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(ottava edizione)
Crisi di fiducia, centralit dei media tradizionali, il ruolo dei social media: una professione in radicale cambiamento
di Dino Amenduni Eurogiovani Corso in non conventional marketing e social media Febbraio-Maggio 2014
Chi sono
Mi chiamo Dino Amenduni (dino.amenduni@proformaweb.it http://about.me/dinoamenduni) Sono il responsabile dei nuovi media e consulente per la comunicazione politica per lagenzia Proforma di Bari (www.proformaweb.it) Sono collaboratore e blogger per Finegil-Gruppo Espresso e formatore (su social media marketing e comunicazione politica) Tutte le mie presentazioni sono disponibili gratuitamente (sia consultazione che download) allindirizzo: www.slideshare.net/doonie
Premessa
Sommario
Cinque tabelle
1.! Fiducia nelle istituzioni: partiti e Parlamento (restano) ai minimi storici 2.! Equit fiscale: meglio meno tasse che pi servizi 3.! Presidenzialismo: lopinione pubblica italiana pronta 4.! Autoritarismo: per tre italiani su dieci una possibilit percorribile 5.! Una riserva di determinazione: aumentano gli indici di partecipazione politica e sociale
Premessa
In questi anni quasi tutti i campanelli dallarme sulla crisi del rapporto tra cittadini e istituzioni (tra cui questo tipo di ricerche) sono stati letteralmente ignorati e questo ha innescato certamente un circolo vizioso. Meno gli italiani si fidano della politica, meno la politica tiene conto della crisi di fiducia con comportamenti conseguenti, pi gli italiani perdono buoni motivi per fidarsi.
Premessa
I sentimenti verso la politica sono confluiti prima nella rabbia, e via via fino al cinismo, al disincanto, e al sentimento pi problematico, pi inscalfibile: lindifferenza, la sensazione che tanto non cambier (mai) nulla, dunque non vale la pena interessarsi, attivarsi, appassionarsi. La crisi del rapporto tra democrazia e fiducia dura da anni e nessun cambiamento della politica italiana, neanche nel 2013, sembra aver minimamente contribuito a invertire la tendenza.
Presidenzialismo
Il Presidente della Repubblica? Il popolo vuole decidere
Presidenzialismo
Elezione diretta del Presidente della Repubblica: favorevole o contrario? (dati Demos)
Presidenzialismo
Non semplice stabilire quanto questo dato sia condizionato dalla narrazione della destra degli ultimi 20 anni, e quanto piuttosto dipeso dalla natura di questa fase politica, da Monti in poi, in cui il ruolo di Napolitano stato soverchiante rispetto al passato (per lassenza di senso di responsabilit della politica, o per una tendenza dirigista del Presidente della Repubblica, o per entrambi i motivi).
Presidenzialismo
A questo punto, pi che fare le barricate contro il presidenzialismo, occorrerebbe ragionare su quali contrappesi siano necessari nelleventualit in cui questa transizione istituzionale dovesse prendere forma. Di legge sul conflitto di interessi non si parla (di nuovo) pi. Questo conferma che i conflitti vanno intesi sempre al plurale. Un presidenzialismo senza paletti rigidi sui conflitti di interesse pu porre le basi per un disastro tendenzialmente autoritario.
Autoritarismo
Per tre italiani su dieci, la democrazia non pi il sistema migliore
Autoritarismo
Regime democratico o autoritario? Le preferenze degli italiani (dati Demos)
Autoritarismo
La deriva autoritaria non dispiace a tre italiani su dieci, a conferma che lo Stato, la democrazia rappresentativa, le istituzioni, hanno gi fallito nel loro ruolo, non hanno fatto autocritica in modo sistematico, non sono cambiate a sufficienza (mentre il mondo attorno cambia rapidamente, e non sempre in meglio). Questa deriva non arretrata in questi cinque anni (nel 2008 il dato era al 26%, nel 2013 al 30%).
Autoritarismo
Questo zoccolo duro conferma che una parte non marginale dellItalia apprezza, e apprezzer, le tendenze leaderistiche. Ovviamente le qualit positive e negative dei leader che via via si alternano (e spariscono: Monti ha perso 50 punti di fiducia nel solo 2012, e in 18 mesi passato dallautorevolezza globale allirrilevanza altrettanto globale) diventano sempre pi determinanti nel capire in quale direzione andr il nostro Paese.
Partecipazione
Nonostante tutto, ci sono ancora motivi di speranza
Partecipazione
Indici di partecipazione politica, sociale e nuova gli indicatori sono in aumento nel 2013 (dati Demos)
Partecipazione
Gli indici di partecipazione politica, sociale e nuova (boicottaggi selettivi, consumo critico, attivismo digitale) non sono mai stati cos alti negli ultimi sei anni. Il dato certamente condizionato in positivo dalla presenza di due grandi appuntamenti elettorali (politiche e Primarie del PD), ma denota soprattutto una grande, inascoltata richiesta e unaltrettanto grande, inesplorata opportunit: gli italiani chiedono solo di poter partecipare, hanno un capitale enorme di entusiasmo, civismo, determinazione.
Partecipazione
Gli italiani non si fidano pi, hanno bisogno di tempo, di buoni esempi, di essere coinvolti, di coerenza, di un rapporto trasparente tra promesse e fatti. Ma sono disposti a farlo, sono disposti a impegnarsi per il Paese. Alla politica italiana la scelta: continuare a sguazzare nel cinismo, o tentare un enorme (sia per impegno che per tempo necessario) sforzo per fare ci per cui esiste, cio rappresentare, ascoltare e decidere?
