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COMMENTO A UN ARTICOLO DI CLAUDIO MAGRIS SULLINSEGNAMENTO IN LINGUA INGLESE NELLE UNIVERSIT ITALIANE Pubblicato sul Corriere della Sera

nel maggio 2012


Dibattito. La proposta di insegnare solo nellidioma egemone rivela una mentalit servile. E contraddice la mentalit pluralista degli anglosassoni. LUNIVERSITA IN INGLESE PERICOLO PER LITALIANO Luso delle lingue straniere va promosso, ma senza rinunciare alla nostra identit Il titolo dellarticolo fa riferimento agli auspici del rettore del Politecnico di Milano che ha ipotizzato la possibilit di tenere i corsi magistrali (quelli dopo la laurea triennale di primo livello) e i corsi dei dottorati di ricerca nel suo ateneo in lingua inglese; locchiello e il catenaccio richiamano il contenuto e la tesi dellautore. Il testo di Magris dovrebbe essere presentato in un volume che lAccademia della Crusca far pubblicare nei prossimi mesi dalla casa editrice Laterza e che si pone come obiettivo una critica alla pananglificazione. Il rischio oggettivo quello di annullare la nostra identit, la nostra cultura, la nostra storia, che sicuramente non hanno nulla da invidiare a quelle dellInghilterra. Se vero, come diceva lex Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che necessario coltivare le tre I, Inglese, Impresa e Internet, altrettanto vero, e, a mio parere prioritario, anche difendere una quarta I, lItalia. Se vero che linglese la lingua di comunicazione a livello internazionale, altrettanto vero che la ricchezza dellItaliano decisamente superiore e rinunciare alla nostra lingua madre potrebbe implicare la sparizione di tante sfumature che hanno abbellito nei secoli i nostri testi letterari e che rendono la comunicazione di ci che ci sta pi a cuore particolarmente ricca. Ritengo che solo la nostra lingua madre ci dia la possibilit di esprimerci a fondo. Credo che anche gli stranieri presenti nel nostro Paese, quando pensano, quando sognano, lo fanno nella loro lingua, che non per nulla chiamata anche lingua madre, perch come una madre li accompagna, nonostante la lontananza dalla terra dorigine. La mia difesa dellItaliano non esclude la necessit di insegnare linglese: senza dubbio nella scuola questa lingua deve avere unattenzione particolare, anche perch ci consente di stare collegati con il resto del mondo. Tra laltro, gli stessi inglesi sono per la loro storia dei pluralisti, in quanto, a partire dalla colonizzazione americana, hanno raggiunto e si sono stabilizzati nei vari continenti. Il rifiuto di lasciarci annullare dalla lingua inglese fa riferimento anche al nostro orgoglio patriottico: non possiamo e non dobbiamo assumere un atteggiamento servile, dopo che abbiamo conquistato lindipendenza e lunit a duro prezzo e siamo entrati, a pari titolo con gli altri paesi, nellUnione europea. Giustamente, come sostiene Magris, al rischio di soccombere ora agli inglesi potr far seguito quello di rinunciare alla nostra dignit linguistica a favore del cinese, che sicuramente una lingua di straordinaria ricchezza e poesia ma non per questo, come gi sottolineato per linglese, con maggiore dignit della nostra.

A circa due anni di distanza dallarticolo di Magris, ad avvalorare il ruolo che lItaliano pu continuare ad avere, voglio citare anche Papa Francesco, che, qualche settimana fa (febbraio 2014), nel primo messaggio da uno smartphone ha parlato della nostra lingua. Ho scelto la lingua del cuore". Comincia cos Papa Francesco il suo messaggio al mondo. Parte in inglese ma ammette le sue difficolt e prosegue in italiano. "E' una lingua semplice e autentica. Poi cita anche Alessandro Manzoni, che sicuramente ha contribuito a fare gli italiani dal punto di vista linguistico.

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