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Dal silenzio dello zero al rumore dellinfinito.

di Francesca Sugamiele


Wassily Kandinsky, Im Blau, 1925
Lo zero tra il Nulla e il Vuoto
Lo zero al di fuori della matematica
Diffidenza verso lo zero
Lo zero e i matematici
Da zero allinfinito

Appunti per una lezione
ZERO- Silenzio udibile. INFINITO-Rumore silente
Zero ed infinito sono due numeri un po particolari, nel senso che nulla in natura zero e nulla in natura
infinito.
E interessante, allora, capire come queste due astrazioni siano entrate a far parte della nostra esistenza.


Lo zero tra il Nulla e il Vuoto
Scrive Laotse, nel Tao Te King, uno dei grandi libri dellAntica Cina:
Lo guardi e non lo vedi
lo ascolti e non lo senti
ma se lo adoperi inesauribile
La sua la descrizione del Tao, dellAssoluto, ma sono parole che ben si
adattano alla presentazione dello zero, un numero speciale, che richiede
unattenzione particolare. E un numero che ci porta, oltre la matematica, verso
concetti quali il Nulla e lInfinito

Per capire di che cosa stiamo parlando, partiamo dallinsieme vuoto, che
possiamo considerare come la rappresentazione matematica del Nulla o
almeno la sua migliore approssimazione. Non certo il Nulla, ma, per cos dire,
una sua idea concreta, di scatola vuota: una sala cinematografica senza spettatori, un vaso senza fiori, un
alveare senzapi, una spiaggia senza bagnanti.. La conquista dello zero, nella storia della matematica, e il suo
riconoscimento al rango di numero non fu facile e trov molte resistenze. D'altra parte, se rappresenta il Nulla, si
pu ritenere, a torto, che non sia cos essenziale come gli altri numeri: "Nelle normali attivit quotidiane - osserv
Whitehead - lo zero non ci serve affatto, nessuno va al mercato a comprare zero pesci". Lo zero, infatti, non
indispensabile nellaritmetica pi elementare: i romani e i greci, ad esempio, ne fecero a meno, e fino al Medioevo
lo zero venne usato in modo impreciso, con molta circospezione. In fondo usare lo zero implicava lammissione
dellesistenza del Nulla, cosa non semplice. Scrive Geymonat: Tutti siamo convinti di poter parlare sensatamente
del nulla, di intenderci fra noi allorch usiamo questo termine [] esso deve avere per noi un significato ben
determinato. Proprio questo fatto per, che esso significhi qualcosa, che denoti uneffettiva realt, sembra
particolarmente ripugnante al pensiero comune.

Lao Tse, VI sec a.C.
Lo zero al di fuori della matematica
Lo zero, al di fuori della matematica in particolare, resta un numero imbarazzante e ancora oggi lo si usa a fatica.
Altrimenti come si spiegherebbe che sugli ascensori raramente il piano terra viene indicato con il numero 0 e si
usa invece R o T e le pubblicazioni partono dall'1, lasciando lo 0 per un eventuale numero di prova? E perch
sulla tastiera del computer o quella del telefono: i numeri sono tutti in ordine dall'1 al 9, mentre sul computer lo 0
segue il 9, e sul telefono viene collocato in basso, separato dagli altri numeri? Lo zero evidentemente continua ad
imbarazzarci. Tutti sappiamo che deve precedere l'1, ma pi sicuro tenerlo a parte, isolato.E continua a creare
gravi problemi anche nella vita quotidiana. Si pensi alla confusione creata nel nostro calendario dalla mancanza
di un anno o di un giorno zero, con le infinite discussioni sulla data d'inizio del nuovo millennio. Discussioni che
non avrebbero avuto luogo, se avessimo adottato il calendario Maya, che prevedeva lanno zero, invece di
seguire, nella registrazione dei giorni e degli anni il metodo dei greci e dei romani, che odiavano lo zero, tanto da
escluderlo dal loro sistema di numerazione.

