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Parte I
Calcolo
1 Introduzione
1.1 Oggetto
Formano oggetto della presente norma gli alberi in acciaio ad asse rettilineo a sezione circolare piena o cava, destinati a qualsiasi tipo di meccanismo.
1.2 Scopo
La prima parte della presente norma ha lo scopo di stabilire le basi di calcolo per la progettazione degli alberi.
1.4 Simboli
c c ft fu fy q H K K Kc Kd KN KN Ks Ks Kt Ku K
coeciente angolare della curva di Whler coeciente angolare della curva di Whler per N > 2 000 000 carico unitario di rottura a trazione fattore di servizio carico unitario di snervamento sensibilit all'intaglio durata totale in ore fattore di spettro delle componenti di tensione fattore di spettro delle componenti di tensione per N > 2 000 000 coeciente di correzione della resistenza a fatica in funzione del pericolo coeciente di correzione della resistenza a fatica in funzione del diametro coeciente di adeguamento della tensione limite a fatica che tiene conto del numero totale di cicli equivalente coeciente di adeguamento della tensione limite a fatica che tiene conto del numero totale di cicli equivalente per N > 2 000 000 coeciente di correzione della tensione normale ammissibile a fatica che tiene conto della forma dell'albero coeciente di correzione della tensione tangenziale ammissibile a fatica che tiene conto della forma dell'albero coeciente teorico elastico di concentrazione delle tensioni coeciente di correzione delle resistenza a fatica in funzione del tipo di nitura coeciente per tensioni normali che tiene conto della riduzione della resistenza a fatica in funzione della forma, del diametro, della nitura e della corrosione ambientale coeciente per tensioni tangenziali che tiene conto della riduzione della resistenza a fatica in funzione della forma, del diametro, della nitura e della corrosione ambientale 1
K N N Nt a as f a f m min max id rf rs x y a f m rf rs
coeciente di adeguamento della tensione limite a fatica che tiene conto del rapporto tra tensione minima e tensione massima numero di cicli equivalente numero di cicli equivalente (se calcolato con il coeciente c ) numero totale di cicli e eettivo grado di sicurezza coeciente di sicurezza coeciente di sicurezza nella verica a resistenza statica grado di sicurezza per la verica a fatica tensione normale di calcolo componente aaticante della tensione limite di resistenza a fatica alternata del materiale componente statica della tensione ) valore minimo della tensione valore massimo della tensione tensione ideale tensione limite di resistenza a fatica dell'albero nella sezione considerata tensione limite di resistenza a statica tensione secondo l'asse x tensione secondo l'asse y tensione tangenziale di calcolo componente aaticante della tensione limite di resistenza a fatica alternata per le tensioni tangenziali del materiale componente statica della tensione tensione tangenziale limite di resistenza a fatica dell'albero nella sezione considerata tensione limite di resistenza statica (tangenziale) rapporto tra la tensione minima e la tensione massima che si verica durante un ciclo
SG peso proprio SS carico di servizio SA inerzie SF attriti SD azioni dinamiche di tipo aleatorio SV azioni dovute ad agenti atmosferici SP azioni speciche
L'entit delle singole azioni va valutata dal progettista, in accordo con le eventuali normative o le speciche tecniche relative al meccanismo a cui l'albero appartiene.
2.4 Inerzie
Le azioni di inerzia vanno calcolate tenendo presente la dinamica del sistema: in particolare si dovranno considerare le caratteristiche di coppia dei motori e dei freni, tenendo conto di tutte le masse in moto vario. Si dovr tener conto dell'eventuale presenza e dell'adabilit di dispositivi automatici di controllo delle accelerazioni e delle decelerazioni e delle modalit di intervento e di applicazione delle coppie frenanti. Nell'appendice A riportato un procedimento per la determinazione delle coppie massime esercitate sull'albero.
2.5 Attriti
Si dovranno considerare le azioni di attrito, nel caso che queste non siano esprimibili sommariamente come rendimento dei cinematismi. In mancanza di dati specici, i valori dei coecienti di attrito e dei rendimenti possono essere desunti dall'appendice B.
U1 meccanismi soggetti ad azioni dinamiche lievi ed uniformi U2 meccanismi soggetti ad azioni dinamiche medie U3 meccanismi soggetti ad azioni dinamiche forti
Tabella 1: Fattore di servizio fu
Tipi di sorgente di energia motore c.i. motore c.i. motore motore 2 tempi 4 tempi elettrico idraulico
1,25 1,50 1,50 1,75 1,80 2,25 1,15 1,25 1,25 1,50 1,60 2,00 1,00 1,05 1,10 1,25 1,50 1,75 1,00 1,10 1,10 1,30 1,50 1,80
Nell'appendice C sono riportate indicazioni della categoria di appartenenza per alcuni tipi di meccanismo.
2.7.2 Neve
In generale non devono essere prese in considerazione le azioni dovute alla neve
3 Condizioni di carico
Occorre considerare le seguenti due condizioni di carico:
La contemporaneit e l'entit di ciascuna azione devono essere valutate da progettista, allo scopo di determinare le massime azioni interne che possono eettivamente vericarsi.
In ciascuna di tali situazioni vanno considerate, oltre alle azioni eccezionali, quelle normali, che possono agire contemporaneamente (ad esempio: pesi propri e carichi di servizio).
Procedimento di calcolo
Per ciascuna situazione di carico si valutano, con riferimento ad una terna cartesiana trirettangolare, le posizioni dei punti di applicazione delle azioni e delle loro componenti. Si determinano le azioni interne nelle varie ipotesi di ciascuna situazione di carico. Per le azioni pi gravose si determinano i punti pi cimentati e, in detti punti, le componenti di tensione e le tensioni ideali, cio quelle monoassiali che determinano lo stesso pericolo di collasso dello stato di tensione calcolato. Per comodit di calcolo, le azioni esterne e interne possono essere suddivise tra quelle sse e quelle rotanti rispetto all'albero. In base alle dimensioni dell'albero, alla presenza e tipo di cause di concentrazione di tensione, al suo stato di nitura superciale, alle caratteristiche del materiale con cui costruito e tenendo conto degli eventuali trattamenti termici, si valutano le tensioni limite di resistenza per veriche statica e a fatica. La verica a fatica va limitata alla condizione di carico I. Si confronta inne il grado di sicurezza (rapporto tra tensioni limite di resistenza e quelle di calcolo) con il coeciente minimo di sicurezza ammissibile.
