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Comunicare la politica

(ottava edizione)

Crisi di fiducia, centralit dei media tradizionali, il ruolo dei social media: una professione in radicale cambiamento
di Dino Amenduni Eurogiovani Corso in non conventional marketing e social media Febbraio-Maggio 2014

Chi sono
Mi chiamo Dino Amenduni (dino.amenduni@proformaweb.it http://about.me/dinoamenduni) Sono il responsabile dei nuovi media e consulente per la comunicazione politica per lagenzia Proforma di Bari (www.proformaweb.it) Sono collaboratore e blogger per Finegil-Gruppo Espresso e formatore (su social media marketing e comunicazione politica) Tutte le mie presentazioni sono disponibili gratuitamente (sia consultazione che download) allindirizzo: www.slideshare.net/doonie

Premessa

La fine del mondo quando si cessa di aver fiducia.


(Madeleine Ouellette-Michalska)

Cinque cose da sapere se vuoi fare politica in Italia nel 2014


Analisi della ricerca I Cittadini e lo Stato 2013 (dati Demos Ilvo Diamanti)

di Dino Amenduni Gennaio 2014

Sommario
Cinque tabelle

1.! Fiducia nelle istituzioni: partiti e Parlamento (restano) ai minimi storici 2.! Equit fiscale: meglio meno tasse che pi servizi 3.! Presidenzialismo: lopinione pubblica italiana pronta 4.! Autoritarismo: per tre italiani su dieci una possibilit percorribile 5.! Una riserva di determinazione: aumentano gli indici di partecipazione politica e sociale

Premessa
In questi anni quasi tutti i campanelli dallarme sulla crisi del rapporto tra cittadini e istituzioni (tra cui questo tipo di ricerche) sono stati letteralmente ignorati e questo ha innescato certamente un circolo vizioso. Meno gli italiani si fidano della politica, meno la politica tiene conto della crisi di fiducia con comportamenti conseguenti, pi gli italiani perdono buoni motivi per fidarsi.

Premessa
I sentimenti verso la politica sono confluiti prima nella rabbia, e via via fino al cinismo, al disincanto, e al sentimento pi problematico, pi inscalfibile: lindifferenza, la sensazione che tanto non cambier (mai) nulla, dunque non vale la pena interessarsi, attivarsi, appassionarsi. La crisi del rapporto tra democrazia e fiducia dura da anni e nessun cambiamento della politica italiana, neanche nel 2013, sembra aver minimamente contribuito a invertire la tendenza.

Democrazia senza fiducia


La fiducia degli italiani nelle istituzioni politiche continua a essere bassissima

Fiducia nelle istituzioni


Percentuali di fiducia nelle principali istituzioni italiane, politiche e non politiche, nel 2013 (dati comparati con il 2012 dati Demos)

Fiducia nelle istituzioni


Solo tre organizzazioni ottengono dati di fiducia superiori al 50%: le Forze dellOrdine, saldamente al primo posto, addirittura in crescita dal 2012 (superato il 70%), la Chiesa (54%, pi 10% in un anno effetto-Bergoglio?) e la scuola. Tutti gli altri sono sotto il 50%. Il Presidente della Repubblica, per anni il pi stimato e apprezzato esponente dellintera classe politica, in affanno (49.7%, -20 punti in due anni). Meno di quattro italiani su dieci si fidano della Magistratura, meno di uno su tre dellEuropa (-11% in un anno).

Fiducia nelle istituzioni


La fiducia nei Comuni, i principali enti territoriali di prossimit, da sempre i meno peggio nel rapporto tra gli italiani e Stato, crollata al 31%, a dimostrazione che limpotenza dei primi cittadini tra tagli e patto di stabilit scontata direttamente sul territorio. Stesso discorso per le Regioni, con livelli di fiducia poco superiori al 20%. Se non ripari le strade, non garantisci i servizi, i cittadini se la prendono con il livello di potere pi vicino, a prescindere dalle sue reali responsabilit.

Fiducia nelle istituzioni


Meno di un italiano su cinque ha fiducia nei sindacati. Stesso discorso per lo Stato: solo il 18.9% si fida dei livelli istituzionali pi alti, a conferma di uninteressante, e per certi versi problematica, divaricazione tra Stato e Forze dellOrdine nella percezione generale. Le banche sono ferme al 12.9% di fiducia. Parlamento (7.1%) e partiti (5.1%) sono stabili nei bassifondi della classifica.

Fiducia nelle istituzioni


Media della fiducia verso le principali istituzioni politiche (Comuni, Regioni, Unione Europea, Stato, Presidente della Repubblica, Partiti, Parlamento). Dati comparati 2005-2013 (dal 41 al 24% - dati Demos)

Meno tasse per tutti


Dalla richiesta di servizi di qualit allurgenza della riduzione della pressione fiscale

Meno tasse per tutti


Diminuire le tasse o potenziare i servizi? Le risposte degli italiani dal 2005 al 2013 (dati Demos)

Meno tasse per tutti


Nel 2005 gli italiani chiedevano maggiore coerenza tra tassazione ed erogazione di servizi. Otto anni dopo, tra crisi economica e disillusione (sulle capacit delle istituzioni di garantire la giustizia sociale), il rapporto si letteralmente rovesciato. Gli italiani vogliono pagare meno tasse perch non ce la fanno pi ma forse perch in questi anni si sono convinti che tutto sommato sia meglio sbrigarsela in proprio, perch in fondo il potere pubblico non fa ci per cui gli italiani pagano le tasse.

Meno tasse per tutti


Lindice di propensione allingresso dei privati nella sanit o nellistruzione cresciuto di cinque punti in tre anni (26%), a conferma di una crisi di fiducia profondissima nello Stato come regolatore e come erogatore di servizi. Ridurre le tasse, fare una riforma redistributiva della ricchezza, non pi un concetto che pu essere considerato di destra o di sinistra, oramai una priorit per chiunque governi questo Paese, a qualsiasi livello territoriale.

Presidenzialismo
Il Presidente della Repubblica? Il popolo vuole decidere

Presidenzialismo
Elezione diretta del Presidente della Repubblica: favorevole o contrario? (dati Demos)

Presidenzialismo
Non semplice stabilire quanto questo dato sia condizionato dalla narrazione della destra degli ultimi 20 anni, e quanto piuttosto dipeso dalla natura di questa fase politica, da Monti in poi, in cui il ruolo di Napolitano stato soverchiante rispetto al passato (per lassenza di senso di responsabilit della politica, o per una tendenza dirigista del Presidente della Repubblica, o per entrambi i motivi).

Presidenzialismo
A questo punto, pi che fare le barricate contro il presidenzialismo, occorrerebbe ragionare su quali contrappesi siano necessari nelleventualit in cui questa transizione istituzionale dovesse prendere forma. Di legge sul conflitto di interessi non si parla (di nuovo) pi. Questo conferma che i conflitti vanno intesi sempre al plurale. Un presidenzialismo senza paletti rigidi sui conflitti di interesse pu porre le basi per un disastro tendenzialmente autoritario.

Autoritarismo
Per tre italiani su dieci, la democrazia non pi il sistema migliore

Autoritarismo
Regime democratico o autoritario? Le preferenze degli italiani (dati Demos)

Autoritarismo
La deriva autoritaria non dispiace a tre italiani su dieci, a conferma che lo Stato, la democrazia rappresentativa, le istituzioni, hanno gi fallito nel loro ruolo, non hanno fatto autocritica in modo sistematico, non sono cambiate a sufficienza (mentre il mondo attorno cambia rapidamente, e non sempre in meglio). Questa deriva non arretrata in questi cinque anni (nel 2008 il dato era al 26%, nel 2013 al 30%).

Autoritarismo
Questo zoccolo duro conferma che una parte non marginale dellItalia apprezza, e apprezzer, le tendenze leaderistiche. Ovviamente le qualit positive e negative dei leader che via via si alternano (e spariscono: Monti ha perso 50 punti di fiducia nel solo 2012, e in 18 mesi passato dallautorevolezza globale allirrilevanza altrettanto globale) diventano sempre pi determinanti nel capire in quale direzione andr il nostro Paese.

Partecipazione
Nonostante tutto, ci sono ancora motivi di speranza

Partecipazione
Indici di partecipazione politica, sociale e nuova gli indicatori sono in aumento nel 2013 (dati Demos)

Partecipazione
Gli indici di partecipazione politica, sociale e nuova (boicottaggi selettivi, consumo critico, attivismo digitale) non sono mai stati cos alti negli ultimi sei anni. Il dato certamente condizionato in positivo dalla presenza di due grandi appuntamenti elettorali (politiche e Primarie del PD), ma denota soprattutto una grande, inascoltata richiesta e unaltrettanto grande, inesplorata opportunit: gli italiani chiedono solo di poter partecipare, hanno un capitale enorme di entusiasmo, civismo, determinazione.

Partecipazione
Gli italiani non si fidano pi, hanno bisogno di tempo, di buoni esempi, di essere coinvolti, di coerenza, di un rapporto trasparente tra promesse e fatti. Ma sono disposti a farlo, sono disposti a impegnarsi per il Paese. Alla politica italiana la scelta: continuare a sguazzare nel cinismo, o tentare un enorme (sia per impegno che per tempo necessario) sforzo per fare ci per cui esiste, cio rappresentare, ascoltare e decidere?

Web 2.0: modelli teorici di riferimento


Coda lunga Saggezza della folla Surplus cognitivi

Il web 2.0 modelli teorici di riferimento!


Coda lunga Saggezza della folla

A. La coda lunga!
La coda lunga una teoria economica formulata da Chris Anderson (fondatore di Wired) nel 2004 un modello che sembra poter spiegare i funzionamenti del mercato. una teoria attuale per il mercato dei beni immateriali e futuribile perch pare essere in grado di teorizzare il cambiamento delle leggi che regolano il tradizionale meccanismo distributivo (produzione/stoccaggio/vendita al dettaglio)
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A. La coda lunga!
La diffusione di internet, il non-luogo dove chiunque in qualunque momento pu consultare infiniti elenchi di prodotti, ha permesso di abbattere i costi di distribuzione e magazzino, spezzando il legame che vincolava il successo alla visibilit La possibilit di gestire un catalogo virtuale pressoch illimitato ha rivoluzionato il modello economico dominante: semplicemente, vendere anche solo poche copie al mese di migliaia di titoli pi redditizio che vendere migliaia di copie di pochi titoli Oggi: le corporazioni dei beni immateriali sono in profonda difficolt (esempi: mercato discografico e pornografia) ! ! !

A. La coda lunga - cause!


Nuove tecnologie hardware e software a basso costo che permettono ai produttori di beni immateriali (grafica, musica, video, servizi) di farlo a costi contenuti o addirittura nulli Servizi (Internet, archiviazione dati) a costi contenuti che forniscono banda e hosting illimitato ai produttori di beni immateriali Possibilit di distribuire i propri prodotti a costo zero (es. attraverso Youtube), combinata alla possibilit che questi prodotti siano fruiti da chiunque attraverso Internet, anche senza pubblicit o senza conoscenza diretta del prodotto o dellautore (es. attraverso Google o aggregatori di notizie) ! !

A. La coda lunga - cause!


Approcci di marketing e comunicazione pi efficienti e misurati per la distribuzione di questi prodotti (niente pi costi di stampa, di magazzino e di spedizione) Possibilit per tutti di entrare in questo mercato (finisce la divisione tra produttore e consumatore: si parla di prosumer, ovvero di un utente che fa entrambe le cose in contemporanea) ! !

A. La coda lunga conseguenze!


Dal broadcasting al narrowcasting: da una platea con milioni di persone come pubblico a milioni di platee con poche persone come pubblico Questo modello economico, chiamato coda lunga, economicamente sostenibile proprio perch non ha costi se non quelli (minimi) per produrre il contenuto e, in caso di contenuti professionali, ha costi nulli per la distribuzione Gli utenti, avendo molte pi alternative di scelta, abbandonano il mainstream e si rivolgono alle nicchie di mercato che pi soddisfano le loro necessit ! !

B. Saggezza della folla!


una teoria dimostrata da James Surowiecki attraverso uninfinit di prove empiriche (2005). Secondo questa teoria, una variabile misurata in modo pi preciso da una massa di persone inesperte che da un gruppo di specialisti
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B. Saggezza della folla!


