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Ingegneria delle reazioni chimiche

Reattori a mescolamento imperfetto




Data una distribuzione dei tempi di residenza sperimentale allinterno di un reattore reale, nel quale
avvengono una serie di reazioni, si vuole prevedere la conversione dei reagenti e la selettivit dei
prodotti alluscita di questo, confrontando i risultati di alcuni modelli e proponendo una possibile
soluzione che rappresenti il reattore reale.
Allinterno del reattore avviene la seguente reazione irreversibile:

Questa accompagnata da altre due reazioni che generano il prodotto indesiderato G:



In tabella 1 sono riportati i dati noti del problema.

Tabella 1. Propriet della reazione e del reattore
Costanti cinetiche delle reazioni
[mol,cm
3
,s]
k
1
=7 k
2
=0.03 k
3
=20
Volume reattore 1500 cm
3

Diametro reattore 10 cm
Portata in ingresso 1.2 cm
3
/s
Concentrazioni iniziali
[A B F G]
[0.2 0.12 0 0] mmoli/cm
3



Per la risoluzione dei bilanci stato implemento un programma in Matlab.



E data la distribuzione dei tempi di residenza (in secondi) riportata in figura 1.

Figura 1. RTD sperimentale

In prima analisi si pu osservare la presenza di due picchi ben distinti di cui il primo molto stretto
con un tempo medio di residenza relativamente piccolo, associabile probabilmente a un by-pass.
Si esegue il fitting della distribuzione sperimentale cos da eliminare il rumore di fondo ed ottenere
le corrispettive curve date dai modelli teorici. Per la presente distribuzione si sceglie di eseguire il
fitting mediante un modello di curve gaussiane.

Figura 2. RTD fitted
Il fitting restituisce i seguenti parametri:

Mean1 sd Mean2 sd
par amet r i gaussi ane: 26. 3779 4. 8292 2679. 5017 46. 2039 0. 5497
er r or e: 4. 584692e- 005

Il reattore pu essere ragionevolmente considerato costituito da due flussi paralleli cos
schematizzati:

1.2 cm
3
/s


Dal calcolo dei momenti della distribuzione possibile ricavare le seguenti propriet:

Pi cco 1 Pi cco 2
t medi o: 26. 38 2679. 55 [ s]
Por t at a: 0. 655 0. 545 [ cm^3/ s]
Vol ume: 17. 3 1459. 2 [ cm^3]
vel oci t : 0. 7126 0. 0070 [ cm/ s]

Da questi si deduce quindi la presenza di due volumi paralleli di cui il primo, avendo un volume
ridotto, pu essere considerato un by-pass dellintero reattore; la portata riferita a questa sezione
avr quindi concentrazione uguale a quella del fluido in ingresso.

Si esegue ora un confronto fra vari modelli di reattore, i quali comportano concentrazioni e
conversioni differenti delle diverse specie alluscita.

CSTR nCSTR ( n+1) CSTR SFM TDR PFR
conver si one di A: 0. 676 0. 870 0. 870 0. 898 0. 898 0. 898
Cout _A [ mmol / L] : 64. 850 25. 995 25. 995 20. 398 20. 393 20. 314
Cout _F [ mmol / L] : 12. 544 9. 795 9. 795 13. 455 13. 288 13. 468
Cout _G [ mmol / L] : 122. 606 164. 209 164. 209 166. 247 166. 319 166. 218
sel et t i vi t di F: 0. 093 0. 056 0. 056 0. 075 0. 074 0. 075
sel et t i vi t di G: 0. 907 0. 944 0. 944 0. 926 0. 926 0. 925

Come pu essere osservato dai valori calcolati, CSTR e PFR costituiscono i due casi limite dai quali
si cerca di capire quanto ci si stia discostando, allontanandosi dallidealit.
V
1

V
2

Per nCSTR ci si riferisce ad n reattori CSTR posti in serie,con un tempo medio di permanenza
allinterno di ciascun reattore dato dal tempo medio di residenza totale diviso n, dove
questultimo viene definito da: t_medio
2
/
2
; nel caso considerato n =3145.57.
Dato lelevato numero di CSTR il suo funzionamento tende a quello di un reattore PFR, nel quale il
fluido presenta perfetto mescolamento nella direzione radiale, come se fosse formato da infiniti
reattori CSTR di lunghezza infinitesima.
L SFM costituisce il modello di reattore a fluido segregato, nel quale si considera che il fluido sia
costituito di porzioni segregate ben mescolate (assimilabili a piccoli reattori batch).
Il modello TDR, tubo a dispersione assiale, valutato studiandone lo scostamento dal modello plug
flow. Questo modello quello che meglio rappresenta il caso in esame.
La distribuzione sperimentale, escludendo il primo picco, il quale considerato un by-pass, presenta
una forma simmetrica, infatti stato possibile fittare questo secondo picco con una curva gaussiana.
Per valori non elevati di dispersione, la curva presenta questa forma simmetrica caratteristica,
rappresentante una famiglia di curve gaussiane, chiamate anche curve normali.
Lequazione che rappresenta questinsieme di curve :



dove definito come il tempo diviso il tempo medio di residenza, e il numero di
dispersione, inverso del numero di Pclet.
Manipolando, in modo accorto, la distribuzione dei tempi fittata possibile rappresentarne
landamento in funzione della nuova variabile theta. Da questa curva (Figura 3) possibile ricavare
graficamente il numero di Pclet in diversi modi.

Figura 3. Curva normale (error)

Dal valore di E corrispondente al massimo della funzione si ricavato il numero di dispersione, dal
quale vengono ricavati a sua volta il numero di Pclet e il valore del coefficiente di dispersione,
necessario per la risoluzione dei bilanci per un modello di reattore a dispersione .

n di di sper si one: 0. 000149
Pe: 6728. 07
D: 1. 960e- 005 [ cm^2/ s]

E ora possibile graficare lequazione precedente, con i parametri noti ricavati dalla distribuzione; a
questa curva viene messa a confronto la distribuzione sperimentale (Figura 4).

Figura 4. E

vs E
exp
vs E
fitt


Vengono inoltre graficati i valori della distribuzione fittata, i quali si sovrappongono esattamente
ai valori della funzione normale; a confermare ulteriormente la correttezza dei parametri trovati.

Si riporta in figura 5 il confronto grafico della concentrazione in uscita del reagente A per i vari
modelli calcolati.

Figura 5. Concentrazione di A in uscita dal reattore

Da questa si nota, come anche dai valori delle concentrazioni calcolati riportati precedentemente,
che i modelli SFM, TDR e PFR presentano risultati analoghi; o per meglio dire, i modelli SFM e
TDR presentano un comportamento che tende a un modello plug flow, e possono essere
approssimati con questo.
Il modello PFR costituisce tuttavia riferimento ideale, quindi seppur minima o trascurabile vi
sempre presenza di dispersione allinterno di un reattore.

La concentrazione in uscita dal reattore in esame data tuttavia non solo dal fluido reagito ma
dallunione di questo con la corrente di by-pass avente concentrazione pari a quella iniziale.









Si riportano alcune figure che rendono maggiormente completa la trattazione precedente:

Figura 6. Andamento conversione di A e selettivit di F e G

Figura 7. Andamento concentrazioni in un PFR





Figura 8. Concentrazione e sua derivata rispetto alla lunghezza del reattore
per il modello a dispersione

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