehrmacht occupa Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi e penetra profondamente in territorio francese. LItalia dichiara guerra a Francia e Gran Bretagna, schierandosi a fianco della Germania. Capitolazione della Francia: il maresciallo Philippe Ptain firma larmistizio con Germania e Italia. Dar vita a uno Stato collaborazionista (Stato di Vichy), fascistizzante e antisemita. Norvegia. Le autorit tedesche dichiarano la NS di Quisling unico partito legale nel paese. Attacco italiano alla Grecia. La controffensiva greca respinge gli italiani in territorio albanese, una parte del quale viene occupato. LItalia costretta a chiedere aiuto alla Germania, trascinando i Balcani nel conflitto.

1941

6 aprile

10 aprile

22 giugno

La Germania dichiara guerra alla Grecia. Il territorio metropolitano greco immediatamente attaccato attraverso Bulgaria e Romania. Truppe bulgare si uniscono alla Wehrmacht. Il porto ateniese del Pireo distrutto dalla Luftwaffe. Nasce lo Stato indipendente di Croazia dopo laggressione alla Iugoslavia da parte delle forze tedesche, italiane, ungheresi e, in un secondo momento, bulgare. La guida dello Stato, solo formalmente indipendente, affidata agli ustasa di Paveli c. La Germania attacca lUnione Sovietica (operazione Barbarossa). In breve i paesi baltici sono occupati dalla Wehrmacht. I movimenti fascisti locali si uniscono alle truppe del Fhrer nel combattere i sovietici e con ancora maggior vigore nel dare vita a pogrom antiebraici, collaborando attivamente alla Shoah.
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Cronologia

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CRONOLOGIA
7 dicembre 11 dicembre
1942

Il Giappone attacca gli Stati Uniti a Pearl Harbor. Germania e Italia dichiarano guerra agli Stati Uniti.

20 gennaio 1 febbraio
1943

Conferenza del Wannsee: viene organizzato lo sterminio degli ebrei dEuropa, peraltro gi in atto da qualche mese nei territori controllati dal Terzo Reich. Norvegia. Quisling nominato presidente del Consiglio dei ministri.

25 luglio 3 settembre 8 settembre

12 settembre 15 settembre 23 settembre

Italia. Il Gran Consiglio del fascismo mette in minoranza Mussolini, che viene arrestato per ordine del re. La guida del governo affidata al maresciallo Pietro Badoglio. LItalia sottoscrive larmistizio di Cassibile con gli Alleati. Annuncio alla radio dellarmistizio. Il testo del discorso, molto vago, lascia le forze armate senza ordini precisi. I tedeschi occupano gran parte dellItalia centrosettentrionale. Il regio esercito si dissolve. Prigioniero in un rifugio sul Gran Sasso, Mussolini viene liberato da un commando tedesco. Mussolini annuncia la costituzione del Partito fascista repubblicano (PFR) e la continuazione della lotta armata a fianco dei tedeschi. Annuncio della costituzione della Repubblica sociale italiana (RSI). La sede del nuovo governo fissata a Sal.

1944

20 luglio

26 luglio 16 dicembre
1945

Germania. Attentato a Hitler nel suo quartier generale di Rastenburg. Lazione, e la contemporanea rivolta di alcuni generali, falliscono. Dopo processi sommari, si conteranno circa 5000 vittime. Italia. Costituzione delle Brigate nere. Ultimo discorso pubblico di Mussolini al Teatro Lirico di Milano.

25 aprile 28 aprile 30 aprile 7 maggio 2 settembre 20 novembre

Il Comitato di liberazione nazionale Alta Italia (CLNAI) emana lordine di insurrezione generale. Il duce lascia Milano. Fuga e cattura di Mussolini, che viene fucilato assieme ad altri gerarchi. Il giorno seguente si arrendono le truppe tedesche in Italia. Suicidio di Hitler nel bunker della cancelleria a Berlino. A Reims la Germania firma la capitolazione senza condizioni. Capitolazione del Giappone. Si apre a Norimberga il processo contro i maggiori gerarchi nazisti. Le sentenze saranno pronunciate il 30 settembre 1946; si conteranno una ventina di condanne a morte e lunghe pene detentive.

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Cronologia

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Il fascismo italiano

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Il fascismo primigenio

Il primo gabinetto Mussolini rende omaggio al Milite Ignoto; Roma, 1923.

Per tutti gli anni Venti lItalia, primo paese a conoscere un regime fascista, fu il modello indiscusso a cui tutti i movimenti fascisti o fascistizzanti dEuropa si rifecero, compresi i nazionalsocialisti tedeschi e le altre forze di estrema destra attive nella repubblica di Weimar. Ci fu dovuto a parecchi fattori, alcuni oggettivi: lItalia era uscita vincitrice dalla prima guerra mondiale, cosa che le aveva dato uno status di potenza medio-grande; il forte movimento operaio e socialista che si era sviluppato nel nostro paese dallultimo ventennio dellOttocento in poi era stato sconfitto e distrutto in breve tempo e apparentemente con grande facilit; altri soggettivi, cio legati allattivit politica e diplomatica del regime guidato da Benito Mussolini (cfr. p. 28 e sgg.). Il fascismo italiano si svilupp traendo linfa e stimoli sia da fenomeni di portata internazionale, sia da fattori tipici del nostro paese e della sua storia, su cui ci soffermeremo nelle prossime pagine. Tra i primi dobbiamo citare il diffondersi in tutta Europa, negli ultimi due decenni dellOttocento e nel quindicennio precedente la prima guerra mondiale, di una cultura e di punti di vista fortemente critici verso il concetto stesso di democrazia, di concezioni che riproponevano visioni aristocratiche ed elitiste della politica, concezioni che spesso si ispiravano alle teorie darwiniane dellevoluzione, applicate (un po incongruamente) alla societ e alla politica. Con la Grande Guerra sembra poi entrare in una crisi irreversibile qualunque fiducia in un progresso dellumanit magari lento, ma inarrestabile; fiducia che accomunava soggetti politici come le forze dispirazione liberale e quelle dispirazione socialista che si contrapponevano politicamente con asprezza, ma erano unite da alcune convinzioni di fondo, tra cui la fede nel progresso. E se da un lato la guerra provoca questa perdita di senso, dallaltro porta a compimento il processo di massificazione della societ contemporanea, che gi era progredito nel corso dellOttocento, sulla spinta dellalfabetizzazione, dello sviluppo delle comunicazioni di massa (giornali, editoria popolare), delle trasformazioni nel sistema dei trasporti (ferrovie) e delle migrazioni di massa. La guerra di trincea mette in contatto soldaticontadini e ufficiali-studenti, funziona a un tempo come una grande scuola e un grande omogeneizzatore di idee e punti di vista 6 . Anche il pi sperduto villaggio ne viene coinvolto, come dimostrano ancora oggi gli innumerevoli monumenti ai caduti corredati tutti da lunghi e agghiaccianti elenchi di nomi e cognomi che costellano praticamente tutta lEuropa.

RIFLETTERE SUI DOCUMENTI

G La guerra come trauma collettivo nellesperienza concreta dei soldati: facendo riferimento al brano di Leed e ad altre letture definisci i mutamenti nella psicologia individuale e collettiva che essa indusse. G Guerra e memoria pubblica: rifletti sui messaggi che trasmettevano i monumenti ai caduti della prima guerra mondiale che il regime fascista fece costruire numerosi in tutta la penisola.

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Il fascismo italiano

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Proponiamo un brano dello storico britannico Eric J. Leed, autore di un importante e fortunato libro sulla Grande Guerra, in cui al centro non sono gli avvenimenti bellici o le strategie militari, ma lesperienza concreta dei combattenti e le trasformazioni del loro universo mentale forzatamente indotte dalla quotidianit della trincea. Servendosi di fonti quali la memorialistica e la letteratura, gli epistolari e le riflessioni di psicologi e antropologi, lo studioso ha cercato di interpretare gli effetti profondi del conflitto sulla percezione della realt da parte di chi ne fu suo malgrado protagonista e delle generazioni successive.

La guerra: il trauma e la memoria

Il soldato era un uomo che aveva vissuto per un periodo apparentemente senza fine al di l delle categorie sociali e civili, al di l di qualsiasi distinzione di status che non fosse puramente formale e meccanica. Lesperienza di vivere al di l delle classi, ma nella truppa, produsse un innegabile senso di cameratismo in coloro che la condivisero; ma produsse anche lincapacit di collegare lesperienza sociale della guerra con i problemi sociali e le questioni politiche della societ postbellica. Non c da sorprendersi che coloro che desideravano fare dellesperienza di guerra la base per un attacco contro lordinamento borghese, liberale, ricorressero alle definizioni pi contraddittorie: nazionalismo rivoluzionario, radicalconservatorismo, nazionalsocialismo. Queste autoidentificazioni non dovettero sembrare eccessivamente contraddittorie a uomini le cui identit erano state rimodellate da unesperienza che, pur dando nuovo rilievo a concezioni formalistiche ed arcaiche dellautorit, pot anche essere vissuta come una sorta di proletarizzazione militarizzata, in cui gli uomini furono ridotti al ruolo di anonimi esecutori di meccanismi impersonali di distruzione. Ma il soldato di linea, subito dopo la fine della guerra, si distinse molto di pi nel ruolo di uomo della violenza che in quello di camerata e uomo comunitario []. Se la guerra fu unesperienza modernizzante lo fu perch alter in modo fondamentale le tradizionali fonti di identit, le vecchie concezioni della guerra e degli uomini in guerra: la Grande Guerra fu un punto nodale della storia della civilt industriale perch essa fuse realt materiali e mentalit tradizionali in un modo del tutto imprevisto e spiazzante. Da un lato la guerra merita il titolo di prima guerra veramente moderna, perch in essa e tramite essa la natura e le dimensioni dellindustria moderna furono ribadite nei termini pi violenti e inappellabili; daltro canto, fu una guerra che mobilit una logica profondamente radicata nella cultura europea, una logica che asseriva lalterit sociale ed esistenziale delle guerra come, appunto, alterit benefica alla vita nella societ civile. La convinzione della polarit tra pace e guerra fu, nel 1914, il principale ingrediente della diffusa acclama-

zione della guerra come mezzo per trascendere le contraddizioni sociali ed economiche. Ma la disillusione che accompagn laccorgersi dellintima analogia tra le societ industriali e le guerre che queste conducono [] contorse, inarid e confuse la logica su cui erano basati il significato morale della guerra e la figura del guerriero. La guerra totale altro non fu che la negazione dellesistenza di due realt diverse, due insiemi diversi di regole, due diversi livelli su cui la vita potesse essere vissuta ed esperita: in guerra i combattenti appresero che esiste soltanto un mondo industriale, la realt del quale plasmava il loro essere in guerra molto pi che in tempo di pace. Nelle trincee i soldati appresero che la distruzione tecnologica e la produzione industriale sono immagini speculari luna dellaltra.
(E. J. Leed, Terra di nessuno. Esperienza bellica e identit personale nella prima guerra mondiale, Bologna, il Mulino, 1985, pp. 257-58, 265)

Linaugurazione del monumento ai caduti sul passo del Tonale, 31 agosto 1924.

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Il fascismo italiano

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Linevitabile crisi di assestamento postbellica, che colpisce tutti i paesi co-

Perch proprio in Italia?

involti nel conflitto, assume in Italia caratteri assai dirompenti per la con traddizione che nel nostro paese allora particolarmente evidente tra struttura istituzionale e funzionamento concreto della macchina statuale; la prima ha ormai assunto un assetto costituzionale-parlamentare, e a ridosso della guerra si giunti al suffragio universale maschile; ci sono cio i presupposti per una democratizzazione. La seconda improntata a un autoritarismo di fondo. La contraddizione esplode nel 1914. Mentre la maggioranza del paese neutralista, la composita minoranza interventista, assai attiva e capace di riempire le piazze 7 , gode dellappoggio solido e fattivo degli apparati dello Stato, della corte, delle gerarchie militari, per i quali la guerra rappresenta un ottimo strumento per avviare una ricomposizione nazionale nel senso di valori dordine e disciplina, barriera e rimedio della decomposizione del corpo sociale causata, a loro giudizio, dal riformismo giolittiano e dal rafforzarsi del movimento operaio e socialista. Il fatto che, nelle prime elezioni postbelliche la maggioranza sfugga dalle mani delle lite liberali di ispirazione risorgimentale e vada ai due partiti di massa espressione di culture politiche altre (il Partito socialista di Filippo Turati e il Partito popolare di Luigi Sturzo) crea una situazione di confusione nei ceti dirigenti, i quali progressivamente vedono nel movimento fascista, guidato dallex socialista Benito Mussolini e composto da una mescolanza confusa di ex reazionari ed ex rivoluzionari, nazionalisti arrabbiati ed ex combattenti incapaci di reinserirsi nella vita civile, uno strumento per rimettere un po dordine in casa propria. Nellottica di quei gruppi dirigenti e dei loro maggiori esponenti, tutti di estrazione liberale (anche se di diversa tendenza, dal liberale democratico Giovanni Giolitti al conservatore Antonio Salandra), una volta esaurita la propria funzione il fascismo avrebbe dovuto rientrare nei ranghi, lasciando nuovamente spazio alle vecchie lite. Mai calcolo fu pi sbagliato. Giunto al potere, il fascismo diventa ben presto una dittatura. Ci non significa che non paghi un prezzo ai vecchi gruppi dirigenti, o meglio alle forze sociali di cui essi erano espressione: se i tradizionali leader politici sono costretti a ritirarsi a vita privata, con i ceti possidenti e le loro organizzazioni economiche Mussolini e i suoi vengono ben presto a patti. intesa con la Chiesa cattolica, punNella stessa ottica, il fascismo cerca uni tando a utilizzare a proprio favore il notevole prestigio di cui essa gode nel paese e allestero. Ci rende, tra laltro, il fascismo interessante anche per quelle forze, dimpostazione clericale e reazionaria, che sono presenti in diverse aree cattoliche dEuropa (la penisola iberica, larea danubiana) e che operano contro gli assetti democratico-parlamentari costruiti in quei paesi dopo la prima guerra mondiale, assetti alla cui costruzione e al cui funzionamento avevano spesso dato un notevole contributo i partiti socialisti.

RIFLETTERE SUI DOCUMENTI

G Perch le vecchie lite liberali non combatterono il fascismo nascente? G Quali complesse componenti ideologiche confluirono nel nazionalismo?

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Il fascismo italiano

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Riportiamo qui un articolo coevo, dal titolo Lineamenti del nazionalfascismo, steso dallo storico e giornalista (fu condirettore de La Stampa dal 1921 al 1925) Luigi Salvatorelli, comparso sulla rivista gobettiana La rivoluzione liberale nel 1923. I toni fortemente polemici si spiegano con lasprezza del dibattito e con la durezza dello scontro politico in corso. Salvatorelli avrebbe sviluppato le sue tesi nel volume Nazionalfascismo (1923) e avrebbe in seguito steso, con Giovanni Mira, unimportante ricostruzione complessiva del movimento e del regime fascisti, pubblicata con il titolo Storia dItalia nel periodo fascista, che ancora oggi resta un essenziale punto di riferimento per i lettori interessati a cogliere il dipanarsi concreto degli eventi. Il testo reperibile on line al sito: http://www.erasmo.it/liberale/testi/625.htm.

Fascismo e nazionalismo

Il nazionalismo italiano nacque alla vigilia delle feste cinquantenarie del 1911 []; aveva un contenuto esoterico, che poteva solo esser conosciuto e contemplato dagli iniziati ai misteri []. Questo contenuto [] era di varia origine. Cera un po di Nietzsche, attraverso DAnnunzio []: culto della violenza eroica, negazione del sentimentalismo umanitario, compiacenza per le pose gladiatorie, disprezzo del volgo servo ed ignaro, del vile pedone. Cera un po di positivismo spenceriano: lotta per lesistenza, selezione, trionfo del pi forte. [] Ma cera anche la divinizzazione tedesca dello Stato, nel quale e per il quale soltanto vivono gli individui e prendono scopo e senso i fatti economici, sociali, religiosi. Infine e sopratutto vi era molto, moltissimo nazionalismo francese, [] letto, copiato, imparato a memoria e cucinato in tutte le salse. [] Questa dottrina nazionalista dai colori variopinti e chiassosi era dunque frutto di una mezza cultura, superficiale ed abborracciata; ma nella Beozia del mondo politico italiano era pur sempre qualche cosa e produceva un certo effetto, aumentato dalla orgogliosa assurance con cui veniva presentata come lultima parola della modernit originale []. [E pot asserire] che gli stati sono organismi che nascono, crescono e periscono []; che la lotta delle nazioni va sostituita alla lotta di classe, perch ci sono le nazioni proletarie e le nazioni capitalistiche; che il socialismo sbagliato perch il problema economico non di distribuzione ma di produzione; e che lindividuo non ha ragione dessere che per lo stato, ma daltra parte questo non ha autorit per s, ma n investito dalla nazione []; e che insomma la nazione tutto, ma poi, essa, indefinibile, perch al disopra o al di fuori di tutto: non n democrazia, n assolutismo, n proletariato, n borghesia, n repubblica, n monarchia []. Alla vigilia della guerra europea le basi teoricopratiche del nazionalismo italiano erano definitiva-

mente posate. In politica interna, il partito era innanzi tutto per lautorit suprema e assoluta dello Statonazione, e quindi contro il liberalismo, la democrazia, la massoneria, il socialismo []. Fisionomia schiettamente conservatrice, ma di un conservatorismo [] dinamico, che tendeva non a mantenere, come il meno peggio, i rapporti esistenti tra le forze politiche, ma a rivoluzionarli, in danno dei partiti di sinistra. Conservatorismo che prendeva in prestito dai sovversivi i gesti, il linguaggio, laggressivit personale, la tumultuariet piazzaiuola; ma sintendeva non per rinforzare la piazza, s invece per spodestarla a profitto dellassoluta autorit dello stato nazionale. [] I nazionalisti erano essenzialmente una piccola minoranza, ben decisa a divenire padrona, ad ogni costo, della vita pubblica, violentando la resistenza passiva della maggioranza. Occorreva a loro, per questo, la sospensione dei rapporti politici normali, la lotta rivoltosa, il colpo di mano a danno dei poteri costituiti. Ed ecco, la propaganda per la guerra intesista fornire a loro loccasione di tutto questo []. Tuttavia, da solo esso non bastava allimpresa. Minoranza, cerc altre minoranze, decise, come lui, a prepotere. Trov i repubblicani []; i veri transfughi del socialismo, che avevano bisogno di qualche altra cosa per far fortuna; quei radicali che [] volevano gustare la torta del potere []. Tutti costoro si trovarono, si squadrarono, si pesarono, conclusero che si poteva mettersi insieme per lunica vera rivoluzione che valesse la pena di fare: la conquista del potere. E cos dal nazionalismo nacque il nazional-fascismo, che nelle giornate del maggio radioso seppe persuadere il paese, piegare il parlamento []. Fra la sottomissione del parlamento, la messa in disponibilit della costituzione, la dittatura militare e poliziesca, e, dietro tutto questo, la marcia dei produttori.
(L. Salvatorelli, Lineamenti del nazionalfascismo, in La rivoluzione liberale, II, 1923, 12, pp. 49-50)

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Le tare dello Stato liberale

Il ceto dirigente dello Stato italiano nato nel 1861 che, da allora, siede sugli scranni di Camera e Senato e sui banchi del governo , al di l delle differenze politiche che lo attraversano, fortemente coeso dal punto di vista dellestrazione sociale ed espressione di una frazione estremamente limitata e omogenea della popolazione, il ceto possidente. Data, al momento della nascita dello Stato italiano, la ristrettezza del suffragio attivo e passivo, i deputati erano tra loro assai simili: al di l delle differenze di orientamento politico, provenivano dagli stessi ambienti, avevano in comune letture, abitudini, frequentazioni. Ci era ancora pi evidente al Senato, di nomina regia. Nelle prime elezioni dopo lunificazione, svoltesi il 27 gennaio 1861, ad avere diritto al voto furono in tutto 418 695 cittadini, pari all1,8% della popolazione del regno, allora di 25 750 000 persone. Ne usufru poco pi della met, il 57,2%, cio 239 583 elettori. Essi, lo 0,9% degli italiani, mandarono alla Camera ben 85 nobili, tra principi, duchi, conti e marchesi, 28 ufficiali, 72 avvocati, 52 tra medici, ingegneri, professionisti. Nei decenni successivi, il godimento dei diritti elettorali attivi e passivi viene, con cautela, esteso, ma ci non basta a colmare il distacco tra Stato e societ civile, aggravato dagli squilibri territoriali (di cui il pi grave la questione meridionale). Anche quando, dopo lavvento al potere della Sinistra storica, aumentano nel Parlamento e nel governo i rappresentanti di un ceto medio urbano composto in larga parte di professionisti, mentre si riduce il peso dellaristocrazia e della propriet fondiaria, siamo di fronte non a un governo della borghesia, ma a un governo per la bor ghesia. Il primo salto significativo nella composizione dellelettorato lo si riscontra alle elezioni del 23 maggio 1886, quando gli iscritti nelle liste elettorali diventano 2 430 317, pari all8,2% della popolazione, nel frattempo cresciuta fino a 29 270 000 persone. La percentuale dei votanti resta comunque bassa: 58,5%; a eleggere i membri della Camera perci appena il 4,8% dei regnicoli. Al di l degli indubbi mutamenti intervenuti in et crispina e poi nel periodo giolittiano, il ceto politico e di governo dellItalia liberale non perder mai questa caratteristica di omogeneit interna e separatezza dalla maggio ranza del paese. Il trasformismo, di conseguenza, non un mero frutto di scarsa fibra morale, quanto piuttosto un modo di governare che privilegia le intese sulle questioni concrete allinterno di una classe dirigente che non conosce divisioni ideologiche e condivide princpi, valori e stili di vita 8 .

Giovanni Bifronte, caricatura di Giovanni Giolitti tratta dalla rivista satirica Lasino del maggio 1911.

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G Come valuti il trasformismo? Siamo di fronte a una debolezza caratteriale, quasi antropologica, della nazione, oppure a una pratica politica che nasce dalla struttura stessa della rappresentanza cos come si configura nellItalia liberale?

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Riproduciamo una voce sul trasformismo stesa ai giorni nostri da Fulvio


Cammarano, docente presso luniversit di Bologna, uno degli storici che pi si sono occupati della storia politica dellItalia liberale e autore di numerosi studi sullargomento, tra cui unimportante Storia politica dellItalia liberale 1861-1900 (1999); nel testo (reperibile on line al sito: http://www.lindice.com/babelet.htm) lautore affronta il fenomeno sia dal punto di vista pi propriamente storico, descrivendo cio lorigine del concetto e il suo uso nel secondo Ottocento, sia come metafora utilizzata dal linguaggio politico anche in tempi successivi, con connotazioni quasi sempre dispregiative.

Trasformismo: doppiezza o necessit?

Il termine [trasformismo], dal punto di vista storico, indica una modalit di relazione politica tra governo e raggruppamenti parlamentari instauratasi in Italia allindomani delle prime elezioni a suffragio allargato (1882) e conclusasi dopo la morte dei suoi ispiratori, il leader della Destra storica Minghetti (1886) e quello della Sinistra storica Depretis (1887). Il trasformismo intendeva assicurare al governo una nuova maggioranza parlamentare superando le divisioni tra i due tradizionali schieramenti liberali. Dal punto di vista lessicale lorigine del vocabolo rimanda allidea di trasformazione dei partiti, un concetto mutuato dal vocabolario scientifico a cui ricorreva la cultura positivistica dellepoca. Dominava in quegli anni la convinzione che anche in politica andassero seguite le leggi dellevoluzione e delladattamento. Gi nel 1862 Depretis riteneva inammissibile che le maggioranze debbano rimanere immutabili []. Le idee si maturano coi fatti, e, come la scienza progredisce e il mondo cammina, anche i partiti si trasformano. Anche essi subiscono la legge del moto, la vicenda delle trasformazioni. Nella sua realizzazione pratica tuttavia il trasformismo mise in luce il ruolo preponderante giocato dal presidente del Consiglio nellorganizzarsi con tutti i mezzi la maggioranza. A tale fine venivano impiegate, come contropartita, le risorse dellamministrazione pubblica. Una pratica affaristica che fece del termine trasformismo un sinonimo di corruzione e degenerazione dei rapporti nella politica-ammini-

strazione, innescando un perverso processo di identificazione delle maggioranze governative con le istituzioni statali. Nel Parlamento adunque avviene spesso disse Crispi una specie di contratto bilaterale. Il ministero d le popolazioni in bala del deputato, purch il deputato lo assicuri del suo voto []. Bisognerebbe vedere il pandemonio di Montecitorio quando si avvicina il momento duna votazione. Gli agenti del Ministero corrono per le sale, onde accaparrare voti. Sussidi, decorazioni, strade, tutto si promette. Tale immagine, gi allepoca, non solo fin per inglobare lintera esperienza trasformista, ma facilit linterpretazione estensiva del trasformismo come tara nazionale (connubio cavouriano, giolittismo, sistema di governo democristiano). Con listituzionalizzazione dei partiti nel dopoguerra laccezione spregiativa del termine ha finito per bollare i diversi gradi di opportunismo e tatticismo dei gruppi parlamentari ritenuti interessati a preservare un rapporto patologico tra maggioranza e opposizione, al fine di garantire i margini di potere dei partiti e dei parlamentari anche a scapito di programmi e ideali. Ultimamente la parola ha acquisito, mediante i sinonimi inciucio e ribaltone, persino sfumature di pessimismo antropologico, tanto che Montanelli lo considera un virus che non ammorba soltanto la politica italiana. Ammorba il nostro sangue [] perch il trasformismo non che il surrogato del carattere che ci manca.

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Nonostante, sul finire del XIX secolo, i liberali debbano cominciare a fare i conti con due diverse e contrapposte opposizioni (i socialisti e i cattolici) che danno vita a organizzazioni di massa, essi, favoriti in ci dal sistema elettorale uninominale, non sentiranno mai il bisogno di dare vita a un partito borghese vero e proprio. Al contrario, sia pure con modalit assai diverse gli uni dagli altri, i leader politici liberali tenderanno sempre pi a fronteggiare la pressione dal basso per via burocratica, facendo cio prevalere le funzioni dellamministrazione su quelle del governo. In questo modo il Parlamento perde la sua centralit a favore della burocrazia. questo il filo che lega lautoritarismo di Francesco Crispi, il tentativo di rafforzare lesecutivo attraverso un vero e proprio colpo di Stato che prende corpo con la crisi del 1898, la politica liberalizzatrice di Giovanni Giolitti. Anche le indubbie aperture di questultimo, infatti, non si traducono in leggi che innovino il rapporto tra Stato e cittadini, ma sono semplicemente lespressione di un atteggiamento illuminato da parte di chi detiene il potere 9 . In altre parole, se la struttura costituzionale dello Stato italiano dal 1861 al 1925 pu legittimamente essere definita liberale, le sue istituzioni e le loro modalit di funzionamento portano una pesante impronta autoritaria. Il 16 novembre 1919 si svolgono le prime elezioni del dopoguerra, con il sistema proporzionale a scrutinio di lista e il suffragio universale maschile. Questultimo era stato introdotto nel 1913, quadruplicando di colpo gli elettori, che dai 2 928 749 del 1904 pari all8,1% della popolazione erano diventati 8 672 200, cio il 23,9% della popolazione: 36 134 000 in tutto. Nel 1919 gli aventi diritto sono passati a 10 235 874, pari al 27,7% della popolazione, che assomma a 36 930 000 residenti; la partecipazione al voto resta comunque bassa: 58,8% nel 1913, 56,6% nel 1919. In questa tornata elettorale le forze politiche che traevano la loro legittimazione dal Risorgimento perdono la maggioranza: tutte assieme, le diverse correnti liberali ottengono 179 deputati; il Partito radicale, erede della tradizione democratica garibaldina, appena 38. Ad affermarsi sono i socialisti (156 seggi) e i popolari (99 seggi). Lassetto politico che aveva retto per un sessantennio entra in unirrimediabile crisi di egemonia; si apre una fase di instabilit che coincide con un periodo di crisi sociale di notevole portata. Per una larga parte dei ceti dominanti e degli apparati pubblici, usi a identificare se stessi e la propria cultura paternalistica con il nerbo e lanima dello Stato, la scorciatoia di un autoritarismo di nuovo tipo, che sappia a un tempo integrare le masse e ricondurle allordine, appare estremamente attraente.

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G Giovanni Giolitti, demagogo spregiudicato o abile riformatore? Dai una tua valutazione. G Quali critiche muove a Giovanni Giolitti lintellettuale democratico Gaetano Salvemini? G Il voto di scambio: frutto di corruzione o modalit specifica di gestire i rapporti tra centro e periferia tramite mediatori politici?

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Riproduciamo un brano di un famoso scritto


(pubblicato la prima volta su LAvanti del 14 marzo 1909) di Gaetano Salvemini storico, scienziato sociale e pensatore politico, figura chiave della cultura italiana del primo Novecento, socialista riformista radicale poi distaccatosi dal partito e spostatosi su posizioni liberal-socialiste in cui polemizza con asprezza, pur riconoscendone i meriti, con la prassi politica di Giovanni Giolitti, accusandolo di manipolare, tramite la corruzione, la tolleranza verso gli scandali in cui sono coinvolti i politici locali, lazione dei prefetti, la vita politica del Meridione, allo scopo di garantirsi il consenso dei suoi rappresentanti alla Camera e negli enti locali. Il testo reperibile anche on line al sito: digilander.libero.it/peb/giolitti-salvemini.pdf.