Le caratteristiche resistenti si intendono riferite alla sezione nominale, senza cio tenere conto delle riduzioni della sezione dovute agli eventuali intagli. Le tensioni normali di calcolo sono indicate con il simbolo e quelle tangenziali con il simbolo .
grado di pericolosit lieve (A) - corrisponde ad una situazione nella quale il cedimento
dell'albero non pu provocare danno alle persone, ma solo, eventualmente, alle cose dell'albero pu provocare danni di lieve entit alle persone e solo in via indiretta
grado di pericolosit medio (B) - corrisponde ad una situazione nella quale il cedimento grado di pericolosit grave (C) - corrisponde ad una situazione nella quale il cedimento dell'albero pu provocare danni alle persone in via diretta o anche indiretta, ma di rilevante entit 6
adabilit ridotta (A) - corrisponde ad una probabilit di cedimento superiore del 25%
rispetto a quella normale;
adabilit normale (B) adabilit elevata (C) - corrisponde ad una probabilit di cedimento 18 volte inferiore a
quella normale.
4.4.3
Grado di accettabilit
In riferimento alla classe di accettabilit (cfr 6.1.6 e tabella 6.1.6.1 della 2Yparte della presente norma) vengono considerati i seguenti gradi di accettabilit:
lieve (A) - corrisponde alla classe 6 normale; normale (B) - corrisponde alle classi 4 e 5 severa(C) - corrisponde alle classi 1, 2, 3
dove
fy ft
I valori di fy e ft da assumere per il calcolo devono essere i minimi garantiti dal fornitore dell'acciaio. A titolo di orientamento nella tabella 2 sono riportati i valori minimi relativi ai materiali comuni. La tensione tangenziale limite data da:
rs rs = 3
Qualit acciaio
Dimensione
(mm)
Fe 360 Fe 490 Fe 590 Fe 690 C 25 normalizzato C 25 bonicato C 35 bonicato C 40 bonicato C 45 bonicato C 60 bonicato 35 Cr Mo 4 bonicato
42 Cr Mo 4 bonicato
39 Ni Cr Mo 3 bonicato
30 Ni Cr Mo 12 bonicato 40 Ni Cr Mo 7 bonicato
da 16 a 100 no a 16 oltre 16 no a 40 no a 16 oltre 16 no a 40 oltre 40 no a 100 no a 16 oltre 16 no a 40 oltre 40 no a 100 no a 16 oltre 16 no a 40 oltre 40 no a 100 no a 16 oltre 16 no a 40 oltre 40 no a 100 no a 16 oltre 16 no a 40 oltre 40 no a 100 oltre 100 no a 160 no a 16 oltre 16 no a 40 oltre 40 no a 100 oltre 100 no a 160 oltre 160 no a 250 no a 16 oltre 16 no a 40 oltre 40 no a 100 oltre 100 no a 160 oltre 160 no a 250 no a 40 oltre 40 no a 100 oltre 100 no a 250 no a 16 oltre 16 no a 40 oltre 40 no a 100 oltre 100 no a 250
360 490 590 690 410 540 490 560 550 540 665 640 590 705 690 640 785 775 740 930 880 780 740 1030 930 830 780 735 980 930 880 830 685 980 930 880 1030 980 930 780
205 275 315 345 235 360 305 295 285 275 460 420 370 490 460 410 550 540 450 735 665 560 510 835 735 635 560 510 785 735 685 635 540 785 735 685 835 785 735 635
dove
spe saf sac
il coeciente di sicurezza dato dalla tabella 3, in funzione della condizione di carico e del grado di pericolosit un coeciente di correzione, in funzione del grado di adabilit (cfr. tabella 3) un coeciente di correzione, in funzione del grado di accettabilit(cfr. tabella 3)
Tabella 3: Coecienti di sicurezza e correzione per la verica statica
Grado di pericolosit A (lieve) B (media) C (grave) Grado di adabilit A (ridotto) B (normale) C (elevato) Grado di accettabilit A (lieve) B (normale) C (elevato) non previsto dalle presenti istruzioni
Coeciente di sicurezza spe Condizione di carico I Condizione di carico II 1,35 1,20 1,50 1,35 1,70 1,50 Coeciente di correzione saf 0,96 1,00 1,20 Coeciente di correzione sac 1,06 1,00 0,95 1,10
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metodo B (range)
m + a dove m la componente statica e a la componente aaticante e sono denite dalle relazioni: m = max + min 2 e a = max min 2
I metodi deniti per la componete di tensione si applicano anche alla componente di tensione .
dove
ni H= hi
la durata totale in ore La durata totale in ore H dipende dalla classe del meccanismo al quale l'albero appartiene. In assenza di normativa o di specica, si pu fare riferimento alla classicazione riportata in appendice D.
K=
y c dx
0
dove
y c
la frazione della tensione aaticante massima per la frazione dx della sua durata totale
il coeciente angolare della curva di Whler, dipendente dalle caratteristiche del materiale e della forma, dalle dimensioni dell'albero, dalla rugosit superciale e dal suo grado di corrosione. Il suo valore va determinato mediante le espressioni riportate al punto 6.5 Nel caso si hanno r coppie di valori caratterizzati da tensioni aaticanti i , agenti ciascuna per Ni cicli, il valore del fattore di spettro risulta:
r
K=
i max
dove
max Nt =
r i=0
i=0
Ni Nt
dove f e f
sono i limiti di resistenza a fatica alternata del materiale. La tensione limite di resistenza a fatica per essione f pu essere assunta uguale alla met del carico di rottura del materiale, relativo al diametro del grezzo. Per la trazione e la compressione detto valore deve essere ridotto del 30 %. Per la tensione tangenziale si pu assumere f = f / 3. 1 sono i coecienti che tengono conto della forma, del diametro e del tipo di lavorazione a cui l'albero pu essere soggetto (cfr. 6.4). Nel caso di taglio puro (ad esempio per azione tranciante), si assume K = 1. un coeciente che tiene conto del numero di cicli totale equivalente N (cfr. 6.6).
