Alberica Bazzoni La prima sapienza dovette incominciare da una metafisica non ragionata ed astratta qual questa or degli addottrinati, ma sentita ed immaginata quale dovett'essere di tai primi uomini, siccome quelli ch'erano di niuno raziocinio e tutti robusti sensi e vigorosissime fantasie. 1 Introduzione Lopera di Marc Turner The Literary Mind 1!!"# si inserisce in unampia serie di studi volti a riconsiderare lidea di ragione, di conoscenza e di significato, in contrasto con il paradigma dell$ggettivismo % . Tale visione filosofica profondamente radicata nel pensiero occidentale, formulata nel corso della storia in versioni pi& o meno radicali e coerenti, e tuttoggi tenuta come premessa dalle pi& sofisticate elaborazioni dei logici formali e degli studiosi di intelligenza artificiale. 'l paradigma $ggettivista non quindi un singolo sistema filosofico identificabile con un autore, una scuola o un periodo, ma piuttosto una visione del mondo che soggiace a infinite possibili diverse articolazioni, consistendo spesso in una premessa inindagata. (uesta premessa concerne il modo di intendere la realt), la ragione, e il rapporto tra la realt) e la ragione, ovvero la conoscenza. *econdo l$ggettivismo, in una formulazione sintetica, il mondo consiste di oggetti che hanno determinate propriet) e che stanno tra loro in determinate relazioni, e che sono indipendenti dalla comprensione umana di chi li esperisce. +siste una relazione univoca e diretta tra gli oggetti del mondo e i concetti della mente che ad essi corrispondono, e tale relazione quella che si instaura nel modo in cui il linguaggio significa il mondo, -'l significato una relazione astratta fra rappresentazioni simboliche e realt) oggettiva.. / 'n questo contesto, la ragione una facolt) astratta, perch0 indipendente dagli atti percettivi, e universale, perch in diretta e univoca relazione con un mondo -oggettivo.. 1 1'2M32TT'*T2 4'5$, Principj di scienza nuova d'intorno alla comune natura delle nazioni 1677#, par. /68. % Lidentificazione di tale visione filosofica e la definizione -$ggettivismo. sono di 1+$91+ L2:$;;, Women, Fire and Dangerous Things 1!<6#, pp. ==' > ==4''. / M29: ?$@A*$A, The Body in the Mind 1!<6#, p.==''. La traduzione mia, come sempre, dora in avanti, salvo diversamente indicato. 1 Lattivit) della ragione consiste nella combinazione di simboli, guidata da regole necessarie e oggettive, ovvero si identifica con la logica, mentre tutti gli altri aspetti del pensiero umano, quali lemotivit) e limmaginazione, sono confinati in una dimensione di confusa soggettivit), oggetto d'indagine della psicologia, ma ininfluente da un punto di vista filosofico e scientifico. Balla sua pi& estrema formulazione, quella di 5artesio, in poi, l$ggettivismo si sempre trovato a convivere da un lato con le dicotomie a cui le sue premesse danno origine corpo > menteC ragione > sentimentoC linguaggio letterale > linguaggio figurato, eccetera#, dallaltro con lincapacit) di fornire spiegazioni adeguate di tutte le altre facolt) umane, escluse da una restrizione della ragione alla sola logica. (ueste carenze e difficolt) del paradigma oggettivista hanno condotto diversi studiosi provenienti da vari ambiti di ricerca a porne in questione gli assunti fondamentali e a cercare delle alternative che possano giungere a una diversa descrizione della ragione e del rapporto tra la ragione e il mondo. 'l punto d'avvio comune a questi studi il tentativo di superamento del paradigma oggettivista, nella direzione di recupero da un lato di tutti quegli aspetti del pensiero che, esulando dall'idea di ragione come logica, sono rimasti ampiamente inindagati, dall'altro della dimensione sensibile del pensiero, del suo radicamento nel mondo fisico del corpo. 2 seconda che prevalga l'uno o l'altro dei campi d'indagine, si possono rintracciare due principali filoni di ricerca, la retorica e la cognitivistica. La retorica, dopo secoli di discredito e di confinamento nella precettistica dellornatus, entrata negli anni 5inquanta in una nuova fase, definibile come -Auova retorica -, dal sottotitolo dellopera che pi& di ogni altra ha dato impulso alla rinascita di questa disciplina, il Trattato dellargomentazione di Derelman e TEteca 1!8<#. La nuova retorica si avventura nello sconfinato campo del ragionevole, abbandonato dalla filosofia oggettivista interessata solo a verit) assolute. 2mbito trainante della nuova retorica sono gli studi sullargomentazione, intesa come campo di applicazione di una ragione che non deduzione logica, ma che, in aperta polemica con il razionalismo cartesiano, ha nondimeno le sue regole, la sua coerenza e la sua comunicabilit) intersoggettiva. 7 2ccanto agli studi sullargomentazione hanno assunto unimportanza centrale gli studi sulle figure retoriche volti non pi& a regolamentarne lutilizzo o a vagliarne leffetto estetico, bensF a comprenderne il funzionamento, il valore cognitivo, e il rapporto con la sempre pi& controversa nozione di linguaggio letterale. 'noltre, mentre il ruolo dellimmaginazione e della sensibilit) acquisisce sempre pi& importanza nella spiegazione del funzionamento della ragione, proprio le figure retoriche, metafora e metonimia in primo piano, sembrano costituire il meccanismo fondamentale del pensiero. 7 Der una contestualizzazione filosofica della nuova retorica si veda la Drefazione di Aorberto 3obbio alledizione italiana del Trattato dellargomentazione, pp. =' > ='=. La cognitivistica una disciplina trasversale, che comprende studi di filosofia, psicologia, linguistica e neurologia. Gna collaborazione fra questi diversi settori oggi in atto sulla base della convinzione che la ragione viva in una dimensione -incarnata - em!odied#, cio che il procedimento del pensiero, per quanta astrazione speculativa possa raggiungere, affondi sempre le sue radici nel corpo che lo contiene, alimenta, e soprattutto utilizza nel concreto della vita quotidiana come strumento di sopravvivenza. (uesta dimensione incarnata della ragione puH essere studiata dal punto di vista delle configurazioni neuronali, il livello base del radicamento fisico del pensiero, ma anche analizzando il modo in cui il mondo fisico continua ad essere presente negli schemi della ragione attraverso i vari gradi di astrazione che vanno dalla percezione sensibile alla combinazione di simboli, fornendo le strutture fondamentali gli schemi figurativi o image schemas# su cui si organizza la nostra comprensione del mondo. Bi questo tipo di studi si occupano, in solidariet), linguistica, psicologia e filosofia, e di questo tipo di studi tratta La mente letteraria. Lo studio di Turner si inserisce in questo contesto di nuove ricerche sul funzionamento della ragione in un'ottica di superamento della dicotomia corpoI mente e del restringimento delle facolt) razionali alla logica. La peculiarit) di questo studio, che ne costituisce anche il precipuo interesse, di porsi a cavallo tra le discipline retoriche e le scienze cognitive. Turner infatti, secondo un procedimento abituale per gli studiosi della mente, utilizza gli strumenti approntati dalla retorica, con un centro focale sullo studio delle metafore, per comprendere i meccanismi di funzionamento del pensiero. 2llo stesso tempo perH, una volta messi a punto strumenti di analisi specifici e concetti chiave riguardanti il funzionamento del pensiero, torna alla retorica, in particolare alla teoria letteraria, e li utilizza per aprire nuove ipotesi di ricerca in questo campo. La mente letteraria quindi uno studio che procede in due direzioni, da un lato verso la comprensione del funzionamento del pensiero, dallaltro verso la comprensione della dimensione narrativa insita nel pensiero stesso, in quanto parte dall'idea che il meccanismo di funzionamento del pensiero sia nella sostanza un procedimento narrativo, fondato su storie, proiezioni, parabole, metafore e modellizzazioni, e che pertanto gli strumenti per lo studio del pensiero non possano che essere solidali con quelli delle teorie narrative, in uno scambio virtuoso dei risultati. (uesto doppio sguardo, al funzionamento del pensiero e alle teoria narrative, fa de La mente letteraria un possibile punto di congiungimento tra le due linee di ricerca, retorica e cognitivista, impegnate nel superamento del paradigma oggettivista, offrendo cosF unampia prospettiva dinsieme. / 1. Gli elementi dellimmaginazione narrativa Storia, proiezione, parabola Limmaginazione narrativa, lorganizzazione del mondo in storie, lo strumento fondamentale del pensiero. Le capacit) razionali dipendono da esso. (uesta la tesi fondamentale con cui Turner apre la sua opera -La mente letteraria.. ' termini fondamentali che definiscono il piano della ricerca sono storia, proiezione, para!ola. 5on storia story# Turner intende lattivit) cognitiva di base, lunit) fondamentale in cui organizziamo la realt). Gna storia un evento o unazione, e coinvolge attori e oggetti. Gna storia puH essere proiettata su unaltra, ovvero instaurare con essa un legame o unintersezione, sulla base di una struttura condivisa. Aella proiezione projection# muoviamo da ciH che ci gi) noto per comprendere il non noto, ovvero abbiamo una storia di partenza, nota, e proiettiamo la storia nota sulla storia non nota per darle forma, cio per renderla conoscibile. La storia nota da cui partiamo per proiettare una struttura si definisce storia di partenza source story#, mentre quella non nota che cerchiamo di conoscere proiettando su di essa la struttura della storia nota si definisce storia darrivo target story#. 'l meccanismo di proiezione di una storia su unaltra si definisce para!ola para!le#. Lessenza della parabola lintricata combinazione di due delle nostre forme base della conoscenza, storia e proiezione. *iamo abituati a percepire i termini storia e parabola come letterari, e quindi in un certo senso come accessori al pensiero quotidiano. Turner non nega il possibile utilizzo letterario di questi strumenti, ma ribalta i termini della questione, rifiutando categoricamente una netta divisione tra modo del pensiero letterario e modo del pensiero quotidiano, il pensiero quotidiano essenzialmente letterario, e la parabola letteraria solo un artefatto del pi& generale processo mentale che fa uso della parabola. 