Lonorevole Giolitti [] approfitta delle miserevoli condizioni del Mezzogiorno per legare a s la massa dei deputati meridionali; d a costoro carta bianca nelle amministrazioni locali; mette nelle elezioni a loro servizio la malavita e la questura; assicura ad essi ed ai loro clienti la pi incondizionata impunit; lascia che cadano in prescrizione i processi elettorali ed interviene con amnistie al momento opportuno; mantiene in ufficio i sindaci condannati per reati elettorali; premia i colpevoli con decorazioni, non punisce mai i delegati delinquenti; approfondisce e consolida la violenza e la corruzione dove rampollano spontanee dalle miserie locali; le introduce ufficialmente nei paesi dove erano prima ignorate. Lonorevole Giolitti non certo il primo uomo di governo dellItalia una che abbia considerato il Mezzogiorno come terra di conquista aperta ad ogni attentato malvagio. Ma nessuno stato mai cos brutale, cos cinico, cos spregiudicato come lui nel fondare la propria potenza politica sullasservimento, sul pervertimento, sul disprezzo del Mezzogiorno dItalia; nessuno ha fatto un uso pi sistematico e pi sfacciato, nelle elezioni del Mezzogiorno, di ogni sorta di violenze e di reati []. La tattica dellonorevole Giolitti stata sempre quella di far la politica conservatrice per mezzo dei condottieri dei partiti democratici: sia lusingandoli e addomesticandoli per via di attenzioni individuali (siamo arrivati gi alle nomine senatoriali) sia, quando si tratti di uomini personalmente disinteressati, come Turati e Bissolati, conquistandoli con riforme le quali non intacchino seriamente gli interessi economici e politici dei gruppi dominanti nel governo (esempio: certe leggine sociali misurate col contagocce), oppure tali che lonorevole Giolitti silluda di

poterne ridurre lattuazione pratica a una turlupinatura (esempio: il suffragio quasi universale) []. Giolitti ebbe il buon senso di capire che occorreva cambiare strada e non continuare, nelle nuove condizioni sociali e psicologiche del popolo italiano, la politica del mulo bendato. Sarebbe stolto negare quel buon senso. Ma deve rimanere ben chiaro che quando Giolitti sopravvenne a largire quella concessione, gli operai italiani quella concessione se lerano gi presa da s, grazie ai loro sacrifici, e di loro volont. [] Ma quando avremo dato a Giolitti il merito che gli tocca per aver accettato e non frastornato le nuove correnti benefiche della vita italiana, stiamo ben attenti a non perdere noi quella testa che egli non perdette nel 1901 e 1902, attribuendogli meriti che non ebbe, e, peggio ancora, fare la cospirazione del silenzio sul bene che non fece e sul male che pur fece. I bilanci si fanno mettendo insieme le partite del dare ed avere, e non una partita sola []. Giolitti era quel che nel secolo XVIII sarebbe stato definito un sostenitore del dispotismo illuminato: cio un conservatore paternalista, che riconosceva ai poveri diavoli il diritto di mangiare un po di pi, vestire un po meglio, e fare il possibile per raggiungere risultati; ma non pens che i poveri diavoli potessero cambiare le basi della societ, in cui erano nati, o dovessero ardire di cambiarle.
(E. Apih [a cura di], Il ministro della malavita e altri scritti sullItalia giolittiana, Milano, Feltrinelli, 1962, pp. 553-54)

La politica di Giolitti

Vignetta satirica in cui viene preso di mira il voto di scambio, di cui Giolitti si serv ampiamente, in particolare nel Sud: la scheda, inserita nellurna, si trasforma immediatamente in bustarella.

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Il fascio al potere

Mussolini e i quadrumviri in una cartolina celebrativa della marcia su Roma.

, nato dalla trasformazione del movimento dei Fasci di combattimento, che si era costituito il 23 marzo 1919 a Milano in piazza San Sepolcro. Nel 1922 il vero obiettivo di Mussolini rendere impossibile qualunque governo che non veda i fascisti in posizione centrale. una tattica che paga. Il 20 settembre, in un discorso pronunciato a Udine, Mussolini fa passi ulteriori per garantirsi lappoggio a un tempo degli imprenditori e della monarchia: abbandona ogni pregiudiziale repubblicana; afferma lesigenza di demolire tutta la struttura socialista-democratica dello Stato e di spogliarlo di tutti i suoi attributi economici: basta con lo Stato ferroviere, con lo Stato postino, con lo Stato assicuratore; basta con lo Stato esercente a spese di tutti i contribuenti. Due settimane dopo, a Trento e Bolzano, entrano in azione le squadre fasciste che cacciano il sindaco, di lingua tedesca, del capoluogo sudtirolese e costringono alle dimissioni Luigi Credaro, senatore del regno, che reggeva con il titolo di governatore la regione appena annessa. Sua colpa, secondo i fascisti, avere intrapreso una politica rispettosa della minoranza di lingua tedesca. Data cos unulteriore dimostrazione di spirito patriottico, Mussolini e i suoi sono pronti alla spallata definitiva, e iniziano a organizzare il grande concentramento di camicie nere nella capitale che, nella retorica di regime, verr poi trasfigurato in marcia su Roma. Michele Bianchi, ex sindacalista rivoluzionario e interventista, Italo Balbo, ras di Ferrara e leader delle squadre, Emilio De Bono, generale dellesercito, Cesare Maria De Vecchi, capo del Fascio di Torino e fervente monarchico, sono incaricati di predisporre lazione; viene loro conferita la carica, inventata ad hoc, di quadrumviri. Il 27 ottobre 1922 Luigi Facta presenta le dimissioni a Vittorio Emanuele III; luomo politico piemontese confida ancora in una soluzione di compromesso, magari sotto la guida del suo maestro e mentore Giolitti. Nelle stesse ore le colonne in camicia nera si stavano mettendo in marcia. Nella notte ministri (dimissionari) e militari discutono sulleventuale proclamazione dello stato dassedio. La mattina del 28 il re rifiuta di firmare il decreto relativo, preferendo seguire le indicazioni favorevoli a unintesa con i Fasci che gli venivano da prestigiosi generali, come Armando Diaz, maresciallo della Vittoria, e da importanti esponenti nazionalisti come Luigi Federzoni. Un estremo tentativo, che si appoggia sullala ultramonarchica del PNF (rappresentata da De Vecchi) e sui nazionalisti, di arrivare a un gabinetto Salandra-Mussolini fallisce di fronte allaperto pronunciamento della Confindustria in favore di una soluzione Mussolini. Nel frattempo il Vaticano si era premurato di sondare il capo delle camicie nere per sapere quali fossero i propositi politici del fascismo verso la Chiesa. In tal modo la gerarchia cattolica notificava, curialmente, la propria neutralit.

Benito Mussolini nel novembre 1921 fonda il Partito nazionale fascista

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G Quale idea di nazione, di Stato e di societ emerge dalle dichiarazioni programmatiche del Partito fascista? G Quanto pesa il nazionalismo nella cultura del fascismo?

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Riportiamo qui una scelta dai Punti programmatici esposti da Benito

Mussolini al congresso del 7-11 novembre 1921 a Roma, in occasione della fondazione del Partito nazionale fascista. La costituzione del PNF non fu accettata pacificamente da molti tra i ras dello squadrismo locale, timorosi di vedere ridotta la propria sfera dazione e di trovarsi ingabbiati in una struttura centrale assai pi rigida della precedente. Come si vede dal testo, tra i punti caratterizzanti del nuovo partito stanno una concezione organicistica della nazione, una visione delleconomia che unisce liberismo e corporativismo, uno spiccato nazionalismo con proiezioni imperialistiche nemmeno troppo velate, e una netta contrapposizione a qualsiasi tipo di conflitto sociale. Il testo reperibile on line al sito: http://www.cronologia.it/ mondo29b.htm.

Le dichiarazioni programmatiche del fascismo

Il Fascismo costituito in partito politico per rinsaldare la sua disciplina e per individuare il suo credo. La Nazione non la semplice somma degli individui viventi n lo strumento dei partiti per loro fini, ma un organismo comprendente la serie indefinita delle generazioni di cui i singoli sono elementi transeunti; la sintesi suprema di tutti i valori materiali e immateriali della stirpe. Lo Stato lincarnazione giuridica della Nazione. Gli istituti politici sono forme efficaci in quanto i valori nazionali vi trovino espressione e tutela. [] Lo Stato va ridotto alle sue funzioni essenziali di ordine politico e giuridico. Lo Stato deve investire di capacit e di responsabilit le Associazioni conferendo anche alle corporazioni professionali ed economiche il diritto di elettorato al corpo dei Consigli Tecnici Nazionali. Per conseguenza debbono essere limitati i poteri e le funzioni attualmente attribuiti al Parlamento. Di competenza del Parlamento sono i problemi che riguardano lindividuo come cittadino dello Stato e lo Stato come organo di realizzazione e di tutela dei supremi interessi nazionali; di competenza dei Consigli Tecnici Nazionali i problemi che si riferiscono alle varie forme di attivit degli individui nella loro qualit di produttori []. Va restaurato il prestigio dello Stato Nazionale e cio dello Stato che non assista indifferente allo scatenarsi e al prepotere delle forze che attentino o comunque minaccino di indebolimento materialmente e spiritualmente la compagine, ma sia geloso custode e difensore e propagatore della tradizione nazionale, del sentimento nazionale, della volont nazionale. La libert del cittadino trova un duplice limite: nella libert delle altre persone giuridiche e nel diritto sovrano della nazione a vivere e svilupparsi []. LItalia riaffermi il diritto alla sua completa unit storica e geografica, anche l dove non ancora raggiunta, adempia la sua funzione di baluardo della civilt latina sul Mediterraneo; affermi sui popoli di nazionalit diversa annessi allItalia saldo e stabile limpero della sua legge; dia valida tutela agli italiani allestero cui

deve aver conferito diritto di rappresentanza politica. Il Fascismo non crede alla vitalit e ai principi che ispirano la cos detta Societ delle Nazioni in quanto che non tutte le nazioni vi sono rappresentate e quelle che lo sono non vi si trovano su di un piede di eguaglianza []. Lespansione commerciale e linfluenza politica dei trattati internazionali devono tendere a una maggiore diffusione della italianit nel mondo. I trattati internazionali vanno riveduti e modificati in quelle parti che si sono palesate inapplicabili e quindi regolati secondo le esigenze della economia nazionale e mondiale. Lo Stato deve valorizzare le colonie italiane nel Mediterraneo e doltre oceano con istruzioni speciali, culturali, e rapide comunicazioni []. Lo Stato riconosce la funzione sociale della propriet privata, la quale , insieme, un diritto ed un dovere. Essa la forma di amministrazione che la Societ ha storicamente delegato agli individui per lincremento del patrimonio stesso []. Il Partito Nazionale Fascista, propugna un regime che spronando le iniziative e le energie individuali (le quali formano il fattore pi possente e operoso della produzione economica) favorisca laccrescimento della ricchezza nazionale con rinuncia assoluta a tutto il farraginoso, costoso ed antieconomico macchinario delle statizzazioni, socializzazioni, municipalizzazioni ecc. []. Il Partito Nazionale Fascista agir: perch siano disciplinati le incomposte lotte degli interessi di categorie e di classi e quindi il riconoscimento giuridico con conseguenti responsabilit delle organizzazioni operaie e patronali; perch sia sancito e fatto osservare, sempre e comunque, il divieto di sciopero nei servizi pubblici con contemporanea istituzione di tribunali abituali composti di una rappresentanza della categoria operaia o impiegatizia e di una rappresentanza del pubblico che paga.
(E. e D. Susmel, Opera Omnia di Benito Mussolini, XVII, Firenze, La Fenice, 1955, pp. 217-19)

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Il 30 ottobre 1922 Benito Mussolini costituisce il suo primo gabinetto; ap-

Tra legalit e illegalit

Una squadra di camicie nere nel 1922.

parentemente un tipico ministero di coalizione parlamentare: oltre al capo del governo, che tiene per s i dicasteri degli Interni e degli Esteri, i ministri fascisti sono due, affiancati da due popolari, due democratico-sociali (liberali seguaci di Nitti), due nazionalisti, un liberale giolittiano, un liberal-conservatore salandrino, due militari di carriera (Diaz e Thaon di Revel), un indipendente vicino al PNF (il filosofo Giovanni Gentile). Nei fatti, per, Mussolini aveva accuratamente evitato di interpellare i partiti o gli stessi gruppi parlamentari, e si era direttamente rivolto ai singoli personaggi che intendeva investitura extraparlamentare, che gli viecooptare. Egli governa in virt di uni ne dalla congiunzione della forza militare (le squadre) di cui si era spregiudicatamente servito; del consenso, mediato da un aggressivo nazionalismo, di parte del ceto medio; dellappoggio di poteri sociali e istituzionali forti e autonomi (imprenditori, militari, burocrazia). Di fronte a tutto ci il Parlamento viene in pratica a perdere ogni peso e ogni ruolo. Il discorso che Mussolini pronuncia davanti alla Camera il 16 novembre, in cui proferisce la famosa frase: Potevo fare di questaula sorda e grigia un bivacco di manipoli, non indice soltanto dello stile delluomo, come troppo spesso ci si limita a sottolineare, ma esprime fino in fondo il drastico mutamento nelle istituzioni e nel rapporto tra Stato e societ che si era verificato nel periodo precedente 11 . Di fronte a un esecutivo che trova altrove la sua legittimazione, gli organi elettivi diventano un im paccio, di cui fare a meno se necessario, oppure un orpello, da usare semmai come cassa di risonanza. Il 28 ottobre 1922 (giorno del conferimento del mandato a Mussolini) non avviene, sia ben chiaro, alcuna rivoluzione. Viene invece sciolta, in condizioni che tengono naturalmente conto delle novit intercorse durante e dopo la guerra, la contraddizione tra struttura costituzionale liberale-parlamentare e prassi istituzionale amministrativo-autoritaria che aveva caratterizzato lo Stato italiano dalla sua nascita. Ora, a prevalere il secondo dei due termini. La prassi di Mussolini capo del governo appare, per cos dire, come un prolungamento di quella del Mussolini leader del PNF. Se allora egli aveva saputo bilanciare lillegalismo squadrista con le rassicurazioni fornite ai detentori del potere burocratico, militare ed economico, adesso egli mette in gioco alternativamente il potere che gli viene dal controllo della macchina statuale e la forza che gli assicurano le squadre.

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G Quale fu il ruolo della violenza nellascesa del fascismo? G Su che cosa fonda il proprio potere Mussolini nel suo discorso del 16 novembre di fronte alla Camera dei deputati? G Su quali elementi retorici costruito il messaggio politico del futuro duce?

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Citiamo un brano dal discorso pronunciato il 16 novembre 1922 da Benito Mussolini , in qualit di presidente del Consiglio, di fronte alla Camera dei deputati. Incastonata tra minacce ( il discorso del bivacco di manipoli) e pressioni perch lassemblea conceda al governo i pieni poteri, sta la promessa di porre fine allillegalismo delle squadre. Il capo del fascismo ribadisce, inoltre, la legittimazione tutta extraparlamentare del suo governo, riduce la funzione della Camera a mera sede di ratifica di decisioni prese altrove (vedi laccenno al programma, che sarebbe stato comunicato ai deputati in seguito), e sottolinea di poter sciogliere lassemblea a proprio piacimento, senza passare per alcuna procedura codificata; in tal modo egli esercita a fondo un indiscriminato potere di ricatto sui parlamentari, la cui eventuale opposizione sarebbe stata ricambiata con un tutti a casa. Il testo del discorso reperibile on line al sito: http://www.fascismoeliberta.net/kf/Discorso16 novembre1922.htm

Mussolini alla Camera

Signori!
Quello che io compio oggi, in questaula, un atto di formale deferenza verso di voi e per il quale non vi chiedo nessun attestato di speciale riconoscenza. Da molti, anzi, da troppi anni, le crisi di Governo erano poste e risolte dalla Camera attraverso pi o meno tortuose manovre e agguati, tanto pi che una crisi veniva regolarmente qualificata un assalto e il Ministero rappresentato da una traballante diligenza postale. Ora accaduto per la seconda volta, nel breve volgere di un decennio, che il popolo italiano nella sua parte migliore ha scavalcato un Ministero e si dato un Governo al di fuori, al di sopra e contro ogni designazione del parlamento. Il decennio di cui vi parlo sta tra il maggio 1915 e lottobre 1922. Lascio ai melanconici zelatori del supercostituzionalismo il compito di dissertare pi o meno lamentosamente su ci. Io affermo che la rivoluzione ha i suoi diritti. Aggiungo, perch ognuno lo sappia, che io sono qui per difendere e potenziare al massimo grado la rivoluzione delle camicie nere, inserendola intimamente come forza di sviluppo, di progresso e di equilibrio nella storia della Nazione. Mi sono rifiutato di stravincere, e potevo stravincere. Mi sono imposto dei limiti. Mi sono detto che la migliore saggezza quella che non vi abbandona dopo la vittoria. Con trecentomila giovani armati di tutto punto, decisi a tutto e quasi misticamente pronti a un mio ordine, io potevo castigare tutti coloro che hanno diffamato e tentato di infangare il Fascismo. Potevo fare di questaula sorda e grigia un bivacco di manipoli, potevo sprangare il parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto. [] Da ulteriori comunicazioni apprenderete il programma fascista, nei suoi dettagli e per ogni singolo dicastero. Io non voglio, finch mi sar possibile, governare contro la Camera: ma la Camera deve sentire la sua particolare po-

sizione che la rende passibile di scioglimento fra due giorni o fra due anni []. Laumento del prestigio di una Nazione nel mondo proporzionato alla disciplina di cui d prova allinterno. Non vi dubbio che la situazione allinterno migliorata, ma non ancora come vorrei. Non intendo cullarmi nei facili ottimismi. Non amo Pangloss. Le grandi citt ed in genere tutte le citt sono tranquille: gli episodi di violenza sono sporadici e periferici, ma dovranno finire. I cittadini, a qualunque partito siano iscritti, potranno circolare; tutte le fedi religiose saranno rispettate, con particolare riguardo a quella dominante che il Cattolicismo; le libert statutarie non saranno vulnerate; la legge sar fatta rispettare a qualunque costo. Lo Stato forte e dimostrer la sua forza contro tutti, anche contro leventuale illegalismo fascista, poich sarebbe un illegalismo incosciente ed impuro che non avrebbe pi alcuna giustificazione. Debbo per aggiungere che la quasi totalit dei fascisti ha aderito perfettamente al nuovo ordine di cose. Lo Stato non intende abdicare davanti a chicchessia. Chiunque si erga contro lo Stato sar punito. Questo esplicito richiamo va a tutti i cittadini, ed io so che deve suonare particolarmente gradito alle orecchie dei fascisti, i quali hanno lottato e vinto per avere uno Stato che si imponga a tutti, colla necessaria inesorabile energia. Poich i sermoni evidentemente non bastano, lo Stato provveder a selezionare e a perfezionare le forze armate che lo presidiano: lo Stato fascista costituir una polizia unica, perfettamente attrezzata, di grande mobilit e di elevato spirito morale; mentre Esercito e Marina gloriosissimi e cari ad ogni italiano, sottratti alle mutazioni della politica parlamentare, riorganizzati e potenziati, rappresentano la riserva suprema della Nazione allinterno ed allestero.
(Susmel, Opera Omnia di Benito Mussolini cit., XIX, 1956, pp. 17-24)

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Il 24 novembre 1922 la Camera, con unincredibile scelta autolesionista, concede i pieni poteri al governo, fissandone la scadenza al 31 dicembre 1923. Sono in parecchi a sperare che, concedendo a Mussolini mano libera, il fascismo possa avviarsi pi in fretta allauspicata normalizzazione, cos da perdere le sue attitudini violente. unillusione che dura poche settimane: a farla svanire sono gli avvenimenti torinesi che hanno inizio il 18 dicembre 1922, destinati a passare alla storia con il nome di strage di Tori no. In seguito a uno scambio di colpi darma da fuoco originato da rancori personali, due fascisti vengono feriti a morte. In risposta si scatena la violenza delle squadre di Piero Brandimarte, capo dei Fasci subalpini: la Camera del lavoro viene presa dassalto, occupata, e mai pi resa ai legittimi proprietari; militanti e dirigenti delle organizzazioni operaie sono sequestrati e uccisi; i loro corpi sono lasciati esposti sulla pubblica via. I morti accertati sono undici. Le autorit preposte allordine pubblico, prefetto, questore, nulla intraprendono. I colpevoli non solo non vengono puniti, ma rivendicano pubblicamente il loro operato. Sulla scia dei fatti di Torino, si solleva una nuova ondata squadrista. Il persistere dellillegalismo mostra che esso non aveva svolto un ruolo meramente strumentale: il fascismo non aveva mai puntato nei fatti a distruggere lo Stato, ma nemmeno si accontentava di metterne sotto controllo i centri decisionali. Piuttosto, mirava a pervaderlo sovrapponendo e intrecciando le proprie strutture di partito a quelle istituzionali preesistenti. La campagna elettorale del 1924 si svolge in un clima di violenze e intimidazioni, con laperta complicit del governo. I fascisti ottengono il 64,9% dei voti. Quando la Camera chiamata a ratificare lesito del voto, il leader del Partito socialista unitario, Giacomo Matteotti ne mette in discussione la validit denunciando le violenze fasciste. Il 10 giugno 1924 viene rapito e assassinato 12 .

La complicit di Mussolini nel delitto Matteotti in una vignetta satirica del giornale clandestino Il becco giallo.

RIFLETTERE SUI DOCUMENTI

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G Lintreccio di legalit e illegalit nel primo biennio di governo mussoliniano: che cosa emerge dallinterrogatorio di Cesare Rossi? G Perch il delitto Matteotti non segn la fine politica di Benito Mussolini?

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Riproduciamo qui parte dellinterrogatorio di Cesare Rossi, ex capo ufficio

stampa di Mussolini, membro del direttorio del PNF e facente parte del pi stretto entourage del capo del governo, in occasione del processo svoltosi dallautunno 1924 alla primavera 1925 per lomicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti. Il delitto fu attuato, con la connivenza del duce, da una squadraccia fascista specializzata in azioni particolarmente violente ai danni di oppositori (la cosiddetta Ceka fascista) e capeggiata da Amerigo Dumini, sedicente giornalista, uomo di mano, braccio destro di Rossi ma anche trafficante darmi in grande stile. Di fronte al rischio di essere scaricato, e magari additato allopinione pubblica come unico responsabile del misfatto, Rossi (Cesarino per gli amici) decise di vuotare il sacco, abbandonando il fascismo e il suo leader. Ci gli sarebbe costato in seguito lesilio in Francia. Il testo dellinterrogatorio, conservato nellArchivio di Stato di Chieti, reperibile on line al sito: http://www.istitutospaventa.it/lavori/Modulo5/ rossi_3.htm.

Il delitto Matteotti: le colpe del duce

In seguito allavvento al potere del Fascismo parecchi elementi sovversivi chiedevano al Ministro degli Esteri, On.le Mussolini, i passaporti per sfuggire alle rappresaglie ed ai boicottaggi dei fascisti delle province, oppure pi semplicemente per sottrarsi allumiliazione della sconfitta subita. Io sostenevo la tesi della concessione [] mentre il Presidente decise il contrario affermando che era pi opportuno tenere detti signori sotto il controllo e limperio del nostro manganello. [] Lopinione pubblica fuorviata dalle informazioni dettate dal Governo [] ha naturalmente bevuta la storiella di una Ceka, funzionante non solo allinsaputa del Governo e del Partito, ma addirittura contro gli interessi del regime ed al servizio di elementi plutocratici di essi nemici []. Ora sta di fatto che se manca una deliberazione ufficiale circa il funzionamento di detta Ceka, spero bene non si pretender lesibizione dei verbali di una decisione del genere n lapprovazione per referendum degli 800 mila iscritti al Partito se di questo organismo in via di costituzione non erano stati segnati i fini, precisate le modalit, scelta la direzione, sta di certo che lidea madre, insistentemente era venuta proprio e soltanto da Mussolini []; la necessit di un organo di difesa e di vendetta era spiegata dal presidente cos: Il regime non dispone di mezzi legali per colpire i suoi nemici perch le leggi esistenti risentono dello spirito liberale contro il quale insorto il Fascismo. Per colmare queste lacune tutti i governi allo stato di transizione hanno bisogno di governi illegali che mettano a posto gli avversari. Aggiungeva [] che con il possesso degli organi ufficiali dello Stato noi avevamo il modo di mettere lo spolverino su tutte le violenze illegali. [] Il contegno del Presidente di fronte al delitto Matteotti si pu dividere in vari tempi: 1 TEMPO: La sera di mercoled 11 giugno lOn. Mussolini reduce da Montecitorio, dove aveva comin-

ciato a circolare la voce della scomparsa dellOn. Matteotti da casa, con tono sarcastico, esclam: I pussisti sono inquieti perch non trovano Matteotti e sar andato a e qui unespressione eccessivamente boccaccesca. 2 TEMPO: Il giorno dopo, gioved, il presidente di fronte alla emozione che prendeva gli ambienti parlamentari, era pi inquieto. Fu allora che, rimasto solo, dopo che se ne erano andati gli On. Rocco e Giunta, gli dissi che indubbiamente la cattura era opera di gente nostra e che poteva ben capire a chi alludevo. [] Al che Mussolini interruppe: Sfido io, sei troppo intelligente []. 3 TEMPO: Venerd [] Mussolini pens di poter salvare la situazione buttandomi a mare e facendo ricadere di conseguenza tutte le responsabilit dellambiente di cui era sorto il delitto, su di me. 4 TEMPO: Sabato, ottenuto il mio dimissionamento da Capo Ufficio Stampa della Presidenza e da membro del Direttorio, di fronte alla preveduta e prevedibile campagna della stampa, [] perfezion il suo fraterno piano arrivando addirittura ad ordinare il mio arresto. 5 TEMPO: Se nonch domenica nel pomeriggio io, sorpreso, commosso e sdegnato, per quanto mi capitava feci pervenire allOn. Mussolini un biglietto in cui ricordavo, grosso modo, le sue responsabilit in materia di illegalismo e di istigazione, la mia assoluta innocenza, la inanit ed il pericolo del mio sacrificio. Il Presidente, dopo poco averlo ricevuto, spediva al Villino Bazzi ove credeva mi fossi rifugiato il Comm. Fasciolo. Fui viceversa raggiunto da due giornalisti [] e mi dissero che Fasciolo aveva riferito a Bazzi: 1. Che il Presidente voleva assolutamente mantenere contatti con me. 2. Che era per urgente uscire da Roma perch il giorno dopo forse sarebbero state bloccate le porte dalla M.V.S.N. chiamata di rinforzo. 3. Che ormai la macchina poliziesca della capitale era in moto e lui non sapeva come fermarla.
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Una doppia politica estera

Immagine della propaganda sulle mire espansionistiche mussoliniane, 1922.

Negli anni Venti il fascismo italiano attua una doppia politica estera; riprendendo gli obiettivi del nazionalismo e dellespansionismo dantegueregemonia nel mar Mediterraneo e nellarea balcanica (ci ra 13 , punta alle avrebbe richiesto la revisione dei trattati di pace stipulati dopo la Grande Guerra), ma allo stesso tempo mantiene buoni rapporti con la Gran Bretagna, la potenza contro la quale si sarebbe rivolto ogni mutamento dello status quo. LItalia non ha la forza per intraprendere da sola una decisa politica revisionista, in contrapposizione alle altre potenze vincitrici della Grande Guerra e in urto con la Societ delle Nazioni, istituita nel 1919 proprio per impedire mutamenti violenti. Ne sortisce una linea a dir poco oscillante. Per avere uno strumento di pressione in pi, Mussolini d appoggio politico e finanziario a movimenti politici affini al fascismo e accesamente revisionisti, come gli ustasa croati, le Heimwehren (milizie patriottiche) austriache, diverse frange dello schieramento antidemocratico germanico. Una vittoria degli ustasa (ultranazionalisti, antisemiti, fautori di uno Stato autoritario) avrebbe significato la dissoluzione della Iugoslavia, lasciando campo libero agli appetiti del regime fascista verso laltra sponda dellAdriatico; Austria in cui il governo tendenzialmente autoritario di monsignor Ignaz SeiunA pel e del suo Partito cristiano-sociale avesse operato una sterzata fascisteggiante sarebbe stata un buon ponte per la penetrazione politica ed economica italiana nel bacino danubiano, dove gi operava per una revisione dei Ungheria parafascista dellammiraglio Horthy (anchessa confini del 1918 lU appoggiata dallItalia); la crisi della repubblica di Weimar (fondata sullintesa tra sinistra liberale, cattolici democratici del Zentrum, socialdemocrazia) e lascesa al potere della destra tedesca avrebbero mandato in pezzi lassetto europeo definito con gli accordi di Versailles. Nellagosto 1923, prendendo a pretesto lassassinio per mano di una banda di briganti di una missione italiana incaricata di tracciare il confine tra Grecia e Albania, le autorit di Roma accusano il governo di Atene di corresponsabilit nellincidente, gli presentano un durissimo ultimatum e ordioccupazione dellisola di Corf, rifiutando la mediazione nano alla Marina lo della Societ delle Nazioni. Parigi e Londra intervengono con durezza, costringendo i fascisti a battere in ritirata e a rinunciare alle velleit di annettersi le isole Ionie. Mussolini costretto a prendere atto della propria debolezza, anche se la stampa di regime critica aspramente Francia, Gran Bretagna e Societ delle Nazioni.
^ ^

RIFLETTERE SUI DOCUMENTI

13

G Su quali princpi imperniata la concezione fascista della guerra? G Come viene giustificata, nel pensiero nazional-fascista, la naturalit della guerra? G Osserva la carta: quali erano le principali direttive dellespansionismo fascista? Quale spazio geografico era destinato, nelle ipotesi del regime, a trasformarsi nellarea imperiale italiana?

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Pubblichiamo due significativi brani sulle concezioni di politica estera del


regime, con particolare riferimento al dilemma pace-guerra. Il primo tratto dallopera, gi citata, Dottrina del fascismo, firmata da Benito Mussolini ma stesa in gran parte da Giovanni Gentile ; il secondo del teorico nazionalista Francesco Coppola, tratto da un suo volume significativamente intitolato La pace coatta. A integrazione dei testi, la carta mostra le principali direttrici del progetto espansionistico del regime monarchico-fascista, da cui emerge con chiarezza lidea imperiale che veniva accarezzata.

