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~nominato Garibaldi), che in Piazza Bara teneva bottega, Con oltre veri

apprendisti54.
Rinomati maestri scalpellini espresse la famiglia Grande (Raffael
Giuseppe, Gaetano).
Una citazione a parte merita la famiglia Rovere, il cui cognom
certamente uno dei pi antichi di Polistena55. Rovere furono prelati
medici, avvocati, notai, ma soprattutto quei capi-mastri che ebber
spiccatissima linclinazione per il calcolo matematico e per larte edilizia
Tra questi ultimi, occorre ricordare, oltre al pi famoso Raffaele pr
gettista della chiesa del SS. Rosario di Polistena, i di lui fratelli che, oltr
ad attendere alla costruzione della stessa chiesa, eseguirono importanti
altri lavori in Calabria e fuori, e cio Alfonso, Domemco Antonio
Vincenzo. La perizia tecnica di questi instancabili operatori suscita an.
cora oggi sorpresa e ammirazione. Ai loro rispettivi figli seppero tra
smettere i segreti del mestiere, per cui, almeno fino al primo trentenni
del900, a Polistena furono sempre i Rovere a tenere il campo in tal
settore.
154 Antonio Laruffa, figlio di mastru Vincenzo, appreso il mestiere dal padre, emigr
in Piemonte, dove ancora oggi gode larga fama di originale modellista. Mentre i calzolai a
Polistena sono oggi quasi scomparsi, tra i sarti primeggiano Vincenzo Gambardella e
Giuseppe Rao.
155 Cfr. D. M. Valensise, Mon. di Polist., cit., p. 89.
CAPITOLO SESTO
Il Novecento
i LE NUOVE PROSPETTIVE POLITICHE
Il nuovO secolo si apriva, in Italia, allinsegna di prospettive politiche
pi favorevoli per la classe lavoratrice, dopo il sanguinoso episodio
(maggio 1898) di Baya-Beccaris - il generale che non esit a cannoneg
giare a Milano la folla dei dimostranti - ed in seguito al fallito disegno
autoritario del Pelloux, presidente del Consiglio dal 1898 al 1900.
Ii~ai rapporti dei prefetti delle tre province calabresi, relativi allultimo
ventenI~io del secolo XIX, veniva intanto emergendo il quadro di una
regione profondamente lacerata, afflitta, oltre che dai mali tradizio
nali, da un agguerrito clientelismo, che veniva a cadere su un tessuto
socio-economico logorato e depresso. Si tentarono, allora, analisi e fu
rono allestite inchieste che, se vero che non riuscirono a provocare
conseguenti provvedimenti legislativi possibili solo se sostenuti da una
decisa volont politica sono comunque da apprezzarsi per la loro
assoluta originalit, tanto che ancora oggi si considerano testi fonda
mentali per tentare di comprendere la complessa realt trattata. Tra il
1877 e il 1910, furono effettuate ben tre inchieste agrarie sulla Calabria.
La prima, quella Jacini-Branca, promossa dalla legge 15 marzo 1877
(Atti d~ella Giunta per lInchiesta Agraria e sulle condizioni della Classe
Agricola. Relatore On. A.Branca), suscit enorme interesse, anche se i
provvedimenti decisi, in seguito ad essa, non serviranno che ad alimen
tare vieppi il compromesso regio, intercorso tra borghesia agraria
meridionale e imprenditoria industriale del Nord, allindomani dellU
nit. Le altre due inchieste furono quelle, rispettivamnte, a nome Ta
ruffi-F~e Nobili-Lori (La questione agraria e lemigrazione in Calabria,
1908) e Faina-Nitti (Inchiesta parlamentare sulle condizioni dei conta
Cfr. P. Borzomati, La Calabria dal 1882 al 1892 nei rapporti dei prefetti, Editori
Meridionali Riuniti, Reggio Cal., 1974, p. 13.
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