K e K
KN
dove
Ks e Ks Kd Ku Kc
sono coecienti dipendenti dalla forma dell'albero (cfr. 6.4.1) un coeciente dipendente dal diametro (cfr. 6.4.2) un coeciente dipendente dal tipo di lavorazione (cfr. 6.4.3) un coeciente che tiene conto dell'eventuale pericolo di corrosione a cui il pezzo pu essere soggetto (cfr 6.4.4)
1 Limiti di resistenza a fatica alternata diversi possono essere assunti, purch adeguatamente documentati a laboratori uciali, sulla base di prove eseguite anche con il metodo staircase su almeno 10 provini.
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6.3.1 Coecienti Ks e Ks
I coecienti Ks e Ks tengono conto della concentrazione delle tensioni causate dal cambiamento di sezioni per raccordi, per chiavette, per fori trasversali o da mozzi calettati a caldo, ecc. I diagrammi da 6.I a 6.V danno i coecienti Ks e Ks per le seguenti concentrazione di tensione: 6.I raccordi; 6.II chiavette; 6.III scanalature; 6.IV foro trasversale; 6.V mozzi calettati a caldo
Ks (sia per Ks che per Ks ) devono essere calcolati mediante l'espressione: Ks = q (Kt 1) + 1
dove
Kt
il coeciente teorico elastico di concentrazione delle tensioni, che pu essere ricavato da:
autorevole letteratura scientica adeguate prove sperimentali adabile calcolo matematico
q r a
la sensibilit all'intaglio, dato dalla espressione q = 1/(1 + a/r). Nel caso di dicolt nella individuazione del valore di r, porre q = 1; il raggio di fondo intaglio in mm un coeciente dipendente dal carico di rottura del materiale, dato dalla seguente tabella:
ft (N/mm2 )
ft (N/mm2 )
ft (N/mm2 )
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6.3.2 Coeciente Kd
Il coeciente Kd tiene conto del fatto constatato sperimentalmente che la resistenza a fatica, a parit di tutte le altre condizioni, diminuisce con l'aumentare delle dimensioni dell'elemento. Il diagramma 6 d il coeciente Kd in funzione del diametro dell'albero. per superci laminate, forgiate o fuse assumere Kd = 1.
6.3.3 Coeciente Ku
Il coeciente Ku tiene conto dello stato della superciale e della lavorazione che ha subito. Il diagramma 7 d il valore del coeciente Ku in funzione del carico di rottura del materiale per i tipi di nitura segnati a anco.
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6.3.4 Coeciente Kc
Normalmente l'inuenza della corrosione non da prendere in considerazione e pertanto si assume Kc = 1 Nel caso eccezionale in cui l'albero pu rimanere in esercizio dopo aver subito un'azione corrosiva di acqua dolce o marina, si assumono per Kc i valori dati dal diagramma 6.VIII in funzione del carico di rottura del materiale per i seguenti casi:
curva A : corrosione dovuta all'azione di acqua dolce curva B : corrosione dovuta all'azione di acqua di mare
Nel caso in cui l'albero lavori in ambiente corrosivo, ricavare i valori dalla letteratura.
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6.4 Coeciente K dipendente dal rapporto tra la tensione minima e la tensione massima
Il coeciente K da valutarsi se si adotta il metodo A dato dalle seguenti espressioni:
se compreso tra 1 e 0 :
K =
5 3 2
5/3 1 1
5f 3K ft
dove
il rapporto tra la tensione minima e le tensione massima che si verica durante un ciclo (min /max oppure min /max ). Il valore di da assumere deve comunque risultare inferiore sia di (2 fu )/fu che di 0, 6 il fattore di servizio (cfr. tabella 1).
fu
dove
N c
ft K ln f K 10 ln 2 8103 ft K ln f K
6
c=
Se il valore di c risulta inferiore a 2, 5 consigliato riprogettare l'albero. Se N risulta maggiore di 2 000 000, al posto di c, va considerato il valore c = c + c2 + 1 e di conseguenza va ricalcolato il valore di K (K ) (cfr. 6.1.2) e di KN (KN ). Nel caso particolare in cui il valore di N (cio il numero di cicli equivalente relativo al valore c ) risultasse inferiore a 2 000 000 occorre prendere in considerazione i due valori della tensione limite a fatica ed assumere il minore dei due.
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6.6.1 Metodo A ()
f = rf f = rf K max K max
a rf a rf
f =
(il primo termine del denominatore deve essere omesso se m o m sono < 0) dove
K m e m a e a
il rapporto tra il coeciente di sicurezza statico as (cfr. 5.3) e il coeciente di sicurezza a faticaaf (cfr. 68) sono le componenti aaticanti delle tensioni e sono le componenti aaticanti delle tensioni e da valutarsi secondo le seguenti espressioni: se a < m si assume a = m se a < m si assume a = m dove
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dove
f pe f af f ac
il coeciente di sicurezza dato dalla tabella 3, in funzione del grado di pericolosit un coeciente di correzione, in funzione del grado di adabilit (cfr. tabella 3) un coeciente di correzione, in funzione del grado di accettabilit(cfr. tabella 3)
Tabella 4: Coecienti di sicurezza e correzione per la verica a fatica
Grado di pericolosit A (lieve) B (media) C (grave) Grado di adabilit A (ridotto) B (normale) C (elevato) Grado di accettabilit A (lieve) B (normale) C (elevato) non previsto dalle presenti istruzioni
Coeciente di sicurezza f pe 1,10 1,25 1,50 Coeciente di correzione saf 0,96 1,00 1,20 Coeciente di correzione sac 1,04 1,00 0,97 1,08
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7 Altre veriche
Oltre alle veriche di resistenza di cui al paragrafo 6, vanno eseguite anche veriche di deformabilit elastica ed in particolare le seguenti:
7.1
Gli spostamenti radiali e le inclinazioni dell'asse dell'albero rispetto all'asse di rotazione dovranno essere compatibili con la funzionalit degli organi meccanici calettati sull'albero; in assenza di prescrizioni pi restrittive, nelle condizioni di carico I, gli spostamenti dei baricentri delle sezioni dell'albero non dovranno eccedere lo 0,0005 della distanza tra i supporti, nel tratto compreso tra i supporti stessi, e lo 0,0008 di tale distanza negli eventuali tratti a sbalzo; analogamente, le inclinazioni calcolate in corrispondenza degli appoggi non dovranno, ove non siano prescritte limitazioni pi restrittive, superare lo 0,001.