Esempio (1): durante una fiera, Surowiecki fece scommettere 100 persone sul peso di un vitello. Le 100 persone dichiararono il loro peso stimato. A seguire, fece ripetere lesperimento a 10 allevatori Il peso del vitello fu indovinato con precisione assoluta dalla massa (il valore medio delle 100 valutazioni era precisamente il peso del vitello) Esempio (2): prediction markets un istituto di ricerca universitario permise ai cittadini di scommettere sul vincitore alle elezioni. Nelle scommesse, le quote variano sulla base dellorientamento della giocata (sia sulla base di chi viene scelto, sia su quanto si punta) Il risultato del prediction market fu pi affidabile di quello dei sondaggi nel misurare la distanza tra i vincitori ! !

Ted Video #1
Clay Shirky: come il surplus cognitivo cambier il mondo

TED, uneccellenza del web-marketing!


Ted una conferenza multidisciplinare la cui missione riassunta nella formula "ideas worth spreading" (idee degne di essere diffuse) e, in effetti, le migliori conferenze sono state pubblicate gratuitamente sul sito web del TED. Le lezioni abbracciano una vasta gamma di argomenti che include scienza, arte, politica, temi globali, architettura, musica e altri saperi

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Video #1 Surplus Cognitivo!


http://www.ted.com/talks/lang/ita/ clay_shirky_how_cognitive_surplus_will_change_the_world.html

Clay Shirky indaga sul "surplus cognitivo", il lavoro condiviso online che eseguiamo con i nostri cicli mentali liberi. Mentre siamo occupati nel redarre Wikipedia, postare su Ushahidi (e s, anche creando i lolcats), stiamo costruendo un mondo migliore e pi cooperativo.

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Campagne elettorali
Dieci cose che ho imparato (fino ad ora)

Prima delle dieci cose


La premessa: non prendiamoci troppo sul serio

Non prendiamoci sul serio

La maggior parte delle elezioni gi decisa prima ancora che la campagna abbia inizio
(Legge di Farley)

Non prendiamoci sul serio


Conseguenze

A. Un tecnico della comunicazione che dice a una


candidato di essere in grado di ribaltare lesito di un elezione solo con la forza del suo lavoro (di spin doctoring, di creativit, di grafica, sui social media) sta dicendo una cosa non vera

B.

Non esiste un tecnico della comunicazione che pu salvare il candidato da una sconfitta certa, non esistono agenzie della provvidenza n miracoli

#1
La variabile pi importante lavversario

#1 Lavversario
Il posizionamento, i punti di forza e di debolezza del candidato, i vantaggi competitivi, i temi distintivi e le parole dordine non sono costrutti che valgono in assoluto ma cambiano sulla base dello scenario Per questo motivo sbagliato impostare una campagna elettorale prima ancora di conoscere le caratteristiche degli sfidanti giusto posizionare il candidato, non un errore partire in anticipo (se si hanno idee), ma sbagliato basare la campagna solo su se stessi

#1 Lavversario
Alcuni esempi A.!Una campagna a due (centrosinistra vs centrodestra) molto diversa da una campagna a tre (centrosinistra vs centrodestra vs Terzo Polo), specie se i candidati sono stati precedentemente alleati tra loro B.!Alle elezioni regionali (turno secco), il ruolo del Movimento5Stelle potenzialmente pi decisivo C.!Una campagna tra sindaco uscente e avversario molto diversa da una campagna tra due candidati nuovi

#2
Molto spesso le campagne si vincono per errori degli avversari, non per meriti propri
(Mario Rodriguez)

#2 Gli errori
Non tutte le campagne elettorali possono essere intense e spumeggianti, non tutti i candidati sono abili comunicatori, non tutti i comunicatori sono abili. E soprattutto, quando i candidati si equivalgono (specie in contesti locali) pi difficile scegliere e cogliere le differenze Proprio per questa ragione pi importante evitare scelte strategiche sbagliate, lavorando al massimo per evidenziare lerrore dellavversario, piuttosto che cercare il colpo a effetto o la mossa strategica definitiva

#2 Gli errori
Alcuni esempi A.!Giuliano Pisapia vs Letizia Moratti a Milano (Amministrative 2011): il confronto TV e la moschea di Sucate B.!Barack Obama vs John McCain (Presidenziali USA 2008): la scelta di Sarah Palin C.!2009: il centrodestra a Bari rallenta lapertura del Teatro Petruzzelli, Michele Emiliano ne fa una bandiera di campagna elettorale e anche grazie a questo recupera dieci punti percentuali in nove mesi, vincendo le elezioni

#3
Senza unanalisi (con dati) iniziale e un campaign manager non si dovrebbe neanche iniziare

#3 I dati
Nessuna campagna elettorale si svolge in teoria o nel vuoto. Ogni citt ha il suo contesto, ogni quartiere ha i suoi problemi, ogni regione ha la sua storia Unanalisi quantitativa (esempio: sondaggi) e qualitativa (esempio: focus group) il punto di partenza per capire chi siamo (come siamo percepiti), di cosa c bisogno (issues rilevanti) e dove vogliamo andare (parole dordine, obiettivi della comunicazione) Senza dati si procede per approssimazione, per istinto: il contrario di un lavoro scientifico

#3 Il campaign manager
Il coordinatore della campagna elettorale la figura pi importante dellintero staff (secondo, e non sempre, solo al candidato) Ha il compito di gestire le relazioni con tutti i nodi della macchina organizzativa: -! Il candidato e la sua cabina di regia politica -! Lufficio stampa e lo staff sui social media -! I partiti e i candidati della coalizione -! I fornitori -! I comunicatori -! I volontari -! Lufficio amministrativo/burocratico

#3 Il campaign manager
Il campaign manager un ruolo forte, che richiede caratteristiche eterogenee e molto precise: A. Fiducia totale da parte del candidato (deve poter parlare in suo nome) B. Capacit di visione strategica e organizzativa C. Capacit di analisi politica D. Resistenza in condizioni di stress E. Capacit diplomatiche F. Competenze comunicative (almeno minime) Se lagenzia di comunicazione a coordinare la campagna elettorale, un brutto segno

#4
La campagna elettorale che stai facendo sempre la pi importante di tutte

#4 La campagna pi importante
Non importa se il candidato in corsa per la Presidenza del Consiglio o per la candidatura a consigliere comunale. Per lui la campagna elettorale decisiva allo stesso modo: decisiva per la sua carriera, il suo futuro, la sua vita Per questa ragione, le aspettative del candidato verso i comunicatori (in termini di ore di lavoro, impegno e coinvolgimento emotivo) sono massime, a prescindere dal contesto di campagna elettorale. Ed giusto cos opportuno che i tecnici della comunicazione siano consapevoli di questo, quando scelgono quante e quali (e con quale budget) campagne prendere in considerazione

#5
quasi impossibile essere spin doctor per pi di una campagna per volta

#5 Spindoctoring
I compiti di spindoctoring, ossia di consulenza strategico-politica a tutti i livelli, un lavoro totalizzante, sia nei tempi che nel carico emotivo/ cognitivo da sopportare Cos come un candidato si impegna con il massimo delle energie sulla campagna, allo stesso modo deve fare lo spin doctor per essere allaltezza del ruolo, a prescindere dalla difficolt della campagna e dallaggressivit degli avversari Per queste ragioni molto difficile, se non addirittura sconsigliato, avere responsabilit strategiche per pi di un candidato per volta
(anche questa variabile decisiva nella scelta delle campagne elettorali da accettare)

#6
Non sempre vince chi ha pi denaro (ma non si pu fare neanche una campagna a costo zero)

#6 I soldi
I soldi non fanno la felicit e, di conseguenza, non stabiliscono a priori neanche i vincitori e gli sconfitti di una campagna elettorale Non basta essere ricchi, bisogna anche saper scegliere gli strumenti giusti per comunicare e, soprattutto, non bisogna dimenticarsi che content is king, la politica viene sempre prima della comunicazione, la credibilit di un candidato non si pu costruire artificialmente e in pochi mesi solo attraverso la comunicazione, anche se fosse la migliore campagna possibile

#6 I soldi
Attenzione, per, alleccesso contrario: fare una campagna a costo zero quasi impossibile. Serve una struttura economica minima che permetta di coprire le spese necessarie: -! costi di gestione del comitato elettorale; -! acquisto di spazi pubblicitari sui mezzi di comunicazione di massa e sul web; -! organizzazione della mobilitazione (esempio: gazebo) -! organizzazione di eventi La capacit di raccolta fondi, specie se indipendente e trasparente, pu essere decisiva per vincere le elezioni

#6 I soldi
Alcuni esempi (costi complessivi dichiarati) A.!Giuliano Pisapia (1.7 milioni) vs Letizia Moratti (10 milioni) a Milano (Amministrative 2011) B.!Nichi Vendola (800mila) vs Rocco Palese (5 milioni) in Puglia (Regionali 2010) C.!Federico Pizzarotti (6mila) vs Vincenzo Bernazzoli (200mila) a Parma (Amministrative 2012)

#7
In campagna elettorale non esistono orari, non esistono i weekend, non esistono i giorni festivi, non esistono nemmeno le mansioni codificate

#7 Addio tempo libero


Se siete abituati al rispetto dellorario dufficio, ai weekend liberi, al telefono aziendale spento di sera, ai pranzi con la famiglia nei giorni festivi, a compiti definiti e ben distribuiti, la campagna elettorale non il lavoro che fa per voi Il candidato pu avere bisogno del vostro aiuto (o, semplicemente, una buona idea da condividere) sette giorni su sette, ventiquattro ore su ventiquattro I telegiornali vanno in onda tutti i giorni, un fatto di attualit pu accadere in qualsiasi momento

#7 Addio mansioni codificate


Le campagne elettorali sono sofisticati dispositivi organizzativi in emergenza permanente. C sempre qualcosa da fare, c sempre qualcuno occupato e c sempre urgenza Per questa ragione, al di l dei compiti che ognuno ha (e si d), bisogna essere pronti a fare di tutto: lo spin doctor scrive il comunicato, il campaign manager monta un palco, un volontario accompagna il candidato a un evento, un candidato consigliere organizza levento finale per il candidato sindaco, e cos via

#8
sempre meglio lavorare insieme a unaltra agenzia di comunicazione del luogo in cui ci sono le elezioni

#8 I professionisti del posto


Non sempre i tecnici della comunicazione possono lavorare sulle campagne elettorali nella citt dove vivono, e non sempre chi lavora sulle campagne elettorali lavora solo con la politica Questa la prima ragione per non caricarsi tutto il lavoro creativo e giocare di squadra con altri professionisti, magari di agenzie pi piccole o freelance, che per vivono e lavorano nel territorio, che possono impegnarsi sulle declinazioni degli strumenti sui vari mezzi di comunicazione, oltre a raddoppiare il contributo di idee e creativit

#8 I professionisti del posto


La seconda ragione, forse ancora pi importante della prima, riguarda la capacit di chi vive nei territori di sentire il polso di ci che sta accadendo, molto di pi e molto meglio di quanto possa fare un professionista esterno Unidea apparentemente buona pu essere profondamente sbagliata se non si conosce con precisione la biografia dei candidati, il tessuto sociale di riferimento, la storia recente del territorio, le conseguenze di ci che si dice e di ci che si fa

#9
Se non ci sono militanti, volontari e sostenitori offline, non li troveremo di certo online

#9 I militanti
Esiste un luogo comune, nato soprattutto in questi anni, che va subito depotenziato: la Rete non il luogo dei volontari (n il luogo del gratis, n il luogo del facile. Spesso vero il contrario) Se non ci sono militanti e volontari ad animare il comitato elettorale di un candidato, il problema organizzativo o di appeal del candidato stesso. Questi problemi prescindono dagli strumenti utilizzati per comunicare e, dunque, non si risolvono cercando altrove la mobilitazione o provando a crearla artificialmente (con il denaro o con luso di Internet)

#10
Quando il candidato si convince del contrario di ci che pensi sia giusto (e questo non cos grave), non perdere tempo: attacca il ciuccio dove vuole il padrone

#10 Attacca il ciuccio


Una delle regole non scritte delle campagne elettorali : ci sar almeno un caso in cui unidea, gi approvata dallo staff o dal candidato, viene poi riconsiderata e bocciata Le ragioni per cui ci accade sono numerose e talvolta imponderabili. Per questo, quando questo improvviso cambio di direzione accade (e non affatto raro) e quando ci non comporta un danno irrecuperabile, inutile impegnarsi in estenuanti e spesso inutili trattative: meglio fare un passo indietro e guardare subito avanti

