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FATTO di CRONACA
I Servizi Segreti
I servizi segreti hanno la licenza di uccidere? La licenza di uccidere, i servizi segreti ce lhanno solo in casi estremi, dipende dal movente per cui si ammazza , cos risponde il noto professore, nonch criminologo e psichiatra Francesco Bruno. Il ruolo dei servizi segreti ormai esteso a tutti, unorganizzazione statale, il cui operato coperto dal segreto, operante ai fini della salvaguardia degli interessi nazionali. Per certi versi, l'attivit di spionaggio, molto antica ed considerata alla stregua di qualunque altro mezzo a disposizione degli stati per il perseguimento dei loro fini generali. I servizi segreti si muovono secondo un codice penale che segue delle regole. Come ci spiega il professor Bruno , riprendendo cos il discorso precedente, Il personale dei servizi segreti non sar sottratto da incriminazione per aver commesso reati, autorizzati di volta in volta, indispensabili al raggiungimento degli obiettivi delle missioni affidategli, tranne i casi in cui si presentino delitti diretti a mettere in pericolo o a pregiudicare la vita, lintegrit fisica, , la libert personale, , la salute o lincolumit di una o pi persone". Ma fino a che punto il perseguimento dei fini dell organizzazione nel bilanciamento degli interessi ,pu prevalere sul diritto alla vita soprattutto considerando che i fini dell organizzazione sono contaminati da fini politici?
P2 e P4
di Giovanna Fiorentino
LOmosessualit
di Stefania Paone
La Dia
di Ilaria Marsanich La Dia, Direzione Investigativa Antimafia l acquisizione, lanalisi delle informazioni e dei fenomeni criminali di stampo mafioso. Investigazioni giudiziarie per il contrasto alla criminalit organizzata. In poche parole sono man in black della realt, coloro che lavorano per la nostra protezione che si mimetizzano tra la gente comune per scovare i criminali. A capo ci sono dirigenti scelti tra la polizia che hanno sviluppato nel corso della carriera una specifica esperienza nel settore. Proprio come nei film agiscono sotto copertura, nel totale silenzio. Questo particolare corpo di polizia impiegato per catturare determinati soggetti molto pericolosi, non li si vede mai in faccia sempre coperti dai passamontagna. composto da personale specializzato, adeguatamente addestrato e organizzato per queste operazioni da film come squadra antimafia. Insomma una squadra da vero premio Oscar, che in silenzio opera per la nostra salvaguardia.
Carcere duro?
di Sabrina Autiero Il 41 bis,meglio conosciuto come carcere duro, un regime di custodia carceraria con restrizioni e controlli speciali. Introdotto nel 1986 per dissuadere le rivolte nelle carceri, fu esteso -in seguito alla morte di Giovanni Falcone - anche ad alcuni detenuti incarcerati per reati di criminalit organizzata, terrorismo, eversione. Lo scopo quello di ostacolare i contatti tra i detenuti sia allinterno del carcere,sia allesterno. Fin qui nulla da obiettare. Tuttavia le controversie sono molte. Nonostante le limitazioni prevedano un numero minore di colloqui con i familiari (tutti attraverso un vetro blindato e sottoposti a videocontrollo); non pi di tre colloqui a settimana con i legali; massimo due ore daria al giorno e con non pi di quattro persone; pene pi alte per chi aiuta i detenuti a comunicare con lesterno, stato dimostrato che per i boss non comunque cos difficile riuscire a inviare messaggi in codice. Basta che si poggi una bottiglia dacqua sul tavolo,durante i colloqui col detenuto, per eludere la sorveglianza del 41 bis, rivela il capo della DIA,si possono cerchiare le lettere sulle confezioni,comporre nomi e dare il via ad una conversazione in codice. Molti sono i casi in cui stato accertato che i detenuti siano realmente riusciti a comunicare con lesterno e a dare ordini. Tra questi vi anche il caso di Mariano Agate : luomo che era pi vicino al boss Salvatore Riina - ,arrestato nel 1983 da Giovanni Falcone, successivamente viene inserito nel regime del 41 bis e riesce ad eluderlo. Eppure c chi invece sostiene che sia la forma di regime carcerario pi dura e disumana in assoluto, soprattutto a causa dellelevata percentuale di suicidi, tentati suicidi e alla manifestazione di malattie psichiatriche. In ogni caso il 41 bis, insieme al 416bis (il reato di associazione mafiosa), resta il miglior modo se non lunico di tenere sotto controllo individui che altrimenti minerebbero la sicurezza e lordine pubblico.
