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13.

Contratti di importazione e trasporto di gas

13.2.1 Introduzione
In questo capitolo saranno esaminate alcune delle questioni legali e commerciali che si incontrano pi comunemente negli accordi per limportazione e il trasporto di gas. In particolare, verranno affrontati i problemi relativi agli accordi contrattuali per la produzione di gas naturale e il suo trasporto in un gasdotto fino al punto di consegna, e alla liquefazione, al trasporto e alla rigassificazione di Gas Naturale Liquefatto (GNL). Si fatto riferimento a un certo numero di esempi concreti, riguardanti il settore dei gasdotti e quello del GNL, cercando di individuare e di analizzare alcuni dei principii di pi vasta applicazione. In molti casi, i progetti di sviluppo di gas naturale sono stati realizzati per soddisfare la domanda a livello locale, e solo pi recentemente i sistemi di gasdotti hanno assunto dimensioni regionali e il settore del GNL, in alcuni casi, addirittura globali. Questo capitolo affronta alcuni dei temi legali e commerciali che si incontrano con maggiore frequenza negli accordi per il trasporto del gas, prodotto in uno Stato, fino allacquirente o al consumatore situati in un altro Stato, spesso attraverso il territorio di uno o pi Stati interposti. Saranno analizzati gli aspetti relativi agli accordi contrattuali per la produzione di gas e il suo trasporto (in gasdotto o per nave) fino al punto di consegna. Tali accordi sono stati strutturati tradizionalmente come contratti a lungo termine in un contesto di certezza degli approvvigionamenti e mercati garantiti. Ma le tendenze a una liberalizzazione dei mercati, emerse recentemente in molti paesi consumatori, si oppongono al mantenimento delle strutture tradizionali e degli accordi che le accompagnano, caratterizzati da mancanza di flessibilit e dal ricorso al finanziamento creditizio. Allo stesso modo, la tendenza alla privatizzazione o verso qualche altra forma meno radicale di separazione degli interessi dello Stato da quelli privati o commerciali ha prodotto un approccio pi sofisticato alla

concessione di diritti da parte di uno Stato, da un lato, e alla sua partecipazione a progetti commerciali, dallaltro. Negli ultimi anni si assistito a un notevole aumento del numero degli accordi o dei trattati stipulati tra gli Stati in relazione a progetti transnazionali, nonch degli accordi di attuazione o degli accordi del paese ospitante tra singoli Stati e gli sponsor dei progetti. Sebbene le grandi compagnie petrolifere siano sempre state presenti in entrambi, il settore dei gasdotti e quello del GNL sono rimasti sostanzialmente indipendenti luno dallaltro. Tuttavia, negli ultimi anni, lo sviluppo di mercati fluidi e trasparenti per il commercio di gas negli Stati Uniti e nellEuropa nordoccidentale ha contribuito ad avvicinare questi settori un tempo separati. La dipendenza dalle importazioni di gas degli Stati dellEuropa nordoccidentale ha recentemente favorito lo sviluppo di molti gasdotti transnazionali e di nuovi impianti di rigassificazione del GNL. Tradizionalmente, lapprovvigionamento di questi mercati avveniva sulla base di contratti non flessibili a lungo termine, mentre oggi si tende a stipulare contratti con una durata pi breve e a scegliere i termini contrattuali sulla base degli obblighi imposti dai regimi di regolamentazione vigenti, delle leggi sulla concorrenza e di prezzi di mercato frutto della concorrenza tra gas di diversa provenienza. Conclusasi la fase in cui lo scopo principale del potere politico e delle autorit di regolamentazione era quello di garantire a tutti i potenziali utilizzatori il diritto di accesso agli impianti esistenti, ultimamente si assistito a un cambiamento di prospettiva, dovuto al riconoscimento della necessit di creare condizioni che assicurassero lafflusso di nuovi investimenti. Le condizioni commerciali e regolamentari che possono incoraggiare maggiormente i nuovi investimenti nel campo della realizzazione di gasdotti transnazionali e di impianti di GNL non coincidono necessariamente con la liberalizzazione dei mercati e le incertezze riguardanti lo sviluppo dei progetti sono state esacerbate dalla tendenza a valutare

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caso per caso il quadro regolamentare di ogni nuovo progetto. Questi cambiamenti hanno indotto molti a immaginare che nel prossimo futuro lEuropa nordoccidentale possa essere teatro di un riallineamento dei mercati del gas, simile a quello intervenuto negli Stati Uniti intorno alla met degli anni Ottanta, nel corso delle cosiddette take or pay wars, o nel Regno Unito alla met del decennio successivo, in seguito alla ristrutturazione dellex British Gas e dellindustria inglese del gas. A differenza per di questi riallineamenti, che interessarono solo il settore dei gasdotti, la situazione in Europa nordoccidentale tale da far ritenere che il cambiamento si estender anche al settore del GNL. Negli Stati Uniti e nel Regno Unito i problemi avevano una dimensione locale, mentre in Europa nordoccidentale hanno sostanzialmente un carattere transnazionale, e la posizione dei contratti internazionali per la compravendita di gas di gasdotto o di GNL quella potenzialmente pi fragile. La ristrutturazione o la rinegoziazione di tali contratti non si svolger nel contesto delle leggi nazionali, come negli Stati Unti e nel Regno Unito, ma in quello della legge applicabile e del forum arbitrale designati. Queste sono alcune delle ragioni che giustificano la scelta di trattare insieme in questo capitolo le materie riguardanti i gasdotti e il settore del GNL.

la Polonia, gli Emirati Arabi Uniti, il Sudafrica, lIndia e il Pakistan. Anche questi recenti cambiamenti dipendono dallevoluzione della situazione politica, economica e giuridica. Mentre i primi progetti per lo sviluppo di gasdotti nella regione del Caspio avevano come obiettivo le esportazioni verso i paesi dellEuropa occidentale (dove lattuazione del Trattato sulla Carta dellEnergia, TCE, svolse un ruolo centrale), pi recentemente lattenzione si spostata a oriente e alla prospettiva di esportare gas naturale da Russia, Kazakhstan e Turkmenistan verso i paesi asiatici. Nel 2005 esistevano circa quarantacinque terminali di importazione di GNL e una ventina di impianti di liquefazione, questi ultimi situati prevalentemente in Asia, Africa, Australia, Medio Oriente e nelle due Americhe. La maggior parte degli impianti di rigassificazione si trova invece in Asia settentrionale e, in numero crescente, negli Stati Uniti, in America Latina e in Europa.

13.2.3 Struttura dei progetti di gasdotti


La progettazione di nuovi gasdotti transnazionali riflette le caratteristiche strutturali e il livello di sviluppo raggiunto dal settore energetico nella nazione produttrice, in quelle di transito e in quella a cui il gas destinato. Uno dei principali problemi di questo settore riguarda la difficolt di conciliare la natura a lungo termine degli accordi contrattuali e finanziari, necessaria per sostenere la costruzione iniziale del gasdotto, con le oscillazioni del mercato nei paesi consumatori. un problema che si presenta sin dalle fasi iniziali di qualunque progetto e che lo accompagna lungo tutta la sua durata. Le iniziative assunte da molti paesi consumatori (e dalla Unione Europea nel suo complesso) a favore di una liberalizzazione non solo del mercato del gas, ma anche di quelli energetici, si troveranno spesso in contrasto con le strutture commerciali e contrattuali tradizionalmente adottate per la realizzazione e la gestione dei gasdotti transnazionali. Ci valido in tutti i casi, ma lo particolarmente in quello di progetti di gasdotti che aspirino ad avere accesso a un finanziamento creditizio, sulla base del classico project financing. L usuale richiesta delle banche finanziatrici di individuare tutti i rischi o le entrate e le uscite previste per lintera durata del progetto, e quindi di fissarle o limitarle su una base a lungo termine (e comunque fino allestinzione del debito), mal si concilia infatti con due di queste iniziative. La prima mira a garantire libert di accesso alla capacit dei gasdotti, mentre la seconda riguarda le azioni volte a creare mercati del gas liquefatto trasparenti e a favorire il libero commercio di gas, o almeno la riapertura periodica degli accordi a lungo

13.2.2 Esame dei progetti di gasdotti e di GNL


Progetti di gasdotti

Da molto tempo, ormai, i progetti nel settore del gas naturale si collocano tra le pi importanti realizzazioni nel campo dellingegneria e delle costruzioni a livello mondiale. La caduta della produzione locale o regionale nelle principali aree di consumo e laumento della domanda in molte altre regioni (tra cui quella di economie emergenti come lIndia e la Cina) hanno posto le premesse per la realizzazione di nuovi impianti e il potenziamento di quelli esistenti. La ritrovata vitalit del settore energetico e i piani per la realizzazione di nuovi impianti di produzione di energia elettrica (in particolare in Asia) contribuiscono a questa proliferazione di nuovi progetti di sviluppo. I progetti gi approvati o ancora in fase di studio comprendono: un gasdotto Est-Ovest in Cina; il progetto North Transgas per un gasdotto che colleghi la Russia alla Germania attraverso il Mar Baltico; il gasdotto Balgzand Bacton Line (BBL) dai Paesi Bassi allInghilterra; il progetto di un gasdotto da Papua Nuova Guinea allAustralia. Inoltre, in tutto il mondo si costruiscono, si potenziano, si ristrutturano o si progettano nuovi sistemi per la distribuzione del gas naturale. Tra i paesi che hanno in cantiere o stanno progettando i pi grandi sistemi di distribuzione del gas ci sono il Regno Unito, la Spagna,

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termine sui prezzi. probabile tuttavia che la questione pi importante per un gasdotto transnazionale sia quella delle entrate derivanti dalla vendita di gas in uno o pi paesi consumatori. Nei mercati tradizionali, tali entrate (e i singoli prezzi del gas) saranno riferibili ai movimenti dei prezzi dei combustibili concorrenti, cio, il pi delle volte, a quelli del greggio. Ma nei mercati liberalizzati questo approccio tradizionale alla determinazione dei prezzi del gas sta perdendo terreno e la tendenza alla liberalizzazione appare destinata a manifestarsi con forza sempre maggiore nella gran parte dei mercati, indipendentemente dal loro grado di sviluppo al momento della realizzazione del progetto. Quando il tradizionale legame con i prezzi del greggio viene indebolito o abolito e si adotta un sistema separato di determinazione del prezzo di mercato del gas (basato sulla concorrenza tra gas di diversa provenienza), allora probabile che siano rimessi in questione anche gli accordi finanziari e la politica dei prezzi posti alla base del finanziamento del progetto, con il ricorso al mercato azionario o creditizio. Nella maggior parte dei casi, tali accordi finanziari saranno rappresentati infatti da contratti a lungo termine, relativamente privi di flessibilit, incapaci di rispondere rapidamente ai cambiamenti che si manifestano in un mercato del gas sempre pi dinamico e dominato dalle contrattazioni a breve termine. I fattori che possono militare a favore o contro la scelta di una particolare struttura per quanto riguarda lentit destinata a realizzare, possedere e gestire il gasdotto, sono numerosi. Uno dei pi importanti lo scopo per cui il gasdotto stato progettato. Se il gasdotto stato progettato allo scopo di realizzare il valore del petrolio e del gas prodotti a monte, allora probabile che i proprietari del gasdotto siano gli stessi degli idrocarburi. Per es., se stato concesso un contratto di partecipazione alla produzione a favore di un certo numero di partecipanti a una joint venture contrattuale, allora probabile che anche il gasdotto sia considerato parte dello sviluppo a monte, e che anche lentit gasdotto assuma la forma di una joint venture contrattuale. In sostanza, il gasdotto fa parte in questo caso degli impianti a monte necessari a rendere disponibile il gas sul mercato. Se invece il gasdotto stato progettato come un sistema di raccolta regionale o un gasdotto di trasmissione, con il presupposto che i suoi soci possano avere o non avere interessi nella fase produttiva, allora pi probabile che il veicolo prescelto sia una societ di capitale. In questo caso, i soci promotori del progetto saranno soggetti interessati a operare nel settore dei gasdotti, il gasdotto assolver le sue funzioni allinterno dellinfrastruttura regionale del gas e il suo assetto rifletter gli interessi e gli obiettivi di chi opera nel campo delle infrastrutture, e non nel campo delle attivit petrolifere upstream. Nel primo caso, la propriet del gasdotto e le opportunit di

cessione a terzi dei diritti di accesso al gasdotto rappresentano attivit secondarie rispetto alla commercializzazione degli idrocarburi; nel secondo, sono la principale finalit dellimpresa. Inoltre, le circostanze specifiche e, forse, il paese in cui si desidera stabilire la sede del veicolo del progetto possono consigliare la scelta di una societ in nome collettivo o di una societ in accomandita semplice. Altri fattori di cui occorre tener conto nella scelta dellentit pi adeguata sono: a) il trattamento fiscale e quello contabile; b) le restrizioni sulle propriet o sugli investimenti esteri; c) gli obblighi di partecipazione di imprese locali; d ) la limitazione della responsabilit. Qualora un gasdotto transnazionale attraversi territori diversi, dove sono previsti requisiti diversi (come nel caso di due Stati, ciascuno con i propri requisiti di partecipazione), pu verificarsi una separazione del gasdotto in vari tratti nazionali, collegati tra loro da un accordo ombrello. Allo stesso modo, trattandosi di strutture per loro stessa natura internazionali, non si pu escludere che quello che materialmente un unico gasdotto possa essere composto da due o pi entit separate. Per es., pu esserci il requisito di partecipazione di una compagnia di Stato in ogni paese attraversato dal gasdotto, in relazione a quella parte di esso che passa sul suo territorio. Oppure, pu essere previsto che le compagnie che detengono una quota di un impianto petrolifero debbano essere costituite nel paese in cui sorge limpianto.

