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II domenica di Quaresima A

Gn 12,1-4a; Sal 33; 2Tm 1,8b-10; Mt 17,1-9


Prima Lettura Gn 12, 1-4a Vocazione di Abramo, padre del popolo di Dio. Dal libro della Gnesi In quei giorni, il Signore disse ad Abram: V!""ene dalla "ua "erra, dalla "ua paren"ela e dalla casa di "uo padre, #erso la "erra c$e io "i indic$er%. &ar% di "e una grande nazione e "i benedir%, render% grande il "uo nome e possa "u essere una benedizione. 'enedir% coloro c$e "i benediranno e coloro c$e "i malediranno maledir%, e in "e si diranno benede""e "u""e le (amiglie della "erra). Allora Abram par"*, come gli a#e#a ordina"o il Signore. Seconda Lettura 2 +m 1, ,b-1Dio ci c$iama e ci illumina. Dalla lettera di san Paolo apostolo a Timteo &iglio mio, con la (orza di Dio, so((ri con me per il Vangelo. .gli in(a""i ci $a sal#a"i e ci $a c$iama"i con una #ocazione san"a, non gi! in base alle nos"re opere, ma secondo il suo proge""o e la sua grazia. /ues"a ci 0 s"a"a da"a in 1ris"o Ges2 (in dall3e"erni"!, ma 0 s"a"a ri#ela"a ora, con la mani(es"azione del sal#a"ore nos"ro 1ris"o Ges2. .gli $a #in"o la mor"e e $a (a""o risplendere la #i"a e l3incorru""ibili"! per mezzo del Vangelo. Vangelo 4" 15, 1-6 Il suo #ol"o brill% come il sole. Dal vangelo secondo Matteo In quel "empo, Ges2 prese con s7 8ie"ro, Giacomo e Gio#anni suo (ra"ello e li condusse in dispar"e, su un al"o mon"e. . (u "ras(igura"o da#an"i a loro: il suo #ol"o brill% come il sole e le sue #es"i di#ennero candide come la luce. .d ecco appar#ero loro 4os0 ed .lia, c$e con#ersa#ano con lui. 8rendendo la parola, 8ie"ro disse a Ges2: Signore, 0 bello per noi essere qui9 Se #uoi, (ar% qui "re capanne, una per "e, una per 4os0 e una per .lia). .gli s"a#a ancora parlando, quando una nube luminosa li copr* con la sua ombra. .d ecco una #oce dalla nube c$e dice#a: /ues"i 0 il &iglio mio, l3ama"o: in lui $o pos"o il mio compiacimen"o. Ascol"a"elo). All3udire ci%, i discepoli caddero con la (accia a "erra e (urono presi da grande "imore. 4a Ges2 si a##icin%, li "occ% e disse: Alza"e#i e non "eme"e). Alzando gli occ$i non #idero nessuno, se non Ges2 solo. 4en"re scende#ano dal mon"e, Ges2 ordin% loro: :on parla"e a nessuno di ques"a #isione, prima c$e il &iglio dell3uomo non sia risor"o dai mor"i).

La prima lettura (Gn 12,1-4a) ci propone il racconto della vocazione di Abramo.

Gn 12,1: Il Signore disse ad Abram: Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicher ( a!!"#mer $as$em #el-#avram le%-le%&
me#artze%a umimmoladte%a umibbet #av'%a el-$a#(retz #as$er #ar#)%%a).

- Il Signore disse ad Abram ( a!!"#mer $as$em #el-#avram). L*ori+ine della vocazione e il protagonista ella storia ! il Signore "#e parla$ La c$iamata improvvisa e inattesa di Abramo , riconosciuta come passaggio % alla preistoria alla storia ella sal&e''a($ -ale svolta avviene attraverso un brusco restrin+imento. da una prospettiva c$e abbraccia l*intera umanit& (Gn 11. /abele) a una c$e si concentra su un uomo. )*&ram, 0+a re i molti1 o 0mio pa re ! gran e, cio, dio12 in Gn 13,4 5io +li modi6ica il nome in *&ra#,m 07adre dei popoli1. 8econdo l#halakhah (-almud, Berakhot 19a) , proibito pronunciare :uesto nome senza la lettera Hei (), c$e 5io stesso $a a++iunto ad Avram, per non tras+redire il divieto c$e a66erma non ti c$iamerai pi; Avram, proibizione cui si 6a eccezione solo :uando si spie+a la storia di :uesto nome o ci si ri6erisce al cambiamento, ad esempio nella pre+$iera di Shachrit (da shachar <luce mattutina<). *bram cittadino prima di =r e poi di >arran (Gn 11,91) &iene reso %non "itta ino(2 la c$iamata di 5io in6atti lo rende aram oved, 0arameo errante1, come , detto di Giacobbe (5t 2?,4). L*esodo di Abram da =r , il vero inizio dell*essere ebreo, dell*essere cio, il partner di 5io. 0Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre1 (Gn 12,1). 5el resto *bram ! il primo a essere "#iamato ivr. Abramo risulta una -igura miti"a elaborata durante l*esilio e divenuto padre e modello di tutti i credenti in un solo 5io. @sce da =r (citato solo 9A. Gn 11,912 14,32 Be C,3), Desopotamia, a 34 anni (tempo dell*esilio) e si reca in >anaan e in @+itto. In >anaan , considerato uno straniero, ma si muove come se 6osse la sua vera terra. Il territorio c$e $a conservato le sue memorie , .bron, il su . Gia"obbe in&e"e ! legato al nor $ Questo sta a si+ni6icare c$e il su ! pi/ importante el nor nella storia di Israele e il su ! ben rappresentato a "olui "#e &iene ritenuto il pa re, il pi/ an'iano: *bramo "#e mor0 a 171 anni. Questo via++io ricorda la storia di Israele, perc$) ciE c$e , stato vissuto dai 6i+li , attribuito anc$e ai padri (Abramo, Isacco e Giacobbe). *bramo ! rappresentato "ome un an'iano perc$) anticamente l*et& avanzata era tenuta in +ran conto, donava autorevolezza alla persona. >iE nonostante *bramo si mostra gio&ane, intraprendente perc$) accetta la scommessa o66erta+li da 5io. lasciare una terra per andare in cerca di un*altra terra c$e non conosce e attendere una discendenza numerosa :uando non riesce ad avere 6i+li. F la parabola della storia biblica. F c$iamato anc$e rea2 #a-S#em 0amico di 5io1 (2>r 2G,32 Is 41,H2 5an 9,9?2 Gc 2,29). Il >orano lo c$iama el-Khalil. La radice di khalil in arabo si+ni6ica svuotare. 32ami"o ! "olui "#e ries"e a s&uotarsi i s4, per -ar posto all2altro$ *bramo si ! s&uotato el proprio io, per a""ogliere il i&ino2 $a lasciato alle sue spalle il politeismo (shirk), per riconoscere l*armonia dell*=no (achad) da cui tutto deriva. +rimo &ero monoteista (chanif), Abramo viene riconosciuto padre del ta chid (monoteismo, uni6icazione), poi"#4 #a ri"onos"iuto l2origine uni"a i tutto e i tutti. @+li , il primo musulmano, perc$) , stato il primo isl!m, il primo sottomesso all*=nico. Abramo , c$iamato anc$e 0servo1 di 5io (@s 92,19), 0amante di 5io1 (2>r 2G,3), 0pro6eta1 (Gn 2G,3). - 0Vattene1 (le%-le%&). Letteralmente 05a2 a te1, dativo di vanta++io o di interesse. -i conviene andare, , me+lio c$e tu vada. "avar acher, 0altra interpretazione1. 0Mettiti in mo&imento &erso te stesso1, come spie+a lo #ohar. =na ricerca di 5io, e al tempo stesso una ricerca di te stesso. Il via++io di Abramo non consiste tanto in uno spostamento puramente +eo+ra6ico, bensI in uno spirituale. Il comando 0vattene1 perciE puE essere tradotto anc$e con 0va$ verso te stesso1 (leki%lak 0e va a te1 >t 2,1G). J+ni via++io, ogni esperien'a proposta a 6io pre&e e un eso o interiore, un &iaggio i ritro&amento i s4 per non entrare nella con6usione di /abele. La c$iamata ad ascoltare non solo , rivolta a tutto il popolo (Shem! &israel, 5t ?,4), ma anc$e a ciascuno. Il Signore disse ad AbramK 3a "apa"it, i as"oltare ri&ela la 7ualit, ella &ita intima e spirituale ella persona$ Limitarsi a incontrare +li altri, senza incontrare l*Altro nella propria vita, e:uivale a smarrirsi. Gi& in ori+ine (Gn 2,24) il >reatore aveva stabilito. '$uomo abbandoner! suo padre e sua madre e si unir! a sua moglie e i due saranno una sola carne. Alla luce di :uesta c$iamata nuziale c$e ri+uarda tutti +li esseri umani, ci , dato comprendere c$e in Gn 12,1 l*=BJ (5io) c$iama l*=no (Abramo) a strin+ere un rapporto nuziale, a divenire una sola carne con >olui c$e lo c$iama. La storia di Abramo , se+nata da uno stesso comando. 0Lattene dalla tua terra( )rendi il tuo figlio, il tuo unico, *uello che ami, Isacco, e vattene nella terra di +oria, (Gn 22,2). In entrambi i casi, Abramo 0part sen-a sapere dove andava1 (@b 11,H). Il +idrash .abb! commenta. 05a un capo all*altro della storia di Abramo troviamo uno spaesamento1. 7er Abramo si tratta sempre di ricominciare da capo, di rimettersi in "ammino &erso un luogo "#e non ! luogo$ 8l &ero %3uogo(, in-atti, ! 6io, come inse+na Giacobbe :uando 0si imbatt/ nel luogo1 (Gn 2H,11). 7er i rabbini, ha-+a*om, il 0Luo+o1, , un epiteto divino. 0>olui c$e , presente in o+ni luo+o1. Il via++io verso :uesto 0Luo+o1 , un*avventura in6inita. La terra per Abramo sar& sempre Meremegur0m, terra i soggiorno, terra in cui si vive da 6orestieri, e dun:ue terra di esilio.

