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inserto

n. 8, 1 dicembre 2011, anno LVII


Direttore: Pierpaolo Triani
Vicedirettore: Piero Cattaneo
Gruppo di redazione: Piero Cattaneo, Mario Falanga,
Domenico Simeone, Martina Bocchi, Maria Caterina
Vittori, Orazio Branciforti, Carla Sacchi, Sandro De Toni
(redattore web)
Redazione e coordinamento: Anna Maria Gavazzi
Impaginazione: KAcommunications.it
Segreteria: A. Ballini (sdid@lascuola.it - tel.
030.2993.271)
Progetto grafico: Studio Mizar, Bergamo
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a cura di Maria Caterina Vittori
La chimica: una scienza naturale
per uno sviluppo sostenibile
Franco Rosso, Annarita Ruberto
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Quando la natura finisce di
produrre le proprie specie,
luomo incomincia a creare,
usando cose naturali e con laiuto
della natura, uninfinit di
specie.
Leonardo da Vinci
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uori rotta
Il ruolo chiave dellassistente alla
comunicazione 58
Giovanna Chil
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pprofondimenti
Le ICT nella scuola italiana 55
Chiara Belotti
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La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile
La chimica intorno a noi:
percepirne la presenza per valorizzarne le
opportunit
La Chimica una scienza naturale, essenziale per descrivere e comprendere il mondo in cui viviamo;
costituisce, inoltre, il presupposto per la realizzazione industriale di gran parte dei materiali e dei manufatti, che
sono ormai ritenuti irrinunciabili per la nostra esistenza.
Nella prima parte dellinserto saranno presi in esame i rapporti fra chimica, scuola e societ. Il filo conduttore
che lega il 2011, proclamato dallONU Anno Internazionale della Chimica, con il mondo dellistruzione e della
societ in generale, la necessit di migliorare la percezione, da parte dellopinione pubblica, della presenza
della Chimica nella nostra vita, attraverso interventi di diffusione di una cultura chimica di base.
Nella seconda parte sono presentati cinque percorsi didattico-apprenditivi a tema che, attraverso la proposta di
esperienze concrete da realizzare con materiali facilmente reperibili, costituiscono utili strumenti per
sensibilizzare gli studenti nei confronti del ruolo che la Chimica riveste nella vita delluomo.
L
a chimica una scienza
naturale, non uninvenzione
delluomo. In quanto
disciplina che studia la
composizione della materia, sia dal
punto di vista statico, ovvero
descrittivo, che dinamico, ovvero
delle trasformazioni, la chimica
rappresenta subito dopo la fisica lo
strumento scientifico e, pi in
generale, culturale con il quale
approcciare in modo sistematico e
coerente la comprensione della
realt tangibile che ci circonda. Gli
oggetti ed i fenomeni, che la
chimica in grado di descrivere,
prevedere e quantificare, non
soltanto esistono dallalba dei
tempi, ma costituiscono le basi
stesse di tutte quelle discipline che
sono solitamente comprese sotto la
denominazione di scienze naturali:
la biologia e la geologia in primis.
Direttamente o indirettamente, la
chimica quindi condiziona, o nel
pi dei casi determina, le
caratteristiche del mondo materiale
nel quale viviamo, rendendolo cos
come siamo abituati a conoscerlo e
creando i presupposti stessi per il
mantenimento della vita.

Il paradosso nella
percezione della
chimica
Il grande paradosso della chimica
risiede nella discrepanza fra
quanto essa sia effettivamente
presente e fondamentale nella
nostra esistenza, fino a costituire le
basi stesse della realt tangibile
che ci circonda, e quanto poco la
stessa chimica venga invece
percepita dal sentire comune.
Nel migliore dei casi, infatti, della
chimica non si avverte la presenza
prima ancora del ruolo, non
vengono riconosciuti o ricondotti
ad essa qualit e fenomeni del
mondo che ci circonda. Nel
peggiore, essa viene travisata su di
un piano epistemologico, tanto da
portare allidentificazione
Franco Rosso
dellintero corpus fenomenologico
naturale di tipo chimico, e della
stessa scienza che lo interpreta
razionalmente, con un
campionario pi o meno ristretto
di applicazioni antropiche
finalizzate alla realizzazione di
prodotti o manufatti pi o meno
utili per la nostra esistenza. Se
con la figura retorica della
sineddoche si arriva spesso ad
identificare il tutto, o meglio
lintero, con la sua parte, in questo
caso si ancora oltre, dal momento
che quello che si rischia di
confondere una scienza con un
insieme di sue applicazioni
tecnologiche ben lungi dal
riassumerla in senso
rappresentativo.
A completare il preoccupante
quadro relativo alla percezione
della chimica da parte di coloro
che non possono avvantaggiarsi di
una cultura scientifica di base
viene, poi, lanalisi dei significati
associati alla parola chimica ed in
modo particolare allaggettivo da
essa derivato, ovvero chimico.
Lesame del campo semantico che
circonda questo termine descrive
una graduale deriva, iniziata a
partire dalla fine degli anni 60 in
corrispondenza di eventi di
cronaca e della conseguente e
successiva diffusione di una
coscienza ecologista o meglio
ancora naturalista, che trova il suo
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sulla spinta di un interesse pratico.
Volendo anche considerare le
finalit del processo alchemico,
esse potevano essere descritte
come inerenti nel migliore dei casi
alla crescita spirituale dello stesso
alchimista, fino ad arrivare a
speculazioni relative ad
applicazioni volte a migliorare gli
aspetti relativi alla vita biologica o
economica della persona. In fondo,
c molta pi affinit fra gli studi
finalizzati a scoprire lelisir della
giovinezza e lattuale ricerca
farmacologica sullintercettazione
dei radicali liberi nel nostro
organismo, piuttosto che fra queste
finalit e lo sviluppo della chimica
in quanto disciplina scientifica, al
pari della fisica o della matematica.
Non c quindi da stupirsi se
ancora oggi la chimica tenda ad
essere identificata con le sue
applicazioni tecnologiche, ed in
particolare con i processi
industriali di trasformazione che,
passando attraverso stadi di
reazione e stadi di separazione fra
le sostanze coinvolte, consentono
di modificare la composizione di
materie prime, in vista
dellottenimento di prodotti utili
alla nostra esistenza quotidiana.
molto pi di una curiosit il fatto
che molti ignorino lesistenza del
corso di laurea in Chimica, senza
ulteriori specializzazioni dichiarate
gi nel titolo. La domanda che
tipicamente viene posta da chi, pur
non egli stesso chimico, ha
comunque una certa dimestichezza
con la denominazione dei corsi di
laurea, quando si annuncia il
conseguimento o il possesso di un
titolo in Chimica del tipo:
Chimica come? Industriale?
Farmaceutica? Ingegneria
chimica?.
Fortunatamente anche in tempi di
ultraspecializzazione delle
professioni e, seppur in modo
meno marcato, anche degli
indirizzi di studi, la Chimica
propriamente detta, proprio lei,
tout court, esiste e resiste ancora
come corso di laurea autonomo, al
pari della fisica e della matematica.
Stiamo parlando della chimica
come disciplina scientifica,
generale, essenziale, fondante,
equivalente nel destino al quale
sono andati incontro dapprima il
termine igienico, successivamente
ecologico e solo nellultimo
decennio biologico. Si tratta in tutti
i casi di aggettivi che,
discostandosi dal significato
letterale e neutrale di relativo alla
scienza delligiene, dellecologia o
della biologia, fanno riferimento
implicito ad una disciplina etica
ampiamente condivisa
dallopinione pubblica.
cos che il termine chimico si
trova oggi, suo malgrado, a dover
sostenere una illogica
contrapposizione con qualit quali
naturale o biologico, costretto ad
identificarsi a forza solo nella sua
espressione legata alla sintesi
chimica industriale o di laboratorio
e tradendo pertanto la
connotazione stessa di scienza
della natura e di base della
biologia, che abbiamo avuto modo
di descrivere in premessa. A partire
da questa antitesi, laggettivo
chimico ha iniziato a colorarsi di
significati che, riallacciandosi al
sentimento pi diffuso, evocano
sensazioni di sospetto, se non di
aperta ostilit, verso quello che
viene percepito in primo luogo
come uno scenario di rischio.
Da questa breve analisi, emerge
chiaramente il fatto che la chimica
risulta oggi non soltanto
sottovalutata in relazione al suo
ruolo fondante allinterno del
nostro mondo, ma, cosa ancor
peggiore, viene essenzialmente
fraintesa, con conseguenze
potenzialmente molto gravi a
diversi livelli della societ e della
decisionalit democratica.

Chimica come
Scienza e come
Tecnologia
Il progresso nella conoscenza in
campo chimico, e quindi lo
sviluppo della stessa chimica in
quanto disciplina scientifica,
storicamente avvenuto, molto pi
che per altre scienze quali
lastronomia e pi in generale la
fisica, o la medicina e la biologia,
quella che sta alla base di ogni
possibile applicazione o
approfondimento di settore,
costituendone la base culturale e
paradigmatica.
Gli studenti della scuola secondaria
di II grado, al momento di scegliere
il corso di laurea al quale iscriversi,
optano con sempre maggiore
frequenza per declinazioni
specialistiche o settoriali della
chimica, adducendo, come ragione
della propria scelta, un timore per
certi versi reverenziale verso la
Scienza pura, timore composto a
sua volta da un misto di diffidenza
verso la spendibilit concreta del
titolo nel mondo del lavoro e dalla
convinzione che le declinazioni
specialistiche, ad iniziare da quelle
tecnologiche, risultino di pi facile
approccio.
Sembra superfluo evidenziare la
ragione preconcetta di tali
convinzioni che, lungi dal trovare
riscontro oggettivo nel mondo del
lavoro o nel tasso di abbandono
scolastico, affondano le radici
prevalentemente in una carenza di
cultura scientifica precedente
allistruzione secondaria di II
grado, per colmare la quale gli
insegnanti di matematica, fisica,
chimica e biologia, con la loro
didattica finalizzata per lo pi alla
trasmissione di conoscenze
piuttosto che alla formazione di
coscienze, riescono a fare ben
poco.
Da un certo punto di vista,
lassenza di una diversificazione
dei termini, praticamente in tutte le
lingue, fra quello utilizzato per
indicare gli aspetti scientifici e
conoscitivi e quello che indica
invece le applicazioni tecnologiche
e produttive, entrambi contenenti
semplicemente la parola chimica,
non aiuta certo in questo senso.
Mentre fanno parte del nostro
patrimonio culturale la differenza
fra botanica ed agronomia, fra
biologia umana e medicina, fra
architettura ed ingegneria civile, fra
pedagogia ed insegnamento, la
parola chimica accomuna, al limite
con laggiunta di una qualifica che
spesso si perde nella fretta, la
scienza e la sua applicazione
tecnologica.
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La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile

Scoprire la chimica
intorno a noi
Circa il 14% del valore di
unautomobile o di una moto
imputabile direttamente o
indirettamente alla chimica
incorporata in essa come beni o
servizi. La percentuale sale
considerando altre categorie di
oggetti di comune uso quotidiano:
26% per le calzature, 30% per gli
elettrodomestici, 37% per i
pannolini, 65% per i servizi di
veterinaria e addirittura il 100%
quando si considera il mercato
delle vernici (Fig. 1).
veramente difficile individuare
una categoria di oggetti, e di
riflesso un settore della nostra
economia, nel quale la chimica
non rientri in modo pi o meno
determinante, tramite materie
prime, coadiuvanti o servizi (ad
esempio di analisi), incidendo sulla
qualit del prodotto, fino a
costituire in molti casi un
presupposto irrinunciabile per la
sua realizzazione. In molti casi la
chimica contenuta in un prodotto
non risulta immediatamente
percepibile, oltre che dal
consumatore finale, neanche dal
produttore medesimo delloggetto
in quanto la filiera complessiva,
che porta dalle commodities
primarie naturali (petrolio, prodotti
agro-forestali, risorse minerarie) al
manufatto finale, pu contare
anche decine di passaggi, che
coinvolgono soggetti e comparti
differenti della nostra realt
industriale, tanto da rendere quello
della chimica il corpo logistico
probabilmente pi complesso
delleconomia globalizzata. Un
elemento chiave di questa logica,
che rompe pi di ogni altro ogni
ipotesi di una filiera in caduta
dalla materia prima al prodotto
finito, quello per cui un certo
intermedio chimico potrebbe,
almeno potenzialmente, essere
impiegato in settori del tutto
differenti fra loro: per la
preparazione di un farmaco come
per la sintesi di una materia
plastica da utilizzare in un
giocattolo o in un prodotto per la
pulizia delle superfici, cos come
negli inchiostri colorati di una
stampante. Rappresentata su un
grafico bidimensionale, ad esempio
su un planisfero, lindustria
chimica e quella che fa uso dei
suoi prodotti pu essere
visualizzata come unintricata
ragnatela di scambi, movimenti,
trasformazioni e servizi dei quali il
consumatore finale riesce a
percepire a malapena la punta
delliceberg rappresentata dal
prodotto finito.
Paradossalmente proprio la sua
pervasivit praticamente in ogni
campo della nostra esistenza e
della realt che ci circonda a
costituire una delle ragioni per cui
la chimica risulta cos poco
percepita da coloro che non hanno
avuto la possibilit di usufruire di
una formazione scientifica di base.
Insieme ad altre scienze pure, la
chimica da considerarsi a tutti gli
effetti come una disciplina
trasversale, che interseca una
quantit straordinariamente elevata
di ambiti e di settori,
contrapponendosi in questo alle
cosiddette discipline specialistiche
che, invece, fanno uso di
conoscenze e strumenti culturali
provenienti da altre scienze pure o
da discipline a loro volta
specialistiche per descrivere ed
intervenire su un ambito specifico.
Un veterinario utilizza, per
esempio, nozioni e paradigmi
provenienti dalla zoologia, dalla
farmacologia, dalla psicologia,
dalla stessa chimica e dalla
statistica, finalizzando tutto questo
al benessere ed alla produttivit
dellanimale. Si tratta, quindi, di
un approccio convergente, ovvero
che attinge ad ampio spettro dal
patrimonio culturale dellumanit,
per focalizzare
lattenzione su un
ambito specifico.
Le discipline
trasversali come la
chimica, invece,
procedono in senso
opposto e possono
pertanto essere
indicate come di tipo
diffusivo: a partire
da studi molto
specialistici e di
nicchia, generano
risultati che possono
avere ricadute su un
numero molto
grande di ambiti
applicativi, nella
maggior parte dei
casi non prevedibili
a priori e spesso
anche dopo molto
tempo (Fig. 2).
Figura 1
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scuola secondaria di I grado pu
svolgere un ruolo delicato ed
essenziale per favorire nei ragazzi
la crescita delle coscienze e di
quella forma mentis che dovrebbe
precedere lacquisizione delle
conoscenze disciplinari specifiche,
che si concentrer nel ciclo
scolastico successivo ed
eventualmente nel percorso
universitario.
Le criticit, finora sollevate
nellesaminare la percezione della
chimica, possono costituire una
valida traccia circa gli argomenti
culturali riguardanti questa scienza
su cui sarebbe pi opportuno
soffermarsi nella delicata fase
educativa di tipo preliminare.
Sembrerebbe in apparenza
unovviet, o per taluni, al
contrario, un sovvertimento
dellordine logico delle cose, ma
risulta a questo punto essenziale
riuscire a trasmettere unidea
Riportata sul piano della
percezione della presenza e del
ruolo della chimica e, a questo
punto, anche del chimico
professionista, il paradosso
ulteriormente perfezionato, in
quanto da un lato si accusa il
chimico di eccessiva ingerenza in
campi che con gli appartengono
(fino a dipingerlo, in contesti
caricaturali, come un soggetto
saccente, ficcanaso o
impertinente), dallaltro si giunge
alla rarefazione fino
allinconsistenza del campo di
pertinenza specifico della chimica.

Una cultura della


chimica basata sui
suoi principi fondanti
Nello scenario non propriamente
favorevole finora descritto, la
corretta di cosa la
chimica
effettivamente sia,
prima ancora che ne
vengano trasmessi i
contenuti
informativi specifici.
Prima ancora che
imparata, la chimica
deve essere
riconosciuta e
quindi accettata
nella sua valenza di
disciplina
trasversale: un
approccio questo
che segna una
fondamentale
differenziazione
rispetto alle altre
discipline, anchesse
scientifiche o
tecnologiche, di tipo
settoriale.
In secondo luogo,
dovranno essere
compresi anche i
confini disciplinari
della chimica che,
com noto, cede il
passo alla fisica,
quando passa a
considerare
lorganizzazione pi
elementare ed alla
biologia (o alla geologia, o alla
scienza dei materiali) quando
prende in esame lorganizzazione
pi complessa della materia.
Il riconoscimento della
connotazione chimica, o degli
aspetti chimici relativi a fenomeni,
pratiche ed oggetti con i quali
abbiamo a che fare
quotidianamente, certamente il
primo passo in direzione di un
obiettivo di sensibilizzazione,
ambizioso ma pure necessario.
Stiamo parlando della
consapevolezza del fatto che la
chimica non debba essere
identificata, in linea con la sua
iconografia popolare pi diffusa,
con i suoi strumenti, le sue
formule e le sue polverine
composte da sostanze idealmente
pure, ma rappresenti
semplicemente un modo per
vedere, intendere ed interpretare la
realt materiale che ci circonda e
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La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile
della quale facciamo parte.
La vera magia offerta dalla chimica
non consiste, quindi, in esplosioni
di effervescenze e di colori
mutevoli, tanto sorprendenti
quanto impermeabili ad un
approccio razionale, ma piuttosto
nella straordinaria possibilit di
operare delle trasformazioni
intenzionali e mirate della natura
stessa delle sostanze e, per
estensione, degli oggetti che ci
circondano, dando alluomo uno
strumento razionale
straordinariamente potente per
migliorare il mondo in cui vive.
I concetti fondanti della
chimica
Entrando pi nel merito dei
contenuti formativi, la chimica
porta con s alcuni concetti
fondanti di valore culturale
imprescindibile che,
indipendentemente dal percorso di
studi che sar poi seguito dallo
studente, dovrebbero entrare a far
parte non solo della conoscenza di
base ma, per cos dire, anche della
coscienza scientifica di ognuno di
noi.
Identit chimica: due sostanze
aventi la stessa struttura
molecolare (quindi stessi atomi,
isotopi, legami e conformazione)
sono di fatto la stessa sostanza.
Non sono soltanto identiche: sono
proprio la stessa cosa,
perfettamente permutabili luna
con laltra senza alcuna possibilit
n ragione di riconoscimento. In
altre parole, in chimica la natura di
una sostanza (e di conseguenza se
due sostanze potenzialmente
differenti sono di fatto la stessa
cosa oppure no) data unicamente
da come essa fatta a livello
microscopico. Non vi sono altre
qualit da ricercare, niente di
nascosto, di pi profondo su cui
possa essere basata una differenza
oggettiva fra due sostanze,
escludendo in questo modo anche
ogni possibile ingerenza da parte
di valutazioni di natura filosofica o
di principio. Una sostanza
spontaneamente contenuta in un
prodotto naturale, ad esempio una
benefica vitamina che arricchisce il
succo di un frutto biologico, non
soltanto assomiglia o viene
simulata, ma di fatto la stessa
sostanza che un chimico esperto
pu sintetizzare in laboratorio
mettendo insieme pezzi di altre
molecole e/o trasformando
opportunamente sostanze
chimiche anche molto diverse che
potr avere ricavato da qualsiasi
altra fonte, comprese quelle (solo
in apparenza) percepite come
meno naturali, tra cui ad esempio
il petrolio (Fig. 3). Questo, nella
sua banalit, un concetto molto
forte che risulta purtroppo
ampiamente disconosciuto, almeno
nella sua applicazione pratica ai
casi che la vita di tutti i giorni
propone, anche da persone che
pure hanno avuto modo di studiare
chimica per un paio danni nella
scuola secondaria di II grado.