13.2.4 Questioni legali relative alla realizzazione di gasdotti


La costruzione di un gasdotto internazionale pu far parte di un progetto pi vasto che abbraccia, da un lato, la produzione di gas e, dallaltro, il suo consumo. Per avere successo, il progetto dovr funzionare come un tutto integrato e ciascun anello della catena di accordi sar influenzato da tutti gli altri. Nel caso di un gasdotto progettato per vendere il gas prodotto a monte, probabile che si abbia una partecipazione integrata delle compagnie produttrici in tutte le fasi del progetto, in qualit di proprietarie del capitale del gasdotto e della titolarit dello sfruttamento della sua capacit, nonch di trasportatori della merce. anche probabile che vengano conclusi con le stesse compagnie accordi di produzione e di lavorazione del gas prima della sua consegna al gasdotto e accordi di vendita del gas al punto di uscita dal gasdotto. Nel caso di un gasdotto regionale, al contrario, probabile che vi sia una minore integrazione tra i proprietari e i gestori del gasdotto, rappresentati da entit separate da quelle che utilizzano il gasdotto per trasportare il proprio gas. Se il progetto fortemente integrato, i suoi partecipanti possono sfruttare la possibilit di privilegiare un

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certo anello della catena al posto di un altro. Per es., un partecipante pu avere interesse ad aumentare gli utili della sua attivit di produzione a monte, piuttosto che quelli derivanti dalle sue attivit nel gasdotto. Analoghe considerazioni possono essere applicate anche al gasdotto in quanto tale, e una delle questioni che saranno analizzate in seguito fino a che punto la propriet del capitale del gasdotto coincida con la propriet dello sfruttamento della sua capacit, o con il diritto di utilizzarla. Per quanto riguarda il gasdotto in quanto tale, la separazione della propriet del capitale da quella dei diritti di utilizzo della sua capacit consente di distribuire rischi e vantaggi nel modo che meglio risponde agli interessi complessivi dei partecipanti.
Due modelli a confronto: produttori di gas o gestori del gasdotto

I fattori che possono influire su questa scelta comprendono: lallocazione del rischio in generale, gli effetti sul piano fiscale e, nel caso di ricorso al finanziamento creditizio, la necessit di creare un flusso finanziario prevedibile a favore degli azionisti del gasdotto, per ottenere il quale si richiede spesso agli utenti del gasdotto (shipper) di accettare accordi di tipo particolare, noti come throughput o ship-or-pay commitments. In alcuni casi, gli sponsor del gasdotto mettono a disposizione di chi sia disposto a impegnarsi a prenotare una certa capacit di trasporto, una quota azionaria dellimpianto e i relativi diritti di propriet, in proporzione allestensione della capacit impegnata. Bench la situazione sia cambiata negli anni a causa del trasferimento di quote di interessi, la struttura originale dellInterconnector che unisce il Regno Unito al continente europeo era stata studiata in modo da far coincidere il possesso di una certa quota della propriet azionaria del gasdotto con il diritto di utilizzare in misura proporzionale la capacit dellimpianto. Tra laltro, questo semplific il finanziamento dellinterconnector, dato che i proprietari del gasdotto sapevano di poter contare su entrate garantite per tutta la durata del progetto, grazie allimpegno, assunto da quegli utenti, a versare annualmente una certa somma di denaro, a prescindere dal fatto che i diritti associati ai gasdotti fossero o meno effettivamente utilizzati per il trasporto fisico del gas.
Accordi di trasporto e codici

La natura degli accordi di trasporto pu variare a seconda delle condizioni del territorio attraversato da un gasdotto transnazionale. Certi requisiti, come lobbligo di partecipazione di un ente statale o il regime legale in vigore nei singoli Stati, possono far s che laccordo stabilito per il tratto di gasdotto che attraversa uno Stato differisca da quello applicabile a un tratto dello stesso gasdotto situato nel territorio di un altro Stato.

Oltre alla legislazione locale, possono esserci regolamenti e licenze derivanti da quella legislazione. Inoltre, occorre tener conto delle competenze dellautorit generale sulla concorrenza, sebbene, in pratica, esse siano esercitate per lo pi in senso convergente con quelle dellorganismo regolatore competente. In alcuni paesi esiste solo lautorit sulla concorrenza, mentre in altri si possono trovare accordi di regolamentazione del settore energetico o perfino regolamenti separati per i settori dellelettricit e del gas. A volte si deve fare riferimento anche a leggi o a norme valide a livello internazionale. Per es., gli Stati membri della Unione Europea (UE) sono soggetti, per quanto riguarda i gasdotti presenti sui loro territori, alle disposizioni delle direttive comunitarie e agli altri strumenti eventualmente in vigore. Inoltre, lo Stato in cui prevista la realizzazione di un gasdotto pu essere tenuto al rispetto di accordi internazionali o di trattati di pi vasta applicazione. La natura degli accordi stabiliti per i gasdotti influenzata da quella degli accordi legali e regolatori prevalenti. Un ruolo importante sar giocato inoltre dalle caratteristiche economiche o commerciali di un territorio, dai partecipanti e dallo stadio di sviluppo raggiunto dalla relativa industria del gas lungo la cosiddetta time-line, o linea del tempo, che nel caso dellindustria del gas tende a svilupparsi da un iniziale modello di tipo monopolistico (caratterizzato dal sostegno statale e dalla presenza di un mercato protetto) verso una struttura pi liberalizzata che prevede laccesso regolamentato ai mercati e agli impianti comuni. Pu essere utile offrire due esempi per illustrare le principali differenze tra le due situazioni. Il primo riguarda il caso di un gasdotto per il trasporto del gas prodotto (spesso in mare) al mercato locale, realizzato sin dallinizio con un eccesso di capacit o che dispone a partire da un certo momento di un eccesso di capacit a causa del declino dei volumi inizialmente stabiliti dal contratto. Tali circostanze daranno origine a un sistema di raccolta del gas, con lo svolgimento di negoziati caso per caso e condizioni di trasporto slegate dalle condizioni commerciali applicate ad altri utenti che utilizzino occasionalmente lo stesso sistema. Il secondo esempio riguarda invece un sistema di trasmissione/distribuzione sulla terraferma, gestito da una azienda di servizi pubblici in un mercato liberalizzato in cui (a causa di provvedimenti legislativi o regolamentari) sia stato stabilito di applicare condizioni non discriminatorie di accesso a tutti gli utenti del gasdotto, sottoposti, come il trasportatore, a un costante controllo regolamentare. Nel caso di un sistema di raccolta del gas, e in assenza di un controllo regolamentare locale o regionale, le condizioni di trasporto saranno stabilite sulla base dei rapporti di forza commerciali tra il trasportatore e lutente

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del gasdotto. In sostanza, il servizio che il trasportatore si impegna a fornire consiste nellaccettare il gas consegnato in un certo punto (a condizione che soddisfi i requisiti operativi e tecnici specificati) e nel consegnare a sua volta una quantit corrispondente di gas in un altro punto. Il servizio fornito dal trasportatore sar probabilmente un pacchetto di servizi, nel senso che il servizio fornito in blocco con un unico prezzo, in modo non del tutto trasparente per lutente. Tra le condizioni commerciali pi frequentemente applicate in questo genere di accordi si possono citare le seguenti: gli accordi di trasporto saranno stabiliti tra i proprietari del gasdotto o della sua capacit operativa e coloro che desiderano avervi accesso; gli accordi di trasporto indicheranno le quantit di gas naturale che saranno spedite di volta in volta; forniranno verosimilmente lindicazione delle quantit che dovranno essere riconsegnate e sar previsto il bilanciamento periodico delle quantit consegnate e ritirate dallutente; probabile che lo schema di determinazione dei prezzi o delle tariffe preveda laddebito di un costo per laccesso alla capacit e un costo, distinto dal primo, per luso del gasdotto, che dipender dalla quantit di gas trasportato; potranno esserci anche disposizioni che impongono il pagamento del trasporto di un certo volume di gas, a prescindere dal fatto che il gas sia stato effettivamente consegnato al trasportatore. Questo tipo di accordo prender il nome di ship-or-pay commitment o throughput commitment. Dato il carattere a lungo termine degli accordi di trasporto, potr essere prevista una correzione periodica del prezzo della capacit e di quello della materia prima. Gli esempi di questo tipo di approccio comprendono le correzioni effettuate in riferimento al tasso generale di inflazione e al valore del gas che sar trasportato; saranno descritti in modo particolareggiato alcuni aspetti tecnici e operativi, come la qualit, la pressione e altri parametri a cui il gas deve rispondere nel punto in cui viene immesso nel sistema. Potranno esserci inoltre analoghe disposizioni concernenti la presenza, nel punto di riconsegna, di impianti compatibili con il sistema e capaci di gestire una quantit di gas corrispondente a quella precedentemente immessa nel gasdotto; dato che il gas trasportato occasionalmente nel gasdotto apparterr a utenti diversi, sar necessario fornire norme che regolino lallocazione e lattribuzione dei diritti di propriet dei singoli componenti contenuti nella miscela di gas trasportata. Tali accordi saranno presumibilmente complessi e prevederanno, tra laltro, che la valutazione dei diritti di propriet sia effettuata facendo riferimento a quantit misurate di energia

e a tutti i componenti immessi, e rimossi, dalla miscela di gas trasportata. Vi potranno anche essere disposizioni relative a questioni come la sostituzione di vari diritti e priorit con altri, nel caso si verifichino limitazioni di capacit allinterno del sistema. Al contrario, gli accordi di trasporto in un sistema di trasmissione/distribuzione non saranno oggetto di trattative separate tra i proprietari del sistema e i potenziali utenti. Saranno fissate, invece, norme generali e applicabili a tutti, con unalta probabilit che sia il trasportatore a stabilire in modo autonomo le condizioni dellaffare, le tariffe e i ricavi che pu ottenere dai propri impianti. In un quadro giuridico liberalizzato, probabile che si proceda alladozione di norme non discriminanti, applicabili a tutti, volte a offrire condizioni di eguaglianza di trattamento e di opportunit a tutti i potenziali utenti. In generale, verr instaurato un sistema di controlli che garantisca il rispetto di norme giuste, sia per i proprietari degli impianti, sia per gli utenti. In certe giurisdizioni, si andati oltre, sviluppando un regime legislativo che proibisce la partecipazione alle attivit di trasporto via gasdotto o di spedizione di gas, al di fuori dei termini di concessione prescritti o dei codici approvati applicabili a tutti.

13.2.5 Allocazione e attribuzione


Proseguendo lanalisi giuridica delle potenziali differenze tra i sistemi di raccolta di gas e quelli di trasmissione/distribuzione, pu essere interessante considerare pi da vicino le questioni relative allallocazione e allattribuzione nei due schemi. Il trasporto di gas nei gasdotti che coinvolgono una pluralit di parti rende necessario mescolare i gas prodotti da diverse fonti e appartenenti a diversi proprietari. I sistemi di raccolta di gas sono utilizzati per ricevere gas da differenti fonti e per trasportarli, mescolati insieme, agli impianti di lavorazione e infine a un punto di consegna comune. Questo punto di consegna comune situato quasi sempre allintersezione con il sistema di distribuzione di unazienda di servizi pubblici, allinterno di un sistema di trasmissione/distribuzione. Il gas proveniente dai diversi giacimenti viagger (subendo perdite e dopo essere stato utilizzato in parte come combustibile) dal punto di immissione nel sistema fino al punto di consegna comune. Questa la ragione per cui di solito le disposizioni che regolano le questioni di trasmissione della titolarit e della propriet rispecchiano quelle contenute negli accordi di trasporto classici: lutente trasferisce il possesso o il controllo al trasportatore ai fini del trasporto, ma conserva la propriet del gas anche mentre questo in possesso e sotto il controllo del trasportatore. Uno dei possibili modi di vedere questo tipo di accordi quello di considerarli come

