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DIARIO
DI
LA REPUBBLICA 41
(segue dalla prima pagina) apoleone vi mor, e in piccoli porti sperduti, fritti dallodore del pesce, fu fiaccata la dignit e la sostanza umana di Giorgio Amendola, di Emilio Lussu, di Altiero Spinelli e di Sandro Pertini. Ma se Ventotene fu lumiliazione dei confinati, Malta era stata il conforto degli autoesiliati, carbonari, settari e massoni del Risorgimento meridionale antiborbonico. E le migliaia di isole della Polinesia accolsero la resistenza dellarte contro lindustrialismo, i poeti e i pittori in fuga dalla civilt monocromatica del grigio fumo della nebbia e delle ciminiere dellOttocento europeo: in fuga come Enea che port in salvo Anchise, in fuga per portare in salvo la fantasia e i colori. Sino al rifugio ultimo e definitivo del fuggiasco Paul Gauguin nelle isole Marchesi. Sempre lisola, che il luogo senza storia, d origine alla storia, come il ventre femminile da cui lumanit esce ma dove non ritorna, se non discretamente, ossessivamente, problematicamente. E forse la disgrazia dellItalia proprio quella di essere Penisola, che letteralmente vuol dire quasi isola, ed una disgrazia originaria perch nel mondo ci sono isole e continenti, e poi ci sono le terre quasi, come lItalia appunto che quasi potenza, quasi moderna, quasi ricca e quasi povera, quasi affidabile, quasi europea, quasi in guerra e quasi in pace, e persino nel calcio famosa per i suoi quasi gol, come diceva Nicol Carosio. Deve essere per questo quasi che gli Italiani amano passare le vacanze nelle isole, per seguire una pulsione incontrollata a scavalcare, sia pure per un mese lanno, il loro destino geoantropologico che cautela e furbizia, voglia di non diventare adulti, paura di essere decisi e irreversibilmente definiti. Il nostro quasi la paura di contare sulle proprie forze, paura di essere isolati e isolani e dunque di non poterci pi quasi agganciare, come ultimo vagone, alla locomotiva che tira: Francia, Inghilterra, Germania, America Persino da fascisti siamo stati quasi autarchici e quasi nazisti. In politica, isole dovrebbero essere le Istituzioni. E infatti oggi il Quirinale di Ciampi, per esempio, come unisola assediata, come Ischia destate, che appunto assediata dai villeggianti sbracati, allassalto della natura misteriosa delle isole con le protesi della maleducazione e della cafonaggine, sandali, calzoncini e unobesit ancheggiata con spavalderia. Anche le presidenze di Camera e Senato dovrebbero essere circondate, isolate e protette dal mare, ma gi Hemingway, che nulla sapeva di Pera e Casini, notava che nessun uomo unisola e che ogni tocco di campana risuona per tutti. Alla fine, solo nellamore lisola il luogo gratuito, la patria dellab-soluto. E infatti i ragazzi degli anni Sessanta si radunarono e si riconobbero nellisola di Wight: la libert dellisola contro i doveri, gli obblighi e le convezioni del continente. Ma lisola anche la separatezza punitiva delluomo. Alcatraz il contrario di Mikonos, la Cuba di Castro e di Guantanamo il contrario della Key West di Hemingway e dei pirati. E si tratta di contrari complici; libert e reclusione sono gli opposti simboli di quellunica separatezza dellisola che messa in vendita al mercato del romanticismo estivo. Senza avere i soldi e le ville di Berlusconi, quasi tutti i potentoni e i potentini, non solo italiani, cercano il soggiorno esclusivo nellisola, vita da prigioniero e vita da naturalista, la leggerezza del nudismo e la pesantezza della natura isolana. Oggi basta poco per comprare, ciascuno nella propria isola delezione, dieci giorni di Wight che sono anche dieci giorni di Alcatraz. Cos il sindaco di Roma, Walter Veltroni cerca lisola democratica, e destate si libera in Sardegna, a Villasimius. Mentre Massimo DAlema tocca con la sua fa-
Da fenomeno per pochi a esperienza di massa Ecco come la gente cerca il suo altrove
ISOLE
OLIVER SACKS
LE ISOLE hanno sempre esercitato su di me un grande fascino; probabilmente esse affascinano chiunque. La prima vacanza estiva di cui ho un ricordo (allora non avevo che tre anni) fu una visita allisola di Wight. Nella mia memoria trovo solo frammenti: le scogliere, la sabbia multicolore e poi il miracolo del mare, che vedevo per la prima volta. Rimasi stregato dalla sua calma, dal suo lento gonfiarsi, dalla sua pienezza, ma fui atterrito dalla violenza che rivelava al levarsi del vento. Mio padre mi raccont di aver vinto una gara di nuoto attorno allisola di Wight, prima che io nascessi e questo me lo faceva vedere come un gigante, un eroe... Le isole erano per me luoghi speciali, remoti e misteriosi, al tempo stesso capaci di esercitare unintensa attrazione e di suscitare grandi paure... Leggevo di naufragi, di isole deserte, di isole di prigionieri e di lebbrosi. In seguito, quando approdai alla lettura di Melville e di Stevenson, reale e immaginario finirono per fondersi nella mia mente.