'l meccanismo della parabola funziona attraverso alcuni schemi mentali, che organizzano la percezione della realt). *i tratta delle categorie di vecchia conoscenza, ristrutturate da Turner in una versione pi& semplice perch0 a suo parere pi& immediatamente corrispondente alleffettivo funzionamento del pensiero. Le stesse categorie sono poi fondate in un sistema coerente, capace di attraversare tutti i livelli in cui il pensiero opera, dalla percezione di un oggetto come distinto da un altro alla costruzione dei valori e dei miti collettivi. 5aratteristiche linguistiche e modi di significazione variano nel tempo e da una societ) allaltra, ma gli schemi mentali fondamentali che rendono possibile la significazione stessa sono universali. Tali schemi mentali sono sintetizzabili nelle seguenti funzioni, analizzando le quali si giunge a una visione organica delloperare del pensiero, quotidiano e letterario. I $rganizzazione del mondo in oggetti ed eventi I 'ndividuazione di alcuni oggetti come attori. I 5ombinazione di oggetti, eventi e attori in storie. I "torie astratte, che soggiaciono alle infinite microIstorie della realt). I Proiezioni, che funzionano su base analogica. Turner esprime lanalogia nei termini di metonimia. I #m!lemi, storie capaci di esemplificare storie astratte complesse. I "chemi $igurativi, immagini di base della percezione, che soggiaciono agli infiniti modi di combinazioni di oggetti, eventi e attori in storie. % Domini e&uivalenti o controparti, spazi narrativi mentali che interagiscono su una base di reciprocit) simmetrica. I "pazi misti, spazi mentali in cui due o pi& domini confluiscono, interagendo a creare un terzo dominio, misto e autonomo. La proiezione di storie come attivit) mentale fondamentale per il pensiero, tanto da operare inavvertita, sotto il livello di consapevolezza, di cui premessa indispensabile. Dertanto rilevare lattivit) di proiezione richiede uno sforzo di analisi specifica, unanalisi che si avvale degli stessi strumenti del suo oggetto dindagine, come in tutti gli studi sul pensiero, impossibile uscire dalle categorie del pensiero stesso, e non resta che ammettere, come condizione di possibilit) delle storie e proiezioni particolari che si vanno ad analizzare, la storia generale, ovvero che il pensiero umano costruisce storie e le proietta parabolicamente. Le storie di base che conosciamo meglio sono piccole storie di eventi nello spazio, un bambino lancia un sasso, il vento sposta una nuvola 8 . La capacit) umana di riconoscere e riprodurre questi eventi come piccole storie invece che come caos informe ciH che rende la vita possibile. (uesta capacit) per essere efficace deve rimanere biologicamente non problematica, eppure da un punto di vista intellettuale il nodo pi& difficile da sciogliere, in quanto queste storie sono invenzioni, perfettamente funzionali, ma invenzioni, e a dimostrarlo basta confrontare la descrizione quotidiana del mondo, organizzata sulle unit) di oggetti e attori, con la rappresentazione fisica del mondo, fondata sulle unit) atomiche e subatomiche, su interazioni di campi energetici, ecc. Ael pensiero quotidiano, comprendiamo il mondo a partire da storie, formate da oggetti, eventi e attori e strutturate su alcuni schemi figurativi image schemas#. Lunit) di misura in base alla quale dividiamo il mondo il nostro corpo, punto di partenza e di riferimento della nostra percezione di noi stessi e del mondo con cui il nostro corpo interagisce. Schemi figurativi 1li schemi figurativi sono strutture essenziali ricorrenti nella nostra esperienza di percezione e azione. *i tratta di figure di base, spaziali, che costituiscono le griglie sulle quali si organizza la nostra percezione del mondo, schemi iconici che 8 Tutti gli esempi riportati sono tratti da M29: TG9A+9, The Literary Mind 1!!"#, salvo diversamente indicato. 8 soggiaciono alle infinite variazioni del reale. +sempi di schemi figurativi semplici sono, movimento lungo un percorso' e&uili!rio' simmetria' contenitore' $orza dinamica( 2lcuni schemi figurativi semplici sono a loro volta il risultato della composizione di pi& parti. Lo schema figurativo contenitore, per esempio, comprende tre parti, un interno, un esterno, e un limite che li separa. La nostra testa e il nostro corpo sono i due esempi pi& importanti di oggetti che conosciamo a partire dallo schema figurativo del contenitore. 1li schemi figurativi possono interagire fra loro. Der esempio linterazione di un contenitore e di un movimento lungo un percorso produce gli schemi figurativi dentro a' $uori da' attraverso, ecc. 9iconoscere una serie di eventi e oggetti diversi come strutturati sullo stesso schema figurativo riconoscere una categoria. 'l nostro riconoscimento di eventi e oggetti diversi appartenenti a una stessa categoria sorretto non solo dallosservazione, ma anche dalla nostra interazione con essi. 'nfatti possiamo osservare oggetti ed eventi diversi e comprenderli a partire dallo stesso schema figurativo, ma anche la nostra interazione con oggetti ed eventi diversi guidata dallo stesso schema figurativo. (uesta complicit) tra gli schemi figurativi degli eventi e gli schemi figurativi della nostra interazione con essi fa sF che il nostro corpo sia la misura fondamentale della categorizzazione del mondo, e che il nostro corpo e gli eventi partecipino di una stessa struttura. 5on la condivisione di schemi figurativi il nostro corpo conferisce forma al mondo. 'nfine, suddividere il mondo in oggetti significa suddividerlo in piccole storie spaziali, poich0 il nostro riconoscimento degli oggetti dipende dalle storie in cui essi compaiono. Gna serie di piccole storie spaziali organizzate sullo stesso schema figurativo formata da una serie di elementi combinati fra loro, e questi elementi, resi identificabili grazie alla struttura ricorrente dello schema figurativo, sono gli oggetti. Gna parabola spesso proietta uno schema figurativo su un altro, portando una struttura da un punto di partenza noto a un punto darrivo che si vuole rendere noto, con il vincolo di non creare contrasto tra lo schema figurativo di partenza e quello darrivo. 'l noto di partenza e il non noto darrivo possono differire nei particolari, ma devono condividere lo schema figurativo preso in considerazione per creare il collegamento fra i due elementi. Gn esempio importantissimo di proiezione di schema figurativo quello che permette di proiettare lo spazio sul tempo, dando al tempo una forma spaziale lineare, circolare, continua etc.#. La proiezione dello schema figurativo spaziale sul tempo ci rende comprensibile una realt) altrimenti priva di punti di riferimento come il tempo. Gn altro esempio riguarda la relazione causale, cio una situazione in cui qualcosa causa di qualcosaltro. La relazione causale, come vedremo analiticamente pi& avanti, riceve la sua struttura, e quindi risulta comprensibile, a partire dalla proiezione di alcuni schemi figurativi spaziali, quali connessione, movimento lungo un percorso, o $uori da( 'n questultimo caso, in cui una relazione causale viene compresa grazie alla proiezione dello schema figurativo $uori da, interpretiamo una situazione causata da unaltra come un oggetto -emerso - da un contenitore. -Gna causa sociale o psicologica compresa tramite proiezione di una causa fisica - " . Di& in generale, il ragionamento astratto sembra possibile in larga parte grazie al ricorso a proiezioni da strutture spaziali. ;inora abbiamo considerato solo schemi figurativi semplici, ma ovviamente la complessit) del reale richiede combinazioni pi& articolate. 9iconoscere piccole storie spaziali comporta anche la capacit) di riconoscere sequenze di tali situazioni, e per la precisione sequenze di oggetti appartenenti a categorie implicati in eventi a loro volta categorizzati, ogni singola sequenza un caso unico e irripetibile, suscettibile di infinite variazioni, ma puH venire ricondotta a una stessa storia generale grazie agli schemi figurativi in essa ricorrenti. Turner porta qui un esempio semplice di come funziona, in un contesto tuttaltro che letterario, la strutturazione in storie, proiezioni, schemi figurativi, e la nostra interazione con essi, se qualcuno ci lancia un sasso, non dobbiamo attendere che il sasso ci abbia colpito per spostarci, perch0 riconosciamo lo schema figurativo di movimento lungo un percorso, con un punto di partenza e uno di arrivo, proiettiamo questa storia generale sulla situazione contingente, e siamo in grado di prevedere che la pietra ci colpir). 'n questo senso, limmaginazione narrativa, che altro non se non il meccanismo di pensiero finora descritto, lo strumento cognitivo fondamentale con cui siamo in grado di prevedere, pianificare, valutare e spiegare gli eventi che ci circondano. Attori animati 5hi sono i protagonisti delle storieJ Ba sempre, di fronte a un evento, luomo si posto la domanda, -5hi lha fattoJ., e il mondo fisico si popolato di personaggi, ha ricevuto un 5reatore, venti e fiumi sono diventati Bei. $ggi questi Bei in buona parte sono morti, eppure la nostra esigenza di trovare un agente agli eventi rimasta intatta, trasportata dal linguaggio attraverso i secoli, cosF che il vento puH ancora spalancare una finestra, un fiume invadere un campo, o lamore portare un giovane alla follia. 'n altre parole, -le piccole storie spaziali sono ancora popolate da attori animati che non danno segni di voler scomparire.. 6 'l prototipo di un attore animato, lessere umano e molti animali, individuato come semovente e capace di provare sensazioni. 'l prototipo di un oggetto un oggetto che subisce unazione. Gn attore animato un oggetto che muove se stesso e altri oggetti. 2lloggetto pertiene lo schema figurativo dinamico movimento indotto, mentre allattore animato pertiene quello di azione animata( " 'vi(, p.1<. 6 'vi, p. %K. 6 Gn esempio di come il pensiero applica necessariamente lo schema figurativo dellazione animata alla realt) la domanda che da sempre ogni cultura si pone, se un attore animato muove gli oggetti, chi muove lattore animatoJ Gna risposta storicamente ricorrente stata lanima. 