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la fornitura di un servizio di trasporto da parte del gestore del gasdotto, senza alcun elemento concernente lacquisizione di diritti di propriet sui beni trasportati o il trasferimento di diritti di propriet al momento della riconsegna. La situazione dei sistemi di trasmissione/distribuzione diversa e gli accordi che riguardano tali sistemi possono essere visti non come la fornitura di un servizio di trasporto, ma come unacquisizione della titolarit sul gas nel punto di immissione e il trasferimento della titolarit su una quantit corrispondente di gas nel punto di uscita. I sistemi di trasmissione sono caratterizzati in genere da un gran numero di punti di immissione e di uscita. Al contrario di quanto accadeva nellesempio dei sistemi di raccolta, improbabile che si accenni in qualche modo al fatto che lutente ricever a un certo punto di uscita il gas che ha immesso in precedenza nel sistema di trasmissione. Piuttosto, lutente ricever al punto di uscita una quantit di gas corrispondente alla quantit che ha introdotto nel sistema. Si tratta quindi di una questione assimilabile allo scambio di beni pi che alla fornitura di un servizio di trasporto. Questo tipo di accordo prevede in genere che il trasportatore acquisisca la titolarit sul gas introdotto nel suo sistema nel punto di immissione e la trasferisca allutente quando questi riceve il gas al punto di uscita. L esempio del gas immesso in un sistema di raccolta del gas non , forse, cos inusuale dal punto di vista dellanalisi giuridica quando lo si consideri come la creazione di una massa accertabile di cui i rispettivi contributori divengano tutti insieme titolari in un unico punto di consegna. Presenta dei paralleli con la consegna allingrosso di cereali o di olio e con i problemi legati alla consegna di merci a un corriere e alla riconsegna delle rispettive quote da un unico aggregato, che sono stati molte volte sviscerati nelle aule di giustizia. Invece, lesempio del gas trasportato in un sistema di distribuzione non solo privo di analogie pratiche, ma anche inusuale dal punto di vista commerciale. Le transazioni di riporto o di scambio vengono stimate in genere sulla base del valore dei beni riportati o scambiati, mentre il prezzo che deve essere corrisposto al proprietario di un sistema di trasmissione fa riferimento ai costi e alla natura dei servizi di trasporto offerti. Nel caso dei sistemi di raccolta del gas, vengono stipulati spesso accordi di allocazione, per regolare, tra laltro, la ripartizione della produzione proveniente da diversi giacimenti. Le norme di legge applicabili nella maggior parte delle giurisdizioni sono quelle relative alla mescolanza di beni, quando non sia pi possibile distinguere tra loro i singoli contributi originali. Il risultato di questa situazione che normalmente ciascun proprietario che ha contribuito alla formazione dellaggregato sar considerato titolare di un diritto su di esso, in proporzione al contributo effettuato. I tipici accordi contrattuali

di allocazione sono in linea con questa analisi giuridica, anche se raro che tale analisi sia espressamente enunciata. Gli accordi di allocazione si spingono in genere molto al di l di questi principii generali, per affrontare in modo dettagliato i diritti spettanti ai vari proprietari, laddove non solo i diversi proprietari abbiano contribuito alla creazione di una miscela indistinguibile, ma tale miscela sia, a causa delle differenze di qualit e di caratteristiche tecniche dei gas, diversa da ciascuna delle parti che la compongono. Gli accordi di allocazione sono in genere molto precisi nellidentificare, nella miscela di gas risultante, i diritti individuali di coloro che hanno contribuito alla sua formazione. Giurisdizioni diverse hanno sviluppato forme consuetudinarie diverse di accordi di allocazione, ma forse il paese in cui tali accordi sono pi frequenti e, probabilmente, pi complessi il Regno Unito. Inoltre, le iniziative assunte a favore della liberalizzazione del mercato hanno prodotto la necessit di integrare gli accordi contrattuali, che si riferiscono allallocazione nei sistemi di raccolta di gas, con i requisiti dei codici e delle licenze applicabili al sistema di trasmissione/distribuzione a essi connesso. Tali accordi si sono sviluppati nel contesto della legge inglese, che spesso anche la legge scelta dalle parti nei progetti riguardanti il settore del gas anche in altre regioni del mondo. Per questi motivi, pu essere interessante esaminarli pi approfonditamente. Nel Regno Unito, fino alla met degli anni Novanta, esisteva un unico acquirente del gas, che era anche lunico proprietario del sistema di trasporto del gas sulla terraferma, ed era raro che si presentasse la necessit di andare oltre le assegnazioni di diritti previste dagli accordi di allocazione (in cui lunico acquirente/proprietario era una delle parti contraenti). Tuttavia, in seguito alla liberalizzazione del mercato, allo sviluppo dei mercati del gas e alla diffusione di accordi commerciali pi sofisticati, sorse lesigenza di ridiscutere le assegnazioni di diritti sulla miscela di gas naturale trasportata nel gasdotto, per permettere il commercio allingrosso del gas prima dellimmissione nel sistema di trasmissione/distribuzione, e anche per stabilire i diritti sul gas naturale, in entrata nel sistema di trasmissione/distribuzione, spettanti a coloro che lo consegnavano al trasportatore. Non sembrano esserci dubbi sul fatto che il gas possa essere definito un bene, nel senso attribuito a questo termine nella legislazione applicabile, anche se loriginalit delle sue caratteristiche pu creare delle difficolt quando si tenti di applicare al gas alcuni principii generalmente applicabili ai beni, quali per es. il diritto di ispezione o il diritto di accettare o rifiutare il gas che non rispetti i parametri specificati nel contratto. Di conseguenza, le questioni relative al diritto di propriet, al possesso e alla consegna di gas non potranno essere giudicate nel contesto della legislazione relativa alla vendita

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di beni, cos come gli accordi di compravendita, quelli di trasporto, quelli di allocazione e il pi recente codice di rete, con i relativi accordi sussidiari. Gli accordi di allocazione, che erano sufficienti a individuare la titolarit e i diritti sul gas e a trasferirne la propriet nel vecchio modello monopolistico, si dimostrarono inadeguati a risolvere le questioni di titolarit e di consegna del gas nel regime frammentato e disaggregato di autorizzazione, spedizione, fornitura e trasporto, emerso intorno alla met degli anni Novanta in seguito alladozione di misure legislative di liberalizzazione. Per es., in un sistema di trasmissione/distribuzione il trasportatore veniva informato della quantit complessiva di gas immessa nel sistema a ciascun punto di entrata, ma non conosceva lesatta ripartizione dei diritti di propriet relativi a tale aggregato. I singoli utenti reclamavano ciascuno i propri diritti sullaggregato, ma non era affatto certo che la somma di tali rivendicazioni corrispondesse al totale misurato. I gestori di ciascun sistema di raccolta del gas sapevano quali erano i diritti dei vari utenti nel punto di consegna comune, conformemente agli accordi di allocazione e di attribuzione, ma non potevano essere a conoscenza di eventuali trasferimenti, parziali o totali, di tali diritti, effettuati in seguito. Ogni produttore sapeva di quali diritti era titolare, ma un produttore poteva non essere un utente. Per superare questi problemi, fu creato un organismo separato, incaricato di convalidare e certificare le quantit di gas spettanti a ciascuno, sulla base delle relative informazioni ricevute dai produttori, dai gestori del gasdotto e dei terminali, e dagli utenti. Se il risultato pratico della transizione dal modello monopolistico a quello liberalizzato stato questo, lanalisi dei diritti e degli obblighi legali non , per certi aspetti, altrettanto agevole. Sarebbe inusuale che le disposizioni contrattuali e regolamentari applicabili al commercio liberalizzato di gas non considerassero questioni quali la fornitura di garanzie di titolarit da parte dei venditori ai loro acquirenti e da parte degli utenti al trasportatore, e gli impegni a effettuare la consegna del gas. Nella legislazione applicabile, la consegna definita nel seguente modo: la consegna il trasferimento volontario del possesso da una persona a unaltra. Tale definizione si applica ai contratti per la vendita di beni. Un contratto per la vendita di beni descritto come un contratto con il quale il venditore trasferisce o accetta di trasferire la propriet di un bene allacquirente in cambio di un corrispettivo in denaro chiamato prezzo. Se appare chiaro che gli accordi per la vendita e lacquisto di gas sono contratti di questo tipo, lo stesso non pu dirsi degli accordi di trasporto in un sistema di raccolta del gas o, ancor meno, di quelli applicabili in base al codice di rete, e degli accordi di autorizzazione stipulati in un sistema di trasmissione/distribuzione. In questi casi, bench possa esserci effettivamente un passaggio di

propriet dei beni, questo non si verifica sulla base del versamento di un corrispettivo in denaro. opportuno che qualunque analisi del termine consegna sia effettuata nel contesto della definizione legislativa e del riferimento centrale al trasferimento del possesso, in essa contenuto. In genere, si ritiene che il possesso sia dimostrato dal controllo su certi beni e dallintenzione di escludere gli altri da tali beni. Ma nel caso di una miscela di gas trasportati in un gasdotto, la sua stessa natura si oppone allidea che un singolo utente sia in possesso del gas, su cui pu tuttavia vantare un diritto di propriet. Appare poco plausibile che un singolo utente possa essere in possesso del proprio gas indipendentemente dal gas appartenente agli altri utenti e pi probabile, invece, che il possesso riguardi la miscela di gas trasportata come un aggregato e spetti in comune a tutti gli utenti. Se questa analisi corretta allora sorge una difficolt in base alla legislazione applicabile, poich una parte indivisa della miscela trasportata non pu essere fatta propria da un utente e, di conseguenza, lacquirente o il trasportatore in rapporto con quellutente non appaiono in condizione di acquisire la titolarit del gas dellutente. La sezione 16 della Legge sulla Vendita di Beni (Sale of Goods Act 1979) dispone quanto segue: qualora vi sia un contratto per la vendita di beni non accertati (unascertained) non vi alcun trasferimento di propriet allacquirente a meno che e fino a quando i beni non siano stati accertati. Tali disposizioni hanno carattere obbligatorio e non possono essere escluse da un contratto. Inoltre, sulla base dei precedenti si pu affermare che, nel caso in cui i beni venduti facciano parte di un aggregato, non c accertamento di tali beni fino a quando non vi sia stata una separazione fisica dellaggregato e una porzione specifica di esso non sia stata allocata al relativo contratto. Una conseguenza di questa analisi che in tali circostanze non pu esserci passaggio di propriet dallutente che ha effettuato la spedizione al compratore o al trasportatore, dal momento che il gas dellutente non viene mai accertato, ma rimane mescolato al resto. Tuttavia, questo non significa che tutti coloro che sono collettivamente titolari dellaggregato non possano trasferire il diritto di propriet sullaggregato, per es. con la consegna della miscela di gas nella sua interezza al trasportatore. La legislazione non contiene alcuna definizione dellespressione beni non accertati o del termine accertato e questa analisi basata su precedenti riguardanti beni come la farina, il vino e i metalli preziosi, che possono essere separati fisicamente. Sembra che questo punto non sia ancora stato affrontato direttamente dalle corti e pu darsi che la differenza della natura del gas rispetto a questi altri beni e lesistenza di accordi contrattuali

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complessi ed esaurienti in rapporto alla vendita, lacquisto, il trasporto e lallocazione di gas indichino la possibilit di considerare le cose da un diverso punto di vista. Per es., non sarebbe possibile vedere in questa transazione non una consegna allingrosso di gas (che richiede una divisione o spartizione fisica di qualche tipo), bens una consegna simultanea di molte porzioni separate di gas, ciascuna delle quali, in virt dei dettagliati accordi di allocazione e attribuzione stipulati, individuata o accertata separatamente prima o al momento della consegna?

13.2.6 Struttura dei progetti di GNL


L industria del GNL poggia su almeno tre grandi pilastri infrastrutturali: il primo un progetto petrolifero upstream per lestrazione e la produzione di gas e la sua consegna a un impianto di liquefazione; il progetto di liquefazione rappresenta il secondo grande pilastro infrastrutturale: lo sviluppo di una installazione in grado di trattare e processare il gas naturale proveniente dal giacimento e trasformarlo in GNL, pronto per essere caricato sulle navi cisterna; a loro volta, le navi cisterna consegneranno il gas a unaltra grande infrastruttura: un impianto di rigassificazione situato in un paese ricevente e progettato in modo da ricevere il GNL e rigassificarlo, per poterlo immettere nei gasdotti e distribuirlo ai consumatori. I progetti di GNL presentano in genere le seguenti caratteristiche: grande distanza delle fonti di produzione dai mercati di consumo; costi iniziali molto elevati per la realizzazione delle infrastrutture richieste e necessit dei partecipanti al progetto di recuperare queste spese e generare profitti (che si tradotta nella nascita di strutture rigide ed esclusive, a volte con durate superiori ai 25 anni); relativa scarsit dei partecipanti, dato che i produttori di gas naturale destinato alla liquefazione sono in genere le grandi compagnie petrolifere in societ con unentit dello Stato ospitante; e i proprietari degli impianti di rigassificazione (e acquirenti del GNL) sono prevalentemente grandi aziende di servizi pubblici possedute dallo Stato ospitante o operanti in un regime di esclusiva concesso dallo Stato ospitante. Le strutture contrattuali tradizionalmente utilizzate nellindustria del GNL erano caratterizzate da scarsa flessibilit e lunga durata. Le dimensioni dellimpegno finanziario richiesto e la natura essenzialmente interstatale delle transazioni hanno portato alladozione di accordi contrattuali di lungo termine, che hanno preservato la