La politica estera strumento imperiale

No al pacifismo

S alla guerra

Anzitutto il fascismo, per quanto riguarda, in generale, lavvenire e lo sviluppo dellumanit, e a parte ogni considerazione di politica attuale, non crede alla possibilit n allutilit della pace perpetua. Respinge quindi il pacifismo che nasconde una rinuncia alla lotta e una vilt di fronte al sacrificio. Solo la guerra porta al massimo di tensione tutte le energie umane e imprime un sigillo di nobilt ai popoli che hanno la virt di affrontarla. Tutte le altre prove sono dei sostituti, che non pongono mai luomo di fronte a se stesso, nellalternativa della vita e della morte. Una dottrina, quindi, che parta dal postulato pregiudiziale della pace, estranea al fascismo cos come estranee allo spirito del fascismo [] sono tutte le costruzioni internazionalistiche e societarie.
(Mussolini, La dottrina del fascismo cit., pp. 11-12)

Quando tra lequilibrio delle forze e lequilibrio politico si a poco a poco creato un troppo grande divario, presto o tardi [] il rapporto si ristabilisce mediante la guerra. Guerra in atto o anche soltanto in potenza; in quanto o lurto materiale avviene e il vinto finisce col cedere al vincitore o, senza giungere allurto materiale, il pi debole, che sa di essere tale, per paura della guerra, cede senza combattere al pi forte. Questo, che pu chiamarsi il regime della libera guerra, la stessa legge della vita, il procedimento della natura e della storia. Il regime della pace definitiva, cio della pace universale e perpetua non pu essere quindi che artificiale e coatto, come appunto quello che si propone a Ginevra; ed antinaturale e antistorico.
(F. Coppola, La pace coatta, Milano, Treves, 1929, pp. 55-56)

Le linee di fondo dellespansione coloniale e imperiale del fascismo


SVIZZERA Bolzano AU STR IA U N G H E R IA Alto Adige Trieste Milano Croazia Venezia Istria Fiume Belgrado Zara
M A

Obiettivi dellimperialismo fascista ROMAN IA Balcani


Danubio

FRANCIA

Territori acquisiti tra il 1919 e il 1939 Territori occupati per qualche tempo Paesi appoggiati dallItalia in politica estera
M A R N E RO

Bucarest

I U G O S L AV I A
D R TI IA

R A

Corsica Roma Sardegna Napoli


MAR TIRRENO

BULGARIA Sofia Tirana ALBANIA


MA

C O

Ankara T U R C H I A
EG

M A R
Tunisi

Corf G R ECIA Isole Ionie

Sicilia
Pantelleria Malta

Atene

Adalia
Rodi Dodecaneso Cipro Siria

M
Tunisia

Creta

EO

Tripoli

Mare Nostro I T E R R A N E O

Palestina

Bengasi Libia

ABISSINIA
Transgiordania

Nilo

EGITTO

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Dopo Corf, Roma si adatta a un ruolo pi dimesso. Mussolini proclama che

Volere e non potere

Le truppe italiane si avviano a occupare le oasi di Cufra, in Libia. Il gruppo di oasi fu prima massicciamente bombardato e in seguito tutti gli abitanti furono trasferiti in campi di internamento.

il fascismo un fenomeno tipicamente italiano, non esportabile, e nega di volerne favorire limitazione. Viene posto fine al contenzioso con la Iugoslavia per la questione di Fiume (27 gennaio 1924) e vengono stipulate con Belgrado intese commerciali; con la Gran Bretagna si raggiungono vantaggiosi accordi per rettifiche di confine tra Somalia britannica e Somalia italiana, tra Libia ed Egitto. Con la Francia i rapporti peggiorano, per il rifiuto opposto da Parigi ad analoghe concessioni e perch la Francia garantisce lindipendenza degli Stati dellEuropa centrale e dei Balcani costituitisi o ingranditisi per effetto dei trattati di pace (Cecoslovacchia, Iugoslavia, Polonia, Romania), ed un ostacolo ai progetti egemonici italiani. Appoggiandosi alla Gran Bretagna, lItalia fascista pare accettare lo status quo; allaccia relazioni diplomatiche con lUnione Sovietica (7 febbraio 1924), e partecipa al Patto di Locarno (16 ottobre 1925): con la garanzia di Gran Bretagna e Italia, Francia e Germania si impegnano al rispetto dei confini comuni. Nei due anni successivi, per, il fascismo manifesta nuovamente tendenze aggressive: sostiene le rivendicazioni ungheresi verso la Transilvania passata alla Romania; impone un semiprotettorato sullAlbania (1926-27); avanza rivendicazioni verso la costa turca del mar Egeo (1926), rientrate di fronte alla reazione di Grecia e Turchia, e alle ammonizioni di Londra. La sproporzione tra velleit da grande potenza e realt costringe il regime, nel triennio successivo, a tornare a una politica di basso profilo, pur continuando i rapporti con diversi gruppi fascistizzanti, utilizzati come mezzo di pressione sui governi e come carta di riserva per il futuro. Anche negli anni Venti il fascismo, tuttavia, fa ricorso alle armi: per la riconquista della Libia. La colonia, occupata nel 1911, era tornata quasi completamente in mano a notabili locali nel corso della prima guerra mondiale. Nel 1922 il gabinetto Facta aveva avviato la riconquista della Tripolitania, e aveva raggiunto unintesa con il senusso (il capo politico e religioso musulmano al potere in Cirenaica). Nel 1923 laccordo viene denunciato da Mussolini, il quale affida a Rodolfo Graziani, generale di provata fede fascista, il comando militare. Per spezzare la resistenza ci vorranno dieci anni, durante i quali Graziani disporr misure brutali 14 , come la deportazione degli abitanti (in gran parte nomadi) in campi di concentramento, dove decine di migliaia periranno di fame e malattie.

RIFLETTERE SUI DOCUMENTI

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G Individua nel testo di Biani le espressioni che tradiscono un profondo razzismo. G Quale mutamento ha imposto lo sviluppo tecnologico alla dimensione concreta del combattimento? Rifletti sulla percezione che ha laviatore delle sue vittime.

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Proponiamo qui un brano dalle memorie sulla riconquista della Libia dellaviatore

Vincenzo Biani, pubblicate nel 1933 con il titolo Ali italiane sul deserto; con la prefazione, assai elogiativa, del gerarca e creatore dellaviazione fascista Italo Balbo. Come si vede, il racconto intreccia toni da romanzo dappendice a immagini di taglio cinematografico; traspare da queste righe unesaltazione, dai toni futuristi, delle macchine (siano esse le mitragliatrici, le bombe, gli stessi aeroplani), mista a un disprezzo razzista delle vittime prive di qualsiasi difesa: uomini, donne, animali sono dipinti quasi come immagini di un videogame ante litteram. Si noti che Biani non ha nessuna remora a parlarci delluso di gas venefici contro quelli che erano in maggioranza civili in fuga; anzi, leffetto portentoso dellyprite (gas vescicante a base di cloro che attacca i polmoni dei colpiti, impiegato massicciamente nel corso della Grande Guerra) viene magnificato. Il testo reperibile on line al sito: http://www.pasti.org/salerno.htm.

Come al cinema. Ma i corpi sono veri

Una spedizione di otto apparecchi fu inviata su Gifa, localit imprecisata dalle carte a nostra disposizione []. Fu rintracciata perch gli equipaggi, navigando a pochi metri da terra, poterono seguire le piste dei fuggiaschi e trovarono finalmente sotto di s un formicolio di genti in fermento; uomini, donne, cammelli, greggi; con quella promiscuit tumultuante che si riscontra solo nelle masse sotto lincubo di un cataclisma; una moltitudine che non aveva forma, come lo spavento e la disperazione di cui era preda; e su di essa piovve, con gettate di acciaio rovente, la punizione che meritava. Quando le bombe furono esaurite, gli aeroplani scesero pi bassi per provare le mitragliatrici. Funzionavano benissimo. Nessuno voleva essere il primo ad andarsene, perch ognuno aveva preso gusto a quel gioco nuovo e divertentissimo. E quando finalmente rientrammo a Sirte, il battesimo del fuoco fu festeggiato con parecchie bottiglie di spumante, mentre si preparavano gli apparecchi per unaltra spedizione. Ci si dava il cambio nelle diverse missioni. Alcuni andavano in ricognizione portandosi sempre un po di bombe con le quali davano un primo regalo ai ribelli scoperti, e poi il resto arrivava poche ore dopo. In tutto il vasto territorio compreso tra El Machina, Nufilia e Gifa i pi fortunati furono gli sciacalli che trovarono pasti abbondanti alla loro fame []. Al di sotto era un brulicar di gente che fuggiva in tutte le direzioni, invano cercando un rifugio; ch la terra sera tramutata, dun attimo, in un campo di mine fatte saltare da una misteriosa potenza, folle e distruttrice. Si vedevano le bombe staccarsi dalle fusoliere, in frotte quelle piccole da due chili, isolate le altre pi grandi da dodici chili; rotolar gi disordinatamente fino a che non avevano trovato lequilibrio della traiettoria, e poi precipitare come saette sui cumuli della gente e sugli ammassi di tende; con una tale precisione che sembrava seguissero lattrazione magnetica del bersaglio. Gli occhi degli aviatori, raccolta la visione dello spettacolo, riprendevano la fissit

scrutatrice della indagine fredda, quando si trattava di guidare di nuovo la propria macchina sul folto della massa nemica. Una fila di tende fu spazzata via da una folata di morte e i loro cenci si confusero a brandelli di carne sulla terra chiazzata di rosso. Un branco di cammelli, colpiti in pieno, si abbatterono al suolo sullorlo di un burrone, precipitando dentro, luno sullaltro. Da quella massa informe ancora agitata dai contorcimenti della rapida agonia, un rivolo di sangue allag il fondo della valle, come allo zampillare duna improvvisa sorgente. Arrivava su fino in alto lodore acre dellesplosivo bruciato, e laria stessa era tutta in sommovimento. Gli scoppi si ripercuotevano sulle ali con sussulti e sobbalzi che mettevano a dura prova i muscoli dei piloti Una carovana di un centinaio di cammelli, terrorizzati dalle prime esplosioni, si erano allontanati in gran fretta, [] ma due Romeo, che li avevano visti, volsero da quella parte. Il primo pass sputando addosso alle bestie una spruzzata di pallottole che nella maggior parte andarono a vuoto, poi larma sincant e non volle pi saperne di sparare. Il pilota si arrampic per aria lasciando libero il campo al compagno che sopraggiungeva, rasente a terra, dalla coda verso la testa della carovana, mettendo a segno un intero caricatore sui fianchi dei cammelli. Molti stramazzarono a terra scoprendo i ventri obesi e annaspando nellaria con le zampe lunghissime, unico mezzo a loro disposizione per dire che erano dispiacenti di morire. Ma nessuno li compianse. Il primo Romeo, anzi, riparato il guasto [], rical gi e fece poco pi lontano un altro mucchio di cadaveri. Una volta furono adoperate alcune bombe ad yprite, abbandonate dal tempo di guerra in un vecchio magazzino ed esse produssero un effetto cos sorprendente che i bersagliati si precipitarono a depositare le armi.
(V. Biani, Ali italiane sul deserto, Firenze, Bemporad, 1933, pp. 121-22)

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Cambiano gli equilibri europei

La cartolina fascista, del 1935, inneggia al combattimento per la patria.

Il 14 settembre 1930 un fatto inaspettato sconvolge il quadro europeo: con oltre sei milioni di voti, i nazisti diventano il secondo partito del Reichstag. Una Germania dominata dalla destra nazionalista (revisionista e vicina al fascismo) rappresenta per Mussolini la leva, a lungo attesa, con cui scardinare lassetto europeo e costruire le egemonia italiana nel Mediterraneo, nei Balcani, nel bacino del Danubio. Agli occhi del duce, la crisi del 1929 lo favorisce, allontanando gli Stati Uniti dallo scacchiere europeo e costringendo le potenze dEuropa a concentrarsi sullo stato delleconomia. Nel 1932, lulteriore avanzata nazista nelle elezioni del 31 luglio (con quasi quattordici milioni di voti la NSDAP diviene il partito di maggioranza relativa), e un evento apparentemente lontano, linvasione della Manciuria da parte del Giappone (1931) senza apprezzabili reazioni da parte della SDN e delle potenze schierate a difesa dello status quo dellAsia orientale (Gran Bretagna e Stati Uniti), convincono Mussolini e gli alti quadri del regime che venuto il tempo per unavventura imperiale 15 . Il 30 gennaio 1933 diventa cancelliere tedesco il capo dei nazisti Adolf Hitler, che aveva sempre dichiarato di ammirare e di ispirarsi al capo dei Fasci, e che avrebbe continuato, fino al 1945, a considerare Mussolini il proprio maestro. Il modello politico fascista faceva nuovamente scuola, questa volta, per, non in paesi di peso e rilevanza limitati (come la Lituania di Antanas Smetona, lUngheria di Mikls Horthy, il Portogallo di Antonio de Oliveira Salazar), bens in una delle maggiori potenze europee. Oltre a considerare la Germania nazista come un fattore di destabilizzazione dellassetto europeo , Roma convinta di poter utilizzare le preoccupazioni di Londra e Parigi nei confronti di Hitler per avere mano libera nei propri progetti espansivi. In cambio, pensa Mussolini, egli potr proporsi a inglesi e francesi come lunico in grado di esercitare uninfluenza moderatrice sul nazismo, se non addirittura di frenarne i propositi bellicosi. Accanto a quella del mediatore, il duce si tiene aperte altre strade: il fascismo italiano e Mussolini stesso riscuotono simpatie anche da parte di esponenti di forze politiche ideologicamente assai distanti; nemmeno la Gran Bretagna e il suo impero ne restano immuni: la British Union of Fascists, fondata da Oswald Mosley, trova consensi non trascurabili (ancorch minoritari); analoghe organizzazioni sorgono in Australia, Nuova Zelanda, Canada. Nel dicembre 1933, a Losanna, si riunisce il primo congresso nazionale dei fascisti della Svizzera. Tra i gerarchi

RIFLETTERE SUI DOCUMENTI

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G Commenta il modo in cui Mussolini, nel documento riprodotto, tratteggia i rapporti tra fascismo ed Europa. G Quali obiettivi egli prospetta allItalia? E quali mezzi egli si propone di utilizzare per raggiungerli?

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IL 25 ottobre 1932 nellambito delle celebrazioni del decennale della


marcia su Roma, Benito Mussolini tenne un importante discorso a Milano, in cui enunci una prospettiva espansionista imperniata sulla diffusione in Europa del modello politico fascista, definito come la vera alternativa al capitalismo e al comunismo sovietico. Senza volere attribuire alle dichiarazioni pubbliche del dittatore pi rilevanza di quanto esse non abbiano tenendo conto che si tratta di colui che, allinizio della propria carriera, aveva teorizzato lindifferenza dei contenuti rispetto alla continuit dellagitazione politica va comunque rilevato che in quegli anni, in cui la crisi economica infuriava, la ricerca di una terza via occupava le menti di un buon numero di intellettuali e di uomini politici, e le proposte del fascismo trovavano qualche ascolto anche in ambienti assai distanti da esso per cultura e inclinazioni. Il testo del discorso di Mussolini reperibile on line al sito: http://www.ilduce.net/discdecennio.htm.

Il secolo fascista

Camicie nere, popolo di Milano, come non ricordare le adunate del 1915, di quel maggio radioso che stato il germe della nuova vita dItalia []. Quando, dieci anni fa, che sono qualche cosa nella vita di un uomo ma un piccolo periodo di tempo nella vita di un popolo, noi muovemmo allassalto della vecchia classe politica italiana, che aveva mal governato, soprattutto per mancanza di coraggio e volont, cerano degli storici, dei dottrinari, degli osservatori, i quali fecero in quel tempo le pi ridicole profezie. Oggi, con piena tranquillit di coscienza, dico a voi, moltitudine immensa, che questo secolo decimoventesimo sar il secolo del fascismo. (Applausi). Sar il secolo della potenza italiana. (Applausi). Sar il secolo durante il quale lItalia torner per la terza volta ad essere direttrice della civilt umana. (Applausi). Perch fuori dai nostri principi, e soprattutto in tempi di crisi, non c salvezza n per gli individui e tantomeno per i popoli. (Applausi). Fra dieci anni lo si pu dire. Senza fare i profeti lEuropa sar cambiata. Non da ora si sono commesse delle ingiustizie, anche contro di noi, soprattutto contro di noi. (Grida di protesta). E niente di pi triste il compito che vi spetta di dover difendere quello che stato il sacrificio magnifico di sangue di tutto il popolo italiano. Voglio dirlo ancora una volta: leroismo individuale e collettivo del popolo italiano durante la guerra stato sublime. E non teme confronti con nessuno degli altri paesi []. Noi lo diciamo nettissimamente: siamo fieri dellintervento, fieri della guerra, fierissimi della nostra vittoria. (Applausi). Tra un decennio lEuropa sar fascista o fascistizzata. (Applausi). Lantitesi Mosca e Nuova York non si supera che in un modo, con la dottrina e con la prassi di Roma. Ecco perch noi non contiamo gli anni, e io credo che se mi guardate attentamente voi troverete che io sono diventato forse pi

asprigno ancora di quello che non fossi perch non sono Io non sono desideroso di tranquillit o di pace ma sono ansioso di nuovi combattimenti e di nuove battaglie. (Applausi). Il giorno in cui riprenderemo la marcia io sento che tutto il popolo italiano mi seguir (S), io sento che voi sarete disposti ad ulteriori sacrifici (S), io sento che voi non misurerete il vostro sforzo (No). Ecco che come non mai, nei suoi 27 secoli di storia, il popolo italiano fu cos compatto, cos concorde, cos deciso. Noi possiamo trascurare oramai i frantumi dei nostri nemici, con un gesto di generosit verso gli illusi, i retrogradi, i conservatori, i reazionari, i quali si erano illusi, con dei mucchi di parole inutili, di fermare il moto e la valanga di un popolo. Questo atto sar valutato a giusto segno, non mobiliteremo per tutti i nostri apparati di difesa fino a quando, soprattutto oltre le frontiere, non si sia sinceramente ossequienti allormai invidiabile fatto compiuto. Ed ora, non c pi nessun dubbio dopo dieci anni, che il fascismo invincibile, tutte le mete che fremono nel cuore della giovent italiana sono presenti al mio spirito, nessuna dimenticata. Un giorno, non vicino, ci vogliono 30 anni per temprare come io desidero lanima di un popolo. Bisogna abituarsi a questa idea: Bismarck ha governato 30 anni la Germania. Un giorno noi saremo veramente fieri di consegnare i nostri gloriosi gagliardetti alla giovent che cresce e vigoreggia sotto i nostri occhi. Noi diremo allora: questi sono i gagliardetti della rivoluzione, consacrati dal sangue purissimo degli squadristi. Portateli in alto, difendeteli, se necessario con la vostra vita e fate che essi domani siano baciati dal sole di nuove e pi luminose vittorie.
(Susmel, Opera Omnia di Benito Mussolini cit., XXV, 1958, pp. 145-48)

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si parla della possibilit di creare una Internazionale fascista. Come era tipico del regime, per, non c mai una chiara decisione pro o contro; Mussolini ama riservarsi la possibilit di giocare su pi tavoli, tattica che si riveler col tempo assai pericolosa. Stupisce, infatti, che il gruppo dirigente fascista non colga come legemonia sulle aree danubiana e balcanica costituisca un oggettivo terreno di contesa tra Roma e Berlino, a cui si aggiunge la fragilit economica italiana rispetto alla forza industriale tedesca 16 . Non curandosi di ci, fin dal 1932 lItalia aveva ripreso la propaganda per la revisione dei trattati di pace, e nel 1934 scatena una campagna di stampa contro la Iugoslavia, giocando nuovamente la carta del separatismo ustasa; vengono altres consolidati i legami con le revisioniste Ungheria e Bulgaria. Budapest ha rivendicazioni territoriali verso Iugoslavia, Cecoslovacchia, Romania (rispettivamente per il Banato, la Rutenia subcarpatica, la Transilvania); Sofia ne avanza verso Grecia e Iugoslavia (circa Tracia e Macedonia). La loro intesa con Roma mette in pericolo lo status quo.
Oswald Mosley, leader fascista inglese con una ragazza appartenente alla British Union of Fascists.
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G Rifletti sulle profonde radici dellasimmetria di potere tra Italia e Germania nellambito dellAsse. G Come giocarono, nellavvicinamento tra Roma e Berlino, fattori politici, fattori economici e contesti internazionali?

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Presentiamo qui un brano di un mio saggio sui rapporti economici italogermanici, in cui lalleanza tra i due maggiori fascismi viene letta nel contesto delle scelte di politica economica fatte tanto a Roma quanto a Berlino. Nel caso specifico, la assai minore forza economica dellItalia rispetto alla Germania contribuiva in modo cruciale a determinare un legame di dipendenza tra la prima e la seconda.

Fragili equilibri e asimmetrie di potere

Saltano agli occhi due nette asimmetrie, che qualificano il rapporto economico e commerciale fra Italia e Germania negli anni Trenta come tipico di una relazione tra sviluppo e sottosviluppo, tale per sua natura da indurre una dipendenza non solo economica ma anche in senso lato politica. LItalia esporta in Germania, infatti, principalmente prodotti agricoli destinati ad un consumo tendenzialmente di lusso, o comunque non strettamente indispensabili per il paese importatore (tipicamente, frutta e verdura mediterranee e loro derivati: olio, vino), semilavorati industriali che incorporano tecnologia media e medio-bassa (in primo luogo tessili, tra cui significative quantit di fibre artificiali), e in misura limitata materie prime di qualche rilevanza (anche militare), come zolfo e mercurio. Non mancano, naturalmente, prodotti industriali a tecnologia avanzata (per il periodo a cui ci stiamo riferendo), come per esempio le automobili, ma si tratta di quantit limitate in cifra assoluta ed in peso percentuale sul totale dellexport. Tra le principali voci dellexport tedesco in Italia, invece, troviamo le macchine utensili (un bene di produzione di cui leconomia italiana non era di per s in grado di fare a meno), semilavorati in acciaio, e in particolare materie prime di cruciale valore strategico, fra cui ha assoluta rilevanza il carbone. Si tenga presente che allepoca dipendevano dal carbone gran parte del sistema dei trasporti (ferrovie e navigazione), tutta quanta lindustria pesante, una quota notevole della produzione di energia elettrica, la disponibilit di gas combustibile per lindustria ed i consumi della popolazione (di quella urbana in particolare); si faceva uso, infatti, del cosiddetto gas di citt, ricavato dalla cokificazione del carbon fossile. Da un punto di vista puramente economico la possibilit di diversificare gli approvvigionamenti e i mercati di esportazione naturalmente cera, ma avrebbe comportato decisioni cruciali anche ed in particolare sotto il profilo politico, decisioni che avrebbero inevitabilmente assunto, di

fronte alla necessit di schierarsi per il mantenimento o lalterazione dello status quo internazionale, un carattere di irreversibilit. Con landar del tempo, inoltre, proprio perch i flussi di import-export con la Germania rappresentavano per lItalia la voce pi importante, e progressivamente crescente, dellinterscambio complessivo con lestero mentre la quota rappresentata dallItalia era di gran lunga minore nel commercio estero tedesco e tale continuava a rimanere, linterruzione od anche solo la drastica riduzione dei flussi provenienti dal Reich avrebbe fatto piombare leconomia italiana in una profonda crisi, mentre viceversa quella tedesca avrebbe patito solo disagi non insignificanti ma in ogni caso limitati. Questo quadro, gi delineatosi con chiarezza tra il 1932 ed il 1934, si preciser ulteriormente tra lautunno 1935 e la primavera 1936; da parte italiana lelemento decisivo laggressione allEtiopia (ottobre 1935), di cui vanno considerati gli effetti tanto sulleconomia nazionale quanto sulla struttura del commercio estero, da parte tedesca un ruolo chiave viene giocato dal varo del Vierjahresplan (Piano quadriennale) nella primavera del 1936. Come noto, la decisione presa da Mussolini nel dicembre 1934 di avviare la preparazione della guerra contro il Negus ebbe riflessi immediati e sulleconomia reale e sulla politica economica dellItalia. Nel frattempo, in Germania, la politica di riarmo generalizzato condotta con decisione dal regime nazionalsocialista doveva fare i conti con le capacit di espansione del sistema produttivo tedesco, non certo illimitate. In questo contesto, i mutamenti indotti nel commercio estero italiano dalle sanzioni decise dalla SdN ed il connesso rafforzarsi delle misure autarchiche da parte del governo di Roma provocano un ulteriore intensificarsi delle relazioni economiche italogermaniche.
(B. Mantelli, Dagli scambi bilanciati allAsse Berlino-Roma, in Studi Storici, XXXVII, 1997, 4, pp. 1218-20)

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Il 30 gennaio 1933 Adolf Hitler diventa cancelliere (capo del governo)

Lallievo supera il maestro

della Germania. In pochi mesi viene ripercorsa la strada che, in Italia, aveva richiesto a Mussolini pi di due anni: nellestate successiva lindustrializzata ed economicamente potentissima Germania ha ormai un compiuto regime fascista, che si d il nome di Terzo Reich (Terzo impero, dopo il medievale Sacro romano impero della nazione germanica e limpero guglielmino, nato nel 1871 e crollato nel 1918). Il netto divario di forze tra Italia e Germania, a favore ovviamente di questultima, fa s che progressivamente sia il Terzo Reich ad acquistare la funzione di modello per i movimenti e i partiti fascisti europei; daltro canto i profondi legami economici tra Germania e paesi dellarea danubianobalcanica, uniti alla precisa volont egemonica espressa da Berlino, inducono quegli Stati, su cui si appuntavano anche le velleit di predominio del fascismo italiano (cfr. p. 34 e sgg.), a entrare sempre pi nellarea di influenza tedesca. Nel 1936 la situazione di relativo isolamento internazionale in cui laggressione allEtiopia ha gettato lItalia e la progressivamente crescente dipendenza delleconomia italiana da quella tedesca spingono le autorit di alleanza italo-germanica che prender il nome di Roma a porre le basi per la Asse Roma-Berlino (dizione italica; i tedeschi preferiscono scrivere Asse Berlino-Roma) 17 , che si configura come lembrione di un blocco di Stati fascisti, che si vogliono contrapposti tanto alle democrazie parlamentari (Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti) quanto allUnione Sovietica. Va da s che la nascita dellAsse aumenti la capa cit di attrazione dei fascismi, lalleanza per in realt tuttaltro che paritaria: al suo interno esiste un partner forte e un altro debole. Sar la seconda guerra mondiale a far emergere fino in fondo i reali rapporti di forza.

Una stretta di mano che quasi un inchino di Mussolini, al termine dellincontro tra il duce e Hitler avvenuto nellaprile 1943 in Austria, presso Salisburgo.

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G Analizza gli argomenti con cui, nella voce dellEnciclopedia proposta (testo A), si giustifica lalleanza tra fascismo e nazismo. G Metti in evidenza i nessi tra dinamiche economiche e scelte politiche su cui si sofferma il testo B.

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IL primo brano che presentiamo, indicativo di come la propaganda del re-

gime presentava lalleanza italo-germanica, tratto dallEnciclopedia De Carlo, pubblicata a Roma nel 1942. Lopera, di cui uscirono solo 2 volumi, era diretta da Cesare Maria De Vecchi ex quadrumviro e personalit fascista di spicco, appartenente da sempre allala monarchica del movimento fondato da Mussolini. Il secondo tratto, con qualche taglio, da un mio saggio che inquadra lo sviluppo dellalleanza nazifascista nel contesto economico internazionale determinato dalla grande crisi del 1929, sottolineando come lavvicinamento tra Italia e Germania fosse nellordine delle cose, data la deriva che assunse la dinamica di import-export tra i due paesi. Il saggio consultabile anche on line, con il titolo Linfluenza reciproca di politica ed economia nella costituzione e nello sviluppo dellasse Roma-Berlino, al sito: http://www.altronovecento.quipo.it/numero5saggi5.html.