ISOLE.
po di un dibattito. Lisola infatti il punto che sta fuori dal tempo e dallo spazio, o forse il punto in cui spazio e tempo si incontrano, un punto senza svolgimento dove tutto si conserva e dove le modificazioni, impercettibili, durano millenni. La tartaruga dellisola Lachea, di fronte ad Acitrezza, una leggenda del Wwf, e il cane dellEtna, lesile ed egizio cirneco, cos strano che forse davvero lur-Hund, il cane orginario, il quale somiglia a tutti i cani ma non un cane, perch nelle isole tutte le forme portano tracce di antichit, sono come le ombre di Platone, e anche gli uomini sono prototipi e stereotipi di razze dimenticate o superate, con quel tanto di selvatico che affascina i cercatori di sensazioni forti, profonde e sensuali, come quando si addenta un tozzo di pane di grano duro o si abbraccia un corpo acerbo, forte e nudo. A Capri poeti raffinati e intelligenze estenuate hanno cercato e trovato carne insulare rigenerativa dei loro nervi, sfibrati perch continentali. Laccondiscenza del turismo metropolitano rovescia il mito e la sindrome di Dorian Gray, i villeggianti si guardano allo specchio e si rivedono mesozoici o paleolitici, separati, esclusivi, liberi perch reclusi. Anche il codice mentale dellisolano come la tartaruga di Acitrezza, inattuale e dunque dirompente, sorprendente e scandaloso. Quella isolana comunque unumanit speciale perch anfibia, parca come una terra incoltivata e al tempo stesso eccessiva come un mare sconfinato. Non ci sarebbe stata la mafia senza la Sicilia, ma senza lInghilterra la pirateria non sarebbe diventata civilt. Nelle 17500 isole dellarcipelago indonesiano, un formicolio di terre e di covi, vivono e si nascondono i pirati moderni che nello stretto di Malacca a bordo di motoscafi piccoli e veloci assaltano con lanciagranate e antenne satellitari i cargo merci e persino le petroliere, fanno sparire e riciclano navi di stazza enorme. Borseggiatori del mare, sono un esercito misterioso e imprendibile che depreda e sequestra, al punto che, secondo i dati dellInternational Maritme Bureau, i pirati delle isole stanno paralizzando il traffico marittimo mondiale, come ha illustrato la preziosa inchiesta di Roberto Bongiorni, pubblicata sul Sole-24 Ore. Il pirata, senza lisola che gli solidale, non sarebbe mai esistito e mai potrebbe nuovamente esistere. Il pirata e lisola sono come lastronauta e le stelle. Lisola infatti il fuori mano, la degradazione e leccezione assunte come forza. Nellisola lincontenibile e leccesso diventano criminalit organizzata o ricchezza civile. Le isole hanno dato allumanit il pepe, la cannella, il macis, il chiodo di garofano, insomma quelle spezie che ci hanno permesso secolarmente di conservare i cibi e di superare le carestie e le angustie degli inverni. La civilt occidentale nasce nellisola di Creta che oggi una magnifica terra vacanziera. E New York, che unisola, fu ceduta dagli Olandesi agli Inglesi in cambio dellisola di Banda, lisola della noce moscata, abitata secondo i viaggiatori depoca da villani quasi bestie senza alcun ingegno, capelli lunghi, piccoli di statura, viso largo e tondo, privi di virt. Appaiono cos gli abitanti di tutte le isole del mondo ai continentali predatori, perch agli stupidi e ai selvaggi si pu rubare impunemente e meritoriamente di tutto. Ma isole e isolani non sono, per questo, risentiti; lisolano guarda al continente con un senso di estraneit e di commiserazione. Alla fine di ogni utopia insulare si colloca infatti lisola del tesoro, lalibi, la ricchezza del totalmente altrove, i dobloni, le perle, gli argenti e gli ori che confortano lillusione di una vita, di grigia quotidianit, di banale potere. Insomma, alla fine, sono i vacanzieri delle isole ad allietare gli insulari, come gli animali da circo i bambini.