natura sostanzialmente esclusiva della transazione e la deliberata fedelt tra i produttori, in quanto venditori di GNL, e i consumatori, in quanto acquirenti di GNL. Tali contratti riflettevano in primo luogo il desiderio di garantire la prevedibilit di costi e ricavi di ciascun elemento del progetto nel corso del tempo. Se da una parte favorivano il finanziamento (creditizio o azionario) del progetto, dallaltra questi obiettivi hanno ostacolato la facolt dei produttori di avere accesso ad altri mercati e quella dei compratori di avere accesso ad altri fornitori. Inoltre, la natura del trasporto di GNL offre la possibilit di effettuare vendite franco a bordo (FOB, Free On Board) o franco a bordo nel porto di arrivo (ex-ship). Se in teoria un contratto FOB consente una maggiore flessibilit allacquirente, e un contratto ex-ship la offre al produttore, probabile che le disposizioni contrattuali applicabili, prevalse in passato, abbiano di fatto limitato questa apparente flessibilit. Una delle conseguenze del fatto che ogni progetto di GNL composto da molti elementi infrastrutturali separati che i diversi partecipanti possono intervenire in misura maggiore o minore nelle diverse fasi del progetto complessivo. Molti degli accordi relativi a un progetto di GNL sono quasi sempre specifici a quel dato progetto, sebbene si possano individuare alcuni punti di carattere generale in rapporto alle entit che vengono potenzialmente coinvolte: il progetto per la produzione di gas naturale conferito in genere a una joint venture contrattuale, che lo realizza in conformit ai diritti che le sono stati conferiti e vende il gas prodotto insieme e conformemente alla rispettiva quota di interessi nella joint venture non costituita in societ; il progetto di liquefazione affidato in genere a una joint venture societaria, formata al solo scopo di acquistare gas e vendere GNL; i compratori di GNL sono in genere singole imprese societarie e la tradizionale struttura dei progetti GNL richiede la partecipazione di compratori dotati di notevoli mezzi finanziari. In molti casi, gli acquirenti sono societ di Stato o societ operanti su concessione o con il sostegno dello Stato. Grazie alle dimensioni dei loro bilanci, tali societ godono della fiducia necessaria ad assumere impegni di acquisto di lungo termine, sulla base della sicurezza delle loro attivit, del loro giro di affari e della possibilit di accedere in modo continuativo a un mercato di consumatori di gas naturale. Lapproccio tradizionale alla politica dei prezzi del GNL stato quello di stabilire un prezzo iniziale (espresso tipicamente in dollari) concordemente riconosciuto come prezzo effettivo in una data precisa e recente. Tale prezzo viene sottoposto in seguito ad aggiustamenti periodici, sulla base dei movimenti dei prezzi di altri combustibili, di solito di quelli con cui il GNL

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CONTRATTI DI IMPORTAZIONE E TRASPORTO DI GAS

in competizione sul mercato. Il prezzo pi utilizzato come riferimento sempre stato quello del greggio e sono state elaborate diverse formule di aggiornamento basate su un paniere o cocktail, composto da vari tipi di greggio o di altri prodotti petroliferi. Le norme previste per calcolare il prezzo corrente del GNL sono sempre state piuttosto complesse. Tuttavia, una delle caratteristiche degli accordi di compravendita del GNL la presenza di uno schema di determinazione dei prezzi che si riferisce non solo al prezzo del prodotto, ma anche alle quantit di cui prevista la consegna e il ritiro nel corso degli anni. Di solito, i contratti di compravendita di GNL contengono una clausola, detta take-or-pay, che impegna lacquirente a ritirare o, se non lo fa, a pagare comunque una quantit minima prestabilita di GNL (o un certo numero di carichi). Questo impegno costituisce un obbligo in alternativa e d al compratore solo due possibilit: ritirare il gas e pagarlo oppure pagarlo senza ritirarlo. Di solito, laccettazione di una clausola take-or-pay da parte dellacquirente comporta anche la possibilit per questultimo di far valere in seguito il proprio diritto di propriet (diritto di make-up), recuperando gratuitamente le quantit di GNL precedentemente pagate, ma non ritirate. Nella struttura tradizionale di un progetto di GNL, il finanziamento del progetto di sviluppo upstream, come quello dei progetti di liquefazione e di rigassificazione, avveniva principalmente con il ricorso ai capitali di rischio. Nella misura in cui il debito stato contratto ai fini dello sviluppo, la tendenza prevalente stata quella di far svolgere la raccolta di capitale a livello societario dai singoli partecipanti e non dai progetti in particolare. Dalla met degli anni Novanta, nel settore del GNL si sono registrati alcuni importanti cambiamenti. Tra le cause che hanno prodotto tali cambiamenti si possono citare linnovazione tecnica, la flessibilit commerciale, lingresso di nuovi partecipanti sul mercato e laumento delle dimensioni delle navi cisterna. Inoltre, molti acquirenti di gas si sono impegnati sempre pi a fondo anche sul fronte della produzione. Questi cambiamenti hanno influito sulle forme dei contratti e delle strutture attualmente utilizzati nel settore del GNL. Per soddisfare le esigenze del mercato, sono state sviluppate condizioni contrattuali pi flessibili. In alcuni casi il cambiamento ha interessato le condizioni degli accordi di compravendita, in particolare in quei casi in cui vi era un eccesso di disponibilit di GNL rispetto agli impegni previsti dai contratti a lungo termine, e dove esisteva la possibilit di accesso agli impianti di distribuzione, consentendo la fornitura di gas ai consumatori dei mercati liberalizzati. Sono cambiate anche le condizioni riguardanti la spedizione, soprattutto in quei paesi in cui le forze del mercato o la pressione regolatrice delle leggi hanno stimolato le richieste di maggiore flessibilit degli accordi di trasporto. Per es.,

nellinverno del 2000, il contemporaneo verificarsi di due fenomeni, la disponibilit di grandi quantit di GNL in Medio Oriente e gli alti prezzi del gas sui mercati aperti dellAmerica settentrionale, cre le condizioni per collegare la regione di produzione e quella di consumo utilizzando le navi cisterna, non per sulla base dei tradizionali impegni esclusivi e a lungo termine, ma attraverso la consegna di singoli carichi o altri accordi a breve termine. Questi cambiamenti sono stati favoriti anche dalla nascita di mercati aperti, con prezzi del gas trasparenti e accessibili. Per es., la possibilit di effettuare consegne a pronto sul mercato nordamericano durante linverno del 2000 e i prezzi relativamente elevati raggiunti sui rispettivi mercati a termine indussero alcuni operatori ad acquistare carichi di gas ai terminali di liquefazione con la certezza di conoscere il prezzo a termine a cui il gas avrebbe potuto essere ceduto e di poter effettuare la consegna. Questa situazione produsse inoltre un collegamento tra i mercati regionali del gas naturale e del GNL, fino a quel momento separati tra loro. Nella misura in cui veniva consentito dagli accordi contrattuali a lungo termine, le aziende di servizi pubblici francesi e belghe dirottarono verso gli Stati Uniti le navi cisterna dirette nei loro paesi, sostituendo il gas esportato con quello acquistato, via gasdotto, dal mercato energetico completamente liberalizzato del Regno Unito. Tra i risultati pi significativi di tutti questi cambiamenti si segnalano lindebolimento del tradizionale rapporto di fedelt tra i partecipanti ai diversi stadi della catena del GNL e lingresso di nuove controparti e di nuovi partner in tutti gli anelli di tale catena. L arrivo di queste nuove controparti stato accompagnato dalla comparsa di prezzi di mercato e di condizioni di mercato anche in questo settore, prezzi e condizioni che naturalmente non coincidono con quelli applicabili in base agli accordi contrattuali a lungo termine, che hanno permesso lo sviluppo iniziale di impianti e di mercati, divenuti oggi accessibili anche ad altri operatori. Molte transazioni a breve termine sono ispirate pi da motivi operativi che da ragioni commerciali. I casi pi frequenti riguardano il desiderio di un produttore di utilizzare la propria capacit in eccesso, o la presenza di un impegno a mantenere operativa una flotta o variazioni occasionali della produzione e dei profili di ricezione.

13.2.7 Problemi di carattere generale


Dopo aver analizzato alcune questioni riguardanti gli accordi contrattuali e le strutture nei progetti di gasdotti o in quelli di GNL, saranno affrontati ora alcuni problemi che possono presentarsi in entrambi i tipi di attivit.

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LA CONTRATTUALISTICA E LA SOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE

Partecipazione dello Stato

Lo sfruttamento delle riserve petrolifere e luso del territorio per permettere il transito di beni, la distribuzione e lapprovvigionamento di gas sono materie su cui i rispettivi Stati cercheranno inevitabilmente di esercitare una forte influenza o un completo controllo. In altri termini, i gasdotti internazionali e i progetti di GNL comportano altrettanto inevitabilmente la partecipazione di investitori stranieri e influiscono col tempo sulle relazioni politiche internazionali, e il ruolo degli Stati o degli enti pubblici pu andare dagli interventi volti a favorire linsediamento dei nuovi progetti, allo sviluppo di nuove industrie e infrastrutture, alla partecipazione ai vantaggi economici derivanti dagli stessi progetti. La sicurezza e la protezione accordate agli investimenti stranieri non sono le stesse in tutti gli Stati. Oltre a considerare la situazione politica, economica e sociale di un paese, occorre tener conto anche della legislazione interna applicabile e degli accordi internazionali bilaterali o multilaterali in vigore, nonch delle precedenti esperienze di quello Stato in rapporto agli investimenti stranieri. Una delle principali preoccupazioni degli investitori stranieri riguarda il rischio di esproprio del valore reale o economico delle attivit o, addirittura, dellintero progetto. Un altro rischio non trascurabile quello di un cambiamento sfavorevole che potrebbe riguardare il quadro normativo, ma anche, pi indirettamente, il regime fiscale, i controlli sul cambio, le norme sul lavoro e ambientali, quelle sullabbandono degli impianti e la regolamentazione delle importazioni e delle esportazioni. Sar importante, per gli sponsor del progetto, capire se tali rischi possono provenire dal governo centrale o da quelli locali. Gli sponsor del progetto potranno fare ben poco per impedire il verificarsi di modifiche sfavorevoli della normativa, e questo dovrebbe consigliarli di concentrarsi sulla possibilit di ottenere un indennizzo, nelleventualit che dovessero essere adottate modifiche di questo tipo. La partecipazione dello Stato a un progetto di un gasdotto transnazionale sar ovviamente, in primo luogo, una conseguenza della sua natura di soggetto dellinvestimento dallestero e, in genere, del ruolo di sostegno e di agevolazione che potr svolgere nei riguardi della realizzazione del progetto e del suo funzionamento nel corso degli anni. Ma spesso lo Stato ricercher forme pi dirette di partecipazione, riservandosi una quota del capitale azionario del progetto stesso. In questo caso, la sua funzione non si esaurir nel concedere diritti in cambio del versamento di canoni, tariffe o altri compensi, ma assumer le dimensioni di una partecipazione a pieno titolo, di solito attraverso il veicolo di unazienda petrolifera di Stato. In questo modo, lo Stato si espone (in proporzione alla sua quota azionaria) ai rischi del progetto

e diventa beneficiario dei vantaggi economici prodotti dalla sua attuazione.


Transito e trasporto

La libert di transito dei beni costituisce un fattore di importanza cruciale per la riuscita di qualsiasi progetto di gasdotto o di GNL. Le leggi internazionali hanno riconosciuto gi da tempo il diritto di uno Stato di godere di libert di transito nel territorio di un altro Stato. Accanto a questo, e forse in contraddizione con questo, vi il riconoscimento incondizionato del diritto sovrano di uno Stato sul suo territorio, che gli conferisce, tra laltro, il potere di impedire o restringere il transito da parte di altri soggetti. La conclusione di accordi riguardanti progetti transnazionali nel settore del gas e la loro attuazione comportano il riconoscimento degli interessi di ogni singolo Stato e un loro bilanciamento a fronte degli interessi di tutti gli altri Stati in rapporto allincremento degli scambi commerciali nella regione di cui fanno parte. L attuazione e la regolamentazione degli accordi di transito avranno luogo sullo sfondo di un buon numero di trattati relativi al transito di beni e, in particolare, al transito di energia. Inoltre, il transito pu assumere forme diverse. Il transito di attraversamento o transito classico il movimento di beni, prodotti in uno Stato, che da qui vengono trasportati, attraverso il territorio di un altro Stato, fino al territorio di un terzo Stato. Lo Statuto sulla Libert di Transito, approvata dalla Convenzione di Barcellona nel 1921, fu il primo accordo internazionale ad affrontare la questione del transito, che veniva cos definito: persone, bagagli e beni [] saranno considerati in transito attraverso un territorio [] quando il passaggio attraverso il detto territorio [] rappresenti solo una parte di un tragitto pi lungo, i cui punti di partenza e di arrivo siano situati oltre le frontiere dello Stato attraverso il cui territorio si effettua il transito. La realizzazione del progetto di un gasdotto transnazionale pu sollevare anche alcune questioni relative al transito di beni attraverso il territorio di un singolo Stato. Questa situazione viene definita a volte transito interno, ma il pi delle volte indicata con la parola trasporto. Tuttavia, si tratta di espressioni da usare con una certa cautela, in quanto prive di valore scientifico. Fino a unepoca relativamente recente, il trasporto o il transito di gas erano effettuati da poche imprese in posizione di monopolio. Ma, negli ultimi anni, la liberalizzazione delle politiche energetiche nei paesi dellEuropa occidentale ha portato allemanazione delle direttive sul transito di gas, e creato le condizioni per la stipula del TCE, avvenuta nel 1994. Mentre le direttive europee sul transito si basano sul concetto di transito transnazionale (stabilendo in questo modo la liberalizzazione dei regimi di import/export nellambito di un