A. La coda lunga!
La coda lunga una teoria economica formulata da Chris Anderson (fondatore di Wired) nel 2004 un modello che sembra poter spiegare i funzionamenti del mercato. una teoria attuale per il mercato dei beni immateriali e futuribile perch pare essere in grado di teorizzare il cambiamento delle leggi che regolano il tradizionale meccanismo distributivo (produzione/stoccaggio/vendita al dettaglio)
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A. La coda lunga!
La diffusione di internet, il non-luogo dove chiunque in qualunque momento pu consultare infiniti elenchi di prodotti, ha permesso di abbattere i costi di distribuzione e magazzino, spezzando il legame che vincolava il successo alla visibilit La possibilit di gestire un catalogo virtuale pressoch illimitato ha rivoluzionato il modello economico dominante: semplicemente, vendere anche solo poche copie al mese di migliaia di titoli pi redditizio che vendere migliaia di copie di pochi titoli Oggi: le corporazioni dei beni immateriali sono in profonda difficolt (esempi: mercato discografico e pornografia) ! ! !
Ted Video #1
Clay Shirky: come il surplus cognitivo cambier il mondo
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Clay Shirky indaga sul "surplus cognitivo", il lavoro condiviso online che eseguiamo con i nostri cicli mentali liberi. Mentre siamo occupati nel redarre Wikipedia, postare su Ushahidi (e s, anche creando i lolcats), stiamo costruendo un mondo migliore e pi cooperativo.
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Campagne elettorali
Dieci cose che ho imparato (fino ad ora)
La maggior parte delle elezioni gi decisa prima ancora che la campagna abbia inizio
(Legge di Farley)
B.
Non esiste un tecnico della comunicazione che pu salvare il candidato da una sconfitta certa, non esistono agenzie della provvidenza n miracoli
#1
La variabile pi importante lavversario
#1 Lavversario
Il posizionamento, i punti di forza e di debolezza del candidato, i vantaggi competitivi, i temi distintivi e le parole dordine non sono costrutti che valgono in assoluto ma cambiano sulla base dello scenario Per questo motivo sbagliato impostare una campagna elettorale prima ancora di conoscere le caratteristiche degli sfidanti giusto posizionare il candidato, non un errore partire in anticipo (se si hanno idee), ma sbagliato basare la campagna solo su se stessi
#1 Lavversario
Alcuni esempi A.!Una campagna a due (centrosinistra vs centrodestra) molto diversa da una campagna a tre (centrosinistra vs centrodestra vs Terzo Polo), specie se i candidati sono stati precedentemente alleati tra loro B.!Alle elezioni regionali (turno secco), il ruolo del Movimento5Stelle potenzialmente pi decisivo C.!Una campagna tra sindaco uscente e avversario molto diversa da una campagna tra due candidati nuovi
#2
Molto spesso le campagne si vincono per errori degli avversari, non per meriti propri
(Mario Rodriguez)
#2 Gli errori
Non tutte le campagne elettorali possono essere intense e spumeggianti, non tutti i candidati sono abili comunicatori, non tutti i comunicatori sono abili. E soprattutto, quando i candidati si equivalgono (specie in contesti locali) pi difficile scegliere e cogliere le differenze Proprio per questa ragione pi importante evitare scelte strategiche sbagliate, lavorando al massimo per evidenziare lerrore dellavversario, piuttosto che cercare il colpo a effetto o la mossa strategica definitiva
#2 Gli errori
Alcuni esempi A.!Giuliano Pisapia vs Letizia Moratti a Milano (Amministrative 2011): il confronto TV e la moschea di Sucate B.!Barack Obama vs John McCain (Presidenziali USA 2008): la scelta di Sarah Palin C.!2009: il centrodestra a Bari rallenta lapertura del Teatro Petruzzelli, Michele Emiliano ne fa una bandiera di campagna elettorale e anche grazie a questo recupera dieci punti percentuali in nove mesi, vincendo le elezioni
#3
Senza unanalisi (con dati) iniziale e un campaign manager non si dovrebbe neanche iniziare
#3 I dati
Nessuna campagna elettorale si svolge in teoria o nel vuoto. Ogni citt ha il suo contesto, ogni quartiere ha i suoi problemi, ogni regione ha la sua storia Unanalisi quantitativa (esempio: sondaggi) e qualitativa (esempio: focus group) il punto di partenza per capire chi siamo (come siamo percepiti), di cosa c bisogno (issues rilevanti) e dove vogliamo andare (parole dordine, obiettivi della comunicazione) Senza dati si procede per approssimazione, per istinto: il contrario di un lavoro scientifico
#3 Il campaign manager
Il coordinatore della campagna elettorale la figura pi importante dellintero staff (secondo, e non sempre, solo al candidato) Ha il compito di gestire le relazioni con tutti i nodi della macchina organizzativa: -! Il candidato e la sua cabina di regia politica -! Lufficio stampa e lo staff sui social media -! I partiti e i candidati della coalizione -! I fornitori -! I comunicatori -! I volontari -! Lufficio amministrativo/burocratico
#3 Il campaign manager
Il campaign manager un ruolo forte, che richiede caratteristiche eterogenee e molto precise: A. Fiducia totale da parte del candidato (deve poter parlare in suo nome) B. Capacit di visione strategica e organizzativa C. Capacit di analisi politica D. Resistenza in condizioni di stress E. Capacit diplomatiche F. Competenze comunicative (almeno minime) Se lagenzia di comunicazione a coordinare la campagna elettorale, un brutto segno
#4
La campagna elettorale che stai facendo sempre la pi importante di tutte
#4 La campagna pi importante