>on un*interpretazione simbolica e mistica, 9ilone i *lessan ria (6iloso6o ellenistico di ori+ine ebraica 2G a.>. - 4G d.>.ca.) le++e nel testo non il comando di "ompiere un &iaggio verso un luo+o esteriore, ma &erso il luogo ell2interiorit,, c$e , la vera casa di 5io. 0=na sola dimora , de+na di 5io, l*anima con6orme alla sua volont&1 1"e 2herubim 1GG). 8copo di o+ni Mpelle+rina++io* , allora ritro&are un "entro "#e non ! al i -uori i noi, ma entro i noi. 8l pellegrinaggio ! ri"er"a i orientamento, ! un &olgersi a oriente per s-uggire al senso i smarrimento; ! un ritro&are %l)albero ella &ita( per sottrarsi all2ombra ella morte. Abramo :uando 6u c$iamato era solo davanti al 8i+nore. *lla solitu ine i *bramo "orrispon e&a la solitu ine i 6io. La solitudine di Abramo rispecc$iava :uella di 5io. 32uno, solo nel suo "ielo; l2altro, solo in un mon o e ito all)i olatria$ Barra il midrash3 0Il nostro padre Abramo aveva detto. 8i direbbe c$e il mondo non $a c$i se ne occupi. Lo +uardE il 8anto, @+li sia benedetto, e +li disse. NIo sono il 7adrone del mondoO1 (4enesi .abbah, 9C,1). Questo racconto ci indica c$e il nuo&o "orso el mon o, ini'iatosi "on *bramo, #a a&uto luogo solo per"#4 era a&&enuto un in"ontro tra ue solitu ini.

12,2: Far di te una grande nazione e ti benedir, render grande il tuo nome e possa tu essere una benedizione ( e#e#es%a le+o! +adol #av(re%e%( a#a+addela$ s$em)%a e$e!e$ bera%a$).
- e possa tu essere una benedi-ione ( e$e!e$ bera%a$, lett. 0e sarai benedizione1). La Settanta traduce. 0e tu sarai benedetto1 (PQR STU VWXYZ[\]^). 5all*unione nuziale tra l*Amore c$iamante di 5io e l#uomo c$e acco+lie la sua 7arola deriva una 6econdit& straordinaria. 5ar6 di te una grande na-ione e ti benedir6 (Gn 12,2). 4uarda il cielo e conta le stelle ( tale sar! la tua discenden-a (Gn 14,4). .ender6 numerosa la tua discenden-a come le stelle del cielo e come la sabbia che / sul lido del mare (Gn 22,13).

12,3: Benedir coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledir, e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra ( a#avara%a$ mev(r%e_%a ume:allel%a #a#or
enivre%u ve%a %ol mis$pec$ot $a#adama$). - e coloro che ti malediranno maledir6 (ume:allel%a #a#or, lett. 0e disprezzante te maledir1). 8i rende in :uesto modo la sinonimia dei due diversi verbi usati in ebraico per esprimere la medesima azione di maledizione. *alal e arar, (da cui 7arah 0maledizione1, #arur 0maledetto1) di cui il primo $a una s6umatura di si+ni6icato pi; le++era rispetto al secondo. - e in te si diranno benedette ( enivre%u ve%a, lett. 0e saranno benedette in te1). 8i tratta della corretta interpretazione del verbo barak, 0benedire1, al nifal (passivo) 0saranno benedette1 uno dei punti pi; discussi all#interno del libro della 4enesi. 8ono sostanzialmente tre le valenze con cui abitualmente si tenta di risolvere tale :uestione ermeneutica. a) :uella passiva (0saranno benedette in te tutte le 6ami+lie della terra1)2 b) :uella riflessiva (0si benediranno in te tutte le 6ami+lie della terra1)2 c) :uella media (0ac*uisteranno benedi-ione in te tutte le 6ami+lie della terra1), pur non essendo, :uest#ultima, eccessivamente dissimile dalla valenza ri6lessiva. Jccorre altresI precisare c$e il si+ni6icato passivo del verbo , :uello verso il :uale si diri+ono anc$e alcune importanti versioni. si vedano la Settanta (`aVbXYZ[cdTYa\Qe e le sue citazioni in At 9,24 e Gal 9,H2 c6 anc$e 8ir 44,21. `aVbXYZ[cfaQe2 il manoscritto /, invece, $a solo l#in6inito barak) la Vulgata (benedicen% tur). -uttavia, secondo diversi studi in merito, nello sviluppo della lin+ua - e, dun:ue, in epoc$e pi; recenti di composizione - l#assimilazione del nifal allo hithpael (nella sua comprensione riflessiva) si 6ece sempre pi; evidente. Alcuni paralleli al contesto di benedizione c$e caratterizza Gn 12,9b paiono assecondare un medesimo senso ri6lessivo. il nome autorevole e benedetto di una determinata persona (ghih, il re...) viene usato da altri (Israele, le nazioni...) per bene irsi re"ipro"amente. In Gn 12,9b, il verbo usato con valenza ri6lessiva esprimerebbe, dun:ue, il se+uente si+ni6icato. 0:#e noi, -amiglie tutte ella terra, "i bene i"iamo a &i"en a "os0 "ome *br,m ! stato a ;<=< bene etto1. In :uesto caso, Gn 12,9 si troverebbe a sottolineare come tutta la terra dovr& arrivare a riconoscere :uanto Abr&m sia stato benedetto da 5io. 3)a""ento &iene "os0 a posarsi sull)ele'ione el patriar"a e non tanto sull)uni&ersalit, ella bene i'ione a tutte le na'ioni (come accadrebbe nel caso dell#interpretazione passiva). - famiglie (mis$pec$ot). In ebraico il termine mishpachah indica, di per s), il 0"lan1, ovvero un)entit, pi/ ampia e allargata della semplice 06ami+lia1 (c6 1G,4.1H.2G.91.922 24,9H.4G.412 2H,142 9?,4G). >gni uomo "#e ri"onos"e la propria &o"a'ione a as"oltare la +arola e &i obbe is"e i&enta -onte i bene i'ione per altri c$e, a loro volta, potranno dire. Hinn8ni, 9ccomi (Gn 22,1). =n commento di Bec$ama 3eibo?it' (biblista 1CG4-1CC3. :echama 0consolazione1) rileva come Abramo sia divenuto l#ori+ine di una nuo&a "rea'ione. 0Botiamo c$e la parola benedi-ione e benedire ritorna per *bramo "in7ue &olte, come per

cin:ue volte , usata la parola lu"e @)orA per la "rea'ione el primo giorno (Gn 1,9-4). :on la &enuta i *bramo si #a la "rea'ione i un se"on o mon o, un mon o i bene i'ione, data a+li uomini per mezzo di un uomo1. Bon a caso altri commenti mettono in rilievo c$e, nell*episodio in cui Abramo invia il proprio servo a cercare una sposa per Isacco, dapprima lo 6a +iurare in nome del 0"io del cielo e della terra1 (Gn 24,9)2 ma poi, :uando rievoca il 5io c$e lo prese dalla sua terra, lo c$iama semplicemente 0"io del cielo1. 5a ciE si deduce c$e prima ella "#iamata i *bramo il Santo, bene etto egli sia, pote&a esten ere la propria so&ranit, solo al "ielo, ma opo i essa il suo ominio "ompren e&a tanto il "ielo 7uanto la terra. >on la c$iamata di Abramo e+li stesso diventa il luogo i bene i'ione per 0tutte le famiglie della terra (Madam!h)1 (Gn 12,9). Questa benedizione corrisponde alla re&o"a ell2anti"a male i'ione c$e aveva colpito il suolo a causa di Adamo peccatore (Gn 9,13). Alle 0famiglie della terra1 spetta riconoscere l*esistenza di un solo 5io. 0Se *ualche famiglia della terra non salir! a 4erusalemme per adorare il .e, il Signore ;eva$6t, su di essa non ci sar! pioggia1 (jc 14,13). Il ri6erimento alla pio++ia deve essere considerato tutt*altro c$e mar+inale. Bon a caso il midrash interpreta il versetto. 09 saranno benedette in te tutte le famiglie della terra1 a66ermando. 03e piogge &erranno per merito tuo kAbramol1 (4enesi .abbah, 9C,12). 0N<u sarai una benedi-ioneO, il c$e comporta c$e solo "on il nome i *bramo noi obbiamo "on"lu ere le bene i'ioni, e non con :uello de+li altri due1 (mas$i a Gn 12,22 c6. b. )esachim, 113b). -re padri restano, Abramo, Isacco e Giacobbe, ma tra essi il pi; +rande , Abramo. *bramo rappresenta l2Bni"o, le %-amiglie( elle na'ioni -ormano il tutto e 6io &uole "#e il tutto sia bene etto "ome lo ! stato l2Bni"o. in :uesto senso l*umanit& diventa una, dopo essere stata divisa a /abele.

12,4: Allora Abr!m part", come gli aveva ordinato il Signore #$a%%&le' (avram 'a(asher dibber (ela%$ hashem)*
La scena c$e si era aperta con haShem c$e c$iama, si c$iude con Abr&m c$e obbedisce al comando di haShem.