42 LA REPUBBLICA
DIARIO
LE TAPPE PRINCIPALI
LEDEN Nei miti vishnuiti dellIndia lisola bianca il soggiorno dei Beati. Per la mitologia celtica lisola primordiale verde, mentre nella tradizione musulmana il Paradiso terrestre situato nellisola di Ceylon
ATLANTIDE Platone descrive Atlantide (Timeo; Crizia) come unisola nella quale tutto abbonda e dove la vita felice. Allaltezza del 9500 a.C. lisola beata fu inghiottita e spar dalla terra
UTOPIA Thomas More in Utopia, 1518, delinea il suo ideale politico, che immagina realizzato in unisola chiamata Utopia. Lisola una federazione di 54 citt ed retta dalla democrazia
I LIBRI
UMBERTO ECO Lisola del giorno prima, Bompiani 2004 (1994) KURT VONNEGUT Galapagos, Bompiani 1990 ALDOUS HUXLEY Lisola, Mondadori 1977 ELSA MORANTE Lisola di Arturo, Einaudi 1957 JULES VERNE Lisola misteriosa, Marsilio 1999/ Einaudi 1995 HERBERT GEORGE WELLS Lisola del dottor Moreau, Mursia 2003 ROBERT LOUIS STEVENSON Lisola del tesoro, Garzanti 2004 Einaudi 2002 DANIEL DEFOE Robinson Crusoe, Newton Compton 2004 / Mondadori 2003 TOMMASO MORO Lutopia o la migliore forma di repubblica, Laterza 1993 / TOMMASO CAMPANELLA La citt del sole, Newton Compton 2002 / Rizzoli 1996 FRANCESCO BACONE La nuova Atlantide, Armando 1998
ra i tesori pi preziosi dellarte in stile gotico internazionale in Inghilterra v il dittico Wilton, per anni possesso dei conti di Pembroke a Wilton House, ora alla National Gallery di Londra. Vi si rappresenta Riccardo II in ginocchio, di fronte alla Vergine e a schiere di angeli. Riccardo di profilo, giovane, ha la faccia di un bambino, le mani affusolate, gentili. Qualcosa della preziosit del dipinto il mare dargento, il verde intenso, il blu dello sfondo, loro riaffiorano nei versi shakespeariani nel dramma intitolato a Riccardo II, quando Gaunt duca di Lancaster, zio del giovanissimo re si lancia nel suo vibrato inno alla patria. S, dice Gaunt: questisola scettrata, questa terra di sovrani, questo piccolo universo un miracolo; una piccola isola, vero ma come una pietra preziosa incastonata nel mare dargento. Il mare la difende, quasi fosse un vallo, dallinvidia delle nazioni meno felici di lei, perch non elette. Shakespeare scrive sotto lala di Elisabetta regina. La quale si riconosce in Riccardo, ma soprattutto si riconosce nellisola. Anzi, si fonde con lisola nella stessa iniziale: la E di Elisabetta valendo come la E iniziale di England che la regina fa miniare e ricamare nello stesso modo. E soprattutto, Elisabetta specchia nellimmagine dellisola la propria verginit. Come unisola sola, dispari, non accoppiata, la Regina esalta la forza virile del corpo verginale, integro, intatto: nessuno violer il corpo dell isola, n quello della regina. La sconfitta dellInvincibile Armata di Filippo II nel 1588 salutata come il segno della volont di Dio che difende lisola protestante in un mare di nemici cattolici. Allimmagine dellisola Shakespeare torna nella Tempesta. Qui lisola luogo di esilio per Prospero, ex duca di Milano, che l ripara con la figlia Miranda, dopo che per colpevole incuria stato spodestato dal fratello. Sullisola Prospero coltiva le arti magiche; grazie ad esse regnando, le approfondisce, si rende sempre pi mago, e dunque sempre pi potente. Lo fa perch ha in mente una vendetta, in fondo onesta, generosa; vuole che chi ha peccato, si redima. Vuole, si potrebbe anche dire, la salvezza del peccatore. E per virt magiche crea la tempesta, s che il fratello usurpatore Antonio e il figlio del re di Napoli e il re di Napoli eccetera eccetera... naufraghino; ma nessuno muore e tutti riparano nellisola, dove Prospero officer il rito del perdono. Perch tutto dovr finire bene: una commedia. Eppure, c molta tristezza in questa commedia. E una certa abulia prende Prospero alla fine. Se raddrizza il torto, per, non gli va di preoccuparsi pro-