Esempi di reazioni chimiche
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esempio le modalit di reazione,
quindi quelle fisiche e chimico-
fisiche, come ad esempio il punto
di ebollizione, la solubilit in un
dato solvente (Fig. 4) ed il logP
1
,
fino ad arrivare alle propriet di
tipo biologico e tossicologico ben
riassunte almeno nel contesto
farmacologico dallacronimo
ADMET (Assorbimento,
Distribuzione, Metabolismo,
Escrezione, Tossicit).
vero che sul piano operativo
lespletarsi di alcune propriet pu
essere fortemente influenzato
dallambiente chimico circostante,
ovvero dalle interazioni con altre
molecole e fra queste e lo
strumento di misura o valutazione
(ad esempio, lassorbimento
intestinale di una sostanza pu
essere influenzato dalla presenza
di altre di tipo diverso), ma
ragionando su un sistema ideale
che non preveda questo tipo di
influenze esterne, il principio regge
a tal punto da rendere prevedibili e
quantificabili queste relazioni.
Esistono approcci di calcolo
avanzato utilizzati, per esempio,
Relazione di tipo deterministico
esistente tra struttura e propriet,
conseguente allapprendimento
dellidea basilare di molecola.
Stiamo parlando di struttura
molecolare ma, con opportuni
adattamenti, la valutazione pu
essere agevolmente traslata anche
su altri piani, considerando livelli
di organizzazione via via pi
complessi della materia.
Tutte le propriet di una sostanza,
nessuna esclusa, dipendono
direttamente o indirettamente da
come essa organizzata, in pratica
da come fatta a livello
molecolare. Gli elementi chimici
che la compongono, i loro rapporti
relativi, la loro connettivit
reciproca tramite legami chimici
fino ad arrivare, in taluni casi, allo
specifico stato conformazionale:
sono tutte caratteristiche strutturali
espresse in modo univoco per
ciascuna molecola tramite i
cosiddetti descrittori molecolari.
Da queste caratteristiche
morfologiche molecolari derivano
in prima istanza le propriet
chimiche della sostanza, come ad
nella progettazione di molecole
biologicamente attive da impiegarsi
nel campo farmaceutico, il
cosiddetto drug design, in cui la
struttura molecolare del principio
attivo progettata proprio in
funzione di un suo spettro di
propriet ADMET ideale. Queste
tecniche fanno larghissimo impiego
di metodi computazionali basati
sulla quantificazione delle relazioni
esistenti fra struttura
molecolare e propriet (o attivit),
le cosiddette tecniche QSAR
(Quantification of Structure-
Activity Relationship).
Reazione chimica, intesa come
processo che porta alla
trasformazione della struttura
molecolare, ovvero di una
molecola (o pi) in unaltra (o
altre) di tipo differente. Il concetto
di reazione chimica, che si
riallaccia ancora una volta alla
Figura 4
1
Per il significato di logP si segnala un arti-
colo divulgativo pubblicato su Chimicare.org:
http://www.chimicare.org/blog/metodi-e-ap-
procci/logp-la-proprieta-molecolare-dalle-
mille-implicazioni/
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La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile
natura molecolare delle sostanze
chimiche, si introduce solitamente
in contrapposizione, da un lato,
alle trasformazioni a carico sempre
di una sostanza isolata ma che non
ne comportino una modifica
molecolare (transizioni di stato,
solubilizzazione, ), almeno a
livello di connettivit interna alla
molecola propriamente detta,
dallaltro in contrapposizione alla
semplice separazione di specie
chimiche differenti, contenute in
un miscuglio, al di l dello stato
fisico del medesimo e della sua
omogeneit, comprese le soluzioni.
Per ricongiungersi con il punto
precedente, queste separazioni,
comunque condotte, si baseranno
proprio sulle diverse propriet
chimico-fisiche possedute dalle
diverse sostanze che compongono
la miscela, in relazione appunto
alla loro struttura molecolare
specifica (Fig. 5).
Non sar di certo passato
inosservato il fatto che tutti i
principi cosiddetti fondanti finora
riportati, come del resto numerosi
altri che potrebbero aggiungersi a
questi, prendano le mosse proprio
dalloggetto molecolare.
Di fatto, la molecola, o, per
essere ancora pi precisi, la specie
chimica, nella maggioranza dei casi
pluriatomica, a costituire loggetto
essenziale di interesse del chimico.
Quindi lidea che la chimica si
occupi di atomi non in s
sbagliata, ma non centra
esattamente la questione: latomo
in s stesso, ed ancor pi la sua
organizzazione interna, infatti
pi dominio della fisica che non
della chimica. proprio la
molecola e, pi in generale, la
specie chimica, a rappresentare il
cuore da cui prendono origine ed
intorno a cui si imperniano i
principi fondanti della disciplina.
Concetti chimici fondanti e
didattica
Anche a prescindere dal linguaggio
utilizzato per la loro presentazione
in questa sede a specialisti della
didattica, i principi finora descritti
sembrerebbero argomenti filosofici
complessi che richiederebbero un
corso di epistemologia di
collocazione universitaria per
essere sviluppati adeguatamente.
In realt, con il tempo e la
pianificazione necessari,
attingendo dai numerosi esempi e
similitudini disponibili nella nostra
vita quotidiana, ed utilizzando un
linguaggio adeguato al target, tutti
questi argomenti di carattere
culturale potranno essere
agevolmente utilizzati per costruire
il vero presupposto educativo, e
nel senso letterale del termine
formativo, propedeutico ai
contenuti pi specifici e puntuali
che saranno successivamente
trasmessi nella scuola secondaria
di II grado (si rimanda ai Percorsi
da p. 24).
Avendo a che fare con oggetti reali
(tali sono gli atomi e le molecole)
ma pure estranei al nostro
immaginario abituale, anche
perch non direttamente
percepibili con i nostri sensi, da
considerarsi un traguardo tanto
ambizioso quanto irrinunciabile
assicurarsi lassimilazione
profonda, quasi
linteriorizzazione
empatica dei
pochi concetti
ritenuti
fondamentali in
questa fase.
Il rischio,
diversamente,
quello di
ingenerare
fraintendimenti o
dubbi di
principio, basati
su lacune
culturali, che
possono accompagnare lo studente
fino al termine del suo percorso
formativo e che, se non per la
fortuita intuizione e lintervento di
un successivo insegnante
particolarmente sensibile e capace,
potrebbero rendere pressoch
inutilizzabili sul piano culturale i
contenuti di chimica
successivamente appresi.
Una risposta alle seguenti
domande pu costituire la base dei
successivi apprendimenti.
Gli atomi e le molecole si possono
vedere al microscopio? Come
faccio a sapere che una certa
sostanza fatta da certe molecole?
Come si originano le sostanze
chimiche che ho visto usare in
laboratorio? Come faccio a
trasformare una sostanza chimica
in unaltra? E cos di fatto una
sostanza chimica rispetto a
quelle che non si possono definire
tali?
Nellottica della continuit tra i
cicli scolastici, sembra opportuno
esplicitare, inoltre, la seguente
riflessione riguardante il secondo
ciclo di istruzione. I corsi scolastici
di chimica, previsti in ogni liceo ed
istituto tecnico, attribuiscono
grande importanza alla possibilit
di applicare procedimenti di
calcolo agli oggetti introdotti dalla
chimica: in particolare, tutto
questo trova il suo coronamento
nella disciplina della stechiometria,
che rischia in taluni casi di
costituire quasi il corpus
dellinsegnamento stesso della
chimica, fino a correre il rischio di
essere scambiata per essa da taluni
studenti. Oltre a non risultare
Figura 5
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insegnare tutte le discipline
scientifiche) o con attivit concreta
svolta nel mondo scientifico, oltre
a capacit comunicative e nello
specifico divulgative che per lo pi
non rientrano fra i principali
requisiti comunemente richiesti
alla classe docente.
Una possibilit offerta agli
insegnanti quella di integrare il
percorso didattico tradizionale con
interventi ad hoc da parte di
ospiti esterni, usufruendo della
disponibilit, offerta ormai anche
nel nostro Paese, da organizzazioni
senza finalit di lucro che
riuniscono specialisti e
professionisti di vari settori,
accomunati da unesperienza ed
una formazione specifica anche
nellambito della divulgazione
scientifica. Con gli esperti si
potranno chiarire alcuni dei
seguenti quesiti.
In cosa consiste il lavoro del
chimico? In quali settori egli pu
trovare occupazione e quale
contributo pu fornire in essi? Al
di l della fin troppo stressata e
sostanzialmente fuorviante
iconografia popolare che lo vede
assorto ed estraniato dal mondo in
mezzo ad ampolle fumanti sempre
a rischio di esplosione e tubicini
contorti pieni di liquidi colorati,
come possiamo intendere la sua
figura, il suo modo di ragionare e
la sua operativit quotidiana?
Chi meglio di un addetto ai lavori,
in questo caso di un chimico
professionista, pu, con laiuto
dellinsegnante che certamente
conosce meglio i ragazzi e le loro
dinamiche di apprendimento,
trasmettere unimmagine realistica
e responsabile della propria
professione?
Non possiamo, infatti, dimenticare
che, percorso universitario a parte,
anche la scelta della scuola
secondaria di II grado prevede
unopzione specificatamente
chimica, o meglio pi di una,
sempre nellambito degli istituti
tecnici, ma i ragazzi che arrivano a
questa scelta rischiano di avere
unidea pericolosamente vaga,
spesso fuorviante, di cosa sia
effettivamente la chimica, per non
parlare addirittura di cosa
facilmente spendibile in un
successivo scenario scolastico, e
pi ancora lavorativo, diverso da
quello specifico della chimica, la
particolare insistenza sullesercizio
stechiometrico nellinsegnamento
della chimica nella scuola
superiore (escludendo gli istituti
tecnici specificamente ad indirizzo
chimico) sottrae tempo prezioso
alla trasmissione degli aspetti pi
culturali relativi alla stessa
disciplina. Anche se pu apparire
sconcertante, uno studente pu
essere in grado di svolgere
correttamente gli esercizi numerici
di stechiometria, di termodinamica
chimica o i bilanciamenti delle
reazioni di ossidoriduzione, pur
senza aver realmente compreso
cosa stia effettivamente calcolando,
perch lo stia facendo e addirittura
cosa siano di fatto gli oggetti
materiali e le grandezze che sta
manipolando dal punto di vista
numerico.
Linsegnante, nellambito della
discrezionalit che gli consentita
nellinterpretazione dei programmi
ministeriali al fine di convertirli in
percorsi didattici concreti, non
dovrebbe probabilmente lasciarsi
eccessivamente sedurre dalla
possibilit di una valutazione
rapida, puntuale e soprattutto
oggettiva offerta dalla correzione di
un esercizio di calcolo. O meglio
non dovrebbe farlo fino al punto di
sacrificare la valutazione della
comprensione effettiva di un
concetto, anche qualora esso sia
stato rielaborato ed espresso con
locuzioni differenti, a causa di
eventuali carenze espressive dello
studente, fino a renderlo in una
forma apparentemente diversa da
quella nella quale era stato
inizialmente somministrato.
Daltra parte favorire
lapprendimento dei concetti
fondanti della chimica, come del
resto accade per ogni altra
disciplina, richiede da parte dello
stesso insegnante una profonda
padronanza della materia, spesso
difficilmente raggiungibile se non
con un percorso formativo
specifico (e purtroppo linsegnante
di scienze nella scuola secondaria
di I grado si trova a dover
potrebbero trovarsi un domani a
svolgere come attivit lavorativa,
grazie al diploma o eventualmente
alla laurea conseguita in questa
disciplina.

Anno internazionale
della
chimica
Superando particolarismi e singole
polemiche, per quanto legittime, la
chimica, in quanto scienza, e le
sue applicazioni tecnologiche,
dirette o indirette, stanno di fatto
alla base del progresso e del
benessere dellumanit e
costituiscono anche il cardine per il
suo futuro sviluppo in chiave
sostenibile.
significativo il fatto che sia stata
proprio una nazione come
lEtiopia, ancora lontana dagli
standard di benessere gi raggiunti
dalle nazioni pi economicamente
avanzate, a proporre
allOrganizzazione della Nazioni
Unite la risoluzione con la quale si
chiedeva listituzione dellAnno
celebrativo delle conquiste della
chimica e del suo contributo al
benessere dellumanit. Proposta
accolta nella 63ma sessione
dellAssemblea Generale del 30
dicembre 2008, con una
risoluzione che proclamava il 2011
Anno Internazionale della Chimica,
affidando la responsabilit su scala
globale dellevento allUNESCO ed
alla IUPAC.
Accolgo con favore lopportunit
di celebrare la chimica, una delle
scienze fondamentali ha
dichiarato il Direttore Generale
dellUNESCO, Koichiro Matsuura.
Accrescere la consapevolezza
sulla chimica ancora pi
importante se pensiamo alla sfida
rappresentata dallo sviluppo
sostenibile. sicuro che la chimica
giocher un ruolo importante nello
sviluppo di fonti alternative di
energia e nel provvedere al
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La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile
sostentamento della popolazione
mondiale.
Certamente pi in chiave educativa
la dichiarazione rilasciata dal
Professor Jung-Il Jin, Presidente
dellUnione Internazionale della
Chimica Pura e Applicata (IUPAC):
lAnno Internazionale della
Chimica dar un impulso globale
alla scienza chimica su cui sono
basati la nostra vita e il nostro
futuro. Speriamo di accrescere la
comprensione e lapprezzamento
per la chimica, aumentare
linteresse dei giovani per la
scienza, e generare entusiasmo per
il futuro della chimica.
La nota esplicativa, rilasciata
ufficialmente dai due protagonisti,
evidenzia in particolare la
collocazione ideale di questo Anno
nel contesto del decennio 2005-
2014 dedicato dallONU
alleducazione per lo sviluppo
sostenibile, sottolineando come
lossatura del programma dovr
essere incentrata sullimportanza
della chimica nella preservazione
delle risorse naturali. Una chiave
interpretativa autorevole che non
pu in nessun caso essere ignorata,
pur trasmettendo un messaggio per
certi versi in antitesi con quel
sentimento, prevalente nellultimo
quarto di secolo nelloccidente
industrializzato, e che vedrebbe la
chimica probabilmente come
lultimo dei partner immaginabili
per garantire lo sviluppo
dellumanit in una direzione
sostenibile.
Oltre a questa significativa
consapevolezza, relativa al ruolo
pratico rivestito della chimica nella
nostra civilt, dai comunicati
stampa emerge limportanza
culturale dalla chimica in quanto
disciplina scientifica, con il suo
fondamentale obiettivo di
comprendere la natura, prima
ancora che di intervenire su di
essa: La chimica fondamentale
per la nostra comprensione del
mondo e delluniverso, si legge
nel comunicato stampa congiunto
UNESCO/IUPAC ad introduzione
dellAnno Internazionale, inoltre
le trasformazioni molecolari sono
essenziali alla produzione di cibo,
medicine, carburante,
innumerevoli manufatti e prodotti.
LAnno sar unoccasione per il
mondo per celebrare larte e la
scienza chimica e il suo contributo
fondamentale alla conoscenza, alla
tutela dellambiente e allo sviluppo
economico.
Fin dalle dichiarazioni rilasciate
dai protagonisti delliniziativa
emergono, quindi, le linee guida di
questo Anno Internazionale che, al
di l della progettualit
programmatica messa in campo dai
singoli Paesi e dalle loro
organizzazioni scientifiche,
pongono al centro dellattenzione
la gente comune, i cosiddetti non
specialisti, in qualit di target di
riferimento privilegiato per
presentazioni ed eventi, che una
volta tanto non saranno di natura
specialistica come gli innumerevoli
convegni e simposi organizzati
ogni anno fra gli addetti ai lavori,
ma avranno come principale
oggetto di interesse la chimica in
s stessa, la sua collocazione ed il
suo ruolo nella nostra civilt.
Eventi significativi in Italia
A livello nazionale italiano i tre
principali soggetti coinvolti
nellorganizzazione degli eventi
sono la Societ Chimica Italiana, la
Federchimica ed il Piano Lauree
Scientifiche, ai quali si affiancano
numerosi soggetti pubblici e
privati, con un calendario
fittissimo di appuntamenti curato
ed aggiornato in tempo reale dalla
stessa Federchimica sul sito web
www.chimica2011.it.
La settimana della chimica.
Localizzata nel mese di ottobre
2011, prevede un concentrato di
iniziative (manifestazioni,
intrattenimenti, laboratori didattici,
giochi, mostre, percorsi tematici)
disseminate su tutto il territorio
nazionale e destinate ad avvicinare
il grande pubblico al mondo della
chimica, mettendolo a diretto
contatto con la realt della ricerca,
ma anche con le infinite possibilit
di applicazione concreta dei suoi
prodotti, proprio a partire dagli
oggetti pi comuni nella nostra
vita quotidiana.
Fabbriche aperte. Loperazione,
che si concentrata soprattutto nel
mese di maggio, ha ripreso ed
ampliato una tradizione ormai
pluriennale, con il coinvolgimento
di 175 imprese, per un totale di
oltre 600 stabilimenti, che per un
giorno hanno aperto i cancelli alla
popolazione abituata a vedere la
fabbrica solo attraverso le
inferriate. Unazione di trasparenza
e di conciliazione dallelevato
Visitatori presso la Valagro di Atessa (Chieti) nellambito delliniziativa Fabbriche Aperte 2011.
Fonte: sito web ditta Valagro - http://www.valagro.com/it/corporate/media--
communications/news/fabbriche-aperte-alla-valagro-1000-visitatori-alla-scoperta-della-chimica
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dell'Istruzione, dell'Universit e
della Ricerca, su iniziativa della
Conferenza Nazionale dei Presidi
delle Facolt di Scienze e
Tecnologie ed in accordo con
Confindustria. Nato nel 2005, il
Piano intende offrire risposte
concrete alla crisi delle vocazioni
scientifiche giovanili che interessa
lItalia, come del resto quasi tutti i
paese europei.
Chimica, la nostra vita, il
nostro futuro. il tema adottato
nelledizione 2011 dalla
Confindustria, che organizza ogni
anno la Giornata Nazionale
Orientagiovani.
Menzionare una per una le
centinaia di iniziative, diversificate
per la molteplicit dei soggetti
coinvolti, delle sedi, della tipologia
di pubblico e, soprattutto, della
modalit di approccio
comunicativo, unimpresa
impossibile da realizzare in questa
sede, oltre che per la vastit
dellofferta anche per il continuo
aggiornamento del calendario degli
eventi.
Sullo sfondo di tutto, ancora una
volta, emerge per linteresse, che
viene sempre pi ad assumere le
caratteristiche di una necessit
improrogabile, di intercettare
lopinione pubblica, proprio ad
iniziare da quella pi distratta o,
ancor peggio, ancorata a visioni
aprioristiche e preconcette
sullargomento. In quanto soggetto
decisionale, diretto o indiretto
tramite mandato politico,
allinterno di un sistema
democratico il singolo cittadino ha
il diritto, ma anche il dovere, di
significato simbolico, destinata a
migliorare sempre di pi il
rapporto fra il mondo industriale
chimico e la popolazione, specie
quella che vive pi a contatto con
queste specifiche realt.