Il viaggio verso la terra di 2anaan. Gn 12,1 inizia improvvisamente con l#irruzione di Adona! nella 6ami+lia di -,rac$ (padre di Abramo). Abr&m, unico tra tutti i suoi 6amiliari, riceve da 5io l#ordine di lasciare la patria e le sue ori+ini per recarsi in una terra c$e @+li stesso +li avrebbe indicata e c$e in se+uito si sarebbe individuata nella terra di >anaan (12,4), la stessa terra verso la :uale avrebbe voluto diri+ersi suo padre -,rac$ (c6 11,91). I con6ini di :uella terra, +i& conosciuta dal libro della 4enesi, sono stati +enericamente abbozzati in 1G,1C. essi, tuttavia, saranno pi; precisamente enunciati in Bm 94,2-12. >on il comando della partenza, ;<=< si impegna "on 7uattro parti"olari promesse. 1A 6ar diventare Abr&m una +rande nazione, 2A donar+li la benedizione, 3A 6ar diventare +rande il suo nome concedendo+li 6ama, 4A 6ar diventare lui stesso una benedizione per tutti coloro c$e lo avessero riconosciuto benedetto da 5io. In 1H,1H la promessa di diventare una 0+rande nazione1 (go= gadol) verr& di nuovo ribadita a proposito di Abr&m, cosI come sar& con6ermata anc$e a ri+uardo di Ismaele (c6 13,2G2 21,1H) e di Giacobbe (c6 4?,9). In @s 92,1G e in Bm 14,12 sar& Dos, a divenire il depositario della medesima promessa, mentre in 5t 4,3.H essa sar& 6inalmente appli"ata al popolo i 8sraele e in lui rati6icata e de6initivamente compiuta. 7er :uanto invece ri+uarda il 0nome gran e1 (verbo gadal o a++ettivo gadol n shem) promesso da 5io ad Abram, esso si accosta sia a :uello assicurato a 6a&i (c6 28am 3,C2 1>r 13,H) c$e a :uello au+urato al 6i+lio Salomone (c6 1me 1,43). 5#altra parte, sar& lo stesso ;<=< a essere in&o"ato proprio per il suo %gran e nome( (c6 Gs 3,C2 18am 12,222 28am 3,2?2 1me H,422 1>r 13,242 2>r ?,922 8al 3?,22 CC,92 Ger 1G,?2 44,2?2 @z 9?,292 Dl 1,11). In :uesto senso, il 0nome1 (shem) c$e i costruttori di Cabele avrebbero voluto 6arsi da soli in virt; dei loro s6orzi e dei loro pro+etti (c6 11,4), :ui ! lo stesso 6io a a operarsi per assi"urarlo soli amente a *bram e, in lui, a tutti i suoi is"en enti. L#essere stato scelto e, :uindi, 0benedetto1 (barak) da ghih, pone Abram in una posizione particolare rispetto al resto dell#umanit&. egli i&err, una -onte i bene i'ione (ha=ah berak! 0essere benedizione12 c6 Is 1C,242 jc H,19), al punto c$e sar, il suo nome a "ostituirsi portatore ella stessa bene i'ione per tutti "oloro "#e lo a""oglieranno (c6 12,92 1H,1H2 22,1H2 8ir 44,212 At 9,242 Gal 9,H). Questo rimarr& vero per tutte le +enerazioni a venire. le persone e i popoli "#e ri"onos"eranno l)ele'ione e la preminen'a i *br,m e ei suoi is"en enti saranno bene etti "on la stessa bene i'ione.

La 6i+ura di Abramo non tardE a esercitare il suo 6ascino sulla comunit& dei rimpatriati israeliti dall#esilio in /abilonia. Bel post-esilio un autore post-8acerdotale $a avuto l#acume di creare una 6i+ura di autentico ri6erimento c$e 6osse di esempio e stimolo per a66rontare le di66icili contin+enze c$e :uel presente o66riva a coloro c$e si ritrovavano a lasciare /abilonia vinta da >iro, re di 7ersia, per tornare a Gerusalemme. :ome *bram -u obbe iente a ;<=< nel las"iare Br ei :al ei - in Desopotamia - per diri+ersi verso la terra c$e 5io +li avrebbe mostrato, "os0 8sraele a&rebbe parimenti o&uto seguire il suo autore&ole esempio nel las"iare Cabilonia per mettersi in mar"ia &erso la terra promessa ai pa ri$ -ramite l#episodio della 0vocazione1, i re attori post-Sa"er otali i 8sraele #anno ini'iato a -are i *bram non solo il prototipo ell).breo obbe iente alla &o"e i ;<=<, ma an"#e il "apostipite i tutti "oloro "#e erano rimpatriati alla Mesopotamia, a esilio terminato. =na volta arrivato in terra di >anaan, Abram l#0attraversa1, in una sorta di simbolica e :uanto mai pre6i+urante appropriazione, 6ino ad arrivare a Si"#em (l#attuale Bablus), localit& di +rande importanza situata 6ra il monte @6r&!im e il monte GarizIm -, anc$e per la presenza di un 6amoso santuario, per la 6utura storia d#Israele (c6 Gs 24,1.24.922 Gdc C,?2 1me 12,1.242 2>r 1G,12 8al ?G,H2 1GH,H).

La se"on a lettura (2-m 1,Hb-1G) ricorda c$e anc$e i cristiani $anno ricevuto una 0vocazione santa1 e una salvezza +ratuita, +razie all#o66erta di >risto Ges;.

2Tm 1,8b: +Figlio mio,, con la forza di -io, soffri con me per il Vangelo (k\oPaYa pYbl
TbZPQPYqrc[TYa \s VWQZZVXtu PQ\v wxaQpea cVYy,). - con la for-a di "io (PQ\v wxaQpea cVYy). Il ri6erimento alla divina potenza intende esprimere il concetto 0come 5io ti d& la 6orza di 6are1. - soffri con me per il Vangelo (TbZPQPYqrc[TYa \s VWQZZVXtu, lett. 0soffri con [me] per il vangelo1). L#espressione \s VWQZZVXtu deve essere considerata come ati&o i &antaggio. 8i a66erma l#indole vittimale del ministero. non si tratta solo i portare un annun"io ma pure i subirne le "onseguen'e "on-ormemente a :risto e a bene-i"io el 5angelo.

1,9: .gli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non gi! in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia* /uesta ci 0 stata data in 1risto 2es3 fin dall4eternit!, (\Yy TzTQa\Y^ {p|^ PQR PQXoTQa\Y^ PXdTVe }Zt~, YW PQ\v \v SZQ {pa
XXv PQ\v wtQa q]cVTea PQR rea, \a wYcVTQa {pa `a eT\s [TYy q ]aa Qata,) - 9gli infatti ci ha salvati (\Yy TzTQa\Y^ {p|^, lett. 0l'avente salvato noi1). Il participio aoristo del verbo T 0salvare1 si ri6erisce a un atto compiuto (-t 9,42 @6 2,4.H). - e ci ha chiamati con una voca-ione santa (PQXoTQa\Y^ PXdTVe }Zt~, lett. 0e avente chiamato con una chiamata santa1). La vocazione alla salvezza cristiana viene de6inita 0santa1 perc$) proveniente da 5io e capace di condurre a una conse+uente 6edelt& nella vita (-t 2,12.14). Li , un ri6erimento alla dottrina paolina della giusti-i"a'ione iniziale per 6ede, :ui estesa con il rimando al piano salvi6ico di 5io, comprensibile nel contesto delle dila+anti spinte eretic$e di matrice +iudeocristiana2 l#autore non manc$er& di rimarcare anc$e il +iudizio 6inale di 5io sulle opere de+li uomini (4,142 c6 mm 2,?2 2>or 11,14).

1,10: ma 0 stata rivelata ora, con la manifestazione del salvatore nostro 1risto 2es3* .gli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l4incorruttibilit! per mezzo del Vangelo
(QaVcVTQa w aya wev \f^ `qeQaVtQ^ \Yy T\fY^ {pa eT\Yy [TYy, PQ\QZdTQa\Y^ pa \a craQ\Ya \tTQa\Y^ w a PQR cQTtQa wev \Yy VWQZZVXtYb). - 9gli ha vinto la morte (PQ\QZdTQa\Y^ pa \a craQ\Ya, lett. 0avendo reso inoperante da una parte la morte1). Il verbo PQ\QZo 0distru++ere1 (part. aoristo) , usato anc$e altrove in ri6erimento alla morte (1>or 14,2?) o a proposito del diavolo (c$e $a il potere sulla morte, @b 2,14) e dell#anticristo (2-s 2,H). @, in6atti, il sostantivo craQ\Y^, 0morte1 puE indicare una distruzione sia 6isica c$e spirituale. - e ha fatto risplendere (\tTQa\Y^, lett. 0avendo fatto risplendere1). >on il verbo causativo \t, 0illuminare1, l#autore indica una proiezione di luce sulle cose, non un#illuminazione dall#interno2 ciE ra66orza il senso del

precedente verbo causativo QaV] 0rivelare1. 8i veri6ica :ui la stessa combinazione di verbi c$e troviamo in 1>or 4,4. Bel nostro contesto, , implicita la dialettica peccato-morte-tenebra salvezza- vita-luce. - la vita e l$incorruttibilit! (a PQR cQTtQa). I due termini 6ormano una combinazione c$e esprime l#unico concetto di 0vita immortale1. 8i tratta di una caratteristica di 5io (1-m 1,13) c$e, in >risto, viene estesa ai credenti, i :uali $anno cosI accesso alla salvezza eterna.