Dopo le dieci cose


La conclusione: non prendiamoci troppo sul serio

Non prendiamoci sul serio


Corollari (o forse qualcosa di pi)
1.!Il candidato (o il partito) sempre pi importante dei comunicatori
2.!La politica sempre pi importante della comunicazione 3.!Il contenuto sempre pi importante delle tecniche di presentazione dello stesso 4.!Il comunicatore politico deve essere esperto sia di comunicazione che di politica, altrimenti non si chiamerebbe comunicatore politico 5.!Quando non sai che fare, rivolgiti prima di tutto ai politici storici del territorio: la loro esperienza preziosissima 6.!Prima di iniziare una campagna elettorale, chiedi consigli agli amici e ai conoscenti che vivono nel luogo in cui si va a votare

Ted Video #2
Kevin Allocca: perch i video diventano virali

#2 i segreti della viralit!


http://www.ted.com/talks/kevin_allocca_why_videos_go_viral.html? lang=it

Kevin Allocca responsabile dei trend di YouTube, e ha opinioni profonde sui video stupidi che si trovano in rete. In questo discorso a TEDYouth, espone i 3 motivi per cui un video diventa virale.
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Cinque domande che gli studenti ci fanno durante le docenze


Faccioni sui manifesti, etica aziendale, marketing virale: le questioni pi ricorrenti durante questi mesi in giro per lItalia

di Dino Amenduni

Sommario
Le cinque domande 1.! Manifesti elettorali: faccioni s o faccioni no? 2.! Lavorate per tutti i politici che vi chiamano? 3.! Non avete paura che le vostre campagne siano oggetto di satira? 4.! Il marketing virale pu aiutare la politica? 5.! Voglio fare comunicazione politica: mi date un consiglio?

Manifesti elettorali: faccioni s o faccioni no?


Dipende (dal livello di popolarit del candidato)

Faccioni s o faccioni no?


Dipende

Partiamo da un presupposto. Questo tipo di valutazione non dovrebbe essere di tipo estetico, ma legato alla gestione di una variabile: la popolarit del candidato allinterno dellelettorato di riferimento. Popolarit assoluta: percentuale di elettori che conoscono il candidato Popolarit relativa: confronto di popolarit tra il candidato e i suoi competitor (tenendo conto anche della distanza temporale dalla data delle elezioni) Pi basso lindice di popolarit assoluta, pi largo il divario tra i candidati (con il nostro candidato in svantaggio), pi il volto sui manifesti strategicamente sensato.

Faccioni s o faccioni no?


S

Francesca Barracciu, primarie del centrosinistra (settembre 2013, Sardegna) -> volto sul manifesto perch il livello di conoscenza del candidato era pi basso rispetto al Presidente Cappellacci, essendo lei la sfidante. Il manifesto della campagna dunque utile ad aumentare la notoriet allinterno di un pubblico pi ampio.

Faccioni s o faccioni no?


No

Matteo Renzi, primarie del centrosinistra (dicembre 2013, Italia) -> il volto sul manifesto non stato necessario perch il livello di conoscenza del candidato era molto alto sia in termini assoluti, sia nei confronti dei competitor (Cuperlo, Civati, Pittella).

Faccioni s o faccioni no?


Stesso candidato, campagne diverse, strategie diverse

Nichi Vendola, primarie del centrosinistra (2005, Puglia) -> il volto sul manifesto stato utile perch Vendola era stato in Parlamento negli anni precedenti e aveva percentuali di notoriet molto pi basse rispetto a Raffaele Fitto, Presidente di Regione in carica.

Faccioni s o faccioni no?


Stesso candidato, campagne diverse, strategie diverse

Nichi Vendola, primarie del centrosinistra (2010, Puglia) -> Lo scenario molto diverso dalla campagna di cinque anni prima: Vendola ha governato e dunque molto pi conosciuto dei suoi principali avversari, Palese e Poli Bortone. Il volto non dunque indispensabile dal punto di vista strategico.

Faccioni s o faccioni no?


In sintesi

-!

-!

-!

Presupposto: un sondaggio che vi dica qual il livello di notoriet del candidato. Senza questo indicatore la scelta totalmente arbitraria e svincolata da ogni riflessione strategica. Orientamento: il volto utile per aumentare il tasso di popolarit in tempi brevi, soprattutto se si agisce contemporaneamente su altri mezzi (spot tv, social media, stampa, presenze televisive) per consolidare lassociazione nome-volto. Nessuna scelta definitiva: non esistono candidati per cui il volto sui manifesti va sempre bene o sempre male. Lo stesso candidato pu avere esigenze che cambiano negli anni e a seconda del contesto (a partire dalle caratteristiche dei competitor).

Lavorate per tutti i politici che vi chiamano?


No, per scelta. Ma pensiamo che sia legittimo pensarla diversamente

Lavorate per tutti?


No.

Riteniamo che le campagne elettorali richiedano il 101% dello sforzo professionale dei consulenti di comunicazione politica, in qualsiasi contesto si svolgano (dai piccoli centri a campagne nazionali: ogni elezione ha uguale dignit, e simili difficolt). La combinazione di alcune componenti abituali degli appuntamenti elettorali (tempi stretti, tante decisioni da prendere, tanti cambiamenti in corsa, gruppi di lavoro da coordinare, pressione da parte degli elettori e dei media, generale clima di sfiducia nei confronti della politica) richiedono, a nostro avviso, massimo impegno, dedizione e concentrazione (il 101%, appunto).

Lavorate per tutti?


No.

Lunico modo, per noi, di dare questo benedetto 101% avere anche solo un minimo di condivisione emotiva, valoriale, politica di ci che il candidato propone allelettorato. Non tutti i candidati possono piacere allo stesso modo (cos come non siamo piaciuti allo stesso modo a tutti i candidati), ma abbiamo bisogno di un livello minimo di partenza per poter dare il massimo. Per questo abbiamo deciso di non accettare commesse che provengono dalla parte politica pi lontana dalle nostre idee (la destra, nello specifico).

Lavorate per tutti?


No, ma non detto che sia giusto.

Non ci sogneremmo mai di dire che il nostro modello aziendale sia lunico corretto, anzi. Molti consulenti politici ritengono che lunico metodo per svolgere correttamente questa professione sia sostanzialmente il nostro opposto, cio lavorare mantenendo distanza critica dai candidati e dalle loro idee. Il distacco, visto da noi come un elemento capace di non farci rendere al massimo, pu essere invece considerato il giusto ingrediente per dare consigli e suggerimenti non viziati da componenti emotive o di appartenenza. Lasciamo al lettore la scelta su quale modello adottare.

Lavorate per tutti?


In sintesi

- Non esiste un modello universalmente valido: entrambi gli approcci (lavoro di appartenenza e lavoro per tutti) convivono da sempre nel panorama della comunicazione politica, stimolando un confronto sempre stimolante. -! C lo stesso dilemma nella professione di comunicatore politico: un mestiere a parte, che richiede competenze specifiche, o un professionista deve saper vendere un politico e un detersivo allo stesso modo? Noi pensiamo che sia un lavoro specifico, pubblicitari molto pi bravi di noi ( Jacques Seguela, ad esempio), la pensano allopposto. -! La nostra posizione un lusso: se fossimo unagenzia che fa solo campagne elettorali, non potremmo permettercelo. Lavorare anche nel campo della comunicazione non politica ci rende pi liberi di scegliere.

Non avete paura che le vostre campagne siano oggetto di satira?


No, anzi. Quando possibile, progettiamo campagne fatte apposta per essere taroccate

Paura della satira?


No, anzi.

Da qualche anno proviamo a progettare campagne il cui sviluppo (visual, concept) naturalmente orientato a stimolare processi generativi da parte degli utenti. Questo tipo di apertura pu favorire laumento di visibilit e di popolarit delle campagne, soprattutto se sono inserite in un contesto competitivo molto polarizzato, con grande tifo e allo stesso tempo grande ostilit per il candidato con cui stiamo lavorando. In alcuni casi non ci limitiamo a realizzare campagne virali, ma costruiamo strumenti (ad esempio generatori automatici di manifesti) che permettano a chiunque, anche senza alcuna competenza grafica, di realizzare adattamenti liberi.

Paura della satira?


Tarocca il Manifesto (Regionali 2010)

Sito neutro (ma progettato dal comitato Vendola) in cui lutente poteva liberamente taroccare i manifesti dei tre candidati principali. 85% dei manifesti generati ha riguardato Vendola, circa il 50% di quei manifesti era negativo ma nelle ore successive alla pubblicazione del sito, la campagna di Vendola ha sovrastato quella degli avversari sui social media.

Paura della satira?


Oppure Vendola (Primarie 2012)

Campagna creata con un concept ipervirale. Sapevamo che la generazione dei manifesti avrebbe potuto ottenere effetti satirici, ma anche che in questo modo il claim Oppure Vendola sarebbe diventato pi rapidamente popolare sul web.

Paura della satira?


Matteo Renzi (Primarie 2013)

Il sito www.cambiaverso.com permetteva agli utenti di generare il proprio manifesto personalizzato e di pubblicarlo direttamente su Facebook e su Twitter, con un solo click e inserendo solo il proprio testo. Grazie a questo strumento, sono stati realizzati oltre 10mila manifesti nella prima settimana dopo luscita del generatore.

Paura della satira?


In sintesi

- Non avere paura dei manifesti tarocchi: se la campagna non funziona, non funzioner anche se non sar oggetto di satira. Se funziona, meglio far s che circoli nel modo pi semplice e virale possibile. -! Scelta strategica e di creativit: le campagne non sono virali per definizione. Chiaramente un candidato molto amato o molto odiato favorisce meccanismi di generazione di manifesti. Ma altrettanto importante progettare una campagna che si presti a questo tipo di declinazioni. La progettazione, dunque, pu condizionare almeno in parte concept e visual della campagna. -! Evitare di inserire il candidato (in particolare foto, in particolare il voto) direttamente sui manifesti oggetto di satira. Questo potrebbe favorire un effetto-boomerang
(loppositore pu mettere parole scomode in bocca al candidato)

Il marketing virale pu aiutare la politica?


S, ma senza esagerare La politica sempre pi importante della comunicazione

Il marketing virale aiuta?


S, ma senza esagerare

Se vero che una buona comunicazione pu aiutare, altrettanto che vero che una buona comunicazione, da sola, non basta per vincere le elezioni. Serve molto altro, serve la politica. Servono le cose fatte per un sindaco, una proposta chiara per un candidato, una visione strategica dinsieme per un gruppo di lavoro. Per questo motivo bisogna fare sempre attenzione a dare il giusto peso a ogni singola componente della comunicazione pensando che nessuna idea, da sola, risulta davvero decisiva. I video virali, anche geniali, non fanno eccezione.

Il marketing virale aiuta?


Cos un video virale

Un video virale quando: - condiviso dai tastemaker, da utenti con grande popolarit e reputazione che accelera il processo di conoscenza del contenuto; -! Ha un format facilmente riproducibile da altri utenti, che moltiplicano sia la portata del contenuto, sia la conoscenza dello stesso; -! Contiene componenti (soggetto, sceneggiatura, scelte stilistiche) imprevedibili, che tengano alta lattenzione dello spettatore. Queste tre condizioni sono necessarie, ma non sufficienti. I video virali non si costruiscono in laboratorio (salvo rarissimi, e comunque non del tutto gestibili, casi)

Il marketing virale aiuta?


Michele Emiliano Problemi di elezione(Amministrative 2009)

Un video autoprodotto a costo zero da due volontari diventa cos popolare su Internet da indurre un cambio di pianificazione sui mezzi tradizionali: questo video va in televisione nellultima settimana prima delle elezioni.

Il marketing virale aiuta?


Michele Emiliano Gianni Paulicelli (Amministrative 2009)

Un noto commerciante barese, conosciuto per i suoi video pubblicitari sulle principali tv locali, realizza uno spot politico atipico a sostegno di Michele Emiliano, sindaco di Bari. Qui un suo spot originale

Il marketing virale aiuta?


