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23 Marzo 2014 - III Domenica di Quaresima - Anno A

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Andate per tutto il mondo e predicate il vangelo a ogni creatura(Mc 16, 15). Se qualcuno si vergogner di me e delle mie parole, il Figlio dell'uomo si vergogner di lui quando ritorner nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi (Lc 9, 26).

Disegno di Sergio Toppi

Sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna La conversazione di Ges con la Samaritana si svolge sul tema dellacqua viva. Questacqua indispensab ile alla vita, e non sorprendente che, nelle regioni del Medio Oriente dove regna la siccit, essa sia semplicemente il simb olo della vita e, anche, della salvezza delluomo in un senso pi generale. Questa vita, questa salvezza, si possono ricevere solo aprendosi per accogliere il dono di Dio. questa la convinzione dellantico Israele come della giovane comunit cristiana. E lautore dei Salmi parla cos al suo Dio: in te la sorgente della vita (Sal 036,10). Ecco la sua professione di fede: Come la cerva anela ai corsi dacqua, cos lanima mia anela a te, o Dio (Sal 042,2). La salvezza che Dio porta viene espressa con limmagine della sorgente che zampilla sotto lentrata del tempio e diventa un grande fiume che trasforma in giardino il deserto della Giudea e fa del mar Morto un mare pieno di vita (Ez 47,1-12). Ges vuole offrire a noi uomini questa salvezza e questa vita. Per calmare definitivamente la nostra sete di vita e di salvezza. Io, sono venuto perch ab b iano la vita e lab b iano in ab b ondanza (Gv 10,10).

+ Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 4,5-42) Sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna In quel tempo, Ges giunse a una citt della Samara chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui cera un pozzo di Giacobbe. Ges dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Ges: Dammi da bere. I suoi discepoli erano andati in citt a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?. I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Ges le risponde: Se tu conoscessi il dono di Dio e chi colui che ti dice: Dammi da bere!, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva. Gli dice la donna: Signore, non hai un secchio e il pozzo profondo; da dove prendi dunque questacqua viva? Sei tu forse pi grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?. Ges le risponde: Chiunque beve di questacqua avr di nuovo sete; ma chi berr dellacqua che io gli dar, non avr pi sete in eterno. Anzi, lacqua che io gli dar diventer in lui una sorgente dacqua che zampilla per la vita eterna. Signore gli dice la donna , dammi questacqua, perch io non abbia pi sete e non continui a venire qui ad attingere acqua. Le dice: V a chiamare tuo marito e ritorna qui. Gli risponde la donna: Io non ho marito. Le dice Ges: Hai detto bene: Io non ho marito. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non tuo marito; in questo hai detto il vero. Gli replica la donna: Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare. Ges le dice: Credimi, donna, viene lora in cui n su questo monte n a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ci che non conoscete, noi adoriamo ci che conosciamo, perch la salvezza viene dai Giudei. Ma viene lora ed questa in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verit: cos infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verit. Gli rispose la donna: So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verr, ci annuncer ogni cosa. Le dice Ges: Sono io, che parlo con te. In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: Che cosa cerchi?, o: Di che cosa parli con lei?. La donna intanto lasci la sua anfora, and in citt e disse alla gente: Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?. Uscirono dalla citt e andavano da lui. Intanto i discepoli lo pregavano: Rabb, mangia. Ma egli rispose loro: Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete. E i discepoli si domandavano lun laltro: Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?. Ges disse loro: Il mio cibo fare la volont di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che gi biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perch chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e laltro miete. Io vi ho mandati a mietere ci per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica. Molti Samaritani di quella citt credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: Mi ha detto tutto quello che ho fatto. E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase l due giorni. Molti di pi credettero per la sua parola e alla donna dicevano: Non pi per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perch noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi veramente il salvatore del mondo.