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CONTRATTI DI IMPORTAZIONE E TRASPORTO DI GAS

mercato energetico interno, piuttosto che in quello del transito classico), il TCE applica i principii generali del transito al caso specifico del commercio di energia. Inoltre, il TCE ha permesso di applicare i principii dellOrganizzazione Mondiale del Commercio (OMC) anche agli Stati che non ne fanno parte.
Imposte e struttura

Come in tutti i progetti industriali, importante valutare con attenzione gli aspetti fiscali e strutturali, che influiranno per sempre sulla natura dellentit che sar costituita. Per es., la scelta di utilizzare una joint venture contrattuale o una societ semplice pu comportare per gli sponsor maggiori o minori possibilit di detrazione dei costi, rispetto a quelli consentiti da una societ per azioni. Bench sia priva di una personalit giuridica separata, una joint venture contrattuale non offrir alcun tipo di schermatura fiscale ai singoli partecipanti. Lo stesso avverr in genere nel caso di una societ semplice, ma non sempre in quello di una societ a responsabilit limitata, utilizzata come veicolo specifico (special purpose vehicle) per la realizzazione e la gestione del progetto. La scelta dellentit da utilizzare pu influire sullammortamento dei costi e sul diritto a effettuare tale detrazione, ma di solito non modificher lobbligo complessivo di pagare le imposte sui profitti realizzati dallimpresa. Mentre le regole fiscali possono variare nelle diverse giurisdizioni e secondo il tipo di progetto, probabile che limpresa, nel caso sia stata costituita come azienda permanente, venga tassata nel paese dove si trova la sua sede principale. Le considerazioni di carattere locale possono essere soggette allinfluenza di normative pi ampie, come la Convenzione Modello sulla Doppia Imposizione Fiscale elaborata dallOrganizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), anche se molti territori da cui si estrae gas, o attraversati dai gasdotti, non sono membri dellOCSE e, di conseguenza, non sono tenuti allapplicazione delle norme stabilite dalla Convenzione Modello. Di norma, tuttavia, la societ di joint venture soggetta al versamento delle imposte in tutte queste giurisdizioni, sulla base della legislazione interna di ciascuna di esse. Essa deve anche rispettare le disposizioni di qualunque trattato internazionale o accordo locale a favore di un singolo progetto, che pu assumere in molti casi la forma di un accordo del governo ospitante o di un accordo di attuazione. I proprietari dellimpresa possono essere soggetti a tassazione anche sul territorio di un altro paese, in cui siano residenti. A seconda del metodo adottato dal paese di residenza per alleviare la doppia imposizione, che pu essere quello dellesenzione oppure quello del credito di imposta, il contribuente potr essere esonerato da ogni ulteriore imposta, oppure gli sar riconosciuto un credito di imposta nel territorio in cui residente, equivalente

alle tasse pagate nel paese in cui ha sede o in cui opera lazienda produttrice di utili. Se nel paese di residenza laliquota fiscale sugli utili maggiore, il contribuente dovr versare allo Stato la differenza. Tuttavia, nel caso della conclusione di un accordo di moderazione fiscale tra il paese di residenza e quello in cui opera limpresa, questa differenza potr non essere addebitata al contribuente, in toto o solo in parte. Se il veicolo prescelto una societ per azioni, in generale, questa la responsabile del pagamento delle imposte sugli utili nella giurisdizione dove residente (fermo restando quanto si detto sopra a proposito degli obblighi fiscali nel luogo in cui si svolgono le operazioni, se questo diverso dal luogo di residenza) ed autorizzata, nel calcolare tali utili, a detrarre le spese sostenute. Se non vi sono entrate da cui detrarre i costi, la detrazione di questi ultimi sar rimandata al momento in cui la societ comincer a produrre un reddito, cio di solito al momento in cui avr inizio lattivit commerciale. La procedura di detrazione dei costi pu essere accelerata, ossia utilizzata dagli azionisti della societ, se il paese di residenza dellazionista consente la cessione effettiva di questi sgravi fiscali dalla joint venture in base a disposizioni specifiche o al momento della dichiarazione dei redditi consolidata. Dato che in genere queste disposizioni, per essere applicabili, richiedono che lattivit commerciale abbia gi avuto inizio e anche che la societ e lazionista abbiano la stessa residenza fiscale, le occasioni di accelerare la detrazione dei costi sono in pratica limitate. Nel caso di una societ semplice, in base ad alcune norme del diritto comune, le responsabilit della societ sono responsabilit dei soci, cos come i redditi e i guadagni della societ sono redditi e guadagni dei soci. Le quote del reddito, dei guadagni e delle responsabilit spettanti a ciascun socio sono stabilite nellatto costitutivo della societ. L uso di una societ con tali caratteristiche permette di attuare pi rapidamente la detrazione dei costi, attraverso un rendiconto annuale del reddito, dei guadagni e delle perdite effettivamente realizzati da quando lattivit commerciale ha avuto inizio. Nel caso di una joint venture contrattuale, limpresa non ha obblighi fiscali distinti da quelli delle societ partecipanti. In genere, ogni singola societ responsabile di una quota percentuale dei costi e delle spese, ma gli utili non vengono ripartiti. Ogni societ partecipante ha diritto a detrarre le spese sostenute, in base alle norme fiscali in vigore nel suo paese di residenza.
Trattati internazionali e sostegno dello Stato

Oltre allapplicazione generale dei trattati bilaterali e multilaterali riguardanti linvestimento e il commercio tra gli Stati, la realizzazione di un gasdotto transnazionale pu comportare anche la conclusione di accordi

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LA CONTRATTUALISTICA E LA SOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE

specifici tra gli Stati interessati, in relazione alla propriet, alla costruzione e alla gestione dello stesso gasdotto, come avvenuto, per es., nella regione del Caspio. probabile che gli accordi internazionali di questo tipo facciano riferimento a principii esistenti, contenuti negli accordi riguardanti gli investimenti e il commercio, gi sottoscritti dagli Stati interessati. Il nuovo accordo internazionale servir ad applicare tali principii generali alla situazione specifica dei progetti per il trasporto di gas naturale, oltre a promuovere e proteggere gli investimenti effettuati dagli investitori stranieri e a perseguire obiettivi pi ampi, come la diversificazione e la sicurezza degli approvvigionamenti energetici e lo sviluppo delle infrastrutture regionali. Anche nel caso in cui la legislazione dei singoli Stati attraversati da un gasdotto non sia sufficientemente sviluppata, e gli stessi accordi relativi al progetto finiscano per essere incorporati nella legislazione locale, pu ugualmente accadere che lo Stato in questione abbia sottoscritto uno o pi trattati bilaterali o multilaterali di portata pi ampia, che produrranno effetti anche in materia di costruzione e gestione dei gasdotti. Uno dei trattati che interessa maggiormente il settore dei gasdotti transnazionali il TCE, un accordo multilaterale stipulato nel 1994, che regola il commercio, gli investimenti e molte altre materie nel campo energetico. Ha sostituito la Carta Europea dellEnergia, promulgata nel 1991. Al testo del Trattato si sono aggiunti numerosi accordi, dichiarazioni e protocolli riguardanti la stessa materia. Il suo campo di applicazione riguarda, come stato definito, i prodotti e materiali energetici e lattivit economica nel settore energetico. In linea generale, il TCE punta ad applicare i principii dellAccordo Generale sulle Tariffe e il Commercio (General Agreement on Tariffs and Trade, GATT 1994) e altri strumenti analoghi che accompagnano laccordo dellOMC agli accordi conclusi con le parti contraenti dello stesso TCE, che non siano membri dellOMC, inserendoli in una cornice giuridica tesa a promuovere la cooperazione a lungo termine nel settore dellenergia. Tale obiettivo comporta, per le parti contraenti del TCE ma non appartenenti allOMC, precisi obblighi di applicazione dei principii, stabiliti dal GATT, della nazione pi favorita e del trattamento nazionale, al transito e agli investimenti relativi ai materiali e ai prodotti energetici. Inoltre, le disposizioni del TCE si applicano non solo alle decisioni emanate a livello del governo centrale, ma anche a quelle di altri organi dello Stato. Le procedure di risoluzione delle controversie stabilite dal TCE si applicano, tra laltro, alle questioni riguardanti gli investimenti, il transito e la concorrenza. Oltre a questi trattati tra gli Stati interessati, la realizzazione dei progetti di gasdotti o di GNL pu comportare la conclusione di accordi tra i singoli Stati e gli sponsor del progetto, sotto forma di accordi di sostegno

noti come accordi di attuazione (implementation agreements) o, pi comunemente, accordi del governo ospitante (host government agreements). La natura e la portata di questo tipo di accordi dipender da numerosi fattori: la situazione dello Stato ospitante e lo sviluppo del suo regime giuridico e fiscale, la sua esperienza nel campo degli investimenti stranieri e il suo grado di adesione a concetti come il principio di legalit. Per es., la realizzazione di un gasdotto transnazionale in Europa occidentale, come lInterconnector tra il continente e il Regno Unito, non richieder verosimilmente alcun trattamento o sostegno specifici da parte dei governi ospitanti del Regno Unito e del Belgio, alla luce dellelevato grado di sviluppo delle economie e dei regimi giuridici di questi due paesi. Diverso il caso della realizzazione di gasdotti negli Stati dellex Unione Sovietica, dove sar necessario ottenere uno specifico sostegno da parte dei governi ospitanti. probabile che gli accordi conclusi con un governo ospitante riflettano gli obblighi stabiliti in un corrispondente accordo intergovernativo, riguardante materie come la protezione degli investimenti e il commercio. Generalmente parlando, tale accordo avr posto le basi dellazione di facilitazione e di sostegno al progetto di gasdotto svolta dal governo. Tra le materie regolate dallaccordo, vi saranno le concessioni di diritti sui terreni, gli impegni ad azioni di sostegno da parte del governo e di altri organismi statali, lassegnazione delle licenze e dei permessi, limportazione e lesportazione di beni e di persone, i diritti di transito, e i problemi relativi alla sicurezza e alla protezione delle attivit collegate al gasdotto. probabile che siano affrontate anche le questioni fiscali o altre forme di partecipazione dello Stato, cos come quelle relative alla disponibilit e alla convertibilit della valuta. Ogni accordo del governo ospitante riflette le condizioni particolari del suo paese, anche se si dovrebbe giungere in breve, grazie allopera di diversi organismi e istituzioni, alla pubblicazione di modelli di accordo o di accordi quadro. Inoltre, probabile che questo tipo di accordi si estenda anche alla partecipazione dello Stato ospitante (o di un ente statale operante nel settore petrolifero o di unautorit locale, come pu essere un governo regionale) nella societ che gestisce il gasdotto o nel progetto del gasdotto pi in generale. Le leggi e i regolamenti del paese ospitante possono trovarsi in una fase ancora iniziale di sviluppo (come, per es., nella regione del Caspio), rendendo necessaria ladozione di accordi del governo ospitante estremamente dettagliati, senza escludere la possibilit di una promulgazione dei documenti relativi al progetto nella legislazione locale. Oppure, le leggi e i regolamenti locali possono essere gi molto sviluppati, ma non sempre in modo tra loro coerente. Per es., nel Regno Unito esistono molti strumenti legislativi e regolamentari applicabili alle

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CONTRATTI DI IMPORTAZIONE E TRASPORTO DI GAS

questioni relative alla costruzione e al funzionamento dei gasdotti e allaccesso a tali strutture.
Espropriazione

Gli Stati hanno il diritto esclusivo di controllo sullingresso e luscita dal loro territorio, nonch il diritto di disporre delle loro risorse naturali: ci include il diritto allesproprio e alla nazionalizzazione. Inoltre, uno Stato sovrano ha il diritto di regolare lattivit economica sul suo territorio come meglio crede. L ondata di nazionalizzazioni e di rinegoziazioni forzate degli anni Settanta port allapertura di molte celebri cause arbitrali, per lo pi tra la compagnia petrolifera internazionale nazionalizzata e lo Stato che ne aveva deciso la nazionalizzazione. I lodi arbitrali emessi nella controversia tra le compagnie petrolifere e la Libia sono quelli pi conosciuti; in tutti i casi (compreso quello Kuwait/Aminoil), gli arbitri riconobbero la validit dei diritti di propriet di fronte allazione di esproprio del governo, ma anche e in particolare nei casi pi recenti il diritto del governo a intraprendere legittimamente tale azione. In tutti i casi, fu stabilito e liquidato un indennizzo per la nazionalizzazione. Anche se il mondo profondamente cambiato dai tempi delle espropriazioni dirette e totali, il rischio di unespropriazione del valore reale o economico delle attivit o, addirittura, dellintero progetto, ancora in cima alla lista delle preoccupazioni degli investitori internazionali nel settore petrolifero. Da qualche anno, tuttavia, quello che preoccupa maggiormente gli investitori internazionali non tanto la minaccia di unespropriazione diretta, quanto leffetto composto di molte piccole misure che, sommate insieme, possono produrre un risultato analogo: la cosiddetta espropriazione strisciante. Anche gli investitori internazionali nel settore petrolifero temono soprattutto questo genere meno drastico di iniziative assunte dai paesi ospitanti per modificare le condizioni fiscali e regolamentari applicabili a particolari progetti, come i gasdotti. stato scritto che [i] cambiamenti al regime fiscale negoziato e stabilito dalle parti, introdotti successivamente, che vadano a detrimento del reddito e del flusso di cassa della compagnia, cos come le restrizioni inattese sul rimpatrio dei guadagni in valuta estera, rappresentano forse i casi pi eclatanti di rischio politico e sono molto pi frequenti delle nazionalizzazioni dirette (Wlde, 1994). La posizione attualmente prevalente che lespropriazione di una propriet straniera effettuata da uno Stato sul suo territorio legale, se accompagnata da un indennizzo pronto, adeguato ed effettivo.
Stabilizzazione