Lavventura dello zero
C'era una volta
un povero Zero
tondo come un o,
tanto buono ma per
contava proprio zero e nessuno
lo voleva in compagnia.
Una volta per caso
trov il numero Uno
di cattivo umore perch
non riusciva a contare
fino a tre.
Vedendolo cos nero
il piccolo Zero,
si fece coraggio,
sulla sua macchina
gli offerse un passaggio;
schiacci l'acceleratore,
fiero assai dell'onore
di avere a bordo
un simile personaggio.
D'un tratto chi si vede
fermo sul marciapiede?
Il signor Tre
che si leva il cappello


e fa un inchino
fino al tombino...
e poi, per Giove
il Sette, l'Otto, il Nove
che fanno lo stesso.
Ma cosa era successo?
Che l'Uno e lo Zero
seduti vicini,
uno qua l'altro l
formavano un gran Dieci:
nientemeno, un'autorit!
Da quel giorno lo Zero
fu molto rispettato,
anzi da tutti i numeri
ricercato e corteggiato:
gli cedevano la destra
con zelo e premura
(di tenerlo a sinistra
avevano paura),
gli pagavano il cinema,
per il piccolo Zero
fu la felicit.
Gianno Rodari da
Il libro delle filastrocche
"Il punto geometrico un'entit invisibile scrive Wassily
Kandinsky in Punto Linea Superficie - Deve quindi essere
definito come un'entit immateriale. Pensato materialmente, il
punto equivale a uno zero. Ma in questo zero si nascondono
diverse propriet, che sono "umane". Noi ci rappresentiamo
questo zero - il punto geometrico - come associato con la
massima concisione, cio con un estremo riserbo, che per
parla. In questo modo, nella nostra rappresentazione, il punto
geometrico il pi alto e assolutamente l'unico legame tra
silenzio e parola. E perci il punto geometrico ha trovato la sua
forma materiale, in primo luogo, nella scrittura - esso appartiene
al linguaggio e significa silenzio.
Un grande storico della matematica moderna, Karl Menninger
scrive:
Che tipo di folle simbolo questo [lo zero] che significa proprio il
nulla? E una cifra o non lo ? 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8 e 9 stanno tutti
per numeri che si possono capire, ma 0? Se nulla, allora
dovrebbe essere nulla e basta. Ma qualche volta nulla e
qualche altra volta qualcosa: 3 + 0 = 3 e 3 - 0 = 3, qui zero
nulla, nel risultato non c pi; e quando viene collocato prima di
un numero, non lo cambia: 03 = 3, e anche qui lo zero nulla,
nulla figura! Ma scrivete lo zero dopo un numero, ed esso
moltiplica allora improvvisamente il numero per 10: 30 = 3 x 10.
Cos ora zero diventa qualcosa, qualcosa di incomprensibile ma
potente, se pochi nulla possono mutare un piccolo numero in uno grandissimo. Chi pu capire questo?.


Lo zero nel linguaggio delle mani
Shakespeare esprime bene lo stesso concetto: Ora sei solo uno zero senza cifre accanto. Ed io son
meglio di quel che sei tu ora. Sono un pazzo Buffone, ma tu non sei nulla - diceva, il Buffone a Re Lear.
Alessandro Manzoni, nella Storia della colonna infame:
E si veda a che miserabile astuzia dovettero ricorrere que signori, per dare un po pi di colore al pretesto.
Andarono, come abbiam detto, a caccia duna seconda bugia, per poter parlarne con la formola del plurale;
cercarono un altro zero, per ingrossare il conto in cui non avevan potuto fare entrar nessun numero
Anche a scuola lo zero esprime il giudizio pi negativo ed ancora peggiore lo Zero spaccato, , cio
uno zero che linsegnante diffidente taglia trasversalmente per evitare che lo studente lo possa trasformare
in 6
Ora zero indica la mezzanotte, sparare a zero, fare fuoco con unarma tenuta orizzontale, rapare a zero o
tagliare i capelli a zero quando si usa la macchinetta senza alzo, in modo che i capelli vengano tagliati il pi
vicino possibile alla cute e numero zero il numero di prova di una nuova rivista. Oltre a Renato Zero, c
un attore e cantante americano che ha preso lo stesso soprannome, Samuel Joel Mostel, noto come Zero
Mostel.
Il manifesto di Zro de conduit(1933), il capolavoro di Jean Vigo. Altri film con zero nel titolo: Maddalena
zero in condotta (1940), di Vittorio De Sica e Germania anno zero (1947) di Roberto Rossellini.
Zero il nome con cui noto laereo da combattimento giapponese Mitsubishi A6m, usato durante la
seconda Guerra Mondiale.