"alla fede alla gra-ia ministeriale. In -imoteo oltre a essere presente la 6ede trasmessa in 6ami+lia, , attivo anc$e il dono spirituale elar+ito+li nell#ordinazione (c6 1-m 4,14). La presupposta vitalit& di 6ede del discepolo costituisce il motivo per cui 7aolo lo esorta a ravvivare anc$e il carisma del ministero. 9e e e gra'ia ministeriale appaiono istinte e "ontigue. Lo speci6ico dono si alimenta 0so66iando sul 6uoco1, meta6ora con cui l#autore descrive il inamismo ello Spirito Santo (v. 3). Bon si tratta di incendiare :ualcosa di spento, ma di ravvivare una 6iamma +i& attiva. Analo+amente, in 1-s 4,1C-2G +aolo a--erma "#e il -uo"o a non spegnere ! 7uello ello Spirito, operante peraltro nelle pro-e'ie. >iE , con+ruente con il nostro brano, ove l#autore si ri6erisce soprattutto alla testimonianza c$e -imoteo deve rendere a >risto e a 7aolo (v. H) con pro6etica 6ranc$ezza, senza lasciarsi inibire dalla propria +iovane et& (c6 1-m 4,12) ma con6idando nello 8pirito 8anto. Alla 0timidezza1 - c$e presumibilmente connotava -imoteo - l#autore oppone un duplice ri6erimento alla 06orza1 divina c$e d& cora++io (vv. 3-H). 8ar& lo 8pirito a conceder+li :uesta 6orza e l#amore necessario, temperando al contempo :ueste :ualit& con il prudente autocontrollo c$e aiuta a non e""e ere in uno 'elo immo erato$ >ertamente, l#attivit& del ministero esporr& il discepolo alla so66erenza, come , +i& avvenuto per 7aolo, incarcerato a moma, ma proprio la potenza divina aiuter& il +iovane ministro a patire in comunione con il suo maestro, a vanta++io del Lan+elo. 3a so--eren'a ministeriale torna a bene-i"io el 5angelo, proprio come l#Apostolo in catene dic$iara esplicitamente in il 1,12-19. 0>ra, fratelli, voglio che sappiate che le mie vicende hanno contribuito piuttosto al progresso del Vangelo, cosicch8 in tutto il pretorio e ovun*ue / manifesto che io sono in catene per 2risto1. ?n compendio dell7annuncio. Bel nostro brano, :uindi, +li avversari a cui si allude sono sia esterni alla >$iesa (come :uelli c$e $anno determinato l#arresto dell#Apostolo) sia interni (+li eretici). 7ertanto, l#autore su++erisce a -imoteo una sorta di bre&e "ompen io ottrinale per il suo annun"io. Questi +li elementi essenziali del messa++io da proclamare. 1A anzitutto, la &o"a'ione alla sal&e''a stabilita a 6io in :risto sin all)eternit, (si a66erma cosI la pre-esistenza di >risto, 1-m 9,1?) e non in base a particolari opere meritorie de+li uomini (v. C)2 2A tale isegno sal&i-i"o &iene ri&elato solo ora, cio, nell#era cristiana, con la mani6estazione dell#intero evento->risto, il cui mistero pas:uale produce l#e66etto ne+ativo della distruzione della morte e l#e66etto positivo della vittoria della vita (v. 1Ga)2 3A il mezzo per renderlo noto , il Lan+elo di cui 7aolo , 0messa++ero, apostolo e maestro1 (v. 11). misuona la cristolo+ia di @6 1,4-4, dove si a66erma la scelta di 5io. %prima ella "rea'ione el mon o( i "re enti sono stati "#iamati, in :risto, a essere santi e immacolati secondo la benevolenza della volont& divina. 5#altro canto, sussistono contatti con @6 9,1-19, in cui si menziona il divino dise+no, eterno e misterioso, ora rivelato in >risto e annunciato da 7aolo ministro del Lan+elo, detenuto in pri+ionia. @ in e66etti, con la triplice :uali6ica paolina di 2-m 1,11 si ribadisce c$e, o++etto della testimonianza, non , solo il Lan+elo ma anc$e lo stesso 7aolo e il suo 0deposito1 apostolico (v. 12), cio, il patrimonio di verit& a lui a66idato, c$e occorre di66ondere e, ancor prima, di6endere da+li attacc$i dei 6alsi maestri. La +aranzia della sua custodia , data - ancora una volta - dalla potenza divina. In modo solenne, ma con espressione :uasi intima, 7aolo esprime la sua 6ede in >risto, colui c$e non delude le aspettative dei credenti perc$) , de+no di 6ede. 7aolo lo 0sa1, possedendone un#autentica conoscenza, :uella c$e deriva dall#esperienza. 7er annunciare il Lan+elo, e+li , c$iamato anc$e a patire, rendendo evidente c$e le a66lizioni sono parte inte+rante del suo ministero (>ol 1,24). Da attribuendo a se stesso :uesto 0so66rire1, l#autore c$iarisce pure l#imperativo del v. H in cui invitava -imoteo a 0so66rire insieme1 (TbZPQPYqQco, 1,H) senza a++iun+ere alcuna speci6icazione. 7aolo e -imoteo, :uindi, accomunati dal servizio a >risto, sono uniti pure nella stessa c$iamata a so66rire per lui (c6 il 1,2C).

Bel &angelo (Dt 13,1-C) Ges; ci invita a se+uirlo, sospinti dallo 8pirito 8anto, non solo nel deserto (come nella domenica scorsa), ma anc$e su un alto monte. In entrambi i casi serve uno spirito pronto. nel primo caso per sostenere la lotta contro le seduzioni del diavolo, nel secondo caso per sperimentare la luce abba+liante della 7as:ua e della 7arusia. 0La luce del -abor pre6i+ura la +loria della parusia1 (s. /asilio, 99G 93C). Il mistero di 5io si o66re a noi come 6uoco c$e brucia e come ac:ua viva c$e spe+ne la sete dei viandanti. Alcuni ne ricevono una +occia, altri 6iumi in piena per poter dissetare :uanti sperimentano l*aridit& del cuore.

Mt 17,1: Sei giorni dopo, 2es3 prese con s& 5ietro, 2iacomo e 2iovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte (QR pVc# {poQ^ qQQXQpraVe [TYy^ \a o\Ya
PQR rPYa PQR raa[a \a wVXa QW\Yy PQR aQoVe QW\Y^ V^ Y^ [Xa PQ\# wtQa). - Sei giorni dopo (QR pVc# {poQ^ ). L#inciso pVc# {poQ^ , 0sei +iorni dopo1 (ripreso da Dc C,22 c6 Lc C,2H, 0circa otto +iorni dopo1) , stato o++etto di varie interpretazioni. Qualcuno ritiene c$e tale 6rase sia un ri"#iamo proletti"o alla settimana ella passione c$e terminer& con la risurrezione +loriosa di Ges;. 8i puE invece le++ere 0sei +iorni dopo1 sullo s6ondo del racconto del libro dell#@sodo, dove , scritto c$e la +loria del 8i+nore dimorE sul Sinai per 0sei1 +iorni, e 0al settimo +iorno il 8i+nore c$iamE Dos, dalla nube1 (@s 24,1?). Altra ipotesi , il ri6erimento alla 6esta delle >apanne (Sukk6t) c$e si celebra il 14 di <ishr, :uindici +iorni dopo la 6esta di >apodanno (.osh hashan!) e cin:ue +iorni dopo il Giorno dell#@spiazione (@ippur). - 4esA prese con s8 )ietro, 4iacomo e 4iovanni suo fratello (qQQXQpraVe [TYy^ \a o\Ya PQR rPYa PQR raa[a \a wVXa QW\Yy). Ges;, raccolta la pro6essione di 6ede di 7ietro presso >esar,a di ilippo (1?,1?), riconosce c$e , +iunta l*ora di parlare apertamente ai suoi discepoli (1?,21). 8e+ue il primo annun"io ella sua passione c$e scandalizza 7ietro (1?,22s). Quindi Ges; detta le condizioni per essere suoi discepoli e con tono pro6etico dic$iara. In verit! io vi dico3 vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima di aver visto venire il 5iglio dell$uomo con il suo regno (1?,2H). F possibile c$e :uesta pro6ezia si ri6erisca proprio all*episodio della -ras6i+urazione. Botiamo c$e Matteo usa solo una volta il termine apostoli (Y q]T\YXYe, 1G,2). Abitualmente parla i is"epoli (Y pQc[\Qt). - su un alto monte (V^ Y^ [Xa). La stessa espressione , +i& stata usata nel contesto della terza tentazione di Ges;, con l#a++iunta XtQa, 0molto1 alto (Dt 4,H). Il monte , una ci6ra caratteristica del van+elo di Datteo. oltre a essere il luo+o-culmine della scena delle tentazioni, , su un monte c$e Ges; tiene il suo primo discorso (c6 4,1), e ancora su un monte Ges; risorto si mostrer& per l#ultima volta ai suoi discepoli (2H,1?). 8 monti sono luog#i abituali per ri&ela'ioni e teo-anie. La tradizione situa la tras6i+urazione sul monte <abor (?GG m s.l.m.). Da, per alcuni, non si esclude c$e possa essere il monte Hermon (massiccio montuoso al con6ine tra 8iria e Libano. >ostituisce la parte pi; meridionale della catena dell#Antilibano. F 6ormato da tre cime, la pi; alta delle :uali ra++iun+e 2.H14 m.). La tras6i+urazione sul monte, come il battesimo nel 6iume Giordano sono narrati con il metodo del midrash. Ges; sale su un alto monte, e porta con s) solo tre discepoli. 7ietro, Giacomo e Giovanni. Questo particolare ci ricorda Dos, c$e sale sul monte 8inai portando con s) *ronne e i suoi due 6i+li, Da a& e *&i#u (c6 @s 24,1ss). Il prendere con s) (qQQXQpra, paralambBnC) i tre discepoli, alcuni 7adri della >$iesa lo interpretano come se Ges/ abbia %"ari"ato sulle spalle( i tre is"epoli, perc$) l*uomo da solo non puE +iun+ere al monte della visione con le proprie 6orze.

