San Giuseppe: La vita nello spirito dello sposo di Maria
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About this ebook
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San Giuseppe, in quanto padre di Gesù e sposo di Maria, è definito, proprio per la sua fede, con l’appellativo sobrio e grandioso di uomo giusto, perché disponibile a obbedire fedelmente alla Parola di Dio.
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Il falegname di Nazareth è stato a suo modo un rivoluzionario, perché non obbedì alle leggi del suo tempo, ma abbracciò, mosso dallo Spirito, la volontà divina. Giuseppe si è fatto carico di una paternità non sua. Cresce il Figlio di Dio e lo accompagna alla maturità come un amorevole papà.
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La missione per la quale Giuseppe è stato prescelto da Dio è quella di essere il Custode del Redentore, ossia di Gesù. Il Figlio di Dio, infatti, facendosi uomo, ha voluto nascere come tutti noi in una famiglia, per esservi accolto ed educato. Interiormente preparato e guidato dallo Spirito Santo, Giuseppe riconosce pienamente il volto di Dio. Lo Spirito Santo che forma nel modo più perfetto ogni amore umano, certamente ha concesso al cuore di Giuseppe una sensibilità del tutto particolare ai suoi impulsi, rigenerando il vero uomo. Mentre la coppia di Adamo ed Eva era stata sorgente del male che ha inondato il mondo, quella di Giuseppe e Maria costituisce il vertice, dal quale la santità si espande su tutta la terra.
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Il Salvatore ha iniziato l’opera della salvezza con questa unione verginale e santa, nella quale si manifesta la sua onnipotente volontà di purificare e santificare la famiglia, questo santuario dell’amore e questa culla della vita.
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San Giuseppe è l’esempio dell’unico vero uomo, Gesù Cristo, ed esorta ognuno a esserlo, come ha sottolineato lo stesso Papa Francesco: “Se Gesù uomo ha imparato a dire papà, padre, al suo Padre che conosceva come Dio, lo ha imparato dalla vita, dalla testimonianza di Giuseppe: l’uomo che custodisce, l’uomo che fa crescere, l’uomo che porta avanti ogni paternità e ogni mistero, ma non prende nulla per sé”.
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La vita spirituale di San Giuseppe diventa la nostra, anche attraverso la nostra vita di preghiera, per questo nel libro troviamo spunti di preghiera per la nostra crescita nella volontà del Padre.
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Book preview
San Giuseppe - Emilio Reghenzi
Emilio Reghenzi
San Giuseppe
La vita nello spirito dello sposo di Maria
© 2021 - Gilgamesh Edizioni
Via Giosuè Carducci, 37 - 46041 Asola (MN)
gilgameshedizioni@gmail.com - www.gilgameshedizioni.com
Tel. 0376/1586414
È vietata la riproduzione non autorizzata.
In copertina: Gesù nella bottega di san Giuseppe di Gherardo delle Notti.
© Tutti i diritti riservati.
UUID: 293344d4-2e58-4c9f-80c7-8c24054f4dd0
Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write
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Indice dei contenuti
ORAZIONE A SAN GIUSEPPE
Prefazione
INTRODUZIONE
SAN GIUSEPPE NEI VANGELI CANONICI
Vangelo di Matteo
Vangelo di Marco
Vangelo di Luca
Vangelo di Giovanni
SAN GIUSEPPE NEI SANTI PADRI E TESTIMONI DELLA TRADIZIONE
SAN GIUSEPPE NEI DOCUMENTI PONTIFICI
SAN GIUSEPPE NEI DOCUMENTI ATTUALI DEL MAGISTERO
ANALISI DEI TESTI EVANGELICI
CONCORDANZA DI MATTEO E LUCA
GIUSEPPE NEI VANGELI APOCRIFI
CHI È SAN GIUSEPPE
Giuseppe sposo di Maria
Il silenzio di Giuseppe
Giuseppe uomo giusto
Il simbolo del sogno nella vita di Giuseppe
Giuseppe il custode di Gesù
La missione di Giuseppe
Giuseppe modello di ogni padre
L’Amato Giuseppe
LA VITA IN SPIRITO SANTO – LA VITA IN SPIRITO SANTO DI SAN GIUSEPPE
Introduzione
San Giuseppe ha vissuto l’uomo perfetto: Gesù Cristo
L’uomo realizza sé stesso in Dio
Giuseppe nell’abbandono realizza ciò che è
La Parola svela l’essere dell’uomo - Le potenze per divenire Dio in Cristo - L’uomo diventa uomo nuovo in Cristo, testimone dell’Amore
Parola, nome di Gesù, possessione di Gesù, in Giuseppe
Lo Spirito Santifica l’uomo rendendolo uomo nuovo in Cristo
Giuseppe e Maria, veri, in Cristo, in Spirito
L’uomo comprende di essere uomo nuovo in sé
San Giuseppe nel Mistero della Natività riconosce la sua Santità
L’uomo è nuovo ascoltando e vivendo la Parola in Spirito e preghiera
Lo Spirito di preghiera e la conoscenza della Parole fuoriesce da Giuseppe
Il peccato deturpa l’uomo nuovo e lo riconduce ad essere uomo vecchio
Giuseppe comprende la bruttezza del male, dell’uomo peccatore
L’uomo nuovo nasce mediante la croce
Giuseppe e Maria si rendono conto che non si vive senza la croce
L’uomo in Cristo creatura nuova
Giuseppe e Maria concepiscono che non si vive senza Dio
Esigenze della conversione a Cristo
San Giuseppe vive Gesù e dona Gesù
LO SPIRITO SANTO ED I SACRAMENTI – SAN GIUSEPPE VIVE COME SACRAMENTO NELLE VIRTÙ
LO SPIRITO SANTO NEI SINGOLI SACRAMENTI
BATTESIMO
In San Giuseppe vive il Battesimo
CONFERMAZIONE
San Giuseppe, re, profeta, sacerdote
EUCARISTIA E RICONCILIAZIONE
IL SACRAMENTO DELL’EUCARISTIA
San Giuseppe uomo eucaristico
IL SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE
Che cosa è il peccato?