Tutti Pazzi per la Chimica. Si
tratta di un concorso, conclusosi in
maggio, rivolto ai ragazzi della
scuola secondaria di I grado ed ai
loro insegnanti; con i suoi obiettivi
e con il suo target di et
insolitamente giovane, si posto
perfettamente in linea con la
necessit di educare gli studenti
alla percezione ed alla cultura della
chimica prima che acquisiscano
contenuti pi specifici nel
prosieguo del ciclo scolastico e
tramite i corsi specifici di questa
disciplina.
Piano Lauree Scientifiche. Uno
spazio particolare stato dedicato
alla Chimica in incontri e
conferenze finalizzati
allorientamento universitario dei
giovani, nellambito del progetto,
promosso dal MIUR, Ministero
conoscere nella sua complessit le
problematiche sulle quali si
appresta ad esprimere un giudizio,
specie se le conseguenze di questa
decisionalit possono incidere sulla
vita e sul benessere della sua
comunit. In uno scenario
mediatico che abbonda di falsi
profeti, spesso tanto inaffidabili nel
contenuto scientifico del loro
messaggio quanto abili nelle
strategie di comunicazione, che da
anni invocano, seppur con diverso
livello di integralismo, un ipotetico
mondo dal quale la chimica sia
messa al bando quale sorgente
delle peggiori sciagure, la comunit
chimica nel suo insieme non pu
continuare a giocare in difesa,
trincerandosi dietro ad un
aristocratico silenzio e
contribuendo indirettamente ad
alimentare quel senso di distanza e
di conseguente diffidenza della
popolazione nei suoi confronti. La
scuola, ed in modo particolare
quella secondaria di I grado, pu
ancora una volta fornire il suo
contributo insostituibile, in linea
con le finalit e le linee guida
tracciate in questo Anno
Internazionale, per favorire la
crescita, nei ragazzi, di quella
coscienza scientifica di base, e,
nello specifico, di quella cultura
chimica, che li aiuter un giorno
ad essere cittadini consapevoli e
responsabili del mondo nel quale
vivono.
Franco Rosso
Franco Rosso il chimico fondatore ed attuale presidente dellAssociazione
Culturale Chimicare, lorganizzazione no-profit che si pone come obiettivo pri-
mario la promozione e la diffusione della cultura della chimica anche fra i non
addetti ai lavori. Laureato in chimica (pura) presso lUniversit degli Studi di
Torino, dopo unesperienza nel settore della consulenza per lambiente e lo svi-
luppo sostenibile, opera da pi di un decennio in qualit di ricercatore in una
societ privata che si occupa di Ricerca e Sviluppo, in particolare nel settore
alimentare. Divulgatore scientifico, blogger ed organizzatore di attivit ri-
guardanti la chimica sul web dal 2009, stato organizzatore, portavoce o re-
latore in diversi eventi scientifico-divulgativi, tanto nel web (Chimicare.org,
Carnevale della Chimica, social network) quanto a livello territoriale (Setti-
mana della Scienza di Gallarate, Festival della Chimica, interventi di prepara-
zione allEsame di Stato per la professione del Chimico).
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La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile
Annarita Ruberto
Il 2011 stato proclamato Anno internazionale della Chimica. Prendendo
spunto da ci, i docenti potrebbero ideare una proposta
didattico/apprenditiva, meglio se trasversale alle discipline,
che offra agli alunni delle occasioni di approccio alla Chimica, mirate a
valorizzarne il carattere di scienza ormai diventata fondamentale sia
nellesplorazione e nella comprensione della natura che nel
miglioramento della qualit di vita degli esseri umani.
I cinque percorsi operativi, presentati con un approccio metodologico
finalizzato a suscitare la curiosit degli alunni, forniscono un ventaglio di
input che vogliono contribuire a far comprendere ai ragazzi come la
Chimica sia presente un po ovunque: allinterno del nostro organismo,
nelle attivit umane e nellambiente, nella natura e nella vita di tutti i
giorni.
Un approccio alla chimica:
cinque percorsi didattico/apprenditivi
Scopriamo la chimica allinterno
della bocca
I
l nostro approccio alla Chimica
ha inizio con un percorso
esplorativo non tra i muri di
un tipico laboratorio scolastico
bens in un laboratorio un tantino
inusuale, che appartiene a
ciascuno di noi: la bocca! Non
occorrono, pertanto, attrezzature
particolari o costose, essendo
sufficienti una certa dose di
curiosit e voglia di esplorare. Lo
scopo quello di far scoprire ai
ragazzi che la Chimica non
qualcosa di misterioso e
accessibile soltanto a quegli strani
personaggi un po allucinati che a
volte vediamo nei film, ma, al
contrario, presente nella nostra
vita di tutti i giorni, a partire dal
nostro stesso organismo. Vediamo
in che modo!
Scopriamo e mappiamo i
sapori fondamentali
Il sapore una sensazione
complessa in quanto tutti i sensi
intervengono nella sua
costruzione. Come aveva gi
intuito Brillat-Savarin, il gusto non
appartiene esclusivamente al
palato: noi percepiamo i sapori a
partire da un insieme di sensazioni
che includono i cinque sensi. pi
appropriato, dunque, affermare
che sentiamo i sapori nel cervello:
infatti, soltanto assemblando le
sensazioni elaborate dai cinque
sensi possiamo ricostruire la
complessa sensazione denominata
gusto.
In particolare, il gusto e lolfatto,
sono strettamente interconnessi
poich per molti aspetti si
sovrappongono. Essi sono sensi
chimici in quanto sensibili ad
agenti chimici naturali o artificiali.
I recettori della lingua sono in
grado di riconoscere i quattro gusti
di base: dolce, salato, amaro,
acido. Accanto a questi, ci sono,
anche se i testi di fisiologia ancora
non li menzionano, il gusto
umami (un sapore di brodo o
di carne legato allelaborazione
del glutammato di sodio, esaltatore
di sapidit, reperibile nelle
etichette alimentari) e il gusto
grasso. Lumami stato
identificato all'inizio del 1900 da
uno scienziato giapponese,
Kikunae Ikeda, mentre il gusto
grasso stato scoperto
recentemente da un team di
ricercatori australiani della Deakin
University
1
.
Proponiamo, pertanto, unattivit
mediante cui far realizzare ai
ragazzi una mappa dei principali
gusti che si avvertono sulla lingua.
Il percorso potrebbe avvalersi della
collaborazione del docente di
Tecnologia perch la tematica
rientra anche nellambito relativo
allEducazione alimentare.
Nulla si crea, nulla si
distrugge, tutto si trasforma.
Antoine-Laurent de Lavoisier
I percorso operativo
Figura 1
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http://www.deakin.edu.au/news/2010/080
310fattaste.php
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Esperimento. Localizziamo le
aree specifiche della lingua in cui si
possono gustare i quattro sapori di
base.
Materiale occorrente. Un disegno,
su carta, della lingua (Fig. 1);
bastoncini cotton fioc; sale;
zucchero; succo di limone puro;
caff nero amaro; quattro tazzine
da caff; acqua distillata;
cucchiaini; matite di quattro
differenti colori.
Procedimento. 1. Preparare
soluzioni deboli dei quattro sapori
fondamentali, riempiendo le
quattro tazzine con acqua
distillata: mescolare una piccola
quantit di zucchero in una di esse
fino a quando la soluzione non
sar diventata dolce allassaggio.
2. Ripetere la procedura per il sale,
succo di limone e caff.
3. Immergere l'estremit del cotton
fioc nella soluzione salina e poi
tamponare delicatamente su un
punto della lingua. Se si avverte il
gusto salato, contrassegnare il
punto con una piccola X colorata
(deve essere utilizzato un colore
diverso per ciascuna soluzione) sul
disegno cartaceo della lingua. Se
non si avverte il gusto salato non
si deve contrassegnare il punto
corrispondente. Continuare fino a
quando la superficie della lingua
non sar stata interamente testata.
4. Risciacquare con acqua distillata
e ripetere con ciascuna delle
soluzioni rimanenti. 5. Una volta
completato il test, ci saranno
parecchie X colorate sul disegno
cartaceo della lingua. Le X
dovrebbe mostrare delle aree molto
specifiche della lingua che sono
sensibili a dolce, salato, acido e
amaro. 6. Disegnare un cerchio
attorno ad ogni sezione per
differenziare le aree di gusto. Si
ottenuta la mappa (Fig. 2) della
propria lingua!
Alla fine dellattivit, gli alunni
dovrebbero aver compreso quali
sono i sapori fondamentali e le
zone specifiche della lingua dove
essi vengono percepiti. Dopo aver
mappato la lingua in relazione ai
gusti principali, si potr far
realizzare dai ragazzi una tabella
(Tab. 1)aperta, da appendere in
classe e aggiornare nel corso
dellanno con i nomi delle sostanze
naturali che presentano i sapori
fondamentali.
Il tremendo succo di arancia!
Una volta stuzzicato linteresse dei
ragazzi, continuiamo con
lesplorazione dei sapori.
Esperimento. Proviamo con il
succo darancia.
Materiale occorrente. Spazzolino
da denti; dentifricio; succo
d'arancia.
Procedimento. 1. Introdurre nella
bocca un sorso di succo d'arancia
e rilevare le diverse intensit di
sapore dolce, amaro e acido sulle
diverse zone della lingua.
2. Sciacquare la bocca con acqua.
3. Successivamente, lavare i denti
energicamente con spazzolino e
dentifricio, per un minuto.
4. Sciacquare la bocca e ingerire
nuovamente un sorso di succo di
arancia.
Analisi dei risultati. Per circa 1/3
delle persone, il succo d'arancia
conserver lo stesso sapore, mentre
per i 2/3 il sapore diventer molto
amaro. Per quale motivo avviene
ci?
Circa 2/3 di noi presentano un
"gene del gusto" nella lingua, che
migliora notevolmente la nostra
capacit di individuare un sapore
amaro; 1/3 di noi non presenta,
invece, questo gene.
Quasi tutti i dentifrici contengono
un ingrediente chiamato sodio
lauril solfato (SLS). Tale sostanza
provoca la diminuzione dei sapori
dolci e, nello stesso tempo, un
aumento dei sapori amari quasi
dieci volte superiore alla loro
intensit originale. Il sapore
acido/amaro del succo d'arancia
proviene dallacido citrico (Fig. 3).
Figura 2
SOSTANZE NATURALI
DOLCI SALATE AMARE ACIDE INSAPORI
Tabella 1
Figura 3
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La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile
In questo contesto, non ci si
addentrer sul come e il perch il
sodio lauril solfato provochi tale
effetto sul sapore acido/amaro: lo
scopo quello di rendere i ragazzi
consapevoli che la Chimica si
presenta e agisce in svariate
modalit sul nostro organismo.
Se il docente lo ritiene opportuno,
pu svolgere approfondimenti:
- sullacido citrico, precisando che la
sua denominazione allinterno
dellindustria alimentare E330
E333 e che pu essere trovato in
moltissime bevande gassate, in
alcune mozzarelle, nelle salse in
vasetto e negli alimenti per
neonati;
- sulla storia del dentifricio, a partire
dalle origini nel 5000 a.C. presso
gli Egizi sino ai dentifrici moderni
contenenti fluoro o Triclosan
2
.
Alcune reazioni chimiche
allinterno della bocca
Con le attivit che si propongono in
questa sezione, si far verificare ai
ragazzi che nella nostra bocca
avvengono continuamente delle
reazioni chimiche, specialmente
quando si mastica.
Esperimento. Cosa avviene
quando si mastica un pezzo di pane.
Materiale occorrente. Un pezzo di
pane bianco; tintura di iodio, che
una soluzione al 7% (in p/v) di
Iodio e 5% di ioduro di potassio in
una miscela di etanolo e acqua
(usare cautela perch tossica; non
deve essere assolutamente
ingerita!); carta oleata (Fig. 4).
Procedimento. 1. Tagliare un
quadratino dal pezzo di pane
bianco. 2. Introdurlo allinterno
della bocca e masticare a lungo e
accuratamente oltre 30 volte,
facendo attenzione a mescolare il
pi possibile la saliva con il pane.
3. Quando il pane sar diventato di
sapore dolciastro e consistenza
gommosa, depositarlo su un pezzo
di carta oleata. 4. Adagiare, quindi,
un pezzettino di pane secco su un
secondo pezzo di carta oleata.
5. Aggiungere quattro gocce di
tintura di iodio per ciascuno dei
due campioni di pane preparati e
osservare che cosa succede.
Analisi dei risultati. Il pane non
masticato diventa di un colore blu
scuro-viola mentre quello ben
masticato e insalivato non assume
la stessa colorazione. Perch
accade questo?
L'amido del pane si combina con
la tintura di iodio per formare
molecole di tintura iodio-amido,
che sono di un colore blu-viola
intenso. L'amido ha la propriet di
colorarsi di un intenso blu violetto,
che pu giungere sino al nero, se
viene a contatto con soluzioni
contenenti iodio. Lamido del pane
mescolato con la saliva subisce,
invece, una trasformazione
chimica, mediante cui viene
demolito in frammenti pi piccoli
ovvero molecole di zucchero del
tutto diverse da quelle dellamido,
ad opera di una sostanza presente
nella saliva: l'amilasi salivare o
ptialina, un enzima secreto dalle
ghiandole salivari umane in grado
di svolgere azione amilasica che
consente una prima digestione dei
carboidrati. L'attivit enzimatica
che ha inizio nel cavo orale, dove
per limitata da un pH elevato e
da un tempo di permanenza del
bolo troppo breve, continua poi
nello stomaco. Lo zucchero non
reagisce con lo iodio nello stesso
modo dellamido.
Attenzione! Se il pane non viene
masticato a lungo e ben insalivato,
pu rimanere un po di amido e
dare responso positivo con lo
iodio.
In conclusione, il colore blu-
violetto del primo campione di
pane indica che l'amido non
stato demolito. Il colore
marroncino assunto dal secondo
campione indica che l'amido
stato scomposto, per effetto
dell'amilasi salivare, in molecole di
zucchero. Per tale motivo i chimici
possono utilizzare lo iodio come
indicatore per l'amido.
Chimicamente l'amido (Fig. 5)
un carboidrato, cio una sostanza
composta da carbonio, idrogeno ed
ossigeno ed un polimero, cio
una sostanza formata da molte
piccole unit uguali, del pi
importante dei carboidrati: il
glucosio. Pi precisamente
composto da due polimeri:
l'amilosio (che ne costituisce circa
Figura 5 - Struttura dellamido
Figura 4
2
http://scuole.federchimica.it/Libraries/Scuo
le_medie/Manuale_d_uso_-_La_chimica_e_
i_suoi_prodotti_per_la_qualit%C3%A0_della
_vita.sflb.ashx
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La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile
il 20%) e l'amilopectina (circa
l'80%).
Si far comprendere ai ragazzi che
l'amido il pi importante fattore
nell'alimentazione umana e che
sono composti quasi interamente
di amido alimenti quali il pane, la
pasta, le patate, i legumi e gli
alimenti derivati dai cereali. A tale
fine, si far effettuare la prova
dell'amido in altri alimenti come
un cracker, un pezzo di cereali
secchi, o un biscotto!
Evidenziare, inoltre, che lo iodio
velenoso e non occorre consumare
tutto ci che contiene iodio.
Variante. Invece dei due pezzetti di
carta oleata, si potrebbero
utilizzare, nellesperimento
precedente, due provette: in una
delle due si inserisce il pane secco
con aggiunta di acqua tiepida;
nella seconda si introduce il
campione di pane gommoso e
insalivato, diluito con un po di
acqua. Si rimescolano bene i
contenuti delle due provette e si
aggiungono alcune gocce di tintura
di iodio in ciascuna di esse,
osservando la colorazione
corrispondente, che sar
somigliante a quella illustrata in
Figura 6.
Continuiamo il percorso,
affrontando un problema che causa
un serio disagio in quelle persone
che ne sono affette: lalitosi! Le
cause di questa affezione sono
diverse. Nello specifico, ci
riferiamo ad una delle
conseguenze della cattiva igiene
orale.
I residui di cibo, che si depositano
tra i denti, vengono decomposti
dall'azione dei batteri presenti nel
cavo orale e, se non rimossi da
un'accurata igiene orale, diventano
una delle cause principali
dell'alitosi. In particolare, alcune
sostanze come l'alcool o i residui
della combustione del tabacco, o
quelle presenti nell'aglio e la
cipolla, sono eliminate per via
respiratoria e conferiscono uno
spiacevole odore caratteristico
all'alito. Anche in questo caso la
Chimica pu venirci in aiuto.
Esperimento. Neutralizzare
lalitosi.
Materiale occorrente. Bicarbonato
Solvay (Fig. 7); acqua; bicchiere.
Procedimento.
1. Sciogliere 1
cucchiaino,
pari a 5g, di
Bicarbonato
Solvay nel
bicchiere, in cui
gi stata
versata
dellacqua.
2. Sciacquare la
bocca come con un normale
collutorio e valutare leffetto
ottenuto.
Analisi dei risultati. Il Bicarbonato
Solvay, essendo una sostanza
tampone, aiuta a neutralizzare
quegli odori che hanno origine
acida, come quelli di aglio o
cipolla, oppure basica, come quelli
del pesce.
Anche il T verde utile per la sua
attivit deodorante dovuta ai
composti polifenolici
3
che contiene;
essi neutralizzano i composti
derivati dai Metil-mercaptani
4
,
sostanze che si sviluppano nella
bocca (e causano l'alitosi del
mattino), dalla Trimetilammina
5
,
che si produce nel pesce
conservato di cui talvolta ci
nutriamo, dall'ammoniaca, che
presente in vari cibi e derivati, dal
fumo di tabacco, dall'aglio e dalla
cipolla.
Nota. Il Bicarbonato Solvay
chimicamente idrogenocarbonato
di sodio (NaHCO
3
). Osservando la
sua formula non ci sono elementi
che apparentemente giustifichino
nel nome il prefisso bi- del termine
bicarbonato. L'origine della
denominazione risale all'epoca di
Lavoisier (XVIII secolo) quando i
sali erano considerati la
combinazione di un ossido
metallico con un ossido non
metallico e venivano scritti di
conseguenza (Fig. 8).
Sperimentiamo altre reazioni
chimiche
Dopo aver osservato lazione della
ptialina sugli alimenti contenenti
carboidrati, si pu continuare
lesplorazione con altri esperimenti
allinterno della bocca.
Esperimento. Un respiro davvero
potente!
Materiale occorrente. Calce viva o
Ossido di calcio (CaO), facilmente
reperibile presso una drogheria; una
cannuccia da bibita; 1 contenitore
di vetro pirex con tappo a vite,
resistente al calore;1 becher piccolo
(Fig. 9, a p. seguente).
Procedimento. 1. Riempire con
acqua il contenitore di vetro pirex. 2.
Aggiungere un cucchiaino di calce
viva e mescolare. 3. Avvitare il
coperchio e lasciare riposare la
soluzione per oltre 12 ore. 4. Non
permettere a nessuno di avvicinarsi
al contenitore. 5. Trascorso il tempo
previsto, versare, ponendo molta
attenzione, met del liquido chiaro
nel becher. Il liquido chiaro acqua
di calce o soluzione acquosa satura
di idrossido di calcio [Ca(OH)
2
] (ca.