LAsse. Propaganda e realt

A
LAsse: due mani tese in una stretta che garantisce la comune vicenda; una fiera certezza di riscatto contro quel trattato di Versaglia, dettato dalle grandi democrazie, che nascondevano sotto lulivo della pace coatta la sadica volont di vietare alle due Nazioni di maggiore avvenire, ogni mira di legittima naturale espansione. Attorno a quel tavolo di mercanti, lItalia di Vittorio Veneto conobbe fin dallora lingratitudine e la costante ostilit dei falsi alleati. Essi furono, s, ferocemente intransigenti con la Germania, trascinata nel conflitto dalla sua alleanza con lAustria, ma furono forse pi subdoli e feroci contro lItalia, escludendola da ogni effettivo vantaggio: quellItalia di cui si calpestarono subito i diritti, mentre ancora era caldo il sangue del suo contributo decisivo nella capitolazione dellImpero austro-ungarico: 1 milione di feriti, 500 000 mutilati, 700 000 morti. [] In quel lontano 1919, quando veniva abbeverata di fiele e tradita nei suoi vitali interessi lItalia, mentre era decretata la schiavit di una nazione come la tedesca, con la illusione di opporre insormontabili ostacoli a una possibile rinascita germanica, Mussolini e Hitler iniziavano i primi moti rivoluzionari per arginare la dilagante dissoluzione sociale e insieme per ribellarsi alle enormi ingiustizie consumate ai danni dei loro paesi.
(Enciclopedia De Carlo, I, Roma, Istituto dellEnciclopedia De Carlo, 1942, p. 321)

B
Secondo modalit diverse ma dagli effetti convergenti tanto a Berlino quanto a Roma vengono prese decisioni cruciali: in Germania con la decisione di dare il via al Vierjahresplan (piano quadriennale) e la sconfitta delle tendenze che favorivano una linea di rientro aperto nel mercato mondiale prevalgono i sostenitori della Groraumwirtschaft, cio di un vasto spazio economico a guida germanica al cui interno i rapporti siano regolati tramite rapporti di clearing (cio di compensazione materiale, senza passaggi di valuta) bilaterale e trilaterale, ed in cui cio la forza relativa di ogni singola economia sia il fattore determinante; in Italia con la decisione di regolare il commercio estero attraverso intese in clearing sottoponendolo contemporaneamente al sistema delle licenze. Va sottolineata la coincidenza temporale tra la svalutazione della lira in seguito alla dissoluzione del blocco delloro (5 ottobre 1936), la sottoscrizione a Berlino, da parte di Ciano e von Neurath dellintesa politica che una settimana dopo Mussolini avrebbe definito Asse (23 ottobre), lapertura di una ulteriore trattativa generale sui rapporti economici bilaterali (24 ottobre) che si sarebbe conclusa il 10 dicembre successivo con la firma di un Protocollo confidenziale italogermanico, destinato ad aprire la strada ai successivi 14 Protocolli segreti per la regolazione globale dei rapporti economici reciproci che avrebbero scandito, fino alla crisi del 1943, le relazioni tra Roma e Berlino. Proprio nel momento in cui si va delineando lalleanza, le due potenze fasciste conoscono unevoluzione parallela che le porta a servirsi di una strumentazione analoga (gestione del valore della moneta che prescinde da qualunque ancoraggio a equivalenti generali; fissazione dei reciproci rapporti di cambio sulla base di intese politico-economiche bilaterali ed al massimo trilaterali; controllo rigido del commercio estero), e che porta ad una sorta di politicizzazione dei rapporti commerciali radicata e profonda.
(B. Mantelli, Politica ed economia nellAsse Roma-Berlino, in La nuova storia contemporanea in Italia. Omaggio a Claudio Pavone, Torino, Bollati Boringhieri, 2001, pp. 43-44)

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La via particolare della Germania guglielmina

La Germania del 1933 non era un paese n arretrato n semindustriale, anzi era nonostante la sconfitta nella prima guerra mondiale e le conseguenti perdite territoriali lo Stato con il pi potente apparato industriale dEuropa, e uno dei pi forti del mondo. Come mai soccombe, allora, alla tentazione fascista? Nel secondo Ottocento la Germania aveva rappresentato, nel quadro europeo, una sorta di anomalia, tale che osservatori contemporanei e studiosi successivi hanno definito il suo approccio alla modernizzazione una via particolare (Sonderweg) 18 . Limpero guglielmino, infatti, fu caratterizzato, oltre che da una poderosa industrializzazione e da un tanto precoce quanto impetuoso movimento socialista (il pi potente e organizzato dEuropa, un punto di riferimento per tutti gli altri), da una sorta di debolezza politica della borghesia, che non gioc mai un ruolo pari a quello svolto negli Stati europei altrettanto sviluppati (Gran Bretagna, Francia, Belgio). Le forze liberali si spaccarono molto presto in unala (minoritaria) favorevole a riforme politiche in direzione di una maggiore democratizzazione, e una componente (maggioritaria) in cui prevalsero posizioni conservatrici; nel paese rimase cos decisivo il peso dellaristocrazia terriera e della monarchia. La Germania guglielmina non conobbe mai il passaggio a forme di governo parlamentare (quelle cio in cui il governo deve ottenere la fiducia del Parlamento) ma rimase una monarchia costituzionale (il Parlamento ha la sola funzione di controllare il governo, la cui nomina per spetta al Kaiser; una volta designato, il cancelliere pu governare senza avere una maggioranza parlamentare); lo stesso suffragio universale maschile, concesso negli anni Ottanta del XIX secolo, non port in questo quadro a significative trasformazioni. Non solo, per lelezione della Camera bassa della Prussia (il Reich guglielmino in realt un impero federale, composto di una molteplicit di regni, principati, entit statuali che conservano i loro governi e le loro assemblee, ovviamente con poteri limitati. La Prussia rappresenta, da sola, pi della met del territorio del Reich e comprende i tre quinti dei suoi abitanti) rimase sempre in vigore il sistema delle tre classi, cio un meccanismo secondo il quale gli elettori i maschi adulti che non usufruissero di alcun sussidio di povert erano divisi in tre gruppi (classi) a seconda dellammontare delle tasse che pagavano; in ogni distretto elettorale ogni classe eleggeva (indipendentemente dal numero dei suoi membri!) uno o due grandi elettori. Erano poi questi ultimi a radunarsi e a eleggere a loro volta i membri del Landtag (la Camera elettiva del Land). Soltanto con la crisi del 1918, quando la caduta verticale dei livelli di vita della popolazione provoc il crollo del fronte interno, il Reich tedesco conobbe una tumultuosa democratizzazione.

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G Quale fu lapporto del nazionalsocialismo alle concezioni nazionalistiche e pangermanistiche preesistenti? G In che senso il 1945 rappresent uno spartiacque per la coscienza civile tedesca? G Come altri paesi giunti in ritardo allo sviluppo industriale (second comers) la Germania oscill a lungo tra imitazione del modello britannico e ricerca di un proprio percorso particolare. Quale rapporto individui tra questa problematica e lo sviluppo di una specifica ideologia nazionalistica?

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Riproduciamo, con qualche adattamento, un


brano da un saggio dello storico tedesco Wolfram W e t t e , a lungo attivo come ricercatore presso lIstituto di storia militare delle forze armate della Repubblica federale e attualmente docente di storia contemporanea presso luniversit di Friburgo. Egli espone nelle righe che seguono la funzione che il concetto di Sonderweg ha assunto nella coscienza civile tedesca dallunificazione bismarckiana del 1871 al secondo dopoguerra, mostrando lo stretto legame esistente tra dibattiti storiografici e pubblica opinione nellet contemporanea e mettendoci di fronte al duplice e opposto significato che la categoria presa in esame ha assunto in fasi diverse della recente storia tedesca.

Il concetto di deutscher Sonderweg (via particolare tedesca) gioca un ruolo nella coscienza politica e storica dei tedeschi da almeno due secoli. Nellepoca del nazionalismo, in particolare tra la fondazione del Reich nel 1871 e il crollo dello Stato nazionalsocialista nel 1945, ad esso veniva attribuita una valenza positiva, poich si riteneva che la linea di sviluppo percorsa dalla Germania fosse superiore ai modelli dellEuropa occidentale. Tale coscienza particolare stereotipata avrebbe dovuto fornire ai tedeschi un orientamento comune, su cui fondare lidentit nazionale. In questa funzione, esso comportava naturalmente anche una netta distinzione rispetto alle altre nazioni e lespressione di un orgoglioso senso di superiorit: Il mondo sar rinnovato dalle qualit tipicamente tedesche (Am deutschen Wesen soll die Welt genesen). Durante limpero guglielmino, e pi ancora nel periodo di Weimar, lidea di una via specificatamente tedesca si congiunse con una marcata tendenza antioccidentale, o pi esattamente, con interessi antidemocratici e antiliberali. In questo senso, fra le due guerre tale topos rappresent una vera e propria controideologia che si opponeva al sistema democratico. Nel periodo nazionalsocialista, la coscienza particolare tedesca assunse connotati criminali, poich la presunta particolarit tedesca venne deformata dallaggiunta di un razzismo aggressivo. La sopravvalutazione del popolo tedesco nel segno di unideologia razziale culmin nella concezione del dominatore germanico. Essa era accompagnata dalla contemporanea svalutazione degli altri popoli, visti come razze inferiori, come Untermenschen (uomini di qualit inferiore). Questa ideologia razzistica e nazionalistica costitu una premessa decisiva al programma di

conquista e di annientamento portato avanti dalla Germania hitleriana, che non ha corrispondenti nella storia mondiale. Il crollo dello Stato nazionalsocialista del 1945 in seguito alla sconfitta nella guerra pose fine alla via tedesca, considerata originariamente dai nazionalisti come uno sviluppo positivo. Neanche dal punto di vista dei valori fu pi possibile, dopo la barbarie nazista, attribuire un valore positivo alla categoria di Sonderweg tedesco. La cesura del 1945 port a tale riguardo un colpo tremendo alla coscienza politica e storica dei tedeschi. La definizione di ora zero, assunta allora come definizione del momento che si stava vivendo, segnalava la necessit inalienabile di un nuovo indirizzo, o pi ancora, di un nuovo inizio politico, sociale e morale. Come sempre accade in tempi di rivolgimento e di riorientamento della coscienza collettiva, fra parecchi storici tedeschi si apr allora un dibattito che coinvolse lopinione pubblica. Di fronte alla dittatura nazista, alla guerra e allo sterminio di massa, essi si assunsero il compito di ripensare e di valutare la pi recente storia tedesca, alla ricerca delle cause che avevano reso possibile il nazionalsocialismo. Negli anni immediatamente successivi al 1945 vi fu cos una vivace discussione fra gli storici, che coinvolse anche non pochi letterati tedeschi, sulle vie senza uscita imboccate dalla Germania, che lavevano portata alla catastrofe. Lepoca nazista gettava unombra su tutta la storia tedesca che aveva immediatamente preceduto il Terzo Reich. I due storici pi insigni, che subito dopo la fine del conflitto pubblicarono i primi bilanci della situazione, animando in tal modo sia il dibattito fra gli studiosi sia quello nellopinione pubblica, furono Friedrich Meinecke e Gerhard Ritter. [] Concordemente, essi individuarono nellegemonia prussiana sulla Germania e nella tradizione militaristica prussianotedesca i sostanziali punti di partenza della via senza uscita tedesca intrapresa dalla Germania; e considerarono il Sonderweg tedesco non pi positivamente, ma come un percorso errato, e quindi da giudicare negativamente. La cesura del 1945, dal loro punto di vista quello dellimmediato dopoguerra costituiva la frattura pi profonda mai prodottasi nella storia della Germania moderna.
(W. Wette, Una particolare via tedesca?, in I viaggi di Erodoto, 1995, 27, pp. 54-55)

Storiografia e coscienza civile

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Una splendida democrazia incompiuta

Alla conferenza di Versailles i tedeschi vengono trattati come ladri colti sul fatto in un ristorante: non solo li si costringe a restituire la refurtiva, ma gli si presenta un salatissimo conto. Nei panni del poliziotto il primo ministro inglese David Lloyd George, in quelli del proprietario del ristorante il premier francese Georges Clemenceau; seduto in primo piano, disinteressato, il presidente statunitense Woodrow Wilson. Caricatura tedesca dellepoca.

La rivoluzione del novembre 1918 provoca la fine della monarchia e la nascita della repubblica di Weimar (dal luogo in cui si radun lAssemblea costituente). La Costituzione weimariana disegna una repubblica parlamentare, tuttavia prevede un presidente eletto a suffragio universale il quale detiene, in condizioni normali, un potere quasi solo di rappresentanza; in casi eccezionali, per, egli in grado in base allarticolo 48 della Costituzione di nominare un governo abilitato a reggere lo Stato senza necessariamente digoverno del presidente). un sporre di una maggioranza parlamentare (g meccanismo pensato per le situazioni demergenza, esso introduce per nella struttura dello Stato un potenziale antagonismo tra due organi di versi (presidente e Parlamento) entrambi legittimati dal suffragio universale. Ci avr conseguenze esiziali. Gli storici sostanzialmente concordano nel definire la repubblica di Weimar come un caso esemplare di democratizzazione parziale: a una struttura costituzionale democratica e socialmente avanzata, e a un quadro politico plurimo e articolato, in cui il partito maggioritario rimane fino al 1932 la socialdemocrazia (SPD), corrispondono infatti una burocrazia e un apparato militare ancora profondamente influenzati da una cultura autoritaria e profondamente ostile allidea stessa di democrazia 19 A . Tutto ci, accanto alle difficolt create dal trattato di pace di Versailles, in particolare le pesanti riparazioni di guerra imposte alla Germania da Francia e Gran Bretagna 19 B , fa s che la vita politica della repubblica di Weimar sia caratterizzata dalla presenza di forti correnti favorevoli a una svolta autoritaria, correnti che non si identificano affatto nel solo Partito nazionalsocialista (NSDAP, che anzi costituisce una piccola minoranza fino al 1930) ma trovano la loro principale espressione nel Partito popolare nazionaltedesco (Deutsch-nationale Volkspartei, DNVP). Daltro canto, in Germania non era mai stato allordine del giorno alcun ottobre tedesco che in qualche modo riproducesse la rivoluzione verificatasi in Russia nel 1917; lunica forza politica disposta a far proprie parole dordine del genere (il neonato Partito comunista tedesco, KPD) era sostanzialmente marginale. Nellordine delle possibilit era invece la radicale democratizzazione del Reich e lannullamento dei poteri delle gerarchie militari, dellalta burocrazia, dei proprietari terrieri dOltrelba, e delle concentrazioni monopolistiche industriali. Se il Partito socialdemocratico indipendente (USPD, sinistra socialista su posizioni pacifiste, staccatasi nel 1917 dalla socialdemocrazia) era troppo diviso per funzionare come strumento di un programma del genere, sulla socialdemocrazia maggioritaria (MSDP) che grava la responsabilit di aver scelto di agire come custode del vecchio ordine sociale travasato in un nuovo ordine politico.

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G In quale contesto avvenne la difficile nascita della repubblica di Weimar? G Quale fu il peso delle riparazioni di guerra sulla vita politica del primo quinquennio weimariano? G Osserva la vignetta riprodotta qui sopra: quale percezione puoi ricavare di una parte significativa della popolazione tedesca sullandamento delle trattative versagliesi?

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Limpervio viottolo su cui la repubblica di Weimar fu costretta a incam-

minarsi nei suoi primi anni di vita ben delineato dai testi che seguono, tratti da due significative opere storiografiche. Il primo di Detlev J. K. Peukert, attento studioso di storia sociale che ha dedicato numerosi saggi alla societ tedesca sotto il nazismo. Nel testo da cui tratto il brano, egli propone unanalisi non meramente fattuale o puramente politica della parabola weimariana, letta invece dallangolo visuale dei processi di modernizzazione che in quegli anni investirono poderosamente la societ tedesca. Nel volume da cui tratto il secondo brano, lautore, Gustavo Corni, uno dei massimi conoscitori italiani di storia tedesca, si cimenta in una ricostruzione generale delle vicende della Germania dalla prima unificazione del 1871 a oggi, senza trascurare i decenni precedenti del XIX secolo.

Difficolt interne e pressioni esterne

A
La nascita della Repubblica di Weimar non fu il risultato di un atto eroico o che perlomeno potesse essere considerato tale nella mitologia nazionale. Essa fu piuttosto leffetto di un complicato e doloroso compromesso, il prodotto finale di sconfitte e reciproche concessioni pi che il progetto radioso di un nuovo inizio. Anche in un simile contesto non esaltante si sarebbe comunque potuto vivere se e finch esso avesse offerto condizioni di vita accettabili. Ma quando entrarono in crisi simultaneamente il meccanismo di riproduzione economica e lassetto sociale, la Repubblica, in cerca di soluzioni politiche, non pot contare su quel credito di legittimazione da parte dei suoi cittadini che solamente avrebbe potuto agevolare una tenuta di fondo anche in piena crisi. A ci si aggiunse il fatto che la Repubblica non dovette accollarsi soltanto il peso tradizionale della guerra perduta. Anzi, quella particolare variante della continuit storica che la faceva diventare legataria dellimpero guglielmino naufragato si intrecci con nuovi oneri sociali e distorsioni che emersero negli anni (e nei decenni) successivi alla prima guerra mondiale e che la esposero ad una crisi endemica. Guardando le cose retrospettivamente, si pu dire insomma che i tedeschi azzardarono il loro esperimento repubblicano nel momento pi sfavorevole possibile, ossia quando il sistema sociale e politico era comunque esposto a tensioni che spingevano verso la rottura.
(D. J. K. Peukert, La Repubblica di Weimar. Anni di crisi della modernit classica, Bollati Boringhieri, Torino, 1996, p. 18)

B
Dopoch la conferenza di pace aveva sancito il principio che la Germania dovesse pagare le riparazioni di guerra ai paesi vincitori, inizi una complessa partita politico-diplomatica internazionale, per determinarne lidentit. Su questo cruciale problema vi erano tra i vincitori due punti di vista distinti. Molti, soprattutto nel governo francese, consideravano le riparazioni come uno strumento per strozzare leconomia tedesca e impedirle qualsiasi ripresa. Dato che la forza militare e politica tedesca era considerata una conseguenza della sua forza economica, si riteneva che, stroncando la Germania sul piano economico, fosse possibile impedirle di nuocere ancora. Altri invece ritenevano che leconomia tedesca non potesse essere strangolata, se non a patto di danneggiare anche le altre economie, comprese quelle dei vincitori. Uno dei sostenitori di questa tesi era leconomista britannico John M. Keynes [], la cui posizione era sostenuta anche da influenti circoli economici, finanziari e politici americani, interessati ad un rilancio dellinterscambio con la Germania. Ma in una prima fase predomin la posizione intransigente, di cui era portatore il governo francese []. La conferenza di Parigi, nel gennaio 1921, fiss il livello totale delle riparazioni allastronomica cifra di 269 miliardi di marchi-oro; una somma che pochi mesi dopo, nella conferenza di Londra, venne ridotta alla comunque irrealistica cifra di 132 miliardi. In Germania il governo non era nelle condizioni di poter trattare alla pari sulla determinazione delle riparazioni []; la questione delladempimento divenne il tema cruciale della vita politica tedesca. Attorno a essa si fecero e si disfecero i governi: nei primi anni Venti nessuno dur pi di undici mesi.
(G. Corni, Storia della Germania. Da Bismarck alla riunificazione, Il Saggiatore, Milano, 1995, pp. 183-84)

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Conservatori antirepubblicani e nazisti

Hindenburg tra Hitler e Hermann Gring (allora presidente del Reichstag) nel marzo 1933.

Un esempio del paradosso weimariano costituito dallelezione, nel 1925, del maresciallo Paul von Hindenburg (1847-1934) a presidente del Reich. Hindenburg, militare di professione, aristocratico e grande proprietario terriero (Junker) per nascita, aveva comandato le forze armate tedesche nella prima guerra mondiale, ricoprendo di fatto il ruolo di dittatore militare; era profondamente monarchico e ostile alla repubblica. Diventa il simbolo vivente di uno Stato democratico i cui funzionari non condividono i valori della Costituzione che dovrebbero servire. Verso la fine degli anni Venti lintrecciarsi di instabilit politica (difficolt di costituire governi solidi) e di crisi economica (la Germania patisce pesantemente i contraccolpi della crisi internazionale del 1929) fa intravedere ai conservatori la possibilit di restaurare un modello statuale autoritario (che, tra laltro, metta alle corde i socialisti); non pochi sperano di potere restaurare la monarchia. Inizia cos un convulso biennio che vede Hindenburg servirsi costituzionalmente a sproposito dellarticolo 48 (cfr. p. 48): inizia lepoca dei governi del presidente, che si concluder, allinizio del 1933, con la consegna del potere nelle mani di Hitler 20 . Come in Italia dieci anni prima, i conservatori si erano illusi di poter utilizzare come strumento di restaurazione le forze fasciste; anche in questo caso saranno i fascisti ad approfittare delle porte loro aperte dai conservatori, lasciando a questi ultimi soltanto lalternativa di associarsi in posizione subalterna alla gestione del potere oppure scomparire dalla scena politica. Divenuto cancelliere, Hitler impiega assai meno di due anni a trasformare il potere semilegale di cui dispone in dittatura illimitata. Dal gennaio al marzo 1933 mira a conciliarsi la destra tradizionale, le forze armate e la cerchia presidenziale fingendo di far proprie le concezioni nazionalistiche e conservatrici condivise da questi gruppi; in realt, il suo scopo di ottenere lo scioglimento del Reichstag per assicurarsi la maggioranza assoluta che potrebbe conferirgli i pieni poteri. Malgrado le intimidazioni di Gring, la scatenata propaganda di Goebbels e lincendio del Reichstag, che permette di mettere fuori gioco i comunisti, lo scopo non viene raggiunto: Hitler deve negoziare con i cattolici del partito del Zentrum per ottenere, il 23 marzo, il voto della legge sui pieni poteri, analoga a quella concessa a Mussolini dieci anni prima.

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G Come si struttura, negli ultimi anni di Weimar, il fronte antirepubblicano? G Quali sono i passaggi cruciali del decreto del 28 febbraio 1933, con cui le libert civili garantite dalla Costituzione sono di fatto abolite? G Perch il decreto in questione condiziona pesantemente lautonomia dei singoli Lnder federati?

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Nella serata del 27 febbraio 1933 un grave incendio danneggi grave-

mente il Reichstag, la Camera dei deputati. Allinterno del palazzo in fiamme la polizia trov lolandese Marinus van der Lubbe, un marginale dai mille mestieri. Dichiaratosi anarchico, egli afferm di avere agito per stimolare il proletariato alla resistenza. Il giorno successivo, 28 febbraio, il presidente del Reich Paul von Hindenburg eman, su richiesta di Hitler un decreto per la protezione del popolo e dello Stato (cosiddetto Decreto dellincendio del Reichstag), che confer al Fhrer poteri eccezionali, e fu quindi il primo pilastro legale della dittatura hitleriana. Vennero sospese le garanzie costituzionali a difesa della libert individuale e decretata la pena di morte per numerosi reati. La storiografia pi recente tende a dare credito alla confessione di van der Lubbe, ma ribadisce che lincendio, anche se non sollecitato dai nazisti, fu da loro strumentalizzato. Riproduciamo qui il testo del decreto, da noi tradotto. Il testo originale reperibile on line al sito: http://www.oefre.unibe.ch/law/dns/ausserkraftsetzung.html.

La fine delle libert civili

Sulla base dellarticolo 48, comma 2, della Costituzione del Reich viene disposto quanto segue, come misura di protezione di atti di violenza da parte comunista che possono rappresentare un pericolo per lo Stato: ART. 1 Gli articoli 114, 115, 117, 118, 123, 124 e 153 della Costituzione del Reich tedesco vengono privati di efficacia fino a disposizione ulteriore. Sono perci autorizzate limitazioni alla libert personale, al diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni, compreso il diritto alla libert di stampa, al diritto di associazione e a quello di adunarsi pubblicamente, intromissioni nel segreto postale, telegrafico e telefonico, nonch disposizioni di perquisizione domiciliare, di sequestro e di custodia coatta di beni personali anche oltre i limiti in proposito fissati dalle leggi. ART. 2 Qualora in uno degli Stati federati [Land] non siano prese le misure opportune per garantire lordine e la sicurezza pubblici, il governo del Reich pu assumere temporaneamente le funzioni delle autorit di governo dello Stato federato in questione. ART. 3 Chiunque detenga autorit nellambito degli Stati federati e dei comuni (e delle associazioni di comuni) tenuto a dare esecuzione, sulla base della propria sfera di competenza, alle ordinanze emanate dal governo del Reich sulla base dellarticolo 2. ART. 4 1. Chiunque si opponga alle disposizioni emanate dalle autorit di governo degli Stati federati o dai funzionari loro sottoposti in adempimento di questa ordinanza oppure alle disposizioni emanate dal governo del Reich in ottemperanza allarticolo 2, istighi a fare resistenza o la promuova sar punito con larresto non inferiore a un mese o con una pena pecuniaria da 150 a 15 000 marchi, sempre che il fatto non sia passibile, sulla base di altre norme, di una pena pi grave.

2. Chi, comportandosi come descritto al comma 1, metter in pericolo il bene comune con rischio della vita di esseri umani, sar punito con la reclusione, qualora esistano circostanze attenuanti con larresto, per un periodo non inferiore a sei mesi; se la resistenza in questione provocher la morte di un essere umano, il responsabile sar punito con la morte, qualora esistano circostanze attenuanti con la reclusione non inferiore a due anni. Inoltre potr essere condannato alla confisca dei beni. 3. Chi invita o istiga a fare resistenza mettendo in pericolo il bene comune (comma 2), sar punito con la reclusione, se esistono circostanze attenuanti con larresto, per non meno di tre mesi. ART. 5 1. Devono essere puniti con la morte i reati di cui agli articoli 81 (alto tradimento), 229 (diffusione di veleni), 307 (incendio doloso), 311 (attentato dinamitardo), 312 (inondazione dolosa), 315 comma 2 (danneggiamento di strade ferrate), 324 (avvelenamento con pericolo per la comunit) del codice penale, che prescrive per essi lergastolo. 2. Con la morte, oppure con lergastolo se gi non prevista una pena pi grave, oppure con la reclusione fino a quindici anni deve essere punito: a. chi progetti di uccidere il presidente del Reich, o un membro o un delegato del governo del Reich o dei governi degli Stati federati, o istighi a un assassinio del genere, si offra o accetti una proposta in tal senso, o concordi con altri azioni di tal fatta; b. chi nei casi descritti dallarticolo 115 comma 2 (sommossa grave) o dallarticolo 125 comma 2 (rottura grave della pace civile) del codice penale commetta il fatto con uso di armi o in cosciente e volontaria collaborazione con qualcuno che sia armato; c. chi sequestri altre persone (articolo 239 del codice penale) allo scopo di servirsi dei sequestrati come ostaggi per obiettivi politici.
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La nazificazione dello Stato

Hitler raffigurato come il salvatore della Germania. Sulla bandiera che tiene in mano c scritto: Fedelt, Onore, Ordine.

Nel giro di pochi mesi, lo Stato viene nazificato, seguendo un percorso sostanzialmente analogo a quello attuato, dieci anni prima, dal fascismo mussoliniano: scioglimento dei governi locali e centralizzazione del Reich; fine dei partiti e dei vari raggruppamenti con conseguente proclamazione del Partito nazista come partito unico 21 A ; pieno controllo della polizia e sua progressiva fusione con lapparato SS; detenzione dei democratici, dei comunisti e dei socialisti nei primi campi di concentramento. Il tutto coronato dal grande massacro della notte dei lunghi coltelli (30 giugno 1934) attraverso il quale Hitler regola i conti con tutti coloro che ne ostacolavano la politica o che erano apparsi suoi rivali allinterno della stessa destra antidemocratica: dalla milizia SA, guidata da Ernst Rhm, al circolo ultraconservatore attorno a Franz von Papen, che ebbe personalmente salva la vita solo grazie alla protezione di Gring, al generale Kurt von Schleicher, colpevole di aver tentato di costruire nel 1932 un fronte trasversale che andasse dai sindacati socialdemocratici allala populista della NSDAP, a Gregor Strasser, fino a quellanno dirigente di spicco del Partito nazista. Quella purga ha lapprovazione delle forze armate che di l a qualche settimana, alla morte di Hindenburg, appoggiano laccesso di Hitler alle funzioni di presidente del Reich che, cumulate con quelle di cancelliere, fanno di lui il capo supremo delle tre armi (esercito, aviazione, marina). Fino al 1945, Hitler cos il padrone della Germania con un potere assoluto 21 B , ormai pi carismatico che istituzionale. Egli si vede quale una sorta di profeta investito della sovrannaturale missione di risanare il popolo tedesco , secondo il messaggio contenuto nel Mein Kampf. Salvo eccezioni, il Fhrer si preoccupa poco o affatto dei particolari, accontentandosi di impartire le direttive di carattere generale e lasciando che i molteplici feudi formatisi attorno ai vari gerarchi nazisti divengano veri e propri centri di potere le cui tensioni, rivalit e usurpazioni contrassegneranno in larga misura le vicende quotidiane dello Stato nazista. Se Hitler lascia ad altri il compito di gestire leconomia, di redigere le leggi e i regolamenti, di condizionare la vita della Germania giorno per giorno, egli continua tuttavia a essere il perno del regime: lui a stabilire la dottrina e gli orientamenti, a determinare quale delle ipotesi portate avanti (quasi sempre in conflitto tra loro) dai suoi paladini sia la pi conforme allo spirito nazionalsocialista e vada perci attuata.

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G Come operano le misure decise in base allobiettivo della Gleichschaltung? G Attraverso quali misure la legge del 24 maggio 1933 legalizza la dittatura hitleriana? G Che cosa resta della Costituzione di Weimar dopo lemanazione di tale norma?

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IL primo testo che presentiamo una scheda (lievemente modificata)

tratta da una recente opera di sintesi sui fascismi europei che analizza il processo di livellamento (Gleichschaltung) a cui i nazisti sottopongono le istituzioni della Germania, abolendo brutalmente ogni autonomia locale e territoriale. Segue il testo della cosiddetta legge dei pieni poteri emanata il 24 maggio 1933 con la denominazione di legge per la risoluzione dellemergenza in cui si trovano il popolo e il Reich (Gesetz zur Behebung der Not von Volk und Reich), tramite la quale la Costituzione di Weimar messa in mora e si legalizza la dittatura, attraverso lattribuzione allesecutivo dei pieni poteri in ambito legislativo. In pratica, il Parlamento viene ridotto a mero organismo di facciata, e cade la tripartizione dei poteri tipica degli Stati liberali. Il testo originale della legge, qui da noi tradotto, reperibile on line al sito: http://www.oefre.unibe.ch/law/dns/ermaechtigungsgesetz.html.

