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UNIVERSIT DEGLI STUDI DI TRIESTE

DIPARTIMENTO DI FILOSOFIA
XXII CICLO DEL DOTTORATO DI RICERCA IN
FILOSOFIA
LA QUESTIONE DEL FETICISMO
IN FREUD
SETTORE DISCIPLINARE: M-FIL/01
DOTTORANDO:
DOTT. MASSIMILIANO
ROVERETTO
COORDINATORE DEL
DOTTORATO:
PROF.SSA MARINA SBIS
RELATORE:
PROF. PIER ALDO ROVATTI
UNIVERSIT DI TRIESTE
A. A. 2008/200
P!"#"$$%
L'oggetto di questa ricerca costituito dalla messa a tema del feticismo a pi riprese operata
da Freud. Gli obiettivi che essa si propone sono pertanto due: da un lato ricostruire le tappe
attraverso le quali egli, a partire dai Tre saggi sulla teoria sessuale (!"#$, procede ad una vera e
propria %reinven&ione' ((enr) *e)+Flaud$ del concetto forgiato nel ,,- da .lfred /inet0 dall'altro
trarne delle indica&ioni relativamente alla struttura, al senso e ai limiti del discorso freudiano nel
suo insieme nonch1 al problema, implicato nel ricorso alla no&ione di rinnegamento (Verleugnung$,
del rapporto tra soggettivit2 e sapere. .llo stesso modo, dal punto di vista metodologico ho ritenuto
di affiancare all'imposta&ione storico+critica e genealogica 3 adottata per l'analisi degli scritti
freudiani nell'intento di rendere conto, oltre che del loro sviluppo nel senso della continuit2, anche
delle contraddi&ioni, delle oscilla&ioni e degli scarti che li contraddistinguono 3 una prospettiva di
sintesi, di taglio maggiormente teoretico, volta a saggiare l'ipotesi che, lungi dall'interessare il
discorso filosofico in maniera accidentale, quelle sollevate dall'interno del pensiero psicoanalitico 3
ivi compresa quella del feticismo 3 siano questioni da cui esso non pu4 in alcun modo prescindere.
5er quanto concerne il primo degli obiettivi sopra citati, ho cercato di mostrare come, nel
corso degli anni, Freud sia venuto definendo per il feticismo un'interpreta&ione sempre pi
specifica. 6e i Tre saggi sulla teoria sessuale lo collocano infatti ancora nel novero delle aberra&ioni
sessuali gi2 descritte e catalogate dalla psichiatria tardo ottocentesca, individuandone la radice
ultima nella %debole&&a esecutiva dell'apparato sessuale', gi2 la comunica&ione da Freud tenuta
presso la 6ociet2 psicoanalitica di 7ienna nel febbraio !"! lo include viceversa nel campo delle
nevrosi, facendolo derivare dall'intervento di una particolare specie di rimo&ione, definita %par&iale'
in quanto essa verterebbe su una parte soltanto del complesso rappresentativo, ovverosia su quella
pi direttamente legata alla forma originaria del soddisfacimento pulsionale, mentre l'altra
incorrerebbe all'opposto nel destino dell'ideali&&a&ione. La possibilit2 di considerare l'oggetto
feticcio alla stregua di un sintomo, sia pure sui generis, confermata dal saggio del !" su Un
ricordo d'infanzia di Leonardo da Vinci, nel quale, in connessione con le indagini che Freud andava
allora conducendo a proposito del narcisismo e dell'omosessualit2 da una parte, e delle teorie
sessuali infantili dall'altra, ad esso viene esplicitamente attribuita la fun&ione di %Ersatz' di quel
fallo che il bambino di ambo i sessi comincerebbe con l'attribuire alla madre quale conditio sine
qua non della futura eliggibilit2 della donna ad oggetto sessuale privilegiato. L'indica&ione della
centralit2 per il feticismo rivestita dal complesso di castra&ione, all'origine dell'angoscia a fronte di
cui esso costituirebbe per il soggetto una solu&ione alternativa a quella rappresentata, sulla via della

regressione narcisistica, dall'omosessualit2, trova poi ulteriore riscontro in una seconda conferen&a
da Freud tenuta nel !8 presso la 6ociet2 psicoanalitica di 7ienna con il titolo Un caso di feticismo
del piede. 9onferen&a, questa, in cui si trova tra l'altro anche l'esplicita sconfessione della priorit2
che egli stesso aveva nel !"! attribuita, per la spiega&ione del feticismo, all'erotismo %nasale',
fornendo in tal modo le basi per una teoria alternativa a quella fallica, che possiamo tenere per
definitiva e la cui formula&ione pi matura si trova nell'articolo monografico del !:; Feticismo.
<on fosse che quest'ultimo non riprende la tesi della significa&ione fallica del feticcio sen&a
introdurre al contempo una nuova svolta nella concettuali&&a&ione freudiana, la quale non si
appunta pi ora, com'era stato nel !"#, sul feticismo in quanto perversione, e nemmeno, com'era
avvenuto a partire dal !"!, sull'oggetto feticcio in quanto forma&ione dell'inconscio, bens= sulla
posi&ione soggettiva del feticista, la quale non sarebbe riducibile, come ulteriormente dimostrato da
Freud nello scritto del !>, su La scissione dell'Io nel processo di difesa e nel Compendio di
psicoanalisi dello stesso anno, n1 a quella del nevrotico, n1 a quella dello psicotico, consistendo
essa piuttosto in un'oscilla&ione, resa per l'appunto possibile dalla scissione dell'?o, tra l'una e l'altra
di esse.
. fronte dell'apparente univocit2 di tale sviluppo, il cui termine ultimo sarebbe dunque
costituito dalla messa a punto, mediante il collegamento del meccanismo della Verleugnung a quello
della scissione dell'?o, di una concettuali&&a&ione del feticismo la cui portata esplicativa si
estenderebbe ben al di l2 del campo della clinica psicoanalitica, va nondimeno sottolineato come
ciascuno dei suoi momenti corrisponda al contempo alla riarticola&ione di un'ambiguit2
fondamentale, derivante dalla giustappos&ione di due conce&ioni della sessualit2 tra loro antitetiche:
da una parte quella che fa della pulsione sessuale, o, come lo stesso Freud dice nei Tre saggi sulla
teoria sessuale, dell'%amore', un analogo della fame, ovverosia un bisogno di ordine strettamente
biologico rispetto alla cui forma normale il feticismo, al pari delle altre perversioni, si ridurrebbe ad
una sorta di varia&ione teratologica0 dall'altra quella che in essa vede piuttosto il risultato
dell'innesto, sul fun&ionamento naturale dell'organismo umano, di una dimensione radicalmente
altra, la quale proprio nel feticismo troverebbe una manifesta&ione privilegiata, come eviden&iato,
per restare ai Tre saggi, dall'esigen&a di renderne conto tramite la %sopravvaluta&ione
sessuale' (Sexualersc!atzung$, ovverosia mediante lo stesso processo che si troverebbe al fondo
della normale scelta d'oggetto eterosessuale.
@uanto al secondo degli obiettivi perseguiti dalla ricerca, esso si venuto definendo a partire
dal ripensamento di alcuni dei rilievi critici mossi, sul versante analitico non meno che su quello
filosofico, all'interpreta&ione freudiana del feticcio quale Ersatz fallico. Aanto in Louise B. Caplan
che in 6arah Cofman, ad esempio, si trova la constata&ione secondo cui essa, implicando
:
l'accetta&ione del primato del fallo e dell'esisten&a di un complesso di castra&ione il cui
attraversamento costituirebbe per ambo i sessi una tappa obbligata nella soggettiva&ione del proprio
sesso anatomico, non farebbe che ripetere il misconoscimento della natura costitutivamente altra
della conforma&ione anatomica femminile che Freud mette in conto ai feticisti. <on fosse che un
simile modo di procedere, oltre ad essere vi&iato dal fatto di applicare alla teori&&a&ione di cui
contesta la legittimit2 uno strumento di analisi in ultima istan&a da essa stessa desunto, non tiene
nella debita considera&ione come la Verleugnung feticistica verta non tanto sulla fattuale realt2 del
genitale femminile, quanto sull'assen&a da esso rappresentata. ?l che, se da un lato, essendo l'assen&a
in gioco quella del fallo, raffor&a la critica di fallocentrismo cui Freud sembrerebbe prestare il
fianco, manca dall'altro di rilevare come ci4 apra tuttavia 3 sulla scorta ad esempio dell'ipotesi, da
Bacques Derrida avan&ata in alcuni degli scritti contenuti in Verit" e pittura, secondo cui il
paradigma non sussisterebbe se non in quanto escluso ed incluso al contempo nella serie degli
esemplari supposti incarnarlo 3 alla possibilit2 di considerare il fallo stesso, di cui il feticcio,
facendo cos= velo alla sua mancan&a, terrebbe il posto, come uno schermo di egual genere.
La conclusione che credo di poter trarre dal mio percorso di ricerca dunque che, per quanto
legittima possa essere la nota&ione secondo la quale il discorso di Freud presenterebbe in pi luoghi
dei tratti feticistici, essa richiede di essere precisata mediante il riconoscimento che il feticismo di
cui si tratta in primo luogo un feticismo teorico, consustan&iale allo sfor&o da questi messi in
campo di identificare la dimensione 3 intrinsecamente aporetica 3 cui l'esperien&a dell'analisi
sospesa. ?l che comporta evidentemente la presa in carico di un'ulteriore questione, inerente la
possibilit2 stessa di costruire un discorso teorico che non sia feticistico, ovverosia che sia in grado
di effettivamente rinunciare alla produ&ione di un sapere integralmente totali&&abile e
indefinitamente accumulabile e trasmissibile, tale quindi da escludere dal suo campo, assieme alle
intermetten&e del discorso inconscio, quella soggettivit2 la cui insisten&a, secondo quanto da Freud
3 o almeno da un certo Freud 3 insistentemente articolato, si paleserebbe per colmo di paradosso
unicamente negli atti mancati in cui quello consiste. 5articolarmente pre&iose mi sono sembrate, a
questo riguardo, le osserva&ioni di Bacques Lacan, il cui seminario su Il ro#escio della psicoanalisi
in buona parte dedicato proprio allo smantellamento di ci4 che Bacques+.lain Eiller ha definito %il
teatrino' o anche %il lato Fitsch' di Freud, ovvero di quei miti teorici attraverso i quali egli avrebbe
cercato di imbastire un racconto delle origini in grado di sopperire alla radicale infondate&&a
distintiva, oltre che del desiderio e della pulsione, del discorso stesso dell'analisi. ?l quale per4, nota
ancora Eiller, non per questo si riduce a mero feticcio, dal momento che 3 attraverso la sua stessa
fin&ionalit2 3 sarebbe comunque capace di incedere sul %reale' del soggetto. Gn'inciden&a della
quale, mi sembra, il discorso filosofico non pu4 arrogarsi di decidere, al punto che il solo tenerne
>
aperta l'eventualit2 potrebbe per esso costituire un utile eserci&io di dimissione di quella pretesa di
padronan&a con la quale, secondo quanto ancora una volta denunciato dallo stesso Lacan, il suo
prodursi fa corpo.
8
I&'!()*+,(&"
?l termine %feitiHo', dal quale derivano l'italiano %feticcio' e i suoi omologhi nelle altre lingue,
si trova per la prima volta nei resoconti dei viaggiatori portoghesi del I7? secolo, nei quali veniva
utili&&ato per indicare gli oggetti di varia natura cui le popola&ioni nere dell'.frica occidentale,
ritenute selvagge, tributavano il loro culto. ?l suo etimo chiama in causa il latino %factitius', il cui
significato (%artificiale', ma anche %falso', %artefatto'$ ne contamin4 ben presto l'originaria
acce&ione sostantivale di %amuleto', %stregoneria', %sortilegio', portandolo da ultimo a designare
qualsivoglia oggetto, naturale oppure costruito dall'uomo, considerato essere il supporto o
l'incarna&ione di poten&e soprannaturali e quindi anche di un potere magico.


$re#e genealogia del concetto
<ella letteratura di viaggio e antropologica del I7?? secolo lo sguardo degli europei si
concentr4 sull'arbitrariet2 della scelta dei feticci e sull'esteriorit2 del culto ad essi tributato,
mediante l'implicita ado&ione di un punto di vista comparativo reso esplicito da autori quali
/altha&ar /eFFer, Jillelm /osman e 5ierre /a)le, nelle cui opere l'equipara&ione delle creden&e
riscontrate nelle aree geografiche pi disparate si spinse ben presto fino ad includervi anche quelle
degli antichi, attestate dalle fonti storiche. ?l primo a servirsi del termine %feticismo' per indicare
qualunque religione avesse per oggetto di culto esclusivamente degli animali o degli esseri
inanimati, sen&a l'intervento di alcuna immagine o di qualunque altra forma di media&ione
simbolica, fu tuttavia il francese 9harles De /rosses nel suo %u culte des dieux f&tic!es, pubblicato
a 5arigi nel ;-".
:
Kltre a prendere in tal modo atto della tenden&a comparativista gi2 affermatasi
egli indic4 il tratto distintivo del culto feticistico nell'assen&a di simboli&&a&ione in virt della quale
esso gli sembrava distinguersi, sullo sfondo di un'implicita teoria dello sviluppo delle creden&e
religiose lungo l'asse che va dal concreto all'astratto, da altre forme cultuali ritenute pi evolute
quali ad esempio l'idolatria o il culto degli uomini divini&&ati.
>
9fr. 7. 7aleri, Feticismo, in Enciclopedia, Linaudi, Aorino !;, vol. 7?, p. "".
: 9fr. 9. De /rosses, Sul culto degli dei feticci o parallelo dell'antica religione egiziana con l'attuale religione della
'igrizia, trad. di 6. Garroni e .. 9iattini, /ul&oni, *oma :""".
> .ntecedentemente a De /rosses, un comparativismo per certi versi analogo era stato sostenuto anche dal gesuita
Boseph+FranHois Lafitau, il quale per4, ammettendo l'esisten&a di una religione adamitica originariamente rivelata
all'uomo da Dio ma che si sarebbe successivamente corrotta dando luogo alla molteplicit2 delle religioni storiche,
non aveva avuto bisogno di postulare, a monte di esse, alcuna identit2 di ordine antropologico. ?n quanto autore
cristiano, Lafitau aveva cio continuato ad avvalersi di un paradigma diffusionista di deriva&ione teologica, che lo
collocava al di fuori di quel lungo processo di laici&&a&ione che nella riflessione filosofica sulle differenti forme di
religione aveva preso avvio, la met2 del I7?? e il I7??? secolo, con la messa al bando degli influssi demoniaci
#
9ome gi2 a suo tempo osservato da Denis Diderot 3 per il cui tramite De /rosses entr4 in
rapporto epistolare con David (ume dopo averne letto la 'atural (istor) of *eligion, pubblicata
nel ;#- 3 la teoria debrossiana del feticismo pu4 da questo punto di vista essere considerata come
una sorta di complemento sul piano della verit2 storica a quanto da (ume sostenuto relativamente
all'origine della religione dall'ignoran&a e dal timore, ovverosia dall'incapacit2 dell'intelletto umano
ai primi stadi del suo sviluppo di spiegarsi gli eventi irregolari e difformi della natura altrimenti che
attraverso la proie&ione distorcente di schemi di pensiero e comportamentali di natura
antropomorfa.
8
?n verit2, quale %religione primitiva dell'uomo' (ume non aveva indicato il
feticismo, di cui nella sua opera non viene fatta men&ione, bens= il %politeismo' genericamente
inteso, cui egli aveva tutt'al pi accostato l'atteggiamento dell'idolatra. D'altra parte egli non si era
affatto preoccupato, come viceversa avrebbe fatto De /rosses, di rendere conto dell'effettivo
sviluppo delle creden&e religiose, bens= soltanto di fornirne un principio genetico 3 ra&ionale e
fondato sull'immutabilit2 della natura umana 3 che ne potesse spiegare l'universale diffusione.
Euovendosi nel solco tracciato dall'opera di (ume, De /rosses ne accolse anche gli assunti
filosofici impliciti, ovverosia l'ado&ione della spiega&ione scientifica e ra&ionale dei fenomeni
naturali come modello di riferimento per le produ&ioni del pensiero simbolico in generale, rispetto
al quale le spiega&ioni di carattere religioso e quindi anche supersti&ioso e fantastico sarebbero state
destinate a rimanere sempre in difetto. Da cui la messa in serie delle diverse forme di religione
ipoti&&ata da De /rosses nonch1 gli ulteriori sviluppi della linea di pensiero che ricongiungeva il
sensismo illuminista al ra&ionalismo empirista di matrice inglese, mettendo capo ad un comune
schema interpretativo di marca evolu&ionistica che nel corso del I?I si sarebbe largamente
imposto.
#
quale fattore esplicativo della loro variet2, e di cui le posi&ioni di De /rosses possono essere considerate l'esito
ultimo. 9fr., su questo, ..E. ?acono, Teorie del feticismo+ Il prolema filosofico e storico di un ,immenso
malinteso-, Giuffr1, Eilano !,#, cui mi sono, per questo breve eMcursus sulla storia del concetto, ampiamente
rifatto. Dello stesso ?acono cfr. anche il pi recente L'amiguo oggetto sostituto+ Il feticismo prima di .arx e Freud,
in 6. Eistura (a cura di$, Figure del feticismo, Linaudi, Aorino :"", pp. >#+#!. 6i vedano inoltre i seguenti lavori di
J. 5iet&, pubblicati sulla rivista %*es': T!e /rolem of t!e Fetis!0 I (in %*es', !, !,#, pp. #+;$0 T!e /rolem of
t!e Fetis!0 II+ T!e 1rigin of t!e Fetis! (in %*es', >, !,;, pp. :>+8#$0 T!e /rolem of t!e Fetis!0 IIIa+ $osman's
2uinea and t!e Enlig!tenment T!eor) of Fetis!ism (in %*es', -, !,#, pp. "#+:>$.
8 9fr. a questo riguardo E. David (a cura di$, Lettres in&dites de %iderot et de (ume &crites de 3455 " 3467 au
pr&sident des $rosses, in %*evue philosophique', :, !--, pp. >#+88, nonch1, della stessa autrice, (istoire des
religions et p!ilosop!ie au 8VIIIe si9cle: le pr&sident de $rosses0 %a#id (ume e %iderot, in %*evue philosophique,
:, !;8, pp. 8#+-".
# L'esempio maggiormente rappresentativo al riguardo naturalmente quello offerto dal positivismo di .uguste
9omte, nel cui Corso di filosofia positi#a il feticismo entra in scena nel punto esatto in cui ci si aspetta di vederlo
comparire, ovverosia quale prima forma del primo dei tre stadi dell'evolu&ione dello spirito umano: quello teologico.
Eodo di pensare animistico e magico, legato alla proie&ione sugli oggetti della realt2 esterna di istinti e sensa&ioni
soggettive, il feticismo costituirebbe secondo 9omte una prima forma di adattamento, procedente per via analogica,
dell'attivit2 umana all'ambiente, e pi precisamente il primo tentativo compiuto dall'uomo di applicare ai fenomeni
naturali una spiega&ione di tipo causale. 9fr. .. 9omte, Corso di filosofia positi#a, trad. par&. a cura di F. Ferrarotti,
Gtet, Aorino !-;, vol. ? (le&ione L??$. .nche se, come scrivono *oberto *ighi e Earia Aorricelli, la tesi secondo la
quale il feticismo costituirebbe %l'apparecchio di un'epistemologia provvisoria, un Nprimo stato teologicoO destinato
-
L'assunto evolu&ionistico sul quale nascostamente si reggevano le elabora&ioni di (ume e De
/rosse trov4 infatti un riscontro altrettanto favorevole, una vent'anni d'anni pi tardi, nell'etnografia
comparata, nonostante essa andasse proprio allora rescindendo i suoi legami con l'antropologia
filosofica. 6i potrebbe an&i parlare, al riguardo, di un vero e proprio passaggio di consegne. <el
capitolo I7? della sua /rimiti#e culture (,;$, che reca in esergo proprio l'ultima frase dello
scritto debrossiano del ;-", LdPard /. A)lor, pur facendo del feticismo un sottoinsieme
dell'animismo e sottraendogli pertanto il privilegio di costituire il punto d'origine del pensiero
umano, avrebbe continuato a considerarlo una modalit2 difettiva della ragione ai suoi albori, ferma
restando la possibilit2 di individuarne delle sopravviven&e presso i popoli civili&&ati.
-
5asso,
quest'ultimo, decisivo, nella misura in cui esso avrebbe successivamente consentito ad .lfred /inet
di mutuare il concetto di feticismo nel campo della psicologia clinica, facendo di quello che era sino
ad allora stato un comportamento religioso socialmente riconosciuto tipico delle societ2 cosiddette
primitive un comportamento individuale attinente la sfera della sessualit2 e riscontrabile unicamente
nelle societ2 moderne.
6tante l'indebita ridu&ione, insita in tal modo di procedere, della complessit2 dei sistemi
simbolici sui quali si reggono determinate pratiche cultuali all'asse delle acquisi&ioni dall'uomo
progressivamente ottenute quanto alla conoscen&a e al padroneggiamento delle for&e della natura,
era inevitabile che, col rinnovamento delle discipline etnologiche che caratteri&&a i primi decenni
del <ovecento, la no&ione di feticismo andasse incontro a una radicale revisione. <el corso da lui
tenuto presso l'Qcole des (autes Qtudes nell'anno accademico !"-+!";, Earcel Eauss sostenne
an&i sen&a me&&i termini la necessit2, per la teoria sociologia delle religioni, di farne a meno: non
soltanto a motivo della sua scarsa consisten&a epistemologica, ma anche perch1 il suo utili&&o
sarebbe stato di impedimento a una migliore descri&ione delle pratiche in questione. La no&ione di
feticismo, infatti, sarebbe nata sulla scorta di un %malinteso', dovuto, oltre che alla par&ialit2 dello
sguardo dei missionari e pi in generale dei viaggiatori europei, alle %lingue franche' sorte nel
contesto della coloni&&a&ione, le quali avrebbero contribuito in maniera decisiva a costringere la
realt2 dei fenomeni osservati nella gabbia di categorie ad essi sostan&ialmente estranee.
;
Aali ragioni erano state peraltro formulate da Eauss gi2 in preceden&a, in occasione di una
al tramonto', si trova piuttosto formulata in un precedente scritto comtiano, le Considerazioni filosofic!e sulle
scienze e sugli uomini di scienza (trad. it. in .. 9omte, 1puscoli di filosofia sociale e %iscorsi sul positi#ismo, a
cura di .. <egri, 6ansoni, Firen&e !-!, pp. ,+:>:$. <el Corso egli avrebbe infatti piuttosto sostenuto che %il
feticismo permane perch1 dipende R...S non da condi&ioni transitorie, ma R...S da un Nesagerato predominio della vita
affettiva sulla vita intellettuale' che torna sempre a manifestarsi' (*. *ighi, E. Aorricelli, Sa#ie allucinazioni+ Le
teorie del feticismo in Comte, in 6. Eistura (a cura di$0 Figure del feticismo, cit., p. !#$.
- 9fr. L./. A)lor, ;lle origini della cultura, trad. di G./. /ron&ini, ?st. editoriali e poligrafici, 5isa+*oma :""".
; 9fr. E. Eauss, *&sum& des cours, estratto dall'%.nnuaire de l'Qcole pratique des hautes 1tudes (6ection des
sciences religieuses$', in <u#res, Einuit, 5aris, !-!, vol. ??, pp. :8#+8-.
;
recensione alla V=l>erps)c!ologie pubblicata nel !"8 da Jilhelm Jundt, il quale, pur facendo
ancora uso del concetto di feticismo, l'aveva tuttavia gi2 relegato al rango di effetto dell'involu&ione
di un'altra forma di religione: il totemismo.
,
6cia, quest'ultima, sulla quale si sarebbe
successivamente collocato anche Qmile DurFheim, il quale, nella sua opera del !: su Le forme
elementari della #ita religiosa, parla dei feticci (termine che egli evita accuratamente di utili&&are$
alla stregua di totem individuali, precisando come essi, pur presentando rispetto a quelli collettivi
%un aspetto pi facoltativo e pi libero', siano nondimeno caratteri&&ati da %una for&a di resisten&a a
cui il totemismo di clan non sa arrivare', e che sarebbe all'origine di %usi ancora osservabili in
diversi paesi d'Luropa'. 5er non parlare poi di ci4 che egli chiama %totemismo sessuale', e che
costituirebbe, tra quello individuale e quello collettivo, una %forma intermedia'.
!
Una ,per#ersione modello-
.ttraverso una sorta di dissolven&a incrociata, la liquida&ione del concetto di feticismo
nell'ambito della sociologia delle religioni e della nascente antropologia culturale sarebbe dunque
venuta sovrapponendosi alla sua introdu&ione in ambito sessuologico, preparata dalla pi ampia
acce&ione nel frattempo acquisita dal termine nella lingua francese.
"

9onviene tuttavia, a questo riguardo, prendere an&itutto in esame il processo tramite cui
l'indagine psichiatrica sulle aberra&ioni sessuali venne nell'ultimo quarto del I?I secolo
costituendosi quale campo di ricerca autonomo e formali&&ato, ad opera soprattutto di *ichard von
Crafft+Lbing. @uesti, professore di psichiatria a 6trasburgo a partire dal ,;:, gi2 nel ,-- si era
interessato del problema dell'omosessualit2 a seguito della lettura delle opere di 9arl (einrich
Glrichs, il quale aveva proposto di riformare i codici penali tedeschi, che consentivano allora di
tradurre gli omosessuali in tribunale, sostenendo l'esisten&a, in essi, di un'anomalia biologica
congenita, all'origine della produ&ione, in un corpo maschile, di un'anima femminile. Kltre che
all'eviden&a della bisessualit2 dell'embrione umano fino alla dodicesima settimana di vita, Glrichs si
, ?l titolo completo dell'opera di Jundt V=l>erps)c!ologie+ Eine Untersuc!ung der Ent?ic>lungsgesetze #on
Sprac!e0 .)t!us und Sitte, Leip&ig !"8. <ella trad. it. (Elementi di psicologia dei popoli, Aorino !:!$ la parte sul
feticismo si trova alle pp. ;!+,-. 5ur riconoscendo a Jundt di aver collocato il feticismo, invece che al principio
dello sviluppo delle religioni, in una fase successiva, proprio Eauss gli rimprover4 tuttavia di non essersi liberato
dal presupposto che tale forma di culto dovesse essere assolutamente primitiva (cfr.E. Eauss, L'art et le m)t!e
d'apr9s .+ @undt, in <u#res, Einuit, 5aris !-!, vol. ??, p. :-$.
! 9fr. Q. DurFheim, Le forme elementari della #ita religiosa+ Il sistema totemico in ;ustralia, trad. di E. *osati,
Eeltemi, *oma :""#, pp. ::"+:.
" <el francese della seconda met2 del I?I secolo, infatti, il termine non veniva pi usato soltanto nell'acce&ione
ristretta che esso ha ad esempio in 9omte, ma anche in quella pi ampia, analogica, di attaccamento o rispetto
esagerato per qualcuno o qualcosa. Di un culto feticistico si parlava gi2 allora non soltanto in rapporto a
determinate personalit2 (uomini politici, artisti etc.$, ma anche, in maniera pi astratta, in rela&ione a degli oggetti di
vario genere, quali ad esempio le parole e i suoni fetici&&ati dai poeti.
,
era appellato alle osserva&ioni di 9harles DarPin sull'ermafroditismo riscontrabile in diverse specie
di animali inferiori e di piante. 5ur ottenendo scarso riscontro nell'ambiente medico, le sue teorie
trovarono un importante riconoscimento da parte di 9arl Jestphal, direttore dell'%.rchiv fTr
5s)chiatrie und <ervenFranFheiten', il quale coni4 l'espressione %contrAre
Sexualempfindung' (%sentimento sessuale contrario'$, poi ripresa da Crafft+Lbing nel titolo della
sua /s)c!opat!ia sexualis0 mit esonderer $erc>sic!tigung der contrAre Sexualempfindung.

L'approccio della /s)c!opat!ia sexualis alla questione delle perversioni era di ordine
etiogenetico, e il principale responsabile del loro insorgere individuato nella societ2 moderna, la
quale avrebbe progressivamente soppresso l'influen&a delle %attrattive sessuali originarie' o
%naturali' a vantaggio di quelle %aggiuntesi artificialmente', da cui l'ipotesi che %l'uomo civile
debba essere ben altrimenti incline alle perversioni sessuali che non l'uomo primitivo e l'animale.
9os= come per il lavoratore si sono creati fin dai primordi della civilt2 utensili artificiali, come il
martello che prolunga il braccio per il lavoro, come la spada che lo prolunga per la lotta contro un
nemico o una belva, allo stesso modo tutto ci4 che la civili&&a&ione ha arreccato all'uomo come
me&&o per modificare lo stato del suo corpo (gli abiti, per es.$, divenuto per cos= dire
complemento del corpo umano. <oi comprendiamo allora perch1 s= spesso si constatino nell'uomo
civile perversioni feticistiche, in quanto l'abbigliamento diventato parte integrante dell'altra
persona'.
:
?l che spiega anche come mai, nell'eMcursus storico col quale l'opera si apre, il
riconoscimento, quale molla dell'incivilimento, di un %lento e sovente inosservato miglioramento
dei costumi e della morale' si accompagni alla constata&ione di come %la dissolute&&a, l'adulterio e
il lusso' abbiano potuto compiere %la loro opera nefasta' in pi di una civilt2. Da questo punto di
vista, casi come quelli dell'antica Grecia, dell'?mpero romano e della Francia ancien r&gime
sarebbero da considerarsi esemplari, in quanto dimostrerebbero quanto spesso %il crollo dello 6tato
e la generale rovina morale e materiale' coincidano con il presentarsi di %aberra&ioni addirittura
mostruose della sessualit2, le quali peraltro si possono ricondurre in parte a condi&ioni psicopatiche
o per lo meno neuropatiche della popola&ione'.
>
Di modo che si pu4 dire che Crafft+Lbing avesse
sostan&ialmente sposato la teoria della %degenera&ione neuropsicopatica' a suo tempo elaborata
dallo psichiatra francese /1n1dict Eorel, il quale aveva nel ,#; sostenuto la possibilit2 di una
trasmissione ereditaria, oltre che di alcune malattie neurologiche e delle malattie mentali, anche
La prima edi&ione dell'opera apparve nel ,,-, forte di 8# casi clinici e un centinaio di pagine0 nella dodicesima e
ultima ad essere rivista dall'autore, pubblicata nel !">, i casi erano saliti a :>, e le pagine a oltre quattrocento.
L'ultima tradu&ione italiana (*. von Crafft+Lbing, /s)c!opat!ia sexualis, ed. it. a cura di 5. Giolla, Eanfredi,
Eilano !--$ si rif2 al testo della sedicesima e diciasettesima edi&ione, %completamente rielaborata' da .lbert Eoll.
: ?vi, pp. ;#+-. ?l capitolo da cui la cita&ione tratta il I?I, intitolato %5roblemi teorici ed e&iologici' e in cui a
prendere la parola direttamente Eoll, il quale tuttavia dichiara che il suo intervento %non implicher2 in genere
confuta&ioni alle vedute di Crafft+Lbing, bens= qualche cenno a diversi punti non rilevati da lui' (ivi, p. ;"!$.
> ?vi, p. ;.
!
delle perversioni. ?noltre, Eorel aveva supposto che esse potessero essere state acquisite dal parente
%infetto' a seguito di forme gravi di alcolismo, dissolute&&a e a causa di svariati altri agenti
patogeni ambientali.
8
Dal punto di vista tassonomico, Crafft+Lbing distinse tra paradossie, anestesie, iperestesie e
parestesie. <ella prima classe rientravano le manifesta&ioni della sessualit2 ritenute patologiche non
in virt della loro natura, bens= del momento della loro comparsa (prima della pubert2 o
successivamente al climaterio$0 mentre la seconda e la ter&a comprendevano rispettivamente i casi
in cui vi era scomparsa delle sensa&ioni e dell'istinto sessuale e quelli in cui esso risultava viceversa
accresciuto in maniera anomala. @uanto alle perversioni vere e proprie, esse furono da Crafft+Lbing
chiamate %parestesie' per sottolineare l'elemento di abnormit2 in esse insito e suddivise da principio
in sadismo, masochismo e inversione. @uanto al %feticismo', esso men&ionato soltanto nelle
edi&ioni successive, quale titolo di una nuova se&ione, interpolata tra quelle rispettivamente dedicate
alla flagella&ione attiva e passiva e all'esibi&ionismo.
.d isolare per primo tale perversione non fu infatti Crafft+Lbing, bens= .lfred /inet, che nel
suo articolo su Le f&tic!isme dans l'amour RIl feticismo nell'amoreS,
#
pubblicato nel ,,;, aveva
raggruppato sotto tale etichetta alcuni comportamenti gi2 da tempo descritti, sen&a che se ne
riconoscesse tuttavia l'omogeneit2, dalla letteratura psichiatrica. Kltre al supposto feticismo
religioso, da /inet identificato sen&a resti con %la nostra tenden&a a confondere la divinit2 con il
segno materiale e tangibile che la rappresenta', egli si attenne all'uso, alla sua epoca ormai
invalso,
-
di designare con tale termine %un'adora&ione cieca per i difetti e i capricci di una
persona', proponendosi tuttavia di for&arne la %banalit2' mediante la presa in carico della %forma
patologica' dei fenomeni ascritti alla sua inciden&a.
;
Da qui l'opposi&ione tra %piccolo' e %grande
feticismo', il secondo soltanto patologico in ragione del fatto che l'adora&ione cieca per una o pi
particolarit2 del partner sessuale vi si spinge fino a sacrificarvi il rapporto all'altro nella sua totalit2,
e talora ad appuntarsi su degli oggetti inanimati %incapaci di soddisfare normalmente' i %bisogni
genitali' del soggetto. L' vero che una certa componente feticistica 3 si legge in conclusione al
lavoro di /inet 3 presente, in quanto comanda in ultima istan&a la scelta dell'oggetto d'amore in
quanto preferito ad altri, in ogni rela&ione amorosa. Ea si tratta di un feticismo %politeista', che
risulta %non da un'eccita&ione unica, bens= da una miriade di eccita&ioni: una sinfonia. Dove
comincia la patologiaU <el momento in cui l'amore per un dettaglio qualunque diventa
preponderante, al punto di cancellare tutti gli altri. R...S <ella perversione sessuale, R...S l'amore,
8 9fr. /... Eorel, Trait& des d&gen&rescences p!)siques0 intellectuelles et morales de l'esp9ce !umaine et des causes
qui produisent ces #ariet&s maladi#es, /allire, 5aris ,#;.
# 9fr. .. /inet, Le f&tic!isme dans l'amour, in %*evue philosophique', II?7, ,,;, pp. 8:+-; e :#:+;8.
- 9fr. sopra, p. , n. ".
; 9fr. .. /inet, Le f&tic!isme dans l'amour, cit., p. 8:. Arad. mia.
"
invece che dall'insieme della persona, eccitato da un elemento soltanto. La parte vi si sostituisce al
tutto, l'accessorio diventa l'essen&iale. .l politeismo risponde il monoteismo. L'amore del perverso
una pi9ce teatrale in cui una semplice comparsa viene alla ribalta e prende il posto del primo
attore'.
,
La sovversione cos= operata del rapporto di prossimit2 tradi&ionalmente stabilito
dall'antropologia filosofica tra feticismo e politeismo, in quanto entrambi si collocherebbero al
fondo della scala evolutiva del sentimento religioso, non peraltro l'unica cui /inet mette mano, ci4
che pi conta essendo per lui l'esigen&a di approcciare i fatti %da psicologo e non da alienista'.
L'attacco a Eorel e agli altri sostenitori della teoria della degenerescen&a
!
frontale:
esclusivamente interessati al rapporto tra sintomo ed entit2 morbosa, essi %considerano la maggior
parte dei sintomi che studieremo alla stregua di episodi della follia ereditaria degenerativa', mentre
per lo psicologo si tratta di farne viceversa l'oggetto di uno studio diretto e di procedere piuttosto,
con l'obiettivo di gettare una luce nuova anche sui processi normali, all'analisi dei meccanismi che
presiedono alla loro forma&ione.
:"

<ei casi clinici presentati da /inet, l'oggetto feticcio di volta in volta costituito dagli occhi
femminili, dalle mani, dai capelli e finanche da un particolare odore. Ara di essi, particolarmente
significativo quello relativo a un soggetto che non sarebbe stato in grado di ascoltare l'aria della
notte di Jalpurgis dal Faust di Gounod sen&a eccitarsi. . fronte dell'evidente difformit2
intercorrente tra lo stimolo e la rea&ione da esso indotta, /inet avan&a infatti l'ipotesi che a
determinare quest'ultima fosse originariamente stato non quello, bens= un'altro, di ordine visivo,
prodotto dal balletto solitamente eseguito ad accompagnamento del pe&&o, nel quale si vede Faust
attorniato da un nugolo di ballerine in vesti succinte. @uesto, naturalmente, sulla base dell'assunto
associa&ionista per cui il ripetersi di sensa&ioni concomitanti determinerebbe l'instaurarsi di
, ?vi, p. :;8.
! 9fr., in particolare, l'articolo di Bean+Eartin 9harcot e 7alentin Eagnan sull'In#ersion du sens g&nital et per#ersions
sexuelles R?nversione del senso genitale e perversioni sessualiS, al quale pure /inet attinse parte del suo materiale
clinico. <ella seconda se&ione del loro contributo, dedicata alle %altre perversioni sessuali' oltre all'%inversione del
senso genitale', i due autori avevano esposto il caso di un soggetto che /inet avrebbe riconosciuto come feticista del
berretto da notte, il quale ricordava di aver provato i primi turbamenti sessuali all'et2 di cinque anni, quando,
trascorrendo la notte nella camera da letto dei genitori, aveva spesso avuto l'occasione di vedere tale accessorio
indosso alla madre. 9harcot e Eagnan, tuttavia, avevano precisato come non vi fosse in disturbi consimili alcunch1
di irriducibile alla base ad essi fornita dall'inversione genitale, a sua volta reputata costituire il frutto di un
indebolimento fun&ionale della sessualit2 determinato dalla pratica della masturba&ione o da altri eccessi passibili di
ingenerare un deficit nel bilancio delle for&e vitali dell'organismo. <1 un'ulteriore mappatura dello spettro delle
perversioni avrebbe a loro avviso cambiato le carte in tavole, poich1 essa si sarebbe giocofor&a limitata a fornire una
serie di %varia&ioni semiologiche' facenti capo a una medesima %degenera&ione' fondamentale, cui sarebbero state
da addebitare in via esclusiva tanto l'impoten&a, in mancan&a dell'oggetto indebitamente assurto a condi&ione dello
stimolo, dei soggetti affettine, tanto la debole&&a degli orgasmi ottenuti merc la sua presen&a e generalmente sen&a
contatto genitale (cfr. B.+E. 9harcot, 7. Eagnan, In#ersion du sens g&nital et per#ersions sexuelles, in ;rc!i#es de
neurologie, ???V;, ,,:, pp. #>+-"$.
:" 9fr. .. /inet, Le f&tic!isme dans l'amour, cit., p. 8-.

un'associa&ione mentale inconscia tra le rappresenta&ioni ad esse corrispondenti, i cui effetti


sarebbero passibili, in una persona %ipereccitabile', di travalicare la sfera dell'immagina&ione e di
estendersi alla motilit2. Di modo che il ripresentarsi dello stimolo sonoro avrebbe, nel soggetto in
questione, ingenerato la rea&ione fisica adeguata a quello visivo anche in assen&a del corrispondente
ricordo.
:

. causare il feticismo, sarebbe pertanto secondo /inet l'interferen&a di un ricordo inconscio,
la cui capacit2 di produrre un'eccitamento di tipo sessuale si sarebbe in origine stabilita
casualmente, per via di associa&ione. 9i4 che equivale a non riconoscere nell'ereditariet2, quanto
all'etiologia delle perversioni, che un fattore predisponente, coincidente coll'ipereccitabilit2 in
presen&a della quale soltanto concepibile che un processo del tutto normale quale l'automatico
instaurarsi delle associa&ioni di idee possa degenerare in una vera e propria fissa&ione a un
determinato stimolo. 9on le parole di /inet: %l'eredit2 resta, come la si definita, la causa delle
cause0 essa prepara il terreno sul quale la malattia dell'amore verr2 a germogliare e a svilupparsi.
Ea l'eredit2 non secondo noi in grado di conferire a questa malattia la sua forma caratteristica R...S.
9he i malati nascano con una predisposi&ione gi2 bell'e formata, gli uni per i grembiuli bianchi, gli
altri per i berretti da notte, lo si pu4 a rigore supporre. @uand'anche si ammettesse questa ipotesi,
resterebbe tuttavia da spiegare come la perversione sia stata acquisita dai progenitori0 l'eredit2 non
inventa nulla, essa non crea nulla di nuovo0 priva d'immagina&ione, ha soltanto memoria. La si
persino chiamata, a giusto titolo, la memoria della specie. Lssa non risolve perci4 il problema, non
fa che spostarlo'.
::
<el porsi il problema della determina&ione del sintomo, /inet andava dunque cercando anche
la ragione della devia&ione dell'istinto sessuale dal suo asse naturale, sen&a peraltro mai mettere in
dubbio che ve ne fosse uno. La bi&&arria delle pratiche dei feticisti, unitamente al carattere in pi
casi manifestamente artificiale degli oggetti al loro centro, l'avevano reso avvertito
dell'impossibilit2 di renderne conto a partire da una semplice disfun&ione di ordine psicofisiologico.
Di fronte al compito di redarre, sul piano teorico, l'inventario delle %inser&ioni vi&iose'
diagnosticate dagli psichiatri, l'ipotesi di una loro genesi per associa&ione s'imponeva.
Kltre a due personalit2 austriache molto vicine a Freud come lo psichiatra Aheodor Ee)nert e
il fisiologo 6igmund LMner,
:>
le tesi di /inet incassarono il sostegno di .lbert von 6chrencF+
: 9fr. ivi, p. #!.
:: ?vi, p. -:.
:> Freud lavor4 infatti nel laboratorio di anatomia cerebrale da Ee)nert diretto presso l'Gniversit2 di 7ienna a partire
dal ,,> e fino al ritorno dal periodo trascorso alla 6alpWtrire, quando i rapporti tra i due si ruppero a seguito di una
diatriba sull'isteria. 6igmund LMner fu invece uno dei due assistenti del laboratorio di fisiologia della stessa
universit2, presso il quale Freud aveva invece lavorato, sotto la dire&ione di Lrnst /rTcFe e prima di essere costretto
ad optare, per motivi di opportunit2 economica, per la carriera di medico, tra il maggio del ,, e il giugno del
,,:.
:
<ot&ing, del francese Bules Dallemagne e, soprattutto, dell'autorevole Ah1odule *ibot. @uanto a
Crafft+Lbing, egli accett4 l'individua&ione del feticismo quale perversione a s1 stante, n1 esit4 ad
adottare al suo riguardo la spiega&ione propostane da /inet, ma difese le sue posi&ioni sostenendo
che, se lo psicologo francese e 6chrencF+<ot&ing avevano potuto concludere dai dati emersi
riguardo al feticismo e all'omosessualit2 al carattere acquisito di tutte le perversioni era soltanto
perch1 ne avevano indebitamente fatto un modello di valore generale, laddove tale ruolo sarebbe
dovuto spettare al sadismo e al masochismo, in ragione non solo del carattere estremo dellla
devia&ione da questi impartita all'istinto sessuale, ma anche del parossismo delle loro
manifesta&ioni. L nulla lasciava supporre, al loro riguardo, che a determinarne la comparsa fosse
sufficiente un'esperien&a accidentale del tipo di quelle descritte da /inet, a meno naturalmente di
ammettere un'antecedente predisposi&ione del soggetto in tal senso.
:8
9on la sua replica, Crafft+Lbing eviden&i4 come, a dispetto della distan&a che li separava,
psichiatri come 9harcot e Eagnan e psicologi come /inet condividessero, in rela&ione al feticismo,
un medesimo assunto: che non solo la %debole&&a nervosa' dei feticisti e degli invertiti, bens= anche
la loro %iperestesia' derivasse non dall'eccessiva intensit2 dei loro istinti sessuali, bens=, del tutto
all'opposto, dal loro indebolimento, correlativo all'intensifica&ione degli stimoli cerebrali, i quali
avrebbero cos= finito per soverchiarli.
:#
Le origini di questo punto di vista risalivano ben pi
indietro, alla prima met2 del secolo, quando l'alienista Ltienne Lsquirol aveva introdotto il concetto
di %erotomania' per indicare l'analogia tra la fissa&ione, da parte di un soggetto di sesso maschile,
su di un singolo oggetto erotico e la rimugina&ione ossessiva.
:-
6ulla scorta di essa, infatti, F1liM
*oubaud aveva messo a punto un vero e proprio metodo di rieduca&ione dell'istinto,
:;
il cui
complemento profilattico sarebbe stato costituito dal matrimonio. 6i capisce allora come Eichel
Foucault abbia potuto sostenere, in un testo pure cos= attento alla pluralit2 ed alla stratifica&ione del
discorso medico sulla sessualit2 quale La #olont" di sapere, che il feticismo rivest= per quest'ultimo
il ruolo di %perversione modello', in base al quale comprendere tutti quei casi in cui l'istinto pareva
:8 6u tutto ci4 cfr. F.B. 6ulloPa)0 Freud iologo della psic!e, trad. di L. 6osio, Feltrinelli, Eilano !,:, p. >!.
:# La connessione tra omosessualit2, feticismo ed impoten&a sarebbe stata esplicitamente enunciata da 5aul+Qmile
Garnier e da Georges 6aint+5aul (rispettivamente autori di Les f&tic!istes, per#ertis et in#ertis sexuels: oser#ations
m&dicoBl&gales, 5aris, /aillire ,!-0 e di /er#ersion et per#ersit&s sexuelles: une enquCte m&dicale sur l'in#ersion,
5aris, ,!-$, mentre nello stesso anno !"# che vedr2 la pubblica&ione dei Tre saggi Qmile Laurent avrebbe dal
canto suo ribadito la distin&ione allora corrente tra sadomasochismo da una parte, in cui si scorgeva la
manifesta&ione di una spinta istintuale abnorme, e feticismo, il cui aspetto teratologico sarebbe di contro consistito
nella di essa deficitariet2, dall'altra (cfr. Q. Laurent, F&tic!istes et &rotomanes, 5aris, 7igot !"#, p. ;$.
:- 9fr. L. Lsquirol, %es maladies mentales, 5aris, /aillire ,>,, pp. ,:+!,.
:; Dal suo Trait& de l'impuissance et de la sterilit& c!ez l'!omme et c!ez la femme sappiamo infatti che egli cur4
dall'impoten&a un pittore i cui desideri si erano dapprima volti ai rappresentanti del suo stesso sesso, per poi legarsi
in maniera esclusiva alle immagini dei modelli maschili 3 e non pi ai modelli stessi 3 da lui ritratti: per far recedere
il disturbo lo si era costretto a ripercorrere lo stesso cammino all'inverso, e quindi innan&itutto a dipingere
esclusivamente dei nudi femminili (cfr. F. *oubaud, Trait& de l'impuissance et de la sterilit& c!ez l'!omme et c!ez la
femme, 5aris, /aillire ,##, pp. ::>+:-$.
>
essersi fissato ad un oggetto la cui ele&ione deponeva s= delle particolarit2 della storia personale del
soggetto, ma anche e soprattutto di una sua disfun&ione genitale organica. %<ella psichiatri&&a&ione
delle perversioni 3 scrive Foucault 3 il sesso stato ricondotto a delle fun&ioni biologiche e ad un
apparato anatomo+fisiologico che gli conferisce il suo %senso', cio la sua finalit20 ma viene anche
riferito ad un istinto che, attraverso il proprio sviluppo e secondo gli oggetti sui quali pu4 fissarsi,
rende possibile l'appari&ione delle condotte perverse ed intelligibile la loro genesi0 cos= il sesso si
definisce attraverso l'incrociarsi di fun&ione e d'istinto, di finalit2 e di significato0 ed in questa forma
si manifesta, meglio che altrove, nella perversione modello, nel %feticismo' che, almeno dal ,;;,
servito da filo conduttore all'analisi di tutte le altre devia&ioni, poich1 vi si leggeva chiaramente la
fissa&ione dell'istinto ad un oggetto nelle modalit2 dell'aderen&a storica e dell'inadeguate&&a
biologica'.
:,
5oich1 nel paragrafo sul feticismo contenuto nel primo dei Tre saggi sulla teoria sessuale la
tesi associa&ionista di /inet e quella secondo cui esso costituirebbe l'effetto di un indebolimento
della fun&ione sessuale si trovano semplicemente accostate, sen&a che sia questione di stabilire tra
di esse una gerarchia n1 tantomeno di operarne una sintesi, si sarebbe tentati di considerare la
posi&ione di Freud come l'esempio pi lampante dell'intreccio eviden&iato da Foucault. <on fosse
che, in quell'opera, esse si collocano sullo sfondo di una teoria il cui dato di parten&a era costituito
da un assunto cui n1 gli ereditaristi, n1 gli ambientalisti avrebbero mai sottoscritto: la normalit2 di
quelle manifesta&ioni di attivit2 sessuale spontanea nella prima infan&ia che la letteratura medica
aveva fino ad allora considerato alla stregua di un chiaro sintomo di degenera&ione nevropatica.
. questa conce&ione 3 stato osservato 3 Freud non sarebbe peraltro mai arrivato se non
avesse potuto disporre dei dati raccolti da una nuova genera&ione di sessuologi, i quali avevano
sistemati&&ato le osserva&ioni in preceden&a sporadicamente raccolte da medici e pedagogisti come
6. Lindner, /ernard 51re&, 5aul 6ollier e Bules Dallemagne e prima di allora valori&&ate soltanto dai
sostenitori della teoria della degenera&ione, imponendo di contro a quest'ultimi l'eviden&a clinica
secondo cui le anamnesi precoci degli individui in seguito divenuti perversi non si discostavano per
lo pi in maniera significativa da quelle di individui normali.
:!
6en&a contare l'influen&a che su di
:, E. Foucault, La #olont" di sapere, trad. it. Feltrinelli, Eilano !;,, pp. >-+>;.
6u tale coinciden&a tra concettuali&&a&ione del feticismo ed interpreta&ione delle perversioni in termini di deficit
fun&ionali dell'istinto sessuale si soffermato anche *obert .. <)e, il quale ne ha inoltre illustrato i risvolti storici e
socio+politici (in rela&ione soprattutto a preoccupa&ioni di ordine popola&ionistico, allora particolarmente vive in
Francia anche e soprattutto nel quadro della latente conflittualit2 con il neonato *eic! tedesco$. <ella fattispecie si
riteneva che l'andamento, decisamente &oppicante, della crescita demografica francese fosse da mettere in rela&ione
con l'incremento dei casi di alcolismo, follia, criminalit2, malattie veneree. L'opinione dominante era che la
degenera&ione avesse intaccato l'istinto genitale del maschio (da cui anche le lotte contro la promiscuit2 e soprattutto
contro la masturba&ione$, mentre il fattore della sterilit2, tanto maschile che femminile, veniva regolarmente
trascurato. 9fr. *. .. <)e, T!e .edicals 1rigins of Fetis!ism, in L. .pter e J. 5iet& (a cura di$, Fetis!ism as
Cultural %iscourse, 9ornell Gniversit) 5ress, ?thaca and London !!>, pp. >+>".
:! 9fr. F.B. 6ulloPa), Freud iologo della psic!e, cit., p. >8#, dove si fanno soprattutto i nomi di (avelocF Lllis e di
8
lui avrebbe potuto esercitare l'opera 3 la cui conoscen&a, per quanto indiretta, gli sarebbe potuta
venire dalla lettura della settima edi&ione della /s)c!opat!ia sexualis (,!:$ di Crafft+Lbing 3 di
alcuni ricercatori d'oltreoceano, i quali avrebbero impostato il problema delle perversioni %in una
luce pi naturalistica, biologica e particolarmente darPiniana, la quale rispecchiava, inoltre, una
peculiare enfasi americana su interpreta&ioni di sviluppo e fun&ionalistiche di fenomeni
psicologici'.
>"
Discutendo le tesi di Bulien 9hevalier, il quale aveva sostenuto, sulla base della
bisessualit2 dell'embrione umano nelle prime fasi dello sviluppo, che nel corso dell'ontogenesi
avvenisse una lotta tra i due sessi di cui l'eterosessualit2 avrebbe costituito l'esito normale ma non
obbligato, e che l'inversione fosse pertanto da considerarsi quale un suo retaggio interferente con lo
stato attuale dello sviluppo sessuale piuttosto che un atavismo, Craff+Lbing aveva infatti citato i
lavori di Bames G. Ciernan, che, in una serie di opere pubblicate tra ,,8 e ,!, aveva ipoti&&ato la
bisessualit2 dei progenitori della specie umana, a noi trasmessa nella forma della presen&a, nel
maschio, di organi sessuali femminili rudimentalmente sviluppati, ma sempre passibili di
ingenerare, sotto l'impulso di fattori patogeni di varia natura, reversioni fun&ionali e persino
organiche0
>
e quelli di G. FranF L)dston, il quale, facendo economia della no&ione di atavismo,
imputava la comparsa di una perversione all'intervento di una distorsione o di un arresto nel corso
dello sviluppo ontogenetico, suggerendo la prossimit2 delle loro forme pi gravi al %tipo di sviluppo
fetale anteriore all'ini&io della differen&ia&ione sessuale'.
>:
.lla riflessione filosofica e antropologica sul feticismo religioso e alla presa in carico delle
perversioni ad opera della psichiatria tardo ottocentesca, si tratterebbe pertanto di aggiungere 3
.lbert Eoll. 5er quanto concerne in particolare quest'ultimo, 6ulloPa) 3 appellandosi tra l'altro ad una recensione
dei Tre saggi sulla teoria sessuale del !"-, firmata <uma 5raetorius e pubblicata sul numero , dello %Bahrbuch fTr
seMuellen XPischenstufen' (pp. ;:!+8,$, in cui si parla della teoria della patologia sessuale di Eoll come di una
fonte freudiana %non citata' 3 avan&a l'ipotesi che proprio dai dati contenuti nel suo lavoro Freud avrebbe tratto la
convin&ione che, stante la frequen&a di episodi omosessuali nell'infan&ia di individui normali, fosse necessario
ammettere, oltre ad esperien&e consimili, anche altre influen&e predisponenti l'insorgere di una perversione.
>" F. B. 6ulloPa), Freud iologo della psic!e, cit., p. >!.
> %Gn cervello che fun&ioni in modo femminile' 3 aveva scritto Ciernan 3 %pu4 occupare un corpo maschile e
viceversa. Gli animali pi semplici sono bisessuali e i vari tipi di ermafroditismo sono regressioni pi o meno
complete al tipo ancestrale'. Del pari, essendo le normali inibi&ioni il frutto di una lunga e faticosa acquisi&ione, la
cui storia coincide con il processo dell'evolu&ione, si sarebbe dovuto prendere atto di come il venir meno di esse non
potesse che coincidere con la riemersione dell'animale %che nell'uomo' (cfr. B.G. Ciernan, Sexual /er#ersions and
t!e @!itec!apel .urders, in %Ahe Eedical 6tandard', 8 (nov$, ,,,, pp. :!+>"0 citato da F.B. 6ulloPa), Freud
iologo della psic!e, cit., p. >:>$.
>: 9fr. G. F. L)dston, Sexual /er#ersions0 Sat)riasis and ')mp!omania, in %Eedical and 6urgical *eport', -, :#>+#8,
,,!, pp. :,+,#0 citato da F.B. 6ulloPa), Freud iologo della psic!e, cit., p. >:8.
.ll'origine di questo filone d'indagine 6ulloPa) colloca un breve articolo dello psichiatra e ricercatore in biologia
6hobal 7ail 9levenger, apparso nel ,, su %6cience' e intitolato (unger and /rimiti#e %esire. . partire
dall'osserva&ione che nelle amebe e in altri organismi unicellulari l'assorbimento di un individuo da parte di un altro
spesso seguito dalla scissione di quest'ultimo, 9levenger vi aveva formulato l'ipotesi che la riprodu&ione sessuale
negli animali superiori affondasse le sue origini in siffatta %fame di protoplasma'. 9i4 di cui egli leggeva le tracce
nei comportamenti di diverse specie animali e finanche dell'uomo, i cui morsi e abbracci nell'amplesso gli
sembravano avere la medesima origine.
#
quale ulteriore fonte della concettuali&&a&ione freudiana in materia di perversioni 3 gli apporti
inquadrabili nella prospettiva da 6ulloPa) definita %biogenetica'. 9on l'avverten&a tuttavia che,
contrariamente a quanto lo studioso americano sembrerebbe pensare, tale prospettiva non ci
consegna pi delle altre la chiave per comprenderla fino in fondo. Aanto pi che, nel caso che ci
interessa, ovverosia quello del feticismo, essa muove da una questione del tutto diversa, di ordine
tassonomico.
-
C%-,'(.( I.
I. /"',0,$#( &", Tre saggi sulla teoria sessuale
?n apertura al breve paragrafo dei Tre saggi sulla teoria sessuale nel quale per la prima volta
egli si occupa di feticismo, Freud si sofferma sull'impressione %del tutto particolare' da esso destata
in quanto l'oggetto che vi funge da %sostituto' (Ersatz$ di quello %normale' appare s= %in rela&ione
con esso', ma risulta al contempo %del tutto inadeguato R#=llig ungeeignetS per ser#ire alla meta
sessuale normale Rdem normalen Sexualziel zu dienenS'.
>>
Da cui anche l'ammissione di una certa
perplessit2, relativa all'opportunit2 di collocarlo nell'uno o nell'altro dei due grandi gruppi di
devia&ioni precedentemente individuati sulla scorta della distin&ione tra i due concetti cardine di
%oggetto' e di %meta' della pulsione sessuale, da identificarsi rispettivamente con %la persona dalla
quale parte l'attra&ione sessuale' e con %l'a&ione', ovverosia il coito, %verso la quale la pulsione
spinge'.
>8

La pulsione e le sue de#iazioni
%Dal punto di vista della classifica&ione' sembrerebbe di dover annoverare il feticismo tra le
%devia&ioni rispetto all'oggetto sessuale' (;?eic!ungen in $ezug auf das SexualoDect$, il cui
gruppo comprende, oltre all'inversione che ne costituisce il paradigma, la pedofilia e la &oofilia, ad
essa accomunate dal fatto di presentare una sostitu&ione del normale oggetto sessuale (il partner del
sesso opposto$ con un altro, la cui inadeguate&&a deriverebbe dall'infra&ione di una particolare
barriera: tra gli individui del medesimo sesso0 tra le genera&ioni0 tra le diverse specie animali e, da
ultimo, nel caso del feticismo, tra vivente e non vivente.
>#
D'altra parte, il senso in cui si pu4 parlare
di inadeguate&&a in rela&ione agli oggetti di perversioni quali l'inversione, la pedofilia e la &oofilia
da una parte e al feticcio dall'altra non sembra essere, in rapporto al modello teorico da Freud messo
a punto nel decennio precedente la pubblica&ione dei Tre saggi sulla teoria sessuale, lo stesso.
>> 6. Freud, Tre saggi sulla teoria sessuale, trad. di E. Eontinari, in 1pere, a cura di 9. Eusatti, /ollati /oringhieri,
Aorino !--+,", vol. 8, p. 8--. ?l corsivo mio.
>8 ?vi, p. 8#.
># .l fine di mostrare come tutte le perversioni, ivi comprese quelle pi rare, si dispongano su di uno spettro sen&a
solu&ione di continuit2, l'analista statunitense Louise B. Caplan ha insistito sul fatto che persino la necrofilia, che
pure sen&a dubbio la devia&ione meno diffusa, non costituisce un caso a s1, ma non fa che portare all'estremo il
dato che sta al fondo di tutte le altre: il bisogno di assoggettare l'altro in modo da ridurre al minimo, e all'occorren&a
sopprimere, il margine di imprevedibilit2 e di aleatoriet2 di cui esso portatore, e sul quale viceversa farebbe perno
il desiderio vivo. L proprio su questo si riscontrerebbe, tra feticismo e necrofilia, la pi grande prossimit2 (cfr. L.B.
Caplan, /er#ersioni femminili+ Le tentazioni di Emma $o#ar), trad. di E. <adotti, 9ortina, Eilano !!:$.
;
6econdo quanto esposto nel /rogetto di una psicologia, l'%a&ione specifica' in rela&ione alla quale
si tratterebbe di determinare la minore o maggiore adeguate&&a di un oggetto allo scopo da essa
rappresentato non infatti quella atta a garantire l'eserci&io di una fun&ione biologica
teleologicamente preordinata quale sarebbe ad esempio la riprodu&ione, bens= quella di per s1
sufficiente ad eliminare gli %stimoli endogeni', ovverosia quegli stimoli che, avendo la loro origine
%nelle cellule del corpo', sono preposti alla determina&ione dei %bisogni fondamentali: fame,
respira&ione, sessualit2', e che, a differen&a di quelli esterni, non ammettono quale risposta la
rea&ione di fuga e di evitamento (la cui indebita ado&ione equivale alla messa in atto della difesa
patologica$.
>-
5er questo motivo l'introdu&ione della no&ione di a&ione specifica fa il paio, in queste
pagine, col riferimento al principio di costan&a, esplicitamente formulato come tale soltanto in ;l di
l" del principio di piacere
>;
ma implicitamente utili&&ato da Freud 3 in un senso che prefigurava il
principio, ad esso strettamente affine sebbene non identico, di piacere
>,
3 fin dagli anni della sua
collabora&ione con Boseph /reuer.
.ttribuendo al principio di costan&a una fun&ione di tipo economico, consistente nel
mantenimento, in seno all'apparato psichico, di un livello di tensione costante, Freud non
sembrerebbe essersi scostato dalla tesi da /reuer avan&ata nella parte di sua competen&a degli Studi
sull'isteria, inerente l'esisten&a, in seno al sistema nervoso, di una %tendenza a mantenere costante
l'eccitamento intracererale' in quanto condi&ione ottimale del suo fun&ionamento. <ondimeno,
l'uso del termine %costan&a' lasciava ampi margini di gioco.
9on l'espressione %eccitamento tonico intracerebrale' e con quella ad essa equivalente di
%stato quiescente di eccitamento nervoso' /reuer si rifaceva infatti al concetto di %for&e di
>- /rogetto di una psicologia, trad. di G. 6oavi rivista da 9. L. Eusatti e E. *anchetti, in 1pere, cit., vol. :, pp.
:":+">.
>; 9fr. ;l di l" del principio di piacere, trad. di ..E. Earietti e *. 9olorni, in 1pere, cit., vol. !, p. !#.
>, ?l principio di piacere fa la sua prima comparsa nell'opera freudiana, con la denomina&ione di %principio di
dispiacere', nell'Interpretazione dei sogni (trad. di L. Facchinelli e (. Arettl, in 1pere, cit., vol. >, cfr. p. #8;$.
@uanto ai suoi rapporti con quello di costan&a, la questione complicata soprattutto dalla difficolt2 di ridurre il dato
fenomenologico del piacere ad una base quantitativa. Dando seguito alla constata&ione di come esistano stati di
tensione avvertiti come piacevoli contenuta in ;l di l" del principio di piacere (cit., p. :8,$, ne Il prolema
economico del masoc!ismo (trad. di *. 9olorni, in 1pere, cit., vol. ", p. -$ Freud sarebbe arrivato ad ammettere
l'impossibilit2 di ricondurre il piacere e il dispiacere %alla diminu&ione o all'incremento di una quantit2 (che
chiamiamo %tensione provocata dalla stimolo'$', e ad ipoti&&are di conseguen&a la loro dipenden&a da una
caratteristica dello stimolo %che non possiamo far altro che definire qualitativa' e che %forse il ritmo, la sequen&a
temporale dei cambiamenti, degli aumenti e delle diminu&ioni della quantit2 dello stimolo'. ?ni&ialmente, egli si era
tuttavia pi rigidamente attenuto all'assunto che non vi fossero differen&e qualitative se non derivate dal mondo
esterno, laddove, relativamente a quello interno, il sistema perce&ione+coscien&a non sarebbe stato in grado di
cogliere che gli aumenti e le diminu&ioni di tensione corrispondenti alla scala piacere+dispiacere. Kp&ione questa
che 3 come osservato da Bean Laplanche e Bean+/ertrand 5ontalis 3 non equivale tuttavia affatto all'ado&ione di un
%modello semplificato'. La conce&ione secondo cui %le qualit2 sono sempre fornite da una eccita&ione attuale del
sistema percettivo' lascia infatti, tra interno ed esterno, uno spa&io eccessivamente esiguo %a ci4 che, dopo 6artre,
chiamato NimmaginarioO', da cui gli innumerevoli tours de force metapsicologici necessari a spiegare %tutta una
serie di fenomeni NqualitativiO che non provengono da una perce&ione esterna attuale: linguaggio interno, ricordo+
immagine, sogno e allucina&ione' (cfr. B. Laplanche e B.+/. 5ontalis, Enciclopedia della psicoanalisi, nuova
edi&ione a cura di L. Eecacci e 9. 5uca, Later&a, *oma+/ari !!>, p. 8,, n. Y$.
,
tensione' (Spann>rAfte$, introdotto dal fisico (ermann von (elmholt& in contrapposi&ione a quello
di %for&e vive' (leendige ErAfte$ per indicare quelle for&e che %cercano di muovere m', ma
soltanto finch1 esse %non abbiano ancora provocato il movimento'. ? suoi sfor&i erano dunque volti
all'individua&ione, all'interno del sistema nervoso, di una forma di energia statica, poten&iale, da cui
l'assimila&ione della rete delle fibre nervose a un serbatoio, nella misura in cui questo, trattenendo
una determinata quantit2 d'acqua, contiene anche un certo ammontare di tale energia, sempre
passibile peraltro di trasformarsi in energia %cinetica' (attuale$. @uest'ultima, risultando dalla
semplice conversione della prima, non rivestiva quindi secondo /reuer in rapporto ad essa alcun
privilegio: n1 da un punto di vista logico, n1 da un punto di vista genetico.
<el /rogetto di una psicologia, all'opposto, il principio di costan&a non posto sin da
principio, essendo il modo di fun&ionamento primario dell'apparato psichico regolato da un
principio di iner&ia neuronale secondo cui i neuroni tenderebbero a liberarsi delle cariche
energetiche di cui sono investiti sempre e comunque+ 6e il sistema nervoso costretto ad
abbandonare tale sua %tenden&a originaria all'iner&ia', ovverosia a ridurre %a &ero' il livello di ci4
che /reuer chiamava eccitamento tonico intracerebrale, soltanto al fine di scongiurarne un
accumulo ancora maggiore mediante il mantenimento di una %scorta' di energia %legata',
>!
sen&a la
cui disponibilit2 esso non potrebbe scaricare gli eccitamenti pi difficili da eliminare: quelli
provenienti dall'interno dell'organismo, di fronte ai quali l'unica rea&ione adeguata per l'appunto
quella dell'%a&ione specifica'.
?l principio di costan&a breueriano diventa quindi in Freud %una fun&ione secondaria, imposta
dalle esigen&e della vita' a titolo di modifica&ione del fun&ionamento primario, come dimostrato dal
fatto che in essa %si nota la continua&ione della stessa tenden&a, modificata nel senso di uno sfor&o
per mantenere almeno il pi basso possibile il livello di @Z Rl'energia interneuronicaS e per evitare
ogni aumento di questo livello'.
8"
. dispetto di questo spostamento di livello, sul quale si dovr2
tornare, resta l'attribu&ione al principio di costan&a, da parte di Freud non meno che di /reuer, di
quella che il fisiologo statunitense Jalter /. 9annon avrebbe successivamente definito, in rela&ione
>! La coppia terminologica di energia %libera' e %legata' desunta da Freud da un'altra distin&ione di origine
helmholt&iana. <el contesto del secondo principio della termodinamica, il fisico tedesco aveva infatti chiamato
%energia libera' l'energia %capace di trasformarsi liberamente in altri tipi di lavoro', ed %energia legata' quella %che
pu4 manifestarsi solo sotto forma di calore'. 5oich1 tuttavia delle due forme di energia in tal modo distinte da
(elmholt& quella che corrisponde all'eccitamento intracerebrale di /reuer evidentemente quella libera, occorre
tenere conto di come l'uso terminologico di Freud, facendo dell'espressione %energia libera' l'equivalente di ci4 che
in /reuer l'energia cinetica, ne alteri il senso da %liberamente trasformabile' a %liberamente mobile'. .ttribuendo
in seguito l'introdu&ione della distin&ione tra energia libera e legata a /reuer (cfr. ad esempio L'inconscio, trad. di *.
9olorni, in 1pere, cit., vol. ,, p. ;" n.0 e ;l di l" del principio di piacere, cit., p. :>$, Freud avrebbe quindi
compiuto un abuso non soltanto terminologico, ma anche concettuale.
8" /rogetto di una psicologia, cit., p. :">. La stessa ambiguit2 tra il %ridurre', il %mantenere costante' e l'%eliminare' la
tensione intrapsichica prodotta dagli stimoli endogeni ed esogeni riemerger2 ad oltre vent'anni di distan&a nella
formali&&a&ione del principio di costan&a operata in ;l di l" del principio di piacere.
!
ai processi fisiologici deputati a mantenere costante la composi&ione del fluido sanguigno
all'interno del corpo umano, una fun&ione di omeostasi. Di modo che l'a&ione specifica in rela&ione
alla quale l'adeguate&&a di un oggetto richiede di essere valutata pu4 essere definita come l'a&ione
deputata a ristabilire l'equilibrio di un determinato apparato od organismo di contro alle altera&ioni
che vi si producono a seguito della sua intera&ione con l'ambiente. 5er questo motivo tale a&ione
non potr2 essere regolata dal principio di piacere inteso come tenden&a a ridurre il livello
dell'energia che vi contenuta ad un minimo assoluto (ci4 che sembrerebbe peraltro valere
unicamente per l'apparato psichico$, bens= soltanto da un processo piuttosto finali&&ato a gestirne
l'ammontare. 7olendo, si potrebbe anche dire che quello derivante dall'esecu&ione dell'a&ione
specifica viene sin da subito implicitamente caratteri&&ato da Freud, in maniera tutto sommato
molto classica, come un piacere moderato, circoscritto, che nell'esigen&a di assolvere alla fun&ione
di regola&ione omeostatica ad esso attribuita trova un limite che gli sarebbe altrimenti alieno.
Gn buon esempio dell'applica&ione di tale modello, ini&ialmente messo a punto da Freud e
/reuer in rela&ione all'insieme della vita psichica, al pi ristretto ambito del %processo sessuale' si
trova nella .inuta 2. L'ipotesi di Freud che l'intero processo tragga le mosse da un eccitamento
somatico che si produrrebbe direttamente al livello degli organi sessuali, e che egli propone di
immaginare alla stregua di una %pressione' esercitata %sulle pareti munite di termina&ioni nervose
delle vescichette seminali' dall'accumulo in eccesso del liquido spermatico in esse prodotto. @uesto
eccitamento andrebbe poi a stimolare il sistema nervoso dal basso verso l'alto, ovverosia dal centro
spinale al gruppo sessuale psichico, al cui livello soltanto si verrebbe a produrre lo stato di
%tensione libidica' vero e proprio, implicante %un impulso tendente a far cessare la tensione
mediante un'a&ione che definir4 specifica o adeguata', consistente nel portare l'oggetto sessuale
nella posi&ione pi propi&ia all'esecu&ione dell'%atto riflesso spinale' tramite il quale la tensione
sessuale psichica originata dalla conversione di quella somatica eliminata (ci4 di cui le sensa&ioni
voluttuose che l'accompagnano costituiscono la manifesta&ione$, mentre la tensione somatica,
soggetta a cicli fisiologici ben determinati, viene a cadere.
8
7i sarebbero dunque: una fonte somatica dell'eccitamento0 un apparato 3 denominato gruppo
sessuale psichico 3 deputato alla sua conversione in tensione sessuale psichica e, da ultimo, un atto
riflesso spinale il cui effetto consisterebbe certo nell'interru&ione, per un periodo di tempo conforme
alla ciclicit2 dei processi fisiologici, della produ&ione di ulteriore eccitamento somatico, ma il cui
innesco sarebbe condi&ionato dalla messa in atto di un'a&ione specifica che appare comprensiva,
8 9fr. Legittimit" di separare dalla ne#rastenia un preciso complesso di sintomi come ,ne#rosi d'angoscia-, trad. di
.. 9ampione, in 1pere, cit., vol. :, p. ;". 9fr. inoltre quanto alle minute L (in Lettere a @il!elm Fliess 3FF4B3GHI,
trad. di ..E. Eassimello condotta sulla nuova ed. a cura di B.E. Easson, /ollati /oringhieri, Aorino !,-, p. ">$ e
G (ivi, p. :-, dove il processo qui descritto si trova da Freud rappresentato visivamente$.
:"
alla luce anche di quanto nel /rogetto, non solo dell'a&ione atta ad innescare l'atto riflesso di cui
sopra, bens= anche dei processi di pensiero necessari ad individuare e a mettersi in rela&ione con
l'oggetto richiesto per il suo compimento. 9ompimento che nei Tre saggi Freud identifica
nell'%unione dei genitali nell'atto definito copula, che porta alla risolu&ione della tensione sessuale e
a un temporaneo estinguersi della pulsione sessuale (un soddisfacimento analogo alla sa&iet2 della
fame$'.
8:
.lla luce di tale defini&ione della meta sessuale normale, in che cosa consista il sovrappi di
inadeguate&&a che l'oggetto feticcio presenta rispetto a quelli cui la pulsione sessuale risulta legata
in perversioni quali ad esempio l'omosessualit2 o la pedofilia risulta meglio comprensibile: che
l'oggetto prescelto sia del medesimo sesso di quello del soggetto o, come nell'altro caso,
sessualmente immaturo, preclude infatti certamente la possibilit2 che un eventuale rapporto sessuale
metta capo alla riprodu&ione, ma non impedisce in linea di principio che esso venga consumato
secondo modalit2 che, nella misura in cui si approssimano in misura significativa alla copula,
sembrerebbero comunque in grado di innescare il processo che porta all'elimina&ione della tensione
sessuale psichica in eccesso. Di contro, la natura inanimata dell'oggetto feticcio, la cui rela&ione con
quella che Freud chiama %la persona sessuale' appare inoltre in molti casi assai labile, lo rende del
tutto inadatto non solo a supportare la fun&ione biologica della riprodu&ione, bens= anche ad
assicurare il mantenimento, all'interno dell'apparato psichico, di un equilibrio omeostatico, ci4 che
pone il problema di spiegare come la pulsione possa fissarsi ad un oggetto tale da comprometterne
la finalit2.
. differen&a di quanto avviene nelle devia&ioni rispetto all'oggetto, l'ele&ione di un feticcio
quale oggetto sessuale esclusivo comporta insomma una vera e propria %rinuncia' al conseguimento
della meta sessuale, la quale rinuncia richiede di essere spiegata mediante il %fattore della
sopravvaluta&ione sessuale' (6exualersc!Atzung$. *agion per cui tra le %devia&ioni riguardo
alla meta sessuale' (;?eic!ungen in $ezug auf das Sexualziel$ e non tra quelle relative all'oggetto
3 conclude Freud 3 che il feticismo dev'essere annoverato.
8>
8: Tre saggi sulla teoria sessuale, cit., p. 8->.
8> ?l che non gli impedit2 peraltro una decina d'anni pi tardi, con un'oscilla&ione rivelatrice della problematicit2 di
molte delle no&ioni qui in gioco, di includere i feticisti tra %coloro per i quali, come per gli omosessuali, mutato
l'oggetto sessuale', ovverosia tra coloro %che hanno rinunciato all'unione dei due genitali e che nell'atto sessuale
sostituiscono un membro della coppia con un'altra parte o regione del suo corpo' (Introduzione alla psicoanalisi,
trad. di E. Aonin Dogana e L. 6agittario, in 1pere, cit., vol. ,, p. 8-8$.
7a inoltre precisato che in questo passo le devia&ioni in rapporto all'oggetto sono graduate secondo una scala che va
dalle pratiche della sodomia e della fellatio alla necrofilia, e della quale il feticismo costituisce la penultima tappa.
Aanto pi che tale denomina&ione viene ora riservata a coloro per i quali %anche una parte del corpo non significa
pi nulla, mentre un indumento, una scarpa, un capo di biancheria appaga ogni loro desiderio'. <on sarebbero a
rigore tali, viceversa, quelle persone che, pur avendo rinunciato completamente %al genitale come oggetto', gli
avessero tuttavia sostituito %un'altra parte del corpo: il seno femminile, il piede, la treccia'. @uanto infine a quelle
che nel !"# aveva chiamato devia&ioni rispetto alla meta, Freud vi fa ora rientrare esclusivamente, oltre alla
scopofilia e agli altri indugi nelle mete sessuali provvisorie, il sadismo e il masochismo nelle loro varie forme e
:
Fame e amore
Lo scandalo del feticismo non consisterebbe quindi nella bi&&arria degli oggetti che la
pulsione sembra prendervi di mira, bens= soltanto in un particolare carattere della loro natura:
l'impossibilit2 di concepirne un utili&&o che si avvicini al paradigma per la meta sessuale
rappresentato dalla copula. 6e questo tratto non ci appare immediatamente come il pi importante,
soltanto perch1 noi, in quanto appartenenti alla civilt2 moderna, %abbiamo l'abitudine di
rappresentare in modo troppo intimo il legame della pulsione sessuale con l'oggetto sessuale',
laddove %l'esperien&a dei casi ritenuti anormali ci insegna invece che, in tali casi, tra pulsione
sessuale e oggetto sessuale non vi che una saldatura' e che %la pulsione sessuale probabilmente
in un primo tempo indipendente dal proprio oggetto e forse non deve neppure la sua origine agli
stimoli del medesimo'. <1 dovrebbe sorprenderci la constata&ione che %in un gran numero di
condi&ioni e in una massa straordinaria di individui, la specie e il valore dell'oggetto sessuale Rdie
;rt und der @ert des SexualoDe>tesS passa in seconda linea', dal momento che %nella pulsione
sessuale l'elemento essen&iale qualcos'altro'.
88
<on per nulla gli antichi 3 osserva Freud in una
nota datata !" 3 %esaltavano la pulsione ed erano disposti a nobilitare con essa anche un oggetto
inferiore, mentre noi stimiamo poco l'attivit2 pulsionale di per s1 e la giustifichiamo soltanto per le
qualit2 eminenti dell'oggetto'.
?l problema che, dall'assunto sul quale tali afferma&ioni si reggono, ovverosia che
l'adeguate&&a dell'oggetto sessuale si debba misurare unicamente in rela&ione all'a&ione specifica
cui esso serve da supporto, sembrerebbe derivare anche l'impossibilit2 di identificare la meta
sessuale normale con la copula, a meno naturalmente di ammettere pregiudi&ialmente che l'una e
l'altra siano provviden&ialisticamente assoggettate ad una medesima condi&ione. 9he nel Freud dei
Tre saggi persista, per quanto fondata sull'esigen&a di mantenere un ancoraggio somatico della
pulsione, una certa equivocit2 tra la sessualit2 in quanto dimensione dello psichismo e la sessualit2
in quanto fun&ione biologica preordinata alla riprodu&ione della specie, del resto dimostrato dal
fatto che, nel momento in cui avan&a l'identifica&ione di a&ione specifica e copula, egli ripropone
anche l'analogia tra la spinta esercitata dalla pulsione sessuale e lo stimolo della fame gi2 formulata
nel ,!#, la cui plausibilit2 aveva nondimeno messo radicalmente in discussione appena una pagina
prima, quando, discutendo il caso della pedofilia, aveva qualificato di %illuminante per la natura
della pulsione sessuale il fatto che essa permetta tante varia&ioni e una simile degrada&ione del suo
oggetto', mentre %la fame R...S si attiene con molta pi energia al suo oggetto', allontanandosene
combina&ioni (cfr. ivi, pp. 8-8+-#$.
88 Tre saggi sulla teoria sessuale, p. 8->, corsivi miei.
::
soltanto %in casi estremi'.
8#
?ndubbiamente, la differen&a sulla quale l'atten&ione di Freud qui si
appunta non di natura, bens= di grado0 ma quanto basta per avan&are un dubbio circa la piena
assimilabilit2 della pulsione al campo dei bisogni fisiologici. Dubbio che egli sembrerebbe peraltro
nutrire se, nell'incipit dei Tre saggi, all'afferma&ione che %in biologia si esprime il fatto dei bisogni
sessuali nell'uomo e nell'animale ponendo una %pulsione sessuale'' e che %in ci4 si procede per
analogia con la pulsione di assun&ione del cibo, la fame',
8-
fa immediatamente seguito la
puntuali&&a&ione 3 ripresa e amplificata dalle innumerevoli annota&ioni, di cui l'opera
disseminata, circa il carattere esorbitante ed innaturale che essa assume nell'uomo 3 che il suo
sviluppo non tuttavia lineare.
<on va dimenticato del resto come ai tempi del /rogetto di una psicologia, nel quale pure
Freud aveva descritto il processo primario in base ad esempi privilegiati quali quelli del sogno e dei
sintomi isterici, egli non ne avesse tuttavia colto con precisione la rela&ione con la sfera della
sessualit2, della cui forma infantile 3 la cui esisten&a pure non poteva essergli ignota 3 non aveva
ancora appre&&ato appieno l'importan&a. 5ur sospettando che la sessualit2 giocasse un qualche ruolo
nell'etiogenesi delle nevrosi in senso lato,
8;
nel ,!# Freud riteneva che questo dovesse valere
soprattutto per l'ambito di quelle che nel ,!, avrebbe definito %nevrosi attuali'0
8,
quanto poi alle
psiconevrosi, i sondaggi da lui compiuti in tal senso non andavano viceversa oltre l'incrocio di serie
statistiche relative a disfun&ioni sessuali da una parte e disturbi psichici dall'altra. 9ome eviden&iato
da FranF 6ulloPa), il suo atteggiamento al riguardo avrebbe cominciato a cambiare soltanto pi
tardi, gra&ie all'esperien&a clinica accumulata nell'eserci&io della sua professione di neurologo ma
anche all'influen&a scientifica su di lui esercitata da Jilhelm Fliess. Eentre Freud andava appena
ponendo le prime fondamenta della teoria della sedu&ione, successivamente integrata con quella
della posteriorit2 ('ac!trAglic!>eit$ proprio per rendere conto dell'effetto esercitato apr9sBcoup da
8# @uanto lontano si spingano le implica&ioni di tale analogia lo si pu4 evincere dal seguente passo dell'alienista
francese Bulien 9hevalier, cui quello freudiano sembra quasi far eco e in cui si tratta della defini&ione, preliminare
allo studio dell'inversione, dell'%istinto sessuale in quanto fun&ione normale della sessualit2'. 6econdo 9hevalier 3
che scrive nel ,!" 3 %la cura della conserva&ione delle specie animali e della specie umana non abbandonata al
caso, n1 al capriccio degli individui0 essa affidata a ci4 che consuetudine chiamare l'istinto sessuale. 5er
assicurare con pi certe&&a la propaga&ione degli esseri viventi, la natura ha disposto un istinto potentissimo, stabile,
inalterabile, che viene immediatamente dopo l[istinto di conserva&ione e di cui in fondo non che una forma
derivata. L[uno si traduce nella fame, l[altro nell[amore'. Di modo che l'istinto sessuale sarebbe %innato,
imperfettibile, infallibile, prepotente', nonch1 retto, quanto al suo adempimento, da due leggi fondamentali, la prima
delle quali consisterebbe nel principio per cui % la costitu&ione anatomica dell[individuo che determina il sesso0
l[organo che determina la fun&ione. ?n altre parole, la sessualit2 risulta da una conforma&ione particolare, dagli
organi genitali e dal centro nervoso corticale, sustratum materiale dell[istinto sessuale, le cui rea&ioni reciproche
determinano il senso della fun&ione e la mentalit2 corrispondente. 5ossiamo chiamarla legge della differen&ia&ione
dei sessi' (Bulien 9hevalier, LJIn#ersione sessuale dal punto di #ista clinico0 antropologico e medicolegale0 trad. di
.. 9orsi sulle pagine Peb PPP.omofonie.itVdic:"",V9hevalier.pdf e PPP.omofonie.itVdic:"",V9hevalier:.pdf$.
8- Tre saggi sulla teoria sessuale, cit., p. 8#.
8; Kvverosia in quello, prefreudiano, di turba del sistema nervoso.
8, 9fr. La sessualit" nell'etiologia delle ne#rosi, trad. di .. 9ampione, in 1pere, cit., vol. :, p. 8".
:>
traumi sessuali verificatisi in et2 infantile, questi, lavorando sul caso del piccolo Frit&, era infatti gi2
pervenuto ad attribuirne gli attacchi d'angoscia al ciclico ripresentarsi di una spinta libidica organica
spontanea. ?noltre, avendo riscontrato in prima persona numerose e inequivocabili manifesta&ioni di
eccitamento sessuale in neonati e bambini di pochi mesi, Fliess aveva precisato come tale fenomeno
si fosse verificato in Frit& durante una fase che avrebbe dovuto normalmente essere di %laten&a'.
8!

<el suo lavoro, il cui manoscritto fu letto da Freud all'ini&io del ,!-, partendo dall'ipotesi che in
ciascun uomo esistessero due distinti cicli biologici, femminile e maschile, le cui interferen&e
avrebbero dovuto spiegare alcune peculiarit2 delle %nevrosi nasali riflesse' da lui individuate, egli
era infine giunto alla conclusione che essi fossero trasmessi dalla madre al bambino nei primi mesi
della gesta&ione, ci4 che non solo implicava l'ammissione di una bisessualit2 costitutiva dell'essere
umano, ma confermava la spontaneit2 delle manifesta&ioni della sessualit2 infantile constatate nel
piccolo Frit&. 6en&a contare che, onde fornirne pi ampi riscontri, egli fu indotto ad una serie di
osserva&ioni sul campo tra cui quella relativa alla connota&ione sessuale, di equivalente della
masturba&ione, assunto in et2 infantile da fun&ioni fisiologiche quali la su&ione, la min&ione e
l'escre&ione
#"
3 osserva&ioni di cui Freud, il quale non aveva modo di farne di analoghe,
#
si sarebbe
in seguito largamente avvalso.
L'iscri&ione della pulsione sessuale nel novero dei bisogni primari costituirebbe dunque da
questo punto di vista la sopravviven&a, in Freud, di una conce&ione ristretta della sessualit2
maggiormente conforme a quella allora comunemente ammessa, dalla quale egli si sarebbe
smarcato soltanto poco a poco, e con fatica. D'altra parte, guardando all'altro gruppo di aberra&ioni
individuato da Freud, quello delle devia&ioni riguardo la meta sessuale, salta all'occhio come esso
sia suddiviso in due ulteriori classi: quella delle %prevarica&ioni anatomiche' e quella %indugi in
rela&ioni intermedie con l'oggetto sessuale'. Laddove nel primo caso l'attivit2 sessuale del soggetto
si espleterebbe cio in atti concepibili in analogia con l'unione degli organi genitali, ma nei quali il
posto di uno di questi sarebbe tenuto da un'altra parte del corpo, ad essi fun&ionalmente inadeguata
quale la bocca, l'ano etc.0 nel secondo essa si limiterebbe viceversa al compimento di quelli che
nella copula svolgono una fun&ione preliminare, e che sono pertanto %rapidamente sorpassatRiS sulla
via della meta sessuale finale'. L' il caso, ad esempio, della contempla&ione e del toccamento
dell'oggetto, la cui degenera&ione condurrebbe al vo)eurismo e all'esibi&ionismo inteso quale suo
8! 9fr. J. Fliess, %ie $ezie!ung z?isc!en 'ase und ?eilic!en 2esc!lec!tsorgan: Kugleic!e ein $etrag zur
'er#enp!)siologie, Fran& DeuticFe, Leip&ig+Jien ,!;, pp. !:+!8 (cit. da F.B. 6ulloPa), Freud iologo della
psic!e, cit., p. !#$.
#" 9fr. ivi, pp. ;#, ,# n. e !>.
# ?n una lettera del febbraio ,!; inviata a Fliess per chiedergli lumi sull'atteggiamento dei bambini di fronte agli
escrementi, Freud si espresse in questi termini: %5erch1 non vado nella stan&a dei bambini e non faccio esperimenti
con .nninaU 5erch1 con dodici ore e me&&o di lavoro non me ne resta il tempo e anche perch1 le donne di casa non
sostengono le mie ricerche' (6. Freud, Lettere a @il!elm Fliess 3FF4B3GHI, cit., p. :-:$.
:8
complemento passivo da una parte e al sadomasochismo dall'altra, in entrambe i quali si
registrerebbe la restri&ione della pulsione sessuale ad una sua componente par&iale, perfettamente
normale in quanto tale ma patologica nel momento in cui diviene prevaricante. *agion per cui
Freud parla, a proposito degli atti cui l'inciden&a di tali componenti dovrebbe rimanere circoscritta,
di %mete sessuali provvisorie'.
<on fosse che, stante la precisa&ione che l'incremento dell'eccitamento a tali atti connesso non
va disgiunto dal prodursi un particolare tipo di piacere, conseguibile non soltanto disgiuntamente da
essa, bens= anche in rela&ione a parti del corpo differenti dai genitali, il loro significato non appare
affatto riducibile alla prepara&ione della copula. ?n apertura all'ultimo dei Tre saggi, dedicato a %Le
trasforma&ioni della pubert2' e quindi al problema di come all'autoerotismo e alla par&ialit2 della
sessualit2 infantile subentri infine la sua organi&&a&ione attorno al primato della &ona genitale,
Freud torna significativamente ad interrogarsi proprio su questo punto, ponendo una questione dalla
quale sar2 a lungo tormentato: posto che il prodursi all'interno dell'apparato psichico di uno stato di
tensione debba necessariamente mettere capo al manifestarsi di un sentimento di dispiacere, come
spiegare il fatto che %l'eccita&ione sessuale R...S viene sen&a dubbio sentita come spiacevoleU
.ltrimenti detto: ciascuna delle &one erogene, se appropriatamente stimolata, produce un certo
piacere0 come avviene allora che %il piacere provato provochi un bisogno di maggiore piacere',
quando esso dovrebbe invece comunque ridurloU Gna volta di pi, la solu&ione escogitata da Freud
di ordine fun&ionale: sen&a l'accumulo di tensione legato al prodursi di questa particolare forma di
piacere %la necessaria energia motoria per condurre a compimento l'atto sessuale' verrebbe a
mancare. 9i4 implica, tuttavia, l'ammissione di una distin&ione che appare fenomenologicamente
non priva di fondamento, ma articolata in modo piuttosto malcerto: quella tra un piacere soltanto
provvisorio, la cui insufficien&a si farebbe avvertire nella spinta da esso esercitata verso la
stimola&ione della &ona genitale0 e quello connesso alla %emissione delle materie sessuali, il quale
sarebbe %per intensit2 il pi alto' e %nel suo meccanismo R...S diverso da quelli precedenti', in
quanto appunto provocato da una %scarica' da intendersi in senso fisico e psichico a un tempo.
#:

5erch1 mai, ci si potrebbe tuttavia chiedere, la mucosa vaginale dovrebbe costituire 3 come Freud
viceversa sostiene 3 l'%oggetto pi adatto' per la stimola&ione del peneU L che dire, soprattutto,
delle difficolt2 che conseguirebbero dal porre la questione nella prospettiva, invece che dell'uomo,
della donnaU 5oich1 il modello su cui Freud evidentemente basa le sue considera&ioni quello
offerto dalla fisiologia dell'eiacula&ione dovremmo forse dedurne 3 a prescindere dalla questione
inerente la legittimit2 di applicarlo indifferentemente ai due sessi
#>
3 che il glande o una qualche
#: Tre saggi sulla teoria sessuale, cit., p. #;.
#> Aanto pi nella misura in cui Freud non sembrerebbe nutrire grossi dubbi al riguardo, merita di essere citata
l'osserva&ione di Ahomas Laquer su come, a dispetto della mole della letteratura prodottasi dal !"# sulla questione
:#
altra parte del pene costituisca %l'oggetto pi adeguato' alla stimola&ione della clitorideU 9he ne
sarebbe allora della simmetria, che l'indica&ione della copula quale meta sessuale definitiva non pu4
non presupporre, tra la posi&ione dei due sessi nei confronti di quello che, di contro al %piacere
preliminare' risultante da una qualunque &ona erogena egli definisce %piacere finale', o %di
soddisfacimento', e che in ambo i casi consisterebbe nello %svuotamento dei prodotti sessuali'U
5er quanto dunque Freud si senta autori&&ato a concluderne che %il piacere preliminare lo
stesso che poteva dare, sebbene in misura ridotta, la sessualit2 infantile', mentre %il piacere finale
R...S probabilmente legato a condi&ioni' 3 che indoviniamo essere di ordine organico 3 %subentrate
solo con la pubert2', in questo modo di presentare le cose si pu4 scorgere una tenden&a a
normali&&are l'ampia gamma delle manifesta&ioni che la sessualit2 assume nell'uomo ribattendole
sul modello organicista costituito da una parte dei processi che la supportano a livello biologico.
L'impressione an&i quella che la teoria freudiana altro non faccia in questo caso che dare corpo ad
un fantasma: quello di un rapporto sessuale che, sen&a ridursi al processo riproduttivo, mutuerebbe
dall'ordine della natura l'assunto, in questo caso aprioristico, che la differen&a dei sessi sia
finalmente destinata a ricomporsi in unit2. <on fosse che la tonalit2 dominante dei Tre saggi sembra
essere nel complesso tutt'altra, a cominciare dal fatto che nella prima edi&ione dell'opera la
definitiva organi&&a&ione della sessualit2 adulta sotto il primato della &ona genitale, sebbene da
Freud presentata come un dato di fatto, non viene mai ancorata al soggiacente sviluppo
dell'organismo biologico in modo diretto, ma an&i sovente presentata come una restri&ione delle
mete e solo conseguentemente anche degli oggetti di quella infantile, la quale dunque, nella sua
diffusione, non specificit2, pervasivit2, ne costituirebbe da ultimo la fonte se non il paradigma.
Il paradosso della sopra##alutazione sessuale
Eeglio che da ogni altra perversione, questi caratteri della sessualit2 umana sembrerebbero
essere incarnati proprio dal feticismo, il quale istituisce del resto tra l'una e l'altra delle due
categorie di devia&ioni rispetto alla meta un traitBd'union. 5er quanto Freud lo inserisca tra le
%prevarica&ioni anatomiche', ci4 che appare sen&'altro giustificato dal fatto che %il sostituto per
l'oggetto sessuale' pu4 esservi reperito in %una parte del corpo in generale assai poco appropriata
della natura vaginale o clitoridea dell'orgasmo femminile, i documenti attestano inequivocabilmente come, prima di
Freud, nessuno avesse mai pensato all'esisten&a di un orgasmo vaginale, laddove quello clitorideo era stato
%efficacemente e precisamente descritto in centinaia di libri di medicina tanto specialistici quanto divulgativi, oltre
che in una fiorente letteratura pornografica'. Ea quel che pi conta che %nulla nella natura giustifica il modo in cui
la clitoride viene interpretata': che essa costituisca un analogo del pene, e che si opponga pertanto alla vagina,
sarebbe un'afferma&ione che non va affatto da s1, e che pu4 essere compresa soltanto alla luce della storia generale
della differen&a sessuale, alla stregua quindi di un portato culturale (cfr. A. Laquer, L'identit" sessuale dai 2reci a
Freud, trad. it Later&a, *oma+/ari !!:, pp. >:+-$.
:-
per gli scopi sessuali' quali ad esempio piedi, capelli etc.0 il fatto che la prevarica&ione vi si spinga
fino a fissare la pulsione ad %un oggetto inanimato R...S in rela&ione con la persona sessuale', e
%ancor meglio con la sua sessualit2 (capi di vestiario, biancheria$', induce a scorgervi il tratto,
viceversa tipico degli indugi nelle mete sessuali provvisorie, della plasticit2 della pulsione.
#8
Aanto
pi che le prevarica&ioni anatomiche da Freud discusse prima di passare al feticismo consistono
nell'utili&&o deviato delle mucose orali e anali, il che d2 la misura dell'estensione da questi operata
del concetto di %devia&ione sessuale', inclusivo non soltanto delle perversioni in quanto entit2
cliniche ben definite, ma anche di singoli atti perversi. Lstensione da interpretarsi, evidentemente,
nel senso di un'erosione del confine tra sessualit2 normale e patologica. .l pari delle altre mete
sessuali provvisorie, osserva ad esempio Freud, il %piacere di guardare' 3 la cui connessione col
feticismo egli indagher2 approfonditamente negli anni a venire 3 diverrebbe perverso unicamente
%a$ quando si limita esclusivamente ai genitali, b$ quando collegato col superamento del disgusto
(#o)eurs, ossia coloro che stanno a guardare le fun&ioni escretive, c$ quando invece di preparare la
meta sessuale la rimuove'.
##
9ome eviden&iato dalla condi&ione contrassegnata dalla lettera %b',
l'insorgere di una perversit2 appare qui esplicitamente legato ad una norma che evidentemente
anche di ordine culturale, ci4 che si evince con ancora maggior chiare&&a dall'ulteriore nota&ione
che, per quanto esistano delle perversioni che %dal punto di vista del contenuto si allontanano a tal
punto dalla normalit2 che non possiamo fare a meno di dichiararle morbose, in special modo quelle
nelle quali la pulsione sessuale giunge nel superare le resisten&e (pudore, disgusto, orrore,
sofferen&a$ ad atti stupefacenti (coprofilia, necrofilia$', il loro %carattere morboso' non sar2 tuttavia
mai %riscontrabile nel contenuto della nuova meta sessuale, bens= nel suo rapporto con la normalit2.
6e la perversione non si presenta accanto alla normalit2 (di meta e oggetto sessuali$, quando
circostan&e favorevoli la promuovono e circostan&e sfavorevoli impediscono la normalit2, bens=
quando essa rimuove e ha sostituito la normalit2 in tutte le sue circostan&e, ecco che nell'esclusi#it"
e nella fissazione della perversione noi vediamo soprattutto la giustifica&ione a considerarla un
sintomo morboso'.
#-

9he in testa alla sua descri&ione del feticismo Freud abbia riportato la nota&ione, gi2 di /inet,
secondo cui i feticisti venerano nel loro feticcio il sostituto dell'oggetto sessuale esattamente nello
stesso modo in cui i selvaggi vi vedono incarnato il loro dio assume quindi un particolare rilievo
qualora ci si rammenti di come lo psicologo francese, nel riprendere il concetto di feticismo dalla
tradi&ione filosofica e antropologica, avesse nondimeno ad esso impartito una torsione piuttosto
rilevante, ricusando la prossimit2 al politeismo in cui quella l'aveva collocato per sottolinearne di
#8 9fr. Tre saggi sulla teoria sessuale, cit., p. 8-;.
## ?vi, p. 8;".
#- ?vi, p. 8;8.
:;
contro la somiglian&a con il monoteismo, in cui ad essere venerato un unico dio ad esclusione
degli altri. Di politeismo, aveva sostenuto /inet, si potrebbe parlare tutt'al pi in rela&ione all'amore
normale, nel quale, se pure presente una componente feticistica nella misura in cui l'amante
pretende che l'eccellen&a del partner risieda nell'una o nell'altra delle sue caratteristiche, essa risulta
%non da un'eccita&ione unica, bens= da una miriade di eccita&ioni'. @uanto a Freud, la sua posi&ione
ancor pi radicale, dal momento che ci4 che nell'amore normale lo colpisce meno la pluralit2 dei
tratti in cui il fascino dell'oggetto sessuale vi risiederebbe che l'esclusivit2 di quest'ultimo, per nulla
minore di quella riscontrabile nel feticismo, cui proprio per tale caratteristica esso si avvicina. Ara
feticismo e amore normale esisterebbero, addirittura, delle forme di transi&ione, rappresentate dal
%condi&ionamento feticistico' di un oggetto altrimenti perfettamente normale, come sarebbe ad
esempio una donna la quale per4, per essere assunta quale oggetto sessuale, dovesse presentare un
determinato colore di capelli, o un certo modo di vestire, o perfino un difetto fisico. Dal punto di
vista dell'adeguate&&a fun&ionale, infatti, una volta data una classe di oggetti atti a consentire
l'esperien&a del soddisfacimento sessuale, ciascuno dei suoi membri dovrebbe risultare
perfettamente interscambiabile con qualunque altro, mentre nel cosiddetto amore normale al
contrario sempre questione di un oggetto singolare, la cui scelta determina la restri&ione della classe
di cui sopra 3 poten&ialmente illimitata 3 ad un unico esemplare, rendendo la copula e la
riprodu&ione cui essa finali&&ata non 3 come viceversa ci si aspetterebbe da una norma fondata su
di un ordine naturale 3 pi agevole, bens= pi complessa e difficoltosa. ?l che non significa che
l'amore normale possa essere considerato una generali&&a&ione pura e semplice del tratto perverso
riscontrabile nel feticismo, dal momento che 3 come giustamente messo in rilievo da /inet 3 la
scelta operata in favore di un oggetto complesso, consistente in una pluralit2 di caratteri la cui
variet2 concorre in maniera fondamentale nel definirne l'unicit2, non pu4 essere troppo
frettolosamente assimilata alla sele&ione di un unico tratto caratteristico a detrimento degli altri. 6e
ci atteniamo agli assunti dei Tre saggi sulla teoria sessuale, che un uomo si innamori ad esempio di
una raga&&a per la sua particolare andatura non solo non basta a farne un feticista 3 dal momento
che l'oggetto resta qui comunque il partner, la persona sessuale 3 ma nemmeno sufficiente perch1
si possa parlare di un condi&ionamento feticistico dell'oggetto stesso, ci4 per cui occorrerebbe che la
sua presen&a fosse di per s1 sola sufficiente a determinare l'innamoramento a prescindere da ogni
altra considera&ione riguardante l'oggetto o, ancor pi semplicemente, la sua raggiungibilit2.
*esta, nei termini di Freud, che %il legame con la normalit2 mediato dalla
sopravvaluta&ione, psicologicamente necessaria, dell'oggetto sessuale, la quale inevitabilmente si
estende a tutto ci4 che con esso pu4 essere collegato per associa&ione. 5erci4 un certo grado di tale
feticismo di regola proprio dell'amore normale, in special modo in quegli stadi di innamoramento
:,
nei quali la meta sessuale normale appare irraggiungibile, oppure sembra negato il suo
adempimento'.
#;