Laereo da caccia giapponese, monoposto, della seconda Guerra
Mondiale, A6M Zero, costruito dalla Mitsubishi nel 1939. Museo
Nazionale di Aviazione navale, Florida




Diffidenza verso lo zero
Le operazioni con lo zero hanno sempre creato grossi problemi agli studenti. Lo sapeva bene Cesare
Zavattini che cos racconta, in Io sono il diavolo, Bompiani 1974:
Verso la fine dellanno [il maestro] spieg la moltiplicazione.
uno per zero uguale a zero.
Il gesso stridette sulla lavagna facendo fremere la lingua dei fanciulli e gli si spezz fra le unghie.
Un bambino guard i compagni che lo incitavano con gesti - avevano le gote rosse - e alzatosi disse:
Uguale a uno.
Il maestro rimase un minuto in silenzio davanti al bambino intimorito. Ebbe la voglia di fare un balzo dalla
cattedra ai banchi, di mordere gli agnellini, ma si trattenne pencolando verso di loro.
Uno per zero uguale a zero, grid. Le sue braccia toccarono il soffitto e lombra delle braccia percorse i
muri, pass sui volti spauriti, uno si mise a piagnucolare.
Suon la campanella, timidi i bambini si disposero in fila secondo il solito e allordine del caposquadra
segnarono il passo sollevando polvere rossa dallimpiantito in attesa dellavanti-march del maestro fermo a
pugni chiusi con un gran dubbio in mente.
Forse non difficile spiegare perch uno per zero uguale a zero, ma le cose si complicano se
dobbiamo spiegare la divisione di un numero per zero.
Se si prova, per gioco, a chiedere agli amici quanto fa
sette diviso zero si ottengono normalmente risposte
errate, come sette oppure zero. Ma sufficiente
ricordare che la divisione loperazione inversa della
moltiplicazione e che otto diviso due fa quattro perch
quattro per due fa otto (e sette diviso zero non pu
fare sette perch sette per zero non fa sette e
neanche zero, perch zero per zero non fa sette) per
mettere in crisi chi ci ha dato queste risposte.
Nel IX secolo dopo Cristo, un matematico indiano,
Mahavira, esponendo le regole del calcolo delle quattro
operazioni con lo zero, scriveva:
Un numero moltiplicato per zero, d zero, e tale
numero resta immutato quando esso viene diviso [!],
aumentato o diminuito di zero.
Un numero diviso per zero - secondo Mahavira - resta
immutato. Evidentemente pensava che dividendo una
torta fra zero persone, cio con nessuno, gli sarebbe
rimasta lintera torta. Lidea dello zero, secondo
Mahavira, non lidea di un numero, ma piuttosto lidea
del nulla.
Dividere 0 per un numero qualsiasi, diverso da zero,
facile: il risultato zero. Ad esempio, 0 : 7 = 0, perch
7 x 0 = 0. Ma dividere un numero per zero non
possibile, non ha alcun significato.
E cosa possiamo dire di 0 diviso 0? Ora non
mancherebbero le soluzioni, anzi qualsiasi numero
andrebbe bene come risultato. Infatti 0 : 0 = 5 perch
cinque per zero fa zero oppure 0 : 0 = 120 perch centoventi per zero fa ancora zero e cos via con
qualsiasi altro numero. La divisione per zero quindi proibita e per questo motivo sulle calcolatrici, quando
tentiamo questa operazione, compare il messaggio di errore.
Anche nelle potenze siamo in difficolt con lo zero: sappiamo che 7^3 significa 7 x 7 x 7, ma qual il
significato di 7^0? Si potrebbe leggere come il prodotto di zero 7, ma questo non significa molto. E pi
semplice cercare di mantenere le propriet delle potenze anche con 7^0. Ed proprio quello che fanno i
matematici. Se 7^3 x 7^4 uguale a (7 x 7 x 7) x (7 x 7 x 7 x 7) e quindi a 7^7, vale la regola 7^3 x 7^4 =
7^(3+4). Perch la regola di addizione fra gli esponenti nelle moltiplicazioni di potenze aventi la stessa
base sia sempre valida, dovr anche essere: 7^0 x 7^3 = 7^(0+3) = 7^3 e quindi si pone per convenzione
7^0 = 1. Tutti i numeri elevati a 0 sono uguali a 1, tranne zero, perch 0^0 resta privo di senso.

