Académique Documents
Professionnel Documents
Culture Documents
PLATONE
CAPITOLO 1 1. Il platonismo come risposta filosofica a una societ e a una cultura in crisi.
Il tempo di Platone caratterizzato dalla decadenza dellet doro della Grecia Periclea, sia nellambito storico che nellambito culturale. Essendo aristocratico e filosofo, Platone vive questa crisi come crisi delluomo nella sua totalit ed avverte perci pi degli altri la necessit di rinnovate stabilit. Inizia cos ad idealizzare la figura di Socrate, la quale diventa per lui quasi una figura contraddittoria, in quanto lo percepisce come simbolo della crisi ma al tempo stesso come la speranza di superarla. Per Platone il pensiero di Socrate era molto importante, tanto che percepiva il filosofo come una luce nelle tenebre, in quanto era stato lunico fino ad allora a manifestare la necessit di dover andare oltre il relativismo dei sofisti. Platone riteneva che la crisi etico-politica che si stava verificando derivasse soprattutto da una crisi di natura intellettuale. E per questo motivo che si convinse che non erano sufficienti delle riforme governative per cambiare la situazione che si stava creando, bens era necessaria una riforma golbale dellesistenza umana. Per attuare tale riforma era per necessaria una rinnovata filosofia che comprendesse una nuova visione complessiva delle cose. In sintesi, una filosofia che riformi lordine esistente.
2. La vita
Platone nacque ad Atene, e allet di ventanni inizi a frequentare colui che divenne poi il suo maestro: Socrate. Secondo quanto scritto nella Lettera VII, la morte di costui rappresent nella vita del giovane filosofo un evento decisivo. Egli infatti voleva intraprendere la vita politica, ma la morte del suo maestro lo spinse a condannare la vita politica del tempo, in quanto Socrate era considerato da molti luomo pi giusto di tutti, e mor per motivi ingiusti. Decise cos di percorrere una nuova strada, quella della filosofia, che secondo il suo pensiero era la sola via che potesse condurre gli uomini verso la giustizia. Nei suoi scritti Platone parl di un viaggio che fece nellItalia meridionale dove conobbe le comunit pitagoriche e in particolare fa riferimento allamicizia che stinse con un tale di nome Dione.1 Fu per mano di costui che Platone venne venduto come schiavo, ma fu fortunatamente riscattato e il denaro utilizzato a tale scopo serv poi al filosofo per la fondazione dellAccademia2.
1 2
Dione era il Tiranno della citt di Siracusa. LAccademia era la scuola di Platone. Egli la organizz sul modello delle civilt pitagoriche. 3 Nove gruppi di quattro scritti ciascuno
delle tetralogie siano tutte pure, ma chiarire quali lo sono e quali no uno dei compiti della critica storica. Per valutare ci essa si avvale di tre criteri: Tradizione e testimonianze antiche Contenuto dottrinale Valore artistico Forma linguistica
Poi, oltre allo stile dellautore, vanno considerati anche i rinvii presenti negli scritti ( se in un dialogo ne viene ricordato un altro questultimo evidentemente lo precede). Possiamo dividere quindi lattivit letteraria di Platone in tre periodi, dove il primo periodo comprende scritti giovanili (o Socratici) quali lApologia, la Repubblica I etc; il secondo periodo comprende gli scritti della maturit come Il Simposio, Il Fedro etc; il terzo e ultimo periodo composto invece dagli scritti della vecchiaia, come Il Timeo, Parmenide etc.