Gnitamente all'afferma&ione della necessariet2 che la sopravvaluta&ione riveste da un punto di
vista psicologico, ovverosia quale unica giustifica&ione possibile delle condi&ioni particolarmente
ristrette che la nostra societ2 impone alla pulsione quanto alla determina&ione del suo oggetto
normale, troviamo qui l'ulteriore e pi interessante indica&ione secondo cui essa pu4 spingersi fino a
determinare il sacrificio della finalit2 ultima della pulsione. . colpire l'atten&ione di Freud
insomma non solo che ci si innamori di una particolare persona, ci4 che gi2 pone, da un punto di
vista strettamente utilitaristico, qualche difficolt20 ma anche e soprattutto che l'innamoramento,
lungi dal risolversi nella sequen&a delle opera&ioni necessarie a collocare l'oggetto nella posi&ione
pi opportuna al conseguimento della normale meta sessuale, se ne emancipi viceversa in taluni casi
pressoch1 completamente, non nel senso 3 pi scontato 3 dell'amore comunemente detto platonico,
nel quale peraltro tale meta appare, piuttosto che misconosciuta, denegata o ancor pi
semplicemente differita, bens= in quello di un vero e proprio rovesciamento del rapporto di
subordina&ione rispetto ad essa intrattenuto dagli aspetti sussidiari della rela&ione oggettuale. 9on la
cita&ione dei versi goethiani
Sc!aff' mir ein (altstuc! #on i!rer $rust0
Ein Strumpfand meiner Lieeslust
5F
quanto Freud ci rende percepibile la crucialit2 dello scivolamento dalla fun&ione di supplen&a che
la sciarpa o la giarrettiera possono esercitare nei confronti di un oggetto momentaneamente
indisponibile, ci4 che ne farebbe dei segni amorosi, alla loro diretta eroti&&a&ione quali insegne di
un desiderio che non si sosterebbe ormai pi che su di essi, appagandosene al di fuori di ogni
riferimento ad una supposta naturalit2 del soddisfacimento pulsionale.
Laddove dunque /inet non aveva ammesso l'universalit2 del feticismo se non a condi&ione di
scavare, tra l'una e l'altra delle sue forme (il piccolo e il grande feticismo$, uno iato incolmabile,
ricalcato sull'opposi&ione di normale e patologico, quando Freud afferma che, in una certa misura,
siamo tutti feticisti, lo fa fuor di metafora, allineando amore normale, condi&ionamento feticistico
della scelta oggettuale e feticismo propriamente detto su di un piano inclinato, lungo il quale si
passerebbe dall'una all'altra di queste configura&ioni della vita sessuale sen&a solu&ione di
#; ?vi, p. 8-;.
#, Goethe0 Faust, parte prima, scena settima. <ella tradu&ione di Franco Fortini (cfr. B.J. Goethe, Faust, a cura di F.
Fortini, Eondadori, Eilano !,:
#
, p. ::>$: %.lla mia voglia f2 avere una seta V che abbia tenuto al seno, un nastro
delle cal&e'.
:!
continuit2. 9he il feticismo non divenga patologico fin tanto che il desiderio del feticcio non si fissa
%al di l2' della condi&ione feticistica e non %si sostituisce alla meta normale', ovverosia fino a
quando, %distaccato dalla persona data', esso non diventa %unico oggetto sessuale', non vuol dire in
alcun modo che il rapporto da esso intrattenuto con la normalit2 presenti gli stessi margini di
oscilla&ione che si riscontrano nelle altre perversioni0 da queste, esso si distingue viceversa proprio
nella misura in cui ci4 che ne costituisce il tratto differen&iale anche ci4 che ne media il rapporto
alla normalit2, ovverosia il fatto di comportare una sopravvaluta&ione dell'oggetto tanto spiccata da
giustificare non solo la rinuncia al conseguimento della meta sessuale finale, bens= anche la rinuncia
al conseguimento di qualunque meta sessuale, ivi comprese quelle provvisorie.
7ale qui la pena di puntuali&&are come, mediante l'introdu&ione della no&ione di
sopravvaluta&ione sessuale (6exualersc!Atzung$, Freud si proponga nei Tre saggi di rendere
conto non solo del feticismo, bens= delle prevarica&ioni anatomiche nel loro complesso e quindi, in
ultima analisi, del rivolgimento storico, da lui stesso segnalato, in virt di cui la modernit2 avrebbe
promosso, quanto alla vita sessuale, la priorit2 dell'oggetto rispetto alla pulsione.
<ell'argomenta&ione da Freud sviluppata al riguardo, infatti, implicito che la fonte ultima di ogni
valore debba essere identificata nell'adeguate&&a degli organi genitali dal punto di vista
dell'ottenimento del piacere finale0 soltanto che tale valuta&ione %si limita in casi rarissimi' ai
genitali del partner, %e invece si estende a tutto il corpo dell'oggetto sessuale e ha la tenden&a a
comprendervi tutte le sensa&ioni che si dipartono dall'oggetto sessuale'.
#!
. dire il vero, tale
estensione non comporterebbe ancora, di per s1 sola, la messa in questione di quello che potremmo
definire il paradigma genitale, in quanto la tenden&a della pulsione a debordare i limiti ad essa
prescritti dall'anatomia e dalla fisiologia del corpo umano potrebbe essere pensata, sul registro della
metafora idraulica introdotta da Freud, nei termini di un'esonda&ione, come il riversarsi delle acque
di un fiume in piena che sia uscito dai suoi argini in una rete di canali di norma non occupatine e
altrimenti alimentati.
-"
La sopravvaluta&ione dell'oggetto sessuale sarebbe infatti in tal caso
riconducibile a un eccesso di mobilit2 degli investimenti pulsionali, ci4 che non farebbe che
confermare il primato 3 in termini di valore 3 del suo punto d'origine (l'investimento dei genitali in
quanto oggetto che si presume la natura abbia assegnato alla pulsione onde assicurarne il
soddisfacimento$. <on fosse che pu4 accadere, e il feticismo sembrerebbe essere l= proprio per
dimostrarlo, che l'estensione degli investimenti libidici cui la sopravvaluta&ione mette capo finisca
per andare a discapito di quegli stessi oggetti che ne costituiscono il fondamento, determinando da
ultimo una vera e propria svaluta&ione erotica dei genitali stessi e della meta sessuale ad essi
#! Tre saggi sulla teoria sessuale, cit., p. 8-8.
-" 9fr. p. 8-8, n. : e p. 8,.
>"
associata. L questo non nel senso di un semplice esaurimento dell'eccita&ione somatica necessaria a
mettere in moto il %processo sessuale', bens= nella forma di un vero e proprio paradosso: quello per
cui la fonte di ogni valore sarebbe anche ci4 di cui ne va nel processo della sopravvaluta&ione.
5erch1, come Freud stesso rimarca, il travaso dell'investimento libidico che procede dagli organi
genitali dell'oggetto sessuale al resto del suo corpo non si arresta sul bordo costituito dai limiti
anatomici di quest'ultimo, ma procede oltre, appoggiandosi su %tutte le sensa&ioni che Rse ne S
dipartono', non solo a seguito di un processo di emana&ione come nel caso dell'odore (cui peraltro
Freud non mancher2 di interessarsi$, bens= anche a titolo di stimoli sensoriali riferibili alla %persona
sessuale' soltanto mediatamente, o per prossimit2 spa&iale (cal&e, biancheria intima etc.$ oppure 3
ci4 che ancor pi significativo sebbene Freud lo ammetta solo con riserva 3 attraverso %un
collegamento simbolico di pensieri, per lo pi non cosciente'.
-
?ndubbiamente, a limitare la portata del paradosso insito nel fattore della sopravvaluta&ione
sessuale sta la limita&ione ad esso imposta da Freud al momento di introdurre la tratta&ione degli
indugi negli atti normalmente deputati a preparare la copula, i quali sarebbero favoriti da tutte
quelle condi&ioni %interne ed esterne che rendono difficile il raggiungimento della meta sessuale
normale o la allontanano (impoten&a, difficolt2 di raggiungere l'oggetto sessuale, pericoli dell'atto
sessuale$'.
-:
6e infatti difficilmente il verificarsi di impedimenti esterni potr2 determinare la
condi&ione dell'esclusivit2 della fissa&ione pulsionale, del tutto altrimenti stanno le cose per quanto
concerne l'impoten&a, nella quale si pu4 da subito indicare il %presupposto costitu&ionale' non solo
del feticismo 3 in rela&ione al quale soltanto l'espressione qui utili&&ata da Freud
->
3 bens= di tutti
quei casi in cui alla meta sessuale normale ne vengono preferite altre, richiedenti, per la loro
esecu&ione, un minore accumulo di energia sessuale psichica e quindi anche, in ultima istan&a,
somatica. 7ale a dire che la sopravvaluta&ione dell'oggetto si ridurrebbe da questo punto di vista ad
una sorta di ripiego a fronte di una debole&&a pulsionale congenita, spiega&ione alla cui luce
potrebbe essere considerata anche quella, di ordine pi strettamente psicologico, che vi vede una
sorta di fallacia, che, %nel campo psichico', si mostrerebbe come cecit2 logica (debole&&a di
giudi&io$ nei riguardi delle presta&ioni e delle qualit2 psichiche dell[oggetto sessuale e parimenti
come credula docilit2 verso i giudi&i di quest[ultimo'.
-8
6i potrebbe essere tentati di connettere tutto questo con l'asser&ione che il %presupposto' del
- ?vi, p. 8-,. Freud riporta due esempi: quello, antichissimo, del piede, utili&&ato come simbolo del genitale maschile
e che egli si spiega evidentemente con l'analogia che l'atto di cal&are una pantofola o una scarpa 3 viceversa simboli
di quello femminile 3 presenta con la copula0 e quello della pelliccia, la quale sarebbe debitrice del suo %ruolo
feticistico all'analogia con i peli del mons Veneris'.
-: ?vi, p. 8-!.
-> 9fr. ivi, p. 8-; n.
-8 ?vi, p. 8-8.
>
feticismo e di tutti i casi di condi&ionamento feticistico dell'oggetto consisterebbe in %un certo
abbassamento nel desiderio per la normale meta sessuale' 3 abbassamento che Freud non esita
peraltro a specificare nel senso di una %debole&&a esecutiva dell'apparato sessuale', la quale
parrebbe a prima vista coincidere sen&a resti con il mancato coordinamento dei piaceri preliminari
sulla scorta dell'interconnessione che ci dato supporre tra la &ona erogena genitale e le altre. Di
modo che, al pari di quanto avviene ad esempio nella scopofilia, ci4 che nel feticismo verrebbe a
mancare sarebbe semplicemente il passaggio da un ordine di piaceri all'altro, dagli atti preparatori
che preparano il rapporto sessuale vero e proprio alla copula stessa.
<on dobbiamo dimenticare, tuttavia, che se Freud non considera il feticismo come un indugio
in una meta sessuale provvisoria, bens= come una trasgressione anatomica, per un motivo ben
preciso: l'impossibilit2 di isolare la componente pulsionale, di per s1 non perversa, in cui esso
dovrebbe altrimenti essere radicato. <elle battute conclusive del saggio su %Le aberra&ioni
sessuali', di cui ci siamo finora occupati, la constata&ione che lo studio del ruolo giocato dalle
pulsioni nella genesi e nello sviluppo delle nevrosi permette di considerarne le aberra&ioni, oltre che
come manifesta&ioni della vita sessuale morbosa, come %varia&ioni' di quella normale, seguita
infatti dall'esame di %alcune particolarit2 dello stato di fatto', la prima delle quali indicata (fino
alla ter&a edi&ione dell'opera$ nel dato che %nessuna delle sequen&e inconsce di pensieri riscontrate
nelle nevrosi corrisponde a una tendenza al feticismo, e tale circostan&a getta un fascio di luce sulla
peculiarit2 psicologica di questa perversione ormai ben compresa'.
-#
7ale a dire che, se la formula
generale da Freud proposta quanto al rapporto di perversione e nevrosi consiste nell'assimilare i
sintomi nevrotici a %l'espressione convertita di pulsioni che sarebbero definite per#erse (in senso
amplissimo$ se potessero esprimersi direttamente sen&a la devia&ione della coscien&a 3 in propositi
della fantasia e in a&ioni',
--
nel caso del feticismo essa non potr2 allora trovare applica&ione, perch1
non esiste alcuna componente pulsionale di cui esso possa essere considerato l'espressione diretta.
<egli anni immediatamente successivi alla pubblica&ione dei Tre saggi, Freud sarebbe an&i giunto a
riconoscere nell'oggetto feticcio il prodotto del medesimo meccanismo il cui intervento sta alla base
della forma&ione del sintomo, ovverosia di una particolare variet2 di rimo&ione. <1 la soppressione
del passo citato 3 avvenuta nel !:" 3 pu4 essere interpretata nel senso di un suo ripensamento al
riguardo, dal momento che essa denota piuttosto un mutamento nella conce&ione stessa delle
perversioni, sempre pi decisamente ricondotte ad un nucleo fantasmatico la cui inciden&a si
sarebbe nel caso del feticismo viceversa manifestata sin da subito.
-# ?vi, p. 8;,.
-- ?vi, p. 8;-.
>:
La #ita psic!ica: feticismo e fantasma
?n luogo della componente pulsionale mancante, si potrebbe allora chiamare in causa la ter&a
delle fonti di %eccita&ione sessuale' da Freud elencate all'ini&io del saggio su %Le trasforma&ioni
della pubert2'. .gli stimoli indotti %dal mondo esterno', ovverosia %con l'eccitamento delle &one
erogene', e %dall'interno organico', ovverosia come %effetti collaterali' di tutta una serie di processi
organici che avvengono all'interno del corpo (e cui le pulsioni par&iali, nella cui composi&ione
entrano sovente anche gli stimoli forniti dalle &one erogene, sarebbero comunque da riferire$,
-;

Freud aggiunge ora difatti quelli provenienti %dalla vita psichica, la quale costituisce a sua volta un
luogo di conserva&ione delle impressioni esterne e un centro di rice&ione degli eccitamenti
interni'.
-,

5ur indicando come particolarmente istruttivo il fatto che nella lingua tedesca il termine Lust
3 abitualmente reso in italiano con %piacere' 3 significhi %sia la sensa&ione della tensione sessuale
(Ic! !ae Lust \ io vorrei, sento l'urgen&a$ come anche quella del soddisfacimento', Freud esclude
tassativamente che la radice ultima della tensione sessuale possa risiedere nel piacere stesso,
foss'anche nella sua forma preliminare.
-!
?nsistendo su come la forma pi compiuta del piacere
sessuale sia quella che coincide con lo svuotamento delle %materie sessuali', sulla ciclicit2 della
produ&ione e dell'elimina&ione di quest'ultime in condi&ioni di astinen&a sessuale for&ata e sul fatto
che, %quando la riserva di seme esaurita, non solo impossibile compiere l'atto sessuale, ma anche
la stimolabilit2 delle &one erogene non sussite', egli sembrerebbe essere piuttosto propenso a
ribadire le tesi da lui stesso sostenute dieci anni prima,
;"
ma che ora 3 prendendone in qualche modo
le distan&e 3 attibuisce a Crafft+Lbing. ?n questa teoria, infatti, sarebbe insista una %debole&&a',
consistente nel fatto che %essa, creata per l'attivit2 sessuale dell'uomo adulto, tiene poco conto di tre
questioni, la spiega&ione delle quali essa dovrebbe parimenti fornire. 6i tratta dello stato di cose nel
bambino, nella donna e nell'eunuco maschio. ?n tutti e tre i casi, non si pu4 parlare di accumulo dei
prodotti sessuali nello stesso senso in cui se ne parla per l'uomo, e ci4 rende difficile una pura e
semplice applica&ione dello schema'.
L' vero che, subito dopo, Freud precisa che %si potrebbero trovare dei dati i quali
permettessero di subordinare a quella teoria anche questi casi'. L ancora nel !:" egli proporr2 una
teoria che, alla luce degli esperimenti che si andavano allora conducendo sull'asporta&ione e sul
trapianto delle gonadi in vertebrati di sesso opposto, rinnover2 l'ipotesi secondo cui vi sarebbe una
-; 9fr. ivi, p. #", e sgg.
-, ?vi, p. ##.
-! ?vi, p. #! e n.
;" 9fr. sopra, pp. :"+:.
>>
%chimica sessuale' (formula&ione del !"#$ mediante il riferimento a %sostan&e particolari derivanti
dal metabolismo sessuale' (formula&ione del !:"$.
;
<el !8, anno di pubblica&ione
dell'Introduzione al narcisismo, Freud era peraltro gi2 intervenuto su questo gruppo di pagine,
innestandovi la conce&ione secondo cui vi sarebbe in ciascun individuo %una quantit2 di libido Rci4
che egli aveva precedentemente chiamato %tensione sessuale somatica'S la cui rappresentan&a
psichica Rgi2 %tensione sessuale psichica'S chiamiamo liido dell'Io' e che deriverebbe da uno
specifico ordine di processi fisiologici, il cui tratto distintivo rispetto a quelli nutritivi sarebbe per
l'appunto costituito da %un particolare chimismo'. ?l tutto, naturalmente, onde rendere conto di tutti
%i fenomeni psicosessuali osservati' mediante %la produ&ione, l'aumento o la diminu&ione, la
suddivisione e lo spostamento di tale libido', e questo nonostante l'ammissione che %questa libido
dell'?o R...S diventa agevolmente acccessibile allo studio analitico solo se ha trovato l'utili&&a&ione
psichica investendo degli oggetti sessuali, dunque se diventata liido oggettuale'.
;:

7olendo riprendere la contrapposi&ione tra accentua&ione del valore della pulsione e
accentua&ione del valore dell'oggetto da Freud evocata nel !"#, potremmo considerare
l'equipara&ione della libido dell'?o o narcisistica che dir si voglia al %grande serbatoio dal quale
vengono inviati gli investimenti oggettuali e nel quale essi di nuovo vengono ritirati' come
l'ennesimo tentativo di ristabilire la priorit2 della prima sul secondo, ci4 che si accorda
perfettamente con l'ulteriore nota&ione secondo cui %l'investimento libidico narcisistico dell'?o ci
appare a sua volta come lo stato originario reali&&ato nell'infan&ia vera e propria, che ora soltanto
occultato dalle successive emissioni di libido ma in fondo si conservato dietro di esse'.
;>
?l nesso, che alla luce della distan&a cronologica tra i due luoghi indicati potrebbe apparire
arbitrario, pu4 essere peraltro rinsaldato mediante l'interpola&ione del termine medio costituito dalle
1sser#azioni generali sull'attacco isterico da Freud redatte nel !",.
;8
9ome osservato da (ugo
E]rque&,
;#
il ciclo che vi si trova descritto, e che appare immediatamente articolabile in due
sottocicli la cui saldatura rimane incerta, altro difatti non fa che ribadire la crucialit2 della questione
relativa al rapporto tra oggetto e pulsione. ?n origine, la pulsione troverebbe in effetti secondo Freud
il proprio soddisfacimento in maniera rigorosamente autoerotica, ad esclusione di qualsivoglia
contenuto rappresentativo, il quale verrebbe a condi&ionarne la ricerca 3 ovverosia a vincolarla
all'istitu&ione di una qualche forma di rela&ione oggettuale 3 soltanto in seguito. Ld parimenti
soltanto a cose fatte che interverrebbe la rimo&ione, determinando la rinuncia dapprima all'atto
soltanto, quindi anche alla fantasia venuta ad aggiungervisi 3 fatta salva naturalmente l'eventualit2
; 9fr. ivi, p. #:"+::.
;: ?vi, p. #:>.
;> ?vi, p. #:8.
;8 9fr. 1sser#azioni generali sull'attacco isterico, trad. di E. Aonin Dogana, in 1pere, cit., vol. #, pp. 8>;+88#.
;# 9fr. (. E]rque&, ;pparato psic!ico e struttura per#ersa, ne %?l piccolo (ans', >,, !,>, pp. #:+-,.
>8
che quest'ultima torni a manifestarsi attraverso il significato dei sintomi nevrotici, ci4 che pu4
preludere o meno alla restaura&ione dell'atto richiesto per il soddisfacimento erotico. 6en&a per ora
interrogarci su come il secondo dei due sottocicli venga ad innestarsi sul primo, possiamo seguire
E]rque& anche nel rilevare come in un'altro scritto di questo periodo, Fantasie isteric!e e loro
relazione con la isessualit", Freud, nello sviluppare un ragionamento sostan&ialmente analogo,
;-

avesse inoltre riproposto en passant la tesi, pi volte sostenuta, della sostan&iale identit2 di
contenuto tra fantasie isteriche inconsce, atti perversi e deliri paranoici, il che pone il problema di
sapere in che cosa consista allora la differen&a tra le forma&ioni psichiche citate. La risposta di
E]rque& che essa dev'essere di struttura, nel senso che a ciascuno dei sottocicli corrisponderebbe
non soltanto un diverso modo di soddisfacimento, bens= anche una diversa struttura&ione al livello
dell'apparato psichico. <ella misura in cui, secondo Freud, le fantasie messe in scena dagli isterici
non sono mai qualcosa di immutabile, ma recano invece sempre un contrassegno temporale,
consistente nel rimpallo tra l'impressione attuale e un'immagine di soddisfacimento proveniente dal
passato, il loro innestarsi sulla pulsione si risolverebbe nella produ&ione di una bean&a:
nell'introdu&ione, tra fonte e la meta della pulsione, di uno scarto nel quale l'oggetto immaginario da
esse veicolato andrebbe a collocarsi, divenendo cos= indispensabile per il soddisfacimento
dell'oggetto.
Da questo punto di vista, la distin&ione tra nevrosi e perversione avrebbe a che vedere con la
maggiore o minore tenuta del legame cos= stabilitosi, il soddisfacimento perverso essendo quello
che avviene direttamente al livello del reale, sen&a un adeguato lavoro di elabora&ione psichica e
quindi anche sen&a partecipa&ione da parte del soggetto. 7ale a dire che, attraverso la saldatura di
oggetto e pulsione, la dimensione rappresentativa (del fantasma$ comporterebbe l'immistione, nella
chiusura del soddisfacimento pulsionale, di un elemento costitutivamente altro.
Gi2 nel !"#, tuttavia, Freud aveva per un altro verso a tal punto serrato la giun&ione tra
oggetto e pulsione da rendere l'identifica&ione di quest'ultima con una for&a sostan&ialmente
endogena di fatto insostenibile. Da un lato, Freud sembrava cio voler ridurre l'ecceden&a del
fantasma rispetto al naturale orientamento della pulsione. 9i4 che nei Tre saggi sulla teoria
sessuale costituisce il principale progresso verso l'organi&&a&ione adulta della sessualit2, non del
resto proprio il consolidarsi del primato della &ona genitale, cui la ridefini&ione dei contenuti
rappresentativi atti a supportarlo sembrerebbe dover semplicemente tener dietroU %Eentre R...S il
membro divenuto eretto indica nel maschio imperiosamente la nuova meta sessuale, cio la
;- ?n Fantasie isteric!e e loro relazione con la isessualit" (trad. di E. Aonin Dogna, in 1pere, cit., vol. #, pp. >,#+!#$
si mostra come l'attacco isterico costituisca regolarmentela messa in scena di fantasie inconsce, che sono tali sin da
principio oppure e pi spesso in quanto rimosse a motivo della fun&ione di supporto da esse originariamente rivestita
in rela&ione all'onanismo infantile.
>#
penetra&ione in un orifi&io del corpo che ecciti la sua &ona sessuale, dal lato psichico 3 scrive Freud
3 si compie quel rinvenimento dell'oggetto che era gi2 stato preparato dalla prima infan&ia'. Ea in
che senso sia da intendersi quest'ultima nota&ione lo si evince collegandola a quella secondo cui nel
lattante l'ottenimento del piacere erotico sarebbe ancora strettamente collegato al soddisfacimento
della pulsione di nutri&ione, il quale dipende tuttavia sempre 3 a differen&a del soddisfacimento di
quella sessuale 3 da un oggetto esterno 3 nella fattispecie dal seno materno. Di modo che, prima
ancora di superare la sua fase autoerotica (che Freud a lungo non distinguer2 da quella narcisistica$,
la pulsione sessuale troverebbe di fronte a s1 una via gi2 tracciata dalle pulsioni di
autoconserva&ione. ?l legame tra i due gruppi pulsionali parrebbe an&i talmente forte da avvallare
l'ipotesi che anche la pulsione sessuale cominci con l'essere rivolta ad un oggetto (il seno materno$,
salvo poi perderlo, e questo %forse proprio nel momento in cui il bambino poteva formarsi la
rappresenta&ione complessiva della persona alla quale apparteneva l'organo che gli forniva il
soddisfacimento. ;llora la pulsione sessuale diventa di regola autoerotica e, solo dopo che l'epoca
di laten&a stata superata, si ristabilisce il rapporto originario'.
;;

Kra, se intendiamo per oggetto 3 come Freud sembrerebbe qui fare 3 semplicemente la
persona dalla quale dipendono le cure prestate al bambino, chiaro che tale riscoperta dev'essere
intesa come il ritrovamento di alcuni suoi tratti in ciascuno degli oggetti sui quali il soggetto
diriger2 i propri investimenti libidici0 quando per4 egli afferma che la madre 3 nonch1, seppure in
seconda istan&a, il nucleo genitoriale nel suo insieme e chiunque si prenda cura del bambino 3 ha la
responsabilit2 di %insegnare al bambino ad amare', si apre lo spa&io per intendere il tratto ripetitivo
insito nel rinvenimento dell'oggetto in maniera del tutto differente, da cui la possibilit2 di gettare
nuova luce sull'individua&ione della %vita psichica' quale ter&a fonte di eccita&ione sessuale oltre a
quelle costituite dalla sollecita&ione delle &one erogene e dall'attiva&ione delle diverse componenti
pulsionali.
5u4 essere utile, a questo riguardo, rifarsi all'analisi della no&ione di %;nle!nung' RappoggioS
formulata da Bean Laplanche,
;,
nella misura in cui per appoggio sarebbe da intendersi proprio la
rela&ione primitiva delle pulsioni sessuali con quelle di autoconserva&ione, nonch1 quella dal
bambino intrattenuta con l'adulto che ne assicura le cure, e che funge per questo da prototipo per la
futura scelta oggettuale sessuale.
?n verit2, nella prima edi&ione dei Tre saggi il termine %;nle!nung' compare una sola volta, a
proposito della &ona anale, la quale sarebbe, %al pari della &ona labiale, appropriata per la sua
;; Tre saggi sulla teoria sessuale, p. #:;, corsivo mio.
;, 9fr. B. Laplanche, La sessualit" umana+ $iologismo e iologia L/rolematic!e VIIM, trad. di .. Lucchetti, La
/iblioteca, /ari+*oma :""".
>-
posi&ione a mediare un appoggio della sessualit2 ad altre fun&ioni del corpo'.
;!
Gi2 dall'ini&io degli
anni dieci, tuttavia, Freud se ne sarebbe servito con maggiore frequen&a, al fine soprattutto di
precisare come le pulsioni sessuali non potrebbero trovare i loro primi oggetti sen&a fare
riferimento, ovverosia sen&a appoggiarsi %alle valori&&a&ioni RSc!AtzungenS' operatene dalle
pulsioni dell'?o, %proprio come i primi soddisfacimenti sessuali vengono ottenuti per appoggio alle
fun&ioni corporee indipensabili alla conserva&ione della vita'.
,"
6ebbene non esplicitamente
men&ionato come tale, il concetto di appoggio tuttavia anche e soprattutto al centro del paragrafo
dei Tre saggi intitolato %L'oggetto sessuale all'epoca dell'allattamento', immediatamente successivo
a quello, su cui ci siamo appena soffermati, su %?l rinvenimento dell'oggetto', e nel quale Freud
muove dalla constata&ione di come la rela&ione tra la madre e il bambino sia destinata a rimanere,
%anche dopo il distacco dell'attivit2 sessuale dall'assun&ione di cibo, una parte importante che serve
a preparare la scelta oggettuale, a ristabilire la felicit2 perduta'.
,
Gn primo modo di intendere la no&ione di appoggio, suggerisce Laplanche, potrebbe
consistere nell'assumere che ciascuno dei due gruppi pulsionali sussisterebbe nell'organismo sin
dall'ini&io, del tutto indipendentemente dall'altro, di modo che sarebbe possibile inventariare gli
elementi costitutivi di ognuna delle pulsioni appartenenti a un determinato gruppo mettendoli in
parallelo con quelli della pulsione ad essa corrispondente nell'altro. L'emancipa&ione delle pulsioni
sessuali da quelle di autoconserva&ione assumerebbe allora i connotati di una vera e propria
sostitu&ione, mediante la quale, a partire dall'insisten&a dei due gruppi su di una medesima regione
corporea alla meta e all'oggetto specifici di una pulsione si sostituirebbero quelli dell'altra. <el caso
della pulsione orale, ad esempio, fermo restando il riferimento ad una medesima fonte, costituita
dalla &ona labiale o tutt'al pi dalla bocca nel suo complesso, l'eroti&&a&ione dell'attivit2 della
su&ione si risolverebbe nella comparsa, accanto alla meta precedentemente costituita dall'ingestione
del nutrimento, di uno specifico piacere d'organo, consistente in un processo di detumescen&a dei
tessuti facente seguito ad una loro preventiva eccita&ione0 quanto invece all'oggetto, al latte si
verrebbe a sostituire il cape&&olo, ovverosia il capostipite della serie degli oggetti par&iali. Gna
volta di pi si tratterebbe dunque di ricondurre e di ancorare saldamente una serie di fenomeni
aberranti sen&a perci4 risultare circoscrivibili nella sfera della patologia o della teratologia al
;! Tre saggi sulla teoria sessuale, cit., p. 8!#. ?l corsivo di Freud.
," 6. Freud, Contriuti alla psicologia della #ita amorosa+ Secondo contriuto: Sulla piN comune degradazione della
#ita amorosa, trad. di 6. 9andreva e L. 6agittario, in 1pere, cit., vol. -, p. 8::. <ell'originale, in cui questione
della prima e pi antica delle due correnti dalla cui unione soltanto risulterebbe, secondo Freud, la possibilit2 di un
rapporto sessuale soddisfacente, ovverosia di quella %di tenere&&a' RzArtlic!eS, il passo il seguente: %@ir erse!en
aus i!r0 daO die Sexualtriee i!re ersten 1De>te in der ;nle!nung an die Sc!Atzungen der Ic!triee finden0
geradeso ?ie die ersten Sexualefriedigungen in ;nle!nung an die zur Leenser!altung not?endige
E=rperfun>tionen erfa!ren ?erden' (cfr. Sigmund Freud Studienausgae+ $and V: Sexualleen, hrsg. von ..
Eitscherlich, .. *ichards, B. 6trache) und ?. Grubrich+6imitis, Fischer, FranFfurt am Eein !,!, p. :""$.
, Tre saggi sulla teoria sessuale, cit., p. #:,. ?l corsivo mio.
>;
modello di fun&ionamento incarnato da alcuni processi fisiologici ben noti e perfettamente
spiegabili all'interno di un paradigma epistemologico dato, dal quale si ha l'impressione che Freud
non voglia allontanarsi sebbene vi sia continuamente costretto dai dati clinici e dall'esigen&a di
renderne comunque conto.
Di questa stessa no&ione, tuttavia, potremmo dare anche una lettura del tutto diversa,
rinunciando una volta per tutte a perseguire il fantasma di una fisiologia delle &one erogene
finalmente risolutiva dell'enigma della sessualit2 per interrogarsi viceversa sulla genesi stessa di
quest'ultima. 5iuttosto che dal parallelismo dei due gruppi pulsionali, si tratterebbe in questo caso di
muovere dalla loro divergen&a, ipoti&&ando che la sessualit2 non esista nell'uomo a o#o, alla
stregua di una fun&ione fisiologica data sebbene ancora inapparente, ma emerga viceversa a partire
da un fun&ionamento 3 destinato a successivamente diventare quello proprio delle pulsioni di
autoconserva&ione 3 con il quale essa si confonderebbe tuttavia in un primo momento sen&a resti, e
che verrebbe ad essere alterato da un duplice processo: di metonimi&&a&ione per quanto concerne
l'oggetto0 di metafori&&a&ione e fantasmati&&a&ione riguardo alla meta. <el caso della pulsione
orale, ad esempio, ad essere allucinatoriamente riprodotta non sarebbe l'esperien&a di
soddisfacimento, presunta prototipica, connessa alla poppata, bens= il seno nella misura in cui esso
distinto dall'oggetto che soddisfa il bisogno (il latte$. Autt'altro rilievo prenderebbe parimenti la
no&ione di meta, la cui eroti&&a&ione non si ridurrebbe pi in alcun modo alla sostitu&ione di
un'a&ione specifica con un'altra: per restare nell'ambito dell'erotismo orale, prendendo ad esempio il
processo dell'incorpora&ione si tratterebbe di vedervi non gi2 il calco di quello, fisiologico,
dell'ingestione del cibo, bens= una sua alterazione.
Ea, se questo vero, non occorrer2 allora mettere in discussione anche l'identifica&ione della
fonte delle pulsioni sessuali, da Freud operata a partire dalla topografia corporea disegnata
dall'insieme delle %attivit2 che servono alla conserva&ione della vita', con l'una o l'altra delle &one
erogeneU <on occorrer2 piuttosto ipoti&&are che ciascuna di esse incorra in un analogo processo di
sdoppiamento, di divarica&ione, di apertura ad una dimensione altra da quella del fun&ionamento
biologicoU 9oncentrandosi su alcune delle &one erogene esaminate da Freud, ovverosia quella orale
e quella anale, Laplanche osserva come esse siano accomunate dal possedere in misura eminente la
qualit2 di luoghi di scambio, di passaggi tra l'interno e l'esterno, di canali attraverso i quali
l'organismo comunica ed interagisce con l'ambiente ai fini del suo sostentamento, ci4 che ne farebbe
fin da subito il fulcro dell'eserci&io delle cure parentali. Lungi dal ridursi a una particolare
suscettibilit2 delle mucose agli stimoli ambientali n1, tanto meno, al correlato di alcuni dei processi
fisiologici che avvengono all'interno dell'organismo, esse si presenterebbero cio come %luoghi di
polari&&a&ione di qualcosa di esterno', che, nella forma dei fantasmi che strutturano la rela&ione di
>,
scambio tra figure genitoriali (la madre innan&itutto$ e bambino, %viene ad innestarsi R...S nel
fun&ionamento endogeno'.
,:

L' pertanto qui che occorrerebbe individuare l'ambito di emergen&a della sessualit2 in quanto
irriducibile alla fun&ione organica che fa ad essa da supporto e che nel bambino non se non sotto
la forma dell'anticipa&ione0 ed al livello di questa intera&ione che occorrerebbe del pari collocare
la fonte della pulsione sessuale, generali&&andola e riconoscendone la natura esogena al contempo.
%La questione dell'origine 3 conclude Laplanche 3 tende di colpo a capovolgersi in questa
generali&&a&ione: vi un endogeno che, al limite, non comporti un esogeno impiantatoU La fonte
non pi un luogo del corpo dal quale sgorgherebbero, uno accanto all'altro, due processi di cui uno
sarebbe autoconservativo e l'altro sessuale. ?l termine stesso di fonte non pi valido se lo si
intende come ci4 da cui scorre naturalmente qualcosa: la sessualit2 non scorre dalla fonte come fa
l'acqua'.
,>
Facendo eco a quanto affermato da Laplanche, potremmo dire che, in virt del paradosso
incarnato dal soddisfacimento feticistico della pulsione sessuale, il quale fa tutt'uno con quello della
no&ione di sopravvaluta&ione che pure avrebbe dovuto renderne conto, gi2 nei Tre saggi sulla teoria
sessuale la conce&ione freudiana della sessualit2 umana comporta la presa in carico di una
dimensione altra, di un elemento radicalmente estraneo, alieno, che ne impedirebbe il ripiegamento
all'interno del paradigma organicista e fun&ionale cui pure egli parrebbe talora volerla ricondurre.
Aalora e non sempre: perch1, se il paragrafo sul feticismo e pi in generale la disserta&ione sulle
perversioni contenuti nei Tre saggi sono ancora in larga parte debitori, a partire dalla loro stessa
struttura&ione, dei concetti e delle coordinate epistemologiche e storico+culturali della psichiatria e
della sessuologia di fine Kttocento, essi presentano nondimeno gi2 degli elementi 3 quale ad
esempio l'afferma&ione di un'eccitabilit2 diffusa che travalica da ogni parte i limiti del corpo che la
supporta 3 che ne eccedono l'ori&&onte, e che gli scritti successivi non faranno che riprendere e
riarticolare in un movimento che certamente di approfondimento, ma per nulla progressivo e
lineare.
,: B. Laplanche, La sessualit" umana, cit., p. 8!.
,> ?vi, pp. #"+#.
>!
C%-. II. L% 0(#*&,0%+,(&" 1,"&&"$" )". 10
Ara gli scritti posteriori ai Tre saggi, il primo in cui Freud fa nuovamente riferimento al
feticismo Il delirio e i sogni nella ,2radi#a- di Pensen, il cui intento dichiarato quello di fornire
un'ulteriore prova della significativit2 delle produ&ioni oniriche mediante l'interpreta&ione di alcuni
di %quei sogni che non sono stati sognati da nessuno e che invece sono stati inventati dai poeti e da
essi attribuiti, nel contesto di un racconto, ai personaggi da loro immaginati'.
,8

,Colei c!e risplende nel camminare-
6ebbene imperniato sull'analisi dei sogni che compaiono nella novella, il testo trascende
tuttavia ampiamente tale programma, facendo del giovane archeologo <orbert (anold il
protagonista di un caso clinico vero e proprio, mentre il problema delle fonti inconsce della
produ&ione letteraria, evidentemente insito in tal modo di procedere, viene lasciato sullo sfondo, in
attesa di una pi adeguata teori&&a&ione. ?n che modo il feticismo abbia a che vedere con l'intera
vicenda si intuisce sin dalle prime battute del racconto, che ne espongono %il fatto psicologico
fondamentale', consistente nell'interesse manifestato da (anold per un bassorilievo di epoca
romana, raffigurante una giovane %in pieno fiore' colta nell'atto del camminare, con la veste
sollevata quel tanto che basta a far s= che se ne scorgano i piedi nei sandali.
%Gn piede 3 precisa Freud 3 poggia completamente sul terreno, l'altro retrostante sollevato e
tocca il terreno soltanto con la punta delle dita, mentre la pianta e il calcagno si al&ano quasi
perpendicolarmente', eviden&iando un modo di camminare %insolito e particolarmente gra&ioso',
che %aveva probabilmente attratto l'atten&ione dello scultore, ed ora, dopo tanti secoli, affascina lo
sguardo del nostro osservatore archeologo'.
,#
5rocuratosi un calco del bassorilievo, (anold 3
prosegue Freud 3 non cessa di occuparsene mentalmente neppure per un attimo: attribuisce ala
raga&&a addirittura un nome, coniandolo sul modello del Earte Gradivo, ovverosia del Earte %che
avan&a' verso il combattimento0 la colloca immaginariamente nella cittadina di 5ompei0 formula
delle ipotesi su di una sua possibile origine greca e le conferisce il rango e i natali che gli sembra le
spettino. /en presto, assillato dall'interrogativo inerente l'aderen&a al vero della rappresenta&ione
scultorea, si spinge a compiere delle osserva&ioni in prima persona sulla realt2 vivente costituita
dalla donne del suo tempo e della citt2 in cui vive. Deluso dall'esito negativo della sua ricerca,
,8 6. Freud, Il delirio e i sogni nella ,2radi#a- di @il!elm Pensen, trad. di 9. Eusatti in 1pere, cit., vol. #, p. :->.
,# ?vi, p. :--.
8"
precipita in uno stato di sconforto, il cui culmine segnato da un sogno terribilmente angoscioso, in
cui la Gradiva gli appare nella sua citt2 natale, il giorno della grande eru&ione del -! a.9., dapprima
a lato del foro presso il tempio di Giove, quindi sui gradini del portico ad esso antistante, dove poco
a poco la cenere riversata sulla citt2 dal vulcano la ricopre. .ncora sotto l'impressione del sogno,
(anold crede di scorgere una giovane che le assomiglia in strada e vi si precipita, salvo venire
ricacciato in casa dalle risa suscitate dalla sua mise notturna. @ui, finalmente, si scuote dal torpore
rendendosi conto di come la sua condi&ione sia simile a quella di un uccello in gabbia, fatta
ecce&ione per la facolt2, a lui solo offerta, di abbandonarla con la pi grande facilit2. 5artito per
l'?talia, ben presto si ritrova a 5ompei, dove ritrova la Gradiva nelle vesti di quello che dapprima
prende per uno spettro, ma in cui anch'egli dovr2 infine riconoscere ci4 che al lettore appare
viceversa da subito chiaro, ovverosia che si tratta di una donna in carne ed ossa, che si scoprir2
inoltre esserne stata, durante l'infan&ia, l'affettuosa compagna di giochi. Gna volta intrapresi gli
studi archeologici, %il sesso femminile' era divenuto infatti per (anold %un concetto che riguardava
soltanto oggetti marmorei o rinvenimenti di scavo0 e le sue rappresenta&ioni contemporanee non
avevano ancora suscitato da parte sua la minima atten&ione'.
,-
Lgli si era distaccato pertanto sempre
pi dalla futura Gradiva, fino al punto, apparentemente, di non riconoscerla nemmeno pi quando la
incontrava per strada o in societ2. @uanto a costei, il suo atteggiamento nei confronti di (anold si
trova brillantemente compendiato nel discorso messole in bocca da Bensen onde dissipare, nella
mente dell'eroe, le ultime tracce del delirio: %?o ero pura aria per te0 e tu con quel tuo ciuffo biondo,
che tante volte ti ho tirato quando eravamo piccoli, eri divenuto cos= tedioso, arido e taciturno da
sembrare un cacatua impagliato0 e insieme grandioso come un... ;rc!eopterix0 s=, cos= si chiama
quel mostro volante fossile che stato trovato negli scavi. 5er4 che tu avessi in testa una fantasia
altrettanto grandiosa, per considerarmi qui a 5ompei come qualcosa tratto dagli scavi e di
riesumato... no, non me lo sarei aspettato da te, e quando mi sei capitato improvvisamente di fronte,
ho dovuto faticare assai a comprendere quale incredibile storia la tua immagina&ione fosse venuta
fabbricando. 5oi, la cosa mi ha divertito e, quantunque fosse del tutto pa&&a, non mi neppure
dispiaciuta'.
,;
9ogliendo nelle fantasie di (anold il riflesso dell'amore da questi un tempo portatole e in
realt2 mai sopito, la raga&&a 3 osserva Freud 3 non si sarebbe sbagliata: lasciando libero il delirio di
svilupparsi, avrebbe fatto s= che ne emergesse il nucleo di verit2 storica 3 un nucleo di verit2 la cui
estra&ione sarebbe da concepire in analogia con il lavoro dell'analista, fermo restando che %la
Gradiva pu4 ricambiare l'amore che dall'inconscio si fa luce nella coscien&a0 il medico non lo pu4.
,- J. Bensen, 2radi#a Q fantasia pompeiana, trad. di 9. L. Eusatti in 6. Freud, Saggi sull'arte0 la letteratura e il
linguaggio, a cura di 9. L. Eusatti, /ollati /oringhieri, Aorino !-!, vol. ??, p. :-.
,; ?vi, p. "8.
8
La Gradiva era stata essa stessa l'oggetto dell'amore anteriore rimosso, e la sua persona offre
immediatamente all'impulso amoroso liberato una meta desiderabile'.
,,
Di modo che le fantasie di
(anold e il delirio stesso cui esse mettono capo altro non costituirebbero che le %deriva&ioni dei
suoi ricordi rimossi sull'amici&ia d'infan&ia con Xoe /ertgang'. Fornendo una delle migliori
illustra&ioni del concetto di %ritorno del rimosso', Freud le accosta ad un'acquaforte del pittore e
incisore belga F1licien *ops, in cui un monaco asceta, rifugiatosi ai piedi della croce onde fuggire
le tenta&ioni del mondo, la vede svanire, soppiantata dall'immagine, %radiosa', %di una voluttuosa
donna nuda nella stessa posi&ione crocefissa'. Lasciando che invece di comparire, %insolente e
trionfante, in qualche posi&ione a lato del *edentore', il peccato ne prendesse il posto, *ops
avrebbe infatti dimostrato di sapere che %quando il rimosso ritorna, sorge dallo stesso elemento
rimovente'.
,!
5restando al bassorilievo da cui (anold ossessionato i tratti di Xoe /ertgang 3
questo il vero nome della Gradiva 3 Bensen non avrebbe fatto nulla di diverso. 9ome osservato dallo
stesso (anold, %/ertgang equivale a Gradiva, e significa: %colei che risplende nel camminare''.
!"
L'enfasi con la quale Freud sottolinea questo e i molteplici altri collegamenti simbolici tra le
caratteristiche da (anold attribuite all'immaginaria Gradiva e quelle realmente possedute dalla
donna che ne costituisce il modello vuole sgombrare il campo da un possibile errore di valuta&ione.
?n ogni delirio si trovano due elementi: la natura esclusivamente psichica dei sintomi mediante i
quali lo stato morboso si esprime e l'influen&a esercitata da un determinato nucleo di
rappresenta&ioni fantastiche sulle a&ioni compiute dal soggetto. Gno psichiatra 3 ne evince Freud 3
includerebbe pertanto %il delirio di <orbert (anold nel grande gruppo della paranoia ed
eventualmente lo qualificherebbe come %erotomania feticistica', dato che l'elemento pi
appariscente l'innamoramento per un'immagine di pietra, e perch1, nella sua conce&ione che tende
a ridurre le cose al loro aspetto pi grossolano, l'interesse del giovane archeologo per i piedi e il loro
movimento nelle persone di sesso femminile pu4 essere sospetto di %feticismo'. R...S Lo psichiatra
bollerebbe inoltre il nostro eroe, in quanto persona capace di sviluppare sulla base di una tale strana
passione un delirio, come degenerato, e andrebbe a cercare le tare ereditarie che possono averlo
portato inesorabilmente a tal sorte'.
!
5oich1 tuttavia egli afferma subito dopo che %il nostro
autore', non seguendo lo psichiatra su questa via, lo fa %con buona ragione', dobbiamo concluderne
che messo finalmente di fronte ad un possibile caso, seppur fitti&io nel senso letterale del termine, di
feticismo, Freud avrebbe cominciato col fare pia&&a pulita di tutto l'armamentario psichiatrico e
,, Il delirio e i sogni nella ,2radi#a- di @il!elm Pensen, cit., p. >>:. Freud si spinge fino ad affermare che quello
descritto da Bensen %un modello di guarigione d'amore', in quanto tale inaccessibile al medico, ma cui quest'ultimo
cerca di avvicinarsi avvalendosi di %artifici e surrogati'.
,! 9fr. ivi, pp. :,#+,-.
!" J. Bensen, 2radi#a Q fantasia pompeiana, cit., p. "-.
! Il delirio e i sogni nella ,2radi#a- di @il!elm Pensen, cit., p. :!8.
8:
sessuologico di cui pure si era fino ad allora avvalso e avrebbe per certi versi continuato ad
avvalersi. ?l suo giudi&io al riguardo 3 il quale pure si trova nel passo citato 3 inequivocabile:
%tutte queste denomina&ioni e classifica&ioni delle varie specie di delirio, in base al loro contenuto,
sono piuttosto incerte e poco importanti'.
*icusando come inefficace e di comodo il ricorso a no&ioni come quella di ereditariet2 e,
soprattutto, di degenera&ione nevropatica, Il delirio e i sogni delimita pertanto un campo di
fenomeni psichici il cui senso, lungi dal ridursi all'effetto di un supposto indebolimento della
fun&ione di sintesi dell'?o, andrebbe colto mediante l'applica&ione dello stesso strumento di cui si
avvale il poeta: l'%immedesima&ione'. 9i4 che Freud vuole a tutti i costi evitare che, tra
l'osservatore e quello che in questo caso un personaggio, ma che potrebbe benissimo essere un
malato, la diagnosi psichiatrica si interponga come un diaframma mediante il quale esso %sarebbe
subito respinto lontano da noi, perch1 noi lettori siamo evidentemente gli uomini normali, e cio il
metro per l'intera umanit2'. La fissa&ione di (anold alla particolarit2 rappresentata dall'andatura
della Gradiva, infatti, va ben oltre quelle forme di condi&ionamento feticistico dell'oggetto in cui
egli aveva identificato l'anello di congiun&ione tra feticismo %normale' e patologico, in quanto essa
si spinge fino alla svaluta&ione dell'oggetto che dovrebbe costituirne il supporto: costretto infine ad
ammettere che il particolare modo di camminare della Gradiva non trova riscontri nella realt2,
(anold non solo ne prova rammarico e delusione, ma ne ricava un'ulteriore conferma del privilegio
da lui accordato alla pietra sulla carne vivente. . meno che la fetici&&a&ione dell'incedere della
Gradiva debba essere considerata non gi2 come un dato originario, bens= come l'effetto
dell'equivalen&a inconsciamente stabilita da (anold tra la figura rappresentata nel bassorilievo e
l'immagine di Xoe /ertgang. @uasi che, per il solo fatto di scorgere nel supposto feticcio un
significante invece che un oggetto, il suo carattere peregrino venisse d'un tratto a cadere. <on per
nulla, nel lamentare la caren&a delle informa&ioni fornite da Bensen sulle ragioni che avrebbero
portato (anold ad allontanarsi dal sesso femminile, Freud insiste su come quanto comunicatoci
circa la sua infan&ia sia comunque sufficiente a delineare il ritratto di un bambino per nulla diverso
dagli altri, capace di intrattenere un rapporto del tutto normale con una raga&&a da cui %era
inseparabile', con la quale %divideva le sue merende', che %anche picchiava' e %da cui si lasciava
tirare i capelli'. Aanto pi che, dopo aver sottolineato come un %tale attaccamento' e %tale impasto
di tenere&&a e di aggressivit2 costituiscano le pi chiare manifesta&ioni dell'%erotismo immaturo
dell'infan&ia', il quale %solo pi tardi, ma allora in modo irresistibile, produce i propri effetti', egli
conclude che %il nostro autore ci fa capire chiaramente di non pensare in modo diverso da noi,
giacch1 al momento opportuno fa improvvisamente sorgere nel suo eroe un vivo interesse per il
modo femminile di camminare e di tenere il piede, interesse che presso la scienza e presso le donne
8>
della sua citt2 debbono procurargli la fama di feticista del piede, ma c!e a noi sembra derivare
direttamente dal ricordo della compagna d'infan&ia'.
!:
Kra, per quanto Freud sembri qui interessarsi esclusivamente al protagonista della novella di
Bensen, il riferimento alla dabbenaggine della scien&a, accusata di prendere lucciole per lanterne,
parrebbe implicare un dubbio gi2 fortemente radicato circa la possibilit2 di intendere le componenti
feticistiche della vita amorosa in base ad un modello che egli ci presenta ora come destituito di ogni
fondamento. L' d'altra parte vero che il passo sopraccitato si conclude con la formula&ione
dell'ipotesi che Xoe /ertgang presentasse %certamente, fin da bambina, questo bel modo di
camminare con la punta del piede quasi verticale nel passo0 e appunto per la raffigura&ione di un
passo simile, un antico bassorilievo Ravesse assuntoS in seguito per <orbert (anold un cos= grande
significato'. Ea anche vero che 3 in un altro passo in cui sono sviluppate delle considera&ioni
assai simili 3 Freud finisce per bollarle con il termine %specula&ioni'.
!>
<1 pare ostare
all'indica&ione di una sua mutata posi&ione quanto al problema dello statuto e della genesi del
feticismo il fatto che egli prosegua asserendo che Bensen, %spiegando a questo modo l'origine di
quel singolare fenomeno di feticismo, si trova in pieno accordo con la scien&a', dal momento che la
scien&a di cui qui si tratta quella di /inet, cui egli riconosce qui come nei Tre saggi il merito di
aver fatto risalire il feticismo a impressioni erotiche dell'infan&ia, ma di cui non dobbiamo
soprattutto dimenticare come fosse stato il primo a rifiutarne un'interpreta&ione piattamente
fun&ionalistica.
Ealgrado gli autori che si sono pi o meno approfonditamente occupati dei contributi
freudiani in materia di feticismo non attribuiscano di norma a Il delirio e i sogni, quando pure lo
annoverano tra di essi, una particolare importan&a, sembrerebbe di dover concludere che esso
costituisce all'opposto un passo decisivo verso la messa a punta di quella che sar2 la prima teoria da
Freud compiutamente formulata al riguardo: quella della rimo&ione par&iale, in virt della quale il
feticismo si sarebbe di l= a un paio d'anni trovato ad essere inequivocabilmente inscritto nel campo
delle nevrosi.
!8
!: ?vi, p. :!#. 9orsivi miei.
!> 9fr. ivi, p. :!:.
!8 Delle oltre trecento pagine che compongono la sua monografia sulla reinven&ione del concetto di feticismo in Freud,
a Il delirio e i sogni nella ,2radi#a- di Pensen (enr) *e)+Flaud ne dedica una soltanto (cfr. (. *e)+Flaud,
Comment Freud in#enta le f&tic!isme+++ et r&in#enta la ps)c!anal)se, 5a)ot, 5aris !!8, pp. ::+:>$. @uanto al
volumetto di 5aul+Laurent .ssoun su Le f&tic!isme, 5uf, 5aris :""-, nello schema della genealogia del tema del
feticismo all'interno dell'opera freudiana (p. -"$ non ne viene nemmeno fatta men&ione. Lo stesso vale per la parte a
Freud dedicata della gi2 citata voce %Feticismo' dell'Enciclopedia Linaudi, nonch1 per Fetis!ism re#isited,
pubblicato dall'analista londinese Gregorio Cohn sull'%?nternational Bournal of 5s)cho+.nal)sis' (-,, !,;, pp.
:>+::,$ e contenente una breve disanima dei testi freudiani al riguardo. @uanto a quella che rimane a tutt'oggi la
pi ampia rassegna sulla letteratura analitica in materia di feticismo, contenuta nella rela&ione su Les d&#iations du
d&sir presentata da .ndr1 Lussier al IL?? 9ongresso degli psicoanalisti di lingua francese e pubblicata sulla %*evue
FranHaise de 5s)chanal)se' (IL7??V, !,>, pp. !+8 e pi in particolare pp. 8>+;-$, il testo sulla 2radi#a, per
quanto incluso nella bibliografia, non vi commentato. L'importan&a di questo lavoro e la sua prossimit2 con quello,
88
. conferma di tale indica&ione sta il fatto che, nello stesso passo in cui si discute l'opportunit2
di applicare al caso di <orbert (anold le categorie nosografiche in uso nella psichiatria dell'epoca,
si trova una nota in cui il suo delirio viene nondimeno classificato come %isterico'. 9ome .nna K.,
Dora e molte altre delle pa&ienti prese in cura da Freud, anche (anold avrebbe dunque sofferto %di
reminiscen&e', ovverosia non di un'affe&ione morbosa di origine organica, bens= di un disturbo
psicogeno, passibile in quanto tale di essere trattato con il metodo psicoanalitico. ?ncludendo tra i
suoi sintomi un tratto vistosamente feticistico quale l'interesse da (anold manifestato non tanto per
il bassorilievo raffigurante la Gradiva nel suo complesso, quanto per il dettaglio costituito dalla
particolare posa in esso assunta dai suoi piedi, Freud sembrerebbe pertanto avere implicato quanto
meno la possibilit2 di includere il feticismo, invece che nella vasta congerie dei disturbi fun&ionali o
supposti tali, nel pi ristretto novero delle psiconevrosi, identificando nella fun&ione sostitutiva gi2
riconosciuta all'oggetto feticcio l'anno precedente un'occorren&a specifica del pi ampio fenomeno
del ritorno del rimosso. 9i4 che impone, tuttavia, un supplemento d'indagine.
Le amiguit" della rimozione
L'ipotesi che i sintomi isterici fossero da considerare come la conversione somatica di un
ammontare affettivo accumulato all'interno dell'apparato psichico era stata per la prima volta
formulata da Freud nel ,!:, nella Comunicazione preliminare redatta assieme a Boseph /reuer in
vista della pubblica&ione, di tre anni posteriore, degli Studi sull'isteria. <egli anni successivi,
riconosciuta l'esisten&a di un'altra forma di isteria, pi tardi definita d'angoscia,
!#
Freud estese a
quest'ultima anche la conce&ione simbolica in base a cui nei sintomi (il cui novero era ini&ialmente
ristretto alle crisi emo&ionali con teatralismo e alle numerose variet2 di inibi&ioni motorie e
sensoriali$ parlano le rappresenta&ioni rimosse.
6tando alla Comunicazione preliminare, l'impossibilit2 di abrea&ione caratteri&&ante l'isteria
avrebbe dovuto essere ricondotta all'a&ione di uno stato, fisiologicamente determinato e prodottosi
in concomitan&a con l'affetto traumatico, di dissocia&ione ipnoide, cominato con una serie di
circostan&e esterne che Freud avrebbe successivamente circoscritto alla difesa dal soggetto messa in
atto contro dei contenuti psichici avvertiti come penosi. Gi2 nel suo scritto sulle 'europsicosi da
di poco posteriore, su Leonardo da 7inci, sono invece ben colti da Llisabeth *oudinesco e da Eichel 5lon nella
voce %F1tichisme' da essi redatta per il %ictionnaire de la ps)c!anal)se edito da Fa)ard nel !!;.
!# L'espressione %isteria d'angoscia' fu introdotta, su suggerimento di Freud, da Jilhelm 6teFel nella sua monografia
sugli Stati ner#osi d'angoscia e loro trattamento (cfr. /refazione a R Stati ner#osi d'angoscia e loro trattamentoS di
@il!elm Ste>el, trad. di E. Aonin Dogana, in 1pere, cit., vol #, p. 8>#$. Arattando infatti il caso del piccolo (ans,
Freud non solo s'era reso conto di come esistesse una forma di nevrosi in cui la fobia, presente anche in altri quadri
clinici, costituiva il sintomo principale, ma aveva inoltre rilevato come essa fosse accomunata all'isteria di
conversione dalla rescissione di affetto e rappresenta&ione indottavi dall'intervento della rimo&ione.
8#
difesa, per4, Freud sostenne una tesi profondamente diversa, lasciando di fatto cadere l'assunto
breueriano di una condi&ione di ordine fisiologico alla base di tutti i casi di isteria e preparando il
futuro riconoscimento della difesa quale unico fattore etiologico della stessa. . seguito di tale
passaggio da una conce&ione ancora in larga parte neurologica ad una comprensione pi
propriamente psicologica dell'isteria Freud si sarebbe tuttavia trovato ad affrontare un nuovo
problema. Le reminiscen&e di cui soffrivano le sue pa&ienti isteriche rispondevano a due condi&ioni.
?n primo luogo esse si riferivano invariabilmente a delle esperien&e di carattere erotico, o pi
precisamente di sedu&ione, consistenti talora in veri e propri atti sessuali compiuti per ini&iativa
dell'altro (generalmente un adulto, ma anche un altro bambino$, talaltra nell'essere state l'oggetto di
semplici approcci a gesti o a parole. Di per s, tali episodi non si distinguevano tuttavia in alcun
modo da altre esperien&e penose vissute dal sogggetto (umilia&ioni, rimproveri, torti indebitamente
subiti ecc.$. 5erch1 mai, allora, il processo della rimo&ione avrebbe dovuto aver luogo in rela&ione
ad essi soltantoU
?n condi&ioni normali 3 spiega Freud nel /rogetto di una psicologia Q quando l'?o subisce un
trauma di qualsivoglia genere esso comincia immediatamente a reagirvi attivando degli
%investimenti laterali', volti a drenare quelli precedentemente diretti sulla rappresenta&ione penosa.
Di modo che, qualora quest'ultima dovesse essere rimemorata e, quindi, nuovamente investita, il
dispiacere derivantene all'?o sarebbe minore, gra&ie all'attiva&ione preventiva delle vie, gi2
predisposte, sulle quali dirottare i nuovi investimenti. .l punto che %dopo ulteriori ripeti&ioni, essa
Rla libera&ione di dispiacereS si riduce a nulla pi di un segnale di intensit2 accettabile dall'?o'.
!-
?l
problema dunque quello di stabilire perch1, nel caso delle reminiscen&e relative ad esperien&e di
sedu&ione, ci4 non avvenga, o 3 altrimenti detto 3 quello di spiegare perch1 in questo caso la difesa
proceda non alla stregua di un processo secondario, basato sullo spostamento di piccole quantit2 di
energia al pari delle fun&ioni tradi&ionalmente descritte in psicologia come pensiero vigile,
atten&ione, giudi&io etc., bens=, in analogia con quanto avviene nel processo primario, liberando
grandi quantit2 di energia che, non potendo essere adeguatamente scaricate all'esterno,
sovraccaricano l'apparato. 5oich1 la seconda delle condi&ioni cui le rappresenta&ioni rimosse dalle
pa&ienti di Freud soddisfacevano era costituita dall'essere riferite ad avvenimenti accaduti
nell'infan&ia, in un periodo per lo pi compreso tra gli otto e i dieci anni, egli ebbe l'idea che l'aver
esse mantenuto la capacit2 di ingenerare questo tipo di difesa fosse dovuto alla mancata attiva&ione,
al tempo dei fatti, degli investimenti laterali che l'avrebbero in seguito potuta scongiurare e che non
erano viceversa intervenuti in ragione del carattere non traumatico allora rivestito dagli eventi. 7ale
a dire che le esperien&e di sedu&ione sarebbero divenute traumatiche soltanto a posteriori, con il
!- /rogetto di una psicologia, cit., p. :#,.
8-
destarsi nel soggetto, in virt dello sviluppo puberale, dei moti pulsionali atti ad investirne
retroattivamente il ricordo.
!;
La teoria della sedu&ione che si qui cercato di sinteti&&are non andava tuttavia esente da
problemi, a cominciare dalla difficolt2 di estenderla alla nevrosi ossessiva, a monte della quale si
erano nel frattempo venute delineando delle esperien&e sessuali ugualmente precoci, ma vissute
attivamente e con piacere.
!,
. determinarne l'affossamento fu tuttavia l'ulteriore scoperta del
carattere artefatto di alcune delle scene di sedu&ione a Freud comunicate dai suoi pa&ienti, la cui
prima testimonian&a si trova in una lettera a Fliess del : settembre ,!;: % 7oglio subito confidarti
il grande segreto che ha cominciato lentamente a chiarirsi in me negli ultimi mesi. <on credo pi ai
miei neurotica'.
!!
6en&a disporre di una teoria della rimo&ione alternativa a quella della sedu&ione,
Freud non avrebbe tuttavia in alcun modo potuto risolversi a sacrificarla 3 ci4 che spiega la sua
reticen&a ad ammettere l'errore in cui era incorso 3 sen&a veder con ci4 vanificato anche l'intero suo
lavoro degli ultimi anni. 6oltanto che la teoria sostitutiva affondava le sue radici non nel campo
della psicologia, bens= in quello della biologia. Di modo che, a corre&ione dell'apparente linearit2
del percorso seguito da Freud quanto alla ripensamento del feticismo, si dovrebbe tenere presente
tale complessit2 della no&ione di rimo&ione,
""
cui Freud, nello scritto intitolato Le mie opinioni sul
ruolo della sessualit" nell'etiologia delle ne#rosi, non esita a conferire l'attributo di %organica'.
?n questo lavoro, pubblicato nel !"-, dopo aver ricordato come le tesi da lui avan&ate circa
l'etiologia delle nevrosi attuali e delle psiconevrosi %in alcune brevi comunica&ioni preliminari degli
anni ,!# e ,!-' conducessero al principio 3 ritenuto in linea di massima ancora valido 3 che %con
una vita sessuale normale la nevrosi impossibile', Freud spiega come egli fosse tuttavia incorso in
alcuni errori tali da pregiudicare l'insieme della dottrina, primo tra i quali l'aver sovrastimato la
frequen&a degli episodi di sedu&ione sessuale 3 ci4 cui sarebbe stato indotto non solo dal numero
insolitamente alto di casi di sedu&ione reale in cui egli si era imbattuto, ma anche e soprattutto dal
non essere %ancora in grado a quel tempo di distinguere con sicure&&a le illusioni mnestiche degli
isterici sulla loro infan&ia dalle rievoca&ioni di fatti reali, mentre ho appreso in seguito che
parecchie di quelle fantasie di sedu&ione si risolvono in tentativi di difesa dal ricordo di una propria
attivit2 sessuale (masturba&ione da bambino$'
"
.
. quasi dieci anni dalla lettera a Fliess sopra citata abbiamo dunque qui la prima pubblica
!; 9fr. 6. Freud, Lettere a @il!elm Fliess 3FF4B3GHI, cit., pp. !: sgg.
!, ?vi, p. :>,.
!! ?vi, p. :!;.
""5er una prima ricogni&ione della questione cfr. la voce ad essa relativa in B. Laplanche, B.+/. 5ontalis, Enciclopedia
della psicoanalisi, cit., pp. #8; e sgg.
"9fr. Le mie opinioni sul ruolo della sessualit" nell'etiologia delle ne#rosi, trad. di 9. L. Eustatti, in 1pere, cit., vol.
#, pp. :!+::". ?l corsivo mio.
8;
abiura della teoria della sedu&ione, il cui significato viene da Freud illustrato nei seguenti termini:
con la scoperta dell'irrealt2 delle scene di sedu&ione %veniva meno l'accento sull'elemento
%traumatico' delle esperien&e sessuali dell'infan&ia' mentre rimaneva %il concetto che l'attivit2
sessuale infantile (spontanea o provocata$ indiri&&a la vita sessuale successiva dopo la maturit2. Lo
stesso chiarimento' doveva tuttavia anche %modificare la conce&ione dei sintomi isterici. @uesti
cessarono di apparire filia&ione diretta di ricordi rimossi relativi a episodi sessuali dell'infan&ia0 fra i
sintomi e le impressioni sessuali infantili erano ora inserite le fantasie (o ricordi immaginari$ del
malato, prodottesi in genere negli anni della pubert2, e che da un lato venivano costruendosi', come
si evince dall'importante testo del ,!, sui *icordi di copertura,
":
%sopra i ricordi di infan&ia,
dall'altro si trasformavano direttamente in sintomi'. ?l fatto che Freud individui da ultimo il periodo
in cui le fantasie si formerebbero nella pubert2 non deve tuttavia trarre in inganno, dal momento che
l'autentico nocciolo di quest'ultime, analogamente a quanto avviene nel caso dei sogni, risiederebbe
in desideri infantili di carattere erotico. .spetto che, sebbene qui non men&ionato, chiarisce il
successivo riferimento all'analogia %veramente straordinaria tra tali fantasie inconsce degli isterici e
le produ&ioni immaginarie, divenute coscienti sotto forma di deliri, della paranoia', nonch1 la
conclusione che, con una tale corre&ione, i %traumi sessuali infantili' furono in certo modo sostituiti
da un %infantilismo della sessualit2'. Aanto pi che 3 come si vedr2 in seguito 3 il parallelismo tra le
fantasie inconsce degli isterici e le produ&ioni immaginarie della paranoia viene da Freud sovente
esteso fino ad includere anche gli agiti degli individui perversi.
6tante il ritardo il quale Freud riconobbe pubblicamente l'erroneit2 della teoria della
sedu&ione, non stupisce che gli argomenti in rela&ione ad essa sviluppati nello scritto del !"-
riprendano le numerose osserva&ioni sull'importan&a dei fantasmi, delle &one erogene e delle
componenti par&iali della libido presenti nelle lettere inviate a Fliess nel corso del ,!;. <ello
scritto sul ruolo della sessualit2 nell'etiologia dell'isteria, ad esempio, Freud illustra la conce&ione
secondo cui %il comportamento normale della fun&ione sessuale' deriverebbe dalla progressiva
restri&ione del polimorfismo sessuale infantile mediante la rimo&ione di determinate sue
componenti, ci4 che rende immediatamente chiaro il nesso tra il ruolo giocato nella vita psichica
":<ell'articolo Freud muove dalla discussione circa la fedelt2 dei primissimi ricordi di infan&ia per concludere che
buona parte di essi sarebbero, sebbene in parte soltanto, dei ricordi %il cui valore consiste nel prendere nella
memoria il posto di impressioni e pensieri che appartengono a un'epoca posteriore e che hanno un contenuto che si
collega, mediante rela&ioni simboliche e di analogia, a quello della scena ricordata' (*icordi di copertura, in 1pere,
cit., vol. :, p. 88-$. L' vero che tale tesi non formulata sen&a distinguo, e che questo testo andrebbe comunque letto
assieme a quello, coevo, sul .eccanismo psic!ico della dimenticanza (in 1pere, cit., vol. :, pp. 8!+>$, nel quale
Freud, esaminando lo stesso caso di dimentican&a psichica (quello, personalmente occorsogli, relativo al nome
dell'autore degli affreschi del giudi&io universale dipinti su una cappella del duomo di Krvieto$ dal quale muover2
l'indagine su La psicopatologia della #ita quotidiana (trad. di 9.F. 5ia&&a, E. *anchetti, L. 6agittario in 1pere, cit.,
vol. 8, pp. #;+-:$, a proposito del %modo tenden&ioso con cui ricordiamo e dimentichiamo' fornisce un quadro
decisamente pi sfumato.
8,
dall'infantilismo sessuale e il secondo degli errori da Freud ini&ialmente compiuti, consistente
nell'eccessiva accentua&ione delle %influen&e accidentali' a discapito dei %fattori costitu&ionali', e
cui egli avrebbe posto rimedio appunto ponendo %in luogo di una semplice %difesa' meramente
psicologica una %rimo&ione sessuale' organica'.
">
5asso, questo, in verit2 gi2 compiuto nelle lettere
a Fliess del : settembre e del 8 ottobre ,!;, in cui egli aveva discusso la propria tenden&a a
considerare l'isteria come incurabile'.
"8
.ncor pi interessante tuttavia la missiva dell' gennaio ,!;, in cui si trova l'indica&ione
che %le perversioni conducono regolarmente alla &oofilia e hanno un carattere animale', con
l'ulteriore precisa&ione che %esse non devono essere spiegate mediante il fun&ionamento di &one
erogene, che pi tardi vengono abbandonate, ma dall'effetto di sensazioni erogene che in seguito
hanno perso la loro for&a. . questo riguardo si ricorder2 che il senso pi sviluppato negli animali
(anche ai fini sessuali$ quello dell'odorato, il quale si atrofi&&ato negli esseri umani. 5oich1 il
senso dell'odorato (o del gusto$ dominante, l'urina, le feci, tutta la superficie del corpo e anche il
sangue hanno un effetto sessuale eccitante. L'aumento del senso dell'odorato nell'isteria sen&a
dubbio connesso con tutto ci4'.
"#
. prima vista, infatti, questo passo parrebbe sciogliere in senso
evolu&ionistico l'indeterminate&&a dell'espressione %rimo&ione organica', al cui riguardo il testo del
!"-, dopo averla introdotta, non fornisce alcuna precisa&ione.
"-
*iconducendo le perversioni, che
alla luce di quanto sopra potremmo definire delle forme di infantilismo sessuale, ad una regressione
dell'organi&&a&ione sessuale nella dire&ione dell'animalit2, esso sembrerebbe farne degli atavismi.
.ll'origine delle forma&ioni reattive che nell'adulto serviranno a delimitare i confini della sessualit2
normale Freud pone cio in queste righe una rimo&ione che si attua sen&'altro a livello ontogenetico,
ma le cui basi 3 com' dato di evincere dal riferimento al ruolo dell'olfatto nella riprodu&ione
animale 3 sarebbero viceversa filogenetiche. 6i tratta di un assunto che Freud non esplicita, ma che
egli potrebbe aver ricavato da Lrnst (aecFel, il quale, sulla scorta delle proprie ricerche di
embriologia e della teoria darPiniana dell'evolu&ione, aveva formulato nel ,-- la legge secondo
cui %l'ontogenesi una breve e rapida ricapitola&ione della filogenesi'.
";
7ale a dire che vi sarebbe,
">Le mie opinioni sul ruolo della sessualit" nell'etiologia delle ne#rosi, cit., p. ::>.
"86. Freud, Lettere a @il!elm Fliess 3FF4B3GHI, cit., p. >">.
"#?vi, p. :#>.
"-Ea cfr. oltre, p. -;, n. #,.
";9fr. L. (aecFel, 2enerelle .orp!ologie der 1rganismen: ;llgemeine 2rundzge der organisc!en FormenB
@issensc!aft0 mec!anisc! egrndet durc! die #on C!arles %ar?in reformierte %escendenzt!eorie, Georg *eimer,
/erlin ,--, vol. ??, p. >"", cit. da F. B. 6ulloPa) in Freud iologo della psic!e, cit., p. :,-. 6ulloPa) insiste tuttavia
su due punti. ?n primo luogo, l'influen&a da 9harles DarPin esercitata su Freud sarebbe stata in larga parte indiretta,
in quanto abbondantemente mediata da autori con il gusto delle generali&&a&ioni teoriche quale ad esempio l'allora
molto influente Jilhelm /^lsche, autore, tra ,!, e !">, di una monumentale opera su %as Lieesleen in der
'atur+ Eine Ent?ic>lungsgesc!ic!te der Liee RLa vita amorosa in natura. Gna storia evolutiva dell'amoreS. ?noltre,
di contro a quanto ini&ialmente sostenuto da Lucille *itvo (della quale si pu4 vedere %ar?in as a Source of Freud
'eoBLamarc>ianism, in %Bournal of the .merican 5s)choanal)tic .ssociation', >, !-#, pp. 8!!+#;0 nonch1 la
par&iale autorettifica costituita da T!e Impact of %ar?in on Freud, in %Ahe 5s)choanal)tic @uarterl)', 8>, !;8, pp.
8!
per quanto concerne la specie umana e sulla doppia linea dello sviluppo filogenetico e ontogenetico,
una medesima e progressiva restri&ione dell'interesse sessuale, il cui raggio pi ampio sarebbe
riscontrabile in ambo i casi nelle prime fasi di esso: quella infantile e quella di un'umanit2 primitiva
la cui sessualit2 sarebbe stata, al pari di quella del bambino, polimorfa e perversa. Da qui il gi2
ricordato l'interesse di Freud per la questione del periodo in cui insorge nel bambino il disgusto per
gli escrementi e finalmente la sintesi, posteriore alla definitiva rinuncia alla teoria della sedu&ione,
della lettera del 8 novembre ,!;, in cui stabilita la connessione, ribadita pi di trent'anni dopo
ne Il disagio della ci#ilt",
",
tra l'atrofi&&a&ione del senso dell'olfatto e l'acquisi&ione della sta&ione
eretta da parte dell'uomo. %.dottata l'andatura eretta 3 argomenta Freud 3, il naso si sollevato da
terra, e con ci4 una quantit2 di sensa&ioni interessanti, legate alla terra, sono divenute repellenti, per
un processo c!e ancora ignoro. (%.rriccia il naso \ si considera come persona particolarmente
nobile'$. Kra, le &one che non producono pi una scarica sessuale negli esseri umani normali e
adulti devono essere le regioni dell'ano e della bocca+fauci. 9i4 va inteso in due sensi: in primo
luogo, la vista e l'idea di queste &one non ha pi effetto eccitante e, in secondo luogo, le sensa&ioni
interne da esse derivanti non danno pi alcun contributo alla libido, come quelle degli organi
sessuali veri e propri. <egli animali, tali &one sessuali mantengono il loro potere sotto amedue gli
aspetti. @uando questo si verifica anche negli esseri umani ne risulta la perversione. Dobbiamo
suppore che in et2 infantile la scarica sessuale non sia ancora cos= ben locali&&ata come nell'et2
adulta, cosicch1 in una certa misura le &one che pi tardi vengono abbandonate (e probabilmente
l'intera superficie corporea$ stimolano, in qualche modo, la produ&ione di qualcosa di analogo alla
successiva scarica sessuale'.
"!
;;+!:$, il pensiero evolu&ionistico avrebbe influito su Freud anche attraverso un altro e ben diverso canale,
rappresentato da quella che, all'interno della teoria postdarPiniana, costituiva una vera e propria %falange
neolamarcFiana', dai cui esponenti egli avrebbe mutuato l'assunto, %estremamente estraneo al darPinismo', secondo
il quale i %bisogni' interni agli organismi viventi costituirebbero il fattore determinante nel mutamento evolutivo.
?potesi quest'ultima confermata, oltre che da alcune delle lettere da Freud inviate ad .braham e a GoddrecF,
dall'appoggio da lui fornito ai tentativi bioanalitici compiuti da 6]ndor Ferenc&i a partire dai primi anni dieci.
Gi2 nel !>, infatti, Ferenc&i aveva infatti tentato di spiegare il fenomeno della laten&a sessuale attraverso le
condi&ioni ambientali dell'era glaciale, la cui dure&&a avrebbe costretto l'uomo ad inibire la propria sessualit2 per
poter riversare una maggiore quantit2 di energie nella lotta per la sopravviven&a (cfr. 6. Ferenc&i, Fasi e#oluti#e del
senso di realt", in 1pere+ 3G37B3G3G+ Volume II, trad. di 5. *i&&i, 9ortina, Eilano !!", pp. >8+8;$. Aornato sulla
questione nel !:8, egli non solo aveva ribadito le sue precedenti ipotesi, ma aveva collocato la catastrofe per
l'uomo rappresentata dalla glacia&ione al vertice di una serie di altri cinque eventi cruciali per lo sviluppo della vita
sulla Aerra, a ciascuno dei quali aveva fatto corrispondere poi un preciso momento dello sviluppo perigenetico
(fetale$ e ontogenetico, esattamente allo stesso modo in cui, dieci anni prima, aveva ricondotto all'influen&a
esercitata dalla glacia&ione il prodursi dello sviluppo in due tempi della sessualit2 umana (cfr. 6. Ferenc&i, T!alassa+
Saggio sulla teoria della genitalit", trad. di 5. *i&&i e L. *esele, 9ortina, Eilano !!>$.
6e le rea&ioni di Freud ai tentativi dell'amico non furono, per quanto positive, del tutto sen&a riserve, rimane comunque
la testimonian&a di Lrnest Bones circa l'opera che tra il !- e il !; Freud e Ferenc&i avrebbero progettato di
scrivere assieme su temi biogenetico+lamarcFiani (cfr. L. Bones, Vita e opere di Freud+ Vol+ II: 2li anni della
maturit" L3GH3B3G3GM, trad. di .. e E. <ovelletto, il 6aggiatore, Eilano !-:, pp. >-!+;"$.
",9fr. Il disagio della ci#ilt", trad. di L. 6agittario in 1pere, cit., vol. ", pp. #,! n. e #!# n.:.
"!6. Freud, Lettere a @il!elm Fliess 3FF4B3GHI, cit., p. >8.
#"
5refigurando il carattere %organico' alla rimo&ione attribuito da Freud nel !"-, questa lettera
sembrerebbe dar ragione a quanti ritengono che, in questi anni, egli stesse maturando l'idea di
ricondurre la rimo&ione patologica alla base ad essa offerta da una supposta rimo&ione organica,
fisiologicamente normale, relegando la nevrosi al rango di una difesa supplementare nei confronti di
una disposi&ione perversa pi marcata della media, che le normali forma&ioni reattive (disgusto,
pudore, ecc.$ nei confronti dei ricordi infantili associati alle &one erogene abbandonate non
basterebbero a contenere. ?n un'altra delle lettere a Fliess, datata : maggio ,!;, non si trova forse
l'afferma&ione che %le strutture psichiche, che nell'isteria vanno soggette alla rimo&ione, non sono
propriamente i ricordi, dato che nessuno mette al lavoro la propria memoria sen&a motivo, quanto
piuttosto gli impulsi, che derivano dalle scene primarie'U
"
<ondimeno, che ci4 equivalga ad una
radicale marginali&&a&ione se non al puro e semplice rinnegamento del percorso di
approfondimento psicologico e di sistema&ione teorica da Freud fino ad allora compiuto sotto
l'urgen&a della clinica delle nevrosi e dell'isteria in particolare, quanto meno dubbio. <on si
tratter2 infatti di chiedersi di che genere siano le scene primitive di cui egli parlaU L' proprio sicuro
che esse siano, come sostenuto da 6ulloPa), delle proie&ioni endogene, quasi che le varie
componenti della pulsione portassero in s1 l'immagine degli oggetti meglio atti a soddisfarleU

L
come non tenere conto dell'indica&ione secondo cui la rimo&ione determinerebbe l'abbandono non
di una una serie di &one erogene corrispondenti alle componenti pulsionali pi difficilmente
integrabili nell'organi&&a&ione matura della sessualit2, bens= l'indebolimento di una quantit2 di
sensazioni erogene giustapposte, le quali continuerebbero altrimenti a contendere il primato che
pure Freud riconosce a quelle legate alla &ona genitaleU <on si accorda forse essa perfettamente con
l'assen&a, dalla prima edi&ione dei Tre saggi, di qualsivoglia riferimento ad una conce&ione stadiale
dello sviluppoU
Il reperimento dell'oggetto
. partire da Il delirio e i sogni nella ,2radi#a- di Pensen, Freud non avrebbe pertanto
"6. Freud, Lettere a @il!elm Fliess 3FF4B3GHI, cit., p. :;".
9fr., per quanto concerne la discussione di questo punto, F. B. 6ulloPa), Freud iologo della psic!e, cit., pp. ::8 e
sgg. Ara gli altri argomenti di cui 6ulloPa) si fa forte c' anche la spiega&ione da Freud fornita circa la scelta della
nevrosi, in quanto frutto dell'incrocio di due teorie fliessiane: quella dell'universale bisessualit2 del genere umano e
quella del carattere periodico, a spinte, (sc!u?eise$ dello sviluppo sessuale. Freud aveva in effetti tentato di rendere
conto della grande variabilit2 degli esiti psicopatologici prodotti da esperien&e sostan&ialmente analoghe su soggetti
diversi mediante la diversit2 delle &one erogene interessate: laddove queste fossero state quella orale o anale, esse
avrebbero in ogni caso dato luogo a forma&ioni reattive ed i ricordi infantili ad esse associati sarebbero incorsi nella
rimo&ione0 qualora la &ona in questione fosse invece stata quella genitale, un esito analogo avrebbe costituito la
norma unicamente per le femmine, laddove %nei maschi o nelle donne mascoline' esse avrebbero piuttosto
provocato %coa&ione masturbatoria e libido', il fattore %decisivo' essendo proprio quello %organico' (6. Freud,
Lettere a @il!elm Fliess 3FF4B3GHI, cit., pp. >#+-$.
#
smarcato il concetto di feticismo da quello di aberra&ione sessuale in senso psichiatrico sen&a con
ci4 anche riprodurre le contraddi&ioni al riguardo operanti nei Tre saggi sulla teoria sessuale e che
sono in ultima istan&a le stesse che si ritrovano al fondo del concetto di rimo&ione.
<ella conferen&a /er la genesi del feticismo, tenuta presso la 6ociet2 psicoanalitica di 7ienna
nel febbraio del !"!, in conclusione alla disamina di un esempio di feticismo del piede nella cui
determina&ione avrebbe giocato un ruolo decisivo la connota&ione coprofila originariamente assunta
per il suo pa&iente dal piacere di odorare, egli osserva ad esempio che %si potrebbe collocare il
piacere degli odori accanto all'erotismo anale, ma sarebbe meglio ascriverlo all'erotismo nasale'.
:

9i4 che, se da una parte equivale a palesare una certa perplessit2 quanto all'opportunit2 di ribattere
completamente la valen&a erogena di una determinata sensa&ione sulla sua connessione con una
data &ona del corpo, la cui fun&ione di fonte della sessualit2 sarebbe organicamente predeterminata0
dall'altra implicitamente conferma il valore di paradigma in tal modo attribuito al modello
biogenetico dello sviluppo psicosessuale. Eodello che si sovrappone e si compenetra sen&a
solu&ione di continuit2 con quello, pi tradi&ionale e per i Tre saggi sulla teoria sessuale ancora
determinante, della psichiatria organicista di fine I?I secolo: %a dire il vero' 3 afferma infatti
Freud, quasi a riannodare il discorso ini&iato nel lontano ,!; 3 %questa Ril riconoscimento
dell'importan&a, per la comprensione del feticismo, della sua componente olfattivaS non una
novit2. /loch osserva che originariamente l'attra&ione per gli odori sta alla base del feticismo dei
capelli'.
Del resto, se la no&ione di un'organi&&a&ione pregenitale della libido incentrata sulla &ona
erogena anale (dominata cio dalle pulsioni sadiche e dall'erotismo anale, e cionondimeno gi2
caratteri&&ata da un rapporto ad un oggetto esterno analogo a quello presente nell'organi&&a&ione
genitale matura$ sarebbe stata avan&ata da Freud soltanto nel !>, nel lavoro su La disposizione
alla ne#rosi ossessi#a (alla base del consistente rimaneggiamento subito dai Tre saggi sulla teoria
sessuale in occasione della loro ter&a edi&ione$,
>
gi2 nell'articolo Carattere ed erotismo anale,
pubblicato nel !",, egli aveva fatto rimontare all'importan&a, in tal caso indebitamente accentuata,
da tale &ona rivestita per la sessualit2 infantile tutta una serie di tratti caratteriali che nell'adulto
spesso si presenterebbero reciprocamente associati.
8
D'altra parte, del caso clinico che fornisce due
dei tre esempi di feticismo presi in considera&ione nella comunica&ione alla 6ociet2 psicoanalitica,
egli avrebbe fornito, in una lettera inviata a Carl .braham nel febbraio dell'anno successivo,
:/er la genesi del feticismo, trad. di F. Earchioro in 6. Eistura (a cura di$, Figure del feticismo, Linaudi, Aorino
:"", p. .
>9fr. La disposizione alla ne#rosi ossessi#a, trad. di L. Luserna in 1pere, cit., vol. ;, p. :>!.
89fr. Carattere ed erotismo anale, trad. di 9. L. Eusatti, in 1pere, cit., vol. #, pp. 8"+"-. L' appena il caso di
sottolineare come la stesura di questo testo sia coeva al trattamento analitico di cui Freud render2 conto nel Caso
clinico dell'uomo dei topi (!"!$, destinato a rimanere il suo maggiore contributo circa la nevrosi ossessiva.
#:
un'interpreta&ione sensibilmente diversa, identificando l'oggetto cui la pulsione si sarebbe
originariamente fissata non nel piede stesso, bens= in un oggetto anale il cui investimento libidico
sarebbe stato su di esso trasferito in un secondo momento.
#
7ale a dire che nella lettera ad
.braham, il quale avr2 non a caso un ruolo di primo piano nel determinare l'inflessione della teoria
analitica in senso evolutivo, il nesso tra feticismo e piacere di odorare sembra passare in secondo
piano rispetto alla connota&ione coprofila di questo, la quale rimanda a sua volta all'inciden&a della
componente pulsionale anale sulla vita erotica del futuro feticista.
L'accresciuto interesse di Freud per tale inciden&a, la quale mette in gioco anche la questione,
cui si sopra accennato, dello statuto delle rappresenta&ioni fantastiche, si ritrova del resto anche in
numerosi altri dei suoi testi della fine del primo decennio del secolo. <el suo lavoro del !", sulle
Teorie sessuali infantili, in cui egli per la prima volta affronta il tema, cruciale per la questione del
feticismo, delle investiga&ioni messe in atto dai bambini riguardo alla sessualit2, Freud illustra ad
esempio la teoria consistente %nell'attriuire a tutti gli esseri umani0 incluse le femmine0 un pene'
muovendo dalla constata&ione che %proprio nella costitu&ione sessuale che dobbiamo riconoscere
come quella %normale', gi2 nell'infan&ia il pene la &ona erogena principale, l'oggetto autoerotico
pi importante. Logicamente quindi la stima in cui tenuto si rispecchia nell'incapacit2 di
immaginare una persona a s1 simile che sia priva di questa fondamentale parte costitutiva'.
-
.
riprova di ci4, egli cita il fatto che %quando il maschietto vede i genitali di una sorellina, ci4 che egli
dice mostra che il suo pregiudi&io gi2 abbastan&a forte da falsarne la perce&ione0 egli non osserva
in qualche modo la mancan&a del membro, ma dice in#ariailmente, come per consolare e
rettificare: %?l ... per4 ancora piccolo0 solo quando lei sar2 pi grande crescer2.''.
;
#?l passo in questione il seguente: %R?l pa&ienteS era anche un feticista del piede, sebbene non della specie pi
gre&&a. La sua infan&ia fu segnata da un'attivit2 coprofila insolitamente intensa. Dagli otto ai dieci anni, per
esempio, egli fu solito trattenere le feci affinch1 si formasse una colonna che lasciava pendere dal retto, e dalla quale
staccava nel corso della giornata dei piccoli pe&&i. Lra inoltre un %annusatore' straordinariamente sensibile' (cfr. 6.
Freud, C. .braham, T!e Complete Correspondance of Sigmund Freud and Earl ;ra!am, a cura di L. Fal&eder, (.
Carnac, London :"":, p. "# (trad. mia$. <el prosieguo della lettera Freud identifica inoltre %il piacere coprofilo di
odorare come il responsabile della maggior parte dei casi di feticismo del piede e dello stivale', anche se vi si
afferma pure che %il piede femminile' costituisce %probabilmente un sostituto per il pene della donna,
primitivamente postulato e dolorosamente rimpianto'. 6ginifica&ione che non sarebbe peraltro ad esso riservata, dal
momento che %un analogo sostituto sembra essere la treccia. ?l taglio della treccia rappresenta cos= la castra&ione
della donna', %come se si divenisse donna mediante la castra&ione'. <ella lettera da Freud inviata a .braham il ,
febbraio !"!, in risposta a una richiesta di delucida&ioni da questi al riguardo avan&ata il giorno 8, la
presenta&ione del caso corrisponde invece pienamente a quella adottata in occasione della comunica&ione da Freud
tenuta presso la 6ociet2 psicoanalitica pochi giorni dopo (cfr. ivi, pp. ,+,>$.
-Teorie sessuali dei amini, trad. di L. .. 5anaitescu in 1pere, cit., vol. #, p.8#-.
;La medesima osserva&ione era stata da Freud gi2 riportata l'anno precedente nello scritto sull'Istruzione sessuale dei
amini (trad. di L... 5anaitescu in 1pere, cit., vol. #, pp. >#+-:$, nel quale si trova il seguente passo: %. tre anni e
tre quarti R(ansS in grado di scoprire da solo con le sue osserva&ioni categorie esatte. 7ede che da una locomotiva
vien fuori dell'acqua e dice: %Guarda, la locomotiva fa pip=0 e allora dove ha il suo fapip=U' 5i tardi aggiunge
pensieroso: %Gn cane e un cavallo hanno un fapip=0 un tavolo e una seggiola no.' Da poco ha osservato la sorellina,
nata da una settimana, mentre le si fa il bagno, e commenta: %Ea il suo fapip= ancora piccolo. @uando lei crescer2,
esso diventer2 pi grande.' (La stessa posi&ione rispetto al problema della differen&a dei sessi mi stata riferita a
proposito di altri maschietti della stessa et2.$' (p. >#,$.
#>
L'obie&ione che il discorso di Freud immediatamente solleva naturalmente costituita dalla
posi&ione della bambina, relativamente alla quale egli si accontenta sostan&ialmente di ribadire
quanto gi2 sostenuto nei Tre saggi sulla teoria sessuale. La sessualit2 femminile avrebbe una natura
originariamente clitoridea, destinata a modificarsi soltanto negli anni della pubert2 merc la
rimo&ione di tale suo carattere originariamente maschile.
,
L' dunque sulla base di tale omologia
fun&ionale che la bambina condividerebbe %pienamente' il parere del fratello, sviluppando %per
questa parte del corpo del maschio un grande interesse, che non tarda tuttavia a essere retto
dall'invidia'. 9he dal punto di vista della fisiologia dei processi sessuali la clitoride possa essere
considerata un piccolo pene, non sembra tuttavia in alcun modo sufficiente a giustificare gli
ulteriori sviluppi della teoria freudiana, nella quale sembrerebbe essere tra l'altro implicata
l'ammissione di una sorta di handicap epistemologico dal quale la bambina sarebbe, a differen&a del
maschio, costitutivamente affetta. .bbandonata per un istante la discussione della fantasia della
donna con il pene, Freud fa infatti un passo indietro, prendendo in considera&ione il modo in cui i
bambini si pongono la questione della genera&ione e l'atteggiamento che essi manifestano in
rela&ione a quanto viene loro in proposito raccontato dagli adulti. 9he i bambini crescano nel ventre
della madre una constata&ione che tanto il maschio che la femmina possono formulare in proprio,
per via empirica, e di fronte alla quale non c' cicogna che tenga. Lssa, per4, %non evidentemente
una spiega&ione sufficiente'. 9ome fa il bambino ad entrarviU %9osa d2 ini&io al suo sviluppoU 9he
il padre c'entri per qualche verso probabile, egli afferma infatti che il bambino anche il suo
bambino. D'altronde anche il pene svolge certamente la sua parte in questi processi misteriosi0 ne
prova il fatto che, a tutto questo lavorio del pensiero, il pene si eccita. 9on questo eccitamento sono
collegati impulsi di cui il bambino non riesce a rendersi conto, oscuri impulsi a un fare violento, a
penetrare, a mandare in frantumi, ad aprire in qualche luogo un buco', col che egli parrebbe ben
avviato a %postulare' l'elemento mancante, ovverosia %l'esisten&a della vagina', e a %considerare la
penetra&ione della madre ad opera del padre come quell'atto che d2 origine al bambino nel corpo
,9fr., a questo riguardo, il testo sulle Fantasie isteric!e e loro relazione con la isessualit", in cui, muovendo dalla
supposi&ione che l'analisi del rapporto tra fantasie e sintomi avrebbe dovuto costituire, in base ai dati dell'esperien&a
clinica, la migliore chiave di accesso %alla conoscen&a delle componenti della pulsione sessuale che dominano
l'individuo', Freud conclude alla reinterpreta&ione della rimo&ione nei termini di un conflitto tra pulsioni maschili e
femminili, nel quale facilmente riconoscibile l'impronta della sua vecchia conce&ione della bisessualit2.
L'opera&ione sopra citata 3 spiega Freud 3 d2 infatti %per alcuni casi, un risultato inatteso', eviden&iando come, per
la liquida&ione di numerosi sintomi, non sia affatto sufficiente enucleare una fantasia sessuale inconscia (o una serie
di fantasie di cui una, la pi importante e primitiva, di natura sessuale$, ma ne occorrano viceversa due, entrambe
sessuali, %di cui una ha carattere maschile e l'altra femminile, sicch1 una di tali fantasie scaturisce da un moto
omosessuale'. 9i4 che sarebbe confermato da quei casi di onanismo in cui %la persona che si masturba cerca di
immedesimarsi, nelle sue fantasie consce, sia nell'uomo sia nella donna della situa&ione immaginata', nonch1 %da
certi attacchi isterici, nei quali la malata sostiene contemporaneamente entrambe le parti della fantasia sessuale che
ne alla base, e quindi, ad esempio, R...S con una mano stringe a s1 le vesti (nella parte di donna$, mentre con l'altra
cerca di strapparsele (nella parte di uomo$' (op. cit., p. >!8$.
#8
della madre'.
!

.l di l2 della tonalit2 sadica dalla quale il passo permeato e che trova d'altra parte riscontro
nel fatto che l'interpreta&ione del coito come atto sadico costituisce la ter&a e ultima delle teorie
infantili da Freud in questo lavoro discusse,
:"
ci4 che in esso colpisce la pretesa che, ad innescare
nel bambino un processo di acquisi&ione della conoscen&a, sia il profilarsi del primato della &ona
genitale, sotto il quale dovr2 strutturarsi l'organi&&a&ione sessuale matura, contraddistinta dal
superamento della par&ialit2 che contraddistingue le altre pulsioni e della loro tenden&a a soddisfarsi
autoeroticamente. @uasi che vi fosse un parallelismo stretto tra matura&ione della fun&ione genitale
da una parte e sviluppo del senso di realt2 dall'altra, il destarsi di una particolare classe di ci4 che
Freud chiama %impulsi' 3 ed an&i impulsi %oscuri', il cui difetto di chiare&&a non possiamo,
conformemente a quelli che saranno i dati elementari della metapsicologia, che addebitare alla
labilit2 del loro legame con una perce&ione integrata nell'organi&&a&ione dell'apparato psichico e
come tale atta a fungere da rappresentante pulsionale 3 qui chiamato ad assicurare lo stabilirsi di
un primo rapporto tra dentro e fuori, tra l'indi#iduum costituito dalla congiun&ione di apparato
psichico e organismo biologico da una parte e, dall'altra, l'ambiente o la realt2 da cui esso dipende
tanto per il soddisfacimento dei suoi bisogni vitali, quanto per quello dei suoi moti pulsionali,
successivamente per lo meno al loro affrancarsi dall'autoreferen&ialit2 che li contraddistinguerebbe
al loro sorgere. ?l buco che, a detta di Freud, si tratterebbe per il bambino di aprire sarebbe insomma
anche e soprattutto una breccia nel muro dell'autoerotismo infantile, la manifesta&ione imperiosa del
bisogno di stabilire una rela&ione con un oggetto sul quale riversare una libido la cui progressiva
altera&ione, procedente da mutamenti interni all'organismo stesso, implicherebbe l'impossibilit2 di
mantenere lo status quo quanto ai modi del suo soddisfacimento.
. gravare tale modello di una pesante ipoteca tuttavia non solo il fatto che i termini che
compaiono nel passo sopraccitato si confanno pienamente soltanto al caso del bambino di sesso
maschile, bens= anche che la pulsione genitale al cui sviluppo esso demanda la rettifica dei rapporti
del soggetto con l'ambiente la medesima alla cui influen&a esso aveva poche righe prima messo in
conto %la teoria secondo cui la madre possiede un pene come il maschio', ovverosia la teoria di cui
ci viene ora detto che essa %si para di fronte' al piccolo indagatore, impedendogli di proseguire le
sue ricerche e condannandolo ad una %perplessit2' irresolubile.
:
?ntroducendone la tratta&ione, egli
!Teorie sessuali dei amini, cit., p.8#,.
:"Le altre due essendo per l'appunto quella del monismo fallico e quelle relative al processo della genera&ione
(feconda&ione orale e simili, parto anale$.
:9i4 nella misura in cui essa da Freud presentata come il correlato dell'ignoran&a della vagina, la quale ultima
verr2, in base all'assunto del carattere originariamente maschile della libido, da lui estesa anche alla bambina, ci4
che gli coster2 l'opposi&ione della scuola londinese e di Bones in primis. ?n occasione di una comunica&ione al
congresso psicoanalitico interna&ionale di ?nnsbrucF del !:;, questi avrebbe infatti sostenuto l'esisten&a di una
libido specificamente femminile, nonch1 l'eviden&a clinica secondo cui le bambine non mancherebbero affatto di
##
aveva infatti sottolineato come in ciascuna delle teorie sessuali infantili, a dispetto del carattere
grottesco che talora le contraddistingue, vi sia %una parte di schietta verit2', derivante dal fatto che
esse %scaturiscono' dalle %componenti della pulsione sessuale che sono attive gi2 nell'organismo del
bambino', e quindi %non da un arbitrio psichico o da impressioni casuali, ma dalle necessit2 della
costitu&ione psicosessuale, ed per questo che possiamo parlare di teorie sessuali dei bambini
tipiche e che troviamo, in tutti i bambini la cui vita sessuale a noi accessibile, le stesse opinioni
erronee'.
::
6en&a rendersene conto, Freud sembrerebbe quindi attribuire alla rappresenta&ione della
donna con il pene, passibile di %fissarsi' nel bambino al punto di resistere %a tutti gli influssi della
vita successiva' e di renderlo infine %incapace di rinunciare alla presen&a del pene nel proprio
oggetto sessuale',
:>
un duplice statuto. Da una parte si tratterebbe di una rappresenta&ione il cui
carattere composito ed an&i contraddittorio starebbe ad indicare la natura intrinsecamente
immaginaria e l'irreperibilit2 al livello della realt2 dell'oggetto che essa presentifica. 6trutturalmente
discorde rispetto ai dati della perce&ione, la sua inciden&a peraltro ineluttabile sulla sessualit2
umana si manifesterebbe nel renderle pi complesso se non addirittura nel precluderle il
reperimento dell'oggetto 3 il partner dell'altro sesso 3 necessario ad assicurarne l'eserci&io in quanto
fun&ione riproduttiva. . partire da questa prospettiva, potremmo sen&'altro riconsiderare quanto da
Freud affermato nei Tre saggi sulla teoria sessuale relativamente al paradosso per cui il feticismo, a
quel tempo ancora annoverato tra le devia&ioni della pulsione sessuale e quindi tra le perversioni,
lungi dal manifestare uno scatenamento dell'istinto sessuale ne avrebbe piuttosto indicato un
indebolimento non privo di rapporti con l'esclusivit2 insita nell'%amore normale'. <ondimeno, non
va dimenticato come egli ne tenga costantemente presente anche un'altra, secondo la quale la
giustapposi&ione di tratti maschili e femminili che si riscontra nella rappresenta&ione della donna
con il pene dovrebbe piuttosto essere considerata l'effetto della proie&ione che il soggetto
sessualmente immaturo effettuerebbe sull'altro dell'organo 3 e quindi di un oggetto sen&'altro
reperibile al livello della realt2 3 che ne condi&iona il soddisfacimento erotico. 6uccessivamente
integrato a pieno titolo nella teoria del narcisismo, questo punto di vista viene adottato nelle Teorie
sessuali infantili per spiegare mediante la fissa&ione alla rappresenta&ione della madre fallica la
posi&ione dell'omosessuale attivo, il quale cercherebbe il proprio oggetto sessuale proprio %fra i
maschi che per altre caratteristiche somatiche e psichiche gli ricordano la donna'.
L'ambiguit2 appena segnalata non concerne tuttavia unicamente l'immagine della donna con il
conoscere la vagina, mentre l'invidia del pene costituirebbe viceversa per esse una forma&ione secondaria, di modo
che il declino della fase fallica non farebbe che segnare il ritorno della femminilit2 precedentemente rimossa (cfr. L.
*oudinesco, (istoire de la ps)c!anal)se en France+ II L3GT5B3G45M, Fa)ard, 5aris !!8, pp. # e sgg.$.
::Teorie sessuali dei amini, cit., p. 8#-.
:>9fr. ivi, p. 8#;.
#-
pene qui in questione, bens= la dimensione fantastica in generale, da Freud sovente presa in esame
unitamente al problema della crea&ione artistica. <e Il delirio e i sogni nella ,2radi#a- di Pensen,
Freud osserva ad esempio come il personaggio di <orbert (anold fosse dotato, quale correttivo del
suo interesse pressoch1 esclusivo per %marmo e bron&o' intesi quale %unica realt2 vivente capace di
esprimere lo scopo e il valore della vita umana', di una %fantasia estremamente vivace, la quale non
si limitava ad agire nei sogni, ma era spesso attiva anche durante la veglia'. 9onformemente
all'assunto 3 gi2 implicito nello scritto del !"# /ersonaggi psicopatici sulla scena Q secondo il
quale i personaggi letterari sarebbero passibili di essere trattati %come se fossero individui reali e
non crea&ioni di un poeta,
:8
e come se la mente del poeta fosse uno schermo trasparente e non un
me&&o deformante od offuscante',
:#
egli non esita poi nemmeno ad affermare che %una tale
scissione della fantasia dalle facolt2 ra&ionali doveva predisporlo a divenire o poeta o nevrotico0
egli appartiene a quella specie di uomini il cui regno non di questa terra. 9os= appunto gli era
potuto capitare di rimanere fissato col suo interesse a un bassorilievo raffigurante una fanciulla che
camminava in modo particolare, di concentrarvi le proprie fantasie, di darle un nome e un'origine e
di collocare il personaggio da lui creato nella citt2 di 5ompei sepolta pi di ,"" anni prima, e
infine, dopo uno straordinario sogno di angoscia, di elevare la fantasia dell'esisten&a e della morte
della fanciulla chiamata Gradiva a un delirio che doveva influen&are tutto il suo comportamento'.
:-
La medesima alternativa si trova poi discussa ne Il poeta e la fantasia, pubblicato nel !";,
nel quale le fantasticherie 3 non necessariamente riferite a soggetti nevrotici 3 vengono messe a
confronto, oltre che con le crea&ioni poetiche, con il gioco dei bambini, al cui riguardo Freud nota
come %il bambino, nonostante i suoi investimenti affettivi, distingue assai bene il mondo dei suoi
giuochi dalla realt2 e appoggia volentieri gli oggetti e le situa&ioni da lui immaginati alle cose
visibili e tangibili del mondo reale Rle!nt seine imaginierten 1De>ten und Ver!Altnisse gerne an
greifare und sic!tare %inge der ?ir>lic!en @elt anS. @uest'appoggio e null'altro Rnic!ts anderes
als diese ;nle!nungS distingue il %giocare' del bimbo dal %fantasticare''. Facendo leva
sull'ambiguit2 del verbo %spielen' (il quale significa nella sua prima acce&ione %giocare', ma tra i
:85assando a trattare, dopo quello religioso, di carattere e sociale, del dramma psicologico, Freud vi afferma ad
esempio che %nell'animo dell'eroe infuria la lotta, generatrice di sofferen&a, tra impulsi diversi', e che, combinata
con elementi tratti dalle altre tipologie, fornisce %lo spunto per situa&ioni di conflitto con varianti quasi infinite:
altrettanto infinite quanto le fantasticherie erotiche degli uomini'. @uanto invece al dramma non pi semplicemente
psicologico, bens= psicopatologico, la %condi&ione del godimento' sarebbe data in questo caso dall'essere lo
spettatore %anche nevrotico' (cfr. /ersonaggi psicopatici sulla scena, trad. di E. Aonin Dogana, in 1pere, cit., vol.
#, p. :>8$.
:#Il delirio e i sogni nella ,2radi#a- di Pensen, cit., p. :-!.
:-?vi, pp. :-!+;". L'idea che la principale modalit2 di manifesta&ione delle fantasie dei nevrotici sia costituita
dall'influen&a da esse esercitata sul loro comportamento si trova anche nell'altro lavoro da Freud pubblicato nel
!"-, dedicato ai rapporti tra la %diagnostica del fatto' (una tecnica di interrogatorio basata sull'utili&&o delle
associa&ioni verbali$ e il metodo psicoanalitico della libera associa&ione (cfr. %iagnostica del fatto e psicoanalisi,
trad. di E. Aonin Dogana, in 1pere, cit., vol. #, p. :8!$.
#;
cui molteplici significati vi anche quello di %recitare' e persino di %fingersi' o di %atteggiarsi a'$
Freud accosta tale atteggiamento a quello del poeta, il quale pure prende sul serio, investendolo
affettivamente, un mondo dalla cui irrealt2 egli trae il massimo vantaggio, distillando ad esempio
del godimento da esperien&e che qualora realmente compiute risulterebbero viceversa spiacevoli. ?l
legame dal poeta conservato con il mondo reale sembrerebbe an&i ancor pi labile di quello con
esso intrattenuto dal bambino, il quale, nei suoi giochi, indubbiamente diretto %da desideri', ma
anche e soprattutto %da quello specifico desiderio che di cos= grande aiuto nella sua educa&ione: il
desiderio di essere grande e adulto. Lgli giuoca sempre a %essere grande', e imita nel giuoco quel
che riesce a conoscere della vita degli adulti'. *agion per cui l'opposto di tale desiderio di realt2
non andr2 cercato nell'attivit2 del poeta, bens= nella %vita interiore dell'uomo'. 9hi la conosce 3
argomenta infatti Freud 3 %sa che non vi cosa pi difficile della rinuncia a un piacere gi2 una volta
gustato. Lffettivamente noi non possiamo rinunciare a nulla e solo barattiamo l'una cosa con l'altra,
cos= che ci4 che sembra una rinuncia altro non in realt2 che la forma&ione di un sostituto o
surrogato. 9os= anche l'adolescente, quando smette di giocare, abbandona soltanto l'appoggio agli
oggetti reali: invece di giocare ora fantastica'.
:;
L'attivit2 fantastica, qualora non passata al laminatoio della sublima&ione come nel caso del
poeta
:,
n1 diretta da un desiderio orientato in dire&ione del mondo reale come in quello del
bambino, sarebbe dunque connotata in senso marcatamente regressivo: %si deve intanto dire 3
afferma recisamente Freud 3 che l'uomo felice non fantastica mai0 solo l'insoddisfatto lo fa'.
:!