Michele Emiliano Gianni Paulicelli (Amministrative 2009)

e qui lo spot politico, realizzato tenendo conto di tutte le caratteristiche stilistiche delloriginale, ma con un messaggio forte e di profonda attualit per le amministrative 2009: il no al nucleare.

Il marketing virale aiuta?


Michele Emiliano Ballottaggio (Amministrative 2009)

Lo spot per la tv e per Internet (due minuti) con cui Michele Emiliano, rilanciando e rovesciando un messaggio elettorale di Berlusconi, comunica la sua candidatura nelle ultime due settimane di campagna elettorale.

Il marketing virale aiuta?


In sintesi

- Virali si nasce, non si diventa: giusto impegnarsi per progettare contenuti (in particolare video) di successo, ma se la grande idea non arriva, non bisogna fissarsi n disperdere troppe energie in questo segmento. -! Virale autoironico: anche se in politica pu sembrare difficile, o addirittura pericoloso, impossibile pensare a un contenuto davvero virale senza tenere conto di una dose, anche piccola, di ironia, meglio se applicata a se stessi. -! Virale genuino: un video troppo perfetto, patinato, preciso, difficilmente riuscir a ottenere la carica empatica necessaria alla diffusione di un contenuto. Meglio impreciso ma fatto in casa, vero, accessibile a tutti. - Virale non tutto: la politica viene sempre prima della comunicazione. Mai dimenticarselo.

Voglio fare comunicazione politica: mi date un consiglio?


Ne diamo due: fare almeno una campagna dietro le quinte, presentarsi dai politici con un piano di lavoro gi pronto

Due consigli
1. Fare una campagna dietro le quinte

Spesso si impara pi lavorando come volontari in una campagna elettorale, anche molto piccola, anche in un ruolo molto marginale, che studiando modelli teorici troppo elaborati (e troppo slegati dal contesto italiano, specie locale). Il nostro primo consiglio , dunque: cercate la pratica, lesperienza concreta, anche non su livelli nazionali, perch si impara molto di pi sporcandosi le mani che studiando ma a distanza di sicurezza. Nel bene e nel male, si impara pi dietro le quinte, e questo tipo di esperienza non si pu trovare altrove, se non in campagna elettorale.

Due consigli
2. Andare dai politici ma con le idee chiare

Lofferta di comunicazione politica professionale supera, al momento, la domanda. La cultura della comunicazione politica fa fatica a radicare e ancora oggi ci sono tantissimi politici e partiti che non ritengono di aver bisogno di consulenti, di analisi, di sondaggi, di dati scientifici. Per questo non pi sufficiente andare da un politico e dire di essere in grado di fare una campagna elettorale. Serve un altro approccio, pi dispendioso dal punto di vista del tempo e dellimpegno necessario. Serve andare da un cliente potenziale illustrando con precisione qual lo scenario, qual la potenziale crisi di comunicazione e come si risolve.

Due consigli
2. Andare dai politici ma con le idee chiare

Possibile schema di lavoro: 1. Individuazione di un partito o di un politico con cui si intende lavorare; 2. Analisi scientifica dei punti di forza e dei punti di debolezza nellattuale comunicazione del destinatario; 3. Spiegazione puntuale di come si intendono risolvere i punti di debolezza, in quanto tempo, con quali strumenti e perch cos importante che il politico investa per risolvere i problemi segnalati; 4. Indicazione chiara e definita di quale pu essere il ruolo del comunicatore politico per risolvere il problema evidenziato (e, dunque, perch un politico dovrebbe scegliere proprio quel collaboratore).

Due consigli
In sintesi

-! -!

-!

-!

Il curriculum accademico non basta, serve lesperienza sul campo. E serve fare gavetta. La competenza professionale non basta, quando il mercato saturo. Serve un approccio pi proattivo, in cui problemi e soluzioni siano mostrati ai politici con prontezza, in alcuni casi prima ancora che loro siano consapevoli di avere quel tipo di problemi. Meglio una buona campagna locale, con autonomia e responsabilit, che una grande campagna nazionale ma con un ruolo piccolo e defilato, specie nelle prime fasi. Il comunicatore politico, se gli va bene, lavora sette giorni su sette e 24 ore su 24. O si accetta questa regola (almeno in alcune parti dellanno), o si rischia di non essere efficaci come servirebbe in questo momento storico.

Levoluzione digitale della specie - la dieta mediatica degli italiani


(edizione 2013)
I dati del CENSIS sugli strumenti, gli stili, le modalit e le caratteristiche dellinformazione preferita dagli italiani

di Dino Amenduni Ottobre 2013

Sommario
1.! Dieta mediatica degli italiani 2013 cinque tabelle a.! b.! c.! d.! e.! Mezzi di comunicazione utilizzati Gli italiani e laccesso a Internet A cosa serve Internet Dove si informano gli italiani Customer care: le dinamiche consumatori-aziende

2.! Cinque riflessioni sui dati a.! b.! c.! d.! e.! Le distanza giovani-anziani I tre tipi di super-utenti Internet I tre tipi di lettore Investimento in media personali Dalla reclame alla web reputation

Premessa
Sempre pi frequentemente lutente a spostarsi autonomamente allinterno dellampio e variegato sistema di strumenti mediatici disponibili per costruire i propri palinsesti personali e autogestiti, fatti su misura, rintracciando i contenuti di proprio interesse secondo i tempi e i modi a lui pi consoni, secondo le sue preferenze e i suoi bisogni, facendo individualmente arbitraggio tra vecchi e nuovi media, per arrivare a comporre in modo assortito una nicchia di consumi mediatici a misura di se stesso. Con ci risulta tendenzialmente superata la dimensione gerarchica che attribuiva alle fonti tradizionali il ruolo insostituibile ed esclusivo di emittenti dei messaggi professionali e autorevoli dellinformazione mainstream, sostituita dalla prassi dellautoassemblaggio delle fonti nellambiente web e da flussi continui e indistinti di informazioni propagate in una dimensione orizzontale. (Dalla ricerca 2013 del
Censis PDF scaricabile qui)

1.! Dieta mediatica 2013: cinque tabelle


Mezzi di comunicazione utilizzati Gli italiani e laccesso a Internet A cosa serve Internet Dove si informano gli italiani Le dinamiche consumatori-aziende

1. Mezzi di comunicazione
Utenti dei media tradizionali e nuovi in Italia Evoluzione nel periodo 2007-2013 Tv e radio reggono, crollano i quotidiani

1. Mezzi di comunicazione
1.! Televisione +1%, radio +6% in sei anni. Nello stesso intervallo, Internet: +18% -> lopposizione media tradizionali versus nuovi media smentita dalle cifre (modello second screen: gli utenti guardano la TV con lo smartphone tra le mani) 2.! Lettori dei quotidiani: -20% in sei anni. I giornali a pagamento hanno perso un quarto dei lettori, ma anche i quotidiani online hanno meno utenti rispetto a sei anni fa -> coda lunga dellinformazione, polverizzazione dei manifesti, agenda giornalistica multimediale e stabilita dallutente 3.! Utenti di Internet: 63.5%. Italiani con lo smartphone: 40%. Lettura e connettivit ubiqua dal punto di vista spaziotemporale -> le redazioni devono allungare i tempi di produzione dei contenuti (dal mattino presto alla sera tardi) 4.! Lettori di ebook: 5.2%. un mercato ancora di nicchia

2. Gli italiani e Internet


Levoluzione digitale della specie Comportamenti e tipologia degli utenti Internet in Italia Linizio del press divide

2. Gli italiani e Internet


1.! Un italiano su due ha almeno un profilo sui social media, la quota sale all80% tra gli under 30 -> chi assente, o presente in modo inappropriato, perde immediatamente competitivit (cinque anni fa non era cos). Questo vale per ogni segmento dellinformazione, dal giornalismo alla politica 2.! Il 20% degli utenti Internet (44.6% tra gli under 30) ha smesso di leggere informazioni dalla carta stampata: nascita, e potenziale crescita del press divide in Italia 3.! Non solo nativi digitali: l84.3% degli italiani sotto i 44 anni utente di Internet (italiani tra i 14 e 44 anni: 22.9 milioni di persone, dati ISTAT) -> le aziende non digitali perdono per strada mezza Italia 4.! Il 24.2% degli italiani ha fatto acquisti online negli ultimi 30 giorni -> le-commerce non pi un servizio per nicchie di coraggiosi, ma una precisa scelta di marketing

3. A cosa serve Internet


Gli impieghi di Internet della popolazione italiana Evoluzione nel periodo 2011-2013 Trionfa il segno +: gli italiani fanno sempre pi cose

3. A cosa serve Internet


1.! Il 43.2% cerca informazioni su aziende, prodotti e servizi (attivit pi frequente degli utenti italiani) -> si parla di te anche se tu non sei online. Ma se non sei online non puoi gestire le crisi di comunicazione, n imparare, n utilizzare i dati per migliorare la tua offerta 2.! Gli italiani usano sempre di pi Internet per ascoltare musica: 34.5% -> dal supporto fisico (cd), al supporto digitale (MP3) allassenza di supporti (streaming) 3.! Scarsa centralit delle attivit serie (eccetto lhome banking) su Internet, come sbrigare pratiche, allargare la rete professionale o prenotare una visita medica: colpa degli italiani, o di chi offre servizi? 4.! Internet come luogo della partecipazione diretta alla vita politica: parzialmente falso. Solo l8.8% lo fa -> vince chi mescola porta-a-porta e tecnologia

4. Gli italiani e linformazione


Mezzi di informazione utilizzati in Italia Evoluzione nel periodo 2011-2013 Vicinissimi al sorpasso di Facebook sui quotidiani

4. Gli italiani e linformazione


1.! Dominio assoluto dei telegiornali (86% in crescita come pubblico +5 punti in due anni) e dei giornali radio (55.7%), ma crollo della fiducia: sette italiani su dieci ritengono manipolate le informazioni che provengono dai media tradizionali -> crisi del giornalismo radio-televisivo, non crisi del mezzo radio-televisivo. 2.! I quotidiani sono fonte di informazione per il 39.2%, Facebook al 37.6%: due anni fa la distanza era di 21 punti -> i grandi editori devono imparare a stare sui social media, se vogliono salvare la loro centralit 3.! Facebook stacca Twitter (6.3%) di 31 punti percentuali -> Facebook serve a comunicare in modo im-mediato, Twitter a comunicare con, e attraverso, i filtri dei media tradizionali 4.! Blog/forum sono letti solo dal 14.1% degli italiani: la blogosfera italiana considerata poco matura, o poco influente (o entrambe le cose)

5. Comportamenti con le aziende


Canali di comunicazione clienti-aziende Comportamenti adottati negli ultimi sessanta giorni La pagina FB pi utilizzata dei call center telefonici

5. Comportamenti con le aziende


1.! Il 36.6% degli italiani ha avuto un comportamento interattivo con le aziende negli ultimi 60 giorni -> il modello di relazione azienda-cliente basato esclusivamente sulla transazione definitivamente finito. Lassistenza pre e post-vendita rappresentano elementi di (web)marketing sempre pi irrinunciabili 2.! Il sito web dellazienda il primo luogo dellinterazione: un sito fatto male equivale a una brutta prima impressione, il cliente pu essere perso per sempre 3.! Facebook pi utilizzato rispetto alla consulenza telefonica come forma di interazione cliente-azienda -> la distribuzione dei budget su social media e sullassistenza telefonica gi stata aggiornata sulla base di questo cambio di comportamento? 4.! Contenuti prodotti dagli utenti hanno un peso equivalente ai contenuti aziendali: dalla reclame alla web reputation

2. Cinque approfondimenti
La distanza giovani-anziani I tre tipi di super-utenti Internet I tre tipi di lettore Investimento in media personali Dalla reclame alla web reputation

1. La distanza giovani-anziani
Forti restano le distanze tra i consumi mediatici dei giovani e quelli degli anziani, con i primi saldamente posizionati sulla linea di frontiera dei new media e i secondi distaccati, in termini di quote di utenza, di decine di punti percentuali. Tra i giovani la quota di utenti della rete arriva al 90,4%, mentre ferma al 21,1% tra gli anziani; il 75,6% dei primi iscritto a Facebook, contro appena il 9,2% dei secondi; il 66,1% degli under 30 usa telefoni smartphone, ma lo fa solo il 6,8% degli over 65; i giovani che guardano la web tv (il 49,4%) sono diciotto volte di pi degli anziani (il 2,7%); il 32,5% dei primi ascolta la radio attraverso il cellulare, contro solo l1,7% dei secondi; e mentre il 20,6% dei giovani ha gi un tablet, solo il 2,3% degli anziani lo usa. Si nota qui anche il caso opposto, quello dei quotidiani, per i quali lutenza giovanile (il 22,9%) ampiamente inferiore a quella degli ultrasessantacinquenni (il 52,3%) (Censis)

