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Federica Grilli

Il Car taginese che sf id Roma

annibale

IL MULINO A VENTO
Per volare con la fantasia

Collana di narrativa storica per ragazzi

Editor: Paola Valente Redazione: Emanuele Ramini Ufficio stampa: Salvatore Passaretta Team grafico: Letizia Favillo 1a Edizione 2013 Ristampa 7 6 5 4 3 2 1

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Federica Grilli

Il Cartaginese che sfid Roma

annibale

Illustrazioni di

Mauro Marchesi

LA REGINA DEL MEDITERRANEO


Cartagine, primavera 237 a.C.

la si guardi, il pi bel posto del Mediterraneo. O del mondo, che come dire la stessa cosa. E di sicuro lo in una bella giornata, quando il dolce sole di primavera ti scalda il viso e un vento fresco che sa di mare ti arriva fin dentro i polmoni. Questo era quello che pensava Annibale mentre ammirava la splendida vista della baia dalla collina che digrada dolcemente verso il mare. Nove anni, gambe non troppo lunghe, fisico magrolino, una montagna di capelli ricci che arrivavano fin sugli occhi, due fessure lucenti che non perdevano una virgola di quello che succedeva, il giovane Annibale era sempre pronto allavventura. Lo seguiva continuamente, nei passi e nei pensieri, Asdrubale, minore di un anno, ma non pi piccolo nel fisico. I due fratelli sembravano coetanei, molti li scam-

Non ci sono dubbi: Cartagine, da qualsiasi parte

biavano per gemelli, eppure bastava osservarli un poco per capire quale dei due prendeva le decisioni. Come tutte le settimane, stavano approfittando della loro giornata di vacanza per farsi una passeggiata in citt, scortati dal vecchio servo Naravas. Per la verit la compagnia di Naravas non durava mai molto. In genere partivano da casa tutti e tre con un passo lento e meditato, che si manteneva per la strada che arrivava in citt. Nei pressi del porto, solitamente i due ragazzi cominciavano a correre, tanto che dopo pochi minuti Naravas aveva gi il fiatone, e i fratelli, veloci come volpi, si infilavano in una delle tante stradine. A quel punto il gioco era fatto: al povero vecchio non rimaneva che abbandonarsi a sedere su qualche scalino a riprendere fiato, prima di mettersi con pazienza alla ricerca dei suoi protetti. Ricerca che, inspiegabilmente, terminava sempre quando arrivava lora di tornare a casa per il pranzo. I due ragazzi nel frattempo andavano a curiosare nella zona del porto per vedere le ultime navi attraccate. Ce nerano di ogni genere e forma: eleganti e tozze, fatiscenti e lucide che sembravano appena uscite dal cantiere; alcune erano enormi e adatte a lunghe traversate, altre piccole e leggere.

Annibale e Asdrubale le osservavano tutte, commentando la qualit del legname, la robustezza dei finimenti, la resistenza delle sartie come fossero stati due vecchi lupi di mare. Una volta oltrepassato il porto, i due ragazzini accedevano a un mondo a parte: larea del mercato, una serie di strette stradine su cui si aprivano centinaia di botteghe, taverne, bancarelle, osterie, carri e tendoni. Un mondo brulicante di uomini e bestie, in cui si potevano sentire versi di ogni tipo e tutte le lingue inventate dalluomo. Per non parlare degli odori! Gli unguenti pi ricercati si confondevano con gli olezzi pi insopportabili: puzzo di sudore, di animali, di escrementi, di salsedine, di cuoio macerato, di pesce andato a male. Nella DENTRO LA STORIA... zona infatti cera in I Fenici erano famosi per la proattivit anche una tin- duzione di stoffe di porpora. Il ticolore rosso intenso veniva toria, dove si facevano pico ottenuto dalla macerazione di molluschi chiamati murici, il cui vesti di porpora. composto emanava un odore Nel mercato di Car- molto intenso. tagine cera veramente di tutto: incenso dArabia, orecchini dargento puro, velluti di porpora, schiavi nubiani, mirra dOriente, pappagalli colorati, ampolle di vetro alessandrino

In una strada, un macellaio castrava vitelli, accanto, un mercante di sale litigava con il suo vicino, un grossista di pessimo vino tagliato con spezie. Nella strada successiva, un intagliatore davorio esponeva la sua pregiata mercanzia: pettini, collane, amuleti, parure di gioielli. Subito dopo, un artigiano del cuoio lavorava bellissime cinture, finimenti per cavalli e bisacce. Un altro vendeva maschere, un altro uova di struzzo decorate, un altro scarabei in corniola e diaspro verde.