7.2
La rigidezza torsionale dell'albero dovr essere suciente a garantire una buona regolarit del moto di rotazione, anche in presenza di uttuazioni accidentali delle coppie di torsione: tale condizione, ove non siano prescritte limitazioni pi restrittive, pu ritenersi soddisfatta se, con la coppia massima, la deformazione torsionale non eccede 0,004 rad/m.
7.3
Il comportamento dinamico dell'albero dovr essere vericato nei riguardi dei fenomeni vibratori (torsionali, essionali e, se necessario, longitudinali), indotti dal carico nell'ambito dei regimi di rotazione previsti in esercizio. Pertanto deve essere fatto un oculato controllo delle frequenze proprie dei moti essionali e torsionali nelle condizioni di carico.
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Appendice A
Il procedimento indicato in questa appendice stato desunto da normative per apparecchi di sollevamento e pu essere adeguato anche ad applicazioni diverse.
Cr Ca Ia Im a
la coppia a regime nell'albero considerato la coppia allo spunto generata dal motore il momento di inerzia relativo alla parte di meccanismo a valle dell'albero considerato il momento di inerzia relativo alla parte di meccanismo a monte dell'albero considerato un coeciente dipendente dal tipo di motore e vale, per alberi collegati direttamente al motore 2 : 1,5 1,7 1,8 1,3 per motori in corrente continua per motori asincroni ad anelli per motori in corto circuito per motori idraulici
la coppia frenante che dipende dal tipo di azionamento del freno e vale, per albero collegato direttamente al freno 3 : 1,8 1,5 2,0 1,5 1,2 per frenatura elettrica in controcorrente per frenatura meccanica ad azionamento elettroidraulico per frenatura meccanica ad azionamento elettromagnetico per frenatura meccanica a pedale per frenatura meccanica con regolatore centrifugo
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Appendice B
B.1 Coecienti d'attrito
Nella tabella 5 sono riportati i valori minimo e massimo dei coecienti d'attrito f .
Tabella 5: Coecienti di attrito f
Cuscinetti ad attrito volvente Cuscinetti ad attrito radente Acciaio su acciaio Acciaio su ghisa Acciaio su bronzo Acciaio su poliamidi Acciaio su politetrauoroetilene
asciutto lubricato asciutto lubricato asciutto lubricato con grasso lubricato con olio asciutto lubricato asciutto
0,002 0,0008 0,004 0,002 0,33 0,11 0,15 0,01 0,20 0,16 1,11 0,01 0,20 0,16 0,10 0,01 0,05 0,01 0,35 0,10 0,10 0,05 0,10 0,03
B.2 Rendimenti
Nella tabella 6 sono riportati i rendimenti indicativi massimi e minimi per coppie di ingranaggi
Tabella 6: Rendimenti per coppie di ingranaggi
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Appendice C
Classicazione del carico delle macchine pi comuni. Applicazione per liquidi e variabili per liquidi e solidi per liquidi puri Alimentatori automatici per combustibile Apparecchi di sollevamento Betoniere di calcestruzzo (continuo o intermittente) Birrerie e distillerie Caldaie per birre servizio continuo Macchinari per l'imbottigliamento Sbucciatrici (avviamenti frequenti) Tipi di macerazione Tostatore per malto e cereali Cartiere Agitatori e mescolatori Alimentatori di chips Arrotolatori Bobine (rotoli) Calandre Cilindro aspirante Cilindro essiccatore Cilindro tenditore di feltro Essiccatori Presse manicotto Ranatori Rulli da patinatura Rulli per carte Scortecciatrici a tamburo Scortecciatrici meccaniche Sminuzzatori Supercalandre Taglierine Trasportatori Compressori A lobi Alternativi monocilindrici Alternativi pluricilindrici Centrifughi Confezionatrici per Macchine da laboratorio pneumatici Mescolatori a cilindri Mescolatori preriscaldatori Ranatori Rompitori Sheeter Trale per battistrada e trale ltro Convogliatori Per servizio pesante e non uniformemente caricati o alimentati Trasportatori a scossa alternativi Uniformemente caricati o alimentati Crivelli Lavaggio ad aria Prese d'acqua mobili Vaglio rotante per pietra e ghiaia 26 Agitatori Class. del carico U2 U2 U1 U1 U2-U3 U2 U1 U1 U2 U1 U1 U2 U2 U1 U1 U2 U1 U2 U2 U1 U1 U3 U1 U1 U3 U2 U3 U3 U3 U1 U2 U3 U2 U1 U2 U3 U2 U2 U3 U2 U2 U2 U3 U1 U1 U1 U2
Depuratori Dispositivi per il ribaltamento carri merci Draghe Ammucchiatori Argani di manovra ed ausiliari Comando livello oscillante Pompe Tamburi di avvolgimento cavi Trasportatori Elevatori Ascensori per il trasporto merci A tazze con carico uniforme o continuo Con Carico pesante o non uniforme Scale mobili Forni a spinte per bramme Forni da cemento Forni rotativi Frantoi Per canne da zucchero Per minerali Per pietra Generatori di corrente (esclusi quelli per saldatura) Industria alimentare Bollitori per cereali Mescolatori per pasta Tagliatrici per barbabietole Tritacarne Industria del legno Comando avanzamento pialla e rilatura Comando avanzamento tronchi Piccoli trasporti per scarti a cinghie Piccoli trasporti per scarti a catena Scortecciatrici idraulico meccaniche Scortecciatrici a tamburo Selezionatrice per tavole Trasportatori a gru scorrevole Trasportatori bruciatori Trasportatori per tronchi a catena Trasportatori per tronchi inclinati Industria della gomma e Batterie di mescolatori per gomma (2 per linea) della plastica Batterie di mescolatori per gomma (3 per linea) Calandre per gomma Industria petrolifera Dispositivi di pompaggio dai pozzi Industria tessile Calandre Carde Essiccatoi Felpatrici Filatoi Imbozzatrici Insaponatori Impermeabilizzatori Lavatrici Macchine per maglieria Macchine per tingere Mangani Rocchetterie Stiratoi a secco Telai da tessitura Laminatoi Banchi a tirare carro e comando principale Linea di cesoiatura 27