2. I tre tipi di super-utente Internet


Il primo gruppo selezionato composto da quanti si collegano alla rete con una connessione adsl da un pc da tavolo o da un pc portatile, ma per meno di unora al giorno: sono i connessi tradizionali (19.9%), perch anche se usano internet tutti i giorni, lo fanno in modo funzionale ai loro interessi, sfruttandone le potenzialit, specie per motivi di lavoro e di studio. Il secondo gruppo approfitta delle connessioni wifi e di apparecchi come i tablet e gli smartphone per un periodo di tempo che arriva fino alle tre ore giornaliere: sono i connessi mobili (8.1%), che sentono il bisogno di connettersi alla rete in qualunque momento, quanto pi possibile. Mai come i supermobili (11.5%), per, che fanno ricorso alla connessione mobile da tablet e smartphone per oltre tre ore ogni giorno: sono always on. Questi ultimi due sono i gruppi che in modo pi deciso sono entrati nellera biomediatica. (dati Censis parametrati sugli utenti totali Internet, il 63.5% della popolazione)

3. I tre tipi di lettore


Si presentano tre profili di consumatori di news nettamente distinti. I pi giovani sono orientati verso una informazione molto personalizzata, che trova un minimo comun denominatore nei messaggi dei telegiornali, poi si polverizza nella ricerca di quello che interessa individualmente (i motori di ricerca su internet) o per piccoli gruppi di riferimento (gli amici che fanno. ircolare le notizie taggandole su Facebook e i video caricati su YouTube). Nella fascia det degli adulti, che sono comunque cresciuti acquisendo una grande confidenza con i media digitali, si riconosce in parte la stessa tendenza, mitigata per da un uso maggiore dei media strutturati, sia generalisti come i tg, sia mirati come le tv all news, con una apertura anche verso i quotidiani che si comprano in edicola. Infine ci sono le generazioni pre-digitali, legate a tv, radio e quotidiani, che, se selezionano le fonti, lo fanno in base alle proprie opinioni pi che sulla spinta dei loro desideri. (Censis)

4. Investimento in media personali


In base ai dati ufficiali pi aggiornati risulta che da molti anni la spesa delle famiglie per lacquisto di tecnologie di comunicazione personali segue un trend in forte crescita, nettamente pi dinamico dellandamento della spesa complessiva delle famiglie. Pi in dettaglio, negli ultimi ventanni, dal 1992 al 2011, a fronte di un incremento medio dei consumi del 20,3%, la spesa per computer e accessori aumentata del 329,5%, mentre la spesa per libri e giornali ha segnato un -20,3%, con un ripiegamento cominciato a partire dal 2004. Nello stesso arco di tempo, la spesa per telefoni e servizi telefonici ha registrato un aumento del 366,4% (arrivando a oltre 22 miliardi di euro. Landamento dei servizi di telefonia stato progressivo ma meno impetuoso (+49,9% negli ultimi dieci anni) (Censis).

5. Reclame -> web reputation


Il consumatore ha nuovi strumenti a portata di mano per farsi, da fruitore passivo, utente attivo: ricercando le opinioni degli altri consumatori dei prodotti e servizi di suo interesse, inviando lamentele direttamente allazienda [..] entrando in relazione con la community di persone con cui ha in comune gli stessi gusti: il consumo sul web si fa cos occasione di condivisione di stili di vita. Presenza sul web, interazione telematica e good reputation online sono tre fattori che contribuiscono alla costruzione dellimmagine aziendale [] e una presenza articolata su internet diventa una leva di consenso significativa soprattutto per le fasce giovanili della popolazione e per i soggetti con titoli di studio pi elevati, cio per i segmenti della popolazione caratterizzati da modalit di accesso alla rete pi attive e che hanno costruito unidentit digitale forte, un io virtuale dialogante capace di posizionarsi in una logica orizzontale rispetto alla comunicazione dimpresa. (Censis)

Il terreno di gioco
Linizio dellera biomediatica (indagine Censis, ottobre 2012)

1. Un italiano su due su Facebook


Gli usi della Rete

1. Un italiano su due su Facebook


1. Tendenziale sovrapposizione tra Internet e Facebook 2. Due utenti di Internet su tre sono su FB (+17% in dodici mesi) 3. Facebook in Italia nel 2008: 600mila iscritti. Cinque anni dopo: 21 milioni 4. Youtube in Italia: 61.8% degli utenti attivi (Twitter, circa 2.5 milioni di iscritti)

2. Rete e comportamenti dacquisto


Nuovi fattori di influenza

2. Rete e comportamenti dacquisto


1. Due italiani su tre consultano Internet per valutare lacquisto di un prodotto 2. Quasi un italiano su tre pu convincersi leggendo un commento di un altro utente su forum o social media 3. Per un italiano su quattro Internet il luogo dove si cercano offerte 4. Un italiano su dieci chiede espressamente aiuto nelle valutazioni attraverso i social media

3. La TV sempre la TV, ma
Fonti di messaggi pubblicitari

3. La TV sempre la TV, ma
1. Internet il secondo mezzo pi influenzante in termini pubblicitari, pi dei giornali e della radio (giornali + riviste > Internet) 2. La televisione sempre al primo posto, ma non esiste un dominio assoluto di un mezzo sugli altri 3. Tendenze stabili fino a 45 anni, poi Internet cede il passo ai mezzi tradizionali 4. Internet pi efficace tra i pi istruiti

Video #3
Ivan Krastev Pu esistere democrazia senza fiducia?

#3 Democrazia senza fiducia


http://www.ted.com/talks/lang/it/ ivan_krastev_can_democracy_exist_without_trust.html

Cinque grandi rivoluzioni hanno modellato la cultura politica degli ultimi 50 anni, spiega il teorico Ivan Krastev, che mostra come ogni passo in avanti - dalla rivoluzione culturale degli anni '60 alle recenti scoperte nel settore delle neuroscienze - abbia anche contribuito a erodere la fiducia negli strumenti della democrazia. Come lui stesso dice, "Quello che andato bene anche quello che andato storto". La democrazia pu sopravvivere?

Dove sono i voti degli italiani?

Democrazia senza fiducia, comunicazione extramediale, il ruolo di Internet: le nuove dinamiche di socializzazione elettorale

Sommario
A.! Analisi dei dati della ricerca Censis Il primato dellopinione nella comunicazione orizzontale (18 giugno 2013) - Calo della fiducia nei media, in Italia e in Europa - Nuovi agenti di socializzazione elettorale - Internet e democrazia: unalleanza non automatica B. Come cambia lorganizzazione e la comunicazione politica: cinque idee per aggiornare i partiti

Premessa (1): i media sono io


Le nuove modalit di comunicazione si sono definite con laffermazione su vasta scala in seno alla societ di due paradigmi fondamentali: -! da una parte, la moltiplicazione e lintegrazione dei mezzi di informazione e comunicazione di cui disponiamo; -! dallaltra, una finora inedita centralit dellutente, che oggi tendenzialmente in grado di comporre attivamente i propri palinsesti fatti su misura, in base ai propri gusti e desideri, e di realizzare e diffondere con grande facilit, grazie alle tecnologie digitali, contenuti autoprodotti. (Censis, giugno 2013)

Premessa (2): non mi fido pi


Solo tre istituzioni, in Italia, superano il 50% di fiducia. Il problema di fiducia riguarda la politica, ma non lunica malata (dati Demos-Repubblica, 31 dicembre 2012)

Scenario
Le nuove campagne elettorali si giocheranno su un terreno caratterizzato dalle seguenti tendenze: -! Sfiducia generalizzata nei mittenti (politici e non politici) -! Fiducia crescente nei vicini (reti prossimali di relazioni) -! Controllo crescente dellattendibilit dei messaggi dei mittenti da parte dei destinatari: fine delle promesse, fine della stagione degli annunci, fine della retorica -! Aumento della mediatizzazione della politica, anche se i media sembrano sempre pi deboli -! Autocomunicazione di massa come nuovo, cruciale, obiettivo delle campagne elettorali: tutti devono poter parlare con la stessa voce e gli stessi contenuti, ma ogni sostenitore deve poter scegliere quando e come farlo

1. Democrazia senza fiducia


Meno tv generalista, meno giornali, meno fiducia nelle istituzioni: le conseguenze

1a Fiducia nei media (2011-2012)


-11%: fiducia nella televisione in Italia vs media europea (in Italia la televisione vista dal 98.3% della popolazione)

1a Fiducia nei media (2011-2012)


Fiducia nellinformazione radiofonica in Svezia: 80% (Italia: 39%) Fiducia nellinformazione televisiva in Austria: 70% (Italia: 37%) Fiducia nella stampa in Olanda: 57% (Italia: 35%) Internet lunico canale in cui in Italia c pi fiducia rispetto alla media europea, ma un dato comunque piuttosto basso (38%) Conseguenze: dispersione della fiducia, atteggiamento dubbioso dei destinatari dellinformazione, riduzione della capacit di influenza del mittente sui destinatari

1b Fuga dai giornali (2000-2012)


-34.3%: calo delle vendite dei quotidiani negli ultimi dodici anni (due milioni di copie)

1b Fuga dai giornali (2000-2012)


Cause/conseguenze A. Press divide: cresce il numero di quelli che non hanno mai fatto uso dei media a stampa o non lo fanno pi: non solo perch non si accostano alla lettura, ma anche, e specialmente, perch usano Internet per informarsi e per accedere a tutti gli strumenti che per comunicare si avvalgono della scrittura (Censis) B. Perdita del peso sociale dei quotidiani, da prima a ultima porta di accesso alle notizie: le grandi aziende editoriali rischiano di andare incontro a un ridimensionamento di ruolo e di capacit dinfluenza in ragione dei processi di frammentazione innescati dalla moltiplicazione dei media e dai percorsi individuali di acquisizione delle informazioni da parte del pubblico (Censis)

1c Meno tv generalista (2000-2012)


-17.1%: calo dello share di Rai e Mediaset dal 2000 a oggi (la somma degli ascolti resta comunque alta: 73.6%)

1c Meno tv generalista (2000-2012)


Cause/conseguenze A. Rai: -7.5%; Mediaset -9.6% negli ultimi 12 anni -> coda lunga della televisione B. Stesso trend per i telegiornali: lo share medio del Tg1 sceso dal 26,9% del 2010 al 22,6% del 2012, quello del Tg5 dal 22,4% al 19,2% C. 1992-2011: incremento medio dei consumi del 20,3%, la spesa per computer e accessori aumentata del 329,5%, mentre la spesa per libri e giornali ha segnato un -20,3% -> coda lunga dellinformazione, preferenza per mezzi individuali di produzione e ricezione di contenuti giornalistici

1d Facebook, Twitter, popolo, elite


-35.9%: italiani che usano Twitter rispetto a quelli che usano Facebook (-68.1% tra gli under 30)

1d Facebook, Twitter, popolo, elite


Cause/conseguenze A. Youtube popolare quanto Facebook tra gli under 30 -> dominio del video tra le fasce pi giovani (42.4% degli italiani guarda programmi TV via Youtube, 56.6% tra gli under30) B.La prevalenza di Facebook su Twitter trasversale: tra i pi giovani, tra i pi istruiti, tra gli utenti attivi di Internet. Youtube, invece, tiene testa a Facebook in tutte le categorie -> Facebook pi utile a parlare con il grande pubblico online, Twitter pi utile a influenzare il dibattito sui media tradizionali C. 80% degli under30 iscritto a Facebook e usa Youtube (solo 11.6 iscritto a Twitter) -> elettori 18-30 vanno raggiunti quasi esclusivamente sui social media

1e Manipolazione vs indipendenza
7 su 10: gli italiani che pensano che gli apparati dellinformazione tradizionale tendono a manipolare le notizie

1e Manipolazione vs. indipendenza


Cause/conseguenze A.!Gli italiani pensano di potersi informare senza alcun aiuto esterno: 85% -> facile informare, altrettanto facile disinformare B.!Pur considerandolo manipolatorio (70%), gli italiani non considerando il sistema dei media attuale superato ( cos solo per il 36% della popolazione) -> la crisi di fiducia nei confronti dei giornalisti italiani, non del giornalismo in genere C.!La partecipazione degli utenti garantisce lindipendenza delle notizie per il 44% degli italiani -> fiducia in Internet come tecnologia, non nel giornalismo su Internet

Sintesi e tendenze (1)


Giornali mai cos deboli, mai cos forti Anche se i giornali sono sempre meno letti, le loro storie sono la benzina necessaria per il dibattito, sui vecchi e sui nuovi media. Il dibattito pu nascere da opinioni e non solo da fatti. Questo disperde la discussione pubblica in mille rivoli e la dispersione, paradossalmente, rimette al centro la capacit di sintesi dei grandi gruppi editoriali, specie se sono tra loro alleati.