'l concetto astratto di anima creato con una proiezione, dalle piccole storie spaziali note in cui un attore muove un oggetto fisico alla storia in cui lanima muove il corpo, dove loggetto proiettato sul corpo e lattore proiettato sullanima. Gnoperazione di pensiero parabolica crea il concetto astratto di anima. !. Mappa delle parabole quotidiane Gli eventi sono azioni Bopo aver chiarito ambiti e protagonisti del pensiero parabolico, Turner passa ad analizzare nel dettaglio e con una ricca serie di esempi, letterari e non, le direttrici o griglie che guidano le parabole pi& frequenti. La proiezione forse pi& comune, in accordo con quanto osservato a proposito degli attori animati, quella che connduce a interpretare piccole storie spaziali prive di un attore come storie di azione cio eventi con un attore#. Turner, che ha studiato vari tipi di parabola insieme a LaLoff, ha chiamato questa proiezione gli eventi sono azioni events are actions#, in cui il punto di partenza una storia dazione e il punto darrivo una qualunque storiaIevento. Bopo aver chiarito ambiti e protagonisti del pensiero parabolico, Turner passa ad analizzare nel dettaglio e con una ricca serie di esempi, letterari e non, le direttrici o griglie che guidano le parabole pi& frequenti. La proiezione forse pi& comune, in accordo con quanto osservato a proposito degli attori animati, quella che connduce a interpretare piccole storie spaziali prive di un attore come storie di azione cio eventi con un attore#. Turner, che ha studiato vari tipi di parabola insieme a LaLoff, ha chiamato questa proiezione gli eventi sono azioni events are actions#, in cui il punto di partenza una storia dazione e il punto darrivo una qualunque storiaIevento. Gn esempio dalla vita quotidiana < , inseriamo la carta di credito in uno sportello bancomat, ma al momento ci viene in mente il codice segreto dellallarme di casa, e lo digitiamo e ridigitiamo convinti e anche un po irritati che non funzioni. 2lla terza volta, il bancomat ci mangia la carta. +cco che un evento privo di un attore viene subito trasformato in una storia dazione, loggetto viene proiettato sulla < Lesempio mio, ma ricalcato su quello di Turner che ha come protagonista una macchina fotocopiatrice. + da notare come gli elementi inanimati portati ad esempio siano effettivamente dotati di movimento. 5iH che li distingue dal prototipo di un attore animato pertanto non il movimento, ma la capacit) di provare sensazioni. *arebbe interessante, ma anche pi& difficile, sviluppare unesemplificazione in cui i soggetti degli eventi interpretati come azioni siano privi di entrambe le caratteristiche degli attori, movimento e capacit) di provare sensazioni. carta, lattore animato sul bancomat, lazione fisica di mangiare su quella meccanica di far scorrere allinterno la carta. +d ecco un esempio dal mondo naturale, il sole tortura il naufrago. 2nche qui, una storia dazione proiettata su un evento, un carnefice proiettato sul sole e unazione di tortura sul calore. Lestremo interesse di questi esempi, e di tutti quelli che Turner trova per illustrare la sua teoria, dovuto al fatto che si trovano in bilico tra la metafora, o meglio catacresi, e la percezione pi& semplice e diretta della realt). Aon suonano inventati, n0 artificiosi, ma presi fatti e finiti dalla realt), proprio perch0 ci impossibile pensare la realt) altrimenti, e questo bench0 la descrizione degli eventi tramite attori animati non trovi alla prova dei fatti una corrispondenza diretta con una descrizione fisicoIscientifica del mondo. 1li eventi sono dotati di una struttura interna, definita $orma dellevento event shape#, organizzata come tutte le storie su alcuni schemi figurativi. -Densiamo per esempio a una stagione come qualcosa che ritorna, al tempo come qualcosa che procede lungo una linea, a una ricerca come qualcosa che va avanti.. ! Aessuno di questi eventi ha una reale forma spaziale, che tuttavia viene proiettata su di essi tramite gli schemi figurativi appropriati. $ltre alla forma gli eventi possiedono anche una struttura causale, resa principalmente attraverso due schemi figurativi, $orza dinamica e movimento lungo un percorso. Ael primo, la causa intesa come una forza. Ael secondo, pi& articolato, la relazione causale tra due situazioni intesa come spazio che separa due punti nello spazio. +ntrambi questi schemi visivi sono applicabili poi a cause fisiche e a cause non fisiche. *chema visivo figurativo $orza dinamica, applicato, a causa fisica, es. il martello fa cadere la portaC es. un colpo di vento abbatte un alberoC a causa non fisica, es. la paura lo fece scappare. *chema figurativo movimento lungo un percorso, applicato, a causa fisica, es. questa strada porta da casa mia a casa tuaC a causa non fisica, es. leconomia arrivata al punto pi& basso. 'nfine, noi riconosciamo elementi e parti di eventi che stanno fra loro in certe relazioni, di possibilit), necessit), abilit) un attore in grado di compiere unazione# ecc. (ueste relazioni prendono il nome di struttura modale dellevento modal structure#, e anchessa intesa a partire da schemi figurativi che interpretano lazione come una barriera e lagire come il rompere o superare tale barriera, ovvero gli stessi schemi figurativi di $orza dinamica e movimento lungo un percorso. ! 'vi, p.%<. ! Ba questa descrizione di una parabola si evince la presenza onnipervasiva degli schemi figurativi, unit) minima di analisi di una storia, a sua volta punto di partenza per lo studio delle proiezioni in atto in una parabola. 1li schemi figurativi, in quanto griglia delle storie, sono anche alla base del principio che regola la proiezione di una storia su unaltra, nel caso finora analizzato gli eventi sono azioni, noi proiettiamo una struttura con schema figurativo da una storia dazione per dare struttura a una storia evento, sotto la condizione che non ci sia contrasto tra lo schema figurativo della storia di partenza e quella darrivo. (uesta condizione definita da Turner principio di inviarianza invariance principle#, e stabilisce, con un margine di incertezza almeno un poco inferiore a quello lasciato dal concetto generico di analogia, il criterio che permette di associare alcune immagini o storie mentre altre associazioni risultano impossibili. $ltre che su una storia evento spaziale, una storia spaziale dazione puH anche essere proiettata su una storia evento non spaziale. 2 illustrazione di questa possibilit), Turner porta un esempio ricco non solo di potere esplicativo ma anche di interesse culturale, ed la rappresentazione della morte, cosF come sviluppata non solo nei miti e nelle religioni ma anche e soprattutto nel linguaggio ordinario. La morte, insieme alla nascita e alla vita come viaggio, tutti temi ampiamente approfonditi da Turner, sembrano costituire una base per la formazione e la strutturazione del pensiero, in quanto contengono gran parte di quegli schemi figurativi che sorreggono tutto larco delle proiezioni paraboliche. Levento della morte essenzialmente una storia non spaziale, concettualmente indipendente dal movimento. +ppure, il modo pi& comune in cui noi concepiamo la morte una partenza senza ritorno, risultato di una proiezione da una storia dazione spaziale, la partenza, su una storia evento non spaziale, la morte. Lo schema figurativo quello di un movimento lungo un percorso. 'n ogni singola storia evento con una morte, ci sar) una particolare causa, malattia, vecchiaia eccetera. Ma noi consideriamo tutte le cause singole come derivanti da una causa unica, la morteIinIgenerale, la morteIinIgenerale causa il morire. M la struttura della tautologia causale, come la sofferenza causa il soffrire, il desiderio causa il desiderare, etc, secondo cui un evento richiede un attore. La morte puH allora essere intesa come una partenza, ma anche come un attore che porta via una persona, che causa la sua partenza. Ba questa prima personificazione della morte in morteIinIgenerale ne discendono altre pi& specifiche, dove la morte entra in scena come personaggio, giusto o spaventoso, atteso o imprevisto, secondo tutta la ricchezza e le sfumature di una storia con attori umani. Gn altro modo frequente di proiettare una storia dazione spaziale su una storia evento non spaziale riguarda lazione di manipolare oggetti materiali. 'l rapporto tra il proprio corpo e un oggetto, possedere, afferrare, perdere, controllare, avere vicino o lontano dalla propria presa un oggetto, sono tra le prime piccole storie spaziali apprese da un bambino, nelle quali egli lattore. Ba qui in poi comune proiettare storie dazione di possesso e controllo su storie eventi non spaziali, sono abituali per noi espressioni come -@o perso il lavoro. o -@o afferrato al volo lidea., bench n0 il lavoro n0 unidea siano oggetti materiali che fisicamente possibile prendere, controllare, o perdere. M interessante notare come tutta la logica relativa al possesso di un oggetto venga integralmente proiettata sulla relazione con eventi non fisici, stati e situazioni, come per esempio quando interpretiamo la cancellazione di una possibilit) come un oggetto che ci viene portato via. Gli attori 2bbiamo qualificato unazione come un evento con un attore. Ma che cosa fa un attoreJ Bi che tipo lazione che compie un attoreJ Gnazione sempre il risultato di una proiezione da movimenti fisici, la storia dorigine affonda sempre il suo schema figurativo primario nel mondo fisico del corpo. Ba qui discendono le principali caratteristiche di un attore, indipendentemente dalle caratteristiche di spazialit) o non spazialit) della storia su cui lo schema fisico originario viene proiettato. )li attori sono dotati di movimento. (uesto schema ha una serie aperta di ulteriori gradi di specificazione, gli attori sono dotati di movimento autonomo, es. -M necessario far qualcosa ma il presidente paralizzato -C le situazioni sono spazi fisici in cui lattore si trova, es. -Aon possiamo tornare alla situazione precedente -C essere in una situazione essere in uno