0,5%) ed una base molto forte.
6. Utilizzare la cannuccia per soffiare
lentamente nellacqua di calce, fino
a quando da trasparente non sar
diventata di un colore torbido e
lattiginoso (Fig. 10, p. seguente).
Figura 6
Campione
contenente
pane non
combinato
con la
saliva
Campione
contenente
pane com-
binato con
la saliva
Figura 8
Figura 7
3
http://it.wikipedia.org/wiki/Polifenolo
4
http://it.wikipedia.org/wiki/Metantiolo
5
http://it.wikipedia.org/wiki/Trimetilam-
mina
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La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile
Analisi dei risultati. Che cosa
avvenuto? Che cosa c nel vaso?
Nei passaggi 1, 2, 3
dellesperimento, si ottenuto
Idrossido di calcio in seguito alla
reazione della calce viva o ossido di
calcio con lacqua. La calce viva
reagisce a contatto con l'acqua con
grande produzione di calore,
dando origine allIdrossido di
calcio, secondo la reazione:
Lacqua di calce diventa sempre
lattiginosa quando il diossido di
carbonio o anidride carbonica
(CO
2
) viene a contatto con essa.
Laggiunta dellanidride carbonica
contenuta nellaria espirata
provoca, infatti, una reazione
chimica con produzione di una
polvere bianca non solubile in
acqua. Questa polvere bianca in
realt calcare! Il calcare
carbonato di calcio (CaCO
3
)
Anche se la reazione precedente
corretta dal punto di vista formale,
la reazione reale pi complessa.
Osservando la precedente reazione,
infatti, il processo sembrerebbe
avvenire tra un solido Ca(OH)
2
e
un gas CO
2
, mentre in realt la
reazione avviene in fase acquosa
grazie all'acqua di impasto della
calce. Se si lascia riposare la
soluzione per diverse ore, la
polvere di calcare si depositer sul
fondo del vaso.
Variante. Partendo dal punto 6
dellesperimento e continuando a
soffiare, dopo un po' il liquido
torbido torner nuovamente
limpido. Il carbonato di calcio che
si formato reagisce, infatti, con
l'anidride carbonica disciolta in
acqua per produrre bicarbonato di
calcio solubile, secondo la reazione:
Nota. Se si vuole evitare la reazione
della calce viva con lacqua per
produrre lIdrossido di calcio e la
relativa acqua di calce, si pu
acquistare questultima gi pronta.
Altra alternativa quella di partire
dalla comune calce spenta, molto
meno pericolosa ed anche pi
facilmente reperibile. Realizzare
tramite accurato mescolamento una
soluzione satura in acqua appena
bollita (priva di CO
2
), riempire fino
al tappo una bottiglietta in cui
lasciarla sedimentare per eliminare
leccesso di materiale insolubile, sia
esso idrossido o tracce di
carbonato, quindi attingere ed
utilizzare solo il surnatante.
Esperimento. Un chewing-
gum elettrico di alluminio!
Materiale occorrente.Un foglio di
alluminio (Fig. 11).
Procedimento. 1. Ritagliare un
pezzettino di foglio di alluminio,
masticare per qualche istante e
porre attenzione ad una qualsiasi
sensazione di disagio. 2. Chiedere a
qualcuno, un genitore ad esempio,
di masticare un batuffolo di
pellicola di alluminio per pochi
momenti e chiedere se ha rilevato
un qualche disagio. In caso
affermativo, qual il motivo?
Analisi dei risultati. Lalluminio si
corrode in ambiente acido, perch
i suoi atomi tendono a perdere i
loro elettroni trasformandosi in ioni
positivi (Al
+3
). Quando un
pezzetto di alluminio masticato in
bocca, la nostra saliva leggermente
acida agisce come un catalizzatore
di questo processo. In sostanza, la
nostra bocca diventa una batteria
elettrica rudimentale. Molte
persone hanno delle otturazioni di
argento nei denti: il flusso di
elettroni si dirige dallalluminio
allargento delle otturazioni. La
corrente rilevata dai nervi
all'interno dei nostri denti e il
risultato una spiacevole "scossa
elettrica".
Figura 10
CaO+H
2
O
Calce viva +
Acqua
Idrossido di
calcio
CaO(OH)
2
CaCO
3
+H
2
O CO
2
+Ca(OH)
2
Anidride
carbonica
+
Idrossido di
calcio
Carbonato
di calcio
+
Acqua
Ca(HCO
3
)
2
CaCO
3
+CO
2
+H
2
O
Carbonato
di calcio
+
Anidride
carbonica
+
Acqua
Bicarbonato
di calcio
solubile
Risorse in rete
Sulla chimica dei sensi ed in particolare sulla
relazione fra gusto ed olfatto:
http://www.chimicare.org/blog/filosofia/la-
chimica-dei-sensi-o-il-senso-per-la-chimica/
Figura 11
Figura 9
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La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile
La Chimica nelle attivit umane e
nellambiente
L
elevato livello odierno di
qualit della vita dovuto
al progresso della scienza,
e, in particolare, della Chimica. ,
quindi, importante sia far
apprendere ai ragazzi che gli
oggetti del mondo reale, viventi e
non viventi, sono costituiti da
sostanze chimiche sia
sensibilizzarli sul ruolo e
sullimportanza della Chimica nelle
attivit svolte dalluomo.
Continuiamo, pertanto, il nostro
percorso esplorativo allinterno
delle meraviglie della Chimica per
scoprire le tante sorprese che essa
pu offrirci. La 63a sessione
dellAssemblea Generale delle
Nazioni Unite ha adottato la
risoluzione di proclamare il 2011
Anno Internazionale della Chimica
non a caso. Le conquiste della
Chimica e il suo contributo al
benessere dellumanit meritano a
pieno titolo il riconoscimento. Il
percorso in oggetto vuole fornire,
in particolare, una panoramica di
come la Chimica interessi le pi
diverse attivit umane e di come
possa contribuire a rendere
sostenibile lAmbiente. La tematica,
per la sua complessit, pi adatta
ad una classe terza. Ci non toglie
che potrebbe essere utilmente
adattata, con un opportuno taglio
didattico, anche ad una classe
seconda.
Le filiere dei manufatti finiti
Il percorso potrebbe iniziare, in
collaborazione con i docenti di
Storia e di Tecnologia, attuando un
approccio storico-tecnologico alle
complesse filiere dei manufatti
finiti dei quali la nostra esistenza
non pu pi fare a meno. Si far
comprendere ai ragazzi come
l'evoluzione dell'industria chimica
di sintesi organica, per
esemplificare, influ in modo
determinante sulla trasformazione
della societ, favorendo lafflusso
massiccio di manodopera
contadina in un nuovo settore di
occupazione che diede il via al
processo di urbanizzazione e alle
sue conseguenze.
Attivit 1. Svolgete una ricerca in
rete e su riviste specializzate circa il
significato di filiera e di manufatto.
Dopo aver selezionato i materiali
trovati, realizzate una
presentazione di gruppo da
condividere e discutere
collettivamente in classe.
Lattivit propedeutica allanalisi
e alla comprensione
dellimportanza di alcune filiere,
quale ad esempio quella del PVC,
una delle materie plastiche pi
diffuse al mondo (Fig. 12).
Attivit 2. Analizziamo la filiera
del PVC. Lideale sarebbe svolgere
lattivit in situazione, ovvero
presso unazienda che produce
polimeri, previo accordo.
II percorso operativo
Polivinilcloruro
Compound di granuli multicolori di PVC.
Figura 12
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La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile
Nellimpossibilit di farlo, si
proporranno ai ragazzi filmati
6
,
documentari, e risorse audiovisive
specifiche che facciano loro
comprendere la rilevanza, in
ambito nazionale, europeo e
mondiale, dellindustria del PVC,
nata nel 1936, i cui processi di
produzione si sono adeguati
progressivamente ai sempre pi
restrittivi standard di sostenibilit,
finalizzati alla salvaguardia di
lavoratori, consumatori ed
ambiente.
Prima fase. Che cos il PVC, come
viene prodotto e a cosa serve. Gli
alunni saranno guidati a
comprendere che il PVC
chimicamente polivinilcloruro
(C
2
H
3
Cl)
n
o policloruro di vinile
(Nome IUPAC policloroetene), una
delle materie plastiche pi
utilizzate al mondo, ottenuto dalla
polimerizzazione
7
del cloruro di
vinile monomero (CVM). ,
pertanto, un polimero
8
formato
dal 57% di cloro, proveniente dal
sale da cucina (NaCl), e dal 43%
tra carbonio ed idrogeno. Esso
additivato con altre sostanze (quali
stabilizzanti e lubrificanti) che gli
conferiscono particolari
caratteristiche fisico-meccaniche
adatte alle caratteristiche dei
numerosi tipi di manufatti prodotti
dallindustria del PVC.
I ragazzi saranno guidati a
comprendere che, scoperto intorno
alla met dell800, il polimero del
Cloruro di vinile si presenta come
una polvere bianca. Il primo
brevetto per la sintesi via acetilene
ed acido cloridrico (HCl) risale
allinizio del 900; successivamente
sono stati sviluppati ulteriori
brevetti per la produzione del CVM
attraverso il processo di cracking
del dicloroetano (DCE), che pu
essere prodotto ai nostri giorni sia
con la reazione tra etilene e acido
cloridrico sia con la sintesi diretta
tra etilene e cloro. Se il livello della
scolaresca lo consente e il docente
lo ritiene opportuno, si pu
approfondire lo sviluppo
tecnologico del processo di
polimerizzazione e dei sistemi di
additivazione.
Gli usi del PVC sono molteplici:
dalledilizia allimballaggio
alimentare e farmaceutico, dai
presidi medico-chirurgici ai
materiali per la protezione civile,
dalla cartotecnica, alla moda e al
design. Nella tabella 1, sono
elencati i principali settori
applicativi del PVC (valore medio
2003-2009 in Italia elaborazione
su dati Plastic Consult).
Fasi successive. Lattivit potrebbe
continuare con le fasi che sono di
seguito indicate e che saranno
sviluppate dai docenti interessati:
- La sua importanza
socioeconomica
- Materie prime e produzione
- Innovazione di processo
- Additivazione e trasformazione
- Compound
- Trasformazione
- Prodotti e applicazioni
- Recupero e riciclo
Si suggerisce anche un
approfondimento sulle propriet
chimiche del Cloro.
Quanta Chimica anche nella
fotografia!
Lo scopo dellattivit laboratoriale,
che si propone di seguito, di far
conoscere, attraverso un percorso
storico
9
, i processi chimici alla
base della fotografia tradizionale:
dal pirogallolo
10
, uno degli agenti
di sviluppo pi vecchi usati in
fotografia, alla calotipia o
talbotipia
11
(Fig. 13), sino ai
metodi moderni.
Attivit 1. Scopriamo le reazioni
chimiche presenti nel procedimento
di produzione di una fotografia
12
.
Si chieder ai ragazzi di cercare
individualmente materiali sulla
storia della fotografia, sia su testi
che in rete. Successivamente,
suddivisi in gruppi, valuteranno e
selezioneranno il materiale trovato.
In particolare, si porr attenzione,
nei modi consoni allet degli
alunni, sullaspetto chimico dei
processi che sono alla base
dellimpressione della pellicola,
delle fasi di sviluppo e di stampa.
Si far comprendere agli alunni che
diverse reazioni chimiche sono
coinvolte nei vari stadi della
produzione di una fotografia
tradizionale, pur non entrando
nello specifico delle stesse che per
la loro complessit non sarebbero
compiutamente comprensibili, dati
i prerequisiti conoscitivi in
possesso dei ragazzi. Ci
nonostante, gli alunni potranno
apprendere utilmente che per
ottenere una fotografia sono
indispensabili alcuni materiali: un
supporto, un'emulsione sensibile
alla luce e dei reagenti chimici
capaci di sviluppare e fissare
limmagine sul supporto.
Su ciascuno di tali materiali si
potr svolgere un approfondimento
6
Sistema produttivo di serramenti in PVC :
http://www.youtube.com/watch?v=Icqjb
aB4wMc
7
http://it.wikipedia.org/wiki/Polimerizzaz
ione
8
http://it.wikipedia.org/wiki/Polimeri
9
Storia della fotografia in bianco e nero con
alogenuri di argento - Progetto Lauree scient
ifiche, Universit di Camerino: http://www.u
nicam.it/plschimica/fotografia.asp
10
http://www.fotoavventure.it/htdocs/freec
ontent/SG001_Pirogallolo/SG001_Pirogall
olo.pdf
11
http://it.wikipedia.org/wiki/Calotipia
12
- F. Celentano, I materiali fotografici in
bianco e nero, Ed. Il Castello, Milano 1982
- L. Stroebel, J. Compton, I.Current, R. Zakia,
Fondamenti di fotografia, materiali e processi,
Zanichelli, Bologna
- L' ABC di Weston, Caratteristiche e formule
di rivelatori mitici: http://www.internetca-
mera.it/corsi-ABC_di_weston.asp
Tabella 1
Media 2003-2009 Valore %
Edilizia/costruzioni 35,74%
Imballaggio 17,05%
Elettricit 7,80%
Cartotecnica 5,41%
Mobile/arredamento 4,07%
Tempo libero 3,64%
Agricoltura 2,57%
Calzature/abbiglia-
mento
2,13%
Elettrodomestici 1,75%
Trasporto 1,84%
Telecomunicazioni 1,85%
Diversi* 8,72%
Export compound 7,43%
Totale 100% L
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La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile
per far scoprire ai ragazzi quanta
Chimica sia racchiusa in essi.
Apprenderanno, ad esempio, che i
supporti di carta per le stampe
fotografiche, la cui materia prima
la cellulosa, subiscono diversi
trattamenti di natura chimica. La
pasta cellulosica veniva un tempo
sbiancata con cloro o con
ipocloriti; attualmente si tende ad
eliminare luso di questi composti
contenenti cloro nel processo di
sbianca perch accelerano il
deterioramento della carta. Segue
poi la collatura. Successivamente
una o entrambe le superfici del
foglio sono ricoperte con uno o pi
strati di un impasto di colla e di
solfato di bario, BaSO
4
o altri
pigmenti bianchi.
Lemulsione fotografica costituita
da cristalli di alogenuri di argento
sospesi in una gelatina. Esistono
molte ricette diverse per produrre
una emulsione fotografica. La
scelta del tipo di gelatina e di
diverse combinazioni di sali,
insieme ad altri componenti
chimici, conferiscono allemulsione
determinate caratteristiche di
rapidit, sensibilit cromatica,
granulosit, contrasto e
risoluzione.
Gli alogenuri di argento reagiscono
alla luce e formano unimmagine
latente che viene poi sviluppata
per produrre un'immagine visibile,
costituita da argento metallico.
Nellemulsione fotografica sono
contenuti, oltre agli alogenuri,
anche i nitrati. Risulta evidente che
il materiale da trattare vasto.
Potrebbe risultare interessante
esplorare i passaggi principali della
preparazione
dellemulsione
fotografica e,
in particolare,
il primo: la
precipitazione.
Una
emulsione
fotografica si
prepara
partendo da
una soluzione
relativamente
diluita (1%)
di gelatina in
acqua. A
questa soluzione si aggiungono
uno o pi alogenuri solubili, in
quantit leggermente superiore a
quella richiesta dalla reazione di
precipitazione, quindi, ad una
determinata temperatura, si
aggiunge un sale solubile di
argento, quasi sempre il nitrato: si
formano, cos, gli alogenuri di
argento (Fig. 14). Le reazioni
possibili sono le seguenti:
AgNO
3
+NaCl AgCl +NaNO
3
AgNO
3
+ KCl AgCl + KNO
3
AgNO
3
+NaBr AgBr +NaNO
3
AgNO
3
+ KBr AgBr + KNO
3
AgNO
3
+ NaI AgI +NaNO
3
AgNO
3
+ KI AgI + KNO
3
I prodotti di queste reazioni sono:
il nitrato di sodio e il nitrato di
potassio, sali ionici, cristallini e
molto solubili in acqua; gli
alogenuri di argento anchessi sali
cristallini, ma quasi del tutto
insolubili in acqua pura e un po
pi solubili in presenza di altri sali
disciolti, come succede
nellemulsione fotografica. Il
legame argento-alogeno presenta
un carattere ionico abbastanza
elevato.
Gli spunti didattici sono
evidentemente numerosi e il
docente pu declinarli
opportunamente sulla base degli
scopi prefissi.
La chimica e l'ambiente
Lo scopo di questa sezione di far
comprendere agli alunni che la
Chimica esercita un ruolo
fondamentale nellambito dello
sviluppo sostenibile, grazie alla
ricerca scientifica in cui
protagonista, con il fine sia di
attuare processi ad impatto soft
sullambiente che di migliorare la
compatibilit ambientale dei suoi
prodotti.
La Chimica verde
13
nata, infatti,
a causa dell'aumento delle
emissioni di anidride carbonica e
dei forti
consumi.
Questa
disciplina
cerca di
ridurre
l'impatto
dei
fenomeni
chimici
usando
materie prime ricavate da fonti
rinnovabili; cerca, inoltre, di
contenere gli sprechi e gli scarti e
utilizza composti biosostenibili ed
ecosostenibili. D'altronde la
chimica ambientale focalizzata
sullo studio del chimismo e
biochimismo implicati
nell'ambiente, si interessa della
chimica delle acque dolci e marine,
del suolo e dell'atmosfera. Infine,
estende la propria ricerca ai
fenomeni legati all'inquinamento e
all'effetto dei materiali tossici
rilasciati nellambiente, con la
finalit di contenerli e di trovare un
rimedio.
Una attenzione particolare, per la
sua importanza e per la possibilit
di declinazione didattica, merita il
cloro, una sostanza che abbonda in
natura: nella crosta terrestre vi ,
infatti, pi cloro (0,19%) che
carbonio (0,08%). Gli alunni
apprenderanno che quasi tutto il
Figura 13 - Calotipia proveniente dal libro Pencil of Nature, 1844.
Figura 14
13
http://it.wikipedia.org/wiki/Chimica_verde
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La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile
cloro presente in natura in forma
legata: enormi quantit (in piccole
concentrazioni) di cloro legato
(sale e acido cloridrico) vengono
trasportate dai venti provenienti dal
mare, che ne contiene in gran
quantit, verso la terraferma. In
questo modo, anche sulla terra il
cloro presente dovunque,
nell'atmosfera e nel suolo. Tutte le
forme di vita terrestri hanno avuto
origine negli oceani salati e ancora
oggi quasi tutti gli organismi viventi
hanno bisogno di sale per
sopravvivere. L'eccesso di sale
come pure la sua mancanza
possono risultare letali. Il nostro
sangue contiene sale e il nostro
stomaco usa l'acido cloridrico
(derivato dal sale) per la digestione
degli alimenti. I globuli bianchi
producono l'ipoclorito, un potente
agente ossidante derivato dal cloro
e ricavato dal sale, per debellare gli
agenti patogeni dannosi alla salute.
Lacqua del rubinetto, in Italia
molto controllata, trattata per
garantirne la purezza e la sicurezza.
Tra i trattamenti effettuati c la
clorazione che contribuisce a
renderla potabile. Si pu far
svolgere, pertanto ai ragazzi il
seguente esperimento.
Esperimento. Scopriamo il cloro
nellacqua potabile. Limpiego di
una sostanza chimica, il nitrato di
argento, permette di rilevare la
presenza di cloro nellacqua.