Dalla Parola del giorno Chi b eve dell'acqua che io gli dar, non avr pi sete in eterno. Acqua viva Dopo un breve soggiorno sul Tabor, illuminati dalla bellezza della Trasfigurazione di Ges, la liturgia ci riporta nel deserto. Con l'evangelista Giovanni, che ci accompagner per le prossime domeniche, ci affacciamo sull'orlo dell'antico pozzo di Sicar per rivivere l'incontro tra Ges e la donna samaritana. Il rabbi di Nazareth, stanco per il viaggio e sfinito dal caldo torrido del mezzogiorno palestinese, si siede al pozzo di Giacobbe. Qui avviene l'incontro con la samaritana, seguito dalla strana richiesta di Ges: "Dammi da bere" (v.7). Strana perch mai e poi mai quella donna si sarebbe aspettata una simile richiesta. Il fatto di essere donna e per giunta samaritana, avrebbe dovuto scoraggiare quell'uomo giudeo a chiedere dell'acqua. E poi, se non bastasse, una donna che va al pozzo a mezzogiorno una che ha qualcosa da nascondere e sa che a quell'ora non si incontra nessuno. Una richiesta strana, dunque. E la donna rimane disorientata: "Che vuole questo? Cos' tutta sta confidenza? Il sole gli ha fatto perdere la ragione..." Vi devo confessare che mi piace questo Ges che sceglie di aver bisogno di lei, che rompe gli schemi, che allunga la mano e chiede un sorso d'acqua pur di aprire una spiraglio nel cuore di quella donna. Mi piace questo Messia che non si impone con la forza e la violenza, ma si propone con il suo bisogno per iniziare un dialogo con la donna e guidarla alla scoperta della sua vera sete. Mi piace questo Rabb che non giudica, non scaglia sentenze ma accompagna con ferma dolcezza a scoprire qual' la vera arsura che rende inquieto il cuore. All'inizio la donna non capisce, fraintende le parole di Ges, rimane legata all'aspetto materiale e indaga sulla fonte d'acqua miracolosa di cui parla questo interessante straniero. pronta a partire, a mettersi in viaggio per raccogliere nella sua brocca l'acqua che fa passare la sete. Ancora non sa, ancora non capisce che il viaggio da intraprendere il pi difficile e stupendo che si possa immaginare: quello dentro se stessi in compagnia del Signore. Ma non un viaggio intimistico e chiuso, bens una esplosione che sa coinvolgere e portare lontano le parole accolte nel cuore: "Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia il Messia?". Sento questo incontro tra Ges e la donna samaritana molto vicino a noi, al nostro cammino di quaresima. Anche noi siamo chiamati a guardarci dentro, a dirci la verit come ha fatto la donna di Samaria. Forse anche per noi giunto il momento di smettere di annacquare la nostra vita cristiana con i surrogati della fede, con il "fai da te" dei buoni sentimenti religiosi o con le macedonie di tradizionalismi e superstizioni. Annacquando di superficialit la nostra vita spirituale ci troveremo tra le mani una fede senza Dio e un cristianesimo senza Cristo. Se ci lasceremo guidare dalle parole di Ges, se anche noi metteremo a nudo le nostre false ricerche e le nostre immobilit, senza accorgerci abbandoneremo la brocca del passato per dissetarci alla fonte viva che Cristo. Abbandoneremo la brocca delle nostre paure, delle nostre ansie, delle nostre inutile preoccupazioni e pure noi avremo la forza di annunciare che Ges tutto quello che di pi bello si possa desiderare per riempire il vuoto che abita nel cuore dell'uomo e per saziare la sua sete di infinito Buon cammino di Quaresima don Rob erto Seregni

Signore, tutti urlano! Aiutami... Ad abbassare il tono della mia voce. A trovare il silenzio dentro e fuori di me. Ad ascoltare le parole appena sussurrate. A sentire il profumo di un fiore appena sbocciato. A discernere il bene dal male. Ad usare sempre parole buone. A benedire e non a maledire. A comprendere i sogni e i desideri nascosti nel cuore della gente. Ad inginocchiarmi davanti al tuo Santissimo Corpo. Ad essere un uomo dalle mani dure ma dal cuore buono. A riconoscere sempre i miei errori. A togliere l'orgoglio dalla mia vita. A portare ogni giorno la mia croce. A riconoscerti nel volto di ogni persona. Ad amare mia moglie di un amore eterno e sempre nuovo. Ad accettare che i miei figli non sono "cosa mia". Ad essere in ogni luogo espressione della tua felicit. Aiutami, Signore, a riconoscere sempre la tua voce. Amen! Adolfo Rebecchini