5eraltro, sebbene %molte crea&ioni poetiche si mantengRaSno ben lontane dal modello di un ingenuo
sogno a occhi aperti', non si pu4 tuttavia %fare a meno di sospettare che anche i casi che
maggiormente se ne allontanano possano esser congiunti a questo modello attraverso una catena
ininterrotta di passaggi intermedi'. .n&i, soprattutto qualora si prendano a termine di riferimento
%non i poeti massimamente valutati dalla critica, ma quei pi modesti scrittori di roman&i, novelle e
racconti, che proprio perci4 trovano un pi vasto pubblico di lettori e di lettrici appassionati', le
loro opere sono al riguardo rivelatrici: %il senso di sicure&&a con cui accompagnamo l'eroe nel corso
delle sue paurose avventure lo stesso di quello con cui nella vita reale un eroe si lancia in acqua
per salvare uno che in procinto di annegare, o si espone al fuoco nemico per andare all'assalto di
una posi&ione avversaria0 quel vero sentimento eroico che uno dei nostri migliori scrittori,
.n&engruber, ha espresso in maniera stupenda: %Es >ann dir nix g'sc!e!en'. *itengo per4 che
:;9fr. Il poeta e la fantasia, trad. di 9. L. Eusatti, in 1pere, cit., vol. #, pp. >;-+;,.
:,@uesta parrebbe infatti essere la principale differen&a tra le fantasie ordinarie e quelle poetiche, che in questo lavoro
Freud tende peraltro ad avvicinare. 9fr. inoltre l'indica&ione in esso contenuta secondo cui %il particolarissimo
segreto' del poeta consisterebbe nell'essere in grado di farci condividere i suoi %drammi' o %ci4 che noi siamo
inclini a interpretare come suoi personali sogni ad occhi aperti' (op. cit., p. >,>$.
:!?vi, p. >;,.
#,
attraverso questo trasparente carattere di invulnerabilit2 si renda sen&a fatica riconoscibile sua
maest2 l'?o, l'eroe di tutte le fantasticherie come di tutti i roman&i'. .nche nei %cosiddetti roman&i
psicologici', d'altra parte, le cose non vanno diversamente: come non essere colpiti, infatti, dal fatto
che %un solo personaggio, l'eroe, descritto dall'interno', di modo che %dentro la sua anima vi in
un certo senso il suo autore'U L che dire del patrimonio di miti, leggende popolari e favole dal quale
pure poeti e scrittori talvolta amano attingere, e che sovente corrispondono %ai residui deformati di
fantasie di desiderio di intere na&ioni'U
>"
Kltre all'indica&ione secondo la quale fantasticherie e sogni ad occhi aperti altro non
farebbero che provvedere un immaginario soddisfacimento a desideri concreti e ben determinati,
nella realt2 viceversa frustrati, in questo testo se ne trova tuttavia anche un'altra, di segno per certi
versi opposto. 6i tratta della struttura temporale delle fantasie, le quali non appaiono mai rigide ed
immutabili, ma ondeggiano per cos= dire %fra tre tempi, i tre momenti temporali della nostra
idea&ione. ?l lavoro mentale prende le mosse da un'impressione attuale, un'occasione offerta dal
presente e suscettibile di risvegliare uno dei grandi desideri del soggetto. Di l2 si collega al ricordo
di un'esperien&a anteriore, risalente in genere all'infan&ia, in cui quel desiderio veniva esaudito0 e
crea quindi una situa&ione relativa al futuro la quale si configura come appagamento di quel
desiderio R...S. Dunque passato, presente e futuro, come infilati al filo del desiderio che li
attraversa'.
>
Gn desiderio che Freud lascia, significativamente, indeterminato, e rispetto al quale
bisogni e tenden&e radicati nella condi&ione attuale del soggetto (al livello della coscien&a, ma
anche a quello di una dimensione pulsionale supposta ridursi ad un'architettura 3 per quanto
complessa 3 di componenti istintuali$ non sembrano svolgere altro ruolo che quello di pretesto.
9osicch1 l'idea di una spinta endogena, di origine organica, che richiederebbe di soddisfarsi
mediante il reperimento nella realt2 dell'oggetto ad essa pi adeguato o, in subordine,
fantasticamente, mediante un'immagine contraffatta di quella, viene ad essere complicata
dall'immistione di un tratto di alterit2 radicale, la cui presa in carico sembrerebbe in ultima istan&a
implicare l'abbandono della conce&ione secondo cui le fantasie costituirebbero sempre e comunque
la controparte di una frustra&ione.
Feticismo del piede e rimozione parziale
.lle ambiguit2 insite nel concetto di rimo&ione e, pi in generale, nella costru&ione teorica
che, al principio del secolo, Freud veniva attorno ad esso edificando, la summen&ionata
>"9fr. ivi, pp. >,"+,:.
>?vi, pp. >;,+;!.
#!
comunica&ione da questi tenuta presso la 6ociet2 psicoanalitica di 7ienna il :8 febbraio !"!,
verbali&&ata da Ktto *anF con il titolo /er la genesi del feticismo, aggiunge ulteriori elementi di
problematicit2, non tali peraltro da mettere in discussione l'inclusione del feticismo stesso nel
campo delle nevrosi, la quale ne risulta an&i, rispetto a quanto gi2 articolato nel testo sulla 2radi#a,
a pieno titolo confermata.
.d aprire la conferen&a, una succinta rassegna della bibliografia: subito scartati i contributi
di .uguste Forel e di ?Pan /loch come scarsamente rilevanti, Freud riafferma l'importan&a gi2
riconosciuta nel !"# al lavoro di /inet, ma si concentra soprattutto sull'esposi&ione, %chiara e
fidata' e contenente %l'essen&iale', di Crafft+Lbing. Freud si compiace di come lo psichiatra tedesco
faccia risalire le predile&ioni feticistiche a delle impressioni infantili %per lo pi dimenticate', ma
sottolinea come la spiega&ione da questi fornita quanto alla loro genesi, limitandosi sulla scorta di
/inet a considerare, sen&a riferimento alcuno al contenuto delle impressioni in questione, la loro
concomitan&a temporale con il primo eccitamento sessuale, sollevi l'ulteriore problema di rendere
conto dell'enorme potere causale in tal modo attribuito ad una contingen&a. . meno che 3 lamenta
Freud 3 non si voglia accettare per buono il concetto di %disposi&ione patologica' e quindi anche la
no&ione, altrettanto enigmatica, di costitu&ione sessuale, la quale costituirebbe %la roccia su cui
costruita l'intera ps)c!opat!ia sexualis'.
>:

5i interessante tuttavia l'ulteriore appunto freudiano secondo cui tanto Crafft+Lbing che gli
altri autori ricomprendono nel concetto di feticismo %cose diverse'. Da una parte avremmo infatti a
che fare con delle reminiscen&e relative ai primi stati affettivi esperiti dal soggetto, da Freud
denominate %condi&ionamenti amorosi', i quali non esulano dal campo della normalit2 e possono
consistere tanto in una rela&ione (ad esempio l'impegno da una donna contratto nei confronti di
un'altro uomo$ quanto in una specifica caratteristica dell'oggetto (il colore degli occhi, o dei capelli,
etc.$. %9i sono persone del tutto innocenti 3 scrive Freud introducendo un tema che avr2 poi modo
di riprendere e ampliare nel primo dei suoi Contriuti alla psicologia della #ita amorosa
>>
3 che
d'improvviso s'innamorano, perch1 viene soddisfatto un loro, sconosciuto, condi&ionamento
amoroso'.
>8
Dall'altra abbiamo invece i feticci veri e propri, la cui comprensione ostacolata da un
fatto di ordine del tutto nuovo: laddove, nel processo della rimo&ione, la sostitu&ione di una
rappresenta&ione ad opera di un'altra comporta, unitamente alla soppressione della sua componente
ideativa, la conserva&ione di quella affettiva attraverso la sua trasla&ione sulla rappresenta&ione
sostitutiva, nella fissa&ione feticistica lo spostamento dell'interesse libidico del soggetto dall'oggetto
>:/er la genesi del feticismo, cit., p. ;.
>>9fr. Contriuti alla psicologia della #ita amorosa+ /rimo contriuto: Su un tipo particolare di scelta oggettuale
nell'uomo, trad. di 6. 9andreva e L. 6agittario in 1pere, cit., vol. -, pp. 8+8:".
>8/er la genesi del feticismo, cit., p. ,.
-"
cui esso era originariamente diretto a un altro non comporterebbe in alcun modo che il rapporto di
quest'ultimo con il primo sia di elusione. Ea il colmo del paradosso che proprio in siffatto difetto
di rimo&ione (nel senso classico$ Freud individua la ragione dell'estrema labilit2 del nesso tra i
feticci e gli oggetti di cui essi sono supposti costituire il sostituto 3 labilit2 che gi2 nel !"# l'aveva
spinto a rimarcare il carattere manifestamente culturale di tale perversione. 9ome anche egli si
esprime, si tratta qui di un processo che sta %a met2 tra la rimo&ione completa e la sublima&ione', al
cui riguardo ci sarebbe da chiedersi %di quale pulsione qui si possa trattare'. . cadere sotto questo
particolare tipo di rimo&ione, da Freud definita %par&iale', sarebbe infatti non la rappresentan&a
ideativa della pulsione, bens= la pulsione stessa, la quale vedrebbe in qualche modo modificarsi non
tanto il suo oggetto, che pu4 anche rimanere lo stesso, bens= la qualit2 stessa del piacere ad essa
associato.
>#
%*itroviamo qui 3 afferma di conseguen&a Freud 3 un piacere pulsionale perduto e
insieme il diretto oggetto del suo complesso, staccato dalla pulsione ed elevato a feticcio'.
>-
La no&ione di rimo&ione par&iale ricavata da Freud dall'esame di tre esempi di feticismo,
due dei quali tratti dal medesimo caso clinico, da lui stesso trattato. 6i tratta di un uomo di
venticinque anni,
>;
la cui abitudine di sistemarsi con un gesto particolarmente affettato la piega dei
pantaloni ne aveva attirato l'atten&ione sin dalla prima seduta del trattamento. ?l pa&iente, inoltre,
presentava una particolare forma di impoten&a psichica. <essuna delle sue nondimeno numerose
rela&ioni, infatti, era stata coronata dal compimento di un atto sessuale completo, anche perch1 tutte
si erano interrotte prematuramente, e sempre per lo stesso motivo: l'insoddisfa&ione, seguita da una
repentina quanto immotivata ostilit2, generata in lui da un qualche particolare nell'abbigliamento
della compagna. . differen&a tuttavia che nei Tre saggi sulla teoria sessuale, ove Freud si era
accontentato di individuare nell'indebolimento della fun&ione genitale la conditio sine qua non del
prodursi della fissa&ione feticistica, sen&a stabilire alcun nesso con la determina&ione della sua
forma, i due aspetti sono tenuti qui strettamente legati mediante il riferimento al vissuto infantile del
>#<ella lettera ad .braham del , febbraio !"! lo stesso concetto si trova espresso in questi ternini: il feticcio
costituisce %il risultato di una particolare specie di rimo&ione, che pu4 essere descritta come par&iale: parte del
complesso rimosso, e quale compensa&ione di ci4 un'altra parte ad esso attinente viene ideali&&ata. RGn parallelo
storico: il medioevo con il suo dispre&&o nei confronti delle donne e l'esalta&ione di Earia 7ergine.S' (cfr. 6. Freud,
C. .braham, T!e complete correspondance of Sigmund Freud and Earl ;ra!am, cit., p. ,>, trad. mia. La parentesi
quadra di Freud$. ? contenuti della conferen&a su La genesi del feticismo, unitamente per4 ad un accenno alla
posteriore interpreta&ione del feticcio quale sostituto del pene mancante alla donna, si trovano analogamente
sinteti&&ati in una delle note aggiunte al paragrafo sul feticismo dei Tre saggi sulla teoria sessuale nel !"!: %La
psicoanalisi ha colmato una delle lacune ancora esistenti per il retto intendimento, sottolineando per la scelta del
feticcio l'importan&a del piacere di odorare coprofilo andato perduto a causa della rimo&ione. ?l piede e i capelli
sono oggetti dal forte odore che vengono elevati a feticci dopo la rinuncia alla sensa&ione di odorato diventata
spiacevole. <ella perversione sessuale corrispondente al feticismo del piede, perci4, oggetto sessuale soltanto il
piede sporco e dall'odore cattivo. Gn'altro contributo per spiegare un'altra predisposi&ione feticistica del piede risulta
dalle teorie sessuali dei bambini: il piede sostituisce il pene di cui la donna sente gravemente la mancan&a' (Tre
saggi sulla teoria sessuale, cit., p. 8-, n. 8$.
>-/er la genesi del feticismo, cit., p. .
>;L'informa&ione si trova nella gi2 citata lettera di Freud ad .braham del :8 febbraio !".
-
soggetto. @uesti, infatti, aveva spesso assistito alla svesti&ione della madre, la quale, oltre ad
esserne innamorata, aveva sempre mantenuto con lui un rapporto di piena, per quanto irreprensibile,
intimit2 fisica, all'origine di un vo)eurismo la cui rimo&ione era avvenuta soltanto col superamento
del complesso edipico. *iemerso infine dalla rimo&ione, il giovane si sarebbe tuttavia trovato ad
essere divenuto un feticista dei vestiti, sebbene ad interessarlo fosse in realt2 pi che altro %l'essere
sen&a vestiti': %il momento pi interessante per lui era sempre quello in cui si toglieva i cal&oni e
questi sono diventati il suo capo di vestiario pi importante'.
>,
@uanto questo passaggio, a prima vista piuttosto oscuro, eviden&ia, la prossimit2 del
feticismo a un'altra forma di perversione sessuale quale l'esibi&ionismo. 7ale la pena a questo
proposito rifarsi a un'osserva&ione contenuta nel Seminario IV di Bacques Lacan, dedicato nel suo
complesso alla no&ione di rela&ione d'oggetto, ma una buona met2 del quale consiste in una
minu&iosa rilettura del Caso clinico del piccolo (ans. La dimensione cui Lacan riconduce il
rapporto di (ans con la madre infatti quella della parata sessuale: posto che il bambino avrebbe
messo in mostra se stesso quale esca per catturare il desiderio di lei, la condi&ione alla quale
soltanto la sua strategia avrebbe potuto reggere che l'oggetto su cui essa faceva perno 3 ovverosia
il fallo che egli impersonava per identificarsi con ci4 di cui lei era mancante 3 restasse immaginario.
9on l'ingresso sulla scena della pulsione, ovverosia 3 come dice Lacan 3 del suo %pene reale', era
per4 avvenuto precisamente l'opposto: improvvisamente divenuto reale, l'oggetto si era palesato in
tutta la sua miseria. 9hiamato a presentare quanto millantato, (ans aveva cio dovuto prendere atto
di come quanto da lui effettivamente posseduto (il suo pene$ fosse ben poca cosa. ?ngannato dal suo
stesso gioco, era caduto preda delle significa&ioni rinviategli dall'altro, le sole a valere per lui come
prova o disconferma della sua adeguate&&a. . causa della latitan&a, sul piano simbolico, del padre, il
quale solo avrebbe potuto, rivendicando l'esclusivit2 del proprio diritto a possedere l'oggetto
pre&ioso, sollevarlo dal dovere di risarcirne la madre, il bambino sarebbe dunque rimasto
prigioniero della diade chiusa e autoreferen&iale che egli stesso aveva con lei costituito.
>!
Da cui
l'esigen&a di forgiare un simbolo 3 l'animale fobico 3 atto a supplire alla caren&a paterna fungendo
al suo posto da agente dell'interdi&ione edipica. 6olu&ione certo compromissoria, ma attenendosi
alla quale (ans sarebbe riuscito ad evitare il rischio 3 maggiore 3 di risentire dell'eccesso della
presen&a materna. Fermo restando che, per fuggirlo, egli avrebbe potuto egualmente ricorrere a
un'altro espediente, profondamente differente da quello della fobia sebbene ugualmente, se non
ancor pi inadeguato: l'ele&ione di un feticcio.
?l fatto che quella che Freud riconosce come %la prima particolarit2 del piccolo (ans da
>,/er la genesi del feticismo, cit., p. !.
>!9fr. B. Lacan, Seminario IV+ La relazione d'oggetto0 3G56B54, trad. a cura di .. Di 9iaccia, Linaudi, Aorino !!-, pp.
:88+8;.
-:
ascrivere alla vita sessuale', ossia il %vivissimo interesse per il suo %fapip=', R...S fa di lui un
indagatore0 egli scopre cos= che sulla base della presen&a o dell'assen&a del fapip= possibile
distinguere l'animato dall'inanimato. ?n tutti gli esseri viventi, che egli giudica simili a lui, egli
postula quest'importante parte del corpo, la studia nei grandi animali, la suppone in ambedue i
genitori'.
8"
Dal che emerge che, se la natura di quanto occultato dalle mutande della madre 3 le
quali sono al centro di lunghi brani dell'analisi 3 non fa o non dovrebbe per lo meno fare per noi
problema, non altrettanto vale per (ans, l'inconsisten&a logica delle cui afferma&ioni non sarebbe
affatto stata frutto del caso, n1 tanto meno l'indice di una sua particolare debilit2 mentale.
L'indica&ione implicita nei rilievi lacaniani che essa costituisse viceversa il segno di come la
rela&ione di capta&ione immaginaria che univa (ans alla madre precedentemente all'insorgere, in
lui, della pulsione genitale, eccedesse in realt2 gi2 la dimensione duale, nella misura in cui il
bambino, per captarne il desiderio mediante l'esibi&ione di se stesso, doveva averne gi2 potuto
indovinare l'immaginario. Lacan parla a questo riguardo di un dare a vedere e di un essere sorpreso
nello svelamento, la cui irriducibilit2 alla complementarit2 3 questa s= perfettamente simmetrica e
conchiusa 3 del vedere e dell'essere visti si paleserebbe, sebbene in forma rovesciata, nel
comportamento dell'esibi&ionista, il quale abbandona del tutto l'obiettivo di fascinare l'altro, la cui
eventuale disponibilit2 lo getterebbe an&i nello sgomento, mirando esclusivamente a rivelargli ci4 di
cui esso privo, al fine di fargli finalmente sentire la vergogna di tale mancan&a.
9on queste considera&ioni ci siamo tuttavia sensibilmente allontanati dalla conferen&a del
!"!, nella quale il nesso tra le tenden&e esibi&ionistiche del pa&iente di Freud e la par&iale
rimo&ione della pulsione scopica che l'avrebbe portato a divenire un feticista dei vestiti viene
piuttosto spiegato invocando la sostan&iale equivalen&a tra il versante attivo e quello passivo della
pulsione scopica stessa.
8
9i4 di cui Freud render2 nel !# conto ipoti&&ando che la %conversione
dell'attivit2 in passivit2' costituisca uno dei possibili destini della pulsione
8:
unitamente
all'%inversione di contenuto', al volgersi sulla persona stessa del soggetto0 alla rimo&ione e alla
sublima&ione.
8>
Delle due coppie che egli chiamer2 allora in causa per esemplificare la conversione
8";nalisi della foia di un amino di cinque anni+ LCaso clinico del piccolo (ans+M, trad. di E. Lucentini, in 1pere,
cit., vol. #, pp. 8;#+#,!.
8Lssa 3 osserva Freud 3 %vuole guardare' e %viene soddisfatta dall'atto di spogliarsi. 6e questa pulsione viene
rimossa, compare allora improvvisamente d'altra parte un grande interesse per quello che in una maniera molto
precisa ha a che fare con queste scene dello spogliarsi' (/er la genesi del feticismo, cit., p. "$.
8:K meglio delle pulsioni, come Freud di preferen&a si esprime. ?l punto che per redigere un catalogo dei differenti
tipi di pulsione occorrerebbe guardare alla loro fonte, il cui studio esula tuttavia dal campo della psicologia, la cui
unica via d'accesso alla conoscen&a delle pulsioni rappresentata dalla considera&ione delle loro mete. Di modo che
il concetto su cui solo un sapere sulla sessualit2 e un'eventuale teoria dello sviluppo psicosessuale potrebbe fondarsi
viene ad essere da Freud stesso relegato in una sorta di fuori campo cinematografico, nel quale si producono degli
effetti determinanti per quanto accade sulla scena dell'analisi e nondimeno ad essa costitutivamente irriducibili.
8>9fr. /ulsioni e loro destini, in 1pere, cit., vol. ,, pp. :: e sgg. L'inversione di contenuto, quantunque eccedente il
quadro della teoria pulsionale, costituisce essa pure una specifica&ione della %trasforma&ione nel contrario'. La
->
dell'attivit2 e della passivit2, una sar2 an&i proprio quella di vo)eurismo ed esibi&ionismo, il quale
ultimo, conformemente al modello stabilito dalla trasforma&ione del sadismo in masochismo,
risulterebbe dal suo opposto per il tramite di tre distinte fasi pulsionali. .l guardare inteso come
%attivit2 rivolta ad un oggetto estraneo' succederebbe infatti dapprima il volgersi di tale pulsione su
di una parte del proprio corpo, col conseguente emergere dell'essere guardati come nuova meta,
questa volta passiva0 e poi la trasla&ione dell'attivit2 scopica che nella seconda fase rimaneva ancora
appannaggio del soggetto pulsionale sulla figura di un ter&o, il cui ruolo attivo sarebbe tuttavia
limitato al fungere, per il soggetto in questione, da termine di identifica&ione.
L' vero che, rispetto al sadomasochismo, la coppia vo)eurismoVesibi&ionismo presenta uno
%scostamento significativo'. ?l sadismo si fonda infatti su di una pulsione di sopraffa&ione la cui
forma originaria sarebbe proprio quella attiva, sebbene Freud sia costretto ad ammettere come una
tale meta sia di per s1 priva di quella connota&ione erotica che le viene invece dalla commistione
con quella consistente nell'arrecare dolore, a sua volta incomprensibile se non come trasforma&ione
regressiva della meta masochistica. 7ale a dire che, se non sentisse per il tramite dell'identifica&ione
come propri i dolori che egli infligge alle sue vittime, il sadico non potrebbe goderne o, pi
precisamente, non potrebbe godere dell'eccita&ione sessuale ad essi concomitante.
88
Da cui il
problema: come conciliare l'originariet2 di una tale disposi&ione passiva con il dato che la pulsione
qualcosa al cui cospetto %si in presen&a', come efficacemente sinteti&&ato da 9esare Eusatti,
8#

%di un processo dinamico per il quale l'organismo sottoposto a una spinta che lo fa tendere verso
una meta (treien significa spingere$'U L' forse per questo che Freud afferma che, dall'indagine
della coppia vo)eurismoVesibi&ionismo, si possono trarre %risultati diversi e pi semplici'. ?l fatto
che, a monte della sua forma attiva, la pulsione di guardare tradisce un'origine autoerotica, essendo
il suo oggetto originariamente rinvenuto sul proprio corpo, e non su quello dell'altro, sul quale solo
in un secondo momento sar2 questione, mediante il confronto, di prelevarne uno analogo onde
reindiri&&arvi l'investimento libidico. L' notevole 3 insiste Freud 3 come entrambe le forme in cui la
pulsione scopica pu4 declinarsi, attiva e passiva, siano in nuce gi2 contenute nella sua fase
preliminare, la quale pu4 essere indifferentemente descritta come il %contemplare da s1 una propria
parte sessuale' oppure come %l'essere contemplato in una parte sessuale dalla propria persona'.
8-
rimo&ione cosituisce invece l'oggetto di uno degli altri quattro saggi della .etapsicologia. @uanto alla
sublima&ione, la tratta&ione potrebbe essere stata contenuta in uno degli ulteriori sette saggi metapsicologici, che,
stando alla testimonian&a di Bones, sarebbero stati non soltanto previsti dal piano dell'opera, ma anche effettivamente
redatti da Freud (cfr. L. Bones, Vita e opere di Freud+ Volume II: 2li anni della maturit" L3GH3B3G3GM, cit., pp. :>
sgg$.
88<el che si pu4 scorgere un primo abbo&&o della posi&ione da ultimo assunta in materia da Freud, consistente, come
da lui stesso ricordato in una nota al testo aggiunta nel !:8 (cfr. /ulsioni e loro destini, cit., p. :>, n. >$,
nell'afferma&ione del carattere originario del masochismo (cfr. Il prolema economico del masoc!ismo, cit.$.
8#9fr. l'avverten&a editoriale a /ulsioni e loro destini (cit., p. -$.
8-?vi, p. :#.
-8
?ndubbiamente, la no&ione di narcisismo non era nel !"! ancora stata messa a punto a Freud0
nondimeno, considerato anche che la sua introdu&ione risale al Caso clinico del presidente
Sc!reer, di appena un anno successivo, non appare infondato ritenere che essa sia adombrata, con
tutte le implica&ioni del caso, anche nella tratta&ione del primo degli esempi di feticismo presi in
esame da Freud. Lsempio che rimane nondimeno problematico anche e soprattutto in rela&ione
all'opportunit2 di spiegare la fetici&&a&ione dei vestiti mediante il meccanismo della rimo&ione
par&iale. L'ele&ione a feticcio dello stivale viene infatti spiegata da Freud mediante l'abitudine dal
suo pa&iente contratta, durante l'infan&ia, di trastullarsi con le dita dei piedi, inalandone poi l'odore.
Di modo che il piacere pulsionale che sarebbe successivamente soggiaciuto alla rimo&ione sarebbe
in questo caso non quello scopico, bens= quello di odorare, il quale %appartiene alle pulsioni che
vengono per lo pi rimosse'. @uanto alla par&ialit2 della rimo&ione, essa conseguirebbe dal suo non
essere diretta all'insieme del complesso rappresentativo, costituito da una perce&ione a connota&ione
prevalentemente visiva (il piede$ combinata con un'altra di natura esclusivamente olfattiva (l'odore
del piede stesso$, bens= al secondo soltanto di questi due elementi (il solo atto a supportare il piacere
cos= interdetto$. .lla scomposi&ione del complesso rappresentativo, determinata dalla rimo&ione di
una sua parte, sarebbe quindi seguita 3 a titolo di compensa&ione per il piacere pulsionale perduto 3
l'ideali&&a&ione dell'altra, resa possibile proprio dalla rescissione 3 ulteriormente raffor&ata dalla
sostitu&ione, nondimeno accessoria, del piede con lo stivale 3 del suo legame con la condi&ione
originaria del soddisfacimento. 6i capisce allora come Freud, giocando sull'equivalen&a semantica
del termine %oggetto' e dell'espressione %complesso rappresentativo', possa parlare, a proposito del
processo in questione, di una conserva&ione dell'oggetto diretto della pulsione nella forma appunto
del feticcio, il quale ne erediterebbe il primitivo investimento. L' tuttavia evidente come nel
feticismo dei vestiti l'assimila&ione di oggetto e complesso rappresentativo appaia ben altrimenti
problematica che in quello dello stivale, dal momento che la saldatura tra le due componenti del
supposto complesso, da identificarsi con il vestito e il corpo nudo della madre, incomparabilmente
meno sicura di quella, fondata su di un rapporto di emana&ione diretta, sussistente tra il piede e il
suo odore.
8;

L' vero che, ad un simile rilievo, Freud avrebbe potuto obiettare come ci4 cui assistiamo nel
caso del feticismo dei vestiti sia semplicemente la sostitu&ione di una rela&ione di tipo materiale con
una di contiguit2 spa&iale 3 esattamente nello stesso senso in cui il feticismo dello stivale non
appare ai suoi occhi che una variante di quello del piede o in cui egli dir2, di qui a qualche anno,
8;La difficolt2 non sfugge a Freud, il quale, nelle ultime battute della conferen&a, dopo aver proposto per la genesi del
feticismo la formula riassuntiva %repressione pulsionale, rimo&ione par&iale, e ideali&&a&ione di una parte del
complesso rimosso', precisa che %naturalmente si devono poi distinguere diversi tipi di rimo&ione, a seconda che
quanto viene elevato a ideale sia direttamente una componente del complesso oppure un qualcosa che gli si opponga
o stia in un rapporto d'indifferen&a nei riguardi della pulsione' (/er la genesi del feticismo, cit., p. :$.
-#
che l'oggetto elevato a feticcio l'ultimo ad essere stato percepito anteriormente alla smentita
inferta dalla realt2 alle proie&ioni fantasmatiche del soggetto sul corpo femminile. .nche in questo
caso, tuttavia, resterebbe una difficolt2, insita nella no&ione stessa di rimo&ione par&iale.
?n primo luogo, l'utili&&o che del termine %rimo&ione' viene fatto nella conferen&a sulla
genesi del feticismo presta il fianco a un'obie&ione di ordine metapsicologico: stando infatti alle
delucida&ioni al riguardo fornite dal saggio su L'inconscio, %una pulsione non pu4 mai diventare
oggetto della coscien&a, solo l'idea che la rappresenta lo pu4. Ea anche nell'inconscio la pulsione
non pu4 essere rappresentata che da un'idea. 6e la pulsione non fosse ancorata ad una
rappresenta&ione o non si manifestasse sotto forma di uno stato affettivo non potremmo sapere nulla
di essa. L quando, a dispetto di ci4, parliamo di un moto pulsionale inconscio o di un moto
pulsionale rimosso, si tratta solo di un'innocua negligen&a espressiva'.
8,
?noltre, non va
dimenticato come, pur ascrivendo come gi2 segnalato il feticismo del piede al capitolo dell'erotismo
%nasale', Freud ne sottolinei la prossimit2 a quello anale, resa evidente dall'analogia tra le tenden&e
coprofile del suo pa&iente e %l'abitudine che hanno alcune persone di introdurre il dito nell'ano e poi
annusarlo' 3 constata&ione cui immediatamente segue quella che %analogamente, molti provano
piacere nel sentire l'odore della vagina, per altri invece NinsopportabileO', e che %questi impulsi
NperversiO giocano un grande ruolo nel bambino e costituiscono delle importanti fonti di piacere'.
8!

Autti elementi che si trovano ripresi, in termini pressoch1 identici, tanto nel Caso clinico dell'uomo
dei topi quanto nella gi2 ricordata nota all'edi&ione del !" dei Tre saggi sulla teoria sessuale.
#"
L
si gi2 ricordato come, nella lettera ad .braham del :8 febbraio !" Freud fosse tornato ad
occuparsi del caso, rivelando alcuni particolari che un anno prima aveva viceversa omesso e che
accentuavano la prossimit2 tra erotismo nasale e anale,
#
al punto da legittimare l'ipotesi che, nella
maggior parte dei casi di feticismo del piede e dello stivale, questi fungessero da sostituti di un
primitivo oggetto anale, fonte di un soddisfacimento olfattivo particolarmente intenso e gratificante,
cui il soggetto sarebbe successivamente stato costretto a rinunciare a causa della pressione su di
esso esercitata dall'educa&ione. ?l che vuol dire non soltanto che il piacere coprofilo da questi
8,L'inconscio, trad. di *. 9olorni, in 1pere, cit., vol. ,, p. -".
8!/er la genesi del feticismo, cit., p. .
#"La nota ai Tre saggi sulla teoria sessuale la n. 8 di p. 8-,. 5er quanto concerne invece il caso dell'uomo dei topi si
veda, nelle 1sser#azioni su un caso di ne#rosi ossessi#a+ LCaso clinico dell'uomo dei topi+M, il seguente passo: %?l
nostro pa&iente era anche un olfatti#o0 ricordava che da bambino era capace, come i cani, di distinguere le persone
dall'odore, e anche ora era sensibile alle perce&ioni olfattive pi degli altri. (o riscontrato una particolarit2 analoga
in altri nevrotici, sia ossessivi che isterici, e ho appreso a tener conto dell'importan&a, nella genesi del male, di un
piacere di odorare scomparso poi fin dall'infan&ia R%.d esempio', si legge in nota, %in alcune forme di feticismo'S.
?n linea generale ci si potrebbe chiedere se l'atrofia dell'olfatto (risultato inevitabile dell'assun&ione della posi&ione
eretta da parte dell'uomo$ e la conseguente rimo&ione organica del piacere olfattivo non siano in buona parte
responsabili dell'idoneit2 degli uomini a diventare nevrotici. 9i4 spiegherebbe perch1 nell'evolu&ione della civilt2
proprio la vita sessuale sia stata sacrificata alla rimo&ione' (op. cit., trad. di E. Lucentini e *. 9olorni, in 1pere, cit.,
vol. -, p. ;8$.
#9fr. sopra, p. #> n. #.
--
esperito nell'odorare le secre&ioni dei piedi avrebbe gi2 rappresentato una tappa sul cammino della
rimo&ione, ma anche che lo statuto di oggetto diretto della pulsione avrebbe dovuto essere attribuito
3 contrariamente a quanto fatto da Freud 3 non al piede, bens= all'oggetto anale stesso, col risultato
di cancellare di fatto ogni distin&ione tra la rimo&ione par&iale e la sua versione ordinaria.
L'inclusione del feticismo nel campo delle ne#rosi
@uello stesso anno, nel pubblicare le sue 1sser#azioni sulla psicoanalisi di un caso di
feticismo del piede e del corsetto, .braham, pur sen&a muovere a Freud questo rilievo, avrebbe
approfondito proprio questo spunto. ?l caso quello di un maschio di ventidue anni, distintosi sin
dall'adolescen&a dai suoi compagni per il suo scarso interesse nei confronti del sesso femminile 3
scarso interesse che non si era tuttavia mai tradotto in un'attra&ione nei confronti del suo stesso
sesso, essendo la sua prima esperien&a sessuale di rilievo piuttosto costituita dal tentativo, compiuto
all'et2 di quattordici anni e accompagnato dalla comparsa di fantasie sadomasochistiche, di legarsi.
L' ad esso che aveva poi fatto seguito, nel giro di due anni, la comparsa dell'attra&ione per le scarpe
3 maschili prima e femminili poi, in ambo i casi purch1 eleganti e curate 3 e per i corsetti, che
cominci4 anche ad indossare per provare l'eccita&ione prodotta dalla pressione da essi esercitata sul
petto e sul ventre.
@uanto all'origine di tali comportamenti, il testo di .braham esclude recisamente la
possibilit2 di individuare per essi una causa accidentale del genere di quelle descritte da /inet, sulla
cui rilevan&a egli si mostra estremamente scettico, mentre sottolinea vigorosamente la %straordinaria
degrada&ione dell'attivit2 sessuale' riscontrata presso il pa&iente, al cui riguardo %non si pu4 quasi
parlare propriamente di atti sessuali se si prescinde dal fatto che il pa&iente ha compiuto su di s1 in
passato tentativi di legarsi o di allacciarsi un busto'.
#:
<on fosse che, contrariamente al Freud del
!"#, .braham ritiene che il non avere costui mai varcato %i confini dell'autoerotismo' non possa
assolutamente essere condiderato la prova di %una debole&&a primaria della libido, dal momento che
l'analisi delle nevrosi dimostrerebbe al contrario nel modo pi chiaro come ad essere parali&&ate
dalla rimo&ione siano proprio le componenti pulsionali pi intense, ovverosia, in questo caso, quella
sadico+attiva e quella scopica. *ovesciando la vecchia teoria secondo cui il prodursi di disfun&ioni
sessuali quali il feticismo o l'omosessualit2 doveva essere considerato il segno di una debole&&a
genitale congenita, frutto di una degenerescen&a le cui cause potevano essere all'occorren&a sociali,
.braham individua dunque l'origine di tali disturbi nell'eccessiva intensit2 di alcune pulsioni
#:C. .braham, 1sser#azioni sulla psicoanalisi di un caso di feticismo del piede e del corsetto, in 1pere, a cura di B.
9remerius, /ollati /oringhieri, Aorino !;#, vol. ??, p. 8;;.
-;
afferenti a &one erogene diverse da quella genitale, ed an&i in grado 3 a seguito di tale
raffor&amento 3 di entrare con essa in competi&ione. . riprova di ci4, egli insiste su come
l'interpreta&ione dei fatti della sessualit2 nei termini di processi escretori, comune nell'infan&ia, si
fosse mantenuta nel suo pa&iente 3 i cui ricordi si riferivano inoltre di regola alle impressioni
dell'olfatto piuttosto che a quelle visive 3 per un tempo straordinariamente lungo. 5i in generale,
egli cita la %comunica&ione privata del dottor Freud' il cui contenuto ci noto per confermarne le
osserva&ioni sul %ruolo specifico' rivestito dalla rimo&ione del piacere coprofilo di odorare nella
psicogenesi del feticismo del piede0 quanto allo statuto di oggetto diretto della pulsione da Freud
attribuito al feticcio nella successiva comunica&ione pubblica del :8 febbraio, egli non ne fa
viceversa men&ione, asserendo 3 in maniera sen&'altro pi corretta 3 che %la comune rimozione del
piacere coprofilo di odorare, del piacere di guardare e dell'atti#it" sessuale' produce l'instaurarsi
della fissa&ione feticistica mediante %l'insorgen&a di formazioni sostituti#e'.
#>
?ndividuando con chiare&&a nel feticcio una forma&ione sostitutiva a tutti gli effetti, .braham
ne fa dunque un equivalente in senso stretto del sintomo, percorrendo fino al termine la strada
indicata da Freud con l'abbandono della classifica&ione del feticismo quale aberra&ione sessuale e la
sua progressiva inclusione nel campo delle nevrosi. .ppoggiandosi a quanto da Freud
successivamente articolato riguardo al processo dell'ideali&&a&ione, si potrebbe allora sin da subito
avan&are l'ipotesi 3 gi2 implicita del resto nel ricorso alla no&ione di sopravvaluta&ione dell'oggetto
contenuta nei Tre saggi sulla teoria sessuale 3 che anche il feticista si allinei alla strategia
generalmente perseguita dai nevrotici col nascondere dietro un eccesso di ideali&&a&ione il rifiuto di
abbandonare gli oggetti libidici da essi originariamente investiti. L se anche nella comunica&ione
alla 6ociet2 psicoanalitica dietro al piede e al vestito ideali&&ati dal suo pa&iente Freud scorge
l'originario complesso rappresentativo di cui essi erano stati parte e il piacere pulsionale rimosso ad
essi correlato nella sua forma pi cruda0 ancor pi chiaramente stanno le cose quanto alle lettere da
lui inviate al riguardo ad .braham, nelle quali il feticcio svolge con tutta eviden&a, in rela&ione
all'oggetto anale da esso sostituito, una fun&ione di maschera.
9he il feticismo costituisca per il Freud del !"! una forma di nevrosi lo si evince del resto
dal dato, elementare, costituito dall'essere i rappresentanti pulsionali cui l'evolu&ione libidica del
soggetto sarebbe rimasta fissata incorsi nel destino della rimo&ione. 6u questo, il resoconto della
comunica&ione freudiana e del dibattito ad essa seguito non lascia dubbio alcuno. @uale ultimo
#>?vi, p. 8;!. <el prosieguo del suo contributo, .braham riconosce addirittura nel feticcio il sostituto dell'organo
genitale maschile erroneamente attribuito dal bambino alla madre, sen&a tuttavia 3 a diferen&a di quanto far2 Freud
nel !:; 3 in alcun modo dissociarne la significa&ione da quella anale, tenuta per originaria. *agion per cui, onde
spiegare la sostitu&ione cui esso funge da supporto egli non chiama in causa alcun meccanismo specificamente
differente dalla rimo&ione quale invece sar2 la Verleugnung (rinnegamento$, ma si limita a fare appello alla
regressione innescata dall'eccessiva rigidit2 della rimo&ione stessa.
-,
esempio di feticcio, infatti, Freud prende un caso clinico riportato nella /s)c!opat!ia sexualis,
relativo ad un feticista delle mani (femminili$ divenuto tale all'et2 di ventidue anni, quando aveva
improvvisamente cominciato a provare una grande avversione per l'onanismo, pratica dalla quale 3
nella forma della masturba&ione reciproca compiuta con altri individui di sesso maschile 3 la sua
vita erotica era stata precedentemente dominata. ?n esso, Freud ritrova %la forma patologica' gi2
rilevata nel suo pa&iente, ora descritta mediante la successione %repressione pulsionale, rimo&ione
par&iale e ideali&&a&ione di una parte del complesso rimosso'. .rchiviata cos= definitivamente la
sua spiega&ione dell'%enigma del feticismo', la quale richiederebbe soltanto di essere suffragata da
%altre cinque o sei osserva&ioni cliniche', a Freud non resta che concludere con la puntuali&&a&ione
che %la conferma principale della nostra interpreta&ione risiede nel positivo del feticismo, nelle
perversioni' e pi in particolare nel comportamento dei %perversi feticisti del piede', in cui %la
pulsione repressa del disgusto' si fa %evidente' in quanto essi %scelgono di preferen&a una raga&&a
di strada, con i piedi molto sporchi, che poi puliscono leccando'.
#8
?l mutato statuto del feticismo rispetto ai Tre saggi sulla teoria sessuale appare cos= nella
maniera pi chiara: avendolo a pieno titolo inscritto nel campo delle nevrosi, Freud ha
inequivocabilmente cessato di riconoscervi un'aberra&ione sessuale, al punto che, parlando di
perversi feticisti, arriva persino a definire una perversione ad esso corrispondente, in base alla quale
possa risultare soddisfatta l'equa&ione di pi ampia portata secondo cui la nevrosi costituirebbe la
negativa della perversione. 9os=, all'esposi&ione di Jilhelm 6teFel relativa al caso di un feticista del
piede e dell'urina, il quale, %oltre a leccare l'urina della donna' e a nutrire la fantasia di %credersi un
gabinetto che Nbeve l'urinaO',
##
avrebbe tratto piacere dal guardare le donne impegnate nella
min&ione, Freud obietta come in questo caso non si possa affatto parlare di feticismo propriamente
detto, in quanto, se pure esso potrebbe esservi messo in rela&ione sottolineando il ruolo in tale
perversione giocato dall'odore, l'urina vi costituisce tuttavia un oggetto pulsionale non soltanto
diretto, ma nemmeno ideali&&ato, indice questo di una totale assen&a di rimo&ione. .ncor meglio
del comportamento dei perversi feticisti del piede da Freud stesso chiamati in causa nelle ultime
battute del suo intervento, da distinguersi dai feticisti veri e propri precisamente nella misura in cui
la loro predile&ione per il piede sarebbe dipesa non dall'ideali&&a&ione, bens= unicamente dalla loro
fissa&ione all'%erotismo nasale', il pa&iente di 6teFel avrebbe dunque al meglio palesato il
riaffiorare di una componente pulsionale arcaica nella sua forma bruta.
La distin&ione, per quanto spia&&ante possa risultare di primo acchito, ben fondata nell'uso
terminologico freudiano. Gi2 nei Tre saggi sulla teoria sessuale il riferimento, che pure vi si trova,
#8/er la genesi del feticismo, cit., p. :.
##?vi, p. >.
-!
alla perversione come a un'entit2 clinica ben definita appariva del resto in contraddi&ione con
l'imposta&ione generale dell'opera, la quale, affermando il carattere costitutivamente disorganico e
polimorfo della sessualit2 infantile, ne dissolveva di fatto il concetto in una pluralit2 di componenti
pulsionali che non saremmo giustificati a considerare morbose che apr9sBcoup, ovverosia nel
momento in cui esse 3 entrando a determinare, a seguito di una rimo&ione patogena, la
sintomatologia con la quale nelle nevrosi si manifesta il ritorno del rimosso 3 si rivelassero aver
determinato un punto di arresto nello sviluppo libidico del soggetto. Ea se questo rende pienamente
motivata l'insisten&a con la quale alcuni interpreti si appellano al fatto che %la tenden&a perversa di
ogni pulsione non basta a qualificarla come perversione', e che quindi %la pulsione non la
perversione, la quale pu4 essere definita unicamente a partire da un'organi&&a&ione specifica della
vita sessuale secondo meccanismi particolari'0 ricavarne che, sebbene con una consapevole&&a
crescente, Freud avrebbe sin dai suoi primi lavori evitato di definire la perversione come %la
manifesta&ione pi o meno impulsiva della pulsione sessuale' per cogliervi viceversa %una
posi&ione soggettiva data a partire dal fantasma' pare sen&'altro eccessivo.
#-
@uando nel Caso
clinico di %ora egli scrive che %le perversioni non sono bestialit2 n1 degenera&ioni nel senso
passionale della parola', ma costituiscono viceversa %lo sviluppo di germi, tutti contenuti nella
disposi&ione sessuale indifferen&iata del bambino', non si tratta infatti di eviden&iare l'irriducibilit2
delle perversioni ad una supposta naturalit2 delle componenti pulsionali che ne stanno alla base,
bens= soltanto di cogliere come, %quando R...S un soggetto sembra di#enuto grossolanamente e
manifestamente perverso, pi giusto dire che esso rimasto tale, che esso rappresenta dunque uno
stadio di iniizione e#oluti#a'.
#;
<ella misura in cui essa preceduta dalla constata&ione che %gli
psiconevrotici sono tutte persone dalle tenden&e perverse fortemente marcate, ma rimosse e rese
inconsce nel corso dello sviluppo', la formula freudiana secondo cui %le psiconevrosi costituiscono,
per cos= dire, la negativa delle perversioni' assume un senso ben preciso.
#,
5er lo meno fino alla
stesura di Un amino #iene picc!iato e a dispetto delle ambiguit2 sopra segnalate, ogni volta che
Freud si sofferma tra la rela&ione di dipenden&a reciproca tra perversione e nevrosi l'impressione
che se ne ricava sempre quella che siano le fantasie dei nevrotici a ricalcare il modello ad esse
fornite dagli atti dei perversi, e non viceversa.
#!
@uanto poi all'afferma&ione, contenuta in un passo
#-5. 7alas, Freud e la per#ersion+ I, in 1rnicarU, n_ >!, ott+dic !,-, pp. >8 e :; rispettivamente (la tradu&ione mia$.
#;9fr. 6. Freud, Frammento di un'analisi d'isteria LCaso clinico di %oraM, trad. di E. Lucentini e E. *anchetti, in
1pere, cit., vol. 8, p >8. ? corsivi sono di Freud.
#,9fr. Frammento di un'analisi d'isteria LCaso clinico di %oraM, cit., pp. >8+8:. L'idea che la nevrosi costituisca la
negativa della perversione viene ribadita da Freud a pi riprese, ad esempio nel passo della conferen&a sul feticismo
del !"! cui si sopra fatto riferimento e nei Tre saggi sulla teoria sessuale, cit., p. 8;;. La sua prima formula&ione
risale tuttavia molto addietro, e pi precisamente ad una lettera indiri&&ata a Fliess il :8 gennaio del ,!;.
#!Discutendo le fantasie da Dora concepite riguardo alla fellatio, Freud osserva che %neppure sarebbe strano se Rla
raga&&aS fosse giunta a questa fantasia sen&a chiarimenti dall'esterno'. L subito dopo aggiunge che, %per creare in
modo autonomo questa fantasia' essa disponeva di una %precondi&ione somatica', successivamente individuata
;"
dell'Interpretazione dei sogni, che %c' una categoria tra i perversi: quella degli esibi&ionisti, nella
quale le compulsioni infantili sono assurte al rango di sintomi', essa sembrerebbe andare, piuttosto
che nel senso del riconoscimento di una sostan&iale indistin&ione, quanto meno fenomenologica, di
perversione e nevrosi, in quello di un'annessione a quest'ultima del solo esibi&ionismo,
analogamente a quanto avverr2 successivamente per l'omosessualit2 e il feticismo stesso. L se nel
pi succinto e ad essa coevo scritto su Il sogno nell'illustrare il perch1 %la maggior parte dei sogni di
adulti RvengaS ricondotta dall'analisi a desideri erotici' gli capita di parlare delle %cosiddette
NperversioniO', solo nella misura in cui egli ammette il carattere in parte almeno culturale della
norma vigente al riguardo.
-"
Il feticismo dei #estiti
. conferma della svolta che lo scritto sulla 2radi#a di Bensen e la conferen&a del !"!
avrebbero segnato nella conce&ione freudiana del feticismo sta quanto da Freud articolato l'anno
successivo nel suo studio su Leonardo da 7inci,
-
in cui l'oggetto feticcio assurge, conformemente
a quanto per certi versi gi2 indicato da .braham, al rango di un vero e proprio Ersatz fallico. <ovit2
questa, peraltro, soltanto relativa, dal momento che tale sua significa&ione era a ben vedere gi2
implicita nel duplice excursus contenuto in un'altro passo della conferen&a, sul quale non ci si
finora soffermati e il cui punto di parten&a offerto da un fenomeno a prima vista molto lontano
dall'ambito della piscopatologia, ma non per questo tale da non poter fornire importanti riscontri
alla tesi della rimo&ione par&iale e, soprattutto, dell'ideali&&a&ione dell'oggetto sessuale: quello,
inerente %la storia universale', per cui, %se il Eedioevo ini&i4 a reprimere la sensualit2 e a sminuire
la figura della donna, ci4 fu possibile solo gra&ie alla contemporanea ideali&&a&ione della madre
quale 7ergine Earia'.
9he il fenomeno, la cui men&ione potrebbe a tutta prima apparire piuttosto fuori contesto, sia
viceversa estremamente rilevante, dipende infatti sen&'altro dal fatto che esso, data la sua prossimit2
nella su&ione infantile (cfr. Frammento di un'analisi d'isteria LCaso clinico di %oraM, cit., p. >8:$. .nalogamente,
quando nella /sicopatologia della #ita quotidiana egli rileva che %le fantasie degli isterici che trattano di sevi&ie
crudeli e sessuali R...S coincidono talora fin nei particolari con le lamentele dei paranoici' e giudica %notevole' il
fatto che %identico contenuto si presenti anche nella realt2, nelle gesta compiute dai pervertiti per il soddisfacimento
delle loro brame' (6. Freud, /sicopatologia della #ita quotidiana, cit., p. :;; n.$, occorre riportare l'apparente
primariet2 delle fantasie in questione alle loro radici pulsionali. La pulsione di dominio, ad esempio, rientra tra le
componenti della normale organi&&a&ione genitale (fattane naturalmente salva sua subordina&ione alle mete di
questa$.
-"9fr. 6. Freud, Il sogno, trad. di L. Luserna, in 1pere, cit., vol. 8, p. 8#. ?l corsivo mio.
-9fr. Un ricordo d'infanzia di Leonardo da Vinci, trad. di L. Luserna, in 1pere, cit., vol. -, pp. :";+,8. La reda&ione
del testo fu tuttavia preceduta da una comunica&ione alla 6ociet2 psicoanalitica il _ dicembre !"!, per la quale cfr.
...77., /roto>olle der @iener /s)c!oanal)tisc!e Vereinigung, hsgb. von (. <unberg und 5. Federn, Fischer,
FranFfurt am Eein !;;, pp. >"-+!.
;
al meccanismo che, come sopra ricordato, Freud avrebbe di l= a poco individuato all'origine di quel
particolare tipo di scelta oggettuale maschile che si basa sulla scissione della figura femminile e
degli investimenti che la riguardano nelle due correnti, reciprocamente contrapposte, della tenere&&a
e dell'eccita&ione sessuale, conferma nel modo pi chiaro la sostan&iale indistin&ione che si andava
per lui allora producendo tra feticismo e nevrosi0 ma non meno importante che esso faccia da
ponte per l'introdu&ione dell'ulteriore considera&ione, il cui tono ironico non deve trarci in inganno,
secondo cui %nel mondo dell'esperien&a quotidiana' sarebbe dato %rilevare che met2 dell'umanit2
dev'essere annoverata tra i feticisti dei vestiti', ossia che %tutte le donne sono feticiste dei vestiti', in
ragione %ancora una volta della rimo&ione della stessa pulsione Rquella di guardareS, ma questa volta
nella forma passiva del farsi vedere R...S'. Dopo aver iperbolicamente esteso la fissa&ione feticista,
per il tramite di un'osserva&ione che prefigura nella sostan&a alcuni dei contenuti dello scritto sul
narcisismo del !8, alla met2 del genere umano, Freud prosegue infatti con una nota&ione pi fine,
relativa al fatto che %per loro Rper le donneS i vestiti sostituiscono le forme del corpo e portare gli
stessi abiti significa poter mostrare appunto le stesse cose che possono mostrare le altre, significa
che uno pu4 trovare nella donna tutto quello che si aspetta da lei, una rassicura&ione che la donna
pu4 dare solo in tale maniera'.
-:
Di modo che, pi che di una regressione pura e semplice, nel
feticismo dei vestiti saremmo in presen&a di una sorta di duplice spostamento dell'eccita&ione
sessuale. Kriginariamente connessa per la donna con un'esibi&ione narcisistica delle forme del
proprio corpo, la cui soddisfa&ione potremmo a rigore facilmente pensare come autoreferen&iale,
questa si troverebbe cio non solo ad essere traslata sull'esibi&ione di un manufatto, ovverosia di un
oggetto socialmente prodotto e pi o meno intensamente valori&&ato attraverso il raffronto con altri
ad esso analoghi0 ma anche ad essere ulteriormente differita nella conversione dell'esibi&ione diretta
in una strategia di dissimula&ione del tutto analoga a quella praticata dal piccolo (ans. L'esigen&a,
per la donna, di rassicurare l'uomo circa il fatto di avere tutto ci4 che questi %pu4 aspettarsi da lei'
mediante l'interposi&ione dello schermo rappresentato dal vestito, ovverosia da un oggetto la cui
fun&ione sembrerebbe essere all'opposto proprio quella di rendere vano qualsivoglia tentativo di
accertamento al riguardo, sembra infatti implicare che n1 essa, n1 il suo corpo o una qualunque sua
parte possano corrispondere al termine del desiderio maschile, il quale non si reggerebbe pertanto
che sulla propria mistifica&ione. 7ale a dire che, alla radice del feticismo dei vestiti dal quale le
donne sarebbero universalmente affette vi sarebbe l'intui&ione di come la dialettica del desiderio 3 il
quale, a dispetto dell'inscri&ione della dualit2 di maschile e femminile nella costitu&ione biologica
di ciascun individuo, sarebbe privo di qualsivoglia connota&ione di genere 3 ruoterebbe attorno ad
un oggetto privilegiato, il fallo, che non avrebbe tuttavia pi alcunch1 di naturale, come Freud
-:/er la genesi del feticismo, cit., p. ".
;:
stesso si era del resto gi2 avvicinato a formulare nei Tre saggi della teoria sessuale, quanto,
discutendo della promo&ione sociale dell'omosessualit2 riscontrabile presso alcune culture, aveva
osservato come %la prostitu&ione maschile che si offre agli invertiti 3 oggi come nell'antichit2 3
imiti le donne in tutte le manifesta&ioni esterne dell'abbigliamento e del contegno', concludendone
che %in questo caso dunque l'oggetto sessuale, come in molti altri casi, non lo stesso sesso bens=
l'unione dei caratteri dei due sessi, quasi il compromesso tra un impulso che richiede l'uomo e
un'altro che richiede la donna, ferma restando la condizione della #irilit" del corpo Ldei
genitaliM'.
->
@uanto parrebbe dunque doversi concludere dall'esame delle pagine da Freud dedicate al
feticismo nel periodo compreso tra i Tre saggi sulla teoria sessuale e la conferen&a di 7ienna del :8
febbraio !"! che, quanto pi egli approfondisce la conoscen&a del fenomeno, assimilandolo
progressivamente al campo delle nevrosi, tanto pi egli ne accentua la prossimit2 strutturale a ci4
che egli stesso aveva nel !"# definito l'amore normale, ovverosia alla sessualit2 umana in quanto
distinta da quella animale. 9on l'ulteriore complica&ione che, risultando di conseguen&a l'uno e
l'altra imperniati sul medesimo paradosso, l'avan&ata che tali acquisi&ioni sembrerebbero
comportare sul piano della teoria psicoanalitica non risulta a sua volta esente da una certa
aporeticit2, determinata dall'impossibilit2 di ricondurre nell'alveo di una teoria scientifica, ovverosia
di un saper logicamente consistente e in linea di principio almeno integralmente formali&&abile, i
dati emersi in ambito clinico. <ei seguenti capitoli emerger2 cos= come la tesi stessa del primato del
fallo e della centralit2 della castra&ione attorno alla quale Freud cercher2 di organi&&are questi
ultimi non costituisca forse da ultimo che l'ennesimo tra#estimento immaginario di un dato
strutturale, il quale affiorerebbe piuttosto nell'illogicit2 delle forma&ioni fantasmatiche 3 a
cominciare da quella della madre fallica al centro dello studio leonardesco sopra citato 3 attraverso
le quali esso si reali&&a.
-8
@uasi che, come il re di cui parla Lacan in un passo del Seminario VII, anche la verit2 non
potesse rivelarsi se non %sotto un certo numero di abiti 3 fitti&i, sen&a dubbio 3 ma nondimeno
essen&iali alla sua nudit2', ci4 che farebbe s= che, %rispetto a questi abiti, la sua nudit2 R...S potrebbe
->Tre saggi sulla teoria sessuale, cit., p. 8#!. ?l corsivo mio.
-8?llogicit2 da identificarsi pertanto con la logica stessa del desiderio quale eviden&iata da Freud nella sua indagine
circa le forma&ioni dell'inconscio. <ell'interpreta&ione del sogno dell'inie&ione a ?rma, in cui si tratta per Freud di
assolversi dalle proprie responsabilit2 di medico, egli la illustra ad esempio nei seguenti termini: %Autta l'arringa 3
questo sogno non altro 3 ricorda vivamente la difesa dell'uomo accusato dal suo vicino di avergli reso un paiuolo
in cattivo stato. ?n primo luogo, gliel'aveva riportato intatto0 in secondo luogo, il paiuolo era gi2 bucato al momento
del prestito0 in ter&o luogo, non aveva mai preso in prestito un paiuolo dal vicino. Ea tanto meglio: baster2 che
venga riconosciuta valida una delle tre linee difensive e l'uomo verr2 assolto' (L'interpretazione dei sogni, in 1pere,
cit., vol. >, p. !$.
;>
per4 anche lei non essere mai abbastan&a nuda'.
-#
<on dunque un caso se, a proposito del
pa&iente il cui trattamento gli aveva fornito lo spunto per la comunica&ione sulla genesi del
feticismo, Freud osserva come il suo interesse per i vestiti avesse trovato un %parallelo' quanto mai
significativo in un altro suo %tratto caratteristico': giunto all'et2 adulta, questi era infatti divenuto
%un filosofo speculativo', per il quale %i nomi' rivestivano %una grandissima importan&a', quasi che
in lui si fosse compiuto, a livello intellettuale, %qualcosa di analogo a quanto ReraS accaduto nel
campo dell'erotismo'. 6ottraendo il suo interesse alle cose, egli l'aveva infatti %rivolto alle parole
che sono, per cos= dire, le vesti dei concetti e questo chiarisce il suo interesse per la filosofia',
--
la
quale configurerebbe pertanto una particolare specie di feticismo, dal quale 3 sembra lecito
aggiungere 3 si tratterebbe per la teoria analitica di guardarsi. . meno che la deriva di cui Freud
sembrerebbe voler denunciare l'eventualit2 non sia in qualche modo, esattamente come
l'avvitamento imposto dalla sopravvaluta&ione feticistica dell'oggetto al retto procedere della
pulsione, un rischio in certo qual modo obbligato.
-#9fr. B. Lacan, Il seminario+ Liro VII+ L'etica della psicoanalisi L3G5GB6HM, trad. di E.D. 9ontri, Linaudi, Aorino
!!8, p. !.
--/er la genesi del feticismo, cit., p. !.
;8
C%-. III. I. /"',00,( 0(#" Ersatz )". -"&" #%'"!&(
L' mar&o del !8 Freud tenne, nella consueta cornice della 6ociet2 psicoanalitica di
7ienna, una seconda conferen&a sul tema del feticismo, ancora una volta incentrata sulla
discussione di un caso di feticismo del piede ma contenente, rispetto a quella del !"!, diversi
elementi nuovi, a cominciare dall'osserva&ione, che si trova al termine del dibattito ad essa seguito,
secondo cui %la pulsione olfattiva non ha in questo caso alcuna importan&a'.
.ncor pi significativa tuttavia la conferma, che pure vi contenuta, di un'indica&ione da
Freud peraltro gi2 fornita pochi mesi dopo la comunica&ione del :8 febbraio !"!, in un'altra seduta
della 6ociet2, datata _ dicembre !"!. Dopo aver stabilito un legame tra un presunto ricordo
d'infan&ia di Leonardo da 7inci (relativo ad un %avvoltoio' che, quando ancora giaceva in culla, gli
avrebbe ripetutamente percosso con la coda le labbra$, la figura della madre fallica che sovente
compare nelle fantasie dei nevrotici e quella, androgina, della dea egi&iana .ut, egli vi si era infatti
soffermato sull'importan&a di %questo primo pene perduto della madre', ipoti&&ando che esso
giocasse un ruolo di primo piano e che %anche il feticismo del piede, che abbiamo potuto ricondurre
alla repressione di certe pulsioni coprofile, dovesse ricollegarsi alla ricerca e al fortunato
ritrovamento di questo pene perduto della madre'. %<el feticismo della cal&atura o del piede',
aveva aggiunto in nota, %il figlio dota ancora la madre, per cos= dire, del proprio pene0 proietta
sull'oggetto ci4 che egli stesso possiede ResitzS'.
-;
.nalogamente, nel saggio in cui tali
osserva&ioni successivamente confluirono, per l'appunto intitolato Un ricordo d'infanzia di
Leonardo da Vinci, egli avrebbe ribadito come %nei feticisti, la venera&ione del piede e della scarpa
femminile consideri il piede unicamente un simbolo sostitutivo del membro della donna, una volta
venerato e da allora rimpianto'.
-,
<1 deve trarre in inganno il fatto che i Tre saggi sulla teoria
sessuale avessero prospettato l'eventualit2 che, alla base della rela&ione tra il feticcio e l'oggetto
pulsionale da esso sostituito, potesse esservi anche una rela&ione simbolica, per lo pi inconscia.
Freud, infatti, non aveva allora ancora circoscritto la rela&ione di sostitu&ione al membro virile, n1
si era accorto di come questo fosse sempre e soltanto quello dal bambino un tempo attribuito alla
madre. Da cui l'esemplifica&ione della rela&ione in questione non solo con l'equivalen&a simbolica,
basata sull'assimila&ione della scarpa alla cavit2 vaginale, di pene e piede, bens= anche con quella,
fondata sulla somiglian&a tra il pelo dell'animale e il vello pubico femminile, di vagina e pelliccia.
-!

-;...77., /roto>olle der @iener /s)c!oanal)tisc!e Vereinigung, cit., p. "!. Arad. mia.
-,9fr. 6. Freud, Un ricordo d'infanzia di Leonardo da Vinci, trad. di L. Luserna, in 1pere, cit., vol. -, p. :8.
-!9fr. Tre saggi sulla teoria sessuale, cit., p. 8-!.
;#
1mosessualit" e complesso di castrazione
. Leonardo Freud si era del resto da tempo interessato in rela&ione ad alcuni caratteri della
sua vita sessuale, e in particolare ad alcuni tratti che ne facevano supporre l'omosessualit2,
;"
al pari
del feticismo inclusa, nei Tre saggi sulla teoria sessuale, nel novero delle aberra&ioni sessuali. 6u
tale perversione Freud era in seguito ritornato pi volte, specialmente nel contesto dell'indagine
sulle teorie sessuali infantili cui da riportare anche l'individua&ione del fantasma della madre
fallica. <on stupisce pertanto che, proprio nel testo a queste specificamente dedicato, si trovino una
serie di considera&ioni il cui fine quello di caratteri&&are una particolare posi&ione omosessuale,
ma che potrebbero essere in buona parte riferite anche al feticista e nelle quali compare per la prima
volta il termine %complesso di evira&ione'.
;

5er il futuro omosessuale 3 spiega Freud 3 %la donna reale, cos= come viene successivamente
da lui conosciuta', destinata a rimanere %un oggetto sessuale impossibile, dal momento che
priva dell'attrattiva essen&iale0 an&i, se correlativa a un'altra impressione della sua vita infantile, pu4
divenirgli ripugnante. ?l bambino dominato principalmente dall'eccitamento del pene abitualmente
si procura piacere stimolandolo con la mano0 allora viene colto sul fatto dai genitori o da chi si
prende cura di lui e spaventato con la minaccia che gli verr2 tagliato il membro. L'effetto di tale
%minaccia di evira&ione', straordinariamente profondo e durevole, propor&ionato al valore che
egli attribuisce a tale parte del corpo. Leggende e miti attestano lo sconvolgimento della sua vita
emotiva, l'orrore che si riallaccia al complesso di evira&ione, il quale verr2 anche pi tardi ricordato
dalla coscien&a con la ripugnan&a che merita. ? genitali femminili 3 scorti successivamente e
interpretati come l'effetto di una mutila&ione 3 richiamano alla memoria questa minaccia, destando
;"<ella lettera a Fliess del ! ottobre ,!, Freud aveva segnalato all'amico come Leonardo, %del quale non si conosce
alcuna rela&ione amorosa', fosse forse stato %il pi famoso caso di mancinismo', e difatti, secondo quanto segnalato
in nota dal curatore dell'edi&ione tedesca dell'epistolario, nel suo successivo lavoro su %er ;lauf des Leens
(!"-$, Fliess avrebbe sviluppato la tesi secondo cui il mancinismo che caratteri&&erebbe di norma gli artisti
sarebbe legato alla presen&a, in essi, di %una pi forte componente del sesso opposto' (cfr. 6. Freud, Lettere a
@il!elm Fliess 3FF4B3GHI, cit., p. >-! e n.>$. ?n questo contesto il mancinismo di Leonardo non sarebbe stato per
Fliess che uno dei tanti esempi addotti a sostegno delle sue tesi, il cui valore sarebbe nondimeno stato messo in
dubbio proprio da Freud, che verso la fine del suo contributo sull'artista allude velatamente alle ricerche di Fliess per
prenderne le distan&e (cfr. Un ricordo d'infanzia di Leonardo da Vinci, cit., p. :;#$.
;La descri&ione del complesso di castra&ione si trova gi2 abbo&&ata in pi punti de L'interpretazione dei sogni (cit.$, e
in particolare alla p. >>;, dove, nel contesto della delucida&ione del significato simbolico dell'espressione %il
piccolo' e delle immagini ad essa associate, Freud interpreta un sogno di una sua pa&iente, in cui essa si identifica
con il fratello, alla luce di esso: %Rla pa&ienteS stata in realt2 una monellaccia e spesso le toccato sentirsi dire che
era un raga&&o mancato. Da questa identifica&ione col fratello risulta quindi in modo particolarmente chiaro che il
piccolo significa l'organo genitale. La madre (lo$ minaccia di castra&ione, e questa non pu4 essere che una puni&ione
per aver giocato con il membro0 con ci4 l'identifica&ione indica che lei stessa si era masturbata da bambina, mentre
sinora ricordava solo la masturba&ione del fratello'. ?l sogno 3 aggiunge Freud 3 %accenna inoltre alla teoria sessuale
infantile, secondo cui le bambine derivano per castra&ione dai bambini. Dopo averle esposto codesta opinione
infantile, RellaS ne trova subito una conferma nell'aneddoto del bambino che chiede alla bambina: tagliatoU .l che la
bambina risponde: no, sempre stato cos='.
;-
nell'omosessuale orrore an&ich1 piacere'.
;:

9onsiderato, in ragione del soddisfacimento che in grado di procurargli, il bene pi pre&ioso
in suo possesso, il pene diviene dunque ben presto, per il bambino, non solo il tratto distintivo di ci4
in cui egli si riconosce, bens= anche la fonte e il metro del valore di qualsivoglia altro oggetto.
;>
<el
tentativo di sistemati&&are i dati emersi dall'analisi compiuta, sebbene in forma indiretta, sul piccolo
(ans, oltre ad osservare come il bambino cominci con l'attribuire il possesso del pene %a tutti gli
esseri viventi, che egli giudica simili a lui', Freud riflette sulla ragione per cui (ans %si lamenta
ripetutamente col padre e con la madre di non aver mai visto il loro fapip=', individuandola nel
%bisogno di stailire un confronto'. 7ale a dire che per (ans il pene tiene il posto dell'?o sul cui
%metro' l'uomo %misura il mondo': osservata la spropor&ione tra il suo membro e quello di animali
come il leone o il cavallo, suppone che essa sussista anche nei confronti di quello del padre e della
madre e vorrebbe accertarsene, onde ricavarne la certe&&a che anche il suo crescer2 in pari misura.
6i potrebbe a questo riguardo osservare come Freud abbia fin da principio attribuito al primato da
lui riconosciuto al pene una connota&ione narcisistica, la quale fa dell'immaginario il luogo in cui
l'uomo si ritrova nel mondo. 5i aderente al dato della clinica, egli si limita tuttavia a dedurne 3 di
fatto correggendo la contrapposi&ione, eccessivamente schematica, che egli stesso aveva istituito
nei Tre saggi sulla teoria sessuale tra la vita sessuale dei bambini e quella degli adulti 3 che, poich1
%nella costitu&ione sessuale del piccolo (ans' la &ona erogena dalla quale %sin dall'ini&io' egli pu4
trarre %il pi intenso piacere' quella genitale, non c' ragione di paventare che essa comprenda %la
disposi&ione allo sviluppo di perversioni e della loro negativa'.
;8

L'ennesima riproposi&ione di questa formula peraltro qui corredata da una serie di
interessanti ragguagli, a cominciare dalla constata&ione di come la regola in base alla quale i
pervertiti 3 per i quali la cosa andrebbe %da s1, quasi' 3 e gli isterici avrebbero in comune una
%diminuita importan&a della &ona genitale nei confronti delle altre &one erogene' comporti tuttavia
un'importante ecce&ione, costituita dall'omosessualit2. ?l che non solo spiega come il piccolo (ans,
pur esente da ogni disposi&ione perversa, non ne sia nondimeno affatto indenne, ma anche chiarisce
quanto gi2 esposto nello scritto sulle Teorie sessuali infantili. .vvicinandosi di molto ad enucleare il
tratto distintivo di quella che egli arriver2 infine a teori&&are come un'organi&&a&ione genitale
;:Teorie sessuali dei amini, cit., p. 8#;.
;><e L'organizzazione genitale infantile (in 1pere, cit., vol. !, p. #--$ Freud si soffermer2 sulla resisten&a che, anche
dopo aver constatato come alcune donne non possiedano il pene, il bambino oppone alla generali&&a&ione di questa
osserva&ione. . rendergliela tanto difficile non sarebbe soltanto %la sua persuasione che l'assen&a del pene sia una
conseguen&a dell'evira&ione, a sua volta concepita come castigo', ma anche la convin&ione che %siano state private
del genitale soltanto le donne che non valgono nulla, probabilmente femmine che si sono rese colpevoli di impulsi
proibiti simili a quelli che egli stesso avverte. .lle donne rispettabili invece, come per esempio la propria madre, i
bambini attribuiscono il pene ancora per molto tempo'.
;8;nalisi della foia di un amino di cinque anni+ LCaso clinico del piccolo (ansM, cit., pp. ##,+#!.
;;
infantile vera e propria, Freud eviden&ia sin d'ora che %i soggetti che pi tardi diverranno
omosessuali R...S presentano rispetto ai normali la stessa preponderan&a infantile della &ona genitale,
e particolarmente del pene'.
;#

?ntroducendo quindici anni dopo la no&ione di fase fallica, egli puntuali&&er2 che %la
principale caratteristica di questa %organizzazione genitale infantile' la sua diversit2 rispetto alla
definitiva organi&&a&ione genitale dell'adulto. Aale diversit2 consiste nel fatto che per entrambi i
sessi c' un solo genitale degno di essere preso in considera&ione, quello maschile. <on siamo
dunque in presen&a di un primato dei genitali, bens= di un primato del fallo'.
;-
.ncor pi
interessante di quest'anticipa&ione, la cui portata peraltro fortemente limitata dal fatto che, a
differen&a di quello del !:>, il Freud del !", non sembra nemmeno porsi il problema di come
declinare al femminile una tale %preponderan&a' del pene, nondimeno per noi il fatto che essa
venga anche descritta come una %sopravvaluta&ione' dello stesso, mediante lo stesso termine gi2
impiegato nei Tre saggi sulla teoria sessuale in rela&ione all'oggetto feticcio. <ota&ione, questa, che
assume un ulteriore rilievo qualora si tenga presente come, in tutte le edi&ioni di quest'opera
anteriori al !:", ovverosia fin tanto che Freud avrebbe mantenuto l'idea della complementarit2 di
perversione e nevrosi, si trovava un passo inerente la particolarit2 per cui %nessuna delle sequen&e
inconsce di pensieri riscontrate nelle nevrosi corrisponde a una tenden&a al feticismo'.
;;
Di modo
che parrebbe doversi estendere anche a quest'ultimo la conclusione che quello stesso appre&&amento
del pene che avrebbe altrimenti potuto portare il soggetto al normale sviluppo nella dire&ione
dell'eterosessualit2, spinto all'estremo risulterebbe viceversa deviante seppure non propriamente
patogeno, ch1, in base all'assunto della solidariet2 di perversione e nevrosi, l'omosessualit2 si
colloca sen&'altro, sulla scala evolutiva che porta %dall'autoerotismo all'amore oggettuale', in %un
punto intermedio', un passo innan&i rispetto a quest'ultima. Del pari, varrebbe conseguentemente
anche per il feticista la nota&ione 3 conforme al principio, di portata pi generale e gi2 formulato nei
Tre saggi sulla teoria sessuale, che %noi erroneamente ci siamo rappresentati l'unione di pulsione e
oggetto della vita sessuale come troppo intima'
;,
3 secondo cui %ci4 che fa di un individuo un
omosessuale non una particolarit2 della vita pulsionale, bens= della scelta oggettuale'.
;!
;#?vi, pp. #-"+-. ?l corsivo mio. ?n una nota de L'organizzazione genitale infantile (cit., p. #-# n. $ Freud insister2
parimenti su come %l'atten&ione del bambino sia scarsamente attratta dall'altra parte del genitale maschile, dallo
scroto e da ci4 che contiene. 6e ci basassimo sulle analisi non potremmo indovinare che al genitale appartiene
qualcos'altro oltre al pene'.
;-L'organizzazione genitale infantile, cit., p. #-8.
;;Tre saggi sulla teoria sessuale, cit., p. 8;, n. >.
;,9fr. ivi, p. 8-:.
;!9fr. ;nalisi della foia di un amino di cinque anni+ LCaso clinico del piccolo (ansM, cit., p. #-.
;,
Leonardo0 la donna con il pene e il niio
Aornando al lavoro su Leonardo, il primo riferimento al supposto ricordo infantile del nibbio
in rela&ione al quale Freud vi introduce le sue considera&ioni sul feticismo si trova in apertura al
secondo capitolo, mentre il primo dedicato a svilupparne il tema originario, riguardante la
peculiarit2 della curiosit2 scientifica leonardesca e l'influen&a da questa esercitata sulla sua attivit2
artistica. ?l passo cui Freud fa riferimento tratto dal Codice atlantico (.tl. -- v. b$ e recita:
%@uesto scriver s= distintamente del nibbio par che sia mio destino, perch1 nella mia prima
ricorda&ione della mia infan&ia e' mi parea che, essendo io in culla, un nibbio venissi a me e
m'aprissi la bocca colla sua coda, e molte volte mi percotessi con tal coda dentro alle labbra'.
,"
*iprendendo le considera&ioni gi2 formulate ne Il poeta e la fantasia sul modo in cui i popoli
trasfigurano la verit2 storica relativa alle loro origini,
,
Freud ne mette tuttavia immediatamente in
dubbio la realt2, non tanto in ragione dell'et2 particolarmente precoce cui Leonardo riferisce il suo
ricordo, quanto a causa della scarsa plausibilit2 del suo contenuto. 9i4 non significa tuttavia, precisa
Freud, che non meriti occuparsene: come dietro il materiale leggendario si nasconde sempre un
nocciolo di verit2 storica, cos= %dietro i frammenti di ricordi' che non riusciamo a comprendere
%sono celate inestimabili testimonian&e delle linee pi importanti del RnostroS sviluppo psichico'.
,:

.pparentemente piuttosto for&ato nella misura in cui, nell'equa&ione dalla quale risultano simili
ricordi, entra in gioco, oltre ai fatti del passato e agli interessi attuali che ne determinerebbero la
trasfigura&ione, anche un ter&o fattore, costituito dai desideri infantili in quanto nocciolo
dell'inconscio, il parallelo si giustifica secondo Freud nella misura in cui, nel caso di Leonardo, ci4
permetterebbe nondimeno di colmare una lacuna della sua biografia, giustappunto relativa ai suoi
primi anni di vita.
. tal fine, Freud comincia col dare, della fantasia di Leonardo, una tradu&ione erotica,
sottolineando come, in italiano al pari che in molte altre lingue, il termine %coda' sia uno di quelli
cui abitualmente si ricorre per designare il membro maschile. @uella che si profila dietro al ricordo
d'infan&ia riportato da Leonardo sarebbe dunque una fantasia omosessuale passiva di fellatio,
ulteriormente ricondotta da Freud alla base ad essa fornita da %un'altra situa&ione in cui tutti un
tempo ci siamo sentiti a nostro agio: quando poppanti R...S prendevamo in bocca per succhiarlo il
,"9fr. G. Fumagalli (a cura di$, Leonardo omo senza lettere, 6ansoni, Firen&e !>!, pp. 8+# (cit. in Un ricordo
d'infanzia di Leonardo da Vinci, cit., p. ::!$.
,9fr. sopra, pp. #;+#!. 7a ricordato come lo schema esplicativo qui applicato risalga in realt2 molto pi indietro, e
pi precisamente alla pubblica&ione, avvenuta nel ,!,, dell'articolo *icordi di copertura (in parte ripreso nella
/sicopatologia della #ita quotidiana, cit., pp. !>+""$. Dopo aver abbandonato la teoria della sedu&ione, Freud la
reinterpret4 del resto in maniera sostan&ialmente analoga, mediante l'ipotesi che buona parte dei traumi riferitigli dai
suoi pa&ienti costituisse in realt2 un travestimento retroattivo dell'onanismo infantile.
,:Un ricordo d'infanzia di Leonardo da Vinci, cit., p. :>.
;!
cape&&olo della madre o della balia'. 7ale la pena di rimarcare, a questo riguardo, come
l'equivalen&a immaginaria di cape&&olo e pene insita in tale accostamento non venga affatto
considerata da Freud come qualcosa di immediatamente evidente, al punto che egli cerca di mediare
i due termini mediante un riferimento a prima vista piuttosto bi&&arro. .ll'afferma&ione secondo cui
l'esperien&a della su&ione al seno costituirebbe, in quanto paradigma di ogni successivo %godimento
vitale', un'%impressione organica R...S certamente tale da rimaner scolpita in noi in modo
indelebile', egli fa infatti seguire la constata&ione che, %quando pi tardi il bambino fa la
conoscen&a della mammella della mucca, che per la sua fun&ione equivale a un cape&&olo 3 ma per
la sua forma e la posi&ione nel basso ventre a un pene 3 ha raggiunto il primo gradino per la
successiva costru&ione di quella fantasia sessuale Rla fellatioS che ci suscita repulsione'.
,>
?l carattere soltanto par&iale del chiarimento in tal modo conseguito relativamente alla
peculiarit2 della fantasia leonardesca risulta nondimeno evidente: posto con Freud che la
reminiscen&a dell'allattamento al seno materno sia %ugualmente importante per i due sessi', tutta
una serie di domande resta sen&a risposta, a cominciare da quella relativa all'identifica&ione 3
implicita in quanto sinora detto 3 della figura materna con il nibbio per arrivare a quella inerente le
ragioni della sua rielabora&ione in senso omosessuale passivo merc la conversione dell'attivit2
della su&ione nella passivit2 dell'allattamento (si ricordi infatti che, stando al racconto di Leonardo,
non lui ad aprire la bocca per succhiare la coda del nibbio, ma quest'ultimo ad aprirgliela per poi
introdurvela$.
L' noto come, riguardo al primo punto, Freud sia caduto in un tranello, ingenerato da un errore
della traduttrice tedesca del testo leonardesco, Earie (er&feld, la quale rese l'italiano %nibbio' col
tedesco %2eier', il quale significa invece %avvoltoio'. 5er spiegare la sostitu&ione da Leonardo
operata della madre con il nibbio, egli sviluppa infatti una serie di argomenti che ne dipendono
strettamente, a cominciare dall'essere nella scrittura geroglifica la madre rappresentata proprio dalla
figura dell'avvoltoio. ?noltre, sempre presso gli egi&i, Freud ritrova l'esisten&a di un culto relativo a
%una divinit2 materna che veniva raffigurata con una testa di avvoltoio o con pi teste, almeno una
delle quali era di avvoltoio. ?l nome di questa dea si pronun&iava .ut0 che l'affinit2 fonetica con la
nostra parola .utter sia soltanto casualeU'
Freud stesso, naturalmente, si rende conto di come tutto ci4 presupponga da parte di Leonardo
una conoscen&a della lingua e della cultura egi&iane del tutto priva di riscontri, non fosse per un
passo dei (ierogl)p!ica di Krapollo <iloo, che Leonardo avrebbe potuto conoscere attraverso
qualche padre della 9hiesa o una compila&ione di scien&e naturali. Da Krapollo, infatti, Leonardo
avrebbe potuto apprendere non solo che gli egi&i usavano la figura di un avvoltoio per indicare la
,>?vi, p. :>:+>>.
,"
madre %poich1 in questo genere di animali non vi maschio', bens= anche come, presso tali animali,
si riteneva allora avvenisse la genera&ione: %quando l'avvoltoio agogna al concepimento dischiude
la sua vagina al vento di /oreade ed da esso penetrato per cinque giorni nei quali non prende n1
cibo n1 bevanda, desiderando la procrea&ione di una creatura'.
,8
Ld proprio alla lettura di queste
parole che in Leonardo sarebbe affiorato %un ricordo che si trasform4 in quella fantasia, la quale
per4 intendeva significare che anch'egli era stato in fondo figlio di avvoltoio, che aveva avuto una
madre ma non un padre, e a questo si accompagn4, nel modo in cui soltanto impressioni cos=
antiche possono esprimersi, un'eco del godimento provato al seno materno'.
,#

.ll'identifica&ione di quello che egli crede un avvoltoio, mentre si tratta di un nibbio, Freud
aggiunge in tal modo il tema della nostalgia per il padre assente, fondamentale nella misura in cui
unicamente attraverso di esso che egli riesce a spiegare la futura disposi&ione epistemofilica di
Leonardo, nonch1 il carattere prevaricante da essa finalmente assunto. L'ipotesi freudiana infatti
che essa costituisca un retaggio dell'accanimento col quale questi avrebbe condotto l'indagine
infantile circa i misteri della nascita e del concepimento, a sua volta motivabile con l'avere egli
vissuto nei primissimi anni di vita da solo con la madre e lontano dal padre, che solo
successivamente l'avrebbe riconosciuto.
,-
@uanto pesi l'errata interpreta&ione della parola %nibbio' sull'argomenta&ione freudiana
evidente, dal momento che, di tutto il materiale egi&io chiamato in causa da Freud, si salva
unicamente 3 ed in parte soltanto, dal momento che anche in questo caso di avvoltoi si tratta 3 il
riferimento ad Krapollo. . proposito di quest'ultimo, si potrebbe tuttavia notare come la sua
fun&ione all'interno del discorso di Freud sia essen&ialmente quella di garantire la continuit2 della
trasmissione simbolica mediante la quale l'identifica&ione della madre con l'avvoltoio, operata
nell'ambito della civilt2 egi&ia, sarebbe infine pervenuta a Leonardo. 5oich1 a proposito della dea
Eut Freud osserva nel seguito del saggio come essa venisse %per lo pi raffigurata dagli Lgi&i con
un fallo', e come %il suo corpo, contraddistinto da mammelle, presentRasseS inoltre un membro
maschile in stato di ere&ione'0 poich1 inoltre egli mette in rela&ione tale sua peculiarit2 con la
valen&a simbolica fallica della coda del nibbio che compare nella fantasia leonardesca, parrebbe
quasi che Freud, chiamando in causa il passo di Krapollo, abbia voluto evitare di basare
direttamente la sua interpreta&ione 3 secondo un metodo che non esiter2 viceversa in seguito ad
adottare 3 sull'interpola&ione di un elemento la cui universale presen&a nello psichismo gli si era
,89. Leemans (a cura di$, (orapollonis 'iloi (ierogl)p!ica, .msterdam !>#, p. 8 (cit. in Un ricordo d'infanzia di
Leonardo da Vinci, cit., p. :>8$.
,#Un ricordo d'infanzia di Leonardo da Vinci, cit., :>#+>-.
,-.ll'intui&ione di %questo nesso tra la sua ricerca e la storia della sua infan&ia' Freud fa ad esempio risalire
%l'esclama&ione che egli era stato destinato da sempre ad immergersi nel problema del volo degli uccelli' (ivi, p.
:>;$.
,
precedentemente rivelata nell'ambito della clinica, ovverosia sulla fantasia della madre con il pene
di cui sopra.
,;
?l che significa che la sua interpreta&ione del ricordo leonardesco e soprattutto della
sua connota&ione in senso omosessuale si regge anche a dispetto dell'errore in lui indotto dalla
tradu&ione tedesca del Codice atlantico, sebbene unicamente alla condi&ione di muovere
dall'irriducibilit2 della fantasia della madre fallica, come lo stesso Freud si risolve infine a fare
quando afferma che %nella dea Eut R... S troviamo la medesima unione di caratteristiche materne e
virili che compare nella fantasia di Leonardo` Dobbiamo spiegare questa coinciden&a ammettendo
che Leonardo conoscesse dai suoi studi sui libri anche la natura androgina dell'avvoltoio maternoU
Aale possibilit2 pi che dubbia0 pare che le fonti a lui accessibili non contenessero alcun accenno a
questa singolare disposi&ione. L' ben pi facile ricondurre la concordan&a a un moti#o comune,
atti#o sia nell'uno c!e nell'altro caso e ancora sconosciuto'.
,,

9ome gi2 detto, tale motivo comune risiede nella teoria sessuale infantile secondo cui tra
l'organo genitale maschile e la figura materna non vi sarebbe alcuna incompatibilit2. *iprendendo
quanto gi2 articolato negli scritti del biennio !";V!",, Freud ripropone qui la tesi secondo la
quale il bambino (al solito, implicitamente, maschio$ attribuisce a tutte le persone un pene nella
misura in cui egli % dominato dall'interesse per il proprio organo genitale', e che %questo
preconcetto s'instaura cos= solidamente nel giovane investigatore che non viene distrutto neppure
dalle sue prime osserva&ioni di genitali di piccole bambine', la cui differente conforma&ione viene
da questi denegata dapprima supponendo che il membro, la sola idea della cui mancan&a gli sembra
%sconvolgente, insopportabile', sia in realt2 presente e destinato a crescere sebbene al momento
molto piccolo0 e quindi 3 in una fase ulteriore, conseguente alla disillusione di tale aspettativa 3 con
l'ipotesi che %il membro c'era anche nella bambina piccola, ma stato tagliato e al suo posto
rimasta una ferita'. *ispetto al passato, il nesso tra la fantasia della donna con il pene e il complesso
di castra&ione appare qui meglio determinato, gra&ie anche alla constata&ione che %questo progresso
della teoria utili&&a ormai alcune esperien&e personali di carattere penoso: il bambino ha nel
frattempo udito la minaccia che gli si toglier2 il pre&ioso organo se continua a mostrare un interesse
troppo evidente per esso. 6otto l'influsso di questa minaccia di evira&ione egli ora muta la sua
conce&ione dell'organo sessuale femminile0 d'ora in poi tremer2 per la propria virilit2, ma
dispre&&er2 altres= le infelici creature sulle quali secondo lui gi2 stata eseguita la terribile
puni&ione'.
,!
. questo punto, Freud pare ricordarsi della comunica&ione sul feticismo del febbraio !"!,
,;9fr. le osserva&ioni al riguardo formulate da Bohn Forrester nel capitolo quinto del suo Il linguaggio e le origini
della psicanalisi, trad. di F. 7illa, il Eulino, /ologna !,8.
,,Un ricordo d'infanzia di Leonardo da Vinci, cit., p. :>!. ?l corsivo mio.
,!9fr. ivi, pp. :8"+8.
,:
dal momento che egli aggiunge al quadro l'osserva&ione che %prima che il bambino cada sotto il
dominio del complesso di evira&ione R...S incomincia a manifestarsi in lui, quale attivit2 pulsionale
erotica, un intenso piacere di guardare', legato al desiderio di %vedere i genitali di altre persone,
all'ini&io probabilmente per confrontarli con i suoi'. Ea ancor pi importante l'afferma&ione che
%l'attra&ione erotica suscitata dalla persona della madre culmina presto nella nostalgia dell'organo
sessuale di lei, ritenuto un pene'. D'un tratto, quanto avan&ato l'anno prima in rela&ione al feticismo
dei vestiti prende appieno il suo senso: il riferimento, piuttosto confuso, alla reversibilit2 del
carattere della pulsione da attivo a passivo e viceversa viene lasciato cadere, mentre si specifica, in
maniera pienamente conforme alla generali&&a&ione del concetto di feticismo da Freud allora
avan&ata in rela&ione alle donne in quanto soggette alle coa&ioni della moda, come l'oggetto della
pulsione scopica debba essere identificato non, genericamente, nel corpo nudo della madre, bens=
nel di lei pene mancante. 5recisato come a seguito della successiva rivela&ione che la donna non ha
pene tale nostalgia possa trasformarsi nel ribre&&o e nel risentimento che spesso dato riscontrare
negli impotenti psichici, nei misogini o negli omosessuali, Freud ridefinisce quindi la sua teoria
genetica del feticismo nei seguenti termini: %la fissa&ione all'oggetto un tempo intensamente
desiderato, il pene della donna, lascia tracce indelebili nella vita psichica del bambino che abbia
compiuto con particolare profondit2 quella parte dell'esplora&ione sessuale infantile. <ei feticisti,
pare che la venera&ione del piede e della scarpa femminile consideri il piede unicamente un simbolo
sostitutivo del membro della donna, una volta venerato e da allora rimpianto0 i %tagliatori di trecce'
svolgono sen&a saperlo la parte di persone che compiono l'atto di evira&ione sull'organo genitale
femminile'.
!"
@uanto in questa riformula&ione della teoria del feticismo merita inoltre di essere sottolineato,
la prossimit2 tra l'epistemofilia leonardesca e la disposi&ione al pensiero speculativo sviluppata
dal pa&iente di cui nella comunica&ione del !"! in stretto rapporto con il feticismo dei vestiti.
*itornando pi oltre sul problema dell'interesse da Leonardo nutrito per il volo, Freud, dopo essersi
soffermato sul valore simbolico del volo stesso e dei termini ad esso associati, osserva come,
confessando di aver provato per esso una particolare attra&ione sin dall'infan&ia, l'artista toscano ci
abbia dato conferma %che la sua esplora&ione infantile era rivolta alla sfera della sessualit2'. Ea
ancor pi interessante rilevare come a tale interesse Leonardo sarebbe secondo Freud rimasto
successivamente fissato, aggirando in tal modo la rigidit2 della rimo&ione che l'avrebbe pi tardi
pressoch1 totalmente estraniato dalla sessualit2: %dagli anni dell'infan&ia sino all'epoca della piena
maturit2 intellettuale lo stesso soggetto continu4 ad interessarlo, con un lieve mutamento di
significato, ed molto probabile che egli non riuscisse a conquistare l'abilit2 desiderata n1 nella
!"?vi, p. :8.
,>
primitiva acce&ione sessuale, n1 nell'acce&ione meccanica0 che entrambe restassero per lui desideri
frustrati. ?l grande Leonardo 3 scrive ancora Freud 3 a ben vedere, rimase per tutta la vita per pi
versi infantile R...S. 9ontinu4 a giocare ancora in et2 adulta e anche per questo apparve talora
inquietante e incomprensibile agli occhi dei suoi contemporanei'. Ara gli altri esempi riportati da
Freud, c' un passo del 7asari in cui si racconta di come Leonardo avesse una volta applicato ad un
ramarro delle ali posticce, fabbricate con le scaglie prelevate da altri ramarri e che, quando l'animale
si muoveva, %tremavano', cosicch1 %fattoli gli occhi, corna e barba, domesticatolo e tenendolo in
una scatola, tutti gli amici, ai quali lo mostrava, per paura faceva fuggire'. 6i potrebbe a questo
riguardo osservare come una tale commistione di artificio e natura, al pari del piacere da Leonardo
provato nel progettare %i pi ingegnosi trastulli meccanici' e del suo pi generale gusto per
%fin&ioni e travestimenti', rientrino tra i tratti a pi riprese indicati dalla clinica psicoanalitica
postfreudiana come tipici dei soggetti perversi. ?n questa sede, per4, conviene forse limitarsi a
ritenere la conclusione cui Freud esplicitamente perviene, ovverosia che % probabile che questa
pulsione di giuoco sia venuta meno negli anni pi maturi, sfociando anch'essa nell'attivit2 di ricerca,
la quale signific4 l'ultimo e pi alto dispiegamento della sua personalit2. Ea il suo lungo permanere
pu4 insegnarci con quanta lente&&a si stacchi dalla propria infan&ia colui che ha toccato in quel
tempo l'apice della beatitudine erotica, in seguito mai pi raggiunto'.
!
. dispetto del credito da Freud in tal modo finalmente concesso a Leonardo, la cui brama di
sapere sarebbe finalmente giunta a desessuali&&arsi, rimane l'indica&ione relativa a come
l'aspira&ione al possesso di un sapere sulla natura delle cose dovesse piuttosto avere a lungo
costituito, per Leonardo, l'Ersatz di tutt'altra conoscen&a, relativa a quello stato di %beatitudine' che
egli stesso avrebbe sperimentato, in una forma nondimeno passivante, attraverso le ardenti care&&e
materne cui %accenna la fantasia del nibbio'.
!:
Fin troppo comprensibilmente 3 afferma Freud 3 la
madre di Leonardo, %non solo per compensare il fatto di non avere un marito, ma anche per
compensare il bambino di non avere un padre che lo accare&&asse', l'avrebbe collocato 3
analogamente alla madre del feticista da lui anali&&ato l'anno precedente 3 al posto di quest'ultimo,
%provocando una troppo precoce matura&ione del suo erotismo' e spogliandolo in tal modo %di
parte della sua virilit2'. *iprendendo quanto da Lacan osservato in rela&ione al Caso clinico del
!?vi, p. :-,.
!:<elle considera&ioni conclusive del lavoro su Leonardo Freud parla infatti di una duplice sublima&ione, la cui forma
originaria sarebbe stata quella della sete di sapere universale, cui solo in un secondo tempo si sarebbe aggiunta
quella consistente nell'attivit2 artistica. 5oich1 tuttavia %la quasi completa repressione dell'autentica vita sessuale
non offre le condi&ioni pi favorevoli per l'esplicarsi delle aspira&ioni sessuali sublimate', anche in Leonardo si
sarebbe infine avuta una %retrocessione' dalla seconda alla prima di queste due forme, con la quale sarebbero
riapparsi, in perfetta analogia con quanto avviene nei nevrotici, %alcuni dei tratti che caratteri&&ano le pulsioni
sessuali inconsce: l'insa&iabilit2, il rigore inflessibile, la mancan&a di capacit2 di adattamento alle circostan&e
reali' (cfr. ivi, pp. :;+;:$.
,8
piccolo (ans, per il quale pure sarebbe stata questione di una certa caren&a paterna e di un'eccessiva
esclusivit2 della rela&ione duale di madre e bambino, potremmo dire che anche Leonardo sarebbe
stato posto nella condi&ione di dover sostenere %l'amore della madre per l'infante che essa allatta e
cura', il quale % qualcosa di molto pi profondo della sua successiva affe&ione per il bambino che
sta crescendo', essendo %la sua natura' quella %di un rapporto d'amore totalmente soddisfacente,
che appaga non solo tutti i desideri spirituali, ma anche tutte le esigen&e corporee' e ci4 nella
misura in cui esso consente %di soddisfare sen&a rimorso anche moti di desiderio da lungo tempo
rimossi, che si debbono definire perversi'. . monte dell'interroga&ione sulle proprie origini, le cui
tracce Freud ci invita a leggere fra le righe della fantasia del nibbio mediante il riferimento al testo
di Krapollo, vi sarebbe dunque in Leonardo una questione pi originaria, %un misticismo di cui non
osiamo penetrare il segreto', consegnato ad una certa stereotipia delle sue opere pittoriche pi tarde.
%.rrivato al culmine della sua vita', Leonardo avrebbe secondo Freud incontrato quello che non
potremmo nemmeno definire un segno, dal momento che esso non rimanda ad altro che a se stesso,
ovverosia %quel sorriso di beatitudine estatica somigliante a quello che aveva sfiorato le labbra di
sua madre mentre lo accare&&ava R...S. Ea era diventato pittore, e questo sorriso si sfor&4 di crearlo
con il pennelllo'.
!>

<ella misura in cui Freud osserva come le figure che compaiono in questi quadri siano spesso
androgine, %ma non pi nel senso della fantasia del nibbio', si sarebbe tentati di avan&are l'ipotesi
che quel %familiare sorriso ammaliatore', che %fa sospettare un segreto d'amore', adombri una sorta
di al di l2 del feticismo, in cui non si tratterebbe nemmeno pi di scongiurare la minaccia della
castra&ione mediante la proie&ione del pene posseduto dal soggetto sull'essere che viceversa ne
testimonierebbe (la donna$, bens= di conservare, incistato nell'ordine che lo nega, un frammento di
quello stesso godimento che, nella sua assolute&&a, supposto stare al di l2 o, come meglio sarebbe
dire, al di qua della castra&ione stessa. @uasi che le figure dipinte da Leonardo, %giovani di
bell'aspetto, di una delicate&&a femminea, dalle forme effemminate', che %non abbassano gli occhi
ma guardano in modo misteriosamente trionfante, quasi sapessero di una grande felicit2 vittoriosa
della quale 9 oligo tacere', si sovrapponessero al profilo stesso dell'artista, facendolo sprofondare
in seno al quadro fantasmatico da egli stesso evocato. Di modo che la peculiarit2 di quest'ultima
stagione della sua produ&ione pittorica sarebbe da ricondurre all'influen&a su di essa esercitata da
quella stessa brama di sapere, la cui istan&a si inscrive in quanto tale nel quadro della nevrosi
ossessiva, che ne avrebbe da ultimo determinato il destino.
!8