17,2: . fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brill come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce (PQR pV\VpYzc[ SpqYTcVa QW\a, PQR SXQpVa \ q]TqYa
QW\Yy ^ XeY^, \v w pr\eQ QW\Yy `ZoaV\Y XVbPv ^ \ ^). - 9 fu trasfigurato (PQR pV\VpYzc[, lett. 0e fu trasformato1). Il verbo , un 0passivo teolo+ico1, il cui a+ente , 5io stesso. Bon si tratta di metamorfosi come intesa nel mondo +reco, n) di una tras6ormazione interiore (c6 mm 12,22 2>or 9,1H). F solo un#anteprima dell#8schaton. Il verbo pV\QpY], metamorphDC, si puE tradurre in maniera pi; esatta con 0tras-ormare1 a ra+ione dell#idea di 06orma1 (pYd) presente nel verbo stesso, e anc$e perc$) il misorto , descritto cosI da Dc 1?,12, come colui c$e apparve 0in altra 6orma1 (`QaVzc[ `a \o~ pY2 c6 il 2,?.3). 8l +a re &uole mostrare ai is"epoli (0fu trasformato1) la gloria el suo 9iglio Ges/, come ricordato anc$e nella E)t. 9gli infatti ricevette onore e gloria da "io )adre, *uando giunse a lui *uesta voce dalla maestosa gloria3 FGuesti / il 5iglio mio, l$amato, nel *uale ho posto il mio compiacimento, (27t 1,13).

Le metamorfosi il titolo di un poema epico-mitologico di Publio Ovidio Nasone (Sulmona 43 a.C. - 18) incentrato sul fenomeno della metamorfosi. !idio "a reso celebri storie e racconti mitologici dell#antic"it$ greca e romana. %l concetto di metamorfosi transita nel Cristianesimo. Nel rito bizantino si parla di &'( )*+(,-./012 3Santa 4etamorfosi5 a proposito della 6rasfigura7ione di Cristo sul 4onte 6abor. 6utta!ia8 la metamorfosi del Cristo definita /.29+:8 3tremenda5 nel senso c"e gli ;postoli 3non sopportando il fulgore del tuo !olto e lo splendore delle tue !esti8 oppressi sta!ano cur!i col !olto a terra5. Non difficile rendersi conto c"e il concetto si basa sulla duplice natura del Cristo c"e 3pur essendo nella condizione di Dio svuot se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini5 (<i =8>-?). Siamo dun@ue di fronte ad una metamorfosi volontaria, consapevole e reversibile. ABespressione 3Santa 4etamorfosi5 !iene riser!ata unicamente al Signore e non puC essere usata per fenomeni analog"i riguardanti Santi o Patriarc"iD non la si ritro!a infatti riguardo a 4os8 il cui !olto era di!enuto splendente. Ena forma di metamorfosi forse lo anc"e la transustanziazione8 c"e si !erifica per opera dello Spirito Santo con la Consacra7ione eucaristica. Si tratta di un caso del tutto particolare8 perc"F @ui la trasforma7ione a!!iene da cosa a Persona (metamorfosi ascendenteD un riscontro di @uesto tipo di metamorfosi puC !edersi nel mito di Deucalione8 c"e dopo il dilu!io getta a terra sassi8 3ossa della terra58 c"e si trasformano in uomini)G inoltre8 nella transustan7ia7ione la trasforma7ione non percepibile ai sensi. %n tal senso 6ommaso dB;@uino8 nellBinno eucaristico Pange linguam8 affermaD Verbum caro, panem verum verbo carnem efficit: fitque sanguis Christi merum !t si sensus deficit ad firmandum cor sincerum sola fides sufficit. Hanno perC citati i numerosi miracoli eucaristici8 a!!enuti in tutto il mondo8 in cui la trasformazione diventata visibile8 come nei casi piI noti dei miracoli di Aanciano (?JK)8 di Lolsena (1=>4)8 di ffida (1=?3-1=8K)8 di 4acerata (13J>)8 di 4orro!alle (1J>K). En concetto affine a @uello della metamorfosi la ,*+*,MNO012P8 metemps"chosis8 3metempsicosi58 intesa come trasmigrazione dell#anima in altro corpo. Si tratta di una trasmigra7ione post mortem8 un passaggio totale e definiti!o da uno stato allBaltro. %l termine metempsicosi considerato sinonimo di reincarna7ione. Aa creden7a della trasmigra7ione dellBanima in un altro corpo diffusa da tempi antic"issimi presso di!erse ci!ilt$ e religioni. Q una delle creden7e piI diffuse in ambienti legati all#Induismo8 al Giainismo8 al Sikhismo e al Buddhismo8 anc"e se in @uest#ultimo caso non riguarda la reincarna7ione dell#anima ma @uella del $arma (la parte non-materiale delle a7ioni e la causa del destino degli esseri !i!enti)8 ad alcune religioni africane e altre filosofie o mo!imenti religiosi. Aa maggior parte dei non credenti in Rio di oggi crede nella reincarna7ione. Nell#ambito della filosofia occidentale antica8 Pita ora e la sua scuola sembrano essere stati fra i primi a sostenere la dottrina della metempsicosi8 seppure sulla base di culti orfici preesistenti. ;ltri aderenti furonoD Platone (4=8 - 34? a.C.)8 Plotino (=K3S=KJ - =?K d.C.)8 Giamblico (=JKca. - 33K) e Proclo (41= - 48J). Nel secolo scorso8 uno dei piI importanti propugnatori della reincarna7ione in ccidente stato il filosofo austriaco !udolf Steiner (18>1-1T=J)8 nell#ambito della sua corrente di pensiero denominata antroposofia. PiI di recente8 la dottrina della reincarna7ione "a formato parte integrante del mo!imento "e# $ e. - il suo volto brill6 come il sole (SXQpVa \ q]TqYa QW\Yy ^ XeY^). Bell#or+anizzare la scena, Datteo si distin+ue da+li altri van+eli per alcuni elementi peculiari, alcuni dei :uali si spie+ano a partire dalla tradizione rabbinica. La 8crittura dice c$e Mos! *uando scese dal monte Sinai non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante (@s 94,2C). Il volto +lorioso di >risto si tras6ormer& in q]TqYa, 0volto1 so66erente e oltra++iato nel racconto della passione (2?,?3). In prospettiva escatolo+ica, i giusti brilleranno come il sole nel regno del )adre (Dt 19,49). - le sue vesti divennero candide come la luce (\v w pr\eQ QW\Yy `ZoaV\Y XVbPv ^ \ ^). Il detta+lio delle %&esti( luminose i Ges/ , interessante, perc$) per Datteo esse non sono semplicemente bianc$e, ma sono %"ome la lu"e( (13,2). Il codice di /eza (5), il codice >uretoniano (s!c) e altri testimoni $anno ^ eza 0come la neve1. Le vesti 0come la neve1 sono :uelle dell#an+elo della risurrezione (2H,9). Il "olore bian"o, la luce intensa sono simbolo della realt& celeste. L#idea potrebbe rievocare la visione del libro del profeta "aniele, :uando appare un ve+liardo la cui veste 0era bianca come neve1 (5n 3,C), oppure :uello della 4enesi. Belle 6onti +iudaic$e antic$e si le++e c$e la prima conse+uenza della caduta di * amo e .&a 6u c$e divennero nudi. 8 loro "orpi, nel loro stato originario, non erano %nu i(, ma a&&olti a una nube i gloria o i un manto i lu"e; appena violato il comando di 5io :uesta veste cadde, ed essi provarono ver+o+na. Giocando sul 6atto c$e in ebraico 0pelle1 (or) e 0luce1 (7or) si scrivono :uasi allo stesso modo, l#interpretazione rabbinica attestata +i& nei <argumim (<argum )seudo 4ionata a Gn 9,3.21) sembra insistere sulla rela'ione tra l)uomo e la onna, "#e % o&e&ano essere trasparenti l)uno all)altro$ Questa trasparenza doveva essere -onte i gioia e i lu"e. 6opo il pe""ato, persero 7uesto &estito i lu"e "#e si tras-ormE in pelle. * amo e .&a

"onobbero la sensualit,, la &olont, i ominarsi l)un l)altro e i trarre pia"ere l)uno all)altro$ Il loro itinerario spirituale consister& cosI nel ritro&are la lu"e nonostante la sensualit,. 8l Messia, 7uan o &err, riporter, il &estito i lu"e i * amo( (. Danns). Queste su++estive interpretazioni c$iariscono il detta+lio dell#abito di luce di Ges; e riportano il lettore competente alla scena del giardino, dove la trasparenza non , solo nella relazione uomo-donna, ma una possibilit, i in"ontro "on 6io. 3)espressione %il 9iglio amato(, cosI carica di ric$iami biblici (8sa""o, 06i+lio amato1, Gn 22,22 popolo i 8sraele, 06i+lio1 per eccellenza di Adona!, @s 4,222 Js 11,12 c6 5t 14,12 92,?.1H2 Is 49,?) probabilmente riman a "os0 an"#e al primo * amo, al :uale Ges; tras6i+urato $a 6atto ritrovare la sua ori+inaria trasparenza.