ELISABETTA
La regina Elisabetta Prima vuole specchiarsi nella sua Inghilterra che, come il proprio corpo, nessuno mai potr violare
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prio di tutto: di punire, ad esempio. Organizza il matrimonio della figlia (che certamente non avrebbe un futuro sullisola, non avendo egli permesso a Caliban di violarla), rispetta il patto con Ariel (gli rende la libert); decide il viaggio di ritorno, e riconosce come cosa sua il mostro Caliban (che non ha niente da spartire, a parte il nome, coi cannibali ma Shakespeare ha letto il saggio di Montaigne Des Cannibales, tradotto da John Florio e lo cita, a modo suo. Se non altro nel nome); quanto a s, ogni due pensieri, il terzo lo volger per la tomba. Questa la prospettiva del ritorno, per lui la morte. Lisola stata il suo interregno; tornando al regno, la
morte scampata sullisola lo attende. Come dire: riprende la vita, e dunque la prospettiva stessa della vita, che non pu che essere la morte. Non c stato, in effetti, promesso altro finale. Isola rinascimentale utopica? incarnazione di un altro mondo? questa della Tempesta appare piuttosto una pausa un tempo in pi che permette una distanza spaziale, e offre lintervallo necessario allo sviluppo dellazione. Lisola si configura, intendo, come simbolo di rigenerazione dal male: Prospero e Miranda l si salvano. Come prima di loro, arrivando alle stesse sponde, sera salvata Sycorax, incinta del suo bambino-mostro Caliban. L il
fratello caino di Prospero patir la sua passione, e ci gli varr come pentimento, o come multa di dolore con cui paregger il debito che deve al fratello. Perch questo accada sono necessari lesilio, e il naufragio. Non so se cos in genere. E cos per Shakespeare, come lo sar per Defoe anni pi tardi. Perch anche Robinson naufraga, e anche Robinson sullisola fondamentalmente espia. Espia che cosa? La propria scelta. E si converte al proprio destino. Il vero tema nascosto in queste opere, il vero spazio evocato dallisola nella fantasia di tutti noi quello della seconda volta. Entrambi i naufraghi, Prospero come Robinson, approdando sullisola che fanno ? Scelgono di nuovo, una seconda volta la stessa cosa: ovvero, non la solitudine, ma la societ. Non vanno in vacanza, n alla scoperta del nuovo mondo; riconfermano il primo. Li si pu accusare stato fatto di eurocentrismo, di colonialismo perfino, perch non cambiano il mondo, se non in questo modo: allargandone i confini. Prospero arrivando sullisola governa, educa, prepara la vendetta o la salvezza. Robinson non si mette a guardare il panorama. N si inebria della natura. Si mette a lavorare come un operaio a cottimo. E conta i giorni, non tanto nella fretta di tornare, ma nellattesa. E la sua attesa che rende il soggiorno nellisola un frattempo. Un intervallo. Commenta Amleto davanti al grande mistero dellesistenza, la sua: non ho scelto io di nascere, n posso scegliere io di morire mio il frattempo. Questa lisola la nostra breve esistenza.
Maurizio Bettini, latinista e scrittore, insegna allUniversit di Siena. Nadia Fusini, anglista e saggista insegna alluniversit di Roma. Il Sillabario tratto da LIsola dei senza colore (Adelphi 1996), di Oliver Sacks, neurologo e scrittore. Il suo libro pi noto Luomo che scambi sua moglie per un cappello (Adelphi)
GLI AUTORI
ALBERT CAMUS
Chi potr mai fare a meno di amare questi pazzi ostinati, gettati sulla criniera degli oceani a seguire isole alla deriva?