!>?vi, p. :#,.
!8La conclusione vale in certo modo anche per il feticista dei vestiti da Freud anali&&ato nel !"!, della cui
propensione al pensiero speculativo diviene in tal modo meglio comprensibile in che senso essa costituisca il
pendant del suo feticismo. 6ulla rela&ione tra pensiero flosofico e nevrosi ossessiva cfr. anche C. .braham,
Limitazioni e trasformazioni del piacere di guardare negli psicone#roticiV osser#azione di fenomeni analog!i nella
,#
6e, chiudendo questa parentesi sulle possibili connessioni di feticismo ed epistemofilia,
torniamo al tema della fantasia della madre fallica, possiamo riscontrare come la fun&ione
strutturante da essa esercitata per l'intero discorso di Freud trovi un'importante conferma nel
parallelismo 3 la cui illustra&ione pi ampia si trova nel di poco posteriore Totem e taN Q da questi
stabilito tra la vita psichica dei bambini e quella le cui attuali vestigia ci lasciano intendere debba
essere stata, %nelle epoche pi remote', propria del'intera umanit2. ?n base a %significative analogie
biologiche', Freud asserisce infatti che %la supposi&ione che la madre abbia il pene la fonte
comune da cui derivano la configura&ione androgina delle divinit2 materne (come l'egi&ia Eut$ e la
coda del nibbio nella fantasia infatile di Leonardo'. ?n modo estremamente chiaro, egli afferma an&i
l'irriducibilit2 di tale rappresenta&ione fantastica, osservando che, %per la verit2, definire
ermafrodite queste figure divine un equivoco, stando al significato medico del termine. <essuna di
esse riunisce i veri genitali di entrambi i sessi, come si verifica in qualche malforma&ione R...S0 esse
aggiungono semplicemente alle mammelle, contrassegno della maternit2, il membro maschile,
come avviene nella prima rappresenta&ione che il bambino si fa del corpo materno'. .ll'origine del
feticismo non meno che dell'omosessualit2 maschile vi sarebbe dunque una rappresenta&ione la cui
inciden&a non dev'essere circoscritta a tali devia&ioni rispetto alla norma sessuale, ma che appare al
contrario strutturante per la normalit2 stessa. <ella misura in cui dato riscontrarla tanto nei
bambini quanto nelle civilt2 arcaiche, parrebbe addirittura doversi concludere che la fun&ione
strutturante da essa esercitata valga per lo sviluppo psicosessuale in generale, indipendentemente
dalla prospettiva adottata (ontogenetica o filogenetica$. <on fosse che Freud si spinge ben oltre,
inscrivendo nella dinamica propria di tale sviluppo 3 il quale, stante anche l'identifica&ione di
sublima&ione e desessuali&&a&ione proposta in questo scritto, coincide con il progresso stesso della
civili&&a&ione 3 il meccanismo, viceversa specificamente feticistico, della rimo&ione par&iale, cui il
seguente passo, sebbene sen&a esplicitamente nominarlo, fa evidentemente riferimento. <ella
misura in cui esso arriva a riecheggiare molto da vicino quello, contenuto nella conferen&a del
!"!, relativo alla concomitan&a del degradamento della figura femminile con la promo&ione, in
seno al cristianesimo, della figura della vergine madre, esso merita di essere citato per intero: %il
materiale laboriosamente raccolto dagli studiosi delle civilt2 3 scrive Freud 3 dimostra in modo
convincente che i genitali erano in origine l'orgoglio e la speran&a degli esseri viventi, godevano di
venera&ione divina e trasmettevano la divinit2 delle loro fun&ioni a tutte le nuove attivit2 apprese
dagli uomini. /asandosi sulla loro natura sorsero per sublima&ione innumerevoli figure di di e,
nell'epoca in cui la connessione tra le religioni ufficiali e l'attivit2 del sesso era gi2 velata alla
coscien&a generale, culti segreti si sfor&arono di mantenerla viva presso un gran numero di adepti.
psicologia dei popoli, in 1pere, trad. di A. 9ancrini in 1pere, cit., pp. -": e sgg.
,-
.lla fine, nel corso dell'evolu&ione delle civilt2, dalla sessualit2 venne estratto ci4 che in essa aveva
attinen&a col divino e col sacro, e il resto, esausto, cadde preda del dispre&&o'. @uesta scissione del
complesso rappresentativo originariamente costituito dalle varie divinit2, con la definitiva
consacra&ione di una loro parte e il correlativo rifiuto dell'altra, segna evidentemente secondo Freud
una tappa avan&ata nel processo della civili&&a&ione, esattamente nello stesso senso in cui sul piano
ontogenetico dato constatare una grande prossimit2 tra feticismo e amore normale. 9i4,
naturalmente, anche se %per il carattere indelebile che proprio di tutte le tracce impresse
nell'animo umano, non ci si deve stupire se anche le forme pi primitive di adora&ione dei genitali
sono dimostrabili sino a epoche recentissime e se l'uso linguistico, i costumi e le supersti&ioni
dell'umanit2 attuale conservano le vestigia di tutte le fasi di questo processo evolutivo'.
!#
L'alternati#a narcisistica
La centralit2 della fantasia della madre fallica per lo studio leonardesco di Freud trova la sua
definitiva conferma nella formula da questi finalmente proposta quale tradu&ione (nello stesso modo
in cui l'interpreta&ione di un sogno coincide con la formula&ione del pensiero inconscio ad esso
soggiacente$ del supposto ricordo del nibbio: %.llora la mia affettuosa curiosit2 si rivolgeva a mia
madre e io le attribuivo ancora un organo genitale come il mio'. . par&iale corre&ione di ci4, va
tuttavia rilevato come Freud immediatamente osservi come %non possiamo contentarci di questa
spiega&ione della coda del nibbio nella fantasia infantile di Leonardo', in quanto essa non rende in
alcun modo conto della conversione dell'attivit2 della su&ione nella passivit2 del venire allattato, la
quale passivit2 soltanto ne fa una fantasia propriamente omosessuale.
!-
. questo proposito, Freud
sostiene la possibilit2 di affermare in base alla clinica psicoanalitica (per quanto ancora limitata ad
un numero piuttosto esiguo di casi$ che tutti gli omosessuali maschi avrebbero intrattenuto, nella
prima infan&ia, un legame erotico molto intenso, successivamente rimosso, con una persona di sesso
femminile 3 in genere la madre. Di modo che all'origine dell'omosessualit2 vi sarebbe un
%meccanismo' che ci noto, sebbene le sue %for&e motrici' ci sfuggano ancora: %l'amore verso la
madre', infatti, %non pu4 prender parte al successivo sviluppo cosciente e soggiace alla rimo&ione.
?l raga&&o rimuove l'amore verso la madre ponendo se stesso al suo posto, identificandosi con la
madre e prendendo a modello la propria persona, a somiglian&a della quale sceglie i suoi nuovi
!#Un ricordo d'infanzia di Leonardo da Vinci, cit., p. :8:. 7a da s1 che l'indelebilit2 in questione ha a che vedere da
vicino con quella che Freud chiama %viscosit2 della libido'.
!-?bidem. L'equivalen&a di omosessualit2, passivit2 e assun&ione incondi&ionata della castra&ione verr2 da Freud posta
ancora in uno dei suoi ultimi scritti, ;nalisi terminaile e interminaile, nel quale il rifiuto di assumere una
posi&ione passiva nei confronti dell'analista viene identificato come uno dei principali fattori di resisten&a al
trattamento psicoanalitico. 9fr. op. cit., trad. di *. 9olorni, in 1pere, cit., vol. , p. #>8+>#.
,;
oggetti d'amore'. Fin da ora, per tale regressione Freud individua tuttavia una molla pi riposta, dal
momento che quella che si presenta di primo acchito come l'ado&ione di una nuova posi&ione
libidica (l'omosessualit2$ costituirebbe in realt2 uno %scivolamento', ovverosia un ritorno
all'%autoerotismo', %giacch1 i raga&&i' che il soggetto, %adolescente, ora ama non sono che sostituti
e repliche della sua stessa persona infantile, da lui amata come sua madre lo am4 da bambino.
Diciamo che egli trova i suoi oggetti sulla via del narcisismo, poich1 la leggenda greca parla di un
giovane, <arciso, cui nulla piaceva tanto quanto la propria immagine riflessa e che verr2
trasformato nel bel fiore che porta questo nome'.
!;
Dal prosieguo del passo, risulta tuttavia chiaro come il riferimento al narcisimo in esso
contenuto sia piuttosto estemporaneo. %Eediante la rimo&ione dell'amore verso la madre', scrive
Freud, l'omosessuale maschio %la conserva nel suo inconscio e le rimane d'ora in poi fedele. Eentre
sembra che nell'amore egli corra dietro ai raga&&i, in realt2 fugge davanti alle altre donne che
potrebbero renderlo infedele. R...S L'omosessuale, apparentemente sensibile solo al fascino virile, in
verit2 soggiace come un uomo normale all'attra&ione della donna, ma si affretta ogni volta a
trasporre l'eccitamento suscitato dalla donna su un oggetto maschile, ripetendo continuamente in
questo modo il meccanismo attraverso il quale ha acquistato la sua omosessualit2'.
!,
Ea che cosa
significa questo, se non che tutto il peso dell'argomenta&ione freudiana cade, conformemente a
quegli assunti teorici che egli andava tuttavia proprio in quegli anni sovvertendo, sull'istan&a
rimovente piuttosto che sui punti di fissa&ione che stanno a monte della regressione cui essa
fornisce l'occasioneU Gna volta di pi, omosessualit2 e feticismo si trovano qui appaiati quali due
varianti di un medesimo processo, ci4 di cui Freud avrebbe nondimeno di l= a poco fornito tutt'altra
fonda&ione teorica, approfondendo l'idea, gi2 avan&ata nel !",, per cui, tra autoerotismo e amore
oggettuale, vi sarebbe una vera e proprio scala, di cui narcisismo, omosessualit2 e feticismo
costituirebbero altrettanti gradini.
<ell'Introduzione al narcisismo, ad esempio, la %sopravvaluta&ione', sotto la cui egida Freud
colloca tanto il narcisismo propriamente detto quanto il feticismo, viene assimilata al processo
dell'ideali&&a&ione, il quale pu4 interessare tanto l'oggetto che l'immagine che l'?o si forgia di se
stesso ed in riferimento alla quale si decide il minore o maggior rigore delle rimo&ioni da questo
messe in atto, ma alla cui base vi sarebbe in ogni caso il narcisismo primario, focali&&ato sugli
organi genitali del soggetto. @uasi che, malgrado l'impressionante avan&ata compiuta a partire
dagli anni novanta sul piano della clinica (dell'isteria prima e della nevrosi ossessiva poi$, Freud
ancora faticasse a farsi una ragione dello scarto tra oggetto e pulsione e si accanisse di conseguen&a
!;Un ricordo d'infanzia di Leonardo da Vinci, cit., p. :88.
!,?vi, pp. :88+8#.
,,
a ricercarne la spiega&ione in un modello della sessualit2 e dello psichismo marcatamente
biologi&&ante. L' noto infatti come proprio nell'Introduzione al narcisimo si trovi a questo riguardo
uno dei pronunciamenti freudiani pi chiari, relativo all'esigen&a che %tutte le no&ioni psicologiche
che noi andiamo via via formulando dovranno un giorno essere basate su un sostrato organico', ci4
che %rende probabile che a rendere operante la fun&ione sessuale siano alcune sostan&e e processi
chimici particolari i quali provvedono alla prosecu&ione della vita individuale in quella della
specie'.
!!
Ea pi ancora che questo accenno all'esigen&a di una riformula&ione dell'intera teoria
psicoanalitica alla luce di un paradigma epistemologico che Freud non avrebbe potuto che mutuare
dall'una o dall'altra delle scien&e del suo tempo,
:""
mi sembra valere una preoccupa&ione non troppo
distante da quella da Lacan attribuita, in quello stesso Seminario VII del quale gi2 ci siamo occupati
e del quale ancora dovremo occuparci, all'etica aristotelica, la quale, al pari di tutte le altre, avrebbe
a che fare con un certo ordine: l'%ordine non contestato che definisce la norma di un certo carattere',
l'%abcd' del quale si tratterebbe di garantire l'instaura&ione nel soggetto. %L'instaurarsi dell'ebcd 3
appunta Lacan 3 viene posto come ci4 che differen&ia l'essere vivente dall'essere inanimato, inerte.
9ome .ristotele fa osservare, per quanto a lungo voi possiate lanciare in aria una pietra, essa non
prender2 l'abitudine alla sua traiettoria, mentre l'uomo, lui, la prende l'abitudine 3 ecco l'ebcd. L
l'ebcd si tratta di ottenerlo conforme all'ebcd, a un ordine cio che bisogna riunire, nella prospettiva
logica che quella di .ristotele, in un 6ommo /ene, punto di inser&ione, di attacco, di
convergen&a, in cui l'ordine particolare si unifica in una conoscen&a pi universale, in cui l'etica
sfocia in una politica, e, pi oltre, in un'imita&ione dell'ordine cosmico. R...S 6i tratta R...S del
conformarsi del soggetto a qualcosa di cui non viene messo in dubbio che presupponga, nel reale, le
vie di questo ordine'.
:"
6ebbene l'Introduzione al narcisismo sia del !8, la prima messa a punto della no&ione 3
decisiva non solo per il ripensamento della teoria del feticismo formulata nella conferen&a del !"!,
bens= anche per la ristruttura&ione dell'intera teoria analitica che prelude al tentativo
metapsicologico del !# 3 risale al !": anno in cui, oltre allo scritto su Leonardo da 7inci, Freud
pubblica un notevole numero di contributi, il pi importante dei quali sen&'altro costituito dalle
1sser#azioni psicoanalitic!e su un caso di paranoia Ldementia paranoidesM, pi note con la
denomina&ione di Caso clinico del presidente Sc!reer. L' in esso, infatti, che Freud fa per la prima
volta fun&ionare a pieno regime un paradigma esplicativo che rimarr2 sostan&ialmente immutato per
tutto il decennio, e che si fonda essen&ialmente sull'ipotesi dell'esisten&a di una tenden&a alla
!!Introduzione al narcisimo, cit., p. 88,.
:""5er una discussione dell'intera questione cfr. 5.+L. .ssoun, Introduzione all'epistemologia freudiana, trad. di L.
.ntonini, Aheoria, *oma+<apoli !,,, in particolare le pp. -#+,".
:"B. Lacan, Il seminario+ Liro VII+ L'etica della psicoanalisi L3G5GB6HM, cit., p. :;.
,!
regressione pulsionale di cui egli specifica ora come essa proceda a ritroso lungo il cammino
teleologicamente preordinato dello sviluppo.
5er quanto l'interesse di Freud per la psicosi e per la paranoia in particolare risalisse ad
un'epoca ben pi remota, esso era stato rinfocolato, nella primavera del !";, dall'intensificarsi dei
suoi contatti con il gruppo di Xurigo (9arl Gustav Bung in primo luogo, ma anche il di lui maestro
Lugen /leuler e Carl .braham$. .d essere al centro del dibattito era in particolare la possibilit2 di
distinguere dal punto di vista nosografico paranoia e dementia praecox, successivamente
ribatte&&ata da /leuler schi&ofrenia.
:":
@uest'ultima era infatti da qualche anno stata separata dal
quadro della sindrome tradi&ionalmente definita paranoica dallo psichiatra tedesco Lmil Craepelin,
il quale l'aveva inoltre associata alla catatonia e ad altre forme morbose congeneri. ?n alcune lettere
inviate a Bung tra l'aprile e il maggio di quell'anno Freud espose le sue conce&ioni al riguardo,
delineando una teoria delle psicosi il cui contenuto prefigura nella sostan&a quella successivamente
formulata nel testo su 6chreber, nella cui conclusione si afferma che, se da un lato %la paranoia
potrebbe essere distinta perfino dalla dementia praecox sia in ragione della diversa locali&&a&ione
della fissa&ione predisponente, sia per il diverso meccanismo di ritorno del rimosso (cio di
forma&ione dei sintomi$', dall'altro le due affe&ioni condividerebbero %il carattere principale della
rimo&ione propriamente detta, cio il distacco della libido dal mondo esterno con corrispondente
regressione sull'?o'.
:">

. questa conclusione, Freud sarebbe pertanto giunto proprio mediante l'individua&ione di uno
stadio narcisistico, introdotto per assicurare il transito dal punto di parten&a 3 l'autoerotismo 3 a
quello di arrivo 3 la scelta d'oggetto normale, ovverosia eterosessuale 3 dello sviluppo sessuale.
.ncora un anno prima, nella quarta delle conferen&e tenute su invito di 6tanle) (all alla 9larF
Gniversit) di Jorcester, dedicata al tema della sessualit2 infantile, Freud aveva invece ripreso
fedelmente i termini in cui la questione era stata posta e affrontata nella prima stesura dei Tre saggi
sulla teoria sessuale. 5ur men&ionando la %fase dell'autoerotismo', definita dall'esservi il
soddisfacimento %ottenuto sul proprio corpo e prescindendo da un oggetto estraneo', in rela&ione a
delle &one erogene da identificarsi con %le parti del corpo che elettivamente consentono di
:":5er la ricostru&ione di tale dibattito e l'individua&ione della sua posta in gioco cfr. 5. /ercherie, La metapsicologia
di Freud+ Storia e struttura, trad. di ?. 6antori, Linaudi :"">, pp. 8 e sgg. /ercherie muove dalla constata&ione di
come, nelle Cinque conferenze sulla psicoanalisi, Freud parli della malattia come di una fuga rispetto ad una realt2
dal soggetto vissuta come insoddisfacente, in parallelo all'emergere, nei suoi testi della prima met2 degli anni dieci,
di una conce&ione del fantasma che, facendone una dimensione della vita psichica pienamente autonoma, ne avrebbe
mutato la fun&ione da quella di mero anello di congiun&ione tra la tensione somatica pulsionale e la di essa scarica
nell'a&ione adeguata a quella di vero e proprio medium tra istan&e pulsionali e della realt2. 9i4 di cui la discussione
in questione avrebbe costituito per Freud lo stimolo e l'occasione.
:">6. Freud, 1sser#azioni psicoanalitic!e su un caso di paranoia Ldementia paranoidesM descritto autoiograficamente
LCaso clinico del presidente Sc!reerM, trad. di *. 9olorni e 5. 7eltri, in 1pere, cit., vol. -, p. 8". 5er quanto
concerne lo scambio epistolare tra Freud e Bung cfr. soprattutto le lettere ::F, :>F e :#F, in Epistolari+ Lettere tra
Freud e Pung0 3GH6B3G37, trad. di E. Eontinari e 6. Daniele, /ollati /oringhieri, Aorino, !!", pp. 8" e sgg.
!"
raggiungere il piacere sessuale', egli aveva infatti anche affermato, dopo aver fornito alcuni esempi
di pratiche autoerotiche ivi incluso quello della su&ione al seno, che, %accanto a queste e altre R...S,
nel bambino si manifestano molto precocemente quelle componenti pulsionali del piacere sessuale
R...S che presuppongono come oggetto una persona estranea'. @uanto alla differen&a dei sessi, essa
non ha R...S ancora un ruolo decisivo in questo periodo dell'infan&ia Ril primo e lo stesso in cui
avrebbe ancora corso l'autoerotismoS0 sicch1 potete attribuire ad ogni bambino, sen&a fargli torto,
una certa inclina&ione omosessuale'. 7ale a dire che nella %caotica vita sessuale del bambino, ricca
ma dissociata', Freud aveva allora sommato tutte quelle forme di investimento libidico che l'anno
successivo avrebbe viceversa accuratamente distinte, assegnando ciascuna di esse a un differente
stadio dello sviluppo. @uanto poi al motivo per cui essa %a un certo momento si concentra e
perviene a un'organi&&a&ione in due dire&ioni principali', ovverosia alla definitiva subordina&ione
delle singole pulsioni alla sovranit2 della &ona genitale e dell'autoerotismo alla scelta oggettuale,
Freud era rimasto sul vago, anche se il rilievo concesso all'%influsso dell'educa&ione' nell'imporre,
prima del periodo puberale, le necessarie rimo&ioni di alcune delle pulsioni originarie e pi
precisamente di quelle meno adatte a partecipare alla vita sessuale matura, sembrerebbe indicare
come egli non pensasse qui affatto allo sviluppo sessuale nei termini di un processo biologicamente
preordinato, ma riservasse tutt'al pi tale op&ione per la sola pulsione genitale, all'origine dell'%alta
marea dei isogni sessuali' il cui sopraggiungere avrebbe contraddistinto il periodo puberale.
:"8
Del tutto diverso, di contro, il quadro che emerge da alcuni passaggi del Caso clinico del
presidente Sc!reer, cui Freud lavor4 basandosi unicamente sulle memorie da 6chreber stesso
redatte e pubblicate nel !">, a breve distan&a dalla senten&a con la quale la 9orte d'.ppello di
Dresda, di cui egli era stato il presidente, gli rese la libert2, e dalla cui lettura egli ricava il primo dei
due assunti dai quali si fa guidare: l'identifica&ione del nucleo originario del delirio di 6chreber, gi2
colpito diversi anni prima da un grave attacco di ipocondria dal quale s'era tuttavia riavuto, non
nella missione di reden&ione del mondo da questi attribuitasi, bens= nella %rappresenta&ione',
affaciataglisi il mattino presto, mentre versava in uno stato di dormiveglia, %che dovesse essere
davvero bello essere una donna che soggiace alla copula'
:"#
. Eettendo tale dato in rapporto, oltre
che con una serie di dettagli contenuti nel testo, con la constata&ione clinica che, nei deliri di
persecu&ione, ad indossare i panni del persecutore sempre una persona che abbia in preceden&a
rivestito per il soggetto un'importan&a affettiva altrettanto grande o un suo sostituto,
:"-
Freud
cominci4 col riconoscere la %causa determinante della malattia' in %un assalto di libido
:"8?d., Cinque conferenze sulla psicoanalisi, trad. di .. 6taude, in 1pere, cit., vol. -, pp. -:+->. ?l corsivo mio.
:"#D.5. 6chreber, .emorie di un malato di ner#i, trad. di F. 6cardanelli e 6. de Jaal, .delphi, Eilano !;8, p. #-.
:"-La tesi argomentata da Freud pi oltre in questo stesso lavoro. 9fr. 1sser#azioni psicoanalitic!e su un caso di
paranoia Ldementia paranoidesM descritto autoiograficamente LCaso clinico del presidente Sc!reerM, cit., pp.
>,,+>!.
!
omosessuale' originariamente riferita al padre e, in misura subordinata, al fratello. 5oich1 tuttavia
tanto la fantasia omosessuale passiva quanto, pi in generale, il complesso paterno dal quale
6chreber appariva dominato si trovavano in una quantit2 di altre affe&ioni, il cui quadro clinico non
esulava dai confini della nevrosi, egli aggiunse che %il segno distintivo della paranoia va individuato
in qualcos'altro, e cio nella particolare forma in cui si manifestano i sintomi, dei quali dobbiamo
presumere siano responsabili non i complessi in quanto tali, ma il meccanismo di forma&ione dei
sintomi o quello che ha dato luogo alla rimo&ione'.
:";
6cartata la praticabilit2 della prima via a
causa dell'insufficiente conoscen&a del meccanismo 3 anch'esso peraltro non specifico della
paranoia 3 della proie&ione, Freud si concentr4 sulle modalit2 con le quali nella paranoia ha luogo
la rimo&ione, distinguendone tre fasi: quella, preliminare, della fissa&ione0 quella della rimo&ione
propriamente detta e quella del ritorno, a partire dal punto cui lo sviluppo libidico si fisserebbe nella
prima fase, del rimosso.
*elativamente al ritorno del rimosso, il caso del presidente 6chreber mostra come nella
paranoia esso non debba essere inteso come il prodotto della malattia, bens= come un vero e proprio
tentativo di guarigione da parte del malato. . rigore, il recupero, sebbene nella forma rovesciata
dell'ostilit2, del rapporto con l'oggetto costituirebbe pertanto nel delirio di persecu&ione non la
%proie&ione all'esterno' di una %perce&ione internamente repressa', ma il %ritorno dal di fuori' di
%ci4 che era abolito in noi'. @uanto alla rimo&ione propriamente detta, essa consisterebbe viceversa
nel distacco libidico dal quale tale ritorno sarebbe preceduto. 6i tratta di una fase che %si compie in
silen&io', di cui %non possediamo indi&io alcuno', al punto che %dobbiamo inferire che avvenutRaS
dagli eventi che seguono', ma nella quale soltanto sarebbe dato rinvenire il tratto specifico della
paranoia e, pi in generale, delle psicosi. 6e vero infatti che il ritiro della libido precedentemente
investita su di un oggetto un processo che si trova anche nella vita psichica normale e dei
nevrotici, mentre in questi ultimi ad esso succede immediatamente o il reinvestimento di un oggetto
sostitutivo oppure la conversione della libido sottratta in innerva&ione somatica o in angoscia, nel
caso della paranoia %la libido divenuta libera si appunta sull'?o e viene impiegata per l'espansione
dell'?o', col che %viene nuovamente raggiunto lo stadio del narcisismo', come testimoniato dal fatto
che in essa % manifesto un elemento di delirio di grande&&a e che il delirio di grande&&a in quanto
tale pu4 costituire da solo una paranoia'. 9onclusione: %supponiamo che i paranoici portino con s1
una fissazione allo stadio narcisistico, e possiamo dichiarare che la retrocessione
dall'omosessualit" sulimata al narcisimo indica l'entit2 della regressione caratteristica della
paranoia'.
:",
:";?vi, p. >,#.
:",9fr. ivi, pp. >!-+>!,. Lo stesso vale, ma solo in parte, per la dementia praecox. <ella misura in cui la regressione si
spinge in essa ancora oltre, fino all'abbandono di qualsivoglia investimento oggettuale e al ritorno all'autoerotismo,
!:
?l tratto distintivo della paranoia consisterebbe dunque nel particolare punto di fissa&ione che
fungerebbe da polo di attra&ione per il regresso degli investimenti libidici 3 regresso che, nella
misura in cui viene qui definito di entit" #ariaile, presuppone evidentemente la defini&ione di una
scala degli stadi dello sviluppo psicosessuale, messa per la prima volta a punto, al pari della no&ione
di narcisismo, proprio in questo caso clinico. 6en&a per questo negare che la %storia evolutiva' della
libido prenda le mosse dall'autoerotismo, Freud non sembra ora pi ritenere che a quest'ultimo si
contrapponga precocemente l'a&ione di componenti pulsionali viceversa presupponenti una persona
esterna quale loro oggetto0 del tutto all'opposto, afferma che la loro comparsa preceduta
dall'%attraversamento', %probabilmente inevitabile nella normalit2 dei casi', di una %fase di
transi&ione' caratteri&&ata da una prima unifica&ione delle pulsioni sessuali, da principio agenti in
ordine sparso e autoeroticamente, in fun&ione di un oggetto che non potr2 tutttavia ini&ialmente
identificarsi se non con il soggetto stesso. L' questo lo stadio del narcisismo, caratteri&&ato da
un'importante cambiamento nello statuto del corpo, il quale, da semplice tramite per la
soddisfa&ione pulsionale, viene elevato ad oggetto d'amore in quanto totalit2, in rapporto alla quale
%la fun&ione degli organi genitali pu4 gi2 risultare prevalente'. @uanto alla %via ulteriore' seguita
dallo sviluppo, essa %porta alla scelta di un oggetto dotato di organi genitali simili ai propri, dunque
alla scelta oggettuale omosessuale e, attraverso questa, all'eterosessualit2'.
:"!
. siffatta ricostru&ione del processo dello sviluppo si potrebbe sen&'altro obiettare come la
rilevan&a in tal modo attribuita alla sopravvaluta&ione narcisistica dei propri genitali in ordine al
passaggio 3 qui concepito come strettamente omologo in entrambe i sessi 3 dallo stadio del
narcisimo a quello della prima, imperfetta rela&ione oggettuale costituita dall'omosessualit2 sia in
contrasto con gli ulteriori sviluppi della teoria analitica quanto all'inciden&a dell'edipo e della
castra&ione sulla pi o meno riuscita o mancata soggettiva&ione, da parte dell'individuo, del sesso
cui esso appartiene dal punto di vista anatomico. Aanto pi che gi2 il caso del piccolo (ans aveva
fornito a Freud l'occasione di segnalare l'eviden&a clinica per cui il bambino, non importa se
masc!io o femmina, attribuisce comunque all'oggetto dei propri investimenti libidici il possesso di
un pene. <on fosse che il paradigma concettuale di riferimento qui adottato da Freud
evidentemente un altro, finali&&ato ad ancorare quanto pi possibile i dati della pratica analitica ad
un ordine supposto essere inscritto nella natura e in quanto tale passibile di una teori&&a&ione
conforme agli standard della scien&a biologica.
@uale sia la posta in gioco di tale tentativo risulta poi evidente se si guarda al suo frutto pi
maturo, opera non di Freud stesso ma del suo erede designato .braham, ovverosia il Tentati#o di
occorre infatti correlativamente ipoti&&are che la fissa&ione predisponente si trovi %molto pi lontano nel tempo che
nella paranoia', ovverosia %all'ini&io dell'evolu&ione' (cfr. ivi, p. 8":$.
:"!?vi, pp. >,-+,;.
!>
una storia e#oluti#a della liido del !:8,
:"
il quale culmina nella costru&ione di una tabella in cui
gli stadi di organi&&a&ione della libido, riguardo ai quali soprattutto questione delle trasforma&ioni
relative alla meta delle pulsioni, si trovano messi in rela&ione biunivoca con gli stadi evolutivi
dell'amore oggettuale, concernenti viceversa il rapporto dell'individuo con l'oggetto d'amore.
:
L'
significativo tuttavia che, dei quattro stadi dello sviluppo psicosessuale nel frattempo distinti da
Freud, gli ultimi due, quello genitale propriamente detto e quello fallico,
::
siano qui considerati,
parallelamente allo sdoppiamento di ciascuno dei primi due, come due distinte fasi di una medesima
organi&&a&ione. Aanto pi che ci4 d2 luogo a tre coppie, di cui salta immediatamente all'occhio non
tanto l'ovvia caratteri&&a&ione di ciascuna in base alla &ona erogena in essa predominante
(nell'ordine: bocca, ano e organi genitali$, quanto la loro distribu&ione secondo la polarit2 della
tenden&a alla distru&ione dell'oggetto da una parte, e di quella alla sua conserva&ione dall'altra. Di
modo che il concetto ordinatore della classifica&ione di .braham si palesa essere quello
dell'ambivalen&a nei confronti dell'oggetto. 9ol che la teoria psicoanalitica dello sviluppo sessuale,
ini&ialmente sviluppata nei termini di una dialettica pulsionale sulla cui priorit2 Freud non aveva
mai cessato di insistere, subisce una torsione sostan&iale e rivelatrice al contempo, dal momento che
essa non fa che portare alle estreme conseguen&e la progressiva accentua&ione, in seno alla teoria
freudiana, del problema della rela&ione d'oggetto e, conseguentemente, dell'adattamento di un
soggetto per certi versi sempre pi olisticamente concepito alle istan&e del principio di realt2.
<on stupisce quindi che .braham consideri ciascuno dei gradi dello sviluppo psicosessuale,
oltre che come un punto di possibile fissa&ione della libido, come una tappa nel processo di
sviluppo di inibi&ioni sempre pi raffinate: dall'angoscia, la cui comparsa 3 correlata a quella
dell'ambivalen&a stessa 3 coincide con l'uscita dallo stadio, paradossalmente libero da conflitti in
quanto totalmente dominato dall'anarchia pulsionale, dell'autoerotismo, fino ai sentimenti sociali, i
quali tanto pi ci permetterebbero di rapportarci realmente all'altro quanto pi dovessero risultare
scevri di ogni residuo di ambivalen&a. Ld del pari in questo contesto che .braham fornisce
l'indica&ione secondo cui, con la comparsa del disgusto nella seconda fase dello stadio sadico+anale,
verebbe definitivamente depre&&ato ci4 che nella fase precedente era stato tenuto per l'oggetto
:".braham, il quale 3 a differen&a di /leuler e Bung 3 aveva accolto sen&a riserve la teoria delle psicosi da Freud
elaborata a partire dal !";, cominci4 in realt2 a lavorare sul tema dei rapporti tra sindrome maniaco+depressiva e
stadi di organi&&a&ione pregenitale della libido sin dagli anni dieci, nel corso dei quali pubblic4, oltre alla 'ota per
l'indagine e il trattamento psicoanalitico della follia maniacoBdepressi#a e di stati affini (trad. di .. 9inato in C.
.braham, 1pere, cit., vol.. pp. :8+#;$, uno scritto su La ase psicosessuale degli stati di depressione e di
esaltazione e le *icerc!e sul primissimo stadio e#oluti#o pregenitale della liido (trad. di A. 9ancrini, in 1pere, cit.,
vol. , pp. :#,+,#$, redatte nel !- sull'onda dell'uscita, avvenuta nell'anno precedente, della ter&a edi&ione dei Tre
saggi sulla teoria sessuale.
:9fr. C. .braham, Tentati#o di una storia e#oluti#a della liido, in 1pere, cit., vol. :, p. >8!.
::@uest'ultimo introdotto nello scritto del !:> su L'organizzazione genitale infantile (trad. di *. 9olorni in 1pere,
cit., vol. ! pp. ##!+-;$.
!8
pre&ioso, ovverosia quello anale. . conferma di ci4, egli fa notare come nelle patologie regressive
che trovano i loro punti di fissa&ione al di qua di tale limite 3 che segnerebbe anche il confine tra la
disposi&ione alla nevrosi e quella alla psicosi 3 compaiano regolarmente delle tenden&e coprofaghe,
spiegabili con la permanen&a, nell'inconscio, di residui di valuta&ione narcisistica degli escrementi.
9ome non pensare allora che, tra i casi clinici tenuti qui presenti da .braham vi sia anche quello del
feticista del piede da lui anali&&ato quindici anni primaU ?n ogni caso, chiaro che .braham lega la
comparsa delle diverse forme di inibi&ione e dei loro effetti ad un processo di sviluppo le cui for&e
motrici sono di natura essen&ialmente endogena. .nche limitandosi ad un punto di vista
ontogenetico, dai dati emersi dal trattamento psicoanalitico delle nevrosi e delle psicosi risulterebbe
infatti una puntuale corrisponden&a tra i processi che sul piano organico si compiono nel corso del
primo periodo dello sviluppo embrionale e quelli che nel bambino si collocano nel lasso temporale
compreso tra il primo anno di vita e l'ini&io della pubert2, quasi che %lo sviluppo psicosessuale R...S
seguRisseS sempre a grande distan&a lo sviluppo organico e somatico, come una tarda riedi&ione o
ripeti&ione dello stesso processo'.
:>

9he la stessa indica&ione si trovi nel saggio metapsicologico sui destini pulsionali, nel quale
la correla&ione di attivit2 e passivit2, da Freud gi2 chiamata in causa nel !"! per rendere conto
della genesi del feticismo, ricondotta alla posi&ione basale del narcisismo quale punto d'origine
dello sviluppo pulsionale e della rela&ione d'oggetto al contempo, significativo. Kltre alla
nota&ione secondo cui tanto nel masochismo quanto nell'esibi&ionismo sarebbe sempre dato
scorgere, accanto al pi recente orientamento passivo della pulsione, la persisten&a di quello attivo,
%pi antico', in esso si trova infatti l'esplicita afferma&ione che %lo sviluppo pulsionale diventerebbe
per noi pi intelligibile se si facesse riferimento alla storia evolutiva della pulsione e alla
permanen&a delle fasi intermedie', da cui il riferimento al fatto che, fatta salva la grande variabilit2
riscontrabile nei diversi individui, nei diversi popoli e finanche nelle differenti ra&&e quanto alla
composi&ione delle forme attive e passive di una stessa pulsione, %una cospicua ambivalen&a
pulsionale in un individuo dei nostri giorni pu4 essere concepita come un retaggio arcaico0 giacch1
abbiamo ragione di ritenere che la partecipa&ione dei moti inalterati attivi nella vita pulsionale sia
stata maggiore nei tempi remoti di quanto lo sia, in media, ai giorni d'oggi'. L se l'utili&&o
dell'espressione %ambivalen&a pulsionale' per indicare la commistione di attivit2 e passivit2
ecce&ionale, il senso dell'argomenta&ione freudiana in compenso perfettamente coerente con
l'individua&ione del primo stadio della pulsione scopica 3 cui Freud in questo testo perviene 3 in
quell'%antica fase evolutiva dell'?o durante la quale le pulsioni sessuali di quest'ultimo si soddisfano
:>9fr. Tentati#o di una storia e#oluti#a della liido, cit., p. >#:. ?n queste pagine, .braham sostiene inoltre la
possibilit2 di estendere alla storia evolutiva della libido la %legge biogenetica' fondamentale da (aecFel formulata
in ambito biologico.
!#
autoeroticamente', e questo alla luce della %conce&ione pi generale secondo cui i destini pulsionali
costituiti dal volgersi sul proprio ?o e dalla conversione dell'attivit2 in passivit2 dipendono
dall'organi&&a&ione narcisistica dell'?o e portano con s1 l'impronta di questa fase'.
:8
La conferenza dell'33 marzo 3G3I
Da questo punto di vista, il ricorso, nel saggio leonardesco, al fattore etiologico costituito
dalla minaccia di castra&ione potrebbe essere considerato fun&ionale all'inserimento del feticismo in
seno alla scala evolutiva sopra delineata, tra l'omosessualit2 che esso servirebbe a scongiurare e la
normale rela&ione oggettuale. 6e da un lato, infatti, l'accesso a quest'ultima sembra restare al
soggetto precluso in ragione dell'ostina&ione con cui esso difende il proprio pene, vale a dire ci4 che
per lui rappresenta la condi&ione del suo soddisfacimento !ic et nunc, dall'altro il feticcio sembra
per l'appunto caricarsi di un'altra valen&a: quella di alternativa alla scelta d'oggetto omosessuale,
ovverosia alla regressione narcisistica dalla quale il soggetto si trova spinto a identificare il proprio
oggetto sessuale non nell'altro sesso, bens= nel suo stesso sesso in quanto a lui simile, se non
tenden&ialmente identico. <ell'omosessualit2 non meno che nel narcisismo, ad essere in questione
sarebbe dunque un rigetto della castra&ione ancor pi radicale di quello che si riscontra nel
feticismo, identificantesi col rifiuto puro e semplice di recedere da una forma di soddisfacimento
piena in quanto autoreferen&iale, esclusiva di qualsivoglia apertura all'insicure&&a e all'alea insite
nella rela&ione con l'altro. ?nsicure&&a ed alea il cui riconoscimento sarebbe viceversa implicito
nella strategia stessa del feticista, per il quale la piena disponibilit2 dell'oggetto supposto
racchiudere in s1 la quintessen&a dell'altro necessaria proprio al fine di amministrare, facendosene
padrone, l'angoscia da questi evocata.
L' vero che, a complicare il quadro, sta l'identifica&ione con la figura femminile e con la
madre in primis, riscontrabile non solo nell'omosessualit2, ma anche in quella che pu4 essere
considerata una forma di transi&ione tra l'omosessualit2 stessa e il feticismo, e cio nel
travestitismo. Aale identifica&ione, infatti, sembrerebbe implicare proprio l'assun&ione in prima
persona, da parte del soggetto, di quella castra&ione che egli sarebbe nondimeno intento a
scongiurare0 ma la contraddi&ione soltanto apparente. 9ome in varie occasioni Freud sembra pi o
meno esplicitamente suggerire, la madre cui il soggetto si identifica infatti qui una madre per la
quale egli stesso sar2 stato un feticcio, e avr2 incarnato quello stesso pegno di complete&&a e di
soddisfacimento di cui ora persegue il possesso: una madre per l'appunto fallica, e non castrata.
L'importan&a del punto emerge con for&a dalle ultime, sibilline battute della gi2 citata
:8/ulsioni e loro destini, pp. :- e :;.
!-
conferen&a su di Un caso di feticismo del piede, tenuta da Freud presso la 6ociet2 psicoanalitica di
7ienna l' mar&o del !8,
:#
dalla quale, malgrado il resoconto contenutone nei verbali della
societ2 appaia con tutta eviden&a ben pi stringato, se non lacunoso, di quello apprestato da *anF
per la comunica&ione del !"!, dato evincere quanto segue. ?l caso, %curato sen&a successo',
quello di un quarantasettenne, feticista del piede e sofferente d'impoten&a psichica. @uanto
all'ele&ione di tale feticcio, si gi2 visto come Freud rifiuti qui recisamente di spiegarla mediante il
ricorso al fattore dell'%erotismo nasale' cui egli stesso si era appellato pochi anni prima. 5er
l'interpreta&ione anale del feticcio non sembra pi esserci spa&io alcuno0 tutto l'accento cade
piuttosto sul rapporto con la madre, %sessualmente abnorme', la quale avrebbe avuto il ruolo
principale nell'additare al soggetto il piede come oggetto sessuale,
:-
ovverosia 3 dobbiamo
supporre 3 nell'accreditarlo di una significa&ione fallica. 6arebbe questa, dunque 3 assieme a quella,
di ordine costitu&ionale, rappresentata da %un'anormale e precoce eccita&ione sessuale' 3 la prima
delle condi&ioni necessarie a spiegare la fissa&ione della perversione. 9ondi&ione fors'anche
necessaria, ma non sufficiente, dal momento che la valen&a fallica del piede non avrebbe fatto altro
che fornire al soggetto lo strumento mediante il quale aggirare la duplice minaccia di castra&ione
della quale egli sarebbe stato vittima: una prima volta nell'infan&ia, ad opera del padre0 e una
seconda in et2 puberale, ad opera di un maggiordomo. Ara i due episodi vi sarebbe inoltre stata una
non meglio precisata scena %traumatica', avvenuta quando il pa&iente aveva sei anni e la cui
protagonista sarebbe stata una delle governanti di casa, di na&ionalit2 inglese.
:;
:#9fr. Un caso di feticismo del piede, cit., da cui provengono tutte le cita&ioni che seguono.
:-9fr. anche quanto da Bones a tal proposito specificato nel suo commento al resoconto di questa seduta (L. Bones,
Vita e opere di Freud+ Vol+ II: 2li anni della maturit" L3GH3B3G3GM, cit., pp. >;:+;>$.
:;Eaggiori informa&ioni a tale riguardo ci sono fornite da un passo della ventiduesima le&ione dell'Introduzione alla
psicoanalisi, significativamente dedicata agli %.spetti dello sviluppo e della regressione Rdella libidoS' e
appartenente al ter&o dei cicli di le&ioni programmati da Freud, concernente la %Aeoria generale delle nevrosi' e
tenutosi nel semestre invernale dell'a.a. !-V!;.
?n esso Freud si diffonde innan&itutto sulla viscosit2 della libido, ricordando che %gi2 prima dell'avvento della
psicoanalisi (vedi /inet$ Ral cui saggio sul feticismo egli rimanda in notaS era noto che nell'anamnesi dei pervertiti si
scopre assai spesso un'impronta molto precoce di un'anormale dire&ione pulsionale o scelta oggettuale, alla quale la
libido di queste persone rimasta poi ancorata per tutta la vita' (cfr. op. cit., p. #"8$. Dopo di che, pur ammettendo
che %spesso non si pu4 dire che cosa sia stato a rendere questa impronta capace di esercitare un'attra&ione tanto
intensa sulla libido'0 prosegue raccontando %un caso di questo genere da me osservato. 6i trattava di un uomo per il
quale oggi il genitale e tutte le altre attrattive della donna non significano nulla, mentre pu4 essere messo in uno
stato di irresistibile eccita&ione sessuale solo da un piede o da una cal&atura di forma particolare. Lgli era in grado di
ricordare un episodio risalente al suo sesto anno di et2, che divenne determinante per la fissa&ione della sua libido.
Lra seduto su uno sgabello accanto alla governante, dalla quale doveva prendere le&ione di inglese. La governante,
una secca &itellona, per niente bella, dagli occhi di un a&&urro slavato e dal naso camuso, aveva quel giorno male a
un piede e lo teneva perci4 disteso su un cuscino, rivestito da una pantofola di velluto, mentre la gamba era nascosta
nel modo pi decente. Gn piede cos= magro e scarno, come quello che aveva visto allora alla governante Re come 3
lo si vedr2 di qui a poco 3 quello della sorella di cui egli aveva precedentemente potuto vedere il genitale, traendone
la temuta conferma dell'effettivit2 della minaccia di castra&ione pronunciata dal padreS, divenne tosto, dopo un
timido tentativo di normale attivit2 sessuale nella pubert2, il suo unico oggetto sessuale R...S' (cfr. ivi, p. #"#$. 7a
inoltre segnalato come, con una delle oscilla&ioni in lui tanto frequenti in tema di feticismo, Freud riprenda qui la
distin&ione tra perversioni e nevrosi per includere il feticismo, contrariamente a quanto aveva fatto nel !"! e
ribadito implicitamente con il saggio psicologico sulla rimo&ione, nel novero delle prime piuttosto che delle
!;
L' importante per l'argomenta&ione freudiana che la prima intimida&ione, quella operata dal
padre, si fosse rivelata essere collegata ad un ricordo del pa&iente in cui egli si trovava con la testa
tra le gambe della sorella nuda, della quale avrebbe allora visto il genitale. Kra, questa sorella,
essendo affetta da una forma di rachitismo, aveva delle gambe estremamente magre, da cui la
fissa&ione 3 per lui 3 dell'ideale del piede %leggiadro, scarno e dritto'. @uanto alla seconda
intimida&ione, essa sarebbe stata invece immediatamente seguita dal prodursi della condi&ione di
impoten&a fisica nella quale egli avrebbe versato fino all'et2 adulta. L'ipotesi freudiana sembra
quindi essere che, nel momento in cui egli, al pari di ogni altro bambino, aveva intrapreso in
rapporto alla sorella un'investiga&ione di origine sessuale, il suo pa&iente fosse stato ricacciato
indietro verso il punto di parten&a di essa 3 ovverosia verso il suo originario interesse erotico per il
piede 3 dall'aspre&&a dei rimproveri paterni, associati ad una minaccia di castra&ione che, ripetuta a
qualche anno di distan&a dal maggiordomo e confermata da quanto effetivamente percepito,
l'avrebbe da ultimo indotto a desistere da qualsivoglia eserci&io della sessualit2 genitale.
. ulteriore conferma del peso delle intimida&ioni subite dal pa&iente, Freud avan&a nel corso
della comunica&ione l'ulteriore ipotesi che, posta l'esigen&a, per il soggetto, di disporre di un
feticcio mediante il quale farvi fronte, la scelta del piede non sarebbe stata da addebitare
all'investimento libidico su di esso precedentemente operato in quanto sovrastimato dalla madre,
bens= a una %regressione locale o NgeograficaO legata a condi&ionamenti di tipo ambientale, quale
ad esempio il fatto che, spinto dal desiderio di %vedere i genitali da sotto in su' (leggi: da sotto le
gonne, al tempo molto lunghe, della sorella, della madre etc.$, il suo pa&iente aveva contratto
l'abitudine di strisciare sul pavimento e di infilarsi sotto il tavolo. Aesi, questa, ripresa anche in
un'aggiunta, datata !8, ad una delle note, a sua volta risalente al !"!, di cui corredato il
paragrafo sul feticismo dei Tre saggi sulla teoria sessuale, nella quale si legge che %in molti casi di
feticismo del piede si potuto vedere che la pulsione di guardare, originariamente diretta sul
genitale e che tentava di avvicinarsi al suo oggetto dal basso, stata fermata per strada dal divieto e
dalla rimo&ione: perci4 ha preso come feticci il piede o la scarpa, ove il genitale femminile veniva
immaginato, corrispondentemente all'aspettativa infantile, come virile'.
:,
Autto ci4 non toglie tuttavia che, come da Freud affermato in chiusura alla conferen&a, il
feticismo appartenga %come sottospecie' al masochismo, ovverosia a una perversione a doppio filo
legata all'assun&ione di una posi&ione a suo dire per defini&ione femminile. <el corso del dibattito
seguito alla comunica&ione Freud aveva del resto accettato diverse delle osserva&ioni formulate dai
partecipanti, ma non quella %secondo cui il pa&iente s'immedesima solo in via secondaria nel ruolo
seconde.
:,Tre saggi sulla teoria sessuale, cit., p. 8-, n.8.
!,
femminile'. 6e a divenire feticista sar2 dunque soltanto chi, %di fronte all'intimida&ione
sessuale' (alla prova della castra&ione$, %si oppone e difende il proprio pene', altrettanto vero che
lo stesso soggetto, e con lo stesso gesto, %assume la castra&ione e si viene a trovare nel ruolo
femminile'. .mbiguit2 che, una volta di pi, Freud spiega con l'originaria disposi&ione bisessuale
dell'essere umano, rispolverando addirittura la vecchia teoria secondo la quale, a determinarne lo
sviluppo psichico nel senso della nevrosi o della perversione, sarebbe la predominan&a dell'una o
dell'altra delle due componenti, reciprocamente identificate con l'attivit2 e la passivit2. .nche se
l'accentua&ione 3 presente, sia pure su di una base molto diversa, anche nell'articolo sul feticismo
del !:; 3 del fatto che per il feticista la castra&ione al contempo oggetto di assun&ione e di
rifiuto, non equivale in alcun modo al ritorno puro e semplice alla bisessualit2 quale chiave per la
spiega&ione delle nevrosi, dal momento che tale polarit2 si trova ora ad essere ricomposta nella
dimensione 3 eminentemente immaginaria 3 del narcisimo. @uanto Freud, al !8, sembrerebbe in
ogni caso scorgere nella strategia messa in atto dal feticista, , oltre alla difesa della propria integrit2
corporea, lo sfor&o di sostenere regressivamente, a fronte della prova rappresentata dalla
castra&ione, un'identit2 narcisistica collocantesi al di qua della differen&a sessuale e identificantesi
quindi con il mantenimeno di quel miraggio di incondi&ionato soddisfacimento altrimenti destinato
a dissolversi nel corso dell'evolu&ione verso la forma normale della sessualit2: pi matura e
fun&ionalmente adeguata, ma proprio per questo anche pi circoscritta e in una certa misura almeno
implicante il sacrificio pulsionale. <on fosse che questo punto di vista coesiste ed an&i si fonda su
quello, di segno per certi versi opposto, in virt del quale egli era pervenuto all'individua&ione della
significa&ione fallica dell'oggetto feticcio.
. riprova di ci4, sta quanto osservato da Bean Laplanche a proposito di un passo dello scritto
su Leonardo da 7inci in cui Freud rende conto della forma passiva in cui si presenta la fantasia del
nibbio mettendola in rela&ione con %un certo tipo di divenire omosessuale', ovverosia %quello che
passa per l'identifica&ione con la madre' e, di conseguen&a, con il ruolo attivo da lei interpretato
nello scenario erotico da quella rappresentato. 6olu&ione di cui Laplanche non si limita a denunciare
e motivare l'insufficien&a, ma sottolinea anche e soprattutto come essa non sia la stessa cui Freud
aveva fatto nello stesso testo ricorso per spiegare la perversione feticista. @uando Freud passa a
trattare 3 scrive infatti lo psicoanalista francese 3 %di un'altra perversione, la perversione
omosessuale maschile di Leonardo, non stabilisce esplicitamente un legame tra la sua spiega&ione a
livello dell'oggetto par&iale implicato nel problema della differen&a dei sessi 3 che al centro della
perversione feticistica 3 e la spiega&ione mediante un capovolgimento delle identifica&ioni
nell'omosessualit2 di Leonardo', lasciando che tra le due sussista una %sorprendente assen&a di
!!
articola&ione'.
:!
.nnota&ione, questa, dalla quale siamo una volta di pi ricondotti a quella sorta di
strabismo di cui si fin qui cercato di mostrare come esso caratteri&&i il procedere della
teori&&a&ione freudiana, perennemente in bilico tra la conce&ione che fa della pulsione un moto
sostan&ialmente endogeno e del suo sviluppo un percorso preordinato e quella che viceversa vi
scorge il frutto dell'innesto, sul soggetto in quanto individuo biologico, di un elemento
costitutivamente altro, la cui origine sarebbe secondo Laplanche da rinvenire al livello dei fantasmi
parentali e pi in particolare materni. 9once&ione che 3 osserva ancora Laplanche 3 costituisce
evidentemente una ripresa della formula in cui si potrebbe sinteti&&are la teoria della sedu&ione
originariamente sostenuta da Freud: %perversione dell'adulto \ nevrosi del bambino'. 9on la
differen&a che essa, sostituendo, in base ai medesimi dati di cui Freud si avvale negli anni intorno al
!" per enucleare la significa&ione fallica del feticcio, %alla perversione reali&&ata di una donna
insoddisfatta, il dato quasi strutturale della rela&ione della madre con il fallo', non si presta pi
all'ovvia obie&ione di implicare l'esisten&a di un numero abnorme di adulti perversi.
::"
6en&a
contare che, istituendo in tal modo tra non sessuale e sessuale quel rapporto di deriva&ione (nel
senso della devia&ione, della deriva di ci4 che molla gli ormeggi$ che si gi2 pi volte cercato di
circoscrivere, essa introduce una delle principali poste in gioco della questione del feticismo: quella
inerente la rela&ione 3 della cui eventualit2 esso ci obbliga a tener conto 3 tra la perversione stessa
in quanto essa vi troverebbe il suo paradigma e la sublima&ione.
Idealizzazione e sopra##alutazione sessuale
Lnucleando una volta per tutte la significa&ione fallica del feticcio e individuando
nell'ele&ione di quest'ultimo una reali&&a&ione, per quanto fantasmatica e par&iale, della regressione
narcisistica cui alcuni soggetti si abbandonerebbero a fronte della minaccia, da essi vissuta come
insostenibile, della castra&ione, i lavori e le nota&ioni da Freud dedicati al feticismo nella prima
met2 degli anni dieci ne confermano, indubbiamente e a pieno titolo, l'inclusione, gi2 operata in
occasione della comunica&ione alla 6ociet2 psicoanalitica del !"!, nel campo delle nevrosi. ?l
feticcio vi appare infatti per pi versi assimilabile ad una delle tante forma&ioni sostitutive mediante
le quali un desiderio inconscio, rappresentato in questo caso dalla fissa&ione alla rappresenta&ione
della donna con il pene, verrebbe a compromessi con l'istan&a rimovente attivata dalla minaccia di
castra&ione nonch1, per suo tramite, dalla spinta evolutiva verso la forma maggiormente compiuta
della rela&ione oggettuale. ?n maniera sostan&ialmente analoga a quella di un sogno o di un sintomo,
:!9fr. B. Laplanche, /rolematic!e III+ La sulimazione, trad. di .. Luchetti, La /iblioteca, /ari+*oma :"", pp.
,#+,;.
::"9fr. ivi, pp. !#+!-.
""
il feticcio costituirebbe pertanto l'espressione, e con ci4 anche la reali&&a&ione fantasmatica, di un
desiderio rimosso0 e se vero che la consapevole&&a che il feticista tradisce quanto al suo carattere
erotico ci obbliga a riservargli uno statuto comunque particolare, nondimeno altrettanto evidente
che la pulsione sessuale non vi troverebbe l'occasione di pervenire alla sua meta sen&a perci4
subire, per il tramite dell'ideali&&a&ione, uno stornamento e una devia&ione patenti.
Eerita, a questo riguardo, fare un passo indietro, per osservare con (enr) *e)+Flaud come
l'individua&ione della fun&ione sostitutiva del feticcio fosse in verit2 gi2 contenuta nella lettera, il
cui oggetto lo stesso di /er la genesi del feticismo, da Freud inviata ad .braham il :8 febbraio
!". <ella missiva, Freud aveva infatti ipoti&&ato che, ad intervenire sull'oggetto originario della
pulsione (la scibala$, fosse nel suo pa&iente innan&itutto stata la rimo&ione ordinaria, la quale ne
avrebbe determinato la sostitu&ione col complesso rappresentativo costituito dal piede, a ci4 atto in
ragione del suo odore, simile a quello delle feci. <ella misura in cui ad essere identificabile quale
propaggine del rimosso sarebbe pertanto stata esclusivamente tale componente, parimenti su di
essa soltanto che la rimo&ione 3 previa scissione del complesso 3 sarebbe poi tornata ad esercitarsi,
in tal modo assumendo il connotato della par&ialit2. @uanto all'altra componente del complesso,
ovverosia l'immagine visiva del piede stesso, essa sarebbe di converso incorsa nel destino
dell'ideali&&a&ione, necessario a compensare la perdita del piacere pulsionale originario mediante la
sopravvaluta&ione e il sovrainvestimento dell'oggetto.
Di contro, secondo la versione contenuta in /er la genesi del feticismo, a costituire l'oggetto
originario della pulsione sarebbe stato gi2 il complesso rappresentativo, da cui l'esigen&a di
anticipare l'intervento della rimo&ione par&iale al momento inaugurale del processo. ?l che pone
naturalmente la questione di come ad essere ideali&&ato possa essere l'oggetto pulsionale stesso, e
non gi2 un suo sostituto. 6econdo *e)+Flaud, adottando, in occasione della comunica&ione di
7ienna, una %versione semplificata' della teoria, Freud non l'avrebbe tuttavia fatto sen&a motivo,
dal momento che egli avrebbe con ci4 riconosciuto l'opportunit2 di ascrivere la genesi del feticismo,
piuttosto che al meccanismo dell'ideali&&a&ione, a quello della sublima&ione, come del resto nelle
battute conclusive della comunica&ione esplicitamente si afferma. <1 l'aver successivamente perso
di vista tale intui&ione, relegando di conseguen&a per anni in secondo piano la questione della
valen&a simbolica dell'oggetto feticcio,
::
gli avrebbe d'altra parte impedito di ricordarsene ancora
nel !#, quando, in un luogo di grande densit2 teorica quale il saggio su La rimozione, egli,
facendo passare in subordine le sue pi recenti acquisi&ioni in materia, avrebbe preferito
riconfermare tale e quale la tesi secondo cui la genesi del feticismo sarebbe da ricondurre
all'intervento della rimo&ione par&iale.
::9fr. (. *e)+Flaud, Comment Freud in#enta le f&tic!isme+++ et r&in#enta la ps)c!anal)se, cit., p. >".
"
. partire da quanto scoperto %a proposito della forma&ione del feticcio' 3 sostiene infatti il
testo del !# 3 emerge come tra i possibili destini della rappresenta&ione originaria di una
pulsione rientri anche quello di scindersi %in due parti, di cui una incorsa nella rimo&ione, mentre
la parte residua, proprio per questo intimo collegamento, ha subito la sorte dell'ideali&&a&ione'. Aesi
che, nel riproporre la formula del !"!, risponderebbe secondo *e)+Flaud a una ragione ben
precisa: l'esigen&a %di determinare la natura di una Nrappresenta&ioneO singolare Ril feticcioS che,
per quanto inscritta nel campo del discorso secondario, si distingue nondimeno dalle
rappresenta&ioni banali&&ate della nevrosi'. @ualora smarcassimo l'oggetto feticcio 3 insiste infatti
*e)+Flaud 3 dagli %orpelli fantasmatici legati al suo nuovo ruolo di sostituto fallico', ci
accorgeremmo di come la sua specificit2 risieda altrove che nella sua valen&a immaginaria, e pi
precisamente in quello che egli definisce il suo %statuto ontologico paradossale'. 7ale a dire che
Freud, prima di relegare definitivamente in secondo piano la questione dello statuto dell'oggetto in
ragione dell'esclusivit2 della %teoria fallica', avrebbe fatto in tempo a vedere nel feticcio qualcosa di
diverso da %una semplice variante di posticcio', dove %posticcio' si dice di ci4 che artificiale,
finto, e sostituisce qualcosa di naturale che manca.
:::
Laddove dunque l'interpreta&ione fallica del
feticcio darebbe a intendere la possibilit2 di rinvenirne l'originale in quel fallo sulla cui natura Freud
non cess4 peraltro mai di equivocare, rimettendone per un istante in questione l'eviden&a egli
sarebbe nondimeno arrivato a un passo dall'accorgersi di come il fallo stesso, nel momento in cui,
per il tramite del feticcio, si rivela godere, nella dialettica del desiderio, di una posi&ione di
privilegio, costituisca in realt2 gi2 un tentativo di convertire nella piene&&a di un oggetto 3 per
quanto immaginario 3 il vuoto attorno al quale essa sarebbe condannata a ruotare.
7olendo seguire la traccia indicata da *e)+Flaud, potremmo pertanto interrogarci su che cosa
significhi scorgere nel feticcio il prodotto non gi2 di una ideali&&a&ione, bens= di una sublima&ione,
e questo a partire dall'individua&ione della differen&a tra l'uno e l'altro dei processi in questione.
Dall'Introduzione al narcisismo possiamo ricavare a questo riguardo una prima indica&ione: %la
sublima&ione un processo che interessa la libido oggettuale e consiste nel volgersi della pulsione a
una meta diversa e lontana dal soddisfacimento sessuale. ?n questo processo l'accento cade sulla
devia&ione rispetto alla sessualit2 Rauf der ;len>ung #om SexuellenS. L'ideali&&a&ione un
processo che ha a che fare con l'oggetto0 in virt di essa l'oggetto, pur non mutando la sua natura,
viene amplificato e psichicamente elevato'.
::>

Eentre l'ideali&&a&ione verterebbe sull'oggetto della pulsione, la sublima&ione ne
:::.l pari dell'italiano %posticcio', il francese %postiche' deriva dal latino %apponere-, che significa %porre a lato', da
cui il nostro %apporre'. Dello stesso posticcio si potrebbe pertanto forse affermare che, se esso in grado di
sostituire qualcosa di naturale, che manca, ci4 vero soltanto nella misura in cui esso lo supplementa,
aggiungendovi un che di ulteriore.
::>6. Freud, Introduzione al narcisismo, trad. di *. 9olorni in 1pere, cit., vol. ;, p. 8-8.
":
concernerebbe quindi la meta, anche se non va dimenticato come l'ideali&&a&ione possa %avvenire
sia nell'ambito della libido dell'?o che nell'ambito della libido oggettuale', al punto di metterne an&i
in questione la distin&ione. ?l processo dell'ideali&&a&ione, infatti, strettamente implicato nel
processo di costru&ione dell'ideale dell'?o, ovverosia di quell'istan&a intrapsichica della quale l'?o
stesso si serve come punto di riferimento per valutare le proprie effettive reali&&a&ioni alla luce dei
valori sociali che, per il tramite appunto dell'ideali&&a&ione delle figure genitoriali, entrano a
costituirlo. Da cui anche la sua fun&ione di sostituto del %narcisismo perduto dell'infan&ia, di
quell'epoca cio in cui egli stesso era il proprio ideale'0 ci4 che spiega come mai l'?deale dell'?o sia
inoltre il destinatario di quegli investimenti narcisistici che anche nell'adulto, in cui pure i caratteri
psichici dai quali possibile evincere l'esisten&a di un narcisismo infantile appaiono di norma
considerevolmente ridotti, non sono passibili di essere riconvertiti in libido oggettuale. Del pari,
l'analisi degli stati di innamoramento da Freud pi tardi condotta in /sicologia delle masse e analisi
dell'Io mostrer2 come l'ideali&&a&ione conservi una coloritura narcisistica anche quando riguarda un
oggetto indipendente, e quello amato innan&itutto.
::8
?n rela&ione alla questione del feticismo, poi
di particolare rilievo l'ulteriore precisa&ione che %la sopravvaluta&ione sessuale di un oggetto',
ovverosia ci4 che nel !"# aveva identificato come il traitBd'union che accomunerebbe feticismo e
amore normale, % un'ideali&&a&ione dello stesso'.
Gra&ie a quest'ultima osserva&ione, il perch1, malgrado la fluttua&ione segnalata da *e)+
Flaud, la teoria del feticismo da Freud formulata nel !"! ne individui l'origine nel processo
dell'ideali&&a&ione ci diviene d'un tratto chiaro: da un punto di vista fenomenologico, il tratto pi
appariscente del feticismo rimane quello dell'inadeguate&&a dell'oggetto sostituto, la cui ele&ione
richiede pertanto di essere spiegata mediante una sopravvaluta&ione dello stesso di cui non si pu4
rendere conto che supponendone una preventiva ideali&&a&ione ad opera del soggetto, il cui
movente possiamo ora riconoscere nella trasla&ione del narcisismo primario.
<on a caso, nell'ultima parte del secondo dei saggi che compongono l'Introduzione al
narcisismo, Freud elabora la distin&ione tra scelta oggettuale per appoggio (nella quale il modello
dell'oggetto d'amore costituito dalla madre in quanto prima persona dalla quale dipende la
soddisfa&ione delle pulsioni di autoconserva&ione del soggetto, alle quali soltanto spetterebbe
pertanto di fornire a quelle sessuali, oltre che un oggetto, una fonte organica e una meta$ e
::8. proposito dell'%innamoramento che si contrappone alla mera brama sensuale', Freud sottolinea l'enormit2 del
fenomeno, che vi implicato, della %sopravvaluta&ione sessuale', ovverosia di come %l'oggetto sfugga entro certi
limiti alla critica' 3 ci4 che favorirebbe, tra l'altro, %l'illusione che l'oggetto sia amato anche sensualmente a causa
dei suoi pregi spirituali'. Dopo di che aggiunge: %La tenden&a che qui falsa il giudi&io quella all'ideali&&a&ione.
9i4 tuttavia ci facilita l'orientamento0 riconosciamo che l'oggetto viene trattato alla stregua del proprio ?o, che
pertanto nello stato dell'innamoramento una quantit2 notevole di libido narcisistica deborda sull'oggetto. ?n talune
forme di scelta amorosa salta addirittura agli occhi che l'oggetto serve a sostituire un proprio, non raggiunto ideale
dell'?o' (/sicologia delle masse e analisi dell'Io, trad. di L... 5anaitescu in 1pere, cit., vol. !, p. >""$.
">
narcisistica (in cui al posto della madre troviamo, quale archetipo di oggetto libidico, la persona
stessa del soggetto$. Distin&ione che, sebbene puntellata da Freud con tutta una serie di rilievi di
ordine empirico, tradisce la giustapposi&ione di due differenti conce&ioni della sessualit2, tanto che
Freud stesso precisa che %non giungiamo tuttavia alla conclusione che gli uomini si dividano in due
gruppi nettamente distinti, a seconda che la loro scelta oggettuale sia conforme al tipo %per
appoggio' o a quello narcisistico', ma %avan&iamo l'ipotesi che a ciascun individuo sia aperta la
possibilit2 di compiere la sua scelta oggettuale in entrambe le dire&ioni'.
::#
Fatto sta che la scelta
oggettuale per appoggio sarebbe tipica del sesso maschile, mentre quella narcisistica sarebbe
propria del tipo femminile pi puro e autentico, nella misura in cui lo sviluppo puberale,
comportando una matura&ione degli organi sessuali femminili fino a quel momento latenti,
promuoverebbe nella donna %un incremento dell'originario narcisismo che non risulta propi&io alla
configura&ione di un amore d'oggetto vero e proprio con la relativa sopravvaluta&ione sessuale'. L
questo il punto: perch1 3 stante la centralit2 da Freud attribuita alla no&ione di narcisismo nel
quadro di una teoria evolutiva dello sviluppo psicosessuale posteriormente al !"! 3 se la scelta
oggettuale per appoggio va intesa in opposi&ione a quella narcisistica pure vero che in essa %si
manifesta una spiccata sopravvaluta&ione sessuale che deriva certamente dall'originario narcisismo
infantile, e c!e corrisponde a una traslazione di quest'ultimo'.
::-
Del pari, anche il narcisismo
femminile risulta passibile di uno spostamento nella cui serie si potrebbe sen&'altro inserire 3
sebbene Freud non si occupi qui della questione 3 l'ele&ione del feticcio. %Lsiste' infatti %una via
gra&ie alla quale anche le donne narcisistiche il cui atteggiamento verso l'uomo si mantenuto
freddo possono pervenire a un completo amore d'oggetto. <el figlio a cui danno vita, una parte del
proprio corpo si presenta a queste donne come un oggetto estraneo al quale, a prescindere dal
proprio narcisismo, possono ora offrire in dono il pi pieno amore oggettuale'.
::;
5arrebbe dunque
che, assumendo 3 come ad esempio nella lettera ad .braham di cui sopra 3 l'ideali&&a&ione quale
processo atto a rendere conto, nel contesto della rimo&ione par&iale, dell'ele&ione del feticcio, Freud
non si scosti perci4 dal solco tracciato dai Tre saggi sulla teoria sessuale.
6empre nell'Introduzione al narcisismo, Freud denuncia per di pi la confusione tra
ideali&&a&ione 3 nel senso di forma&ione di un ideale dell'?o 3 e sublima&ione come particolarmente
perniciosa, in quanto %non necessariamente chi ha rinunciato al proprio narcisismo per dedicarsi ad
un alto ideale dell'?o per ci4 stesso riuscito a sublimare le sue pulsioni libidiche.
::,
?n primo luogo,
per quanto l'inclusione della sublima&ione tra le pretese dell'ideale dell'?o sia comune, ci4 non
::#Introduzione al narcisismo, cit., p. 8#,.
::-?bidem. ?l corsivo mio.
::;?vi, pp. 8#!+-".
::,?vi, p. 8-8.
"8
significa che questo accada realmente0 al contrario, tra i nevrotici che si riscontrerebbero i
maggiori scostamenti al riguardo, sen&a contare come proprio l'ostina&ione nel %restare ancorati alla
propria libido' costituisca un loro tratto caratteristico, tanto pi marcato quanto pi esigente
l'ideale dell'?o che essi si sono costruiti. %?noltre', e questo il punto che maggiormente ci interessa,
%la forma&ione di un ideale dell'?o e la sublima&ione si pongono in un rapporto rispettivamente assai
diverso anche con ci4 che d2 origine alla nevrosi. 9ome sappiamo, la forma&ione di un ideale
acccresce le esigen&e dell'?o e favorisce al massimo la rimo&ione0 la sublima&ione offre invece una
via d'uscita in virt della quale le esigen&e dell'?o possono essere soddisfatte sen&a dar luogo a
rimo&ione'.
::!
La sulimazione per#ersa: il feticcio come ipostasi della Cosa
. connotare il processo della sublima&ione, sarebbe quindi l'evitamento della rimo&ione, ci4
che permetterebbe agli oggetti di cui essa promuove la crea&ione di fornire al soggetto una fonte di
soddisfacimento che Freud ha sen&'altro a pi riprese precisato non essere erotica,
:>"
ma che
nondimeno in grado di tenerne il luogo sen&a che la loro valori&&a&ione debba avvenire a livello
inconscio 3 tratto, quest'ultimo, che essa condivide proprio con il feticcio. <1 giova a fare chiare&&a
il fatto che, come stato notato, non solo dal punto di vista topico, bens= anche da quello
meramente descrittivo %le formula&ioni freudiane concernenti la sublima&ione non sono mai state
spinte molto lontano', col risultato che %la teoria della sublima&ione, R...S in Freud, manca anche di
una chiara delimita&ione rispetto ai processi limitrofi (forma&ione reattiva, inibi&ione nella meta,
ideali&&a&ione, rimo&ione$'.
:>

La no&ione di sublima&ione di cui *e)+Flaud si avvale non del resto tratta direttamente da
Freud, bens= dal Lacan del seminario su L'etica della psicoanalisi, in cui essa al centro di una
lunga serie di le&ioni. 6econdo Lacan, il punto saliente della conce&ione freudiana in materia
risiederebbe proprio nella precisa&ione per cui la sostitu&ione al livello degli oggetti o 3 pi
::!?vi, p. 8-#.
:>"9os= ad esempio nel lavoro, sopra discusso, su Leonardo da 7inci.
:>9fr. B. Laplanche e B.+/. 5ontalis, Enciclopedia della psicoanalisi, cit., pp. -!+:. . riprova della confusione da
essi denunciata si potrebbe citare un singolare passo della /sicopatologia della #ita quotidiana, consistente in una
lunga cita&ione di un lavoro di Bones in cui si trova l'analisi di un atto sintomatico che gli sarebbe stata riportata da
un non meglio precisato medico, nondimeno %familiare' dei metodi psicoanalitici, tra le cui abitudini vi era quella di
tenere sulla scrivania uno stetoscopio rigido. Dopo averne individuata 3 per il tramite di un sogno il cui perno
costituito dalla spada che l'eroe nibelungico 6igfrido pone sguainata tra s1 e /runilde dormiente 3 la significa&ione
fallica e la fun&ione apotropaica in rela&ione ai possibili rapporti carnali del medico con le sue pa&ienti, Bones
osserva infatti come questi, quand[era ancora raga&&o, fosse rimasto particolarmente colpito da una senten&a in versi
di Lord L)tton, secondo la quale %sotto il governo di uomini veramente grandi, la penna pi potente della spada',
ci4 che l'avrebbe in seguito indotto a divenire %scrittore prolifico' e ad utili&&are %una penna stilografica' la cui
%straordinaria grande&&a' sarebbe stata propor&ionale alla quantit2 delle cose che aveva da esprimere (cfr. 6. Freud,
/sicopatologia della #ita quotidiana, cit., pp. ::-+:;$.
"#
precisamente 3 della libido cui la sublima&ione mette capo sarebbe prodotta non dal ritorno del
rimosso, ovverosia in maniera sintomatica e indiretta, bens= direttamente, quantunque mediante
oggetti socialmente valori&&ati. 5oich1 tuttavia il carattere diretto della soddisfa&ione pulsionale
assicurata dalla sublima&ione non pu4 evidentemente tradursi in un ritorno puro e semplice alla
modalit2 secondo la quale la pulsione originariamente si soddisferebbe, ci4 implica l'ammissione
che ciascuna pulsione sia non solo passibile di soddisfarsi in modi molteplici, bens= anche che
nessuno di essi sia in grado di assicurarne la soddisfa&ione piena, ch1 in tal caso esso sarebbe il solo
adeguato. L' per questo che Lacan afferma che la sublima&ione, offrendo alla pulsione una
soddisfa&ione diversa dalla sua meta, ne rivela la natura, precludendo ogni possibilit2 di assimilarla
ad un Instin>t la cui soddisfa&ione, mediata dal compimento di un'a&ione specifica come ad esempio
quella di mangiare in risposta allo stimolo fisiologico rappresentato dalla fame, sarebbe
condi&ionata dalla disponibilit2 di un oggetto altrettanto predeterminato.
:>:

Fin qui, peraltro, egli non si scosta in maniera significativa da quanto affermato da Freud nel
saggio sul narcisimo del !8, in cui ideali&&a&ione e sublima&ione vengono come si visto
contrapposte proprio in base alla considera&ione che la sostan&iale continuit2 tra l'oggetto supposto
normale della pulsione e i derivati anche pi lontani dell'ideali&&a&ione esclude tassativamente che
la pulsione vi trovi il proprio diretto soddisfacimento, mentre l'intervento della sublima&ione,
viceversa, lo consentirebbe, impedendo che tra di esso e l'istan&a rimovente si produca un conflitto.
6oltanto che, lungi del fare della sopravvaluta&ione (Wersc!Atzung$ dell'oggetto sessuale un
momento del processo di ideali&&a&ione, Lacan la considera in tutto e per tutto identica alla
sublima&ione, il che gli consente di rescinderne la dipenden&a 3 viceversa affermata da Freud 3
dalla libido narcisistica e di contestarne pertanto la dipenden&a dal registro dell'immaginario. L se
vero che lo stesso Lacan afferma che non esiste investimento oggettuale che non si fondi su di un
tratto immaginario in gra&ia del quale il soggetto, scorgendo nel mondo il proprio riflesso,
prenderebbe a nutrire nei confronti di quest'ultimo l'interesse dapprima rivolto unicamente a se
stesso, occorre pertanto concluderne che la sublima&ione conferisce all'oggetto uno statuto che non
propriamente il suo, elevandolo alla dignit2 di ci4 che egli chiama %das %ing', %la 9osa'.
:>>
5reposta all'introdu&ione di quest'ultima no&ione, si trova nel Seminario VII una lunga
disserta&ione metapsicologica, al termine della quale Lacan chiama in causa la lettera da Freud
inviata a Fliess il - dicembre ,!-, pi nota come Lettera 5T, nella quale formulata la teoria
secondo cui la costitu&ione dell'apparato psichico s'identificherebbe con il succedersi delle
trascri&ioni ('iedersc!riften$ cui sarebbero soggette le perce&ioni successivamente al loro primo
:>:B. Lacan, Il seminario+ Liro VII+ L'etica della psicoanalisi L3G5GB6HM, cit., pp. ;+!.
:>>?vi, pp. >; e 8.
"-
apparire al livello del sistema f (sistema che il /rogetto di una psicologia aveva aggiunto a quelli g
e h, rispettivamente deputati alla rice&ione degli stimoli ambientali e alla loro registra&ione, onde
rendere conto dell'aspetto qualitativo degli stessi$. 6econdo il modello proposto da Freud, i neuroni
del sistema percettivo, pur essendo connessi alla coscien&a, non sarebbero infatti assolutamente in
grado, in base al principio per cui %coscienza e memoria si escludono R...S a #icenda', di serbare
traccia degli eventi che vi si producono. .ffinch1 questo avvenga, occorrerebbe che le perce&ioni da
essi raccolte subiscano una prima trascri&ione, la quale procederebbe unicamente in base a delle
rela&ioni di simultaneit2 e in una forma per l'appunto %del tutto incapace di pervenire alla
coscien&a'. 6olo successivamente, gra&ie a una %seconda trascri&ione ordinata in base ad altre
rela&ioni, per esempio causali', ma ugualmente destinata a rimanere inconscia, tali tracce
verrebbero a costituire il campo dello psichismo (comprensivo ad esempio, precisa Freud, dei
ricordi concettuali$, il quale non diverrebbe pertanto virtualmente accessibile alla coscien&a che
mediante una ter&a trascri&ione (anche se Freud non esclude che il modello sia riduttivo, e che il
numero di tali trascri&ioni possa essere in realt2 maggiore$, %connessa alle rappresenta&ioni della
parola'. *agion per cui %i neuroni della coscien&a sarebbero ancora una volta neuroni percettivi e
privi per se stessi di memoria'.
:>8
?n tutto ci4, ad interessare Lacan non tuttavia il tentativo, da Freud su tale base compiuto, di
correlare %le caratteristiche specifiche delle nevrosi' ad una mancata trascri&ione di determinate
rappresenta&ioni da uno strato all'altro dell'apparato, la cui successione rappresenterebbe %la
reali&&a&ione psichica di successive epoche della vita',
:>#
bens= soltanto l'idea, che vi implicita,
secondo la quale l'inconscio andrebbe ad inserirsi, %come si dice tra cuoio e carne', tra
@a!rne!mung e $e?usstsein (perce&ione e coscien&a$. Gn inconscio di cui egli, facendo perno
sulla distin&ione tra la parola intesa come ordine e la parola come fun&ione (la quale ultima
interverrebbe viceversa soltanto al ter&o dei livelli individuati da Freud, corrispondente al
preconscio$, afferma il carattere significante, ci4 che gli consente in seconda battuta di sostenere 3
appoggiandosi questa volta sul /rogetto di una psicologia Q che la prima apprensione della realt2 ad
opera del soggetto, il cui apparire si identificherebbe pertanto sen&a resti col costituirsi
dell'inconscio come struttura, sarebbe correlativa al prodursi, in seno alla sfera della perce&ione, di
una prima fondamentale scissione. Eentre una parte della realt2 percepita trapasserebbe
nell'insieme delle qualit2 ad essa attribuite in quanto oggetto e trascritte al livello dell'inconscio,
nella forma di una molteplicit2 di rappresenta&ioni sulle quali andr2 ad operare il principio di
piacere0 l'altra sarebbe infatti caratteri&&ata dal fatto di mantenere un profilo costante o, meglio, di
:>89fr. Lettere a @il!elm Fliess L3FF4B3GHIM, cit., pp. :>-+>!.
:>#?bidem.
";
essere destinata a restare %come cosa', %als %ing', in quanto tale isolata come un che di
costitutivamente estraneo (Fremde$ rispetto al soggetto.
:>-
5er quanto Lacan non lo affermi
esplicitamente, ed an&i si pronunci altrove in senso contrario all'inconsapevole identifica&ione a suo
dire operata dalla scuola Fleiniana tra das %ing e il corpo materno, conviene ricordare come Freud
precisi nel /rogetto di una psicologia come la prima apprensione della realt2 di cui parla Lacan
avvenga nell'uomo sempre in rela&ione alla figura di un prossimo, di un 'eenmensc!, e come
questi debba di norma essere identificato con l'altro dal cui soccorso dipende la sussisten&a stessa
del bambino.
:>;
.lla luce di questo, infatti, appare come il momento della prima apprensione della
realt2 sia anche quello in cui essa viene a costituire il luogo di un'esperien&a di soddisfacimento
($efriedigung$ destinata ad essere dal soggetto vissuta come archetipa, e che nondimeno,
nell'istante stesso in cui viene evocata, si rivela impossibile, dal momento che %tutto ci4 che,
dell'oggetto, qualit2, e pu4 essere formulato come attributo, rientra' da allora in avanti tra le
rappresenta&ioni primitive oggetto di investimento in h, %in ci4 che possiamo chiamare le prime
appari&ioni del soggetto'. <ella misura infatti in cui tali rappresenta&ioni costituiscono il prodotto
dell'inciden&a di un catena di significanti strutturalmente fondata su di un rinvio infinito dall'uno
all'altro dei suoi elementi, se da un lato l'oggetto del possibile soddisfacimento %sar2 l= quando, a
conti fatti, tutti i requisiti saranno soddisfatti', dall'altro appare chiaro come tale oggetto non potr2
che essere %come tale R...S perduto', e che a poter essere ritrovate saranno tutt'al pi %le sue
coordinate', significanti, %di piacere'.
:>,
:>-9fr. B. Lacan, Il seminario+ Liro VII+ L'etica della psicoanalisi L3G5GB6HM, cit., p. -8.
:>;<el primo capitolo dell'opera, volto nel suo complesso a tracciare uno schema generale dell'apparato psichico e del
suo fun&ionamento, Freud, dopo aver esaminato la fun&ione del pensiero riproduttivo, passa ad occuparsi di quei
casi in cui l'?o si trova alle prese con %una perce&ione non coincidente in alcun modo con l'immagine mnestica
desiderata', ci4 che non lascia ad esso che due alternative: o dirigere la corrente degli investimenti psichici sui
%ricordi' da essa %risvegliati', sviluppando di conseguen&a %un'attivit2 mnemonica' sen&a scopo, che, invece di
appuntarsi sulle somiglian&e tra la perce&ione e la rappresenta&ione attesa, sar2 piuttosto stimolata dalla loro
differen&a0 oppure concentrarla %sulle componenti Rdella perce&ioneS da poco presentatesi', mettendo in atto, al loro
riguardo, %un'attivit2 di giudi&io' ugualmente non finali&&ata. Ld proprio a questo punto che compare la figura
evocata da Lacan: %6upponiamo' 3 scrive infatti Freud 3 %che l'oggetto che fornisce la perce&ione sia simile al
soggetto, cio un essere umano prossimo R'eenmensc!S. L'interesse teorico Rsuscitato nel soggettoS si spiega anche
in quanto un oggetto siffatto stato simultaneamente il primo oggetto di soddisfacimento e il primo oggetto di
ostilit2, nonch1 l'unica for&a ausiliare. 5er tale ragione sul suo prossimo che l'uomo impara a conoscere. ?
complessi percettivi che sorgono da questo prossimo saranno in parte nuovi e imparagonabili: per esempio i suoi
lineamenti (nella sfera visiva$0 ma altre perce&ioni visive (per esempio i movimenti delle mani$ coincideranno nel
soggetto con i suoi ricordi di analoghe impressioni visive del suo corpo, i quali si assoceranno a ricordi di
movimenti sperimentati da lui stesso. La stessa cosa accadr2 con altre perce&ioni dell'oggetto R...S. 9os= il complesso
di un altro essere umano si divide in due componenti, di cui una s'impone per la sua struttura costante come una cosa
coerente, mentre l'altra pu4 essere capita mediante l'attivit2 della memoria: pu4, cio, essere ricondotta a
un'informa&ione che Ril soggettoS ha del proprio corpo' (cfr. /rogetto di una psicologia, cit., p. :>#$. Ea si veda
anche quanto a p. :-8, dov' precisato che %all'ini&io della fun&ione del giudi&io le perce&ioni suscitano interesse a
causa della loro possibile rela&ione con l'oggetto desiderato, e i loro complessi R...S si trovano cos= divisi in una parte
non assimilabile (la cosa$ Rdas %ingS e un'altra che conosciuta dall'?o mediante la sua stessa esperien&a (attributi,
attivit2$ 3 ci4 che si chiama intendere'.
:>,B. Lacan, Il seminario+ Liro VII+ L'etica della psicoanalisi L3G5GB6HM, cit., pp. -8+-#.
",
%as %ing, identificandosi con il residuo di siffatta opera&ione, viceversa %assolutamente
un'altra cosa'0 incarnando quel %primo esterno' sul quale invano %si orienta tutto il percorso del
soggetto', condannata a restare sen&a volto e sen&a nome, ci4 che non le impedisce tuttavia di
situarsi al centro %di ci4 di cui si tratta nella nevrosi'. 9' un'ambiguit2 3 insiste Lacan 3 che sta al
fondo dell'esperien&a del soddisfacimento e che Freud coglie sin dal principio, quando afferma che
l'a&ione specifica che dovrebbe condurvi non descritta nei termini di una scarica, ma di un'a&ione
che funge da me&&o di riprodu&ione del piacere, ovverosia per una messinscena dello stato ini&iale,
dell'originario e nondimemo, o forse proprio per questo fantasmatico incontro con das %ing. %La
condotta dell'isterica, per esempio, ha come scopo di ricercare uno stato centrato sull'oggetto, in
quanto tale oggetto, das %ing, come Freud scrive da qualche parte, il supporto di un'avversione. L'
in quanto l'oggetto originario oggetto d'insoddisfa&ione che l'Erlenis specifica dell'isterico di
ordina. .ll'opposto R...S nella nevrosi ossessiva, l'oggetto rispetto a cui si organi&&a l'esperien&a di
fondo, l'esperien&a di piacere, un oggetto che, letteralmente, procura troppo piacere', da cui le
manovre con cui l'ossessivo tenta di scongiurare ci4 che egli stesso %vede spesso e assai
chiaramente come la meta e il fine del proprio desiderio' 3 meta e fine che egli evita per una
ragione %straordinariamente radicale, visto che il principio di piacere ci effettivamente dato per
avere una modalit2 di fun&ionamento consistente proprio nell'evitare l'eccesso, il troppo di piacere'.
Di modo che potremmo concludere che la posi&ione originariamente assunta dal soggetto nei
confronti di das %ing costituisce anche, se non la risposta, quanto meno l'articola&ione
fondamentale della questione freudiana della scelta della nevrosi, nonch1 il principio di una clinica
differen&iale tra nevrosi e psicosi che si trova gi2 adombrata nell'ini&iale triparti&ione freudiana di
isteria, nevrosi ossessiva e paranoia.
:>!
.ncora una volta, il punto che Lacan vuole accentuare quindi quello per cui l'originaria
divisione del complesso rappresentativo coincide sen&a resti con la divisione originaria dell'?o, ci4
che esemplifica con il fatto che %il TuX TuX che ci pu4 salire alla labbra in un momento di
smarrimento, di sconforto, di sorpresa, in presen&a di qualcosa che non mi affretter4 a chiamare la
morte, ma che certamente un altro per noi privilegiato' ed an&i %l'.ltro, l'.ltro preistorico, l'.ltro
indimenticabile' che vorremmo %addomesticare' e che invece continuamente minaccia di
%sorprenderci', di %precipitarci dall'alto della sua appari&ione', non si distingue in realt2 da
quell'IoX col quale rispondiamo quando qualcosa ci imputato: %un Io di scusa, un Io di rigetto, un
Io di io no0 non per me', un ?o %che espelle anche se stesso con un movimento all'incontrario, l'?o
:>!Dal canto suo, il paranoico incorrerebbe infatti in una Versagen des 2lauens, in un guasto della creden&a vertente
proprio sulla divisione in due versanti del rapporto con das %ing e quindi sull'esisten&a di quel primo %fuori
significato' in rapporto al quale %il soggetto conserva la sua distan&a e si costituisce in una modalit2 di rapporto e di
affetto primario, antecedente a qualunque rimo&ione'. 6u questo e su quanto precede cfr. B. Lacan, Il seminario+
Liro VII+ L'etica della psicoanalisi L3G5GB6HM, cit., pp. --+-;.
"!
come difesa, come ?o che prima di tutto rigetta, e che lungi dall'annunciare, denuncia, l'?o
nell'esperien&a isolata del proprio sorgere e che bisogna forse anche considerare come il suo
originario declino'.
:8"
%as %ing sarebbe insomma l'inassimilabile, ci4 che nessuna fisiologia della soggettivit2 sar2
mai in grado di metaboli&&are. Lppure abbiamo visto come Lacan, scorgendovi il prodotto di un
processo sublimatorio, lo presenti al contempo come qualcosa di derivato. . partire dalla
constata&ione che il principio di piacere ci impone di muovere da un significante all'altro sebbene
limitandone al massimo il numero onde mantenere quanto pi basso possibile il livello di tensione
nell'apparato psichico, e che quindi la ricerca dell'oggetto perduto passa obbligatoriamente, come in
un gioco di specchi per le allodole, attraverso le vie del significante, potremo chiederci se queste
non siano piuttosto congegnate in modo da farci perdere la strada e da farci mantenere, rispetto alla
9osa, la debita distan&a. La rela&ione tra il significante, assimilato alla grana stessa della
soggettivit2, e la 9osa per4 pi complessa, come Lacan stesso illustra con l'esempio del vaso. La
fabbrica&ione del vaso corrisponde infatti punto per punto all'attivit2 di modellamento del
significante: non meno dell'argilla cui il vasaio d2 forma, i suoni o, nel caso, le lettere da cui
quest'ultimo costituito scaturiscono da un reale che non si distingue da quello che da sempre 3 si
pensi alla no&ione platonica di ricettacolo o a quella aristotelica di materia prima 3 il pensiero
filosofico ha presupposto al fondo di qualsivoglia processo di divenire, e che lo stesso dal quale
provengono tutti gli altri enti, indipendentemente dal fatto di costituire il prodotto di una p!Ysis o di
una tec!n&. .l pari della produ&ione del vaso, il modellamento del significante comporta tuttavia
anche una forma di crea&ione del tutto diversa dalla semplice messa in forma di quanto gli preesiste
in quel reale cui non avremmo in effetti altrimenti accesso 3 e questo nella misura in cui a risultarne
non un oggetto, ma qualcosa che, lungi dal procedere dal reale inarticolato, vi introduce un germe
di altera&ione, e che altro non che il vuoto. Gn vuoto 3 precisa Lacan 3 che %nella
rappresenta&ione, si presenta R...S come un ni!il, come nulla. R...S ?l vasaio, proprio come voi a cui
sto parlando, crea il vaso attorno a questo vuoto con la sua mano, lo crea proprio come il creatore
mitico, ex ni!ilo, a partire dal buco. Autti scher&ano sul maccherone che un buco con qualcosa
intorno, o anche sui cannoni. ?l fatto di ridere non cambia niente alle cose come stanno 3 c' identit2
tra il modellamento del significante e l'introdu&ione nel reale di uno iato, di un buco'.
:8

?n che modo questo %vuoto al centro del reale' che %la 9osa' possa essere considerato quale
il portato di una sublima&ione viene da Lacan illustrato in riferimento all'amore cortese, nel quale
l'oggetto, ovverosia la donna, non solo preso di mira unicamente a condi&ione di essere
:8"?vi, pp. -!+;".
:8?vi, p. ##.
"
inaccessibile, ma appare regolarmente spersonali&&ato, ci4 che gli consente di fungervi da supporto
3 come evidente nel caso della /eatrice dantesca 3 alle allegorie pi svariate. 6ottolineando il
paradosso per cui l'oggetto vi viene trattato in termini tanto pi sensuali quanto pi oltre procede il
sacrificio delle qualit2 che, definendolo nella sua unicit2, lo rendono tale, Lacan ne evince infatti
che %vediamo qui fun&ionare allo stato puro la molla del posto che occupa il punto di mira
tenden&iale della sublima&ione, che cio quel che l'uomo chiede, quel che non pu4 far altro che
chiedere, di essere privato di qualcosa di reale. @uesto posto, qualcuno di voi, parlandomi di quel
che cerco di mostrarvi con das %ing, lo chiamava, in un modo che trovo piuttosto carino, il
vacuolo'.
:8:
Di nuovo, l'inciden&a della sublima&ione opposta da Lacan a quella dell'ideali&&a&ione sulla
scorta di una nota&ione estremamente interessante: pur essendoci nell'amore cortese una
componente di esalta&ione ideale chiaramente narcisistica nel senso indicato dalla fase dello
specchio, solo in seconda battuta che questa interviene a supporto delle proie&ioni ideali del
soggetto, essendo la sua prima fun&ione quella di fare velo alla 9osa, la cui appari&ione, qualora
evocata, si colloca invariabilmente sul registro dello scatologico oppure dell'orrido.
:8>
9i4 che
Lacan chiama %la profonda ambiguit2 dell'immagina&ione sublimante' sta tutta qui: nella
congiun&ione della sua fun&ione di limite e di baluardo eretto contro il manifestarsi della 9osa con
il ruolo da essa rivestito nell'organi&&are l'inaccessibilit2 necessaria ad elevare l'oggetto al suo rango
3 ruolo chiaramente percepibile in tutta una serie di topoi della poesia proven&ale quale ad esempio
quelli dei lauzengiers, ovverosia dei gelosi, e del segreto. *agion per cui %le tecniche di cui si tratta
nell'amor cortese' possono essere descritte come %tecniche del trattenere, dell'amor interruptus', il
che fa s= che anche ad esse si possa riferire %il paradosso di quel che si pu4 chiamare, nella
prospettiva del principio di piacere, l'effetto del Vorlust, dei piaceri preliminari', ovverosia %il fatto
che essi sussistono in senso contrario alla dire&ione del principio di piacere'.
:88
7ale a dire che il
piacere di sostenere il desiderio, il che significa di provare un dispiacere, implicito nella no&ione di
piacere preliminare da Freud articolata nei Tre saggi sulla teoria sessuale si trova tale e quale nella
sublima&ione, ci4 che in fondo non sorprende nella misura in cui in ambo i casi ci4 di cui si tratta
un'eroti&&a&ione di atti ed oggetti di per s1 non immediatamente implicati nel rapporto sessuale.
:8#
:8:?vi, p. !"+!.
:8>Lacan cita al riguardo un poema di .rnaut Daniel in cui questi argomenta a favore dell'assolu&ione di un certo
/ernart, imputato di essersi sottrattosi all'ordine, impartitogli dalla Dama al cui servi&io si era consacrato e nei cui
confronti avrebbe dovuto pertanto dare prova di dedi&ione, di %imboccare la sua tromba' (cfr. ivi, pp. :"> e sgg$.
:88?vi, p. !8.
:8#%La sublima&ione non infatti quel che un fatuo volgo pensa, e non si esercita sempre obbligatoriamente nel senso
del sublime. ?l cambiamento d'oggetto non fa necessariamente sparire, ben lungi, l'oggetto sessuale 3 l'oggetto
sessuale pu4 fare la sua comparsa, sottolineato come tale, nella sublima&ione. L'oggetto sessuale pi crudo pu4
essere l'oggetto di una poesia, sen&a che essa con ci4 perda una mira sublimante' (ivi, pp. :">+"8$.