Annibale e Asdrubale saltavano da una parte allaltra come due cavallette. Fingevano di voler acquistare una partita di datteri e tenevano impegnato il venditore finch quello si rendeva conto che lo stavano prendendo in giro; odoravano una serie di sacchi contenenti spezie con tutti i possibili colori e profumi esistenti in natura, ma mescolavano tutte le polveri e fuggivano rincorsi dal venditore; facevano il verso a una scimmietta che ballava davanti a un pubblico radunato, fintanto che quella, accortasi della cosa, si aggrappava sul braccio di Asdrubale dandogli un morso sulla mano, con gran risate di Annibale. Velocemente arriv lora di pranzo. Adesso disse Annibale ora di andare a farci trovare da Naravas e di tornare a casa. E cos cominciarono a cercare il vecchio servo, ma mentre camminavano successe qualcosa di strano. Annibale si ferm di botto e Asdrubale, dietro, gli and a sbattere contro: Ehi, fai attenzione a dove cammini Asdrubale non termin la frase, perch si accorse che lo sguardo di Annibale era bloccato da qualcosa. Ovviamente cerc di capire da cosa. Nellarea pi estrema del mercato, quasi sul molo, in

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una zona solitamente vuota, stava esponendo alla clientela le sue merci un mercante tornato proprio quella mattina da un viaggio di rifornimento in Siria. Il venditore era un vecchietto smilzo come un bastone, con una pelle tanto grinzosa che a distenderla ci si poteva fare una vela di nave, ma tutta bruciata dal sole e dal vento di mare. Occupava una vasta area intorno a lui, dove aveva disposto tutte le sue meraviglie, che avevano richiamato una piccola folla. Cerano statuine e amuleti in avorio, uova di struzzo intagliate, vasi dargento, vetri soffiati dai mille colori, perfino statue di leoni e sfingi, e poi sei uomini e una donna, schiavi appena catturati dai pirati. Annibale per non vide niente di queste cose: la sua attenzione fu catturata da un cucciolo di elefante che se ne stava raggomitolato su se stesso e barriva terribilmente per lo spavento di trovarsi tra tutta quella gente e soprattutto per il dolore causato dalle frustate che il venditore gli rifilava di continuo su tutto il corpo: la schiena, le zampe, le orecchie, perfino sulla proboscide. Il povero animale era atterrito, lanciava dei barriti che spezzavano il cuore, ma nessuno sembrava accorgersi di niente. Annibale invece non ci pens un secondo. Con la mano blocc la frusta che il vecchio stava per abbattere di nuovo sulla povera bestia.

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Il mercante, indispettito, cerc di scrollarlo via. Vai via, ragazzo, o dovr usarla anche su di te! Annibale non si fece intimorire. Non ti vergogni di frustare cos un piccolo animale? Lo ucciderai se non ti fermi. E di cosa ti impicci tu? Lelefante mio, ma stato un pessimo acquisto. Questo furbastro si mangiato tutta la frutta che avevo intenzione di vendere questa mattina, e adesso deve ripagarla e nel dire questo cerc di nuovo di strattonare via la frusta dalle mani di Annibale, che per non cedette di un millimetro.

Ti ripagher io la frutta, se tu smetti di frustarlo disse Annibale. Tu?! E come pensi di pagarmi dieci casse di ottima frutta fresca? Sei solo un povero ragazzetto. Non sai di che stai parlando, vattene.

Asdrubale stava tirando la manica del fratello per convincerlo a lasciar perdere, ma Annibale reag: Certo che posso pagare, vecchio. Fa attenzione: stai parlando ad Annibale, il figlio maggiore di Amilcare Barca! gli url contro sprezzante. Al nome del Barca, il venditore per un attimo rimase sorpreso, ma solo per un attimo, perch mezzo secondo dopo aveva gi avuto un guizzo di furbizia per mettere a segno un altro affare. Il figlio di Amilcare, eh? cominci subdolamente il vecchio, se tu fossi veramente figlio di Amilcare potresti comprare anche lelefante, altro che frutta! Certo che posso farlo, e lo far! Annibale, tradito dallet e dal carattere orgoglioso, cadde in pieno nel tranello del venditore. Fai portare lelefante nella nostra tenuta in campagna, e sarai pagato, avido mercante! Il ragazzo aveva appena finito di pronunciare quelle parole quando alle spalle arriv trafelato il vecchio Naravas, che si mise le mani sui capelli. E chi glielo spiegava ora alla padrona che al mercato si erano comprati addirittura un elefante?