San Giuseppe vive la Riconciliazione
SACRAMENTO DEL MATRIMONIO
Giuseppe e Maria veri Sacramento
ESSERE UOMO NUOVO IN CRISTO AD OPERA DI SPIRITO SANTO
L’uomo nuovo in Cristo è Amore
Amare significa accogliere senza condizioni e condividere i bisogni degli altri
Amare significa donare se stessi
Dobbiamo amare nella verità
Atteggiamenti dell’uomo nuovo in Spirito
L’uomo nuovo è l’uomo guidato dallo Spirito
San Giuseppe uomo di fede abbandonato in Spirito
Colui che vive in Spirito è uomo libero
L’uomo nuovo è l’uomo della luce
San Giuseppe uomo della speranza che vive nella luce
L’uomo spirituale è l’uomo dell’Amore
San Giuseppe uomo nuovo è Amore
L’uomo nuovo coglie tutto nell’unità
L’uomo nuovo è uomo di comunione
L’uomo nuovo vive i doni di Spirito Santo
L’uomo spirituale compie ogni cosa nella volontà del Padre
I DONI DI SPIRITO IN SAN GIUSEPPE
La virtù di Religione in San Giuseppe
L’Obbedienza in San Giuseppe
La Fortezza di San Giuseppe
L’umiltà di San Giuseppe
Attualità di San Giuseppe
DEVOZIONI A SAN GIUSEPPE
Preghiere del giorno per la novena a San Giuseppe
LITANIE A SAN GIUSEPPE
A TE O BEATO GIUSEPPE
SACRO MANTO DI SAN GIUSEPPE
Introduzione
PIE SUPPLICHE IN RICORDO DELLA VITA NASCOSTA DI SAN GIUSEPPE CON GESÙ E MARIA
INVOCAZIONI A SAN GIUSEPPE
AVE GIUSEPPE
A SAN GIUSEPPE PATRONO DELLA CHIESA COMPOSTA DA SAN PAOLO VI)
PER OTTENERE UNA BUONA MORTE
CONSACRAZIONE DELLA FAMIGLIA A SAN GIUSEPPE
SETTE SUPPLICHE A SAN GIUSEPPE
PREGHIERA A SAN GIUSEPPE PADRE PUTATIVO
PREGHIERA A SAN GIUSEPPE LAVORATORE PER CHIEDERE LA GRAZIA DEL LAVORO O BENEDIRE IL PROPRIO LAVORO
LA GRANDE PROMESSA DI SAN GIUSEPPE
POTENTE PREGHIERA DI TRENTA GIORNI A SAN GIUSEPPE IN ONORE DEI TRENT’ANNI ANNI CHE HA TRASCORSO CON GESÙ E MARIA
PREGHIERA A SAN GIUSEPPE DORMIENTE
PREGHIERA A SAN GIUSEPPE (COMPOSTA DA PAPA GIOVANNI PAOLO II)
PREGHIERA A SAN GIUSEPPE ARTIGIANO (COMPOSTA DA PAPA PIO XII)
GLORIOSO SAN GIUSEPPE (COMPOSTA DA SAN FRANCESCO DI SALES)
IL NOME TUO, O GIUSEPPE, È IL CONFORTO DEI MORTALI (COMPOSTA DAL BEATO BARTOLO LONGO)
MEDITAZIONI E PREGHIERE A SAN GIUSEPPE (SETTENARIO DI MEDITAZIONI E PREGHIERE IN ONORE DI S. GIUSEPPE DI SAN ALFONSO M. DE’ LIGUORI)
O SAN GIUSEPPE SCELTO DA DIO (COMPOSTA DA SAN GIOVANNI XXIII)
CORONCINA A SAN GIUSEPPE (COMPOSTA DAL BEATO DON GIACOMO ALBERIONE)
ROSARIO A SAN GIUSEPPE
TI SALUTO GIUSEPPE (COMPOSTA DA SAN GIOVANNI EUDES)
APPENDICI
VITA DI S. GIUSEPPE SPOSO DI MARIA SS. - Di San Giovanni Bosco
Capo I
Capo II
Capo III
Capo IV
Capo V
Capo VI
Capo VII
Capo VIII
Capo IX
Capo X
Capo XI
Capo XII
Capo XIII
Capo XIV
Capo XV
Capo XVI
Capo XVII
Capo XVIII
Capo XIX
Capo XX
Capo XXI
Capo XXII
ESORTAZIONE APOSTOLICA REDEMPTORIS CUSTOS DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II SULLA FIGURA E LA MISSIONE DI SAN GIUSEPPE NELLA VITA DI CRISTO E DELLA CHIESA
Introduzione
I) IL QUADRO EVANGELICO
II) IL DEPOSITARIO DEL MISTERO DI DIO
III) L’UOMO GIUSTO - LO SPOSO
IV) IL LAVORO ESPRESSIONE DELL’AMORE
V) IL PRIMATO DELLA VITA INTERIORE
VI) PATRONO DELLA CHIESA DEL NOSTRO TEMPO
SAN GIUSEPPE NELLA VITA E NEGLI SCRITTI DI LUISA PICCARRETA SERVA DI DIO DELLA DIVINA VOLONTÀ
BIBLIOGRAFIA
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Note
ENKI
Saggistica
28
ORAZIONE A SAN GIUSEPPE
A voi, o beato Giuseppe, nella nostra tribolazione ricorriamo e dopo d’avere implorato l’aiuto della vostra Santissima Sposa, anche il vostro patrocinio, fiduciosi invochiamo. Deh, per questa carità che vi strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno con cui abbracciaste il fanciullo Gesù, riguardate, ve ne preghiamo con occhio benigno, alla eredità, che Gesù Cristo acquistò con il suo sangue, e col vostro potere e aiuto sovvenite ai nostri bisogni. Proteggete, o provvido Custode della Divina Famiglia, l’eletta prole di G.C.; allontanate da noi, o Padre amatissimo, ogni peste d’errori e di vizi; propizio dal cielo assisteteci, o nostro fortissimo protettore, in questo combattimento colla podestà delle tenebre; e come un tempo campaste dall’estremo pericolo della vita il pargoletto Gesù, così ora difendete la Santa Chiesa di Dio dalle insidie nemiche e da ogni avversità; e sopra ciascuno di noi stendete ognora, a vostro esempio e col vostro soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo. Così sia. (Indulgenza di 7 anni e 7 quarantene ad ogni recita di quest’Orazione. Leone XIII, 15 Agosto 1889, Imprimatur Sua Eccellenza A.M. Mantegazza, Episc. Famag., Vic. Gen.).