Il dritto e il rovescio 1935-1936
CLAUDIO MAGRIS
Le isole sono tante; il viaggio le sfiora e le trascura, superficiale e sbandato come il percorso di ogni giorno
Microcosmi 1997
hanno trasformato lisola in un laboratorio nel quale, al riparo da occhi indiscreti, portare avanti i folli propositi. Ne Lisola del dottor Moreau c unevidente tentativo di fornire alla scienza le chiavi della perfezione: redimere la natura, umanizzarla, toglierle quel segno ostile di violenza incontrollata che minaccia luomo. Costringere la natura a pi miti consigli, non la medesima cosa che accade in King Kong? La grandezza di quel film non solo nellaver riproposto, reinterpretandolo, il conflitto natura e civilt, ma nellaver messo sullo stesso piano le due isole: quella misteriosa e arcaica, dalla quale il gorilla viene strappato e Manhat-
DIARIO
LA REPUBBLICA 43
LA NUOVA ATLANTIDE In polemica col mito platonico Bacone scrive la Nuova Atlantide. Il filosofo immagina di approdare a Bensalem in seguito a un naufragio. La sua isola non pi retta dai filosofi, ma dagli scienziati
ROBINSON Lisola dove naufraga Robinson Crusoe (1719) incarna lutopia delluomo borghese. Defoe si era ispirato alla storia di un marinaio abbandonato nel 1705 nellisola di Juan Fernandez
LILLIPUT Ne I viaggi di Gulliver (1726), di Jonathan Swift, il protagonista approda allisola di Lilliput, abitata da esseri alti sei pollici, e poi a Laputa, unisola volante retta da saggi che rifiutano gli affari pratici
PUNIZIONE
I romani vi spedivano i nemici dellImperatore, i parricidi, i pervicaci corruttori di mogli altrui, specie se di stirpe nobile
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Robinson Crusoe ha esercitato una lunga fascinazione su Tullio Pericoli che pi volte ha affrontato il tema del naufrago pi famoso della letteratura. Le tavole che illustrano questo Diario sono tratte da Morgana N 2, pubblicazione tirata in un numero limitato di esemplari
LE IMMAGINI
gliose. Pochi anni prima che Rutilio navigasse in vista di Capraia e Gorgona, un amico di San Gerolamo, Bonoso, si era rifugiato su unisoletta di fronte alla costa dalmata, alla maniera di un nuovo abitante del paradiso, come scrisse lo stesso Gerolamo; mentre Eucherio di Lione descriveva Lerinus unisola situata nella baia compresa fra le odierne Antibes e Cannes come un luogo che offriva il paradiso a coloro che vi risiedevano. I cristiani, si sa, amavano rovesciare tutto, la forza della loro dottrina stava per lappunto nel paradosso: se Dio aveva accettato di manifestare la propria potenza facendosi crocifiggere, uno scoglio in mezzo al mare poteva ben trasformarsi in un frammento di Eden! Tanto peggio per Rutilio, che si ostinava a ragionare da romano e non capiva
ROBINSON
Al centro, qui sopra, e nella pagina a fianco, tre tavole di Tullio Pericoli dallo stesso titolo: Lisola di Robinson Sotto, un Robinson Crusoe
CARL SCHMITT
In un certo senso tutti i continenti sono soltanto isole, e tutta la terra abitata, come gi sapevano i greci, circondata dalloceano
tan, i cui rituali urbani sono daltra natura ma di altrettanta intensa ferocia. Dallesilio del primate al primato dellesilio. Si confina Napoleone a SantElena perch non solo lo si vuole costringere a rinunciare a eventuali sogni di rivincita, ma soprattutto si tenta di sottrarlo al rischio eversivo dello sguardo sociale e del riconoscimento. Lisola-esilio (si pensi al confino) o lisola prigione (Montecristo, Alcatraz) sospendono la vita civile, la immobilizzano, spogliandola di ogni velleit trasformativa. I greci hanno mitologizzato lisola (Platone che immagina Atlantide, Ulisse che approda nellisola dei ciclopi) i moderni ne hanno fatto una metafora. Quella pi celebre lIsola di Utopia di Thomas More. In origine Utopia era una penisola che il sovrano decide di recidere trasformandola in unisola. Dettaglio non insignificante perch alla scelta radicale del distacco si lega latto fondativo e assoluto di una societ perfetta. Che lisola sia spesso stata ultimo avamposto onirico da cui luomo ha immaginato il proprio altrove, ci induce a riflettere sugli esiti pi recenti, in cui il sogno diventato un pacchetto di offerta turistica: vacanza di sette giorni, tutto compreso. Che sia questo il vero naufragio?