Materiale occorrente. Acqua
distillata o demineralizzata. Tre
boccettine di vetro non colorato
oppure delle provette. Una
soluzione di sale da cucina (basta
sciogliere in un po di acqua
distillata un pizzico di sale e
metterlo in una delle boccette
mediante un contagocce reperibile
in farmacia). Una soluzione di
nitrato di argento (in una boccetta
di vetro non colorato avente un
contagocce, mettere acqua distillata
e un pizzico di nitrato di argento)
che si pu trovare in farmacia, dove
si possono trovare anche delle
matite caustiche (bastoncini di
nitrato dargento ricoperto di cera).
sufficiente raschiare la cera e
mettere, senza toccarlo, un pezzetto
di nitrato dargento nellacqua
distillata, contenuta nella boccetta
di vetro non colorato (Fig. 15).
necessario operare con attenzione
perch il nitrato di argento
caustico e, a contatto della pelle,
lascia delle macchie di color
marrone per qualche giorno.
Procedimento. 1. Mettere in una
boccetta di vetro non colorato (o in
una provetta) un po di acqua
distillata o demineralizzata.
2. Aggiungere con il contagocce
qualche goccia di nitrato di argento.
Non dovrebbe succedere niente, ma
se si aggiunge subito dopo qualche
goccia di acqua salata, si former
una sostanza bianca, che i chimici
chiamano cloruro di argento. In
generale, si ricorda che ogni volta
che nellacqua c un composto del
cloro, come nel sale da cucina
(cloruro di sodio), avviene una
reazione chimica non appena il
composto di cloro entra in contatto
con il nitrato di argento: si forma il
cloruro di argento di colore bianco.
3. Ripetere lesperimento con acqua
del rubinetto: a. riempire la
boccetta, ben pulita, di vetro non
colorato con acqua di rubinetto.
b. Aggiungere qualche goccia di
nitrato di argento. Si forma una
sostanza bianca, un precipitato di
cloruro di argento, perch
nellacqua di rubinetto c presenza
di cloro (Fig. 16).
Analisi dei risultati. Nellacqua
potabile stata rilevata una piccola
quantit di cloruro di argento
corrispondente ad una piccola
quantit di cloro presente in acqua,
mentre, prima, quando allacqua
stato
aggiunto il
sale da
cucina
(cloruro di
sodio) il
precipitato di
cloruro di
argento
ottenuto era
pi
abbondante.
Domande. 1. Perch nellacqua
potabile c presenza di cloro?
2. Quali sono le propriet del cloro
in chimica ed in biologia?
Possibili sviluppi didattici. Si
suggeriscono altre attivit collegate
al tema per approfondire alcuni
aspetti.
Tra le sostanze chimiche utilizzate
e prodotte nelle reazioni chimiche,
ci sono:
Figura 15
Figura 16
Sostanze chimiche
prodotte nelle
reazioni
Formula chimica
nitrato di argento AgNO
3
cloruro di sodio NaCl
cloruro di argento AgCl
acqua H
2
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La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile
Quali elementi chimici
rappresentano i simboli con cui
sono indicate le diverse sostanze
prodotte?
Ad esempio:
AgNO
3
Ag=Argento; N=Azoto;
O=Ossigeno
Si chieder ai ragazzi di continuare
per gli altri composti indicati nella
tabella.
Si potrebbe leggere e
commentare in classe, insieme ai
ragazzi, la parte relativa alla
protezione dellAmbiente contenuta
nel 16 Rapporto annuale
Responsible Care
14
, il programma
volontario dellIndustria Chimica
mondiale, con il quale le Imprese,
attraverso le loro Federazioni e
Associazioni nazionali, si
impegnano a migliorare
continuamente prodotti, processi e
comportamenti nelle aree di
Sicurezza, Salute e Ambiente, in
modo da contribuire in maniera
significativa allo Sviluppo
Sostenibile, dellIndustria, delle
Comunit Locali e della Societ
(Fig. 17). Si richieder, infine, una
breve relazione scritta contenente
riflessioni e punti di vista personali
su quanto appreso e discusso
collettivamente.
Tanta chimica in quel che
facciamo
Grazie alle attivit sin qui svolte, gli
alunni non faranno fatica a
comprendere che la Chimica
presente in tutto quel che facciamo.
Per rafforzare tale convinzione,
proporremo loro di svolgere la
seguente attivit.
Attivit. Diario di bordo
settimanale: scopriamo la Chimica
nelle attivit umane. Gli alunni,
suddivisi in gruppi di tre o quattro,
compileranno giornalmente,
nellarco di una settimana, un
diario di bordo in cui inserire
informazioni e dettagli sulla
Chimica scoperta nellesercizio di
un mestiere o una
attivit
delluomo, scelti
liberamente. Per
esemplificare, il
Luned si
potrebbe
iniziare con
lanalisi del
ruolo
svolto dalla
Chimica in
Agricoltura.
Svolgendo ricerche mirate sia in
rete che su riviste specializzate e/o
intervistando agricoltori, addetti in
Aziende agricole del territorio, tra
cui i tecnici di laboratorio chimico,
gli alunni apprenderanno dal vivo
che:
I prodotti chimici costituiscono il
30% delle sostanze utilizzate nella
produzione agricola.
Gli elementi chimici essenziali per
la crescita e il corretto sviluppo
delle piante sono 21 e, tra questi,
lazoto (spesso sotto forma di
ammoniaca), il fosforo e il potassio.
Grazie ai fertilizzanti, gli
agricoltori possono ottenere raccolti
pi abbondanti. Il 37% della
produzione agricola degli Stati Uniti
direttamente attribuibile al loro
utilizzo.
Oltre un milione di insetti dannosi
e circa 1500 malattie delle piante
possono danneggiare le
coltivazioni, provocando la
diminuzione della produzione,
linnalzamento dei prezzi, una
qualit inferiore del cibo e un
aumento della dipendenza dalle
importazioni dallestero. Per
proteggere le coltivazioni si
utilizzano agro farmaci
15
ed erbicidi
[Fonte Federchimica].
Il Marted, si potrebbe prendere in
esame, ad esempio, lEdilizia
16
; il
Mercoled, lOdontoiatria, e cos via
sino ad esaurire tutti i giorni della
settimana.
Sempre
giornalmente, si
discuter in classe
su quanto trovato,
selezionato e
appreso e, alla
fine dellintera
attivit
settimanale, si
realizzer, su
cartellone, una
Figura 17
14
http://www.federchi-
mica.it/Libraries/Pubb li-
cazioni/16%c2%b0_Rap-
porto_Annuale_Responsi
ble_Care.sflb.ashx
15
Cura le tue piante in
sicurezza, scheda di Fe-
derchimica - Agrofarma:
http: //scuole.federchi-
mica.it/Libraries/Pubbli-
cazioni/Cura_le_tue_pian
te_in_sicurezza.sflb.ashx
16
http://www.federchi-
mica.it/Ambiente/Edili-
zia.aspx
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La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile
tabella sinottica da affiggere in
aula.
Possibili approfondimenti. Il
percorso didattico - apprenditivo
suggerito termina qui, non potendo
esaurire in questo spazio la vastit
dei temi da trattare. In base alle
esigenze del contesto di
riferimento, il docente potrebbe
ampliarlo toccando altri ambiti: il
problema delle emissioni di CO
2
, le
Biotecnologie, la distillazione del
petrolio e gli Idrocarburi, la
Metallurgia e altro ancora.
Risorse in rete
A proposito del concetto di filiera chimica e
di chimica verde:
http://www.chimicare.org/curiosita/la-chi-
mica-dei-materiali/dallorsetto-di-peluche-
alla-ricerca-pura-una-e-infinite-storie-di-chi
mica/
http://www.chimicare.org/blog/filosofia
/la-chimica-verde-principi-e-criteri-etici-
nonche-economici-applicati-alla-produzione-
industriale/
La Chimica ovunque nella natura
N
ellimmaginario comune la
Chimica spesso
identificata, a torto, come
una disciplina lontana da tutto ci
che naturale. Un luogo comune
contrappone, infatti, tutto ci che
chimico a tutto ci che naturale e
genuino. La parola chimica evoca
sentimenti e sensazioni sgradevoli
in molti, soprattutto poco
informati, per diversi motivi
apparentemente contrastanti. La
vexata quaestio ampiamente
trattata nella prima
parte di questo
inserto, di cui
costituisce uno dei
temi portanti.
Il percorso didattico -
apprenditivo, che
viene esemplificato di
seguito, mira a sfatare
questo confuso
rumore di fondo e si prefigge, nello
stesso tempo, lo scopo ambizioso
di far maturare negli alunni la
consapevolezza che la Chimica
una delle Scienze della Natura.
Essa anche stata definita come la
scienza centrale perch
interconnette le altre scienze
naturali, come l'astronomia, la
fisica, le scienze dei materiali, la
biologia e la geologia. E, senza
nulla togliere a tali scienze, si pu
affermare che, fra queste, la
Chimica forse l'unica a collegare
saldamente e coerentemente le
leggi fondamentali della materia
con la loro applicazione alla vita di
tutti i giorni: dal processo
fotosintetico, che regola gli
equilibri della biosfera, a quello
che origina lordine dei cristalli,
alla ineffabile bellezza che permea
i colori dei petali dei fiori, alla
genesi stessa della vita.
III percorso operativo
Rappresentazione artistica della Click Chemistry
17
.
Image credit: The Scripps Research Institute
17
http://www.paolocappella.it/tesi2.pdf
Figura 18
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La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile
I processi chimici nella
fotosintesi clorofilliana
La fotosintesi clorofilliana
rappresenta il processo di
riduzione biologica che alla base
della vita e dellequilibrio della
biosfera. Grazie ad esso le piante
fotosintetiche (pi semplicemente,
piante verdi) convertono lenergia
luminosa in energia chimica
potenziale: utilizzando i composti
inorganici semplici (anidride
carbonica e acqua), producono
sostanze organiche (glucidi , ),
che costituiscono i composti della
materia vivente, sia vegetale che
animale, e sono alla base della
piramide alimentare. Largomento
si inserisce in diversi percorsi
didattico - apprenditivi: ecologico,
ambientale, energetico. In questo
contesto, si rivolge lattenzione, in
particolare, ad alcuni dei processi
chimici legati alla trasformazione
dellenergia luminosa in energia
chimica, considerando i principali
composti inorganici ed organici
impiegati e prodotti nel processo
foto sintetico (Fig. 18).
Esperimento. Verifichiamo
lemissione di Ossigeno e
lassorbimento di CO
2
nel processo
fotosintetico.
Materiale occorrente. Una piantina
di Elodea canadensis
18
; acqua
distillata; acqua di rubinetto; acqua
frizzante (Fig. 19); provette;
imbuti; bacinelle; fiammiferi
lunghi.
Procedimento. 1. Versare i tre tipi
di acqua in tre differenti bacinelle.
2. Inserire, nellacqua di ciascuna
bacinella, alcune foglie di Elodea
canadensis e ricoprirle con imbuto
e provetta. 3. Osservare dove
avviene sviluppo di bollicine, che
sono un indice della presenza di
gas. 4. Verificare che il gas
sviluppatosi ossigeno, mediante
la ripresa della combustione in un
fiammifero appena spento, ma che
presenta un punto ancora
incandescente.
Nota: lesperimento deve avvenire
in un ambiente bene illuminato da
luce naturale.
Analisi dei risultati. Lo sviluppo
di bollicine nella bacinella
contenente acqua distillata non
avviene perch essa non contiene
CO
2
. Nella bacinella con lacqua di
rubinetto contenuta una piccola
quantit di anidride carbonica.
Infine, nella terza contenente
acqua frizzante si sviluppano
numerose bollicine (presenza di
ossigeno) per il notevole
contenuto di anidride carbonica.
Gli alunni comprenderanno che
lO
2
si forma in presenza di luce; la
presenza di O
2
fa riaccendere il
fiammifero; in mancanza di CO
2
,
la fotosintesi non avviene.
Esperimento. La fotosintesi
trasforma un composto inorganico
del carbonio in uno organico.
Lesperimento ha lo scopo di far
comprendere agli alunni, insieme
allimportanza della luce
nellattivazione dei processi
chimici fotosintetici, che, durante
la fotosintesi clorofilliana, viene
sintetizzato lamido a partire da
alcuni composti inorganici.
Materiale occorrente. Piantina di
geranio; acqua; alcool a 95;
tintura di iodio; un foglio di
alluminio (Fig. 20, a p. seguente);
nastro adesivo di tipo non
trasparente; una piastra elettrica;
due bacinelle o becher.
Procedimento. 1. Sistemare la
piantina in un luogo buio per
almeno due giorni, affinch lamido
presente sia completamente
consumato.
2. Ricoprire, con foglio di
alluminio, una foglia da entrambe
le pagine (inferiore e superiore).
3. Esporre la pianta al sole per una
intera giornata. 4. Mettere la foglia
che stata coperta e unaltra non
coperta in acqua bollente per 5
minuti, quindi immergerle
entrambe in alcool bollente per
circa 20 minuti (in tal modo, i
processi biochimici sono fermati
mentre i pigmenti naturali sono
portati in soluzione).
5. Immergere, infine, le due foglie
in tintura di iodio, per pochi istanti.
Analisi dei risultati. La foglia della
piantina, che non stata coperta
dal foglio di alluminio, si colora di
violetto nelle parti contenenti
amido, in presenza di iodio; la
foglia coperta, invece, non presenta
la colorazione violacea.
Lesperienza dimostra che le foglie
contenenti clorofilla, in presenza di
luce, trasformano un composto
inorganico del carbonio in uno
organico (amido).
Il percorso sulla fotosintesi
19
potrebbe continuare con ulteriori
esperimenti, che qui non si
riportano per questioni di spazio.
In ogni caso, gli alunni saranno
messi in condizione di
Figura 19
18
http://it.wikipedia.org/wiki/Elodea
19
http://www.treccani.it/enciclopedia/tag/f
otosintesi-clorofilliana/
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La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile
comprendere il significato della
reazione
20
:
Ricerche pi recenti hanno
dimostrato che la reazione base ha,
in realt, andamento pi
complesso e che conviene scrivere
la formula riassuntiva come segue:
Come scarto del processo
fotosintetico si ottiene, in ogni
caso, ossigeno!
La Chimica nei minerali, nei
cristalli
Se gli alunni hanno gi studiato la
Terra nel sistema solare, si
potranno richiamare i contenuti
fondamentali trattati; in caso
contrario, si far svolgere una
ricerca da cui emerger che circa
cinque milioni di anni fa ebbe
origine il sistema solare e il nostro
pianeta cominci a raffreddarsi con
il trascorrere di miliardi di anni.
Ancora non si erano formati mari
ed oceani e la Terra era una massa
incandescente che solidificava
lentamente con il diminuire della
sua temperatura. Da quella massa
si sono formati: la litosfera
composta principalmente da silicati
di alluminio; il mantello terrestre,
pi caldo e di consistenza plastica,
formato da rocce dense e pesanti,
ricche di silicati di magnesio; il
nucleo molto caldo, formato
principalmente da Nichel e Ferro
(Fig. 21).
Visitando un Museo di
Mineralogia, oppure una
gioielleria (quante belle pietre
lavorate fanno bella mostra di s in
vetrina!), i ragazzi potranno
ammirare i cristalli formatisi in
epoche e modi differenti.
Sicuramente rimarranno sorpresi
nellapprendere che il diamante e
la grafite della mina delle matite
sono costituiti dagli stessi atomi di
carbonio! La loro differenza sta nel
modo in cui cristallizzarono. Si
pu far scoprire quale sia la
configurazione geometrica del
cristallo che forma il diamante e
quella che forma la grafite. Ancora,
si pu far verificare che i cristalli si
possono ottenere da una soluzione
satura (i cristalli di NaCl, il sale da
cucina), o per raffreddamento di
un liquido (lava vulcanica), o
ancora per abbassamento della
temperatura, come capita per
lacqua che solidifica, formando il
ghiaccio, nel freezer di casa o nei
ghiacciai.
Facciamo svolgere in laboratorio
un esperimento per
losservazione del
processo di
formazione dei
cristalli azzurri,
ottenuti da una
soluzione di solfato
di rame (CuSO
4
).
C
6
H
12
O
6
+6O
2
+6H
2
O
6CO
2
+12H
2
O+luce
Figura 21
20
La fotosintesi un pro-
cesso biochimico alquanto
complicato che stato
chiarito nelle sue grandi li-
nee tra la fine del Sette-
cento e l'inizio dell'Otto-
cento. Il processo venne
dapprima riassunto nella
nota reazione.
Figura 20
C
6
H
12
O
6
+6O
2
6H
2
O+6CO
2
+luce
Acqua
+
Anidride
carbonica
+
Energia solare
Glucosio
+
Ossigeno
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37
La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile
Esperimento. I cristalli sono
proprio ordinati!
Materiale occorrente. Due manciate
di solfato di rame (reperibile nei
consorzi agrari. Attenzione! Non
deve essere ingerito); bicchieri di
vetro non colorato; un imbuto; un
cucchiaio; tovaglioli di carta; un
piatto piano bianco; una lente di
ingrandimento (Fig. 22).
Procedimento. 1. Riempire a met
un bicchiere con acqua fredda del
rubinetto. 2. Aggiungere allacqua
un pizzico di solfato di rame.
3. Agitare con il cucchiaio il solfato
di rame fino a quando non sar
andato in completa dissoluzione,
colorando lacqua di azzurro. Si
formata una soluzione di solfato di
rame. 4. Aggiungere altri due
cucchiai colmi di solfato di rame.
5. Continuare a rimescolare per
oltre cinque minuti: lacqua
assumer una intensa colorazione
azzurra e si osserver sul fondo una
rilevante quantit di solfato di rame,
che non riesce pi a sciogliersi
perch la soluzione diventata
satura. 6. Filtrare la soluzione, con
imbuto e carta, in un secondo
bicchiere e versare un sottile strato
di liquido filtrato nel piatto ben
pulito. 7. Lasciar riposare, per tre o
quattro giorni, il piatto con la
piccola quantit di soluzione in un
luogo, in cui non si verifichino
rilevanti sbalzi di temperatura o
correnti daria. 8. Controllare
giornalmente lo strato di soluzione
e, senza toccare n il piatto n la
soluzione, annotare qualsiasi
variazione (formazione, forma e
numero dei cristalli).
Nota. Per una migliore riuscita
dellesperimento, si consiglia di
introdurre anche un piccolissimo
numero (3-5) di minuscoli cristalli
ben formati (scelti magari con la
lente di ingrandimento o il
microscopio da una piccola
porzione della polvere cristallina
iniziale, tenuta da parte), secondo
la comune pratica
dellinseminazione del germe
cristallino. Si osserver la crescita
preferenziale di questi piuttosto che
la formazione disordinata di una
concrezione di miriadi di nuovi
cristallini. Questa esperienza
aiuter, inoltre, a comprendere
meglio il concetto di crescita
ordinata dei cristalli.
Analisi dei risultati. Da una
soluzione satura si formeranno
cristalli di solfato di rame. Dal
sottile strato di soluzione
contenente il solfato di rame
inizier il lento processo di
cristallizzazione man mano che
lacqua evaporer, facilitata
dallampia superficie del piatto: le
particelle solide del solfato di rame
si accosteranno le une alle altre,
formando cristalli azzurri con una
struttura geometrica ben definita.
Osservandoli con la lente di
ingrandimento, si vedranno dei
parallelogrammi di diversa
grandezza, che presentano angoli e
lati ben definiti (Fig. 23).