spazio fisico, es. -+ in pensione -C un cambio di situazione un cambio di spazio fisico, es. -+ uscito dal letargo -C impedimenti allazione sono impedimenti al movimento, es. -Lei iniziH a parlare, ma lo sguardo di lui la bloccH -C gli obiettivi di unazione sono spazi fisici che lattore cerca di aggiungere, es. -*ono finalmente arrivato a una conclusione -, etc. Lo schema chiaro, unazione compresa sulla base dello schema figurativo del movimento nello spazio. )li attori sono manipolatori( 2nche qui lo schema ha una serie aperta di possibili specificazioni, unazione avere presa su un oggetto, es. -@o colto lopportunit) -C le situazioni sono oggetti fisici, es. -La passione difficile da conservare -C controllare una situazione avere presa su un oggetto, es. -Tiene in pugno lassemblea - 1K C un cambio di situazione un cambio di grado di possesso di un oggetto, es. -@a buttato via una possibilit) -C lobiettivo di unazione un oggetto su cui si vuole avere presa, es. -@o cercato di ottenere un buon lavoro, ma me lhanno portato via -, ecc. 1K Lesempio mio. 11 *econdo questo schema, unazione compresa sulla base dellazione fisica di manipolare un oggetto. Gn esempio un po particolare seppur frequentissimo di come unazione sia intesa a partire dal mondo fisico la proiezione della piccola storia spaziale della manipolazione di oggetti fisici sulla storia non spaziale della comunicazione. Gna persona, il mittente, mette un oggetto fisico, il significato, in un contenitore, il linguaggio, e lo spedisce attraverso un canale a un altra persona, il destinatario, che apre il contenitoreIlinguaggio ed estrae loggettoIsignificato. 9iconoscere questa semplice proiezione aiuta a rendere conto del modo in cui il nostro pensiero abituato a intendere il rapporto tra linguaggio e significato. ' due schemi descritti gli attori sono dotati di movimento e gli attori sono manipolatori interagiscono tra loro e creano lo schema complesso gli attori sono dotati di movimento e manipolatori( 4ediamo questo schema allopera nel nostro modo di comprendere lazione del pensare, applicando agevolmente lo schema che Turner chiama la mente * un attore dotato di movimento e un manipolatore. *i tratta di uno schema che informa il nostro modo di pensare, dalle espressioni pi& quotidiane ai sommi esempi di letteratura. Der esempio, se vogliamo descrivere la storia dazione di una scoperta, scientifica o banale che sia, incontreremo espressioni come -*ono partito da questo presupposto -, -@o cercato unalternativa, e lho trovata spostando di un po il mio punto di vista -, -Aon riesco ad arrivare ad una soluzione, perch0 mi manca il pezzo pi& importante -, -Mi sono finalmente impadronito di questa nozione -. Aon occorre star tanto a pensare per trovare la mente, o lanima che ne il corrispettivo, intesa come un oggetto fisico che si muove nello spazio, protagonista di tanta letteratura, antica e moderna, dalla personificazione pi& fisica dellanima di Glisse che scende negli 'nferi, a quella pi& rarefatta della mente di Droust che vaga tra presente e tempo del ricordo, alle tormentate notti oscure dellanima di ?uan de la 5ruz. Gli eventi La stessa ricognizione di schemi figurativi originati dal mondo fisico che si fatta per gli attori si puH fare anche per quanto riguarda gli eventi. 2nche gli eventi infatti, come avviene a livello linguistico quando un verbo allinfinito assume le caratteristiche sintattiche di un sostantivo, possono diventare attori, cio soggetti e oggetti di azioni. *i tratta di variazioni sul tema generale gli eventi sono azioni. 2vremo cosF le caratteristiche speculari agli attori di, )li eventi sono attori dotati di movimento, es. NLa recessione si abbattuta sulle regioni meridionaliO. )li eventi sono manipolatori, es. NLa nuova finanziaria stritola i piccoli imprenditoriO 11 . )li eventi sono attori dotati di movimento e manipolatori( L'esempio pi& chiaro e ubiquo di questa categoria la morte * un attore dotato di movimento e un manipolatore, la morte arriva, ti sfiora, ti porta via, etc. 5osF fa anche il tempo, il tempo corre contro di te, ti sfugge, ti porta via la giovinezza, ecc. ;inora abbiamo considerato solo il caso di eventi sui quali veniva proiettata una storia d'azione. 4ediamo ora il caso di eventi su cui viene proiettata una storia spaziale. 'n parte i due schemi si sovrappongono, ma mentre gli eventi sono azioni include storie non spaziali come la storia della mente#, gli eventi sono storie spaziali include eventi senza un attore, cosF che nessuno dei due schemi interamente contenuto nell'altro e la sovrapposizione solo parziale. 5ome gi) detto, la nostra esigenza di trovare un agente ad ogni evento limita questo tipo di proiezione. Der chiarire il concetto, Turner elenca alcune caratteristiche, sempre in lista aperta, di gli eventi sono storie spaziali+ , cam!iamenti sono movimenti nello spazio, es. NLa costruzione caduta in rovinaO. -n $atto * un movimento e la $ine di un $atto * l'interrompersi del movimento, es. NLa siccit) va avanti da due anni ma speriamo che smetta prestoO. Le cause sono $orze, es. NLa neve ci ha costretto a fermarciO 1% . 9iassumiamo qui di seguito tutti i casi di proiezione finora considerati, Droiezione, "toria di partenza, "toria di arrivo, azione spaziale azione spaziale evento spaziale azione spaziale azione spaziale evento spaziale evento spaziale evento spaziale azione spaziale azione non spaziale evento spaziale azione non spaziale azione spaziale evento non spaziale evento spaziale evento non spaziale Dassiamo ora a considerare i casi di proiezione in cui la storia di partenza una storia non spaziale. 3ench0 sia pi& faticoso da ricostruire e da vedere all'opera, una storia non spaziale, punto d'arrivo di una proiezione da una storia spaziale, puH a sua volta diventare punto di partenza per ulteriori proiezioni, come evidentemente avviene 11 Lesempio mio. 1% Lesempio mio. 1/ nella complessit) del pensiero quotidiano, costituito perlopi& da proiezioni multiple, ricorsive. Drendiamo per esempio l'affermazione, NLe economie nazionali stanno cospirando contro la ripresa globaleO. La storia spaziale di partenza, l'azione di una forza contraria, proiettata sulla storia non spaziale d'arrivo, una cospirazione. (uesta storia non spaziale di cospirazione viene a sua volta proiettata sulla storia d'arrivo non spaziale, le economie nazionali. Betto altrimenti, una forza fisica diventa un'azione non spaziale cospirare#, che a sua volta prende un attore non spaziale le economie nazionali#. Prime conclusioni Dotrebbe sembrare plausibile estrarre da queste analisi una regola generale, le storie non spaziali e le loro successive proiezioni sono sempre fondate su storie spaziali e fisiche. La forma estrema di questa regola che il pensiero astratto e il ragionamento in generale sempre fondato, attraverso una specie di archeologia della mente, su storie spaziali e fisiche. *ebbene non chiaramente falsa, avverte Turner, una deduzione di questa portata troppo estrema rispetto ai limiti dell'analisi da cui proviene. Turner preferisce piuttosto affermare che la nostra comprensione di storie spaziali e fisiche cosF ricca, e le possibilit) di proiezioni paraboliche cosF sviluppate, che l'immaginazione puH servirsi di queste storie come punti di partenza per proiezioni verso qualunque direzione, dalla minima storia di manipolazione di un oggetto fisico fino al concetto pi& astratto e disincarnato. Der molti concetti astratti, anzi, le storie spaziali e fisiche di provenienza costituiscono un archetipo, e il pensiero quotidiano contiene proiezioni da storie spaziali e fisiche su storie sociali, mentali, sul ragionamento astratto, cosF radicate da essere diventate convenzionali. Le tracce di tali proiezioni sono presenti, istituzionalizzate, nel linguaggio. M poi degno di nota il fatto che discorsi su storie sociali, mentali, o generalmente astratte facciano sempre ricorso a proiezioni dal mondo fisico e spaziale, mentre storie sul mondo fisico possano svilupparsi senza fare alcun ricorso a storie astratte e non spaziali. *embra, infatti, che sia pi& frequente e pi& agevole la proiezione di storie spaziali e fisiche su storie astratte, mentre proiezioni nella direzione opposta, con storie non spaziali usate come base di una proiezione su storie spaziali, sebbene possibili e comprensibili, siano tuttavia meno usuali, e sembra che mantengano, nella loro formulazione linguistica, una traccia pi& evidente della loro origine parabolica. 'n altri termini, proiezioni dal mondo astratto a quello fisico suonano meno letterali, meno naturali, pi& NmetaforicheO di quelle in senso contrario. *e per esempio mangiando un fritto misto di mattina diciamo che il nostro stomaco non d'accordo con la nostra scelta, proiettando un'azione non spaziale, l'essere d'accordo, su una storia fisica, una digestione, chiunque in grado di comprendere il significato della nostra affermazione, ciH nondimeno l'espressione viene percepita come in qualche modo deviante rispetto al corso naturale del pensiero. L'idea che tutto il pensiero sia radicato nel mondo fisico, spaziale, del corpo, resta un'ipotesi aperta, tutta da dimostrare, ed in questa direzione che si muovono gli studi di Turner, e della ricerca cognitivistica, psicologica, filosofica e neurologica a cui Turner guarda continuamente. ". #immaginazione allopera Il linguaggio ordinario: una scelta di campo La comunicazione modellizzata, nel pensiero quotidiano, come trasporto di un oggetto, il significato, dentro a un contenitore, il linguaggio, da un mittente a un destinatario che per comprendere un enunciato non deve far altro che estrarre l'oggettoIsignificato dal contenitoreIlinguaggio. (uesta modellizzazione porta a concepire il significato come un pacchetto, chiuso e stabile. M forse anche il sogno dei linguaggi formali, un segno linguistico a cui corrisponda uno e un solo referente, un significante in rapporto univoco con il significato. 