Uno stato demergenza permanente

A
Con la Gleichschaltung il primo obiettivo del nazionalsocialismo era leliminazione del carattere federale dello Stato e lannullamento delle autonomie di cui godevano i Lnder insieme allo scioglimento delle loro assemblee elettive e dei loro governi. Vennero sciolti i parlamenti regionali []; Hitler, in quanto Cancelliere del Reich, acquis il diritto di insediare nei singoli Lnder suoi fiduciari con il titolo di Reichsstatthalter i quali dovevano sovraintendere ad ogni atto dei governi regionali; fu eliminato qualunque tipo di rappresentanza elettiva allinterno del Reich; venne sciolto il Reichsrat (Consiglio federale). Il secondo scopo era la soppressione dei partiti, un processo gi ampiamente avviato fin dal 28 febbraio 1933, quando il Partito comunista era stato messo al bando de facto. Nel maggio 1933, i suoi beni vennero confiscati. Il Partito socialdemocratico venne dichiarato nemico del popolo e dello Stato e messo fuori legge il 22 giugno 1933. Contemporaneamente anche le sedi della DNVP, partito alleato di governo dei nazisti, vennero occupate; il 23 giugno i suoi dirigenti annunciarono la cessazione dellattivit. I Partiti liberali di sinistra e di centro a loro volta si sciolsero il 28 giugno e il 4 luglio. Infine, nei primissimi giorni di luglio, alla vigilia della firma del Concordato dell8 luglio tra Vaticano e Hitler, scomparvero i partiti cattolici, il Zentrum e la Bayerische Volkspartei. Ormai, in Germania esisteva un solo partito politico, quello nazista, e una legge del 14 luglio 1933 lo dichiar unico legale. Il 2 maggio 1933 erano scomparsi i sindacati.
(Milza - Berstein - Tranfaglia - Mantelli [a cura di], Dizionario dei fascismi cit., pp. 277-80)

B
Il Parlamento del Reich (Reichstag) ha approvato la legge [] che viene ora promulgata: ART. 1 Le leggi del Reich possono essere decise anche dal governo del Reich, oltre che tramite la procedura prevista dalla Costituzione del Reich. Questo vale anche per le leggi nominate esplicitamente negli articoli 85 comma 2 e 87 della Costituzione del Reich. ART. 2 Le leggi decise dal governo del Reich possono derogare dalla Costituzione, a meno che non abbiano per oggetto specifico le caratteristiche istituzionali del Parlamento del Reich e del Consiglio federale. Rimangono impregiudicati i poteri del Presidente del Reich. ART. 3 Le leggi disposte dal governo del Reich vengono sottoscritte dal Cancelliere e pubblicate sulla Gazzetta ufficiale del Reich. Salvo non venga diversamente disposto, esse entrano in vigore il giorno successivo la loro pubblicazione. [] ART. 4 I trattati del Reich con potenze straniere che debbano essere oggetto di specifiche norme di legge non hanno bisogno di essere approvati dai corpi rappresentativi coinvolti nellattivit legislativa. Il governo del Reich emana le disposizioni necessarie allattuazione dei trattati in questione. ART. 5 Questa legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione. Essa cesser di avere effetto dal 1 aprile 19371. []
1. In realt la legge fu pi volte prorogata, restando in vigore fino alla sconfitta del Terzo Reich nel 1945.

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Lo stile di governo del Fhrer

Solo Hitler recita questo emblematico manifesto della propaganda nazista.

Gli uomini che gestivano la Germania in maniera quasi sovrana erano per un verso legati a Hitler da un rapporto di fedelt personale 22 , dallaltro dipendevano dalla sua approvazione nellattuazione dei loro piani e perci ognuno mirava a presentarsi come il pi fedele esecutore delle direttive (di solito meramente orali e quasi sempre vaghe e indistinte) del Fhrer. Questo modo di governare port a una sorta di radicalizzazione cumu lativa in molti ambiti e, in particolare, nei due campi che stavano al centro della visione del mondo nazionalsocialista, in particolare di quella hitleriana: la politica razzista e quella espansionista verso lestero. Dato che Hitler era solito consentire con quei piani che gli parevano meglio interpretare lessenza del suo regime e che si presentavano perci come i pi estremi, ogni gerarca contendeva allaltro la palma della radicalit. Per quel che concerne la politica razzista e antisemita, Hitler ispir in prima persona le varie misure che trasformarono lantisemitismo da diffuso pregiudizio popolare in legge del lo Stato, dallesclusione dei cittadini tedeschi ebrei dalla comunit nazionale (boicottaggio dei negozi degli israeliti nel marzo 1933 e successiva loro esclusione dalla pubblica amministrazione, grande pogrom del 1938 cosiddetta notte dei cristalli) fino alla deportazione nei campi di sterminio e quindi alla distruzione degli ebrei dEuropa. Un momento fondamentale di questo processo furono le cosiddette leggi di Norimberga 23 promulgate da Hitler in margine del congresso della NSDAP nel settembre 1935. Contemporaneamente al congresso del partito, il Fhrer aveva convocato, sempre a Norimberga, il Reichstag, dove aveva intenzione di annunciare un evento di grande peso, con ogni probabilit unintesa in politica estera con la Gran Bretagna, con cui nei mesi precedenti erano stati stipulati accordi in ambito navale. Caduta quella possibilit poich oltre quegli accordi non si era potuti andare, Hitler decise, in modo estemporaneo come era sua abitudine, che il coup de thtre sarebbe stato costituito da misure eccezionali antiebraiche. La politica estera fu al centro degli interessi di Hitler perch costituiva il metro con cui valutare la rinascita della nazione germanica, come era stato dichiarato nel Mein Kampf. Tra il 1933 e il 1935 Hitler attu metodicamente le linee tracciate nel volume del 1924-25, che peraltro riassumeva

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G Come funzionava concretamente il Partito nazionalsocialista? G Quale ruolo ricopriva il Fhrerprinzip? G Come governava Hitler?

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Proponiamo qui un brano da un saggio di Hans Mommsen, uno dei pi

importanti storici tedeschi contemporanei che si siano occupati di nazionalsocialismo, con particolare attenzione da un lato al rapporto tra regime e societ tedesca, dallaltro alle concrete modalit di funzionamento della macchina statuale tedesca nei dodici anni di vita del Terzo Reich. Assieme al collega Martin Broszat, per anni direttore dellimportante Istituto di storia contemporanea a Monaco di Baviera, Mommsen uno dei principali esponenti della cosiddetta scuola policratica, che legge cio il nazismo non secondo categorie totalitarie ma servendosi dei concetti di caos organizzato e radicalizzazione progressiva. Nel testo che segue lo storico si concentra sulle particolari modalit di funzionamento della NSDAP, secondo lautore riconducibile a una precisa tipologia di partito, quello fascista, che avrebbe avuto nel PNF mussoliniano il primo esempio storico.

Fhrerprinzip e ruolo del partito

Secondo Hitler non cera alcun bisogno di spazi di discussione interni al partito o di strutture delegate alla costruzione di una volont politica comune perch si costituisse una volont politica unitaria, anzi darsi un organo di direzione collettivo avrebbe significato ricadere nel parlamentarismo. Di conseguenza, venne progressivamente chiuso, ad ogni livello dellorganizzazione, ogni spazio in cui potesse formarsi unopinione comune traducibile in una volont politica; al suo posto venne stabilito lassoluto Fhrerprinzip. Questultimo, naturalmente cos come la nomina dallalto dei dirigenti dei capi dei gruppi locali pot essere imposto solo gradualmente; in linea di principio, comunque, il partito si struttur come una pura organizzazione di propaganda elettorale senza avere al proprio interno alcuna possibilit di dar vita ad un dibattito politico nonch alla composizione di interessi divergenti. Questi, di conseguenza, presero la forma di rivalit personali tra i vari satrapi impegnati a disputarsi il favore del leader del partito e si trasformarono in conflitti senza fine, che avrebbero finito per svolgersi nella forma di faide private, solo eccezionalmente appianate dallintervento degli organi disciplinari del partito (Oberster Parteigericht). Questo si rispecchi nella trasformazione dei congressi nazionali della NSDAP, che allinizio si presentavano ancora come assemblee dove si discutevano questioni di contenuto e si prendevano decisioni in proposito, in puri e semplici riti celebrativi e di propaganda, che non davano alcun contributo alla formazione della linea politica della NSDAP. Ogni sforzo per far nascere un organo rappresentativo accanto allassemblea generale del partito, ormai svuotatasi di ogni significato, venne costantemente mandato a monte da Hitler, ancorch egli abbia talvolta dato il proprio consenso almeno a parole ad iniziative del genere, come nel dicembre 1932 in seguito alla cosiddetta crisi Strasser1. La sala del senato messa in piedi a questo scopo

con gran pompa nella Casa bruna (Braunes Haus la sede centrale del partito) a Monaco rimase inutilizzata. Nonostante le promesse, un senato del partito, che avrebbe dovuto in seguito eleggere il capo supremo della NSDAP, non venne mai costituito, ed i lunghi sforzi di Alfred Rosenberg e Wilhelm Frick in tale direzione restarono senza esito. Ci che valse per la fase del movimento, si ripet nel periodo del regime. Hitler, che rifiutava istintivamente ogni legame con organi collegiali, svilupp una crescente ostilit nei confronti del Consiglio dei ministri del Reich che pure presiedeva e lo riun sempre pi raramente, tanto che il governo cess al pi tardi nel 1937 di essere la camera di compensazione delle decisioni politiche. Al coordinamento delle varie attivit di governo si provvide tramite incontri dei vari segretari di Stato2 ed attraverso scambi di informazioni ad hoc in caso di necessit. La stessa cosa avveniva allinterno del partito. Le riunioni dei Reichsstatthalter che iniziarono ad autoconvocarsi nellestate del 1933 come contrappeso alle spinte rivoluzionarie che venivano dai ranghi pi bassi del partito vennero soppresse quasi subito; inoltre, al vertice del partito non esisteva alcun organo dirigente che avesse una funzione rappresentativa, poich la commissione centrale costituita nel 1932 non si riun mai. Il concetto stesso di una dirigenza nazionale della NSDAP era diventato a questo punto un mero flatus vocis. Conferenze dei dirigenti distrettuali (Gauleiter), promosse da loro stessi, vennero scoraggiate e alla fine vietate.
(H. Mommsen, La NSDAP: peculiarit di un partito fascista, in Studi Storici, XXXVIII, 1997, 3, pp. 639-54)

Conflitto apertosi tra Hitler e Gregor Strasser, capo dellorganizzazione della NSDAP e principale esponente della sua ala populista. 2. Burocrati di carriera, non politici.

1.

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Le truppe tedesche entrano in Austria accolte festosamente dalla popolazione nel marzo 1938.

sotto questo aspetto posizioni largamente diffuse e ampiamente condivise negli ambienti della destra nazionalista e antirepubblicana. Il regime nazista rifiut di accettare il principio della sicurezza collettiva e decise di abbandonare la Societ delle Nazioni e la conferenza per il disarmo mentre, nel 1935, promosse unaperta politica di riarmo ripristinando il servizio militare obbligatorio e affidando a Gring lo sviluppo della Luftwaffe. Dal 1936 ebbe inizio la fase di rifiuto delle clausole territoriali del Trattato di Versailles, la cui prima tappa fu la rimilitarizzazione della Renania attuata dopo che la Societ delle Nazioni aveva dimostrato la propria impotenza non essendo riuscita a opporsi efficacemente allaggressione contro lEtiopia perpetrata dallItalia fascista, e basata sulla scommessa che la Francia non avrebbe reagito militarmente, previsione che si dimostr esatta. Nel 1937, incurante delle opinioni contrarie dei capi delle forze armate e dei diplomatici, Hitler opt per una politica di conquista, fissando chiaramente i due primi obiettivi, lAustria e la Cecoslovacchia. La pressione tedesca su Vienna si fece praticamente irresistibile, favorita per di pi dal progressivo ritiro della protezione italiana. Poco dopo Hitler faceva il suo ingresso trionfale a Vienna e il giorno successivo (13 marzo annessione dellAustria al Reich. Particolarmen1938) veniva proclamata la te rilevanti furono, tra le conseguenze dellAnschluss, lintensificarsi della persecuzione contro gli ebrei e la normalizzazione della vita culturale, che costrinse a emigrare un gran numero di intellettuali, accademici e uomini di scienza e di cultura.

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G I colori della bandiera del Reich hitleriano sono gli stessi dello stendardo del vecchio Kaiserreich bismarckiano e guglielmino. Qual il significato di questa operazione? G Perch la seconda legge di Norimberga rappresenta una frattura netta con il concetto di cittadinanza sviluppatosi dalle rivoluzioni americana e francese in poi? G Qual lobiettivo finale delle misure, previste dalla terza legge di Norimberga, che puntano a recidere ogni legame tra ebrei e non ebrei?

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Proponiamo qui i principali articoli delle cosiddette leggi di Norimberga,


rese pubbliche in occasione del congresso del Partito nazista svoltosi (come era usuale) nella citt francone, a met settembre 1935. I tre testi vanno considerati come un tutto unico, finalizzato a definire la nazione tedesca come comunit di sangue e suolo radicata nel proprio passato e quindi a separarla da tutto ci che venga giudicato estraneo. Il testo originale delle leggi reperibile on line al sito: http://www.documentarchiv.de/ns.html, la traduzione qui proposta nostra.

Le tre leggi di Norimberga

Legge sulla bandiera del Reich


PAR. 1 I colori del Reich sono nero, bianco e rosso. PAR. 2 Bandiera del Reich e bandiera nazionale la bandiera con la croce uncinata. Essa parimenti bandiera commerciale. PAR. 3 Il Fhrer e Cancelliere del Reich decide la forma della bandiera delle forze armate del Reich e di quella in dotazione agli uffici civili del Reich.

Legge sulla cittadinanza del Reich


PAR. 1 1. membro dello Stato colui che gode della protezione delle leggi del Reich tedesco, e perci ha particolari obblighi nei suoi confronti. 2. Lappartenenza allo Stato si ottiene sulla base delle disposizioni della legge sullappartenenza al Reich ed allo Stato. PAR. 2 1. Cittadino del Reich soltanto il membro dello Stato che sia di sangue tedesco o affine, e che attraverso il suo comportamento dia prova di essere disposto a servire con fedelt il popolo ed il Reich tedeschi. 2. La cittadinanza del Reich si ottiene tramite il conferimento dellattestato di cittadinanza. 3. Solo il cittadino del Reich gode della pienezza dei diritti politici definiti dalle leggi vigenti.

anche se essi fossero conclusi allestero per aggirare questa legge. 2. La procedura di nullit di esclusiva competenza della procura. PAR. 2 Sono proibite le relazioni sessuali al di fuori del matrimonio tra ebrei e membri dello Stato di sangue ariano od affine. PAR. 3 Agli ebrei vietato impiegare come persone di servizio donne tedesche di et inferiore a 45 anni. PAR. 4 1. Agli ebrei vietato esporre la bandiera del Reich e della nazione ed esibire i colori del Reich. 2. invece loro concesso esibire i colori ebraici. Lesercizio di tale facolt protetto dalle leggi dello Stato. PAR. 5 1. Chi violi il divieto di cui al par. 1, sar punito con la reclusione. 2. Chi violi il divieto di cui al par. 2, sar punito con larresto o con la reclusione. 3. Chi violi le disposizioni di cui ai parr. 3 o 4, sar punito con larresto fino a un anno e con una pena pecuniaria, oppure con una di tali pene. [] PAR. 7 Questa legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione, il par. 3 tuttavia acquister validit solo dal 1 gennaio 1936. Norimberga, 15 settembre 1935, al congresso del partito dedicato alla libert. Il Fhrer e Cancelliere del Reich Adolf Hitler Il ministro degli Interni del Reich Frick Il ministro della Giustizia del Reich Dr. Grtner Il sostituto del Fhrer R. Hess, ministro senza portafoglio

Legge per la difesa del sangue e dellonore tedeschi


Spinto dal riconoscimento che la purezza del sangue tedesco rappresenta il presupposto per il mantenimento futuro del popolo tedesco e pervaso dalla volont inflessibile di assicurare il futuro della nazione tedesca, il Parlamento del Reich (Reichstag) ha approvato allunanimit la seguente legge, che viene qui resa pubblica: PAR. 1 1. Sono proibiti i matrimoni tra ebrei e membri dello Stato di sangue tedesco o affine. I matrimoni che fossero celebrati nonostante il divieto sono nulli,

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Gli altri fascismi

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SPAGNA Guerra civile e franchismo

I leader della prima formazione spagnola di ispirazione fascista (la Falange) Jos Antonio Primo de Rivera (a sinistra), Julio Ruiz de Alda (al centro) e Ramiro Ledesma Ramos alla testa di un corteo nel 1934.

Dopo una fase di instabilit politica, nel 1931 la Spagna si era data una Costituzione repubblicana. La destra, dai monarchici ai fautori di uno Stato autoritario e clericale, agli ammiratori del fascismo tra cui Jos Antonio Primo de Rivera (1906-36) 30 , giovane intellettuale figlio del generale Miguel, che aveva retto il paese dal 1923 al 1930 dopo avere guidato un golpe militare era forte; le si contrapponeva unagguerrita sinistra, suddivisa in varie formazioni. Unitasi nel Fronte popolare, una coalizione antifascista vinse le elezioni del febbraio 1936. Poche settimane dopo (26 aprile e 3 maggio 1936) unanaloga alleanza avrebbe trionfato in Francia. Il 16 luglio 1936 una parte delle forze armate insorse contro il governo repubblicano di Madrid. A guidare i ribelli erano quattro generali, tra cui Francisco Franco Bahamonde (1892-1975), che avrebbe retto il paese fino alla sua morte. Apparentemente si trattava di un colpo di Stato militare (pronunciamiento), evento non infrequente nella storia contemporanea della Spagna, ma dietro a Franco e ai suoi si schierarono tutta la destra e la Chiesa cattolica. N gli insorti riuscirono a prendere immediatamente il potere, n i repubblicani (un fronte ampio e composito, dalle forze democratico-liberali agli anarchici) ebbero la forza di schiacciarli: il confronto si trasform in una guerra civi le prolungata. Per il suo carattere di guerra civile il conflitto spagnolo ebbe sviluppi di inaudita asprezza, che traevano origine anche dai profondi conflitti sociali (in primo luogo il problema della terra) culturali e religiosi ereditati dalla Spagna ottocentesca. Particolarmente violento fu lo scontro con la Chiesa catto lica, schieratasi a fianco dei nazionalisti, che interpret la guerra come vera e propria crociata contro gli infedeli, non accettando il processo di secolarizzazione in atto n di rimettere in discussione il proprio ruolo egemonico soprattutto nel campo delleducazione. N meno forte fu la rivendicazione di autonomia da parte delle regioni che si erano considerate oppresse dal centralismo castigliano (in particolare Catalogna e Paesi baschi). Infine, allinterno dello scontro tra repubblicani e nazionalisti (questi ultimi sempre pi omologati verso un regime autoritario, filofascista con la supervisione ideologica del nazionalcattolicesimo), si aliment anche la con trapposizione di schieramenti nelle stesse file repubblicane. Qui non solo la dialettica guerra-rivoluzione, non solo i conflitti interni allo stesso schieramento del Fronte popolare, ma anche lo scontro diretto tra comunisti, anarchici e componenti marxiste autonome contribuirono ad acuire tensioni che sfociarono in atti di vera e propria guerra intestina, indebolendo ulteriormente la compattezza del fronte repubblicano.

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G Che cos lo Stato nelle riflessioni di Primo de Rivera? G Qual il giusto rapporto tra autorit e libert secondo il giovane intellettuale fascista? G Osserva la carta: come si presentava il rapporto di forze tra repubblicani e nazionalisti al momento del golpe militare?

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Gli altri fascismi

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Riproduciamo alcuni brani dellarticolo Orientamenti per uno Stato nuo-

vo, pubblicato da Jos Antonio Primo de Rivera, fondatore del movimento di ispirazione fascista della Falange, sul primo numero della rivista El Fascio del 16 marzo 1933. Nel testo il giovane intellettuale fascista, che sarebbe poi caduto vittima della guerra civile, criticava lo Stato liberale e proponeva uno Stato nuovo dalle caratteristiche organicistiche. Su questo terreno Primo de Rivera avrebbe trovato convergenze con le correnti nazional-sindacaliste, che sotto la guida di Ramiro Ledesma Ramos e in unione con il gruppo di cattolici tradizionalisti capeggiati da Onsimo Redondo avevano dato vita alle JONS (Giunte di offensiva nazional-sindacalista), tanto che nel 1934 le due organizzazioni si sarebbero fuse. Dopo ulteriori inglobamenti di forze della destra antirepubblicana, la Falange sarebbe diventata lorganizzazione di massa del regime franchista. Il testo dellarticolo in spagnolo reperibile on line al sito: http://www.rumbos.net/ocja/jaoc0005.html; la traduzione nostra. Riproduciamo anche una carta che mostra la divisione della Spagna al momento della rivolta militare contro il governo legittimo (luglio 1936).

La Falange e lo Stato nuovo

Lo Stato liberale non crede a nulla, neanche a se stesso. Lo Stato liberale permette che tutto sia posto in dubbio, compresa la bont della sua esistenza. [] C solo un limite, la Legge. Questo s. lecito proporsi la distruzione di tutto ci che esiste a patto di salvaguardare le forme legali. Ma allora, che cos la legge? Non certo un concetto che fa riferimento a principi stabili; la Legge lespressione della volont sovrana del popolo, cio della maggioranza elettorale. [] Tutto ci si esprime in una sola frase: Il popolo sovrano []. Lo Stato liberale lo Stato senza fede ha scritto sul frontespizio del proprio tempio tre belle parole: Libert, Eguaglianza, Fratellanza. Per sotto il suo dominio non fiorisce nessuna delle tre.
OCEANO ATLANTICO
El Ferrol Gijon Zone controllate dai nazionalisti Zone controllate dai repubblicani


Galizia

Ammutinamenti di guarnigioni militari contro il governo legittimo

Oviedo

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Cordova
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Valencia

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Cadice

Ronda

Granada

Alicante Cartagena

Malaga Gibilterra
(Gran Bretagna)

Marocco spagnolo

MAR MEDITERRANEO

La libert non pu vivere senza far riferimento a un principio forte, permanente. Quando i principi cambiano con il mutare delle opinioni, c solo la libert di andar daccordo con la maggioranza; le minoranze sono destinate a soffrire e a penare. Almeno presso i tiranni medievali le vittime potevano consolarsi considerandosi oppresse. [] Tanto conculcata la libert sotto il dominio della maggioranza quanto leguaglianza. Tanto per incominciare non c uguaglianza tra il partito dominante, che legifera a proprio piacere, e il resto dei cittadini, che ne sopportano le conseguenze. Inoltre, lo Stato liberale produce una diseguaglianza pi profonda, quella economica. [] Da ultimo, la fraternit va in pezzi []. Il suolo patrio si converte in un mero campo di lotta, in cui si scontrano due o pi bande che si contendono il potere. [] Al contrario, tutte le aspirazioni del nuovo Stato si possono riassumere in una sola parola: Unit. La Patria una totalit storica, in cui tutti noi ci fondiamo, superiore a tutte le nostre divisioni. In omaggio a questa unit devono piegarsi classi e individui, e la costruzione dello Stato dovr appoggiarsi ai seguenti due principi: 1. per quanto riguarda il proprio fine, lo Stato dovr essere strumento posto al servizio di quella Unit, nel cui seno esso si crea. Nulla che si opponga a una simile Unit trascendente e sublime dovr essere valutato come buono, siano molti o pochi a proclamarlo; 2. per quanto riguarda la propria forma, lo Stato non pu fondarsi se non sopra un regime di solidariet nazionale, di cooperazione volonterosa e fraterna. La lotta di classe, lo scontro continuo dei partiti sono incompatibili con uno Stato del genere.
Gli altri fascismi

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Agosto 1936: soldati repubblicani si arrendono ai franchisti sul colle di Somosierra, vicino a Madrid.

LItalia intervenne a fianco dei franchisti (come venivano chiamati i ribelli), inviando armi in gran quantit e soldati (oltre 40 000); la Germania mise a disposizione aerei e piloti, nonch armamenti di ogni genere. Tra gli amici della Repubblica, solo lUnione Sovietica sped rifornimenti, pur con le difficolt dovute alla distanza geografica; Francia e Gran Bretagna si attennero alla politica di non intervento concordata nellagosto 1936, a cui avevano aderito formalmente anche Germania e Italia, senza per rispettarla (sottomarini italiani attaccarono pi volte nel Mediterraneo mercantili diretti in Spagna). A fianco della Repubblica si mobilit unestesa opinione pubblica internazionale; in molti paesi si costituirono formazioni volon tarie per combattere con il Fronte popolare; aderirono migliaia di persone, tra cui intellettuali e artisti di spicco. Tra i primi a recarsi in Spagna in appoggio ai repubblicani ci furono gli antifascisti italiani e gli antinazisti tedeschi in esilio. Nella battaglia di Guadalajara (marzo 1937) per la prima volta si fronteggiarono, armi in pugno, italiani fascisti (inquadrati nei reparti della milizia mandati in Spagna da Mussolini) e italiani antifascisti dei battaglioni internazionali volontari. Al di l del significato militare della battaglia, essa ebbe un grande valore simbolico. Sul fronte che spaccava la Spagna si contrapponevano i due schieramenti che attraversavano lEuropa e il mondo: da una parte i fascisti, dallaltra gli antifascisti. A spingere Roma e Berlino allintervento in favore di Franco furono valutazioni politiche, considerazioni pratiche, istanze ideologiche, tra cui lantibolscevismo, la volont di impedire un rafforzamento dellinfluenza franco-britannica nel Mediterraneo, il desiderio di assicurarsi il controllo delle materie prime di cui la Spagna disponeva. La guerra si concluse soltanto nel marzo 1939, con la vittoria dei franchisti 31 .

RIFLETTERE SUI DOCUMENTI

31

G Quali sono i fattori che fecero progressivamente pendere la bilancia dalla parte degli insorti spagnoli? G Quale ruolo gioc il Portogallo salazarista nel corso della guerra? G Quando la partita fu definitivamente perduta per le forze del governo legittimo?

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Gli altri fascismi

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31

Le quattro carte riprodotte illustrano levoluzione della guerra civile. Nelle


prime due carte (in alto), databili rispettivamente al novembre 1936 e allagosto 1937, sono messi in evidenza le linee di rifornimento dei due schieramenti, i bombardamenti effettuati dalle contrapposte aviazioni, le principali battaglie e i blocchi navali attuati nel Mediterraneo da Italia e Germania, e nellAtlantico da Francia e Gran Bretagna, la quale bloccava anche lo spazio marittimo antistante Gibilterra. Il blocco non imped tuttavia alle potenze fasciste di rifornire i franchisti, grazie alla benevole disponibilit del Portogallo salazarista che divent per loro una sicura retrovia. I repubblicani potevano invece disporre solo di rifornimenti a scadenze irregolari dai Pirenei orientali. Nella terza carta (in basso a sinistra), si vede come nel gennaio 1938 i franchisti riuscirono a spezzare in due il territorio ancora controllato dal Fronte popolare. Lultima carta (in basso a destra) fotografa la situazione nel gennaio 1939: quando anche il settore repubblicano nel Nord-Est venne occupato dai golpisti, costringendo le unit lealiste a riparare in Francia, i repubblicani che ancora resistevano nel Sud-Ovest si trovarono totalmente isolati.
Aiuti tedeschi ai nazionalisti Zone controllate dai nazionalisti Zone controllate dai repubblicani Bombardamenti effettuati dai nazionalisti Bombardamenti effettuati dai repubblicani Movimenti di truppe e offensive dei nazionalisti Movimenti di truppe e offensive dei repubblicani Blocco navale francese Blocco navale inglese Oviedo Galizia Porto Bilbao Guernica Valladolid Paesi baschi
Du ero

La guerra civile spagnola

Aiuti tedeschi ai nazionalisti

Zone controllate dai nazionalisti Zone controllate dai repubblicani Bombardamenti effettuati dai nazionalisti Bombardamenti effettuati dai repubblicani Movimenti di truppe e offensive dei nazionalisti Movimenti di truppe e offensive dei repubblicani

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Ponte aereo francese per i repubblicani

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Huelva Alicante Cartagena Aiuti italiani ai nazionalisti Baleari Blocco navale inglese

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Baleari Aiuti italiani ai nazionalisti

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Cartagena Cadice Malaga Granada

Aiuti tedeschi ai nazionalisti Blocco navale francese Blocco navale inglese Oviedo Galizia Porto Bilbao Guernica Valladolid D u
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Zone controllate dai nazionalisti Zone controllate dai repubblicani Bombardamenti effettuati dai nazionalisti Bombardamenti effettuati dai repubblicani Movimenti di truppe e offensive dei nazionalisti Movimenti di truppe e offensive dei repubblicani

Aiuti tedeschi ai nazionalisti Blocco navale francese Blocco navale inglese Oviedo Galizia Porto Bilbao Guernica Valladolid
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Zone controllate dai nazionalisti Zone controllate dai repubblicani Bombardamenti effettuati dai nazionalisti Bombardamenti effettuati dai repubblicani Movimenti di truppe e offensive dei nazionalisti Movimenti di truppe e offensive dei repubblicani

FRANCIA

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Aiuti (discontinui) ai repubblicani

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Paesi baschi
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Rifugiati repubblicani

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Baleari

Aiuti italiani ai nazionalisti

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Gli altri fascismi

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Inizia la lunga notte franchista

Il generale Franco nel suo studio. Sulla scrivania risalta una fotografia di Adolf Hitler.

Allindomani della sua vittoria sui repubblicani, risult chiaro il compito assegnato da Franco alla Falange; egli ne aveva adottato inizialmente il programma, dopodich nel 1937 approfittando anche del fatto che praticamente tutti i leader falangisti erano scomparsi nella guerra civile se ne proclam capo supremo e ne decise la fusione con lorganizzazione tradizionalista dei carlisti. Nacque cos la Falange espaola tradicionalista y de las JONS, quanto di pi simile a un partito fascista sia mai esistito in terra spagnola. Al di l di una retorica populista, si trattava di far rivivere la Spagna tradizionale, per poi congelare la societ iberica nella sua forma restaurata. Era un programma passatista che implicava un malthusianesimo economico e politico che, durante i primi quindici anni del regime, favor i grandi proprietari, gli agricoltori medi e la piccola borghesia a spese del mondo degli affari (che tuttavia fu al fianco del regime perch questo manteneva lordine e metteva a tacere le rivendicazioni operaie) e del proletariato urbano; la Falange tuttavia non si ridusse a un semplice partito di governo a vocazione elettorale. Fortemente strutturata e gerarchizzata, direttamente legata al detentore del potere, essa rimase, conformemente ai suoi statuti, un movimento militante, ispiratore e fondamento dello Stato spagnolo. Un altro elemento caratterizzante era la presenza, alla testa dello Stato, di una guida carismatica detentrice di tutti i poteri e oggetto di un vero e proprio culto, responsabile del popolo spagnolo del quale incarnava lunit e su cui regnava da sovrano assoluto. Nel 1938 Franco assunse il titolo di capitano generale e caudillo (duce) de Espaa y de la Crusada (crociata, come venne definito il putsch militare antirepubblicano. Tale definizione pass inalterata nei documenti ufficiali del regime, fino alla sua dissoluzione). Apertamente simpatizzante per le potenze dellAsse, la Spagna di Franco era per uscita esausta dalla guerra civile, e scelse pertanto una posizione di neutralit nella seconda guerra mondiale, ancorch non fosse in alcun modo escluso lintervento a fianco degli Stati fascisti, almeno finch le sorti del conflitto parvero volgere a loro favore. Dopo lattacco tedesco allUnione Sovietica nel giugno 1941, infatti, con il pieno consenso delle autorit e lappoggio della Falange, venne costituita una formazione di volontari spagnoli, la cosiddetta Legione azzurra, che and a combattere al fronte orientale sotto la bandiera della crociata antibolscevica. Nel 1942 il dittatore spagnolo pubblic, sotto lo pseudonimo di Jaime de Andrade, un volume, dal titolo Raza, in cui esalt i valori tradizionali dellhispanidad, razzismo compreso 32 , e sottoline il ruolo della casta militare. Con laffermarsi della supremazia dellalleanza antifascista, le sorti di Franco e del franchismo parvero traballare, ma lavvitarsi della guerra fredda offr loro uninsperata opportunit di sopravvivenza e consolidamento. La dittatura franchista sarebbe durata fino al 1975.