Rene Magritte, Lide, 1966
Solo nel Cinquecento, superate le diffidenze nei confronti dei nuovi numeri, lo zero e il sistema di
numerazione indo-arabico diventarono finalmente popolari, anche al di fuori degli ambienti matematici. Ma
ancora nel Cinquecento, in un libro francese si leggeva che lo zero une chiffredonnant umbre et
encombre, una cifra che produce confusione e difficolt.
Lo zero per i matematici
A proposito del fatto che i matematici preferiscano contare cominciando da zero anzich da uno, John
Conway racconta un aneddoto che riguarda WaclawSierpinski, il grande matematico polacco: Un giorno
era in partenza per un viaggio quando incominci ad agitarsi temendo di aver perso una valigia. No,
caro! disse sua moglie, sono qui tutte e sei. Non pu essere, ribatt Sierpinski, le ho contate varie
volte: zero, uno, due, tre, quattro e cinque.
Per i matematici, lo zero, che non devessere confuso con
linsieme vuoto, il numero di elementi di questo insieme.
Linsieme degli elefanti rosa, ad esempio, linsieme vuoto
e il loro numero zero. Se si parte dallo zero si possono
generare tutti gli altri numeri naturali, secondo alcune
semplici regole e assiomi, proposti centanni fa da
Giuseppe Peano. Dobbiamo per questo accettare tre idee
primitive, non definite: zero, numero e successore di un
numero. Dalla premessa che zero un numero, definiamo
poi 1 come il successore di zero, 2 come il successore di 1
e cos via, costruendo una serie infinita di numeri.
"Ben poca gente - scrive Bertrand Russell preparata a
dare una definizione di quello che significa numero o
zero o uno. Non molto difficile vedere che, partendo
dallo zero, ogni altro numero naturale pu essere ottenuto
con addizioni ripetute di 1; dobbiamo per definire che
cosa significa aggiungere 1 e che cosa significa
ripetute. Non sono problemi tanto semplici. Si creduto
fino a poco tempo fa che almeno alcune di queste nozioni
prime dellaritmetica dovessero essere semplicemente
accettate perch troppo semplici e primitive per poter
essere definite. Poich tutti i termini che vengono definiti
sono definiti con altri termini, chiaro che la conoscenza
umana dovrebbe continuare ad accontentarsi di accettare
alcuni termini come intelligibili senza definizione per avere
un punto di partenza per le proprie definizioni. Non per
chiaro come vi possano essere termini che non ammettono definizione, verosimile che, per quanto lontano
andiamo nel definire, possiamo andare oltre. Daltra parte, anche possibile che quando lanalisi sia stata
spinta sufficientemente lontano, si arrivi a termini che sono realmente semplici, e che non ammettono
logicamente quel tipo di definizione che consiste nellanalisi. Non ci necessario risolvere questo problema;
per il nostro scopo sufficiente osservare che, visto che le capacit umane sono limitate, le definizioni a noi
note devono comunque avere un inizio con termini per il momento non definiti, ma forse non per sempre
indefiniti. Zero ha ancora unaltra caratteristica che lo rende diverso da tutti gli altri numeri. E infatti lunico
numero reale che non sia positivo o negativo.
Molti si chiedono anche oggi: ma zero un numero pari o dispari? Nei periodi delle targhe alterne, un
metodo non molto efficace per combattere lo smog nelle grandi citt, c stata un po di confusione. Un
automobilista ingenuo o matematico, sorpreso con una targa la cui ultima cifra era 0, in un giorno in cui era
permessa soltanto la circolazione dei veicoli con targa dispari, come ultimo disperato tentativo per evitare la
contravvenzione, avrebbe detto in tono di sfida al vigile urbano: Guardi che zero dispari, mi dimostri il
contrario. Per dirimere la questione basta riprendere la definizione che riportata su tutti i libri scolastici:
Linsieme dei numeri pari si ottiene moltiplicando per due i numeri naturali: quindi si passa da 0, 1, 2, 3, 4, 5,
6, 7, ... a 0, 2, 4, 6, 8, 10, 12, 14, ...
Linsieme dei numeri dispari viene invece definito come linsieme complementare dei numeri pari: 1, 3, 5, 7, 9,
11, ...