Largomento pu essere
approfondito, proponendo degli
esperimenti con sostanze di uso
comune quali lo zucchero e il sale
da cucina, che si comportano come
il solfato di rame. Altre sostanze
come lacido salicilico (C
7
H
6
O
3
),
che cristallizza in alcool, non sono
solubili in acqua perch ogni
sostanza ha una sua solubilit. Se
si vuole osservare una
cristallizzazione rapida, si pu
disciogliere una bustina di acido
salicilico (si trova facilmente in
farmacia) in alcool e depositare
alcune gocce della soluzione
alcolica su un vetrino. Si potranno
osservare, mediante la lente di
ingrandimento o un microscopio,
dei cristalli sotto forma di aghi
sottili. I ragazzi saranno guidati a
comprendere che, se si vuole far
cristallizzare una sostanza,
necessario conoscere due elementi
fondamentali: il solvente adatto e
la solubilit della sostanza in esso.
Anche la temperatura un altro
fattore importante perch aumenta
la solubilit della maggior parte
delle sostanze.
e nellacqua.
risaputo che l'acqua fonte di
vita per tutti gli esseri viventi: nel
corpo umano adulto, essa
rappresenta il 65% della massa,
mentre in un neonato pu arrivare
all'85%. Le acque ricoprono,
inoltre, il 70,8% della superficie
terrestre.
Lacqua rappresenta, quindi, un
Figura 22
Figura 23 - Cristalli di solfato di rame
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La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile
laboratorio naturale in cui svolgere
una serie di attivit per scoprire le
sue caratteristiche chimico-fisiche
e le sostanze che contiene.
I ragazzi dovrebbero aver appreso
dalle loro esperienze informali, se
non lo hanno gi studiato a scuola,
che lacqua possiede un elevato
potere solvente. Per tale motivo,
raramente pu essere trovata in
natura allo stato puro.
Attivit. Si suggerisce di far
svolgere:
ricerca per gruppi, mediante cui
gli alunni scopriranno che:
- la pioggia e la neve, ad esempio,
assorbono dallatmosfera anidride
carbonica ed altri gas e presentano
tracce di sostanze organiche ed
inorganiche;
- lacqua discioglie le sostanze
minerali presenti nelle rocce e nel
suolo, arricchendosi di composti
chimici quali solfati, cloruri,
carbonati di sodio, potassio, calcio,
magnesio;
- lacqua superficiale spesso
contiene sostanze inquinanti di
origine industriale, agricola e
domestica;
- nei pozzi poco profondi sono
presenti quantit variabili di
composti azotati e clorurati di
derivazione umana e animale,
mentre i pozzi pi profondi sono
ricchi principalmente di sali
minerali;
- lacqua potabile presenta,
generalmente, quantit rilevanti di
fluoruri;
- nellacqua marina, oltre al cloruro
di sodio, sono contenuti altri
numerosi sali, derivanti dalla
continua azione dilavante, operata
dalle acque dei fiumi sugli strati
superficiali del terreno.
indagini sperimentali sulla
qualit delle acque potabili:
- i ragazzi potranno apprendere,
cos, che nellacqua potabile non
devono essere presenti le seguenti
sostanze chimiche: Hg
++
, ione
mercurio; Pb
++
, ione piombo; As
3-
,
ione arsenico in forma trivalente;
CrO
4
2-
, ione cromato; Cr
2
O
7
2-
, ione
dicromato; NO
3
, ione nitrato; NO
3
,
ione nitrito; NH
3
, ammoniaca.
Sostanze chimiche tollerabili sono,
invece, quelle riportate in
percentuale nella tabella sotto.
Nota. Di fatto anche il nitrato
contenuto nelle acque potabili, sia
in bottiglia che di rete, alla
concentrazione di diversi mg/l: la
sua concentrazione massima
accettabile da tempo oggetto di
discussione e varia in relazione a
motivazioni geografiche e di natura
pratica, che portano a normative
mutevoli nel tempo e fra le
nazioni. opportuno, quindi,
informare i ragazzi affinch non si
spaventino alleventuale vista dei
nitrati nelle etichette delle acque.
- Tra le caratteristiche di tipo
chimico, ricordiamo anche la
durezza, determinata dal
contenuto in calcio e magnesio,
evidenziabile con alcune semplici
prove sperimentali.
- Si potranno analizzare vari
campioni di acque potabili e di
altre acque, provenienti da corsi
dacqua del territorio, per
individuarne il pH mediante
lutilizzo del pHmetro (Fig. 24).
Si propone, infine, una batteria di
semplici esperimenti.
Esperimento. Rileviamo la
presenza del ferro in una soluzione
acquosa o in un particolare tipo di
acqua. Versando solfocianuro di
potassio o tiocianato di potassio
(KSCN) in una soluzione, di cui
non si conoscono i componenti, la
presenza del ferro viene rilevata da
una colorazione rosso - torbido,
assunta dalla soluzione medesima
e dovuta alla reazione del ferro con
il reagente impiegato.
Materiale occorrente. Provetta;
gorgogliatore; soluzione acquosa di
composizione sconosciuta;
reagente: solfocianuro di potassio
(Fig. 25).
Procedimento. 1. Versare la
soluzione nella provetta e una
piccola quantit di solfocianuro di
potassio nella soluzione.
2. Collegare il gorgogliatore alla
provetta.
Analisi dei risultati. Se nella
provetta la soluzione diventer
torbida e di colore rosso, si
dedurr che nella soluzione
sconosciuta presente il ferro.
Sostanze
chimiche
Percentuale tollerabile
(in mg/l)
Fosforo 5
Ferro 0,2
Manganese 0,05
Fluoro 1,7
Figura 24
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La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile
Esperimento. Rilevare la
presenza di sostanze nocive, nello
specifico piombo e mercurio, che
non devono essere presenti
nell'acqua potabile.
Materiale occorrente. Due provette;
piombo; mercurio; ioduro di
potassio (Fig. 26).
Procedimento. 1. Mettere del
mercurio in una provetta e piombo
nell'altra. 2. Versare, quindi, un
po' di ioduro di potassio in
entrambe e attendere il
manifestarsi delle reazioni previste.
Nota. Per evitare gli aspetti
tossicologici dei metalli nel loro
stato nativo, si potrebbero
utilizzare i loro sali solubili, in
particolare i nitrati, che, se
difficilmente reperibili, potrebbero
essere preparati con acido nitrico
ed una minuscola traccia del
metallo interessato (piombo,
mercurio).
Analisi dei risultati. Nella provetta
contenente il piombo si former un
solido giallo acceso, mentre nella
provetta contenente il mercurio si
osserver un solido di colore
arancio acceso.
Esperimento. Analizziamo le
etichette delle bottiglie di acqua
oligominerale da tavola.
Materiale occorrente. Acque
oligominerali di vario tipo e
provenienza; indicatore universale;
galvanometro (Fig. 27).
Osservazioni qualitative, analisi
quantitative, descrizione, possono
riguardare:
- le principali propriet
terapeutiche dellacqua;
- lanalisi chimico-fisica realizzata
nei laboratori specializzati;
- il periodo (giorno, mese, anno) in
cui lacqua stata imbottigliata;
- la localit della fonte o della zona
di provenienza del prodotto
confezionato;
- la quantit espressa in litri o
millilitri;
- il controllo del pH: servir a
distinguere fra acque debolmente
acide e acque debolmente
basiche mediante soluzione di
blu di bromo timolo,
oppure striscioline
indicatrici specifiche
intorno al range della
neutralit (pH
5.08.0);
- il controllo della
conduttivit; con un
conduttivimetro anche
molto economico
(reperibile nei negozi di
acquari) possibile
verificare come la
conduttivit aumenti in
funzione dei sali disciolti, ad
esempio aggiungendo qualche
granello di cloruro di sodio;
- una indagine comparativa dei
dati relativi alle diverse acque da
tavola (residuo fisso, durezza in
gradi francesi, sostanze in forma
ionica presenti nel residuo).
Esperimento. Verifichiamo
linquinamento dellacqua.
Materiale occorrente. Alcune
bottigliette o barattoli di vetro;
Figura 25
Figura 26
Figura 27
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La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile
cartine di tornasole; nitrato di
argento; cartine di acetato di
piombo; blu di metilene ridotto;
contagocce; provette (Fig. 28).
Procedimento. 1. Prelevare dei
campioni da un corso dacqua, da
uno stagno e, possibilmente, dal
mare. 2. Depositare, con il
contagocce, un po dellacqua da
esaminare sulla cartina al
tornasole: se la colorazione
assumer un colore sul rosso
significa che lacqua troppo
acida. 3. Mettere un po dacqua e
del nitrato di argento in una
provetta: se lacqua contiene dei
cloruri, si depositer sul fondo una
sostanza biancastra (cloruro di
argento). In realt, sali di argento
insolubili si possono formare da
uninfinit di anioni inorganici ed
organici: per semplicit possiamo
dire che si tratta di AgCl, pur
trattandosi di una grossa
semplificazione anche in un
contesto ambientale. 4. Mettere
qualche goccia dacqua sulla
cartina di acetato di piombo: se
questa annerisce, lacqua conterr
solfuri e acido solfidrico.
5. Mescolare un po dacqua con il
blu di metilene ridotto (ovvero reso
incolore, previo gorgogliamento di
idrogeno o in altro modo); il
caratteristico colore blu riapparir
se lacqua non priva di ossigeno.
In caso contrario, la situazione
indicher la presenza, nellacqua,
di batteri aerobi che hanno
consumato lossigeno
Analisi dei risultati. Alla fine
dellesperimento, si far compilare
una tabella sinottica dei risultati
osservati, su cui avviare una
discussione collettiva.
La Chimica nella genesi della vita
sul pianeta Terra
In una prospettiva storica, si
presenteranno ai ragazzi filmati e
risorse mirate affinch possano
apprendere che la vita sul nostro
pianeta ha avuto origine
21
in un
periodo datato tra i 4,4 miliardi e i
2,7 miliardi di anni fa, grazie ad
importanti trasformazioni chimiche
sviluppatesi nelle acque, dando
origine a nuove sostanze come gli
amminoacidi, i principali
costituenti delle proteine. Gli
scienziati hanno denominato
queste acque ricche di composti
chimici brodo primordiale (Fig. 29).
Sarebbe interessante far leggere e
commentare in classe il contenuto
di una lettera, inviata a Joseph
Dalton Hooker l1 febbraio 1871, da
Charles Darwin, in cui questultimo
suggeriva che l'iniziale scintilla
della vita poteva essersi verificata
in un piccolo e tiepido stagno,
contenente ammoniaca e sali
fosforici, luce, calore, elettricit,
ecc., in modo che una proteina
fosse chimicamente prodotta
pronta per subire nuovi e pi
complessi cambiamenti.
Fondamentale la tappa del 1924,
quando Aleksandr Ivanovi Oparin
intu che la carenza di ossigeno
atmosferico era stata la molla
propulsiva per l'evoluzione della
21
Bruce Walsh, Origins of life. University of
Arizona: http://nitro.biosci.arizona.edu/cour-
ses/EEB105/lectures/Origins_of_Life/ori-
gins.html
Campioni Reagenti Osservazioni
Acqua Cartina al tornasole
Nitrato dargento
Cartina di acetato di
piombo
Blu di metilene
Figura 28
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La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile
vita. Molte teorie moderne
sull'origine della vita
22
mantengono l'idea di Oparin come
punto di partenza.
Disponendo di un laboratorio
attrezzato e dellaiuto di un
chimico esperto, si potrebbe
riproporre (anche se non
unimpresa facile!) lo storico
esperimento di Miller-Urey del
1953
23
, con cui si dimostr che le
condizioni pre-biotiche permisero
lo sviluppo di alcune piccole
molecole (monomeri) basilari per
la vita, come gli amminoacidi. Si
fornisce di seguito una sintetica
descrizione dei materiali allora
utilizzati. Lapparato era un largo
tubo di vetro piegato in modo da
formare una sorta di rettangolo
arrotondato (Fig. 30). Miller
introdusse, allinterno del tubo,
acqua e una miscela dei gas della
"zuppa primordiale": ammoniaca,
idrogeno e metano. Colleg poi
degli elettrodi in modo da creare
scintille allinterno del tubo,
lasciandolo riposare per una
settimana finch non si rese conto
che il tubo si stava ricoprendo di
una patina. Lanalisi della patina
evidenzi, tra i suoi componenti,
piccolissime quantit di due
semplici aminoacidi: lalanina e la
glicina.
Le sostanze fondamentali da cui si
pensa che la vita si sia formata
sono: metano (CH
4
); ammoniaca
(NH
3
); acqua (H
2
O); acido
solfidrico (H
2
S); anidride carbonica
(CO
2
) o monossido di carbonio
(CO); fosfati (PO
4
3-
).
L'ossigeno molecolare (O
2
) e
l'ozono (O
3
) erano entrambi assai
rari o assenti del tutto.
e alla base della vita come la
conosciamo oggi
A partire dai composti chimici del
brodo primordiale, alcune di quelle
molecole riuscirono, forse, a
formare delle gocce e ad assorbire
altre sostanze chimiche. Nel corso
di milioni di anni comparvero in
esse alcune molecole capaci di
autoreplicarsi e di costruire intorno
Figura 29
Figura 30
22
D. Fox, Primordial Soup's On: Scientists
Repeat Evolution's Most Famous Experiment,
Scientific American, March 28, 2007: http:
//sciam.com/article.cfm?chanID=sa004&ar-
ticleID=9952573C-E7F2-99DF-32F2928 046
329479
23
Sito web sulle origini della vita, che include
giornali e risorse, del Dr. Michael Russell al-
l'Universit di Glasgow: http://www.gla.ac.u
k/projects/originoflife/
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42
La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile
a s le prime proteine e una
membrana protettiva.
La struttura del DNA, formata da
due lunghi filamenti avvolti a
doppia elica (Fig. 31), stata
scoperta nel 1953, lo stesso anno
dellesperimento di Miller, da due
scienziati americani: Watson e
Crick.
Gli alunni, a questo punto, saranno
curiosi di saperne di pi.
Attivit. Le basi azotate della vita.
La natura riesce a sviluppare
differenti esseri viventi, utilizzando
quattro sostanze chimiche
(Adenina, Timina, Citosina e
Guanina), poste in modo differente
nella struttura del DNA.
Si faranno vedere delle immagini
24
oppure un filmato, in cui siano
registrate le fasi di sviluppo di un
embrione di pollo o di rana. Dalla
visione delle citate fasi, gli alunni
si renderanno conto che da una
singola cellula si formano milioni
di cellule e che la stessa cosa
succede per gli esseri umani.
Si chieder loro che cosa ha
permesso lo sviluppo
dellembrione e si giunger a
parlare dei cromosomi, contenenti
tutte le informazioni necessarie
allo sviluppo delle cellule.
I cromosomi, contenuti nel nucleo
della cellula, sono costituiti da un
complesso di sostanze chimiche
che, in modo sintetico, sono
indicate con la sigla DNA (Acido
desossiribonucleico). Queste
sostanze chimiche presentano
quattro costituenti fondamentali
(Fig. 32): Adenina (A), Timina
(T), Citosina (C), Guanina (G).
Si pu chiedere ai ragazzi di
inventarsi un pezzo di DNA,
utilizzando le quattro sostanze
chimiche.
I ragazzi ricopieranno su un
cartoncino le immagini delle
quattro basi, prese da un manuale,
e le metteranno una accanto
allaltra, ricordando di unire
sempre lAdenina con la Timina (A
T) e la Citosina con la Guanina
(C G), cos come avviene anche
in natura (Fig. 33). Ricordando le
restrizioni enunciate, gli alunni
proveranno a mettere insieme le
quattro basi in modo da ottenere
un pezzo di DNA.
Successivamente, saranno
confrontati tutti i pezzi di DNA
ottenuti. Ci si accorger presto che
difficile trovare due
configurazioni uguali cos come
difficile trovare due persone
uguali!
Ulteriori approfondimenti. In base
al tempo a disposizione e agli scopi
didattico - apprenditivi che si
vogliono raggiungere, il percorso
potrebbe continuare con la
trattazione dei seguenti argomenti:
- le sostanze coloranti naturali;
- le risorse chimiche dagli
organismi marini;
- i segnali chimici nella
comunicazione tra gli animali;
-
Figura 32 Figura 33
Figura 31
24
http://www.summagallicana.it/lessico/e/e
mbrione%20di%20pollo.htm
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La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile
La Chimica di tutti i giorni
L
a Chimica si nasconde
allinterno degli oggetti che
usiamo quotidianamente in
ogni ambito: ad esempio, quando
ascoltiamo musica da un CD, che
prodotto con il policarbonato;
quando indossiamo, nel tempo
libero, un abbigliamento sportivo,
realizzato con le fibre sintetiche
per le loro propriet che
conferiscono morbidezza,
resistenza ed elasticit al tessuto;
quando curiamo la nostra persona
sotto laspetto estetico con creme
e cosmetici e la nostra salute con i
farmaci; quando utilizziamo i
detergenti e altri prodotti per la
pulizia della casa; quando
comunichiamo per mezzo del
cellulare, che non funzionerebbe
senza la batteria al litio
I prodotti chimici sono incorporati
praticamente in tutti gli oggetti che
usiamo giornalmente,
costituendone una componente
fondamentale. Si pu affermare
che la Chimica offre soluzioni in
tutti i campi, migliorando
costantemente la qualit della vita.
Eppure, spesso i ragazzi non se ne
rendono conto e la percepiscono
come qualcosa di lontano dalla
quotidianit. Per promuovere la
consapevolezza di come sarebbe
impossibile, senza la Chimica,
usufruire degli innumerevoli
benefici che essa ci offre
quotidianamente, potremmo
cominciare con la visione di un
filmato Vivere senza Chimica?
25
e
la lettura del manuale La Chimica
e i suoi prodotti per la qualit della
vita, entrambi della
Federchimica
26
. Saranno utili
strumenti per far riflettere i ragazzi
e per suscitare in loro degli
interrogativi.
Il percorso che si propone
consigliabile per una classe
seconda o terza.
La Chimica in casa
La nostra vita domestica
27
pu
considerarsi un vero e proprio
laboratorio chimico con i suoi
prodotti di uso quotidiano, i suoi
apparecchi e i suoi materiali, di
cui quasi tutti, piccoli e grandi,
non hanno piena consapevolezza.
Le attivit di questa sezione hanno
lo scopo di favorire nei discenti la
maturazione di tale
consapevolezza, mediante
losservazione mirata
dellambiente domestico, che offre
molteplici spunti di riflessione in
chiave chimica su fenomeni
usuali e insospettabili.
Esperimento. Ruggine s,
ruggine no.
Materiale occorrente. Acqua di
rubinetto; sale da cucina (NaCl);
varechina domestica (ipoclorito di
sodio, NaClO); acido muriatico
domestico (HCl); olio di oliva;
indicatore universale di pH (Fig.
34); 1 cucchiaino; 5 graffette o
piccoli chiodi; 5 bicchieri di vetro
o, in alternativa, 5 provette.
Procedimento. 1. Versare un po di
acqua di rubinetto in ciascuno dei
cinque bicchieri, in cui in
precedenza stata inserita una
graffetta. 2. Lasciare il primo
bicchiere cos com e aggiungere,
quindi, al secondo bicchiere un
cucchiaino di sale, al terzo
bicchiere unabbondante quantit
di varechina, al quarto bicchiere
acido muriatico, al quinto
bicchiere un filo di olio.