Filosofia e mito
Oltre al dialogo, un altro strumento che Platone utilizzava spesso erano i miti, attraverso il quale egli esponeva concetti e dottrine filosofiche. Questi per avevano senso solo se osservati in stretta relazione con il discorso filosofico. Per Platone inoltre, il mito aveva due significati fondamentali. Il primo significato era che il mito serviva al filosofo come ausilio per comunicare in maniera pi intuitiva le proprie dottrine, mentre il secondo significato percepiva il mito come uno strumento grazie al quale il filosofo poteva parlare di realt che andavano al di l dei limiti in cui doveva contenersi lindagine razionale.
allimmagine del Platone politico quella del Platone globale, che si interessa di tanti aspetti oltre che alla politica.
piacere infatti non altro che la soddisfazione di un bisogno che pu tradursi in mancanza che causa dolore. Piacere e dolore sono quindi condizionati luno dallaltro, a differenza del bene e del male che sono due concetti distinti. A differenza del piacere infatti, il bene la ricerca di una misura razionale che consenta di tenere a freno gli istinti. Analizziamo ora altri aspetti del Gorgia. Nella parte iniziale Platone difende il principio socratico secondo cui chi fa il bene vive bene mentre chi fa il male oltre a vivere male, soffre. La sofferenza di costoro che attuano il male non sar per dopo la morte, bens in questa vita, perch il male corrompe la natura razionale delluomo e rende cos la sua vita infelice. Verso la fine del dialogo per Platone cambia il proprio orientamento: alletica della ragione (quella Socratica) contrappone letica della salvezza religiosa, dove luomo dovr scegliere il bene per timore sia dellinfelicit terrena che per timore delle pene che dovrebbe scontare nellaldil.
La differenza principale fra le tre tesi che quella di Platone ammette che si pu anche dire il falso, mentre le altre due non ammettono ci.
Dalla prospettiva etico-matematica Platone passa poi a una di tipo logico-ontologico. Questa propensa a far corrispondere ad ogni realt una specifica forma, cos che lidea platonica possa considerarsi come una forma unica e perfetta di qualsiasi cosa. Anche se le idee sono caratterizzate da una molteplicit di cose esse non sono affatto disordinate, bens seguono una piramide ben organizzata dove in cima vi lidea del bene. Questa stata pi volte assimilata a Dio, ma dagli scritti platonici che ci sono giunti non risulta la stessa cosa, infatti lidea di un dio creatore risulta assente. Per Platone esiste la concezione del divino, ma non di un Dio, infatti afferma che seppure il bene sia al di l delle idee non questo che le crea, ma si limita solo a comunicarne la perfezione.
5 6
Le cose imitano le idee Le cose partecipano allesistenza delle idee 7 Le idee sono presenti nelle cose
La questione dellimmortalit dellanima serve al filosofo anche per chiarire cosa sia realmente il destino. Egli ritiene infatti che il destino sia la conseguenza di una scelta compiuta dallanima nel mondo delle idee. Illustra la sua tesi con il mito di Er. Platone espone poi la sua dottrina sulla filosofia, la quale viene percepita da lui come preparazione alla morte. Afferma infatti che se filosofare significa morire ai sensi e al corpo per cogliere meglio le idee la vita del filosofo non altro che preparazione alla morte.
idee e alle idee-valori. Si riscopr anche limportanza del linguaggio, in quanto fondato sulle idee ci rivela lessere e la verit.
Il Simposio
Viene distinto da Pausania leros volgare, il quale si rivolge ai corpi, dalleros celeste, che si rivolge alle anime. Lamore viene percepito come una forza cosmica che determina larmonia di tutto i fenomeni; Aristofane, per spiegare meglio questa teoria, propone il mito degli androgini. Da tale mito possibile apprendere che lamore desidera qualcosa che non ha ma di cui ha bisogno: lamore quindi mancanza. Inoltre, lamore non ha bellezza ma la desidera, poich essa il bene che rende felici. Possiamo quindi capire che la bellezza loggetto dellamore. La bellezza pu per assumere gradi diversi: c la bellezza del corpo, ma quando ci si accorge che la bellezza pu essere uguale in tutti i corpi si passa ad apprezzare la bellezza corporea nella sua totalit. Al di sopra di questultima vi per la bellezza dellanima, superata dalla bellezza delle leggi e delle scienze. Al di sopra di tutto per si pu trovare ununica bellezza: la bellezza in s.