Non importa se il candidato in corsa per la Presidenza del Consiglio o per la candidatura a consigliere comunale. Per lui la campagna elettorale decisiva allo stesso modo: decisiva per la sua carriera, il suo futuro, la sua vita Per questa ragione, le aspettative del candidato verso i comunicatori (in termini di ore di lavoro, impegno e coinvolgimento emotivo) sono massime, a prescindere dal contesto di campagna elettorale. Ed giusto cos opportuno che i tecnici della comunicazione siano consapevoli di questo, quando scelgono quante e quali (e con quale budget) campagne prendere in considerazione
#5
quasi impossibile essere spin doctor per pi di una campagna per volta
#5 Spindoctoring
I compiti di spindoctoring, ossia di consulenza strategico-politica a tutti i livelli, un lavoro totalizzante, sia nei tempi che nel carico emotivo/ cognitivo da sopportare Cos come un candidato si impegna con il massimo delle energie sulla campagna, allo stesso modo deve fare lo spin doctor per essere allaltezza del ruolo, a prescindere dalla difficolt della campagna e dallaggressivit degli avversari Per queste ragioni molto difficile, se non addirittura sconsigliato, avere responsabilit strategiche per pi di un candidato per volta
(anche questa variabile decisiva nella scelta delle campagne elettorali da accettare)
#6
Non sempre vince chi ha pi denaro (ma non si pu fare neanche una campagna a costo zero)
#6 I soldi
I soldi non fanno la felicit e, di conseguenza, non stabiliscono a priori neanche i vincitori e gli sconfitti di una campagna elettorale Non basta essere ricchi, bisogna anche saper scegliere gli strumenti giusti per comunicare e, soprattutto, non bisogna dimenticarsi che content is king, la politica viene sempre prima della comunicazione, la credibilit di un candidato non si pu costruire artificialmente e in pochi mesi solo attraverso la comunicazione, anche se fosse la migliore campagna possibile
#6 I soldi
Attenzione, per, alleccesso contrario: fare una campagna a costo zero quasi impossibile. Serve una struttura economica minima che permetta di coprire le spese necessarie: -! costi di gestione del comitato elettorale; -! acquisto di spazi pubblicitari sui mezzi di comunicazione di massa e sul web; -! organizzazione della mobilitazione (esempio: gazebo) -! organizzazione di eventi La capacit di raccolta fondi, specie se indipendente e trasparente, pu essere decisiva per vincere le elezioni
#6 I soldi
Alcuni esempi (costi complessivi dichiarati) A.!Giuliano Pisapia (1.7 milioni) vs Letizia Moratti (10 milioni) a Milano (Amministrative 2011) B.!Nichi Vendola (800mila) vs Rocco Palese (5 milioni) in Puglia (Regionali 2010) C.!Federico Pizzarotti (6mila) vs Vincenzo Bernazzoli (200mila) a Parma (Amministrative 2012)
#7
In campagna elettorale non esistono orari, non esistono i weekend, non esistono i giorni festivi, non esistono nemmeno le mansioni codificate
#8
sempre meglio lavorare insieme a unaltra agenzia di comunicazione del luogo in cui ci sono le elezioni
#9
Se non ci sono militanti, volontari e sostenitori offline, non li troveremo di certo online
#9 I militanti
Esiste un luogo comune, nato soprattutto in questi anni, che va subito depotenziato: la Rete non il luogo dei volontari (n il luogo del gratis, n il luogo del facile. Spesso vero il contrario) Se non ci sono militanti e volontari ad animare il comitato elettorale di un candidato, il problema organizzativo o di appeal del candidato stesso. Questi problemi prescindono dagli strumenti utilizzati per comunicare e, dunque, non si risolvono cercando altrove la mobilitazione o provando a crearla artificialmente (con il denaro o con luso di Internet)
#10
Quando il candidato si convince del contrario di ci che pensi sia giusto (e questo non cos grave), non perdere tempo: attacca il ciuccio dove vuole il padrone
Ted Video #2
Kevin Allocca: perch i video diventano virali
Kevin Allocca responsabile dei trend di YouTube, e ha opinioni profonde sui video stupidi che si trovano in rete. In questo discorso a TEDYouth, espone i 3 motivi per cui un video diventa virale.
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di Dino Amenduni
Sommario
Le cinque domande 1.! Manifesti elettorali: faccioni s o faccioni no? 2.! Lavorate per tutti i politici che vi chiamano? 3.! Non avete paura che le vostre campagne siano oggetto di satira? 4.! Il marketing virale pu aiutare la politica? 5.! Voglio fare comunicazione politica: mi date un consiglio?
Partiamo da un presupposto. Questo tipo di valutazione non dovrebbe essere di tipo estetico, ma legato alla gestione di una variabile: la popolarit del candidato allinterno dellelettorato di riferimento. Popolarit assoluta: percentuale di elettori che conoscono il candidato Popolarit relativa: confronto di popolarit tra il candidato e i suoi competitor (tenendo conto anche della distanza temporale dalla data delle elezioni) Pi basso lindice di popolarit assoluta, pi largo il divario tra i candidati (con il nostro candidato in svantaggio), pi il volto sui manifesti strategicamente sensato.
Francesca Barracciu, primarie del centrosinistra (settembre 2013, Sardegna) -> volto sul manifesto perch il livello di conoscenza del candidato era pi basso rispetto al Presidente Cappellacci, essendo lei la sfidante. Il manifesto della campagna dunque utile ad aumentare la notoriet allinterno di un pubblico pi ampio.
Matteo Renzi, primarie del centrosinistra (dicembre 2013, Italia) -> il volto sul manifesto non stato necessario perch il livello di conoscenza del candidato era molto alto sia in termini assoluti, sia nei confronti dei competitor (Cuperlo, Civati, Pittella).
Nichi Vendola, primarie del centrosinistra (2005, Puglia) -> il volto sul manifesto stato utile perch Vendola era stato in Parlamento negli anni precedenti e aveva percentuali di notoriet molto pi basse rispetto a Raffaele Fitto, Presidente di Regione in carica.