Prefazione
Giuseppe di Nazareth è tuttora una delle figure più familiari nel vasto e multiforme panorama della santità. Ne è una prima, immediata riprova la presenza assai diffusa della sua immagine nelle chiese, da quelle principali fino alle cappelle più umili. E non sono rare neppure le edicole votive costruite in onore del santo, addossate alle pareti degli edifici o poste lungo le strade di campagna. Brescia - il capoluogo della terra d’origine dell’autore di questo volume - agli inizi del XVI secolo gli ha dedicato un tempio di proporzioni monumentali, eretto in pregevoli forme rinascimentali a pochi passi dalla centralissima piazza della Loggia.
Segni tangibili della devozione a san Giuseppe non mancano neppure nelle case. In quante di esse - appesa alle pareti o posata su qualche mobile - occhieggia la sua fisionomia, spesso associata a Maria e Gesù nell’iconografia della Sacra Famiglia! Va da sé che non esiste presepe senza la sua brava statuetta del patriarca. Si tratta spesso di immagini di fattura non eccelsa, che indulgono ad un gusto oleografico tale da far storcere il naso alle sensibilità più coltivate, ma sono comunque testimonianze vivide di un genuino attaccamento. Del resto la porta di casa si apre volentieri solo a coloro di cui si ha piena fiducia.
Per quanto possa sembrare paradossale, non è detto che alla familiarità corrisponda sempre un’effettiva e approfondita conoscenza. Il caso di san Giuseppe è sotto questo aspetto veramente emblematico. La diffusa venerazione e il suo carattere spiccatamente popolare sembrano infatti associarsi, perlomeno in non pochi fedeli, ad una percezione del santo in certo modo semplificata. Così si è insistito fin quasi alla monotonia su alcuni aspetti legati alla sua vita e alla sua missione, ma se ne sono trascurati molti altri. Se, ad esempio, il ruolo di Giuseppe quale custode di Gesù bambino e il patrocinio degli agonizzanti affondano le loro radici nei secoli, spetta soprattutto alla speculazione teologica novecentesca l’aver approfondito il tema della santificazione del lavoro nel nome del falegname di Nazareth.
È appunto nell’ottica di una salutare replica a certa ristrettezza di prospettiva che ben si inserisce questo libro. Don Emilio Reghenzi rivendica infatti tutta la ricchezza della figura di san Giuseppe, sottolineandone l’importanza in rapporto alla storia della Salvezza e alla vita della Chiesa. Così facendo si inserisce in una bimillenaria riflessione che dalle fonti bibliche - oggetto nel volume di una puntuale esegesi - giunge ai Padri della Chiesa, ai mistici e ai teologi. Ma questa articolata analisi, condotta in una pluralità di richiami tematici, non implica affatto un atteggiamento di frettolosa svalutazione della devozione tradizionale. Alcuni tra i più consolidati schemi di preghiera legati al culto del santo vengono anzi ripresi, proponendone un’interessante antologia. Entriamo così in quel patrimonio di pratiche devote, novene, atti di affidamento di cui volentieri si avvaleva la Chiesa - soprattutto nei secoli XVIII-XIX - in quanto costituivano uno strumento di preghiera e di catechesi accessibile anche, e forse soprattutto, ai ceti meno abbienti e meno colti. Sono pagine che rientrano in quel filone di autentica pietà popolare caro a santi della statura di Alfonso de’ Liguori e Giovanni XXIII. È possibile invece che oggi questi testi siano quasi del tutto sconosciuti, soprattutto ai lettori più giovani.
L’aver incorniciato la propria meditazione tra la Sacra Scrittura e le voci più autorevoli della Chiesa da un lato e gli apporti della religiosità popolare dall’altro, implica – ritengo – un invito alla sintesi. Da vero pastore in cura d’anime don Reghenzi pare suggerire che l’innata familiarità e una devozione troppo legata alla consuetudine da sole non bastano per cogliere la densità spirituale del nostro santo. Sono stimoli importanti, certo, ma è doveroso irrobustirli e ravvivarli. Il Magistero, altra fonte oggetto degli approfondimenti dell’autore, resta la via migliore per dare sostanza e autenticità al legame tra i fedeli e san Giuseppe, celeste patrono - per volontà del beato Pio IX – della Chiesa universale.