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UNA BRUTTA SORPRESA

lo strano comportamento dei loro genitori. Niente punizioni, niente facce arcigne, niente sfuriate, nemmeno un rimprovero. Non che i Barca fossero crudeli, ma certo erano genitori severi perch pretendevano il massimo dai loro figli sia nellimpegno negli studi, sia nel comportamento in privato e in pubblico. In fondo si stava DENTRO LA STORIA... parlando dei figli di Amilcare era detto Barca da baAmilcare Barca, il pi rak, che in punico significa fulmigrande generale di Car- ne, per le sue doti di condottiero. Barca non era quindi un cognotagine, luomo che ave- me vero e proprio, ma un sopranche poi passato anche va lottato contro i Ro- nome, ai suoi figli. mani senza essere mai sconfitto. Annibale si fece avanti.

Annibale e Asdrubale non sapevano capacitarsi del-

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Mamma, stata tutta colpa mia, sono io che ho detto al mercante Il padre lo interruppe con un cenno della mano. Ragazzi, arrivato il momento di parlarvi di una cosa importante. Annibale e Asdrubale si scambiarono uno sguardo perplesso. Se i genitori erano disposti a lasciar andare su un episodio come quello, lacquisto sconsiderato di un elefante, evidentemente cera qualcosa di grosso sotto. In un secondo furono assorbiti dalla curiosit. Fu il padre a parlare di nuovo: Ascoltate bene, figli miei. Domani partir per la Spagna. Quelle parole ebbero leffetto di una coltellata. Amilcare era tornato a Cartagine solo tre anni prima, solo da tre anni tutta la famiglia era riunita, e lui voleva gi partire di nuovo. Annibale si volt verso sua madre per trovare la conferma di quelle parole e non pot fare a meno di notare il luccichio sul suo ciglio destro, appena un secondo prima che la donna girasse con un brusco scatto la testa dallaltra parte. S, so cosa volete dire continu il padre. Volete dire che vi sto abbandonando di nuovo, ma non cos.

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Il padre ora stava sudando per cercare le parole pi adatte. Mi si spezza il cuore a lasciare voi e vostra madre, ma non sarei un uomo onesto e un bravo cittadino se non facessi fronte alle mie responsabilit. E la mia responsabilit adesso proteggere Cartagine dai suoi nemici e aiutarla a rialzarsi dalla condizione di servit in cui si trova. Servit? Nemici? Annibale non capiva. Da quando era nato era sempre stato bene a Cartagine. Loro, lui e la sua famiglia, erano liberi in tutto, non erano schiavi come il vecchio Naravas o gli altri schiavi che conosceva, che dovevano lavorare per qualcun altro. E poi chi erano i nemici? Amilcare cap la difficolt dei suoi figli, perci si sforz di spiegarsi meglio. Ci teneva davvero tanto che Annibale capisse! Cos ricominci: La nostra amata patria, Cartagine, come DENTRO LA STORIA... ben sapete venne fondata Secondo la leggenda, Cartagine secoli e secoli fa dalla re- sarebbe stata fondata da Didoprincipessa di Tiro, dopo esgina Didone. Ella am a ne, sere stata usurpata del trono da tal punto la sua creazione parte del fratello Pigmalione. da decidere di immolarsi

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sul fuoco, per attirare la benevolenza degli dei sulla citt e farla divenire forte e potente. E ora noi Cartaginesi non possiamo permettere che il sacrificio della regina Didone si perda invano. Voi non potete saperlo, perch non eravate ancora nati, ma Cartagine nel tempo era diventata un grande impero che si estendeva dalla costa dellAfrica alla Spagna, fino a tutte le isole del Mediterraneo. Ventanni fa eravamo i signori del Mediterraneo ma i Romani, prepotenti e invidiosi, vollero la ricchezza che avevamo noi. Noi Cartaginesi abbiamo sempre voluto la pace, perch noi amiamo la pace, ma i Romani ci costrinsero a far guerra, e anche se noi combattemmo con ardore e valore, alla fine vinsero loro E ci obbligarono a firmare un accordo di pace umiliante. I due fratelli ascoltavano attenti. Perci riprese Amilcare ora Cartagine non pi libera di fare quello che vuole, non siamo pi padroni a casa nostra, dobbiamo chiedere il permesso per attraccare le navi nelle colonie che prima erano nostre. Ma io non ho lottato come un leone per vedere la mia patria sottomessa e non mi rassegner finch non avr fatto il possibile per liberarla. Per questo devo andare in Spagna, figli miei, per combattere ancora contro i Romani e salvare il nostro impero.