Nichi Vendola, primarie del centrosinistra (2010, Puglia) -> Lo scenario molto diverso dalla campagna di cinque anni prima: Vendola ha governato e dunque molto pi conosciuto dei suoi principali avversari, Palese e Poli Bortone. Il volto non dunque indispensabile dal punto di vista strategico.
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Presupposto: un sondaggio che vi dica qual il livello di notoriet del candidato. Senza questo indicatore la scelta totalmente arbitraria e svincolata da ogni riflessione strategica. Orientamento: il volto utile per aumentare il tasso di popolarit in tempi brevi, soprattutto se si agisce contemporaneamente su altri mezzi (spot tv, social media, stampa, presenze televisive) per consolidare lassociazione nome-volto. Nessuna scelta definitiva: non esistono candidati per cui il volto sui manifesti va sempre bene o sempre male. Lo stesso candidato pu avere esigenze che cambiano negli anni e a seconda del contesto (a partire dalle caratteristiche dei competitor).
Riteniamo che le campagne elettorali richiedano il 101% dello sforzo professionale dei consulenti di comunicazione politica, in qualsiasi contesto si svolgano (dai piccoli centri a campagne nazionali: ogni elezione ha uguale dignit, e simili difficolt). La combinazione di alcune componenti abituali degli appuntamenti elettorali (tempi stretti, tante decisioni da prendere, tanti cambiamenti in corsa, gruppi di lavoro da coordinare, pressione da parte degli elettori e dei media, generale clima di sfiducia nei confronti della politica) richiedono, a nostro avviso, massimo impegno, dedizione e concentrazione (il 101%, appunto).
Lunico modo, per noi, di dare questo benedetto 101% avere anche solo un minimo di condivisione emotiva, valoriale, politica di ci che il candidato propone allelettorato. Non tutti i candidati possono piacere allo stesso modo (cos come non siamo piaciuti allo stesso modo a tutti i candidati), ma abbiamo bisogno di un livello minimo di partenza per poter dare il massimo. Per questo abbiamo deciso di non accettare commesse che provengono dalla parte politica pi lontana dalle nostre idee (la destra, nello specifico).
Non ci sogneremmo mai di dire che il nostro modello aziendale sia lunico corretto, anzi. Molti consulenti politici ritengono che lunico metodo per svolgere correttamente questa professione sia sostanzialmente il nostro opposto, cio lavorare mantenendo distanza critica dai candidati e dalle loro idee. Il distacco, visto da noi come un elemento capace di non farci rendere al massimo, pu essere invece considerato il giusto ingrediente per dare consigli e suggerimenti non viziati da componenti emotive o di appartenenza. Lasciamo al lettore la scelta su quale modello adottare.
- Non esiste un modello universalmente valido: entrambi gli approcci (lavoro di appartenenza e lavoro per tutti) convivono da sempre nel panorama della comunicazione politica, stimolando un confronto sempre stimolante. -! C lo stesso dilemma nella professione di comunicatore politico: un mestiere a parte, che richiede competenze specifiche, o un professionista deve saper vendere un politico e un detersivo allo stesso modo? Noi pensiamo che sia un lavoro specifico, pubblicitari molto pi bravi di noi ( Jacques Seguela, ad esempio), la pensano allopposto. -! La nostra posizione un lusso: se fossimo unagenzia che fa solo campagne elettorali, non potremmo permettercelo. Lavorare anche nel campo della comunicazione non politica ci rende pi liberi di scegliere.
Da qualche anno proviamo a progettare campagne il cui sviluppo (visual, concept) naturalmente orientato a stimolare processi generativi da parte degli utenti. Questo tipo di apertura pu favorire laumento di visibilit e di popolarit delle campagne, soprattutto se sono inserite in un contesto competitivo molto polarizzato, con grande tifo e allo stesso tempo grande ostilit per il candidato con cui stiamo lavorando. In alcuni casi non ci limitiamo a realizzare campagne virali, ma costruiamo strumenti (ad esempio generatori automatici di manifesti) che permettano a chiunque, anche senza alcuna competenza grafica, di realizzare adattamenti liberi.
Sito neutro (ma progettato dal comitato Vendola) in cui lutente poteva liberamente taroccare i manifesti dei tre candidati principali. 85% dei manifesti generati ha riguardato Vendola, circa il 50% di quei manifesti era negativo ma nelle ore successive alla pubblicazione del sito, la campagna di Vendola ha sovrastato quella degli avversari sui social media.
Campagna creata con un concept ipervirale. Sapevamo che la generazione dei manifesti avrebbe potuto ottenere effetti satirici, ma anche che in questo modo il claim Oppure Vendola sarebbe diventato pi rapidamente popolare sul web.
Il sito www.cambiaverso.com permetteva agli utenti di generare il proprio manifesto personalizzato e di pubblicarlo direttamente su Facebook e su Twitter, con un solo click e inserendo solo il proprio testo. Grazie a questo strumento, sono stati realizzati oltre 10mila manifesti nella prima settimana dopo luscita del generatore.
- Non avere paura dei manifesti tarocchi: se la campagna non funziona, non funzioner anche se non sar oggetto di satira. Se funziona, meglio far s che circoli nel modo pi semplice e virale possibile. -! Scelta strategica e di creativit: le campagne non sono virali per definizione. Chiaramente un candidato molto amato o molto odiato favorisce meccanismi di generazione di manifesti. Ma altrettanto importante progettare una campagna che si presti a questo tipo di declinazioni. La progettazione, dunque, pu condizionare almeno in parte concept e visual della campagna. -! Evitare di inserire il candidato (in particolare foto, in particolare il voto) direttamente sui manifesti oggetto di satira. Questo potrebbe favorire un effetto-boomerang
(loppositore pu mettere parole scomode in bocca al candidato)
Se vero che una buona comunicazione pu aiutare, altrettanto che vero che una buona comunicazione, da sola, non basta per vincere le elezioni. Serve molto altro, serve la politica. Servono le cose fatte per un sindaco, una proposta chiara per un candidato, una visione strategica dinsieme per un gruppo di lavoro. Per questo motivo bisogna fare sempre attenzione a dare il giusto peso a ogni singola componente della comunicazione pensando che nessuna idea, da sola, risulta davvero decisiva. I video virali, anche geniali, non fanno eccezione.