U1 U3 U2 U2 U3 U2 U2 U2 U2 U1 U2 U1 U3 U2 U2 U2 U3 U3 U1 U1 U2 U2 U2 U2 U2 U1 U2 U2 U3 U2 U3 U2 U3 U3 U2 U1 U2 U3 U2 U2 U2 U2 U2 U2 U2 U2 U2 U2 U2 U2 U2 U2 U2 U2 U2
Macchine per inscatolamento Macchine utensili varie Comandi principali Comandi ausiliai Mescolatori per sostanze a densit costante per sostanze a densit variabile Curvatrici rotolatrici di lamiere Filettatrici Montacarichi a benna per servizio rapido per servizio intermittente Mulini e martelli Piallatrici Pompe alternative a semplice eetto (3 o pi cilindri) alternative a doppio eetto (3 o pi cilindri) alternative a vuoto centrifughe rotative a capsulismi e ad ingranaggi Presse per stampa soanti a lobi a palette centrifughe Trascinatori per carri (Cabestran) Trascinatori per trasporti con chiatte Trasmissioni per linee di servizio normale fabbricazione servizio leggero Altre trasmissioni Trasportatori a coclea a disco a nastro a piastre alternativi vagli classicatori Ventilatori a tiraggio indotto centrifughi grossi per miniera o industriali piccoli ventilatori di piccolo diametro Zuccherici Diusori Frantoi Mulini Tagliatrici per canna
Prolatrici Trale a schiaccialo Centrifughe Lavatrici a moto alterno Impastatrici Presse per mattoni
U3 U2 U2 U2 U2 U3 U1 U2 U1 U1 U2 U2 U3 U2 U2 U3 U3 U3 U2 U2 U2 U1 U1 U2 U1 U1 U1 U2 U3 U2 U1 U1 U2 U1 U2 U3 U3 U2 U2 U1 U2 U1 U2 U2 U2 U2
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Condizione T0 T1 T2 T3 T4 T5 T6 T7 T8 T9
Note uso temporaneo uso irregolare uso regolare leggerp uso regolare intermittente uso regolare intenso uso intenso
dove
ti
la durata di utilizzazione al livello di carico Pi un coeciente, assunto allo scopo della classicazione, uguale a 3
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0, 25 < Km 0, 50
0, 50 < Km 00
Note meccanismi soggetti raramente al massimo carico e, normalmente, a carichi non superiori al 30% del massimo meccanismi poco frequentemente soggetti al massimo carico e, normalmente, a carichi non superiori al 50% del massimo meccanismi frequentemente soggetti al carico massimo e, normalmente, a carichi non superiori al 75% del massimo. meccanismi regolarmente soggetti al carico massimo
Regimi di carico L1 L2 L3 L4
T0 M1 M1 M1 M2
T1 M1 M1 M2 M3
T2 M1 M2 M3 M4
Condizioni di impiego T3 T4 T5 T6 M2 M3 M4 M5 M3 M4 M5 M6 M4 M5 M6 M7 M5 M6 M7 M8
T7 M6 M7 M8 M8
T8 M7 M8 M8 M8
T9 M8 M8 M8 M8
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Parte II
Costruzione e controllo
8 Introduzione
8.1 Oggetto
Formano oggetto della presente norma gli alberi in acciaio ad asse rettilineo a sezione circolare piena o cava, destinati a qualsiasi tipo di meccanismo.
8.2 Scopo
La seconda parte della presente norma ha lo scopo di stabilire le procedure per la costruzione ed il controllo degli alberi.
9 Qualit acciaio
L'acciaio dovr essere calmato, a grano ne, proveniente da colata elaborata al forno elettrico adottando tutti gli accorgimenti per limitare il contenuto di gas (particolarmente H2 ), il cui tenore dovr essere in ogni caso determinato ed indicato sul certicato di analisi. Lingotti o sbozzati provenienti da colate con tenore di H2 > 2 ppm potranno essere utilizzati previo accordo tra acciaieria e trasformatore subordinando l'accettazione del fucinato all'esecuzione di una corretta marcia antiocco. La composizione chimica dell'acciaio dovr essere conforme alle indicazioni delle norme UNI 7845 o 7874 con la limitazione per il tenore di S e P 0, 020 cad.
10 Lavorazione a caldo
La dimensione del lingotto destinato all'allestimento di alberi deve essere tale da garantire un rapporto di riduzione durante la trasformazione a caldo non inferiore a 3,5/1 (riduzione intesa come rapporto tra la sezione del lingotto e la sezione nale del fucinato determinata in corrispondenza del max del corpo).
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11.2
Lavorazione a caldo mediante trasformazione diretta o attraverso successive calde in relazione alla complessit del prolo da realizzare (prevedendo una congrua caduta lato testa e piede del lingotto).
11.3
Rareddamento controllato seguito da trattamento antiocco nel caso che il tenore di H2 sia maggiore di 2, 0 ppm.
11.4
Eventuale ricottura di lavorabilit (o normalizzazione + rinvenimento) nel caso di alberi aventi dimensioni e peso consistenti (v. tab. 5.1.1.1 cat. II e III)4 .