La TV cerca nei giornali una legittimazione e i giornali si infilano nei palinsesti televisivi. In base a questa salda alleanza dellinformazione mainstream, se serve un commento autorevole, si invita il giornalista della carta stampata e il direttore di un quotidiano fa la sua comparsa nei talk show politici. (Censis)

Sintesi e tendenze (2)


Twitter fa (e far) notizia anche con meno pubblico Se i giornali (e i giornalisti) hanno ancora un controllo molto forte sullagenda del dibattito pubblico, soprattutto nazionale, linterazione tra organizzazione e media a favorire la notiziabilit di unazione di comunicazione. Se giornali e giornalisti usano Twitter (pi che Facebook) come strumento di reperimento e produzione di contenuti, l che in questa fase si gioca la partita della mediazione giornalistica. La partita della disintermediazione (contatto diretto mittenti-destinatari), invece, si gioca su Facebook (24 milioni di utenti in Italia). Facebook il luogo della conversazione, Twitter della relazione.

2. Nuovi agenti di socializzazione politica


Le campagne elettorali del futuro prossimo: extramediali (ma ipermediali)

2a Non mi fido dei media, mi fido di te


+24.9%: italiani che acquisiscono informazioni da parenti e amici prima di votare (2009-2013)

2a Non mi fido dei media, mi fido di te


Cause/conseguenze A.!I talk show politici (+6.6%) si avvicinano molto ai telegiornali (-14%) per capacit di influenza -> ogni apparizione televisiva pu far perdere o guadagnare voti. Limpreparazione nociva B.!Totale perdita di centralit della comunicazione istituzionale dei partiti come capacit di influenza (materiali di propaganda: 9%; siti Internet dei partiti 5.9%; eventi fisici 4%) -> non sprecare soldi in questo genere di attivit C.!I social media non spostano voti (blog + Facebook + forum di discussione: 8.7%) -> Internet non il luogo della propaganda, ma il luogo dellorganizzazione politica e dellofferta di contenuti

2b Non mi fido dei media, mi fido di te


Agenti di socializzazione elettorale nelle ultime elezioni politiche (2013) (dato disaggregato per coalizione)

2b Non mi fido dei media, mi fido di te


Cause/conseguenze A.!Le differenze tra coalizioni ci sono, ma non sono cos rilevanti. I telegiornali sono primi per tutti (tranne elettori M5S), il passaparola secondo per tutti (primo per M5S) -> le differenze tra centrosinistra e centrodestra nel mix mediale degli agenti di socializzazione sono state sopravvalutate B.!Uniche differenze significative (e prevedibili): pi peso della tv per il centrodestra, pi peso degli eventi fisici per il centrosinistra -> al centrosinistra serve la buona televisione per vincere C.!I social media hanno pesato come strumento di propaganda diretta solo per il M5S -> dato stabile o volatile?

Sintesi e tendenze
Internet non sposta un voto, ma fa molto di pi Se il paradigma fondamentale della comunicazione che si affermato nella societ con la rivoluzione digitale la moltiplicazione dei media e la personalizzazione del loro impiego, Internet diventata la nuova spina dorsale dellintero sistema della comunicazione. La caratteristica che meglio contraddistingue levoluzione dellhabitat mediatico nellera digitale la progressiva integrazione dei diversi strumenti di comunicazione: grazie alla diffusione di device sempre pi piccoli e mobili e al successo dei social network, questa integrazione ormai compiuta. (Censis) Produzione (digitale) del contenuto -> distribuzione sui nuovi media -> diffusione sui mezzi tradizionali -> interpretazione e dibattito sui nuovi media -> comunicazione extramediale

3. Internet e democrazia: unalleanza non automatica


Pi connessi, pi scettici, pi attivi, (pi astenuti)

3a Always on, everywhere on


50.9%: percentuale di ricavi delle compagnie telefoniche (rapporto spese per telefonate/spese per navigazione nel 2005 era 25.1%)

3a Always on, everywhere on


Cause/conseguenze A.!Comunicazione politica generativa -> si (quasi) tutti in campagna elettorale su Internet sempre, comunque, dovunque, da qualsiasi dispositivo, che ci piaccia o meno B.!Era biomediatica -> ogni utente, produttore e consumatore di contenuti allo stesso tempo, pu produrre contenuti capaci di spostare voti, senza la minima mediazione delle organizzazioni politiche tradizionali C.!I partiti devono comunicare 24 ore su 24, sette giorni su sette (esattamente come i loro elettori fanno gi da anni, senza chiedere il permesso a nessuno)

3b Internet peggiora la politica?


35.3%: percentuale di italiani che ritiene che le nuove tecnologie digitali abbiano peggiorato lorganizzazione dei movimenti politici (solo il 15% pensa che sia migliorato)

3b Internet peggiora la politica?


Cause/conseguenze A.!Il settore maggiormente favorito dalle tecnologie digitali linformazione, secondo gli italiani -> giornalismo senza fiducia + Internet = percezione di emancipazione collettiva dai gruppi editoriali B.!Il 28.8% degli italiani ritiene che la formazione delle opinioni politiche sia peggiorata con Internet -> era biomediatica o solipsismo? Autocomunicazione di massa o populismo? C.!Il 53% degli elettori di centrosinistra parteciperebbe a referendum consultivi online (35.6% centrodestra, 69% MoVimento5Stelle) -> una quota non trascurabile di italiani chiede di ricostruire il rapporto tra tecnologie e volont politica

Sintesi e tendenze (1)


Internet aiuta la democrazia solo se la democrazia vuole farsi aiutare da Internet Il rapporto ambivalente tra gli italiani e Internet (fiducia pi alta della media europea vs. scarso ruolo dei social media nelle azioni di propaganda dirette; percezione di indipendenza vs. percezione di peggioramento della vita politica) tale perch mediato da una terza variabile: la sfiducia nella politica. Gli italiani vogliono partecipare, non trovano i luoghi giusti per farlo, hanno ascoltato per anni promesse vuote sulla partecipazione, ora rispondono con frustrazione. Conoscono la maturit degli strumenti, li usano giornalmente, ora si aspettano lo stesso da partiti e politici.

Sintesi e tendenze (2)


Non esiste alcuna correlazione tra accesso a Internet e aumento della partecipazione diretta al voto Affluenza politiche 2008-politiche 2013: -6% Accesso a Internet in Italia 2008-2013: +16% Pi informazione = pi disillusione = pi astensione? una tendenza solo italiana o universale? Le risposte a queste domande richiedono analisi continue e dettagliate, ma il solo fatto che ci si debba porre questi due interrogativi ci dice che Internet pu favorire laccesso a processi democratici, ma questo accesso non affatto automatico. Serve delega politica e serve dare un senso misurabile alla partecipazione (iomilitante dedico tempo alla partecipazione, la mia partecipazione contribuisce a cambiare le cose)

Conclusioni
Cinque idee operative per aggiornare i partiti

1 Da opinion maker a problem solver


Il sistema dei media aumentato per complessit e velocit. Lagenda pu essere dettata da pi attori. I media tradizionali, pur essendo pi deboli, hanno comunque la possibilit di orientare il dibattito sui social e di interpretarlo secondo proprie logiche editoriali. Per queste ragioni quasi impossibile che un partito detti lagenda attraverso sue iniziative (che, come abbiamo visto, non incidono neanche sulle intenzioni di voto). Pi che provare a farsi sentire con proprie idee slegate dal contesto, i partiti dovrebbero sapere cosa dire, in qualsiasi momento, a commento e supporto di un fatto di attualit. Esempio: episodio di cronaca -> partito fa proposta di legge/iniziativa online sul tema entro 12 ore dal picco di attivazione. Partito = servizio assistenza elettori

1 Da opinion maker a problem solver


Dalla democrazia del consenso (cio) riconoscimento di una pluralit e complessit di orientamenti e istanze sociali; sullazione di soggetti di rappresentanza intermedi (i partiti di massa, il grande sindacato, lassociazionismo imprenditoriale) capaci di ampia rappresentativit e identificazione di interessi collettivi; su processi di costruzione del consenso attraverso il confronto nelle sedi istituzionali appropriate e la composizione delle diverse tensioni in gioco (Censis)

1 Da opinion maker a problem solver


alla democrazia dellopinione fondata, al contrario, sulla logica della semplificazione, che accentua limportanza dei singoli eventi piuttosto che le strutture durevoli e i processi storico-sociali in cui si determinano; sulla immediatezza dei messaggi e la non mediazione dei contenuti (dalluso spregiudicato dei sondaggi ai confronti televisivi dei leader di schieramento); sul legame a doppio filo con il sistema dei media, chiamati a essere i principali interpreti dellopinione degli italiani e, al tempo stesso, i principali strumenti di formazione delle opinioni (Censis)

2 Tutti i contenuti pronti, sempre


La velocit di risposta politica ai picchi di attivazione mediatica dipende dalla capacit di elaborazione politica pregressa. Se un partito non sa cosa dire su un tema diventato (improvvisamente) di attualit, sar semplicemente oscurato dagli altri partiti e dagli altri attori mediatici. Non sar percepito, e dunque, non sar considerato utile. Passaggio dalla logica delle campagne (tematiche, stagionali) alla logica Wiki: i documenti politicoprogrammatici devono essere sempre aggiornabili, da parte dei dirigenti e degli iscritti, anche contemporaneamente anche online, per garantire qualit e flessibilit. Se manca una delle due componenti, manca la capacit delliniziativa politica ai tempi della comunicazione orizzontale e diffusa.

3 Partito instant: la regola dello 0.1%


Non si vive di sola tattica (per fortuna!), ma i voti si spostano ogni giorno e su diversi canali di comunicazione. Per questo le organizzazioni politiche devono dotarsi di strutture creative rapide, capaci di realizzare campagne di comunicazione instant, buone per inserirsi nel dibattito frenetico dei nuovi media per 24-36 ore, attraverso micro-campagne tematiche, azioni di satira o adottando maggiore aggressivit nei confronti degli avversari rispetto al solito, allo scopo di capitalizzare i difetti di comunicazione degli altri o per sottolineare caratteristiche identitarie. Per provare a guadagnare (o a non perdere) lo 0.1% dei voti, tutti i giorni. Nota bene: tattica senza strategia = comunicazione senza contenuto = fuffa.

4 Partecipazione = democrazia interna


Qualsiasi iniziativa che chieda ai cittadini di partecipare e che non porti alcun risultato concreto in termini politici equivale a una promessa non mantenuta. Anche se organizzata con i migliori auspici, la partecipazione frustrata genera disillusione, sfiducia, disinteresse, esattamente come una qualsiasi, cattiva, gestione politica. I processi di partecipazione possono funzionare solo se sono obbligatori, cio se c una connessione certa tra attivazione e comportamenti. LiquidFeedback non funzioner se il dibattito gira a vuoto, cos come progetti come TuParlamento possono diventare boomerang se i politici che promettono democrazia non possono poi garantirla a causa di vizi di democrazia interna nei loro partiti.