Mafia e Camorra
di Sabrina Lanza Gli obiettivi della camorra sono le cose, quelli della
mafia, le persone. E con questo enunciato che Giuseppe Linares, capo della DIA di Napoli, evidenzia la prima sostanziale differenza tra i due tipi di attivit criminali organizzate pi conosciute, forse a livello mondiale. La mafia, spiega Linares, riuscita, col tempo, ad amalgamarsi ai tessuti della societ, divenendo una realt complessa che cura i suoi affari attraverso la politica. Il popolo stesso la vede come una potente istituzione da rispettare, fatta di regole e gerarchie ben precise. La camorra invece, spesso frutto della misera e della disperazione; nasce nelle zone meno abiette della citt e finisce per coinvolgere coloro che hanno la necessit di sopravvivere e che sentono cos di potersi ribellare allo Stato. Proprio perch nascono da principi diversi, mafia e camorra sono anche strutturate in maniera differente, al loro interno. La mafia ha pochi ma solidi punti di riferimento. Sono poche e ben conosciute le famiglie che si occupano di gestire territorio e affari. La camorra invece, manca di nuclei centrali, si organizza in maniera dispersiva e non verticistica; tant che le numerose famiglie camorristiche vengono spesso e volentieri in contrasto luna con laltra. Anche gli atteggiamenti e le priorit tendono a non combaciare. I mafiosi sono caratterizzati da seriet, discrezione e determinazione. I camorristi, diversamente, propendono verso la strafottenza, la spacconeria, lattrazione per il lusso e un atteggiamento, spesso eccessivamente, violento. Si fa dunque un po di chiarezza su due realt apparentemente simili, spesso erroneamente associate in termini di sostanza ma che invece risultano divergenti sotto tanti aspetti. A cominciare dalla storia, dagli scopi e dalla filosofia di vita di coloro che ne fanno attivamente parte.
Le intercettazioni
di Gennaro Iovine L'intercettazione nel diritto processuale penale italiano un mezzo di ricerca della prova tipico, in quanto previsto e disciplinato dall'art. 266 e seguenti del codice di procedura penale italiano. Essa consiste nell'attivit diretta a captare comunicazioni e conversazioni, nonch flussi di comunicazioni informatiche o telematiche mediante strumenti della tecnica. L'intercettazione tende a limitare gravemente alcune importanti libert costituzionali, fra cui la libert di comunicazione del pensiero e la libert domiciliare, per cui sono dettate particolari norme procedurali volte a garantire la legittimit formale e sostanziale dell'attivit. Nella materia delle intercettazioni vige la riserva di legge e la riserva di giurisdizione, in quanto previste espressamente dalla Costituzione. Il codice di procedura penale prevede dei limiti e dei presupposti e una disciplina procedimentale molto rigorosa. Tutti i corpi dello stato utilizzano questa tecnica per riuscire a risolvere i casi a loro affidati. Tra chi utilizza le intercettazioni c sicuramente la DIA(Direzione Investigativa Antimafia), ma come ci spiega Giuseppe Linares, dal settembre del 2013 a capo della Dia di Napoli; Ex dirigente della Divisione anticrimine della questura di Trapani ed ex capo della squadra mobile della citt siciliana, non sempre possibile essere rintracciati. Infatti i latitanti usano spesso metodi medievali come i pizzini per non essere intercettati e continuare sfuggire alle forze dellordine. Fino a poco tempo fa anche il software per comunicare Skype non era intercettabile ma poi attraverso degli studi stato creato un algoritmo lAES(Advanced Encryption Standard) con il quale diventato pi semplice effettuare anche intercettazioni sulla rete.