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Comesifaunatesidilaurea VademecumperglistudentiEPELMa.a.

201314
Versione26dicembre2013 Questaguidaforniscequalcheconsigliodimetodoperlimpostazioneelastesuradella tesi di laurea magistrale in Economia1. I suggerimenti non hanno natura vincolante ma possono essere utili sia quando si deve cominciare il lavoro di tesi, sia quando si tratta discriveresaggibrevinellambitodisingoliinsegnamentidicorsidistudiomagistrale. La tesi di laurea la prima, vera occasione che abbiamo per capire (e far capire al nostrorelatore)seabbiamounattitudineallaricerca.Perquestoimportantetentare di acquisire un metodo per fare la tesi di laurea e pi in generale per sviluppare un lavorodiricerca. Quandosiinizialatesidilaurea La tesi di laurea si inizia quando, dopo aver seguito gran parte degli insegnamenti, vi pare di aver trovato largomento e il relatore giusto. Un incontro a tre (voi, largomento e il relatore) non facile da realizzare eperquestostatoconcepito,per ora in via sperimentale, un Servizio di orientamento alla tesi di laurea, di cui questo vademecumfaparte. Nella stragrande maggioranza dei casi la scelta del relatore da parte dello studente cade su un docente che si conosce. I motivi sono ovvi: se linsegnamento di quel docente stato particolarmente interessante, lo studente ha ricevuto molteplici stimoli per individuare largomento su cui svolgere la tesi di laurea. A volte accade, per, che lo studente maturi un interesse di ricerca per un tema su cui competente undocentechenonsiconosce:nullavietainquelcaso,seildocentedisponibile,che lo studente svolga la tesi con lui. Pi comune invece il caso in cui, se la tesi comprende una parte teorica e una di stima econometrica, al relatore ufficiale se ne affianchiunaltro,ingradodiseguiredavicinoillavorostatisticoeconometrico. Comesiinizialatesidilaurea La prima cosa da fare una bozza di progetto. Questo significa individuare un argomento su cui esista una bibliografia minima che permette al laureando di non partiredazero.Siparladibibliografiaminimaperchfarelatesisuunargomentosu cuistatoapparentementescrittotuttopuesserepocostimolante,maanchefarla su un argomento sul quale non ha scritto quasi nessuno non consigliabile, perch noncipubasaresullavorofattodaaltri.
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Per chi volesse scrivere una tesi di laurea in storia del pensiero economico, pu essere molto utile consultare (come abbiamo fatto noi) la guida alla scrittura contenuta al seguente indirizzo: http://www.dsems.unile.it/mosca/thesis/index.htm

Perfareunprogettoditesi,utilestendere12pagineincuisiindicano: - iltitolo(ovviamenteprovvisorio) - largomento e/o il problema (di carattere teorico o applicato) su cui si ci vuole concentrare, spiegando perch ci interessa chiarire un aspetto di teoria controverso; perch vogliamo studiare un problema in quanto ha delle implicazionidipolicyrilevanti;ecc. - gliobiettividellaricerca(aqualidomandevogliamodarerisposta?) - la metodologia (se la tesi di carattere teorico, si prender in esame la modellistica presente in letteratura; se di carattere empirico, si tratter di usare o studiare exnovo i metodi statisticoeconometrici che sono stati utilizzatidachisigioccupatodelproblema) - i risultati attesi (non dobbiamo scoprire il mondo, semplicemente farci unidea il pi possibile chiara e precisa di un problema ed essere consapevole delle complessitesistentisullargomento) - i tempi previsti dattuazione (darsi un obiettivo temporale, discutendolo anche con il relatore aiuta: non possiamo imbarcarci in un progetto di ricerca venticinquennale,ancheselacosaforsecipiacerebbe). Tipologieditesidilaurea Il principale obiettivo formativo della tesi di laurea , in generale, di mettere lo studente in condizione di acquisire una relativa padronanza del tema trattato, attraverso la conoscenza critica della letteratura rilevante, sia essa teorica e/o empirica. In alcuni casi (rarissimi) accade che la tesi apporti anche un contributo originale al tema oggetto dindagine. Tuttavia, buona norma cominciare sempre volando basso e ricordare che con la tesi non si inventa niente: lobiettivo principale del laureando deve essere quello di arrivare alla fine del lavoro avendo una conoscenza, chiara e matura, di un problema, nei suoi risvolti teorici e di policy. Se questo obiettivo raggiunto, si deve essere molto soddisfatti, anche se ci rendiamo conto di non aver apportato alcun contributo nuovo (non ci abbiamo messo del nostro). Il grado di approfondimento che si raggiunge con la tesi di laurea pu essere diverso. Anche se la distinzione convenzionale (perch non sempre facile dire expost se unatesidiuntipoodellaltro),sidistinguesolitamentetra: 1) tesi compilative, in cui il laureando non effettua (a volte volontariamente, perch vuole laurearsi in fretta, a volte perch il massimo che riesce a fare) unelaborazione critica e personale della letteratura consultata ma si limita a fare una sintesi, possibilmente chiara e ordinata, delle letture fatte. Questo vale sia per le tesi teoriche, sia per quelle in cui si consulta una letteratura prevalentementeempirica.