Andrea Lui
INTRODUZIONE
Nella liturgia è chiaramente affermato che nella pienezza dei tempi San Giuseppe cooperò al grande mistero della redenzione e, inoltre, che Dio ha voluto affidare gli inizi della nostra redenzione alla custodia di San Giuseppe.
Nonostante questo, è sotto gli occhi di tutti come la figura e la missione di San Giuseppe non interessino i programmi di Teologia, nella convinzione generale che San Giuseppe sia una figura marginale, come viene anche scritto, la persona di Giuseppe non ha nessun rilievo nel racconto evangelico e quindi nessuna relazione con Gesù. Egli è fatto scomparire con fretta dalla scena, senza una chiara giustificazione.
Poiché evidentemente le due posizioni non quadrano, è necessario che la Teologia presti più attenzione a una corretta interpretazione biblica, la quale sappia leggere nei fatti evangelici, che richiedono la presenza di San Giuseppe, quanto le parole da sole non dicono. Non è sufficiente ripetere che i Vangeli non ci riferiscono neppure una sua parola, per fare di San Giuseppe l’uomo del silenzio.
Sono i fatti che parlano per lui, i Vangeli parlano esclusivamente di ciò che Giuseppe fece. Infatti, San Giuseppe è stato chiamato da Dio a servire direttamente la persona e la missione di Gesù mediante il servizio della sua paternità: proprio in tal modo egli coopera nella pienezza dei tempi al grande mistero della redenzione ed è veramente ministro della salvezza. Chi serve non ha bisogno di parlare. I racconti evangelici sono appunto la descrizione della prestazione fedele di un singolare servizio, nel quale San Giuseppe si fa modello di obbedienza; i loro rispettivi Autori hanno ritenuto superflua ogni parola di spiegazione.
In effetti:
– è Giuseppe, che ha onorato con il titolo di sposo di Maria la sua divina maternità;
– è lui, figlio di Davide, che ha trasmesso a Gesù la discendenza davidica, indispensabile per essere riconosciuto come il Cristo;
– è lui che ha inserito Gesù tra i cittadini del mondo iscrivendolo all’anagrafe di Betlemme in occasione del censimento di Augusto;
– è lui che ha introdotto Gesù nel popolo dell’alleanza, provvedendo al rito della circoncisione;
– è lui che ha imposto al Verbo di Dio incarnato, su mandato del Padre e con pieno diritto legale, il nome di Gesù, che lo designa come Emanuele, ossia Dio con noi;
– è lui che lo ha presentato al Padre, compiendo l’offerta rituale del primogenito e partecipando alla successiva ratifica di tale offerta, fatta da Gesù dodicenne in occasione della sua permanenza nel tempio;
– è lui che ha protetto il Bambino e la madre nei viaggi dell’esilio e nella vita di profugo in Egitto;
– è lui che lo ha introdotto nella terra di Israele;
– è lui che lo ha domiciliato a Nazareth, qualificandolo Nazareno;
– è lui che ha provveduto a mantenerlo, procurandogli cibo e vestiti, e a crescerlo, come padre nutrizio;
– è lui che gli ha insegnato un mestiere e gli ha dato la categoria di figlio del falegname;
– è lui che lo ha educato alla preghiera e alla conoscenza della vita e del mondo.
Giuseppe è stato l’introduttore del Vangelo delle beatitudini, secondo una felice definizione di Paolo VI [¹] . Questo è Giuseppe, ovviamente una insigne figura nella testimonianza che di lui dà il Vangelo. Alla domanda che i discepoli fecero a Gesù sul motivo del suo parlare in parabole, egli aveva risposto citando Isaia:
A voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, agli altri invece non è dato… Beati i vostri occhi perché vedono e le vostre orecchie perché ascoltano. In verità vi dico che molti profeti e giusti hanno desiderato vedere quello che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare quello che voi ascoltate, e non l’udirono
[²] .
San Giuseppe non solo si trova tra i felici destinatari della beatitudine pronunciata da Gesù; egli è il giusto al quale è stato dato, e in modo assolutamente privilegiato, di conoscere i misteri del Regno, di vedere e di ascoltare l’atteso delle genti e, unico, di sentirsi da lui chiamare con il nome di abbà, papà, lo stesso appellativo usato da Gesù con il Padre dei Cieli. Siamo qui di fronte a un disegno divino, che pone la figura di San Giuseppe nella sua vera luce riguardo a Gesù e alla Chiesa, assegnandogli nell’opera salvifica quella relazione Cristocentrica, che giustifica ed esige nella Chiesa il pieno riconoscimento e l’esaltazione della sua dignità.
La figura di questo Santo prende e dona una luce nuova a tutti noi. Anche lui, il Falegname di Nazareth, fu giovane e fu la sua grande fede a permettergli di discernere la sua chiamata specifica e a intrecciarla con la vita della giovane Maria per poter offrire casa a un figlio particolare: Gesù.
Anche lui, Giuseppe, fu costretto, come tanti giovani oggi, a fuggire a causa della violenza dal suo paese, ma anche lui con generosità si è messo non solo in discussione di fronte agli eventi, ma in movimento per cambiare le cose. Giuseppe non ha avuto paura di ascoltare lo Spirito che suggerisce sempre scelte audaci pur di compiere la volontà di Dio [³] . È necessario andare in profondità e fare passi avanti tenendo conto della Parola di Dio, della parola di vari Santi e anche dei miracoli che avvengono nel nostro quotidiano. San Giuseppe nella Sua grande umiltà ci sia maestro di apertura e di dialogo, di sguardo oltre il cortile di casa. Lui che di mestiere era carpentiere, secondo quanto ci dice il Vangelo, lui che strinse tra le braccia Colui che si definì la Porta, ci aiuti a costruire, lì dove viviamo, una casa di pace con le porte aperte; e se tutti, stretti a lui che guidò i primi passi del Figlio di Dio su questa terra, ci impegneremo a realizzare questo progetto, casa dopo casa, parteciperemo alla nascita di una terra nuova, di una società più giusta e fraterna, dove la legge è solo la Comunione. Guardiamo a lui e saremo raggianti [⁴] .