Le clausole di stabilizzazione (o di congelamento) hanno lo scopo di impedire a un governo di abrogare o

di intervenire in altro modo, con lesercizio delle prerogative dello Stato, negli accordi di investimento conclusi con le compagnie straniere. Gli sponsor dei progetti energetici a lungo termine hanno sempre cercato di ottenere una maggiore protezione dellinvestimento, oltre i normali requisiti di stabilit validi per i progetti industriali a breve-medio termine. Nei negoziati relativi agli investimenti sulle risorse energetiche, come i progetti di gasdotti, si tende quindi a utilizzare tutti i metodi contrattuali di gestione del rischio politico disponibili, comprese le clausole di stabilizzazione. Con il termine stabilizzazione si indica la raccolta di disposizioni in base alle quali lo Stato concorda con la societ del gasdotto di non esercitare i poteri, di cui gode in quanto Stato, per emendare o modificare gli accordi contrattuali attraverso azioni legislative o amministrative. Tali disposizioni possono spingersi fino a stabilire le misure di livellamento, che consentono ai soci promotori di mantenere nel tempo il valore economico di un gasdotto o di un progetto di GNL. Lobiettivo tradizionale delle clausole di stabilizzazione di congelare la legge applicabile, il regime fiscale o altre condizioni di investimento essenziali. Tali clausole, cadute progressivamente in disuso negli anni Settanta, sono tornate in auge negli anni Ottanta e Novanta, e in particolare nei paesi caratterizzati da regimi economici in transizione, come quelli gi appartenenti allUnione Sovietica e i paesi in via di sviluppo, interessati a incoraggiare gli investimenti dallestero. A differenza delle prime clausole di stabilizzazione (risalenti agli anni Sessanta e Settanta), le clausole di stabilizzazione moderne non impegnano il governo in quanto tale, ma fanno ricadere sullimpresa di Stato la responsabilit di unazione unilaterale da parte del suo governo. Sebbene si riconosca che le imprese di Stato non sono in grado di controllare loperato dei loro governi, si pensa che possano assumersi il rischio finanziario di origine politica nei loro rapporti contrattuali. Nella pratica corrente sembra prevalere questa tendenza ad allocare il rischio politico alla compagnia di Stato, poich si ritiene che essa si trovi non solo in una posizione migliore per influire su questo rischio, ma anche pi vicina alla fonte di questo rischio. In questo senso, le moderne clausole di stabilizzazione funzionano in effetti come disposizioni di allocazione del rischio. Anche se improbabile che lesistenza di una clausola di stabilizzazione sia di per s sufficiente a impedire a uno Stato sovrano di modificare i termini o lequilibrio di un contratto mediante un atto legislativo o amministrativo, la forma e la sostanza della clausola possono assumere un peso significativo al momento di valutare le dimensioni dellindennizzo spettante allinvestitore straniero. I lodi arbitrali finora emessi su tale materia indicano che, a prescindere dai diversi termini utilizzati,

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LA CONTRATTUALISTICA E LA SOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE

lidentit dellarbitro pu influire sulla decisione in merito alla natura e agli effetti di una clausola di stabilizzazione. Sugli effetti legali delle clausole di stabilizzazione esistono numerose scuole di pensiero, che si sono espresse nel contesto del conflitto di leggi (dove la clausola di stabilizzazione vista sostanzialmente come una clausola che limita la scelta della legge, stabilendo la non applicabilit di certe leggi) o nel contesto del diritto sostanziale, che esamina se lazione contraria a una clausola di stabilizzazione condotta da uno Stato rappresenti una violazione del diritto internazionale. In termini generali, una clausola di stabilizzazione rappresenta un compromesso tra gli interessi dellinvestitore straniero, che desidera un ambiente trasparente e stabile per i suoi investimenti, e la sovranit dello Stato, ivi compresa la sua libert di legiferare e di perseguire i propri interessi. I precedenti pi recenti sembrano suggerire un approccio alle clausole di stabilizzazione che non cerca di congelare la legge e lesercizio della sovranit per il periodo dellaccordo ma si concentra piuttosto sulle conseguenze dellesercizio dei diritti sovrani di uno Stato, tra cui il diritto a nazionalizzare. In tali circostanze, le parti ricercheranno insieme le disposizioni pi idonee ad affrontare le conseguenze di un atto del genere, che prevederanno il pi delle volte il versamento di un pronto, adeguato ed effettivo indennizzo allinvestitore straniero o, in un numero minore di casi, la possibilit di rivedere i termini dellaccordo, per adeguarli ai cambiamenti prodotti dalleventuale decisione dello Stato di esercitare i propri poteri sovrani.
Liberalizzazione e regolamentazione

Nel considerare i processi di liberalizzazione, occorre tener conto delle diverse fasi attraversate da questi processi e di quanto sia avanzato lungo la linea del tempo lo sviluppo delle infrastrutture del settore del gas in un dato paese. Infatti, mentre alcuni Stati hanno gi sviluppato un sistema di infrastrutture adeguato, altri sono ancora alle prese con la sua realizzazione. Sebbene tendenze alla liberalizzazione dei mercati del gas siano affiorate in molte giurisdizioni, forse preferibile esaminare tali processi nel contesto della UE. La loro evoluzione non costituisce forse un precedente per le altre giurisdizioni, ma pu aiutarci a individuare alcuni principii di pi vasta applicazione. Tra i diversi Stati membri della UE, la maggior parte ha sviluppato la propria industria del gas come unimpresa monopolistica protetta o sostenuta dallo Stato. Alcuni di essi, tuttavia, si sono orientati ultimamente verso un frazionamento della propriet o della gestione degli impianti e dei sistemi, e ladozione di condizioni di accesso agli impianti trasparenti e non discriminatorie. probabile per che anche i paesi che si sono mossi in questa direzione conservino in futuro i propri campioni nazionali, con i quali i nuovi partecipanti dovranno venire a patti se vorranno

approfittare delle nuove opportunit offerte dalla liberalizzazione. La costruzione di nuovi terminali di rigassificazione del GNL provoca necessariamente problemi a livello locale, che comprendono le preoccupazioni per i possibili danni ambientali e la formazione del consenso amministrativo e politico. Una situazione di questo tipo si presentata in seguito alla prevista vendita di GNL nigeriano allitaliana Enel negli anni Novanta, quando il progetto di costruzione di un impianto di rigassificazione in Italia dovette essere abbandonato, per lopposizione delle forze politiche e ambientaliste locali. Si pu prevedere lemergere di analoghe difficolt in relazione a tutti i nuovi terminali proposti; questo potrebbe valere anche per lampliamento degli impianti gi esistenti, anche se probabilmente in misura minore. Al di l dei problemi locali, i contenuti del pi ampio dibattito sulla struttura e lo sviluppo complessivi del settore del gas in Europa sono mutati negli ultimi anni. Le compagnie energetiche statunitensi, fortemente orientate al mercato, si sono sostanzialmente ritirate dai mercati europei, e la loro partenza ha coinciso con un indebolimento della spinta iniziale verso la liberalizzazione e la creazione di nuovi mercati. Senza rinnegare limportanza di queste iniziative, sono stati rivalutati ultimamente anche altri aspetti, come quelli relativi alla sicurezza e alla diversificazione degli approvvigionamenti. In tutta la UE esistono disposizioni che regolano laccesso per i terzi agli impianti e alle infrastrutture, ma tali requisiti sono temperati dalla presenza di esenzioni per incoraggiare lo sviluppo di nuovi impianti e di deroghe che riconoscono la diminuita capacit dei proprietari in carica di rispondere alle domande di accesso, a causa di impegni precedenti. Alle spinte iniziali verso la creazione di mercati del gas naturale come materia prima si sono affiancate oggi quelle verso un cambiamento delle strutture e delle aziende. Per es., stato stabilito lobbligo, per tutti i paesi membri della UE, di nominare unautorit di regolamentazione indipendente per il settore del gas naturale. Inoltre, sono state introdotte norme relative al frazionamento obbligatorio delle aziende, che costringeranno molti degli attuali proprietari, come lolandese Gasunie, a disaggregare le attivit legate alla propriet e alla gestione delle infrastrutture da quelle riguardanti la vendita, lacquisto e il commercio del gas naturale. Oltre a questi cambiamenti obbligati, molte imprese esistenti hanno avviato spontaneamente una ristrutturazione delle loro attivit, quando hanno ritenuto che ci potesse andare a vantaggio della loro azienda. Un esempio di questa tendenza potrebbe essere la scissione di British Gas (BG), avvenuta alla met degli anni Novanta. British Gas decise di separare i suoi interessi nel settore della vendita allingrosso e al dettaglio del gas (confluiti in Centrica) da quelli riguardanti le attivit upstream

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CONTRATTI DI IMPORTAZIONE E TRASPORTO DI GAS

e la propriet dei sistemi (confluiti in BG). Il processo di disaggregazione proseguito poi, sotto il controllo della BG, con la separazione delle attivit relative alla propriet dei sistemi e la loro fusione con National Grid, proprietaria delle infrastrutture elettriche, che port alla nascita di National Grid Transco. Questa tendenza stata ulteriormente accentuata dalla recente cessione di alcune parti del sistema di distribuzione del gas effettuata da National Grid Transco a favore di altri investitori, tra cui alcune banche di investimento. La seconda Direttiva europea sul gas (2003/55/CE) fu adottata il 26 giugno 2003 e, sebbene sia generalmente applicabile a tutti i paesi membri della UE, i modi e gli effetti della sua attuazione nella legislazione dei vari paesi possono variare. Per es., nel Regno Unito, le disposizioni applicabili relative agli interconnector sono soggette al rilascio di una serie di autorizzazioni. Le disposizioni riguardanti i terminali GNL sono enunciate in un regolamento, mentre non esiste un regolamento riguardante la procedura di autorizzazione dei terminali dei gasdotti, che soggetta alla supervisione del Ministero del Commercio e dellIndustria. Questa differenza di approccio pu apparire sorprendente, quando si consideri che questi regimi separati si applicano a infrastrutture fisiche, che producono lidentico effetto di immettere gas naturale in un unico sistema di distribuzione. Che differenza pu esserci infatti tra le molecole di gas naturale introdotte nel sistema di trasmissione/distribuzione dal gasdotto BBL e le molecole di gas naturale introdotte nello stesso sistema di trasmissione/distribuzione dal terminale GNL Dragon? Tra gli obblighi previsti dalla seconda Direttiva sul gas vi quello di consentire laccesso agli impianti di gas naturale, compresi quelli di GNL, in modo obiettivo, trasparente e non discriminatorio. Tuttavia, tali obblighi possono essere soggetti a deroghe, in particolari circostanze. Il primo caso riguarda leventualit che il rispetto della Direttiva contrasti con quello degli impegni assunti in base ai contratti esistenti. Il secondo riguarda le nuove infrastrutture, suscettibili di aumentare il livello di competizione ma che non potrebbero essere sviluppate in assenza di unesenzione di questo tipo. Un esempio degli effetti pratici di tali disposizioni fornito dalla storia del terminale di GNL Dragon a Milford Haven, nel Galles. Questo impianto di rigassificazione, promosso da Petroplus, pass in seguito sotto il controllo di BG e Petronas. In seguito a unindagine condotta dallautorit di regolamentazione dellindustria del gas nel Regno UNito, limpianto fu esentato dagli obblighi previsti dalla seconda Direttiva sul gas in base alle seguenti considerazioni: a) limpianto avrebbe aumentato la concorrenza e la sicurezza degli approvvigionamenti; b) la separazione della propriet legale e la struttura delle cariche non avrebbero ostacolato lo sviluppo della concorrenza; c) il livello di rischio del

progetto giustificava lesenzione; d ) lo sviluppo dellimpianto non avrebbe diminuito lefficienza del mercato interno del gas. La seconda Direttiva sul gas considerata di solito un passo importante verso la realizzazione di un mercato unificato e liberalizzato del gas naturale. Rimangono tuttavia un certo numero di questioni che dovranno essere oggetto di un ulteriore approfondimento, quali, per es.: la natura e la portata del processo di disaggregazione (e se debba essere applicato alle attivit di gestione o alla propriet degli impianti); lopportunit di introdurre disposizioni del tipo use it or lose it in relazione alla capacit disponibile; la sovrapposizione, e in alcuni casi il contrasto, tra le norme emesse dai vari organismi politici, enti amministrativi e garanti della concorrenza, riguardanti il settore del gas naturale. Nel luglio del 2005, il Consiglio e il Parlamento europei hanno approvato il Regolamento (CE) 1775/2005 (il nuovo Regolamento), che contiene una serie di norme supplementari relative allaccesso per i terzi alle reti di distribuzione del gas nella UE. Il nuovo Regolamento mira a stabilire regole non discriminatorie per le condizioni di accesso ai sistemi di distribuzione del gas, che tengano conto delle condizioni specifiche dei mercati nazionali e regionali. Il nuovo Regolamento affronta molti punti essenziali: le tariffe per accedere alla rete, o i metodi con cui devono essere calcolate; la garanzia dei diritti di accesso per i terzi; la gestione della congestione; la definizione degli obblighi di trasparenza; le regole sul bilanciamento e gli oneri di sbilancio; lagevolazione della compravendita di capacit.
Leggi sulla concorrenza