Le tentazioni dell'AVERE, del POTERE e dell'APPARIRE sono le stesse tentazioni che attentano alla nostra vita tutti i giorni anche attraverso la televisione: "Ma chi te lo fa fare di vivere sobriamente, macch condividere!!! Vivi la vita al meglio che puoi, godi finch ti possibile! Essere onesto, ma chi lo pi al mondo d'oggi! Fatti furbo, sul lavoro non aver piet di nessuno, sgomita per fare carriera, accumula pi che puoi tanto quello che conta sono i soldi e la salute per te e i tuoi familiari, degli altri chi se ne frega!" E se non sei forte nella fede, come niente ti ritrovi dentro al vortice del menefreghismo e non ne esci pi! Qui l'importanza della Parola, della meditazione del vangelo personale e comunitaria per "allenarsi" all'autocoscienza, affinch non diventiamo omologati al pensiero del mondo e, quando la vita ci far incontrare le varie e immancabili tentazioni, sapremo rispondere adeguatamente e non soccomberemo alle grinfie del diavolo.

Le sante conversazioni possono riuscire una vera direzione delle anime. (BM p.329).

Disegno di Sergio Toppi

Il Signore prende questo amore del capolavoro della Creazione per spiegare lamore che ha con il suo popolo. E un passo in pi: quando Paolo ha b isogno di spiegare il mistero di Cristo, lo fa anche in rapporto, in riferimento alla sua Sposa: perch Cristo sposato, Cristo era sposato, aveva sposato la Chiesa, il suo popolo. Come il Padre aveva sposato il Popolo di Israele, Cristo spos il suo popolo. Questa la storia dellamore, questa la storia del capolavoro della Creazione! E davanti a questo percorso di amore, a questa icona, la casistica cade e diventa dolore. Ma quando questo lasciare il padre e la madre e unirsi a una donna, farsi una sola carne e andare avanti e questo amore fallisce, perch tante volte fallisce, dob b iamo sentire il dolore del fallimento, accompagnare quelle persone che hanno avuto questo fallimento nel proprio amore. Non condannare! Camminare con loro! E non fare casistica con la loro situazione . Santa Marta, 28 febbraio 2014

Si racconta che il figlio di un famoso scultore (il figlio era adolescente) non voleva accettarsi: non sopportava il suo carattere, il suo corpo e la sua famiglia. Nel giorno del suo sedicesimo compleanno il padre gli regal un po' di terra: era della semplice creta. Il figlio si arrab b i tantissimo: "Ma che razza di regalo ?". Allora il padre prese la creta, la lavor, la modell e la color fino a farne una stupenda scultura. Poi gli disse: "Cosa sareb b e successo se tu l'avessi b uttata via'", disse al figlio. "Che discorsi, che non avresti fatto questa scultura". "Bene, figlio mio, tu sei questa creta, non b uttarti via!"

In un villaggio islamico del Libano un piccolo gruppo di persone divenne cristiano. Immediatamente si chiusero per loro tutte le porte della comunit. Gli uomini non potevano pi stare con gli altri uomini in piazza a fumare e chiacchierare, le donne non po tevano pi attingere acqua alla fontana del villaggio. I nuovi cristiani furono costretti a scavarsi una fontana per conto loro. Un giorno la fontana del villaggio si inarid e secc. Allora i cristiani invitarono i loro compaesani a venire ad attingere acqua alla loro fontana. Fecero di pi: sulle loro case appesero un piccolo cartello che diceva: Qui abitano dei cristiani. Ciascuno sapeva cos che in quella casa avrebbe trovato un aiuto e una mano tesa. Infine, fratelli, ci sia perfetta concordia tra voi: abbiate compassione, amore e misericordia gli uni verso gli altri. Siate umili. Non fate il male a chi vi fa del male, non rispondete con insulti a chi vi insul ta; al contrario, rispondete con buone parole, per ch anche Dio vi ha chiamati a ricevere le sue bene dizioni. Siate sempre pronti a rispondere a quelli che vi chiedono spiegazioni sulla speranza che avete in voi (I lettera di Pietro 3,8-15). Bruno Ferrero

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