'n realt), se tale relazione statica e univoca puH valere per i linguaggi formali, non ha pi& alcuna validit) nel momento in cui si parla di linguaggio e pensiero quotidiani, d'uso. ' primi esempi di parabole analizzati ci danno piuttosto l'idea di un significato composito, mutevole, suscettibile, tramite le proiezioni, di estensioni, riduzioni e spostamenti. 'l significato una complessa operazione di proiezioni, connessioni, interazioni, mescolanze di spazi mentali differenti. 2lcuni filosofi del linguaggio, come Pigttenstein, ;rege, 9ussell, e i loro continuatori, che si impegnano nella costruzione di linguaggi formali, lo fanno nella prospettiva di ottenere uno strumento scientifico di comunicazione, e insieme nella speranza che un linguaggio cosF depurato da tutte le imprecisioni e opacit) possa costituire il miglior oggetto d'analisi per capire il funzionamento del pensiero. 5ome dire, un linguaggio sfrondato da tutte le incertezze semantiche permetterebbe di vedere meglio i meccanismi di costruzione del ragionamento, in una sorta di ep.che dell'ambiguit) semantica. Turner, pur facendo anch'egli del linguaggio lo strumento privilegiato per lo studio del pensiero, opera una scelta di campo opposta, in quanto studia il linguaggio proprio nella sua versione pi& NsporcaO, quella dell'uso quotidiano, per capire come funziona non la logica scientifica, ma il pensiero quotidiano, il campo del ragionevole, in cui i significati si formano e prendono vita. 'nsomma, tale oggetto d'analisi, il pensiero quotidiano, tale lo strumento d'analisi, il linguaggio ordinario, dove le imprecisioni, le opacit), la mancanza di univocit) semantica non sono pi& ostacoli bensF finestre spalancate sull'effettivo processo mentale di costruzione del significato. 18 Spazi misti Gna parabola mette in relazione il significato di almeno due storie, coinvolgendo almeno due spazi mentali, quello in cui si costruisce la storia di partenza e quello della storia d'arrivo. (uesti due spazi, tuttavia, non si limitano a una relazione Na distanzaO, bensF interagiscono a creare un terzo spazio, con caratteristiche provenienti da entrambe le storie implicate nella parabola. Turner definisce questo spazio mentale di interazione fra gli spazi mentali di due o pi& storie spazio misto Q!lended spaceR( /0
;in qui Turner ha considerato un modello di proiezione molto semplificato, in cui la proiezione procedeva solo in un senso, cio da una storia di partenza a una di arrivo, con un trasporto integrale della struttura dalla prima alla seconda. 'l concetto di spazio misto interviene a rendere pi& complesso, e quindi pi& rifinito e aderente al processo mentale reale, il modello in questione. 2bbiamo detto che uno spazio misto uno spazio di integrazione fra gli spazi mentali di due o pi& storie coinvolte in una parabola. (uesto richiede di immaginare le storie non pi& come due punti uniti da una linea direttrice, bensF come due insiemi che vengono in parte a coincidere in un terzo spazio mentale, lo spazio misto, dove informazioni da una storia e dall'altra si mescolano a creare una nuova storia. Aei termini di Turner, le storie coinvolte nella parabola sono spaziIinput. 5' una proiezione parziale perch0 riguarda solo alcuni elementi degli spaziIinput# dagli spaziIinput allo spazio misto. 'l punto cruciale del nuovo modello che lo spazio misto sviluppa una propria struttura autonoma da entrambi gli spaziIinput, che puH poi proiettare indietro sugli spaziIinput stessi. 1li spaziIinput non sono solo punti di partenza di proiezioni sullo spazio misto, ma anche punti d'arrivo di proiezioni che partono dalla nuova struttura formatasi nello spazio misto. La proiezione, insomma, avviene in due direzioni e crea un terzo spazio indipendente dagli spaziIinput. 5ome sua procedura abituale, Turner affianca subito la nuova nozione teorica a un esempio che la renda pi& immediatamente intellegibile, e l'esempio un passo della Bivina 5ommedia in cui Bante incontra 3ertrand de 3orn che porta in mano la propria testa, e spiega al pellegrino che quella pena il contrappasso per aver condotto un figlio contro suo padre, -Perch'io part1 cos1 giunte persone, partito porto il mio cere!ro, lasso2 Dal suo principio ch'* in &uesto troncone( 3os1 s'osserva in me lo contrappasso.. 17 1/ 5fr. supra 2L+**2AB92 B'2SS', Dalla nevrosi dautore allinconscio strutturato come un linguaggio+ &uestioni di critica psicoanalitica, relativamente alla nozione di logica con$usiva. 17 B2AT+ 2L'1@'+9', La Divina 3ommedia( ,n$erno, canto ==4''', vv. 1/! > 17%. 'l personaggio che parla con la testa divisa dal corpo risiede in uno spazio misto impossibile, composto da diverse parti. Drima di tutto, lo spazio misto comprensibile sulla base di una metafora convenzionale, dividere le persone inteso metaforicamente come spezzare un oggetto fisico. 'n questa metafora convenzionale una vicinanza o lontananza spaziali sono basi per una proiezione su storie d'azione sociali e psicologiche, ovvero la distanza spaziale usata per comprendere quella sociale o psicologica. *i pensi alla frase NAessuno osi separare ciH che Bio ha unitoO. 'n secondo luogo abbiamo uno spazio generico che contiene un'unit) che viene divisa e un agente che causa la divisione. (uesto spazio generico la base per la creazione dello spazio misto, che contiene tutte le informazioni dello spazio generico pi& informazioni particolari provenienti dagli spaziIinput. 1li spazi input sono una storia di partenza da un lato, la divisione di un oggetto fisico, e una storia d'arrivo dall'altro, il peccato specifico di aver diviso padre e figlio. Aello spazio misto, la storia di divisione di un oggetto fisico si combina con quella del peccatore e il suo peccato specifico dando origine al concetto di punizione, punto di collegamento tra il peccato di aver diviso due persone e il contrappasso che divide al peccatore la testa dal corpo. 2 questo punto lo spazio misto contiene lo spazio generico, con un'unit) che viene divisa e un agente che causa la divisione, pi& il concetto di punizione. (uesto spazio misto viene proiettato indietro sugli spaziIinput, dando origine a qualcosa di impossibile per qualunque spazio mentale, un essere umano che parla e ragiona ma con la testa divisa da corpo. La divisione di un oggetto fisico ha interagito con il peccatore, sulla base della metafora convenzionale che proietta storie di separazione spaziale su storie di divisione sociale o psicologica, dello spazio generico con un agente che causa una divisione, e del concetto di punizione, NDerch'io partF cosF giunte personeT partito porto il mio cerebro...O. 'l peccatore con la testa divisa dal corpo non risiede negli spaziIinput n0 nelle metafore convenzionali che permettono la relazione fra gli spaziIinput, bensF in un terzo spazio in cui informazioni da spazi mentali diversi possono mescolarsi e fondersi in una nuova unit), uno spazio misto. DuH a prima vista destare sorpresa e inficiare un po' la credibilit) della tesi il fatto che Turner scelga un esempio cosF poco NquotidianoO, se anche la nozione di spazio misto venisse perfettamente dimostrata nel caso, come minimo anomalo, della punizione di un dannato nell''nferno dantesco, essa potrebbe certo diventare uno strumento di analisi delle invenzioni letterarieC ma cosa ci potrebbe dire sul pensiero quotidianoJ Turner sviluppa quest'esempio perch0 un caso estremo, in cui la visibilit) della nozione di spazio misto ne rende semplice e immediata la comprensione. *olo una volta che la nozione sia ben compresa Turner puH passare a vagliarne la validit) nei contesti meno semplici e immediati del pensiero quotidiano. 4ediamo allora un esempio tutt'altro che letterario. Drendiamo il caso di una barca a vela 2 che cerchi di coprire una distanza in un tempo inferiore a quello 16 impiegato precedentemente da un'altra barca 3, che cerchi cio semplicemente di battere un record. (ui abbiamo due storie spaziali, non relazionate fra loro come storia di partenza e storia d'arrivo ma perfettamente compresenti e simmetriche, una storia comprende la barca 3 che percorre la distanza, l'altra storia di cui fa parte la barca 2 che copre la stessa distanza in un tempo successivo. A0 nella prima n0 nella seconda storia presente l'elemento della gara, eppure viene istintivo di percepire la seconda storia come relazionata alla prima appunto nella modalit) della gara. *e per esempio vogliamo dire che a un certo punto del percorso la barca 2 ha impiegato un certo tempo, e la barca 3 ne aveva impiegato uno inferiore, useremo espressioni come NLa barca 2 in svantaggio, ma ha ancora il tempo di recuperareO o N2l momento la barca 3 ancora in testa ma la barca 2 potrebbe sempre recuperare all'ultimoO. Le due storie sono spaziIinput di uno spazio misto che comprende entrambe le barche impegnate a percorrere lo stesso percorso nello stesso momento. ' due tempi e i due percorsi vengono mischiati in uno solo, mentre le due barche mantengono la propria individualit), ovvero dagli spaziIinput si ha una proiezione parziale sullo spazio misto, nel quale si genera la storia, impossibile, di una gara tra due barche che hanno corso in tempi differenti, e questa storia viene poi retroproiettata sugli spaziIinput in modo tale che, per esempio, l'equipaggio della barca 2, bench0 non ci sia nessuno che sta percorrendo la stessa distanza, puH vivere la propria corsa come una gara contro un avversario, con momenti di vantaggio e svantaggio e un vincitore finale. Lo spazio misto collega due storie creando la storia di una gara. Il narratore palese si trova in uno spazio misto 5he rapporto c' tra lo spazio di una storia narrata e lo spazio della narrazioneJ 'n quali spazi mentali risiedono il narrare e l'oggetto della narrazione, e che relazione si instaura fra loroJ Turner si rif) alla teoria narrativa di PaEne 3ooth contenuta in The rhetoric o$ $iction /4 , e la integra con il concetto di spazio misto. *econdo la teoria narrativa tradizionale, in cui si inscrive anche la teoria di 3ooth, narrazione e storia narrata sono due spazi differenti, che possono interagire quando la narrazione opera un'intrusione nella storia narrata, rendendosi palese. M quello che avviene, nella sistemazione di 5hatman, con i diversi gradi di avvertibilit) del narratore, da NassenteO a NnascostoN a NpaleseO 1" , dove la manifestazione del narratore coincide con un'invasione della storia narrata da parte della narrazione. 