Un video virale quando: - condiviso dai tastemaker, da utenti con grande popolarit e reputazione che accelera il processo di conoscenza del contenuto; -! Ha un format facilmente riproducibile da altri utenti, che moltiplicano sia la portata del contenuto, sia la conoscenza dello stesso; -! Contiene componenti (soggetto, sceneggiatura, scelte stilistiche) imprevedibili, che tengano alta lattenzione dello spettatore. Queste tre condizioni sono necessarie, ma non sufficienti. I video virali non si costruiscono in laboratorio (salvo rarissimi, e comunque non del tutto gestibili, casi)
Un video autoprodotto a costo zero da due volontari diventa cos popolare su Internet da indurre un cambio di pianificazione sui mezzi tradizionali: questo video va in televisione nellultima settimana prima delle elezioni.
Un noto commerciante barese, conosciuto per i suoi video pubblicitari sulle principali tv locali, realizza uno spot politico atipico a sostegno di Michele Emiliano, sindaco di Bari. Qui un suo spot originale
e qui lo spot politico, realizzato tenendo conto di tutte le caratteristiche stilistiche delloriginale, ma con un messaggio forte e di profonda attualit per le amministrative 2009: il no al nucleare.
Lo spot per la tv e per Internet (due minuti) con cui Michele Emiliano, rilanciando e rovesciando un messaggio elettorale di Berlusconi, comunica la sua candidatura nelle ultime due settimane di campagna elettorale.
- Virali si nasce, non si diventa: giusto impegnarsi per progettare contenuti (in particolare video) di successo, ma se la grande idea non arriva, non bisogna fissarsi n disperdere troppe energie in questo segmento. -! Virale autoironico: anche se in politica pu sembrare difficile, o addirittura pericoloso, impossibile pensare a un contenuto davvero virale senza tenere conto di una dose, anche piccola, di ironia, meglio se applicata a se stessi. -! Virale genuino: un video troppo perfetto, patinato, preciso, difficilmente riuscir a ottenere la carica empatica necessaria alla diffusione di un contenuto. Meglio impreciso ma fatto in casa, vero, accessibile a tutti. - Virale non tutto: la politica viene sempre prima della comunicazione. Mai dimenticarselo.
Due consigli
1. Fare una campagna dietro le quinte
Spesso si impara pi lavorando come volontari in una campagna elettorale, anche molto piccola, anche in un ruolo molto marginale, che studiando modelli teorici troppo elaborati (e troppo slegati dal contesto italiano, specie locale). Il nostro primo consiglio , dunque: cercate la pratica, lesperienza concreta, anche non su livelli nazionali, perch si impara molto di pi sporcandosi le mani che studiando ma a distanza di sicurezza. Nel bene e nel male, si impara pi dietro le quinte, e questo tipo di esperienza non si pu trovare altrove, se non in campagna elettorale.
Due consigli
2. Andare dai politici ma con le idee chiare
Lofferta di comunicazione politica professionale supera, al momento, la domanda. La cultura della comunicazione politica fa fatica a radicare e ancora oggi ci sono tantissimi politici e partiti che non ritengono di aver bisogno di consulenti, di analisi, di sondaggi, di dati scientifici. Per questo non pi sufficiente andare da un politico e dire di essere in grado di fare una campagna elettorale. Serve un altro approccio, pi dispendioso dal punto di vista del tempo e dellimpegno necessario. Serve andare da un cliente potenziale illustrando con precisione qual lo scenario, qual la potenziale crisi di comunicazione e come si risolve.
Due consigli
2. Andare dai politici ma con le idee chiare
Possibile schema di lavoro: 1. Individuazione di un partito o di un politico con cui si intende lavorare; 2. Analisi scientifica dei punti di forza e dei punti di debolezza nellattuale comunicazione del destinatario; 3. Spiegazione puntuale di come si intendono risolvere i punti di debolezza, in quanto tempo, con quali strumenti e perch cos importante che il politico investa per risolvere i problemi segnalati; 4. Indicazione chiara e definita di quale pu essere il ruolo del comunicatore politico per risolvere il problema evidenziato (e, dunque, perch un politico dovrebbe scegliere proprio quel collaboratore).
Due consigli
In sintesi
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Il curriculum accademico non basta, serve lesperienza sul campo. E serve fare gavetta. La competenza professionale non basta, quando il mercato saturo. Serve un approccio pi proattivo, in cui problemi e soluzioni siano mostrati ai politici con prontezza, in alcuni casi prima ancora che loro siano consapevoli di avere quel tipo di problemi. Meglio una buona campagna locale, con autonomia e responsabilit, che una grande campagna nazionale ma con un ruolo piccolo e defilato, specie nelle prime fasi. Il comunicatore politico, se gli va bene, lavora sette giorni su sette e 24 ore su 24. O si accetta questa regola (almeno in alcune parti dellanno), o si rischia di non essere efficaci come servirebbe in questo momento storico.