SAN GIUSEPPE NEI VANGELI CANONICI
Dei quattro Vangeli, Marco e Giovanni iniziano dal Battesimo di Gesù, mentre solo Matteo e Luca ne trattano la nascita e l’infanzia. Questi due sinottici, però, tale parte non la trattano in modo sinottico. Dei due, il primo guarda quei fatti con gli occhi di Giuseppe e il secondo con quelli di Maria. I Vangeli di Matteo e di Luca a quel periodo dedicano i primi due capitoli. Matteo nel 1° riporta la genealogia e il sì di Giuseppe all’angelo e nel 2° la visita dei Magi, la fuga in Egitto e il ritorno a Nazareth. Luca nel 1° ha l’annunzio della nascita di Giovanni Battista, l’annunciazione a Maria, la visita di Maria a Elisabetta, il Magnificat, la nascita di Giovanni, il Benedictus, nel 2° ha la nascita di Gesù, la circoncisione e la presentazione al tempio, Gesù tra i dottori e la vita nascosta a Nazareth e dedica il 3° capitolo alla predicazione del Battista e al battesimo di Gesù e v’inserisce la genealogia.
Ecco le citazioni dei Vangeli in cui c’è riferimento a Giuseppe, figura essenziale della Santa Famiglia di Nazareth.
Vangelo di Matteo
1,1-16
" Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio d’Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò... Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie d’Uria. Salomone generò Roboamo, Roboamo generò... Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel, Salatiel generò... Giacobbe generò Giuseppe lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato il Cristo".
1,18-21
" Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Però, mentre stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve un angelo del Signore che gli disse: Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quello che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli, infatti, salverà il popolo dai suoi peccati".
1,24-25
" Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamò Gesù".
2,13s
" Essi (i Magi) erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo. Giuseppe, destatosi prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, dove rimase fino alla morte d’Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall’Egitto ho chiamato mio figlio".
2,19-23
" Morto Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e va nel paese d’Israele, perché sono morti coloro che insidiavano la vita del bambino. Egli alzatosi, prese con sé il bambino e sua madre ed entrò nel paese d’Israele. Avendo però saputo che era re della Giudea Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nelle regioni della Galilea e appena giunto, andò ad abitare in una città chiamata Nazareth, perché si adempisse ciò che era stato detto dai profeti: sarà chiamato Nazareno".
13,53-55
" Terminate queste parabole, Gesù partì di là e venuto nella sua patria insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: Da dove mai viene a costui questa sapienza e questi miracoli? Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte tra noi? Da dove gli vengono dunque tutte queste cose?"
Vangelo di Marco
6,1-4
" Partito quindi di là, andò nella sua patria (Nazareth) e i discepoli lo seguirono. Venuto il sabato, cominciò ad insegnare nella sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani? Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi? E si scandalizzavano di lui. Ma Gesù disse loro: un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua".
Vangelo di Luca
1,26-38
" Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, ad una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di David, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te. A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse tale saluto. L’angelo le disse: Non temere, Maria perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine. Allora Maria disse all’angelo: Com’è possibile? Non conosco uomo. Le rispose l’angelo: Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque Santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi, anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile; a Dio. Allora Maria disse: eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto. E l’angelo partì da lei".
2,1-7
" In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto al tempo del governatore della Siria Quirino. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe che era della casa e della famiglia di David, dalla città di Nazareth e dalla Galilea salì in Giudea alla città di David, chiamata Betlemme, per farsi registrare assieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo".
2,15-16
" Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano tra loro: Andiamo fino a Betlemme, andiamo a vedere questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere.
Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia".
2,21-24
" Quando furono passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima di essere concepito nel grembo di sua madre. Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi
, come prescrive la Legge del Signore".
2,27
" (Simeone) Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio".
2,33-34a
" Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria sua madre".
2,39-40
" Quando ebbero tutto compiuto secondo la Legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazareth. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui".
2,41-50
" I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l’usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i Genitori se ne accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo rimasero stupiti e sua madre gli disse: Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre ed io, angosciati, ti cercavamo. Ed egli rispose: Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio? Ma essi non compresero le sue parole".
2,51-52
" Partì dunque con loro e tornò a Nazareth e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini".
3,23-38
" Gesù quando cominciò il suo ministero aveva circa trent’anni ed era figlio, come si credeva, di Giuseppe, figlio di Elì, figlio di... David, figlio di... Giacobbe, figlio di Isacco, figlio di Abramo, figlio di... Noè, figlio di... Adamo, figlio di Dio".
4,20-23
" (Sinagoga di Nazareth) Poi arrotolò il volume, lo consegnò all’inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga erano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi. Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: non è il figlio di Giuseppe? Ma egli rispose: di certo voi mi citerete il proverbio medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fallo anche qui, nella tua patria! Poi aggiunse: nessun profeta è bene accetto in patria".
Vangelo di Giovanni
1,45-46
" Filippo incontrò Natanaele e gli disse: Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazareth. Natanaele esclamò: Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono?".
6,41-42
" (Discorso nella sinagoga di Cafarnao) Intanto i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: Io sono il pane disceso dal cielo. E dicevano: Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre. Come può dunque dire: Sono disceso dal cielo?".