11.5
Eventuale raddrizzatura a caldo prestando attenzione anch la temperatura venga tenuta inferiore di almeno 50 C alla temperatura del precedente rinvenimento (quando assunto come trattamento di qualit).
11.6
Condizionamento mediante molatura di almeno 2 generatrici a 90 5 .
11.7
Esame ultrasonoro preliminare.
11.8
Controllo dimensionale e tracciatura.
11.9
Lavorazione meccanica e sgrossatura6 .
11.10
Esame ultrasonoro interno.
4 Il trattamento di cui alla fase 4 pu essere sostituito direttamente col trattamento di qualit (punto 4.11) nel caso di alberi aventi peso e dimensioni limitate. 5 L'opportunit di eettuare l'operazione lasciata a discrezione del fabbricante 6 La sgrossatura preliminare prima del trattamento di qualit particolarmente indicata nel caso che gli alberi debbano subire il trattamento di bonica ovvero nel caso di dimensioni e peso rilevanti. Quando invece il trattamento di qualit venga condotto sul grezzo consigliabile eettuare dopo la lavorazione meccanica un ulteriore trattamento di distensione o rinvenimento a temperatura di almeno 50 C inferiore all'eventuale rinvenimento precedente.
32
11.11
Trattamento termico di qualit. Normalizzazione Normalizzazione e rinvenimento Tempra e rinvenimento
11.12
Verica della freccia con l'eventuale raddrizzatura a caldo (accertando che la temperatura di riscaldo sia almeno 50 C inferiore alla temperatura di rinvenimento) seguita da distensione.
11.13
Controllo delle caratteristiche meccaniche. I valori vanno scelti in relazione alle dimensioni del prodotto con riferimento alle norme UNI 7845 - 7854.
11.14
Lavorazione meccanica nale.
11.15
Collaudo dimensionale.
11.16
Esami non distruttivi (ultrasonoro e magnetoscopico).
11.17
Marcatura di: no colata no prova Sigla del fabbricante Eventuale ulteriori dati richiesti dal committente
11.18
Verica della certicazione da inviare al Cliente.
11.19
Imballaggio e spedizione.
33
12 Trattamenti termici
12.1
I trattamenti termici sia preliminari (ricottura di lavorabilit, marcia antiocco etc.) che di qualit (normalizzazione, tempra, rinvenimento, distensione) devono essere condotti in forni adeguatamente equipaggiati con adatta strumentazione tale da garantire il controllo ed il rispetto delle temperature imposte nelle varie fasi.
12.2
Il diagramma dell'andamento delle temperature fornito dal registratore in dotazione al forno sar conservato dal fabbricante, ma dovr essere disponibile per l'eventuale ispezione del cliente.
12.3
I parametri di trattamento termico dovranno essere certicati.
13 Saggi di prova
13.1
I provini da utilizzare per il controllo delle caratteristiche meccaniche verranno ricavati da apposite appendici previste in fase di trasformazione a caldo nella quantit indicata nella tabella 10.
Tabella 10: Provini da utilizzare
Cat. I II II
Peso e dimensioni del fucinato P 1000 kg l2m 1000< P 4000 kg l4m P > 1000 kg l>4m
no saggi 1 appendice su 1 pezzo/col. e/o /lotto di tratt. Appendice ad un'estremit su ogni pezzo Appendice su ogni pezzo ad entrambe le estremit
Traz 1 1 2
rcs KCU 3 3 6
HB HB 30
100%
13.2
Le appendici avranno lo stesso della estremit dell'albero e non potranno essere intaccate o staccate se non dopo aver completato l'intero ciclo di trattamento termico previsto.
13.3
Nel caso di pezzi appartenenti alle cat. II e III ammesso il prelievo in senso tangenziale allo scopo di ridurre l'entit ed il peso (e quindi il costo) delle appendici di prova. In tal caso i valori d A5 -z e KCU si intendono ridotti all'80% del valore prescritto per i provini longitudinali.
34
13.4
I provini di trazione e resilienza quando ricavati da appendici aventi lo stesso della estremit albero cui sono attaccate devono essere prelevati ad una distanza dalla supercie pari ad r/2 (v. g. 9(a)) per i pezzi di cat. I mentre per i pezzi di cat II e III la pos. di prelievo dovr essere almeno r/3. In caso di prelievo tangenziale i provini devono essere ricavati ad una profondit non inferiore allo spessore del saggio ed in posizione adiacente alla supercie lato taglio di separazione del saggio stesso (v. g. 9(b)). In caso di insuccesso delle caratteristiche meccaniche la restante met dell'appendice potr essere utilizzata per le riprove dopo trattamento dell'albero.
(a)
Figura 9: Provini ricavati da saggi
(b)
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Zona 1 2 3 4
Il numero massimo di indicazioni ammissibili ricavabile dall'area massima ammessa dalla tabella 11 per difettosit di classe equivalente. In mancanza di un preciso riferimento alle norme UNI 8572 o di altre norme internazionali valgono le indicazioni fornite di seguito , paragra 14.1.2 - 14.1.7 nonch appendici I, II, III. In tal caso il progettista potr scegliere i limiti di accettabilit per le dierenti zone facendo riferimento alle classi di illustrate nella tabella 11.
14.1.2
Durante il ciclo di fabbricazione gli alberi possono sostenere uno o pi esami ultrasonori eseguiti in via preliminare ed a totale discrezione del fabbricante. Ai ni della accettabilit del prodotto vale unicamente l'ultimo esame eseguito in fase di collaudo nale o eventualmente prima della esecuzione delle lavorazioni di dettaglio quali: fori lettati, cave per chiavette, gole, etc. che possono disturbare la corretta esecuzione dell'esame stesso. Il grado di rugosit delle superci interessate dall'esame U.S. non dovr comunque risultare maggiore a 6,3 Ra.