RIFLETTERE SUI DOCUMENTI

32

G Quali sono le radici dellantisemitismo franchista? G Come si comport concretamente il regime di Franco nei confronti degli ebrei perseguitati? G Perch la Spagna non entr in guerra a fianco di Italia e Germania?

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Gli altri fascismi

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Una leggenda assai diffusa tende ad accreditare il regime franchista come sostanzialmente alieno dallantisemitismo, anzi si sostiene che sia stata proprio lazione della diplomazia spagnola a salvare dai campi di sterminio migliaia di ebrei dEuropa. La realt ben diversa: come ci ricorda nel suo articolo (qui riportato con lievi modifiche) scritto proprio nel corso di un dibattito su tali questioni Alfonso Botti, docente presso luniversit di Urbino e autore di numerose opere sulla Spagna contemporanea e sul regime franchista, esisteva un forte antisemitismo e nel franchismo e nello stesso Franco, tanto che soltanto nellavanzato 1943, quando le sorti dellAsse stavano volgendo decisamente al peggio, la Spagna del caudillo inizi ad aprire i propri confini a ebrei in cerca di scampo, contraddicendo platealmente affermazioni assai pesanti che lo stesso dittatore aveva pubblicamente fatto in precedenza.

Franchismo e antisemitismo

Il 31 dicembre 1939, in un discorso alla radio, Franco giustificava le discriminazioni razziali introdotte in vari Paesi europei adducendo a pretesto la perturbazione che arrecava alle loro societ il predominio di quelle razze contraddistinte dalla cupidigia e dallinteresse. E in riferimento alla storia spagnola, proseguiva: Noi, che grazie a Dio e alla chiara visione dei Re cattolici ci liberammo secoli fa di un cos pesante fardello, non possiamo rimanere indifferenti di fronte a questo nuovo fiorire di spiriti cupidi ed egoisti, tanto attaccati ai beni terreni che preferiscono anteporre il sacrificio dei propri figli a quello dei loro torbidi interessi. Qualche mese dopo, in un solenne discorso pronunciato il 17 luglio 1940 nel quarto anniversario della sollevazione militare, rivendicava lespulsione degli ebrei del 1492 come un atto razzista simile a quelli dei nostri giorni. Nel discorso di Medina del Campo del 29 maggio 1942, poi, affermava che la politica di Isabella la cattolica che ispirava il Nuovo Stato franchista era stata una politica totalitaria razzista proprio perch cattolica. Franco fu dunque un antisemita. I passi citati lo dimostrano senza possibilit di dubbio. Lo fu anche negli anni successivi, come rivelano gli articoli che pubblic dal 1946 al 1952 su Arriba, coperto dallo pseudonimo di Jakin Boor. E ancor pi antisemiti furono alcuni dei personaggi che ebbe attorno: da Serrano Ser allammiraglio Carrero Blanco. Ma che atteggiamento assunse nei riguardi delle persecuzioni antiebraiche durante la Seconda guerra mondiale? Si tratta di un tema complesso (anche perch la documentazione pi compromettente stata fatta sparire dalle autorit franchiste), che stato da tempo studiato da storici spagnoli e di altri paesi con risultati convergenti. Riassumendoli si pu affermare che Franco e il suo regime: 1. si mostrarono ini-

zialmente assai poco preoccupati delle persecuzioni antiebraiche; 2. concessero con il contagocce fino allestate del 42 i permessi di transito sul territorio spagnolo agli ebrei che ne facevano richiesta; 3. iniziarono a mutare atteggiamento e vararono una politica meno restrittiva solo quando le sorti della guerra volsero al peggio per le forze dellAsse; 4. non impartirono precise direttive al proprio personale diplomatico, che quando si adoper per proteggere gli ebrei nei Paesi occupati dai nazisti lo fece quasi sempre per iniziativa personale; 5. salvarono alcune migliaia di ebrei da morte sicura dal 1943 in avanti, ma il carattere tardivo di tale politica umanitaria imped la messa in salvo di molti ebrei prima. Tanto per citare un documento tra i molti che si potrebbero esibire, basti ricordare che ancora il 18 gennaio del 1943 la Direzione generale per la politica estera del regime segnalava ai rappresentanti diplomatici spagnoli delle sedi europee la convenienza di non accreditare come spagnoli a tutti gli effetti i sefarditi1 spagnoli, mentre i loro beni, sui quali incombeva la minaccia di confisca, erano da considerarsi appartenenti alla ricchezza nazionale spagnola e pertanto da tutelare. La riscrittura della storia stata preoccupazione costante del franchismo. In vari momenti del dopoguerra, Franco mise in atto un imponente sforzo per accreditare le differenze e la distanza della dittatura spagnola dal fascismo e dal nazismo facendo leva anche sulla diversa condotta assunta nei riguardi degli ebrei. Come se tale atteggiamento fosse stato uguale e invariato nel tempo, dal 1939 al 1945.
(A. Botti, Ma Franco perseguit gli ebrei, in LAvvenire, 31 gennaio 2002)

1.

sefarditi, gli ebrei appartenenti ai gruppi della diaspora che si stanziarono nella penisola iberica.

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Gli altri fascismi

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Guerra e collaborazionismi

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IL FENOMENO DEL
COLLABORAZIONISMO

Fascismi autoctoni e fascismi indotti

Manifesti di propaganda tedeschi in lingua fiamminga e in norvegese, affissi nei due paesi occupati, esortano ad arruolarsi nelle SS.

necessario innanzitutto distinguere tra quei paesi in cui lascesa al potere di partiti o movimenti fascisti, o comunque la trasformazione dello Stato secondo moduli tipici del fascismo, avvenuta per spinte interne, e quelli invece in cui sono state la sconfitta militare e loccupazione da parte delle forze dellAsse a innescare una fascistizzazione inevitabilmente subalterna alla potenza occupante. Solo in questo secondo caso si parla correttamente di collaborazionismi, poich le forze al potere, al di l della loro pi o meno grande consistenza, poterono mantenersi in sella solo grazie alle armi dei regimi fascisti diventati, da nemici, protettori. La gestione dei vasti territori occupati dalle potenze dellAsse durante la seconda guerra mondiale fu generalmente accompagnata dalla presenza di forme diverse di collaborazione da parte di autorit amministrative o di movimenti politici filofascisti e filonazisti allinterno dei singoli contesti nazionali e sociali. Una prima considerazione scaturisce dalle modalit stesse delloccupazione da parte delle potenze dellAsse, che determin anche la natura delle forme di collaborazionismo. Dal punto di vista degli occupanti, la cooperazione di membri autoctoni dellamministrazione e della politica rappresentava una risorsa pratica prima ancora che politica e propagandistica essenziale per eco nomizzare le forze e al tempo stesso per rendere pi accettabile la legge del vincitore alle popolazioni occupate. In questo senso, vero che il collaborazionismo fu strumento e longa manus delloccupante. Se la prima radice del collaborazionismo stava nellesigenza delle potenze occupanti di disporre di ausili e di intermediari nei contesti locali in cui operavano, la seconda consisteva nella disponibilit di elementi della vita politica e sociale a lavorare per gli occupanti 34 . Le forze doccupazione, soprattutto quelle tedesche, ma anche quelle italiane (in Iugoslavia e in Grecia), usarono i collaborazionisti con una certa libert. Dove fu possibile si servirono delle strutture amministrative preesistenti, la cui continuit assicurava un passaggio indolore, per cos dire neutro, alla nuova situazione. Tuttavia, trascurarono gli elementi dalla fisionomia politica troppo decisa, per non essere condizionati da eventuali rivendicazioni autonomistiche da parte di questi ultimi.

RIFLETTERE SUI DOCUMENTI

34

G Perch loccupazione da parte della forze dellAsse funzion in molti casi come un catalizzatore di una crisi preesistente? G Come si possono correttamente definire i collaborazionisti? G Quale ruolo gioc il nazionalismo radicale nelle derive collaborazioniste?

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Guerra e collaborazionismi

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Riproduciamo qui due brani di Enzo Collotti, il primo dal gi citato volume

Fascismo, fascismi, il secondo da unopera collettanea che raccoglie gli atti di un convegno sulle fonti per la storia del collaborazionismo tenutosi a Brescia nel 1991. Entrambi mettono a fuoco come il fenomeno del collaborazionismo vada considerato il risultato di una profonda e preesistente crisi della coscienza europea, che precipita per effetto delloccupazione militare da parte delle forze dellAsse. Esso assume forme anche assai diverse a seconda dei luoghi e dei paesi in cui si manifesta, ma tuttavia, secondo lo storico, possibile individuare al suo interno una serie di elementi comuni, tra cui spiccano lautoritarismo, il culto del capo, il nazionalismo esasperato, il rifiuto radicale della democrazia, il razzismo e lantisemitismo.

Loccupazione come detonatore

A
Lesportazione del sistema fascista e nazista fuori dagli stati del fascismo classico non rappresent un fenomeno di mera imposizione dallesterno. Ci che certamente caratterizza gli stati e i regimi che si sono collocati allinterno del Nuovo Ordine Europeo la loro natura spuria, nel senso che in nessuno di questi paesi esisteva un potenziale propriamente fascista capace di assumere autonomamente il potere, ma questo potenziale fascista esisteva. Loccupazione esterna ha certamente esercitato una funzione mimetica, ma non ha inventato nulla dal nulla; ha forzato la sistematizzazione in chiave fascista di una serie di tendenze e potenzialit non necessariamente n fatalmente destinate ad esplodere nel fascismo aperto, ma che dal fascismo erano gi state largamente fecondate. La sfera dinfluenza del fascismo fa parte a buon diritto della storia del fascismo e amputare il fascismo di questa proiezione esterna, ancorch spuria, significa dimezzare il fascismo e impedirsi di cogliere una delle sue specificit peculiari, che stata per lappunto la sua intrinseca e organica aggressivit e il suo espansionismo. Se ci precludessimo questo punto di vista rischieremmo di non capire neppure perch si arrivati alla seconda guerra mondiale. Nessuno dei paesi satellizzati dalle potenze dellAsse era stato immune da fermenti fascisti. Il diffuso movimento dei collaboratori con gli occupanti, il collaborazionismo, non si pu intendere se non pensando al retroterra di simpatie per il fascismo che ha rappresentato il terreno politico-culturale su cui si prodotto il reclutamento dei collaborazionisti. Svalutare il collaborazionismo come mera massa di manovra strumentale al soldo degli occupanti sarebbe un grosso errore di valutazione storica: esso rientra comunque in un terreno di cultura del fascismo.
(Collotti, Fascismo, fascismi cit., pp. 124-26)

B
Attraverso il collaborazionismo si ha la riprova, pi che la rivelazione, di quanto profonda fosse la crisi con la quale lEuropa fu gettata nella seconda guerra mondiale []. Ci implica che si tenga conto della diversit delle problematiche che le diverse aree politico-culturali dellEuropa comportano. Nel caso della Francia particolarmente evidente leredit della crisi della democrazia della Terza Repubblica e della tentazione di un modello fascista. [] Anche Quisling, con la sua riforma costituzionale e istituzionale vuole affermare un sistema antidemocratico e allinearsi a un modello di tipo autoritario, oggi diremmo antipluralistico, che unificava principio del capo e aristocrazia della razza. Nelluno come nellaltro caso loccupazione tedesca era considerata come lopportunit che si offriva per operare una radicale trasformazione del sistema politico []. Una considerazione non estranea neppure alla situazione cos diversa del rigurgito dei nazionalismi nellarea dellEuropa orientale e sudorientale, in cui [] il nazionalismo estremo trov nella dominazione nazista, devastatrice dellassetto preesistente, lalleato determinante, cos nella fase della rottura degli equilibrii esistenti come in una prospettiva di pi lunga durata. [] Il nazionalismo e il razzismo, con segno specificatamente antisemita, oltre allavversione per la democrazia in tutte le sue forme, appartengono ad un bagaglio ideologico che fu comune a tutte le forze che si riconobbero nel collaborazionismo.
(E. Collotti, Il collaborazionismo con le potenze dellAsse nellEuropa occupata: temi e problemi della storiografia, in L. Cajani - B. Mantelli [a cura di], Una certa Europa. Il collaborazionismo 1939-1945, Annale n 6 della Fondazione-Archivio Luigi Micheletti, Brescia, 1992, pp. 32-33)

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Guerra e collaborazionismi

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Invasori e collaboratori

Soldati tedeschi a cavallo sfilano nei pressi dellArco di trionfo a Parigi, dopo la caduta della Francia nel 1940.

Per comprendere e valutare la natura e le modalit con cui si manifestarono nei diversi Stati occupati dalle forze dellAsse atteggiamenti, comportamenti e attivit politiche collaborazioniste, occorre tenere preventivamente conto che lo spazio dazione del collaborazionismo era rigidamente predeterminato dalla forma di occupazione di volta in volta scelta dalla potenza fascista occupante. Bisogner perci soffermarsi sulle varie strategie doccupazione, posto che la collaborazione pot svilupparsi solo l dove loccupante fascista e nazionalsocialista le concesse uno spazio pi o meno grande; ci dipese essenzialmente dalle scelte politiche di fondo operate centralmente dalle massime autorit politiche e militari della potenza occupante. Nel caso, pi rilevante, del Terzo Reich, tali scelte furono in stretto rapporto con i progetti e le ipotesi di riorganizzazione dellEuropa che la dirigenza nazionalsocialista elabor prima e nel corso della guerra, progetti e ipotesi in cui si intrecciarono strettamente le due logiche che guidarono il suo agire: la prima mirava al predominio economico, la seconda alla gerarchizzazione razzista 35 A . LEuropa postbellica vagheggiata a Berlino che a un certo punto verr designata con il nome di Nuovo ordine europeo (cfr. p. 116 e sgg.) avrebbe dovuto costituire infatti uno spazio geografico in cui da un lato sarebbe stata garantita la supremazia economica tedesca attraverso il controllo di tutte le risorse (tanto quelle industriali quanto quelle, di cruciale importanza, agricole) e la funzionalizzazione di tutti quanti gli apparati produttivi preesistenti ai progetti imperiali del regime e dei grandi Konzerne con esso strettamente intrecciati; e dallaltro distribuzione e caratteristiche della popolazione residente nei diversi angoli del continente avrebbero subto colossali mutamenti instaurazione di un ordine gerarchico razzisticamente fonda finalizzati alli to: in alto i popoli di ceppo germanico, in fondo alla scala gli slavi, sui gradini intermedi tutti gli altri. Non ci sarebbe stato ovviamente spazio, in questo schema, per ebrei e zingari, destinati in quanto tali alleliminazione. Per quanto riguarda lItalia fascista, le fonti mostrano lidentit di vedute tra Mussolini e i suoi luogotenenti sulle modalit della conquista imperiale fascista, sulle politiche doccupazione, sulle repressioni 35 B . Laristocrazia della nuova civilt, investita di una responsabilit morale, detentrice di un messaggio di salvezza, avrebbe combattuto il drago plutocratico, democratico, comunista e giudaico e nello scontro decisivo tra razze avrebbe conquistato lo spazio vitale.

RIFLETTERE SUI DOCUMENTI

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G Definisci gli obiettivi della Germania nazista rispetto allEuropa centro-orientale. G In quale rapporto si situano il genocidio antiebraico e i piani di riassetto anche demografico dellEuropa da parte delle potenze dellAsse? G In quale modo la cultura e lideologia del fascismo mussoliniano influenzarono i piani di conquista del regime nellarea balcanica e mediterranea?

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Guerra e collaborazionismi

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Nel primo brano qui proposto, tratto da una voce enciclopedica, Enzo Collotti
analizza i progetti della Germania nazista per una globale ristrutturazione, economica, sociale, demografica dei territori orientali occupati. Il secondo brano tratto da un saggio dello storico italo-svizzero Davide Rodogno, autore del primo studio complessivo sulle politiche di occupazione dellItalia monarchicofascista nella seconda guerra mondiale (Il nuovo ordine mediterraneo. Le politiche di occupazione dellItalia fascista in Europa (1940-1943), Torino, Bollati Boringhieri, 2003). Qui lautore si sofferma sulla consonanza tra ideologia mussoliniana, cultura scientifica dellepoca e mentalit delle gerarchie militari, miscuglio mostruoso che lasci uneredit di sangue nelle terre invase dal regio esercito.

Violenza, ideologia, progetti imperiali

A
Il Generalplan Ost, nome desunto da fonti darchivio, era un piano imponente avviato tra 1940 e 1941 nellambito delle competenze conferite a Heinrich Himmler, a fine ottobre 1939, di commissario del Reich per il consolidamento della stirpe germanica. Scopo del progetto era prefigurare il futuro spazio orientale nellipotesi di vittoria finale della Germania, elaborando le direttive di una politica fondata sulla destrutturazione dellordinamento esistente che prevedeva lespulsione della popolazione, la radicale modifica dellassetto sociale e linsediamento nella stessa area di tedeschi o gruppi etnici a loro assimilabili. [] Nelle sue linee fondamentali il piano rispondeva al criterio di espansione nello spazio vitale a est, enunciato da Hitler gi nel Mein Kampf, e prevedeva, nel corso della sua attuazione, giganteschi spostamenti di popolazione. Nel giro di due o tre decenni si sarebbero dovute ricacciare a est degli Urali alcune decine di milioni (non meno di trenta) di appartenenti a gruppi etnici non desiderati (eccetto gli ebrei, per i quali era gi iniziata la deportazione e lannientamento) e ridurre in schiavit un numero limitato di nuclei etnici (polacchi, bielorussi, ucraini), che sarebbero rimasti sul territorio come iloti della razza superiore. La maggior parte delle popolazioni slave, in particolare i polacchi, era destinata allespulsione per lasciar posto ad alcune decine di milioni di coloni tedeschi o di popolazioni di stirpe nordicogermanica (in primo luogo norvegesi e olandesi). Il progetto prevedeva inoltre la totale agrarizzazione del territorio, con la creazione di colonie contadine e la distruzione dei grandi nuclei urbani, secondo una prassi del resto gi in atto a Varsavia, e che presto avrebbe dovuto essere adottata a Leningrado. Se si considera che il Generalplan Ost si incroci nei fatti con la soluzione finale, si pu affermare che esso, come parte organica del progetto di annientamento fisico delle popolazioni dellEst europeo e di germanizzazione dello spazio, conobbe qualcosa di pi di un principio di attuazione e rappresent certo il proposito pi ambizioso dellespansionismo nazista.
(Milza - Berstein - Tranfaglia - Mantelli [a cura di], Dizionario dei fascismi cit., pp. 680-82)

B
Secondo la visione veicolata dalla propaganda del regime, il conflitto avrebbe dovuto essere una guerra di conquista verso sfere superiori dello spirito. Non affatto un caso, n il frutto dellinfluenza nazista, se il fascismo decise di sposare il luogo comune scientificamente provato dellesistenza di razze diverse. Fu una scelta che avrebbe dovuto servire per forgiare luomo nuovo, fornire al popolo un obiettivo unitario, produrre consenso e coesione, consolidare lunit nazionale ed etnica e poi, per promuovere e giustificare scientificamente la supremazia su altri popoli, legittimando la conquista e la dominazione []. Nei confronti del regime, da parte delle forze armate, vi furono sia un consenso interessato sia un consenso spontaneo (derivato dalla partecipazione convinta alle basi ideologiche del fascismo), sia una forma di consenso dovuto (frutto della lealt e fedelt a quel re che aveva trasferito lalto comando militare al duce). Vi fu unaffinit tra la mentalit dei militari di carriera e il fascismo determinata dai numerosi punti di contatto stabilitisi negli anni della stabilizzazione del regime sul piano del mito e della realt a favore e contro ideali, valori, norme, istituti.
(D. Rodogno, La repressione nei territori occupati dellItalia fascista tra il 1940 ed il 1943, in Qualestoria, 2002, 1, pp. 66-68)

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Le differenti strategie delloccupante

Manifesto tedesco di occupazione in Francia.

Schematizzando, possiamo distinguere differenti modelli di gestione dei annessione pura e semplice (Sudeti, Austria, parte delterritori occupati: la la Polonia, Alsazia-Lorena, Lussemburgo, territori sloveni non occupati dallItalia); la costruzione di domini di tipo coloniale (Protettorato di Boemia e Moravia, Governatorato generale in Polonia 36 ); lorganizzazione di una rete di controllo amministrativa, militare, economica e di polizia che lasciasse per sussistere un simulacro di governo nazionale semiautonomo (Francia, a parte il territorio amministrato dagli italiani, Belgio, Paesi Bassi, Danimarca, Norvegia, Croazia, Italia dopo l8 settembre 1943 e Ungheria amministrazione militare diretta (territori greci non ocdallestate 1944); la cupati dallItalia, Serbia, territori occupati dellUnione Sovietica: Ucraina, Bielorussia, paesi baltici, Caucaso e altre zone cadute in mano tedesca). Allinterno di questa tipologia (per forza di cose sommaria) occorre poi introdurre alcune ulteriori distinzioni, da ricondurre o allapplicazione del principio della gerarchizzazione razzista, o a scelte politiche di opportunit da parte delle autorit doccupazione: ai polacchi, ad esempio, venne attribuito uno status nella scala razziale talmente basso da ridurre pressoch a zero la possibilit che si strutturassero forze autoctone disposte alla collaborazione politica 37 . Talvolta gli occupanti preferirono appoggiarsi ai gruppi conservatori indigeni, affidando a loro la gestione dellamministrazione e degli apparati pubblici del paese conquistato, come accadde in Belgio, nei Paesi Bassi, in Francia e in Danimarca, che a sua volta costituisce per un caso particolarissimo perch vennero lasciati sussistere legalmente anche sotto loccupazione il Parlamento e i principali partiti politici, escluso quello comunista. In altri casi conferirono il potere politico, pur con rigide limitazioni, a forze ideologicamente affini al fascismo e al nazionalsocialismo (sono i casi della Norvegia, della Croazia e, in un secondo momento, dellItalia e dellUngheria). Al di l di queste pur importanti differenze, gli Stati qui richiamati vennero comunque sottoposti, senza eccezione alcuna, a una triplice struttura di controllo germanica, costituita da una rappresentanza politica del Reich, una delegazione della Wehrmacht (le forze armate regolari del Reich), unistanza superiore delle SS e della polizia, a cui era in particolare demandata la lotta contro i movimenti di Resistenza. opportuno rilevare, inoltre, come una netta distinzione separasse le politiche di occupazione at-

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G Quale destino era riservato ai polacchi in unEuropa dominata dal Terzo Reich? G Su quali basi andava erogata lassistenza invernale ai ceti pi poveri?

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Riproduciamo qui parte del verbale di una riunione svoltasi il 31 ottobre

1939, appena un mese dopo linvasione della Polonia da parte della Wehrmacht, nel castello di Cracovia, capitale di quella parte di Polonia che, con lappellativo di Governatorato generale (Generalgouvernement, GG; cfr. p. 89), era destinata a diventare una sorta di colonia del Terzo Reich, oltre che un ghetto (per quanto temporaneo) per gli ebrei cacciati dal territorio tedesco. A capo del GG era stato collocato un giurista di rigorosa fede nazionalsocialista, Hans Frank. Per tutto il tempo in cui rimase in carica Frank tenne scrupolosamente un diario di servizio, che diventato in seguito una fonte fondamentale per comprendere le linee applicative della politica nazista verso polacchi, ebrei e pi in generale verso tutti i popoli slavi. Da questo verbale traspare tanto la radicale spinta persecutoria antiebraica, quanto la precisa volont di trasformare i polacchi in una massa di schiavi, destinati a svolgere le mansioni pi umili e alloccorrenza sacrificabili.

Trasformare i polacchi in una massa di iloti

Il signor governatore generale [Hans Frank] ha ricevuto lSS-Obergruppenfhrer [generale di corpo darmata della SS] Krger, il generale Becker, lSSBrigadefhrer [generale di brigata SS] Streckenbach e il tenente colonnello Gudewill. Il Brigadefhrer Streckenbach ha riferito: Il Reichsfhrer SS [Heinrich Himmler] vorrebbe che tutti gli ebrei venissero allontanati dai territori del Reich recentemente acquisiti. Entro febbraio circa 1 000 000 di persone dovrebbero essere in questo modo trasferite nel Governatorato generale. Le famiglie ariane (circa 4 000 000 di persone) presenti nei territori polacchi occupati dovrebbero essere trasferite nel Reich, l alloggiate separatamente e in questo modo sradicate etnicamente. Linizio dei trasporti di evacuazione previsto per il 15 novembre. Il signor governatore generale richiama lattenzione sul fatto che devono essere approntate migliori vie di comunicazione di grandi dimensioni sia in direzione Est-Ovest sia in direzione Ovest-Est. LSS-Obergruppenfhrer Krger ha spiegato che dal 15 novembre lintera rete ferroviaria del Governatorato generale sar a disposizione per i trasporti di trasferimento. Il signor governatore generale impartisce allSS-Obergruppenfhrer Krger il compito di organizzare questi trasporti di profughi. In seguito a tale riunione stato ricevuto il responsabile per il controllo dei prezzi, che ha presentato un rapporto sulla situazione generale dei prezzi e tra laltro ha richiamato lattenzione sul fatto che nel Governatorato generale sono necessarie disposizioni salariali e di blocco dei prezzi, e soprattutto prezzi di calmiere per determinati generi alimentari, ma che a Varsavia, in considerazione dei particolari rapporti sociali esistenti, il controllo dei prezzi pu essere mes-

so in atto solo per mezzo di unazione minuziosa di controllo. Il signor governatore generale ha spiegato poi che il Governatorato generale non potrebbe essere organizzato come un apparato statale finalizzato al mantenimento dellordine e che in ogni caso per il rifornimento di viveri per i funzionari tedeschi, spesso molto difficile, dovrebbe essere garantito. La differenza tra la razza dominatrice tedesca e i polacchi devessere messa molto chiaramente in evidenza. Insieme ai funzionari, i cittadini di nazionalit tedesca dovrebbero essere direttamente assistiti. La NSV (soccorso invernale nazionalsocialista) attiva esclusivamente per i tedeschi, mentre i polacchi non si parla nemmeno degli ebrei devono arrangiarsi, in modo che lanima sociale polacca possa mostrare la sua efficienza. Il loro vettovagliamento possibile soltanto nella misura in cui se lo guadagnano col lavoro; non sono per nulla abituati al fatto che qualcuno si occupi di loro. LSS-Brigadefhrer Streckenbach ha richiamato lattenzione sul fatto che il Governatorato generale, che al momento ha 10 000 000 di abitanti, in febbraio ne conter 13 000 000. Il signor governatore generale ha precisato a proposito della situazione alimentare che, attraverso la progressiva intensificazione della produzione agricola, dovrebbe essere possibile garantire lapprovvigionamento complessivo del Governatorato generale. Per quanto possibile potrebbe aver luogo un vettovagliamento provvisorio in vista dellapprovvigionamento alimentare collettivo. Questo obiettivo pu per essere realizzato solo con limpiego delle forze polacche.
(H. Frank, Das Diensttagebuch des deutschen Generalgouverneurs in Polen 1939-1945, Stuttgart, Deutsche Verlags-Anstalt, 1975; trad. it. di S. Bianco)

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Soldati tedeschi esibiscono la bandiera di un reggimento annientato durante lavanzata in Unione Sovietica. Cartolina postale della cittadina polacca di Lodz, ribattezzata dalloccupante tedesco Litzmannstadt, nellambito del grande progetto nazista di germanizzazione dei territori orientali.

tuate nellEuropa occidentale, settentrionale e in parte dei Balcani e quelle messe in pratica nei territori centrali e orientali del continente (e nel resto della penisola balcanica, che rappresenta un po il confine tra le due modalit di gestione delle terre invase): da una parte si puntava alla costruzione di regimi collaborazionisti, dallaltra si prefer scegliere un modello coloniale o lamministrazione militare diretta. Si noti come questultima opzione non dipese soltanto dal contesto militare (il mancato crollo dellUnione Sovietica prima dellinverno 1941-42, come era nelle aspettative del Terzo Reich, e il prolungarsi del conflitto sul vastissimo fronte orientale, dal mar Baltico al mar Nero), ma ne fosse esplicitamente prevista lattuazione anche in caso di una rapida vittoria delle armi germaniche. Una linea fortificata, sulla direttrice che unisce Arcangelo, sul mar Bianco, ad Astrakhan, sul mar Caspio, avrebbe dovuto separare lo spazio dominato dal Grande Reich germanico dalle steppe siberiane; a occidente del limes, nel nuovo spazio coloniale che sarebbe giunto fino a Varsavia e Knigsberg, unaristocrazia militare teutonica avrebbe regnato con pugno di ferro sul contadiname slavo.

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G Che cosa decisero di fare le autorit di occupazione della Polonia nei confronti del sistema scolastico e dei mezzi di comunicazione di massa preesistenti? G Perch decisero di chiudere anche i seminari?