5 Comunicare meno
Interviste, dichiarazioni, promesse, aspettative: liperpresenza comunicativa della politica non ha portato consenso, ma sfiducia. Gli attuali livelli di sfiducia impongono uno stile di gestione pubblica completamente differente rispetto al recente passato: -! i politici dovrebbero parlare solo quando hanno qualcosa di nuovo da dire; -! i politici dovrebbero parlare con i media solo quando devono annunciare grandi novit strategiche o informare su risultati acquisiti (no promesse, no polemiche); -! i politici non dovrebbero fare annunci, perch oggi troppo facile chiedere loro conto di eventuali fallimenti -! ogni azione di comunicazione deve avere il fine principale di illustrare la ricaduta immediata di ci che si propone sulla vita quotidiana dei cittadini.

Cinque buone idee di comunicazione per chi ha appena vinto le elezioni


La campagna elettorale permanente: opportunit e fatiche, metodi di consolidamento e allargamento del consenso

di Dino Amenduni

Sommario
Cinque cose da fare subito dopo aver vinto le elezioni 1.! Evitare un cambio drastico delle abitudini di comunicazione 2.! Ampliare e diversificare la propria presenza sui social per evitare leffetto-parafulmine 3.! Continuare a fornire contenuti inediti e aggiornati ai sostenitori 4.! Creare (e comunicare) format stabili di comunicazione 5.! Organizzare la mobilitazione: le super-issues

Premessa
Undicesimo comandamento che suggerisco a tutti i candidati: evitare di andare in giro per i mercati rionali a fare l'amicone del quartiere e poi sparire dopo la nomina a sindaco
(il mio amico Roberto su Facebook: come lui, chiss quanti altri)

Si spengono le luci, tacciono le voci


Evitare un cambio drastico delle abitudini di comunicazione dopo la fine della campagna elettorale

Evitare cambi drastici


Gli sforzi dei candidati in campagna elettorale nei processi di ascolto, di confronto, di incontro della cittadinanza sono superiori a ci che gli elettori sono abituati a vedere durante le normali fasi della vita politica. La ripetizione sistematica di questo comportamento ha generato sfiducia nellelettorato, che dunque crede sempre meno alle promesse elettorali. Obiettivo: preservare il piccolo capitale di fiducia che i vincitori delle elezioni riescono a conquistare. Alternativa: effetto-boomerang, (pi) rapida perdita del consenso

Evitare cambi drastici


Alcuni esempi di azioni di comunicazione classicamente abbandonate dopo la fine della campagna elettorale: - Gestione dei profili del candidato sui social media (ancor pi vero per i candidati sconfitti); - Incontri a cadenza regolare con i cittadini (forum, iniziative nei quartieri); - Appuntamenti a cadenza regolare su Facebook e Twitter (livetweeting, sessioni di domande e risposte online); -! Produzione di materiali di comunicazione sulle attivit politiche del candidato (newsletter, infografiche).

Evitare cambi drastici


Buona pratica: #matteorisponde Format settimanale di confronto tra Renzi e gli utenti su Twitter. Nasce durante la campagna elettorale

Evitare cambi drastici


Buona pratica: #matteorisponde e prosegue anche dopo la campagna elettorale, in forma ancor pi istituzionale (Renzi come segretario del PD)

Evitare cambi drastici


Cattiva pratica: Bill De Blasio, sindaco di New York Gli aggiornamenti della pagina Facebook ufficiale, e del suo sito, sono fermi al 6 novembre 2013 (giorno dellelezione)

Evitare cambi drastici


In sintesi: - Attivare meccanismi di partecipazione durante le elezioni unarma a doppio taglio: pu favorire la costruzione del consenso durante la campagna con la stessa velocit con cui pu accelerare la sua erosione se i processi di ascolto sono bruscamente interrotti dopo aver vinto le elezioni; - Una strada alternativa per costruire e conservare il consenso pu essere: mettere in campo un numero minore di azioni prima delle elezioni, con limpegno di conservare queste abitudini dopo la fine della campagna elettorale.

Evitare leffetto parafulmine


La comunicazione istituzionale non deve riguardare solo i profili del politico eletto

Evitare leffetto parafulmine


Un politico in campagna elettorale obbligato a ridurre la complessit e a rispondere in prima persona di tutte le questioni che riguardano i problemi del territorio che si intende amministrare (dal Municipio al Governo). Questa scelta obbligata porta a centralizzare la sua comunicazione, con vantaggi in termini quantitativi (ad esempio: pi contatti sul sito e sui social media). Ma (per esempio) giusto che un sindaco a domande a cui dovrebbe rispondere un Ufficio Relazioni col Pubblico risponda sui suoi canali personali?

Evitare leffetto parafulmine


Dopo aver vinto le elezioni si deve per cambiare strategia e separare la comunicazione personale dallistituzionale, altrimenti il politico dovr rispondere (pubblicamente) anche di questioni che non lo riguardano direttamente. Questo, nella pratica, vuol dire organizzare una rete di profili istituzionali sui principali social media, curati da dipendenti della PA o da figure di staff, che devono rispondere alle principali questioni amministrative, dandone conto al politico con regolari report interni.

Evitare leffetto parafulmine


Buona pratica: Comune di Milano Palazzo Marino (link) Pagina Facebook di ufficiale di comunicazione istituzionale, con orari di ufficio e una policy di gestione dei commenti pubblica e non discrezionale.

Evitare leffetto parafulmine


Buona pratica: Comune di Milano Palazzo Marino (link) Nelle informazioni della pagina possibile consultare un documento di due pagine (link) in cui scritto come la pagina gestita e cosa succede ai commenti degli utenti.

Evitare leffetto parafulmine


In sintesi: - Ridurre la complessit della comunicazione istituzionale offre un vantaggio immediato in termini di visibilit e accessi al profilo, ma la centralizzazione non la strategia migliore a lungo termine: un politico eletto deve giocare di squadra con listituzione che rappresenta; - Dopo aver vinto le elezioni si deve perci cambiare strategia e diversificare la comunicazione personale dallistituzionale, altrimenti il politico dovr rispondere (pubblicamente) anche di questioni che non lo riguardano direttamente.

Sentirsi in campagna elettorale permanente


La comunicazione istituzionale fondamentale, soprattutto sui social media

Campagna elettorale permanente


Lappuntamento elettorale il momento in cui una comunit si confronta in modo pi acceso e determinato sulle scelte politiche dei candidati, ma questo non vuol dire che un politico eletto possa permettersi il lusso di comunicare meno, o peggio, negli anni trascorsi tra unelezione e laltra. Siamo in campagna elettorale permanente: ogni dichiarazione pubblica, ogni scelta amministrativa, sondata dai media, dagli istituti di ricerca ed discussa dagli utenti sui social media. Il consenso si deve difendere ogni giorno.

Campagna elettorale permanente


Alcuni esempi di azioni di comunicazione istituzionale da progettare sui social media: -! Condivisione, in un linguaggio didascalico e comprensibile, delle principali scelte amministrative (di una Giunta, di un Consiglio dei Ministri); -! Infografiche per facilitare la comprensione delle scelte; -! Fotografie prima/dopo per comunicare la risoluzione dei problemi, soprattutto se quei problemi sono stati sottolineati dagli utenti (attraverso i social media o i canali istituzionali tradizionali); - Dirette streaming di consigli comunali, conferenze stampa, eventi di interesse pubblico.

Campagna elettorale permanente


Buona pratica: Pagina Facebook del Comune di Barcellona, ricca di contenuti di interesse generale e di meccanismi di coinvolgimento del pubblico

Campagna elettorale permanente


Buona pratica: infografica sulla citt di Newark, New Jersey (dal sito del Comune)

Campagna elettorale permanente


Cattiva pratica: Regione Calabria su FB (pagina ufficiale?), non aggiornata dal 2009 (gli utenti, per, continuano a scrivere sulla bacheca della pagina)

Campagna elettorale permanente


In sintesi: - La comunicazione istituzionale passa in via prioritaria dai social media: ridurre i contenuti veicolati attraverso quei canali vuol dire dare lidea che gli amministratori non abbiano risultati da condividere con il pubblico; -! Al contrario, pubblicare contenuti inediti di comunicazione istituzionale permette a elettori, militanti o semplici cittadini di allargare il bacino potenziale di cittadini informati attraverso la comunicazione istituzionale oltre i classici canali ufficiali; -! Si guadagnano (e si perdono) voti tutti i giorni.

Format stabili di comunicazione


Per aiutare i cittadini a trovare le informazioni, serve regolarit

Format stabili di comunicazione


La serialit, in comunicazione, paga (immaginate una serie TV in cui il giorno di messa in onda dovesse cambiare in continuazione), perch prepara il pubblico, gli permette di sapere dove e come cercare le informazioni e, nel caso della comunicazione politica, di interagire con il candidato o con la Pubblica Amministrazione in vista dellappuntamento successivo. Per questi motivi un politico appena eletto deve subito condividere appuntamenti fissi di confronto con la cittadinanza, poco importa se siano offline o online.

Format stabili di comunicazione


Alcuni esempi di format di comunicazione istituzionale stabile: -! Appuntamento settimanale su una TV locale; -! Sessione di domande/risposte sui social media, a cadenza fissa; -! Appuntamento fisso di un amministratore allinterno di luoghi simbolo di una citt o di una comunit (esempio: tutti i gioved sera in un centro per anziani); -! Forum fisici di incontro con la cittadinanza allinterno delle circoscrizioni elettorali, a cadenza fissa.

Format stabili di comunicazione


Buona pratica: Appuntamento televisivo del venerd di Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno, su Lira TV

Format stabili di comunicazione


Buona pratica: Weekly address della Casa Bianca: messaggio radio del sabato mattina (con Obama diventato anche video-messaggio su Youtube)

Format stabili di comunicazione


In sintesi: - Una delle prime azioni che un politico neo-eletto dovrebbe adottare un piano sistematico dei momenti di confronto con la cittadinanza. Il piano, ovviamente, non dovrebbe mai essere interrotto o ridimensionato (se ci riesce Obama); -! Questi appuntamenti devono essere condivisi con unagenda pubblica, altrimenti la pianificazione pu essere parzialmente vana; -! Stabilizzare la comunicazione vuol dire semplificare il lavoro organizzativo, ma anche aumentare il lavoro redazionale di preparazione.

Organizzare la mobilitazione
Unire amministrazione e visione: le super-issues

Organizzare la mobilitazione
Un programma politico fatto di priorit amministrative, che spesso coincidono con i temi forti di una campagna elettorale. Un politico eletto grazie a impegni pubblici su temi determinanti difende la sua credibilit solo se porta risultati apprezzabili proprio su quei temi. Per raggiungere obiettivi di visione, per, serve tempo e in alcuni casi serve il sostegno popolare. Un reciproco patto politico-elettore per il raggiungimento di un obiettivo pu essere la base della mobilitazione popolare durante un mandato.

Organizzare la mobilitazione
Dichiarare apertamente quali sono gli obiettivi di lungo termine di un amministratore uscente, e spiegare ai cittadini come possono contribuire al raggiungimento di quegli obiettivi, una modalit di gestione e consolidamento del consenso, e allo stesso tempo una modalit trasversale di comunicazione politica: un cittadino pu non aver votato per un politico, ma pu appoggiare una sua specifica battaglia. Schema di lavoro: super-issues -> una sezione del sito del politico eletto spiega quali sono gli obiettivi e come un cittadino pu far sentire la propria voce per raggiungerli.

Le super-issues
Buona pratica: Homepage del sito di Barack Obama: qui lutente pu subito individuare le principali battaglie politiche del suo mandato presidenziale.

Le super-issues
Buona pratica: allinterno della singola issue c un mini-sito apposito che contiene le informazioni principali e le possibili modalit di attivazione da parte dei cittadini.

Le super-issues
Buona pratica: qualsiasi sia largomento in questione, ci sono sempre tre possibilit di coinvolgimento popolare: informazione, condivisione, attivazione.

Organizzare la mobilitazione
In sintesi: - Un mandato si valuta soprattutto sul rispetto delle promesse elettorali: pi grandi sono le promesse, pi ampio potr essere il consenso pre-elettorale, pi alte saranno le aspettative post-elettorali. Lunica modalit possibile di gestione di problemi complessi considerare il cittadino un alleato, e metterlo nelle condizioni di offrire il sostegno politico necessario per le grandi riforme. -! Un sito personale di un neo-eletto pu, attraverso le super-issues, potenziare la comunicazione istituzionale di un ente pubblico o di un partito.