1li autori che formulano questa teoria, sostiene Turner, non disponendo di strumenti di analisi sufficienti limitano il panorama a due spazi la narrazione, la storia narrata# e chiamano intrusione di uno spazio nell'altro quello che in realt) uno spazio misto. Aarrazione e storia narrata, infatti, sono due spazi autonomi ciascuno con la propria struttura, e l'interazione tra i due spazi d) luogo a uno 18 5fr. P2UA+ 3$$T@, La retorica della narrativa, 1!</#. 1" 5fr. *+UM$G9 5@2TM2A, "toria e discorso 1!6<#. spazio misto in cui convergono e si mischiano in modo impossibile per gli spaziI input elementi e strutture dall'uno e dall'altro, cosa che rende sempre concettualmente intricato il rapporto fra i due spazi. Droviamo ora a sviluppare l'idea di Turner, cercando di mettere a fuoco quali elementi di storia narrata e della narrazione interagiscono nello spazio misto. Aella storia narrata ci sono personaggi ed eventi, tempi e luoghi in cui i personaggi pensano, parlano e agiscono e in cui gli eventi accadonoC nella narrazione c' un discorso linguistico prodotto da un narratore e recepito da un destinatario, e questo discorso comprende la forma, l'ordine e la struttura mentali con cui il narratore organizza gli elementi della storia. Aella storia narrata esistono degli elementi che nella narrazione vengono composti. Aello spazio della storia narrata, il narratore non esiste, pertanto non puH avere poteri speciali. 'l che significa che la storia narrata una serie di eventi indipendente dall'idea che di essi ha un narratore. Aella narrazione, il narratore esiste e ha poteri speciali sul discorso, tramite il quale interviene sulla storia narrata. 'l narratore puH infatti cambiare il punto di vista temporale e spaziale della narrazione, in modo tale che un cambiamento nel punto di vista temporale nella narrazione corrisponde a un movimento fisico nel tempo nella storia narrata, e un cambiamento di punto di vista spaziale nella narrazione corrisponde a un movimento fisico da un luogo all'altro nella storia narrata. M quello che avviene per esempio quando un narratore afferma di volere guardare un po' pi& da vicino un certo paesino, o di saltare a pi pari cent'anni di storia. Aello spazio misto il narratore presente come personaggio, cio condivide con i personaggi un tempo e un luogo, e con loro i limiti umani di movimento e conoscenza degli eventi, elementi che provengono dallo spazio mentale della storia narrata, ma insieme dotato di superpoteri, ovvero puH muoversi a suo piacimento avanti e indietro nel tempo e nello spazio, entrare e uscire dalla mente dei personaggi, accedere a una conoscenza degli eventi impossibile per un personaggio, elementi che derivano dallo spazio mentale della narrazione. 'nsomma, un narratore che interviene nella sua storia crea uno spazio misto staccato da entrambi gli spazi mentali della narrazione e della storia narrata, in cui possibile un rapporto tra narratore e personaggi altrimenti impossibile per gli altri due spazi. La rappresentazione del rapporto fra storia narrata e narrazione come spazio misto costituisce nell'ambito dell'opera di Turner solo uno spunto, un esempio di come uno spazio misto possa essere uno strumento critico utile per chiarire meglio alcuni concetti e nodi teorici studiati dalla teoria letteraria. La narratologia si trova a descrivere una situazione in cui interagiscono ambiti diversi, il discorso e la storia, la realt) e la finzione, e spesso deve rendere conto di come questi spazi mentali separati trovino nell'atto della produzione e della ricezione di una narrazione un punto di contatto, si mischino, giungano ad un equilibrio mascherando la propria origine separata > ed quello che fanno la verosimiglianza e l'imparzialit) >, o vFolino l'equilibrio provocando un 1! cortocircuito mentale, come nel caso del narratore palese descritto da Turner. 'l modello teorico dello spazio misto, proponendo una modalit) di interazione fra due spazi mentali, sembra essere uno strumento di analisi promettente nell'ambito della narratologia e pi& in generale delle teorie filosofiche che si occupano di problemi quali la relazione fra realt) e rappresentazione. Considerazioni sulla parabola alla luce degli spazi misti L'esempio delle barche, bench0 schematico, molto utile per capire come vengano usati gli spazi misti e quale importanza rivestano nel pensiero quotidiano. Aella 3ommedia abbiamo una storia di peccato combinata con una storia di punizione in uno spazio misto che mescola elementi dell'una e dell'altra storiaC la punizione del dannato la controparte del peccato, ovvero nello spazio misto le due storie vengono messe in relazione rendendo possibile il confronto fra le due. Aell'esempio della barca che vuole battere un record, abbiamo due storie messe in relazione in uno spazio misto che crea la storia di una gara. *correndo i numerosi altri esempi, letterari e non, che Turner analizza, sembra qui di poter trarre alcune tesi generali, riguardanti l'uso degli spazi misti. 1li spazi misti sono una forma di pensiero fondamentale per porre in relazione fra loro pi& storie, ovvero per istituire legami e confronti fra segmenti diversi di realt). $gni volta che noi istituiamo legami fra storie, il confronto possibile solo nell'ambito di uno spazio misto nel quale vengono a interagire gli spazi mentali sedi delle storie poste in relazione. *i pensi ora all'importanza che riveste nel pensiero quotidiano la possibilit) di mettere in relazione pi& storie, e si avr) la misura della pervasivit) degli spazi misti nel meccanismo del pensiero, dalla proiezione minimale che rende possibile conoscere il mondo esterno, alla possibilit) di costruire la nostra identit) nel confronto con gli altri, alla capacit) di pianificare un atto futuro. 2bbiamo affermato prima che la proiezione la forma del pensiero che ci permette di valutare, pianificare, infine di agire, e vediamo ora come gli spazi misti non siano altro che una specificazione o approfondimento nello studio del funzionamento del meccanismo parabolico, con la differenza non trascurabile che l'istituzione di uno spazio misto, poich0 seleziona e ricombina tra loro elementi degli spaziIinput, un atto propriamente creativo. La proiezione nella sua versione semplice, monodirezionale e integrale, uno strumento cognitivo fondamentale in quanto permette di capire il non noto riconducendolo al noto, applicando la struttura delle storie note su quelle non note in modo da renderle comprensibili, cio conoscibili. 'l pregio di questo modello di non cadere nella tentazione dell'idealismo, secondo cui le categorie astratte quelle che per Turner sono gli schemi figurativi# precederebbero in qualche modo il mondo fisico, sarebbero griglie astratte su cui il mondo si organizza. Ma se vero che gli schemi figurativi sono griglie che organizzano il mondo, altresF vero che le stesse griglie si formano sulla struttura del mondo, a partire dalle minime storie spaziali di interazione fra il nostro corpo e il mondo. 1li schemi figurativi sono spaziali e dinamici, non concetti astratti. 2 fermare ora l'attenzione sul modello dello spazio misto, ci si rende conto di avere a che fare con un'ipotesi ampia e importante, lo spazio misto non risiede nella storia di partenza n0 in quella d'arrivo, ma combina elementi di entrambe a creare qualcosa di nuovo. Bire che l'istituzione di uno spazio misto un atto propriamente creativo significa attribuire un ruolo cognitivo fondamentale all'immaginazione. Aon questo il luogo per una rassegna del ruolo storicamente attribuito all'immaginazione, ma baster) notare brevemente come tale ruolo in anni recenti sia andato assumendo sempre pi& importanza nell'ambito di alcune scuole di pensiero e nella fenomenologia in particolare. 3ench0 si occupi di argomenti specificatamente filosofici, Turner non fa mai riferimento ad alcuna scuola di pensiero o filosofo n0 passati n0 contemporanei, come nel tentativo di recuperare un approccio diretto agli argomenti trattati, svincolandosi dal peso soprattutto della tradizione e confusione# terminologica accumulatasi sullo studio del pensiero in quasi tre millenni di filosofia. Der questa ragione a volte, leggendolo, si ha l'impressione che Turner esprima concetti assolutamente nuovi, salvo poi accorgersi subito dopo che si tratta di una riformulazione o nuova sistematizzazione di nodi concettuali storicamente oggetto d'indagine filosofica. Turner sembra voler ripartire da un grado zero, tentando un contatto diretto con gli argomenti trattati, creando una terminologia propria, motivo per cui risulta difficile a volte inserirlo in un contesto critico, e allo stesso tempo riesce mirabilmente nell'intento di esprimere in modo semplice e chiaro concetti storicamente contraddittori e contraddetti. 