3. Lasciare riposare per sette giorni
i cinque bicchieri cos preparati.
Nota. Di ogni soluzione stata
rilevata lacidit e la basicit
tramite lindicatore universale di
pH.
Analisi dei risultati. 1. Si rilever
che nel primo bicchiere contenente
acqua di rubinetto (pH = 7), la
graffetta apparir corrosa. Il ferro
si combinato chimicamente con
lossigeno formando la ruggine,
secondo la reazione: 3Fe + 4H
2
O
Fe
3
O
4
+ 4H
2
.
2. Nel secondo bicchiere con la
soluzione salata, la graffetta
apparir corrosa. Sollevando la
graffetta dal fondo del bicchiere si
noter un sottile velo di ruggine
IV percorso operativo
Figura 34
25
http://www.federchimica.it/Libraries/Vid
eo/Vivere_senza_chimica.sflb.ashx
26
http://scuole.federchimica.it/Libraries/Scu
ole_medie/Manuale_d_uso_-_La_chimica
_e_i_suoi_prodotti_per_la_qualit%C3%A0_d
ella_vita.sflb.ashx
27
http://www.chimicare.org/curiosita/la-chi
mica-di-casa/
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44
La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile
di colore rossiccio. La soluzione
salina accelera il processo di
ossidazione del ferro.
3. Nel terzo bicchiere con la
soluzione di varechina, non si
osserver formazione di ruggine a
causa dellambiente fortemente
basico che ostacola lossidazione
del ferro.
4. Nel quarto bicchiere contenente
acido muriatico, la graffetta
apparir corrosa, con ossidazione
del ferro a Fe
2+
. Questo
rilevabile in soluzione con
laggiunta di 2 gocce di soluzione
di ferricianuro ferrico, che forma
un precipitato di colore azzurro
nella provetta insieme allo
sviluppo di bollicine (idrogeno).
5. Nellemulsione acqua olio del
quinto bicchiere, la graffetta
apparir poco corrosa perch la
presenza di olio, sostanza non
miscibile con lacqua, rallenter
lossidazione del ferro e quindi la
formazione della ruggine.
Esperimento. Tre fettine di
mela.
Materiale occorrente. Una mela;
una candela; 1 bicchiere;
1 campana di vetro (Fig. 35).
Procedimento. 1. Tagliare tre
fettine di mela. 2. Esporre una
fettina allaria; coprire la seconda
con il bicchiere capovolto; coprire
la terza fettina di mela con la
campana di vetro, sotto cui stato
inserito un pezzo di candela
accesa.
Analisi dei risultati. 1. La prima
fettina di mela si scurir
completamente nella superficie di
taglio perch si ossider a contatto
con lossigeno dellaria, a causa di
un processo ossidativo il cui
catalizzatore un enzima
chiamato polifenolossidasi, attivato
proprio dall'ossigeno che
normalmente non passa attraverso
la buccia. Il fenomeno ossidativo
di imbrunimento enzimatico
comune nelloperazione di taglio
di alcuni frutti e ortaggi: banane,
carciofi, patate. L'alterazione
bloccata dalla cottura, oppure
rallentata dagli antiossidanti (in
particolare l'acido ascorbico) o
dall'acidificazione (es. aggiunta di
acido citrico). Un esempio
comunissimo l'impiego del succo
di limone, notoriamente ricco di
acido citrico e vitamina C (acido
ascorbico), nelle preparazioni
casalinghe per rallentare
l'imbrunimento della frutta e degli
ortaggi tagliati fino al momento
della cottura.
2. Il secondo pezzo di mela si
scurir soltanto in parte per la
scarsit di ossigeno contenuto nel
bicchiere.
3. La terza fettina, infine, rimarr
praticamente inalterata perch la
candela consumer quasi tutto
lossigeno presente allinterno
della campana di vetro (in realt,
la candela non brucia
effettivamente tutto lossigeno
presente nella campana e si
spegne, lasciando una quota di
ossigeno residuo non
significativa).
Nota. Accertarsi che la campana
sia ermetica affinch non entri
ossigeno, falsando il risultato. In
alternativa, si potrebbe utilizzare
un contenitore chiuso per alimenti
Tapperware, capovolto e con il
tappo in plastica rivolto verso in
basso.
Esperimento. Aggiungiamo
laceto al latte.
Materiale occorrente. Latte; aceto
di vino; 1 bicchiere (Fig. 36).
Procedimento. Versare alcune
gocce di aceto nel bicchiere
riempito a met di latte.
Analisi dei risultati. Si noter che
il latte non risulta pi omogeneo,
ma che piccoli fiocchi bianchi si
sono separati da un liquido
giallastro (Fig. 37).
Laceto altera la struttura della
caseina
28
, che la proteina pi
abbondante nel latte e si denatura
gi a contatto con acidi deboli
come laceto
29
. La caseina si
separa da un liquido giallastro, il
siero, in cui restano acqua, lattosio
(C
12
H
22
O
11
) e altre proteine.
Figura 35
Figura 36
28
http://it.wikipedia.org/wiki/Caseina
29
http://it.wikipedia.org/wiki/Aceto
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La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile
La Chimica in cucina
La cottura e la preparazione dei
cibi nascondono processi
chimici o chimico-fisici, talvolta
molto complessi, di cui non siamo
consapevoli. Quando arrostiamo
una braciola ai ferri, avviene
tutta una serie di trasformazioni
chimiche ben precise che ne
modificano il colore, la
consistenza, lodore ed il sapore.
Pensate che un reticolo di glutine
disidratato in forno alla
temperatura di Maillard, ricoperto
da unemulsione leggera di lipide
vegetale e carne suina, denaturata
con cloruro di sodio e
aromatizzata con sostanze volatili
non contiene assolutamente
alcunch di pericoloso, e non
altro che la descrizione scientifica
di una innocua e gustosa tartina
con burro e prosciutto crudo.
La cucina costituisce, pertanto, un
laboratorio chimico a tutti gli
effetti bench insolito. Gli alunni
troveranno con ogni probabilit
interessante scoprire che le
nozioni di chimica studiate,
apparentemente lontane dalla vita
di tutti i giorni, trovano
continuamente applicazione nella
preparazione di molti cibi.
Coinvolgiamoli, pertanto, nella
preparazione di alcuni prodotti di
loro conoscenza.
Esperimento. Yogurt a gog!
Materiale occorrente. 1 Vasetto da
125 g di yogurt bianco; 3/4 litri di
latte di ottima qualit,
preferibilmente a lunga
conservazione; 1 recipiente di
porcellana, pulito con estrema
cura e di capacit adeguata; 1
cucchiaio; forno elettrico dotato di
termostato (Fig. 38).
Procedimento. 1. Disporre il
contenuto del vasetto di yogurt nel
recipiente di porcellana.
2. Aggiungere un bicchiere di latte,
mescolando con il cucchiaio per
stemperare e amalgamare lo
yogurt. Successivamente, sempre
mescolando, aggiungere il latte
rimanente. 3. Porre il recipiente,
opportunamente coperto, nel forno
elettrico e lasciarlo per otto ore ad
una temperatura compresa fra
45C - 50C. 4. Porre, quindi, il
recipiente nel frigorifero per 9/10
ore, trascorse le quali lo yogurt
sar pronto per essere consumato.
Poich si presenter come una
massa coagulata compatta, sar
necessario rompere il coagulo con
un cucchiaio e lavorarlo fino a
dissolvere tutti i grumi per
renderlo cremoso.
Analisi dei risultati. Lo yogurt
ottenuto dal latte (intero o magro)
grazie allazione simbiotica di due
batteri acidogeni: il Lactobacillus
bulgaricus e lo Streptococcus
termophilus. Durante la
fermentazione, parte del lattosio
viene trasformato in acido lattico
(C
3
H
6
O
3
) che conferisce allo
yogurt il sapore caratteristico e
che, assieme alla parziale
degradazione idrolitica delle
proteine, lo rende pi facilmente
assimilabile. Affinch lo yogurt sia
attivo, i fermenti lattici devono
essere vivi, vitali e numerosi
(parecchi milioni in un grammo).
La produzione di acido lattico,
durante la fermentazione
30
, causa
la precipitazione della caseina, la
proteina principale del latte.
Laspetto cremoso e denso dello
yogurt la conseguenza di questo
fenomeno.
Figura 37
Figura 39
Figura 38
30
http://it.wikipedi a.org/wiki/Fermenta-
zione
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La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile
Esperimento. Prepariamo il
pane!
Materiale occorrente. 500 g di
farina; 25 g di lievito; 280 g di
acqua; 15 g di sale; zucchero; olio
(Fig. 39).
Procedimento. 1. Stemperare il
lievito nell'acqua tiepida. 2.
Aggiungere un po' di zucchero
(facilita l'attivazione delle cellule
di lievito), quindi la farina
impastando accuratamente e,
infine, il sale. 3. Continuare a
impastare, aiutandosi con un po'
di farina in modo che il composto
non aderisca al piano di lavoro. 4.
Sistemare l'impasto in una
bacinella unta d'olio e ricoprirlo
con un panno. 5. Lasciare riposare
l'impasto per almeno un'ora e
mezza, in un luogo umido e
tiepido. 6. Trascorso questo tempo,
si pu dividere la pasta per
formare i diversi tipi di pane. 7.
Far lievitare nuovamente e,
successivamente, infornare a
220C per il tempo richiesto dal
formato del pane (Fig. 40).
Considerazioni. Durante le fasi
della panificazione, si forniranno
agli alunni le seguenti
informazioni:
1. il lievito un fungo
microscopico unicellulare di
forma ovale e con un diametro di
circa 10 micrometri; si nutre di
zucchero, e per tale ragione ne
stato aggiunto un po nella fase 2
della preparazione. Pu vivere sia
in assenza che in presenza di
ossigeno.
2. Se si vuole ottenere un pane
soffice, importante lavorare
l'impasto a lungo ed
energicamente perch in questo
modo le proteine, presenti nella
farina (Fig. 41), si uniscono,
formando un complesso di
proteine colloso ed elastico
chiamato glutine.
3. Le cellule di lievito sono vive e
una temperatura di circa 25C
per loro ideale. Durante questa
fase di riposo, il lievito digerisce
il glucosio (C
6
H
12
O
6
) presente
nell'impasto, liberando alcool
etilico (C
2
H
5
OH) e anidride
carbonica (CO
2
). L'alcool, che
una sostanza molto volatile,
accresce il profumo della pasta
mentre l'anidride carbonica gonfia
l'impasto. Il glutine, che si
formato durante la lavorazione,
intrappola le bolle di gas e la pasta
risulta morbida e soffice.
Sarebbe interessante continuare
con gli esperimenti in cucina
riguardanti, ad esempio, la
maionese e la citronette,
condimenti classici della cucina
tradizionale, che svelano durante
la loro preparazione dei
comportamenti scientifici
importanti: le emulsioni.
La Chimica nellalimentazione e
nel processo digestivo
I cambiamenti subiti dal cibo nel
processo digestivo sono dovuti ad
un gruppo di agenti che prendono
il nome di enzimi, catalizzatori di
natura fisiologica, principalmente
di natura proteica. Gli enzimi sono
importantissimi per una vita sana
e longeva e sono alla base di tutte
le reazioni chimiche del nostro
organismo. Gli enzimi digestivi,
che ci interessano in particolare
nellambito di cui si sta trattando,
riducono le complesse sostanze
alimentari in composti pi
semplici, adatti ad essere immessi
nel flusso sanguigno e ad essere
utilizzati dalle cellule del corpo
per la produzione di nuove cellule.
Ogni enzima ha un'azione
specifica, per cui agisce solo su un
tipo di sostanza alimentare
(riferendosi allambito del
processo digestivo, che non
ovviamente il solo in cui agiscono
gli enzimi): gli enzimi che
agiscono sui carboidrati non
possono avere effetto anche sulle
proteine o sui sali o sui grassi.
Addirittura, nel caso degli zuccheri
ad esempio, lenzima che agisce
Figura 40
Figura 41
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La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile
sul maltosio non pu avere effetto
sul lattosio.
Il primo enzima, che incontriamo
nella digestione degli alimenti, la
ptialina o amilasi salivare che
svolge un ruolo importante nella
trasformazione degli amidi in
composti pi semplici (Fig. 42).
Appronteremo, quindi, un
esperimento ad hoc affinch i
ragazzi ne possano osservare
lazione.
Esperimento. Osserviamo
lazione della saliva.
Materiale occorrente. Reattivi di
Fehling A + B; glucosio; amido;
acqua; un po di pane; 1 becher o
altro contenitore di vetro
termoresistente; 4 provette con
porta provette; termometro;
fornello elettrico; pentolino;
presina; bacchetta di vetro per
mescolare; pinza di legno;
cucchiaino; bicchiere di carta;
pennarello indelebile (Fig. 43).
Procedimento. 1. Numerare le
quattro provette con il pennarello
indelebile. 2. Masticare con cura
un pezzetto di pane e raccoglierlo
nel bicchiere di carta insieme ad
un po di saliva. 3. Inserire un po
del glucosio nella provetta n. 1;
delle briciole di pane nella
provetta n. 2; il pane masticato e
la saliva, contenuti nel bicchiere di
carta, nella provetta n. 3; mezzo
cucchiaino di amido nella quarta
provetta. 4. Riempire a met con
acqua ciascuna delle quattro
provette, quindi mescolare.
5. Riscaldare, ad una temperatura
di circa 45- 50 C, un po di acqua
nel pentolino e versarla nel becher.
6. Aggiungere alla prima provetta,
contenente il glucosio, qualche
goccia di ciascuno dei due reattivi
di Fehling. 7. Inserire la provetta
nel becher, sostenendola con la
pinza di legno; attendere qualche
minuto, quindi osservare e
registrare i risultati. 8. Ripetere il
test di Fehling con le altre tre
provette, facendo attenzione a
sostituire con altra acqua calda
quella del becher, qualora si
dovesse raffreddare. 9. Registrare i
risultati osservati.
Nota. I reattivi di Fehling sono
impiegati per il riconoscimento
degli zuccheri (non il saccarosio):
a caldo, reagiscono con gli
zuccheri, modificando il colore da
azzurro ad arancione.
Analisi dei risultati. 1. Il
contenuto delle quattro provette,
appena saranno stati aggiunti i
reattivi di Fehling, dovrebbe
diventare azzurro. 2. Dopo il
riscaldamento a bagnomaria nel
becher, la prima provetta
contenente glucosio assumer un
colore arancione, secondo le
aspettative. La terza, contenente
pane masticato e saliva, dovrebbe
assumere lo stesso colore della
prima provetta perch la ptialina,
enzima contenuto nella saliva, ha
trasformato l'amido del pane in
glucosio.
3. La seconda e la quarta provetta,
contenenti rispettivamente le
briciole di pane non masticato e
lamido, resteranno azzurre perch
i reattivi di Fehling non reagiscono
con l'amido.
Occupiamoci
adesso delle
proteine,
utilizzate
principalmente
come fonte di
amminoacidi, i
mattoni di cui si
serve
l'organismo per
costruire le
proprie proteine.
La demolizione
delle proteine in
amminoacidi
semplici avviene
tramite l'idrolisi
sempre pi
spinta da parte
di enzimi
digestivi che
spezzano i
legami peptidici.
Figura 42 - a-amilasi salivare umana. Sono
visibili lo ione calcio (giallo chiaro) e lo ione
cloro (verde). Fonte: Wikipedia
Figura 43
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La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile
Gli amminoacidi man mano
liberati vengono successivamente
assorbiti dalla mucosa intestinale e
portati al fegato.
La digestione delle proteine inizia
nello stomaco ad opera della
pepsina. Anche l'acido cloridrico
ha un ruolo importante poich
attiva la pepsina, rende possibile
la sua azione abbassando il pH e
denatura le proteine scoprendo i
legami peptidici che possono cos
essere attaccati.
La fase successiva avviene nel
duodeno ad opera delle peptidasi
pancreatiche, enzimi che spezzano
ulteriormente i peptidi. L'idrolisi
finale dei peptidi in amminoacidi
avviene tramite altri enzimi, le
amminopeptidasi.
Non ci inoltriamo ulteriormente
nel processo digestivo, che pu
essere approfondito a discrezione
del docente, per proporre invece
alcuni input sperimentali.
Esperimento. Riconosciamo la
presenza delle proteine.
Materiale occorrente. Latte; uovo;
un pezzettino di carne; mela
tritata o frullata; zucchero (non
pi di un grammo, meglio se in
soluzione con poca acqua)
comunemente utilizzato in casa;
acqua; contagocce; bacchetta di
vetro per mescolare; soluzione di
acido nitrico (HNO
3
) diluito al
65%. (Fig. 44); 5 provette; pinza
di legno; fornello elettrico; 1
becher termoresistente; guanti di
gomma da lavare; occhiali
protettivi.
Procedimento. 1. Introdurre uno
degli alimenti per ciascuna delle
cinque provette. 2. Dopo avere
indossato gli occhiali protettivi e i
guanti di gomma (per evitare di
colorarsi le dita di giallo per
reazione xantoproteica con la
cheratina della pelle), aggiungere
un po dacqua e alcune gocce di
HNO
3.
3. Mescolare accuratamente
con la bacchetta di vetro il
contenuto delle provette.
4. Scaldare ciascuna provetta a
bagnomaria nel becher posto sul
fornello e riempito a met con
acqua, aiutandosi con la pinza di
legno. 5. Osservare che cosa
avviene nelle provette e la
colorazione da queste assunta.
Analisi dei risultati. Le tre
provette contenenti latte, carne e
uovo (alimenti proteici)
assumeranno una colorazione
gialla perch, grazie al calore, le
proteine reagiscono chimicamente
con lacido nitrico, acquistando
una colorazione caratteristica non
assunta, invece, dalla mela e dallo
zucchero, alimenti non proteici.
Esperimento. Simuliamo la
digestione delle proteine.
Materiale occorrente. Uovo;
pepsina; acido cloridrico (HCl);
termometro; becher; carta da
filtro (Fig. 45); acqua; fornello
elettrico; 4 provette; pentolino;
pennarello indelebile; bacchetta di
vetro per mescolare.
Procedimento. 1. Contrassegnare
le provette con i numeri da 1a 4.
2.Versare lalbume delluovo, ricco
di proteine, nel becher insieme a
un po dacqua e scaldare sul
fornello il miscuglio; mescolare
con la bacchetta di vetro fino ad
ottenere un liquido lattiginoso.
3. Filtrare e versarne un po in
Figura 44
Annarita Ruberto, laureata in Fi-
sica, insegna matematica e scienze
nella scuola secondaria di I grado.
Svolge attivit di formazione nella
didattica delle scienze e collabora
con Scuola e Didattica da di-
versi anni. Ha sperimentato a
scuola borse di ricerca ministeriali
e progetti scientifici pilota. Im-
piega da tempo le TIC nella didat-
tica e sperimenta i blog didattici a
scuola: Scientificando
(http://scientificando.splinder.co
m) e Matem@ticaMente
(http://lanostramatemati ca.splin-
der.com).
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La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile
ciascuna delle quattro provette.
4. Aggiungere, nella prima
provetta, cucchiaino di pepsina
e 5 gocce di HCl; nella seconda,
soltanto HCl; nella terza, soltanto
pepsina; nella quarta, non
aggiungere nulla. 5. Inserire le
provette nel pentolino e scaldarle
a bagnomaria fino a circa
3840C.
6. Attendere per circa unora e
osservare che cosa avvenuto.