Terra e mare 1954
CLAUDE LVI-STRAUSS
Oggi le isole polinesiane, soffocate dal cemento, sono trasformate in portaerei ancorate al fondo dei Mari del Sud
Tristi tropici 1955
che la vera beatitudine stava dove la sua cultura non sarebbe mai andata a cercarla. Cio su di unisola. In realt, lidea che lisola fosse non un luogo di disperazione, ma di felicit, non era nuova. Tutto al contrario, datava da almeno mille anni. La differenza stava nel fatto che, diversamente da come la pensavano i cristiani, per i greci dellet eroica non tutte le isole potevano offrire la beatitudine, ma solo alcune: le chiamavano Isole dei Beati o Isole Fortunate, e la loro vicenda comincia naturalmente col mito. Zeus, raccontava Esiodo, aveva voluto premiare gli eroi caduti sotto le mura di Troia e sotto quelle di Tebe, sottraendoli alla morte normale. Per questo aveva assegnato loro una dimora speciale, ai confini della terra: le Isole dei Beati. Ed l che essi vivono con lanimo sgombro di affanni, sotto limpero di Crono, presso loceano dai vortici profondi. Pindaro descriveva questo luogo con colori cos seducenti da far impallidire qualsiasi paradiso successivo. Brezze doceano scriveva alitano intorno allIsola dei Beati, e fiori doro scintillano, alcuni al suolo, cresciuti da piante rigogliose, altri nutriti dallacqua. Con le loro corolle gli onesti intrecciano bracciali e li allacciano ai polsi, e si pongono ghirlande sul capo, secondo le giuste norme di Radamanto. Pare di leggere i diari del capitano Cook. Ma doverano poi queste Isole dei Beati? Greci e Fenici le avevano cercate a lungo, anche se localizzarle non era facile. Si sapeva solo che erano lontane, ai confini del mondo, e che per raggiungerle bisognava navigare sempre verso occidente. Giuba le identific con le odierne Canarie, ma se si legge la descrizione che di esse ci ha tramandato Plinio, si resta piuttosto delusi. Capraria, per esempio, era infestata da enormi lucertole, mentre Canaria aveva preso il nome dagli innumerevoli cani che labitavano. E che dire poi di quel mare che in continuazione vomitava carogne di animali sul bagnasciuga? Sulle Canarie non alitava alcuno zefiro profumato, si pu esserne certi, e di beato avevano ben poco. Forse allora avevano ragione coloro che le identificavano con le odierne Madera e Porto Stefano, oppure con altre isole ancora, situate di fronte allantica Celtiberia. Anche il ribelle Sertorio, nel periodo delle guerre civili fra Mario e Silla, sent parlare delle isole della felicit. Dopo un viaggio avventuroso, era sbarcato presso la foce del Betis, sulla costa atlantica della Spagna. Qui aveva incontrato alcuni marinai che favoleggiavano di certe isole distanti diecimila stadi dalla costa africana, separate fra loro solo da uno stretto assai angusto: Isole dei Beati, le chiamavano. Laggi, continuavano i marinai, il clima sempre mite, la terra talmente fertile che non c neppure bisogno di coltivarla, le brezze sono dolci e cariche di rugiada. Sertorio rimase molto colpito da questo racconto. Dopo aver udito ci racconta Plutarco egli fu preso da uno straordinario desiderio di trasferirsi in quelle isole, per sottrarsi cos alla tirannide e alle guerre incessanti. Ma non lo fece, e mor ucciso, pare, dal suo luogotenente.