Il Fedro
Il problema che si pone il Fedro come lanima umana possa raggiungere la bellezza suprema. Platone divide lanima umana in tre parti: razionale, impulsiva, desiderante. Esprime questo suo pensiero nel mito della biga alata. Per quanto riguarda leros, esso diventa dialettica, la quale la ricerca dellessere in s e lunione amorosa delle anime nellapprendere o insegnare. Alla dialettica Platone riconduce poi la retorica , la quale viene analizzata nella seconda met del dialogo. Il filosofo espone la sua dottrina circa la retorica del vero, ovvero unarte che cerca il favore degli dei. Nonostante ci per, Platone continua a pensare solo la filosofia pu accedere alla verit, perci considera comunque la retorica come uno strumento che si limita a conoscere solo ci che plausibile. Non ha perci una propria autonomia, ma pu essere piuttosto considerata come uno strumento della dialettica.
Eros = Amore
La giustizia
Alla prima domanda che si pose, Platone risponde che lo scopo della comunit era la giustizia. Egli ritiene infatti che questa sia una condizione fondamentale per la vita dello Stato, e che nessuna comunit umana pu esistere senza essa. Definisce poi come dovrebbe essere lo Stato, e secondo il suo pensiero esso dovrebbe essere composto da tre classi: La classe dei governanti La classe dei guerrieri La classe dei lavoratori
Alla classe dei governanti propria la virt della saggezza, in quanto se i governanti sono saggi deve esserlo poi anche tutto lo Stato. Alla classe dei guerrieri appartiene la virt del coraggio, mentre allultima classe, quella dei lavoratori, la temperanza (la quale per comune anche alle altre). Le virt elencate si possono riunire in un unico gruppo: la giustizia. Essa infatti le comprende tutte, e viene realizzata quando ogni cittadino compie il compito che gli spetta. La giustizia garantisce lunit dello Stato tanto quanto lunit e lefficienza dellindividuo. Platone infatti divide lanima individuale in tre parti: La parte razionale, la quale ha sede nel cervello. E grazie ad essa che il cervello domina gli impulsi e ragiona La parte concupiscibile, che il principio di tutti gli istinti corporei ed ha sede nel ventre La parte irascibile, lotta per ci che la ragione ritiene giusto ed infatti viene collocata nel petto
La giustizia si compier quindi solamente quando ciascuna parte dellanima svolger la propria funzione. Essa non sar solo lunit dello Stato, bens anche laccordo dellindividuo con la comunit.
sebbene spesso i figli appartengono alla stessa classe dei genitori, ma bens dipende dalla persona stessa.
Il comunismo platonico
Per garantire la funzionalit dello stato e la realizzazione della giustizia Platone propone leliminazione della propriet privata e la comunanza dei beni per le classi superiori, cosi che queste, anzich pensare solo ai loro interessi, si dedichino anche alla cosa pubblica. Secondo il suo pensiero nella citt ideale non dovrebbero esistere n la ricchezza n la povert, in quanto entrambe sono nocive. Questo aspetto del pensiero di Platone sembra quasi avere un carattere comunista, che non riguarda per lintera societ in quanto la terza classe viene esclusa dalla propriet privata dei mezzi di produzione. La classe al potere poi, non potr avere famiglia, in quanto ritiene che i governanti debbano avere in comune anche le donne, oltre che i beni materiali. I matrimoni verranno combinati dallo Stato e saranno solo temporanei con lo scopo di procreare bambini sani, i quali verranno per sottratti dalla nascita ai propri genitori. Inoltre coloro che poi si prenderanno cura di loro non dovranno rivelargli chi sono i loro parenti, cos che si possa vivere come in una grande famiglia.
Ovvero i filosofi
Il concetto principale quello della finalit politica della filosofia, ovvero che tutte le conoscenze acquisite devono essere utilizzate per la fondazione di una comunit giusta e felice.