17,3: .d ecco, apparvero loro 6os0 ed .lia, che conversavano con lui (PQR wY c[ QW\Y^
Tf^ PQR XtQ^ TbXXQXYya\V^ pV\# QW\Yy). - 9d ecco (PQR wY). Questa espressione (in ebr. e%hinn/) , comunissima in Datteo (9 volte in :uesto solo brano) e serve a cambiare il punto di vista, da :uello del narratore a :uello di uno dei prota+onisti. in :uesto caso, siamo invitati a +uardare con +li stessi occ$i dei discepoli. - apparvero ( c[). Il verbo , al sin+olare2 nel codice di @6rem riscritto (>), nel codice di /eza (5), nel codice me+io (L) e in altri testimoni c#, una correzione a senso, perciE si trova il plurale c[TQa 0apparvero1 (c6 At 2,9). - +os/ ed 9lia (Tf^ PQR XtQ^). 7oic$) in Dc C,4 , scritto XtQ^ Ta TV, 0@lia con Dos,1, si potrebbe pensare c$e Datteo invertendo i nomi vo+lia insistere sul rapporto i Ges/ "on la Tor, e i +ro-eti, le prime due parti del <anak, cio, la /ibbia ebraica. Li puE anc$e essere un ri6erimento al 6atto c$e sono stati entrambi assunti in :ielo (5t 94,?2 2me 2,11) o al ruolo "#e o&ranno s&olgere nel regno "#e &err, (5t 1H,14.1H2 Dl 9,29-24). "avar acher, 0altra interpretazione. Mos! e .lia #anno &issuto e&enti paragonabili alla rea'ione i +ietro all)annun"io ella passione i Ges/ (c6 1?,21-29). L#analo+ia tra +li eventi , data dal 6atto c$e al modo in cui Ges; interpreta il ri6iuto di 7ietro (come una nuova tentazione perc$) 7ietro , come 8atana. c6 1?,29), cosI Mos! pro&E l)esperien'a el &itello )oro e .lia 7uella ella -uga &erso l)<oreb. Questi due 6atti ebbero luo+o proprio su un monte, dopo un 6allimento del popolo di Israele c$e aveva, nel primo caso, costruito un idolo e, nel secondo, sostenuto i pro6eti di /a#al contro cui @lia doveva lottare. A 6ronte di :ueste due delusioni, sia Dos, sia @lia c$iedono a 5io di morire (c6 @s 92,922 1me 1C,4), ma, come risposta, a tutti e due , concessa la visione di 5io. Mos!, spaventato, perE, si nas"on e nella rupe (@s 99,21 22), ed .lia si "opre il &olto (1me 1C,19). Dentre :uesti non videro 5io, ora stanno davanti a Ges; e non si velano pi; il volto perc$) Ges; , il 0i+lio amato1 del 7adre, 0l#eletto1 (Lc C,94), , e+li stesso la visibilit& del 7adre. 02hi ha visto me, ha visto il )adre1 (Gv 14,C). 8n lui Mos! e .lia si in"ontrano, &e ono Ges/ nella gloria, e gli portano il loro "on-orto$ *l termine, il +a re "on-erma ai tre is"epoli, +ietro in"luso, la stra a "#e Ges/ o&r, intrapren ere. F interessante notare come 7ueste ue -igure si mostrino nell2atteggiamento i "on&ersare "on Ges/, "ome ue is"epoli "on il loro Maestro. Ges/, figlio di "avide, figlio di Abramo (Dt 1,1), , indicato come il "entro i tutta la ri&ela'ione bibli"a, la "#ia&e i "omprensione i tutte le S"ritture$ Il misorto lo spie+$er& ai discepoli di @mmaus. 9 cominciando da +os/ e da tutti i profeti spieg6 loro in tutte le Scritture ci6 che si riferiva a lui (Lc 24,23). 5i cosa conversavano 8econdo l*evan+elista Luca del suo esodo, che stava per compiersi a 4erusalemme (Lc C,91), cio, del mistero pas7uale c$e avrebbe dato compimento a tutte le 8critture nella citt& di 5io. Herushalaim.

17,4: 5rendendo la parola, 5ietro disse a 2es3: Signore, 0 bello per noi essere 7ui8 Se vuoi, far 7ui tre capanne, una per te, una per 6os0 e una per .lia (qYPecVR^ w o\Y^
VqVa \s [TYy PxeV PQX]a `T\ea {p|^ wV VaQe V coXVe^, qYedT wV \V^ TP[ar^ TYR ptQa PQR TV ptQa PQR Xt~ ptQa). - Signore (PxeV). 7ietro c$iama Ges; @Irie. Datteo evita di ri6erire a Ges; il titolo di 0.abb1 (29,H). - / bello per noi essere *ui (PQX]a `T\ea {p|^ wV VaQe). La contemplazione di 5io rapisce non solo i sensi, ma tutta l*anima. La tras6i+urazione di Ges; diventa anc$e tras6i+urazione dei discepoli, c$e trasal+ono dinanzi a tanta bellezza. La belle''a dell#amore si tramuta poi in una gioia incontenibile. - Se vuoi, far6 *ui tre capanne (V coXVe^, qYedT wV \V^ TP[ar^). Anzic$) il sin+olare, in molti testimoni c#, il plurale qYedTpVa 06aremo1, c$e perE , lezione sospetta, perc$) si trova nei paralleli di Dc C,4 e Lc C,99, e dun:ue potrebbe essere semplicemente un#assimilazione. orse Datteo :ui vuole dare ancora una volta importan'a alla -igura i +ietro, c$e nel primo van+elo svol+e la 6unzione di mediatore e portavoce di

Ges;. 7ietro si o66re a costruire da solo le capanne (TP[aQt, skJnaK). 7robabile ri6erimento alla 6esta delle >apanne (Sukkot, Lv 29,9C-49). Datteo tralascia l#osservazione di Dc C,? 0:on sapeva infatti che cosa dire, poich8 erano stati presi dallo spavento1. La tras6i+urazione dun:ue non , solo un momento di consolazione per Ges;, c$e viene ra66orzato nel proposito di dover salire a Gerusalemme, ma , anc$e un inse+namento per +li apostoli, in primo luo+o per 7ietro c$e non $a capito la lo+ica di 5io e perciE se+ue :uella 0de+li uomini1 (1?,29). 8l primo ei is"epoli, perE, nemmeno ora mostra i "apire e pensa i poter rimanere sul monte pur i non an are a Gerusalemme; la &o"e i 6io allora &iene a istruire lui e gli altri. 0Ascoltatelo1 (PYxV\V QW\Yy, 13,4). Precaria e fragile come lBesisten7a giudaica8 la sukk%h &capanna' la casa divina, patria dell(errare, la dimora santa del vento) *a il vento (in ebraico ruach) anche lo spirito. CosU il soffio dallBalto8 la luce e la notte la abitano ugualmente. Vssa non !err$ c"iusa da un !ero tettoD @uesto de!Bessere fatto di rami di salice o di palma intrecciati liberamente8 attra!erso i @uali filtra la luce delle stelle. Wuesta la regola millenaria emanata dai saggi. Nella suXXa" si comunica con il flusso del !ento. + vietato chiuderla perch, l(ospite possa andarsene e venire a modo suo8 e perc"F lBaltro8 lo straniero8 non sia escluso dalla festa. -a sukkah non n, propriet% privata n, domicilio fisso. C"iun@ue puC andare a rifugiarsi in essa8 come fanno il !ento e la luce del cielo sempre !isibile attra!erso le fessure dei rami. Hengono appesi ad essa dei frutti autunnali8 melagrane8 datteri8 u!a e gli uccelli !engono a beccarli (Claude HigFe8 La manna e la rugiada8 p. =KJ). Q la festa per eccellenza in cui si fondono lBamore di Rio per gli uomini8 @uello degli uomini per Rio8 lBamore degli uomini fra loro espresso nella comune umilt$ dellBabitare in capanne8 nella comunione del sacrificio per tutte le na7ioni della terraG nella fusione di @uesti tre amori ci si avvicina alla redenzione nell(abbraccio finale con i rotoli della .or%h8 la parola di Rio c"e guida nel cammino del tempo della !ita. % simboli di @uesta festa sono di nuo!o molti e ne abbracciano i !ari aspetti. Aa capanna c"e il contadino prepara nel campo della !endemmia la stessa c"e protegge %sraele nel deserto e c"e8 con la precariet$ delle sue frasc"e8 simbolo della transitoriet% dell(uomo. %l ma77o festi!o composto di foglie di cedro (etrog, etroghim)8 mirto (hadas)8 palma (lulav)8 salice (Yaravah)8 con il suo rituale scuotimento (na%anuim) !erso i @uattro punti cardinali ripetuto nei !ari giorni della festa8 riporta alle usan7e di un popolo agricolo trasferite con significato mistico al rapporto dellBuomo con Rio. -(ottavo iorno della festa8 shemin/ 0azret (c"e !uol dire Zotta!o di c"iusuraZ. Wuesto giorno infatti c"iude il ciclo delle feste di &ishr' ed (oed)8 dedicato al rin raziamento per la pio ia. Segue Simchat .orahD festa della 3gioia della 6ora"5. Aa 6ora" gode di essere stata data a %sraele e %sraele esulta per a!er rice!uto la 6ora"8 c"e per lui come una siepe che lo difende. Si portano in processione i rotoli a!!olti in un manto (meil) con sopra una corona (atarah o $)ter). 6utti dan7ano per strada. Si legge Wolet8 lBultima se7ione di Devarim (Reuteronomio) e si ricomincia con le prime pagine di *eresch't (+enesi). -a festa pi1 importante nell(Israele preesilico non era la Pas2ua, ma la rande festa autunnale delle Capanne8 c"e ini7ia il 1J di tishr' (settembre-ottobre).