2) tesi di ricerca, in cui lo studente fa uno sforzo di elaborazione personale, ponendo le basi per potenziali approfondimenti e sviluppi futuri del lavoro. Le tesidiricercapossonoconsisterein: a) un approfondimento critico della letteratura teorica esistente su un tema particolarmente controverso (fare una bella rassegna teorica, che sia esaustiva epermettadifarecollegamentitraivaricontributipresentiinletteratura,pi difficilediquantosembri!); b) un lavoro empirico, originale dal punto di vista dei dati utilizzati e/o della metodologia statisticoeconometrica impiegata (una tesi che contiene un esercizio econometrico non di per s originale, se lesercizio non presenta le caratteristiche dette sopra ed relativamente poco fondato sulla teoria economicaprevalente); c)unestensionediunmodelloteoricoesistente(ancheinquestocaso:lavorare su un modello teorico per modificarlo al margine non assicura di per s che stiamo dando un contributo originale se la nostra estensione non interpretabileononciaiutaacapiremeglioilfenomenoeconomicoinesame). Qualunquesiailtipoditesidilaureachesifa,importantericordareche: 1) quando, nello studiare un argomento, si d conto di un risultato teorico o empirico,lostudentedevesemprepermettereallettoreesterno(inparticolare al relatore) di capire se tale risultato gi presente in letteratura (e in questo caso va citato lautore o gli autori letti) o se farina del proprio sacco. Un errore comune che si fa infatti, nelle fasi iniziali della stesura della tesi quando ancoranonsiappresounmetodo,didarecontoditeoremioenunciatinoti nella teoria economica senza citare le fonti bibliografiche da cui tali elementi sonoricavati. 2) Quando si tirano le fila di un ragionamento e si sostiene unargomentazione, questa deve essere esposta in modo logico e chiaro, altrimenti ideologia. Lo stile con cui si scrive una tesi di laurea non deve essere di tipo giornalistico ma accademico, ossia tale da permettere al lettore di seguire chi scrive sul piano logicoesequenziale. Laricercabibliografica La prima ricerca bibliografica non la fate voi ma il vostro relatore, nel senso che per fareilprogettoditesiedecidereselargomentocheavetesceltovipiaceveramente necessarioleggerepochecose,mabenscelte:questasceltalapufaresolochigi(o dovrebbe essere) dentro allargomento, ossia il relatore. Queste letture, poche ma buone,servonoaintrodurvialtemachesieteinprocintodiapprofondire. Una volta che il relatore vi abbia introdotto allargomento della tesi, dovete essere voi a dimostrare sempre maggiore autonomia nel scoprire ulteriori fonti bibliografiche. Tale ricerca va fatta (in biblioteca o su internet) su testi accademici o comunque su testi di comprovato carattere scientifico: articoli di rivista, working papers (WP) di universit/centri di ricerca, pubblicazione di istituzioni nazionali/internazionali, monografie (cio libri). Di ogni lavoro devono essere noti lautore, la sede e la data di