I FILM
LUOMO DI ARAN di Robert J. Flaherty, 1934 Documentari osulla vita dei pescatori delle isole Aran, al largo delle coste irlandesi, alle prese con una natura non troppo benevola. Vincitore del Festival di Venezia STROMBOLI TERRA DI DIO di Roberto Rossellini, 1950 Ingrid Bergman una profuga lituana costretta a sposare una guardia per restare in Italia. Ma la vita sullisola di Stromboli la metter a dura prova VULCANO di William Dieterle, 1950 Una prostituta viene fatta rimpatriare a Vulcano, lisola in cui nata. il film risposta di Dieterle Magnani alla coppia Rossellini Bergman LISOLA DEL DOTTOR MOREAU di Don Taylor, 1977 Un naufrago approda sullisola in cui un misterioso dottore si dedica a terribili esperimenti CAST AWAY di Robert Zemeckis, 2000 Superstite di un incidente aereo, Tom Hanks trascorre quattro anni su unisola deserta
9 770390 107009
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40821
1,20 in Italia
PREZZI DI VENDITA ALLESTERO: Portogallo, Spagna 1,20 (Azzorre, Madeira, Canarie 1,40); Grecia 1,60; Austria, Belgio, Francia (se con D o Il Venerd 2,00), Germania, Lussemburgo, Monaco P., Olanda 1,85; Finlandia, Irlanda 2,00; Albania Lek 280; Canada $1; Costa Rica Col 1.000; Croazia Kn 13;
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Caos nella citt santa, presidiata dalle truppe Usa e dalla polizia irachena. Decine di morti nelle ultime ventiquattrore
Najaf,Sadrnonsarrende
Ma cede il mausoleo a Sistani. Scomparso giornalista italiano
LALTRA GUERRA SUI MERCATI
VITTORIO ZUCCONI
OPO diciotto mesi di occupazione euro-americana dellIraq, dove ribolle nel sottosuolo il secondo serbatoio petrolifero del pianeta, il prezzo del barile di greggio ha sfiorato ieri i 50 dollari, venti pi di quanto costasse alla vigilia dellinvasione. Lo slogan tanto caro ai pacifisti e scandito sulle piazze del mondo, no blood for oil, no al sangue in cambio del petrolio, si rivela quindi largamente fuori bersaglio, visto che dallinvasione i consumatori americani ed europei di greggio hanno finora estratto pi blood che oil. Se lobbiettivo implicito e cinico di cambiare regime in Iraq e democratizzare la regione era, tra i tanti retoricamente proclamati, stabilizzare il mercato internazionale del greggio strappandolo ai satrapi dei deserti e ai ricatti dellOpec, anche quello si pu collocare nello stesso sgabuzzino dove stanno le famose armi di distruzione di massa di Saddam Hussein. SEGUE A PAGINA 15
NAJAF Moqtada Al Sadr non sarrende. Il leader religioso sciita cede il mausoleo di Al, allimam Al Sistani. Ma la milizia Mahdi non pare ancora non aver evacuato il luogo santo. Il caos regna in citt, stretta tra truppe americane, polizia irachena e i miliziani sciiti. Nelle ultime ventiquattrore le vittime degli scontri sarebbero diverse decine. La situazione nella citt santa sta surriscaldando anche il clima di Bagad: nel quartiere sciita di Sadr City si promette battaglia. intanto giallo sulla sorte di un giornalista italiano: Enzo Baldoni potrebbe essere stato rapito mentre era nellarea di Najaf. Nuovo messaggio video del reporter americano sequestrato: Sto bene, ma gli americani devono lasciare lIraq. Ancora allarme per il contingente militare italiano a Nassiriya; vi sarebbero 200 guerriglieri pronti ad attaccare. Continuano gli scontri anche in altre citt del paese. BOLOGNINI, BOLZONI e FAZZO ALLE PAGINE 2, 3 e 5
Calcio scommesse chieste pene dure Bettarini fuori 3 anni Nuova polemica sulle carceri per una proposta Udc
LE IDEE
ScontronelPolosullamnistia
Fallito un attentato sulla linea Bologna-Firenze
FRANCO CORDERO
Ivano Brugnetti
NELLO SPORT
IL CASO
I proletari dellatletica
dal nostro inviato EMANUELA AUDISIO ATENE A MARCIA, s. La proletaria dellatletica. Spessa, dura, leggera. Quella che sta ai margini, in provincia, che vede lo stadio solo allinizio e alla fine, ma che da cinquantanni disegna le sue mappe vincenti di fatica. Scarnafigi, Cuneo, Damilano veniva da l. Fu duro a Mosca nell80 tirare fuori la cartina e spiegare al mondo dove si trovava. Funzion meglio citando le Langhe e Fenoglio, con la geografia dellanima si va pi spediti. Prima cerano stati Frigerio, Dordoni, Pamich. SEGUE A PAGINA 49
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