SAN GIUSEPPE NEI SANTI PADRI E TESTIMONI DELLA TRADIZIONE
I Santi Padri e gli scrittori ecclesiastici non trattarono espressamente di San Giuseppe nei loro scritti, ma solo occasionalmente, quando lo richiedeva il testo evangelico che stavano esponendo. Giovanni Paolo II inizia la sua Esortazione apostolica Redemptoris Custos affermando che: Ispirandosi al Vangelo, i Padri della Chiesa fin dai primi secoli hanno sottolineato che San Giuseppe, come ebbe amorevole cura di Maria e si dedicò con gioioso impegno all’educazione di Gesù, così custodisce e protegge il suo mistico corpo, la Chiesa, di cui la Vergine Santa è figura e modello
[⁵] .
Si tratta di una testimonianza che si inserisce sugli scritti apostolici, ai quali i Padri direttamente attingevano. Alcuni fra di loro si lasciarono influenzare dagli apocrifi, trovandovi un facile appoggio nella difesa della verginità perpetua di Maria, ma vi sono coloro che proclamarono apertamente e senza cedimenti la eccelsa dignità di San Giuseppe, esigendo grazie singolari per colui che era stato scelto da Dio come sposo di Maria e padre di Gesù.
- Sant’Ireneo (+ 203)
Sine dubitatione suasus Joseph, et Mariam accepit et in reliqua universa educatione Christi gaudens obsequium praestitit
[⁶] .
San Giuseppe è visto nell’alta funzione paterna di educatore di Gesù, servizio da lui prestato con gioia.
- Origene (+ 255?)
Esalta la singolare missione di San Giuseppe, scelto per essere l’ordinatore della nascita del Signore [⁷] . In un’omelia ha voluto mettere in luce che Giuseppe era giusto e la sua vergine era senza macchia. La sua intenzione di lasciarla si spiega per il fatto di aver riconosciuto in lei la forza di un miracolo e di un mistero grandioso. Per avvicinarsi a esso, egli si ritenne indegno.
- Sant’Efrem (+373)
Definisce San Giuseppe ministro di questa economia divina [⁸] .
- Sant’Ambrogio (+ 397)
Considera l’unione singolare di Maria e Giuseppe come vero matrimonio in base al diritto romano, per il quale non la perdita della verginità costituisce il matrimonio, ma il patto coniugale [⁹] .
- San Cromazio (+407)
Sono rimaste 18 prediche che riprendono i primi capitoli del Vangelo di Matteo [¹⁰] .
- San Giovanni Crisostomo (+ 407)
Afferma che San Giuseppe, da quando accolse la sposa Maria divenne ministro di tutta l’economia [¹¹] .
- San Girolamo (+ 419 – 420)
È il primo a levare la voce contro i deliramenta apocryphorum [¹²] , egli sostiene che rimase vergine colui che meritò di essere chiamato padre del Signore [¹³] .
- Sant’Agostino (+ 430)
Si distingue per la forza e la chiarezza con le quali difende e illustra la verginità di San Giuseppe, il suo vero matrimonio con Maria e la singolare paternità verso Gesù [¹⁴] .
- San Cirillo (+444)
Fa un paragone per spiegare la paternità di Giuseppe e lo riallaccia alla figura di Sant’Elisabetta.
- San Pietro Crisologo (+ 450)
Considera la coppia Maria – Giuseppe come prefigurata dalle coppie elogiate nell’Antico Testamento e come figura essa stessa, in modo eminente, della coppia mistica di Cristo e della Chiesa [¹⁵] ; San Giuseppe, sposo di Maria, è anche figura del Vescovo, sposo di una chiesa vergine e feconda [¹⁶] .
- Walafrido Strabone (+849)
È attribuita questa singolare espressione che associa strettamente Giuseppe con Maria e Gesù:
I pastori trovarono Maria, Giuseppe e il Bambino: per mezzo di questi tre il mondo fu salvato
[¹⁷] .
- Remigio d’Auxerre (+ ca. 900)
Fa di Giuseppe un intimo cooperatore nell’opera della nostra redenzione, esaltandone l’obbedienza: Per inobedientiam Adae omnes perditi sumus; per bonum obedientiae loseph omnes ad pristinum statum revocamur
[¹⁸] .
- San Bernardo (+ 1153)
Si deve il paragone tra Giuseppe di Egitto e Giuseppe di Nazareth, usato dal Breviarium Romanum come lettura del secondo notturno per la festa del 19 marzo :
Non c’è dubbio che questo Giuseppe, sposo della Madre del Salvatore, sia stato un uomo buono e fedele. Servo fedele, dico, e prudente, che il Signore costituì sollievo di sua madre, nutrizio della sua carne, unico fedelissimo cooperatore sulla terra del suo grande disegno
[¹⁹] .
Egli è anche l’autore dell’antifona raccomandata dalla Chiesa ai sacerdoti nella preparazione alla Messa.
- San Tommaso (+1274)
Ha tre affermazioni che formano i capisaldi della teologia di San Giuseppe:
1) matrimonio vero e perfetto, tra Giuseppe e Maria, quanto all’essenza e prima perfezione, non però quanto all’uso [²⁰] ;
2) verginità perfetta conservata da Giuseppe per tutta la sua vita [²¹] ;
3) voto di verginità sia in Maria, sia in Giuseppe, condizionato prima del matrimonio, assoluto dopo [²²] .
Secondo San Tommaso d’Aquino la presenza di Giuseppe era necessaria nel piano dell’Incarnazione poiché senza di lui la gente avrebbe potuto dire che Gesù fosse un figlio illegittimo, frutto di una relazione illecita. Cristo aveva bisogno del nome, delle cure e della protezione di un padre umano, se Maria non fosse stata sposata, i Giudei l’avrebbero considerata un’adultera e l’avrebbero lapidata. Il teologo medievale continua dicendo che il matrimonio di Maria e di Giuseppe fu un vero matrimonio.