pubblicazione. Se si trattadiWP,buonanormaverificaresenelfrattempoillavoro stato pubblicato su una rivista (perch vuol dire che del lavoro ne esiste una versione successiva e in genere migliore). Poich i tempi di pubblicazione di un articolo e, a maggior ragione di un libro, sono piuttosto lunghi (anche pi di un anno da quando vengono ultimati), opportuno che nella ricerca delle fonti bibliografiche il laureando si avvalga anche di WP che, pur non potendo essere considerati lavori finiti, danno comunqueunquadropiaggiornatodellostatodellartesultemasucuistatefacendo la tesi. Ogni dipartimento universitario di economia possiede la propria collana di WP, accessibile quasi sempre gratuitamente tramite internet (cosa chenonaccade,invece, perleriviste,amenochenonsivadainbiblioteca). Passare da uno studio prevalentemente fatto sui libri a uno su articoli di rivista (o WP) non semplice poich in genere il livello di sofisticazione analitica dei secondimolto maggiore dei primi. Per questo motivo, quando cominciate a consultare materiali per la vostra tesi consigliabile partire con uno o pi articoli di rassegna, perch questi dovrebbero conto del dibattito teorico e/o empirico sullargomento che vi interessa in modo esauriente. Le riviste migliori in proposito, che ospitano regolarmente articoli di rassegna,sonoilJournalofEconomicLiterature,ilJournalofEconomicPerspectivesoil JournalofEconomicSurveys. Fonti bibliografiche molto utili, se ci si vuole occupare di temi di politica economica, sono i siti delle principali istituzioni nazionali/internazionali di ricerca e non (ad esempio Banca dItalia, Istat, Ministero dellEconomia, Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, Eurostat, BCE, OCSE, FMI, Banca Mondiale, ecc.). Tutti i siti di queste istituzioni hanno un link alle loro pubblicazioni, dove sono pubblicati i risultati di ricerche di interesse per listituzione stessa e che hanno un impatto sul dibattito di politica economica nazionale e/o internazionale. Sempre se ci si occupa di temi di policy, pu essere utile consultare riviste online (cio solo su internet) in cui compaiono articoli divulgativi ma sufficientemente rigorosi sul piano scientifico, scritti da studiosi (universitari e non): in Italia riviste di questo tipo sono rintracciabili ai seguenti indirizzi: http://www.lavoce.info/, http://www.nelmerito.com/, http://www.sbilanciamoci.info/. Unavvertenza va fatta invece per quello che si trova su internet e che NON corrispondeaquantodettofinora(articolidirivista,workingpapers,libri,pubblicazioni scaricabilidaentiistituzionalie/odiricercanonaccademici,rivisteonline):suinternet si trova di tutto, dallarticolo di giornale allintervento fatto al convegno politico, dal commento su di un blog alla dispensa/slide didattica di questo o quel professore: tutti questi materiali bene non usarli poich spesso mancano di rigore e non sono delle pubblicazionivereeproprie. Lindicedellatesi La prima cosa da fare, prima di cominciare a scrivere il primo capitolo della tesi, stilare una bozza di indice, con lindicazione dei titoli dei singoli capitoli e paragrafi. Lo scopodiquestaoperazione,preliminareallascritturaveraepropriadellatesi,quella di circoscrivere loggetto danalisi, fissando dei paletti che servono a non farci partire per la tangente! Man mano che il laureando legge, infatti, soprattutto se ci si

appassiona allargomento, rischia di farsi prendere la mano e di non finire pi di leggere (perch trova sempre qualcosa di interessante che non ha ancora letto). Il risultato che non si comincia mai a scrivere Abbozzare un indice della tesi , da questo punto di vista utile, perch serve a imporre dei limiti, dei confini al tema che si vuoleesaminarenellatesidilaurea. Quando va fatta la bozza dellindice della tesi? Come detto sopra, la prima cosa da fare quando si vuole diventare operativi, cio apprestarsi a scrivere. Andrebbe scritta dopo aver steso il progetto iniziale e aver fatto alcune letture iniziali, non troppe, che dianouninquadramentogeneraledelproblemamaanchedegliinputsuqualidirezioni diricercaseguire. Strutturadeltesto Per organizzare la struttura del lavoro complessivo, opportuno suddividere la tesi in capitolieinparagrafi(edeventualmenteinsottoparagrafi). Ladivisioneincapitolidellatesipuesserepensataindiversimodi,asecondachecisi vogliaconcentraredipisullateoria,suaspettidipolicyosullanalisiempirica. Selatesieminentementeteorica,lastrutturadellatesipotrebbeesserelaseguente: parte1:rassegnadellaletteraturateorica(imodelli)esistentedelproblema parte 2: scelta di uno o pi modelli, ritenuti meglio in grado di spiegare un fenomeno, sui quali si elaborano estensioni che aumentano la capacit esplicativa del modello stesso. Ciascunapartepu,asuavolta,esseredivisaincapitoli. Selatesisiconcentrasuaspettidipolicy,lastrutturapotrebbeesserelaseguente: parte1:inquadramentoconcettualedelproblema,allinternodellateoriaeconomica parte 2: analisi di uno o pi contesti istituzionali e di loro ipotetiche riforme, con riferimentoalproblemaconcettualedicuisopra. Ciascunapartepu,asuavolta,esseredivisaincapitoli. Se la tesi prevalentemente applicata (statisticoeconometrica), la struttura della tesi potrebbeesserelaseguente: parte1:rassegnadellaletteraturaempiricaesistentedelproblema parte 2: analisi delle fonti dei dati e delle metodologie che si vogliono utilizzare per lanalisiapplicata parte3:svolgimentodellestimeeanalisi/commentodeirisultati. Ciascunapartepu,asuavolta,esseredivisaincapitoli. Usodeigraficiedelletabelle Luso di grafici e/o tabelle pu essere molto utile, a seconda del tipo di tesi che si svolge, perch grafici e tabelle ci informano sullevidenza empirica di un fenomeno. Essi devono sempre riportare la fonte da cui sono stati ricavati e devono, almeno in parte, essere commentati. Ricordate sempre che il testo in cui si commenta un grafico