Sommario
1.! Dieta mediatica degli italiani 2013 cinque tabelle a.! b.! c.! d.! e.! Mezzi di comunicazione utilizzati Gli italiani e laccesso a Internet A cosa serve Internet Dove si informano gli italiani Customer care: le dinamiche consumatori-aziende
2.! Cinque riflessioni sui dati a.! b.! c.! d.! e.! Le distanza giovani-anziani I tre tipi di super-utenti Internet I tre tipi di lettore Investimento in media personali Dalla reclame alla web reputation
Premessa
Sempre pi frequentemente lutente a spostarsi autonomamente allinterno dellampio e variegato sistema di strumenti mediatici disponibili per costruire i propri palinsesti personali e autogestiti, fatti su misura, rintracciando i contenuti di proprio interesse secondo i tempi e i modi a lui pi consoni, secondo le sue preferenze e i suoi bisogni, facendo individualmente arbitraggio tra vecchi e nuovi media, per arrivare a comporre in modo assortito una nicchia di consumi mediatici a misura di se stesso. Con ci risulta tendenzialmente superata la dimensione gerarchica che attribuiva alle fonti tradizionali il ruolo insostituibile ed esclusivo di emittenti dei messaggi professionali e autorevoli dellinformazione mainstream, sostituita dalla prassi dellautoassemblaggio delle fonti nellambiente web e da flussi continui e indistinti di informazioni propagate in una dimensione orizzontale. (Dalla ricerca 2013 del
Censis PDF scaricabile qui)
1. Mezzi di comunicazione
Utenti dei media tradizionali e nuovi in Italia Evoluzione nel periodo 2007-2013 Tv e radio reggono, crollano i quotidiani
1. Mezzi di comunicazione
1.! Televisione +1%, radio +6% in sei anni. Nello stesso intervallo, Internet: +18% -> lopposizione media tradizionali versus nuovi media smentita dalle cifre (modello second screen: gli utenti guardano la TV con lo smartphone tra le mani) 2.! Lettori dei quotidiani: -20% in sei anni. I giornali a pagamento hanno perso un quarto dei lettori, ma anche i quotidiani online hanno meno utenti rispetto a sei anni fa -> coda lunga dellinformazione, polverizzazione dei manifesti, agenda giornalistica multimediale e stabilita dallutente 3.! Utenti di Internet: 63.5%. Italiani con lo smartphone: 40%. Lettura e connettivit ubiqua dal punto di vista spaziotemporale -> le redazioni devono allungare i tempi di produzione dei contenuti (dal mattino presto alla sera tardi) 4.! Lettori di ebook: 5.2%. un mercato ancora di nicchia
2. Cinque approfondimenti
La distanza giovani-anziani I tre tipi di super-utenti Internet I tre tipi di lettore Investimento in media personali Dalla reclame alla web reputation
1. La distanza giovani-anziani
Forti restano le distanze tra i consumi mediatici dei giovani e quelli degli anziani, con i primi saldamente posizionati sulla linea di frontiera dei new media e i secondi distaccati, in termini di quote di utenza, di decine di punti percentuali. Tra i giovani la quota di utenti della rete arriva al 90,4%, mentre ferma al 21,1% tra gli anziani; il 75,6% dei primi iscritto a Facebook, contro appena il 9,2% dei secondi; il 66,1% degli under 30 usa telefoni smartphone, ma lo fa solo il 6,8% degli over 65; i giovani che guardano la web tv (il 49,4%) sono diciotto volte di pi degli anziani (il 2,7%); il 32,5% dei primi ascolta la radio attraverso il cellulare, contro solo l1,7% dei secondi; e mentre il 20,6% dei giovani ha gi un tablet, solo il 2,3% degli anziani lo usa. Si nota qui anche il caso opposto, quello dei quotidiani, per i quali lutenza giovanile (il 22,9%) ampiamente inferiore a quella degli ultrasessantacinquenni (il 52,3%) (Censis)
Il terreno di gioco
Linizio dellera biomediatica (indagine Censis, ottobre 2012)
3. La TV sempre la TV, ma
Fonti di messaggi pubblicitari
3. La TV sempre la TV, ma
1. Internet il secondo mezzo pi influenzante in termini pubblicitari, pi dei giornali e della radio (giornali + riviste > Internet) 2. La televisione sempre al primo posto, ma non esiste un dominio assoluto di un mezzo sugli altri 3. Tendenze stabili fino a 45 anni, poi Internet cede il passo ai mezzi tradizionali 4. Internet pi efficace tra i pi istruiti
Video #3
Ivan Krastev Pu esistere democrazia senza fiducia?
Cinque grandi rivoluzioni hanno modellato la cultura politica degli ultimi 50 anni, spiega il teorico Ivan Krastev, che mostra come ogni passo in avanti - dalla rivoluzione culturale degli anni '60 alle recenti scoperte nel settore delle neuroscienze - abbia anche contribuito a erodere la fiducia negli strumenti della democrazia. Come lui stesso dice, "Quello che andato bene anche quello che andato storto". La democrazia pu sopravvivere?
