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BOCCACCIO - IL DECAMERON LA STRUTTURA DELLOPRERA

Il Decameron una raccolta di 100 novelle inquadrate in una cornice narrativa. Fu scritto probabilmente tra il 1348 e il 1353. Lautore racconta come durante la peste che nel 1348 devasta Firenze, una brigata di sette fanciulle e tre giovani di elevata condizione sociale decida di cercare scampo dal contagio ritirandosi in campagna. Qui i 10 giovani trascorrono il tempo tra banchetti, canti, balli e giochi e decidono di raccontare ogni giorno una novella ciascuno. Quotidianamente viene eletto dalla brigata un re che deve fissare un tema ai narratori. Nellintroduzione a ogni giornata viene descritta l avita gioiosa e idilliaca della brigata; tra una novella e laltra si inseriscono ancora i commenti degli uditori su ci che hanno ascoltato e ogni giornata chiusa da una conclusione in cui inserita una ballata, cantata a turno da uno dei giovani. Lesercizio del raccontare occupa dieci giorni: da qui proviene il titolo dellopera che in greco significa appunto di dieci giorni.

PROEMIO
Il libro si apre con un Proemio, che di fondamentale importanza perch vi si delineano i motivi che domineranno nellopera intera. Boccaccio afferma il proposito di voler, tramite IL Decameron, giovare a coloro che sono afflitti da pene damore, dilettandoli con piacevoli racconti e dando loro utili consigli. Dal Proemio quindi chiaro il pubblico a cui lopera rivolta: le donne, e pi precisamente <<quelle che amano>>. pubblico non composto di letterati di professione

Sempre nel Proemio Boccaccio spiega di volersi rivolgere alle donne per rimediare al <<peccato della fortuna>>. Sostiene infatti che le donne hanno molte meno distrazioni alle pene damore rispetto alluomo che ha la possibilit di cacciare, di giocare, di commerciare ecc..
IL TEMA FONDAMENTALE DEL DECAMERON LA CAPACIT DELLINDIVIDUO DI SUPERARE LE AVVERSIT E DI IMPORRE IL SUO DOMINIO SU UNA MULTIFORME E IMPREVEDIBILE REALT REGOLATA DALLA FORTUNA

I DIECI NOVELLATORI
Nel gruppo dei novellatori le donne sono ben 7 contro 3 uomini: La disparit voluta sia perch il libro dedicato al pubblico femminile delle <<vaghe donne>> sia per evitare la formazione di coppie che avrebbero minato lunit solidale del gruppo. Sette un numero-chaive del simbolismo medievale in quanto indica compiutezza e pienezza di vita.

BOCCACCIO E LE DONNE
Tra gli autori della letteratura delle origini,Boccaccio quello che ha maggiormente a cuore le donne. La donna appare lepicentro del suo mondo narrativo fina dalle opere giovanili. La figura femminile il cardine in torno a cui ruota tutta la dimensione romanzesca dello scrittore. Il percorso femminile di Boccaccio si mostra pi complesso di quanto non appaia a prima vista. Eppure resta evidente che lo scrittore riserva alle donne un posto in primo piano del tutto inedito rispetto alle abitudini letterarie della sua epoca. Per accattivarsi la simpatia delle donne ovviamente non c modo migliore che far parlare le donne alle donne infatti le protagoniste delle novelle incarnano le tante possibili sfumature della condizione femminile.

Tra le pagine del libro incontriamo moltissime donne quasi sempre colte nella loro dimensione di vita quotidiana che ottiene per la prima volta rilievo e dignit letteraria. Non solo per le donne sono le lettrici e le protagoniste del libro: ne sono in u certo senso anche le autrici. La cornice del Decameron infatti elegge 7 di loro al compito impegnativo ma gratificante di prendere la parola per divenire novellatrici.

LA REALTA
Le vicende sono ambientate in una realt storica determinata e ben riconoscibile. Il pi delle volte al centro dellattenzione una realt cittadina, borghese e mercantile, contemporanea o di un recente passato. La realt mercantile: al mondo dei mercanti Boccaccio dedica nelle sue novelle molta attenzione. Ha quindi grande rilievo la realt del calcolo prudente, dello scambio vantaggioso, del maneggio accorto di denaro e dellaccumulo di ricchezza. L industria umana: uno dei temi centrali del Decameron lindustria, lumana iniziativa che sa superare le avversit opposte dalla fortuna e dagli uomini, che sa dominare la realt oggettiva e piegarla ai propri fini. prodotto della civilt mercantile Es. virt, intelligenza, capacit di parlare.. La nostalgia cortese: accanto alla rappresentazione della realt mercantile vi anche la nostalgia di un mondo cavalleresco ispirato al valore della cortesia. Boccaccio vagheggia una fusione tra i due ordini di valori. Lui pensa che la nuova realt del denaro possa conservare il gusto della cortesia e del vivere splendido, della generosit e della magnanimit interessata.

LA FORTUNA
La vita dei mercanti sottoposta continuamente allimprevisto che pu favorire o portarla al fallimento. Nasce quindi lidea che la realt dominata da una forza capricciosa e imprevedibile, la Fortuna. Nella visione della societ mercantile la Fortuna diviene solo un complesso accidentale di forze, non pi regolato da alcuna volont superiore (come in Dante) : quello che noi diremmo il caso. Questo non esclude la presenza di Dio ma ritaglia una sfera autonoma, la sfera dellagire umano uomo protagonista del suo agire. Fortuna: la risultante oggettiva di una serie multiforme e complessa di forze e di agenti naturali e sociali; essa pu manifestarsi attraverso fenomeni naturali oppure il combinarsi imprevisto di azioni umane. La fortuna pu essere avversa o favorevole ed la grande antagonista dellindustria umana che per misurarsi con essa deve dar prova di saper calcolare, prevedere in anticipo, porre difese ma deve anche sapersi dimostrare rapida a escogitare ripari davanti a colpi bassi della fortuna.

LAMORE
Laltra grande forza che anima luniverso del Decameron lamore: essa che costituisce il tema centrale di molte novelle e muove liniziativa di molti personaggi. Anche lamore visto in una prospettiva tutta laica e terrena. Lamore inteso come una forza che scaturisce dalla natura e in quanto tale una forza sana e positiva che sarebbe assurdo e vano frenare o reprimere, anzi, soffocarla una colpa che pu generare sofferenza e morte. Boccaccio vede con favore gli eroi che adoperano ogni mezzo per raggiungere il loro fine amoroso. La realt della carne e del desiderio sensuale essendo considerata come manifestazione di una forza di natura fondamentalmente spontanea e innocente sempre completata da Boccaccio con occhio sereno e sgombro di malizia.

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