o una tabella deve risultare chiaro di per s, ossia non deve costringere il lettore ad andarsiavedereilgraficoolatabellapercapireiltesto. Usodellenoteapidipagina Le note a pi di pagina sono esplicative di un concetto o di unaffermazione fatta nel testo che volete sviluppare in modo pi ampio e approfondito, senza interrompere il flusso del discorso principale. Non devono essere indispensabili alla lettura: il testo deve quindi risultare sufficientemente chiaro, senza costringere il lettore ad andare continuamentealeggerelenote. Labibliografia Non esiste un unico modo per scrivere la bibliografia e quindi potete prendere spunto da qualche articolo o libro che avete letto e replicare quello schema. In genere comunque si procede in ordine alfabetico, per autore. E necessario che, comunque costruiate la bibliografia, siano riportati lanno di pubblicazione, il titolo del lavoro, la rivista in cui larticolo stato pubblicato (se si tratta di un articolo), leditore e il luogo dipubblicazione(sesitrattadiunlibro). Cosa si deve inserire in bibliografia? Tutto quello che si letto, anche solo in parte e che si rivelato utile per la tesi. Non si deve ovviamente mettere, invece, ci che non siletto(anchesestatocitatoinquellocheabbiamoletto). IntroduzioneeConclusioni Devono essere di poche pagine e servono pi agli altri che a voi, nel senso che in esse non dovete aggiungere cose nuove rispetto a quelle gi scritte nella tesi ma dare un quadro sintetico e chiaro del lavoro, utile a un lettore esterno che volesse farsene unidea, senza leggere il resto delle pagine. Vanno scritte alla fine (anche lIntroduzione!),dopocheavetescrittotuttiicapitoli. Nellintroduzione dovete chiarire subito qual loggetto del lavoro, aggiungere qualche riga che spiega perch lo avete scelto e la sua rilevanza (per la teoria, per la politicaeconomica,perlanalisiempirica).Proseguitepoiaccennandoallametodologia impiegata e passate infine ad esporre i contenuti dei singoli capitoli, anche in modo didascalico(Nelprimocapitolosianalizza,Ilsecondocapitolohaperoggettoe cosviaperognicapitolo). Nelle Conclusioni dovete tirare le fila della tesi: entrerete quindi nel merito dei contenuti dei singoli capitoli, richiamando esplicitamente i risultati a cui siete arrivati (o arriva la letteratura che avete consultato). Introduzione e Conclusioni si assomigliano, lunica differenza che nelle Conclusioni dovete svelare chi lassassino, ossia tirare le fila del ragionamento, mentre nellIntroduzione vi potete limitareaesporreiterminidelproblema,senzadirecomevaafinire.

Prima di scrivere Introduzione e Conclusioni, meglio abbandonare la tesi in un cassetto per almeno un giorno, cos da distaccarsene un po. In genere questo aiuta a scrivere in modo pi efficace questa parte della tesi, ossia a sintetizzarla nel modo migliore. Un errore che spesso si compie, infatti, quando si ha la tesi troppo per le mani, di parlarne, e quindi anche riassumerla, dando troppe cose per scontate e facendosaltilogicinellesposizione.Illettoreesternodeveessereinveceguidatodavoi conlamassimachiarezzaesinteticit. Latesivostra:dovetesaperladifendere Quando un docente vi chiede perch avete scritto una cosa (pu trattarsi del vostro relatore, ma anche dei docenti che compongonolacommissionedilaurea),nonsipu rispondere: lho scritto perch lho letto. Non dovete mai trovarvi in quella condizione: dovete quindi sempre saper spiegare quello che avete scritto. Questo vale anchequandosifannodellecitazioni(inpraticapreoccupatevisempredicapirequello chescrivete,ancheseriportatetravirgoletteleparoledeglialtri).

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