5ossiamo a questo punto meglio comprendere come, muovendo dall'ipotesi 3 pi o meno


esplicitamente formulata dalla comunica&ione freudiana del !"! 3 secondo cui la sublima&ione
giocherebbe per la genesi del feticismo un ruolo di primo piano, *e)+Flaud giunga ad individuare
nell'oggetto feticcio la presentifica&ione di quel vuoto al centro del reale da Lacan identificato con
la 9osa, e la cui inciden&a nello psichismo e in particolare nell'esperien&a umana della sessualit2 si
misurerebbe nell'entit2 della torsione a questa imposta rispetto ad un suo presunto fun&ionamento
naturale. ?n altri termini, la strategia messa in atto dal feticista sarebbe quella di farsi padrone
dell'ecceden&a la cui irriducibilit2, salvo divenire come abbiamo visto oggetto di rigetto nel caso
della paranoia, continua viceversa a manifestarsi, mediante la via indiretta della rimo&ione e del
ritorno del rimosso, in ciascuna delle principali forme di nevrosi, la cui genesi da ultimo la
medesima della civilt2 stessa, dal momento che in ambo i casi il sopravvenire delle prime rimo&ioni
segna proprio quella rinuncia al possesso della 9osa che il feticista viceversa persegue. Giocando
sulla duplice caratteri&&a&ione della 9osa fornita da Lacan 3 da una parte quale luogo di un
godimento inumano non meno che innaturale0 dall'altra come vuoto attorno al quale si struttura
l'ordine di un significante nondimeno costitutivamente impossibilitato ad esaurirlo in una
significa&ione 3 *e)+Flaud precisa an&i che nel feticista %la rimo&ione originaria avvenuta,
consacrando la perdita della 9osa. <on fosse che egli pretende di assicurarsi il controllo del
principio di tale perdita, mettendo in atto un colpo di for&a contro il linguaggio, che Freud
determiner2 soltanto molto pi tardi, dapprima nel !:;, nel suo articolo sul feticismo, poi, alla
vigilia della morte, nelle ultime pagine consacrate alla Nscissione dell'?oO. Auttavia, la presa in
carico delle pagine del !"! consacrate all'elabora&ione dell'oggetto compiuta dalla rimo&ione
par&iale permette di affermare che il principio del feticismo, vale a dire la fabbrica&ione della
negativit2 in quanto tale, era stato in realt2 bell'e posto sin dall'ini&io'.
:8-
DoveU .d esempio nella distin&ione, abbo&&ata come si visto da Freud soprattutto nelle
ultime battute della conferen&a e nel dibattito ad essa seguito, tra il feticismo perverso 3 quale
sarebbe ad esempio quello del pa&iente di 6teFel, uno dei cui oggetti elettivi era rappresentato dal
piede sporco 3 e il feticismo propriamente detto, ovverosia quello in cui il processo della rimo&ione
par&iale giunto a compimento, con la correlativa ideali&&a&ione della parte del complesso
originario superstite. 6ulla scorta dell'indica&ione lacaniana secondo la quale la sopravvaluta&ione
del'oggetto, nella quale i Tre saggi sulla teoria sessuale avevano come si ricorder2 individuato il
traitBd'union tra feticismo e amore normale, sarebbe da ascriversi al processo della sublima&ione e
non a quello dell'ideali&&a&ione, la luce sotto la quale tale distin&ione ci appare ora del tutto
nuova, avendo essa cessato di dipendere dal minore o maggior grado di rimo&ione subita dal
:8-(. *e)+Flaud, Comment Freud in#enta le f&tic!isme+++ et r&in#enta la ps)c!anal)se, cit., pp. ,#+,- (trad. mia$.
:
rappresentante pulsionale originario per essere viceversa addebitata alla diversa rela&ione che in
ciascuna delle due forme di feticismo l'oggetto intrattiene con la totalit2 del complesso
rappresentativo.
<el caso del piede sporco 3 spiega *e)+Flaud 3 ci troviamo di fronte all'eventualit2 che un
determinato elemento, incluso nel complesso rappresentativo sin dal principio, sia d'un tratto
chiamato a rappresentare l'intera serie delle qualit2 dell'oggetto in cui il complesso consiste. 9ome
dire che, pur non appartenendo al novero dei significanti socialmente riconosciuti come tali da
conferire ad un oggetto la qualifica di eroticamente attraente, tale elemento non differirebbe tuttavia
nella sostan&a, quanto alla natura della sua pretesa, da quelli che viceversa vi apparterrebbero.
?ndipendentemente dal fatto che l'effettiva sua conformit2 alla norma possa essere contestata, %il
piede sporco (fosse pure a contrario$ trova ancora nell'.ltro un luogo in cui iscriversi', e questo
perch1 la sporci&ia, in quanto determina&ione dell'oggetto, %resta presa nelle reti della cultura'.
Aanto che, pur reputandone singolare la scelta, siamo benissimo in grado di comprenderla,
trattandosi semplicemente della sostitu&ione di un significante con un altro, meno pertinente ma il
cui valore non risulta pertanto incommensurabile rispetto a quello dei significanti a tal fine
maggiormente appropriati. Del tutto diversamente andrebbero invece le cose per quanto concerne il
feticismo vero e proprio, riconoscibile non dalla singolarit2 ancor pi spiccata dell'attributo
dell'oggetto deputato a rappresentarne il complesso, bens= dal fatto che proprio tale rapporto di
rappresenta&ione vi verrebbe meno. %?n quest'ultimo caso, il Ntratto unicoO che, nel feticismo
per#erso, ha per fun&ione di NsussumereO l'insieme degli altri tratti dell'oggetto, si trova esso stesso,
al termine dell'opera&ione, abolito (Nnon pi questione dell'odoreO$. 6icch1 l'oggetto strappato al
mondo degli oggetti e costituito come pura essen&a. ?l piede diviene allora, come la rosa di
Eallarm1, la figura&ione stessa dell'assen&a, l'assen&a di qualunque piede. ?l feticista, a questo
punto, non ha pi davanti a s1 un piede: il piede, siamo noi a vederlo 3 quanto a lui, vede invece la
9osa, das %ing'.
:8;
L proprio a partire di qui ci sarebbe dato, secondo *e)+Flaud, non solo di meglio
circoscrivere la paradossalit2 dell'oggetto feticcio, che abbiamo visto tormentare Freud sin dal !"#
sen&a che egli fosse nondimeno pervenuto a renderne ragione in maniera convincente, bens= anche
di cogliere %l'errore NontologicoO dell'amore', consistente nella convin&ione di poter cogliere ci4
che la psicoanalisi stessa ci ha insegnato a caratteri&&are come imprendibile, ovverosia il fascinum
di un determinato oggetto: in un qualche suo attributo, o foss'anche nell'intera serie dei suoi
attributi, ci4 che per *e)+Flaud significa ideali&&are l'oggetto nel tentativo di %dare un significante a
das %ing, di de+signare la 9osa'. <ella misura in cui essa farebbe la cernita degli attributi
:8;?vi, p. !>.
>
dell'oggetto onde sele&ionarne i pi adatti a sostenere un tale progetto, proprio l'ideali&&a&ione
sarebbe pertanto il processo meglio in grado di eviden&iare il carattere illusorio di tale pretesa.
Eentre la sublima&ione, comportando la rinuncia all'impresa disperata di cogliere il fascinum
dell'oggetto, ovverosia la 9osa stessa, in quelli che ne potrebbero tutt'al pi essere i riflessi al livello
dell'immaginario, perverebbe ad effettivamente produrla, spogliando all'inverso l'oggetto di tutti i
suoi attributi al fine di distillarne il sostrato, ovverosia la suBstantia indicibile. Ea questo
unicamente ad un costo ben preciso, reso apparente nel caso 3 estremo 3 del feticismo, in cui
l'oggetto %non pi il significante immaginario della belle&&a', ma 3 come apparir2 evidente con
l'esempio del %2lanz auf der 'ase' da Freud fornito nel !:; 3 %la cifra della 9osa'.
:8,
:8,9fr. ivi, pp. !#+!-.
8
C%-. IV. F"',0,$#(2 Verleugnung " $0,$$,(&" )"..3I(
Ara il !"# e il !8, ogni qual volta si fosse occupato di feticismo in maniera clinicamente
circostan&iata, Freud aveva sempre sostenuto che tra l'oggetto feticcio e quello da esso sostituito vi
fosse un qualche rapporto di deriva&ione, pi o meno diretta. 5resto emancipatosi dall'influen&a
ini&ialmente esercitata dalla psichiatria e dalla sessuologia organiciste tardo ottocentesche sulla
tassonomia delle aberra&ioni erotiche proposta nei Tre saggi sulla teoria sessuale, sin dallo scritto
sulla 2radi#a di Bensen egli aveva inoltre assimilato tale rapporto di deriva&ione a quello che
presiede alla forma&ione dei sintomi nevrotici. 6i visto tuttavia come, mediante l'ipotesi secondo
cui ad essere fetici&&ato sarebbe il diretto oggetto della pulsione, egli fosse ben presto giunto ad
accostare la perversione feticista alla sublima&ione, facendone cos= un esempio privilegiato della
presa in carico che della fun&ione sessuale sarebbe nell'uomo operata dalla cultura. Aale spunto, a
seguito della scoperta della significa&ione fallica del feticcio, era stato tuttavia prematuramente
lasciato cadere, sacrificato al problema di rinvenire i nessi immaginari il cui reperimento avrebbe
una volta per tutte dovuto assicurare non solo la possibilit2 di distinguere tra l'oggetto diretto della
pulsione da una parte e il suo derivato dall'altro, bens= anche quella di liberamente trascorrere
dall'uno all'altro di essi.
<ondimeno, ad essere radicalmente sovvertite a beneficio della posi&ione, tra il primitivo
oggetto pulsionale e il feticcio, di un tipo di rela&ione del tutto differente, nel quale la portata della
sostitu&ione da quest'ultimo operata nei confronti del primo sarebbe stata ben diversa, sarebbero da
ultimo state proprio queste vie. 9i4 di cui l'esempio con il quale si apre Feticismo Q ovverosia
l'articolo monografico con il quale Freud, a distan&a di oltre dieci anni dalla conferen&a del !8,
torn4 ad occuparsi della questione
:8!
3 costituisce la migliore illustra&ione.
Il ,Glan& auf der <ase-
.ll'ini&io di questo scritto, intitolato semplicemente Feticismo, Freud precisa come i risultati
che sta per presentare costituiscano il frutto di uno studio compiuto su alcuni uomini %la cui scelta
oggettuale era dominata da un feticcio'. .nche se, in verit2, si era trattato di %una scoperta
accessoria': %mentre certamente riconosciuto da coloro che ne dipendono come un che di
anomalo, solo in rari casi', infatti, il feticcio % vissuto come un fattore di sofferen&a'. .l contrario,
:8!@uanto meno in maniera specifica, se vero che, oltre che del riferimento, di cui si gi2 detto, contenuto nelle
le&ioni dell'Introduzione alla psicoanalisi, occorrerebbe tener conto anche delle aggiunte apportate ai passi dei Tre
saggi sulla teoria sessuale in cui si tratta di feticismo in occasione della nuova edi&ione dell'opera, apparsa nel !:".
#
%queste persone per lo pi si dichiarano pienamente soddisfatte del loro feticcio' o %addirittura
mostrano di appre&&are le facilita&ioni che esso procura alla loro vita amorosa', ragion per cui
difficilmente esso costituisce il motivo per il quale esse si rivolgono all'analisi.
Gn altro aspetto sul quale Freud appunta sin da subito la sua atten&ione, il carattere
%peregrino' (die Einzel!eit$ di molti feticci, tra i quali quello di %un giovanotto che aveva eretto a
condi&ione feticistica un certo %sfavillio sul naso' R2lanz auf der 'aseS', ovverosia un oggetto ed
an&i una qualit2 sen&a rela&ione apparente con quello supposto costituirne l'originale, sia questo
l'oggetto anale cui egli ebbe un tempo a pensare o l'immaginario fallo materno di cui nel saggio su
Leonardo da 7inci. ?n questo caso, la sostitu&ione sarebbe cio avvenuta non soltanto sulla scorta di
quella che potremmo con (ume definire una rela&ione esterna ai suoi termini, bens= prescindendo
completamente dalle intrinseche qualit2 di ciascuno di essi. L se Freud ci comunica da ultimo come
il feticcio del suo pa&iente fosse in realt2 stato costituito dal naso pi semplicemente inteso come
parte del corpo, resta che l'unico passaggio dal %2lanz auf der 'ase' a quest'ultimo di ordine
squisitamente significante. ?l pa&iente, infatti, era nato e vissuto per alcuni anni in ?nghilterra,
sebbene, una volta trasferitosi assieme alla famiglia in Germania, avesse dimenticato la lingua
madre quasi completamente. %?l feticcio, che traeva origine dalla sua pi tenera infan&ia, non
andava RpertantoS letto in tedesco, bens= in inglese0 lo %sfavillio sul naso' era in realt2 un'%occhiata
al naso' (glance \ occhiata, sguardo$0 il feticcio, dunque, era il naso, al quale per di pi egli
attribuiva a suo piacimento una certa particolare luminosit2 che gli altri non riuscivano a
percepire'.
:#"
7ale la pena di osservare, a questo proposito, come nel saggio metapsicologico su L'inconscio
Freud non solo si chieda parimenti da che cosa dipenda %il carattere sconcertante' (den
efremdlic!en C!ara>ter$ della %forma&ione sostitutiva' e del %sintomo schi&ofrenico', ma indichi
inoltre la solu&ione dell'enigma nel %predominio' che in essi il %rapporto verbale' eserciterebbe %su
quello reale'.
:#
Da cui la rettifica dell'ipotesi, precedentemente formulata, secondo la quale nella
schi&ofrenia si verificherebbe %un abbandono degli investimenti oggettuali', poich1, ad esservi
abbandonata, sarebbe in realt2 piuttosto la sola %rappresenta&ione della cosa' (Sac!#orstellung$,
rescissa dalla %rappresenta&ione della parola' (@ort#orstellung$ che di norma l'accompagna e che
con essa costituirebbe la rappresenta&ione conscia dell'oggetto. . partire da qui, Freud ridefinisce
:#"Feticismo, trad. di *. 9olorni in 1pere, cit., vol. ", p. 8,;.
:#L'inconscio, cit., p. ,8. %L'analogia reale che sussiste fra l'atto di spremere un comedone e l'eiacula&ione dal pene' 3
prosegue il passo 3 % davvero minima, e ancora pi piccola quella fra gli innumerevoli pori della pelle e la
vagina0 ma nel primo caso c' qualcosa che spri&&a fuori entrambe le volte, e per il secondo vale alla lettera il detto
cinico %Gn buco vale l'altro'. La sostitu&ione non stata dettata dalla somiglian&a delle cose indicate, ma
dall'uguaglian&a dell'espressione linguistica. Dove i due elementi 3 parola e cosa 3 non coincidono, la forma&ione
sostitutiva schi&ofrenica si discosta da quella che ha luogo nelle nevrosi di trasla&ione' (op. cit., pp. ,8+,#$.
-
poi non solo la differen&a tra rappresenta&ioni inconsce (costituite dalla sola rappresenta&ione di
cosa$ e consce (costituite dalla rappresenta&ione di cosa pi quella di parola ad essa
corrispondente$, bens= anche la rimo&ione, la quale, nelle nevrosi di trasla&ione, ricuserebbe %alla
rappresenta&ione respinta R...S la tradu&ione in parole destinate a restare congiunte con l'oggetto'.
:#:

Lungi dal restituirci l'inconscio a cielo aperto, la schi&ofrenia ce ne allontanerebbe pertanto ben pi
delle nevrosi 3 ci4 di cui dovremo ricordarci in seguito, per attribuire il loro giusto peso alle
indica&ioni freudiane circa la possibilit2 di distinguere tra nevrosi e psicosi in base al diverso esito
del conflitto tra l'Ls e le istan&e rappresentate dal principio di realt2. 6e %il tentativo di fuga dell'?o,
che si esprime nella sottra&ione dell'investimento cosciente', resta infatti %il fattore comune' alle
nevrosi di trasla&ione e a quelle narcisistiche, %basta la pi superficiale delle riflessioni per rendersi
conto di quanto pi radicalmente e profondamente si effettui questo tentativo di fuga, questa fuga
dell'?o, quando si tratta delle nevrosi narcistiche'.
:#>
Da questo punto di vista, il carattere peregrino dell'esempio di feticcio qui portato da Freud
basterebbe dunque da solo a dimostrarne la fun&ione eminentemente difensiva, e questo nonostante,
o forse proprio in virt del suo statuto quanto mai evanescente, riducentesi alla commistione, del
tutto arbitraria e perci4 anche totalmente incomprensibile al di fuori della biografia del soggetto, di
due lingue differenti. Aanto pi che, sebbene Freud, dopo averlo fornito, ne dichiari
immediatamente la significa&ione fallica, aggiungendo in sovrappi che essa % emersa con tanta
naturale&&a e mi parsa cos= convincente che sono pronto ad aspettarmi la stessa solu&ione in tutti i
casi di feticismo', nondimeno chiaro come il nesso tra l'uno e l'altra sia ben lungi dall'andare da
s1. Laddove nel testo su Leonardo da 7inci e, in parte, nella conferen&a del !8 il fallo materno
era stato infatti presentato come un oggetto immaginario, del quale il feticcio avrebbe
semplicemente costituito l'Ersatz e cui esso sarebbe pertanto stato logicamente e ontologicamente
posteriore, l'impossibilit2 di tracciare, per il %2lanz auf der 'ase', le vie che ci condurrebbero
dall'uno all'altro di essi sembrerebbe indicare che l'opera&ione messa in atto dal feticista istituisca
piuttosto, sebbene in maniera grottesca, una dimensione dell'essere rigorosamente separata rispetto
a quella cui essi, in quanto rappresenta&ioni a pieno titolo facenti parte dello psichismo, viceversa
rimandano.
6punto, quest'ultimo, gi2 presente nella conferen&a del !8, nella misura in cui Freud vi
aveva ipoti&&ato che dell'ele&ione di un determinato feticcio fosse possibile rendere conto nei
termini di una regressione spa&iale. <elle sue investiga&ioni sessuali 3 aveva allora sostenuto Freud
3 il bambino procede dal basso verso l'alto, nel tentativo di guardare 3 letteralmente 3 sotto le
:#:?vi, p. ,#.
:#>?vi, p. ,;.
;
gonne. <ulla di pi normale pertanto che, impedito nelle sue ricerche dal peso delle rimo&ioni e
degli interdetti sociali, egli sovrainvesta gli oggetti incontrati lungo la strada proiettando su di essi
l'immagine dell'oggetto desiderato, che sappiamo essere non il genitale femminile, bens= quello
maschile. *agion per cui, qualora la ricerca si dovesse per lui concludere con la scoperta della
castra&ione femminile, per scongiurare la minaccia da essa inverata gli basterebbe attenersi a siffatta
proie&ione. 9i4 che nell'articolo del !:; si trova espresso mediante la nota&ione che, laddove ci si
aspetterebbe che %per sostituire il fallo femminile mancante vengano scelti organi o oggetti che
anche in altre situa&ioni fanno, in qualit2 di simboli, le veci del pene' 3 cosa che pu4 anche
accadere, ma sen&a che ci4 costituisca il fattore determinante 3 ci4 di norma non accade. ?n analogia
con quanto avviene nelle amnesie traumatiche, in cui l'ultimo ricordo ad essere conservato quello
immediatamente precedente il trauma, a essere %trattenuto a mo' di feticcio' sarebbe piuttosto
l'ultimo oggetto percepito prima della sgradita scoperta.
:#8

6econdo *e)+Flaud, nel caso del !8 sarebbe dato pertanto distinguere una prima fase,
corrispondente alla preistoria soggettiva e consistente nella sedu&ione del pa&iente ad opera della
madre0 una seconda, rappresentata dall'investiga&ione sessuale infantile, e una ter&a 3 con la quale il
soggetto avrebbe virtualmente gi2 cominciato ad essere feticista 3 risultante dall'intera&ione della
minaccia di castra&ione a questi rivolta dal padre con la rivela&ione della mancan&a del pene nella
sorella. .d esse se ne sarebbero poi aggiunte una quarta e una quinta: quella della scena della
governante inglese, con la quale l'ele&ione del feticcio sarebbe stata definitivamente fissata0 e quella
relativa al suo primo coito, accompagnata dalla reitera&ione della minaccia di castra&ione a opera di
un precettore, a seguito della quale la perversione sarebbe comparsa nella sua forma manifesta.
9ontrariamente a quanto esplicitamente affermato da Freud, la fissa&ione feticista del pa&iente
sarebbe dunque stata presente fin dalla prima fase, dal momento che la madre, additando
implicitamente al bambino il piede quale oggetto di una sopravvaluta&ione sessuale, ne avrebbe
deciso 3 quanto all'essen&iale 3 la storia libidica. *agion per cui la valori&&a&ione apr9sBcoup
operata dal futuro feticista in rela&ione agli oggetti incontrati sulla strada dell'investiga&ione
sessuale non sarebbe in verit2 affatto tale: lungi dall'essere indissolubilmente legata alla scoperta
della castra&ione femminile, cui essa non farebbe allora che rispondere, l'ele&ione del feticcio
metterebbe piuttosto capo a una sorta di stornamento 3 indotto dall'esterno, ovverosia dall'altro dal
quale il soggetto materialmente e libidicamente dipende 3 di un determinato oggetto rispetto allo
statuto ontologico e alla fun&ione che normalmente gli competerebbero. 5iuttosto che retroattiva, la
fetici&&a&ione sarebbe dunque preventiva, al punto che l'eventualit2 stessa della castra&ione, che
pure essa serve a smentire, vi si troverebbe inscritta nella forma dell'irreperibilit2 3 per il soggetto 3
:#89fr. Feticismo, cit., p. 8!8.
,
di un qualsivoglia oggetto atto a soddisfarne l'attesa.
<ei termini, lacaniani, di *e)+Flaud, potremmo cio dire che l'oggetto viene elevato alla
dignit2 di una 9osa gi2 da sempre irrimediabilemente perduta onde assicurarsene possesso. 9osa
possibile, evidentemente, unicamente a condi&ione di surretti&iamente attribuirgli un valore che in
proprio non gli apparterrebbe, e che nessun altro soggetto sarebbe disposto a riconoscergli.
<ell'esempio del 2lanz auf der 'ase, l'elemento determinante sarebbe dunque quello da Freud
fornito per ultimo: l'essere il feticcio del suo pa&iente non semplicemente il naso, bens= quella %certa
particolare luminosit2' che egli %a suo piacimento' gli conferiva ma che %gli altri non riuscivano a
percepire'.
:##
Velo o difesaU
Da questo punto di vista, la fetici&&a&ione dell'oggetto pu4 essere considerata come l'atto con
il quale viene istituito il corso for&oso di una valuta di per s1 priva di valore intrinseco: come la
conversione di un mancan&a 3 di senso, di essere, di valore 3 in un sovrappi. <on fosse che, nella
misura in cui tale messa in valore costituirebbe secondo Freud, nella sua infondatezza, anche la
ragione dell'esclusivit2 e dell'esorbitan&a dell'amore normale, l'accentua&ione dell'arbitrariet2 del
gesto con il quale il feticcio viene creato non pu4 andare sen&a il riconoscimento del suo essere in
certo modo esemplare. ?n fondo, il feticista non farebbe difatti che ipostati&&are, attribuendo ad esso
un corpo e conquistando in tal modo anche la possibilit2 3 per quanto derisoria 3 di padroneggiarlo,
quell'imponderabile elemento di fascinum che risiede al fondo di ogni oggetto del desiderio sen&a
per questo confondersi con la serie degli attributi che ne definiscono l'identit2. Di modo che, se ci4
cui nella perversione feticista il desiderio risulta fissato 3 come ben mostra l'esempio del 2lanz
auf der 'ase Q un niente, in questo niente risiede nondimeno l'origine stessa di quel valore che
nessun oggetto, in quanto sostituto di quello originariamente perduto, in grado di incarnare.
@uando dunque *e)+Flaud osserva che la castra&ione non interviene in realt2 nel processo della
fetici&&a&ione come il dato, traumati&&ante, che smentisce le attese insite nell'investiga&ione
sessuale infantile, bens= come un'eventualit2 in esso inscritta fin dal principio, intende precisamente
dire che l'assen&a attorno alla quale tale fantasma si struttura 3 e che il soggetto sovrappone a quello
che il dato reale della differen&a anatomica tra i sessi 3 s'identifica con il vuoto che anima il
:##@uesta pretesa di padronan&a e la sua stessa discre&ionalit2 tradiscono uno degli aspetti pi frequentemente
sottolineati dalla letteratura clinica in materia di feticismo. Laddove gli oggetti di cui si tratta nella sublima&ione ma
anche nell'%amore normale' trovano infatti nel riconoscimento da parte dell'altro un limite, ma anche una san&ione,
la valen&a erotica di quelli che vengono eletti a feticcio non viene per lo pi dall'altro nemmeno riconosciuta. Da cui
anche la facilit2 con la quale il feticista se li procura e il suo immaginarsi come un soggetto pieno, autonomo,
completo, vale a dire sen&a angoscia in quanto non pi dipendente dall'altro per il soddisfacimento dei suoi desideri.
!
desiderio, del quale non esiste in fondo immagine che non sia, come il feticcio paleserebbe,
costitutivamente artefatta.
Le basi teoriche per questa estensione della portata del concetto di feticismo si trovano in
Bacques Lacan, e in particolare nel gi2 citato Seminario IV, tenutosi nel !#-+#; e dedicato alla
messa in questione della rela&ione d'oggetto in quegli anni al centro del dibattito e dell'op&ione
teorica maggioritaria in seno alla psicoanalisi francese. Gi2 dalle prime battute del seminario,
attraverso la costru&ione di una vera e propria tassonomia delle forme della mancan&a d'oggetto,
Lacan individua infatti un primo pericoloso fraintendimento delle tesi freudiane nel fare della
priva&ione 3 reale 3 l'equivalente della frustra&ione 3 immaginaria 3 sen&a tenere conto di come il
reale sia soggetto ad una simboli&&a&ione, sen&a la quale parlare in rapporto ad esso di priva&ione
non avrebbe alcun senso, in quanto nel reale nulla manca al suo posto.
:#-

6e prendiamo ad esempio il feticismo cos= come Freud lo descrive nel !:;, troviamo in
effetti che %le cose R...S sono andate cos=: il maschietto si rifiutato di prendere cogni&ione di un
dato della propria perce&ione, quello attestante che la donna non possiede il pene. <o, questa cosa
non pu4 essere vera giacch1, se la donna evirata, vuol dire che egli stesso minacciato nel proprio
possesso del pene, cosa contro la quale si ribella quella parte del suo narcisismo che la natura ha
previdentemente assegnato a quel certo organo. Forse l'adulto sperimenta un panico analogo, che
porter2 a conseguen&e illogiche non dissimili quando qualcuno grida ai quattro venti che il trono e
l'altare sono in pericolo'.
:#;

@uando Freud afferma che il bambino rifiuta di riconoscere, nella donna, la mancan&a del
pene che pure gli si palesata, non dovremmo dunque dimenticare come ad essere da lui percepita
non sia affatto tale assen&a, bens= la realt2, positiva, del genitale femminile in quanto
anatomicamente differente dal proprio. ?n questo senso, nel reale nulla effettivamente manca al suo
posto, nella misura in cui l'assen&a costituisce, rispetto all'essere, una dimensione ontologica
rigorosamente separata, la cui produ&ione da Lacan messa in conto all'intervento di una
simboli&&a&ione. Di modo che, per parlare dell'avvenuto riconoscimento o meno della castra&ione
femminile, ovverosia della mancan&a, nella donna, del pene, occorrer2 aver preventivamente
placcato sull'infinit2 variet2 del reale, di cui la differen&a tra gli organi genitali maschili e quelli
femminili altro non sarebbe che una delle manifesta&ioni, quell'opposi&ione (significante$ di
presen&a e assen&a cui l'organo genitale maschile non offrirebbe da ultimo che un supporto.
9ome sottolineato da Bean+5ierre Clot&, si comincia qui a cogliere %cosa vuol dire la
mancan&a presa come oggetto'.
:#,
?l pene della madre, ovverosia quel pene %particolarissimo e ben
:#-B. Lacan, Il seminario0 liro IV+ La relazione d'oggetto0 3G56B54, cit., p. #-.
:#;Feticismo, cit., p. 8!:.
:#,B.5. Clot&, L'oggetto feticcio, in ...77., L'oggetto feticcio e il significante foico+ Commento al ,Seminario IV+ La
:"
determinato' di cui il feticcio costituisce per il Freud del !:; il sostituto, %il fallo simbolico', la
cui natura sarebbe quella di %presentarsi nello scambio come assen&a, assen&a fun&ionante in quanto
tale'.
:#!
9i4 che Lacan esemplifica con il caso freudiano di Dora, la quale avrebbe amato il padre
proprio nella misura in cui questi, essendo impotente, non era nelle condi&ioni di darle ci4 di cui lei
era priva. K, altrimenti detto, perch1 proprio il fatto di non poterle il padre dare se non ci4 di cui
egli stesso mancava avrebbe fatto s= che il suo fosse effettivamente un dono, a pieno titolo
simbolico. Aanto che, nel momento in cui egli aveva intrecciato una rela&ione amorosa con la
signora C., per Dora il problema si era riaperto, in quanto la rivale le si era parata innan&i come
colei che, questo oggetto meramente simbolico, era viceversa supposta realmente possederlo.
.ncora con Clot&, potremmo al limite dire che, se il fallo %non il pene', nella misura in cui esso
piuttosto %ci4 che manca al pene per essere il fallo0 si pu4 immaginare con il termine pene in
ere&ione cio qualcosa che il soggetto non pu4 avere perch1 questo non dipende da s1 ma
dall'altro'.
:-"
L difatti ci4 che afferma Lacan che i problemi cominciano nel momento in cui la madre, la
quale appare al bambino, dall'interno della diade che con esso costituisce, onnipotente, si rivela
viceversa, in quanto soggetto desiderante, come mancante, obbligandolo cos= o ad elaborare una
spiega&ione al riguardo, come avviene attraverso l'intervento dell'interdi&ione dell'incesto ad opera
del padre (oppure, in forma difettiva, mediante l'identifica&ione di un oggetto fobico che ne fa le
veci$0 o ad operare una ricostitu&ione immaginaria della coeren&a della diade, come appunto nel
caso del feticismo. *eali&&ando il longing della madre verso il fallo, il bambino si guadagnerebbe
cio in rela&ione all'oggetto in quanto mancante un accesso immaginario, il quale si compirebbe
%all'interno di certe condi&ioni punteggiate, eMtrastoriche, come si presenta sempre il parossismo
della perversione. La perversione ha in effetti la propriet2 di reali&&are una modalit2 d'accesso a
questo al di l2 dell'immagine dell'altro che caratteri&&a la dimensione umana. Ea la reali&&a soltanto
in momenti R...S sincopati all'interno della storia del soggetto. 6i osserva come una convergen&a o un
crescendo verso il momento che pu4 essere in modo molto significativo qualificato come passaggio
all'atto. Durante questo passaggio, qualcosa viene reali&&ato, che fusione e accesso a questo al di
l2. La teoria analitica freudiana formula come tale questa dimensione transindividuale e chiama
Eros l'unione di due individui, dove ciascuno strappato a se stesso, e per un istante pi o meno
fragile e transitorio, e persino virtuale, si trova parte costituente di questa unit2. Gna tale unit2
reali&&ata in certi momenti delle perversioni, ma la caratteristica delle perversioni precisamente il
fatto che tale unit2 non pu4 mai essere reali&&ata se non nei momenti che non sono ordinati
relazione d'oggetto- di Pacques Lacan, @uodlibet, Eacerata :""8, p. >.
:#!B. Lacan, Il seminario0 liro IV+ La relazione d'oggetto0 3G56B54, cit., p. -:.
:-"B.5. Clot&, L'oggetto feticcio, loc. cit.
:
simbolicamente'.
:-

6tando alle indica&ioni di Lacan, l'atto perverso si reali&&erebbe pertanto sempre in una sorta
di fuori campo cinematografico, dal quale il soggetto risulterebbe costitutivamente escluso in
quanto la sua identit2 sarebbe reperibile unicamente all'interno della scena fantasmatica che a tale
luogo d2 accesso sen&a tuttavia mai poterlo includere al suo interno. *eali&&ando la mancan&a insita
nel desiderio materno attraverso l'ele&ione e il possesso del feticcio, il feticista finirebbe infatti per
identificarsi interamente con il suo oggetto primitivo, il che equivale tuttavia a perderlo. 5er questo
motivo, per quanto il feticcio costituisca sen&a dubbi, in quanto oggetto inanimato, il pi affidabile
dei supporti quanto alla reali&&a&ione della condi&ione di mancan&a, quella del feticista
costituirebbe secondo Lacan una posi&ione estremamente instabile, essendovi il soggetto
condannato a fare sen&a posa la sponda tra l'una e l'altra delle posi&ioni citate.
:-:

.lla luce di tutto questo, assume forse un maggior valore anche la nota&ione freudiana, sopra
riportata, secondo la quale a sostituire il fallo materno sarebbero di norma non degli oggetti atti a
metafori&&arlo, bens=, analogamente a quanto riscontrabile nelle amnesie traumatiche, quelli la cui
perce&ione da parte del soggetto sarebbe stata immediatamente precedente il disvelamento della sua
mancan&a. ?l punto infatti che il feticcio sembra tenere il luogo non di un rappresenta&ione
rimossa, la cui sede sarebbe l'inconscio e nelle cui forma&ioni essa si troverebbe quindi ad essere
articolata, bens= di una condi&ione di totale confusione con l'altro per la quale non esiste significante
possibile se non arbitrario 3 di una condi&ione, cio, a rigore assolutamente irrapresentabile. 6i
vedr2 infatti come, dal prosieguo dell'articolo freudiano del !:;, emerga in maniera inequivocabile
come la rela&ione di sostitu&ione che intercorre tra la rappresenta&ione della madre fallica in quanto
inscritta nell'inconscio e il feticcio sia da intendersi in senso forte, ci4 che Lacan esprime
affermando che il feticcio un ricordo di copertura, la sua fun&ione essendo quella di ribattere sul
piano del visibile qualcosa che non sarebbe di per s1 se non articolabile al livello della catena
significante, all'interno quindi di un gioco di presen&aVassen&a. ?n riferimento a Un amino #iene
picc!iato, Lacan osserva an&i come il fantasma perverso vi cristalli&&i attraverso la progressiva
epura&ione del soggetto dalla scena: epura&ione per il cui tramite quello che all'ini&io si configura
come un rapporto tra il soggetto e l'altro viene a ridursi ad una nuda trama di significanti sen&a
significa&ione, scarnificati, la cui oggettiva&ione e trasforma&ione in immagine fa da contraltare a
quella che nella nevrosi ossessiva si configura viceversa come una loro cancella&ione.
:->

Ara feticismo e fantasma vi sarebbe dunque un'analogia fondamentale, se non una vera e
propria identit2 di struttura: entrambe costituirebbero una sorta di fermo immagine, di blocco nel
:-B. Lacan, Il seminario0 liro IV+ La relazione d'oggetto0 3G56B54, cit., pp. ,,+,!.
:-:?bidem.
:->9fr. Un amino #iene picc!iato, trad. di *. 9olorni, in 1pere, cit., vol. !, pp. >;+-#.
::
corso della memoria, al punto che nella valori&&a&ione dell'immagine in quanto gravida di un non
articolato sarebbe dato scorgere lo stampo di ogni perversione.
:-8
<on stupisce allora che nel !:",
a pochi mesi di distan&a dalla pubblica&ione di Un amino #iene picc!iato, apponendo ai Tre saggi
sulla teoria sessuale una nuova nota volta ad introdurre una critica alle posi&ioni di /inet, Freud vi
avesse sottolineato che %tutte le osserva&ioni in questo campo registrano un primo incontro con il
feticcio nel quale questo si dimostra gi2 provveduto di interesse sessuale sen&a che si possa capire
dalle circostan&e concomitanti in quale modo sia giunto a possederlo'. Di modo che il ricordo del
primo incontro con il feticcio, risalendo per lo pi a un periodo compreso tra il quinto e il sesto
anno di vita 3 ovverosia posteriormente al periodo in cui secondo la teoria analitica si producono le
fissa&ioni patologiche 3 rivesterebbe una fun&ione del tutto analoga a quella svolta dai ricordi di
copertura, alludendo a %una fase tramontata e dimenticata dello sviluppo sessuale', di cui esso
costituirebbe %il residuo e il precipitato'.
:-#
Da un punto di vista genetico, il feticcio si produrrebbe quindi in corrisponden&a di un punto
di arresto, non solo a fronte di un trauma rispetto al quale esso erigerebbe una difesa, ma anche di
un godimento 3 sempre che le due cose non finiscano da ultimo per identificarsi 3 in cui il soggetto
sarebbe continuamente a rischio di perdersi. L' un po' come se la storia continuasse, ma non sulla
scena dell'inconscio, bens=, caricaturalmente, su quella della coscien&a. ?dea che Lacan rende anche
con un'altra figura: quella del velo o del sipario, i quali costituirebbero non tanto una cortina
deputata a celare l'oggetto collocato dietro di essa, quanto una superficie di proie&ione sulla quale
l'immagine dell'al di l2 di questo stesso oggetto verrebbe a reali&&arsi. %Lcco il soggetto' 3 si legge
nel seminario 3 %e l'oggetto e questo al di l2 che niente o anche il simbolo o anche il fallo in
quanto manca alla donna. Ea appena si pia&&a il sipario, su di esso pu4 dipingersi qualcosa che dice
3 l'oggetto sta al di l2'.
:--
?n un certo senso, quindi, si pu4 dire che la fetici&&a&ione funge da cartina
tornasole di un dato strutturale valevole non soltanto per il feticismo, e nemmeno per la sola
perversione in generale, bens= per il desiderio stesso. @uasi che, nel prendere corpo sul sipario ad
:-8B. Lacan, Il seminario0 liro IV+ La relazione d'oggetto0 3G56B54, cit., pp. :" e sgg. 6u questo cfr. anche il gi2 citato
(. E]rque&, ;pparato psic!ico e struttura per#ersa, il quale, pur rifiutando l'accostamento tra feticci e ricordi di
copertura, sviluppa sul piano metapsicologico delle considera&ioni sostan&ialmente in linea con quelle di Lacan, dal
quale peraltro trae i propri operatori concettuali. 5articolarmente interessante la nota&ione per cui avremmo, nel
caso del feticismo, un lavoro perverso da concepirsi non in analogia con quello inconscio, bens= in contrapposi&ione
ad esso, nella misura in cui, mentre in quest'ultimo si tratterebbe di elaborare delle rappresenta&ioni a pieno titolo
inscritte nello psichismo, in quello perverso assisteremmo piuttosto alla sostitu&ione di una perce&ione, bloccata alle
soglie di esso, con un'altra (quella appunto ad essa precedente$ la quale fungerebbe da base per la costru&ione di un
vero e proprio apparato psichico perverso.
:-#9fr. Tre saggi sulla teoria sessuale, cit., p. 8-,, n. :. La conclusione cui tutto ci4 porta in questo caso Freud
tuttavia che %la svolta nel senso del feticismo di questa fase situata negli anni dell'infan&ia vera e propria, come
anche la scelta stessa del feticcio, sono determinate costitu&ionalmente': quasi che, ancora nel !:", egli non
disdegnasse di ascrivere il feticismo a una qualche forma di disturbo fun&ionale della sessualit2 geneticamente
determinato.
:--B. Lacan, Il seminario0 liro IV+ La relazione d'oggetto0 3G56B54, cit., p. --.
:>
esso offerto dall'oggetto feticcio, l'impossibilit2 di sovrapporre all'oggetto ci4 che sta al di l2 di esso
si rivelasse infine come tale, impedendo ogni ulteriore confusione al riguardo. <el feticismo si
paleserebbe cio quella struttura metonimica del desiderio che Lacan avrebbe messo al centro del
suo seminario dell'anno successivo,
:-;
e che qui eviden&ia insistendo su come l'elemento simbolico
che fissa il feticcio proiettandosi sul velo, pur essendo mutuato dalla dimensione storica, non sia in
alcun modo assimilabile ad un'istantanea, bens=, come si detto, ad un fermo immagine, il quale
non si d2 a vedere sen&a con ci4 alludere al suo seguito assente.
:-,
Da queste pagine di Lacan si evincerebbe dunque una volta di pi come, per usare le parole di
Clot&, non ci sia nell'uomo bisogno che non venga sussunto %nel quadro del rapporto con l'.ltro',
ci4 che %l'esempio del feticista che va a scegliere la scarpa pi usata e pi vecchia' confermerebbe
dimostrando che %nessun oggetto vale in se stesso'. 5erch1 %non c' rela&ione d'oggetto, ma una
rela&ione del soggetto all'.ltro che contiene l'oggetto'. L, se vero che %nessun oggetto ha valore
in s1', %c' dunque un deserto oggettuale, una caduta dell'oggetto ed una promo&ione del fallo come
oggetto a parte che si impone, quando si fa riferimento a Freud, anche riguardo alla clinica'.
:-!
<on
fosse che, nel feticismo, il dato strutturale costituito dalla fun&ione intermedia che l'oggetto riveste
tra il soggetto e il suo al di l2 appare distorto a causa dello scivolamento di questa su di un piano 3
quello immaginario 3 la cui struttura duale di fatto lo confuta. L difatti, poco oltre, dopo aver
asserito che %l'amore fondato sul fatto che il soggetto si rivolge alla mancan&a che nell'oggetto',
Lacan ricorda come la raffigura&ione della mancan&a che appare sul velo, il feticcio, pu4 bens=
venire ad essere %il supporto offerto a qualcosa che proprio qui trova il proprio nome, il desiderio',
ma unicamente il desiderio %in quanto perverso'.
:;"
5er quanto illuminanti possano risultare alcuni dei rilievi lacaniani in ordine alla
comprensione del testo di Freud, e per quanto interessante possa risultare la generali&&a&ione del
concetto di feticismo in essi implicita, la prospettiva in cui si colloca Freud tuttavia diversa. 5er
lui, infatti, %il feticcio' an&itutto %il segno di una vittoria trionfante sulla minaccia di evira&ione e
una prote&ione contro quella minaccia0 il feticcio, inoltre, evita ai feticisti di diventare omosessuali
poich1 attribuisce alla donna una caratteristica che la rende tollerabile come oggetto sessuale'. L'
dunque piuttosto come a una vera e propria difesa che Freud pensa al feticismo, il che ci obbliga ad
interrogarci 3 prima ancora che sui meccanismi dei quali essa si avvale 3 su quali ne siano la posta
in gioco, l'agente, la finalit2, i motivi.
:;

:-;9fr. B. Lacan, Il seminario0 liro V+ Le formazioni dell'inconscio0 3G54B5F, trad. di .. Di 9iaccia e E. /olgiani,
Linaudi, Aorino :""8.
:-,9fr. B. Lacan, Il seminario0 liro IV+ La relazione d'oggetto0 3G56B54, cit., p. -,.
:-!B.+5. Clot&, L'oggetto feticcio, cit., p. >,.
:;"B. Lacan, Il seminario0 liro IV+ La relazione d'oggetto0 3G56B54, cit., p. ;,.
:;9fr., sull'opportunit2 di fornire tali specifica&ioni, B. Laplanche, B.+/. 5ontalis, Enciclopedia della psicoanalisi, cit.,
:8
Gn'importante indica&ione al riguardo quella fornitaci dallo stesso Freud con l'afferma&ione
che, a ribellarsi all'eventualit2 della castra&ione, sarebbe una certa parte del narcisismo, dalla natura
provviden&ialmente assegnata all'organo da essa minacciato. ?l che non solo perfettamente
coerente con quanto egli aveva avan&ato fin dalla met2 degli anni dieci, ovverosia con l'idea che i
genitali 3 maschili 3 costituiscano il punto d'appoggio immaginario attorno al quale si
cristalli&&erebbe il narcisismo, ma anche con quanto si trova articolato nello scritto del !:8 su Il
tramonto del complesso edipico.
:;:
<el riprendervi da L'Io e l'Es il problema di come il
sopraggiungere della fase di laten&a determini la scomparsa della forma originaria del complesso
edipico, lasciandone sussistere soltanto delle tracce, generalmente inconsce, Freud discute infatti
anche il problema di come tale destino si compia, nel maschio e nella femmina, secondo tempi e
modi differenti, delineando cos= l'ori&&onte nel quale si inscrivono anche il lavoro, di poco
precedente all'articolo monografico sul feticismo, su ;lcune conseguenze psic!ic!e della differenza
anatomica tra i sessi, e quello, pubblicato nel !>, sulla Sessualit" femminile.
:;>
. costituire il punto di parten&a della sua argomenta&ione quanto sostenuto l'anno prima
nello scritto su l'1rganizzazione genitale infantile, con il quale egli aveva come si visto introdotto
la no&ione di una organi&&a&ione genitale infantile distinta da quella adulta in ragione del fatto che
essa si strutturerebbe attorno al primato non dei genitali, bens= del fallo soltanto, e questo tanto per
il bambino che per la bambina. . ci4, egli aggiunge ora che %questa fase fallica, che corrisponde
temporalmente a quella del complesso edipico, non si sviluppa ulteriormente fino all'organi&&a&ione
genitale definitiva, ma decade e viene soppiantata dall'epoca di laten&a',
:;8
e ci4 in modo tipico.
5rendendo il caso del maschio, tutto ha origine dal fatto che egli spesso esprime l'interesse per tale
parte del proprio corpo manipolandolo, attirandosi cos=, da parte delle figure parentali, la minaccia
che tale parte del corpo, per lui pre&iosissima, gli verr2 tagliata. Ea pu4 anche capitare che la
minaccia verta, in maniera appena pi attenuata, sulla mano, oppure che essa sia indotta, piuttosto
che dai giochi che il bambino fa col suo pene, dall'incontinen&a notturna. ?n ogni caso, ci4 di cui
Freud si dichiara %convinto' che %l'organi&&a&ione genitale fallica del bambino crolli dinan&i a
questa minaccia di evira&ione. <on subito tuttavia, e non prima che si aggiungano altri influssi', in
quanto %il bambino da principio non presta fede e non si sottomette alla minaccia'.
:;#
. tal
proposito, Freud comincia con l'escludere una tesi gi2 allora corrente in ambito psicoanalitico, e che
sarebbe poi stata variamente ripresa, anche in diretta connessione con la tematica del feticismo.
p. >-.
:;:9fr. Il tramonto del complesso edipico, trad. di L. 6agittario in 1pere, cit., vol. ", pp. :>+>>.
:;>9fr. ;lcune conseguenze psic!ic!e della differenza anatomica tra i sessi, trad. di L. 6agittario in 1pere, cit., vol. ",
pp. :">+; e Sessualit" femminile, trad. di 6. 9andreva e L. 6agittario in 1pere, cit., vol. , pp. #!+,".
:;8Il tramonto del complesso edipico, cit., p. :,.
:;#?vi, p. :!.
:#
*ifacendosi ad alcuni lavori di Lou .ndreas+6alom1, di .ugust 6tircFe e di Fran& .leMander, egli
osserva infatti che, per quanto sia sen&'altro possibile rinvenire degli antecedenti della castra&ione
nelle esperien&e di separa&ione dagli oggetti par&iali (seno e feci$ implicate in processi quali lo
sve&&amento e l'educa&ione degli sfinteri (cui, in una nota del !:> al Caso clinico del piccolo
(ans,
:;-
si aggiunge il trauma della nascita di cui in Ktto *anF$, %non si mai notato che queste
esperien&e abbiano effetto alcuno in occasione delle minaccia di castra&ione'. 9osicch1 l'influsso
decisivo per il subentro della fase di laten&a attraverso la rimo&ione dovr2 piuttosto consistere %in
una nuo#a esperien&a', passando attraverso la quale soltanto il bambino prende cogni&ione
dell'effettiva possibilit2 della castra&ione, %e anche ora con tituban&a, controvoglia, e non sen&a
cercare di diminuire la portata della sua osserva&ione'.
:;;
9he tale nuova esperien&a sia da Freud
identificata con l'osserva&ione del genitale non ci stupisce, ma importante ricordare come egli
avesse l'anno prima specificato la natura di questa tituban&a dicendo che di fronte %alle prime
impressioni dell'assen&a del pene' i bambini %disconoscono RleugnenS quest'assen&a e credono di
vedere ugualmente un pene, cercano di appianare la contraddi&ione tra l'osserva&ione e la loro
convin&ione preconcetta col pensiero che esso ancora piccolo ma che poi crescer2, giungendo a
poco a poco alla conclusione 3 affettivamente importante 3 che se non altro il pene prima c'era, e
poi stato asportato'.
:;,
La vita sessuale del bambino, peraltro, non si riduce affatto alla masturba&ione. %6i pu4
dimostrare 3 rimarca Freud 3 che il bambino vive un'imposta&ione edipica verso i suoi genitori0 la
masturba&ione soltanto la scarica genitale dell'eccitamento sessuale inerente a questo complesso',
il quale gli offre %due possiilit" di soddisfacimento: una attiva e una passiva'. 7ale a dire che il
bambino, a dispetto della vaghe&&a dell'idea che egli pu4 avere della natura dei rapporti sessuali e
dell'associa&ione da questi intrattenuta con le sue sensa&ioni genitali, dispone di due opposte
modalit2 di soddisfacimento: quella, che passa per l'identifica&ione al padre, consistente
nell'adottare una posi&ione attiva nei confronti della madre0 e quella, in cui l'identifica&ione avviene
viceversa con la madre, che mette capo all'ado&ione di una posi&ione passiva nei confronti del
padre. <on fosse che, con l'accertamento dell'evira&ione femminile e con la conseguente
accetta&ione della possibilit2 della castra&ione, a venire per lui meno sono %entrame le possibilit2
di soddisfacimento del complesso edipico', in quanto entrambe implicanti la perdita del pene: %una,
quella maschile, come conseguen&a di un castigo, l'altra, la femminile, come presupposto. 6e il
soddisfacimento dell'amore sul terreno del complesso edipico deve comportare la perdita del pene,
:;-9fr. ;nalisi della foia di un amino di cinque anni+ LCaso clinico del piccolo (ans+M, cit., p. 8,> n.>, in cui si
trova ribadita %l'esigen&a che il termine %complesso di evira&ione' sia riservato agli eccitamenti e agli effetti che
fanno capo alla perdita del pene'.
:;;Il tramonto del complesso edipico, cit., p. :!.
:;,L'organizzazione genitale infantile, cit., pp. #-#+--.
:-
inevitabile il conflitto tra l'interesse narcisistico per questa parte del corpo e l'investimento libidico
per gli oggetti parentali. ?n questo conflitto la vittoria arride normalmente alla prima delle due for&e,
e l'?o del bambino si distoglie dal complesso edipico'.
:;!
.d affrontarsi sul terreno della crisi che, a seguito dell'a&ione congiunta della minaccia di
castra&ione e della rivela&ione dell'assen&a del pene nella donna, il primato del fallo e l'originaria
configura&ione dell'edipo si trovano da ultimo ad attraversare, sarebbero dunque gli investimenti
libidici oggettuali da una parte e quelli che l'?o dirige verso se stesso dall'altra, mentre la posta in
gioco del conflitto avrebbe a che vedere con l'integrit2 narcisistica di quest'ultimo, cui risulta di
conseguen&a anche da attribuire la fun&ione di agente della rimo&ione del complesso. .nche se il
destino in cui incorrono gli investimenti libidici dal soggetto originariamente messi in opera nei
confronti delle figure parentali in verit2 pi tortuoso, perch1 esso implica, oltre alla loro
sostitu&ione con le identifica&ioni che sono all'origine del 6uper+?o,
:,"
che le tenden&e libidiche
inerenti il complesso vengano in parte sublimate, in parte inibite rispetto alla meta e convertite in
tenere&&a. %6e davvero l'?o non ha ottenuto niente di pi di una rimo&ione del complesso' 3
conclude Freud 3 %allora questo continuer2 a persistere inconscio nell'Ls ed esplicher2 in seguito la
sua a&ione patogena'.
:,
?n ogni caso, poich1 lo sfondo sul quale si gioca l'instaurarsi della difesa
feticista 3 la quale costituisce pertanto, rispetto alla crisi di cui sopra, un esito alternativo a quello,
auspicabile se non normale, del tramonto del complesso edipico 3 evidentemente il medesimo,
essa pure dovr2 essere messa in carico all'?o, con la duplice differen&a che, oltre a non sacrificare 3
nel conflitto tra interesse narcisistico e libido oggettuale 3 nessuno dei termini in questione, essa
non verte su di un oggetto pulsionale quale quello rappresentato dai genitori, e nemmeno su quella
rappresenta&ione della donna con il pene o della madre fallica la cui conserva&ione consente all'?o
di fare economia di tale rimo&ione, bens= sulla perce&ione stessa che viceversa l'imporrebbe. *agion
per cui dell'oggetto feticcio, nella misura in cui la sua produ&ione non fa seguito ad alcuna
rimo&ione, si dovr2 riconoscere che esso non 9 un sintomo, e questo a dispetto della significa&ione
fallica da Freud riconosciutagli fin dal saggio su Leonardo da 7inci e dell'inclusione nel campo
delle nevrosi operatane con la conferen&a viennese del !"!. 9i4 a riprova di cui si potrebbe citare
un passo che si trova all'ini&io di Iniizione0 sintomo e angoscia, nel quale Freud recupera la sua
vecchia interpreta&ione del feticismo come disturbo fun&ionale della sessualit2.
?l contesto quello della defini&ione del concetto di inibi&ione, in quanto distinto da quello di
sintomo. Kltre a essere necessariamente morboso, quest'ultimo rappresenterebbe infatti sempre un
soddisfacimento sostitutivo di un moto pulsionale rimosso, laddove l'inibi&ione segnerebbe di
:;!Il tramonto del complesso edipico, cit., p. >".
:,"?n rela&ione a ci4 cfr. L'Io e l'Es, trad. di 9. L. Eusatti in 1pere, cit., vol. !, pp. 8! e sgg.
:,Il tramonto del complesso edipico, cit., p. >.
:;
contro la limita&ione di determinate fun&ioni dell'?o, o per un generale impoverimento delle energie
a sua disposi&ione 3 a sua volta cagionato dall'aver dovuto far fronte a un compito psichico
particolarmente gravoso quale ad esempio quello costituito dall'elabora&ione di un lutto 3 oppure
per quelli che Freud chiama %motivi pruden&iali', e che possono avere a che fare tanto con
l'esigen&a di evitare un conflitto con una delle altre due istan&e dell'apparato psichico da Freud
individuate ne L'Io e l'Es, tanto con quella 3 pi generica 3 di scongiurare la produ&ione d'angoscia
collegata alla sua esecu&ione. L proprio quest'ultimo sembra essere il caso del feticismo, se vero
che, tra le fun&ioni dell'?o che possono essere disturbate, Freud annovera anche, in maniera soltanto
apparentemente paradossale, la sessualit2.
:,:
%?l compiersi della fun&ione sessuale normale
presuppone RinfattiS un decorso molto complicato, ad ogni tappa del quale pu4 inserirsi un
disturbo', cui se ne possono inoltre aggiungere degli altri, derivanti %dal connettersi della fun&ione
sessuale con particolari condi&ioni, di natura perversa o feticistica'. Aanto pi che, tra gli
%svariatissimi procedimenti' dei quali l'inibi&ione si avvale per disturbare 3 come attestato
dall'isteria, dal %sintomo difensivo' del disgusto o ancora da %un gran numero di a&ioni ossessive' 3
la fun&ione cui essa si applica, vi sarebbero due degli elementi che Freud aveva riconosciuto come
propri del feticismo sin dal !"#: %la cattiva esecu&ione della fun&ione' e %le maggiori difficolt2 di
questa a causa di particolari condi&ioni' da una parte0 %e il suo modificarsi a causa della sua
devia&ione verso altri scopi' dall'altra.
:,>
L'angoscia di fronte alla pulsione di morte+ /arentesi sull'.l di l2 del principio di piacere
Lo statuto dell'oggetto feticcio non sarebbe dunque pi, per il Freud del !:;, quello di un
sintomo in cui la pulsione troverebbe, bench1 in forma %guastata, spostata, inibita', di che
soddisfarsi, bens= quello di una difesa contro l'angoscia di castra&ione, da cui l'esigen&a di tener
conto, al riguardo, anche della reinterpreta&ione del concetto di angoscia da Freud operata
nell'appena citata monografia del !:#, nonch1 del pi generale riassetto cui egli aveva sottoposto,
a partire dal saggio sull';l di l" del principio di piacere, l'intera teoria metapsicologica formulata
alla met2 degli anni dieci.
6in dalle prime battute dell';l di l" del principio di piacere, infatti, Freud, in base a una serie
di osserva&ioni empiriche di deriva&ione per lo pi clinica, mette in questione l'assunto,
:,:Dal momento che Freud afferma che %siamo giunti in generale a ritenere che la fun&ione dell'?o di un organo venga
lesa quando aumenta la sua erogenicit2', in che senso possa apparire paradossale parlare di un'inibi&ione della
fun&ione sessuale piuttosto chiaro. Ea non bisogna dimenticare come l'innova&ione da Freud introdotta quanto alla
conce&ione della sessualit2 consista precisamente nell'estenderla al di l2 del suo ambito di applica&ione ordinario,
per l'appunto coincidente con la sessualit2 in quanto fun&ione riproduttiva.
:,>Iniizione0 sintomo e angoscia, trad. di E. *ossi, in 1pere, cit., vol.", p. :>,.
:,
fondamentale, per cui il flusso degli eventi psichici si orienterebbe da ultimo sempre sulla ricerca
del piacere, ovverosia del soddisfacimento pulsionale in quanto me&&o per eliminare dall'apparato
psichico la tensione accumulatavisi in eccesso. 7ale a dire che, invece di perseguire, se non il
proprio bene, quanto meno il proprio immediato piacere, il soggetto parrebbe talora ricercarne
piuttosto il contrario. L'esempio chiave, da cui anche gli altri,
:,8
pi dubbi, sono retroattivamente
illuminati, quello costituito dalla coa&ione a ripetere che prende corpo all'interno del trattamento
analitico e in virt della quale il soggetto portato a richiamare in vita, ovverosia ad attualmente
ripetere invece che a rielaborare, quelli che si configurano come dei veri e propri traumi e che
regolarmente riprodurrebbero le circostan&e in cui per ciascuno si consuma, anteriormente
all'instaurarsi del periodo di laten&a, l'interru&ione della %prima fioritura della vita sessuale'.
Gn'interru&ione che, per quanto o forse proprio perch1 determinata dal fatto che %i desideri che essa
alimenta sono incompatibili sia con la realt2 sia con l'inadeguato stadio di sviluppo che il bambino
ha raggiunto', si risolve regolarmente in quella che esso vive come una vera e propria %perdita
dell'amore dei genitori', in %un'offesa permanente del sentimento di s1, nella forma di una ferita
narcisistica che secondo le mie esperien&e R...S contribuisce pi di ogni altra cosa allo sviluppo di
quel sentimento di inferiorit2 cos= comune tra i nevrotici'.
:,#

Lasciata provvisoriamente cadere tale conclusione, la seconda parte dell'opera prende
un'andamento pi marcatamente teoretico, se non speculativo,
:,-
a cominciare dalla proposta, che vi
contenuta, di rappresentare l'apparato psichico come %una vescichetta indifferen&iata di una
sostan&a suscettibile di stimola&ione', la cui superficie sarebbe esposta all'%incessante urto degli
stimoli esterni'. Di modo che, a lungo andare, si determinerebbe %una continua trasforma&ione della
sua sostan&a fino a una certa profondit2', all'origine della forma&ione di una %corteccia' che la
continua stimola&ione ha talmente temprato che %il passaggio di un eccitamento' (dovuto a uno
stimolo sensoriale$ non sarebbe pi in grado di produrvi %alcuna modifica&ione permanente', nella
misura in cui %gli elementi del sistema', sotto questo profilo, sarebbero %gi2 stati modificati al
massimo', acquisendo di converso %la capacit2 di generare la coscien&a'. %6ospeso in un mondo
:,8Kvverosia quello dei sogni traumatici e quello del gioco infantile del fortBda.
:,#9fr. ;l di l" del principio di piacere, cit., p. :"-.
:,-.ll'ini&io del capitolo ?7 (p. >"$ si trova infatti la seguente avverten&a: %@uello che segue ora specula&ione,
spesso una specula&ione che si spinge molto lontano, e che il lettore potr2 appre&&are o trascurare secondo le sue
predile&ioni individuali. L' anche il tentativo di svolgere coerentemente un'idea, per la curiosit2 di vedere dove va a
finire'. 9onsidera&ioni analoghe sono espresse anche alla fine dell'opera (cfr. pp. :88+8#$.
L' nondimeno vero che, dal punto di vista metapsicologico, la seconda parte di ;l di l" del principio di piacere non
affatto accessoria come Freud d2 a intendere, dal momento che essa risolve una grave difficolt2 della teoria della
libido, sorta col riconoscimento, nell'Introduzione al narcisismo, del carattere libidico delle pulsioni dell'?o. ?n
seguito a esso, infatti, l'opposi&ione di quest'ultime rispetto a quelle sessuali era di fatto venuta a cancellarsi,
inficiando cos=, assieme alla specificit2 del fattore sessuale, anche la possibilit2 di descrivere le nevrosi
dinamicamente, ovverosia nei termini di un conflitto tra due gruppi pulsionali reciprocamente contrapposti.
5ossibilit2 che l'opposi&ione, o pi precisamente l'intreccio di eros e t!anatos delineato nei capitoli conclusivi del
saggio freudiano del !! consente viceversa di reintrodurre.
:!
esterno dotato delle pi grandi energie', %questo piccolo frammento di sostan&a vivente' sarebbe
peraltro destinato a ben presto perire %a causa delle stimola&ioni che ne emanano se non fosse
provvisto di uno scudo' 3 originato dall'indurimento del suo strato pi esterno, posto al di sopra
della corteccia stessa e tramutatosi in una membrana %in una certa misura inorganica' 3 %che lo
protegge dagli stimoli' smor&andone l'intensit2.
:,;

%5er l'organismo vivente' 3 scrive Freud 3 %la prote&ione dagli stimoli una fun&ione quasi
pi importante della rice&ione degli stessi'. @ualora essa venisse meno, infatti, %l'economia
energetica dell'organismo' subirebbe enormi disturbi, come dimostrato dal caso di quelli che egli
chiama %eccitamenti traumatici'. Kltre a provenire dall'esterno, tali eccitamenti sarebbero infatti
%abbastan&a forti da spe&&are lo scudo protettivo', ingenerando per l'appunto un trauma, ovverosia
%una breccia inferta nella barriera protettiva che di norma respinge efficacemente gli stimoli
dannosi'. <on essendo allora pi possibile evitare che l'apparato psichico sia sommerso da grandi
masse di stimoli, il principio di piacere sarebbe in tali circostan&e messo %fuori gioco', mentre al
suo posto sorgerebbe un altro compito: quello di padroneggiare lo stimolo, di %legare'
psichicamente le masse di stimoli che hanno fatto irru&ione nell'apparato, in modo da potersene poi
sbara&&are'. 9omeU Eediante il %controinvestimento' del sistema leso, reso possibile dal ritiro
dell'energia psichica precedentemente investita in altre fun&ioni e il cui fine sarebbe quello di
incrementare 3 conformemente all'esempio fornito da processi psichici come quello dell'atten&ione
3 la capacit2 che il sistema stesso ha di ricevere gli stimoli, ovverosia di trasformare l'energia libera
da essi apportata in energia legata, rendendone in tal modo finalmente possibile l'elimina&ione.
:,,
Di tale fun&ione di legatura o di addomesticamento dell'eccitamento, potremmo dunque dire
che essa si colloca non tanto al di l2, quanto al di qua del principio di piacere, come precondi&ione
del suo stesso eserci&io. Aanto pi che, essendo %gli impulsi originari delle pulsioni' assimilabili,
piuttosto che %al tipo dei processi nervosi legati', a quello %dei processi liberamente mobili che
tendono alla scarica', il suo intervento sembrerebbe essere richiesto anche nel caso in cui, a
minacciare l'apparato psichico, fossero non degli stimoli ambientali, bens= degli eccitamenti di
natura endogena. .l punto che non si tratterebbe di equiparare, come Freud aveva in passato tentato
di fare, le nevrosi traumatiche a quelle sessuali, bens= di ridurre in qualche modo quest'ultime 3
quanto meno dal punto di vista economico 3 alle prime, di cui egli propone una spiega&ione spuria,
recuperando tanto la teoria ingenua dello shocF, quanto quella, %pi ambi&iosa', che %attribuisce
importan&a etiologica non gi2 agli effetti della violen&a meccanica, bens= allo spavento e al pericolo
mortale'. La condi&ione perch1 si verifichi lo spavento, infatti, sarebbe %che manchi quella
:,;9fr. ivi, pp. ::+>.
:,,9fr. ivi, pp. :#+-.
>"
prepara&ione Ral pericoloS propria dell'angoscia che implica il sovrainvestimento dei primi sistemi
che ricevono lo stimolo'. 6e %nelle nevrosi traumatiche i sogni riportano abitualmente il malato
nella situa&ione dell'incidente', sarebbe dunque al fine di %padroneggiare gli stimoli
retroattivamente, sviluppando quell'angoscia la cui mancan&a era stata la causa della nevrosi
traumatica'.
:,!
9ol che avremmo anche scoperto la finalit2 di quella %coa&ione a
ripetere' (@ieder!olungsz?ang$ alla cui influen&a sembrerebbero da ascriversi tutti gli esempi da
Freud riportati nella prima parte del suo scritto, ovverosia quello dei sogni traumatici, del gioco
infantile del fort+da e della ripeti&ione transferale.
@uesta fun&ione di padroneggiamento, %pi primitiva del proposito di ottenere piacere ed
evitare dispiacere', non si identifica infatti in alcun modo con l'al di l2 di cui Freud va battendo le
tracce, e che altro non che la pulsione di morte, quanto piuttosto con il gruppo, ad essa opposto,
delle pulsioni di vita. 5erch1, se vero che tutte le pulsioni condividono secondo Freud una stessa
%propriet2 universale', ovverosia quella di %una spinta0 insita nell'organismo #i#ente0 a ripristinare
uno stato precedente al quale quest'essere vivente ha dovuto rinunciare sotto l'influsso di for&e
perturbatrici provenienti dall'esterno',
:!"
esse non sono nondimeno conservatrici nello stesso senso.
9onsideriamo, dice in buona sostan&a Freud, le cellule germinali: in circostan&e favorevoli esse
prendono invariabilmente a svilupparsi, preparando le condi&ioni affinch1 si ripeta il processo cui
esse devono la loro esisten&a. %.lla fine' 3 ovverosia dopo che la riprodu&ione sia avvenuta 3 %una
parte della loro sostan&a procede ancora una volta fino al termine del suo sviluppo, mentre un'altra
parte, il nuovo residuo germinale, risale nuovamente fino all'ini&io'. 6e identifichiamo dunque %le
pulsioni che si prendono a cuore la sorte di questi organismi elementari che sopravvivono all'essere
individuale' con %il gruppo delle pulsioni sessuali', dovremmo allora dire che esse %sono
conservatrici nello stesso senso in cui lo sono le altre in quanto riportano la sostan&a vivente a fasi
pi primitive0 ma lo sono in misura maggiore perch1 risultano particolarmente refrattarie agli
influssi esterni0 inoltre sono conservatrici ancora in un altro senso, dal momento che assicurano la
durata della vita stessa per un periodo di tempo relativamente lungo. 6ono le autentic!e pulsioni di
vita, operano contro l'intento delle altre pulsioni che, per la loro fun&ione, portano alla morte, e
questo fatto mostra come esista un contrasto fra queste pulsioni e le altre, contrasto la cui
importan&a stata riconosciuta da tempo dalla teoria delle nevrosi'.
:!
7ale a dire che nel caso delle pulsioni di vita la loro tenden&a conservatrice, manifestandosi
come coa&ione a ripetere, riprodurrebbe non la condi&ione anteriore alla comparsa della vita stessa,
bens= una soltanto delle due met2 sen&a paio in cui la pulsione stessa consisterebbe. L difatti Freud
:,!9fr. ivi, pp. :;+,.
:!"?vi, p. :::.
:!?vi, pp. ::-+:;. ? corsivi sono miei.
>
afferma chiaramente che la pulsione di morte sarebbe stata la prima: %in un certo momento' 3
ipoti&&a 3 %le propriet2 della vita furono suscitate nella materia inanimata dall'a&ione di una for&a
che ci ancora completamente ignota. R...S La tensione che sorse allora in quella che era stata fino a
quel momento una sostan&a inanimata fece uno sfor&o per autoannullarsi0 nacque cos= la prima
pulsione, la pulsione a tornare allo stato animato'.
:!:
?l punto infatti che, se le pulsioni di vita 3
ovverosia ci4 che Freud chiama anche eros
:!>
Q non si lasciano pensare se non a partire dallo
sbilanciamento economico introdotto nel reale dalla pulsione di morte, non altrettanto vale per
quest'ultima. @ualora non s'innestassero come controtenden&a rispetto al moto subitaneo con il
quale, al momento della comparsa della vita, la pulsione di morte positivamente spinge verso il suo
annullamento (il che qualcosa di diverso dalla mera iner&ia che pure Freud le attribuisce$, come
potrebbero infatti le pulsioni di vita distinguerseneU Eentre eros, per sussistere in quanto tale,
richiede effettivamente l'esisten&a di un principio ad esso opposto con il quale instaurare una
rela&ione di complementarit20 t!anatos, la cui produ&ione sfugge ad ogni tentativo di defini&ione
(ontologica ma non solo, da cui 3 forse 3 la sibillina indica&ione di Freud secondo cui %le pulsioni
di morte sembrano compiere il loro lavoro sen&a farsene accorgere'$, rappresenta dunque l'irrelato
stesso, ci4 che per defini&ione si sottrae al legame e an&i si applica al suo scioglimento.
Gna volta di pi sembrerebbe dunque essere questione di energia libera ed energia legata, ci4
che consente 3 mi sembra 3 di rileggere la pulsione di morte nei termini di una positiva inclina&ione
al trauma, rispetto al quale quelle di vita eserciterebbero una fun&ione inibente, difensiva. Ara la
tenden&a conservatrice di eros e il compito di legare e padroneggiare gli eccitamenti che da ogni
parte, dall'interno come dall'esterno, rischierebbero ad ogni momento di sommergere l'apparato
psichico, vi sarebbe cio un'affinit2 elettiva, rispetto alla quale l'insisten&a della pulsione di morte
costituirebbe una sorta di enclave, o 3 meglio 3 un rovescio topologico, impossibile da separare dal
recto rispetto al quale tuttavia, in ragione della presen&a di un bordo, esso continua a distinguersi.
Ld proprio a proposito di tale bordo 3 che non passa tra l'interno e l'esterno del vivente, ma che
delimita piuttosto, in seno alla rela&ione da questi intrattenuta con il suo Um?elt, un esterno
dell'interno non pi articolabile in termini spa&iali 3 che ;l di l" del principio di piacere fornisce
:!:?vi, p. ::8.
:!>L'equa&ione in tal modo posta tra eros e pulsioni sessuali da Freud stesso giustificata in una nota, posta alla fine
della seconda parte del suo lavoro, nella quale egli spiega di avere fino a quel momento parlato di %pulsioni sessuali'
per indicare una realt2 nondimeno eccedente il contesto della riprodu&ione sessuata. %9on l'ipotesi della libido
narcisistica e l'estensione del concetto di libido alla singola cellula 3 precisa 3 la pulsione sessuale si trasformata
nell'Lros che cerca di spingere l'una verso l'altra le diverse parti della sostan&a vivente e di tenerle unite0 quelle che
sono comunemente chiamate le pulsioni sessuali ci sono cos= apparse come la parte di questo Lros che indiri&&ata
all'oggetto'. Di modo che l'Lros stesso appare come la for&a che, anteriormente alla sua specifica&ione in libido
narcisistica e pulsioni sessuali, opererebbe sin dall'ini&io della vita per contrastare l'a&ione disgregatrice delle
pulsioni di morte (ivi, p. :8- n.$.
>:
un'ultima, pre&iosa indica&ione: quella per cui esso si identificherebbe con l'angoscia.
:!8

6i visto infatti come, nelle nevrosi traumatiche, la produ&ione di sogni che ripetono l'evento,
ovverosia di sogni angosciosi, abbia la fun&ione di padroneggiare retroattivamente lo spavento,
reinterpretato come l'irrompere nell'apparato psichico 3 a seguito della rottura dello scudo
antistimolo 3 di grandi quantit2 di energia libera. Kra, %i termini %spavento' RSc!rec>S, paura
RFurc!tS e angoscia R;ngstS sono usati a torto' 3 spiega Freud 3 %come sinonimi0 in realt2
corrispondono a tre diversi atteggiamenti davanti al pericolo. L'%angoscia' indica una certa
situa&ione che pu4 essere definita di attesa del pericolo e di prepara&ione allo stesso, che pu4 anche
essere sconosciuto. La %paura' richiede un determinato oggetto di cui si ha timore0 lo %spavento'
designa invece lo stato di chi si trova di fronte a un pericolo sen&a esservi preparato, e sottolinea
l'elemento della sorpresa'.
:!#
L poco importa se Freud aggiunge che l'angoscia, preservando dallo
spavento, avrebbe la facolt2 di preservare anche dall'instaurarsi di una nevrosi traumatica. 5erch1 la
difesa cui la sua produ&ione sarebbe finali&&ata, nella misura in cui essa ci avvicina ad una
dimensione che quella del soddisfacimento pieno,
:!-
sarebbe pur sempre passibile di essere
eroti&&ata, ci4 che qui per colmo di paradosso significa: assoggettata alla presa di t!anatos.
:!;
Castrazione e angoscia
?l punto di parten&a di Iniizione0 sintomo e angoscia, la cui pubblica&ione risale al !:#,
rappresentato dallo stato dei rapporti tra l'?o e l'Ls: apparentemente in balja di quest'ultimo, il primo
sarebbe infatti in grado di condi&ionarlo inviando ad esso dei segnali di dispiacere tali da alterare il
decorso degli eccitamenti che vi si producono in base al principio di piacere, di cui esso qui
:!8<on un caso che, nell'esperien&a dell'angoscia, si sia voluto individuare la via di accesso ad una dimensione
ontologica altrimenti destinata a restare per la riflessione freudiana, se non misconosciuta, quanto meno inavvertita.
<el suo Freud0 (eidegger0 lo spaesamento (/ompiani, Eilano !!!$, Gra&iella /erto ha in tal senso riletto le
indica&ioni da Freud fornite circa l'esperien&a della sottra&ione dello sguardo (cfr. Il perturante0 trad. di 6. Daniele,
in 1pere, cit., vol. !, pp. ;;+,$, avvalendosi a tal fine proprio del filtro costituito dal seminario lacaniano
sull'angoscia (cfr. B. Lacan, Il seminario: liro 8+ L'angoscia L3G6TB67M0 trad. di .. Di 9iaccia e .. 6uccetti, Linaudi,
Aorino :"";$. <elle sedute del seminario, si trova infatti l'indica&ione, pre&iosa, secondo cui l'angoscia sarebbe da
identificarsi con quella condi&ione che si produce ogni qual volta %la mancan&a viene a mancare', ovverosia quando
qualcosa si presenta in un punto che avrebbe dovuto rimanere vuoto, facendo cos= emergere la nostra implica&ione
con l'altro da s1 3 un altro da s1 la cui figura sarebbe da ultimo quella della morte.
:!#;l di l" del principio di piacere, cit., p. !,.
:!-<elle ultime battute dell';l di l" del principio di piacere (cfr. ivi, p. :8;$, Freud osserva del resto come,
distinguendo la tenden&a rappresentata dal principio di piacere dalla fun&ione che esso esercita, sia dato scorgere, tra
esso e la pulsione di morte, una sostan&iale continuit2, le cui radici affonderebbero nella tenden&a da essi condivisa a
ricondurre la condi&ione del vivente a quella della materia inanimata, ovverosia ad evacuarlo completamente di ogni
tensione, ci4 che equivarrebbe a decretarne la dissolu&ione. ?ndica&ione che il Lacan del Seminario 8VII traduce, in
maniera per nulla ironica ma non per questo meno divertente, nell'osserva&ione che %si incomincia con il solletico e
si finisce arsi vivi con la ben&ina' (B. Lacan, Il seminario: liro 8VII+ Il ro#escio della psicoanalisi L3G6GB4HM0 trad.
di 9. 7igan4 e *.L. Ean&etti, Linaudi, Aorino :"", p. ,#$.
:!;<on va del resto dimenticato come pulsione di vita e pulsione di morte si presentino agli occhi di Freud meno nei
termini di un'opposi&ione che in quelli di un vero e proprio %impasto'.
>>
riconosciuto custode e garante. Gn po' come avviene, spiega Freud, quando %in uno 6tato una certa
fa&ione si oppone a una misura la cui approva&ione corrisponderebbe alle inclina&ioni della massa.
@uesta minoran&a si impadronisce della stampa, influen&a attraverso di essa la sovrana %pubblica
opinione', e ottiene che la progettata decisione non venga presa'.
:!,
<ella misura tuttavia in cui ci4
implica che l'?o sia in grado di determinare la produ&ione di un dispiacere derivante non da un
aumento della tensione all'interno dell'apparato psichico, bens= soltanto dallo spostamento degli
investimenti presenti al suo interno, Freud indotto a lasciar cadere la sua vecchia teoria secondo
cui l'angoscia scaturirebbe dalla conversione di energie libidiche originariamente dirette su
rappresenta&ioni in seguito rimosse. L'angoscia, la cui %vera e propria sede' sarebbe pertanto da
individuarsi nell'?o, non verrebbe cio %prodotta ex no#o nel processo di rimo&ione', bens=
%riprodotta quale stato affettivo in base a un'immagine mnestica gi2 esistente',
:!!
il che apre
naturalmente l'ulteriore questione dell'origine ultima di quest'immagine, la quale non si pone
tuttavia gi2 pi, puntuali&&a Freud, sul terreno della psicologia, ma su quello limitrofo della
fisiologia.
5rima di affrontare questo problema, Freud tratta per4 del sintomo e del fenomeno del ritorno
del rimosso, dal quale l'?o costretto a dare, per la seconda volta dopo l'atto inaugurale della
rimo&ione, il segnale di dispiacere. . servirgli in ci4 da guida, una rilettura dei casi clinici del
piccolo (ans e dell'uomo dei lupi. 5er quanto concerne il sintomo fobico al centro del primo, Freud,
fatta salva l'esigen&a di tener conto della complessit2 del caso, ne individua il nocciolo nel fatto che
la paura da (ans provata non concerne genericamente i cavalli, bens= la pi circoscritta eventualit2
che essi lo mordano. %?l piccolo (ans 3 scrive 3 abbandona l'aggressivit2 verso il padre per paura
dell'evira&ione0 la sua paura che il cavallo lo morda pu4 capirsi benissimo e sen&a sfor&o: paura
che il cavallo gli morda via il genitale, che lo eviri'. Dopo di che, facendo eco a quanto aveva
sostenuto nel lavoro sul tramonto dell'edipo, aggiunge che lo stesso vale per il piccolo russo (l'uomo
dei lupi$, il quale %rinuncia R...S al desiderio di essere amato dal padre come oggetto sessuale,
giacch1 ha capito che un simile rapporto avrebbe per presupposto che egli sacrificasse il suo
genitale, e cio quel che lo distingue dalla femmina. Lntrambe le forme del complesso edipico 3
quello normale e attivo, come quello rovesciato 3 si infrangono contro il complesso di evira&ione'.
5er ambo i casi, dunque, vale che %la for&a motrice della rimo&ione la paura dell'evira&ione'. L a
questo proposito Freud sottolinea con for&a che %il contenuto angoscioso della fobia, ci4 che ne
costituisce l'essen&a, non deriva dal processo di rimo&ione, non proviene dagli investimenti libidici
dei moti rimossi, bens= dal %rimovente' stesso0 l'angoscia della &oofobia paura di evira&ione non
:!,;l di l" del principio di piacere, p. :8:.
:!!?vi, p. :8>.
>8
trasformata, quindi angoscia reale, angoscia di fronte a un pericolo che realmente incombe o che
viene giudicato reale. @ui l'angoscia che fa la rimo&ione, e non la rimo&ione che fa l'angoscia'.
>""

6en&a seguire Freud nella discussione dei molteplici fattori che nell'isteria e nella nevrosi
ossessiva, pur non arrivando a confutare la centralit2 del complesso di castra&ione, la rendono meno
evidente, ci si pu4 concentrare sul rapporto sussistente tra forma&ioni sostitutive (sintomi$ e
angoscia nel caso, a detta dello stesso Freud meglio di tutti compreso, delle &oofobie. 5er il piccolo
(ans, ad esempio, %la forma&ione sostitutiva ha due evidenti vantaggi: an&itutto quello di sottrarsi a
un conflitto d'ambivalen&a, dato che il padre al tempo stesso un oggetto amato0 e, in secondo
luogo, quello di permettere all'?o di sospendere lo sviluppo d'angoscia. L'angoscia della fobia
infatti un'angoscia facoltativa: essa sorge soltanto quando il suo oggetto diventa percepibile. 9i4
perfettamente corretto, poich solo allora la situa&ione di pericolo effettivamente presente.
Lbbene, il padre non pu4 essere eliminato R...S. 6e invece viene sostituito dall'animale, allora basta
evitare la vista, ossia la presen&a, dell'animale, per essere liberi da pericolo e angoscia. ?l piccolo
(ans infligge dunque al suo ?o una restri&ione, produce l'inibi&ione di non uscire pi di casa, per
non incontrarsi con i cavalli'.
>"
*ettificando quanto da lui precedentemente sostenuto nel saggio
metapsicologico su L'inconscio e nella Introduzione alla psicoanalisi, Freud precisa pertanto che la
fobia s= una proie&ione, ma non di un pericolo pulsionale interno,
>":
bens= di un pericolo 3 quello
rappresentato dalla castra&ione 3 ugualmente esterno0 conseguentemente, a determinare la
rimo&ione delle tenden&e edipiche presenti in (ans, sarebbero state non ragioni ad esse intrinseche,
bens= unicamente il fatto che esse lo avrebbero esposto al rischio della castra&ione.
L'obie&ione che a questo punto immediatamente si presenta, ovviamente quella secondo cui
verrebbe in tal modo meno l'assunto fondamentale dell'intera teoria analitica, ovverosia l'etiologia
sessuale delle nevrosi. Lungi dall'ignorarla, Freud l'affronta di petto, sollevando la questione delle
nevrosi traumatiche, paradigmatiche nella misura in cui esse parrebbero costituire %una
conseguen&a diretta dell'angoscia relativamente al vivere o al morire'. 9hiunque volesse scorgere in
esse 3 come a suo tempo nelle nevrosi di guerra
>">
3 la prova che %una messa in pericolo della
pulsione di autoconserva&ione pu4 produrre una nevrosi sen&a partecipa&ione alcuna della
sessualit2', si appellerebbe per4 ad una contraddi&ione gi2 %da lungo tempo abolita mediante
l'introdu&ione della no&ione di narcisismo, che porta l'investimento libidico dell'?o sullo stesso
piano degli investimenti oggettuali, sottolineando la natura libidica della pulsione di
>""?vi, p. :#,.
>"?vi, p. :;8.
>":9fr. i testi cit., rispettivamente alle pp. -- e sgg. e alle pp. #-+-:.
>">9fr. la Introduzione al liro ,/sicoanalisi delle ne#rosi di guerra-, trad. di ..E. Earietti, in 1pere, cit., vol. !, pp.
-;+;#.
>#
autoconserva&ione'.
>"8

. essere messa a repentaglio dal pericolo rappresentato dalla castra&ione, sarebbe dunque
l'integrit2 stessa dell'?o in quanto fondata su quella dell'immagine che esso, facendone al contempo
l'oggetto dei propri investimenti, si fa di se stesso.
>"#
@uasi che, vertendo sull'oggetto che Freud
aveva clinicamente individuato quale perno dell'economia immaginaria dell'?o o, come anche
potremmo dire, quale chiave di volta della sua omeostasi narcisistica, l'eventualit2 della castra&ione
equivalesse per esso sen&a resti a quella della sua dissolu&ione, declinandone la rappresenta&ione
nel registro della perdita. 9i4 che Freud esprime evitando accuratamente di spingere il discorso fino
alle sue estreme conseguen&e: poich1 nell'inconscio %non presente nulla che possa dare un
contenuto al nostro concetto di annientamento della vita', piuttosto presumibile che l'angoscia
davanti alla castra&ione costituisca un dato non ulteriormente riducibile della condi&ione umana, il
quale richiederebbe an&i di essere a sua volta rappresentato da altri contenuti, maggiormente
presenti alla nostra immagina&ione. .d esempio %gra&ie all'esperien&a quotidiana della separa&ione
dal contenuto intestinale, nonch1 alla perdita del seno materno, cos= com' stata vissuta durante il
dive&&amento0 nulla di simile alla morte stato invece mai provato, oppure, quando ci4 avvenuto,
come nel caso dello svenimento, questo non ha lasciato dietro di s1 tracce appre&&abili. 5erci4 io mi
mantengo fedele all'ipotesi che l'angoscia di morte debba considerarsi come un che di analogo
all'angoscia di evira&ione, e che la situa&ione a cui l'?o reagisce sia l'abbandono da parte del 6uper+
?o protettore 3 o for&e del destino 3 con il che viene meno la sicure&&a dell'?o contro tutti i
pericoli'.
>"-

9he in questo venir meno dell'?o contro tutti i pericoli risieda il nocciolo dell'angoscia
>"8Iniizione0 sintomo e angoscia, cit., p. :;#.
>"# Kvverosia di ci4 di cui oggi correntemente si parla, sulla scorta delle nota&ioni di (ein& (artmann (di cui cfr. le
Considerazioni sulla teoria psicoanalitica dell'Io, in Saggi sulla psicologia dell'Io, trad. di .. Guglielmi, /ollati
/oringhieri, Aorino !;-, p. 8>$ come del %61', ovverosia dell'oggetto di cui sarebbe questione quando si tratta di
narcisimo, da distinguersi in quanto tale dall'?o come %sottostruttura psichica' che si contrappone %alle altre
sottostrutture psichiche della personalit2'. Ea quella di (artmann risulta essere, anche limitandosi al periodo in cui
Freud redige l'Introduzione al narcisismo, una notevole semplifica&ione del dettato freudiano. Da una parte, infatti,
il saggio del !8 parla dell'?o come di qualcosa che non costituisce una parte dell'apparato psichico sin da
principio, n1 compare in seno ad esso per differen&ia&ione 3 come viceversa Freud affermer2 pi tardi
esplicitamente 3 ma consiste piuttosto in un oggetto la cui istitu&ione richiederebbe %una nuova a&ione
psichica' (cfr. Introduzione al narcisismo, cit., p. 88;$, e la cui posi&ione rispetto agli investimenti libidici del tutto
analoga a quella degli oggetti esterni. D'altra parte, nella stessa opera, a poche pagine di distan&a, esso viene
descritto mediante l'immagine di un organismo ameboidale' (cfr. ivi, p. 88#$. ?mmagine che non soltanto era
implicita nell'utili&&o che egli aveva fino ad allora fatto, nel quadro della teoria evolutiva della libido, della no&ione
di narcisismo, ma sarebbe stata mantenuta anche negli anni successivi, come dimostrato dalla sua ripresa in un testo
di carattere definitorio come la voce %Aeoria della libido', approntata nel !:> per il %izionario di sessuologia in
quello stesso anno curato da EaM Earcuse, secondo la quale %l'?o R...S va considerato come un grande serbatoio di
libido da cui viene emanata la libido sugli oggetti, essendo comunque l'?o sempre pronto ad assumere su di s1 la
libido che da questi rifluisce' (%ue #oci di enciclopedia: ,/sicoanalisi- e ,Teoria della liido-, trad. di *. 9olorni,
in 1pere, cit., vol. !, p. 8-"$. 6en&a contare l'apporto fornito, in rela&ione al problema dell'identifica&ione, dalla
pubblica&ione, risalente al !;, di Lutto e melancolia (trad. di *. 9olorni, in 1pere, cit., vol. ,, pp. ":+,$.
>"-Iniizione0 sintomo e angoscia, cit., p. :;,.
>-
sperimentata dal bambino a fronte della rivela&ione della castra&ione materna, ovverosia del suo
mancare di ci4 che egli si attende di ricevere da essa, dovrebbe a questo punto risultare
sufficientemente chiaro, cos= come il senso del nesso da Freud stabilito in Feticismo tra tale
situa&ione di panico e quella sperimentata dall'adulto %quando qualcuno grida ai quattro venti che il
trono e l'altare sono in pericolo'. <1 ci si pu4 esimere dall'osservare fin da ora come un tal modo di
impostare la questione ne sollevi una ulteriore, inerente la consisten&a stessa, o l'intrinseca tenuta
che dir si voglia, di quei valori (il trono e l'altare$ sui quali 3 insinua Freud 3 fondiamo la nostra
identit2 in maniera non meno irra&ionale di quella che pone il bambino, di fronte alla figura
materna, in una vera e propria condi&ione di sudditan&a tanto logica (si rammenti la
contraddittoriet2 dell'immagine della donna con il pene$ quanto emotiva.
5rima di venire al punto, e prima ancora di completare la lettura dell'articolo sul feticismo del
!:;, tuttavia opportuno chiarire come l'osserva&ione %che l'?o sia stato preparato nei confronti
dell'evira&ione mediante perdite oggettuali regolarmente ricorrenti' 3 dalla quale Freud portato a
integrare l'ipotesi che l'angoscia costituisca un segnale di pericolo con quella secondo cui essa
costituirebbe %la rea&ione a una perdita, a una separa&ione' non meglio precisate 3 si rapporti a
quanto avan&ato, allo stesso proposito, nella sopraccitata nota del !:8 al Caso clinico del piccolo
(ans. 9ome si ricorder2, Freud vi aveva infatti affermato che non si sarebbe dovuto parlare di
complesso di evira&ione se non in rela&ione alla perdita del pene 3 ci4 che resta, a rigore,
perfettamente valido, dal momento che in esperien&e come quella della separa&ione dalle feci o dal
seno, ovverosia dagli altri due oggetti par&iali da lui individuati, egli non identifica qui il prototipo
della castra&ione, bens= unicamente una sua rappresenta&ione immaginaria. L lo stesso vale,
sebbene con qualche differen&a, per la ter&a delle esperien&e chiamate in causa da Freud, ovverosia
per quella 3 effettivamente prototipica, ma che egli assume nondimeno in un'acce&ione affatto
diversa da quella ranFiana 3 della nascita, al cui proposito egli nota peraltro, in un'ottica gi2
differente, come essa, nel costituire, %almeno per l'uomo', %la prima esperien&a angosciosa',
significhi %obiettivamente, la separa&ione dalla madre', al punto che %potrebbe an&i essere
paragonata a una evira&ione che la madre subisce (in base all'equa&ione bambino \ pene$'.
>";
9he la nascita possa costituire per il soggetto l'occasione di una serie di perce&ioni,
immaga&&inate nella memoria e pronte, qualora occasionalmente ridestate, a riprodurne il vissuto
traumatico, in ogni caso sin da principio tassativamente escluso da Freud. 5i sobriamente, egli vi
individua la prima occorren&a di un'esperien&a implicante due fattori chiave per la descri&ione, da
un punto di vista fenomenologico, dell'angoscia, e che ne specificano il carattere spiacevole:
l'incremento degli stimoli da cui l'apparato si troverebbe ad essere investito da una parte e la loro
>";?vi, p. :;!.
>;
scarica lungo innerva&ioni motorie ben precise dall'altra. 5er quanto essa rappresenti
oggettivamente, per l'organismo del bambino, un pericolo, l'esperien&a della nascita rimarrebbe
dunque per esso priva di contenuto psichico: %il feto non pu4 percepire nient'altro che un
grandissimo disturbo della sua libido narcisistica'. 5ertanto, contrariamente a quanto sostenuto da
*anF, le prime fobie infantili non sarebbero ricollegabili alle impressioni che si suppone il neonato
abbia conservato dell'atto della nascita, ma andrebbero piuttosto intese come la riedi&ione di una
perdita oggettuale: %l'immagine mnestica della persona agognata viene certo investita intensamente,
verosimilmente dapprima in modo allucinatorio. Ea ci4 non ha successo, e pare soltanto che questa
nostalgia si converta in angoscia. 6i ha addirittura l'impressione che questa angoscia sia una
manifesta&ione di perplessit2, che l'individuo ancora tanto poco sviluppato non sappia che altro fare
di questo investimento in nostalgia. L'angoscia si presenta dunque come la rea&ione alla mancan&a
dell'oggetto, e, per analogia, ci viene in mente che anche l'angoscia di evira&ione ha come contenuto
la separa&ione da un oggetto altamente stimato, e che l'angoscia pi primitiva (%l'angoscia primaria'
della nascita$ ebbe luogo con la separa&ione dalla madre'.
>",
*agion per cui il pericolo di cui
nell'angoscia sarebbe in ciascun caso una %tensione crescente do#uta al isogno', a fronte della
quale il soggetto si troverebbe impreparato, incapace di reagire, assolutamente non in grado di
rispondervi attraverso un sapere, foss'anche quello dell'istinto. Dopo di che il problema si porr2 nei
termini di un padroneggiamento di quest'angoscia primaria, selvaggia e indomabile:
padroneggiamento ottenibile unicamente mediante il suo spostamento, decisivo in quanto esso apre
all'istitu&ione della serie degli oggetti par&iali, di cui arriviamo in tal modo a meglio comprendere
come il fallo possa costituire il perno.
>"!
@uasi che, a monte dello spostamento, individuato
all'origine del prodursi di tutta una serie di sintomi nevrotici e di quelli fobici in primis, da un
pericolo esterno (la castra&ione$ a un altro (quello incarnato ad esempio dall'animale$, se ne
profilasse un secondo, ben pi radicale ed esso solo in grado di rendere conto di quella certa
indeterminate&&a fenomenologicamente rilevabile quale tratto distintivo dell'angoscia rispetto alla
paura: quello da una minaccia completamente indeterminata ad una viceversa dotata di un volto,
concretamente raffigurabile, incarnata. %9on l'esperien&a che un oggetto esterno percepibile pu4
mettere fine alla situa&ione pericolosa che ricorda la nascita 3 scrive infatti Freud 3 il contenuto di
pericolo si sposta ora dalla situa&ione economica ala condi&ione di essa, e cio alla perdita
>",?vi, p. :,#.
>"!6ebbene Freud, con una delle sue tante, fertili contraddi&ioni, proprio in queste pagine torni successivamente ad
adottare, a tal riguardo, una prospettiva marcatamente evolutiva. . partire dall'idea di Ferenc&i secondo cui %l'alta
valuta&ione narcisistica del pene pu4 richiamarsi al fatto che il possesso di quest'organo contiene la garan&ia per una
riunione con la madre (con il sostituto della madre$ nell'atto del coito', egli non equipara infatti la castra&ione al
rinnovamento della perdita dell'oggetto materno sen&a sottolineare al contempo come %il bisogno, di cui si teme la
crescita', sia nondimeno ora %un bisogno specifico, quello della libido genitale', e non pi un bisogno
%indifferen&iato come nell'epoca dell'allattamento' (cfr. ivi, p. :,-$.
>,
dell'oggetto. ?l non trovare la madre diventa ora il pericolo al cui verificarsi il poppante d2 il segnale
di angoscia, prima ancora che sia subentrata la temuta situa&ione economica. @uesta trasforma&ione
significa un primo grande progresso nella salvaguardia dell'autoconserva&ione, mentre al tempo
stesso conclude il passaggio dal riprodursi involontario e automatico dell'angoscia alla sua
riprodu&ione inten&ionale come segnale di pericolo'. Gn passaggio che in fondo lo stesso, fatta
salva la maggiore facilit2 con la quale esso si lascia inscrivere nel paradigma economico cui Freud
resta aggrappato, di quello 3 nel cui verso egli si rifiuta viceversa, per lo meno in quest'opera, di
procedere 3 che dalla vita conduce viceversa alla morte. ?l che spiega come mai, giunto a quella che
si configura come una prima conclusione, per quanto aperta e provvisoria, del percorso di
Iniizione0 sintomo e angoscia, egli, dopo aver ribadito come l'angoscia trovi la sua specifica
colloca&ione nell'?o 3 il quale soltanto, in quanto esso costituisce a differen&a nell'Ls
un'organi&&a&ione, nella condi&ione di avvertire e considerare una situa&ione di pericolo 3, rimetta
tutto in gioco tornando a disgiungere per un istante i due casi fino a questo punto collegati in una
rela&ione di filia&ione, dal paradigma all'esemplare della serie che lo incarnerebbe. %L' un fatto
frequentissimo 3 scrive infatti 3 che si si preparino o si svolgano nell'Ls processi che danno all'?o un
appiglio per sviluppare angoscia0 in effetti le rimo&ioni verosimilmente pi precoci Rivi compresa la
fantomatica rimo&ione originariaUS come la maggioran&a di quelle ulteriori, sono motivate da
quest'angoscia dell'?o di fronte ai singoli processi che si svolgono nell'Ls. <oi distinguiamo qui di
bel nuovo, e con buon fondamento, i due casi: il primo, che nell'Ls avvenga qualcosa che attivi una
delle situa&ioni di pericolo per l'?o, inducendo quest'ultimo a dare il segnale per evitare il pericolo0
l'altro, che sorga nell'Ls una situazione analoga al trauma della nascita, per cui esso
automaticamente addiviene alla situa&ione dell'angoscia'.
>"
L'ipotesi cui Freud sembrerebbe da ultimo attenersi, dunque che, nel corso del proprio
sviluppo, l'?o apprenda progressivamente a %legare mediante la forma&ione di sintomi' l'angoscia
originaria, a %tenerla in sospeso' e a risparmiarsene in tal modo l'esperien&a, sostituendovi delle
forme di angoscia maggiormente determinate e perci4 anche pi gestibili, tra le quali sarebbe da
ultimo da annoverarsi la stessa angoscia di castra&ione, quasi che a ciascuna %determinata et2 dello
sviluppo' fosse da assegnarsi %una corrispondente e adeguata forma d'angoscia', il %pericolo
d'impoten&a psichica' convenendo %all'immaturit2 dell'?o, cos= come il pericolo della perdita
dell'oggetto all'immaturit2 dei primi anni infantili, il pericolo dell'evira&ione alla fase fallica,
l'angoscia del super+?o alla fase di laten&a'. Di modo che identificare nell'angoscia di castra&ione la
>"?vi, cit., p. :,,. 9fr. anche l'osserva&ione, a p. :,#, secondo cui %contro il ritorno della situa&ione traumatica
originaria anche l'essere adulti non offre da ultimo alcuna garan&ia sufficiente0 vi forse per ognuno un limite oltre
il quale l'apparato psichico non riesce a far fronte alle masse degli eccitamenti che pretendono di essere liquidati'. ?l
che pone il problema di ci4 che Bean Laplanche (cfr. ad esempio /rolematic!e III+ La sulimazione, p. #, dove il
problema posto in rela&ione alla sublima&ione$ chiama %neogenesi della sessualit2'.
>!
sola %for&a motrice delle nevrosi', ovverosia dei molteplici tentativi dall'?o messi in campo per
risparmiarsi l'esperien&a dell'angoscia nella sua forma pi cruda, sarebbe quanto meno inesatto: al
punto che Freud, con un gesto per lui piuttosto inusuale, arriva persino ad invocare l'ecce&ione
costituita dalla donna. 5er quanto %proprio nella femmina 3 scrive infatti a conclusione della sua
indagine sull'angoscia 3 la situa&ione di pericolo della perdita d'oggetto sembrRiS esser rimasta la pi
efficace', quest'ultima non vi si specificherebbe nella %sensa&ione di una mancan&a o della perdita
vera e propria dell'oggetto', quanto piuttosto in quella %della perdita dell'amore da parte
dell'oggetto',
>
quasi che il nocciolo della castra&ione stessa risiedesse in una condi&ione di
indigen&a soggettiva cui l'immagine della priva&ione dell'organo fallico non farebbe che fornire un
supporto estrinseco.
?mpoten&a psichica, perdita dell'oggetto o dell'amore da parte dell'oggetto, evira&ione
sembrerebbero pertanto da ultimo designare altrettante incarna&ioni di quella minaccia alla cui
eventualit2 Freud aveva rapportato la valen&a apotropaica dell'angoscia gi2 nell';l di l" del
principio di piacere. Dell'angoscia, egli aveva infatti allora parlato come di un addomesticamento
preliminare di quel trauma la cui eventualit2, impossibile per il soggetto da esperire in quanto
implicante la sua soppressione, sarebbe da questi nondimeno, anc!e e allo stesso tempo che temuta,
ricercata quale condi&ione corrispondente all'auspicio della pulsione di morte. .uspicio che 3 aveva
precisato Freud 3 non ci sarebbe tuttavia mai dato di cogliere allo stato puro, in quanto t!anatos, la
for&a che spinge allo slegamento degli investimenti, pur essendo in linea di principio del tutto
autonoma rispetto a quella, ad essa opposta, di eros, non si manifesterebbe nel vivente se non come
ad esso intrecciata, pena il raggiungimento del limite cui tende. Aanto pi che, anche a queste
condi&ioni, il coincidere di tale incremento della tensione all'interno dell'apparato psichico con una
sensa&ione di piacere non pu4 che presentarsi a Freud come l'enigma da lui stesso posto al centro
del lavoro, di appena un anno precedente alla monografia sull'angoscia, su Il prolema economico
del masoc!ismo, e che lo stesso di quello dell'angoscia quale esperien&a di fascina&ione e difesa
del contempo. .mmesso pertanto che di quest'ultima il complesso di castra&ione ci offra un
esempio privilegiato, non pare avventato concludere che nel feticismo, in quanto fondato sul
rinnegamento della minaccia in questione, ci sia dato scorgere il tentativo, da parte del soggetto, di
appropriarsi di una dimensione che lo eccede 3 quella del godimento pieno, verso la cui
paradossalit2 punta la pulsione di morte 3 sen&a perci4 sottomettersi a quella che potremmo definire
la legge dell'angoscia, che sola ne governa l'accesso.
>Iniizione0 sintomo e angoscia, p. :!".
8"
Il meccanismo della 7erleugnung
Laddove nelle nevrosi il conflitto tra investimenti libidici oggettuali e tutela dell'interesse
narcisistico dell'?o sempre risolto attraverso il sacrificio delle pretese pulsionali a fronte
dell'istan&a costituita dal connubio tra il principio di realt2 e il principio di piacere inteso in senso
omeostatico, il feticismo sembrerebbe viceversa fornirne una solu&ione tale da risparmiare all'?o
l'esperien&a dell'angoscia sen&a perci4 sacrificare nemmeno il soddisfacimento pulsionale. Da cui
l'ipotesi che il rinnegamento (Verleugnung$ della perce&ione indesiderata su cui esso si fonda
costituisca un meccanismo di difesa sui generis, da distinguersi in quanto tale dalla rimo&ione.
L'utili&&o del termine Verleugnung per descrivere l'atteggiamento che tutti i soggetti, o quanto
meno quelli di sesso maschile, comincerebbero con l'assumere di fronte all'eventualit2 della
castra&ione, peraltro ben lungi dal rappresentare, per Freud, una novit2 assoluta, anche se sono
necessarie, a questo riguardo, alcune precisa&ioni. <e L'organizzazione genitale infantile, ad
esempio, Freud aveva impiegato il verbo %leugnen' (negare$, il cui significato estremamente
vicino a quello di %#erleugnen' (rinnegare$,
>:
in riferimento alla mancan&a del pene nella donna, e
non alla castra&ione, la realt2 della cui minaccia avrebbe viceversa proprio da tale assen&a dovuto
essere confermata.
>>
?l che si accorda del resto perfettamente al modo in cui egli aveva impostato
l'intera questione nelle sue indagini sulle teorie sessuali infantili e nel saggio su Leonardo del !".
Gi2 in quegli anni, infatti, egli aveva rilevato come, a fronte della scoperta della mancan&a del pene
nel sesso femminile, i bambini maschi reagissero sfor&andosi di sminuire la portata di tale scoperta.
Aeorie come quella della castra&ione, secondo la quale l'assen&a del pene nelle bambine sarebbe da
spiegarsi come l'effetto di una puni&ione impartita a causa della masturba&ione, oppure ancora come
quella sostenuta dal piccolo (ans, secondo il quale anche la sorellina .nna possedeva un pene,
soltanto ancora troppo piccolo per essere visto, erano state allora piuttosto invocate proprio per
rendere conto della mancan&a del pene della donna. Lungi dal comportare il rigetto della
>:?l verbo tedesco %leugnen' corrisponde infatti alla prima e pi ampia acce&ione dell'italiano %negare', ovverosia
quella corrispondente al campo semantico ricoperto anche dai verbi %rifiutare' e %smentire'0 mentre %#erneinen',
che pure si pu4 tradurre con %negare', si usa per lo pi per indicare, come Freud stesso fa nel suo saggio al riguardo
(cfr. La negazione, trad. di L. Fachinelli, in 1pere, cit, vol. ", pp. !>+:"$, la nega&ione di tipo logico. %Leugnen'
entra inoltre in locu&ioni come %seine Sc!uld0 die Existenz 2ottes leugnen' (negare la propria colpa, l'esisten&a di
Dio$ oppure %ic! >ann nic!t leugnen0 dass+++' (non posso negare che, devo ammettere che...$, il che ne avvicina
ancor pi il senso a quello di %#erleugnen', il quale si traduce generalmente con %rinnegare' 3 come in %die Ideale
#erleugnen' (rinnegare gli ideali$ 3 oppure anche, di nuovo, semplicemente con %negare', come ad esempio in %das
lAsst sic! nic!t #erleugnen' (questo non si pu4 negare$.
>><e Il prolema economico del masoc!ismo (cit., p. $, Freud afferma tuttavia in un analogo contesto che %lo stadio
fallico di organi&&a&ione lascia come suo sedimento l'evira&ione, che verr2 in seguito rinnegata'. @uanto ad ;lcune
conseguenze psic!ic!e della differenza anatomica tra i sessi (cit., p. :$, l'ambiguit2 del modo in cui Freud vi si
esprime (%quando R...S il maschietto scopre per la prima volta la regione genitale della bambina R...S rinnega quel che
ha visto'$ risolta dalla precisa&ione che esso avverrebbe in un tempo anteriore alla formula&ione della minaccia di
castra&ione.
8
castra&ione, esse la implicavano dunque a titolo di principio esplicativo.
Giova inoltre ricordare come, nel !", il collegamento tra l'angoscia di castra&ione e
l'aspettativa dal bambino riposta circa la presen&a, nella madre, del pene, bench1 meglio precisato
rispetto al passato, fosse ancora piuttosto labile. <on essendosi allora la metapsicologia freudiana
ancora ristrutturata in fun&ione del concetto di narcisismo, l'interpreta&ione del feticcio quale Ersatz
fallico non aveva infatti potuto collocarsi che sullo sfondo del primo dei dualismi pulsionali
enucleati da Freud: quello tra pulsioni sessuali e pulsioni dell'?o o di autoconserva&ione. Aanto pi
che quest'ultimo, implicito gi2 nell'idea di un appoggio della sessualit2 sulle fun&ioni somatiche
espressa nei Tre saggi sulla teoria sessuale, era venuto a ricoprire l'antagonismo tra la sessualit2 e
l'?o quale istan&a rimovente attraverso il quale Freud aveva sin dai suoi primi lavori cercato di
rendere conto delle nevrosi, salvo poi ulteriormente precisarlo in rapporto all'opposi&ione dei
principi di piacere e di realt2. <elle /recisazioni sui due princZpi dell'accadere psic!ico, pubblicate
nel !, egli avrebbe infatti ipoti&&ato per le pulsioni dell'?o e quelle sessuali un doppio regime di
soddisfacimento: in riferimento ad un oggetto giocofor&a reale per quanto concerne le prime0 e in
rela&ione a un oggetto anche immaginario nel caso delle seconde. 7ale a dire che, laddove le
pulsioni dell'?o sarebbero secondo Freud costrette ad effettuare il passaggio dal principio di piacere
a quello di realt2 precocemente, fino a farsi le rappresentanti della realt2 stessa in seno allo
psichismo, quelle sessuali rimarrebbero sotto il dominio di quello di piacere pi a lungo, da cui
l'invoca&ione del %ritardo con cui si compie l'educa&ione della pulsione sessuale rispetto alla realt2'
quale %parte essen&iale della disposi&ione alla nevrosi'.
>8
L' vero che, alcuni anni dopo, in ;l di l"
del principio di piacere, alla sostitu&ione del principio di piacere con quello di realt2 sarebbe stata
messa in carico una piccola parte soltanto dei sacrifici pulsionali imposti al soggetto nel corso delllo
sviluppo, essendo l'altra e pi importante parte da addebitare a conflitti di ordine intrapsichico. %<el
corso dello sviluppo 3 avrebbe scritto Freud 3 accade continuamente che singole pulsioni o
componenti pulsionali si rivelino incompatibili nelle loro mete o nelle loro pretese con le rimanenti
pulsioni che sono in grado di costituire insieme la grande unit2 dell'?o'.
>#
Fatto sta che,
indipendentemente dal fatto che l'aggiustamento avvenga tra molti pulsionali reciprocamente
incompatibili oppure tra di essi e le istan&e avan&ate dal principio di realt2, la natura
compromissoria del sintomo, ivi compresa quella del feticcio quale Ersatz fallico, se ne troverebbe
comunque confermata. ?l che significa che i feticisti di cui nel saggio su Leonardo erano ancora,
come il feticista dei vestiti e del piede della conferen&a del !"!, dei nevrotici a tutti gli effetti, la
cui fissa&ione al feticcio non differiva in linea di principio da altre forma&ioni dell'inconscio
>8/recisazioni sui due princZpi dell'accadere psic!ico, trad. di 9. L. Eusatti, in 1pere, cit., vol. -, p. 8#;.
>#;l di l" del principio di piacere, cit., p. !-.
8:
dall'analogo significato.
>-