3ench0 quindi esuli da Turner la volont) di rapportarsi alla tradizione filosofica, per quanto riguarda il ruolo cognitivo assegnato all'immaginazione sembra appropriato istituire un legame con la concezione fenomenologica dell'immaginazione e del suo ruolo nel processo cognitivo. Gn confronto tra il modo in cui funziona limmaginazione nella teoria degli schemi figurativi e degli spazi misti, che pone al centro la dimensione spaziale, e il ruolo che attribuito alla stessa facolt) dalla fenomenologia, che analizza particolarmente la dimensione temporale, potrebbe arricchire gli studi sul funzionamento del pensiero portando finalmente a ricongiungere ciH che stato artificiosamente separato. Spazi generici Aellanalisi degli spazi misti emerso come le storie input siano legate fra loro da certe relazioni, nelle quali le storie input costituiscono delle controparti QcounterpartsR. Der due storie trovarsi nella situazione di reciproche controparti significa condividere alcune caratteristiche che permettono la relazione, caratteristiche sufficientemente generiche da poter appartenere a due storie differenti. Tali punti di connessione tra due storie input sono quelli che Turner definisce struttura astratta Qa!stract structureR. Aellesempio dello spazio misto della gara fra barche a vela, abbiamo due storie perfettamente simmetriche, due barche, due differenti collocazioni temporali, ma lo stesso percorso nella stessa %1 collocazione geografica. La simmetria che rende possibile unire le due differenti storie in uno spazio misto una struttura astratta condivisa, comprendente una barca, un percorso, un punto di partenza, un tempo di percorrenza, e cosF via. Bue storie in relazione di controparti possono condividere diversi tipi di struttura astratta, perch0 diversi possono essere gli elementi che creano contatto e simmetria. *i hanno cosF strutture in base al ruolo svolto da un oggetto, alla categoria di appartenenza di tale oggetto, alla dimensione spazioItemporale, allo schema visivo di riferimento, e molte altre. Bifficilmente una tassonomia delle strutture astratte potrebbe essere esaustiva, poich0 gli elementi e le forme della simmetria operano a tutti i livelli, dallo schema visivo al significato di un mito culturale, e secondo diverse modalit) di connessione, dallanalogia allidentit) come vedremo nel prossimo capitolo, questultima gioca un ruolo fondamentale nella strutturazione della percezione stessa, nonch0 nella costruzione delle storie#. *e proviene da spazi input differenti, e confluisce nello spazio misto, in quale spazio risiede la struttura astrattaJ NLa struttura astratta condivisa dagli input risiede in uno spazio generico Qgeneric spaceR. Lo spazio generico indica le connessioni in forma di controparti tra gli spazi inputO 16 . Lasserzione cruciale a proposito dello spazio generico che esso non semplicemente unetichetta per designare la struttura astratta, bensF uno spazio dotato di unesistenza autonoma, allo stesso modo in cui hanno unesistenza autonoma spazi input e spazi misti. Ba ciH discende che uno spazio generico, con il suo contenuto di struttura astratta, puH essere soggetto a proiezioni. Largomento in favore dellesistenza degli spazi generici stato elaborato congiuntamente da Turner e LaLoff, e riguarda luso e la comprensione dei proverbi. 'potizziamo di leggere il proverbio N(uando il gatto non c, i topi ballanoO decontestualizzato, per esempio in un libro di proverbi. La prima comprensione di questo proverbio non applica il significato della frase ad una particolare storia specifica, anzi giunge ad uninterpretazione con un certo grado di genericit), una storia di partenza in cui ci sono dei topi che controllano il proprio comportamento in presenza di un gatto, e che si comportano con meno restrizioni quando il gatto non c. (uesta storia di partenza puH essere proiettata su uno spazio generico, contenente una storia astratta nella quale un agente condiziona un altro agente o gruppo di agentiC quando lagente non esercita il suo controllo, gli agenti prima soggetti alla restrizione si comportano pi& liberamente. Ba un livello di informazione con un certo grado di genericit) si cosF passati ad una storia astrattaC in termini di spazi mentali, si passati da una storia input a uno spazio generico. Gna volta stabilito tale spazio, esso puH essere proiettato su infinite storie darrivo, secondo diversi gradi di specificit). *i puH proiettare cio su tutte quelle storie che condividono la struttura astratta dello spazio generico, 16 TG9A+9, op. cit. p.<", NThe abstract structure shared bE input spaces resides in a generic space. The generic space indicates the counterparts connections betVeen the input spacesO. rapporto tra dipendenti e capo in ufficio, tra scolari e professore, infedelt), ecc. 5iascuna tipologia di storia darrivo puH poi essere proiettata, in un contesto definito, su specifici oggetti e situazioni, concorrendo a determinarne la struttura e la comprensione. Turner e LaLoff hanno definito la proiezione che porta alla costituzione di un spazio generico generico * speci$ico Qgeneric is speci$icR, NGninformazione generica, spesso fondata su uno schema figurativo, proiettata da uno spazio specifico per dare struttura a uno spazio genericoO 1< . Gradienti da astratto a specifico nel processo parabolico La descrizione del processo di pensiero parabolico stata fin qui condotta oscillando, a seconda delle esigenze esplicative, fra i diversi livelli a cui esso opera. 2bbiamo gi) fatto riferimento allesistenza di un gradiente di specificit) progressiva dagli spazi generici agli spazi misti. Lintero processo parabolico disposto su un gradiente analogo, a seconda del grado di specificit) dello spazio allinterno del quale opera la proiezione. 2 un estremo c la generale capacit) umana di proiettare parabolicamente una storia su di unaltra. 2llaltro estremo, le storie concrete, quelle riferite a una situazione determinata. *eguiamo il percorso da un estremo allaltro nellesempio di proiezione NLa morte una partenzaO, che si colloca su un gradino intermedio. Donendo lastrazione sopra e il concreto sotto in una scala verticale, sopra a NLa morte una partenzaO abbiamo la proiezione gli eventi sono azioni, e ancora pi& su la generale capacit) umana di proiettare storie. *otto, a un livello di maggior specificit), abbiamo la proiezione NLa morte un agente che si porta via qualcuno per sempreOC sotto questa, NThanatos ha portato via 2lcestiO, e cosF via. 'l meccanismo proiettivo presente e fondamentale a tutti i livelli della gerarchia. +cco come qui si articola il gradiente da astratto a speci$ico nel processo para!olico, 1. 1enerale capacit) umana di proiettare storie. %. 1li eventi sono azioni. /. La morte una partenza. 7. La morte un agente che si porta via qualcuno per sempre. 8. Thanatos ha portato via 2lcesti. Metafore strutturali 5 un rapporto inversamente proporzionale tra la convenzionalit) e la rilevabilit) di una proiezione. *pesso gli spazi generici e gli spazi misti vengono proiettati in modo ricorsivo nello stesso modo e sullo stesso tipo di storia, diventando cosF pressoch0 invisibili. +sempi di parabole convenzionali sono le metafore di base Nla vita un viaggioO, Nla discussione una guerraO, Nprogresso intellettualeO, Nla 1< 'vi, p.<6, N1eneric information, often imageIschematic, is proWected from a specific space to give structure to a generic spaceO. %/ morte una partenzaO. +siste unampia serie di proiezioni cosF radicate nel linguaggio e nel pensiero quotidiano da sembrare dirette, NletteraliO, di cui Turner d) brevemente conto, rimandando allopera di LaLoff e ?ohnson Meta$ora e vita &uotidiana 1! per una trattazione approfondita. 4ediamo come LaLoff e ?ohnson analizzano la metafora di base NLa discussione una guerraO. 'nnanzi tutto, nella loro terminologia questa una metafora strutturale, ovvero una metafora in cui un concetto strutturato sulla base di un altro, NLessenza della metafora comprendere e vivere un tipo di cosa in termini di un altroO %K . Aellesempio, il concetto di discussione strutturato su quello di guerra, e questa strutturazione si riflette in un numero indefinito di espressioni linguistiche, Nla tua posizione indifendibileO, Nle tue critiche hanno colpito nel segnoO, Nho demolito il tuo argomentoO, Nsmettila di attaccarmiO, Nabbiamo discusso due ore e infine ho avuto la meglioO, ecc. M importante, al fine di chiarire la convenzionalit) di tali metafore strutturali, sottolineare il numero potenzialmente infinito di espressioni linguistiche che comprendono termini delluno e dellaltro campo concettuale, come quelle appena portate ad esempio. 'nfatti, se la catacresi cristallizza unespressione originariamente metaforica nel linguaggio quotidiano, la fondamentale differenza rispetto alla metafora strutturale, e in generale rispetto al processo di pensiero metaforicoIparabolico, che esso avviene a livello concettuale, prima che linguistico. 'l concetto di guerra comprende una serie, aperta, di caratteristiche, delle quali una parte viene selezionata e attribuita anche al concetto di discussione. Gna volta istituita la connessione fra i due concetti, la metafora strutturale fa sF che caratteristiche proprie del concetto di guerra, come loccupare una posizione, trovarsi in un rapporto conflittuale, difendere, attaccare ecc., siano infinitamente applicabili al concetto di discussione. La connessione non linguistica, concettuale e sistematica. Aei termini di Turner, la sistematicit) della connessione fra i due concetti listituzione di uno spazio generico, dove risiedono le caratteristiche proiettate dallo spazio dorigine a quello darrivo, dal concetto di guerra a quello di discussione, che viene poi concretizzato in uno spazio misto, quale quello strutturante ciascuna espressione linguistica che parli della discussione in termini di guerra. 'n questo modo la metafora strutturale, tramite listituzione di uno spazio generico, modifica i concetti stessi, collegandoli fra loro, arricchendoli di nuove prospettive, alterando i limiti stessi di un concetto soggetto a interazione metaforica. (uando utilizziamo una caratteristica del concetto di guerra in riferimento a una discussione, per esempio Ndifendere una posizioneO, nelluso quotidiano tale espressione viene percepita non come uno spazio misto, una metafora, ma piuttosto come un allargamento del concetto di discussione ad 1! 1+$91+ L2:$;; I M29: ?$@A*$A, Meta$ora e vita &uotidiana 1!<K#. %K L2:$;; I ?$@A*$A, op. cit. p. %7. accogliere aspetti di conflittualit) bellica. (uesto rende la proiezione invisibile, la assorbe nelluso quotidiano, guadagnando cosF al linguaggio unapparenza di letteralit), di rapporto diretto e univoco tra unespressione e un referente. Aessuno parlando interpreter) lespressione Ndifendere la propria posizioneO riferita ad una discussione come una metafora che coinvolge due differenti spazi concettuali. +ppure in atto una proiezione, ed cosF pervasiva che ogni singolo concetto o espressione, se sottoposto ad analisi, si rivela costruito parabolicamente, strutturato su schemi figurativi, collegato ad altri concetti da una struttura astratta condivisa, passibile di fare da spazio input per uno spazio generico, di essere proiettato su uno spazio misto, frutto a sua volta di proiezioni da spazi differenti. 