Giuseppe Peano, 1858 - 1932


Da Zero all'infinito
Sono due facce della stessa medaglia scrive Seife in Zero, la storia di unidea pericolosa moltiplicando zero per
una qualunque quantit si ottiene zero, moltiplicando infinito per una qualunque quantit si ottiene infinito. La divisione
per zero porge infinito, la divisione per infinito porge zero. Aggiungere zero a un numero lo lascia inalterato,
aggiungere un numero a infinito lasci linfinito tale e quale. Abbiamo sottolineato porge perch l sta la difficolt,
dividere per zero o per infinito ha fermato la matematica classica. E il verbo porgere in realt, matematicamente, non
significa nulla.
Ci voleva un salto di qualit, unautentica rivoluzione per risolvere questi problemi. Le prime riflessioni al riguardo
arrivano probabilmente dallIndia. Abbiamo gi parlato del punto di vista di Mahavira (siamo nel secolo d. C.) per il
quale dividere un numero per zero, lascia il numero inalterato, con una confusione tra zero e nulla. Pi interessante
lopinione di Bhaskara (siamo nellundicesimo secolo d. C.), per il quale 3/0 uguale allinfinito. Contemporaneamente
afferma per che (3/0) x 0 = 3, dimostrando ancora una grande confusione. Confusione che rimase nei secoli
successivi, con i matematici sempre imbarazzati nel trattare lo zero e linfinito, per le incongruenze che inevitabilmente
ne nascevano. Ancora nellAlgebra
secolo da quando Leibniz e Newton avevano inventato il nuovo, potente strumento che affrontava e risolveva i
problemi degli infinitesimi e dellinfinito: il calcolo infinitesimale. Matematicamente per n Leibniz n Newton avevano
giustificato e chiarito la divisione per zero.
Il calcolo infinitesimale richiedeva un atto di fede, ma in pratica funzionava e questo contava pi di tutto.
L'infinito, un concetto sfuggente e misterioso, ha affascinato intere generazioni di matematici e teologi: dai mistici
ebrei, che crearono complessi sistemi di numeri per rappresentare la pura essenza dell'infinito, a scienziati come
Galileo Galilei e Georg Cantor, che crearono nell'infinito dei numeri e dello spazio la chiave dell'universo. Nel "Mistero
dell'alef" AmirAczel ha ricostruito la storia di questa entusiasmante ricerca attraverso i secoli toccando gli argomenti
pi diversi. "Il mistero dell'alef" mostra come spesso l'idea stessa di infinito e il suo significato in matematica siano
collegati al pensiero religioso e alla ricerca del divino, come quella operata dallo stesso Cantor.

Ogni numero nasce dallUno e questo deriva dallo Zero. In questo c un grande sacro mistero: Dio rappresentato
da ci che non ha n inizio n fine; e proprio come lo zero non accresce n diminuisce un altro numero al quale venga
sommato o dal quale venga sottratto, cos Egli n cresce n diminuisce.
Da un manoscritto del monastero di Salem, XII secolo

le idee primitive:: zero, numero e successore di un numero.
Zero un numero, 1 il successore di zero, 2 il successore di 1 e cos via.. fino allinfinito

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