17,1: .gli stava ancora parlando, 7uando una nube luminosa li copr" con la sua ombra* .d ecco una voce dalla nube che diceva: /uesti 0 il Figlio mio, l4amato: in lui ho posto il mio compiacimento* Ascoltatelo (S\e QW\Yy XQXYya\Y^ wY aVoX[ \Vea `qVTPtQTVa QW\Yx^
PQR wY a `P \f^ aVoX[^ XoZYbTQ Y\]^ `T\ea b]^ pYb ZQq[\]^ `a VWw]P[TQ PYxV\V QW\Yy). - una nube luminosa (aVoX[ \Vea). 8i tratta di un ossImoro (dal +reco xpYa, composto da x^, 0acuto1 e p]^, 0ottuso1) 6i+ura retorica c$e consiste nell#accostare due termini di senso contrario o in 6orte antitesi tra loro. @vidente , l)allusione alla nube ell).so o "#e a""ompagna&a 8sraele e "#e segnala&a la presen'a i 6io sul Sinai (c6 @s 94,4) e nella ten a el "on&egno (c6 @s 4G,94-9H). Fuella nube (7anan), se"on o .s 14,20, era -onte i lu"e per gli .brei, mentre era tenebrosa per gli .gi'iani$ Bel van+elo di Datteo l#imma+ine della nuvola ritorner& :uando Ges; parler& della venuta del i+lio dell#uomo 0sulle nubi1 del cielo (c6 24,9G2 2?,?4), dove perE il ri6erimento , alla scena da 6n 7,9-14, riletto attraverso il 'ibro delle parabole di 9noch. - li copr con la sua ombra (`qVTPtQTVa QW\Yx^). Il verbo `qeTPer, 0adombro, avvol+o con l#ombra1, , lo stesso c$e viene usato per indicare l#e66etto della nuvola c$e riempiva la tenda costruita da Dos, nel deserto, :uando scendeva la +loria del 8i+nore (@s 4G,94). La L traduce l#ebraico shakan, dal :uale deriva l#espressione tar+umica e rabbinica Shekin!, 07resenza divina nel mondo1. Bm 14,42. 0non c#, il 8i+nore in mezzo a voi1, , reso dal <argum con 0la Shekin! di 5io non , in mezzo a voi1. L#idea della Shekin! nel primo

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van+elo torner& poco dopo, al v. 1H,2G, nelle parole di Ges; 0dove sono due o tre riuniti nel mio nome, l sono io in me--o a loro1. % 9d ecco una voce dalla nube (PQR wY a `P \f^ aVoX[^). 8ubentrate la nube e la Loce dal cielo, non c*, pi; biso+no di capanne, perc$) la +resen'a i 6io (Shekin!) si o66re a loro come la &era Sukk (Ap 21,9. 9cco la tenda di "io con gli uominiL). mispetto a :uanto +i& notato a ri+uardo della scena del battesimo (c6 9,13), si deve a++iun+ere un ri6erimento a un episodio narrato dalle 6onti rabbinic$e. Bel -almud babilonese (Baba +esi 7a 4Ca-b) si racconta di una disputa tra mabbI @li#,zer e mabbI gos$;a su una :uestione di purit& le+ale. 5opo lun+a discussione, mabbI @li,zer invoca una prova. 0<8e la halak! mi d& ra+ione, sia provato dal >ielo<. @d ecco una voce divina (bat *ol) esclamare. <7erc$) disputate con mabbI @li,zer La halak! , in accordo con lui in tutto<1. 8econdo :uesto racconto, non , strano c$e 5io interven+a direttamente in una discussione, e la voce accrediti uno dei due contendenti. Altrettanto avviene nel nostro racconto, dove Ges; &iene a""re itato a&anti a +ietro e agli altri is"epoli$ La bat *ol, la 06i+lia di una voce1 dal cielo "ita 7uattro passi essenziali del <anak, tratti due dalla <orah, uno dai 7ro6eti (:evi$im) e uno da+li 8critti (@etuvim). Guesti / il 5iglio mio (8al 2,3. Dessia)2 l$amato ( ZQq[\]^, ho agapJtDs) (Gn 22,2. Isacco)2 in lui ho posto il mio compiacimento (Is 42,1. 8ervo)2 ascoltatelo (5t 1H,14. il pro6eta, nuovo Dos,). - Guesti / il 5iglio mio, l$amato3 in lui ho posto il mio compiacimento (Y\]^ `T\ea b]^ pYb ZQq[\]^ `a VWw]P[TQ). Alla lettera la voce dice. 0Questo il figlio di me l'amato, in cui mi sono compiaciuto1. - ascoltatelo (PYxV\V QW\Yy). L#imperativo dell#ascolto espresso nello Shem!, Hisrael , tutto incentrato sul 08i+nore nostro 5io1 (5t ?,4)2 d#ora in poi l#ascolto verr& rivolto al i+lio Ges;. Io sono la via, la verit! e la vita. :essuno viene al )adre se non per me--o di me (Gv 14,?). ?no solo, infatti, / "io e uno solo anche il mediatore fra "io e gli uomini, l7uomo 2risto 4esA (1-m, 2,4). )restate atten-ione a 4esA, l$apostolo e sommo sacerdote della fede che noi professiamo (@b 9,1). =na >$iesa c$e non pone al "entro ella sua missione l)as"olto el Maestro, non potr& pi; essere riconosciuta tale. J+ni discepolo scopre la sua identit& di 6ede nella misura in cui presta ascolto al 8i+nore risorto, c$e parla per mezzo dello 8pirito 8anto, c$e a sua volta 0$a parlato per mezzo dei pro6eti1. >ggi, la 5o"e al "ielo "ontinua a ri"or ar"i "#e %as"oltare( ren e possibile %&e ere( Ges/ tras-igurato$ La contemplazione del volto radioso del 7adre passa attraverso l*ascolto e l*obbedienza alla parola del i+lio. In :uesto racconto riconosciamo l*intervento della SS$ Trinit,. 0?na nube luminosa li copr con la sua ombra1 (Dt 13,4). =n#interpretazione spirituale della tras6i+urazione vede in :uesta nube l*imma+ine dello Spirito Santo. <ota <rinitas apparuit3 )ater in voce, 5ilius in homine, Spiritus in nube clara, 0apparve tutta la -rinit&. il 7adre nella voce, il i+lio nell*uomo, lo 8pirito nella nube luminosa1 (Tommaso d*A:uino 1224 - 1234, Summa theologiae, III, 44, 4 ad 2um). Inoltre nel +a re possiamo ri"onos"ere la -onte i ogni santit, e bont,, nello Spirito Santo la -onte ella belle''a, nel 9iglio la -onte ella &erit,. >on penetrante intuizione, i 7adri della >$iesa $anno :uali6icato :uesto cammino spirituale come -ilo"al0a, ossia amore per la belle--a divina, c$e , irradiazione della divina bont&. La persona c$e dalla potenza dello 8pirito 8anto , condotta alla piena con6i+urazione a >risto, ri6lette in s) un ra++io della luce inaccessibile e nel suo pere+rinare terreno cammina 6ino alla onte inesauribile della luce. In tal modo la vita cristiana risulta l*espressione dell*identit& della >$iesa c$e , sposa, condotta dallo 8pirito a riprodurre in s) i lineamenti dello sposo, comparendo+li davanti 0tutta gloriosa, sen-a macchia n8 ruga o alcunch8 di simile, ma santa e immacolata1 (@6 4,23). Aa ,ilocalia (in greco [2\]9(\^(8 3amore della belle77a5) una raccolta di testi di ascetica e mistica della C"iesa cristiana ortodossa. <u pubblicata in greco a Hene7ia nel 1?8= da Nicodemo l#;giorita (cio del 4onte ;t"os) e 4acario di Corinto. Vbbe un immenso successo nel mondo sla!o gra7ie alla tradu7ione di Paisi_ Helico!sXi_. ltre alla Libbia e ad alcuni testi dei primi Padri della C"iesa8 la ,ilocalia una delle piI ammirate e feconde testimonian7e a stampa della piet$ cristiana ortodossa. ;ll#assidua lettura di essa da parte dei fedeli si fa continuamente riferimento nei celebri -acconti di un pellegrino russo, testo ascetico scritto fra il 18J3 e il 18>1 da un anonimo russo. Vsso di!ulgC la pratica mistica della preg"iera interiore perpetua8 la preghiera del cuore ed assieme alla ,ilocalia una delle opere piI diffuse prodotte dalla spiritualit$ ortodossa.

17,G: All4udire ci, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore
(PQR PYxTQa\V^ Y pQc[\QR SqVTQa `qR q]TqYa QW\a PQR `Ydc[TQa T]wQ). - furono presi da grande timore (`Ydc[TQa T]wQ, lett. 0ed ebbero paura molto1). Alcuni copisti, 6orse non comprendendo il senso del m=sterium tremendum c$e si prova davanti al mani6estarsi del divino, $anno attenuato il senso della 6rase sostituendo il verbo `Ydc[TQa con `cQxpQTQa 0si stupirono1 (verbo

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Qbpr, c6 Dt H,23)2 tuttavia il verbo YoYpQe , ben attestato nei testimoni pi; antic$i. Matteo insiste sulla paura di 7ietro, Giacomo e Giovanni, c$e li porta a cadere 6accia a terra (13,?). Anc$e in Dc C,? si accenna a una reazione dei tre spettatori, ma Datteo la ampli6ica e la rile++e alla luce di 6n 10. 7er Datteo, perE, diversamente da Darco, la paura non nas"e all)a&er &isto 7ual"osa, ma all)a&er as"oltato la &o"e i 6io (la bat *ol +i& udita nel battesimo di Ges;, 9,13), c$e ammonisce i tre discepoli a 6idarsi del Daestro. 8i viene cosI ricondotti ancora una volta al momento in cui 6io parla alla montagna el Sinai, e il popolo, c$e $a paura della sua voce, c$iede di non udirla pi;. 01H<utto il popolo percepiva i tuoni e i lampi, il suono del corno e il monte fumante. Il popolo vide, fu preso da tremore e si tenne lontano. 1CAllora dissero a +os/3 F)arla tu a noi e noi ascolteremoM ma non ci parli "io, altrimenti moriremoL, (@s 2G,1H-1C). Mentre la &o"e i * onaH era temuta, si pote&a perE as"oltare 7uella i Mos!. Allo stesso modo, anc$e ora i tre is"epoli #anno paura ella &o"e i 6io, ma il 9iglio amato si puE as"oltare$