'l meccanismo di funzionamento del pensiero di tipo parabolico. uestione di punti di vista 'n quanto esseri viventi, dotati di un sistema percettivo, noi abbiamo la possibilit) di percepire il mondo da uno e uno solo punto di vista, situato in un luogo e in un tempo specifici. (uesta singolarit) di visione mette in luce un altro aspetto del pensiero parabolico, perch0 sebbene confinati in una visione singolare, noi non ci percepiamo come tali e siamo in grado di collegare fra loro punti di vista acquisiti in tempi e in luoghi diversi. 2bbiamo qui a che fare con una storia di base del pensiero umano, la storia di una persona capace di riconoscere una storia, cio di integrare i frammenti percettivi in ununit). N5ome esseri sensibili, la nostra visione sempre singola e localizzata perch0 abbiamo unesistenza singola e non generale. 5ome esseri immaginativi, noi costruiamo continuamente significati che trascendono la nostra singolarit)O %1 . *ottesa allintero discorso di Turner la polemica con il punto di vista di Dio Q)ods%eye vie5R postulato dall$ggettivismo#. Aella storia di una persona capace di riconoscere una storia, presente lidea che esistano altri punti di vista da dove si percepisce# e altri fuochi cosa si percepisce da un certo punto di vista#, e che questi siano tutti collegati allo stesso oggetto, alla stessa storia. Aoi percepiamo la storia con un punto di vista e un fuoco, ma siamo in grado di immaginare altri punti di vista e altri fuochi che abbiano la stessa storia per oggetto. Ael fare questo, diamo per scontata lesistenza di una storia oggetto, cio il riconoscimento di ununit) composta su infiniti punti di vista e fuochi , nellesperienza, naturale e non problematica. 'l primo modo in cui opera limmaginazione parabolica nella storia di una persona che riconosce una storia la proiezione dello spazio sul tempo. $gni percezione avviene primariamente da un punto di vista e con un fuoco spaziali, ma poich0 una storia avviene anche nel tempo, tramite proiezione acquisiamo anche un punto di vista e un fuoco temporali. Le variabili di percezione di una %1 TG9A+9, op.cit. p. 116, O2s sensorE beings, our vieV is alVaEs single and local because Ve have a single life and not a general life. 2s imaginative beings, Ve constantlE construct meaning designed to transcend that singularitEO. %8 storia sono cosF quattro, punto di vista e fuoco spaziali, e punto di vista e fuoco temporali. 'l tempo della percezione sempre un punto situato al presente, ma allo stesso modo in cui colleghiamo il nostro punto di vista spaziale ad altri avuti precedentemente e immaginiamo quelli di un altro ipotetico osservatore, cosF colleghiamo fra loro il punto di vista presente ai precedenti e immaginiamo i punti di vista futuri. La nostra capacit) di passare, mentalmente, da un punto di vista e da un fuoco ad un altro straordinaria e porta ad integrazioni fra spazi mentali diversi di enorme complessit). Turner riconosce che tale complessit) stata studiata analiticamente solo dalla critica letteraria, proprio perch0 nei testi letterari essa si presenta al suo massimo grado di articolazione, mentre in linguistica lattenzione a come questa complessit) viene codificata nella struttura grammaticale e sintattica pi& recente. 5ome colleghiamo fra loro gli spazi mentali in cui risiedono i diversi punti di vista e fuochi spazioItemporaliJ 5ome abbiamo visto per gli altri spazi misti, quelli concettuali, anche a livello percettivo il collegamento possibile grazie a una struttura astratta condivisa. Aella costruzione di storie unitarie a partire da frammenti percettivi un tipo fondamentale di struttura astratta lidentit6 QidentityR, in spazi mentali differenti riconosciamo un elemento identico presente in tutti, denominato connettore didentit6 Qidentity connectorR. (uesto elemento non identico a se stesso in tutti gli spazi, ma conserva una struttura identica che lo rende sempre riconoscibile. Der esempio, qualunque oggetto osservato per un certo tempo riconosciuto come connettore didentit), cio riconosciuto come sempre se stesso, anche se in ogni punto di vista temporale successivo loggetto sar) sempre un po pi& vecchio. 5osF in una storia un certo personaggio, legato ad unidentit), riconosciuto come sempre se stesso senza bisogno di continue specificazioni.. *e si pensa ad una narrazione, si comprende come i connettori didentit) siano un presupposto inespresso ma perfettamente comprensibile che permette alla narrazione di svilupparsi, dando rilievo ogni volta solo agli elementi nuovi e importanti, Glisse lo stesso Glisse nel corso dell7dissea anche se gli cresciuta la barba e ha vissuto pi& esperienze, e la narrazione proceder) assumendo questidentit) senza necessit) di tornarvi su e concentrandosi su ciH che non gi) assunto. (uesta capacit) di connettere fra loro gli spazi mentali attraverso un connettore didentit) che ci trasporta inavvertitamente da uno spazio allaltro rende pi& semplice il lavoro di composizione delle percezioni in unit), alleggerisce la serie di operazioni mentali necessarie per riconoscere una storia. Gn altro tipo di struttura astratta condivisa quella che fa capo ai connettori di ruolo Qrole connectorsR, uno stesso ruolo in unazione guida la connessione tra uno spazio mentale e un altro. 'l discorso sul ruolo sintreccia con unaltra variabile da aggiungere alle quattro gi) considerate punto di vista e fuoco spaziali, punto di vista e fuoco temporali#, la proiezione della visione spazioI temporale sulla visione mentale Qmental vie5ingR. 'n base al ruolo di un soggetto in una storia, esso avr) una certa visione politica, ideologica, linguistica, emotiva e cosF via. Gn soggetto vede le idee da una particolare posizione mentale, cio ha un punto di vista e un fuoco mentali sulla storia, ed forse laccezione del termine punto di vista a cui siamo pi& abituati nel linguaggio comune, tanto la visione spazioItemporale composta in modo non problematico e assorbita in una non consapevolezza. 'n letteratura la sovrapposizione e gli spostamenti di punti di vista e fuochi spaziali, temporali e mentali crea strutture incredibilmente complesse, tanto che in alcuni casi si arriva allimpossibilit) di determinare chi sia il reale soggetto enunciante di una particolare asserzione linguistica. La possibilit) di intrecciare, con limmaginazione, punti di vista e fuochi spazioItemporali e mentali che fisicamente non potrebbero appartenere allo stesso soggetto, aiuta a trascendere la singolarit) di esperienza in cui siamo fisicamente confinati. La comunicazione, grazie alla quale partecipiamo di punti di vista altrui, ha ovviamente lo stesso obiettivo e lo stesso risultato di Nallargare gli orizzontiO come sempre, se si presta attenzione al lessico, si trova che tutte queste nozioni sono gi) riconosciute nel nostro modo naturale e quotidiano di conoscere il mondo e di parlare di esso#. Lidea di ruolo ha a che fare anche con lidea di personaggio. +siste, nella visione comune, una sorta di inferenza tra le azioni e la natura di che le compie, secondo una sorta di regola per cui N+ssere porta a fareO QBeing Leads to DoingR, o anche NLa natura delle coseO, un soggetto dimentica qualcosa perch0 sbadato, un bicchiere si rompe perch0 fragile, lacqua scorre perch0 liquida, un soggetto fa cose pazze perch0 pazzo. 'n questo modo, tra una serie di azioni noi costruiamo un ruolo, cio attribuiamo allagente lo statuto di personaggio %% con delle caratteristiche che lo rendono riconoscibile e che danno coerenza alle nostre aspettative riguardo alle sue azioni. Gn personaggio, con un ruolo e delle caratteristiche individuate, non crea collegamento solo tra spazi mentali allinterno di una storia, ma anche tra una storia e unaltra. 'ndividui con uno stesso carattere sono personaggi simili, e pertanto ci aspettiamo da essi che agiscano nello stesso modo e rivestano lo stesso ruolo in storie diverse. NGn ruolo in una storia non isolato ma si connette allo stesso ruolo in altre storie. Gn insieme di ruoli, come ad esempio leterno triangolo, si connette allo stesso insieme nelle altre storie. 'l personaggio un concetto che ci guida nellassegnare ad un agente lo stesso ruolo o un ruolo simile attraverso spazi multipli di storie diverseO %/ . %% 'l termine inglese character rende in modo pi& immediato che non il corrispettivo italiano personaggio il legame tra le caratteristiche legate ad un agente e il suo statuto, appunto, di personaggio. *i puH ricordare, daltronde, che NcarattereO un termine squisitamente vichiano. %/ TG9A+9, op.cit( p. 1/7, N2 role in one storE is not isolated but connects to the same role in other stories. 2 compleX of roles, such as the eternal triangle, connects to the same compleX in other stories. 5haracter is a concept that guides us in assigning an actor to the same or similar roles across multiple storE spacesO. %6 Lorganizzazione delle storie attraverso punti di vista, fuochi, ruoli e personaggi, struttura la nostra percezione di noi stessi e del nostro ruolo nella nostra vita, ci d) una chiave di interpretazione delle nostre azioni e di quelle altrui, ci guida nel riconoscimento di unit) nella differenza e regolarit) nella variet). La necessit) di trovare coerenza nei dati frammentati dellesperienza rende conto del bisogno affabulatorio insito in ogni essere umano, le storie sono il primo modo in cui impariamo ad abitare la nostra esistenza. $i%erimenti bibliogra%ici 32TT'*T'A' 2AB9+2, La sapienza retorica di )(B(8ico, 1uerini e 2ssociati, Milano, 1!!8. 3L25:, M2=, Models and Metaphors( "tudies in Language and Philosophy, 5ornell GniversitE Dress, AeV UorL, 1!"%. Trad. it. Modelli archetipi meta$ore, Dratiche, Darma 1!</. 3$$T@, P2UA+, The 9hetoric o$ Fiction, GniversitE of 5hicago Dress, 5hicago, 1!"1 e 1!</. Trad. it di +leonora Soratti e 2lda Doli, La retorica della narrativa, La Auova 'talia, ;irenze, 1!!". 39'$*5@', ;92A5$ I B' 1'9$L2M$, 5$*T2AS$, #lementi di teoria letteraria, 5asa +ditrice 1. Drincipato, Milano 1!<7. 5@2TM2A, *+UM$G9, "tory and Discourse, 5ornell GniversitE Dress, London, 1!6<. 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