Conclusione
Il popolo non organizzato; perci l'espressione della sua volont perch i suoi mediatori - i partiti - hanno perso contatto con il popolo.
(Adriano Olivetti, 1949. Da allora le cose sono ulteriormente peggiorate)

Scrivere (per) la politica

Creativit, emozione, dati: dieci idee per costruire un discorso politico efficace (i risultati di unesercitazione)

Sommario
1.! La comunicazione politica dal dopoguerra ai giorni nostri: dieci stimoli, dieci brainstorming 2.! Dalla teoria alla pratica e viceversa: la costruzione collettiva di un decalogo di buone pratiche per la scrittura creativa per la politica (esercitazione)
Lesercitazione ha avuto luogo a Putignano (Bari), il 17 luglio 2013, allinterno di un laboratorio del progetto Scrivoanchio. Hanno partecipato 20 ragazzi tra i 14 e i 18 anni, finalisti di un concorso nazionale di scrittura, i quali hanno liberamente commentato le campagne da noi proposte (efficacia, impatto, attualit, scelte grafiche, testi, musiche). Il brainstorming ha offerto gli spunti per la definizione del decalogo della buona scrittura per la politica

Esercitazione: il modello
Fase1: brainstorming e dibattito sui dieci stimoli, presentati singolarmente Fase2: stesura e condivisione delle buone pratiche tra i partecipanti Fase3: divisione in quattro gruppi, ognuno dei quali aveva il compito di scrivere un appello al voto di un candidato presidente del Consiglio di max 3 minuti. Il testo poteva tener conto del decalogo appena realizzato e doveva essere interpretato da un candidato scelto dal gruppo davanti a una telecamera. Durata complessiva dellesercitazione: circa due ore
Il modello di esercitazione (brainstorming pi definizione condivisa di buone pratiche pi eventuale simulazione finale) pu essere riprodotto liberamente in altri contesti.

Il brainstorming
50 anni di comunicazione politica in dieci messaggi

1. Democrazia Cristiana, 1963


Mai pi dittature (campagna DC per la giornata della Liberazione Tema: la comunicazione identitaria)

2. Partito Comunista Italiano, 1976


Noi abbiamo le mani pulite, chi pu dire altrettanto? (campagna PCI per le elezioni politiche anticipate Tema: la comunicazione elettorale)

3. Kennedy a Berlino, 1963


(tema: lemozione in politica)

Duemila anni fa -- Duemila anni fa, il pi grande orgoglio era dire "civis Romanus sum. Oggi, nel mondo libero, il pi grande orgoglio dire "Ich bin ein Berliner. [] La libert ha molte difficolt e la democrazia non perfetta. Ma non abbiamo mai costruito un muro per tenere dentro i nostri -- per impedir loro di lasciarci. Voglio dire a nome dei miei compatrioti che vivono a molte miglia da qua dall'altra parte dell'Atlantico, che sono distanti da voi, che sono orgogliosi di poter dividere con voi la storia degli ultimi 18 anni. Non conosco nessun paese, nessuna citt, che stata assediata per 18 anni e ancora vive con vitalit e forza, e speranza e determinazione come la citt di Berlino Ovest.

4. Forza Italia, 1994


E Forza Italia, per fare per crescere (video e inno fondativo del partito Tema: il video e la musica in politica)

5. Il risotto di DAlema, 1997


Bruno Vespa manda in onda un filmato amatoriale (video - Tema: la politica pop)

6. Nichi Vendola, 2005


Pericoloso come tutte le persone oneste (campagna per le elezioni regionali Tema: comunicare gli outsider)

7. Barack Obama, 2008


Yes we can (campagna per le elezioni presidenziali americane Tema: comunicare per fare la storia)

8. Satira politica, 2001


Meno tasse per Totti (adbusting satirico, campagna elettorale di Berlusconi, elezioni politiche 2001 Tema: il purch se ne parli un approccio corretto?)

9. Licia Ronzulli, 2012


Il primo voto al ritorno in Parlamento Europeo dopo la maternit (nella foto, Licia Ronzulli con sua figlia Vittoria Tema: opportunit e rischi dellumanizzazione)

10. Partito Democratico, 2013


Lo smacchiamo (video-spot per il web, elezioni politiche 2013 Tema: la comunicazione autoreferenziale)

Il decalogo della buona scrittura per la politica


I risultati del processo di brainstorming

1. Semplicit (non banalit)


Il messaggio politico deve essere chiaro, non complesso. Non deve essere di difficile comprensione n contenere elementi in potenziale contraddizione tra loro. Una buona comunicazione pu consistere anche in un solo messaggio forte. Bisogna resistere alla tentazione di dire tanto (tutto? Troppo?) in un unico manifesto o in un unico stimolo di comunicazione, perch affatica il destinatario ed meno facile da ricordare. Semplificare, per, non significa banalizzare. Ridurre un messaggio allessenziale vuol dire lavorare duramente (e nel dettaglio) sulla rifinitura, che pu richiedere anche un lungo periodo di studio preliminare.

2. Definizione della tua identit


I cittadini devono sapere chi sei, cosa vuoi fare, come intendi farlo, da dove parti, dove vuoi arrivare. Devono conoscere la tua storia, i tuoi punti di forza, i tuoi valori. Serve definire un quadro coerente, e per certi versi prevedibile, che permetta al cittadino di sapere cosa il partito o il politico far senza che debba ripeterlo tutte le volte. Se questo quadro non c, il messaggio politico (e dunque il mittente) sar considerato ambiguo, provvisorio, inaffidabile. Lidentit non si costruisce solo definendo chi o cosa si , ma anche definendo chi o cosa non si , o determinandosi in modo oppositivo, sulla base delle caratteristiche dellavversario.

3. Coerenza tra forme e contenuti


Il contenuto del messaggio deve essere confermato, sottolineato, rinforzato dal suo contenitore. La manifestazione di una volont o di unideale non credibile se le scelte di comunicazione (e le scelte politiche conseguenti) sono diverse da ci che si vuole sostenere. Questa coerenza va perseguita in tutte le valutazioni sulla comunicazione della forma, anche nelle scelte grafiche, visive, di testo, di pianificazione dei mezzi, persino di vissuto biografico di chi sta comunicando. Il rischio, in caso contrario, di apparire ipocriti, se non addirittura falsi.

4. A prova di fact-checking
Lautoaffermazione del proprio valore pu essere una scelta di comunicazione vincente solo se ci che sostenuto pu essere facilmente dimostrato. Questo stato vero sempre ma lo ancora di pi ora, a causa della diffusione dei social media e della possibilit (anche individuale) di verificare lattendibilit delle fonti. Le promesse (elettorali) oggi rappresentano sempre pi una fonte di rischio e sempre meno unopportunit per costruire consenso. Le promesse troppo grandi possono essere facilmente smontate trasformandosi in un boomerang, specie quando il mancato raggiungimento degli obiettivi non dipende (solamente) dal mittente.

5. La verit strategica
Nessuna campagna di comunicazione sar buona se il prodotto scadente. Il tema della verit dunque centrale sia in senso positivo che in senso negativo. Dire tutta la verit pu non essere sempre utile, soprattutto se i contesti sono fluidi e complessi. In alcuni casi il bluff comunicativo pu funzionare di pi. Questa riflessione assai pragmatica non deve per essere considerato un alibi. La comunicazione politica dovrebbe essere prima di tutto un esercizio di correttezza, sempre e comunque. Anche perch, comunicare il falso unazione che prima o poi, ti si ritorce contro.

6. Empatia, non ruffianeria


La comunicazione emozionale, di pancia, non necessariamente svincolata da logiche razionali di decodifica. Anche lemozione pu essere percepita come vera o falsa, attendibile o inattendibile. Pu essere verificata. Il confine tra empatia (comunico in modo emozionale perch conosco ci di cui sto parlando e sono dunque sinceramente coinvolto) e ruffianeria (comunico in modo emozionale nel tentativo di portare il pubblico dalla mia parte, ma senza che il mittente sia coinvolto a sua volta) molto labile. In periodi di profonda sfiducia verso la (comunicazione) politica, molto importante abbandonare del tutto ogni forma di ruffianeria retorica: non funziona pi.

7. Pathos e concretezza
Puntare su un solo registro di comunicazione (emozionale vs. razionale) appare oggi insufficiente. Emozionare, parlare di ideali e valori, raccontare storie, coinvolgere una tecnica efficace solo se non si perde di vista la necessit di rassicurare gli elettori con messaggi concreti, pratici, che non diano la sensazione che il politico sia solo un bravo comiziante, e non un amministratore allaltezza. Allo stesso modo, vero il ragionamento contrario: pensare di poter convincere qualcuno solo snocciolando dati, statistiche, competenza sbagliato. I dati devono essere annunciati in modo non asettico, ma coinvolgente, inserendoli in una narrazione convincente e calda.

8. Parlare della vita delle persone


Qualsiasi ragionamento, dal pi semplice al pi complesso, dal pi alto al pi basso, deve essere declinato tenendo in mente un obiettivo comune: il cittadino, il destinatario, deve poter comprendere i benefici immediati delle proposte sulla sua vita quotidiana. Luso di metafore, comparazioni, paragoni, storie esemplificative sono certamente utili a facilitare la comprensione dei messaggi, ma le metafore da sole non bastano, perch serve studiare il contesto, la situazione economica e culturale, per poter davvero riuscire a trasformare il generale in iper-particolare, e dunque comunicare in modo convincente e interessante per chi ascolta.

9. Politica-pop, un tema delicato


Umanizzare i candidati, comunicare gli aspetti extrapolitici della propria attivit, certamente una tecnica utile a favorire meccanismi di empatia e coinvolgimento tra politici e cittadini. Ma lumanizzazione non sempre una scelta corretta. Diventa persino dannosa se il processo narrativo visibilmente incoerente con la storia personale del candidato, o se i tentativi di umanizzazione sono artificiali, troppo ancorati a modelli teorici, estemporanei (solo in campagna elettorale). I cittadini hanno oramai imparato a riconoscere lumanizzazione vera da quella falsa e puniscono la seconda.

10. Evitare lautoreferenzialit


Spesso i politici e i partiti comunicano se stessi dando per scontato che il grande pubblico conosca tutto di loro, segua ogni giorno ci che dicono e fanno, rinunciando cos a una comunicazione chiara, semplice, descrittiva, didascalica. Questo il modo pi semplice per non farsi capire, per apparire elitari, per arroccarsi nelle proprie posizioni, finendo per risultare persino antipatici. Le polemiche nei circoletti della politica e del giornalismo non fanno guadagnare voti proprio per questo: perch alla fine, anche se non sembrerebbe, rappresentano una forma di comunicazione di nicchia, che interessa molto poco al di fuori degli addetti ai lavori.

Ted Video finale


Sherry Turkle: connessi ma soli?

Video finale insieme ma soli!


http://www.ted.com/talks/lang/it/sherry_turkle_alone_together.html

Mentre ci aspettiamo di pi dalla tecnologia, ci aspettiamo meno l'uno dall'altro? Sherry Turkle studia come i nostri dispositivi elettronici e i nostri profili online stiano ridefinendo le connessioni umane e la comunicazione, e ci chiede di riflettere approfonditamente sui nuovi tipi di connessione che vorremmo avere.!

Esercitazione
Come costruire una campagna di comunicazione online

Esercitazione
Dividetevi in due gruppi (in ognuno dei gruppi deve esserci almeno una persona che sa usare anche in modo basilare un programma di fotoritocco o che sappia disegnare)

I cinque compiti
1. Ipotesi di campagna visuale (visual + concept + claim + payoff) per un ipotetico manifesto o annuncio stampa - in questa fase dovete anche decidere se la campagna monosoggetto o multisoggetto; 2. Ipotesi di pianificazione media: avete 100 unit di credito e dovete distribuirli su quattro settimane di campagna. Costi dei mezzi di comunicazione per settimana: Spot TV: 15 crediti Spot Radio: 5 crediti Spot Stampa: 10 crediti Web: 5 crediti Social media: 2 crediti Evento pubblico (nazionale) di presentazione: 30 crediti

I cinque compiti
3. Ipotesi di inserzione pubblicitaria sui social media (Facebook) bisogna scegliere titolo, testo e foto 4. Soggetto per un video virale da caricare su Youtube 5. In caso di scelta di puntare su un grande evento: descrizione di cosa succederebbe allinterno dellevento

Grazie!
Dino Amenduni http://about.me/dinoamenduni dino.amenduni@proformaweb.it

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