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Riportiamo un altro brano dal diario di servizio di Hans Frank (cfr. doc. 36,
p. 87): dalle parole degli alti funzionari presenti si ricava la precisa volont delloccupante di distruggere dalle fondamenta il sistema scolastico polacco, di annientarne le strutture di informazione, di chiudere ogni focolaio in cui potesse annidarsi unautonoma cultura polacca (ad esempio i seminari). Completa il testo una carta della Polonia dopo la spartizione del 1939, in cui in evidenza larea del Governatorato generale (Generalgouvernement).

Distruggere scuole, giornali, seminari!

Il Reichsminister fr Volksaufklrung und Propaganda [ministro della Propaganda] dott. Goebbels si presentato in compagnia del consigliere ministeriale Mller, del Gauamtsleiter [direttore distrettuale] dott. Fischer, dello Chefadjutant [aiutante superiore] Heusinger von Waldeck. Inoltre erano presenti il ministro Sey-Inquart e il Reichsamtleiter [dirigente centrale] dott. Du Prel. Facendo unintroduzione il signor governatore generale ha precisato: dovrebbe essere messa a disposizione dei polacchi la possibilit di ricevere uneducazione tale da mostrar loro la condizione disperata del destino del loro popolo. Potrebbero pertanto rivestire un ruolo importante tuttal pi film di bassa lega o quelli che sottolineano la grandezza e la forza dellimpero tedesco. Sar necessario che grandi impianti di altoparlanti trasmettano un preciso servizio di informazioni per i polacchi. Il ministro dott. Goebbels si detto fondamentalmente daccordo con le argomentazioni del signor governatore generale contro lallestimento di unindustria teatrale, cinematografica e cabarettistica polacca. Nelle citt e nei mercati pi grandi verranno allestiti degli impianti fissi di altoparlanti, che a ore prestabilite daranno notizie sulla situazione e trasmetteranno slogan per i polacchi. Il Reichsamtleiter dott. Du Prel ha fatto un resoconto sulla situazione giornalistica nel Governatorato generale, in particolare sui giornali di Cracovia e Varsavia, che si ritiene debbano ormai essere soppressi. Il ministro dott. Goebbels ha precisato che lintero sistema delle telecomunicazioni polacche deve essere smembrato. I polacchi non potranno possedere apparecchi radio e potranno fruire solo di giornali di cronaca, in nessun caso di una stampa di opinione. Sostanzialmente non potranno usufruire neanche di teatri, cinema e cabaret, in modo che non venga loro continuamente riproposto ci che per loro andato perduto. Se nel caso di grandi citt, come Varsavia, emergesse la necessit di togliere dalla strada i polacchi e si decidesse di farlo servendosi di rappresentazioni

SVEZIA
BA

LETTONIA

LT

IC
Memel

LITUANIA
Kaunas Vilna Minsk

AR

Knigsberg Danzica

REICH TEDESCO REICH TE DESCO


Berlino Bydgoszcz Poznan Ldz Varsavia Lublino Bialystok

URSS
Bielorussia

Brest-Litovsk

Praga

Cracovia Leopoli

Ucraina

CECO

S LO V AC C H

IA

UNGHERIA

ROMANIA

Confini della Polonia dopo la prima guerra mondiale (Trattato di Versailles, 1919) Confini della Polonia dopo la guerra russo-polacca (Trattato di Riga, 1921)

Spartizione della Polonia (1939):


territori annessi dal Reich territori amministrati dal Reich (Governatorato generale) territori annessi dall'Urss

cinematografiche, la cosa dovr essere vagliata caso per caso. Il Fhrer ha spiegato solo ieri che impossibile venire in Polonia e pretendere di fare tutto: i polacchi dovranno pur costruirsi qualcosa da soli. Non neppure nostro interesse che agli ebrei venga tagliata la barba e che vengano spidocchiati. Il signor governatore generale ha spiegato che le scuole secondarie sono gi state chiuse. I seminari cattolici, riaperti dalla Wehrmacht, verranno sostanzialmente chiusi, poich si tratta soltanto di focolai di odio antitedesco.
(Frank, Das Diensttagebuch cit.)

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Allestremo dello spettro collaborazionista troviamo gli alfieri e vessillife-

Chi collabora e perch

ri del collaborazionismo ideologico cio i membri dei gruppi e partiti modellati sul Partito nazionale fascista o sulla NSDAP e che ad essi si rifacevano per ideologie e programmi. Oltre ai raggruppamenti francesi su cui torneremo (cfr. p. 104), i pi importanti erano la Nasjonal Samling (NS) del norvegese Vidkun Quisling 38 , la Nationaal-Socialistische Beweging (NSB) olandese, guidata da Anton Mussert 39 , il movimento Rex di Lon Degrelle nel Belgio francofono (cfr. p. 64) e il Vlaamsch Nationaal Verbond (VVN) di Staf De Clercq e Hendrik Elias nelle province fiamminghe, il movimento ustasa del croato Ante Paveli c. In una vasta palude contigua, ma ad essi non riconducibile, si collocavano tutti coloro che assunsero atteggiamenti intermedi, ovviamente assai diversificati luno dallaltro: si andava infatti dal compromesso accettato in mancanza di migliori alternative, alla collaborazione non ideologica ma invece motivata da consonanze puramente politiche con loccupante o da interessi materiali (grandi o piccoli che fossero), o ancora dalla convinzione che solo tramite e con lappoggio dellinvasore fosse possibile la realizzazione di quegli obiettivi politici, economici, sociali che apparivano desiderabili. Nel collaborazionismo, si fondasse esso sullideologia, sullopportunismo, o sulla condivisione di valori dordine, erano presenti infatti visioni politiche, prospettive, motivazioni le pi diverse, ancorch tutte fossero cementate
^

Bandiera del Vlaamsch Nationaal Verbond, organizzazione fascista attiva nella Fiandra belga e propugnatrice di uno Stato neerlandese razzialmente puro, che avrebbe dovuto comprendere i Paesi Bassi e la Fiandra stessa. Come si nota, il vessillo riproduce, in orizzontale, la bandiera nazista; la svastica in questo caso stilizzata (e in parte occultata) in un triangolo dai pesanti contorni neri.

Bandiera delle Guardie francesi, braccio militare del Parti populaire franais di Jacques Doriot, una delle principali formazioni fasciste e collaborazioniste francesi. Al centro del drappo campeggia stilizzata la cosiddetta francisque, simbolo del fascismo francese: si tratta di unascia bipenne, la presunta arma prediletta dai Franchi, visti come i fondatori di una nazione francese razzialmente pura.

Bandiera presidenziale utilizzata da Philippe Ptain, capo dello Stato francese collaborazionista sorto allindomani delloccupazione nazista. Nella fascia centrale sono collocate sette stelle dorate e la francisque.

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38

G Analizza il miscuglio ideologico su cui si fondano le riflessioni di Quisling, tra anticomunismo, razzismo e disprezzo dellOriente. G Rifletti sulla volont fascista di difendere il popolo dalle trasformazioni sociali e culturali provocate dalla modernizzazione rinchiudendosi nellesaltazione delle proprie origini. Confronta lapproccio di Quisling su questo terreno con quello degli altri fascismi che hai incontrato.

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Proponiamo qui un brano della raccolta di scritti di Vidkun Quisling (18871945) Russland og vi (La Russia e noi), pubblicata a Oslo nel 1930. Dal testo emerge con chiarezza la visione del mondo del fondatore e leader della NS, basata su un miscuglio di anticomunismo radicale, di razzismo antislavo (nonch antifinlandese) e di virulento antisemitismo. Il mito nordico-ariano posto a fondamento dellessenza del popolo norvegese, e la storia concepita come il teatro di uno scontro perenne tra essenze immutabili: il principio asiaticoorientale, incarnatosi al tempo nel bolscevismo, e quello nordico-europeo. Il rinnovamento del popolo norvegese deve passare attraverso la riscoperta delle proprie radici, in uno slancio fideistico che fa appello al sentimento e alla fede nella razza. Il testo di Quisling reperibile, nella sua versione in tedesco, on line al sito: http://www.ety.com/berlin/quisling.htm; la traduzione nostra.

Mito ariano e anticomunismo

Non si pu dubitare che il comunismo abbia trovato la sua massima diffusione, se si prescinde dallintelligencija ebraica, presso la barbara razza asiatica, a cui appartiene la gran parte del popolino nellEuropa centrale e lassoluta maggioranza della popolazione originaria slava nellEuropa orientale. Se consideriamo la diffusione del bolscevismo, del socialismo rivoluzionario, vediamo che essa prevalente in quei territori della Russia in cui domina il sangue finnico-asiatico della popolazione slava. Si potrebbe definire il bolscevismo come un movimento asiatico-slavo diretto da un cervello ebraico. Ci tanto pi degno di nota nel momento in cui si potuto riscontrare un analogo fondamento razziale finnico-asiatico del bolscevismo in Ungheria, Bulgaria, Finlandia, nonch in Cecoslovacchia, dove i comunisti erano assai forti e parimenti potevano far riferimento a una significativa deriva razziale asiatica. In quei paesi come ovunque il bolscevismo si fonda perci almeno in parte sul sangue; soltanto con difficolt ha potuto essere sconfitto, prima che la popolazione aprisse gli occhi di fronte ai disastri che erano accaduti. Nel nostro paese, il bolscevismo significa invece solo una perversione intellettuale, che non mette profonde radici e pu essere eliminata in modo relativamente facile attraverso una pulizia concettuale. N il marxismo, n il comunismo sono consoni al nostro modo di essere nordico e al suo radicato tenore individualistico. Fin dai tempi pi antichi la Russia si caratterizza come un paese in cui lessenza nordica e quella asiatica lottano tra loro per il predominio. Questa lotta si estende anche alla nostra patria e al nostro popolo, con il suo temperamento caratteristico. Si dice non senza ragione che oggi il maggior antagonismo del mondo anche proprio nel nostro paese consiste nel duello tra il principio nordicoeuropeo e quello asiatico-orientale, il bolscevismo.

In questo scontro il marxismo avanza su di un ampio fronte, appoggiandosi a un sistema completamente strutturato e perfezionato, che comprende tutte le sfere dellessere e si presenta come una visione del mondo proponibile alle masse. Si tratta di una religione mondiale, in cui la fede in creazioni fantastiche terrestri sostituisce la fede nei cieli, e a cui si consacrato tra laltro anche un terzo del nostro popolo. Se noi, come popolo, vogliamo allontanarci da questa religione barbara e impedire che il marxismo arrivi prima o poi al potere, dobbiamo procedere a unigiene mentale radicale e generale. Il nostro popolo deve far propria la convinzione che i suoi fondamenti vitali stanno nella sua discendenza nordica e nel suo modo di essere nordico, nonch in una visione del mondo improntata a una fede vera e responsabile. Come ogni altra comunit che si voglia difendere da un grave pericolo, deve riscoprire le proprie radici fondanti e l rinnovare le proprie forze.
Vidkun Quisling durante il processo per tradimento che lo condann a morte nellottobre 1945. Esponente del Partito nazista norvegese, collabor attivamente con i tedeschi e fu primo ministro di un governo fantoccio.

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Manifestazioni di trionfalismo fascista in Romania.

anticomunismo (termine che vedalla niva declinato dai fascisti e dai collaborazionisti in modo da inglobarvi tutto quanto il movimento operaio e soodio verso la societ di cialista), dallo massa e la democrazia in tutte le sue forme, dal razzismo verso i non bianantisemitismo. Si collaborava chi, dalla con il Terzo Reich e con il suo junior partner fascista mussoliniano per micronazionalismo, ma anche in nome di un europeismo nostalgico delle gerarchie tradizionali, clerico-reazionario e antisemita. Ne sort un miscuglio composito, confuso e contraddittorio ma assai facile da plasmare, nelle forme desiderate, da parte delle istanze doccupazione e delle gerarchie supreme del Terzo Reich e dellItalia monarchico-fascista, le quali riveleranno una luciferina abilit nel servirsi, giocandole spesso luna contro laltra, delle sue varie componenti. Cos, ad esempio, nelle zone occupate dellUnione Sovietica verranno di volta in volta attizzati i nazionalismi dei popoli non russi, esaltate le reciproche differenze linguistiche, culturali e religiose, ma non si mancher di solleticare il nazionalismo grande-russo nostalgico dello zarismo e lo si utilizzer in chiave antibolscevica. Analogamente nei Balcani, si punter a scagliare croati contro serbi, ed entrambi contro i musulmani di Bosnia, a cui si offrir daltro canto unipocrita protezione. una partita sanguinaria a cui parteciperanno fino in fondo anche i militari italiani stanziati in Dalmazia e in territorio croato. In Europa occidentale i micronazionalismi bretone, vallone, fiammingo troveranno tutti sostegno, ancorch limitato e condizionato da parte delloccupante. Alla capacit di aderire a ogni pi piccola articolazione del tessuto dei popoli dEuropa, trasformandone ogni particolarit in motivo di antagonismo reciproco, fece da contraltare la propaganda a favore del Nuovo ordine europeo e del suo indispensabile corollario: la crociata europea antibolscevica. Analogamente, il collaborazionismo si nutr di umori ruralisti, particolarmente forti e significativi nei paesi meno sviluppati dellEuropa centrale e sud-orientale, come anche di istanze nazional-sindacaliste, vagheggianti uno Stato nazionale del lavoro che assumesse il corporativismo come struttura fondante; spinte queste ultime presenti in misura cospicua in Europa occidentale.

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G Quale fu il principale contributo di Mussert e dei suoi alloccupazione tedesca dei Paesi Bassi? G Osserva con attenzione la grafica degli stendardi riprodotti a p. 90 e appartenenti a diverse forze collaborazioniste: qual il significato dei motivi grafici che vi ricorrono?

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P resentiamo qui la biografia, tratta da una


voce enciclopedica, di un esponente minore ma ci non di meno assai emblematico del collaborazionismo europeo, lolandese Anton Adriaan Mussert (1894-1946), fondatore e capo carismatico della NSB.

Figlio di un maestro di scuola, lavor dapprima come ingegnere ad Utrecht. Inizialmente vicino al Partito liberale, fu influenzato dallavanzata delle correnti fasciste in tutta Europa e, il 14 dicembre 1931, fond la Nationaal Socialistische Beweging (NSB - Movimento nazionalsocialista). Inizialmente, nonostante il nome e il programma del Partito si richiamassero apertamente al nazismo, la NSB si ispirava allesperienza del fascismo mussoliniano, propugnando un virulento nazionalismo, la costruzione di uneconomia corporativa e un netto rifiuto della democrazia parlamentare, a cui contrapponeva unorganizzazione gerarchica della societ, che avrebbe dovuto assumere a proprio fondamento valori tradizionali come la difesa della propriet privata, dellimpero coloniale olandese e della monarchia. Il 1 gennaio 1933 il movimento si dot di un proprio organo di stampa, il Volk en Vaterland (Popolo e patria), che riusc a conquistare un certo seguito nel paese. [] Tuttavia base elettorale e rete di militanti erano assai fragili: il ricambio tra gli aderenti era molto frequente, il che rendeva la NSB un tipico movimento di raccolta di gruppi insoddisfatti e marginalizzati del sistema politico olandese. Per leffetto congiunto del miglioramento della situazione economica e della mobilitazione antifascista di consistenti strati dellopinione pubblica, il consenso elettorale cal bruscamente proprio nel 1937, allorch la NSB raccolse appena il 4,2% dei consensi alle elezioni parlamentari, scendendo poi sotto il 4% in quelle provinciali del 1939. Nel frattempo, lesempio del nazismo tedesco, giunto al potere nel 1933, non manc di far sentire i suoi effetti; le correnti radicali allinterno della NSB si rafforzarono e il movimento assunse posizioni apertamente antisemite. Dopo la Notte dei cristalli Mussert elabor addirittura un proprio piano per la soluzione del problema ebraico, proponendo che gli ebrei dEuropa venissero trasferiti nelle tre Guyane (olandese, francese e britannica), dove avrebbero potuto costruire un loro focolare nazionale. Non essendo riusciti a giungere al potere per virt propria, Mussert e i suoi speravano di poter giocare un ruolo importante con loccupazione dei Paesi Bassi da parte della Wehrmacht nel maggio 1940 e sognavano di dar vita a uno stato panfiammingo,

unendo ai Paesi Bassi la Fiandra belga, in cui il potere politico sarebbe stato appannaggio della NSB e del suo leader. Ma gli occupanti nazisti delusero tali aspettative, preferendo appoggiarsi alla burocrazia tradizionale e cercando di trovare consensi in un arco politico assai pi vasto di quello costituito dagli aderenti alla NSB, forza minoritaria e assai screditata proprio per avere accolto a braccia aperte gli invasori. Solo dopo gli scioperi di Amsterdam, Utrecht, Zaandam e Hilversum del 25 e 26 febbraio 1941, promossi dai comunisti come protesta contro la prima deportazione di ebrei olandesi e coronati da un notevole successo, fu chiaro che gli occupanti non avrebbero potuto contare su una sorta di autonazificazione dei Paesi Bassi. Ci diede un maggior spazio di manovra alla NSB, ma, nonostante essa fosse, dal dicembre 1941, lunica forza politica autorizzata a svolgere attivit pubblica, e il suo capo fosse stato insignito, un anno dopo, del titolo di Fhrer del popolo olandese, il ruolo delluna e dellaltro rimasero sempre di secondo piano; Mussert non and mai oltre la funzione di consigliere delle autorit doccupazione, e le sue pressioni perch gli fosse attribuita la carica di capo del governo furono vane. Analogamente a quanto sarebbe accaduto anche in altri paesi occupati, il ruolo della NSB e dei suoi militanti fu invece importante per quanto riguarda la collaborazione poliziesca e militare con il Terzo Reich. Le milizie armate del movimento diedero il proprio appoggio al regime di terrore instaurato nei Paesi Bassi e alla persecuzione degli ebrei olandesi (su 140 000 ne vennero deportati 105 000; solo 5000 tornarono dai campi di concentramento), e lapparato diretto da Mussert favor il reclutamento di circa 25 000 olandesi nella Waffen SS1. Arrestato dopo la fine della guerra, Anton Mussert fu portato in giudizio per alto tradimento e intelligenza con il nemico. Condannato a morte, fu giustiziato a LAja il 7 maggio 1946.
(Milza - Berstein - Tranfaglia - Mantelli [a cura di], Dizionario dei fascismi cit., pp. 413-15)

Biografia di un collaborazionista

1.

Waffen SS, articolazione militare della SS (cfr. p. 96).

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Conservatori autoritari e fascisti radicali

NellEuropa occidentale (e in parte nei Balcani) il Terzo Reich non si limit semplicemente a utilizzare gli apparati amministrativi e polizieschi degli Stati invasi, ma favor linsediamento di governi che avessero per divisa lamicizia con la Germania nazionalsocialista. Con due rilevanti eccezioni la Norvegia di Vidkun Quisling e la Croazia di Ante Paveli c Berlino prefer per che a gestire la quota di potere riservata alle autorit collaborazioniste fossero non i gruppi dirigenti dei movimenti e dei partiti apertamente filofascisti e filonazisti bens frange conservatrici o francamente reazionarie dei vecchi gruppi dirigenti. Si cre cos una situazione per certi versi paradossale: quegli esponenti nazional-conservatori contro cui si era appuntata, negli anni precedenti la guerra, la polemica delle frange fascisteggianti e nazional-rivoluzionarie ne scavalcarono grazie allappoggio tedesco i dirigenti e i quadri; a costoro, che si sentivano i migliori amici dei nazionalsocialisti, venne riservato un mero ruolo di fiancheggiamento. Non senza frustrazioni, risentimenti, mugugni, e reiterati tentativi di far mutare parere alle autorit doccupazione, essi finiranno con laccettare di svolgere attivit di fatto collaterali alla gestione del potere, impegnandosi nella produzione giornalistica e pubblicistica, nellorganizzazione di formazioni volontarie che inquadrate nel settore propriamente militare della milizia di partito nazionalsocialista (le Waffen SS, articolazione della SS) parteciperanno alla guerra sul fronte orientale, e infine prestando la loro intervento squadrista nel rastrellamento e nella de opera di delazione e di portazione delle minoranze ebraiche di tutta quanta lEuropa occidentale. Come abbiamo visto (cfr. doc. 39, p. 93) questa fu la strategia di occupazione seguita nei Paesi Bassi, dove il leader fascista Anton Mussert e i suoi, in una condizione di minorit politica, confidarono nellappoggio delloccupante tedesco per prendere nelle proprie mani il governo del paese, ma Berlino fece altre scelte, pi funzionali alle sue esigenze complessive, preferendo servirsi delle lite conservatrici. Tra malumori e caute proteste, ai seguaci di Mussert non rimase che fare buon viso a cattivo gioco, accontentandosi di funzioni spesso poco pi che onorifiche e prestandosi semmai al ruolo di tirapiedi dei nazisti nello svolgimento di lavori sporchi, come la deportazione di gran parte degli ebrei residenti nel paese. Perch loccupante fece una scelta del genere? In questi casi prevalse la Realpolitik: a Berlino interessava principalmente che i territori occupati dellindustrializzata e sviluppata Europa occidentale producessero a pieno ritmo per leconomia di guerra del Grande Reich 40 , gli fornissero manufatti, derrate agricole, manodopera; ci richiedeva il regolare funzionamento degli apparati pubblici e della sfera produttiva, e sarebbe stato garantito molto meglio da militari, alti burocrati, imprenditori disposti a collaborare, piuttosto che da gruppi minoritari ultrafascisti che avevano dimostrato di avere un seguito tutto sommato assai ridotto tra la popolazione.

RIFLETTERE SUI DOCUMENTI

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G Quali furono gli effetti dellideologia razzista sulle modalit concrete di sfruttamento economico dei territori occupati? G Quanto importante fu il contributo dei lavoratori forzati stranieri alleconomia di guerra tedesca?

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L analisi dello storico berlinese Dietrich Eichholtz, autore di opere fondamentali sulleconomia di guerra della Germania, ci mostra come interesse prioritario del gruppo dirigente del Terzo Reich e delllite industriale che lo affiancava fosse lutilizzo il pi possibile razionale delle risorse produttive dellintera Europa occupata, tanto in unottica a breve termine, finalizzata alla condotta delle operazioni militari, quanto in una prospettiva di pi largo respiro, che si proponeva la realizzazione di un progetto di dominio europeo e, in prospettiva, mondiale. Di conseguenza, sulle ragioni dellideologia faceva premio, per quanto riguardava la gestione dei territori occupati, la concreta affidabilit dei gruppi dirigenti politici, burocratici ed economici a cui gli occupanti decidevano di delegare la gestione amministrativa delle cose.

Llite delleconomia tedesca considerava come appartenenti alla propria sfera di influenza e di potere i territori europei conquistati e occupati, e simpegn di nuovo nei propri progetti di supremazia, risalenti alla prima guerra mondiale: agevol il massiccio sviluppo di fabbriche, stabilimenti metallurgici, miniere e risorse minerarie; sfrutt al massimo le grandi propriet terriere; favor brevetti e invenzioni; apr mercati di sbocco e settori per linvestimento di capitali. Negli anni 1940 e 1941 i principali gruppi industriali del Reich e le grandi banche formularono vasti programmi per il nuovo ordinamento dellEuropa, del mercato mondiale e del futuro impero coloniale doltremare. Tali programmi concordavano con i piani strategici della direzione politica e militare sui seguenti punti fondamentali: a. riconquista di quanto perduto dopo la prima guerra mondiale, incluse le colonie; b. campagna militare antisovietica con il duplice scopo di annientare e saccheggiare lURSS; c. obiettivi bellici di vastissima portata, risalenti al primo conflitto mondiale, ivi compreso il progetto di un grande spazio mitteleuropeo sotto il dominio tedesco. La prima fase di realizzazione di tale programma fu denominato Grande Germania. Per quanto concerne la gestione del nuovo ordinamento, si delinearono interessi divergenti: amministrazione fiduciaria oppure annessione immediata tramite arianizzazione o accaparramento; in altre parole, collaborazione o confisca. Ci vale anche per le smodate aspirazioni dei gruppi industriali controllati direttamente dallo stato nazista, in particolare dal Konzern Hermann-GringWerke e dalla SS (Piano generale per lEst). Con il per-

durare del conflitto, i funzionari incaricati di gestire gli affari economici e politici nei territori occupati si videro costretti a cercare una cooperazione a lungo termine, in particolare nel settore bellico, piuttosto che una politica di spoliazione, annessione e stagnazione a breve termine. Nel 1942, inoltre, il lavoro coatto di una moltitudine di stranieri divenne indispensabile al mantenimento delleconomia di guerra. Il 21 marzo Hitler nomin un dittatore di uomini (promemoria di gennaio del Comando supremo delle Forze armate, OKW), con il titolo di plenipotenziario generale per limpiego della manodopera (Generalbevollmchtigter fr den Arbeiseinsatz, GBA). La carica fu attribuita al Gauleiter di Turingia Fritz Sauckel. Il primo e pi importante compito cui dovette far fronte fu di deportare da oriente il maggior numero possibile di uomini (come scrisse Goebbels nel suo diario il 1 aprile 1942). In quellanno lapparato dipendente dal GBA riusc a ottenere per la Germania forza lavoro sovietica, costituita in prevalenza da civili, soprattutto donne e ragazze, che furono raccolti, con lappoggio delle Forze armate, nei territori orientali occupati e poi deportati. Nellautunno 1943, di tutta la forza lavoro straniera (circa 7 000 000 di individui), il 33% proveniva dallURSS, il 24% dalla Polonia e il 20% dalla Francia. I lavoratori coatti in genere non avevano alcuna libert, vivevano in condizioni di degrado sotto le continue intimidazioni del terrore nazista, dovevano sopportare una terribile denutrizione, venivano sottomessi alla spietata legge del randello come alle pi rigide e drastiche forme di sfruttamento ed erano costretti a eseguire i compiti pi umili e pesanti. Al di sotto degli operai specializzati, i capisquadra e i capimastri tedeschi, esisteva un mondo di subalterni stranieri divisi sulla base di una gerarchia fondata sul concetto di razza, che creava molteplici sfumature nelle condizioni di lavoro e di vita. In tale situazione di terrore e discriminazione vivevano i lavoratori stranieri sotto contratto provenienti dagli stati satelliti e alleati, e i lavoratori forzati civili provenienti dagli stati europei occidentali, settentrionali e sudorientali occupati, dalla Polonia e dalla Russia. A questi si aggiungevano i prigionieri di guerra sovietici e i deportati nei campi di concentramento.
(Milza - Berstein - Tranfaglia - Mantelli [a cura di], Dizionario dei fascismi cit., pp. 197-205)

Leconomia tedesca e i territori occupati

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La crociata antibolscevica: le Waffen SS

Manifesto di propaganda norvegese che invita allarruolamento nei reparti delle Waffen SS.

Nel quadro della crociata antibolscevica scatenata contemporaneamente alloperazione Barbarossa (lattacco allUnione Sovietica) nellestaarmata di volontari provenienti te del 1941, il Terzo Reich punt a costruire una da tutti i paesi dEuropa caduti sotto il suo controllo 41 . Prima di passare a una rapida panoramica del fenomeno, occorre anche in questo caso fare una distinzione tra ci che accadde nellEuropa occidentale e lo svolgersi degli eventi nelle aree meridionale e orientale del continente. Nella prima larruolamento di volontari in cui si impegnarono con tutte le loro forze i gruppi filofascisti avvenne prevalentemente sotto la spinta di motivazioni politico-ideologiche (lanticomunismo in primo luogo); nelle seconde a ingrossare le file delle Waffen SS o dei reparti ausiliari della Wehrmacht fu essenzialmente un aggressivo nazionalismo antirusso e, talvolta, la volont di sottrarsi con larruolamento alle tremende condizioni dei campi di prigionia che le autorit militari germaniche riservavano ai militari sovietici caduti nelle loro mani. Soprattutto verso la fine della guerra, quando cio limpellente fabbisogno di uomini indusse il gruppo dirigente nazionalsocialista a lasciar cadere le preclusioni contro i non ariani che in precedenza avevano limitato larruolamento di stranieri, il loro numero nelle Waffen SS aument notevolmente. Divisioni, reggimenti, o unit minori furono costituite con volontari provenienti da Norvegia, Francia, Belgio (si distinse in questo caso tra reparti formati da valloni francofoni e reparti costituiti da fiamminghi di lingua madre neerlandese), Danimarca, Estonia, Lituania, Lettonia, Croazia, Bosnia (venne organizzata una formazione composta da bosniaci di religione musulmana), Ucraina, Azerbaigian, Turkestan, Georgia e Armenia (anche le unit formate con personale proveniente dal Caucaso vennero organizzate rigidamente su base nazionale e religiosa insieme), nonch dopo l8 settembre 1943 dallItalia. La forza delle Waffen SS ammontava, verso la met del 1944, a un totale di circa 600 000 uomini, di cui pressoch la met era originaria di territori posti al di fuori dei confini del Reich (in questa seconda cifra erano compresi, per, anche i Volksdeutsche, cio i membri delle numerose minoranze tedesche presenti negli Stati dellEuropa centrale e orientale). Gli italiani che militarono nelle Waffen SS furono pressappoco 20 000. Anche la Wehrmacht utilizz reparti ausiliari composti da stranieri, prevalentemente arruolati tra le nazionalit non russe dellUnione Sovietica (talvolta in loco, talvolta nei campi di prigionia); erano definiti Ost-Bataillone (battaglioni dellEst). Posti agli ordini di ufficiali tedeschi, vennero estesamente impiegati nella repressione delle insorgenze partigiane.

RIFLETTERE SUI DOCUMENTI

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G Quali furono le motivazioni che spinsero uomini non tedeschi a entrare nelle Waffen SS? G Nella propaganda per larruolamento a quali riferimenti simbolici fecero di prevalenza ricorso gli autori di manifesti e materiali grafici? G A quale iconografia consolidata si ispir lautore del manifesto belga in cui un milite delle Waffen SS abbatte, servendosi di due rune, un drago di colore rosso, simbolo del comunismo?

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Guerra e collaborazionismi

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Proponiamo qui materiali documentari di diversa natura: il primo una tabella che illustra la portata del reclutamento di soldati non tedeschi nelle Waffen SS nellultima fase della guerra. Il totale stimato d una cifra assai alta: 350 000 uomini circa, pari allorganico (a ranghi completi) di oltre 7 divisioni. Affiancano la tabella due manifesti di propaganda (rispettivamente olandese e belga) per larruolamento nelle Waffen SS, in cui possiamo notare la presenza ossessiva di slogan anticomunisti e antisovietici.