17,7: 6a 2es3 si avvicin, li tocc e disse: Alzatevi e non temete (PQR qYTfXcVa [TYy^ PQR }rpVaY^ QW\a VqVa `Zoc[\V PQR p YVTcV). - 4esA si avvicin6 (qYTfXcVa [TYy^). Il verbo qYToYpQe, pros8rchomai, 0avvicinarsi1 caratterizza non solo il lessico di Datteo (42 occorrenze contro le 1G di Luca e le 4 di Darco), ma anc$e la sua teolo+ia. Il verbo compare in Datteo la ma++ior parte delle volte per esprimere l#azione di persone c$e si avvicinano a Ges; per rivol+er+li :ualc$e domanda o per cercare una +uari+ione2 viene usato dieci volte per +li avversari (scribi, 6arisei, sadducei, capi dei sacerdoti), c$e tuttavia lo riconoscono come un maestro autorevole. All#inizio del van+elo, Ges; viene avvicinato da potenze soprannaturali, sempre nella scena della prova. in 4,9 dal diavolo e in 4,11 da+li an+eli. 7er ue &olte, il &erbo ! usato per ire "#e Ges/ si a&&i"ina ai is"epoli, :ui e in 2H,1H. @sso per l#evan+elista 0costituisce un continuo ric$iamo e una continua attualizzazione dell#annuncio iniziale del van+elo. Ges/ ! il 6io "on noi (1,29). 8n Ges/, 6io si ren e presente e si a--ian"a all)uomo a--litto all)ignoran'a, alla malattia, alla so--eren'a, al pe""ato. Bei racconti di miracolo, nei dialo+$i con i discepoli, ne+li incontri con le persone c$e si portano a Ges;, ne+li scontri con +li avversari qYToYpQe, pros8rchomai costituisce un rimando continuo all#annuncio iniziale e nello stesso tempo diviene ponte di colle+amento con la promessa 6inale. io sono con voi tutti i giorni (2H,2G). Dediante :uesto verbo Datteo ricorda, ric$iama e riba is"e "ontinuamente la presen'a in Ges/ ell) .mmanuel, el 6io "on noi1 (G. /oscolo). Ges; viene sostenuto dal 7adre nel suo pro+etto di andare a Gerusalemme, ma non insiste nel rimproverare coloro c$e non $anno ancora capito. in un gesto i prossimit,, li to""a e li in&ita a non temere. Insiste perE su :uanto aveva annunciato sei +iorni prima, e come un buon maestro, lo ripete. parla an"ora ella sua morte e ella sua risurre'ione (Dt 13,12b2 22-29). Questa volta 7ietro tace. 17,8: Alzando gli occhi non videro nessuno, se non 2es3 solo (`qrQa\V^ w \Y^ cQXpY^ QW\a YWwoaQ VwYa V p QW\a [TYya p]aYa). L#esperienza termina bruscamente. Ledere Ges/ solo e7ui&ale a ren ersi "onto "#e egli rappresenta la sintesi elle S"ritture, il solo "#e basta per "onos"ere la &olont, el +a re$ .gli ! il solo pane "#e a""ompagna i is"epoli sulla bar"a ell2esisten'a (c6 Dc H,142 Dt 1?,4-12), ove normalmente la +loria del volto di >risto resta nascosta. @ anc$e la nostra17,9: 6entre scendevano dal monte, 2es3 ordin loro: 9on parlate a nessuno di 7uesta visione, prima che il Figlio dell4uomo non sia risorto dai morti (QR PQ\QQea]a\a QW\a `P
\Yy Yb^ `aV\VtXQ\Y QW\Y^ [TYy^ XoZa p[wVaR Vq[\V \ QpQ ^ Y b^ \Yy aczqYb `P aVPa `ZVc). % :on parlate a nessuno di *uesta visione (p[wVaR Vq[\V \ QpQ). >on il termine QpQ, hDrama, Datteo dic$iara :ual , la propria interpretazione della tras6i+urazione. ! una &isione apo"alitti"a, la &isione el 9iglio ell2uomo nella sua gloria (c6 5n 3,19-14), visione c$e non sar& piena, 6ino a :uando il 5iglio dell$uomo non sia risorto dai morti. L#invito a non rivelare la visione con6erma c$e la tras-igura'ione ! interpretata "ome una ri&ela'ione o apocalisse, "#e or inariamente esige il segreto$

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'a trasfigura-ione (13,1-C). 3)episo io ella tras-igura'ione ! "omune a tutti e tre i &angeli sinotti"i. Questi sono anc$e concordi nel riportare la se:uenza de+li episodi c$e precedono il racconto, e cio, la con6essione di 7ietro a >esarea (c6 1?,1-2G) e il primo annuncio della passione, morte e risurrezione (c6 1?,21-29). F in relazione a :uesti eventi +i& accaduti c$e biso+ner& interpretare :uanto avviene dopo (13,1) sul monte, e in relazione a :uelli c$e non $anno ancora avuto luo+o, ma c$e ven+ono anticipati dalle parole di Ges;. La collocazione pi; probabile della tras6i+urazione , dun:ue prima ella passione e morte i Ges/, oppure opo la +as7ua. 8l ra""onto ella tras-igura'ione unis"e elementi ella teo-ania sinaiti"a @.s 24A "on le &isioni apo"alitti"#e tipi"#e el libro i 6aniele, le :uali avevano +i& in6luenzato il tras6erimento del re+no e del potere +iudiziario dal 7adre al i+lio (c6 1?,23s). La scena della tras6i+urazione non va interpretata solo come anticipazione di una realt& escatolo+ica (la risurrezione), bensI anc$e come mani-esta'ione i "iE "#e ! gi, presente in Ges/, ma c$e non puE essere visto o c$e ancora non si mani6esta completamente. La tras6i+urazione nella prospettiva dei discepoli , certamente un2esperien'a esteti"a, riconosciuta nell*uso dell*a++ettivo Mbello-buono*. 0/ bello per noi essere *uiL1 (13,4. PQX]a `T\ea {p|^ wV VaQe, kalDn estin hemNs Ode ePnai). Da :uesta esperienza supera i limiti umani e rimanda alla rivelazione divina, c$e rende l*uomo in +rado di percepire 0di pi;1. Gi& >rigene (1H4 - 244, il pi; +rande erudito dell*antic$it& cristiana, c$iamato AdamBntios, uomo d*acciaio dal vescovo e storico della >$iesa @usebio di >esarea (2?4-94G), c$e +li attribuisce pi; di 2GGG opere) 6aceva notare in 2omment. in +atth., 12,93 c$e 6u tras6i+urato Fdavanti a loro, (v. 2). e+li non si mani6estE a tutti, ma solo ad alcuni, i :uali non lo conobbero solo secondo la carne 0attraverso i suoi miracoli e i suoi discorsi1, ma lo videro nella sua 6orma divina. Fuesta nuo&a -orma i "onos"en'a i :risto, secondo Jri+ene, avviene 0attraverso tutti i Vangeli1, cio, tramite l*acco+lienza 6iduciosa e obbediente di tutto il messa++io c$e ci rende 6i+li della luce, partecipi della risurrezione. Qui sul monte Ges; 0nascose un po* la carne c$e aveva assunta e si tras6i+urE davanti a loro, mani6estandosi nella 6orma corrispondente alla bellezza ori+inale1 (Inno della 'itia). L#episodio della -ras6i+urazione, perciE, "ollega l2esperien'a ella -e e all2esperien'a %esteti"a( della bellezza divina al di sopra delle possibilit& umane. 7uE essere utile ricordare la proposta di 7avel A. 9lorensIH (6iloso6o, matematico, teolo+o, sacerdote ortodosso, morto 6ucilato dal re+ime staliniano. 1HH21C93). 03a &erit, mani-estata ! amore$ 32amore reali''ato ! belle''a1. Bel processo della conoscenza, cio,, la verit& , da riconoscere in 6unzione della bellezza, obiettivo ultimo della conoscenza stessa. Fuesta esteti"a ! esperien'a i lu"e sia in >risto e sia nell*uomo. La mani6estazione della +loria di 5io o la risurre'ione i :risto non "oin&olge solo il suo "orpo morto, ma an"#e il suo "orpo "#e ! la :#iesa, tra u"en osi in sal&e''a per tutti gli uomini. Il discepolo c$e se+ue Ges; +iun+e a esclamare. 0Ledo la bellezza della tua +razia, ne contemplo il 6ul+ore, ne ri6letto la luce2 sono preso dal suo ine66abile splendore2 sono condotto 6uori di me mentre penso a me stesso2 vedo com*ero e cosa sono divenuto. J prodi+io- 8to attento, sono pieno di rispetto per me stesso, di riverenza e di timore, come davanti a -e stesso2 non so cosa 6are, poic$) mi $a preso la timidezza2 non so dove sedermi, a c$e cosa avvicinarmi, dove riposare :ueste membra c$e ti apparten+ono2 per :uale impresa, per :uale opera impie+arle, :ueste sorprendenti meravi+lie divine1 (8imeone il nuovo teolo+o, Inni, II, vv. 1C-23). :os0 la &ita "ristiana i&iene una elle tra""e "on"rete "#e la Trinit, las"ia nella storia, per"#4 gli uomini possano a&&ertire il -as"ino e la nostalgia ella belle''a i&ina (c6. L> 2G). Quando il 8anto, benedetto @+li sia, dette la -ora$ sul 8inai, 6ece vedere a Israele cose meravi+liose attraverso la voce K <utto il popolo vide le voci (rm et-$a::lt @s 2G,1H). 7erc$) le NvociO 7erc$) la voce del 8i+nore si tras6ormava in sette suoni e da :uesti nelle settanta lin+ue, a66inc$) tutti i popoli potessero comprendere (Shem... 4).

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