14.1.3
Dovr essere impiegata una apparecchiatura del tipo a riessione di impulsi avente il comando di amplicazione tarato in dB per misurare il rapporto tra gli echi di riessione. Lo strumento deve possedere inoltre alcuni requisiti essenziali:
14.1.3.1
Linearit di amplicazione verticale compresa entro valori 5% per un tratto non inferiore al 75% dell'altezza dello schermo. 36
14.1.3.2
Linearit orizzontale, compresa entro 1%, su un tratto non inferiore al 60% della scala dei tempi.
14.1.3.3
La linearit dell'amplicatore tarato deve risultare compresa entro la tolleranza di 5% (1 dB) su tutta la scala 0 dB 80 dB.
14.1.4
Deve essere utilizzata una sonda ricetrasmittente ad onde longitudinali di frequenza 2 MHz 2,5 MHz avente compresa fra 10 e 25 mm.
14.1.5
Quale mezzo di accoppiamento potr essere usato olio con viscosit SAE 20 30 ovvero una soluzione di metil cellulosa in H2 O.
14.1.6
Dovr essere determinato in primo luogo il valore della attenuazione specica secondo le indicazioni dell'appendice I. Si proceder quindi alla calibrazione dello strumento secondo le indicazioni date in appendice II. L'esame dovr essere condotto in ambo le direzioni: longitudinali e trasversale (radiale). Il dimensionamento delle eventuali indicazioni verr fatto, con riferimento al diagramma AVG universale, secondo le indicazioni dell'allegato I.
14.1.7
Lo standard di accettabilit dovr essere denito in ordine o su disegno in riferimento alle dierenti classi di severit previste dalla 12. Essendo le sollecitazioni di esercizio dierentemente distribuite nella sezione dell'albero si ritiene di poter distinguere nell'albero stesso diverse zone a cui assegnare criteri di accettabilit dierenti in funzione della severit delle sollecitazioni stesse. La gura 10 individua le varie zone nel caso pi generale.
Figura 10
37
Tabella 12
Classe 1 2 3 4 5 6 7 8
2 2,5 3 5 8 10 12 15
a Due indicazioni si intendono isolate quando la distanza tra le stesse (dall'istante in cui l'area si riduce al 50%) almeno uguale alla dimensione equivalente del difetto minore.
38
Appendice I - Attenuazione
1
Per la determinazione dell'attenuazione, salvo diversa prescrizione d'ordine, si utilizza la sonda che verr poi utilizzata per l'esplorazione del pezzo (generalmente 25 - 2 MHz).
2
Si sceglie una zona del pezzo che presenti spessore noto e possibilmente facce piane e parallele (ovvero cilindriche).
3
Si appoggia il traduttore in una zona possibilmente sana utilizzando lo stesso mezzo di accoppiamento che impiegher durante l'esame.
4
Regolare il primo eco di fondo sulla seconda divisione verticale della scala (o comunque ad una altezza compresa entro il limite di linearit dello strumento).Nel caso lo spessore in esame sia inferiore a 3 campi prossimi si dovr utilizzare il secondo o terzo eco in modo che comunque il percorso del fascio risulti maggiore di 3 campi prossimi. La scansione deve essere regolata in modo che sullo schermo appaia un numero di echi almeno doppio del primo eco di riferimento.
5
Registrare la lettura dell'attenuatore.
6
Utilizzare solo l'attenuatore tarato, portare il secondo eco di fondo (ovvero il corrispondente doppio nel caso si sia utilizzato per la prima lettura il secondo o il terzo eco) sino a raggiungere in altezza la seconda divisione della scala verticale.
7
Eseguire la nuova lettura dell'attenuatore tarato.
8
La dierenza tra la seconda e la prima lettura, previa detrazione di 6 dB d il numero di dB relativi all'assorbimento per il percorso considerato (ovvero il percorso del fascio nel caso sia stato utilizzato il secondo o terzo eco). Il valore di attenuazione espresso in dB7m si ricava tramite la formula:
dB/m = dB 6 1000 S
dove
dB la dierenza fra la prima e la seconda lettura S
lo spessore del materiale (o percorso del fascio nel caso di echi maggiori di l) espresso in mm
39
Appendice II
1 - Taratura secondo diagramma AVG per sonde normali
Il diagramma AVG esprime, in forma graca, la variazione teorica, espressa in dB, dell'intensit di un segnale emesso da una discontinuit in relazione al variare della distanza dal trasduttore. Variazione teorica in quanto esprime unicamente la caduta di intensit legata alla divergenza del fascio e non tiene conto della attenuazione di energia dovuta all'assorbimento del materiale. Di questa ulteriore attenuazione si dovr tenere conto al momento della valutazione del segnale. Poich la taratura viene condotta direttamente sul pezzo in esame non si rendono necessarie correzioni per perdite di trasferimento.
2 - Sequenza operativa
2.1
Individuare una zona possibilmente sana, con pareti opposte piano parallele o cilindriche di spessore noto.
2.2
Facendo riferimento al diagramma AVG rilevare l'amplicazione in dB relativa alla parete di fondo (distanza espressa in termini di campi prossimi).
2.3
Posto come difetto di riferimento un riettore (ad es. di 2 mm) si rileva il valore in dB intercettato della relativa curva sulla verticale passante per lo spessore considerato. Per la generalit del diagramma il del difetto espresso in rapporto al del trasduttore impiegato.
2.4
Determinare la frequenza in dB fra letture di cui ai punti 2.2 e 2.3.
2.5
- Regolare la scansione in modo da ottenere il primo eco di fondo nella seconda met dello schermo. Posto il trasduttore sul pezzo in esame regolare l'amplicazione non tarata in modo da far coincidere l'eco di fondo con la seconda divisione verticale dello schermo. Sar questa la linea di riferimento per la valutazione delle indicazioni che si andranno a rilevare durante l'esame.
2.6
Utilizzando l'attenuatore tarato aumentare l'amplicazione di un numero di dB pari alla differenza determinata in 2.4. Qualora l'eco di fondo anzich provenire da una parete piana e parallela, oppure dalla supercie (concava) opposta di un cilindro, provenisse dalla supercie (convessa) di un foro assiale, l'amplicazione dovr essere corretta per compensare l'eetto di curvatura del foro secondo le indicazioni dello schema allegato (allegato 1). Sar questa l'amplicazione di riferimento per il dimensionamento delle indicazioni.