Propaganda e arruolamenti

Lapporto delle nazionalit non tedesche alle Waffen SS


Stato o gruppo nazionale di appartenenza Albanesi Belgi (fiamminghi) Belgi (valloni) Commonwealth britannico (inglesi) Bulgaria Croazia (compresi bosniaci musulmani) Danesi Numero di volontari (stima) 3000 23 000 15 000 50 200-1000 30 000 10 000 Unit delle Waffen SS in cui prestarono servizio 21 Divisione SS 5 e 27 Divisione SS 5 e 28 Divisione SS Corpo volontario britannico Reggimento bulgaro 7, 13 e 23 Divisione SS Corpo volontario Danimarca, 11 Divisione SS Legione volontari 20 Divisione SS Battaglione volontari 25, 26, 33 Divisione SS 15 e 19 Divisione SS 23 e 34 Divisione SS 5, 6, 11 Divisione SS, Battaglione volontari 33 Divisione SS 29 Divisione SS (italiana) 14 Divisione SS 29 e 30 Divisione SS XV Corpo darmata di cavalleria SS (cosacco) Formazioni SS turchestane, formazioni SS tatare Reggimento granatieri delle Waffen SS (romeno) Corpi volontari Compagnia volontari (spagnoli) del 101 Reggimento SS 5 e 11 Divisione SS

Indiani (dellIndia britannica) Estoni Finlandesi Ungheresi Lettoni Olandesi Norvegesi Francesi Italiani Polacchi e ucraini Russi (bielorussi) Russi (cosacchi) Russi (turchestani e tatari)

3500 20 000 1000 15 000 39 000 50 000 6000 8000 20 000 25 000 12 000 40 000 8000

Romeni Serbi Spagnoli

3000 15 000 200-1000

Svedesi, svizzeri, lussemburghesi Consistenza totale

3000 circa 350 000

(http://www.wssob.com/wss.html)

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Con lunica eccezione della Danimarca, la cui piccola comunit ebraica fu

Collaborazionisti e Shoah

Lingresso del ghetto di Lodz, in Polonia. Tra il 1940 e il 1944 moriranno al suo interno 160 000 ebrei.

messa in salvo dalle autorit di governo nella vicina, neutrale, e sicura Svezia, in tutti i paesi occupati dal Terzo Reich e dove erano insediati governi collaborazionisti gli apparati dello Stato, le polizie in primo luogo, svolsero un ruolo centrale nello schedare, rastrellare e concentrare gli ebrei, consegnandoli nelle mani dellistanza nazionalsocialista, la sezione IV b 4 del Reichssicherheithauptamt (RSHA) il cui massimo dirigente fu Adolf Eichmann, a cui Adolf Hitler aveva demandato la soluzione finale del problema ebraico 42 A , cio lattuazione della Shoah. I delegati di Eichmann provvidero poi a deportarli, con destinazione Auschwitz. Senza la zelante partecipazione delle burocrazie dei paesi occupati, dai poliziotti ai commissari, dagli ufficiali danagrafe ai direttori ministeriali, sarebbe stato impossibile, per le forze tutto sommato limitate che il RSHA aveva a disposizione, realizzare la Shoah in territori stranieri, malconosciuti, dove la gente parlava lingue diverse dal tedesco. Non solo, ma non era infrequente (ci avvenne, ad esempio, nella Francia di Vichy guidata dalleroe della prima guerra mondiale Philippe Ptain, ma anche nella Croazia governata dagli ustasa) che le strutture dellamministrazione pubblica controllata dai collaborazionisti non si limitassero (cosa che di per s sarebbe gi stata gravissima!) a rispondere positivamente a richieste e pressioni provenienti dagli uffici tedeschi perch venisse attuata questa o quella misura antiebraica, ma prendessero esse stesse in prima persona iniziative persecutorie verso i propri concittadini ebrei. Lallievo superava cos il maestro. Per comprendere le motivazioni di ci, occorre pensare che per i gruppi dirigenti e le lite nazional-conservatrici che si fecero collaborazionisti lantisemitismo non rappresentava una merce dimportazione, ma era profondamente radicato nella loro mentalit e nella loro Weltanschauung; evidentemente nella societ gerarchica, tradizionalista, bene ordinata, che essi stavano tentando di restaurare, per gli ebrei (tutti gli ebrei in quanto tali, indipendentemente da chi fossero e che cosa pensassero) non cera posto. Quale miglior occasione per liberarsene che consegnarli alle camicie brune? Della Shoah i collaborazionisti furono perci responsabili a tutti gli ef fetti, in solido con i responsabili del Terzo Reich. Ci vale per i funzionari di Vichy come per i seguaci di Quisling, per gli alti burocrati olandesi 42 B come per i dirigenti della polizia belga, per gli ustasa croati come per i quadri non solo politici ma anche amministrativi dellUngheria, della Romania 42 C e della Repubblica di Sal. Il caso francese mostra come talvolta lantisemitismo dei collaborazionisti e quello degli occupanti entrassero reciprocamente in conflitto perch diverse erano le modalit di realizzazione, ancorch univoco fosse lobiettivo di fondo: sbarazzarsi degli ebrei. Poche settimane dopo lemanazione da parte del governo di Vichy del primo Statuto degli ebrei (3 ottobre 1940), infatti, le autorit germaniche che amministravano Alsazia e Lorena, territori ora annessi al Reich, avrebbero (22 ottobre) avviato una grande azio^ ^

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Guerra e collaborazionismi

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Proponiamo qui documenti di diversa natura; le prime sono due tabelle frutto della rielaborazione dei dati sintetici presenti nella pi importante opera collettanea sulla Shoah, curata dallo storico tedesco Wolfgang Benz, direttore del Centro di ricerca sullantisemitismo istituito presso luniversit tecnica di Berlino; il volume tratta dei diversi casi nazionali. Seguono poi, a titolo di esempio, due schede sullattivit antisemita di forze collaborazioniste che operarono in proprio, senza bisogno di particolari spinte da parte tedesca, tratte (con lievi modifiche) dal sito in lingua italiana www.olokaustos.org, progettato e curato da studiosi del tema. I casi presi in esame sono quelli dei Paesi Bassi (testo B), Stato soggetto alloccupazione da parte della Wehrmacht, e della Romania (testo C), paese invece alleato del Terzo Reich. Questo testo corredato di una carta della Romania (nei confini assunti nel 1941, dopo lavvio della campagna militare delle forze dellAsse contro lUnione Sovietica) dove sono indicati i ghetti, i campi di concentramento e gli altri luoghi in cui avvennero massacri di ebrei.

Antisemitismo e collaborazionismo

La distruzione degli ebrei dEuropa


Numero dei decessi (stime per difetto)
800 000

Cause e luoghi dei decessi


Costituzione dei ghetti e privazioni generali

Paese di provenienza

Numero delle vittime

Polonia Unione Sovietica Romania Bulgaria

2 700 000 - 3 000 000 2 100 000 211 214 11 393 143 000 550 000 165 000 102 000 76 134 60 000 - 65 000 59 185 65 459 28 518 591 9000 758 1200 116 5 290 000 - poco pi di 6 000 000

Esecuzioni allaperto, fucilazioni e operazioni mobili da parte di Einsatzgruppen, unit agli ordini dei responsabili territoriali della SS e della polizia Campi di sterminio (Vernichtungslager) Auschwitz Treblinka Belzec Sobibr Kulmhof (Chelmno) Lublino (Majdanek) Campi di concentramento (Konzentrationslager) Totale

1 300 000 2 700 000 1 000 000 750 000 550 000 200 000 150 000 50 000 300 000 5 100 000

Cecoslovacchia Ungheria Germania Paesi Bassi Francia Iugoslavia Grecia Austria Belgio Albania Italia (Rodi compresa) Norvegia Lussemburgo Danimarca Totale approssimato (dati di minima e di massima)

(W. Benz [a cura di], Dimension des Vlkermordes. Die Zahl der jdischen Opfer des Nationalsozialismus, Mnchen, Oldenbourg, 1991, pp. 15-17)

La villa al Gross-Wannsee, nei pressi di Berlino, dove il 20 gennaio 1942 si tenne la conferenza, presieduta da Reinhard Heydrich, che coordin lo sterminio degli ebrei dEuropa, peraltro gi in atto da mesi.

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Il campo di internamento di Drancy, in cui furono rinchiusi ebrei francesi e stranieri di religione ebraica residenti nel paese durante il conflitto.

ne di rastrellamento degli ebrei trasferendone 6504 nel territorio non occupato. Era la prima fase di un progetto dai contorni giganteschi: la deportazione verso la Francia meridionale di oltre 270 000 ebrei residenti nei territori facenti parte del Reich nei confini del 1937 (cosiddetto Altreich), nellOstmark (ex Austria), e nel Protettorato di Boemia e Moravia (regioni della ex Cecoslovacchia). Lo sviluppo degli eventi, in una fase in cui la ferma intenzione del gruppo dirigente del Terzo Reich di sbarazzarsi di tutti gli ebrei presenti sul proprio territorio non si era ancora indirizzata su percorsi genocidi, mostra come a Berlino non si pensasse affatto a una Francia meridionale judenrein, anzi, al contrario, si intendesse scaricarvi quote significative dellindesiderata popolazione ebraica. Ci, tuttavia, si scontrava con la ferma opposizione delle autorit di Vichy, desiderose a loro volta di ripulire il proprio paese dalla presenza giudaica. La risposta ai trasferimenti coatti fu lapertura di appositi campi di concentramento: in quello di Gurs furono rinchiuse le vittime del rastrellamento del 22 ottobre, e altri accolsero le ondate successive, tanto che alla fine del 1940 dei circa 40 000 internati nella Francia meridionale ben il 70% erano ebrei. Di l a poco la linea di demarcazione fu sigillata da entrambe le parti: gli occupanti non permettevano pi a ebrei in fuga di passare verso Sud, i seguaci del maresciallo inesorabilmente li respingevano.

RIFLETTERE SUI DOCUMENTI

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G Quanto importante fu lapporto dei regimi collaborazionisti alla distruzione degli ebrei dEuropa? G Esaminando le tabelle, traccia un quadro delle modalit dello sterminio e delle sue localizzazioni geografiche. G Ci furono differenze nelle modalit persecutorie antisemite attuate nellEuropa occidentale e nellEuropa orientale?

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Lefficiente polizia olandese


ziotti della Marechaussee vennero incaricati di mantenere lordine allinterno del campo. Altro incarico affidato alla Marechaussee fu la scorta delle colonne di ebrei da e verso i treni che arrivavano o partivano da Westerbork. Dopo il novembre del 1942 questo compito si rese inutile poich lo scalo ferroviario venne posto praticamente allingresso del campo stesso. Nel gennaio 1943 la Marechaussee sostitu completamente il battaglione di SS olandesi che sino a quel momento aveva operato a Westerbork. Cos i poliziotti olandesi ebbero il compito di preparare i treni e di farvi salire i prigionieri diretti ai campi di sterminio e di controllare il perimetro del campo.

La polizia olandese, denominata Koninklijke Marechaussee aveva una storia antichissima: era stata fondata nel 1814 dal re Guglielmo I con lo scopo di mantenere in tutto il paese lordine pubblico. Con larrivo delle truppe tedesche la Marechaussee perse il suo ruolo e sub un radicale cambiamento. I capi poco affidabili politicamente vennero rimpiazzati con filonazisti di provata fede. Durante il periodo che va dal 1940 al 1945 un alto numero di poliziotti olandesi venne impiegato nel campo di concentramento e di transito di Westerbork. Un battaglione di SS olandesi venne incaricato di controllare gli accessi al campo e di impedire le eventuali fughe, contemporaneamente i poli-

Lartigianale sterminio romeno


loro compiere delle marce della morte durante le quali i pi deboli, i pi anziani venivano sistematicamente uccisi. Lintenzione di massacrare gli ebrei della Transnistria era daltronde ufficiale; Antonescu il 16 dicembre 1941 aveva dichiarato: Stiamo aspettando che venga presa una decisione a Berlino? Stiamo aspettando una decisione che ci riguarda? Aspettiamo per metterli in un luogo sicuro? Mettiamoli nelle catacombe, mettiamoli nel Mar Nero. Non voglio sapere niente. Non importa se moriranno in cento o in mille, possono morire tutti.

In Romania linizio del massacro coincise con linvasione dellUnione Sovietica. Da Bucarest venne diramato un ordine di evacuazione per tutti gli ebrei che abitavano lungo la linea di frontiera. Nella citt di Iasi, che contava una numerosa comunit ebraica, la notte del 25 giugno 1941 il comandante della 14 Divisione dellesercito rumeno, generale Stavrescu, ordin larresto di tutti gli ebrei. Circa 6500 uomini vennero fucilati immediatamente o durante il saccheggio cui venne sottoposto il quartiere ebraico. Dopo cinque giorni, il 30 giugno, circa 4400 ebrei ancora in vita vennero caricati su due treni sigillati, senza n acqua, n cibo. Nel caldo terribile dellestate i treni partirono senza una destinazione precisa poich non era stato predisposto alcun centro di raccolta allinterno. Gli ebrei cominciarono a morire di sete. Cos quando i treni arrivarono a destinazione i sopravvissuti furono meno di un migliaio. Quando le truppe rumene passarono il confine con lURSS e rioccuparono la Bucovina il primo obiettivo fu la citt di Cernauti [Cernovcy], un centro fiorente e popolato da una comunit ebraica di pi di 42 000 persone. Le truppe rumene e tedesche vi giunsero il 4 luglio 1941; in ventiquattro ore il quartiere ebraico venne messo a sacco e 2000 ebrei vennero uccisi. Nei mesi successivi il concentramento degli ebrei in Transnistria fu unopera interamente rumena, i tedeschi lasciarono che a risolvere il problema ebraico fossero i diretti interessati; in tal modo la regione divenne un terribile, enorme, campo di eliminazione, in cui il mantenimento dellordine era affidato alla gendarmeria rumena. Nelle intenzioni del dittatore Ion Antonescu gli ebrei dovevano essere distribuiti nei villaggi a prevalente popolazione ucraina; ci signific per
^

Polonia (Governatorato generale)

Ucraina

U N G H E R IA

Bar Peciora (Commissariato Spikov Sargorod del Reich) Khotin Tulcin Briceni Mogilev Vapnjarka Cernovcy Scazinet Bucovina Bersad Golta Edinti Soroca Acmecetka Riscani Domanivka Bu g Faticeni Balti Mostovol Calarasi Berezovka Podul Iloalei Transnistria Chisinau Iasi Tighina Husi
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Moldavia

Odessa

Bessarabia

Transilvania
Focsani

ROMANIA
Galati

Valacchia
Danubio

Ghetti Campi Altri massacri

MAR NERO

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Il 1 dicembre 1943 nacque formalmente, per effetto di un decreto firmato da Benito Mussolini, la Repubblica sociale italiana (RSI). Il suo dissolvimento verr a coincidere a un tempo con la morte del suo capo, fucilato dai partigiani a Giulino di Mezzegra (Como) il 28 aprile 1945, e con la fine della guerra in Europa, avvenuta l8 maggio seguente in seguito alla resa incondizionata della Germania. Da un lato, infatti, la RSI legata indissolubil mente alla storia del fascismo e alla vicenda personale del suo leader; dallaltro pu essere compresa soltanto sullo sfondo del conflitto mondiale nella sua fase conclusiva. Le modalit con cui la Repubblica di Mussolini si costitu non furono n uniche n eccezionali, ma la accomunarono a tutti quei regimi strutturatisi, dal 1940 al 1944, in paesi invasi dalle armi naziste e fasciste, regimi la cui sorte era strettamente dipendente dalle fortune militari delloccupante. Il 15 settembre 1943 un comunicato radio annunciava la ricostituzione del regime fascista, in forma repubblicana, del partito, della milizia. Contemporaneamente, a tutti i funzionari dello Stato, del partito e delle organizzazioni di massa venne ordinato di collaborare con le autorit di occupazione. Otto giorni dopo, il 23 settembre, Mussolini ritorn in Italia. Il 27 si riun, per la prima volta, il nuovo Consiglio dei ministri, i cui membri erano stati designati nei giorni precedenti. Si trattava, a questo punto, di giustapporre alla testa un qualche corpo che avesse una parvenza di staLa carta evidenzia la posizione tualit, e quindi bisognava affrontare le questioni della ricostituzione di dei principali campi di concentramento un apparato militare, della riorganizzazione delle strutture burocratiche, delitaliani: la Risiera di San Sabba, unico Lager vero e proprio collocato la ripresa (per quanto possibile) delle relazioni diplomatiche, dellimpoin territorio nazionale, e i campi stazione di una politica economica e finanziaria. Non esiste infatti Stato sendi transito di Fossoli di Carpi za esercito, burocrazia, diplomazia e facolt di battere moneta propria. e di Bolzano-Gries. Tutto ci in un contesto definito dalla guerCampi di concentramento Austria ra e dovendo fare i conti con la macchina e di transito per deportati ebrei e politici doccupazione tedesca. Gries Come molti dei gerarchi che attorniavano SVIZZERA Bolzano Mussolini tra Gardone e Sal amavano ripetere, il fascismo avrebbe allora vissuto la sua Bergamo Trieste Milano seconda ondata; non per caso la RepubSal Verona San Sabba Venezia blica si definiva per lappunto sociale, e la Adige Po Torino sua propaganda rilanciava umori anticapiFossoli Carpi talisti e antiborghesi, conditi va precisato Bologna Genova A di radicale antisemitismo 47 . Nei fatti, per, D Gotica (d R al giu Linea I gno 1 ) questimpronta fascista radicale si espresse 944 MAR non tramite una maggiore centralizzazione, Arno Firenze LIGURE bens attraverso il sovrapporsi di strutture e
SOCIALE ITALIANA

LA REPUBBLICA

Ritorno alle origini e sovranit limitata

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RIFLETTERE SUI DOCUMENTI

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G Analizza le misure antisemite prese dalla RSI immediatamente dopo la propria costituzione, e confrontale con la tesi, assai diffusa, della prevalente, se non esclusiva, responsabilit tedesca nella deportazione degli ebrei dallItalia. G Leggi le schede sui principali campi di concentramento e transito attivi in Italia dopo l8 settembre 1943 e confrontale con le informazioni di cui eri gi in possesso.

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Guerra e collaborazionismi

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Offriamo alla riflessione alcuni documenti sulla radicalizzazione antise-

mita verificatasi nelle file del fascismo dopo la sua resurrezione in forma repubblicana. Come nel 1938, siamo di fronte a un fenomeno che ha essenzialmente radici endogene, e non pu essere in alcun modo spiegato con pressioni esterne da parte delloccupante nazista, che non a caso si era premurato, nelle prime settimane successive all8 settembre 1943, di agire in prima persona contro gli ebrei residenti in Italia, e solo successivamente allemanazione delle disposizioni antisemite qui riportate (documento A) ristruttur i propri organi operanti in Italia al fine di realizzare il massimo di sinergia possibile con le autorit salodiane. Seguono tre schede (documento B) dedicate ai maggiori insediamenti concentrazionari esistenti in Italia (la cui collocazione visibile nella piccola carta riportata a p. 110). Tutti questi testi sono reperibili on line al sito: http://www.romacivica.net/anpiroma/deportazione/deportazionecampib.htm.

Lantisemitismo radicale della RSI

A
Ordine di polizia n 5 emanato il 30 novembre 1943 dal ministero dellInterno della RSI1. 1. Tutti gli ebrei a qualunque nazionalit appartengano e comunque residenti nel territorio nazionale debbono essere inviati in appositi campi di concentramento. 2. Tutti coloro che, nati da matrimonio misto, ebbero in applicazione delle leggi razziali vigenti il riconoscimento di appartenenza a razza ariana, debbono essere sottoposti a speciale vigilanza dagli organi di polizia. Siano pertanto concentrati gli ebrei in campo di concentramento provinciale, in attesa di essere riuniti in campi di concentramento speciali appositamente attrezzati.
1. Ministero dellInterno della RSI, il dicastero era guidato da Guido Buffarini Guidi, fascista della prima ora e sottosegretario agli Interni dal 1933 al 1943.

B
La Risiera di San Sabba
Lo stabilimento (vicino aTrieste), per la pilatura del riso, venne costruito nel 1913. Dopo l8 settembre 1943 fu utilizzato dalloccupatore tedesco come campo di prigionia per i militari italiani catturati. Verso la fine di ottobre i nazisti strutturarono la Risiera come Polizeihaftlager (campo di detenzione di polizia), destinandola sia allo smistamento dei deportati nei campi di concentramento e sterminio, sia successivamente alla detenzione ed eliminazione di partigiani, detenuti politici ed ebrei. [] In un edificio a quattro piani venivano rinchiusi in camerate, gli ebrei e i prigionieri politici, anche donne e bambini, destinati alla deportazione nei campi di Dachau, Auschwitz, Mauthausen. [] Il numero delle vittime cremate in Risiera di circa 3000-5000 persone (triestini, sloveni, croati, friulani, istriani ed ebrei). Ma un numero ben maggiore di prigionieri sono passati dalla Risiera e smistati nei Lager: pi di 25 000. pato dai tedeschi per poi essere ceduto alla neonata RSI che ne fa un centro di concentramento per ebrei. Dall8 febbraio del 1944 subentra la gestione da parte della SS: Fossoli diventa campo di transito per prigionieri politici ed ebrei destinati ai Lager. Dalla stazione di Carpi vengono deportati, in sette mesi, 2465 prigionieri politici e 2458 ebrei; tra questi ultimi, nel trasporto del 22 febbraio Primo Levi. Il 2 agosto 1944, il campo viene abbandonato e trasferito a BolzanoGries.

Il campo di Bolzano-Gries
Il Polizeiliches Durchgangslager Bozen la prosecuzione del Polizei und Durchgangslager Fossoli; lavanzata degli Alleati con il conseguente arretramento del fronte sulla Linea Gotica e lintensificarsi delle azioni partigiane provocarono il trasferimento del campo verso Nord. Furono almeno 11 116 i prigionieri transitati per Bolzano-Gries, che fungeva da centro di raccolta e detenzione per politici, zingari, ebrei rastrellati, e ostaggi catturati nel Centro e Nord Italia. Il Lager principale occupava unarea di circa 2 ettari, e aveva alle sue dipendenze dei sottocampi, dislocati sul territorio provinciale.

Il campo di Fossoli
Viene istituito dalle autorit monarchicofasciste nel maggio 1942 come campo per prigionieri di guerra inglesi. Dopo l8 settembre del 1943 viene occu-

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Cartolina per larruolamento nellesercito della Repubblica sociale italiana.

istanze spesso in conflitto tra loro. come se fossero convissuti, per il breve arco di vita della RSI, due apparati paralleli , il primo costituito dalla normale burocrazia statale periferica, il secondo dalle entit politiche, poliziesche in particolare, a cui il fascismo repubblicano aveva dato vita e in cui si esprimeva 48 . La radice del caos istitu zionale tipico della RSI va individuata nella presenza di un potere autonomo come quello costituito dalla macchina doccupazione tedesca; a ci si sovrappose una molteplicit di istanze fasciste. Sarebbe difficoltoso accreditare alla RSI le caratteristiche di uno Stato vero e proprio: non aveva il controllo del suo territorio, non disponeva di un proprio esercito, non era in grado di battere moneta, non poteva sviluppare una politica estera n aveva un proprio status internazionale che non fosse quello concessole dal Terzo Reich. Lunica caratteristica statuale che ancora possedeva era un apparato amministrativo, alla cui autonomia ponevano per limiti pesanti la macchina doccupazione germanica e, dalla primavera 1944, il movimento partigiano. La RSI dur appena venti mesi; il regime monarchico-fascista ventanni. Nella memoria collettiva del paese, per, limmagine del fascismo che si tramand fu quella della Repubblica sociale. Ci vale sia per la maggioranza della popolazione, che di Mussolini e della sua dittatura elabor una visione critica o quanto meno distaccata, sia per le minoranze che allesperienza fascista vollero continuare a ispirarsi. Per i primi prevalse la visione drammatica di unItalia in guerra, invasa e bombardata, come sinonimo del fascismo in tutta la sua parabola; i secondi trovarono invece maggiori fonti dispirazione, piuttosto che in un regime basato sul compromesso permanente con le lite tradizionali, in un fascismo repubblicano ammantato di retorica radicale, sedicente sociale, che aveva esaltato le pulsioni elitiste, vitaliste, decadenti che gli erano congenite. Non per caso il libro di memorie di un combattente della RSI, Carlo Mazzantini, si intitola A cercar la bella morte, e una delle pi note canzoni della Brigata nera scandisce: Le donne non ci vogliono pi bene / perch portiamo la camicia nera / Hanno detto che siamo da catene / hanno detto che siamo da galera.

RIFLETTERE SUI DOCUMENTI

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G Qual il significato profondo della trasformazione del PFR in Brigate nere? G Che cosa suggeriscono liconografia, gli slogan e i canti delle Brigate nere? Quale visione del mondo, quali valori e convinzioni ne traspaiono?

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P ropugnatore fin dal suo apparire dellillegalit violenta e del santo

manganello, il fascismo chiuder sanguinosamente la sua parabola politica ultraventennale facendosi partito della guerra civile. questo il senso della trasformazione, decisa allinizio dellestate 1944, del Partito fascista repubblicano (PFR) in Brigata nera. Nel brano che segue Dianella Gagliani, attenta studiosa del fascismo repubblicano e autrice di unopera fondamentale sulle Brigate nere (Brigate nere. Mussolini e la militarizzazione del Partito fascista repubblicano, Torino, Bollati Boringhieri, 1999), offre una rapida sintesi delle vicende delle formazioni militarizzate della RSI che pi sono rimaste impresse nella memoria collettiva come sinonimo di condotta brutale ed efferata. Integra la documentazione il testo di una canzone di una Brigata nera toscana.

Dallo squadrismo alle Brigate nere

La militarizzazione del PFR


mobilitazione delle brigate nere port a una escalation della violenza e a un salto di qualit nella guerra civile: lestate del 1944 pu ben definirsi unestate di sangue. Le cifre della mobilitazione dei fascisti nelle file delle brigate nere sono difficili da stabilire, siamo tuttavia piuttosto sicuri che, al 20 settembre 1944, gli uomini inquadrati fossero 11 620 e che, probabilmente, a fine ottobre essi raggiunsero i 16 000. Si trattava, per la maggioranza, di fascisti convinti e decisi a una guerra spietata con la Resistenza, ma non mancarono giovani e perfino adolescenti persuasi della maggiore volont di lotta del partito rispetto alle altre strutture della RSI. Il brigatista nero rappresentava del resto il modello maschile per eccellenza: credente e combattente, doveva essere integerrimo, determinato e votato alla morte per Mussolini e la causa fascista. La realt non corrispose sempre al modello (fuorch per la violenza), ma ancor prima furono gli scopi delle brigate nere (limposizione del fascismo e del prolungamento del conflitto) a non incontrare ladesione della popolazione, stanca della guerra e del fascismo.
(D. Gagliani, Brigate nere, in V. de Grazia - S. Luzzatto [a cura di], Dizionario del fascismo, I, Torino, Einaudi, 2002, pp. 199-200)

Il 21 giugno 1944 Mussolini ordin che dal 1 luglio successivo tutti gli iscritti al PFR di et compresa fra i 18 ed i 60 anni costituissero il Corpo ausiliario delle camicie nere, che le federazioni del partito si trasformassero in brigate il cui comando era da affidarsi ai capi politici locali, che tutta lorganizzazione del PFR fosse militarizzata con la rinuncia ai compiti assistenziali e propagandistici. Non ci sarebbero stati gradi, ma solo funzioni di comando e il corpo, sottoposto alla disciplina di guerra e agli ordini del capo della provincia sarebbe stato impiegato contro i sicari ed i gruppi di complici del nemico. Le brigate nere nacquero dunque con lo scopo dichiarato della lotta alla Resistenza. A differenza degli altri corpi armati che almeno sulla carta asserivano di voler combattere contro il nemico esterno, le brigate nere dichiararono apertamente la guerra nel fronte interno, e specialmente contro il nemico interno: I compiti sono quelli del combattimento per lordine pubblico, per lordine rivoluzionario, per la lotta antiribellistica, per la liquidazione degli eventuali nuclei di paracadutisti nemici, recitava la circolare del 25 luglio del segretario del PFR (Alessandro Pavolini), che specificava: Nelle azioni antiribelli, le squadre non fanno prigionieri. La

A noi la morte non ci fa paura


O battaglion toscano il bello tu... sei tu di tutta la Repubblica la meglio giovent. Qualcuno arriccia il naso vorrebbe biasimar ma noi non si fa caso si tira a camminar. E con in testa il nostro comandante lo seguiremo lungo il suo cammin canta mitraglia la rumba fulminante ch legionari siam di Mussolin. A noi la morte non ci fa paura: ci si fidanza e ci si fa lamor, se poi ci avvince e ci porta al cimitero saccende un cero e non se ne parla pi. Vogliam morire tutti crocefissi, per riscattare unora di vilt, se ci restasse di vita un sol minuto noi lo vivremo per uneternit.

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Le immagini degli occhielli


p. 1 p. 19 p. 43 p. 59 p. 81 p. 115 p. 143

La reazione al sovversivismo negatore, una delle opere esposte alla Mostra della Rivoluzione fascista nel 1932. Cartolina pubblicitaria di una ditta specializzata in forniture per cartoleria, 1938 circa. Parata nazista nelle vie di Norimberga, 1933. Manifestazione a Milano in sostegno del dittatore spagnolo Francisco Franco, 1939. La prima pagina de La Stampa dell11 giugno 1940 che annuncia lentrata in guerra dellItalia. Migliaia di persone inneggiano al nazismo durante la festa del Partito nazionalsocialista a Norimberga nel 1938. Mussolini a Cinecitt durante le riprese del film Scipione lAfricano, 1937.

Referenze iconografiche
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