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I due ragazzi erano stupefatti. Appena pochi minuti prima erano in apprensione per la punizione dovuta allacquisto di un elefantino, e ora si ritrovavano a dover dire unaltra volta addio al proprio padre. Annibale si sent una stretta al cuore, mentre un cordone pesante attorno al collo quasi gli impediva di respirare. Guard i fratelli Asdrubale e Magone, di soli due anni, e le tre sorelle, che stavano in disparte dietro la mamma. Certo, loro erano ormai grandi, sposate o fidanzate, e avviate verso nuove famiglie; i due fratelli erano invece troppo piccoli per ricordare, troppo piccoli per capire quanto sarebbe stata dura stare senza il loro padre, ma lui, Annibale, sapeva perfettamente cosa avrebbe perso. Ricordava bene comera prima che il padre tornasse dalla guerra. Il dolore era cos lancinante che egli fece lunica cosa che gli venne in mente. In un secondo prese la decisione che avrebbe cambiato il resto della sua vita. E aveva soltanto nove anni. Annibale and verso il padre e tra lo stupore generale gli disse: Ti prego, portami con te! Il padre lo guard con grande tenerezza, poi lo abbracci calorosamente e gli disse:

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Non puoi Annibale, sei solo un ragazzo. Il tuo posto qui a Cartagine, vicino a tua madre. No padre, il mio posto vicino a te.

Luomo sembr molto colpito dalla determinazione di quelle parole, come tutti gli altri, del resto. Subito cerc ancora di dissuaderlo parlandogli dei disagi della vita militare, della dura vita che avrebbe fatto in Spagna, senza contare i pericoli in cui sarebbe incorso Infine, per, resosi conto che tutte le parole erano inutili, prese Annibale per le spalle e lo condusse con s nella terrazza pi alta, di fronte allaltare della loro casa, laltare in cui facevano le offerte e le preghiere al dio Baal, che in cambio proteggeva la casa e i suoi abitanti. Sotto un cielo di stelle luminose e affascinanti, Amilcare disse: Annibale, se proprio vuoi venire in Spagna, devi prima fare una cosa per me, qui, ora, davanti a questo altare. Annibale cap che quel momento era di estrema importanza, perci assunse unaria seria. Si limit quindi ad annuire, per dire che era pronto. Segui le parole del mio giuramento e ripeti: Io Annibale, figlio del comandante Amilcare detto Barca, giuro, qui davanti al dio Baal, alla dea Tanit, al dio Melkqart e a tutta la mia famiglia che mai, mai, mai nella mia vita sar amico di un romano. Io prover sempre odio eterno verso quel popolo!

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Annibale rimase un poco impressionato dalla violenza di quelle parole ma non ebbe dubbi e ripet il giuramento, parola per parola. Era sicuro di avere reso felice suo padre. Ora il destino era stato scelto, non si poteva pi tornare indietro: Annibale sarebbe partito per la Spagna con suo padre e, di sicuro, non era per una vacanza di pochi giorni. Nessuno in quel momento lo poteva prevedere, ma sarebbero passati trentatr anni prima che egli potesse far ritorno a Cartagine.

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A TU PER TU con

il Cartaginese che sfid Roma


APPROFONDIMENTI

Cartagine...
Il nome Cartagine significa Citt Nuova. Secondo una leggenda romana, Didone, la regina di Tiro, si era allontanata dalla sua terra dopo che il fratello Pigmalione le aveva ucciso il marito per impossessarsi del suo trono e delle sue ricchezze. Approdata sulle coste dellAfrica, fond una nuova citt, appunto Cartagine. Cartagine, in realt, fu fondata attorno all800 a.C. da esuli fenici provenienti da Tiro.

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Antiche rovine di Cartagine

... la signora del Mediterraneo


Nel corso dei secoli, Cartagine divenne una citt grande, ricca e raffinata, con numerose biblioteche, palazzi, piscine e bagni pubblici. Il sistema di governo era simile a quello di Roma: il potere era in mano a un Senato e i sufeti, due figure simili ai consoli, mettevano in pratica le decisioni prese. A differenza di Roma, per, Cartagine aveva sviluppato una vocazione per il commercio marittimo e nel III secolo a.C. aveva il dominio politico e commerciale di tutto il Mediterraneo occidentale.