- San Bonaventura (+ 1274)
Parla di Giuseppe nel Commentario in San Luca, in quello sulle Sentenze e anche in diversi sermoni, nei quali lo esalta come perfetto esemplare di devozione a Gesù e a Maria.
- Pierre Pocquet, detto Bourguignon (+ 1408)
Scrisse in versi Dictamen de laudibus beati Joseph ; egli è il primo a includere San Giuseppe nella risurrezione di Gesù [²³] , aggiungendo che egli sarebbe anche asceso al cielo con Gesù.
- card. Pierre d’Ailly (Petrus de Alliaco, + 1420)
Maestro di Gerson, è autore del Tractatus de duodecim honoribus Sancti Joseph . Estratti di questa opera furono usati negli uffici di varie feste locali di San Giuseppe.
- Jean Charlier (+ 1429)
Chiamato Gerson dal luogo di nascita, si distingue tra tutti nello zelo per l’onore di San Giuseppe. Compose Considerazioni su San Giuseppe [²⁴] , e uno speciale Sermo [²⁵] , dove esorta il Concilio a invocare ufficialmente l’intercessione di San Giuseppe e a istituire una festa in suo onore per ottenere l’unità della Chiesa. Gerson sostiene la Santificazione di San Giuseppe nel seno materno, la sua immunità dalla concupiscenza, la sua risurrezione con Gesù e la sua assunzione al cielo. Egli applica alla Santa Famiglia il titolo di Trinità terrestre [²⁶] .
- San Bernardino da Siena (+ 1444)
Il Sermo de Sancto Joseph Sponso B. Virginis , in cui ne ammette la risurrezione e l’assunzione corporale. Dai suoi sermoni la Chiesa prese le letture per l’ufficio del Patrocinio di San Giuseppe; la Liturgia delle Ore ne fa uso nella festa del 19 marzo.
- Ubertino da Casale (+1485)
Afferma che Giuseppe si presenta a noi come uomo meraviglioso nei suoi rapporti con la Vergine, con il Dio Bambino, con il Padre eterno, con tutti i Santi dell’antica Alleanza [²⁷] .
- Jean Heidenberg (Johannes Trithemius, + 1516)
Benedettino, abate di Sponheim, scrisse il trattato De laudibus Sanctissimi castissimique Joseph e un Officium Missae de Sanctissimo Christi nutricio Joseph .
- Isidoro Isolani [²⁸] (+ 1528)
Il primo a raccogliere con ordine e metodo quanto di meglio era stato scritto su San Giuseppe.
- Santa Teresa d’Avila (+ 1582),
Onorò con una incredibile devozione l’esimia dignità di San Giuseppe, ne predicò il patrocinio, ne promosse il culto nella Spagna, intitolando al glorioso padre San Giuseppe il suo primo monastero di Avila [²⁹] .
- F. Suárez (+ 1617)
Rivoluzionò il pensiero sul Santo descrivendo Giuseppe come membro dell’ordine dell’unione ipostatica.
- San Francesco di Sales (+ 1622)
Elesse San Giuseppe patrono delle Figlie della Visitazione e influì nella devozione al Santo con il suo Traité de l’amour de Dieu e con la XIX delle sue Conferenze spirituali.
- San Vincenzo de Paoli (+ 1660)
Volle San Giuseppe patrono della Congregazione della Missione.
- S. Alfonso Maria de Liguori (+ 1787)
Rende sempre più comprensibile la riflessione su significato di giusto e sostiene che San Giuseppe è vero Patriarca [³⁰] .
- San Gaspare Bertoni (+ 1853)
Venerò in modo particolare lo Sposalizio di Maria e Giuseppe.
- A.V. Lataste (+ 1869)
Offrì la sua vita per ottenere che San Giuseppe fosse dichiarato patrono della Chiesa universale e il suo nome fosse inserito nel canone della Messa.
SAN GIUSEPPE NEI DOCUMENTI PONTIFICI
Pio IX :
- con il decreto della S. Congregazione dei Riti Inclytus Patriarcha Joseph (10 settembre 1847) estende alla Chiesa universale la festa del Patrocinio di San Giuseppe, esponendo per la prima volta, sebbene in sintesi, i princìpi della teologia di San Giuseppe;
– nell’allocuzione Maxima quidem (9 giugno 1862) invoca San Giuseppe prima dei SS. Pietro e Paolo, mai accaduto nel passato:
Petamus quoque suffragia tum Sancti eiusdem Virginis Sponsi Iosephi, tum Sanctorum Apostolorum Petri et Pauli…
[³¹] ;
– con il decreto della S. Congregazione dei Riti Quemadmodum Deus (8 dicembre 1870) proclama San Giuseppe Patrono della Chiesa universale; Giuseppe di Egitto è indicato come tipo di Giuseppe di Nazareth; San Giuseppe è secondo solo a Maria nel potere di intercessione;
— con il decreto Inclytum Patriarcham (7 luglio 1871) viene riconosciuto a San Giuseppe il diritto a un culto superiore a quello degli altri Santi; si ritiene che a San Giuseppe furono concesse da Dio grazie speciali per il suo stato [³²] .