?n Un ricordo d'infanzia di Leonardo da Vinci, chiamando in causa la rappresenta&ione della
madre fallica, Freud ne aveva insomma fatto ancora l'oggetto di una fissa&ione il cui carattere
inconscio sarebbe derivato dall'essere quella rimossa unitamente al versante positivo del complesso
edipico (l'amore per la madre$ che le faceva da sfondo. Lungi dall'essere semplicemente registrata
dall'apparato percettivo posto alla superficie dell'apparato psichico, la mancan&a del pene nella
donna, in quanto sottoposta a una vera e propria rielabora&ione inconscia, il cui frutto normale
avrebbe dovuto essere costituito dal complesso di castra&ione, vi appariva pertanto a pieno titolo
integrata tra le tracce mnestiche sulle quali operano i processi primari, ci4 che non si pu4 invece
affatto dire in rela&ione al modo in cui Freud presenta le cose nel !:;. ?n questo caso, infatti, la
perce&ione sgradita sembrerebbe essere stata bloccata alle soglie dell'apparato e prontamente
sostituita con un'altra perce&ione, la cui ele&ione a feticcio ne verrebbe a compensare la mancata
metaboli&&a&ione. ?l che non solo ci obbliga ad identificare sen&a resti la castra&ione con quella
mancan&a la cui constata&ione paradossalmente istituisce il fallicismo quale chiave di volta del
desiderio umano, ma conferma inoltre come nel feticismo non si tratti di opporre una forma&ione
immaginaria ad una minaccia che, dopo Iniizione0 sintomo e angoscia, non potremmo in ogni caso
pi interpretare come la proie&ione di uno scompenso libidico endogeno, bens= di radicalmente
inibire, mediante il suo misconoscimento, la produ&ione stessa dell'angoscia ad essa correlata.
9he, a seguito dell'introdu&ione del concetto di narcisismo e della reinterpreta&ione
dell'angoscia da lui operata a partire da ;l di l" del principio di piacere, lo statuto del complesso di
castra&ione fosse sostan&ialmente mutato, nondimeno da Freud lasciato implicito. <1 troviamo
maggiori indica&ioni su come il fallo, dapprima identificato con l'attribuito la cui presen&a avrebbe
costituito la conditio sine qua non della desiderabilit2 dell'oggetto, fosse nel frattempo divenuto
anche e soprattutto il perno immaginario della coesione narcisistica dell'?o. L' forse per questo 3
oltre che per le riserve da Freud nutrite nei confronti del concetto, allora recentemente coniato da
*en1 Laforgue, di %scotomi&&a&ione' 3 che il suo articolo sul feticismo del !:; non indenne,
riguardo alla no&ione di Verleugnung, da una certa confusione terminologica e fors'anche
concettuale. <el passo in cui si afferma che, messo di fronte alla mancan&a del pene femminile, %il
maschietto si rifiuta di prendere cogni&ione di un dato della propria perce&ione', egli asserisce ad
esempio come di tale processo patologico sia possibile rendere conto con il vecchio termine di
rimo&ione (VerdrAngung$ 3 meccanismo del quale quello del rinnegamento altro non costituirebbe
pertanto che una specifica&ione. Aanto pi che %se in esso vogliamo specificare in modo pi
>-@uale prova del nove, valga l'accostamento da Freud costantemente proposto in questo periodo tra feticismo e
omosessualit2 maschile, la quale costituirebbe evidentemente la perversione di cui, con l'individua&ione della
significa&ione fallica del feticcio, il feticismo stesso verrebbe ad essere la negativa.
8>
marcato il destino della rappresenta&ione da quello dell'affetto e riserviamo all'affetto il termine
VerdrAngung, allora per indicare il destino della rappresenta&ione la denomina&ione corretta in
lingua tedesca Verleugnung'. 9i4 che contrasta in maniera lampante non solo col fatto che Freud
aveva sempre detto che la rimo&ione costituisce il destino riservato proprio al rappresentante
rappresentativo (VorstellungsreprAsentanz$ della pulsione, laddove la sua componente affettiva, non
essendo passibile di divenire inconscia, incorrerebbe unicamente nello spostamento su di un'altra
rappresenta&ione0 ma anche e soprattutto con l'essere la Verleugnung diretta non su di un
rappresentante pulsionale 3 ci4 che avrebbe potuto in effetti valere nel contesto del saggio su
Leonardo 3 quanto piuttosto sulla condi&ione che dall'esterno ne interdice il soddisfacimento.
>;
9he si tratti, da parte di Freud, di una semplice trascurate&&a formale, fuori questione. 6i
infatti detto come, tra i motivi che spingono Freud ad accostare VerdrAngung e Verleugnung, vi sia il
timore che il rinnegamento feticista della castra&ione femminile potesse essere indebitamente
assimilato ad uno scotoma, ovverosia a quanto avviene %allorch1 un'impressione visiva va a cadere
su una macchia retinica'. ?n quanto derivante %dalle descri&ioni della %dementia praecoM' e non
dall'applica&ione dei concetti psicoanalitici alle psicosi', il termine %scotomi&&a&ione' 3 precisa in
ogni caso una nota 3 %non si attaglia ai processi di forma&ione e di sviluppo delle nevrosi' 3 nevrosi
nel cui novero egli sembrerebbe pertanto una volta di pi far rientrare il feticismo. 9i4 a conferma
di cui parrebbe stare soprattutto l'appunto secondo cui la perce&ione attestante la castra&ione della
donna non sarebbe per il feticista del tutto perduta, in quanto %non vero che il bambino, anche
dopo aver osservato la donna, ha mantenuto intatta la propria fede nel fallo della donna. L' un
convincimento che ha conservato, ma al tempo stesso ha abbandonato0 nel conflitto fra l'importan&a
della perce&ione indesiderata e la for&a del controdesiderio egli giunto ad un compromesso, un
compromesso possibile soltanto quando dominano le leggi inconsce del pensiero, i processi primari.
?n effetti nella sfera psichica la donna continua a possedere un pene, ma questo pene non pi lo
stesso di una volta. @ualcosa d'altro' 3 il feticcio 3 %ha preso il suo posto, per cos= dire stato eletto
a suo sostituto e ha ora ereditato l'interesse che era rivolto al pene di prima'. Di modo che la sua
>;@uesto, per lo meno, quanto si evince dal contesto. Gna conferma in tal senso si trova in .nna Freud, la quale, sen&a
distinguere tra Verleugnung (rinnegamento$ e Verneinung (nega&ione$, sostiene che, negando una realt2 sgradita, l'?o
si difenderebbe %non R...S contro la vita istintiva, ma contro il mondo esterno che infligge la frustra&ione.
.nalogamente a quanto avviene nel conflitto nevrotico dove la perce&ione di uno stimolo istintuale proibito viene
respinto per me&&o della rimo&ione, l'?o infantile ricorre alla nega&ione per evitare la perce&ione di qualche cosa di
doloroso che proviene dall'esterno' (.. Freud, L'io e i meccanismi di difesa, trad. di L. Xeller Aolentino, Eartinelli,
Firen&e !-;, pp. !,+!!$. L' vero nondimeno che, nella pagina successiva, discutendo l'articolo di Laforgue sulla
scotomi&&a&ione citato anche in Feticismo, dopo aver spiegato come la nega&ione non sia patologica di per s1, ma
solo allorquando comporta l'abbandono della prova di realt2, essa corregge par&ialmente il tiro: %l'unica ecce&ione
possibile nelle nevrosi costituita dal NtalismanoO, ma non mi sento di esprimere un giudi&io definitivo sul
problema se il possesso di un oggetto al quale il pa&iente si aggrappa cos= convulsamente rappresenti una prote&ione
contro gli impulsi proibiti che provengono dall'interno oppure contro for&e esterne pericolose o se questo oggetto
rappresenti la combina&ione delle due forme difensive' (p. ""$.
88
crea&ione segnerebbe %una vittoria trionfante sulla minaccia di evira&ione e una prote&ione contro
quella minaccia0 il feticcio, inoltre, evita a i feticisti di diventare omosessuali poich1 attribuisce alla
donna una caratteristica che la rende tollerabile come oggetto sessuale'.
>,

9he una tale argomenta&ione, nella misura in cui essa si limita con tutta eviden&a a
giustapporre due diverse conce&ioni della fun&ione e dello statuto del feticcio sen&a nemmeno
chiedersi se e fino a che punto esse siano compatibili, faccia problema, indubbio. /asti pensare
all'appunto a Freud mosso dall'analista americano Eaurits Catan, il quale osserva non solo come
egli stia in realt2 descrivendo due distinti processi, ovverosia il rinnegamento della castra&ione da
una parte e il mantenimento di tale rinnegamento dall'altra0 ma anche come nella sua descri&ione
l'accento cada pressoch1 esclusivamente sul secondo, il quale solo avrebbe a che vedere con
l'ele&ione di un feticcio.
>!
. dimostrarlo, starebbe il fatto che, assimilando il processo di istitu&ione
del feticcio al blocco della memoria riscontrabile nell'amnesia traumatica, Freud ne avrebbe di fatto
proposto un'interpreta&ione del tutto incompatibile con quella secondo cui esso costituirebbe un
sostituto del fallo. 9erto 3 ammette Catan 3 si potr2 sempre dire che la valen&a fallica del feticcio
risiede precisamente nel suo essere l'erede dell'investimento in origine diretto sul pene femminile, e
non nel fatto di simboli&&are quest'ultimo direttamente0 non fosse che, ad essere in questione,
proprio la ragione per la quale l'?o sposta i suoi investimenti su di un oggetto privo di qualsivoglia
rela&ione, foss'anche simbolica, con quello originariamente agognato. .ltrimenti detto: che il
feticcio non rimandi di per s1 al fallo, dipenderebbe precisamente dal fatto che la sua fun&ione non
sarebbe quella di istituire il rinnegamento della castra&ione, bens= soltanto quella di coadiuvarne in
seguito il mantenimento.
6oltanto che il feticcio, spiega Freud, non si limita a tenere per il soggetto il posto della
perce&ione indesiderata, ma diviene il centro delle sue pratiche erotiche. 5er spiegare come ci4
avvenga, Catan guarda alla condi&ione in cui il bambino verserebbe anteriormente alla scoperta
della mancan&a, nella donna, del fallo. 6upponiamo che egli sia presente mentre una donna 3 la
madre, o magari una sorella pi grande 3 si sta spogliando. Lgli verser2 giocofor&a in uno stato che
%non solo R...S di grande curiosit2 sessuale, ma anche R...S di eccitata attesa'. Autto il suo interesse,
soprattutto qualora egli abbia gi2 fatto delle esperien&e simili, non sufficienti tuttavia a chiarirgli le
idee, si concentrer2 sul fallo che si aspetta di scoprire, ma la cui esisten&a sar2 presto
definitivamente smentita da una perce&ione di segno contrario. 5er difendersi dalla minaccia di
castra&ione da essa rappresentata, egli tenter2 allora di negare la realt2 di quanto percepito. Ea ci4
su cui si tratterebbe an&itutto di insistere non tanto questo, quanto il fatto che %la minaccia di
>,Feticismo, cit., p. 8!>.
>!9fr. E. Catan, Fetis!ism0 Splitting of t!e Ego and %enial, in %?nternational Bournal of 5)cho+anal)sis', 8#, !-8, p.
:>,.
8#
castra&ione interviene quando il bambino versa in una condi&ione di eccita&ione e, molte volte, ha
un'ere&ione'. 9oncomitan&a la cui impressione sarebbe accresciuta dalla possibilit2 che egli metta
tale minaccia in rela&ione, conformemente a quanto da Freud avan&ato ne La scissione dell'Io nel
processo di difesa, %con le sue precedenti attivit2 masturbatorie'. <ondimeno 3 aggiunge Catan 3
%una volta cessato l'eccitamento e scomparsa l'ere&ione', egli avr2 minor ragione di rinnegarla. K,
%quanto meno, R...S potr2 trovare il coraggio necessario a richiamare alla mente la sua spaventosa
osserva&ione e riconoscere la verit2 di quanto visto'. 9he la Verleugnung non abbia pertanto, in
quanto tale, %un effetto durevole', implica tuttavia anche che essa non costituisca parimenti affatto
un meccanismo di per s1 patologico, quanto piuttosto una normale rea&ione difensiva, la cui
fun&ione sarebbe quella di %alleviare il peso dello shocF' subito e di %condurre a un pi graduale
aggiustamento' di desiderio e realt2. *agion per cui, a determinare l'instaurarsi della perversione
feticista, sarebbe non l'intervento del meccanismo della Verleugnung, quanto piuttosto il tipo di
risposta dal soggetto fornita all'esigen&a di accettare, %dopo che il primo rinnegamento abbia
perduto la sua for&a, R...S l'idea dell'effettiva possibilit2 della castra&ione', e quindi anche %di
contrastare i propri impulsi sessuali'.
>:"
5er %il bambino per il quale le donne sono falliche', la fase
edipica tuttavia ancora lungi dall'essersi compiuta: non solo le rela&ioni d'oggetto da lui
intrattenute sono ancora in larga parte preedipiche, ma il suo ?o inoltre %relativamente debole', e il
suo 6uper+?o %ancora in statu nascendi'. 9i4 che spiega come mai, sotto l'urgen&a delle spinte
libidiche, egli potrebbe anche rivelarsi %incapace di dimenticare', ovverosia di rimuovere l'insieme
del complesso edipico. <el qual caso, a fronte dell'angoscia in lui generata dalla perce&ione del
genitale femminile, abbisognerebbe naturalmente di una difesa alternativa a quella costituita dalla
rimo&ione.
9onsideriamo allora %che cosa accade se diventa feticista. <on pu4 piegare il suo impulso a
masturbarsi. 5er proteggersi rinfor&er2 i resti dell'originario rinnegamento della constata&ione
traumatica, oppure lo rinnover2'. 9he ci4 gli eviti o meno di abbandonare lo stato in cui era prima
di compiere quest'ultima, baster2 in ogni caso a far s= che egli vi %regredisca'. %7ale a dire che egli
ancora nello stato in cui era prima che il suo eccitamento sessuale avesse ricevuto il colpo di
gra&ia. Gno stato in cui egli si aspettava di vedere da un momento all'altro il fallo, e in cui la sua
sensualit2 era destata dall'osserva&ione di vari oggetti. .l fine di ristabilire questa scena eccitante,
necessiter2 della presen&a di uno di questi oggetti, e preferibilmente di quello la cui visione pi
l'aveva eccitato. 9os= che la presen&a del feticcio rappresenta per lui il segno del successo
conseguito nel riguadagnare la condi&ione originaria, in cui la sua fun&ione sessuale non era ancora
minacciata'. 9ol che le fondamenta del feticismo sarebbero sostan&ialmente poste, fatta salva
>:"9fr. ivi, p. :>! (trad. mia$.
8-
nondimeno l'esigen&a di rinfor&are tale fissa&ione con il suo ulteriore investimento ad opera dell'?o,
%attraverso lo spostamento' sul feticcio %dell'energia connessa alle idee inerenti il fallo femminile'.
Ea questa sarebbe soltanto una %elabora&ione secondaria', tutto sommato scarsamente rilevante. Da
cui la conclusione che, se il sovrainvestimento del feticcio collabora in maggiore o minor misura al
mantenimento della Verleugnung, sarebbe nondimeno quest'ultima a rappresentare la condi&ione
necessaria alla sua forma&ione. @uanto poi all'autentica etiologia del disturbo, la sua principale
determinante risiederebbe nella debole&&a dell'?o, da intendersi come inettitudine alla rimo&ione
dovuta ad un suo insufficiente sviluppo.
>:

L' interessante poi come, sulla scorta di tale interpreta&ione del feticismo, Catan arrivi da
ultimo a sostenerne il carattere non necessariamente deleterio. .ppellandosi all'indica&ione, dallo
stesso Freud fornita ne La scissione dell'Io nel processo di difesa, secondo cui uno stesso individuo
potrebbe opporre all'angoscia di castra&ione tanto l'ele&ione di un feticcio, quanto una forma&ione di
tipo fobico, egli osserva innan&itutto come, pur essendo poten&ialmente dannosa per l'ulteriore
sviluppo del complesso edipico, l'ele&ione di un feticcio non lo precluda affatto necessariamente. .l
contrario, i %due diversi atteggiamenti' rappresentati dal rinnegamento e dal riconoscimento del
fatto che la donna non ha il pene sarebbero passibili di %integrarsi vicendevolmente', dal momento
che il primo servirebbe proprio a scongiurare una troppo prematura battuta d'arresto nello sviluppo
del complesso edipico positivo. .ttribuendo alla donna e alla madre in primis un pene, la
Verleugnung ne garantirebbe infatti il mantenimento quale oggetto degli investimenti libidici del
bambino, evitandogli al contempo di dover sin da subito fronteggiare un pericolo altrimenti
avvertito come incontrollabile. Da cui l'ulteriore sviluppo del suo attaccamento libidico alla madre,
ci4 che lo porterebbe da ultimo a dover affrontare l'angoscia di castra&ione nella forma 3
maggiormente specifica in quanto chiamante in causa la figura del padre 3 che essa assume nel
relativo complesso. 7ale a dire che il soggetto potrebbe da ultimo pervenire al riconoscimento della
castra&ione femminile proprio sulla base del suo primitivo rinnegamento, nella misura in cui questo
gli concederebbe il tempo necessario al consolidamento del suo ?o.
. questo punto, per4, Catan non pu4 evitare di tirare una conclusione che si pone in diretta
contrapposi&ione ad uno dei capisaldi della teoria del feticismo elaborata da Freud tra il !:; e il
!>,: il suo essere complementare all'ipotesi dell'Ic!spaltung, ovverosia di quella scissione dell'?o
la cui eventualit2 da Freud presa in considera&ione proprio al fine di rendere conto di quella
coesisten&a di nega&ione e accetta&ione della castra&ione che, secondo l'analista americano, si
distribuirebbe viceversa secondo una rela&ione di successione temporale. %Dopo queste
considera&ioni metapsicologiche' 3 scrive infatti Catan 3 %potremmo domandarci se il concetto
>:9fr. ivi, p. :8".
8;
freudiano di scissione dell'?o possa essere mantenuto'. L'afferma&ione secondo cui rinnegamento e
riconoscimento della castra&ione costituirebbero due atteggiamenti complementari non parrebbe
infatti in alcun modo escluderne la validit2, dal momento che %l'?o potrebbe, attraverso la sua
fun&ione sintetica, subordinare ambo le tenden&e alla meta costituita dalla ricomposi&ione della
scissione'. <on fosse che %un'altra difficolt2 non pu4 essere liquidata in questo modo. ?l concetto di
scissione dell'?o sarebbe RinfattiS giustificato metapsicologicamente soltanto se i due atteggiamenti
egoici antagonisti prendessero forma simultaneamente, del tutto indipendentemente l'uno dall'altro'.
Ea %abbiamo visto che non questo il caso', giacch1 il primo di essi %risulta da uno stato di
eccita&ione dell'?o', mentre l'altro %da uno stato in cui la capacit2 di giudi&io dell'?o non pi
offuscata dall'emo&ione'. 5er quanto il concetto freudiano di scissione dell'?o conservi %un grande
valore descritti#o', esso non potr2 pertanto %essere difeso sul piano metapsicologico'.
>::
Tra ne#rosi e psicosi
.lla lettura di Catan, indubbiamente utile nella misura in cui essa ci permette di comprendere
al meglio la compara&ione da Freud istituita tra l'ele&ione dell'oggetto feticcio e il blocco dei ricordi
nell'amnesia traumatica, stato tuttavia obiettato come il nesso che vi implicato tra lo stato di
eccita&ione del bambino al momento del trauma e la minaccia della castra&ione rappresentata dalla
perce&ione del genitale femminile vi resti imprecisato, al pari dell'apporto delle componenti
preedipiche. ?noltre, l'uso che essa fa della no&ione di Verleugnung mancherebbe
%incontestabilmente' di rigore, essendo la questione quella di sapere su che cosa il rinnegamento
verta.
>:>
@uestione la cui solu&ione, a detta di Bean Laplanche e Bean+/ertrand 5ontalis, ci
permetterebbe %non solo di comprender meglio la no&ione freudiana di rinnegamento, ma anche di
svilupparne e rinnovarne la problematica'.
>:8

Dall'eviden&a 3 gi2 rilevata 3 che l'assen&a del pene femminile di cui si tratterebbe non
concepibile se non in rela&ione alla possibile presen&a del fallo, Laplanche e 5ontalis traggono
difatti la conclusione che l'intero processo debba per for&a di cose essere riferito %non alla
perce&ione di una pura e semplice realt2, bens= alla congiun&ione di due dati: costata&ione della
differen&a anatomica dei sessi e minaccia di evira&ione da parte del padre'. Da cui l'ulteriore
domanda %se fondamentalmente il rinnegamento, che ha conseguen&e cos= evidenti nella realt2, non
riguardi un elemento fondatore della realt2 umana an&ich1 un ipotetico Ndato della perce&ioneO'.
>:#

>::9fr. ivi, p. :8:.
>:>9fr. *. Dore), Contriutions ps)c!anal)tiques " l'&tude du f&tic!isme+ *e#ue critique, in 1Dets du f&tic!isme,
numero monografico della %<ouvelle *evue de 5s)chanal)se', :, !;", p. ::.
>:8B. Laplanche, B.+/. 5ontalis, Enciclopedia della psicoanalisi, cit., p. ##-.
>:#?vi, p. ##;.
8,
5er comprendere la nota&ione di Laplanche e 5ontalis, occorre tenere presenti due dei risultati
che si sono fin qui conseguiti. Da una parte l'interpreta&ione, sopra proposta, dell'angoscia di
castra&ione nei termini di una prima rielabora&ione e di un legamento di un'esperien&a traumatica
fondamentale, la quale s'inscriverebbe nondimeno al cuore stesso della soggettivit2 e con la cui
emergen&a l'insisten&a della pulsione di morte in seno al vivente in parte s'identificherebbe.
Dall'altra l'individua&ione, in tale emergen&a, di un a#atar dell'ecceden&a da Freud da sempre
attribuita alla sessualit2 rispetto alla fun&ione biologica che le fa da supporto 3 ecceden&a a doppio
filo legata, come al meglio eviden&iato proprio dal feticismo, all'inciden&a, su di essa, della
dimensione del simbolico e del significante. 7ale a dire che Laplanche e 5ontalis partono
dall'assunto che non vi sia esperien&a propriamente umana che a partire dal riconoscimento 3
giocofor&a in prima battuta inconscio 3 di tale duplice esorbitan&a, di cui la Verleugnung
costituirebbe viceversa un radicale misconoscimento. 6i comprende allora come tale no&ione possa
da essi essere accostata a quella di Ver?erfung (espun&ione$, da Freud impiegata in uno dei suoi
tentativi di definire un meccanismo di difesa specifico delle psicosi. Aentativi pi frequenti,
naturalmente, anteriormente e posteriormente al periodo compreso tra il !"" e il !:#, nel quale
egli tende a fare del processo della rimo&ione il prototipo della difesa in generale, ingenerando cos=
una confusione che si trova spinta all'estremo nel caso clinico, sopra esaminato, del presidente
6chreber (!"$, nel quale, al fine di rendere conto della genesi della paranoia, egli aveva fatto
appello alla triparti&ione del processo della rimo&ione, fornendone contestualmente la teoria.
>:-
?l termine 3 alternativo a quello di rimo&ione 3 che ci permetterebbe di meglio distinguere
questo processo, Freud l'aveva tuttavia impiegato, argomentano Laplanche e 5ontalis, gi2 nel !8,
nel Caso clinico dell'uomo dei lupi. ?l contesto, particolarmente ricco e complesso, quello del
capitolo sul rapporto intrattenuto, per il pa&iente, da complesso di evira&ione ed erotismo anale.
*apporto sulle cui tracce Freud messo dalla contraddi&ione tra %l'abuso sfacciato
dell'incontinen&a' di cui questi aveva dato prova all'et2 di tre anni e me&&o, quando defecava
deliberatamente a letto per fare dispetto alla governante con cui era costretto talora a condividere la
camera, e %l'orrore' un anno pi tardi provato quando, durante il periodo in cui egli aveva gi2
cominciato a soffrire di attacchi di angoscia, gli accadde di non riuscire a trattenere le feci durante il
giorno. <el tentativo di spiegare tale cambiamento, Freud si imbatte infatti nell'identifica&ione dal
>:-9fr. sopra, p. !:. Ea si ricorder2 come gi2 nel saggio metapsicologico su L'inconscio (!#$ il discorso fosse pi
complesso. ?n esso Freud aveva infatti ipoti&&ato che in ambo le grandi classi di nevrosi tra le quali egli allora
distingueva (di trasla&ione e narcisistiche$ il meccanismo difensivo in gioco fosse quello della rimo&ione, la quale si
sarebbe nel primo caso diretta sulle sole rappresenta&ioni di parola (@ort#orstellungen$, mentre nel secondo avrebbe
interessato anche le rappresenta&ioni di cosa (Sac!#orstellungen$ ad esse corrispondenti. 6alvo poi chiedersi %se il
processo che in essa Rla schi&ofreniaS si chiama rimo&ione abbia ancora qualcosa in comune con la rimo&ione che si
verifica nelle nevrosi di trasla&ione'. 9fr. sopra, pp. -+;.
8!
bambino stabilita con la madre per il tramite di una frase da lei pronunciata mentre stavano
ritornando da una visita al medico di famiglia, cui si era rivolta per i disturbi di cui soffriva al basso
ventre, ma che il bambino aveva spostato sull'intestino, individuando erroneamente la malattia
materna nella dissenteria. 6postamento e identifica&ione che 3 spiega Freud 3 non sarebbero
comprensibili se non disponessimo dell'informa&ione secondo cui essi si sarebbero prodotti
contemporaneamente al celebre sogno dei lupi, %con cui ebbe ini&io la fase dell'angoscia' e che
%consent= Ral bambinoS la comprensione posticipata della scena osservata a un anno e me&&o Rquella
del coito tra i genitoriS e gli mise in chiaro il ruolo che spetta alla donna nell'atto sessuale'. 6u tale
base, Freud arguisce infatti che %sotto l'influsso della scena primaria' il bambino fosse pervenuto
alla conclusione che %la madre si era ammalata a causa di ci4 che il padre aveva fatto con lei0 e la
sua paura di avere del sangue nelle feci, di esser dunque malato come la madre, corrispondeva al
rifiuto di identificarsi con lei in quella scena sessuale, lo stesso rifiuto con il quale s'era svegliato
dal sogno. Auttavia tale paura testimoniava altres= che nell'ulteriore elabora&ione della scena
primaria egli s'era messo al posto della madre e le aveva invidiato quella rela&ione col padre.
L'organo attraverso il quale l'identifica&ione con la donna 3 e cio l'atteggiamento omosessuale
passivo verso il padre 3 poteva estrinsecarsi, era la &ona anale'.
>:;
?l che solleva tuttavia una
temibile difficolt2: %abbiamo dovuto supporre' 3 ammette infatti Freud 3 %che durante lo
svolgimento del sogno il pa&iente avesse ritenuto che la donna fosse evirata e avesse, in luogo del
membro virile, una ferita', da cui la rimo&ione dell'atteggiamento femminile fino ad allora
mantenuto nei confronti del padre. %Kra, come si concilia questa comprensione del rapporto
sessuale, questo riconoscimento della vagina con la scelta dell'intestino per l'identifica&ione con la
donnaU'
>:,
?l punto , risponde Freud, che %siamo sempre propensi a considerare i processi psichici
inconsci alla stregua di quelli consci', ci4 che ci impedisce di farci carico di una %contraddi&ione'
sen&a immediatamente tentare di appianarla. Dopo di che, anticipando quanto avrebbe articolato
oltre dieci anni dopo in Feticismo, ma anche negli scritti sulla scissione dell'?o della fine degli anni
trenta, fornisce la seguente versione dei fatti. *idestata dal sogno dei lupi, la scena primaria dovette
dapprima apparire al bambino come questi l'aveva osservata e intesa all'et2 di un anno e sei mesi,
ovverosia come un rapporto anale. %Kra per4 che aveva quattro anni, accadde qualcosa di nuovo. 6i
risvegliarono le esperien&e vissute nel frattempo, gli accenni che aveva udito al tema
dell'evira&ione, tutto ci4 mise in dubbio la %teoria cloacale' e lo port4 a riconoscere la differen&a tra
i sessi e il ruolo sessuale assegnato alla donna. Lgli si comport4 allora come si comportano
>:;%alla storia di una ne#rosi infantile LCaso clinico dell'uomo dei lupiM, cit., pp. ##+#:.
>:,?bidem.
#"
d'abitudine i bambini quando si d2 loro un chiarimento indesiderato su argomenti sessuali o di altra
natura. *espinse cio il nuovo REr #er?arf das 'eueS 3 nel nostro caso per motivi attinenti la paura
dell'evira&ione 3 e si attenne al vecchio. R...S La spiega&ione nuova fu scartata R?urde age?iesenS,
l'antica mantenuta0 quest'ultima gli forniva il materiale per l'identifica&ione con la donna. R...S <on
si deve per4 credere che la nuova conce&ione rimanesse sen&a esito: al contrario essa produsse un
effetto straordinariamente intenso costituendosi a fondamento del fatto che l'intero processo del
sogno fu mantenuto nella rimo&ione e sottratto ad ogni ulteriore elabora&ione cosciente. R...S L' certo
contraddittorio REs ?ar freilic! ein @iderspruc!S che da allora in poi la paura dell'evira&ione
potesse coesistere accanto all'identifica&ione con la donna attraverso l'intestino0 ma non si trattava
che di una contraddi&ione logica, e quindi scarsamente significativa Raer doc! nur ein logisc!er
@iderspruc!0 ?as nic!t #iel esagtS. L'intero processo, an&i, appare caratteristico del modo in cui
lavora l'inconscio. Gna rimo&ione qualcosa di diverso da un ripudio cosciente REine VerdrAngung
ist et?as anderes als eine Ver?erfungS'.
>:!
9he Freud conservi anche in questo caso il termine rimo&ione, facendo della possibile
coesisten&a di correnti psichiche contraddittorie una specifica&ione di tale meccanismo, non sembra
peraltro in alcun modo ridurre la prossimit2 rispetto a quanto in seguito sostenuto, tanto pi che egli
arriva persino a descrivere il fenomeno della scissione, sia pure mettendola in carico unicamente
alla sintomatologia nevrotica e sen&a mai passare dal piano clinico a quello metapsicologico.
%@uando abbiamo esaminato la genesi della fobia dei lupi' 3 osserva infatti 3 %abbiamo inseguito
gli effetti derivanti dalle nuove cogni&ioni che il pa&iente aveva acquisito su come si svolge l'atto
sessuale0 ora che studiamo i disturbi della fun&ione intestinale ci troviamo sul terreno della vecchia
teoria cloacale', quasi che a ciascuna delle due correnti psichiche corrispondesse nel pa&iente lo
sviluppo dei germi di una in particolare delle forme di nevrosi. .l punto che potremmo dire che
%l'atteggiamento femminile verso l'uomo, ripudiato mediante l'atto della rimo&ione, si ritrasse nella
sintomatologia intestinale': quasi che questa designasse per l'appunto un luogo separato, rescisso
dal corso principale dello sviluppo psichico, che il pa&iente aveva nel frattempo imboccato, ma sul
quale sarebbe stato successivamente ostacolato dall'attra&ione esercitata dal carattere regressivo
della sua fissa&ione pulsionale, di origine probabilmente costitu&ionale, alla &ona anale.
>>"

Gn interessante riscontro al riguardo fornito da una delle maggiori difficolt2 tecniche da
Freud affrontate nel trattamento del caso: la resisten&a ad esso opposta dal pa&iente nella forma del
dubbio con cui questi 3 trincerandosi dietro %una rispettosa indifferen&a' 3 accoglieva i risultati
>:!?vi, pp. ##:+#>.
>>"9fr. ivi, pp. ##>+#8. 6ignificativamente, a p. ##;, attraverso il termine medio costituito dalla locu&ione tedesca %;uf
2ott sc!eissen0 2ott et?as sc!eissen' R%cacare su Dio', %cacare qualcosa a Dio'S, la quale significa fare, regalare un
bambino a Dio, Freud mette esplicitamente in rapporto le elucubra&ioni religiose dell'uomo dei lupi col divenire
donna a suo tempo individuato quale nocciolo del delirio del presidente 6chreber.
#
dell'analisi. Fino a quando egli ebbe l'idea di promettergli proprio la guarigione dai suoi disturbi
intestinali, inducendolo in tal modo a palesare la sua %incredulit2' e togliendosi in seguito la
soddisfa&ione %di veder sparire i suoi dubbi quando l'intestino 3 come un organo istericamente
affetto 3 cominci4 a %partecipare al discorso' durante il nostro lavoro, per poi ritrovare R...S la
fun&ione normale da tanto tempo perduta'. 7ale a dire che, in seno alla nevrosi ossessiva in cui il
quadro clinico del pa&iente era venuto stabili&&andosi, la sintomatologia intestinale costituiva
%quella particella d'isteria che troviamo regolarmente alla base di ogni nevrosi ossessiva',
>>
ci4 che
parrebbe costituire, rispetto all'opposi&ione tra rappresenta&ioni e tenden&e consce e inconsce, un
ulteriore fattore di complessit2. Aanto che, nel tirare le somme di quanto articolato in queste pagine,
Freud ipoti&&a da ultimo esplicitamente l'esisten&a, nella vita psichica, di pi correnti, anche
reciprocamente contraddittorie. ?n seguito all'abbandono della teoria del coito anale, infatti, il suo
pa&iente si sarebbe comportato in modo per lui caratteristico: %egli aveva dapprima resistito, poi
aveva ceduto, ma la seconda rea&ione non aveva sospeso completamente la prima. ?l risultato fu
che, alla fine, coesistevano in lui, una accanto all'altra, due correnti contrarie, per cui da un lato
aveva in orrore l'evira&ione, e dall'altro era disposto ad accettarla e a consolarsi con la femminilit2 a
titolo di risarcimento. 9ontinuava, poi, a restare virtualmente operante la ter&a corrente, la pi
antica e profonda, quella che si era limitata a respingere l'evira&ione, sen&a porsi neppure il
problema di formulare un giudi&io circa la sua realt2'.
>>:
<el suo articolo sul feticismo del !:;, Freud riporta un esempio relativo a due fratelli, che,
al pari dell'uomo dei lupi, avrebbero rinnegato un dato reale 3 la morte del padre, avvenuta quando
essi avevano poco meno di due e dieci anni rispettivamente 3 sen&a per questo sviluppare una
psicosi. 9ontraddicendo nella lettera seppure non nella sostan&a a quanto detto alcune pagine prima
circa l'utili&&o dei termini %scomoti&&a&ione', %rinnegamento' e %rimo&ione', Freud vi afferma an&i
che essi l'avrebbero scotomi&&ato. 5osto che la differen&a essen&iale tra nevrosi e psicosi consista
nel fatto che, mentre nella prima si avrebbe un sacrificio della pulsione a favore della realt2, nella
seconda avverrebbe esattamente l'opposto,
>>>
la questione che si pone cio quella di sapere come
mai il rinnegamento di %un aspetto certo significativo della realt2' non avesse nel loro caso 3 in
verit2 per nulla isolato 3 comportato una perdita della realt2 stessa in generale. 6cartata una prima
risposta, consistente nell'invocare l'esisten&a, nel bambino, di un'elasticit2 mentale che nell'adulto
andrebbe viceversa perduta, Freud avan&a l'ipotesi che %i due giovanotti' non avessero %affatto
%scotomi&&ato' la morte del padre, cos= come i feticisti non scotomi&&ano per nulla l'evira&ione
>>?vi, p. #8!.
>>:?vi, p. ##,.
>>>Aesi che, come ricordato dallo stesso Freud, era da lui stata avan&ata nello scritto del !:> su 'e#rosi e psicosi (trad.
di *. 9olorni, in 1pere, cit., vol. !, pp. -";+#$ e ribadita in quello dell'anno successivo su La perdita di realt" nella
ne#rosi e nella psicosi (trad. di *. 9olorni, in 1pere, cit., vol. ", pp. >#+8>$.
#:
della donna. 6olo una corrente della loro vita psichica non aveva accettato la morte del padre0
un'altra se ne rendeva conto perfettamente0 l'atteggiamento consono al desiderio e quello consono
alla realt2 coesistevano in essi uno accanto all'altro'. *agion per cui a giusto titolo che potremmo
%continuare ad aspettarRciS che nel caso della psicosi una delle due correnti, quella consona alla
realt2, possa in effetti non esserci'.
>>8
*ispetto alla psicosi, la Verleugnung di per s1 considerata si distinguerebbe dunque non nella
misura in cui la psicosi chiamerebbe in causa un meccanismo difensivo di tipo diverso, quanto
perch1 il suo intervento costituirebbe, per l'instaurarsi di quella, una condi&ione necessaria ma non
sufficiente, essendone a tal fine in sovrappi richiesta l'esclusivit2. ?n ogni caso, emerge da queste
righe come l'oggetto del rinnegamento feticistico sia s= una perce&ione contrastante con il desiderio
del soggetto, ma unicamente in quanto inclusa in un ori&&onte di senso il quale solo, trascendendola,
le attribuirebbe il suo significato. 5u4 essere allora utile ricordare come, vent'anni prima di redigere
il Caso clinico dell'uomo dei lupi, nel suo lavoro su Le neuropsicosi da difesa Freud avesse gi2
descritto la difesa psicotica come uno scollamento, da parte del soggetto, nei confronti della realt2:
%l'?o' 3 aveva sostenuto 3 %si strappa alla rappresenta&ione incompatibile, ma questa
inseparabilmente connessa a un pe&&o di realt20 l'?o, strappandosi a essa, si stacca dunque, in tutto o
in parte, anche dalla realt2'.
>>#
L difatti, citando questo passo nel loro commento sull'uso del verbo
#er?erfen da Freud fatto nel Caso clinico dell'uomo dei lupi, Laplanche e 5ontalis osservano che, se
egli sembra in generale concepire %questo tipo di Nrimo&ioneO nel mondo esterno, simmetrica alla
rimo&ione nevrotica', nei termini di %un disinvestimento del percepito', ovverosia di un %ritiro
narcisistico della libido accompagnato forse da un ritiro dell'interesse non libidico', %in altre
occasioni' egli %sembra giungere all'idea di un ritiro del significato, di un rifiuto di attribuire un
senso al percepito. @ueste due conce&ioni d'altronde non si escludono l'un l'altra nella mente di
Freud: il ritiro dell'investimento ($esetzung$ anche un ritiro del significato ($edeutung$'.
>>-
<ell'affermare ci4, Laplanche e 5ontalis rimandano allo scritto su 'e#rosi e psicosi, al cui
proposito si gi2 detto come Freud vi avan&i proprio la tesi secondo cui %la ne#rosi saree l'effetto
di un conflitto tra l'Io e il suo Es0 mentre la psicosi rappresenteree l'analogo esito di un
perturamento simile nei rapporti tra l'Io e il mondo esterno'.
>>;
.ltrimenti detto, le nevrosi
costituirebbero una sorta di incapacit2, da parte dell'?o, di accettare un determinato moto pulsionale
in quanto lesivo della sua unit2. 9arattere, quest'ultimo, che Freud non sembra tuttavia concepire
come originario, bens= come derivato dal fatto che l'?o, assoggettandosi ai comandi del 6uper+?o, si
>>8Feticismo, cit., pp. 8!#+!-.
>>#Le neuropsicosi da difesa, trad. di .. 9ampione, in 1pere, cit., vol. :, p. >>.
>>-B. Laplanche, B.+/. 5ontalis, Enciclopedia della psicoanalisi, cit., p. -;.
>>;'e#rosi e psicosi, cit., p. -.
#>
assoggetterebbe al contempo %a quegli influssi del mondo esterno reale che han trovato nel 6uper+?o
la propria rappresentan&a'. ?l mondo esterno, difatti, dominerebbe l'?o in due modi: %innan&itutto
mediante le perce&ioni attuali che possono rinnovarsi continuamente, e in secondo luogo gra&ie a
quel patrimonio mnestico di perce&ioni precedenti che, in quanto %mondo interiore', rappresentano
un possesso e un elemento costitutivo dell'?o stesso'. Kra, nel caso dell'amentia o stato confusionale
acuto di tipo allucinatorio, da Freud qui evocato quale %la forma forse pi sconvolgente ed estrema
di psicosi', %non soltanto non vengono accolte perce&ioni nuove, ma viene sottratto significato
(investimento$ anche al mondo interiore, che, in quanto riprodu&ione del mondo esterno, fino ad
allora ne faceva le veci0 l'?o si crea dispoticamente un nuovo mondo esterno e un nuo#o mondo
interiore, R...S in base ai moti di desiderio dell'Ls' e sulla scorta di %una grave e insopportabile
frustra&ione del desiderio ad opera della realt2'.
>>,
7ale a dire che, pur essendo ingenerata la psicosi
da una mancata reali&&a&ione del desiderio al livello della realt2 esterna da noi conosciuta mediante
la perce&ione, gli effetti di tale frustra&ione avrebbero innan&itutto a che vedere con la dimensione
del senso che a tale realt2 noi attribuiamo nella misura in cui, rappresentandocela, ne facciamo
l'oggetto su cui vertono i nostri processi di pensiero.
<ell'articolo su La perdit" di realt" nella ne#rosi e nella psicosi, di pochi mesi posteriore al
lavoro du 'e#rosi e psicosi, Freud ritorna sull'intera questione a partire dall'osserva&ione che
l'opposi&ione delle due patologie in base al fatto che l'?o soccomba allo strapotere della realt2
oppure a quello dell'Ls richiederebbe di essere sfumata, in quanto %ogni nevrosi turba in qualche
modo il rapporto dell'ammalato con la realt2'.
>>!
?l punto non tanto che, nella psicosi, all'ini&iale
fuga dalla realt2 seguirebbe sempre uno sfor&o diretto alla sua ricostru&ione, poich1 il fine ultimo di
tale processo non quello di recuperare la realt2 ini&ialmente respinta, bens= soltanto quello di
rimpia&&arla con una pi consona ai desideri dell'Ls. @uanto attira ora l'atten&ione di Freud
piuttosto il fatto che, nella nevrosi, l'ini&iale sottomissione al principio di realt2, col sacrificio
pulsionale che ne consegue, non esclude %un tentativo posticipato di fuga', determinato dalla spinta
ascensionale del rimosso. 9he in questo scritto sia rinvenibile una costante oscilla&ione tra due
differenti modelli teorici, il primo dei quali pone l'accento sul possibile ruolo patogeno della
rimo&ione mentre il secondo accentua quello delle frustra&ioni subite dal soggetto ad opera della
realt2 esterna, le quali lo indurrebbero a ripiegare sul %mondo della fantasia', non cambia la
sostan&a delle cose: quali che siano i motivi che gliela rendono intollerabile, il nevrotico, lungi
dall'applicarsi ad intervenire sulla realt2 esterna per modificarla, %non ne vuole sapere nulla', ma %si
accontenta di schivarRneS una certa parte e di proteggersi dal pericolo di venire con essa in
>>,?vi, pp. -+:. ?l corsivo mio.
>>!La perdita della realt" nella ne#rosi e nella psicosi, cit., p. >!.
#8
collisione'. 9i4 che non gli preclude peraltro la possibilit2 di trarre, da tale %territorio protetto', %il
materiale per le sue neoforma&ioni di desiderio, trovandolo abitualmente sulla via della regressione
verso un passato reale pi ricco di soddisfa&ione'. Di modo che pure per la nevrosi si presenterebbe
%non solo il problema della perdita di realt2, ma anche il problema di un suo sostituto'. 9on una
differen&a, tuttavia, sostan&iale, che Freud indica en passant, ma le cui conseguen&e sono
incalcolabili: a differen&a di quanto avviene nella psicosi, la nevrosi non altererebbe una parte della
realt2 se non a partire da un'altra sua parte, che con quella condividerebbe un medesimo ori&&onte di
senso. *agion per cui non vi si tratterebbe, a rigore, nemmeno di una sostitu&ione in senso stretto,
bens= soltanto di una rielabora&ione del significato di quella.
>8"
9onsiderata sotto questo angolo visuale, la nota&ione freudiana 3 contenuta in 'e#rosi e
psicosi Q secondo cui %non si pu4 disconoscere l'intima affinit2 tra questa psicosi e il sogno
normale' risulta ancora pi interessante. ?n ambo i casi, esattamente come varr2 per la Verleugnung
feticistica, il legame dal soggetto intrattenuto con la realt2 verrebbe infatti ad allentarsi, soltanto che
%condi&ione del sogno R...S lo stato di sonno, caratteri&&ato R...S da un assoluto distacco dalla
perce&ione e dal mondo esterno'. 9ome dire che, in questo caso, l'altera&ione del mondo interiore
non comporterebbe alcun mutamento nell'appre&&amento della realt2 esterna unicamente in quanto
circoscritto nella sua portata dal verificarsi di una condi&ione psichica 3 quella del sonno 3 che
potremmo sen&'altro definire di scissione.
>8
9ondi&ione il cui verificarsi sar2 chiamato in causa
anche in Feticismo, e per risolvere il medesimo enigma: come, in quali %circostan&e' e attraverso
quali %vie' l'?o riuscirebbe %a cavarsela' in presen&a di conflitti tra istan&e, che %indubbiamente
sono sempre presenti', %sen&a ammalarsi'U L'ipotesi di Freud duplice: che il diverso esito di
situa&ioni analoghe abbia a che veder con la differente intensit2 delle for&e in gioco0 ma anche e
soprattutto che %l'?o riuscir2 a evitare la rottura in un punto qualsivoglia se e in quanto altera s1
stesso, si acconcia ad una diminu&ione della propria compatte&&a e unit2, magari addirittura si
incrina o si frammenta'. Aanto pi che, immediatamente dopo, egli aggiunge che %stando cos= le
cose, le incoeren&e, le stravagan&e e le follie degli uomini potrebbero essere viste in una luce
analoga alle loro perversioni, accettando le quali gli uomini riescono a evitare le rimo&ioni'.
>8:
Di
modo che, paradossalmente, a costituire il pi saldo dei baluardi posti a difesa dell'?o sarebbe
proprio la sua scissione, nella misura in cui essa, confinando l'effetto dereali&&ante prodotto
dall'intervento del meccanismo del rinnegamento ad uno solo dei suoi settori, ne eviterebbe ci4 di
>8"9fr. ivi, p. 8>. %'?l nuovo fantastico mondo esterno della psicosi' 3 scrive Freud 3 %vuole prendere il posto della
realt2 esterna, mentre quello della nevrosi, al pari del giuoco infantile, si appoggia di buon grado a una parte della
realt2 3 naturalmente non a quella da cui il soggetto deve difendersi 3 conferendo ad essa un significato particolare e
un senso segreto che, non sempre a proposito, chiamiamo simbolico'.
>89fr. 'e#rosi e psicosi, cit., p. ->.
>8:?vi, p. -#.
##
cui, conformemente all'immagine dallo stesso Freud fornita nel Compendio di psicoanalisi,
potremmo parlare nei termini di un suo rattrappimento. %Da quel che dicono gli ammalati dopo la
guarigione' 3 avrebbe infatti scritto nel !>, 3 si apprende che anche %allora, in un angolino
dell'animo loro (cos= sogliono esprimersi$, si teneva gelosamente celata una persona normale che
osservava come spettatore impar&iale il trascorrere della malattia e del suo tumulto'.
>8>

%entro e fuori dall'Io
Aale immagine, per4, per quanto immediata non rende forse conto nel modo migliore della
scena della psicosi, nella quale si tratterebbe piuttosto della conversione dei dati della perce&ione in
un reale ostinato e muto, divenuto per il soggetto inospitale in quanto disertato dal senso. 7ale
pertanto la pena, sulla scorta di quanto ancora una volta indicato da Laplanche e 5ontalis, fare a
questo riguardo riferimento alla ridefini&ione che della Ver?erfung stata proposta da Bacques
Lacan nella sua *isposta al commento di Pean ()ppolite sulla RVerneinungS di Freud.
>88
<el suo saggio su La negazione, Freud parte da una constata&ione di ordine clinico, relativa
alla frequen&a con la quale, in analisi, i pa&ienti pronunciano frasi del tipo: %Kra lei penser2 che io
voglia dire qualche cosa di offensivo, ma in realt2 non ho questa inten&ione'. 9omprendiamo allora
3 dice Freud 3 %che questo il ripudio, mediante proie&ione, di un'associa&ione che sta or ora
emergendo Rdie ;?eisung0 eines een auftauc!enden Einfalles durc! /roDe>tionS'. Kppure: %Lei
domanda chi possa essere questa persona nel sogno. 'on mia madre'. <oi rettifichiamo: dunque
la madre. 9i prendiamo la libert2, nell'interpreta&ione, di trascurare la nega&ione e di cogliere il
puro contenuto dell'associa&ione'.
>8#
.ttraverso la nega&ione, la rimo&ione verrebbe difatti ad essere
da una parte tolta (in virt dell'avvenuto accesso alla coscien&a dei contenuti precedentemente
banditine$, dall'altra mantenuta (in quanto tale mutamento rimane ineffettuale$, ci4 che
permetterebbe al pensiero di guadagnarsi %un primo livello d'indipenden&a dagli effetti della
rimo&ione e con ci4 anche dalla costri&ione esercitata dal principio di piacere'. @uesto, per4,
presuppone che, contrariamente a quanto potremmo aspettarci, %il fine primo e pi immediato
dell'esame di realt2 non RsiaS quello di trovare nella perce&ione reale un oggetto corrispondente al
rappresentato, bens= di ritro#arlo, di convincersi che ancora presente'. 7ale a dire che la
perce&ione non si identifica affatto, per Freud, con l'immagine che la realt2 imprimerebbe sulla
>8>Compendio di psicoanalisi, trad. di *. 9olorni in 1pere, cit., vol. , p. -:,.
>889fr. B. Lacan, *isposta al commentario di Pean ()ppolite sulla RVerneinungS di Freud, trad. it. in Scritti, a cura di
G. 9ontri, Linaudi, Aorino !;8, vol. ?, pp. >;>+!". ?l testo di ()ppolite cui il titolo del saggio di Lacan fa
riferimento pubblicato, con il titolo Commento parlato sulla ,Verneinung- di Freud, in appendice al secondo
volume di questa stessa edi&ione degli Scritti (pp. ,,#+,!>$.
>8#La negazione, cit., p. !;.
#-
taula rasa della nostra mente, quanto piuttosto con un segno di realt2 che verrebbe semplicemente
a confermare o a negare la presen&a all'esterno dell'apparato psichico di ci4 che lo gi2 al suo
interno, nella forma della rappresenta&ione. ?l che spiega come mai una determinata
rappresenta&ione possa per l'appunto divenire cosciente sen&a essere riconosciuta nella sua realt2
effettiva: semplicemente, nel prenderne percettivamente atto l'?o sarebbe ancora libero di
dissociarne il contenuto dal segno di realt2 ad esso associato (nella misura in cui essa diviene
l'oggetto di uno sguardo riflessivo, la realt2 interiore si trova infatti, rispetto all'apparato psichico,
nella stessa posi&ione di quella esterna$. <on fosse che, a questo punto, il problema diventa quello
di stabilire quali siano i contenuti presenti all'interno del campo della rappresenta&ione
(dell'apparato psichico$ nel momento in cui la fun&ione del giudi&io costituita dall'esame di realt2 vi
si applica. La risposta di Freud che ci troviamo qui rimandati ad un'altra fun&ione del giudi&io, la
quale sarebbe la prima ad entrare in a&ione e che dovrebbe essere pertanto considerata come
originaria: non quella di %accordare o contestare l'esisten&a nella realt2 a una rappresenta&ione',
bens= quella di %concedere o rifiutare una qualit2 a una cosa'. %La qualit2 sulla quale Ril giudi&ioS si
deve pronunciare' 3 spiega 3 %potrebbe essere stata in origine buona o cattiva, utile o dannosa.
Lspresso nel linguaggio dei pi antichi moti pulsionali orali: questo lo voglio mangiare o lo voglio
sputare e, in una versione successiva: questo lo voglio introdurre in me e questo voglio escluderlo
da me'. 6i tratta, dunque, di una prima costitu&ione 3 retta dal principio di piacere 3 di quella
distin&ione tra dentro e fuori che l'altra fun&ione del giudi&io, quella dell'esame di realt2, interverr2
poi a diversamente regolare, in quanto %l'esperien&a ha insegnato che non importante solo il fatto
che una cosa (oggetto di soddisfacimento$ possegga la qualit2 %buona', vale a dire meriti di essere
accolta nell'?o, ma anche il fatto che essa esiste nel mondo esterno, di modo che ci si possa
impadronire di essa secondo il proprio bisogno'.
>8-
?l giudicare nel senso dell'asser&ione costituirebbe dunque, secondo Freud, %l'ulteriore e
fun&ionale sviluppo dell'inclusione (Einezie!ung$ nell'?o o dell'espulsione (;ustossung$ dall'?o, che
in origine avvenivano secondo il principio di piacere'.
>8;
Ld proprio su tale base che Lacan
stabilisce un duplice nesso: tra inclusione nell'?o e ci4 che egli chiama %simboli&&a&ione primaria'
da una parte0 e tra espulsione dall'?o e %l'ambito di ci4 che sussiste fuori dalla simboli&&a&ione
dall'altra'. Di modo che il meccanismo in virt del quale l'uomo dei lupi avrebbe espunto
(#er?orfen$ la castra&ione s'identificherebbe da ultimo con la mancata simboli&&a&ione della stessa.
%Ci[ c!e non 9 nato al simolico' 3 afferma Lacan 3 %appare nel reale'.
>8,
.ltrimenti detto, si
>8-9fr. ivi, pp. !!+:"".
>8;?vi, p. :".
>8,B. Lacan, *isposta al commento di Pean ()ppolite sulla 7erneinung di Freud, cit., p. >,". 6ul processo della
simboli&&a&ione primaria in rela&ione alle psicosi, cfr. anche, dello stesso Lacan, Una questione preliminare ad ogni
possiile trattamento delle psicosi (in Scritti, cit., vol. ??, pp. ##8 e sgg.$, nonch1 i passaggi al riguardo contenuti nel
#;
tratterebbe cio di riconoscere come, a rendere conto della perdita di realt2 di cui nel titolo del
lavoro freudiano del !:8, non possa che essere un difetto di simboli&&a&ione, il quale potrebbe del
resto prodursi anche regressivamente come pure ammettere un movimento in senso inverso.
L' vero che, dal passaggio del Caso clinico dell'uomo dei lupi che immediatamente segue
quelli sopra discussi,
>8!
sembrerebbe doversi trarre tutt'altra indica&ione, dal momento che Freud, in
un'allucina&ione che il pa&iente avrebbe avuto all'et2 di cinque anni, e il cui contenuto ha a che
vedere con una ferita che egli si sarebbe inferto ad un mignolo, scorge viceversa lo stigma della
finalmente avvenuta accetta&ione della castra&ione.
>#"
La solu&ione di tale difficolt2 si trova
nondimeno nello scritto in cui per la prima volta Freud si era servito di questo episodio, il saggio sul
Falso riconoscimento L,gi" raccontato-M durante il la#oro psicoanalitico (!>$. ?n
quell'occasione, egli aveva infatti aggiunto alla narra&ione del pa&iente la seguente considera&ione:
%quanto al contenuto della visione R...S vorrei osservare che tali falsifica&ioni allucinatorie proprio
nel quadro del complesso di evira&ione non sono infrequenti, e possono servire a correggere
perce&ioni indesiderate'. 9i4 a riprova di cui egli porta due esempi, tratti da una lettera inviatagli da
un lettore del saggio su Leonardo, uno dei quali appare pressoch1 identico all'allucina&ione
dell'uomo dei lupi. %Eia madre' 3 cita infatti Freud 3 % davanti al lavandino e pulisce i bicchieri e
il catino, mentre io gioco nella stessa stan&a e combino qualche guaio. 5er puni&ione mi si batte
sulla mano: e con enorme sgomento vedo che il mio mignolo cade, e cade proprio nel catino.
6apendo che mia madre in collera non oso dire nulla, e il mio sgomento aumenta ancora di pi
quando vedo che subito dopo la domestica porta via il catino. 6ono rimasto convinto per molto
tempo di avere perso un dito 3 probabilmente fino a quando non imparai a contare'. Ea ancor pi
significativo forse l'altro esempio, in cui la perce&ione sgradita che anche in questo caso
dobbiamo supporre dietro l'episodio non soltanto simboli&&ata, bens= anche corretta: %quando mi
trovavo nell'et2 'dell'esplora&ione sessuale infantile', per un caso fortunato' 3 scrive il lettore di
seminario di cui tale scritto costituisce una rielabora&ione (cfr. B. Lacan, Il seminario0 liro III+ Le psicosi0 3G55B56,
trad. di .. /allabio, 5. Eorerio e 9. 7igan4, Linaudi, Aorino !,#$.
>8!?l passo, che si presenta come un virgolettato, recita: %@uando avevo cinque anni giocavo in giardino vicino alla mia
bambinaia, e con il mio temperino incidevo la corteccia di uno di quei noci che compaiono anche nel mio sogno.
?mprovvisamente, con indicibile terrore mi accorsi che mi ero tagliato il mignolo della mano (destra o sinistraU$ in
modo che stava appeso solo per la pelle. <on provavo dolore, ma una grande angoscia. <on osai dire nulla alla
bambinaia che si trovava solo pochi passi pi in l2, mi lasciai cadere sulla panchina pi vicina e rimasi seduto,
incapace di dare una sola occhiata al dito. .lla fine mi calmai, guardai il dito e vidi che non era minimamente ferito'
(%alla storia di una ne#rosi infantile LCaso clinico dell'uomo dei lupiM, cit., pp. ##,+#!$.
>#"9fr. ivi, p. ##!. %Lo spunto dell'allucina&ione del dito tagliato gli era stato fornito' 3 precisa Freud 3 %da ci4 che
aveva udito a proposito di una sua parente, della quale si raccontava che fosse nata con sei dita a un piede, e che il
dito superfluo le fosse stato subito spiccato con un'accetta. Le donne dunque non avevano il pene perch esso era
stato loro rescisso al momento della nascita. Lgli accett4 per questa via, all'epoca della nevrosi ossessiva, ci4 che
durante il sogno aveva gi2 appreso e allontanato da s1 in virt di una rimo&ione. ?noltre dalle letture e dalle
discussioni relative alla storia sacra era certo venuto a conoscen&a della circoncisione rituale di 9risto e degli ebrei
in generale'.
#,
Freud 3 ebbi occasione di esaminare un genitale femminile, in una piccola coetanea, e #idi con
c!iarezza un pene della specie del mio'.
>#
?l che vuol dire che l'allucina&ione, coerentemente del
resto a quanto a pi riprese indicato da Freud, andrebbe messa in conto non al momento della
perdita di realt2, bens= a quello della sua ricostitu&ione0 quanto al primo, nulla viceversa vi
apparirebbe, se non la perce&ione stessa, in quanto non ancora o non pi rappresentata, ovverosia
simbolicamente assunta dal soggetto. 9i4 di cui Freud rende fenomenologicamente conto altrove,
parlando di un senso di Entfremdung che sarebbe specifico di questi stati.
La nozione di Lntfremdung
@uesto termine, che nell'edi&ione italiana delle opere di Freud tradotto con %estraneit2' ma
che potrebbe essere ugualmente reso con %aliena&ione' o %straniamento' (sic! der Um?elt
entfremden significa ad esempio %alienarsi, estraniarsi dal mondo circostante'$, compare ad
esempio in uno degli ultimi scritti di Freud, Un disturo della memoria sull';cropoli (!>-$.
>#:

L'episodio che ne sta al centro risale tuttavia a parecchi anni addietro, e pi precisamente al !"8,
>#>

quando, durante le vacan&e estive, egli intraprese assieme al fratello minore un viaggio che avrebbe
dovuto portarli a 9orf. Giunti a Arieste, per4, accogliendo con una strana commistione di
irrita&ione ed entusiasmo il consiglio di un amico, avevano deciso di recarsi piuttosto ad .tene.
%@uando poi 3 spiega Freud 3 il pomeriggio dopo l'arrivo mi ritrovai sull'.cropoli e abbracciai con
lo sguardo il paesaggio, mi venne improvvisamente il pensiero singolare: %Dunque tutto questo
esiste veramente, proprio come l'abbiamo imparato a scuolaU`' K, per descrivere la situa&ione con
pi esatte&&a, la persona che faceva questo commento si distingueva assai pi nettamente del solito
da un'altra persona, che prendeva nota di questo commento, ed entrambe erano meravigliate, anche
se non della stessa cosa. La prima si comportava come se dovesse, sotto l'impressione di una
osserva&ione indubitabile, credere a qualcosa la cui realt2 le era rimasta dubbia fino a quel
momento. R...S L'altra persona, invece, era stupita a buon diritto perch1 non si era accorta che
l'esisten&a reale di .tene, dell'.cropoli e di quel paesaggio fosse mai stata messa in dubbio'.
>#8

.bbiamo dunque qui, come nel caso dell'uomo dei lupi, la giustapposi&ione, a fronte di una
medesima constata&ione percettiva (il paesaggio che in quel momento Freud ha sotto gli occhi$, di
due rea&ioni di segno diametralmente opposto, ciascuna delle quali metterebbe capo ad una distinta
>#9fr. Falso riconoscimento L,gi" raccontato-M durante il la#oro psicoanalitico, trad. di .. E. Earietti, in 1pere, cit.,
vol. ;, pp. !"+!:.
>#:9fr. Un disturo della memoria sull';cropoli, trad. di 5. Lavanch) Lai, in 1pere, cit., vol. , pp. 8-!+8,.
>#>Freud vi aveva gi2 accennato in L'a##enire di un'illusione, trad. di 6. 9andreva ed L. 5anaitescu, in 1pere, cit., vol.
", pp. 8>+,#.
>#8Un disturo della memoria sull';cropoli, cit., p. 8;8+;#.
#!
corrente della vita psichica. L' vero che i contesti sembrerebbero essere del tutto differenti: un sogno
da una parte, sullo sfondo delle indagini sessuali infantili e del complesso di Ldipo0 l'impressione in
un uomo maturo destata da un evento fattualmente occorsogli e registrato in stato di veglia,
dall'altra.
<ondimeno, per effetto della spiega&ione che di tale impressione Freud ci fornisce, la distan&a
tra i due casi appare sensibilmente ridotta. 9ome dimostrato dall'atteggiamento tenuto dai due
fratelli a Arieste, quando, prima di poter acquistare il biglietto per il piroscafo diretto ad .tene,
avevano ancora serbato, al riguardo, un certo scetticismo, si tratterebbe qui 3 per usare le parole di
Freud 3 di un caso di %too good to e true'. ?l che solleva tuttavia una difficolt2: %Gn'incredulit2 di
questo tipo palesemente un tentativo di ricusare un frammento della realt2 Rein Versuc!0 ein Stc>
der *ealitAt azule!nenS, ma qui c' qualcosa di strano. <on saremmo per nulla stupiti se un tale
tentativo si dirigesse contro un frammento di realt2 che minaccia di recare dispiacere0 il nostro
meccanismo psichico per cos= dire programmato per questo. Ea perch1 una tale incredulit2 verso
qualcosa che invece promette un intenso piacereU'
>##
9hiamando in causa il caso delle nevrosi da
successo, in cui il 6uper+?o, in mancan&a di una frustra&ione esterna, ne ingenera una interna, Freud
ricorda innan&itutto come, in seno all'apparato psichico, ci4 che costituisce un piacere per una
determinata istan&a possa nondimeno costituire un dispiacere per un'altra e viceversa. Dopo di che
cerca di ricondurre l'esperien&a da lui vissuta sull'.cropoli a questo schema, individuandovi il frutto
di uno spostamento dal presente al passato del reale motivo della sua meraviglia: il suo essere in
quel luogo, il che non ha naturalmente nulla a che vedere con la realt2 di quest'ultimo. Da cui la
solu&ione dell'enigma, inerente l'aver fatto Freud troppa strada rispetto alle sue umili origini e pi in
particolare al padre, ci4 che il suo essere arrivato a vedere .tene coi propri occhi avrebbe attestato
in maniera inequivocabile.
<ondimeno, a un certo punto del suo scritto 3 una lettera aperta a *omain *olland in
occasione del suo settantesimo compleanno 3 Freud ammette una certa difficolt2 nel rendere conto
dei fatti, nonch1 di essere costretto a riconoscervi un che di irriducibile: %allora, sull'.cropoli, io
ebbi per un istante 3 o avrei potuto avere 3 il sentimento: %ci4 che vedo non reale'. L' quel che
vien chiamato un %sentimento di estrania&ione' REntfremdungsgef!lS. Feci un tentativo di
difendermene e vi riuscii, al pre&&o di fare una falsa asse&ione sul passato'.
>#-
7ale a dire che la
spiega&ione sopra riportata si collocherebbe in un momento che, rispetto a quello, originario,
dell'esperien&a di estrania&ione, sarebbe gi2 di riappropria&ione, di rimpatrio, di reiscri&ione della
realt2 percepita nel campo di quell'inconscio a partire dal quale, secondo quanto articolato ne La
>##?vi, p. 8;-.
>#-?vi, p. 8;,.
-"
negazione, ne sarebbe pensabile il rinvenimento. @uanto all'estrania&ione propriamente detta, lungi
dal prodursi soltanto in certe malattie psichiche, essa avrebbe del pari luogo, come le allucina&ioni,
%anche nelle persone sane', e consisterebbe in un particolare tipo di atto mancato, %di struttura
anomala', passibile di assumere due forme, diverse ma complementari. %K un frammento della
realt2 che ci appare estraneo, oppure una parte del nostro ?o', nel qual caso si parla piuttosto di
%depersonali&&a&ione'. Lsistono poi %altri fenomeni, nei quali possiamo riconoscere, per cos= dire, il
corrispettivo positivo di questi, la cosiddetta %fausse reconaissance', il %d1k2 vu', %d1k2 racont1',
illusioni nelle quali cerchiamo di annettere qualcosa al nostro ?o, cos= come nell'estrania&ione ci
sfor&iamo di escludere qualcosa da noi'. Ea %tutto questo 3 osserva Freud 3 ancora cos= oscuro,
cos= poco padroneggiato dal punto di vista scientifico', che ci si deve limitare a prendere in atto di
come tutti i fenomeni di estrania&ione REntfremdungsp!AnomeneS, nella misura in cui cercano %di
allontanare qualcosa dall'?o, di rinnegarlo', %servono alla difesa' Rsie dienen alle der ;?e!r0
?ollen et?as #om Ic! fern!alten0 #erleugnenS e questo indipendemente dal fatto che la minaccia
provenga %dal mondo esterno reale' Raus der realen ;useOen?eltS o, come parrebbe essere il caso
dell'esperien&a narrata da Freud, %dal mondo interno dei pensieri e degli impulsi che sorgono
nell'?o' Raus der Inner?elt der im Ic! auftauc!enden 2edan>en und *egungenS. ?n ambo i casi, si
tratterebbe di un ritiro di senso in tutto e per tutto analogo a quello riscontrato, in rapporto
all'evira&ione, nell'uomo dei lupi. Aanto pi che vi sono, nel testo freudiano del !>-, degli elementi
che gettano tra i due casi un ponte pi solido di quanto ci si potrebbe aspettare. Ara la rimo&ione
patologica e la normale difesa, la quale si attua %mediante riconoscimenti, riflessioni, giudi&i e
a&ioni appropriate', vi sarebbe infatti un'ampia schiera di comportamenti dell'?o a cavallo tra le due,
un cui esempio, per quanto vi sia piuttosto riconoscibile %un caso limite', si troverebbe nel %celebre
lamento dei Eori di 6pagna %.) de mi .lhama' che racconta come il re /oabdil accoglie la noti&ia
della caduta della sua citt2 di .lhama. Lgli intuisce che questa perdita significa la fine del suo
dominio, ma non vuole %tenerla per vera', decide di trattare la noti&ia come ,non arriv1e-. 9os=
suona la strofa:
Carta le fueron #enidas
\ue ;l!ama era ganada:
Las cartas ec!o en el fuego
] al mensaDero matara+
>#;
6i indovina facilmente che questo comportamento del re in parte determinato dall'esigen&a
di lottare contro il sentimento della propria impoten&a. /ruciando le lettere e facendo uccidere il
>#;R,Lettere gli erano arrivate V (che gli dicevano$ che .lhama era stata espugnata. V Le lettere gett4 nel fuoco V e il
messaggero mand4 a morte-S.
-
messaggero, egli cerca ancora di dimostrare il suo potere assoluto'.
9he queste parole facciano eco a quelle, contenute in Feticismo, secondo cui il bambino che
rinnega la castra&ione materna si condurrebbe come quegli adulti che gridano ai quattro venti che il
trono e l'altare sono in pericolo, indubbio. L per quanto esse non sembrino adattarsi
particolarmente bene al senso di dereali&&a&ione sperimentato da Freud sull'.cropoli, tale
impressione si rivela caduca a fronte dell'eventualit2 che l'impoten&a di cui qui si tratta non sia da
riferirsi a Freud se non per il tramite della figura del padre in quanto oggetto di identifica&ione. L
difatti, nell'ultima parte di Un disturo della memoria sull';cropoli, si trova il seguente passo: %L se
ci permesso paragonare un cos= piccolo evento con uno pi grande, non forse accaduto che
<apoleone ?, durante la sua incorona&ione a <otre+Dame, si voltasse verso uno dei suoi fratelli 3
sar2 stato sen&'altro il pi grande, Giuseppe 3 per commentare: %cosa direbbe .onsieur notre p&re,
se potesse essere qui adessoU''. 9i4 che 3 commenta Freud 3 %ha a che fare con la critica del
bambino verso il padre, con il dispre&&o che ha sostituito la sopravvaluta&ione infantile della sua
persona Rmit der 2eringsc!Atzung0 ?elc!e die fr!>indlic!e Wersc!Atzung seiner /erson agel=st
!atteS'.
>#,
Lo stesso dispre&&o che il bambino riserva alla bambina in quanto deprivata dell'oggetto
3 il fallo 3 che solo conferisce il valore di eleggibilit2 al soggetto che lo detiene. 7ale a dire che, alla
radice dell'angoscia sperimentata da Freud sull'.cropoli, starebbe non soltanto l'aver superato il
padre, ma l'essersi reso in ci4 conto di come il padre stesso 3 reputato nell'infan&ia onnipotente 3
fosse viceversa stato a sua volta impotente, castrato. ?l che significava inoltre ammettere la
castra&ione propria, in quanto figlio a sua volta chiamato a divenire padre. L difatti, rivolgendosi da
ultimo a *olland, Freud non si limita a chiarire definitivamente come, ad aver %guastato' a lui e al
fratello la felicit2 del viaggio ad .tene, sarebbe stato %un sentimento di piet2 filiale', ma aggiunge:
%L ora Lei non si stupir2 pi che il ricordo dell'esperien&a sull'.cropoli mi riaffiori cos= sovente, da
quando io stesso sono di#entato #ecc!io0 !o isogno d'indulgenza e non posso piN #iaggiare'.
>#!
9on quest'accenno all'impoten&a senile, il cerchio si chiude: anche in questo caso
l'Entfremdungsgef!l, il senso di straniamento nei confronti della realt2, si sarebbe prodotto in
stretta connessione con la difficolt2, condivisa dalla totalit2 degli uomini e da quelli di sesso
maschile innan&itutto, ad assumere la castra&ione quale ori&&onte ultimo della propria esisten&a. ?l
rapporto, del resto, era gi2 stato stabilito da Freud proprio in Feticismo, con l'afferma&ione che
%come %stigma indelebile' dell'avvenuta rimo&ione, rimane anche un senso di estraneit2 3 che nei
feticisti non manca mai 3 rispetto al #ero e proprio genitale della donna'.
>-"
9ome dire che ci4 che il
feticista rinnega non la realt2 anatomica della femminilit2, bens= la mancan&a del pene, ovverosia
>#,?vi, pp. 8,"+,.
>#!?vi, p. 8,, corsivo mio.
>-"Feticismo, cit. p. 8!>, corsivo mio.
-:
la sua ;uf!eung al livello del simbolico0 di modo che, di tale realt2, non resterebbero al soggetto
che le spoglie mortali, o, come anche si potrebbe dire, un reale dereali&&ato. 5erch1 la vagina non
per il feticista la ferita che fa orrore, ci4 che ne implicherebbe giustappunto la sussun&ione al livello
del simbolico, bens= 3 o quanto meno anche 3 un frammento di essere sprovvisto di qualsivoglia
significa&ione, al punto da non ingenerare in lui n1 desiderio, n1 angoscia.
Feticismo e scissione dell'Io.

7olendo trarre una prima conclusione dal percorso sin qui compiuto attraverso i testi
freudiani, potremmo dunque dire che la Verleugnung verte a rigore non sulla realt2 del genitale
femminile, quanto piuttosto sulla sua valen&a simbolica, ovverosia sulla contraddi&ione da esso
rappresentata rispetto alla significa&ione di totalit2 e complete&&a viceversa supportata dal fallo.
9he, di fronte al genitale femminile, il feticista non provi in prima battuta orrore, bens= soltanto un
irriducibile senso di estraneit2, lo attesta chiaramente: l'oggetto reale, deprivato di quella
Wersc!Atzung che sin dal !"# Freud aveva collocato all'interse&ione tra feticismo e amore
normale, ovverosia al cuore stesso del desiderio in quanto umano, perde per il soggetto non soltanto
d'interesse, ma anche di significato. Declassato al rango di mera cosa, il genitale femminile si trova
ad essere riassorbito in seno all'essere non simboli&&ato, ci4 che fa s= che non si distingua ormai pi
dalle altre cose se non in virt del sovrappi di enigmaticit2 derivantegli dalla sottra&ione di senso
su di esso operata. Laddove il feticcio, nella sua unicit2, verrebbe dunque per effetto della
Verleugnung a surretti&iamente incarnare l'origine stessa del senso e del valore, il genitale della
donna, per lo stesso motivo, correlativamente apparirebbe come una realt2 non ancora nata al senso.
L' vero nondimeno che, secondo Freud, nel feticismo l'Entfremdung non si produce mai in via
esclusiva, bens= sempre accanto ad una condi&ione affettiva profondamente diversa. ?n
concomitan&a con l'ele&ione del feticcio, l'interesse che esso eredita dal pene femminile viene infatti
%ulteriormente esaltato in modo straordinario giacch1 nella crea&ione di questo sostituto si riflette,
come in un monumento alla memoria, l'orrore dell'evira&ione'. Ld giustappunto soltanto a partire
di qui, %come %stigma indelebile' dell'avvenuta rimo&ione', che secondo Freud si produrrebbe
%inoltre' 3 come gi2 si ricordato 3 il senso di Entfremdung rispetto al genitale femminile. Gno
straniamento che, puntuali&&a Freud, %nei feticisti non manca mai', esattamente come non manca
mai il senso di orrore 3 il cui prodursi pure parrebbe esserne escluso 3 di cui sopra. @uasi che, nel
feticista, coesistessero, in connessione con la medesima rappresenta&ione, due distinti affetti,
tenden&ialmente incompatibili.
.l fine di meglio precisare la natura dell'orrore che il genitale femminile, a dispetto
->
dell'indifferen&a da essi nutrita nei suoi confronti, sarebbe in grado di ingenerare nei feticisti, pu4
essere utile eviden&iarne il rapporto con l'Un!eimlic!, ovverosia con quella sensa&ione di cui egli
aveva alcuni anni prima affermato che %non c' dubbio che essa appartenga alla sfera dello
spaventoso, di ci4 che genera angoscia e orrore, ed altrettanto certo che questo termine non viene
sempre usato per in un senso definibile, tanto che quasi sempre coincide con ci4 che
genericamente angoscioso'.
>-
?l perturbante (das Un!eimlic!$, aveva inoltre aggiunto anticipando
sui risultati della sua ricerca, la quale consiste in buona parte nella lettura della novella di L.A...
(offmann %er Sandmann, %quella sorta di spaventoso che risale a ci4 che ci noto da lungo
tempo, a ci4 che ci familiare'. ?l significato del termine %!eimlic!', del resto, %non univoco, ma
appartiene a due cerchie di rappresenta&ioni che, sen&a essere antitetiche, sono tuttavia parecchio
estranee l'una all'altra: quella della familiarit2, dell'agio, e quella del nascondere, del tener celato'.
L, %nell'uso corrente, un!eimlic! il contrario del primo significato, e non del secondo'.
>-:
Ea
l'indica&ione decisiva tuttavia un'altra ancora, che Freud trae da 6chelling, stando al quale
un!eimlic! % tutto ci4 che avrebbe dovuto rimanere segreto, nascosto, e che invece affiorato'.
>->

9i4 che Freud illustra mediante una lunga serie di esempi, il principale dei quali tratto dalla
succitata novella di (offmann, il cui protagonista, lo studente <athaniel, si trova ad incontrare nella
vita reale la figura del %mago sabbiolino' (der Sandmann$ da cui la sua immagina&ione era stata
dominata durante l'infan&ia. @uesti 3 gli aveva raccontato una bambinaia 3 era un uomo cattivo, che
versava della sabbia negli occhi dei bambini che non vogliono andare a dormire, fino a farli
sanguinare e uscire dalle orbite. Dopo di che li prendeva e li portava ai suoi piccoli che lo
attendevano nel loro nido, sulla luna, affinch1 questi se ne cibassero con i loro becchi ricurvi come
quelli delle civette.
>-8
9he <athaniel fosse abbastan&a grande, all'epoca in cui aveva ascoltato il
racconto della governante, per respingerlo come falso e grottesco, e che tuttavia questo avesse su di
lui prodotto 3 esattamente come la narra&ione di (offmann sul lettore 3 un'impressione indelebile,
non fa naturalmente per Freud alcun problema, altro non essendo la storia narrata dalla bambinaia
che una rappresenta&ione immaginaria, in forma spostata e travestita, della castra&ione. Ld proprio
a questo riguardo che Freud cita, insieme a diversi altri esempi di ritorno del rimosso,
%un'esperien&a che traiamo dal lavoro psicoanalitico', relativa a come spesso %individui nevrotici
dichiarino che l'apparato genitale femminile rappresenta per loro un che di perturbante'.
>-#

Kra, quantunque il passo prosegua dicendo che %questo perturbante (Un!eimlic!e$ per4
l'accesso all'antica patria ((eimat$ dell'uomo, al luogo in cui ognuno ha dimorato un tempo e che
>-Il perturante, cit., p. ,.
>-:?vi, p. ,-.
>->?bidem.
>-89fr. L.A... (offmann, L'uomo della saia e altri racconti, trad. di L. 5ocar, *i&&oli, Eilano !,>.
>-#Il perturante, cit., p. "-.
-8
an&i la sua prima dimora', conviene forse rapportare tale esperien&a all'ulteriore distin&ione che
Freud stabilisce tra il perturbante %che si verifica quando complessi infantili rimossi sono richiamati
in vita da un'impressione', e quello che viceversa si produce %quando convin&ioni primitive
superate sembrano aver trovato una nuova convalida'.
>--
7ale a dire che, mentre in quest'ultimo
caso si tratterebbe di una temporanea sospensione dell'esame di realt2, in virt della quale
determinati contenuti rappresentativi, dei quali non avremmo mai cessato di essere consci ma nella
cui realt2 avremmo tuttavia smesso di credere, tornerebbero ad essere presi per veri0 nell'altro ci
troveremmo piuttosto di fronte ad un vero e proprio ritorno del rimosso, ferma restando la difficolt2
di tracciare, tra l'uno e l'altro di essi, un confine netto. ?l che non solo getta nuova luce sull'idea
schellinghiana secondo cui l'un!eimlic! coinciderebbe col venire allo scoperto di ci4 che avrebbe
dovuto rimanere celato, ma eviden&a come la sua produ&ione, pur collocandosi ad un livello pi
profondo di quello che nel saggio sulla nega&ione Freud riconosce al giudi&io logico, presupponga
nondimeno il superamento di quello cui si attuerebbe quel rinnegamento della realt2 in quanto
simboli&&ata il cui residuo e correlato (an$affettivo sarebbe viceversa da individuarsi nella
sensa&ione dello straniamento. Di modo che l'indica&ione ancora una volta quella di un
evitamento, per il tramite del feticcio in quanto supporto della Verleugnung, di quella stessa
angoscia di cui Freud ci dice tuttavia ora che il feticista, stante l'Un!eimlic!>eit per lui conservata
dal genitale femminile, non manca al contempo di assumersi.
Entfremdung e Un!eimlic!>eit costituirebbero pertanto due sensa&ioni non solo contrapposte,
ma addirittura escludentisi a vicenda, dal momento che, come si visto, laddove l'esperien&a della
dereali&&a&ione metterebbe capo ad una sorta di depennamento della castra&ione dall'ori&&onte
simbolico attraverso il quale il soggetto accede al reale, nel perturbante si tratterebbe viceversa
proprio del ritorno del relativo complesso, a seguito del fallimento della sua rimo&ione. Lppure
Freud afferma che, nel feticista, esse coesistono una accanto all'altra. 9ome conciliare, allora, i
termini dell'antitesiU La risposta di Freud quella sopra anticipata in rela&ione al problema dello
statuto della Verleugnung: la coesisten&a di due sensa&ioni tanto diverse tra loro come quelle
dell'Entfremdung e dell'Un!eimlic!e si spiegherebbe facilmente qualora si ammettesse la
possibilit2, per l'?o, di scindersi in due parti perfettamente distinte e autonome, l'una delle quali
adotterebbe un meccanismo difensivo poten&ialmente psicotico quale quello rappresentato dal
rinnegamento della rappresenta&ione indesiderata0 mentre l'altra si avvarrebbe, in relazione alla
medesima rappresentazione, di quello, nevrotico, della rimo&ione.
Gi2 adombrata nel Caso clinico dell'uomo dei lupi, tale solu&ione avrebbe trovato la sua
definitiva sistemati&&a&ione in uno degli ultimi scritti di Freud, giustappunto intitolato La scissione
>--?vi, p. ".
-#
dell'Io nel processo di difesa.
>-;

?n questa breve nota, rimasta incompiuta, egli comincia col rievocare lo scenario, gi2 descritto
in 'e#rosi e psicosi, di un conflitto, cui l'?o 3 in questo caso %del bambino' 3 sarebbe chiamato a far
fronte, tra una determinata pretesa pulsionale da una parte e l'obie&ione ad essa opposta dalla realt2
dall'altra. <on fosse che in questo caso Freud non si concentra su come ci4 esiga il sacrificio di uno
dei corni dell'alternativa, in quanto al bambino sarebbe offerta l'ulteriore possibilit2 di non scegliere
%nessuna delle due vie' o di %prendeRrleS entrambe contemporaneamente, il che lo stesso'. . tale
duplice ingiun&ione, egli potrebbe infatti rispondere %con due rea&ioni opposte, entrambe valide ed
efficaci. Da un lato, con l'ausilio di determinati meccanismi, rifiuta la realt2 e non si lascia proibire
nulla0 dall'altro, riconosce il pericolo della realt2 e assume su di s1 in quell'attimo stesso, sotto
forma di sintomo patologico, la paura di quel pericolo, paura da cui in seguito cercher2 di
proteggersi'.
>-,

Lvidentemente, la scena qui descritta da Freud la stessa che si trova nel saggio sul feticismo
del !:;, essendo la pretesa pulsionale in questione quella del soddisfacimento masturbatorio e il
pericolo cui essa espone il soggetto quello della castra&ione. .d emergere tuttavia con maggior
chiare&&a come il meccanismo della Verleugnung non esaurisca di per s1 solo la risposta dall'?o
fornita al conflitto, ma ne rappresenti una parte soltanto, il cui necessario complemento sarebbe da
identificarsi nella rimo&ione. 6oltanto allora, infatti, si potr2 dire che %tutti e due i contendenti
hanno avuto la loro parte: la pulsione pu4 continuare a essere soddisfatta, e alla realt2 vien pagato il
dovuto'. 9i4 che costituisce 3 precisa Freud 3 il vantaggio di una solu&ione che parrebbe pertanto
essere %molto abile'. <on fosse che c' un costo da pagare: %il successo stato raggiunto al pre&&o
di una lacera&ione dell'?o che non si cicatri&&er2 pi, che an&i si approfondir2 col passare del tempo.
Le rea&ioni antitetiche al conflitto permarranno entrambe come nucleo di una scissione dell'?o
RIc!spaltungS'. 9i4 da cui Freud trae una conseguen&a decisiva, la cui portata eccede evidentemente
l'ambito del feticismo, che egli non ha difatti sin qui nominato, ma che in esso si manifesterebbe
nondimeno con maggiore eviden&a che in altri fenomeni.
>-!
7ale a dire che %l'intero processo ci
appare cos= bi&&arro perch1 diamo per scontata la natura sintetica dei processi dell'?o. Ea in ci4
>-;9fr. La scissione dell'Io nel processo di difesa, trad. di L. /aruffi, in 1pere, cit., vol. , p. ##>+#-".
>-,?vi, pp. ##;+#,. ?l testo tedesco (cfr. Sigmund Freud Studienausgae+ $and III: /s)c!ologie des Une?uOten, hrsg.
von .. Eitscherlich, .. *ichards, B. 6trache) und ?. Grubrich+6imitis, Fischer, FranFfurt am Eein !,!, p. >!$
recita: %Es Rdas EindS ant?ortet auf den Eonfli>t mit z?ei entgegengesetzen *ea>tionen0 eide giltig und ?ir>sam+
Einerseits ?eist es mit (ilfe estimmter .ec!anismen die *ealitAt a und lAOt sic! nic!ts #erieten0 anderseits
aner>ennt es im gleic!en ;tem die 2efa!r der *ealitAt0 nimmt die ;ngst #or i!r als Leidenss)mptom auf sic! und
suc!t sic! spAter i!rer zu er?e!ren'.
>-!6crive a questo riguardo Freud nel Compendio di psicoanalisi (cit., p. -:!$: %?l punto di vista che postula in tutte le
psicosi una scissione dell'Io Rsul che cfr. infraS non meriterebbe tanta atten&ione se non si rivelasse pertinente anche
per altri stati che assomigliano piuttosto alle nevrosi, e in definitiva per le nevrosi stesse. Di ci4 mi sono persuaso
innan&itutto nei casi di feticismo'.
--
abbiamo palesamente torto. La fun&ione sintetica dell'?o, cos= straordinariamente importante,
soggetta a particolari condi&ioni ed suscettibile di tutta una serie di disturbi'.
>;"
9on un coup de t!eatre, Freud fa dunque saltare il tavolo sul quale si era venuta giocando la
partita che toccher2 all'Ego ps)c!olog) di successivamente riprendere. Lungi dall'identificarsi sen&a
resti con la fun&ione sintetica cui pure esso assolve, l'?o non sarebbe in grado di esercitarla che a
determinate condi&ioni. @uali siano tali condi&ioni, Freud non lo dice0 in ogni caso, l'ado&ione di un
atteggiamento ancipite a fronte del conflitto tra realt2 e pulsione sarebbe passibile di intervenire
anche in circostan&e tutto sommato piuttosto banali, quale la concomitan&a della scoperta che il
bambino fa della differen&a anatomica tra i sessi con la minaccia di castra&ione a questi rivolta a
motivo della masturba&ione. . conferma di quanto si detto circa il fatto che, ad essere oggetto del
rinnegamento feticistico, sarebbe meno la perce&ione del genitale femminile di per s1 considerata
che il complesso simbolico normalmente chiamato a renderne conto, Freud spiega infatti come,
costretto da tale concomitan&a a prendere atto della realt2 della minaccia, il bambino potr2 reagirvi
o recedendo in maggiore o minor misura dal soddisfacimento pulsionale (la masturba&ione$, oppure
creandosi un feticcio quale sostituto del pene che manca alla donna. ?l che vuol dire che l'ele&ione
di un feticcio, necessaria a sostenere la dereali&&a&ione conseguente la Verleugnung per il tramite
dello spostamento dell'investimento libidico originariamente diretto sul pene femminile al suo
Ersatz, non annulla in alcun modo l'avvenuta san&ione simbolica della castra&ione, ma an&i la
implica. <on soltanto per il fatto che, per una delle due parti in cui l'?o si scisso a seguito
dell'instaura&ione della Verleugnung, la minaccia della castra&ione continua a valere, ma anche e
soprattutto perch1, se cos= non fosse, l'Ic!spaltung stessa non avrebbe pi ragione di essere.
?n verit2 3 per le stesse ragioni probabilmente per cui, nel Compendio di psicoanalisi, egli
ammette l'intervento di una Ic!spaltung anche nella psicosi 3 il motivo da Freud addotto in
rela&ione all'esigen&a di tenere distinti feticismo e psicosi un altro, il quale ha piuttosto a che
vedere con la peculiarit2 del processo di ricostru&ione della realt2 che nei due casi verrebbe a
compensare la dereali&&a&ione prodotta dall'intervento della Verleugnung+ <el rilevare come
particolarmente impressionante il fatto che nel feticismo abbia luogo un processo di %distoglimento
dalla realt2' che %avremmo preferito riservare alla psicosi', egli sottolinea infatti come tra i due
processi vi sia nondimeno %una differen&a non trascurabile'. 5erch1 %il raga&&o non ha puramente e
semplicemente smentito la propria perce&ione allucinando un pene l2 dove esso non era visibile0 ha
solo effettuato uno spostamento di valore: ha trasferito l'importan&a del pene a un'altra parte del
corpo, servendosi (secondo una modalit2 che non abbiamo qui bisogno di descrivere$ del
>;"La scissione dell'Io nel processo di difesa, cit., p. ##,.
-;
meccanismo della regressione'.
>;
Ea che cos'altro significa questo se non che l'ele&ione del
feticcio, in virt del suo statuto di oggetto reale e non puramente immaginario quale invece quello
costituito dall'allucina&ione, non garantirebbe la stabili&&a&ione del rinnegamento della castra&ione
sen&a al contempo limitarne l'inciden&a, consentendo cos= che essa divenga contemporaneamente
oggetto di un vero e proprio riconoscimento, sia pure inconscioU
<on a caso, Freud torna in questo passo a ricollegare la sua crea&ione 3 come non aveva fatto
da molti anni a questa parte 3 ad un meccanismo di tipo regressivo, nel quale per4 egli non
individua pi il principio genetico dell'intero processo, bens= soltanto lo strumento della
sovradetermina&ione in virt della quale il feticcio assume l'ulteriore valore di sintomo. %@uesto
modo di trattare la realt2, che definiremmo ingegnoso, decisivo ai fini del comportamento pratico
del raga&&o. Lgli continua a esercitare la masturba&ione come se essa non implicasse alcun pericolo
per il suo pene0 ma al tempo stesso, in totale contraddi&ione con questa sua apparente temerariet2 o
noncuran&a, sviluppa un sintomo da cui risulta con eviden&a che tutto sommato egli riconosce il
pericolo. Gli stata prospettata la minaccia dell'evira&ione da parte del padre e subito dopo,
simultaneamente alla creazione del feticcio, subentrata in lui una paura cos= intensa e durevole di
essere punito dal padre, che ha dovuto far sfoggio di tutta la sua mascolinit2 per dominarla e
sovraccompensarla'.
>;:
Ea ancor pi interessante l'altro dei sintomi da esso sviluppati in rela&ione
al complesso di evira&ione. Gn sintomo %peraltro lieve', sebbene %mantenuto fino ad oggi', sulla
cui descri&ione il testo de La scissione dell'Io nel processo di difesa si interrompe: %una
suscettibilit2 ansiosa contro il fatto che gli vengano toccati i mignoli del piede, come se, nella
consueta oscillazione tra rinnegamento e riconoscimento, spettasse pur sempre all'evira&ione trovare
l'espressione pi chiara...'.
>;>
L'ultima parola di Freud sul feticismo, che il parimenti incompiuto Compendio di psicoanalisi
non fa che confermare, sarebbe dunque stata l'afferma&ione del suo reggersi su di un'oscilla&ione tra
Verleugnung e riconoscimento (e quindi anche rimo&ione, VerdrAngung del relativo complesso$
della castra&ione, oscilla&ione concomitante alla fetici&&a&ione dell'oggetto su cui verrebbe ad
essere cos= trasferito il valore 3 ma converrebbe forse dire la sopravvaluta&ione 3 originariamente
riferito al pene della donna.
>;?vi, p. ##!.
>;:?vi, pp. ##!+-". 9fr. anche Compendio di psicoanalisi, cit., p. -:!: %dopo tutto egli Ril feticistaS non ha il coraggio di
affermare di aver davvero visto un pene. ?n compenso si aggrappa a qualcos'altro, parte del corpo o oggetto, ad esso
ascrivendo il ruolo del pene di cui non vuole ammettere la mancan&a. 5erlopi si tratta di qualcosa che egli a visto
davvero allora, o magari qualcosa che si adatta a fungere da sostituto simbolico del pene. Lbbene, sarebbe ingiusto
che questo processo attinente alla forma&ione del feticcio venisse chiamato scissione dell'?o, essendo invece una
forma&ione di compromesso mediante spostamento, simile a quella che conosciamo mediante il sogno'.
>;>La scissione dell'Io nel processo di difesa, cit., p+ #-".
-,
Autti elementi gi2 presenti nell'articolo monografico del !:;, in conclusione al quale, a titolo
di prova dell'%atteggiamento duplice dei feticisti rispetto al problema dell'evira&ione della donna',
Freud reca, in aggiunta a quello del 2lanz auf der 'ase, un secondo esempio, %estremamente
raffinato', di feticcio, %il cui primo abbo&&o era stato una foglia di fico che il soggetto da piccolo
aveva visto su una statua'. Lsso consisteva %in una cintura di castit2 che avrebbe potuto essere
indossata anche come costume da bagno: era un pe&&o di tessuto che copriva completamente i
genitali nascondendo la differen&a tra i sessi'. ?n tal modo, essa poteva servire alternativamente a
rinnegare la castra&ione (mediante la supposi&ione che essa celasse il pene femminile$ oppure a
riconoscerla (mediante quella che essa ne dissimulasse l'assen&a$, nonch1 ad alludere alla
castra&ione maschile. Aanto pi che %la duplicit2 si manifesta' non solo nella qualit2 del feticcio 3
in questo caso particolarmente soddisfacente proprio per questa sua plurivocit2 3 ma anche e
soprattutto %nell'uso che il soggetto RneS fa, nella realt2 o nella fantasia'. 5roprio nella misura in cui
la sua oggettivit2 simbolicamente sovradeterminata, o 3 come anche potremmo dire 3 in cui esso
reale e immaginario al contempo, il feticcio non soltanto %adorato', bens= anche %maneggiato' in
fun&ione di una vera e propria messa in scena dello scenario fantasmatico della castra&ione, ci4 che
accadrebbe soprattutto qualora il feticista abbia sviluppato nell'infan&ia una forte identifica&ione
con il padre, ovverosia con l'agente della castra&ione. 9i4 che ci permetterebbe 3 conclude Freud 3
di %comprendere, sia pure alla lontana, il comportamento del tagliatore di trecce, il cui bisogno
dominante diventato quello di eseguire personalmente l'evira&ione che ha rinnegato'. ?n esso,
infatti, si troverebbero al solito riunite %due asser&ioni fra loro incompatibili: %la donna ha
conservato il suo pene' e %mio padre ha evirato la donna'.
>;8
9ol che siamo ricondotti all'assurdit2 ed all'inconsisten&a logica dell'op&ione feticistica, di cui
siamo nondimeno nel frattempo pervenuti a riconoscere come essa non sia semplicemente
infondata, ma riposi piuttosto su di un dato strutturale dello psichismo quale la precariet2 della
fun&ione di sintesi che l'?o chiamato a svolgere. 5recariet2 che consentirebbe nondimeno al
soggetto di fronteggiare o piuttosto aggirare mediante la Verleugnung ci4 che resta, a detta di Freud,
il nucleo genetico pi profondo del feticismo: l'angoscia di castra&ione in quanto associata ad una
lesione dell'unit2 narcisistica dell'?o profonda quanto basta per farci avvertire, in seno a quest'ultimo
e quale ori&&onte ultimo cui il desiderio del soggetto resterebbe fissato, il sordo lavorio della
pulsione di morte.
>;8Feticismo, cit., p. 8!-.
-!
C%-. VI. F"',00, /!"*),%&,4
.ncor prima di ricapitolare le principali tappe e i risultati del tentativo di spiega&ione del
feticismo operato da Freud, non ci si pu4 esimere dal prendere in esame l'obie&ione secondo cui, a
presentare dei connotati feticistici, sarebbe la sua stessa teoria, nella misura in cui essa
presupporrebbe alcuni assunti la cui fun&ione sarebbe equiparabile a quella svolta dal feticcio
propriamente detto. @ualora tale obie&ione dovesse risultare fondata, le indica&ioni freudiane in
materia assumerebbe infatti giocofor&a tutt'altra valen&a, non potendo essere evidentemente pi
questione 3 salvo sostan&ialmente rivederle 3 di una loro attualit2 dal punto di vista analitico, n1 di
ipoti&&arne una qualche rilevan&a in ordine al dibattito contemporaneo.
Gn buon ingresso nella questione ci fornito dalle considera&ioni di Louise B. Caplan, la
quale, in un suo recente lavoro sulle culture del feticismo, ha preso le mosse proprio dall'articolo
freudiano del !:;, individuandone il baricentro nella sua conclusione. ?n effetti, in un testo gi2 di
per s1 complesso e per nulla lineare quale Feticismo, quest'ultima appare come uno dei passaggi pi
sconcertanti. Dopo essersi occupato, sulla scorta di quanto elaborato riguardo alla duplice
determina&ione del feticcio quale supporto al rinnegamento della castra&ione ed Ersatz del relativo
complesso al contempo, del comportamento del tagliatore di trecce, Freud vi passa infatti, sen&a
media&ione alcuna, ad abbo&&are un succinto ritratto di %un'altra variante, che costituisce R...S nella
psicologia dei popoli una manifesta&ione parallela al feticismo'. 6i tratta dell'%usan&a cinese di
mutilare il piede della donna, per poi adorarlo, quand' mo&&ato, come un feticcio: quasi che l'uomo
cinese volesse ringra&iare la donna perch1 essa si sottoposta all'evira&ione'. Ea riguardo a questa
usan&a, Freud non fornisce alcun'altra delucida&ione, affrettandosi viceversa verso l'ultima,
parimenti laconica afferma&ione che si trova nel suo testo: quella secondo cui %il prototipo normale
del feticcio' sarebbe %il pene dell'uomo, cos= come il prototipo dell'organo inferiore il piccolo
pene reale della donna: la clitoride'.
>;#
7enus Lnv)
Leggendo queste pagine, Caplan comincia con l'osservare come %quel che all'ini&io voleva
essere un contributo alla teoria dell'erotismo gradualmente degenerRiS in un'aggressione contro il
corpo femminile', aggressione che nell'evoca&ione dell'usan&a cinese della fasciatura dei piedi
raggiungerebbe il suo culmine, ma una cui prima manifesta&ione sarebbe costituita gi2 dal
>;#9fr. Feticismo, cit., pp. 8!-+!;.
;"
riferimento alle pratiche dei tagliatori di trecce. 6econdo Caplan, gli %impulsi sessuali distruttivi
degli uomini verso il corpo femminile' costituirebbero an&i il vero argomento di tutta l'ultima
pagina del saggio freudiano. %@uesto tipo di feticisti' sembrerebbe infatti contraddistinguersi
unicamente per la sua incapacit2 di %controllare l'angoscia di castra&ione' se non %mutilando il
corpo femminile, oppure tagliando parti del vestiario da utili&&are a scopi sessuali o, infine,
venerando una parte del corpo femminile che sia gi2 stata mutilata'.
>;-
@uasi che, evocandone da
ultimo la figura, Freud avesse finito per inconsciamente palesare l'atteggiamento da egli stesso
assunto nel redigere questo scritto.
%(o letto Feticismo' 3 scrive Caplan nell'accingersi a proporne questa chiave di lettura 3
%molte volte e le sue afferma&ioni sulla differen&a fra maschile e femminile mi hanno sempre
disturbata. Ea questa volta sono stata guidata dalla mia formula&ione della strategia feticista e ho
potuto comprendere come questa strategia abbia influen&ato il tono e il modo delle afferma&ioni di
Freud'.
>;;
?l fatto che Caplan parli qui non di feticismo propriamente detto, bens= di una strategia
feticista del tutto irriducibile alla corrispondente perversione, non deve trarre in inganno: perch1, se
vero che %la strategia feticista non assimilabile al feticismo sessuale con il suo corredo di scarpe,
fruste e giarrettiere e che an&i il feticismo sessuale, se paragonato alla strategia feticista, qualcosa
di relativamente innocuo e familiare', ci4 significa semplicemente che il feticismo sessuale non
che una delle molteplici applica&ioni della strategia feticista in questione. 7ale a dire che, anche nel
caso del feticismo sessuale, non si tratterebbe se non di convertire qualcosa %di strano e intangibile'
in qualcosa di familiare e di ben altrimenti concreto, in quanto tale passibile di essere
padroneggiato.
?l feticismo in senso lato consisterebbe dunque in %una strategia mentale o una difesa che
permette a un essere umano di trasformare qualcuno o qualcosa, con la sua energia enigmatica e la
sua essen&a immateriale, in qualcuno o qualcosa di reale, materiale e tangibile in modo da renderlo
controllabile'. . questo principio se ne aggiungerebbero poi degli altri, che puntano nella medesima
dire&ione, a cominciare dalla tenden&a del feticismo a trasformare %ci4 che ambiguo e incerto in
qualcosa di noto e certo', estinguendo in tal modo %ogni scintilla di creativit2' e di %ribellione'.
%L'oggetto materiale, cio il feticcio, impiegato per immobili&&are e ammutolire, per vincolare e
dominare, soffocare e reprimere energie ignote, incontrollabili e percepite come pericolose, mentre
il feticcio rassicura'. ?l che pu4 essere anche espresso dicendo che il feticcio consiste in una
%trasforma&ione di ci4 che vivente in qualcosa di morto o morente', ragion per cui %quanto pi
pericoloso e imprevibile il desiderio, tanto pi l'oggetto feticcio deve essere distante ed estraneo
>;-L.B. Caplan, Falsi idoli+ Le culture del feticismo, trad. di *. Ea&&eo e E. de 9arneri, LricFson, Arento :""#, pp. :>
e :8.
>;;?vi, p. :>.
;
all'esperien&a umana'. @uasi che nella fetici&&a&ione fosse insita una componente necrofila che
esibirebbe la presen&a della pulsione di morte %nascosta nelle pieghe dell'oggetto erotico'. 6oltanto
che la pulsione di morte evidentemente qui intesa da Caplan in un senso profondamente diverso
da quello di Freud, poich1 laddove questi vi individua, come si cercato di illustrare, la conditio
sine qua non della parti&ione di una pulsione di vita propriamente detta da una tenden&a alla
ripeti&ione originariamente indifferen&iata, l'analista statunitense riduce il rapporto delle due
pulsioni a un'opposi&ione binaria, sulla quale risultano essere da ultimo modellate anche quelle, che
ne ordinano discorso, tra vita e morte, autentico e inautentico, for&a spirituale e inerte materia etc.
>;,

6i sarebbe conseguentemente tentati di dire che la fetici&&a&ione appare agli occhi di Caplan
come una fattispecie dell'aliena&ione, a fronte della quale il pensiero psicoanalitico e pi in generale
critico sarebbe chiamato ad operare una riappropria&ione. 5osto che il feticismo sessuale consista in
una particolare occorren&a di un meccanismo di controllo la cui portata sarebbe nondimeno pi
generale, e il cui fine sarebbe quello di addomesticare 3 a pre&&o di reificarla e di sottrarle in tal
modo la vitalit2 che la rende tale 3 una realt2 percepita, a motivo della sua alterit2, come
minacciosa, porre il problema del carattere feticistico della teori&&a&ione freudiana equivarrebbe
pertanto a chiedersi se essa, lungi dal reali&&are questo obiettivo, non soccomba piuttosto talora ad
un analogo bisogno di difesa. 6econdo Caplan le cose starebbero effettivamente in questo modo,
come ci sarebbe dato di cogliere mediante il riferimento ad alcuni dati della biografia freudiana.
Ara la primavera e l'estate del !:> Freud avrebbe difatti subito un duplice trauma, da lui
vissuto come %una castra&ione fisica ed emotiva'. .lla scoperta del cancro alla mandibola da cui era
affetto, immediatamente seguita dal primo dei trentaquattro devastanti interventi chirurgici cui egli
fu costretto a sottoporsi negli anni seguenti, aveva fatto in quei mesi seguito la malattia e la morte
dell'amato nipote (ein&, figlio della gi2 defunta secondogenita 6ophie. 5ur sottolineando
l'importan&a per Freud rivestita dalla perdita del piccolo (ein&, per4 sul primo dei traumi citati
che Caplan appunta la sua atten&ione, ipoti&&ando che %la mutila&ione alla bocca avesse prodotto in
Freud un'identifica&ione femminile inconscia che gli era intollerabile'. 9i4 a testimonian&a di cui
essa cita un passo di ;lcune conseguenze psic!ic!e della differenza anatomica tra i sessi, nel quale
Freud spiega come la bambina, dopo avere in un primo momento rinnegato %il fatto di essere
castrata' ed essersi formata %la convin&ione di avere da##ero un pene', si renderebbe in seguito
>;,9fr. ivi, pp. :+#. L' vero nondimeno che Caplan non manca di rilevare come, %poich1 un aspetto cruciale del
feticismo la mascherata, RsiaS spesso impossibile capire di volta in volta se l'erotismo serva a regolare e dominare
le pulsioni violente, o se invece sia la pulsione di morte a insinuarsi sulla scena tingendosi di erotismo' (ivi, pp. :$.
L'opposi&ione binaria in base alla quale essa procede poi ulteriormente problemati&&ata nel capitolo su %Le culture
del feticismo', mediante la presa d'atto del rischio di riprodurre attraverso di essa, una volta di pi, proprio quella
pretesa alla compiute&&a e quel rigetto di ogni margine di ambiguit2 e insicure&&a che costituiscono il tratto saliente
della strategia feticista.
;:
conto %della propria ferita narcisistica', sviluppando cos= %una cicatrice, cio un senso di
inferiorit2'.
>;!