Democrazia senza fiducia, comunicazione extramediale, il ruolo di Internet: le nuove dinamiche di socializzazione elettorale
Sommario
A.! Analisi dei dati della ricerca Censis Il primato dellopinione nella comunicazione orizzontale (18 giugno 2013) - Calo della fiducia nei media, in Italia e in Europa - Nuovi agenti di socializzazione elettorale - Internet e democrazia: unalleanza non automatica B. Come cambia lorganizzazione e la comunicazione politica: cinque idee per aggiornare i partiti
Scenario
Le nuove campagne elettorali si giocheranno su un terreno caratterizzato dalle seguenti tendenze: -! Sfiducia generalizzata nei mittenti (politici e non politici) -! Fiducia crescente nei vicini (reti prossimali di relazioni) -! Controllo crescente dellattendibilit dei messaggi dei mittenti da parte dei destinatari: fine delle promesse, fine della stagione degli annunci, fine della retorica -! Aumento della mediatizzazione della politica, anche se i media sembrano sempre pi deboli -! Autocomunicazione di massa come nuovo, cruciale, obiettivo delle campagne elettorali: tutti devono poter parlare con la stessa voce e gli stessi contenuti, ma ogni sostenitore deve poter scegliere quando e come farlo
1e Manipolazione vs indipendenza
7 su 10: gli italiani che pensano che gli apparati dellinformazione tradizionale tendono a manipolare le notizie
La TV cerca nei giornali una legittimazione e i giornali si infilano nei palinsesti televisivi. In base a questa salda alleanza dellinformazione mainstream, se serve un commento autorevole, si invita il giornalista della carta stampata e il direttore di un quotidiano fa la sua comparsa nei talk show politici. (Censis)
Sintesi e tendenze
Internet non sposta un voto, ma fa molto di pi Se il paradigma fondamentale della comunicazione che si affermato nella societ con la rivoluzione digitale la moltiplicazione dei media e la personalizzazione del loro impiego, Internet diventata la nuova spina dorsale dellintero sistema della comunicazione. La caratteristica che meglio contraddistingue levoluzione dellhabitat mediatico nellera digitale la progressiva integrazione dei diversi strumenti di comunicazione: grazie alla diffusione di device sempre pi piccoli e mobili e al successo dei social network, questa integrazione ormai compiuta. (Censis) Produzione (digitale) del contenuto -> distribuzione sui nuovi media -> diffusione sui mezzi tradizionali -> interpretazione e dibattito sui nuovi media -> comunicazione extramediale
Conclusioni
Cinque idee operative per aggiornare i partiti
5 Comunicare meno
Interviste, dichiarazioni, promesse, aspettative: liperpresenza comunicativa della politica non ha portato consenso, ma sfiducia. Gli attuali livelli di sfiducia impongono uno stile di gestione pubblica completamente differente rispetto al recente passato: -! i politici dovrebbero parlare solo quando hanno qualcosa di nuovo da dire; -! i politici dovrebbero parlare con i media solo quando devono annunciare grandi novit strategiche o informare su risultati acquisiti (no promesse, no polemiche); -! i politici non dovrebbero fare annunci, perch oggi troppo facile chiedere loro conto di eventuali fallimenti -! ogni azione di comunicazione deve avere il fine principale di illustrare la ricaduta immediata di ci che si propone sulla vita quotidiana dei cittadini.
di Dino Amenduni
Sommario
Cinque cose da fare subito dopo aver vinto le elezioni 1.! Evitare un cambio drastico delle abitudini di comunicazione 2.! Ampliare e diversificare la propria presenza sui social per evitare leffetto-parafulmine 3.! Continuare a fornire contenuti inediti e aggiornati ai sostenitori 4.! Creare (e comunicare) format stabili di comunicazione 5.! Organizzare la mobilitazione: le super-issues
Premessa
Undicesimo comandamento che suggerisco a tutti i candidati: evitare di andare in giro per i mercati rionali a fare l'amicone del quartiere e poi sparire dopo la nomina a sindaco
(il mio amico Roberto su Facebook: come lui, chiss quanti altri)
Organizzare la mobilitazione
Unire amministrazione e visione: le super-issues
Organizzare la mobilitazione
Un programma politico fatto di priorit amministrative, che spesso coincidono con i temi forti di una campagna elettorale. Un politico eletto grazie a impegni pubblici su temi determinanti difende la sua credibilit solo se porta risultati apprezzabili proprio su quei temi. Per raggiungere obiettivi di visione, per, serve tempo e in alcuni casi serve il sostegno popolare. Un reciproco patto politico-elettore per il raggiungimento di un obiettivo pu essere la base della mobilitazione popolare durante un mandato.
Organizzare la mobilitazione
Dichiarare apertamente quali sono gli obiettivi di lungo termine di un amministratore uscente, e spiegare ai cittadini come possono contribuire al raggiungimento di quegli obiettivi, una modalit di gestione e consolidamento del consenso, e allo stesso tempo una modalit trasversale di comunicazione politica: un cittadino pu non aver votato per un politico, ma pu appoggiare una sua specifica battaglia. Schema di lavoro: super-issues -> una sezione del sito del politico eletto spiega quali sono gli obiettivi e come un cittadino pu far sentire la propria voce per raggiungerli.
Le super-issues
Buona pratica: Homepage del sito di Barack Obama: qui lutente pu subito individuare le principali battaglie politiche del suo mandato presidenziale.
Le super-issues
Buona pratica: allinterno della singola issue c un mini-sito apposito che contiene le informazioni principali e le possibili modalit di attivazione da parte dei cittadini.
Le super-issues
Buona pratica: qualsiasi sia largomento in questione, ci sono sempre tre possibilit di coinvolgimento popolare: informazione, condivisione, attivazione.
Organizzare la mobilitazione
In sintesi: - Un mandato si valuta soprattutto sul rispetto delle promesse elettorali: pi grandi sono le promesse, pi ampio potr essere il consenso pre-elettorale, pi alte saranno le aspettative post-elettorali. Lunica modalit possibile di gestione di problemi complessi considerare il cittadino un alleato, e metterlo nelle condizioni di offrire il sostegno politico necessario per le grandi riforme. -! Un sito personale di un neo-eletto pu, attraverso le super-issues, potenziare la comunicazione istituzionale di un ente pubblico o di un partito.
Conclusione
Il popolo non organizzato; perci l'espressione della sua volont perch i suoi mediatori - i partiti - hanno perso contatto con il popolo.