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Cartagine...
Sempre secondo la stessa leggenda romana, Didone si innamor di Enea, un eroe troiano che, in fuga dalla sua citt in fiamme, era naufragato sulle coste cartaginesi. Gli dei, per, avevano riservato per lui un altro destino: egli avrebbe dovuto proseguire il suo viaggio fin sulle coste del Lazio dove avrebbe fondato una nuova citt. Dalla sua stirpe sarebbe nato il fondatore di Roma. Quando Didone scopr la sua fuga, maledisse Enea, prevedendo eterna inimicizia tra i loro popoli. Dalla maledizione di Didone, nacque, secondo i Romani, la feroce rivalit tra Roma e Cartagine.

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... e il contrasto con Roma


I veri motivi di contrasto erano, invece, politici ed economici. Roma, infatti, dopo aver esteso i propri domini in tutta Italia, doveva rendere sicure le proprie coste. Questo era possibile solo allargando la sua influenza sulle regioni che si affacciavano sul Mediterraneo le quali, per, erano zone di dominio cartaginese. Si crearono perci dei forti contrasti fra le due potenze. Fra il terzo e il secondo secolo a.C. furono combattute tre guerre molto sanguinose, le guerre puniche, chiamate cos perch i Romani chiamavano Puni i Cartaginesi. Le guerre puniche si conclusero con la completa distruzione di Cartagine.

Annibale...
Annibale considerato uno dei pi grandi generali della storia. Lattivit militare era per lui una sorta di tradizione familiare. Annibale era, infatti, figlio di Amilcare Barca, lunico generale cartaginese a non essere mai stato sconfitto dai Romani durante la prima guerra punica.

ANNIBALE SULLA
247 a.C. 221 a.C. 218 a.C. 216 a.C.

Nasce a Cartagine

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Viene nominato generale

Inizia la Vince spedizione a in Italia Canne

... genio militare


Annibale inizi giovanissimo la carriera militare. A soli nove anni part assieme al padre alla volta della Spagna e, nella conquista di quella regione, si distinse per intelligenza militare e coraggio. Cos, quando il generale Asdrubale mor, i soldati allunanimit acclamarono generale il giovane Annibale ed egli si ritrov, a soli 26 anni, a capo di uno dei pi potenti eserciti del Mediterraneo.

LINEA DEL TEMPO


202 a.C. 183 a.C.

Viene sconfitto a Zama

Si suicida in Bitinia

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Annibale...
Annibale fu uno dei maggiori protagonisti della seconda fase della guerra tra Romani e Cartaginesi, la cosiddetta seconda guerra punica. A differenza della prima, che fu combattuta principalmente sul mare, la seconda fu un continuo susseguirsi di battaglie terrestri. Questo per volere dello stesso Annibale che costrinse i Romani a combattere sul loro territorio in seguito alla sua incredibile impresa dellattraversamento delle Alpi, unimpresa mai tentata prima. Per questo i Romani, che avevano sempre pensato che le Alpi fossero invalicabili, furono presi di sorpresa e non riuscirono a reagire prontamente.

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... e la seconda guerra punica


In breve tempo, Annibale riusc a vincere ripetutamente la resistenza dellesercito romano. Era la prima volta, dopo molti secoli, che Roma era veramente in pericolo. A questo punto i Romani decisero di attaccare direttamente Cartagine. Annibale fu, quindi, costretto a lasciare i territori italiani conquistati per far ritorno in patria. Lo scontro decisivo si ebbe a Zama (202 a.C.) che termin con la sconfitta di Annibale e la presa di Cartagine.

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Annibale...
Annibale considerato uno dei pi grandi geni militari non solo per le sue incredibili vittorie ma anche perch introdusse importanti novit nel campo delle tattiche militari. Fu infatti il primo a utilizzare la manovra a tenaglia. Tale manovra si basa sullaccerchiamento delle truppe nemiche, realizzando una vera e propria trappola per la fanteria avversaria che non ha pi vie di fuga per potersi ritirare.
Romani Cartaginesi
cavalleria fanteria pesante cavalleria

fanteria leggera

fanteria pesante

Ricostruzione della manovra a tenaglia

INDICE
La regina del Mediterraneo Una brutta sorpresa Si parte! Le cose cambiano Un ambizioso progetto Linizio della Grande Marcia I primi problemi La traversata delle Alpi La prima vittoria: il Trebbia La morte di Surus Unaltra vittoria per Annibale La grande vittoria di Canne E ora? Chiacchiere da osteria Il grande avversario: Publio Cornelio Scipione Il capitolo finale: la battaglia di Zama A TU PER TU CON IL CARTAGINESE CHE SFID ROMA 5 15 24 31 35 40 47 53 62 69 77 84 94 99 107 117 129

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