Negli ultimi anni, la Commissione Europea ha assunto un atteggiamento pi risoluto nei riguardi delle pratiche seguite nel settore del gas naturale, attraverso lapplicazione della legislazione europea sulla concorrenza. Gli interventi che hanno interessato lindustria del GNL e del gas di condotta sono stati: nel 2001, la Commissione comunic ai produttori di Corrib Field, in Irlanda, di non avere intenzione di approvare il loro progetto comune per la vendita di gas in Irlanda; nel 2002, fu imposto al gruppo commerciale norvegese, noto come GFU, di rivedere gli accordi per la commercializzazione e la vendita in comune di gas naturale; sempre nel 2002, i venditori di GNL nigeriano sui mercati europei accettarono di cancellare le clausole di destinazione dai loro contratti. Analoghe discussioni, intavolate dalla Commissione Europea con i produttori algerini, non portarono ad alcun risultato; nel 2003, la russa Gazprom accett di emendare i contratti a lungo termine per la vendita di gas in Italia,

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LA CONTRATTUALISTICA E LA SOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE

eliminando le clausole di destinazione. Sia Eni che Gazprom chiesero alla Commissione Europea di non introdurre clausole di destinazione nei loro contratti a lungo termine. Le parti si accordarono invece su una revisione dei prezzi. Nel 2004 e nel 2005, le clausole di destinazione furono eliminate anche dai contratti a lungo termine tra Gazprom e Ruhrgas (Germania) e OMV (Austria); sempre nel 2003, la Commissione ordin il rilascio della capacit degli impianti di rigassificazione operanti in Spagna, giudicando che la tesi che non vi fosse capacit disponibile non potesse essere sostenuta nelle condizioni date, in cui la stessa capacit era tenuta in riserva sulla base di un contratto di opzione concluso con una societ affiliata; nel 2004, la Commissione apr unindagine riguardante le clausole di destinazione contenute nei contratti per il trasporto (e non per la compravendita) di gas, sottoscritti da Gaz de France (il trasportatore) e da Eni ed Enel (gli utenti). L indagine fu chiusa dopo che le parti accettarono volontariamente di cancellare le clausole di destinazione dai relativi contratti. Non si deve inoltre dimenticare che la legge europea sulla concorrenza produce un effetto immediato sui mercati. A differenza di molti regimi giuridici basati sulla common law, che puntano a mantenere inalterati i termini concordati tra le parti per tutta la durata di un contratto, le leggi europee sulla concorrenza possono disporre una revisione delle condizioni contrattuali nel contesto dei mercati e dei cambiamenti intervenuti nel corso degli anni. In tal modo, un contratto a lungo termine, che aveva avuto una funzione di stimolo della concorrenza nelle condizioni legali ed economiche in cui era stato stipulato, pu essere rimesso in discussione in seguito al cambiamento di tali condizioni. Oltre a questi elementi della legge europea sulla concorrenza, che agiscono sul mercato del gas naturale e sugli accordi che possono impedire, distorcere o limitare la concorrenza, lindustria del gas naturale influenzata anche dalle norme sulla concorrenza che riguardano le joint venture, le fusioni e altre forme di concentrazione economica. Uno dei primi casi di questo tipo stata la fusione tra Exxon e Mobil, quando, in conformit alla legge europea sulla concorrenza, fu richiesto allentit assorbita di cedere la propria partecipazione nellolandese MEGAS, affiliata alla Mobil, come condizione per lapprovazione della fusione.
Scelta della legge

In genere, le parti contraenti sono libere di pattuire quali leggi e norme desiderano siano applicate al loro affare e alla risoluzione di eventuali controversie, in base ai loro accordi contrattuali. Con la scelta di una legge regolatrice del contratto si tenta di solito di ridurre al minimo il rischio che una corte o un altro tribunale

interpretino un accordo in modo diverso da quello indicato dalla legge specificata. In assenza di motivi di ordine pubblico, il caso pi frequente nella maggior parte delle giurisdizioni che le corti diano effetto alla scelta di legge specificata dalle parti nei loro accordi. La ratifica della natura e delleffetto della legge scelta dalle parti nel contesto di una particolare controversia sar quindi oggetto di una specifica perizia. Anche se la legge scelta quella di un sistema giuridico nazionale, sar comunque necessario considerare se tale legge sia applicabile in tutti i casi. raro che lindicazione della propria legge domestica, come scelta preferita di una parte, sia giudicata accettabile dallaltra. In molti casi ci si orienta quindi verso unalternativa neutrale, che pu essere rappresentata dalla legge di un altro Stato o da una legge composita, che punti, per es., a ribadire i principii legali comuni ai due sistemi giuridici nazionali. A volte ci si accorda sullapplicazione di una lex mercatoria, che faccia riferimento allordinamento giuridico generale ricavabile dai trattati multilaterali, dalle regole seguite dagli organismi arbitrali e dagli usi commerciali o, pi genericamente, dai principii applicabili a tutti i sistemi giuridici sviluppati. L opinione prevalente che sia comunque preferibile accordarsi su una chiara indicazione della legge scelta, piuttosto che lasciare che siano le regole della legge internazionale a determinare la materia. Nel considerare le questioni riguardanti la legge applicabile, occorre valutare anche il livello di sviluppo della legislazione locale e del sistema giudiziario locale. In certe condizioni, i soci fondatori del gasdotto possono chiedere che i contratti stipulati con la controparte siano trasformati in leggi, entrando a far parte della legislazione dello Stato ospitante. In questa situazione, piuttosto frequente, si deve fare attenzione al rischio di sovrapposizioni o di veri e propri conflitti tra la scelta di una legge neutrale, come pu essere la legge inglese, e lincorporazione del contratto nella legislazione locale, che trasforma quella scelta in una parte della legge locale. La soluzione della questione di quale legge debba regolare un contratto e della libert delle parti di scegliere la legge che preferiscono sar fortemente influenzata dalla situazione del paese ospitante e dalla natura e dalle dimensioni del gasdotto o del progetto di GNL che si intende realizzare. Recentemente questi aspetti degli accordi contrattuali sono diventati elementi importanti dei negoziati. A volte, lunica condotta possibile accettare limposizione della legge dello Stato ospitante. Nel caso di un gasdotto transnazionale, questo pu portare alla segmentazione di un unico gasdotto in tratti soggetti a leggi applicabili differenti (a seconda del territorio in cui sono situati i diversi tratti), limitando le possibilit di una strutturazione ottimale del progetto e riducendo in ogni caso la flessibilit degli accordi finanziari.

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CONTRATTI DI IMPORTAZIONE E TRASPORTO DI GAS

Dal punto di vista della certezza, la scelta di un sistema giuridico nazionale offre sicuramente le maggiori garanzie, ma non sempre una soluzione praticabile. anche possibile che la legge scelta assuma la forma di una legge ibrida, che pu inglobare i principii comuni alla legge dellinvestitore straniero e a quella dello Stato ospitante, oppure, in mancanza di tali principii comuni, contenere una clausola per lapplicazione delle leggi di un sistema giuridico specificato. In ogni caso, lindicazione di qualche forma di legge applicabile preferibile al silenzio su questo punto. Quanto minore sar la certezza contenuta nella clausola di scelta della legge, tanto maggiore sar il grado di discrezionalit accordato al giudice o allarbitro. Di conseguenza, aspetti come la personalit dellarbitro o la sua nazionalit possono diventare elementi importanti del processo di risoluzione delle controversie. Qualora le parti contraenti si accordino per indicare una legge nazionale come legge applicabile del contratto, probabile che si svolgano ulteriori trattative per stabilire quale particolare legge nazionale dovr essere applicata. Ogni legge nazionale presenter aspetti vantaggiosi e svantaggiosi, e la struttura complessiva del progetto, cos come i suoi scopi, determineranno quale scelta sar pi adatta alle circostanze (quella di un singolo sistema giuridico nazionale o di un sistema composito). Tra gli aspetti di cui si dovr tenere conto a tale riguardo, i principali sono i seguenti. Nelleventualit di una rottura del contratto, la legge scelta prevede un normale risarcimento o un indennizzo punitivo, con il pagamento di una somma superiore al danno cagionato? La legge scelta riconosce la personalit giuridica separata e punta a proteggere i diritti di propriet? Riconosce le garanzie mobiliari e gli accordi fiduciari ed accettabile per le banche e gli altri istituti di credito? In che misura tale legge rispetta lesecutoriet di un contratto in conformit con i suoi termini e si oppone al principio secondo cui il mutamento delle circostanze pu giustificare un cambiamento degli obblighi contrattuali? La legge scelta possiede un adeguato livello di certezza e affidabilit? Viene comunemente adottata come fonte del diritto o come autorit persuasiva, in particolare nei mercati emergenti? La legge scelta un sistema di common law, basato sui precedenti, o di diritto civile, basato sullinterpretazione di un codice? La legge scelta adeguatamente accessibile e vi un numero sufficiente di legali in quella giurisdizione, esperti nelle questioni relative ai gasdotti e agli impianti di GNL?

Risoluzione delle controversie

Se un tempo le questioni relative alla risoluzione delle controversie erano considerate un elemento secondario degli accordi contrattuali e non venivano quasi mai discusse, oggi non pi cos. Infatti, nella documentazione dei progetti saranno quasi sempre presenti disposizioni che prevedono il ricorso a un arbitrato in una giurisdizione esterna. Inoltre, spesso vengono inserite disposizioni supplementari concernenti la possibilit di unificare le controversie comuni in base ai diversi documenti del progetto, e il raggiungimento delleliminazione delle incongruenze esistenti tra le disposizioni sulla risoluzione delle controversie, contenute nel documento di progetto e negli accordi o nei trattati internazionali applicabili, come il TCE. Nelle pagine seguenti saranno delineate alcune delle questioni che si presentano pi frequentemente e che occorre risolvere in relazione a tali disposizioni. In primo luogo, occorre decidere se larbitrato debba essere ad hoc (in cui le parti stabiliscono le regole e le procedure da applicare), istituzionale, o amministrato e pertanto soggetto alle regole e alle procedure di un corpo arbitrale internazionale (come la Camera di Commercio Internazionale, CCI, o il Centro Internazionale per la Risoluzione delle Controversie sugli Investimenti, CIRDI). La Commissione delle Nazione Unite sul Diritto Commerciale Internazionale (CNUDCI) ha elaborato un quadro generale di regole appositamente concepite per gli arbitrati ad hoc. Nella misura in cui il successo di un arbitrato ad hoc dipende dalla disponibilit delle parti a collaborare per stabilire le necessarie procedure, in un momento in cui il loro rapporto potrebbe risultare gi compromesso, questa soluzione pu dare origine a lunghe (e costose) richieste di ricusazione, nei confronti della corte interessata o del tribunale. Nel complesso, difficile stabilire regole generali riguardo al metodo pi opportuno: ogni decisione dovr tener conto inevitabilmente delle caratteristiche particolari di ciascun caso. Nellipotesi che le parti si accordino su un arbitrato di tipo istituzionale, importante che listituzione prescelta sia indicata correttamente. Per es., in un caso si fatto riferimento alla Camera di Commercio Internazionale di Ginevra, mentre la sede centrale della CCI a Parigi. Per evitare dubbi, e costosi ritardi, consigliabile utilizzare la clausola di arbitrato standard fornita dalle varie istituzioni. Le parti si accorderanno inoltre in anticipo sul numero degli arbitri e sul modo di designarli. I principali vantaggi della designazione di un arbitro unico sono: maggiore facilit di organizzazione delle udienze, semplificazione della gestione dellazione legale e minori costi. La scelta di un arbitro unico, tuttavia, comporta anche inconvenienti non trascurabili, sia per la designazione sia per il raggiungimento di una decisione. A parte i casi in cui la natura della controversia sia tale da indurre le parti a dare la precedenza al risparmio di tempo e di denaro, si preferisce quasi sempre