(Adriano Olivetti, 1949. Da allora le cose sono ulteriormente peggiorate)
Creativit, emozione, dati: dieci idee per costruire un discorso politico efficace (i risultati di unesercitazione)
Sommario
1.! La comunicazione politica dal dopoguerra ai giorni nostri: dieci stimoli, dieci brainstorming 2.! Dalla teoria alla pratica e viceversa: la costruzione collettiva di un decalogo di buone pratiche per la scrittura creativa per la politica (esercitazione)
Lesercitazione ha avuto luogo a Putignano (Bari), il 17 luglio 2013, allinterno di un laboratorio del progetto Scrivoanchio. Hanno partecipato 20 ragazzi tra i 14 e i 18 anni, finalisti di un concorso nazionale di scrittura, i quali hanno liberamente commentato le campagne da noi proposte (efficacia, impatto, attualit, scelte grafiche, testi, musiche). Il brainstorming ha offerto gli spunti per la definizione del decalogo della buona scrittura per la politica
Esercitazione: il modello
Fase1: brainstorming e dibattito sui dieci stimoli, presentati singolarmente Fase2: stesura e condivisione delle buone pratiche tra i partecipanti Fase3: divisione in quattro gruppi, ognuno dei quali aveva il compito di scrivere un appello al voto di un candidato presidente del Consiglio di max 3 minuti. Il testo poteva tener conto del decalogo appena realizzato e doveva essere interpretato da un candidato scelto dal gruppo davanti a una telecamera. Durata complessiva dellesercitazione: circa due ore
Il modello di esercitazione (brainstorming pi definizione condivisa di buone pratiche pi eventuale simulazione finale) pu essere riprodotto liberamente in altri contesti.
Il brainstorming
50 anni di comunicazione politica in dieci messaggi
Duemila anni fa -- Duemila anni fa, il pi grande orgoglio era dire "civis Romanus sum. Oggi, nel mondo libero, il pi grande orgoglio dire "Ich bin ein Berliner. [] La libert ha molte difficolt e la democrazia non perfetta. Ma non abbiamo mai costruito un muro per tenere dentro i nostri -- per impedir loro di lasciarci. Voglio dire a nome dei miei compatrioti che vivono a molte miglia da qua dall'altra parte dell'Atlantico, che sono distanti da voi, che sono orgogliosi di poter dividere con voi la storia degli ultimi 18 anni. Non conosco nessun paese, nessuna citt, che stata assediata per 18 anni e ancora vive con vitalit e forza, e speranza e determinazione come la citt di Berlino Ovest.
4. A prova di fact-checking
Lautoaffermazione del proprio valore pu essere una scelta di comunicazione vincente solo se ci che sostenuto pu essere facilmente dimostrato. Questo stato vero sempre ma lo ancora di pi ora, a causa della diffusione dei social media e della possibilit (anche individuale) di verificare lattendibilit delle fonti. Le promesse (elettorali) oggi rappresentano sempre pi una fonte di rischio e sempre meno unopportunit per costruire consenso. Le promesse troppo grandi possono essere facilmente smontate trasformandosi in un boomerang, specie quando il mancato raggiungimento degli obiettivi non dipende (solamente) dal mittente.
5. La verit strategica
Nessuna campagna di comunicazione sar buona se il prodotto scadente. Il tema della verit dunque centrale sia in senso positivo che in senso negativo. Dire tutta la verit pu non essere sempre utile, soprattutto se i contesti sono fluidi e complessi. In alcuni casi il bluff comunicativo pu funzionare di pi. Questa riflessione assai pragmatica non deve per essere considerato un alibi. La comunicazione politica dovrebbe essere prima di tutto un esercizio di correttezza, sempre e comunque. Anche perch, comunicare il falso unazione che prima o poi, ti si ritorce contro.
7. Pathos e concretezza
Puntare su un solo registro di comunicazione (emozionale vs. razionale) appare oggi insufficiente. Emozionare, parlare di ideali e valori, raccontare storie, coinvolgere una tecnica efficace solo se non si perde di vista la necessit di rassicurare gli elettori con messaggi concreti, pratici, che non diano la sensazione che il politico sia solo un bravo comiziante, e non un amministratore allaltezza. Allo stesso modo, vero il ragionamento contrario: pensare di poter convincere qualcuno solo snocciolando dati, statistiche, competenza sbagliato. I dati devono essere annunciati in modo non asettico, ma coinvolgente, inserendoli in una narrazione convincente e calda.
Mentre ci aspettiamo di pi dalla tecnologia, ci aspettiamo meno l'uno dall'altro? Sherry Turkle studia come i nostri dispositivi elettronici e i nostri profili online stiano ridefinendo le connessioni umane e la comunicazione, e ci chiede di riflettere approfonditamente sui nuovi tipi di connessione che vorremmo avere.!
Esercitazione
Come costruire una campagna di comunicazione online
Esercitazione
Dividetevi in due gruppi (in ognuno dei gruppi deve esserci almeno una persona che sa usare anche in modo basilare un programma di fotoritocco o che sappia disegnare)
I cinque compiti
1. Ipotesi di campagna visuale (visual + concept + claim + payoff) per un ipotetico manifesto o annuncio stampa - in questa fase dovete anche decidere se la campagna monosoggetto o multisoggetto; 2. Ipotesi di pianificazione media: avete 100 unit di credito e dovete distribuirli su quattro settimane di campagna. Costi dei mezzi di comunicazione per settimana: Spot TV: 15 crediti Spot Radio: 5 crediti Spot Stampa: 10 crediti Web: 5 crediti Social media: 2 crediti Evento pubblico (nazionale) di presentazione: 30 crediti
I cinque compiti
3. Ipotesi di inserzione pubblicitaria sui social media (Facebook) bisogna scegliere titolo, testo e foto 4. Soggetto per un video virale da caricare su Youtube 5. In caso di scelta di puntare su un grande evento: descrizione di cosa succederebbe allinterno dellevento
Grazie!
Dino Amenduni http://about.me/dinoamenduni dino.amenduni@proformaweb.it