Leone XIII :
– nella prima allocuzione al collegio dei Cardinali (28 marzo 1878) pone il suo pontificato sotto la potentissima protezione di San Giuseppe, celeste Patrono della Chiesa; lo ripete nella prima enciclica (21 aprile 1878);
– nell’enc. Aeterni Patris (4 agosto 1879) termina chiedendo di pregare purissimum Virginis sponsum B. Josephum
;
– nell’enc. Sancta Dei civitas (3 dicembre 1880), dopo Maria raccomanda
Purissimum eius Sponsum, quem plures missiones iam sibi praestitem custodemque adsciverant et nuper Apostolica Sedes universae Ecclesiae Patronum dedit
[³³] ;
– nella lettera ap. Militans Iesu Christi Ecclesia (12 marzo 1881) affida a San Giuseppe il Giubileo straordinario da iniziarsi il giorno della sua festa;
– nell’enc. Diuturnum (29 giugno 1881) ricorda
S. Iosephum castissimum sponsum eius, cuius patrocinio plurimum universa Ecclesia confidit
[³⁴] ;
– nell’enc. Etsi nos (15 febbraio 1882) invoca Maria
Una cum Sanctissimo Sponso eius Iosepho, custode et patrono gentium christianarum
[³⁵] ;
– nell’enc. Humanum genus (20 aprile 1884) ricorda:
Item Iosephum Virginis Sanctissimae Sponsum, Ecclesiae catholicae patronum caelestem salutarem
[³⁶] ;
˗ nell’enc. Quamquam pluries [³⁷] (15 agosto 1889) espone tutta la dottrina su San Giuseppe, dai fondamenti della sua dignità fino alla ragione singolare per cui merita di essere proclamato patrono di tutta la Chiesa, modello e avvocato di tutte le famiglie cristiane;
— nella lettera ap. Quod paucis abhinc (28 gennaio 1890) concede alla Spagna e ai suoi domini di celebrare la festa di San Giuseppe come giorno di precetto, poiché
Hunc Sane honorem beatissimo Viro deberi nemo est qui non videat
[³⁸] ;
— nella lettera ap. Quod erat (3 marzo 1891) afferma che, per conservare il patrimonio della fede e per vivere cristianamente,
Nulla è più efficace che meritarsi il patrocinio di San Giuseppe e così ottenere ai devoti del suo castissimo sposo il favore di Maria, Madre di Dio
;
– nella lettera ap. Neminem fugit (14 giugno 1892), con la quale istituisce canonicamente la Pia Associazione Universale delle Famiglie consacrate alla Sacra Famiglia di Nazareth, afferma la partecipazione intima di Giuseppe alla suprema dignità della Santa Famiglia.
Pio X
– Approva le litanie a San Giuseppe arricchite dalle indulgenze, inserendole nei libri liturgici. 18 Marzo 1905.
̶ Motu proprio . Eleva la festa del patrocinio universale di San Giuseppe a solennità. 2 Luglio 1910.
Benedetto XV
– nel Motu Proprio Bonum Sane (25 luglio 1920), scritto in occasione del 50° anniversario della proclamazione di San Giuseppe a Patrono della Chiesa universale, ricorda la necessità e l’efficacia della devozione a San Giuseppe come rimedio ai problemi del dopoguerra e ne propone le virtù in modo speciale ai poveri e ai lavoratori;
– raccomanda, inoltre, le associazioni istituite per supplicare San Giuseppe in favore dei moribondi, poiché
Egli è ritenuto meritatamente il loro più efficace protettore, essendo spirato con l’assistenza di Gesù e Maria
[³⁹] ;
Pio XI
– nell’enc. Spiritus Paraclitus (15 settembre 1920), trattando del linguaggio usato nella S. Scrittura osserva che,
Quando uno scrittore chiama San Giuseppe padre di Gesù, indica chiaramente in tutto il corso della sua narrazione come intenda questo nome di padre
.
– nell’allocuzione del 21 aprile 1926 insegna come il titolo di Patrono della Chiesa appartenesse a San Giuseppe già dal tempo in cui era capo della Santa Famiglia;
– nell’allocuzione del 19 marzo 1928 sostiene la superiorità di San Giuseppe su San Giovanni Battista e San Pietro;
– nell’allocuzione del 23 maggio 1929 propone Maria e Giuseppe come il primo divino esempio dell’educazione cristiana;
– nell’allocuzione del 19 marzo 1935 mostra la connessione di San Giuseppe con l’unione ipostatica, da cui deriva la sua potenza d’intercessore;
– nell’enc. Ad sacerdotii catholici (20 dicembre 1935) afferma
Divinus Magister… inde a teneris unguiculis in Nazarethana domo cum Maria et losepho, virginibus utrisque, educari voluit
[⁴⁰] ;
– nell’enc. Divini Redemptoris (19 marzo 1937) propone San Giuseppe come modello e patrono degli operai di fronte al comunismo;
– nell’allocuzione del 19 marzo 1938 riconosce all’intercessione di San Giuseppe il titolo di onnipotente [⁴¹] .
Pio XII
– nell’allocuzione Si nobis suave (1 maggio 1939) ricorda San Giuseppe:
Auspice et praelucente Sancto Joseph, Beatae Virginis Sponso et Ecclesiae Patrono, cuius sollemnitatem hanc per hebdomadam celebramus…
[⁴²] ;
– nell’allocuzione del 10 maggio 1939 dice che Maria
Ha provato tutte le ineffabili gioie della convivenza domestica, allietata dall’amore più puro di uno sposo castissimo e dal sorriso e la tenerezza di un Figlio che era al tempo stesso Figlio di Dio
;
– nell’allocuzione del 10 aprile 1940 descrive San Giuseppe nella sua funzione di capo di famiglia;
– nell’enc. Mediator Dei (20 novembre 1947), tra le iniziative e le pratiche pie, non strettamente connesse con la sacra Liturgia, che hanno contribuito alla evoluzione e ai mutamenti dei riti, indica il culto più esteso e più fervido della Vergine Madre di Dio e del suo purissimo Sposo;
– nella Costituzione Exul Familia (1 agosto 1952) considera nel decreto dell’incarnazione il Figlio una cum Virgine Immaculata Matre pioque Custode .
– nell’enc. Sacra Virginitas (25 marzo