9he il rimando non sia privo di una certa pertinen&a, attestato innan&itutto dal fatto 3 di cui
Caplan non prende tuttavia nota 3 che lo stesso riferimento al senso di inferiorit2 si trova anche,
come si visto, nell'ultima frase di Feticismo. Aanto pi che, nel prosieguo del passo da lei citato si
legge: %dopo aver compreso la generalit2 di questo carattere sessuale, la donna comincia a
condividere il dispre&&o dell'uomo per questo sesso minorato in un punto decisivo, e, almeno in
questo giudi&io, si trova assimilata all'uomo'. .ssimila&ione in cui Freud ravvisa (in nota$ %il
nucleo di verit2 della teoria di .dler' secondo cui l'%inferiorit2 organica' (o %protesta virile'$
costituirebbe il principale fattore etiologico delle nevrosi, e che lo porta a precisare pertanto che %il
solo organo %inferiore', che sen&a dubbio merita questo nome, sarebbe dunque la clitoride'.
>,"
Ea
ancor pi rilevante sarebbe secondo Caplan che Freud parli qui della castra&ione non nei termini di
una fantasia, bens= di un fatto0 e che egli non trovi di meglio, in rela&ione al senso di inferiorit2 in
rapporto ad esso sperimentato dalla bambina, che assimilarlo 3 sia pure al traino dell'immagine, per
lui usuale, della ferita narcisistica 3 ad una cicatrice. Aermine piuttosto %sinistro', che ci dovrebbe
indurre a riconoscere come %queste bi&&arrie di linguaggio e di pensiero nello scritto del !:#
riflettano in qualche modo le cicatrici e le ferite derivanti dall'opera&ione alla mascella e in
particolar modo quella causata dall'opera&ione che aveva rimosso la separa&ione tra la cavit2 orale e
quella nasale'. L poco importa se 3 come pure Caplan costretta ad ammettere 3 in queste tarde
elabora&ioni freudiane non vi sono novit2 sostan&iali rispetto a quanto al riguardo gi2 elaborato da
Freud anteriormente al !:>: perch1 rimarrebbero comunque %il linguaggio eccentrico e aggressivo
e l'urgen&a del tono', i quali si accordano perfettamente col fatto che, per quanto Freud avesse
collegato il feticismo all'angoscia di castra&ione e all'inferiorit2 della clitoride rispetto al pene,
%queste idee vengono ripetute e amplificate negli scritti dal !:> in poi sulla sessualit2 femminile e
diventano oggetto di tratta&ioni separate. <el !:>, all'improvviso e sen&a ragione apparente Freud
ini&i4 a scrivere saggi sulla sessualit2 femminile e sull'inferiorit2 dei genitali femminili'.
>,
La tesi di Caplan dunque che, in seguito agli interventi chirurgici subiti, Freud avesse
>;!9fr. ivi, p. >:. L'ultima parte del passo citato da Caplan, che i curatori dell'edi&ione italiana di Falsi idoli hanno
ritradotto dalla 6tandard Ldition nella quale essa lo cita, nelle 1pere suona cos=: %9on il riconoscimento della ferita
inferta al suo narcisismo si produce nella donna 3 quasi fosse una cicatrice 3 un senso di inferiorit2' (;lcune
conseguenze psic!ic!e della differenza anatomica tra i sessi, cit., p. ::$. ? corsivi sono dell'autrice.
>,";lcune conseguenze psic!ic!e della differenza anatomica tra i sessi, cit., p. :: e n. Freud si esprimer2 in modo
pressoch1 identico, ancora una volta in polemica con .dler, in una delle le&ioni aggiunte al ciclo dell'Introduzione
alla psicoanalisi nel !>:: %?l senso d'inferiorit2 ha forti radici erotiche. ?l bambino si sente inferiore se nota che non
amato, e lo steso avviene nell'adulto. L'unico organo davvero considerato inferiore il clitoride della
bambina' (Introduzione alla psicoanalisi L'uo#a serie di lezioni$, trad. di E. Aonin Dogana e L. 6agittario, in
1pere, cit., vol. , p. ;,$.
>,L.B. Caplan, Falsi idoli+ Le culture del feticismo, cit., p. >>.
;>
esperito nel suo stesso corpo la reali&&a&ione di quella che gli era da sempre apparsa, nella donna,
come una condi&ione di inferiorit2 anatomica, esacerbandone per rea&ione la rappresenta&ione.
>,:

5oich1 tuttavia essa non fa che spostare all'indietro la questione, siamo ricondotti per questa via al
nocciolo della questione, relativo al motivo per cui Freud, invece di riconoscere la differen&a che
intercorre tra l'organo genitale femminile e quello maschile nella sua positivit2, la riduce in maniera
pi o meno radicale (mediante la retrocessione della clitoride al ruolo di organo inferiore non meno
che attraverso la ridu&ione della cavit2 vaginale al vuoto marcato dall'assen&a del pene$.
9on grande acume, sebbene con una certa disinvoltura, Caplan riprende a tal fine proprio
alcuni degli elementi, a cominciare dalla centralit2 della no&ione di Verleugnung, dallo stesso Freud
forniti in Feticismo, per concentrarsi infine sul caso del soggetto il cui feticcio era quel particolare
tipo di cintura di castit2 che poteva essere anche indossata come un costume da bagno, e che
nascondeva completamente la differen&a dei sessi. . questo riguardo, Caplan osserva come il testo
di Freud non ne chiarisca la fun&ione. %Di solito la donna a indossare l'indumento feticcio R...S. .
volte il feticista semplicemente accare&&a, annusa, o contempla il suo oggetto, altre volte lo indossa
lui stesso. Freud per4 non ci dice nel suo esempio chi indossi il feticico', e a poco vale che egli ne
individui la genesi nella foglia di fico che in una statua dal soggetto vista da bambino ne copriva i
genitali, dal momento che, se essa veniva di solito apposta a copertura di quelli maschili, essa
poteva talora occultare anche quelli femminili. Ea forse proprio in questa %ambiguit2' 3
argomenta Caplan 3 che dovremmo identificare %uno degli obiettivi della strategia feticista', perch1
proprio essa avrebbe permesso al soggetto di mantenere %a livello inconscio', nel corso del rapporto
sessuale, una duplice identifica&ione. 7ale a dire che egli vi avrebbe potuto prendere parte in qualit2
di uomo, sen&a per questo precludersi la possibilit2 di un'identifica&ione femminile. L questo il
punto, in quanto Freud si sarebbe qui avvicinato a cogliere %una caratteristica molto importante del
feticismo, cio il fatto che molti feticci esprimono il desiderio pericoloso e inconfessabile di essere
donna e tuttavia rimanere un uomo. ?n molte fantasie feticiste in cui l'uomo o la sua partner indossa
un indumento di biancheria intima, il feticista immagina consciamente o inconsciamente di essere
una donna, ma una donna con il pene'.
>,>
. questo punto, per non essere ricondotta dopo un lungo giro alla %roccia della castra&ione',
Caplan costretta ad imboccare la strada di una gender t!eor) in cui, ad impedire l'integra&ione, da
parte del soggetto di sesso maschile, delle proprie identifica&ioni femminili, sarebbe essen&ialmente
l'imposi&ione, ad opera delle conven&ioni sociali, di una soggettiva&ione del sesso anatomico
>,:Caplan dissente dunque da 5eter Ga), che pure cita, il quale, nell'eviden&iare la portata del riassetto in questi anni
subito dalla teoria freudiana dello sviluppo sessuale nella bambina, mette tale svolta in carico ad esigen&e di ordine
prettamente teorico (cfr. 5. Ga), Freud+ Una #ita per i nostri tempi, trad. di .. <ovelletto, /ompiani, Eilano :""",
pp. 8-8 e sgg.$.
>,>9fr. L.B. Caplan, Falsi idoli+ Le culture del feticismo, cit., pp. >,+>!.
;8
quanto pi aderente possibile al dato da questo rappresentato. <ello stesso momento in cui si tiene
aperta l'op&ione del ruolo femminile 3 spiega Caplan 3 %il feticista citato da Freud riesce comunque
a identificarsi con un potente simbolo fallico ideali&&ato. . questo punto dello scritto di Freud, la
discussione verte sull'identifica&ione del feticista con il padre, con la posi&ione sociale e sessuale
del padre e il suo atteggiamento verso il sesso femminile'. ?l che spiega l'ulteriore passaggio al
tagliatore di trecce da una prospettiva diversa, sebbene complementare, rispetto a quella,
metapsicologica, qui adottata nel capitolo precedente. Autto l'accento cade infatti ora sul fatto che
%nella sua a&ione si trovano riunite due asser&ioni tra loro incompatibili: %la donna ha conservato il
suo pene', e %mio padre ha evirato la donna''.
>,8
5erch1, se la prima di esse esprime la reveren&a
con cui il feticista tratta il suo oggetto, nella seconda ci sarebbe finalmente dato di scorgere l'altro
versante del suo rapporto ad esso, che di puro dispre&&o. L, da qui alla scoperta aggressione il cui
fantasma sarebbe tradito dall'evoca&ione della pratica cinese della fasciatura dei piedi della donna 3
al cui proposito Caplan sottolinea la bi&&arria del commento freudiano, secondo il quale l'uomo,
venerando il piede mo&&ato, sarebbe grato alla donna di essersi sottoposta all'evira&ione 3 non c'
effettivamente che un passo.
.bitato da un divenire donna incompatibile con la maschera sociale da esso portata, il
feticista lo ricuserebbe insomma denigrandolo. %Dietro ogni proclama&ione dell'inferiorit2
femminile' 3 conclude Caplan 3 %si nasconde un'identifica&ione proibita e ripudiata con i poteri
della sessualit2 femminile. @uando un uomo si sente castrato e umiliato nelle condi&ioni che gli
impone la societ2, la sua identifica&ione femminile rimossa riemerge. Generalmente, la rea&ione pi
comune a queste umilia&ioni il desiderio di ridurre al silen&io la sessualit2 femminile'.
>,#

6provvisto di un qualsivoglia carattere di necessit2 psichica che non sia correlato a determinanti
esterne, il rifiuto opposto all'identifica&ione femminile equivarrebbe insomma ad uno schierarsi
dalla parte del padrone, con un'urgen&a tanto pi viva quanto pi dovessero risultare minacciati quel
primo ripudio e la condi&ione di vantaggio sociale 3 reale o immaginario che sia 3 ad esso
conseguente. %6appiamo che' 3 ribadisce Caplan 3 %quando in una societ2 c' un gran numero di
maschi sfruttati e umiliati, essi, per evitare di occupare nell'immaginario la stessa posi&ione della
donna NcastrataO, preferiscono identificarsi con l'oppressore sfogando la loro rabbia sulle donne che
vengono cos= denigrate e segretate'.
>,-
@uanto a Freud, pur avendo il trauma da questi subito una differente origine, la sua rea&ione
non sarebbe stata diversa. @uando egli, alla fine di Feticismo, dice che %il prototipo normale del
feticcio il pene dell'uomo, cos= come il prototipo dell'organo inferiore il piccolo pene reale della
>,8Feticismo, cit., p. 8!-.
>,#L.B. Caplan, Falsi idoli+ Le culture del feticismo, cit., p. 8.
>,-?bidem.
;#
donna, cio il clitoride',
>,;
oltre a non denunciare il carattere fantasmatico di tale assimila&ione 3
lamenta Caplan 3 non precisa neppure se tale fantasia debba essere messa in conto al'adulto oppure
al bambino. %. mio avviso Freud sta parlando della sua personale incoercibile immagine dei
genitali femminili. ?l fatto che Freud conoscesse il fun&ionamento dell'inconscio non lo mette al
riparo dall'atteggiamento che egli aveva identificato nei feticisti, cio da una combina&ione di
reveren&a e ostilit2. .l pari della perversione stessa, Feticismo di Freud scompagina i confini tra ci4
che reale e ci4 che non lo '.
>,,
. costituire il peccato originale delle teorie freudiane del feticismo, della castra&ione, del
primato del fallo e di tutte quelle a queste connesse sarebbe dunque la tinta misogina loro derivante
dall'insisten&a di un %desiderio inconscio maschile di mettersi in una posi&ione femminile', con la
conseguente %invidia' nei confronti dello %straordinario potere sessuale della madre'.
>,!
Ld
proprio l'esigen&a di difendersi da un tale desiderio che starebbe al fondo di una quantit2 di
fenomeni nei quali l'impronta della strategia feticista sarebbe 3 sostiene Caplan richiamandosi ai
riscontri %della maggior parte degli psicoanalisti' 3 chiaramente riconoscibile. Ara gli esempi che
essa riporta, particolarmente rilevante in quanto fenomeno di costume pienamente accettato se non
valori&&ato sul piano sociale, quello della serie televisiva americana T!e L @orld, chiamata a
prendere il posto, nei palinsesti, dell'ormai concluso e fortunato Sex and t!e Cit). <ei media, spiega
Caplan, T!e L @orld, %che mostra una quantit2 di donne attraenti e sessualmente sofisticate', stato
pubblici&&ato %come Venus En#) Rinvidia di venereS. 5ossiamo quindi concludere che anche il
favore di cui godeva Sex and t!e Cit) presso il pubblico maschile era dovuto allo stesso sentimento
di invidia per il genere femminile. @uella serie televisiva dava agli uomini la possibilit2 di
identificarsi inconsciamente con le donne sen&a sentirsene in colpa'. ?l che offre a Caplan il destro
per ribadire una volta di pi come Freud 3 pur cogliendo, con l'invidia del pene, un frammento di
verit2 3 non abbia tuttavia %mai considerato la possibilit2 che le sue personali afferma&ioni sulla
castra&ione femminile, sull'insufficien&a dei genitali femminili e sull'invidia del pene fossero a loro
volta una mascherata, un'abile ed elaborata manifesta&ione inconscia dell'Ninvidia di 7enereO'.
>!"
<el far questo, Caplan non si avvede tuttavia forse di una trappola che la medesima in cui
cadono quegli %uomini supermacho' 3 di cui lei stessa parla 3 per i quali la cosa pi eccitante
guardare due lesbiche che fanno sesso. . questo proposito, essa osserva infatti come il loro
desiderio di essere sottomessi e dominanti al contempo, che nell'assistere a tale scena troverebbe
>,;Feticismo, cit., p. 8!;.
>,,L.B. Caplan, Falsi idoli+ Le culture del feticismo, cit., p. 8".
>,!?bidem. Caplan allude qui al fatto che i caratteri sessuali femminili appaiono anche, al bambino, come l'emblema
del desiderio che lega padre e madre in una rela&ione dalla quale egli rimane escluso. Da cui la sua tenden&a ad
assumere una posi&ione femminile che lo mette in una condi&ione di rivalit2 con la madre.
>!"?vi, p. 8.
;-
una reali&&a&ione fantasmatica priva di conseguen&e per la loro identit2 sessuale socialmente
riconosciuta, non abbia in realt2 %nulla a che fare con quello che provano le lesbiche nelle loro
rela&ioni amorose attive e passive'.
>!
?l punto cio se quella femminilit2 il cui desiderio cadrebbe
per l'uomo sotto i colpi della rimo&ione, o, nel caso, del rinnegamento, non costituisca da ultimo
una rappresenta&ione altrettanto fantasmatica, costruita per opposi&ione alla strategia feticista ma
proprio per questo motivo ad essa ancora inevitabilmente legata.
Freud e il femminile
L'idea che la rappresenta&ione freudiana della femminilit2 tradisca l'inciden&a di una strategia
feticista nel senso, ampio, in cui Caplan la definisce, si trova tuttavia anche in un'autrice
teoreticamente tutt'altro che sprovveduta quale 6arah Cofman, la quale l'ha messa al centro del suo
lavoro su L'enigma donna.
>!:
. dispetto della differente forma&ione delle due autrici e della diversa
imposta&ione da ciascuna di esse data all'indagine, la prossimit2 delle loro argomenta&ioni non
manca di colpire il lettore. Freud stesso, del resto, era perfettamente consapevole che le sue teorie si
sarebbero attirate simili critiche. %6i pu4 prevedere' 3 si legge infatti in una nota contenuta
nell'articolo sulla Sessualit" femminile da lui redatto nell'estate del !> 3 %che i femministi (tra gli
uomini$, ma anche le nostre donne analiste, non saranno d'accordo con quanto sopra esposto.
9ostoro non potranno fare a meno di obiettare che tali dottrine derivino dal %complesso di
mascolinit2' dell'uomo e inevitabilmente servono da giustifica&ione teorica per l'innata inclina&ione
maschile a disprezzare e reprimere la donna'.
>!>
9i4 che non desta, invero, alcuna meraviglia, dal
momento che %quanto sopra esposto' consiste in primo luogo nella tesi che nella femmina il
complesso edipico, invece di essere distrutto dall'influsso di quello di evira&ione come avviene nel
maschio, ne costituirebbe viceversa il prodotto0 ma anche e soprattutto nel suo corollario per cui,
non essendo conseguentemente nelle donne l'edipo necessitato a dissolversi, esse vi resterebbero
%molto spesso' fissate, cosicch1 %anche le conseguen&e culturali del suo dissolvimento' sarebbero
in loro %meno rilevanti e dense di conseguen&e che nel maschio'.
>!8
.ncor pi apertamente, se non
in modo addirittura provocatorio, nella trentatreesima delle le&ioni introduttive alla psicoanalisi,
redatta nel !>: e ampiamente basata sullo scritto appena citato, Freud avrebbe detto che nella
donna %il 6uper+?o non pu4 raggiungere quella for&a e quell'indipenden&a che tanta importan&a
hanno per la civilt2 umana, e... i femministi non ameranno certo sentir dire quali sono gli effetti di
>!?vi, p. 8".
>!:L'enigma donna+ La sessualit" femminile nei testi di Freud, trad. di L. Euraro, /ompiani, Eilano !,:. 9fr. in
particolare la parte prima, intitolata %L'enigma e il velo'.
>!>Sessualit" femminile, trad. di 6. 9andreva e L. 6agittario, in 1pere, cit., vol. , p. -, n. ?l corsivo mio.
>!89fr. ivi, pp. -;+-,.
;;
questa debole&&a sul carattere femminile medio'. Lffetti che l'ultima parte della le&ione, nella quale
la ricostru&ione dello sviluppo sessuale femminile cede il passo alla descri&ione di %alcune R...S
peculiarit2 psichiche della femminilit2 matura', individua nel %nesso tra lo scarso senso di giusti&ia
della donna e il prevalere dell'invidia nella sua vita psichica', nonch1 nel fatto che %gli interessi
sociali delle donne sono pi deboli e la loro capacit2 di sublima&ione pi ridotta che negli
uomini'.
>!#
5arole che fanno eco a quelle del !:#, quando Freud si era spinto sino ad affermare
che, per quanto %si esitRiS a dichiararlo', %non ci si pu4 sottrarre all'idea che per la donna il livello di
ci4 che eticamente normale sia differente'.
>!-
9i4 su cui Cofman appunta i suoi rilievi tuttavia meno il contenuto di queste afferma&ioni
che la strategia discorsiva che fa loro da cornice. .d attirare la sua atten&ione, in particolare il
dispositivo da Freud messo in atto per accreditare le sue tesi dei titoli di obiettivit2 e d'impar&ialit2
necessari a metterle al riparo da qualsivoglia contesta&ione. Eediante l'ammissione della
bisessualit2 costituiva dell'essere umano, Freud ammorbidisce ad esempio quanto da lui sostenuto
circa il differente grado di sviluppo del 6uper+?o nell'uomo e nella donna precisando come, in virt
di tale fatto, alcuni uomini potrebbero benissimo mancare certi traguardi che ad alcune donne
sarebbe viceversa dato di raggiungere. Aanto pi che egli non solo riconosce di buon grado come
%neppure la psicologia RsiaS in grado di sciogliere l'enigma della femminilit2'0 ma precisa anche
come ci4 non rappresenti per la psicoanalisi affatto un problema, dal momento che essa non
pretende di %descrivere ci4 che la donna ', bens= soltanto di %indagare il modo in cui R...S dalla
bambina, che ha disposi&ione bisessuale, RessaS si sviluppa'. 9ome dire che donna 3 e quindi anche
uomo 3 non si nasce, ma si diventa. <on fosse che da tutto questo Freud sembrerebbe soprattutto
trarre occasione per fare dell'ironia. 6e il dibattito interno al movimento psicoanalitico circa lo
sviluppo psicosessuale della bambina si era rivelato cos= interessante, sarebbe infatti stato proprio %a
causa della diversit2 dei sessi, perch1 ogniqualvolta un confronto sembrava andare a discapito del
loro sesso, le nostre analiste potevano esprimere il sospetto che noi analisti non avessimo superato
certi pregiudi&i R...S. . noi per contro era facile evitare, invocando la bisessualit2, ogni scortesia.
<on avevamo che da dire: %@uesto non vale per Lei. Lei l'ecce&ione essendo, su questo punto, pi
maschile che femminile''.
>!;
Di modo che, quando Cofman afferma che %la tesi della bisessualit2
R...S permette a Freud di ripetere il discorso fallocentrico pi tenace, pi tradi&ionale e pi
metafisico', la sua nota&ione appare sen&'altro legittima, sebbene sia poi lei stessa ad aggiungere
che %questa tesi permette ugualmente di smuovere le categorie metafisiche che essa rende
problematiche in quanto afferma il carattere puramente speculativo dell'opposi&ione
>!#Introduzione alla psicoanalisi L'uo#a serie di lezioniM, cit., p. :>#.
>!-;lcune conseguenze psic!ic!e della differenza anatomica tra i sessi, cit., p. :-.
>!;Introduzione alla psicoanalisi L'uo#a serie di lezioniM, cit., p. ::>.
;,
maschileVfemminile'. Ea il punto un altro. 5erch1 la tesi della bisessualit2 dovrebbe anche
implicare che %lo stesso 6igmund Freud non pu4 essere puramente e semplicemente un uomo (#ir$,
che non pu4 quindi avere dei pregiudi&i puramente maschili. R...S Auttavia Freud non ricorre mai a
questo argomento per difendersi, non esibisce mai la sua femminilit2 cos= come si compiace di
esibire la virilit2 delle donne sue colleghe. La tesi della bisessualit2, dichiarata in linea di principio
valida per tutti gli umani, in definitiva viene usata soltanto quale arma strategica a proposito delle
donne'. @uasi che Freud %proclamasse a gran voce l'universale bisessualit2 al fine di meglio
dissimulare la denega&ione silen&iosa della propria femminilit2, la sua paranoia'.
>!,
9ol che siamo
ricondotti, per una diversa via e con un grado di complessit2 ulteriore,
>!!
a quanto sostenuto da
Caplan.
8""
.ncora ne Il tramonto del complesso edipico, osserva Cofman, Freud lamenta un certo ritardo
della psicoanalisi nel penetrare il mistero della sessualit2 femminile, determinato, oltre che dalla
maggiore complessit2 di quest'ultima rispetto a quella del maschio 3 legata all'esigen&a di operare,
per approdare al traguardo di un soddisfacente rapporto eterosessuale, un duplice cambiamento
(dell'oggetto e della &ona erogena predominante$
8"
3 dall'influen&a delle condi&ioni, estremamente
>!,9fr. 6. Cofman, L'enigma donna, cit., p. 8.
>!!L'ulteriore grado di complessit2 risiede nell'accusa secondo la quale la teori&&a&ione freudiana, nell'accostare la
questione della donna, si colorerebbe di una tinta paranoica. .ccusa dalla quale Freud cercherebbe qui di discolparsi
appellandosi al carattere puramente empirico dei dati da lui utili&&ati e alla limitate&&a della rielabora&ione da essi
subita. Da cui l'anteposi&ione, alla le&ione vera e propria, dell'avverten&a che essa %non presenta che dati osservati,
quasi sen&a aggiunte speculative' (Introduzione alla psicoanalisi L'uo#a serie di lezioniM, cit., p. ::"$. Aanto pi
che, nell'ultima parte della sua le&ione, egli mostra una certa consapevole&&a quanto al fatto che la sua tesi circa
l'influen&a dalla mancan&a del pene esercitata sul configurarsi della femminilit2 potrebbe apparire come un'%idea
fissa'. Lventualit2 questa in rela&ione alla quale egli non trova tuttavia di meglio che dichiararsi disarmato (cfr. ivi,
p. :>,$.
8""<ell'argomentare la sua tesi, l'autrice francese si discosta tuttavia dalla psicoanalista americana su due punti. ?n
primo luogo essa non muove da un fatto psicologico individuale per approdare a un fenomeno culturale, ma si
colloca immediatamente su quest'ultimo terreno. 7ale a dire che la rappresenta&ione freudiana della sessualit2 si
inscriverebbe in una tradi&ione 3 il pregiudi&io fallocentrico 3 che la eccede, e di cui Freud costituirebbe un
momento che non sarebbe privilegiato se non in fun&ione dello scarto che le sue tesi talora marcano rispetto al
modello che pure le informa. ?n seconda battuta, quando parla di %invidia di 7enere', Caplan si riferisce da ultimo a
a una dimensione costitutiva del desiderio che, conformemente all'imposta&ione da Freud data alla questione,
farebbe tuttavia problema per ambo i sessi. <on a caso, nel suo precedente lavoro sulle perversioni femminili (cfr.
/er#ersioni femminili+ Le tentazioni di Emma $o#ar), cit.$, essa aveva cercato di declinare al femminile una
categoria psicopatologica per tradi&ione di preferen&a riferita 3 salvo l' ecce&ione rappresentata dal masochismo 3 ai
soggetti di sesso maschile. Aanto pi che, ad essere scelto quale paradigma della perversione, vi era stato proprio il
feticismo, pressoch1 universalmente considerato, in ragione della sua stretta connessione con il complesso di
castra&ione, esclusivamente maschile. Cofman, di contro, sembra operare una pi forte op&ione a favore della donna
o, comunque, del differire della sua sessualit2 da quella maschile in un quadro che 3 come ben si evince dalla
violenta polemica contro le tesi da *en1 Girard sostenute a proposito dello scritto freudiano sul narcisismo nel suo
%elle cose nascoste sin dalla fondazione del mondo (trad. di *. Damiani, .delphi, Eilano !,>, del quale si vedano
le pp. 888 e sgg.$ 3 non sembra lasciare spa&io alcuno all'ipotesi che il desiderio rappresenti un'istan&a di per s1
neutra, non connotata nei termini della differen&a di genere.
8"5er il fatto che il primo oggetto degli investimenti libidici del bambino costituito, indipendentemente dal suo
sesso, dalla madre, laddove il maschio si troverebbe cos= sin da subito collocato nella giusta posi&ione in rapporto
alla normale situa&ione edipica (amore per il genitore del sesso opposto, avversione per quello del suo stesso sesso$,
la femmina sarebbe viceversa costretta ad innan&itutto abbandonare il primitivo oggetto dei suoi investimenti,
ovverosia la madre. 9i4 cui la spingerebbe 3 spiega Freud 3 proprio la variante femminile del complesso di
;!
restrittive, alle sue manifesta&ioni imposte dalla civilt2. .ttingendo da una quantit2 di testi
freudiani, appartenenti a tutte o quasi le fasi della sua produ&ione, Cofman cerca di dimostrare
come il suo punto di vista a questo riguardo non fosse poi troppo lontano da quello di <iet&sche, un
cui aforisma, %ella castit" femminile, a partire dalla constata&ione di quanto %di veramente
sbalorditivo e madornale' nonch1 forse di %paradossale' vi nell'educa&ione %delle donne di nobile
condi&ione', si domanda se questa non sia tale da stringere la loro anima %in un groviglio di cui non
esiste l'uguale', per concludere che %non si potr2 mai essere indulgenti abbastan&a con le donne'.
8":

6in dal principio, ovverosia sin dai trattamenti descritti negli Studi sull'isteria e nel Caso clinico di
%ora, l'obiettivo di Freud sarebbe infatti stato quello di restituire alla donna la parola che le era
stata tolta e negata. Ea anche questo con un gesto complesso: %poich1 la donna non ha diritto di
parola' 3 spiega Cofman 3 %finisce che non pu[ n& #uole pi parlare, che si tiene tutto per s1, che si
crea, come per una rivincita, un supplemento di mistero e di oscurit2: la donna manca di sincerit",
finge, trasforma ogni parola in un enigma indecifrabile'.
8">
<el gioco di potere che essa finisce per
intrattenere col medico, la sua posi&ione non unicamente quella della vittima, ma anche quella del
baro. *agion per cui, nella cura analitica, non si tratter2 soltanto di restituire alle donne il diritto di
esprimere la propria sessualit2 che stato loro tolto, ma anche, come Freud si esprime, di
%strappare' loro il segreto che custodiscono, di farle %confessare'. Di un tentativo, in sintesi, %non
di dare ma di estorcere loro la parola: la donna non soltanto una malata, un'isterica0 dato che
dissimula, sempre anche una criminale, e lo psicoanalista un poli&iotto che sta sempre all'erta
per scorgere le pi piccole tracce che potrebbero tradirla'.
8"8
9ontrariamente a quanto ci si sarebbe potuto aspettare, l'appunto che Cofman muove a Freud
non tuttavia quello di aver criminali&&ato la donna, ma di non essersi reso disponibile ad essere
complice del suo crimine se non a condi&ione che lei lo avesse preventivamente confessato, che
avesse rinunciato a negare, accettando di collaborare col medico e di %riconoscere la sua parola
come parola di verit2'. 7ale a dire che, lungi dal ritenere la reticen&a delle isteriche irrilevante in
rapporto al significato 3 in linea di principio integralmente accessibile alla presa del sapere medico
3 dei loro sintomi, egli vi avrebbe scorto il segno di un'alterit2 irriducibile, che non avrebbe
evira&ione (l'invidia del pene$, da cui le conseguen&e di cui sopra quanto alla difficolt2, da parte della bambina, di
superare l'edipo. .vendo gi2 attraversato la crisi indotta dalla scoperta della propria castra&ione e avendola risolta
spostando il suo amore dalla madre (dapprima in quanto ritenuta responsabile della sua priva&ione, e quindi in
quanto donna, al pari di tutte le altre castrata$ verso il padre, essa non avrebbe difatti pi alcun reale motivo di
recedere dall'attaccamento a quest'ultimo. @uanto al secondo cambiamento, esso avrebbe viceversa a che vedere con
l'incompatibilit2 tra il primato che, fino al culmine dello sviluppo della sessualit2 infantile e in perfetta analogia con
quanto avviene nel maschio, sarebbe nella femmina mantenuto dalla clitoride, e la fisiologia del coito, la quale
richiede che l'organo sessuale privilegiato divenga la vagina. 5rocesso, quest'ultimo, sulla possibilit2 del cui
integrale compimento Freud manifesta tuttavia talora seri dubbi.
8":9fr. J.F. <iet&sche, La 2aia Scienza, trad. di F. Easini, .delphi, Eilano !!#, pp. "!+".
8">6. Cofman, L'enigma donna, cit., pp. >,+>!.
8"8?vi, p. 8".
,"
cominciato a denigrare che nel momento in cui questa si sarebbe rifiutata di dischiudergli il suo
segreto. *iferendosi ad uno dei pi celebri sogni freudiani, quello dell'inie&ione a ?rma,
8"#
Cofman
scrive: %Le irriducibili, quelle che rifiutano di aprire la bocca, Nuna cavit2 purulentaO, perch1 non
accettano la Nsolu&ioneO perniciosa del loro psicanalista, andrebbero forse non consegnate alla
poli&ia come criminali, ma almeno abbandonate da lui e sostituite rapidamente, lui essendo uno che
accorda la propria tenere&&a soprattutto alle donne NsimpaticheO, a quelle che la bocca la sanno
aprire, a quelle che trova Npi intelligentiO perch1 pi pronte a cogliere i suoi consigli, ad accettare
le sue solu&ioni'. <el sogno, infatti, Freud sostituisce a un certo punto ?rma con una sua amica, che
gli sembra per l'appunto meno sciocca, e che gli dir2 3 questo quanto meno ci4 che egli si aspetta 3
tutto. Ea ci4 che sembra stare a Freud ancor pi a cuore il bisogno di discolparsi: non soltanto
dall'autoaccusa di non aver saputo curare ?rma in modo adeguato, ma anche e soprattutto da quella
di averla resa malata, di averla %infettata con la sua solu&ione simbolico+spermatica... di
trimetilamina iniettata con una siringa sporca. Trimetilamina, il termine evoca le sapienti solu&ioni
di cui riempie la testa dei suoi malati. 6e ?rma e tutte le altre irriducibili si rifiutano di aprire la
bocca e il sesso, perch1 Freud regolarmente ha gi2 trasformato l'una e l'altro in una Ncavit2
purulentaO, lui stesso an&i ha gi2 chiuso loro la bocca, le ha rese frigide, iniettando loro una
solu&ione dotta, maschia e maligna'. L questo unicamente in quanto egli %ha bisogno della loro
complicit2 per credere lui stesso nel valore della propria solu&ione, perch1 sa bene che esse soltanto
conoscono il proprio segreto e che una solu&ione iniettata dall'esterno non pu4 che essere impropria,
sporca (malpropre$, dannosa'.
8"-
6e la rappresenta&ione che Freud ci offre della donna, in rapporto al modello costituito
dall'uomo, ma anche 3 come ben sembrerebbe dimostrare l'esempio appena portato 3 in termini
assoluti, quella di un essere degradato, ci4 sarebbe dunque fun&ionale alla tenuta di un sapere e
della posi&ione di potere ad esso connessa altrimenti del tutto infondati, alla sopravviven&a di una
ma^trise viceversa radicalmente incapace, a dispetto delle sue pretese totali&&anti, di reggersi su s1
sola. 9onclusione di per s1 densa di conseguen&e, ma cui Cofman antepone la constata&ione di
come, abbassando la donna, Freud avrebbe in realt2 mirato a innal&are l'uomo, a risollevarlo dal
colpo inferto al suo narcisimo non soltanto dall'ostina&ione con cui quella restava trincerata nel suo
enigma, ma anche e soprattutto dal fatto che essa, nel farlo, bastava a se stessa, al punto che, della
tenere&&a del suo analista, della sua sollecitudine e della sua cura, mostrava, cos= ad esempio Dora,
di non sapere che farsene.
. risultare per l'uomo 3 e per Freud in quanto esponente della categoria 3 assolutamente
8"#9fr. L'interpretazione dei sogni, cit., pp. ";+:".
8"-9fr. 6. Cofman, L'enigma donna, cit., pp. 8+8>. Arad. leggermente modificata.
,
insopportabile, sarebbe infatti proprio %questa autosufficien&a' della donna: %NinvidiosoO di questa
posi&ione libidica inattaccabile, l'uomo proietta sulla donna la propria insufficien&a, la propria
invidia: se la donna tace, se essa mantiene su di s1 e sul suo sesso un Nfitto veloO, vuol dire che avr2
delle ragioni e delle buoni ragioni per restare enigmatica: deve nascondere la Ncavit2 purulentaO,
deve nascondere che non ha NnienteO da nascondere'. Da cui tesi, che si sarebbe tentati di definire
deliranti, come quella che si trova esposta alla fine della le&ione su La femminilit" in rela&ione
all'inven&ione della tessitura, della quale Freud dice che forse l'unica tra le tecniche ad essere stata
inventata dalle donne, e questo perch1 la natura stessa gliene avrebbe fornito il modello, %facendo s=
che, con la maturit2 sessuale, il pelo pubico cresca fino a coprire il genitale'. ?n tal modo, la natura
avrebbe indicato alla donna la via di una virt, il pudore, la cui %inten&ione originaria' risiederebbe
per l'appunto nel %nascondere %il difetto del genitale'.
8";
.dombrando in tal modo di fatto un nesso
tra questo tardo testo freudiano e il caso di feticismo dei vestiti da Freud presentato nella sua
conferen&a del !"! (che essa peraltro non cita$, Cofman commenta: %il pudore sarebbe l'artificio
naturaleVconven&ionale delle donne per mascherare il difetto naturale troppo naturale dei loro organi
genitali. Gra&ie a tale artificio esse possono eccitare, affascinare gli uomini che altrimenti
arretrerebbero d'orrore davanti a quella bean&a infetta che rischia di contaminarli, e si troverebbero
condannati all'omosessualit2. ?l pudore femminile dunque un'astu&ia della natura che permette alla
specie umana di conservarsi, il corollario del feticismo dell'uomo, di quel feticismo spontaneo del
bambino il quale, per angoscia di castra&ione, quando per la prima volta scorge il genitale della
bambina getta un velo sulla mancan&a di pene dicendo: N9e l'ha ma piccolo0 glielo hanno tagliato,
ricrescer2O'.
8",
7ale a dire che 3 questa in definitiva la tesi di Cofman 3 la castra&ione femminile
costituirebbe il dato a partire dalla cui supposi&ione soltanto riuscirebbe all'uomo di normalmente
sostenere il proprio fallicismo, di per s1 inconsistente, mediante il raffronto a un termine di
paragone ad !oc costruito. 5rima tuttavia di anali&&are in che modo tale strategia prenda secondo
Cofman corpo nello scritto freudiano sul feticismo del !:;, conviene tuttavia spendere ancora
qualche parola su quella che si profila a questo punto come l'autentica radice del complesso di
castra&ione: ovverosia di ci4 di cui Cofman parla nei termini di una costitutiva inaccessibilit2, per
l'uomo, della posi&ione libidica della donna. ?naccessibilit2 la cui rappresenta&ione si troverebbe
tuttavia ancora, per colmo di paradosso, in Freud, sebbene in un altro Freud, quello
dell'Introduzione al narcisismo, in cui l'assimila&ione della donna alla figura del criminale si
troverebbe finalmente collocata nella giusta luce, che non sarebbe quella dell'infamia, bens= quella
8";Introduzione alla psicoanalisi L'uo#a serie di lezioniM, cit., p. :>,.
8",6. Cofman, L'enigma donna, cit., p. 88.
,:
della glorifica&ione. <ella serie metaforica in quel testo dipanata da Freud, la quale vede la donna
successivamente assimilata al bambino, %ad alcune bestie che non sembrano occuparsi di noi, come
i gatti e i grandi animali da preda', ai %grandi criminali' e agli %umoristi' che %ci avvincono per la
coeren&a narcisistica con cui sanno tenere lontano tutto ci4 che potrebbe rimpicciolire il loro ?o',
Cofman vede infatti all'opera un rovesciamento 3 che si spiegherebbe con l'influen&a in quel
momento esercitata su Freud da .ndreas Lou 6alom1 nonch1, implicitamente e per suo tramite, da
<iet&sche 3 della sua precedente (e successiva$ posi&ione che sarebbe viceversa consistita nel
dissolvere il fascino della donna che basta a se stessa facendo di lei un'isterica. L in effetti, al passo
in cui Freud inscrive la donna nel novero di questi esseri di mistero, segue l'ammissione che %
come se li invidiassimo perch1 hanno saputo serbare una condi&ione di beatitudine psichica, un
assetto libidico inattingibile al quale noi abbiamo ormai rinunciato da tempo' e che %il grande
fascino esercitato dalla donna narcisistica' non manca peraltro di un importante rovescio: %gran
parte dell'insoddisfa&ione dell'uomo innamorato, dei dubbi che egli nutre sull'amore della sua
donna, delle lamentele per la natura enigmatica di lei, hanno la loro radice in questa incompatibilit2
fra i due tipi Rquello per l'appunto narcisistico e quello per appoggioS di scelta oggettuale'.
8"!
6en&a ulteriormente addentrarci nell'analisi che Cofman propone del testo freudiano, e il cui
approdo consiste nell'affermare che Freud si sarebbe da ultimo ritirato dall'allean&a criminale in tal
modo stabilita con la donna per ragioni legate al rispetto dei valori morali dominanti nella societ2
dell'epoca nonch1 per il timore di essere travolto dalle poten&e in tal modo destate, limitiamoci a
prendere atto di come l'uomo sembri qui effettivamente scontare, in rapporto all'immagine di
autosufficien&a rappresentata dalla donna narcisista, un duplice difetto: non solo di godimento, ma
anche del sapere sulla donna che di tale godimento gli assicurerebbe la ma^trise. Ld proprio a tale
duplice difetto che la tesi freudiana dell'invidia del pene servirebbe a porre rimedio.
L'in#idia del pene come soluzione generalizzata alla castrazione
Eediante %l'opera&ione castratrice che d2 alla donna una sessualit2 incompleta', l'uomo
cercherebbe dunque di riaffermare la propria poten&a, a cominciare dalla poten&a sessuale
propriamente detta. 5roblema di cui Freud si era tuttavia occupato ben prima degli scritti degli anni
venti e trenta sulla differen&a tra i sessi e la sessualit2 femminile, ovverosia nel secondo dei
Contriuti alla psicologia della #ita amorosa, risalente al !: e dedicato alla %pi comune
degrada&ione della vita amorosa'. <elle prime righe di tale scritto, infatti, egli afferma proprio
come l'impoten&a psichica 3 da intendersi come incapacit2 di intraprendere o concludere il coito in
8"!Introduzione al narcisimo, cit., p. 8#!.
,>
maniera soddisfacente pur in assen&a di lesioni organiche e a fronte di %una forte propensione
psichica a compiere l'atto' 3 costituisce, assieme alle varie forma di angoscia, la pi frequente tra le
ragioni per le quali i pa&ienti si rivolgono all'analisi. Dopo di che, anticipando sullo sviluppo e sulle
conclusioni del suo lavoro, prosegue spiegando come, tra i fattori etiologici del disturbo,
l'impressione casuale al cui intervento chi ne soffre volentieri addebita la sua prima comparsa, non
abbia in realt2 parte alcuna nel determinarlo. 6i tratterebbe, piuttosto, %dell'influen&a inibitoria' di
alcuni complessi psichici inconsci, il cui contenuto consisterebbe regolarmente %nella fissa&ione
incestuosa alla madre o alla sorella, che non stata superata'. .nche qui, ad essere in gioco
sarebbero pi specificamente due correnti della vita psichica, quella %di tenere&&a' e quella
%sensuale', la cui intera&ione non metterebbe tuttavia in questo caso capo ad una scissione dell'?o,
bens= dell'oggetto sessuale. Llemento caratteri&&ante della scelta oggettuale infantile primaria, prova
evidente di come %le pulsioni sessuali trovRiSno i loro primi oggetti appoggiandosi alle
valori&&a&ioni delle pulsioni dell'?o', l'intreccio delle due correnti evolverebbe, nel corso dello
sviluppo, nel provvisorio distoglimento 3 mediante l'interdi&ione edipica e il supporto ad essa
fornito dalla conserva&ione delle rela&ioni affettive tra il bambino e i congiunti 3 degli investimenti
erotici dalle loro mete originariamente sessuali, cui sarebbero chiamati a riunirsi solo in seguito,
congiuntamente all'allargamento e al definitivo spostamento delle rela&ioni affettive su oggetti
estranei al nucleo familiare.
. questo riguardo, Freud aggiunge una nota&ione molto importante, relativa al fatto che un
tale esito comporterebbe, nel soggetto, l'unione del %pi alto grado di innamoramento sensuale' con
%il pi alto appre&&amento psichico (la normale sopravvaluta&ione dell'oggetto sessuale da parte
dell'uomo$'.
8"
<on fosse che un tale appre&&amento dell'oggetto, questa sua sopravvaluta&ione 3
che la stessa di cui l'oggetto feticcio si ammanta 3 non potrebbe avvenire che a una precisa
condi&ione: che %il grado di attra&ione che possono esercitare gli oggetti infantili da abbandonare,
che propor&ionale all'investimento erotico che era stato loro assegnato nell'infan&ia' non sia
troppo forte. @ualora questo dovesse avvenire, unitamente magari a una frustra&ione libidica
imposta dall'esterno, l'esito non sar2 tuttavia necessariamente quello della nevrosi, dal momento che
all'attivit2 sessuale potrebbe essere lasciato un par&iale sfogo nella realt2 a condi&ione di %una
limita&ione nella scelta oggettuale', tale da garantirne la separa&ione dalla corrente 3 incestuosa e
pertanto rimossa 3 della tenere&&a. %La corrente sessuale rimasta attiva' 3 spiega Freud 3 %va
cercando solo oggetti che non ricordino persone incestuose ad essa rigorosamente proibite0 quando
si colpiti da una persona in un modo che potrebbe portare ad un alto appre&&amento psichico,
8"Contriuti alla psicologia della #ita amorosa+ Secondo contriuto: Sulla piN comune degradazione della #ita
amorosa, cit., p. 8:>.
,8
quell'impressione non sfocia in un eccitamento della sensualit2, ma in una tenere&&a inefficace sul
piano erotico. La vita amorosa di tali individui rimane scissa in due dire&ioni, quelle che l'arte ha
personificato come amor sacro e amor profano (o animale$. Dove amano non provano desiderio, e
dove lo provano non possono amare. *icercano oggetti che non hanno bisogno di amare per tener
lontana la loro sensualit2 dagli oggetti amati0 e lo strano scacco dell'impoten&a psichica compare,
secondo le leggi %della sensibilit2 complessuale' e del %ritorno del rimosso', quando nell'oggetto
scelto per evitare l'incesto un particolare spesso poco appariscente rammenta l'oggetto da evitare. .l
fine di prevenire tale disturbo, il principale me&&o di cui ci serve in questa scissione della propria
vita amorosa, consiste nella degrada&ione psichica dell'oggetto sessuale, mentre la
sopravvaluta&ione che ad esso spetta normalmente viene riservata all'oggetto incestuoso o ai suoi
sostituti'.
8
Lssendo la reda&ione di questo Secondo contriuto di soli tre anni posteriore a /er la
genesi del feticismo, non stupisce incontrare, nel suo prosieguo, una nota&ione che costituisce il
risvolto, sul piano della psicologia individuale, di quanto allora osservato su quello della storia delle
civilt2 a proposito di come il Eedioevo non avesse potuto procedere alla degrada&ione, che ne
caratteristica, della figura della donna, sen&a al contempo innal&arla nella forma del culto della
vergine Earia. %@uasi sempre, nella sua attivit2 sessuale', l'uomo si sentirebbe infatti %limitato dal
rispetto per la donna e sviluppa la sua piena poten&a solo quando ha dinan&i a s1 un oggetto sessuale
degradato0 ci4 trova a sua volta una spiega&ione nella circostan&a che entrano a far parte delle sue
mete sessuali componenti perverse che egli non ha il coraggio di soddisfare con una donna stimata.
5rova un pieno godimento sessuale soltanto quando pu4 abbandonarsi sen&a ritegno al
soddisfacimento, cosa che per esempio non osa fare con la moglie costumata. Da qui deriva allora il
suo bisogno di un oggetto sessuale degradato, di una donna eticamente inferiore alla quale non si
debbano attribuire tituban&e estetiche, di una donna che non sa nulla di lui e non pu4 giudicarlo
nelle altre occasioni della vita'.
8:
<ella misura in cui il passo appena riportato rientra nel contesto di un'argomenta&ione nel suo
complesso volta a dimostrare come %l'impoten&a psichica RsiaS un male comune della civilt2 e non
la malattia di singoli individui', e in cui Freud si avvicina pertanto pericolosamente ad indicare
nella figura della prostituta l'unico oggetto sessuale veramente accettabile per l'uomo, si eviden&ia
infatti una difficolt2 sulla quale la lettura di Cofman sembrerebbe destinata a naufragare: l'omologia
della posi&ione in rapporto all'uomo rispettivamente occupata dalla prostituta e dalla donna castrata,
invidiosa del pene, in quanto essa sembrerebbe implicare che anche quest'ultima rappresenta&ione
sia atta ad eccitare e sostenere il desiderio maschile. 9i4 che tuttavia, qualora per lo meno
8?vi, pp. 8:8+:#.
8:?vi, p. 8:;.
,#
seguissimo le indica&ioni contenute nel breve scritto freudiano su La testa di .edusa, sembrerebbe
effettivamente accadere.
?n questa breve nota, probabilmente redatta da Freud con l'intento di utili&&arla in un altro suo
lavoro e pubblicata postuma nel !8", ma risalente al !::, Freud ne fornisce, contrariamente alle
sue abitudini, un'interpreta&ione isolata, quasi del tutto priva di riscontro tanto sul piano genetico
che su quello comparativo, cosa di cui egli si giustifica asserendo l'ovviet2 della rela&ione simbolica
in questione: %Decapitare \ evirare. ?l terrore della Eedusa dunque terrore dell'evira&ione legato
alla vista di qualcosa'.
8>
@uanto all'identifica&ione di questo qualcosa, in maniera gi2 meno ovvia
Freud si ricollega a quanto provato dal bambino, %il quale fino a quel momento non voleva credere
alla minaccia dell'evira&ione', quando gli capita di vedere un genitale femminile. La testa di
Eedusa dunque %il genitale circondato da peli di una donna adulta, essen&ialmente di quello della
madre'. 5osta sulla veste di .tena, ovverosia della dea vergine, inavvicinabile, restia ad ogni brama
sessuale, essa ricorda all'uomo greco quanto spaventoso sia il genitale della madre.
La singolarit2 di questo modo di procedere, in cui il vello pubico ad esempio associato alla
capigliatura di Eedusa unicamente in base all'analogia della loro forma, peraltro raddoppiata
dall'immediata rettifica che Freud vi apporta: %6e i capelli della testa di Eedusa compaiono cos=
spesso nelle raffigura&ioni artistiche sotto forma di serpenti, ci4 dovuto ancora una volta al
complesso di evira&ione0 va notato che, per quanto suscitino in s1 un effetto spaventevole, i serpenti
servono in realt2 a mitigare l'orrore, poich1 sostituiscono il pene, dalla cui mancan&a nato
l'orrore'. Kltre a significare l'evira&ione, la crea&ione mitologica servirebbe al contempo a negarla,
ci4 che ne farebbe una forma&ione di compromesso a pieno titolo. Aanto che Freud chiosa: %La
regola tecnica per cui la moltiplica&ione dei simboli del pene significa evira&ione qui rispettata'. .
conferma di tale sua ambivalen&a, starebbe del resto l'attribu&ione, allo sguardo della testa di
Eedusa, della capacit2 di pietrificare colui che dovesse incrociarlo. %?rrigidimento, infatti, significa
ere&ione, e quindi nella situa&ione originaria qualcosa che consola lo spettatore: costui ha ancora un
pene, e di ci4 si rassicura diventando rigido'. L'esibi&ione del membro eretto, dice anche Freud,
sembra avere valore apotropaico: %mostrare il pene 3 e tutti i suoi surrogati 3 vuol dire: non ho
paura di te, ti sfido, ho un pene', anche se il tutto richiederebbe ulteriori riscontri.
?n prima battuta, la denigra&ione della donna, lungi dal facilitare il rapporto sessuale,
sembrerebbe dunque piuttosto impedirlo, interponendo tra la donna e l'uomo lo spettro della
castra&ione. 5arrebbe addirittura che 3 osserva Cofman 3 %davanti a questo orrore, l'uomo non
abbia che due solu&ioni: l'omosessualit2 o il feticismo' 3 entrambe i quali, %in tali condi&ioni R...S
lungi dall'essere NpatologiciO, sarebbero il destino normale della libido maschile', di modo che a
8>9fr. La testa di .edusa, trad. di .. 9inato, in 1pere, cit., vol. !, pp. 8#+-.
,-
richiedere una spiega&ione sarebbe piuttosto l'eterosessualit2. @uestione che, in Feticismo, Freud
non manca in effetti di sollevare, salvo come si visto lasciarla sen&a risposta. . meno che 3
insinua Cofman 3 la solu&ione all'enigma non sia implicitamente fornita proprio dalla tesi
dell'invidia del pene, in quanto, se %questa invidia implica R...S l'assen&a del pene e la castra&ione
della donna, essa afferma anche che il pene dell'uomo rimasto intatto', ed per questo che %i
genitali della donna suscitano congiuntamente orrore e piacere, risvegliano e placano l'angoscia di
castra&ione. L'invidia del pene nella donna, in quanto segnala che l'uomo possiede ancora intatto
quel pene che la donna non ha pi (ne aveva uno ma il padre glielo ha tagliato$, in quanto il segno
che la donna ha perduto la sua onnipoten&a, moltiplica la poten&a dell'uomo e gli permette di
superare l'orrore che lo inibiva: come se l' Ninvidia del peneO restituisse alla donna il suo valore di
oggetto sessuale esibendo in certo modo, al negativo, la sessualit2 sempre intatta e completa
dell'uomo'.
88
7ale a dire che, lenendo il narcisismo ferito dell'uomo, essa gli permetterebbe di fare
economia di una serie di solu&ioni ben altrimenti dispendiose dal punto di vista psichico o
comunque tali da non poter essere generali&&ate, quali ad esempio il ricorso alle prostitute
(esclusivo di ogni possibilit2 di riunire le due correnti della tenere&&a e della sensualit2$,
l'omosessualit2 (passibile di portare all'estin&ione della specie$, il feticismo.
@uest'ultimo in particolare avrebbe il difetto di essere una solu&ione esclusivamente
compromissoria, %perch1 seppure il feticismo facilita la vita amorosa prestando fantasmaticamente
alla donna un pene, la natura stessa del feticcio per4 lascia sussistere un dubbio circa la castra&ione
o la non castra&ione della donna, e di conseguen&a circa l'eventuale castra&ione dell'uomo'.
8#

?ncapace di garantire al narcisismo maschile un supporto stabile, il feticismo lo lascerebbe preda di
questa oscilla&ione, laddove mediante la supposi&ione, nella donna, dell'invidia del pene, la partita
sarebbe definitivamente chiusa, sen&a peraltro richiedere a tal fine alcuna Verleugnung, massiva per
quanto circoscritta, della perce&ione costituita dalla differente conforma&ione del genitale
femminile rispetto a quello maschile.
8-
?n fin dei conti, una solu&ione di buon senso, tanto pi che
essa, oltre a suppportare il narcisismo dell'uomo, lo solleverebbe dall'incomben&a pi grave: quella
di contestare realmente l'autorit2 paterna, sostenendo il proprio desiderio incestuoso per la madre
fino alle ultime conseguen&e.
6econdo Cofman, oltre a complicare il decorso dello sviluppo psicosessuale in dire&ione
886. Cofman, L'enigma donna, cit., pp. ;-+;;.
8#?vi, p. ;;.
8-?n una nota reda&ionale allo scritto su La testa di .edusa, si trova un interessante rimando ad una commento da
Freud aggiunto ad uno scritto di 6teFel sull'esibi&ionismo (cfr. J. 6teFel, Kur /s)c!ologie des Exiitionismus
Xentralbl. 5s)choanal., ?, !, p. 8!#$: %?l dottor 6teFel propone qui di derivare l'esibi&ionismo da for&e motrici
narcisistiche inconsce. . me sembra probabile che la stessa spiega&ione possa essere data per l'esibirsi apotropaico
che si riscontra fra i popoli dell'antichit2'.
,;
dell'eterosessualit2, il panico ingenerato nel bambino dalla constata&ione della realt2 della
castra&ione 3 panico che Freud, conviene ricordarlo, assimila a quello dell'adulto %quando qualcuno
grida ai quattro venti che il trono e l'altare sono in pericolo' 3 avrebbe come conseguen&a quella di
%tenere l'adulto come il bambino in uno stato di dipenden&a nei confronti del padre' e di impedire
quindi %per sempre' la conquista %dell'indipenden&a intellettuale necessaria a tutte le grandi
scoperte, a ogni progresso, a ogni eroismo: essere eroi, saper risolvere gli enigmi, richiede che si
abbandoni ogni fede come ogni creden&a, che si NuccidaO il padre e si ami la madre, sen&a timore
della castra&ione e della morte'. ?mplica cio %una passione dionisiaca per la conoscen&a' che passa
attraverso l'infra&ione di ogni legge, ivi compresa 3 come nel caso del solo grande eroe, Ldipo 3
quella di natura. %9hi ha bisogno di sostenersi a una colonna supplementare', ovverosia al feticcio,
%chi non ha sovrastato il timore della castra&ione e non si familiari&&ato con l'idea dell'incesto con
la madre, non pu4 Nin verit2O conoscere i segreti della natura, non pu4 uccidere il padre e diventare
un grand'uomo'.
8;
6ulla scorta di tale assunto, sarebbe secondo Cofman addirittura possibile
abbo&&are una sorta di tassonomia dei tipi di rela&ione all'autorit2 paterna, i cui estremi sarebbero
costituiti da una parte dall'eroe tragico per defini&ione, Ldipo, e dall'altra da DostoevsFik, il quale,
come scrive Freud al fine di definirne la posi&ione etica, %dopo le lotte pi violente per riconciliare
le pretese pulsionali dell'individuo con le esigen&e della comunit2 umana, R...S finisce con
l'approdare a una posi&ione retrograda: si sottomette sia all'autorit2 temporale sia a quella spirituale,
venera lo &ar, ma anche il Dio cristiano, coltivando in pi un gretto na&ionalismo russo. R...S
DostoevsFik non riuscito a diventare un maestro e un liberatore dell'umanit2 essendosi associato ai
suoi carcerieri. La civilt2 futura del genere umano avr2 pochi motivi per essergli grata'.
8,
@uanto
alla posi&ione intermedia, essa sarebbe occupata da coloro i quali, pur essendo riusciti ad
emanciparsi dalla tutela del padre per amore della madre, non l'avrebbero da ultimo fatto che per
sostituire un'autorit2 con un'altra, pi arcaica. Aale ad esempio Leonardo, la cui importan&a per lo
sviluppo della scien&a moderna, insita nell'op&ione a favore dello studio della natura come unica
fonte del sapere vero di contro all'autorit2 degli antichi, nondimeno fortemente limitata dalla
correlativa posi&ione della regola dell'imita&ione della natura, Nla pi alta sublima&ioneO della
madre, %di quella madre fallica+avvoltoio' che gli aveva permesso di conservare intatta,
semplicemente dislocandola, la sua fede in una poten&a benevola e onnipotente, garante di un
ordine assolutamente immodificabile, a prova di qualsivoglia panico.
8!
@uanto a Freud, la sua posi&ione sarebbe sostan&ialmente assimilabile a quella di Leonardo.
Laddove DostoevsFik, stante %l'impossibilit2 narcisistica di rimettere in questione il valore e il
8;6. Cofman, L'enigma donna, cit., pp. ,"+,. Arad. leggermente modificata.
8,%ostoe#s>iD e il parricidio, trad. di 6. Daniele in 1pere, cit., vol. ", p. #::.
8!9fr. 6. Cofman, L'enigma donna, cit., p. ,:.
,,
valore esclusivo del fallo', non avrebbe mai cessato di oscillare %tra fede e ateismo, come il feticista
oscilla tra rinnegamento e afferma&ione della castra&ione materna'0 egli avrebbe infatti, al pari di
Leonardo, viceversa adottato una solu&ione pi economica, inscrivendo la garan&ia della poten&a
maschile in seno alla natura stessa, nella forma di un rigetto della femminilit2 insito nella donna
stessa. *iprendendo quanto articolato a proposito delle tesi da lui sostenute circa l'inven&ione della
tessitura, Cofman sottolinea come per Freud %questo rigetto comune alla donna e all'uomo non
sarebbe, come riteneva .dler, una conseguen&a della repressione, ma un fatto iologico
insormontaile, la roccia contro cui urta ogni analisi, il suo limite necessario'. Dopo di che
conclude: %L'enigma della sessualit2 femminile dunque in ultima analisi riconducibile a questo:
come ha potuto la vitaVla natura volere un essere come la donna, un essere castrato, un essere
abominevole, che suscita un identico orrore ai due sessiU 9ome possibile la donnaU Gn tale essere
potrebbe considerarsi, come pensava .ristotele, altro che uno NscartoO della naturaU 6oltanto la vita
stessa potrebbe rispondere a queste domande: la chiave dell'enigma non appartiene alla psicanalisi
ma alla biologia. 9os= termina la le&ione La femminilit", cos= finisce anche uno degli ultissimi scritti
di Freud: ;nalisi terminaile e interminaile'.
8:"
9ol che la verit2 della donna, e quindi anche la
verit2 in generale, sarebbe destinata a rimanere, conformemente al desiderio pi profondo di Freud,
velata.
8:
Il paradigma feticista
*ileggendo la formula mediante la quale, a detta di Cofman, Freud avrebbe da ultimo
demandato l'onere di fondare la no&ione di invidia del pene alla biologia, tuttavia difficile sottrarsi
all'impressione che egli avesse voluto infondervi una certa dose di ironia. 9ome intendere altrimenti
l'invito, ambiguamente rivolto a chi volesse %saperne di pi sulla femminilit2', ad interrogare la
propria %esperien&a', o i poeti, oppure ancora ad attendere %ragguagli meglio approfonditi e pi
coerenti' da parte della scien&aU
8::
9ome non sentirvi risuonare la critica di ogni sapere che si
pretenda esaustivo, ivi incluso quello della scien&a biologicaU 9he questa potesse fornire una
solu&ione alle difficolt2 della psicoanalisi, Freud l'aveva del resto esplicitamente escluso, sebbene in
rela&ione a un differente problema, proprio nell'articolo sulla Sessualit" femminile del !>.
8:"?vi, p. ,8. Arad. leggermente modificata.
8:9fr. ivi, p. ,;. L'afferma&ione circa il desiderio freudiano che la donna rimanga velata sarebbe suffragata da un
sogno che Freud fece all'et2 di sei o sette anni, nel quale la madre gli era apparsa dormiente, con un'espressione del
viso particolarmente serena, risvegliando in lui, %indissolubilmente', %e desiderio sessuale, e angoscia di morte'.
9i4 che permetterebbe di spiegare non solo come egli abbia potuto %sublimare il suo desiderio incestuoso in
desiderio di investiga&ione sessuale', ma anche perch1 tale investiga&ione abbia dovuto restare %come sospesa' e
%l'enigma femminile' conseguentemente %serbato, in definitiva, intatto'.
8::Introduzione alla psicoanalisi L'uo#a serie di lezioniM, cit., p. :8.
,!
%5oich1 non possiamo prescindere dall'idea che l'eccitamento sessuale risalga all'a&ione di
determinate sostan&e chimiche' 3 aveva scritto 3 %vien subito da congetturare che la biochimica
debba un giorno fornirci la sostan&a la cui presen&a susciti l'eccitamento sessuale maschile, e
un'altra che susciti quello femminile. Ea questa speran&a pare non meno ingenua dell'altra, oggi per
fortuna superata, di riuscire a distinguere al microscopio i germi dell'isteria, della nevrosi ossessiva,
della melanconia eccetera'. L questo non nel senso che la questione sarebbe eccessivamente
complessa in rela&ione al grado di sviluppo raggiunto dalla biochimica0 pi radicalmente, Freud
sostiene che %per la psicologia R...S indifferente se nel corpo vi sia un'unica sostan&a eccitante, o ve
siano due, o un numero imprecisato. La psicoanalisi ci insegna che sufficiente il concetto di una
libido unica, la quale aspira peraltro a mete (vale a dire maniere di soddisfacimento$ attive e
passive'.
8:>

9' pertanto da chiedersi se Cofman, accusando Freud di fornire, sotto la copertura di un
presunto dato biologico, una rappresenta&ione distorta della femminilit2, fondata sul
misconoscimento della specificit2 della posi&ione libidica ad essa corrispondente, non proceda in
modo doppiamente arbitrario: non solo per la sua interpreta&ione quantomeno riduttiva del
riferimento freudiano alla biologia0 ma anche e soprattutto in virt della maniera del tutto acritica in
cui assume la tesi 3 opposta a quella di Freud 3 secondo cui la libido, lungi dall'essere unica, non
sarebbe se non in forma maschile oppure femminile. 7ale a dire che Cofman, nel mettere in
questione il privilegio fallocentrico che Freud avrebbe viceversa da ultimo lasciato sussistere, non
sembrerebbe essersi resa conto di come l'appello all'operativit2 della no&ione di differen&a implichi
non soltanto la destitu&ione della normativit2 del modello per Freud rappresentato dalla sessualit2
maschile, bens= anche l'impossibilit2 di considerare la no&ione stessa di differen&a sessuale come un
dato originario, cui tale modello sarebbe stato sovraimposto. 9i4 che emerge di contro in primo
piano nel tentativo, da Bacques Derrida compiuto in 2las,
8:8
di introdurre, in seno allo scritto
freudiano sul feticismo del !:; e pi precisamente tra la defini&ione del feticcio come Ersatz
fallico e l'esempio della cintura di castit2 deputato ad illustrarla, lo scarto necessario a scongiurarne
il completo ripiegamento sulle categorie e sulle opposi&ioni metafisiche tradi&ionali.
8:#

8:>Sessualit" femminile, cit., p. ;;.
8:89fr. B. Derrida, 2las+ Campana a morto, trad. di 6. Facioni, /ompiani, Eilano :""-. <elle cita&ioni faccio sempre
riferimento al numero di pagina dell'edi&ione francese, che si trova riportato anche nella tradu&ione italiana. 5u4
essere utile ricordare che, nella sua veste tipografica originale, il volume 3 pubblicato nel !;8 da Galil1e 3 si
presentava come un lungo, ininterrotto flusso testuale, scandito soltanto da alcuni spa&i bianchi e ripartito su due
colonne per pagina, ciascuna delle quali prevedeva il sistematico utili&&o di differenti caratteri di stampa nonch1 la
presen&a di alcuni inserti deputati ad ospitare degli svolgimenti soltanto apparentemente parergonali.
8:#L' vero che, come rilevato dalla stessa Cofman (cfr., oltre al passo de L'enigma donna che si fin qui preso in
considera&ione (p. ;,, n. ,,$, la conferen&a _a cloc!e, in Lectures de %errida, Galil1e, 5aris !,8, pp. #+# e pi
in particolare >: e sgg.$, tale opera&ione implica una doppia for&atura: in quanto contraddice all'afferma&ione
freudiana, inequivocabile, che %tutti i casi di feticismo hanno una stessa solu&ione generale'0 ma anche nella misura
in cui, sen&a un compromesso tra il rinnegamento della castra&ione da una parte e il suo riconoscimento dall'altra,
!"
5rima di prendere in esame la lettura derridiana dell'articolo di Freud, nondimeno necessario
precisare come essa faccia parte di una digressione il cui punto di parten&a costituito dalla
domanda %che ne della dialettica speculativa relativamente al feticcioU'
8:-
Domanda che ci riporta,
inevitabilmente, alla cornice in cui essa incastonata: la predisposi&ione, meticolosa, di una scena
sulla quale saranno simultaneamente convocati il Cant de La religione nei limiti della sola ragione,
l'(egel del ter&o momento della filosofia dello spirito e, tra i due, con %un piede nella giostra' e
l'altro no, il Freud di Totem e taN.
8:;
Gna scena sulla quale, %secondo la legge formali&&abile di un
chiasmo', (egel rimproverer2 a Cant di essere, con la sua tesi dell'inconoscibilit2 (%teorica, che
(egel non vuole qui distinguere dalla rela&ione pratica'$ di Dio, %infedele alla ragione e al
cristianesimo, come Cant rimprovera a quanti credono di riconoscere Dio (sar2 questo il caso di
(egel$ di degradare la religione a follia religiosa, a delirio di orgoglio o a feticismo'. Gna scena
sulla quale si annoda dunque un intreccio che Derrida si guarda bene dallo sciogliere: perch1, se
vero che la religione assoluta di cui in (egel, nel suo preludere al proprio rilevamento nella
filosofia e nel suo non essere quindi ancora quanto gi2, si autoimmuni&&a, mettendo in scacco
l'identit2 stessa di essere e apparire che la contraddistingue0 del pari vero che La religione nei
limiti della sola ragione, %aprendo il problema del feticismo a quello del 5apa (lmlm$ e
dell'appropria&ione ingannatrice, violenta, manipolatrice dei preti', non avr2 dal canto suo potuto
fino in fondo interdirsi il ricorso a quell'analogia che, nella prospettiva hegeliana %dell'agat!on, del
buon dio che genera, d2 forma e visibilit2', appare viceversa rivendicata quale fondamento del
rapporto, non geloso, del padre e del figlio che egli desidera gli somigli e cui egli dovr2 pertanto
mostrarsi sen&a riserve, risolvendosi interamente nella propria manifesta&ione.
8:,
non vi sarebbe giustappunto feticismo, bens= un delirio allucinatorio. 5oich1, se davvero il feticcio pervenisse ad
assicurare il rinnegamento puro e semplice della castra&ione femminile, il soggetto, per colmo di paradosso,
cesserebbe di avere bisogno di un feticcio, in quanto si troverebbe immediatamente installato nella psicosi.
8:-B. Derrida, 2las, cit., p. :>:.
8:;?l piccolo cameo che, a lato del dialogo tra le due voci principali, Derrida dedica a Freud (cfr. ivi, p. :8>$ merita di
essere citato, in quanto egli sembrerebbe adombrarvi, insieme ad una certa insuperabilit2 dell'impasse, la possibilit2
di una sua praticabilit2, la quale comporterebbe tuttavia l'inser&ione, all'interno del discorso filosofico, di una
dimensione fin&ionale rimandata alla figura di un ter&o, %l'artista o l'isterico', con la quale Freud si identificherebbe
soltanto in parte: %N9osa accade' 3 si chiederebbe Freud 3 %quando due sistemi filosofici (manie paranoiche, erette,
diritte, non storte$ si affrontano o si perseguitano l'un l'altro rimproverandosi reciprocamente di non comprendere
nulla della religione (della nevrosi ossessiva eretta, diritta, non storta$U 9osa accade quando due sistemi filosofici si
richiamano alla verit2 pretendendo di detenere contemporaneamente la verit2 della nevrosi e quella della paranoia di
cui la psicoanalisi pretende bene sapere di cosa si tratta, perch1 sa che esse sono una il carico o la caricatura
(Kerrild$ della religione, l'altra della filosofiaUO. R...S Forse mi tirer4 fuori da questa giostra diagnosticando:
filosofia uguale Nsovraestima&ione della magia verbaleOU .ddirittura. L tuttavia cosa fa il ter&o, l'artista o l'istericoU
L chi detiene la verit2 dell'altro' RsicS.
8:,9fr. ivi, pp. :>+88. 6ul nesso di feticismo e analogia Derrida torner2, a quasi vent'anni di distan&a, in un capitolo di
Spettri di .arx incentrato sulla critica marMiana a EaM 6tirner e sulla questione del rapporto tra merce e valore
articolato ne Il capitale. Dopo esservisi a lungo soffermato sul carattere mistico e sul segreto da EarM individuati
nella forma+merce e sulla sua spettralit2, Derrida osserva come ci4 equivalga ad addentrarsi sul terreno del feticismo
e dell'ideologico, entrambi i quali richiederebbero, per essere compresi, di essere considerati alla luce dell'%analogia
religiosa', la quale starebbe a monte %della produ&ione e dell'autonomi&&a&ione fetici&&ante di questa forma' (cfr. B.
Derrida, Spettri di .arx, trad. di G. 9hiura&&i, 9ortina!!8, pp. :";+:"!$. .nalogamente, in 2las (cit., p. :>$,
!
5oich1 non in questa sede pensabile di interamente dipanare la matassa degli innumerevoli
fili che Derrida in queste pagine intesse, converr2 tuttavia limitarsi a quanto pi immediatamente
inerente la questione del feticismo, sen&a peraltro dimenticare come essa si trovi ripresa anche sulla
colonna di destra della partitura derridiana,
8:!
sulla quale si gioca un'altra partita che nondimeno la
stessa e sullla quale si dovr2 tornare. 5er rispondere alla domanda sopra riportata, Derrida osserva
innan&itutto come, %nel suo senso strettamente religioso (quello di cui parla il presidente De
/rosses$, il tipo feticista , secondo la *agione nella storia, africano. 5i esattamente, egli
appartiene all'.frica interna, vale a dire 3 se si estrae lo schema logico dell'analisi 3 a un inconscio
che come tale non si lascia dialetti&&are, che non ha storia, che rimane con testardaggine alle soglie
del processo storico+dialettico', ci4 che rende particolarmente difficile il compito di renderne conto.
.gli occhi di (egel, l'africano appare difatti come %l'uomo nella sua immediate&&a', %l'uomo allo
stato bruto', %barbaro', %selvaggio': come un essere di pura natura, cui non ci sarebbe in nessun
caso dato, mediante il sentimento, di identificarci, esattamente come non ci dato farlo in rapporto
all'animale. Ea che cosa scopriremmo qualora, dopo aver rinunciato a tale approccio, cercassimo di
coglierne la natura riflessivamente, esaminandone ad esempio la religioneU 9he quest'ultima si
fonda tuttavia sull'opposi&ione di uomo e natura: che alla poten&a soverchia degli elementi naturali,
che minacciano di annientarlo, l'africano risponde con la magia, ovverosia con l'arbitrio
dell'onnipoten&a fantastica. %?l potere a cui si rivolgono gli uomini' 3 scrive (egel citato da Derrida
3 %non un potere superiore, poich1 essi credono di produrre da loro stessi simili effetti. 5er
prepararsi R...S si dispongono in uno stato di trance estrema e proferiscono allora i loro
comandamenti. @uando tali ordini rimangono per molto tempo sen&a effetto, designano tra gli
astanti coloro che devono essere massacrati, R...S e gli altri li divorano'.
8>"
?l che implica il mancato
riconoscimento, da parte dell'africano, della realt2 dell'opposi&ione di cui sopra, essendo il
fallimento dell'intervento magico da questi regolarmente attribuito non al potere, oggettivo, della
natura, bens= unicamente a un difetto dell'opera&ione deputata a incantarla. 9i4 che diverrebbe
chiaro, spiega Derrida, proprio nel feticismo, che della religione africana costituirebbe il secondo
momento, quello in cui il potere dell'uomo si rappresenta in un'%immagine' (%animale, albero,
prima di dichiararsi interessato al %continuo 3 o RalS gi2 3 di un valore di feticcio' e di introdurne cos= la tematica,
Derrida richiama l'appunto da EarM mosso a Feuerbach nella quarta delle sue Tesi: %Feuerbach parte dal fatto
dell'aliena&ione religiosa di s1 (Fa>tum der religi=sen Selstentfremdung$, dal raddoppiamento (Verdopplung$ in
mondo religioso e mondo profano (?eltlic!e$. ?l suo lavoro consiste nel risolvere il mondo religioso nella sua base
profana. Ea il fatto che la base profana si distacchi da se stessa (sic! a!et$ e si fissi tra le nuvole, costituendo cos=
un regno autonomo, non pu4 spiegarsi che attraverso la spaccatura di s1 (Sic!selstzerissen!eit$ e la contraddi&ione
interna (Sic!selst?idersprec!en$ di tale base profana. /isogna dunque comprendere nello stesso tempo
quest'ultima nella sua contraddi&ione e rivoltarla praticamente. ?n questo modo, una volta scoperto che la famiglia
terrestre il segreto (2e!eimnis$ della 6acra Famiglia, la prima che deve allora essere annientata teoricamente e
praticamente'.
8:!6u tale analogia si veda l'%?ntrodu&ione' del curatore dell'edi&ione italiana di 2las, 6ilvano Facioni, p. - n..
8>"9fr. B. Derrida, 2las, cit., p. :>>.
!:
pietra, idolo di legno'$ che riflette l'arbitrio della sua soggettivit2, paradossalmente condannata alla
passivit2 (intesa come passivit2 dell'immagina&ione che procede a capriccio, facendosi avvincere
dagli stimoli pi disparati$ proprio dal fatto di non trovare fuori di s1, in una realt2 la cui
normativit2 sembrerebbe essere dall'africano rinnegata alla radice, alcun limite. %9he manipoli il
feticcio, che si innal&i al di sopra di esso, fosse pure per essere capace di produrlo e di NdeporloO a
piacere, per cambiarlo ((egel vi insiste molto$ quando non gli serve pi, Nattaccarlo o bastonarloO
quando il raccolto cattivo, che gli attribuisca un significato ambivalente, che lo esalti eVo lo
abbassi, tutto questo prova che il negro non si innal&a al di sopra dell'arbitrio'.
8>
Autto questo
prova, insomma, che la religione dell'africano non una religione, se vero che, a definire la
posi&ione di transi&ione che la religione, in virt della sua facolt2 di divenire rivelata, occupa nella
se&ione dell'Enciclopedia dedicata alle tre forme del sapere assoluto, viceversa proprio %il fatto
della rappresenta&ione', quel %VorBstellen' che %forma un opposto L2egensatz$, un oggetto
(2egenstand$ che, come ogni oggetto, si oppone alla coscien&a'.
8>:
*eligione che non religione,
essere soggetto della sostan&a nondimeno irriconoscibile in quanto tale per il fatto di non essere
quello della coscien&a, il feticismo degli africani descritto da (egel parrebbe esibire, come in un
calco, il rovescio del metodo speculativo: non quel negativo che vi sarebbe al contrario
perfettamente integrabile e che esso an&i richiede per fun&ionare0 bens= un al di qua che,
sottraendosi alla sua presa, ne renderebbe da ultimo irreperibile il termine finale, ovverosia quel
dispiegarsi della presen&a a s1 dell'assoluto che renderebbe ogni ipotesi di sostitu&ione
impraticabile. @uasi che %una certa indecidibilit2 del feticcio', della quale si tratterebbe di prendere
atto rinunciando a ridurne la struttura a quella di un semplice Ersatz, ci facesse ogni volta oscillare
%tra una dialettica (dell'indecidibile e della dialettica$ o un'indecidibilit2 (tra la dialettica e
l'indecidibile$'.
8>>
?l feticcio sarebbe insomma a un tempo il resto del processo speculativo e la sua molla pi
riposta, dentroVfuori, un operatore la cui messa a regime all'interno dell'economia di quello che
Derrida chiama Sa non sarebbe possibile che alla condi&ione di un allargamento di quest'ultima: un
allargamento quanto mai prossimo alla sua effra&ione.
8>8
Gna poten&ialit2, questa, di cui Freud
parrebbe non aver preso in alcun modo atto, in quanto la sua defini&ione del feticcio quale Ersatz
fallico non sembra a tutta prima in alcun modo eccepire alla regola per cui, %nonostante tutte le
varia&ioni a cui pu4 essere sottomesso, il concetto di feticcio comporta un predicato invariante:
un sostituto 3 della cosa stessa in quanto centro e fonte d'essere, origine della presen&a, la cosa
8>?bidem.
8>:?vi, p. :8;.
8>>?vi, p. :>:.
8>89fr., su questo, B. Derrida, %all'economia ristretta all'economia generale+ Un !egelismo senza riser#e, ne La
scrittura e la differenza, trad. di G. 5o&&i, Linaudi, Aorino !!", pp. >:#+>#,.
!>
stessa per eccellen&a. Dio o principio, l'arconte, quanto occupa la fun&ione di centro in un sistema,
per esempio 3 in una certa organi&&a&ione fantasmatica 3 il fallo'. 9ome dire che il feticcio non si
produrrebbe che in seno ad una logica della sostitu&ione imperniata sul riferimento all'eventualit2 di
un darsi sen&a resti dell'originale, della cosa stessa nella sua verit2, ci4 che ci consentirebbe non
solo di farne all'occorren&a economia, ma anche e soprattutto di misurarne l'inadeguate&&a e di
mantenere distinti i termini dell'opposi&ione: l'Ersatz da una parte, il non+Ersatz dall'altra0
l'originale e la copia0 il fallo e 3 per l'appunto 3 il feticcio che ne prende il posto.
8>#

. meno che non vi sia, particolarmente in Freud, di che %ricostruire, a partire dalla sua
generali&&a&ione, un concetto di feticcio che non si lascia pi contenere nello spa&io della verit2,
nell'opposi&ione ErsatzVnon+Ersatz, o semplicemente nell'opposi&ione'. .ll'interno di Feticismo vi
sarebbero infatti due famiglie di enunciati, profondamente eterogenee: da una parte quella degli
enunciati decidibili, in cui rientrerebbe, oltre all'esempio del 2lanz auf der 'ase e all'individua&ione
della fun&ione sostitutiva del feticcio, l'equipara&ione di quest'ultimo al segno della vittoria,
trionfante, che il feticista avrebbe riportato sulla castra&ione0 dall'altra quella degli enunciati
indecidibili, comprensiva della descri&ione, che si trova nella seconda parte dell'articolo e che solo
in apparen&a si limiterebbe a illustrare quanto asserito nella prima, di una serie di casi piuttosto
sottili ed an&i 3 come Freud stesso si esprime 3 %estremamente raffinati'.
8>-
9asi in cui %la struttura,
la costru&ione (;ufau$ del feticcio riposa simultaneamente sul diniego e sull'afferma&ione
($e!auptung$, l'asser&ione o l'assun&ione della castra&ione', impedendo cos= di dirimere la
questione, di optare per una delle alternative a discapito dell'altra, di determinare come in #erit"
stiano le cose. Di discriminare, insomma, tra il sostituto e un originale che, sussistendo unicamente
in virt di un oggetto che ne significherebbe al contempo la mancan&a, non potr2 a questo punto che
apparire soltanto supposto. 9ome in quello che Derrida chiama %l'argomento della guaina', e che
altro non che la cintura di castit2 di cui in Feticismo, della quale si ricorder2 che essa poteva
essere indossata anche come un costume da bagno, cos= da cancellare la differen&a sessuale stessa.
9ancella&ione che agli occhi di Derrida appare piuttosto come un'oblitera&ione, quasi che l'ipotesi
della differen&a non si collocasse al di qua della sovraimposi&ione su di essa operata dall'op&ione
8>#9fr. B. Derrida, 2las, cit., p. :>8: %6e quanto si sempre chiamato feticcio, in ogni discorso critico, implica il
riferimento a una cosa non sostitutiva, dovrebbe allora esserci da qualche parte 3 ed la verit2 del feticcio, il
rapporto del feticcio alla verit2 3 un valore decidibile del feticcio, un'opposi&ione decidibile del feticcio al non
feticcio'.
8>-9fr. ivi, pp. :>8+>#. 5er rimarcare lo scarto tra la prima e la seconda parte dello scritto freudiano, Derrida afferma
che Freud stesso sarebbe stato consapevole di improntare, di l= in avanti, una via %puramente speculativa'. ?n verit2,
Freud parla di specula&ione esclusivamente a proposito delle vie attraverso le quali egli sarebbe giunto a definire la
differen&a tra psicosi e nevrosi 3 questione in rapporto alla quale l'interpreta&ione del feticismo era venuta
conseguenteente assumendo ai suoi occhi un interesse teorico supplementare. 6e Derrida for&a la lettera del testo
freudiano, tuttavia con un intento ben preciso: quello di assimilare le aporie della concettuali&&a&ione freudiana del
feticismo a quelle della logica speculativa di cui in queste pagine questione.
!8
feticista, ma avesse corso unicamente a partire da essa, o pi precisamente dalla sua
radicali&&a&ione. ?l che non significa tuttavia affatto, come invece nel caso del 2lanz auf der 'ase,
misconoscere la castra&ione quale condi&ione rappresentativa della femminilit2 a tutto profitto di
quella opposta della virilit2, bens=, all'opposto, ammettere l'eventualit2 di entrambe, sebbene sempre
di l2 a venire. 6i tratterebbe, insomma, di una strategia consistente %nel fingere di perdere, di
castrarsi, di darsi la morte per tagliarla via'. 9on l'inconveniente tuttavia che %la finta non vi si
taglia via', che il gesto apotropaico si colora dell'angoscia che esso avrebbe dovuto esorci&&are. Di
modo che, a %saper giocare sui due tavoli' si perderebbe comunque sempre. Ea proprio in questo,
nel familiari&&arsi in qualche modo con l'altro assoluto rappresentato dalla perdita, nel praticarla,
consisterebbe l'importan&a del passaggio dal feticismo ristretto 3 quello in cui si dibatte da sempre
la metafisica e che, %lungi dal generali&&are l'Ersatz o il simulacro, R...S assume un Ersatz per la
cosa stessa' cos= illudendosi di risultare vincente 3 al feticismo generali&&ato, che %non interrompe
l'efficacia del principio economico' cui l'altro risponde, ma la ingloba al suo interno.
8>;
Gna ventina di pagine innan&i, l'argomento della guaina si trova ripreso sulla colonna di
destra. %Dopo aver enunciato le leggi generali e descritto la struttura essen&iale del feticismo' 3
torna a scrivere Derrida 3 %il dottore riporta, come un'appendice, quei Ncasi molto raffinatiO (In
ganz raffinierten Fallen$ in cui il feticcio scisso in due posi&ioni contrarie (z?eispAltige
Einstellung$. 6i tratta dell'argomento della guaina (2rtel$'. *ipeti&ione volta a ribadire quanto,
sull'altra colonna, era stato lasciato in sospeso: ovverosia il fatto che un feticcio come la
Sc!amgrtel, la cintura di castit2 di cui in Feticismo, %aus 2egensAtzen doppelt ge>npft0 !Alt
natrlic! esonders gut' (per la sua duplice deriva&ione da idee opposte, regge naturalmente
particolarmente bene$. %La consisten&a, la resisten&a, la restan&a del feticcio' 3 insiste Derrida 3 a
misura del suo legame indecidibile con i contrari'. ?l che significa tuttavia che il migliore dei feticci
possibili quello che viene meno alla sua fun&ione, che, invece di bandire una volta per tutte
l'angoscia di castra&ione, lascia sussistere, accanto alla condi&ione che la smentirebbe, quella che
viceversa l'alimenta. 9he il feticcio, lungi dal fungere da supporto ad un discorso %che decida sulla
castra&ione (pro aut contra$', %oscille comme le attant d'une #erit& qui cloc!e', oscilla come il
battente di una verit2 che, nel risuonare sotto i suoi colpi, cesserebbe di procedere in linea retta per
mettersi piuttosto a &oppiccare, a vacillare, secondo un movimento che non sarebbe dato descrivere
sen&a al contempo eseguirlo. 9on le parole di Derrida: %faccio, pi o meno, quanto non dico, non
dico mai quello che faccio'.
8>,
.fferma&ione che equivale all'invito di tenere in mora la verit2, di
deporre una certa posi&ione dottorale che sarebbe al contempo una posi&ione feticistica strictu
8>;?vi, pp. :># e :>-.
8>,9fr. ivi, pp. :#:+##.
!#
sensu, analoga a quella descritta da Caplan nei termini della strategia feticista e denunciata da
Cofman quale occulto fondamento dei pronunciamenti freudiani sulla sessualit2 femminile e
sull'invidia del pene in particolare.
8>!

Gna posi&ione metafisica, la cui consisten&a puramente fantasmatica non impedirebbe tuttavia
che i tentativi di contestarla, nella misura stessa in cui la assumono come l'oggetto della propria
nega&ione, siano sempre a rischio di paradossalmente rinfor&arla. 9i4 di cui, nelle pagine precedenti
a quelle appena citate, sulla stessa colonna di destra all'interno della quale ci stiamo ora muovendo e
il cui riferimento privilegiato costituito dall'opera di Bean Genet, Derrida scorge un esempio
privilegiato nelle accuse a questi mosse da Georges /ataille, i temi generali del cui pensiero
avrebbero pure dovuto indurlo a un'altra lettura. . Genet, /ataille rimprovera infatti il suo
%fallimento'. 9on 6artre, osserva che %Genet, che pure scrive, non ha n1 il potere, n1 l'inten&ione di
comunicare con i suoi lettori. L'elabora&ione della sua opera ha il significato di una nega&ione di
coloro che la leggono. 6artre se n' accorto, ma non ne ha tratto la necessaria conclusione: che cio,
in tali condi&ioni, quest'opera non esattamente un'opera, ma un surrogato, a me&&a via da quella
comunica&ione maggiore cui la letteratura tende'. Lssa lo specchio dell'indigen&a soggettiva di un
autore del tutto incapace di %oltrepassare in s1 la miseria della sua persona, che non all'alte&&a dei
suoi momenti sovrani'. Genet avrebbe potuto e dovuto cio essere un autore sovrano, capace di
apporre la propria firma su un'opera vigorosa, autentica, la cui verit2 avrebbe allora cessato di
eccederlo. Aanto pi che il suo %lavoro di scrittore' 3 ammette /ataille 3 in effetti %fra i pi degni
di atten&ione. Genet stesso si preoccupa della sovranit2. Ea non ha visto che la sovranit2 esige lo
slancio del cuore e la lealt2, perch1 essa si reali&&a nella comunica&ione R...S'.
88"
.l che Derrida
annota a margine %Genet manca di cuore. Di lealt2'. Ea che cosa significa %mancare di lealt2'U
5oche pagine prima, nuovamente a margine, ma di una lunga cita&ione di un brano del
Pournal d'un #oleur in cui Genet ci fa %inginocchiare di fronte a un feticcio vegetale' 3 un finto
grappolo d'uva, imbottito di ovatta
88
e nemmeno cucito, ma appena appuntato con una spilla da
balia all'interno dei cal&oni, in corrisponden&a del sesso 3 Derrida aveva a sua volta appuntato un
altro passo di Genet, tratto dal .iracle de la rose, in cui di nuovo si tratta di %grappoli appuntati per
arrapare gli occhi', concludendone che % dunque il posticcio, il distaccabile, che seduce, affascina,
attacca'. Gn passo il cui incipit, riferendosi a quanto precede ma nel testo di 2las non compare,
8>!Derrida lo afferma esplicitamente: %nel momento in cui la cosa stessa, nella sua veirt2 disvelata, si trova gi2
impegnata, attraverso il disvelamento stesso, nel gioco della differen&a supplementare, il feticcio non possiede pi
uno statuto rigorosamente decidibile. 9ampana a morto del fallogocentrismo' (ivi, p. :#:$.
88"G. /ataille, 2enet, ne La letteratura e il male, trad. di .. Xan&otto, *i&&oli, Eilano !;>, pp. ;#, ;, e ;!.
88Genet spiega che ognuno dei suoi acini era %grosso come una regina 9laudia Runa variet2 di prugnaS, e a quei tempi,
in quel paese, le donne eleganti se ne adornavano il cappellino di paglia, la cui tesa si piegava sotto il peso' (B.
Genet, Il diario del ladro, trad. di G. 9aproni, in I romanzi, a cura di G. 9aproni, il 6aggiatore, Eilano !;#, p.
-;$.
!-
enigmaticamente afferma: %6i appiccicano alla lealt2 come altri alla virilit2'.
88:
.nche la lealt2 di cui parla /ataille sarebbe insomma un feticcio, e un feticcio della specie
ben nota ai dottori, a quelli che, imbattendosi nel grappolo d'uva di 6tilitano 3 il personaggio del
Pournal d'un #oleur dal quale il feticcio indossato 3 non esiterebbero a tagliare, a interrompere la
lettura per %scuotere la testa e salmodiare: castra&ione, feticismo, castra&ione della madre, feticismo,
castra&ione, vi dico castra&ione, ancora una volta castra&ione'.
88>
Eentre il gesto di 6tilitano non
affatto cos= semplice: perch1 %quanto lo stilita si procura non R...S il sostituto di un pene che
possiede molto bello, e molto vigoroso, ma gi2 una Npiaga posticciaO R...S tanto quanto un membro
feticcio, per rimarcare+compensare un altro sostituto della castra&ione, la sua mano mo&&a, ecc.'.
888

<el Pournal d'un #oleur, difatti, viene detto che 6tilitano portava il suo feticcio per andare alla
9riolla, %un locale di checche'. %Kgniqualvolta, alla 9riolla, turbato dal turgore, un ped1 gli
metteva la mano sulla pattjna, le sue dita incontravano inorridite quel coso ch'esse credevano un
grappolo del suo vero tesoro, il ramo dove, comicamente, stavano appesi troppi frutti'. @uelli che lo
desideravano, egli voleva dunque sviarli, prendersi gioco di loro, ferirli, perch1 li dispre&&ava. Da
cui la possibilit2 di vedere in 6tilitano %un ped1 che si odia', e che an&i egli %si fosse comprata una
piaga posticcia per il pi nobile punto del suo corpo (so che l'aveva magnifico$ al fine di salvare dal
dispre&&o la sua mano mo&&a. 9os=, con un sotterfugio molto grossolano, eccomi a parlare di nuovo
degli accattoni e dei loro mali. Dietro un male fisico reale o immaginario che lo rivela e lo fa
dimenticare, pi segreto si cela un male dell'anima'. 9i4 che sembrerebbe, una volta di pi,
delineare il profilo di una difesa. <on fosse che Genet aggiunge che %si scaduti finch1 portiamo i
segni dello scadimento, e la conoscen&a dell'impostura, che veglia in noi, a poco serve. Araendo un
utile dal solo orgoglio voluto dalla miseria, suscitavamo la piet2 coltivando le piaghe pi
disgustose'.
88#
9oltivandole, ovverosia assumendosele, rubandole all'altro per riconoscerle come
proprie nel momento stesso in cui si vorrebbe allontanarle da noi.
.ncora una volta, il tratto che Derrida tenta di prelevare dal testo di Genet 3 sia pure non per
appropriarsene facendone la teoria, ma per servirsene al fine di rendere instabili tutte quelle
opposi&ioni sulle quali la metafisica fa leva onde arginare il movimento dal quale essa stessa in
fondo animata 3 quello dell'indecidibilit2. Gn tratto rinvenibile, in una forma che ne avrebbe
progressivamente accentuato la valen&a operatoria, anche in altri suoi scritti dello stesso periodo, a
cominciare da quello redatto nel !;# in occasione di una mostra di 7alerio .dami intitolata Il
#iaggio del disegno, nella quale figuravano, tra un centinaio di altre opere, anche due Studi per un
88:9fr. B. Derrida, 2las, cit., p. :>,.
88>?vi, p. :>!.
888?vi, pp. :#+#:.
88#B. Genet, Il diario del ladro, cit., pp. -;+-,.
!;
disegno da R2lasS di Pacques %errida.
88-
Euovendo dall'articola&ione di scrittura discorsiva e
pittura rappresentativa caratteristica dei lavori di .dami e di quelli appena citati in particolare,
Derrida vi si sfor&a infatti di circoscrivere l'elemento che, aprendovi un varco in quanto %evento
selvaggio, quasi inenarrrabile', impedirebbe alle due componenti di entrare in una rela&ione di tipo
gerarchico o pi semplicemente di reciproca corrisponden&a. 5arlando di uno dei due disegni
(quello in cui si vede, su di uno sfondo quadripartito, un pesce che si dibatte preso all'amo, cui sono
sovrapposti i tratti di una scrittura che simula quella di Derrida$, egli scrive ad esempio: %La scena
che abbiamo chiamato Ic! non si trova in 2las e non riprende nulla che sia rintracciabile in quel
libro. 9erto cattura ed estrae da esso tutta una attre&&atura pisciculturale, ritmata sulla logica della
duplice striscia (doule ind$ o sostenuta con l'argomento detto della guaina. R...S Lppure Ic!
sviluppa, sen&a negativo, una scena che non possibile trovare in 2las, n1 rappresentarla a nessun
titolo. 6e non altro per la ragione seguente: che Ic! performa la propria opera&ione, la violen&a
uncinata, acuminata, di una cattura che si impadronisce di un inconscio R...S, trasforma un testo, una
firma, un Ic!, questa traccia piscifallica, nella sua preda da perseguire, lo bracca e lo trascina fuori
di s1, per darlo da vedere, per lasciarlo vedere, infine, da morto, come quel che non poteva darsi da
se stesso. R...S Ic! rappresenta il rovescio assoluto di un testo, la sua scena altra, ma mostra anche il
fatto che mostra, che indica la galleria, il fatto di mettere in mostra, l'esiizione R...S'.
88;

@uasi che l'altra scena, l'inconscio di quello che in questo caso un testo ben determinato 3
per l'appunto 2las Q non potesse sussistere che in quella dimensione di esposi&ione che, facendolo
apparire, ne determina al contempo l'altera&ione, la perdita, la mortifica&ione. Gna mortifica&ione
che, costituendone la sola forma possibile di esisten&a, ne rappresenterebbe tuttavia al contempo la
vita, l'unica sua vita possibile per quanto fantomale. L'esposi&ione 3 dice Derrida 3 si colloca qui
%al di l2 del mercato. <on sopra il mercato, perch1 in questo caso vi lascereste prendere ancora da
un inganno, ma col mettere in gioco e far scomparire i simulacri distrutti del plusvalore'.
88,
5erch1
tra interno ed esterno, autentico e inautentico, valore assoluto e relativo, non c' qui opposi&ione
semplice, ma coimplica&ione. . vigere, cio quell'argomento della guaina che Derrida torna qui,
dopo 2las, ad evocare per mostrare appunto come l'uno e l'altro non si escludano a vicenda, ma
possano e deano al contrario essere affermati al contempo.
88!
@uasi che all'inconscio non fosse
88-9fr. B. Derrida, ` * Lal di sopra del mercatoM, ne La #erit" in pittura, trad. di G. e D. 5o&&i, <ePton 9ompton,
*oma !,, pp. 8+;#.
88;?vi, pp. #8+##. ?l corsivo riferito all'espressione %l'argomento della guaina' mio.
88,?bidem.
88!Gna varia&ione sull'argomento della guaina pu4 essere considerato anche *estituzioni, ovverosia il saggio con cui si
chiude Verit" e pittura. /ench1 Derrida vi dispieghi numerosi altri temi, il suo punto di parten&a infatti costituito
da una disamina delle critiche mosse da Ee)er 6chapiro all'interpreta&ione che, ne L'origine dell'opera d'arte,
(eidegger aveva fornito della pittura di van Gogh, e pi in particolare di un dipinto del ,,- intitolato Vecc!ie
scarpe con lacci. Ara le prime osserva&ioni di Derrida, vi quella secondo cui la scarpa presenterebbe %il vantaggio
di fare sistema dei due tipi di oggetto descritti da Freud: di forma allungata, solidi, compatti su di un piano, vuoti o
!,
dato sussistere se non nelle reti in cui esso rimane impigliato, in una sorta di pesca la cui
miracolosit2 sta tutta nel carattere derivato, prodotto, artefatto di quanto essa pure raccoglie.
7erso la fine del suo testo, Derrida, commentando il %isegno per un ritratto di $enDamin da
.dami reali&&ato a partire da una nota fotografia dell'intellettuale tedesco, si richiama a quanto da
questi avan&ato a proposito del ritratto nel suo scritto su L'opera d'arte nell'epoca della sua
riproduciilit" tecnica. . partire dall'opposi&ione tra %arte cultuale' e %riproducibilit2 tecnica',
/enkamin aveva infatti assegnato al ritratto una fun&ione di transi&ione, identificando la
rappresenta&ione fotografica del volto come l'ultimo rifugio del valore incarnato dalla prima di
queste due forme rappresentative. Distrutto dall'imporsi dal %valore di
esponibilit2' (;usstellungs?ert$, il %valore cultuale' (Eult?ert$ un tempo associato all'opera
sarebbe migrato nell'%espressione fuggevole' dei volti, per lo meno fin quando i volti non sarebbero
a loro volta scomparsi,
8#"
o, proprio come avviene nel disegno di .dami, non avrebbero pi
occupato, sulla scena, il posto centrale. %<el leggere /audelaire' 3 scrive Derrida 3 %/enkamin
aveva creduto di poter collegare la perdita dell'aura alla vacuit2 dello sguardo', ragion per cui
proprio questo suo ritratto, %dagli occhiali bianchi', starebbe per tutte le altre immagini e per tutti
gli altri luoghi da essa disertati. Da cui, anche, l'esigen&a della NdidascaliaO ($esc!riftung$, la quale,
a detta dello stesso /enkamin, Nha un carattere del tutto diverso dal titolo di un quadroO. 5erch1 per
essa non si tratta di alludere ad una presen&a, ma di tenere il luogo di una biografia, di una storia, di
una realt2 ugualmente assenti, ci4 che .dami avrebbe peraltro compreso alla perfe&ione, se vero
che nel suo ritratto, lungo la linea che taglia la fronte del soggetto, appena sopra il suo sguardo
cieco, il nome %/enkamin' spicca quale %titolo di un quadro assente, di uno scomparso. Scomparso
il soggetto. Lo scomparso appare, assente sul luogo stesso del monumento commemorativo,
fantasma che ritorna sul vuoto marcato dal suo nome. .rte del cenotafio'. .rte al cui riguardo
Derrida rimette in moto a pieno regime la macchina teorica gi2 costruita e avviata in 2las: %
continuamente all'opera' 3 conclude infatti a proposito del lavoro di .dami 3 %una didascalia
sotterranea, un falso titolo, la cui soppressione stessa avrebbe infallibilmente congiunto le linee
frammentarie, articolato nuovamente i frammenti nel continuum lineare, organi&&ato i simulacri di
feticci R...S. 6crivo a proposito simulacri di feticci. ?l feticismo generali&&ato di .dami ridicoli&&a le
logiche classiche del feticismo, il contrapporsi del frammento fetici&&ato alla cosa stessa, a Dio, al
referente originario, al fallo trascendentale'.
8#
/ench1 Derrida non lo affermi esplicitamente, un'analoga disloca&ione delle logiche classiche
concavi sull'altro. Autto viene rovesciato 3 cos= come si rovescia un paio di guanti' (B. Derrida, *estituzioni0 della
#erit" en pointure, ne La #erit" in pittura, cit., p. :#,$.
8#"9fr. J. /enkamin, L'opera d'arte nell'epoca della sua riproduciilit" tecnica, trad. di L. Filippini, Linaudi, Aorino
!!
:
, pp. :,+:!.
8#B. Derrida, ` * Lal di sopra del mercatoM, cit., p. ;:.
!!
del feticismo sembrerebbe animare anche l'opera dell'artista cui dedicato il testo che, in Verit" e
pittura, immediatamente segue quello su .dami. ?ntitolato Cartigli, esso si riferisce ad una mostra
di Gerard Aitus+9armel tenutasi tra il mar&o e l'aprile del !;, presso il 9entro George 5ompidou,
col titolo T!e /oc>et Size Tlingit Coffin et les 63 premiers dessins qui s'ensui#irent.
8#:
%Aitolo
generico', che, secondo quanto affermato nello scritto dal quale l'opera o le opere sono
accompagnate, designa %un discreto numero di disegni (centoventisette, per la precisione$ derivati
da uno stesso modello: si tratta di una scatola di mogano di modeste dimensione (" M -,: M :,8
cm$. La sua fabbrica&ione stata particolarmente accurata: scelta del legno, della tinta, delle diverse
disposi&ioni del filo, del modo di unirli (a coda di rondine$, delle propor&ioni (numero d'oro$, ecc. ?l
fondo della scatola ricoperto da uno specchio e ai due lati, nel senso della larghe&&a, sono stati
collocati due contrafforti che servono da sostegno a un ovale di vimini, su due tratti del suo
perimetro avvolto in pelliccia sintetica grigia. L'ovale, inoltre, fissato su un'allacciatura i cui fili,
attraversando le pareti della scatola in sei punti diversi, e quindi annodati su delle specie di chiavi,
ricadono poi sciolti intorno a questo piccolo sarcofago di legno esotico. Gna sottile lastra di
altuglass, fissata da quattro minuscole viti di ottone, completa l'insieme'.
8#>
Dei :; disegni, i quali comprendono in verit2 anche acquarelli, tempere, incisioni, Derrida
parla come di %una teoria in serie', il cui maggiore interesse risiede nella rela&ione che ciascuno dei
suoi membri intratterrebbe con il sarcofago tascabile qui sopra descritto, ovverosia %con
l'esemplare, col modello principale'. 9on quello che preferirei chiamare 3 dice anche Derrida 3 il
paradigma', ovverosia %quella specie di modello artificiale' che, derivando %da una tec!n&', si
presenta sin da subito come %un artefatto, un referente costruito, a volte di sana pianta, preparato,
una struttura fabbricata'. %9hi ci assicura infatti' 3 si chiede Derrida 3 %che il coffin R...S sia stato il
primo, anche nel tempoU' . tal proposito, non abbiamo alternativa: %dobbiamo credere a quello che
ne dice il suo presunto autore, Aitus+9armel'. . farne fede, a testimoniare che % proprio la
cassettina di legno quella che sta all'ini&io della produ&ione e che servita cos= da NmodelloO'
soltanto la %storia' che lui stesso ce ne racconta, la %narra&ione' esposta nello scritto sopra citato:
%6otto il titolo generico di T!e /oc>et Size Tlingit Coffin riunito un discreto numero di disegni R...S
deri#ati dallo stesso modello'. ?l che solleva due problemi strettamente legati tra loro: da una parte
quello relativo al fatto che, nella serie dei :, articoli (il coffin n i :; disegni$, nulla giustifica, da
un punto di vista interno o strutturale che dir si voglia, l'attribu&ione, a uno di essi, di una
8#:9fr. B. Derrida, Cartigli, ne La #erit" in pittura, cit., pp. ;;+:88. ?n tutto lo scritto, l'unico esplicito riferimento al
feticismo 3 in senso antropologico 3 si trova alla p. ::#, in cui Derrida afferma che della trib straniera, dei Alingit,
Aitus+9armel dimostra di conoscere i costumi e le maschere, nonch1 appunto i %feticci'.
8#>G. Aitus+9armel, T!e /oc>et Size Tlingit Coffin Lo: della stanc!ezza considerata come strumento c!irurgicoM,
/audoin Lebon 3 6E?, 5arigi !;-, riportato quale didascalia della foto del modello nella mano dell'autore riportata
alla p. , dello scritto derridiano. Aradu&ione modificata.
:""
qualsivoglia priorit20 dall'altra quello dello statuto di %questa dichiara&ione che d" ordine alla serie',
di %questo racconto che mette un sigillo all'irreversibilit2'.
8#8