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LA CONTRATTUALISTICA E LA SOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE

designare un tribunale composto da tre membri, in cui ciascuna delle parti designa un arbitro e i due arbitri designati si accordano sullidentit del terzo. preferibile che le parti specifichino cosa accadrebbe nel caso di mancata designazione di un arbitro. Per es., nellaccordo di arbitrato, le parti possono indicare unautorit designante incaricata di scegliere larbitro, nel caso in cui esse non riescano a raggiungere un accordo entro un tempo prestabilito. Un altro aspetto che merita di essere preso in considerazione la questione della riservatezza. Una delle ragioni principali per cui si desidera ricorrere allarbitrato la convinzione e laspettativa che i procedimenti arbitrali abbiano un carattere di riservatezza. Le corti inglesi hanno reputato che gli accordi di arbitrato contengano implicitamente la condizione della riservatezza, tranne alcune eccezioni, come nei casi in cui la divulgazione sia necessaria allesecuzione del lodo. In altre giurisdizioni (per es., in Svezia e in Australia), le autorit hanno ritenuto al contrario che la riservatezza non sia un requisito essenziale dellarbitrato e non dovrebbe quindi essere considerata implicita per legge. Anche se lobbligo della riservatezza contemplato da alcuni regolamenti istituzionali (come lart. 30.1 delle Regole arbitrali della Corte Arbitrale Internazionale di Londra, LCIA - London Court of International Arbitration), quasi sempre preferibile includere espressamente tale condizione nellaccordo arbitrale. Anche la possibilit di disporre misure cautelari stabilite dagli arbitri o dalla corte competente pu essere presa in considerazione, allo scopo di evitare ritardi e incertezze non necessari. Molti regolamenti istituzionali, compreso quello della CNUDCI, forniscono agli arbitri la possibilit di accordare misure cautelari di questo tipo. Tuttavia, considerata la riluttanza di molti arbitri alla concessione di tali misure, pu essere comunque utile inserire nellaccordo di arbitrato una clausola che le preveda espressamente. Molti regolamenti istituzionali (compresi quelli della CCI e della LCIA) prevedono che le parti rinuncino a qualunque ricorso o diritto di appello, nella misura in cui tale rinuncia consentita dalle leggi. Tale disposizione manca, tuttavia, dal regolamento CNUDCI. Il carattere definitivo del lodo arbitrale pu avere un effetto positivo laddove si richieda soprattutto una rapida risoluzione delle controversie, ma la presenza di una clausola di questo tipo limita seriamente il diritto delle parti in causa di ricorrere contro una decisione sbagliata. consigliabile inoltre specificare sempre la lingua ufficiale dellarbitrato, includendo possibilmente la condizione che tutti i documenti scritti in una lingua diversa siano accompagnati da una traduzione nella lingua ufficiale dellarbitrato. La scelta della giurisdizione o della sede dellarbitrato non dovrebbe essere compiuta con leggerezza.

probabile che la legislazione della sede fornisca, quanto meno, la legge procedurale dellarbitrato. Pertanto, sar opportuno valutare attentamente le caratteristiche di quel sistema giuridico, che possono avere conseguenze decisive su questioni procedurali di importanza fondamentale, quali il diritto delle parti di ricorrere contro una sentenza o la capacit delle corti locali di interferire con il processo arbitrale o di integrarlo. La scelta della sede arbitrale pu influire anche sulla scelta degli arbitri e, in particolare, sulle probabilit di avere a che fare con arbitri dotati di una formazione basata sul diritto civile piuttosto che sulla common law. L identit degli arbitri svolge un ruolo di fondamentale importanza nel determinare le caratteristiche e laroma di un arbitrato. Ottenere una decisione favorevole in un arbitrato e non avere la possibilit di far eseguire o rispettare quel lodo arbitrale significa conseguire una vittoria priva di valore. Per questa ragione, tra gli aspetti presi in considerazione dalle parti figurano molto spesso quelli relativi alla possibilit e alla facilit di esecuzione delle decisioni, a cui dovrebbe affiancarsi una valutazione dei trattati internazionali e della loro applicazione ai singoli Stati. Anche se larbitrato rappresenta uno dei mezzi pi comuni di risoluzione delle controversie riguardanti gli accordi contrattuali di un progetto di GNL o di un gasdotto, in certe condizioni possibile anche il ricorso ad altri mezzi. Nel caso di controversie riguardanti materie tecniche, o comunque di natura meno legale e pi legate a problemi di calcolo o di valutazione economica, pu essere utile prevedere un meccanismo complementare di perizie.
Finanziamento

Come per molti altri elementi della strutturazione di un progetto di GNL o di un gasdotto transnazionale, lo scopo del progetto e la natura dei partecipanti influir fortemente sulla natura del suo finanziamento. Si prenda lesempio di un gasdotto realizzato soprattutto per trasportare il gas dal punto di produzione fino a quello di vendita. In questo caso, probabile che tra i partecipanti vi siano le societ che si occupano delle attivit petrolifere upstream e che sia strutturato come una joint venture contrattuale, conformemente a questi interessi produttivi. In tali circostanze, lapproccio tradizionale nellindustria petrolifera upstream (ovvero, la raccolta di fondi effettuata a livello societario e non del progetto e linvestimento dei fondi nei singoli progetti come capitale netto) prevarr sul classico project financing. Se il gasdotto transnazionale stato concepito invece come parte costitutiva di uninfrastruttura regionale, e lo scopo principale dei partecipanti quello di operare insieme nel campo dei gasdotti, e non quello di far arrivare sul mercato il gas prodotto dai loro impianti, allora pi probabile che il veicolo del progetto sia una

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CONTRATTI DI IMPORTAZIONE E TRASPORTO DI GAS

societ per azioni (in cui gli sponsor possiedono una quota di partecipazione in qualit di azionisti). In questo caso, sar pi agevole applicare i principii del project financing classico. Il procedimento pi comune che le modalit di finanziamento entrino a far parte sin da subito del processo di strutturazione e delle trattative riguardanti il progetto, e che vengano sviluppate diverse opzioni finanziarie, per evitare che la scelta di seguire certi percorsi possa causare in seguito problemi in rapporto a una forma preferita di finanziamento. In genere, i produttori di idrocarburi non sono interessati alla costruzione di gasdotti per il trasporto del gas a grande distanza. Anche se raro che i ricavi potenziali costituiti dal pagamento delle tariffe per lutilizzo del gasdotto da parte di terzi siano esclusi dai loro calcoli, altrettanto improbabile che siano considerati un fattore commerciale di primaria importanza. Il trasporto del gas a grande distanza gestito quasi sempre in un regime di monopolio, e viene percepito spesso come unattivit a basso rischio e a basso margine di profitto. Nei mercati sviluppati, il mercato del trasporto del gas a lungo termine dominato dalle societ di servizi pubblici o dei gasdotti, che fanno ricorso al finanziamento creditizio a condizioni che riflettono uno scarso livello di rischio per gli investitori. La costruzione di un nuovo gasdotto o il potenziamento di uno gi esistente avvengono di regola solo quando vi sia la certezza della loro redditivit economica. Questultima assicurata di solito grazie alla conclusione di contratti di capacit o di volume minimo a lungo termine, in grado di coprire i costi operativi fissi e variabili, la redditivit del capitale e il rimborso del debito. Nei paesi emergenti, raro che i gasdotti transnazionali siano realizzati dalle societ di servizi. Di solito, infatti, sono i produttori a promuovere la realizzazione dei gasdotti, di cui hanno bisogno per convertire la propria produzione in valuta pregiata sui mercati esteri. Tali progetti sono in genere molto costosi e vengono realizzati da un gruppo di partecipanti, sia per ripartire i rischi, sia a causa delle norme vigenti sul territorio in cui si svolgono le attivit di produzione. Nel caso dei progetti di GNL, il project financing offre diverse opzioni di finanziamento del progetto di liquefazione. Tuttavia, questa diversificazione delle forme di finanziamento pu essere pagata con una minore flessibilit del progetto di liquefazione, in rapporto alla sua strutturazione complessiva e alle condizioni di vendita del GNL. Per es., nel caso del progetto Ras Laffan, le obbligazioni furono emesse sulla base di un contratto di vendita soggiacente, con un prezzo minimo specificato. Quando questo prezzo minimo fu abbassato in seguito a un aumento dei volumi di produzione, gli obbligazionisti protestarono e alcuni degli sponsor del progetto avanzarono la richiesta di un sostegno finanziario aggiuntivo.

C il rischio che la documentazione richiesta per il project financing e il ruolo intrusivo dei finanziatori provochino un aumento dei costi diretti del finanziamento. anche probabile che il project financing sia pi lento e provochi un allungamento dei tempi di realizzazione, che di solito si verificher proprio nel momento in cui i partecipanti al progetto ne avrebbero fatto volentieri a meno. Per i sostenitori del project financing, i suoi principali vantaggi sono rappresentati dalla possibilit di escludere il debito del progetto dai propri rendiconti finanziari, di limitare lesposizione del progetto, e di liberare risorse per le attivit di produzione, potenzialmente pi redditizie. Queste societ possono servirsi dei finanziatori come di un ulteriore strumento al tavolo delle trattative, sostenendo in pratica che, per ottenere il finanziamento, siano necessari particolari accordi commerciali (vantaggiosi per la societ). Per quanto riguarda i progetti nei mercati emergenti, lanalisi degli accordi finanziari sar basata non solo su considerazioni di natura finanziaria, ma anche sulla valutazione della gestione del rischio, sia politico sia commerciale. Molti nuovi progetti sono situati in regioni afflitte da tensioni etniche o con un passato coloniale. anche ragionevole presumere che molti progetti saranno realizzati in aree ad alto rischio di instabilit politica e nazionale. in queste circostanze che lintervento delle istituzioni finanziarie internazionali pu avere un peso che va al di l dellerogazione di un finanziamento. Molte istituzioni finanziarie internazionali offrono tra i loro servizi unassicurazione del rischio politico ma, oltre a questi servizi formali, portano con s un valore aggiunto (il cosiddetto effetto alone), in grado di scoraggiare gli Stati o i territori interessati dallassumere azioni o decisioni ostili al progetto. Nel caso si verifichino avvenimenti ad alto rischio politico, la partecipazione delle istituzioni finanziarie internazionali al progetto permette ai suoi sponsor di disporre di un formidabile alleato. Il governo ospitante sar infatti obbligato a tener conto del fatto che una sua eventuale iniziativa costituirebbe non solo una rottura degli accordi contrattuali nei riguardi degli sponsor del progetto, ma anche uninadempienza nei confronti delle istituzioni finanziarie internazionali e una violazione dei trattati. La presenza delle istituzioni finanziarie internazionali non impedir agli Stati ospitanti di assumere iniziative in relazione al progetto, ma probabile che produca il risultato di collocare la societ del progetto in compagnia di alleati molto utili in tali circostanze. La preferenza riservata alle istituzioni finanziarie internazionali pu offrire una certa protezione agli sponsor del progetto; se si considera che probabilmente i mercati emergenti non potranno fare a meno dellassistenza internazionale per molti anni a venire, ragionevole infatti presumere che i prestiti accordati

VOLUME IV / ECONOMIA, POLITICA, DIRITTO DEGLI IDROCARBURI

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LA CONTRATTUALISTICA E LA SOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE

dalle istituzioni finanziarie internazionali si trovino in fondo alla lista degli impegni che il governo ospitante pu permettersi di violare.

13.2.8 Conclusione
Lo scopo di questo capitolo era quello di esaminare alcuni temi relativi al commercio transnazionale di gas. In questo settore vengono realizzati progetti di grandi dimensioni, ad alta intensit di capitale, estesi attraverso molte giurisdizioni e sostenuti da una pluralit di partecipanti. Inoltre, la loro collocazione geografica comporta a volte lassenza di regimi giuridici stabiliti o consolidati nei territori nei quali si sviluppano e lesigenza di un sostegno solido e durevole da parte dei governi ospitanti. Il settore dei gasdotti sempre stato limitato per necessit allambito locale o, al massimo, regionale. Il settore del GNL, al contrario, internazionale e collega Stati molto distanti tra loro, anche se sulla base di accordi a lungo termine e, in una certa misura, non flessibili. La trasformazione del settore di distribuzione del gas negli Stati sviluppati, avvenuta negli ultimi anni, ha avuto un notevole impatto sulla natura delle strutture e sulla documentazione contrattuale dei progetti di GNL.

Queste tematiche sono state affrontate in una prospettiva giuridica, ma non bisogna dimenticare che le considerazioni legali sono solo una categoria di considerazioni. Le questioni politiche ed economiche rivestono un ruolo altrettanto importante o, molto probabilmente, ancora pi importante nello sviluppo di molti progetti transnazionali in questo settore. Se vero che, una volta uscito dalla bottiglia, il genio della liberalizzazione difficilmente vi fa ritorno, sembrano esserci poche ragioni di dubitare che questi processi di cambiamento siano destinati a proseguire.

Bibliografia citata
Wlde T.W. (1994) Stabilising international investment commitments: international law versus contract interpretation, Dundee, University of Dundee, Centre for Energy, Petroleum and Mineral Law and Policy.

Paul Griffin
Partner, Studio legale Herbert Smith Londra, Regno Unito

Silke Muter Goldberg


Associate, Studio legale Herbert Smith Londra, Regno Unito

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