40
2.7
Aumentare l'amplicazione di altri 6 dB utilizzando l'amplicazione tarata in modo che un difetto prossimo all'eco di fondo, che dia un'indicazione equivalente a quello di un foro a fondo piatto di 2 mm vada a coincidere con la quarta divisione verticale (oppure con la seconda previa detrazione dei6 dB).
2.8
Senza modicare la calibrazione dello strumento si proceder all'esame del pezzo.
2.9
Ogni indicazione che si presenta durante il controllo viene portata all'altezza della linea di riferimento scelta (vedi 2.5) mediante l'uso dell'attenuatore tarato.
2.10
Dalla dierenza fra le due letture dell'attenuatore tarato si ricava la quantit di dB necessari per portare l'indicazione a livello della linea di riferimento.
2.11
Tale dierenza deve essere corretta per compensare la maggior energia fornita al riettore, quanto scostato dalla parete di fondo, a causa della attenuazione specica propria del materiale in esame. La correzione viene apportata come indicato di seguito:
dB = i dB (dB/m h)
dove
h
dB/m l'attenuazione specica (vedi appendice I) i dB la dierenza fra le letture dell'attenuatore tarato (vedi 2.10) dB la dierenza 6 dB corretta
2.12
Utilizzando la dierenza 6 dB ( dB ) cos corretta si procede al dimensionamento della indicazione facendo riferimento al diagramma AVG universale (vedi allegato 2).
2.12.1
Si individua la orizzontale passante per il punto determinato in 2.3.
2.12.2
Si determina la intersezione tra la verticale passante per la distanza corrispondente alla profondit della indicazione (espressa in campi prossimi) e la orizzontale di cui sopra.
2.12.3
Partendo dalla intersezione di cui a 2.12.2 si sale (o scende) della quantit di 6 dB ( dB ) di cui al punto 2.12.
41
2.12.4
Si individua in tal modo un nuovo punto sulla verticale passante per lo spessore corrispondente alla profondit indicazione, che corrisponder all'intersezione della verticale stessa con una delle curve che esprimono la variazione teorica dell'intensit del segnale emesso dalla discontinuit.
2.12.5
La curva cos intercettata (o ricavata per interpolazione) caratterizzata da un valore che, espresso come rapporto al trasduttore fornisce il equivalente della indicazione in esame.
2.13
Difetti con estensione maggiore del trasduttore saranno valutati misurando il movimento della sonda in quattro direzioni ortogonali dall'istante in cui l'eco si riduce del 50%.
Appendice III
1 - Magnetizzazione longitudinale (metodo magnetizzazione indiretta)
1.1
Accertarsi che la supercie da controllare sia esente da tracce di unto; grasso, vernici, scaglie di trattamento e quant'altro possa nuocere alla corretta esecuzione dell'esame.
1.2
Poich il campo magnetico utile di estende per circa 200 mm ad ogni lato dell'avvolgimento, lunghezze maggiori dovranno essere suddivise in settori per ulteriori magnetizzazioni mediante lo spostamento dell'avvolgimento. Il campo magnetico dell'avvolgimento, per esempio attorno ad un albero assume un andamento longitudinale ed quindi indicato per la rilevazione dei difetti circonferenziali.
1.3
Selezionare l'intensit di corrente desiderata come da tabella 13.
1.4
Mantenere il usso di corrente per il tempo necessario a spargere il liquido o la polvere magnetica scelta.
1.5
Ispezionare attentamente il settore in esame. Non tutti gli addensamenti indicano la presenza di discontinuit. Falsi addensamenti possono essere causati da asperit superciali, prolo irregolare, eccessiva intensit del campo o altre cause. Qualora sorgano dubbi in tal senso ripetere la magnetizzazione dopo essere intervenuti sulle cause della presunta falsa indicazione.
1.6
Nel caso di lunghezze non magnetizzabili in un'unica soluzione ripetere le operazioni di cui ali punti 1.3 - 1.4 - 1.5 sino alla copertura dell'intera supercie in esame. Successivamente passare alla magnetizzazione in senso ortogonale operando nel modo pi indicato in relazione al prolo del pezzo.
42
1.7
Registrare tutte le indicazioni non compatibili con gli standard di accettabilit sull'apposito modulo che deve essere completo di ogni altro parametro atto a denire l'esame condotto.
2 - Magnetizzazione circolare
2.1
Per la rilevazione dei difetti orientati in senso longitudinale necessario procedere ad una magnetizzazione circonferenziale.
2.2
Selezionare l'intensit di corrente desiderata come da tabella 14.
2.3
Piazzare gli elettrodi alle estremit dell'albero.
2.4
Mantenere il usso di corrente per il tempo necessario a cospargere il liquido o la polvere magnetica scelta.
2.5
Ispezionare attentamente l'intera supercie dell'albero. Valgono le stesse considerazioni di cui al punto 1.5.
2.6
In caso di alberi aventi dimensioni rilevanti o quando non sia realizzabile la magnetizzazione col passaggio di corrente attraverso l'intero pezzo si proceder alla magnetizzazione per settori utilizzando la tecnica a puntali. Ovviamente la posizione dei puntali sar sempre orientata in modo da originare un usso magnetico diretto in senso circonferenziale.
2.7
In questo caso l'intensit di corrente verr scelta secondo le indicazioni della tabella 15.
2.8
L'operazione dovr essere ripetuta sino a coprire l'intera supercie da esaminare.
2.9
Tutte le indicazioni non compatibili con lo standard di accettabilit dovranno essere registrate sul modulo di cui sopra al paragrafo 1.7.
3 - Intensit di corrente
A seconda del tipo di contatto realizzato si riportano nelle tabelle 13, 14 e 15 le intensit di corrente suggerito per la esecuzione dell'esame magnetoscopico nei diversi casi.
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Rapporto L/D
4 4>
L D
Distanza tra puntali sino a 100 mm sino a 150 mm sino a 200 mm sino a 250 mm
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