Derrida insiste infatti su un punto: nel redarre il documento scritto, riprodotto al momento
della mostra e che ne fa quindi parte, T!e /oc>et Size Tlingit Coffin Lo: della stanc!ezza
considerata come strumento c!irurgicoM, Aitus+9armel avrebbe s= raccontato e spiegato la struttura e
la storia del coffin, ma %in modo molto ellittico e atteggiato, molto ingannevole e molto poco
riproduttivo', affinch1 il %fuori+opera', invece che dominarla dall'alto e pur fun&ionando come un
titolo e una firma al contempo, ne facesse piuttosto parte. *agion per cui lo statuto del documento
in questione sarebbe quello di un %cartiglio', ovverosia di un motivo ornamentale che in quanto tale
appartiene sen&'altro all'opera, ma che il pi delle volte reca un'iscri&ione rispetto ad essa
supplementare.
8##
L %la logica del cartiglio', come si esprime Derrida a poche pagine di distan&a, %
sconcertante'. 6e infatti esso viene considerato come un vero e proprio %fuoriBopera, come se fosse
la verit2 linguistica o metaoperativa dell'opera, la sua verit2 ineffabile si dissolve: diventa esterna
R...S e io posso, prendendo in considera&ione l'interno dell'opera, spostare o rovesciare l'ordine della
serie'0 %se al contrario d4 al cartiglio un posto all'interno o sull'orlo interno di una cornice, quello
diventa soltanto un pe&&o della performance generale, non ha pi il valore di una verit2 che lo
sovrasta'. ?l che, in rela&ione alla questione dalla quale siamo partiti, significa che %il posto
primordiale del presunto paradigma' non in ogni caso %inscritto nella cosa'. 9he %esso dipende da
una performance del cartiglio che gli sottrae con una mano ci4 che gli d2 con l'altra'.
8#-

.ncora una volta, dunque, un'indecibilit2, la cui portata non si esaurirebbe nell'afferma&ione
dell'impossibilit2 di optare tra l'una e l'altra delle alternative in gioco (carattere originario o derivato
del paradigma$, ma prescriverebbe %un'instabilit2 dinamica', una positiva oscilla&ione tra le due:
%se il cartiglio introduce la possibilit2 di una perversione nell'ordine stesso che esso l'unico a
costituire, non si tratta pi soltanto di una tenta&ione, R...S tutto predisposto in modo che la
perversione o l'inversione diventino necessarie'. ?ncessantemente, l'opera&ione paradigmatica
produce un duplice esito, nessuna delle cui occorren&e potrebbe tuttavia darsi indipendentemente
dall'altra. 7ale a dire che, se il coffin avr2 potuto staccarsi dalla serie di quelle che risulteranno
allora essere le sue riprodu&ioni ed elevarsi a una statura colossale, incommensurabile, ieratica, sar2
unicamente nella misura in cui esso avr2 ugualmente potuto ridursi %alla sua modesta apparen&a,
quasi ridicolo, infinitamente piccolo nei confronti di tutta la sua discenden&a'. .ll'insignifican&a di
quegli stessi resti che esso contiene.
8#;
Ld proprio in questo suo ridursi, in questo suo
8#8B. Derrida, Cartigli, cit., p. :.
8##?vi, p. :"-.
8#-?vi, p. ::.
8#;9ontrariamente a quanto si sarebbe a tutta prima tentati di pensare, il coffin e le sue supposte riprodu&ioni non
possono essere a rigore definiti dei cenotafi, in quanto un cenotafio una tomba vuota (>enotap!os0 >enotap!ion$
:"
demoltiplicarsi che il paradigma esibisce una struttura che identica a quella del feticcio: non in
quanto Ersatz della cosa stessa 3 o anche, nei termini di Lacan, della 9osa, di das %ing Q ma quale
suo rovescio, quale risultato del medesimo processo di costitu&ione che la erige in tutta la sua
statura. .nche cos= sminuito, il coffin potr2 pur sempre tenere il luogo dell'origine, potr2 pur sempre
essere %un padre, se insistete, ma inteso come un vecchietto rimpicciolito, diventato sottile, come un
antenato sen&a nome e dimenticato nella grande cerimonia familiare in gloria del nome perduto.
.bbandonato (come una #ecc!ia scarpa0 piN o meno slacciata$'.
8#,
@uasi che il paradigma non
sussistesse se non fin da principio intaccato, smangiato, sottoposto ad un processo di altera&ione,
mentre l'oggetto feticcio ne definerebbe la sola consisten&a possibile. 9i4 che una precedente opera
di Aitus+9armel, l'installa&ione intitolata Il grande ananeto culturale, aveva mostrato, sia pure
operando su di un oggetto naturale diversamente soggetto all'inciden&a della dimensione temporale,
con ancora maggiore eviden&a, introducendo per di pi, tra l'anteceden&a del paradigma e il primato
del fallo, un nesso simbolico (anche se Derrida ci invita a non sopravvalutarlo$. .d un contingente
di #! banane di plastica, Aitus+9armel ne aveva aggiunta una sessantesima, o piuttosto una prima,
%(quella NveraO, quella NnaturaleO$ che marcisce lentamente' mentre le altre %fingono, impassibili,
di copiarRneS il modello'. %?l frutto (che sarebbe anche il padre$ NnaturaleO della serie in
decomposi&ione, o, in altre parole, in analisi effettiva, pratica. La decomposi&ione dura per il
periodo della mostra. L' proprio essa che d2 il tempo dell'osserva&ione, di ri+marcare cio la
differen&a tra il frutto R...S NnaturaleO e i #! Nfalsi+fruttiO R...S. Ea nel momento in cui questa
differen&a R...S pi marcata, il modello R...S gi2 completamente marcio, decomposto, anali&&ato,
decaduto R...S. Le filiali non sono pi copie e non sono, d'altra parte, degli originali0 sarebbero
piuttosto dei p!antasmata R...S se la for&a di un ductus non portasse il resto al di l" di ogni fantasma
R...S. L'ideali&&a&ione si al&a sempre come la fermenta&ione dello spirito (2eist$, come fa un gas,
sopra una decomposi&ione organica'.
8#!
9ol compiersi della quale 3 come avviene nel caso del
coffin Q non resteranno di conseguen&a che i fantasmi, assimilati al resto stesso dell'opera&ione.
8-"

per un corpo scomparso. %7uote 3 anche dopo l'esaurimento 3 le casse lo sono RinveceS propriamente soltanto del
corpo. *estano altri avan&i, reliquie, reliquati' (ivi, pp. ,>+,8$.
8#,?vi, p. :>. ?l corsivo mio.
8#!?vi, pp. :"!+".
8-"?n ogni caso, a rischio del paradosso, l'ere&ione di un valore assoluto non sorgerebbe che mediante la sua
concomitante ridu&ione, esattamente come il fallo non assume presso alcune culture la fun&ione e la poten&a che gli
sono proprie se non a seguito di alcune pratiche che costituiscono altrettanti equivalenti della castra&ione. ? passaggi
che si potrebbero citare a questo riguardo da 2las sono numerosi. 7alga, a titolo di esempio, quello relativo ad
alcuni passi dell'Estetica hegeliana in cui questione del carattere architetturale assunto dalla rappresenta&ione
fallica in ?ndia, dove si sarebbero anticamente erette %enormi colonne e torri di pietra pi larghe alla base che in
cima', le quali sarebbero tuttavia state adorate per se stesse soltanto all'ini&io. /en presto, infatti, %vi si praticano
delle aperture (affnungen$, buchi, incisioni, scanalature (;us!=!lungen$ in cui si inseriscono le immagini degli dei.
Lssi appaiono qui. Aale pratica la si ritrova nelle colonne ermetiche della Grecia. La rappresenta&ione leggendaria
degli dei, le immagini, gli idoli, gli altari, venivano a iscriversi sulla superficie liscia di queste colonne rigide come
un tatuaggio' (B. Derrida, 2las, cit., p. :,:$. @uanto alla colonna di destra 3 oltre a rilevare come, in parallelo con lo
:":
Il ,teatrino- di Freud
6ulla scorta di quanto articolato da Derrida, alla domanda che ci siamo posti all'ini&io di
questo capitolo, relativa alla fondate&&a dei rilievi secondo cui la teoria freudiana del feticismo
riprodurrebbe quanto all'essen&iale la posi&ione che essa pretende nondimeno di descrivere
dall'esterno, potremmo forse rispondere in maniera affermativa e negativa al contempo. 5er colmo
di paradosso, Freud non mancherebbe di cadere nella trappola del feticismo proprio nel momento in
cui egli vorrebbe circoscriverne l'ambito e la portata, ridurlo a una categoria psicopatologica ben
determinata, trattarlo come un caso certamente passibile di verificarsi, e magari anche con una certa
frequen&a, ma di contro al quale sussisterebbe tuttavia sempre anche un altro modello di rela&ione
d'oggetto, nella quale quest'ultimo sarebbe non pi il sostituto, ma l'originale, il non+Ersatz,
l'oggetto adeguato. 5oich1 tuttavia nello stesso Freud che sarebbe possibile reperire i rudimenti di
un'altra logica, che non opera pi in base all'opposi&ione binaria del modello e della copia ma che
permette al contrario di elaborare un argomento come quello %della guaina', dovremmo ugualmente
dire che egli, nel momendo stesso in cui fa del feticismo un che di irriducibile, vi si sottrae.
7ale a dire che, secondo Derrida, Freud non avrebbe attribuito all'oggetto feticcio la fun&ione
di Ersatz sen&a al contempo implicarvi, per un altro #erso, l'eventualit2 di una sua generali&&a&ione,
consistente nella posi&ione di una logica dell'indecidibile tale da dislocare tutte le opposi&ioni
metafisiche tradi&ionali, a partire da quella, maggiore, tra verit2 e fin&ione. Da cui l'ulteriore
indica&ione che una siffatta generali&&a&ione non potr2 in ogni caso costituire l'oggetto di un
enunciato di tipo constativo, il quale non farebbe che riprodurre la pretesa veritativa da essa messa
in questione, ma dovr2 al contrario prendere corpo in una performance, in una pratica decostruttiva
non priva di importanti affinit2 con quella analitica,
8-
e i cui effetti di verit2 non originerebbero
paradossalmente che dal loro stesso differimento.
*ispetto alle nota&ioni critiche di Caplan e Cofman, Derrida sposta comunque decisamente la
questione, dal terreno di un'indagine sulla psicologia dell'autore a quello della defini&ione dello
statuto del sapere cui il suo discorso fa capo. ?mposta&ione che ritroviamo peraltro anche in uno dei
pi importanti momenti dell'elabora&ione teorica lacaniana, ovverosia nel seminario del !-!+!;"
su Il ro#escio della psicoanalisi, del quale pure si pu4 dire che esso scritto per e contro Freud.
9ome osservato da Bacques+.lain Eiller nella sua postfa&ione al seminario, la psicoanalisi vi viene
sviluppo appena citato, vi si tratti della dissemina&ione 3 si pu4 vedere il passo che comincia a p. :-# con
l'osserva&ione che %il pendant femminile del grappolo di 6tilitano non situato, appuntato nel testo Rnel %iario del
ladroS che dopo la descri&ione della castra&ione di un'altra colonna, dopo la monumentali&&a&ione della ferita
ricoperta di fiori'.
8-6ui rapporti tra Derrida e la scena psicoanalitica francese, uno dei cui principali momenti costituito dall'esperien&a
di %9onfrontations', cfr. L. *oudinesco, (istoire de la ps)c!anal)se en France+ T L3GT5B3GF5M, cit., pp. -"- e sgg.
:">
infatti ridotta all'osso, spogliata di quelli che sembravano costituirne i cardini teorici, e che Lacan
relega viceversa al rango di orpelli.
8-:
Kpera&ione, questa, che non potremmo tuttavia comprendere
sen&a prima mettere fuoco qualcuno almeno dei temi del seminario, a cominciare dalla critica cui
Lacan vi sottopone alcuni degli assunti che, nella prima fase del suo insegnamento, egli aveva
mutuato, attraverso la media&ione di .leMandre Cokve, dalla filosofia hegeliana.
?nsolitamente collocata sul banco degli imputati, essa vi appare infatti tenden&ialmente
ribattuta sul rapporto tra quello che Lacan chiama %il discorso del padrone' e quello che solo
apparentemente costituisce il suo altro, ovverosia %il discorso dell'isterica'. 5erch1 Il ro#escio della
psicoanalisi innan&itutto il seminario dei quattro discorsi, che Lacan stesso definisce %sen&a
parole' e la cui formula&ione si condensa nella costru&ione dei seguenti quattro schemi, ciascuno
dei quali corrispondente ad uno di essi (nell'ordine: del padrone, dell'isterica, dell'analista e
dell'universit2$:
5 ? . G
6

6
:
o 6

a o 6
:
a
o a a 6
:
6
:
6

o
6eguendo l'indica&ione al riguardo fornita da Eassimo *ecalcati, di ciascuno di questi potremmo
dire che esso costituisce una delle possibili forme del legame sociale, ovverosia una delle possibili
maniere di declinare la condi&ione che secondo Freud sta al fondo dell'esisten&a stessa della civilt2:
l'impossibilit2, di cui il suo %disagio' costituirebbe la spia, che la pulsione vi trovi il suo pieno
soddisfacimento ($efriedigung$ o 3 nei termini di Lacan 3 che vi si dia un godimento (Douissance$
incondi&ionato. 7ale a dire che Lacan non avrebbe fatto con tale no&ione che rielaborare
l'osserva&ione freudiana secondo cui %il rapporto dell'uomo con il campo sociale marcato da un
meno o da una lacuna, da una sottra&ione necessaria di godimento': da quella che Freud definisce
%rinuncia pulsionale' e che %prolunga le tesi dell';l di l" del principio di piacere' nella misura in
cui quest'ultimo %segnala R...S il fatto che l'eM+sisten&a come tale per struttura fuori dall'armonia
edonistico+naturalistica del principio di piacere. <on c' infatti per l'essere umano possibilit2 alcuna
di mantenere in a&ione l'universalit2 biologica del principio di piacere perch1 l'a&ione del
significante che rompe tale principio iscrivendo il soggetto nel campo dell'.ltro'.
8->

6u tali basi, ci dato riconoscere non solo come ciascuno di questi quattro discorsi
corrisponda all'assun&ione, strutturalmente preordinata, di una determinata posi&ione soggettiva,
8-:9fr. B.+.. Eiller, La psiconalisi messa a nudo dal suo celie, trad. di *... Gentile in B. Lacan, Il seminario0 liro
8VII+ Il ro#escio della psicoanalisi L3G6GB4HM, cit., p. :;.
8->E. *ecalcati, /er una introduzione alla logica dei discorsi, in %La psicoanalisi', ,, !!#, p. >#.
:"8
bens= anche il privilegio detenuto, in rapporto agli altri, dal primo di essi, il quale si colloca dentro e
fuori dalla serie, dal momento che, oltre a definire la possibilit2, per il soggetto, di identificarsi a un
miraggio di padronan&a, esso costituisce una sorta di meta+discorso o matrice strutturale per tutti gli
altri. 6e 3 sulla scorta di quanto suggerito da *ecalcati 3 togliamo infatti a dal suo matema, ci
accorgiamo che esso coincide con la formali&&a&ione della condi&ione di cui Lacan parla come
dell'inclusione del soggetto nel campo dell'.ltro, e che altro non che la rimo&ione freudiana, ma
che potremmo anche definire come l'aliena&ione fondamentale sen&a il cui prodursi non vi sarebbe
nemmeno, secondo quanto da Lacan articolato gi2 nel Seminario 8I, un soggetto dell'inconscio:
6

6
:
o
Kra, in questa formula 6

sta a indicare il significante padrone, ovverosia quello che, nel


discorso del padrone viceversa inteso come uno dei quattro discorsi, occupa il posto da Lacan
definito %dominante' o %dell'agente', e cui il soggetto pretenderebbe di identificarsi sen&a resti,
misconoscendo in tal modo il dato per cui %il significante, a differen&a del segno', non %rappresenta
un soggetto' se non %per un altro significante', da cui la produ&ione della catena di significanti da
Lacan notata con 6
:
, e che altro non che l'inconscio. Gn inconscio che non sarebbe tuttavia
dell'ordine di una realt2 istintuale interna al soggetto, bens= di un sapere articolato che, nel momento
stesso in cui fa esistere il soggetto, lo eccede ed an&i lo dissolve, svuotandolo di ogni sostan&a e
mortificandolo: facendone appunto un soggetto barrato, rappresentato da un termine nondimeno
costitutivamente inadatto a restituirne integralmente l'essere. Da cui la vanit2 del discorso della
padronan&a, caratteri&&ato dal fatto che 6

pretenderebbe fun&ionarvi come un significante bloccato,


rescisso dal resto della catena, autonomo quanto basta a garantire al soggetto un'identifica&ione
piena. %@uello che scopriamo in una sia pur minima esperien&a di psicoanalisi' 3 osserva Lacan 3
% proprio inscritto nell[ordine del sapere, e non gi2 della conoscen&a o della rappresenta&ione. 6i
tratta, per essere precisi, di qualcosa che lega, in una rela&ione secondo ragione, un significante 6

a
un altro significante 6
:
'. Ld solo in %un tale rapporto, e nella misura in cui esso non si sa Rnon si
sa perch1 la rela&ione resta esteriore ai suoi termini, nessun significante contenendo in s1 la legge
che lo lega agli altri significantiS, che risiede il fondamento di quel che invece si sa 3 di ci4 che si
articola tranquillamente come padroncino, come io, come colui che ne sa qualcosa'.
8-8

.ltrimenti detto: per il soggetto la coinciden&a con s1, quello che Lacan chiama %sapersi' e la
filosofia %autocoscien&a', non se non un[illusione che si regge sul misconoscimento di un sapere
di altro ordine, che la precede e che non pu4 in alcun modo essere riflessivo. %Freud' 3 scrive
Lacan 3 %fa al riguardo un discorso strano, diciamolo, contrarissimo alla coeren&a e alla consisten&a
8-89fr. B. Lacan, Il seminario0 liro 8VII+ Il ro#escio della psicoanalisi L3G6GB4HM, cit., p. :,.
:"#
di un discorso. ?l soggetto del discorso non si sa in quanto soggetto che fa il discorso. 9he non
sappia che cosa dice, passi pure, vi si sempre posto rimedio. Ea ci4 che Freud dice che non sa
chi lo dice. ?l sapere 3 penso di avervi insistito abbastan&a da farvelo entrare in testa 3 il sapere
cosa che si dice, che detta. Lbbene, il sapere parla da solo, ecco l[inconscio'.
8-#
Di questo 6
:
, di questo sapere inconscio, il cui tratto saliente l[inconsisten&a e che oppone
pertanto resisten&a alla sua stessa identifica&ione, il discorso del padrone tenta di appropriarsi
teoricamente, di addomesticarlo, di ridurlo a dei quanta di informa&ioni scambiabili, spostabili e
trasmissibili a piacimento. 9erca insomma di impacchettarlo, di imballarlo, di farne una merce.
*agion per cui il discorso del padrone trova il suo naturale compimento in quello dell[universit2,
che Lacan definisce come una sua trasforma&ione regressiva,
8--
caratteri&&andolo %non gi2 come un
sapere+di+tutto, no di certo, ma come un tutto+sapere. ?ntendetelo come ci4 che si afferma per non
essere nient'altro che sapere, e che si chiama, nel linguaggio corrente, burocra&ia'.
8-;
/urocra&ia,
ovverosia epura&ione, dall'ordine del sapere, di qualsivoglia investimento soggettivo, di tutto ci4
che potrebbe costituire, nel processo della sua gestione e della sua amministra&ione, una pietra di
inciampo, o ancora segnare l'emergen&a di un desiderio. Di modo che, rispetto a quello del padrone,
il discorso dell'universit2 si collocherebbe un passo innan&i verso la chiusura autoreferen&iale della
padronan&a, della ma^trise, come eviden&iato dal fatto che il quarto elemento costituivo dei quattro
discorsi, del quale non ci siamo finora occupati e che Lacan nota con la lettera a, non vi compare
pi allo stesso posto che esso occupava in quello del padrone.
9ome fa notare *ecalcati, nel matema del discorso del padrone 3 anche e in primo luogo
strutturalmente inteso 3 a indica infatti il resto dell'opera&ione significante, dell'inclusione del
soggetto nel campo dell'.ltro. 7ale a dire che, se da una parte esso tiene il posto di quell'ipotetico
essere di godimento che l'uomo sarebbe qualora non assoggettato all'aliena&ione significante (al
processo della civili&&a&ione$ e quindi ne sancisce l'esclusione producendone un Ersatz0 dall'altra
esso introduce nell'economia discorsiva una faglia, un punto di criticit2 che ne rende il
fun&ionamento ineluttabilemente difettoso. *agion per cui Lacan parla del posto da esso occupato
talora come quello della perdita, talaltra come quello della produ&ione. @uasi che esso si collocasse
al tempo stesso dentro e fuori l'apparato dei quattro discorsi: dentro, in quanto effetto e supporto al
contempo di quella che Lacan chiama la %ridu&ione economica del godimento' sulla quale
l'apparato si regge0 e fuori, in quanto residuo ad esso inassimilabile in ragione della sua origine non
significante, bens= libidica e pulsionale.
8-#?vi, p. ,:.
8--?l suo matema infatti ottenibile facendo compiere a quello del discorso del padrone un quarto di giro in senso
inverso a quello che in Lacan indica la messa in discussione del discorso della padronan&a, facendone derivare
dapprima quello dell'isterica e quindi quello dell'analista.
8-;?vi, p. >".
:"-
*iprendendo quanto avan&ato da Derrida, potremmo dire che l'oggetto a indecidibile
esattamente nello stesso senso in cui lo il feticcio. Gno dei punti di fermi del Seminario 8VII
infatti che, malgrado questo non gli impedisca di sussistere e di produrre i suoi effetti, tale discorso
resta a rigore impossibile, e questo in un senso affatto diverso da quello cui (egel si sarebbe
attenuto mostrando %che in fin dei conti il servo, col suo lavoro, a fornire la verit2 del padrone,
spingendolo al di sotto' e che, %in virt di questo lavoro for&ato, R...S il servo giunge alla fine della
storia a quel termine che si chiama il sapere assoluto'.
8-,
5erch1 %se anche questa macchina storica,
che tutto sommato solo un progredire di scuole e nulla pi, giungesse al sapere assoluto, ebbene
tutto ci4 sottolineerebbe unicamente l'annullamento, lo scacco, la scomparsa dunque di ci4 che
motiva esclusivamente la fun&ione del sapere 3 la sua dialettica con il godimento. ?l sapere assoluto
sarebbe puramente e semplicemente l'aboli&ione di questo termine', il quale si profila dunque come
qualcosa di assolutamente irrecuperabile al discorso della padronan&a (ma^trise$, e che proprio per
questo sarebbe destinato ad insistervi alla stregua di un elemento destabili&&ante, di un residuo non
riassorbibile dagli altri tre termini (6

, 6
:
ed o$ e che perci4 pu4 farli slittare. Gn resto la cui
presen&aVassen&a impedirebbe cio al discorso del padrone di chiudersi su se stesso obbligandolo a
passare in quelli ad esso contigui, a cominciare da quello dell'isterica, ovverosia di un soggetto che
vuole %che l[altro sia un padrone, che sappia molte cose, ma non tante da non credere che lei il
pre&&o supremo di tutto il suo sapere'. Gn soggetto che vuole cio %un padrone su cui regnare',
facendone cos= da ultimo risaltare l'inanit2.
8-!
. riaprire la questione che la totali&&a&ione dell'inconscio e la sua ridu&ione a un insieme di
saperi morti si applicherebbero viceversa a definitivamente chiudere,
8;"
sarebbe dunque il discorso
dell'isterica.
8;
.nche se, nei confronti di quel padrone di cui si accanisce a denunciare
l'%impoten&a', l'isterica resterebbe da ultimo sostan&ialmente solidale, e questo proprio in ragione di
un modo di intendere il godimento che si tratter2 viceversa per il discorso dell'analista di superare, o
3 meglio 3 di lasciar finalmente cadere.
8-,B. Lacan, Il seminario0 liro 8VII+ Il ro#escio della psicoanalisi L3G6GB4HM, cit., p. :>.
8-!?vi, p. -".
8;"L'universit2 3 dice Lacan 3 giustappunto il luogo in cui si trovano raccolti i saperi che hanno cessato di essere un
me&&o di godimento.
8;9fr., su questo, E.A. Eaiocchi, Uni#ersBcit)+ Gni+#ersit" del sapere e di+#ersit" del soggetto (in La filosofia e
l'uni#ersit", %/ollettino filosofico dell'Gniversit2 della 9alabria', !, :"">, pp. "#+>;$, il cui penultimo paragrafo
si intitola significativamente %Dis+universare... ?steri&&are forse'.
:";
5rendiamo l'esempio del sogno %della bella macellaia',
8;:
da Lacan gi2 anali&&ato nel !#,.
8;>

<ell'interpretarlo, egli si concentra su come, a determinare la produ&ione del sogno, fosse stato il
desiderio, da parte della pa&iente di Freud, di avere un desiderio insoddisfatto. 5er cogliere il punto,
gli sono sufficienti poche righe: %c' la bella macellaia' 3 scrive 3 %e quel fottitore di marito, un
coglione davvero ideale, al quale lei dovr2 dunque mostrare di non tenere affatto a ci4 di cui lui
vorrebbe colmarla in abbondan&a. L quindi niente si sistemer2 quanto all'essen&iale, nonostante che
lei questo essen&iale lo abbia gi2'.
8;8
5erch1 proprio questo sarebbe l'intento dell'isterica: preservare
il posto della mancan&a 3 ovverosia la dimensione della quale soltanto il desiderio si nutre 3
denunciando la presunta insufficien&a di quanto ricevuto. @uanto le servirebbe per essere felice, la
bella macellaia gi2 lo possiede: il marito la riempie di atten&ioni, lei ne innamorata. Lppure
come se dicesse: %<on questo', con un gesto assimilabile a quello dei bambini affetti da anoressia
nervosa, dei quali Lacan aveva a suo tempo sottolineato non solo come il loro rifiuto sia sempre
%orchestrato come un desiderio', ma anche come essi siano di norma proprio quelli nutriti %con pi
amore'.
8;#

<el Seminario 8VII, tuttavia, questo aspetto appare ormai a Lacan irrilevante rispetto a
quanto implicito nell'atteggiamento rivendicatorio che, nella bella macellaia, resta al fondo del suo
rifiuto. 9ome se, insistendo per ricevere dall'.ltro ci4 di cui non tarder2 a denunciare l'insufficien&a
e che in fondo 3 pur sen&a saperlo 3 non vuole, essa si collocasse nella sua stessa posi&ione0 come
se, non volendo rinunciare al proprio diritto ad essere soddisfatta, essa si condannasse a non esserlo
in eterno. %@uel che lei non vede, essendo il suo piccolo ori&&onte ben limitato, il fatto che
basterebbe lasciare a un'altra questo essen&iale del marito per poter trovare, per s1, un pi di godere.
?l sogno tratta proprio di questo. L tutto quel che si pu4 dire che questo lei non lo veda nel sogno.
8;:?l sogno in questione il seguente: %7olevo dare una cena, ma non avevo niente in casa, tranne un po' di salmone
affumicato. 5ensai di uscire a comprare qualcosa, ma mi ricordai che era domenica pomeriggio e che tutti i nego&i
erano chiusi. .llora cercai di telefonare a qualche fornitore, ma il telefono era guasto. 5erci4 dovetti abbandonare
l'idea di dare una cena'. <on fosse che, il giorno prima, la pa&iente aveva fatto visita ad un amica, che suo marito
spesso lodava sebbene questa fosse molto magra, mentre lui preferiva le donne pi in carne. 9on lei aveva parlato
del suo desiderio di ingrassare, e difatti l'amica le aveva anche chiesto quando l'avrebbe invitata di nuovo a cena, dal
momento che da lei si mangiava cos= bene. 9onsiderato anche il fatto che il piatto preferito dell'amica era proprio il
salmone affumicato, Freud non ha pertanto difficolt2 a rovesciare il significato apparente del sogno, cui la sua
pa&iente si era appellata per contraddire la sua teoria secondo la quale tutti i sogni costituirebbero la reali&&a&ione di
un desiderio. Dopo di che, Freud si sofferma sull'importan&a di un dettaglio emerso nel corso dell'analisi: negli
ultimi tempi, la pa&iente aveva infatti rinunciato ad un lusso che precedentemente era solita concedersi, ovverosia a
mangiare ogni mattina un panino col caviale, che il marito le avrebbe beninteso fatto avere, se solo lei avesse voluto.
Di modo che il sogno, oltre a rappresentare la condi&ione alla quale si sarebbe reali&&ato il suo auspicio che l'amica
restasse magra, di modo che essa non finisse per piacere a suo marito ancora di pi, avrebbe rivestito per lei un
valore supplementare: quello di reali&&are quella stessa identifica&ione all'amica 3 necessaria ad appropriarsi
dell'alta stima in cui il marito l'avrebbe tenuta come oggetto sessuale 3 che essa aveva manifestato nella vita reale
procurandosi il desiderio insoddisfatto del caviale (cfr. L'interpretazione dei sogni, cit., pp. 8:+8#$.
8;>9fr. B. Lacan, La direzione della cura e i princip^ del suo potere, in Scritti, cit., pp. -- e sgg.
8;8?d., Il seminario0 liro 8VII+ Il ro#escio della psicoanalisi, cit., p. ,;.
8;#9fr. id., La direzione della cura e i princip^ del suo potere, in Scritti, cit., pp. -:>+:8.
:",
.ltri invece lo vedono, Dora, per esempio, quel che fa'.
8;-

.nche in Dora, infatti, non mancano i segni che denotano come l'isteria rechi %il marchio
dell'identifica&ione con un godimento che quello del padrone'. /asti pensare al ruolo nella
vicenda giocato dalla signora C., la quale %sa sostenere il desiderio del padre ideali&&ato Rch1
quello reale, non va dimenticato, impotenteS ma anche contenerne la foga R...S e quindi privarne
Dora, che si trova cos= doppiamente esclusa dalla sua appropria&ione'. Ea tale identifica&ione
comporta in lei un passo ulteriore, in quanto il godimento dell'.ltro 3 impersonato dal signor C.
nella misura in cui questi, a differen&a del padre, potente e le si offre sen&a riserve 3 Dora mostra
effettivamente di non volerlo, %poich1 quel che vuole il sapere come me&&o di godimento', anche
se solo 3 e questo ci4 che ne fa comunque un'isterica 3 %per metterlo al servi&io della verit2 3 la
verit2 del padrone che lei, in quanto Dora, incarna. L questa verit2, bisogna finalmente dirlo, che il
padrone castrato. ?nfatti, se il godimento unico a rappresentare la felicit2, quello che l'ultima volta
ho definito perfettamente chiuso, il godimento del fallo, dominasse questo padrone 3 vedete il
termine che uso, il padrone pu4 dominare solo escludendolo 3 in che modo il padrone potrebbe
stabilire un rapporto con il sapere, quello che tenuto dal servo, il cui beneficio la for&atura del
pi+di+godereU'.
8;;
7ale a dire che Dora sarebbe giunta a un passo dal punto di svolta, ovverosia
dall'accettare la castra&ione 3 da intendersi come inesisten&a del rapporto sessuale quale
reali&&a&ione del godimento pieno 3 in quanto condi&ione necessaria e sufficiente per l'accesso a
quello che Lacan chiama %pi+di+godere', e che altro non che un godimento demoltiplicato,
diminuito, indeblito, ma non per questo meno irriducibile alla dimensione della verit2 e della
soddisfa&ione simbolica. <on fosse che ad essere castrato, a dover essere castrato, per lei
innan&itutto l'altro, il padre cui essa, con la sua denuncia, si compiace di sottrarre il godimento che
gli aveva supposto in quanto ideali&&ato.
5osta la necessit2 di riprendere la questione del godimento in un secondo momento,
concentriamoci per il momento su una soltanto delle osserva&ioni lacaniane al riguardo: quella
secondo cui la teoria analitica avrebbe preso quale punto di riferimento il fallo in quanto il
godimento vi sarebbe isolabile con una certa facilit2, data l'eviden&a con la quale tale organo
esercita nell'uomo la fun&ione sessuale. .l punto che si potrebbe persino dire che non c' felicit2 se
non del fallo 3 ci4 che Freud avrebbe scritto %in tutte le salse, e anche con quella ingenuit2 che
consiste nel dire che niente pi dell'orgasmo maschile si avvicina al pi perfetto godimento'. 9on
l'avverten&a tuttavia che %la teoria freudiana calca l'accento sul fatto che solo il fallo a essere
felice e non il portatore del suddetto', quasi che tra la felicit2 dell'uno e quella dell'altro vi fosse una
8;-?d., Il seminario0 liro 8VII+ Il ro#escio della psicoanalisi, loc. cit.
8;;?vi, p. -.
:"!
rela&ione di esclusione reciproca.
8;,
Gn'esclusione che la minaccia di castra&ione quale puni&ione
per l'onanismo infantile da Freud evocata in Feticismo e altrove non farebbe che travestire
immaginariamente, esattamente allo stesso modo in cui il ricorso al %mito' all'edipo esprime quanto
egli avrebbe viceversa potuto %letteralmente imitarsi a brucare', attingendo a ci4 che %tutte queste
bocche d'oro, .nna, Lmm), Dora' gli avevano offerto %in palmo di mano'.
9i4 che Lacan apertamente denuncia in questo seminario, difatti quanto profondamente la
teoria analitica sia stata condi&ionata da una certa cecit2 di Freud, dalla sua incapacit2 di vedere
come, fin dalle prime analisi, la verit2 che si veniva profilando quale motore dell'esperien&a
analitica stessa fosse l'inconsisten&a della figura paterna, in rela&ione alla quale egli sarebbe
all'opposto venuto progressivamente orientandola con sempre maggior decisione. La seconda
grande favola della psicoanalisi, dopo quella del fallo vietato, sarebbe dunque quella della madre
proibita. 5er quanto il discorso di Lacan si faccia al riguardo parecchio sfilacciato, in parte
possibile ricostruirne l'ori&&onte sulla scorta del proposito, che esso dichiara, di anali&&are il mito di
Ldipo come un sogno di Freud, al fine di enucleare, muovendo dal suo contenuto manifesto, la
verit2 strutturale in esso latente. 7ale a dire che, con l'elabora&ione dell'edipo 3 che Lacan non esita
a dichiarare a rigore %inutili&&abile' 3 Freud non soltanto avrebbe mancato il dato, in certo qual
modo strutturale, della castra&ione paterna, ma l'avrebbe pi radicalmente rovesciato attribuendo al
padre una fun&ione di interdi&ione che, oltre a essere priva di qualsivoglia consisten&a che non sia
immaginaria, ne presupporrebbe evidentemente l'identifica&ione con il solo detentore di quello
stesso diritto al godimento che abbiamo visto rivendicare all'isterica. *agion per cui, collocandosi
sul piano dell'analisi ontogenetica, Lacan torna a ribadire quanto da lui da sempre sostenuto,
ovverosia che il ruolo di interdi&ione dal padre esercitato nei confronti del godimento della madre
(da intendersi in ambo i sensi del genitivo$ non potrebbe consistere se non nell'intervento della
%metafora paterna'. Ea che cos' la metafora paternaU
<el suo seminario sulla natura dei sembianti, Eiller la mette in rapporto con ci4 che egli
chiama il seminario inesistente di Lacan, ovverosia quello che egli avrebbe dovuto tenere nell'anno
accademico !->+-8 sul tema de I 'omiBdelBpadre, e che fu invece interrotto dopo la prima le&ione
e sostituito con quello su I quattro concetti fondamentali della psicoanalisi,
8;!
non sen&a peraltro
che Lacan si compiacesse negli anni seguenti %di interpretare questo buco' e %di titillare con esso il
suo uditorio'. Aanto pi che, sebbene inesistente, il seminario si lascerebbe tuttavia decifrare in base
al fatto che %forse il nome di 'omiBdelBpadre, di per se stesso, denuncia che il <ome+del+padre,
8;,B. Lacan, Il seminario0 liro 8VII+ Il ro#escio della psicoanalisi, cit., pp. ,-+,;.
8;!La prima e unica le&ione del seminario stata recentemente pubblicata dallo stesso Eiller insieme ad alcuni altri
scritti lacaniani dello stesso periodo e di tematica affine: cfr. B. Lacan, I 'omiBdelBpadre seguito da Il trionfo della
religione, a cura di .. Di 9iaccia, Linaudi, Aorino :""-.
:"
preceduto da il, articolo determinativo, il <ome+del+padre, come nome singolare, pi esattamente
come nome unico e assoluto, non esiste'.
8,"
5oich1 3 come rilevato dallo stesso Eiller 3 in altri testi
Lacan stesso specifica di riprendere la problematica del <ome+del+5adre dalla tradi&ione religiosa,
si potrebbe forse a questo riguardo stabilire un rapporto col nichilismo, il quale non destituisce il
divino dalla sua trascenden&a sen&a al contempo demoltiplicarne l'istan&a. .lla morte di Dio 3
ammonisce <iet&sche 3 segue sempre il crepuscolo degli idoli. <on fosse che, ad interessare Lacan
e Eiller, meno la denuncia degli effetti di sopravviven&a a tale processo legati che la possibilit2 di
estenderne il principio in senso retroattivo: %se il plurale allude all'uscita da questa tradi&ione R...S
perch1 introduce una logica del <ome+del+5adre', in cui esso appare non pi come un elemento, n1
come %l'ultima istan&a' o %l'ultima risposta', bens= come %una fun&ione che pu4 essere supportata
da diversi elementi'. L, alla domanda %@uale fun&ioneU', Eiller risponde: la stessa da Lacan
individuata nella metafora paterna, %la fun&ione di metafori&&are il Desiderio della Eadre, di
barrarlo'. Di modo che il <ome+del+5adre, come elemento, sarebbe %gi2 di per se stesso la metafora
del 5adre, della 5resen&a del 5adre'. <on soltanto %il <ome+del+5adre pu4 operare in assen&a del
padre Rdel padre realeS 3 ed questo il motivo per cui Lacan critica le teorie che attribuiscono al
psicosi a una caren&a paterna 3 ma esso rende assente il padre. Dire che si tratta del 5adre in quanto
detto dalla Eadre, in quanto argomento e tema del discorso della madre, significa sottolineare
appunto che vi qui un riferimento vuoto', che %il <ome+del+padre da sempre il 5adre non
soltanto, per cos= dire, metafori&&atore, ma metafori&&ato'.
Kstentando una certa ironia, nel Seminario 8VII Lacan dichiara di aver da principio dovuto
dire, per farsi capire dagli psicoanalisti, delle cose molto %forti'. 9ome ad esempio che %il ruolo
della madre il desiderio della madre', e che %il desiderio della madre non qualcosa che si possa
sopportare cos=, qualcosa che vi sia indifferente. 5rovoca sempre dei danni. Gn grosso coccodrillo
nella cui bocca vi trovate 3 questo la madre. <on si sa cosa potrebbe all'improvviso venirle in
mente, ad esempio di chiudere le fauci. Lcco cos' il desiderio della madre. (o tentato allora di
spiegare che c'era qualcosa di rassicurante R...S 9' un matterello, in pietra, naturalmente, che nelle
fauci si trova come in stato poten&iale, e questo trattiene, blocca. L' ci4 che chiamiamo il fallo. L' il
matterello che vi tiene al riparo, se di colpo le fauci si richiudono'. Ea, non essendo ancora capito,
sarebbe allora stato costretto ad introdurre la no&ione di metafora paterna, %mentre non proprio
cos= che Freud ci presenta le cose. Aanto pi che ci teneva molto al fatto che fosse effettivamente
accaduta quella benedetta storia dell'uccisione del padre della orda, quella buffonata darPiniana. ?l
padre della orda 3 come se di questo padre della orda si fosse avuta la minima traccia. 6i sono certo
8,"B.+.. Eiller, %ella natura dei semianti+ II, trad. di *... Gentile ne %La psicoanalisi', :, !!:, p. 8;.
:
visti degli orangut2n. Ea di un padre dell'orda non si mai avuta la minima traccia'.
8,
9ome a dire
che quanto gli analisti non sarebbero stati in grado di intendere 3 si sarebbe tentati di dire %per colpa
di Freud' 3 insomma che la metafora paterna non interverrebbe sul desiderio materno sen&a con
ci4 anche implicare la messa a morte del padre,
8,:
da intendersi in un senso che si tratta ora di
precisare in rela&ione a Totem e taN, ovverosia all'opera in cui si trova esposta la teoria di cui nel
passo di Lacan appena citato.
*edatto tra !: e !>, Totem e taN si propone di formulare un[interpreta&ione unitaria di
due fenomeni antropologici correlati ma indipendenti, il primo dei quali costituito dal totemismo
in quanto istitu&ione socio+religiosa fondata sul culto di una determinata classe di oggetti, per lo pi
animali. 9ulto che, data l'ambiguit2 che caratteri&&a il rapporto dei membri del clan al totem,
sarebbe avvicinabile al tab, in rela&ione al quale Freud osserva analogamente come il termine, di
origine polinesiana, chiami in causa due distinti campi semantici: quello relativo a ci4 che santo o
consacrato da una parte0 e quello inerente ci4 che perturbante, pericoloso, proibito, impuro
dall'altra. Di modo che, a giustificare l'applica&ione, ai due fenomeni, del metodo d'indagine
psicoanalitico, sarebbe il loro comune rapporto col termine medio rappresentato dai fenomeni della
nevrosi ossessiva in quanto fondati sull[ambivalen&a delle rela&ioni oggettuali intrattenute dal
soggetto. Ld proprio a partire di qui che, nell'ultimo dei quattro saggi di cui l'opera si compone,
incentrato sul problema dei rapporti tra esogamia e totemismo e intitolato %?l ritorno del totemismo
nei bambini', Freud sviluppa un triplice ordine di considera&ioni.
Lo &occolo duro dell[argomenta&ione fornito dall[esperien&a analitica, e in particolare dalla
clinica delle &oofobie infantili, nelle quali, dietro l[animale temuto, sarebbe sempre riconoscibile la
figura del padre. L'animale vi sarebbe infatti, esattamente come il padre, tanto temuto e odiato
quanto rispettato e amato, ci4 che ci autori&&erebbe a concludere che, %se l[animale totemico il
padre, i due comandamenti fondamentali del totemismo, le due prescri&ioni tab che ne
costituiscono il nucleo 3 non uccidere il totem e non avere rapporti sessuali con una donna
appartenente allo stesso totem 3 coincidono quanto a contenuto con i due delitti di Ldipo, che uccise
il padre e prese in moglie la madre, e con i due desideri primordiali del bambino, la cui insufficiente
rimo&ione o il cui ridestarsi formano forse il nucleo di tutte le nevrosi'.
8,>

8,B. Lacan, Il seminario+ Liro 8VII: Il ro#escio della psicoanalisi L3G6GB3G4HM, cit., pp. >#+>-.
8,:?ni&ialmente, Lacan aveva detto %la sua ;uf!eung'. <on fosse che, come finemente osserva Eiller (cfr. %ella
natura dei semianti+ II, cit., p. #$, a dispetto del suo rivestimento mitico, quanto da Freud articolato in Totem e
taN (ovverosia la teoria, che stiamo per prendere in esame, dell'uccisione del padre dell'orda ad opera dei suoi stessi
figli$ si avvicina forse alla verit2 molto di pi della metafora paterna nella sua versione classica (quella operante
nell'edipo$, in quanto questa, come si evince dalla nota&ione <5VDE(B$, avrebbe %il torto di far credere che con la
metafora del <ome+del+5adre, questo godimento che scrivo qui con una B Rla %B' di DouissanceS tra parentesi, subito
dopo il simbolo DE Rdesiderio della madreS, possa essere annullato'. Eentre esso si conserva, %semplicemente
passando al piano superiore, cio diventando appannaggio del padre', da cui la nota&ione <5(B$VDE barrato.
8,>Totem e taN, trad. di 6. Daniele, in 1pere, cit., vol. ;, p. >-.
::
Dopo aver in tal modo avvicinato la condi&ione fondamentale del totemismo a quella
dell'edipo, Freud le rapporta entrambe alle tesi formulate dall[archeologo e filologo Jilliam
*obertson 6mith, il quale, in un suo lavoro sulla religione dei semiti, aveva sostenuto non solo che
presso tali popoli gli animali oggetto di sacrificio fossero in origine sempre stati degli animali
totemici, ma anche che, dopo essere stati uccisi, questi ultimi fossero stati consumati nel corso di
veri e propri pasti rituali. ?noltre 6mith aveva eviden&iato due altri punti per Freud decisivi: la for&a
del legame sociale istituito dalla partecipa&ione al pasto totemico e come queste fossero le uniche
occasioni in cui l[animale veniva ucciso, quasi che l[assun&ione collettiva della responsabilit2
dell[atto altrimenti proscritto fungesse da sua giustifica&ione.
9ombinando infine tutto ci4 con la conce&ione di DarPin, elaborata sulla scorta di quanto
osservato presso le scimmie superiori, secondo cui la prima forma di organi&&a&ione sociale presso
l[uomo sarebbe stata costituita da orde relativamente piccole, in cui l[instaura&ione di ogni
promiscuit2 sessuale sarebbe stata impedita dalla gelosia del maschio dominante, Freud ne ricava
un'ipotesi %che pu4 sembrare fantasiosa, ma che offre il vantaggio di stabilire un'insospettata unit2
tra serie finora distinte di fenomeni': quella secondo cui la forma %pi primitiva' di organi&&a&ione
sociale rintracciabile, consistente %in %bande' di maschi dotati di uguali diritti e sottomessi alle
restri&ioni del sistema totemico', fosse derivata dalla condi&ione %primordiale', viceversa mai
osservata, dell'orda darPiniana. 6en&a lasciarsi scoraggiare dalla natura della materia, tale da
rendere assurda, per ci4 che la riguarda, ogni aspira&ione a un'incondi&ionata certe&&a, Freud
avan&a che %un giorno i fratelli scacciati si riunirono, abbatterono il padre e lo divorarono, ponendo
cos= fine all'orda paterna. Gniti, essi osarono compiere ci4 che sarebbe stato impossibile
all'individuo singolo R...S. 9he essi abbiano anche divorato il padre ucciso, cosa ovvia trattandosi
di selvaggi cannibali. ?l progenitore violento era stato sen&a dubbio il modello invidiato e temuto da
ciascun membro della schiera dei fratelli. . questo punto, nell'atto di divorarlo, essi reali&&arono
l'identifica&ione con il padre, ognuno si appropri4 di una parte della sua for&a. ?l pasto totemico,
forse la prima festa dell'umanit2, sarebbe la ripeti&ione e la commemora&ione di questa memoranda
a&ione criminale, che segn4 l'ini&io di tante cose: le organi&&a&ioni sociali, le restri&ioni morali e la
religione'. 5erch1 i fratelli, che, come %ognuno dei nostri bambini e dei nostri nevrotici', %odiavano
il padre R...S ma lo amavano e lo ammiravano anche', %dopo averlo sopraffatto, aver soddisfatto il
loro odio e aver imposto il loro desiderio di identifica&ione con lui', dovettero sentirne 3 al
risvegliarsi di quei moti d'affetto fino ad allora rimasti sopiti 3 %un senso di colpa che coincide R...S
con il rimorso collettivo. Eorto, il padre divenne pi forte di quanto fosse stato da vivo R...S. 9i4
che prima egli aveva impedito con la sua esisten&a, i figli se lo proibirono ora spontaneamente nella
situa&ione psichica dell'%obbedien&a posteriore' R...S. *evocarono il loro atto dichiarando proibita
:>
l'uccisione del sostituto paterno, il totem, e rinunciarono ai suoi frutti, interdicendosi le donne che
erano diventate disponibili. ?n questo modo, prendendo le mosse dal loro filiale senso di colpa,
crearono i due tab fondamentali del totemismo', dei quali soltanto il primo peraltro 3 ovverosia
quello inerente l'uccisione dell'animale totemico 3 %poggia interamente su basi emotive', mentre
l'altro 3 il divieto dell'incesto 3 %aveva anche un solido fondamento pratico' nell'esigen&a di evitare
nuovi conflitti per il possesso delle donne, puntellata anche con il probabile ricorso a quelle pratiche
omosessuali cui i fratelli avevano dovuto dedicarsi all'epoca della loro cacciata da parte del padre.
8,8
?n rapporto a questa storia %che non sta n1 in cielo n1 in terra', il transfert negativo di Lacan
nei confronti di Freud 3 come direbbe Eiller 3 si spinge lontano. 5er farsene un'idea, sufficiente
prendere ad esempio alcuni passaggi della sintesi che ne fornisce: %?l vecchio pap2' 3 scrive Lacan
3 %le aveva tutte per s1, il che gi2 favoloso. R...S Ea ecco che lo si uccide. La conseguen&a del
tutto diversa dal mito di Ldipo Rnella versione sofocleaS 3 per avere ucciso il vecchio, cio il
vecchio orango, accadono due cose. <e metto una tra parentesi perch1 davvero favolosa 3 essi si
scoprono fratelli. R...S Decidono poi, concordemente, che non si toccheranno le mammine' etc.
8,#

<ondimeno, in queste stesse pagine, Lacan afferma anche che, se Freud %era cos= contorto,
considerando che era uno che sapeva scrivere e pensare, ci deve pur essere stata una buona
ragione'. *agione che egli individua nella fun&ione di %operatore strutturale' che, nel mito
freudiano e gi2 al di l2 di esso, sarebbe riservata al padre morto, e che consisterebbe nell'essere
%l'agente della castra&ione'. 7ale a dire che quanto si tratterebbe innan&itutto di riconoscere, lo
statuto puramente fantasmatico 3 esattamente analogo in ci4 a quello del godimento materno, al cui
posto interverrebbe la metafora paterna 3 del godimento che Totem e taN assegna in via esclusiva
al padre, il suo non essere altro che un effetto di apr9sBcoup della presa del corpo ad opera del
significante 3 presa che fa viceversa s= che il godimento sia sempre non solo dell'.ltro, ma anche e
per ci4 stesso costitutivamente perduto, in quanto l'.ltro, ci4 il cui posto nel discorso del padrone
tenuto da 6
:
, l'inconscio, non costituisce un insieme chiuso e totali&&abile, ma si contraddistingue
all'opposto proprio per la sua inconsisten&a, logica e ontologica al contempo.
7ale a dire che morto, soppresso, barrato, il padre lo sarebbe sin dall'origine 3 ci4 che Eiller,
nel testo sopra citato, esprime dicendo che esso si riduce alla fine a quell'o che ne costituisce il
rimosso. ?l padre dell'orda, in quanto padre effettivamente dominante, non sarebbe cio mai esistito0
al punto che la sua immagine di padre morto, il suo essere padre depositario del godimento solo ed
8,8?vi, pp. 8#+8,.
8,#B. Lacan, Il seminario0 liro 8VII+ Il ro#escio della psicoanalisi, cit., pp. >!+8". La critica di Lacan si estende
inoltre a L'uomo .os9 e l'origine del monoteismo (trad. di 5.9. /ori, G. 9ontri e L.6agittario, in Kpere, vol. , pp.
>:!+8#>$, di cui egli dice essere %il colmo dei colmi'. 5erch1 mai' 3 infatti 3 %Eos dovrebbe essere stato uccisoU ?l
bello che Freud ce lo spiega 3 Eos doveva fare ritorno fra i profeti, magari per via della rimo&ione e,
ammettiamolo pure, della trasmissione mnestica attraverso i cromosomi'.
:8
esclusi#amente in quanto morto (il che come dire a condi&ione di non esserlo$ si presenta secondo
Lacan %come il segno dell'impossibile medesimo', di quel punto di for&atura e di ecceden&a rispetto
all'ordinamento dell'essere e della realt2 che per la psicoanalisi si identifica con %la categoria del
reale, in quanto essa si distingue radicalmente, in quel che articolo, dal simbolico e
dall'immaginario'.
8,-
Da cui la conclusione che, quanto da Freud coperto con il mito dell'uccisione
del padre, altro non sarebbe che la castra&ione stessa in quanto espressione del fatto che %non c'
rapporto sessuale', ovverosia che nulla, nel reale, corrisponde a quell'immagine di complete&&a che
il soggetto vi proietta a partire dalla frammentariet2 e dalla limitate&&a che viceversa
contraddistingue l'esperien&a del rapporto all'altro e del godimento cui abbiamo accesso unicamente
attraverso ci4 che nel Seminario 8VII Lacan chiama 6
:
, il quale 3 come meglio si vedr2 nelle
conclusioni 3 non sarebbe tuttavia nelle condi&ioni di farlo se esso non procedesse al contempo alla
cancella&ione di %un godimento originario', che interverrebbe viceversa nel reale ma di cui %non
sappiamo nulla', se non che esso %si etichetta come masochismo o si apre alla pulsione di morte'.
8,;
. fronte di tale irreperibilit2 del godimento e dell'eventualit2 di una sua ecceden&a, da lui
stesso peraltro evocate attraverso l'enuncia&ione del disagio nella civilt2 e della Todestrie, Freud
avrebbe dunque miti&&ato, ribattendolo sul modello ad esso offerto dal soddisfacimento dei bisogni
fisiologici e inventandosi l'almeno uno, il padre dell'orda cui sarebbe dato di appropriarsene
integralmente. Eentre Lacan, del tutto all'opposto, si sarebbe an&itutto preoccupato di
circoscriverne %il campo' e di operarne an&i %una ridu&ione economica', ripensandolo a partire dal
concetto 3 anch'esso freudiano 3 di ripeti&ione (@ieder!olungsz?ang$. . partire dal testo di Freud,
Lacan avrebbe insomma dimostrato %che quello che in primo luogo si chiama proibi&ione del
godimento fallico (in particolare, non bisogna masturbarsi$ e, in secondo luogo, il divieto che
concerne il godimento della madre (no all'incesto$, e in ter&o luogo l'inven&ione, l'idea
dell'uccisione del padre, queste tre favole della psicoanalisi sono altrettante maschere o figure di
8,-B. Lacan, Il seminario0 liro 8VII+ Il ro#escio della psicoanalisi, cit., p. #:. Lacan molto attento nell'osservare
come il fatto di attribuire al padre reale la responsabilit2 dell'opera&ione simbolica della castra&ione, ovverosia di
farne %l'agente', rischi di farci nuovamente scivolare %nel fantasma secondo cui il castratore sarebbe il padre'.
Fantasma tuttavia smentito dal racconto stesso di Freud, in cui si tratta per i fratelli di castra&ione unicamente a
partire %dal secondo tempo, quello dell'uccisione del padre' in quanto essa %non proviene da altro che un comune
accordo, singolare initium di cui mostravo l'ultima volta il carattere problematico'. 9ome dire che non c' alcun
initium, e che la civilt2, con la perdita di godimento ad essa correlata, deve essere sempre supposta. 9i4 che Lacan
ribadisce affemando che %il mito non pu4 avere qui altro senso se non quello cui l'ho ricondotto, di un enunciato
dell'impossibile. <on pu4 esservi alcun atto fuori da un campo gi2 cos= compiutamente articolato che non vi si situi
la legge. <on vi atto se non l'atto che si riferisce agli effetti di questa articola&ione significante e ne comporta tutta
la problematica'. Dopo di che si sofferma su come il verbo %agire' abbia, nella lingua, %pi di una risonan&a', dal
momento che da esso deriva non solo il termine %agente', da intendersi come colui che agisce, avendo magari il
pieno controllo delle proprie a&ioni, bens= anche quello di %attore', che colui che recita una parte, oppure di
%attivista', il quale si riconosce come strumento di una causa che lo trascende0 del resto, l[agente stesso anche il
rappresentante. %Lcco il livello del termine cui conviene attingere ci4 in cui consiste il padre reale come agente della
castra&ione. ?l padre reale fa il lavoro dell[agen&ia+padrone' (ivi, p. #8$.
8,;B.+.. Eiller, La psicoanalisi messa a nudo dal suo celie, cit., p. :,8.
:#
questa perdita di godimento, che in un certo senso l'effetto meccanico della presa del linguaggio
sul corpo'. K 3 come anche Eiller si esprime 3 che esse costituiscono quello che, rapportato alla
semplicit2 e all'asciute&&a dei riferimenti che Lacan ha di mira (l'energetica, la termodinamica,
l'entropia$, si presenta come %il lato >itsc! della costru&ione di Freud che, per ottenere tutto questo,
ha bisogno di introdurre l'Ldipo. ?l padre della orda primitiva rientra al secondo atto, Eos rompe le
tavole della legge sul popolo ebraico, e poi si presenta la madre proibita e i figli che si turbano.
/isogna dire che c' un teatrino freudiano R...S'.
8,,

Gn teatrino che, data la sua fun&ione, si presenta evidentemente anche come un feticcio. <on
solo di Freud, ma 3 ci4 che complica ulteriormente le cose 3 della psicoanalisi stessa, nella misura
in cui proprio in virt di tale teatrino che egli vi occuperebbe il posto che anche Lacan gli
riconosce, e che quello del padre. %<on c[ dubbio' 3 osserva infatti Eiller 3 %che Freud sia il
padre della psicoanalisi, anche se il dottor /reuer, .nna K. e Jilhelm Fliess hanno avuto la loro
parte in questa storia'.
8,!
5er non parlare poi delle vicissitudini, manifestamente edipiche, del
movimento psicoanalitico interna&ionale. . spingere Lacan alla decisione di interrompere il
seminario su I 'omiBdelBpadre, sarebbe ad esempio stata la decisione, presa dai membri della
9ommisione per l'insegnamento della 6ociet2 francese di psicoanalisi proprio il giorno precedente il
suo ini&io, di radiare Lacan dal novero degli analisti didatti della neonata societ2 onde ottenerne in
cambio il riconoscimento da parte dell'?5.. %@uasi che gli eredi di Freud lo avessero scomunicato
per aver voluto attentare al padre creato da Freud e con ci4 stesso attentare a Freud come padre
della psicoanalisi'. . Freud 3 potremmo anche dire 3 come %trono e altare' del sapere analitico.
9ome che sia, %al posto del seminario sui 'omiBdelBpadre' Lacan avrebbe allora deciso di
fare %un seminario sui fondamenti della psicoanalisi. L' la metafora costitutiva di questo 6eminario:
al posto dei <omi+del+padre sono messi in questione i concetti di Freud. R...S ? concetti al posto dei
nomi, la scien&a al posto della religione, una epistemologia al posto della critica della religione. L'
questo che avviene tra il novembre del !-> e il gennaio del !-8. R...S <on si tratta soltanto di
rettificare il modo di comprendere i concetti freudiani. R...S 6i tratta di sapere se nella psicoanalisi si
pu4 sostituire, al rispetto religioso in cui sono stati trasmessi di genera&ione in genera&ione i termini
di Freud, un uso scientifico degli stessi'.
8!"
Di modo che, a fronte dell'immane sfor&o di interpreta&ione, dislocamento, formali&&a&ione e
ridu&ione del sapere freudiano messo in campo da Lacan, si tratter2 ancora di interrogarsi sul suo
senso, sui suoi esiti e sulle sue condi&ioni di possibilit2.
8,,?vi, p. :,;.
8,!?vi, p. :;8.
8!"B.+.. Eiller, %ella natura dei semianti+ II, cit., pp. 8#+8;.
:-
C(&0.*$,(&". 5U&3%.'!% $'!%)%6
7olendo parlare di un feticismo freudiano, dovremmo dunque con Lacan guardare, piuttosto
che ai pregiudi&i dal padre della psicoanalisi inconsciamente nutriti circa la differen&a sessuale, al
%teatrino' da lui allestito, alle favole che egli avrebbe narrato e che avrebbero finito per diventare i
miti fondatori della psicoanalisi: la proibi&ione del godimento fallico, l'interdi&ione della madre,
l'esclusivit2 del diritto al godimento detenuto dal padre dell'orda. .ltrettante illusioni che gli
psicoanalisti avrebbero successivamente continuato a tenere per vere unicamente nella misura in cui
egli le avrebbe coperte con la propria autorit2, apponendovi la sua firma, iscrivendovi il suo nome.
Gn nome proprio che, nel porsi come nome+del+5adre della psicoanalisi, non potrebbe tuttavia che
fun&ionare come un sembiante, ovverosia come qualcosa che ci induce a %credere che ci sia
qualcosa l2 dove non c''.
8!
%Freud come <ome+del+5adre della psicoanalisi' 3 afferma infatti
Eiller 3 % un sembiante. Ea non il solo: Lacan un altro <ome+del+5adre. .ltrettanti sembianti
che sono tuttavia necessari per coprire la mancan&a del vero sul vero, il difetto di garan&ia ultima di
tutto ci4 che si racconta. L' cos= evidente che, nella psicoanalisi, noi passiamo il nostro tempo a
citare quello che hanno detto questi <omi+del+5adre. R...S Ea il sembiante del nome proprio non
semplicemente un feticcio. ? nomi propri di Freud e di Lacan di cui ci riempiamo la bocca sono
eretti sul velo che copre l'abisso della mancan&a di garan&ia di tutto quello che raccontiamo. Ea
quando si utili&&ano questi nomi propri, si sottolinea che si toccato il reale'.
8!:
Ea che cosa significa %toccare il reale'U L in che senso il feticcio sarebbe allora ci4 che, pur
pretendendo di assicurarci l'accesso al reale di cui si tratta, e che altro non che il reale del
godimento e quindi della castra&ione, ce ne terrebbe al contrario alla largaU
Ksservando che in fisica spesso le unit2 di misura dei fenomeni o le costanti delle loro
propriet2 sono indicate con dei nomi propri, Eiller ci fornisce una prima indica&ione al riguardo.
5oich1 la cosa c'era gi2 prima, ma non lo si sapeva, il ruolo giocato dal nome proprio consisterebbe
in questi casi nel segnalare come vi sia stata un'inser&ione del sapere nel reale, come il sapere vi si
sia insinuato per rivelarne un determinato contorno, altrimenti destinato a rimanere latente:
nell'eviden&iare insomma la portata euristica di un certo maneggiamento del significante. <on fosse
che, nel caso della psicoanalisi, pur essendo questione di un analogo maneggiamento, esso vi
assumerebbe un significato completamente differente, in quanto, pi che di introdurre del sapere nel
reale, si tratterebbe in questo caso di procedere, all'inverso, a iniettare del reale in seno all'ordine del
8!B.+.. Eiller, %ella natura dei semianti+ I, trad. di *... Gentile, ne %La psicoanalisi', , !!:, p. :,.
8!:?d., La psicoanalisi messa a nudo dal suo celie, cit., p. :;#.
:;
sapere, ovverosia dei significanti che costituiscono i me&&i di cui il soggetto dispone per il proprio
godimento.
La questione, indubbiamente spinosa, impone in ogni caso una certa pruden&a. <ella quarta
le&ione del sopraccitato seminario sui sembianti, Eiller comincia ad affrontarla insistendo su come
il movimento di plurali&&a&ione del <ome+del+padre, in cui si inserisce anche la demiti&&a&ione del
sapere analitico da Lacan operata nel Seminario 8VII, non comporti in alcun modo la scomparsa
della fun&ione, ovvero del posto ad esso corrispondente. 9ome se dal regime edipico, che egli
definisce anche %il regime dell'Gno', non fosse da ultimo in alcun modo possibile uscire, perch1, a
fondarsi su di esso, sarebbero il vocabolario e l'apparato concettuale della psicoanalisi nella loro
intere&&a. .nche la psicoanalisi si sarebbe difatti da ultimo rivelata incapace, per pensare l'.ltro, di
prescindervi, e avrebbe fatto viceversa sorgere l'eterogeneo non nella forma della %serie',
dell'%enumera&ione', del %multiplo che non fa un tutto' e che Lacan ascriver2 da ultimo alla
dimensione del femminile, bens= unicamente in quella di un'ecce&ione compatta alla regola
dell'assoggettamento alla castra&ione e della perdita del godimento 3 ecce&ione il cui prototipo
resterebbe quello del padre dell'orda.
@uanto si tratterebbe insomma di riconoscere come, anche lasciandone cadere gli orpelli pi
grotteschi, la psicoanalisi resterebbe comunque solidale al regime edipico. %L'uno in meno, l'Gno in
pi, la mancan&a, il supplemento, hanno a che fare con la logica che definiamo edipica. ?l buco, la
perdita, la castra&ione fanno parte, hanno senso, sono pensabili solo nel regime dell'Gno'.
Lo sfor&o stesso di pensare il godimento a partire dalla perdita, in cui avevamo creduto di
poter scorgere, rispetto a quanto articolato da Freud, un guadagno essen&iale, non farebbe al
riguardo ecce&ione. 5ersino l'oggetto a, nel fungere da supporto al pi+di+godere, non farebbe che
venire al posto dell'Gno. ?n questo senso, potremmo dire che la scrittura lacaniana %meno phi sotto
a', la quale starebbe appunto ad indicare come il godimento ad esso associato non risulterebbe che
dalla sua stessa esclusione in quanto godimento pieno, ovverosia fallico (da cui la nota&ione con la
lettera p preceduta dal segno della nega&ione$ troverebbe il proprio corrispettivo nelle altre tre
scritture mediante le quali si potrebbe tentare di formali&&are il modo in cui la teoria analitica si fa
carico della dimensione della perdita collocata al centro della sua esperien&a:
a <proprio 9(<5$ 6
+p 6(q$ <5 o
5
"

Formule che ci sono in buona parte gi2 note, dal momento che la seconda rappresenta proprio
la fun&ione di supplen&a assegnata al nome proprio stante l'impossibilit2 di far corrispondere
all'inconscio un sapere formali&&abile sul modello di quello scientifico0 mentre la quarta mostra
:,
come non vi sia soggettiva&ione dell'inconscio se non attraverso la sua aliena&ione in un
significante padrone. @uanto alla seconda, essa costituisce il matema delle psicosi, di cui non
tuttavia in questa sede necessario fornire la spiega&ione, poich1 quanto qui ci interessa soltanto
l'omologia di tutte e quattro le formule nella misura in cui ciascuna di esse stabilisce, ai diversi
livelli della teoria analitica, lo stesso tipo di rela&ione %tra una mancan&a e ci4 che la colma, tra un
buco e ci4 che lo ottura' mediante quelle che potremmo definire delle formule di compensa&ione.
Di modo che il problema sarebbe quello di chiedersi se non esista tuttavia %un'altra strada
nella teoria, nella pratica, vale a dire nella politica istitu&ionale della psicoanalisi'. Kppure %ci4 che
il godimento ha di positivo, di innegabile, di non+negativi&&abile, pu4 trovare il suo posto solo
come qualcosa che supplisce alla castra&ioneU'
8!>
L questa positivit2, come illustrarlaU
.l fatto che Eiller scelga a tal fine di riferirsi a un componimento poetico, e pi precisamente
a un verso virgiliano che suona Tra!it sua quemque #oluptas, occorre qui dare tutto il suo peso.
5erch1 la forma, come si evince dall'analisi che egli ne propone, appare qui tutt'altro che accessoria.
<on indifferente, ad esempio, che il latino, consentendo rispetto al francese una maggiore libert2
quanto all'ordine delle parole, abbia permesso a 7irgilio di %mettere in valore' il movimento di
tra&ione di cui si tratta, e in rela&ione al quale soltanto il termine #oluptas prende appieno il suo
senso, che non solo quello corrispondente al termine %piacere' con cui de 6aint+Denis cerca di
renderlo, n1 solo la passione di cui invece in 7al1r), bens= anche %la nostra Douissance, e R...S la
pulsione, quella pulsione che mette l'accento sul godimento che spinge' o ancora %il movimento
dell'altro lato'. <el lamento amoroso di 9oridone in cui consiste buona parta della seconda delle
$ucolic!e, da cui il verso in questione tratto, si tratterebbe infatti di una certa discrepan&a tra
quello che il naturale ritmo della vita quotidiana, regolato dai cicli della soddisfa&ione e del
bisogno, e quella che invece l'insisten&a di %qualcosa che non cessa mai, che conosce forse il
%pi', ma non il %meno'', di qualcosa che, %nella sottra&ione stessa dell'oggetto' dietro al quale
9oridone sospira, %conserva la capacit2 di coinvolgere, di trascinare ciascun soggetto'.
8!8
@ualcosa
che, potremmo ancora aggiungere esplicitando quanto Eiller lascia tra le righe, non pu4 essere
detto nella forma di un enunciato di tipo assertivo, ma soltanto risuonare nell'anteposi&ione del
%Tra!it', ovverosia in quella stessa parola che 3 in quanto appartenente ad un altro ordine 3 non
potr2 tuttavia che mancarlo.
<el prosieguo di questa stessa le&ione, Eiller cerca quindi di cominciare a pensare a partire da
questa %allegoria', concentrandosi sulla no&ione di %pastout' e sulle formule della sessua&ione da
Lacan introdotte in Encore nel tentativo di cogliere la specificit2 del femminile, pervenendo alla
8!>?d., %ella natura dei semianti+ V, trad. di *... Gentile, ne %La psicoanalisi', >, !!>, p. :":.
8!8?vi, p. :"8.
:!
conclusione che %capire cosa ne del godimento a partire dal fallo e dalla castra&ione, significa
mettere al godimento una scarpa che fa male al piede'. Da cui il riferimento all'usan&a cinese della
fasciatura dei piedi femminili, che egli interpreta nei termini di un adeguamento dell'oggetto alla
fun&ione compensatoria che esso riveste in seno alla dialettica del desiderio in quanto strutturata
secondo la logica dell'Gno0 nonch1 quello relativo all'oggetto a, di cui si tratterebbe di riconoscere
come esso sia, %non meno del fallo', un sembiante.
8!#
Di modo che, nel giro di poche pagine, Eiller allinea due distinti regimi del sembiante, la cui
categoria si trova pertanto ad essere scissa in base alla duplicit2 della fun&ione 3 quella di mediare il
rapporto all'oggetto in quanto reale 3 da essa rivestita. @uasi che da una parte il sembiante
costituisse il veicolo attraverso il quale il reale della pulsione si insinua nel significante per farne un
me&&o di godimento in senso forte, mentre dall'altra esso fosse sempre sul punto di scadere a
feticcio e di venir meno alla sua fun&ione di copula tra il significante e il reale, sostituendo al
rapporto che mancherebbe pertanto di costituire la mistifica&ione in virt della quale il feticcio
funge da supporto alla ricostitu&ione immaginaria della piene&&a dell'.ltro, mancando in tal modo
la realt2 da cui sola potrebbe venirgli un effettivo godimento.
9ominciamo allora a comprendere perch1, a fronte dell'opera&ione demiti&&ante da Lacan
messa in campo nel Seminario 8VII, Eiller insista nondimeno su come il sembiante del nome
proprio non sia di per s1 un feticcio. 6e vero infatti che a definire lo statuto di un determinato
sembiante sarebbe sempre e soltanto l'uso che se ne fa, i sembianti freudiani diventano passibili di
recupero, mentre nulla ci assicura che la pretesa di operarne la ridu&ione integrale vada esente da un
analogo difetto. Ara i sembianti 3 ammonisce difatti Eiller 3 occorre prestare la massima atten&ione
a quello che mette a repentaglio l'esisten&a stessa dello psicoanalista, e cio il sembiante di sapere,
il quale tuttavia %presente nel cuore stesso dell'opera&ione analitica'. .ffinch1 questa diventi
effettiva, occorre infatti %che l'analista faccia semiante di sapere', che egli a un certo punto agisca
%come se fosse arrivato al fatto di ci4 di cui si tratta. R...S 5er il solo fatto che egli invita
all'associa&ione libera, anticipa gi2 il fatto che dalla rela&ione di un significante con un altro sorga
sempre un effetto di significa&ione R...S. <on si sa che cosa significhi, ma si certi che debba
significare qualche cosa, almeno per quelli che ci contano'. @uando Lacan parla di soggetto
supposto sapere, dunque essen&ialmente di questo che si tratta, di questo sembiante di sapere del
quale l'analista tenuto a servirsi evitando al contempo di cadere nel rischio di una %infatua&ione
dello psicoanalista', la quale consisterebbe %non soltanto nel far finta di sapere, ma nel fatto di
credervi. 6e volete, infatua&ione significa fare dell'analista il soggetto supposto sapere. Ea, pi
8!#9fr. ivi, p. :"-
::"
esattamente, infatua&ione vuol dire che il soggetto in questione perde la sua rela&ione con il
soggetto supposto sapere. Lgli si immagina di sapere gi2 ed precisamente per questo motivo che
Lacan afferma che l'analisi trasforma le canaglie in fessi. La canaglia in quanto cerca di identificarsi
con l'.ltro 3 maiuscolo 3 per captare e suggestionare il desiderio degli sciocchi perde la propria
rela&ione con il soggetto supposto sapere e diventa fessa'.
8!-
5rima per4 di enucleare le conclusioni che ci sar2 possibile trarne, vale la pena soffermarsi
sulle due figure qui evocate da Eiller avvalendosi della presenta&ione fornitane da 6lavok riseF in
un suo articolo intitolato L'ontologia del godimento. ? termini in questione, che in Lacan 3 il quale
nel Seminario 8I li riprende da 6haFespeare 3 compaiono in inglese (fool e >na#e$ sono da riseF
innan&itutto identificati con %lo sciocco' dalla cui bocca escono delle verit2 nondimeno prive di
valore effettuale e che rappresenterebbe pertanto il tipo dell'intellettuale di sinistra0 e con %la
canaglia' che in ragione della sua spregiudicatte&&a incarnerebbe viceversa il tipo dell'intellettuale
di destra.
5er darci un'idea di che cosa sia una canaglia, riseF ricorre a %una bar&elletta volgare
dell'Luropa dell'est', il cui protagonista il cliente di un bar, vittima delle atten&ioni di una scimmia
che, mentre balla sul banco, ripetutamente %si ferma al suo bicchiere, ci si lava le palle e continua a
ballare'. ?nfuriato, l'avventore chiede allora ragione del comportamento della scimmia al barista, il
quale lo invita a rivolgere la sua domanda (%Lhi, sai perch1 la scimmia si lava le palle nel mio
PhisF)U'$ allo &ingaro l= presente, il quale %sa tutto'. L infatti, alla sua domanda, quest'ultimo
risponde tranquillamente %6=, certo`', dopo di che prende il suo violino e attacca una can&one
malinconica, che ini&ia guarda caso con le parole %sai perch1 la scimmia si lava le palle nel mio
PhisF), oh perch1U'. 7ale a dire che, %in risposta alla protesta concreta' del cliente, lo &ingaro,
identificandosi surretti&iamente con il punto di vista dell'.ltro, snocciola %la tragica can&one
dell'eterno destino', di cui 3 come si sa fin troppo bene 3 nessuno responsabile. Ld proprio per
questo, per la sua pretesa di esprimere la sagge&&a falsamente consolatoria di chi sa come vanno le
cose, che lo &ingaro rappresenta qui la canaglia.
@uanto alla posi&ione dello sciocco, riseF la descrive mediante una seconda storiella, nella
quale il ruolo della vittima interpretato da un contadino della *ussia medievale, la cui giovane
moglie viene violentata da un occupante tartaro, il quale, per umiliarlo ancora di pi, %gli ordina di
tenergli delicatamente in mano le palle, perch1 non si sporchino mentre copula con la moglie sulla
strada polverosa'. Dopo di che, %quando il tartaro ha finito ed andato via, il contadino si mette a
ridacchiare tutto contento' e, alla moglie che gli domanda irritata la ragione di tanta ilarit2,
risponde: %<on te ne sei accorta, amore mioU L'ho fregato, in realt2 non gli ho tenuto le palle e
8!-B... Eiller, %ella natura dei semianti+ VI, trad. di *... Gentile, ne %La psicoanalisi', 8, !!>, pp. "8+"#.
::
adesso sono sporche e impolverate`'. %La tipica soddisfa&ione isterica' 3 commenta riseF 3 %di
strappare al padrone un pe&&o di godimento'.
8!;
9ome Dora, la quale si sarebbe risparmiata di
accettare in prima persona la castra&ione denunciando a chiare lettere l'impoten&a paterna, il
contadino della bar&elletta riportata da riseF non fa che aggrapparsi ad un sembiante di godimento,
che gli consente di identificarsi con l'.ltro non pi apertamente, mediante l'assun&ione
incondi&ionata delle sue parole d'ordine, bens= in maniera celata, alle sue stesse spalle.
<ondimeno, il punto pi interessante dell'articolo di riseF ancora un altro, ovverosia quello
in cui egli immagina %una versione molto pi alta del rovesciamento operato dal musicista &ingaro',
che identifica nella %posi&ione soggettiva dei cantanti castrati', nella quale la produ&ione del
godimento conseguente alla castra&ione subita appare ben altrimenti consistente di quella, da ultimo
del tutto illusoria, dei due casi fin qui presi in considera&ione. *ispetto al contadino, infatti, i
castrati si differen&iano nella misura in cui essi non fungono nella bar&elletta soltanto da vittima,
non occupano soltanto il posto di colui che subisce l'espropria&ione del godimento, ma fungono
anche da agenti della sua restitu&ione 3 restitu&ione che a detta di riseF non sarebbe puramente
simbolica, in quanto il %ribaltamento magico' che li for&a %a scamiare i loro lamenti terreni con un
lamento rivolto al Fato divino' permetterebbe loro al contempo di %godere pienamente della vita
terrena'. %@uesta' 3 scrive riseF 3 % la voce che canta al livello pi elementare: l'incarna&ione del
%pi di godere' RsurplusBenDo)mentS nel senso esatto del paradossale %piacere nel dolore''.
8!,
<ondimeno 3 come riseF stesso puntuali&&a 3 %decisiva' resterebbe anche in questo caso
%l'ambiguit2 dell'espressione francese RplusBdeBDouirS che pu4 significare tanto %pi+di+godere'
quanto %nessun godimento' Rno enDo)mentS'. Di modo che, ci4 cui ci troveremmo qui di fronte,
sarebbe %un bel esempio della formula lacaniana dell'oggetto feticista (meno p!i sotto a$: come la
voce del castrato, l'oggetto a Q il pi+di+godere 3 sorge nel posto esatto della castra&ione'.
Lsattamente come avverrebbe nel caso della poesia amorosa', la cui %topica fondamentale' consiste
nel lamento del poeta %che ha perso l'amata (poich1 lei non ricambia il suo amore, perch1 morta,
perch1 i genitori non approvano la loro unione e gli impediscono di frequentarla...$'. <el caso della
poesia, ovverosia del godimento specificamente poetico, a generare il pi+di+godere sarebbe an&i
%l'articola&ione simbolica della perdita R...S di per se stessa'.
8!!

<on fosse che, per riseF, tale forma di godimento non evidentemente l'unica. 9he sia cos=,
del resto, perfettamente conforme al fatto che, se il Seminario 8VII pensa il presentarsi dell'istan&a
del godimento unicamente a partire dalla sua %ridu&ione economica', quest'ultima non vi fondata
soltanto sulla sua significanti&&a&ione, bens= anche sulla sua locali&&a&ione 3 cui Lacan aveva gi2
8!;6. riseF, L'ontologia del godimento, trad. di D. 9antone, in %aut aut', >#, :"">, pp. >"+>.
8!,?vi, p. >.
8!!?bidem.
:::
proceduto con il Seminario 8I 3 attorno alle &one erogene in quanto strutturalmente omogenee
all'inconscio. Locali&&a&ione che gi2 allora aveva peraltro aperto ad una logica del montaggio
pulsionale evidentemente eccedente la struttura descritta dalla nota&ione %meno phi sotto a',
perfettamente adeguata viceversa a rendere conto di quella del desiderio.
?n un altro suo testo, intitolato Lo spettro del capitale e raccolto nel volume La fragilit"
dell'assoluto, riseF apporta del resto una precisa&ione di fondamentale importan&a, e che muove
esattamente nello stesso delle osserva&ioni milleriane secondo cui il sembiante non farebbe per noi
velo al reale, ivi compreso quello del godimento, sen&a perci4 anche consentirci di toccarlo.
.lle prese con la questione dell'attualit2 teorica della teoria marMiana, egli comincia col
concedere ai suoi critici che il comunismo marMista sarebbe una fantasia impossibile, ma alla
condi&ione soltanto di riconoscere al contempo come tale fantasia muova dall'interno stesso del
capitalismo. 5ur essendo riuscito a cogliere e a efficacemente descrivere %la folle circola&ione del
capitale che si autoalimenta', la sua %spettralit2' e finanche la contraddi&ione interna che non solo
ne avrebbe determinato le periodiche crisi, ma che avrebbe da ultimo dovuto condurre alla sua
implosione, EarM avrebbe infatti commesso l'errore di credere che tali difficolt2 potessero essere
risolte dalla costru&ione di un ordine sociale nuovo (il comunismo$, il quale avrebbe dovuto non
soltanto mantenere, ma addirittura innal&are a un livello mai visto %la spirale autoincrementante
della produ&ione'. %?n breve' 3 scrive riseF 3 %ci4 che EarM ha trascurato che 3 per dirla in
termini derridiani 3 questo ostacoloVantagonismo interno come condi&ione di possibilit2 del pieno
dispiegamento delle for&e produttive allo stesso tempo la sua condi&ione di possibilit2: se
eliminiamo l'ostacolo, la contraddi&ione intrinseca del capitalismo, non otteniamo una spinta alla
produttivit2 completamente sciolta e finalmente liberata dal suo impedimento, RmaS perdiamo
proprio quella produttivit2 che sembrava essere generata e simultaneamente frustrata dal
capitalismo'.
#""
@uanto ci pu4 qui interessare tuttavia meno la critica a EarM di per s1 presa, che la
precisa&ione secondo cui essa dovrebbe essere mossa da una prospettiva centrata %sul sovrapporsi
ambiguo di plusvalore e plusgodere'. Gn paio di pagine innan&i, per spiegare in che cosa EarM
avrebbe da ultimo sbagliato quanto al plusvalore, riseF propone infatti di cercare una risposta
%nella distin&ione chiave lacaniana fra l'oggetto del desiderio e il plusgodere come sua causa' +
distin&ione illustrata mediante l'analisi di alcune sequen&e de La donna c!e #isse due #olte LVertigoM
di .lfred (itchcoF. 6i tratta di una scena d'amore che si trova alla fine del film, rimasta celebre per
il movimento di macchina a >-"_ con il quale (itchcocF cinge i due protagonisti 3 6cottie e Bud),
trasformata nella defunta Eadeleine 3 in un abbraccio dal quale 6cottie a un certo punto si sottrae
#""6. riseF, Lo spettro del capitale, ne La fragilit" dell'assoluto, trad. di /. .mali, Aranseurop., Eassa :"";, p. :8.
::>
%giusto abbastan&a da rubare uno sguardo ai suoi nuovi capelli biondi, come per rassicurarsi che
quella particolare caratteristica che trasforma Rla sua partnerS nel suo oggetto del desiderio sia
ancora l=... 9ruciale' 3 spiega riseF 3 % qui l'opposi&ione fra il vortice che rischia di travolgere
6cottie (la %vertigine' del titolo del film, la 9osa mortale$ e il ricciolo biondo che imita la vertigine
della 9osa, ma su scala ridotta, ingentilita'. Dopo di che, riproponendo l'identifica&ione del feticcio
con l'Ersatz della 9osa sulla quale ci si siamo ormai gi2 pi volte soffermati, ne avan&a una
defini&ione che, facendo leva su di una caratteri&&a&ione della 9osa stessa tutta in positivo, prelude
ad una conclusione piuttosto sorprendente. %@uesto ricciolo' 3 scrive infatti riseF 3 % il petit oDet
a che condensa la 9osa impossibile+mortale, agendo da suo sostituto e quindi permettendoci di
intrattenere una rela&ione sopportabile con esso, sen&a venirne inghiottiti. 9ome dicono i bambini
ebrei quando fanno giochetti pi o meno fisicamente violenti: N5er favore, mordimi, ma non troppo
forte...O' @uesta la differen&a fra repressione sessuale %normale' e feticismo: nella sessualit2
%normale' noi pensiamo che la caratteristica dettaglio che funge da causa del desiderio sia soltanto
un ostacolo secondario che ci impedisce di accedere direttamente alla 9osa R...S0 mentre, nel
feticismo, noi semplicemente facciamo della causa del desiderio direttamente l'oggetto del nostro
desiderio'.
#"
7ale a dire che, secondo riseF, l'afferma&ione del carattere strutturalmente feticistico del
desiderio non comporterebbe affatto l'incondi&ionata generali&&a&ione del feticismo stesso, in
quanto l'oggetto nella sua nudit2 o 3 come anche potremmo dire 3 nella sua crude&&a, sarebbe
supplementato non dal feticcio,
#":
bens=, in maniera pi complessa, dall'apparato stesso della
significanti&&a&ione del desiderio. .ltrimenti detto, a frapporsi fra il soggetto e l'oggetto reale
sarebbe il desiderio stesso, di modo che l'oggetto di quest'ultimo 3 cui riseF si riferisce qui con il
termine %causa' proprio per distinguerlo dall'%oggetto propriamente detto' 3 lo supplementerebbe
#"?vi, pp. :-+:;.
#": *ifacendosi all'individua&ione, operata da Eiller, dei diversi paradigmi concettuali attraverso i quali Lacan si
sarebbe successivamente fatto carico della questione del godimento (cfr. B.+.. Eiller, I sei paradigmi del godimento,
ne I paradigmi del godimento, a cura di .. Di 9iaccia e 6. 6abbatini, .strolabio, *oma, :"", pp. !+8$, riseF
aveva infatti in preceden&a osservato come il %movimento dalla 9osa al plusBdeBDouir' che sembrerebbe risultarne
non fosse privo di riscontri al livello delle dinamiche del tardo capitalismo. <ella nostra societ2 3 aveva sostenuto 3
la trasgressione sarebbe in effetti ormai divenuta un concetto del tutto vuoto, in quanto a garantire l'accesso al
godimento vi sarebbero tutta una serie di oggetti, destinati al consumo sociale, che non solo assecondano le nostre
perversioni, ma ne producono in continua&ione nuove forme: tali, ad esempio, i numerosi gadget erotici che, lungi
dal limitarsi ad istigare il desiderio naturale, sarebbero ormai giunti a supplementarlo nel senso di Derrida o in
quello della produ&ione dei bisogni marMiana, determinando l'allungarsi a dismisura della serie degli oggetti
pulsionali tradi&ionalmente riconosciuti come tali dalla teoria analitica. Di modo che l'introdu&ione della no&ione di
%pi+di+godere' sarebbe a Lacan servita proprio per illustrare con maggior precisione questa prolifera&ione del
registro degli oggetti a, ad inclusione della moltitudine delle sublima&ioni culturali. Kggetti a che, conformemente
alla loro connota&ione marcatamente feticistica, avrebbero finalmente completamente risolto l'alterit2 della 9osa in
quelle che Lacan chiama lic!ettes, ovverosia in una pluralit2 di fettine di godimento, %come se avessimo a che fare
con un niente che acquista una qualche sostan&a illusoria soltanto trasformandosi magicamente in un eccesso di se
stesso' (6. riseF, Credere, trad. di E. 6enaldi, Eeltemi, *oma :""#, p. ,:. ?l corsivo mio$.
::8
non nel senso di una sostitu&ione seriale 3 la quale ne implicherebbe giocofor&a la destitu&ione 3
bens= aggiungendosi ad esso come un di pi, per quanto irrinunciabile a meno di non precipitare
nella melanconia, ovverosia in quella condi&ione in cui, pur disponendo dell'oggetto, non
riusciremmo pi a farne la causa del nostro desiderio. Di modo che l'amore normale, l'amore non
feticistico nel senso che non lo sarebbe esclusi#amente, quell'amore che sin dal !"# Freud aveva
collocato nelle immediate vicinan&e del feticismo sen&a tuttavia pervenire a chiarirne i rapporti,
altro non sarebbe che una malinconia nella quale l'oggetto feticcio avrebbe nondimeno conservato,
nella sua realt2, la capacit2 di destare il desiderio. 9on le parole dello stesso riseF: %in amore
l'oggetto non privato della sua causa0 piuttosto succede che la stessa distanza tra oggetto e causa
collassa. 5roprio questo distingue l'amore dal desiderio: nel desiderio, come abbiamo appena visto,
causa e oggetto sono distinti: mentre in amore i due inspiegabilmente coincidono 3 come per magia
io amo il mio innamorato per se stesso, trovando in lui il vero elemento che lo rende per me
meritevole del mio amore'.
#">
Aanto per riseF quanto per Eiller si tratterebbe dunque di pensare la contingen&a di un
incontro: nei termini dell'istitu&ione di un rapporto con un oggetto non pi causato dall'esterno per
il primo0 e in quelli di una presa in carico della positi#it" della pulsione per il secondo. Gn incontro
la cui posta sarebbe pertanto rappresentata, in ambo i casi, dall'accesso alla dimensione del reale,
dell'eterogeneo, dell'incommensurabile.
9on l'ovvia difficolt2 di doverne poi reinscrivere l'ecceden&a nel campo del sapere. Della
distin&ione posta da riseF tra desiderio e amore, quanto pi immediatamente colpisce infatti una
certa infondate&&a. <ell'amore 3 afferma il filosofo sloveno 3 causa e oggetto del desiderio
coincidono. L perch1 maiU Dove starebbe scrittoU L in che senso ci4 avverrebbe
%inspiegabilmente', o ancora %come per magia'U
?n Eiller, la questione presa di petto, a partire dalla constata&ione che %non possibile
difendersi dalla no&ione che il reale altro dal significante o, in ogni caso, che c' qualcosa di
diverso dal significato. 9oloro che pensano che non c' che il significante, pensano in fondo' 3
assumendo %una posi&ione etica assolutamente eminente' e %di alta dignit2', esemplificata da quella
di *oland /arthes 3 %che non c' che il sembiante'. Ea non la strada della psicoanalisi, per la
quale si tratterebbe viceversa di farsi carico proprio del reale, sen&a peraltro che si sappia ancora se
esso debba essere rinvenuto dalla parte del soggetto o da quella dell'oggetto, o magari da
entrambe.
#"8
#">?6. riseF, Lo spettro del capitale, ne La fragilit" dell'assoluto, cit., pp. :;+:,.
#"89fr. B.+.. Eiller, %ella natura dei semianti+ VII, trad. di *... Gentile, ne %La psicoanalisi', 8, !!>, pp. :8+:-.
::#
6upponiamo di avere allora un individuo, un individuo che si reca in analisi. 9osa far2
l'analistaU 6i applicher2 3 spiega Eiller 3 a %far sorgere il soggetto. 7oi farete sorgere qualche cosa
che chiamiamo soggetto e che scriviamo 3 barrato, e che traduciamo eventualmente con
l'espressione mancan&a di significante. Farete sorgere, sottoponendolo a questa prova, un certo tipo
di essere che chiamiamo mancan&a+a+essere e che fondamentalmente un effetto di significa&ione
perch1 avr2 una significa&ione per l'indivuo in questione e ne avr2 una anche per voi'. ?l che non
prova tuttavia a rigore ancora nulla, in quanto questo qualcosa potrebbe ancora apparire come %un
artefatto'. L invece no: non un artefatto, ma %una risposta del reale' al maneggiamento del
significante cui l'analista avr2 provveduto. Ea come faremo ad esserne certiU <ella misura in cui
questo reale %resiste', perch1 si constata %che il soggetto si ripete, che si ripete nel suo dire ma che
il suo dire va pi lontano di ci4 che egli enuncia, per il fatto c!e il soggetto si ripete che se ne
inferisce 3 e Freud lo ha inferito sotto il nome di pulsione 3 che vi del godimento del reale quando
si tratta dell'esperienza analitica'.
#"#
Da cui la possibilit2 di rovesciare il modo in cui le cose si
presentano, facendo cos= apparire come la ripeti&ione soggettiva possa essere considerata alla
stregua di un effetto dell'insisten&a del reale cui si imputa di contenerne il godimento. Di modo che
reale (nella forma dell'effetto di godimento che si produce all'interno della situa&ione analitica$ e
sapere (nella forma della scansione significante di ci4 che si ripete$ verrebbero qui effettivamente a
contatto, ma in virt soltanto di un'opera&ione di maneggiamento del significante (la supposi&ione
di sapere dall'analista operata in rela&ione all'anali&&ante$ la cui legge non sarebbe per di pi
rinvenibile altrove che in essa.
7ale a dire che, alla questione sopra sollevata circa la difficolt2 inerente l'articola&ione del
campo del sapere ad un reale che si pretenderebbe nondimeno fuori discorso, Eiller risponde
mediante una ridefini&ione dello statuto del sapere messo in gioco dall'analisi che non si lascia
tuttavia comprendere se non dall'interno della situa&ione analitica stessa, ovvero a partire dalla sua
pratica. L'esisten&a stessa della pulsione, come si visto, sarebbe qualcosa che Freud non avrebbe
potuto inferire altrimenti che dall'analisi. *agion per cui, infondato, il sapere di cui si tratta
nell'analisi lo sarebbe costituivamente, tanto pi che 3 insiste Eiller 3 quanto innan&itutto
occorrerebbe fare %distinguere l'essere dal reale'.
L' vero infatti che, in seno alla psicoanalisi stessa, si fa un gran parlare della mancan&a+a+
essere. Ld del pari vero che %il piccolo a cos= come lo mettiamo al suo posto nella formula del
fantasma Ro t aS 3 come correlativo del 6 barrato, simbolo della mancan&a+a+essere 3 si presenta
come l'essere, come l'essere correlativo a questa mancan&a+a+essere', ci4 che, %in una specie di
cortocircuito abusivo' 3 il quale altro non sarebbe, potremmo aggiungere noi, che quello del
#"#?vi, pp. :;+:,. ? corsivi sono miei.
::-
feticismo 3 %induce a confonderlo con il reale'. <on fosse che nessuno parla di mancan&a+del+reale.
%9ome se questa dimensione del reale fosse restia, ribelle alla presa della mancan&a. 9ome se la
stessa dinamica della castra&ione, che noi siamo pronti a collocare a tutti i livelli , a considerare
come il nec plus ultra dell'esperien&a analitica 3 il riconoscerla, l'assumerla 3 si arrendesse quando
si tratta del reale'. .l che Eiller aggiunge inoltre che %questa differen&a tra l'essere e il reale
riproduce, in termini che semrano filosofici e presi a prestito in quel maga&&ino di strumenti che ci
fornisce la tradi&ione filosofica Rma che dunque non lo sonoS, la differen&a che Freud ha incontrato
nell'esperien&a analitica e che ogni psicoanalista in grado di ritrovare per suo conto, quella tra
desiderio, @unsc! R...S e pulsione RTrieS' 3 differen&a coestensiva peraltro alla distin&ione sopra
tracciata da riseF tra %causa' e %oggetto' del desiderio.
#"-
Ara le conseguen&e di tutto questo, ce n' una di capitale importan&a: quella secondo cui lo
iato che sussisterebbe tra il discorso filosofico e quello psicoanalitico avrebbe precisamente a che
fare con il loro diverso orientamento, ovverosia con il diverso modo che essi hanno di intendere e di
impiegare il sembiante 3 rapportandolo all'essere della cui presen&a o assen&a finirebbe allora per
trattarsi in filosofia0 oppure sempre e soltanto in rela&ione al reale come viceversa in psicoanalisi. ?l
che ci permette di saltare a pi pari la discussione relativa all'implica&ione, nella psicoanalisi, di una
dimensione fin&ionale indubbiamente passibile di una variet2 infinita di articola&ioni (dal padre
dell'orda al <ome+del+5adre$, ma la cui inciden&a troverebbe pur sempre un limite rigoroso sul
versante della pratica.
#";
Di contro, quella che vorrei porre una questione a questo punto
ineludibile: posto che ci si ponga nella prospettiva del discorso filosofico, quali sono le ragioni che
dovrebbero spingerlo ad aprirsi nei confronti di quello analiticoU L soprattutto: a quali condi&ioni
ci4 potrebbe avvenireU
5osto che le vie della filosofia da una parte e della psicoanalisi dall'altra siano tanto divergenti
quanto Eiller sembrerebbe indicare, potrebbe difatti risultarne legittimato un atteggiamento che
sarebbe al contempo di assimila&ione e rifiuto, e che troverebbe un saldo supporto nelle critiche da
pi parti reiteratamente mosse in ordine alla scarsa scientificit2 della costru&ione freudiana.
*elegata nell'armamentario dei vecchi saperi, ridotta a vestigia di una pratica terapeutica
irreversibilmente superata, la psicoanalisi non presenterebbe da questo punto di vista pi che un
interesse di ordine documentario, storico, culturale, ci4 che ne farebbe un oggetto d'indagine in
linea di principio del tutto omologo a quelli ad esso consimili.
#"-?vi, pp. >:+>>. ?l riferimento alla non equivalen&a di %causa del desiderio' da una parte e %oggetto pulsionale'
dall'altra si trova nello stesso Eiller.
#";Da questo punto di vista, come gi2 implicitamente emerso tramite la discussione delle riflessioni di riseF sui
paradigmi del godimento, anche la generali&&a&ione derridiana del concetto di feticismo, a motivo delle regole e
delle concrete condi&ioni di produ&ione che ne reggono il discorso, si arresterebbe alle soglie di quello che
propriamente costituisce il campo analitico, sen&a potervi nondimeno penetrare.
::;
@uanto all'atteggiamento diametralmente opposto, esso potrebbe viceversa consistere nel
rinunciare all'altro dei due discorsi, a quello della filosofia, accettando nella sostan&a il vecchio
argomento 3 non privo peraltro di una certa eviden&a 3 secondo cui, per parlare con cogni&ione di
causa della psicoanalisi, occorrerebbe innan&itutto farne esperien&a, abbandonando di conseguen&a
quello che Lacan definisce il discorso universitario per mettersi di contro nella posi&ione
dell'anali&&ante.
La scommessa che, accanto a queste due op&ioni, ne resti tuttavia aperta per la filosofia
anche una ter&a, la quale muoverebbe dal riconoscimento del'irriducibilit2 degli elementi e del
sapere messi in gioco dall'esperien&a analitica non al fine di liquidarli o per individuarvi un modello
discorsivo alternativo al proprio e cui si tratterebbe per essa di convertirsi, bens= nell'intento di
mettersi all'ascolto di quanto vi accade per tenerne conto dall'interno della sua prospettiva, ci4 che
dovrebbe condurla ad un eserci&io non soltanto di verifica, bens= anche di depoten&iamento e di
alleggerimento della propria supposta ma^trise. Gn eserci&io che non potr2 evidentemente mai
costituire l'Ersatz di un'analisi, ma che sarebbe quanto meno concepibile in analogia con essa, dal
momento che tra i suoi obiettivi vi sarebbe innan&itutto quello di apprendere, attraverso il continuo
confronto con le ambiguit2, le aporie e i blocchi dell'analisi, a tollerare la mancan&a di garan&ia su
quanto si dice nonch1 quella, ancor pi radicale, del vero sul vero. Di apprendere insomma a non
fetici&&are il sapere.
::,
BIBLIOGRAFIA
<ella seguente bibliografia sono comprese esclusivamente le pubblica&ioni a vario titolo citate nel
testo.
Delle opere citate in tradu&ione inoltre riportato il titolo originale, seguito dalla data della prima
edi&ione. 5er quanto concerne gli scritti freudiani, nel caso di pubblica&ioni postume la data indicata
quella di composi&ione.
La sigla 1SF si riferisce alle 1pere di Sigmund Freud, a cura di 9. L. Eusatti, /ollati /oringhieri,
Aorino, !--+!," (: volumi$. 5er il testo tedesco ho tenuto presente la Sigmund Freud
Studienausgae, a cura di .. Eitscherlich, .. *ichards, B. 6trache) e ?. Grubrich+6imitis, Fischer,
FranFfurt am Eein !,! ( volumi$.
A. T"$', /!"*),%&, 0(&'"&"&', !,/"!,#"&', %. /"',0,$#( ( %) "$$( ,&'"!%#"&'" (--*!" ,& -%!'"
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dimenticanza, in 1SF, ??, 8!+>".
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%ie Traumdeutung (!""$0 trad. it. L'interpretazione dei sogni, in 1SF, ???.
Wer den Traum (!"$0 trad. it. Il sogno, in 1SF, ?7, +8!.
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:8"
INDICE
P!"#"$$%
I&'!()*+,(&" #
/reve genealogia del concetto #
Gna %perversione modello' ,
C%-. I. I. /"',0,$#( &", Tre saggi sulla teoria sessuale ;
La pulsione e le sue devia&ioni ;
Fame e amore ::
?l paradosso della sopravvaluta&ione sessuale :-
La vita psichica: feticismo e fantasma >>
C%-. II. L% 0(#*&,0%+,(&" 1,"&&"$" )". 10 8"
%9olei che risplende nel camminare' 8"
Le ambiguit2 della rimo&ione 8#
?l reperimento dell'oggetto #
:8
Feticismo del piede e rimo&ione par&iale #!
L'inclusione del feticismo nel campo delle nevrosi -;
?l feticismo dei vestiti ;
C%-. III. I. /"',00,( 0(#" Ersatz )". -"&" #%'"!&( ;#
Kmosessualit2 e complesso di castra&ione ;-
Leonardo, la donna con il pene e il nibbio ;!
L'alternativa narcisistica ,;
La conferen&a dell' mar&o !8 !-
?deali&&a&ione e sopravvaluta&ione sessuale ""
La sublima&ione perversa: il feticcio come ipostasi
della 9osa "#
C%-. IV. F"',0,$#(2 Verleugnung " $0,$$,(&" )"..3I( #
?l %2lanz auf der 'ase' #
7elo o difesaU !
L'angoscia di fronte alla pulsione di morte. 5arentesi
sull';l di l" del principio di piacere :,
9astra&ione e angoscia >>
?l meccanismo della Verleugnung 8
Ara nevrosi e psicosi 8,
:8:
Dentro e fuori dall'?o #-
La no&ione di Entfremdung #!
Feticismo e scissione dell'?o ->
C%-. V. F"',00, /!"*),%&,4 ;"
Venus En#) ;"
Freud e il femminile ;;
L'invidia del pene come solu&ione generali&&ata
alla castra&ione ,>
?l paradigma feticista ,!
?l %teatrino' di Freud :">
C(&0.*$,(&". 5U&3%.'!% $'!%)%6 :;
B,7.,(8!%/,% ::!
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