Analisi dei risultati. Nella prima
provetta, il liquido diventato
limpido per lazione combinata
della pepsina e dellHCl che agisce
sulle proteine digerendole. Si
ricorda che pepsina e HCl sono
contenuti nel succo gastrico.
Ulteriori approfondimenti. Il
percorso potrebbe continuare,
facendo svolgere agli alunni una
ricerca, ad esempio, sul
comportamento dei sali biliari
nella digestione dei grassi
contenuti negli oli alimentari.
- Sulla rivista Nature Biotechnology
del 3/08/2003 stata pubblicata
una news riguardante La prima
insalata ricca di omega 3 e 6
31
.
Il gruppo di ricerca
delluniversit di Bath,
coordinato da Baoxiu Qi, ha
modificato il patrimonio genetico
dellinsalata con geni presi in
prestito da due alghe a da un
fungo. In tal modo, la pianta
riesce ad accumulare buone
quantit di acidi grassi
polinsaturi, noti per lazione
protettiva contro lipertensione,
infiammazioni e malattie
autoimmuni.
- Un altro campo di indagine
potrebbe essere anche quello dei
cosmetici
32
.
Risorse in rete
Sulla Chimica nella vita di tutti i giorni, si
possono trovare altri spunti per attivit nei
seguenti siti:
http://www.chimicare.org/curiosita/la-chi-
mica-delle-piante/microrganismi-in-cattivita-
quando-la-sintesi-chimica-ricorre-al-bioreatt
ore/
http://www.chimicare.org/blog/metodi-e-
approcci/527/
http://www.chimicare.org/curiosita/la-chi-
mica-dei-sensi/il-sapore-dei-cibi-un-micro-
cosmo-di-molecole/
31
http://www.molecularlab.it/news/view.asp
?n=987
32
http://www.chimicare.org/curiosita/la-chi-
mica-nella-vita-domestica/cosa-sono-i-co-
smetici-una-introduzione-alla-chimica-co-
smetologica/
Per avviare un percorso sulla chimica e sfatare pregiudizi
Nel volume realizzato in occasione dell'Anno Internazionale
della Chimica con il contributo del Piano Lauree Scientifiche,
Giovanni Carrada propone sette dialoghi immaginari tra la
Chimica e una serie di soggetti che, a diverso titolo, la vivono:
una ragazza, un inventore, un imprenditore, un cuoco, una
mamma, un ipocondriaco e unambientalista. Nelle ultime
pagine sono raccolte le riflessioni di tutti i soggetti coinvolti che,
ripensando ai dialoghi con la chimica, considerano questa
scienza sotto unaltra luce e imparano ad apprezzarla.
Il libro visualizzabile in formato pdf sul sito:
http://www.chimica2011.it/default/scopri-gli-
eventi/SetteIncontriImpossibili.aspx.
Figura 45
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La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile
Acidi e basi in casa
L
itinerario apprenditivo,
consigliabile in una classe
terza, prevede che gli
alunni conoscano le propriet delle
soluzioni e la terminologia relativa,
e siano in possesso di abilit
manuali ed organizzative.
I contenuti da trattare
riguarderanno: la definizione
operativa di acidi e basi, la
reazione di neutralizzazione, gli
indicatori e la scala di acidit,
come eliminare alcuni tipi di
macchie.
Le sostanze acide presenti in
casa
Si inizier con una discussione sul
significato del termine acido in
riferimento alle sostanze di uso
domestico con questa
caratteristica. Lesperienza insegna
che, generalmente, lattenzione
degli alunni ricade su sostanze
ritenute pericolose e aggressive e
che il termine acido viene spesso
associato al sapore aspro e
pungente.
Attivit. Si potr chiedere ai
ragazzi di realizzare un elenco di
sostanze che ritengono acide, tra
quelle di loro conoscenza o
utilizzate in casa (limone, aceto,
acido muriatico, candeggina,
ammoniaca, bicarbonato di so-
dio, ) e successivamente
proporre unattivit sperimentale
in piccolo gruppo, mediante cui
distingueranno i veri acidi dalle
altre sostanze.
Esperimento. Osserviamo
linterazione di alcune sostanze
note con la polvere di marmo.
Materiale occorrente. Sostanze:
bicarbonato di sodio, acido
muriatico (acido cloridrico);
acetone; soluzione di soda caustica
(idrossido di sodio); acqua; succo
di limone; soluzione di
bicarbonato di sodio; diluente
sintetico per vernici; ammoniaca;
aceto; candeggina (ipoclorito di
sodio); alcool etilico (Fig. 46).
Attrezzature: provette e
portaprovette, bacchetta di vetro,
spatolina, pipette (una per ogni
sostanza da utilizzare).
Procedimento. 1. Inserire una
piccola quantit di polvere di
marmo (carbonato di calcio) in
una provetta, utilizzando la
spatolina. 2. Aggiungere la prima
sostanza, mescolare quindi con la
bacchetta di vetro ed osservare ci
che si manifesta. 3. Utilizzando le
altre provette, ripetere loperazione
per ciascuna delle sostanze
rimanenti. 4. Riportare, infine, in
una tabella i risultati osservati.
Analisi dei risultati. In alcuni casi,
si osserver la presenza di
effervescenza. Poich a volte
leffervescenza potrebbe essere
confusa con lebollizione e non
come sviluppo di un gas prodotto
dalla reazione tra acido e marmo,
si potrebbe stimolare la riflessione
da parte dei ragazzi, ponendo loro
domande del tipo: In alcuni casi,
avete osservato lo sviluppo di
effervescenza. A che cosa dovuta,
secondo voi?.
In particolare, l'effervescenza
osservata nella provetta in cui
V percorso operativo
Figura 46
Polvere di marmo
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La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile
stato aggiunto acido cloridrico
dovuta allo sviluppo di anidride
carbonica tra i prodotti della
reazione. La reazione chimica :
Dopo aver analizzato, comparato e
registrato in una tabella sinottica i
risultati ottenuti dai singoli gruppi,
pu essere posta la seguente
consegna:
Classificate le sostanze in base al
loro comportamento con la polvere
di marmo.
Poich risulta evidente il diverso
grado di aggressivit dellaceto o
del limone rispetto, per esempio,
allacido muriatico, si pu tentare
una classificazione delle sostanze
considerate, in relazione
allaggressivit manifestata nei
confronti della polvere di marmo.
Nota. Limpiego di sostante quali
acido cloridrico, soda caustica ed
ammoniaca, deve avvenire sotto
stretta sorveglianza da parte del
docente e soltanto se i ragazzi
denotano una sufficiente
autonomia nel muoversi in
laboratorio, accompagnata da
adeguato senso di responsabilit.
Osserviamo il comportamento
di una base
Per introdurre la conoscenza delle
basi, si proporr ai ragazzi di
mescolare tra loro, in presenza di
polvere di marmo:
1. due acidi (ad esempio, aceto
con acido cloridrico);
2. un acido con una base (ad
esempio, acido cloridrico e
soluzione di soda caustica).
Nel primo caso, si otterr una
miscela aggressiva, mentre nel
secondo caso il grado di
aggressivit della miscela pi
blando rispetto a quello dei singoli
componenti, potendo scomparire
del tutto.
Attivit. Si inviteranno i ragazzi a
formulare delle ipotesi circa il
comportamento della reazione sia
tra aceto e acido cloridrico che tra
acido cloridrico e soda caustica. Se
il livello della classe lo consente, ci
si pu spingere a sollecitare la
formulazione di ipotesi anche circa
laggressivit dellacido cloridrico
nei confronti del marmo (Si
manterr? Si rinforzer?
Diminuir?) e dello stesso acido
quando viene aggiunta soda
caustica alla soluzione.
Successivamente si far svolgere il
seguente esperimento per
verificare le ipotesi formulate.
Esperimento. Osserviamo la
reazione con la polvere di marmo
in due casi: - aggiunta di aceto +
acido cloridrico; - aggiunta di acido
cloridrico + soda caustica.
Materiale occorrente. Sostanze:
acido cloridrico, aceto, soluzione
di soda caustica, polvere di
marmo. Attrezzature: tre provette,
portaprovette, bacchetta di vetro,
spatolina, tre pipette.
Procedimento. 1. Inserire in una
provetta, sul fondo, una piccola
quantit di polvere di marmo con
laiuto della spatolina.
2. Aggiungere, quindi, con la
pipetta un po di acido cloridrico e,
successivamente, laceto con una
seconda pipetta, poco alla volta.
3. Inserire un po di polvere di
marmo sul fondo di una seconda
provetta; aggiungere, con la prima
pipetta utilizzata, un po di acido
cloridrico e successivamente, con
una terza pipetta, una piccola
quantit di soluzione di soda
caustica, poco alla volta.
Analisi dei risultati. Si chieder di
riportare in una tabella il risultato
delle osservazioni svolte in
entrambi i casi della reazione con
la polvere di marmo:
- acido cloridrico + aceto;
- acido cloridrico + soda caustica.
I ragazzi compareranno quanto
osservato con le ipotesi formulate
in precedenza e trarranno le loro
conclusioni circa il diverso
comportamento di acidi e basi.
La neutralizzazione di acidi e
basi
Si far osservare ai ragazzi che,
mescolando un acido con una
base, si otterr qualcosa di diverso
dai reagenti e che, facendo reagire
due sostanze aggressive, questo
comportamento diminuisce o
sparisce. Infatti, nel caso che
analizzeremo, leffetto osservato
risulta inaspettato, suscitando delle
domande. Si rende opportuno, a
questo punto, classificare acidi e
basi come categorie diverse.
Esperimento. Che cosa avviene
quando si mescolano acido
cloridrico e soda caustica?
(Lesperimento sar svolto
dallinsegnante per laggressivit
dei reagenti in gioco)
Materiale occorrente. Sostanze:
acqua distillata, soluzione di acido
cloridrico e soluzione di soda
caustica a uguale concentrazione.
Attrezzature: piastra elettrica,
pentolino in acciaio, becher,
pipetta, bacchetta di vetro,
spatolina.
Procedimento. 1. Versare nel
becher 20 ml di soluzione di acido
cloridrico e 20 ml di soluzione di
idrossido di sodio, quindi
mescolare le due soluzioni.
2. Controllare con la cartina al
tornasole la neutralit della
soluzione ottenuta, aggiungendo,
se richiesto, una delle due
soluzioni al fine di ottenerla.
3. Versare nel pentolino di acciaio
la soluzione neutra e riscaldarla
sulla piastra elettrica per far
evaporare l'acqua.
Attenzione! Per ragioni di sicurezza
relativa al maneggio di prodotti
caustici, ma anche in
CaCl
2
+CO
2
+H
2
O 2HCl+CaCO
3
Acido
cloridrico
+
Marmo
Cloruro di
calcio
+
Anidride
carbonica
+
Acqua
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La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile
considerazione della delicata fase
del mescolamento, si suggerisce di
lavorare con soluzioni al 5% p/p.
Analisi dei risultati. La reazione di
neutralizzazione tra acido
cloridrico e idrossido di sodio
produce acqua e cloruro di sodio:
Dopo levaporazione dellacqua per
riscaldamento, nel pentolino
rester il cloruro di sodio.
Seguiranno confronto e riflessioni
sui risultati ottenuti in cui si
preciser che le sostanze aventi lo
stesso comportamento
dellidrossido di sodio, se
mescolate con un acido, sono delle
basi.
Lattivit potrebbe ampliarsi
mediante lindagine del
comportamento di acidi e basi con
alcuni metalli per far rilevare dagli
alunni che anche le basi sono
aggressive, in determinate
circostanze.
In questi casi si ha a che fare, per,
con ossido-riduzioni. Il docente
valuter lopportunit di proporre
tale analisi e appronter
eventualmente degli esperimenti
ad hoc.
Utilizziamo gli estratti alcolici
come indicatori naturali
Si faranno preparare agli alunni
degli estratti alcolici di indicatori
naturali per far loro osservare i
cambiamenti di colore in soluzioni
a diverso grado di acidit.
La classe sar suddivisa in piccoli
gruppi, in modo che ciascuno di
essi possa preparare un estratto
diverso da utilizzare nelle
esperienze previste.
Si introdurr il termine pH, ma
senza far riferimento alla
concentrazione di ioni H
+
.
Attivit. Prepariamo un estratto di
pigmenti colorati da foglie, fiori, e
ortaggi.
Materiale occorrente. Campioni di
radicchio, cavolo rosso (Fig. 47),
frutta colorata, petali di fiori
colorati come rosa rossa, geranio,
violetta, fiordaliso; carta da filtro;
imbuto; beuta; becher piccolo;
alcool etilico non denaturato;
bottigline con contagocce in cui
raccogliere gli estratti e i relativi
campioni.
Preparazione degli estratti.
1. Sminuzzare e schiacciare in un
becher uno dei campioni vegetali a
disposizione. 2. Aggiungere circa
30 ml di alcool e mescolare
accuratamente per qualche
minuto, finch lalcool non avr
assunto una bella colorazione
intensa. 3. Filtrare l'estratto
alcolico con beuta, imbuto e carta
da filtro, o altre modalit
equivalenti, e conservarlo in una
bottiglietta appositamente
etichettata.
Esperimento. Utilizziamo gli
estratti alcolici e altri indicatori per
misurare il pH di diverse sostanze
(Fig. 48).
Materiale occorrente. Campioni di
sostanze acide e basiche utilizzate
nelle attivit precedenti (acido
cloridrico, soda caustica, limone,
aceto) e soluzioni di altre sostanze
(sapone, detersivo, bicarbonato di
sodio, ); lestratto vegetale
preparato in precedenza; cartina di
tornasole; indicatore universale;
blu di bromo timolo (BBT); pipette;
etichette; provette e porta provette;
becher.
Procedimento. 1. Predisporre una
serie di provette opportunamente
etichettate, contenenti ciascuna
uno dei campioni delle sostanze a
disposizione. 2. Immergere un
pezzetto di cartina al tornasole in
ciascuna provetta e osservare se
cambia colore. 3. Versare con la
pipetta qualche goccia di indicatore
in ciascuna provetta e osservare il
colore assunto dalle soluzioni.
4. Osservare attentamente le
cartine indicatrici e, confrontando
il colore da esse assunto con i
colori riportati sulla scatolina,
stabilire il valore del pH
corrispondente. 5. Provare anche
con altre sostanze facilmente
reperibili in casa. 6. Riportare i
risultati in una tabella sinottica in
Figura 47 - Indicatore al cavolo rosso:
preparazione.
Figura 48
Figura 49 - Cartina di tornasole.
In alto, una striscia imbevuta di soluzione di
bicarbonato.
In basso una striscia imbevuta di aceto
H
2
O+NaCl HCl+NaOH
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La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile
cui registrare il pH misurato con la
cartina di tornasole, lindicatore
universale, il BBT, e il colore
assunto con i diversi estratti
vegetali.
Analisi dei risultati. Con le attivit
svolte, i ragazzi apprenderanno
che gli estratti vegetali da loro
preparati, come pure la cartina al
tornasole, lindicatore universale e
il BBT assumono un colore diverso
in base al grado di acidit della
soluzione considerata. In
particolare, lindicatore al tornasole
(ricavato dai licheni) cambia colore
a contatto con ogni campione: si
colora in rosso con le sostanze
acide e in blu con quelle basiche
(Fig. 49). Sulla confezione della
cartina di tornasole c una scala
colorata che indica il colore
assunto dalla cartina stessa in
funzione del pH della sostanza;
confrontando il colore ottenuto con
quello della scala cromatica si
ottiene il valore del pH. Se si
aggiunge qualche goccia di BBT o
di indicatore universale si possono
confrontare i valori di pH ottenuti
per ogni sostanza. Il liquido del
cavolo rosso (viola) diventa rosso a
contatto con gli acidi e verde-giallo
a contatto con le basi (Fig. 50). Le
sostanze citate si chiamano
indicatori acido-base.
Il grado di acidit, misurato con
lutilizzo degli indicatori,
chiamato pH. La scala di
riferimento per lindicatore
universale va da 0 a 14: il valore 7
associato alla neutralit, valori
inferiori a 7 allacidit, superiori a
7 alla basicit (Fig. 51).
Sar, infine, avviata una
discussione sui risultati ottenuti.
A discrezione del docente, dopo
aver fatto mescolare liberamente
acidi e basi ai ragazzi, con lo scopo
di verificare il cambiamento di
colore dellindicatore, si pu far
vedere una titolazione per
losservazione del punto di
viraggio.
Sarebbe anche interessante
evidenziare come la cartina
indicatrice di pH sia
semplicemente carta imbevuta con
una miscela di sostanze molto
simili a quelle che i ragazzi hanno
estratto dai vegetali, ognuna in
grado di virare il suo colore in un
range di pH differente.
Sostanze chimiche per
eliminare le macchie
Le macchie che quotidianamente
interessano capi di vestiario e
simili sono molto fastidiose. Ecco
che ancora una volta la Chimica ci
soccorre per risolvere il problema!
Non faremo riferimento in questo
contesto a smacchiatori quali la
candeggina o il perborato o lacqua
ossigenata, prodotti dalle spiccate
caratteristiche ossidanti, che
aggrediscono la molecola colorata
attraverso una reazione detta di
ossidazione, ma a sostanze acide
come laceto e il limone e a
sostanze basiche di uso domestico,
come il sapone di Marsiglia. Tali
sostanze sono in grado di
rimuovere alcuni tipi di macchie
dai tessuti perch fanno reagire le
loro molecole in modo da
predisporle ad essere eliminate pi
facilmente.
Esperimento. Come eliminare
alcuni tipi di macchie dai tessuti?
Materiale occorrente. Pezzi di
stoffa bianca, vino rosso, succo di
mirtilli, aceto bianco (o limone),
sapone di Marsiglia, acqua, un
catino.
Procedimento. 1. Macchiare con
vino e succo di mirtilli due diversi
pezzi di stoffa (Fig. 52).
Il succo di cavolo rosso pu essere utilizzato
per testare il pH dei comuni prodotti chimici
domestici.
Da sinistra a destra, aggiungendolo ad
alcune sostanza, si osserva:
- nella prima provetta il colore assunto dal
succo di limone;
- nella terza provetta si osserva il colore
assunto dallammoniaca;
- nella quarta il colore assunto da un comune
detersivo per lavatrice.
La seconda provetta contiene soltanto succo
di cavolo rosso naturale.
Figura 50
Figura 51 - Indicatore universale
a - Macchia di vino rosso b - Macchia di gelatina di
mirtilli
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La chimica: una scienza naturale per uno sviluppo sostenibile
Sitografia:
www.chimica2011.it linterfaccia uffi-
ciale italiana per lAnno Internazionale del-
la Chimica sul web, con il calendario ag-
giornato degli eventi e la presentazione
protagonisti delle iniziative.
www.dienneti.it/scienze/chimica.htm
la sezione dedicata alla chimica del portale
e directory per leducazione e la didattica,
con recensioni di siti ed altre risorse web,
specificamente selezionate per il mondo
dellinsegnamento.
www.chimici.info portale rivolto alla
comunit dei chimici sul web, ricco di con-
tenuti divulgativi aggiornati e di notizie
per chi dispone gi di una formazione chi-
mica di base.
www.carnevaledellachimica.org levento
che riunisce mensilmente decine di blog
scientifici e divulgativi su di un tema a ca-
rattere chimico.
www.federica.unina.it/smfn - Federica
il progetto di e-learning gestito dallUni-
versit Federico II di Napoli. La sezione
scientifica contiene insegnamenti specifici
di chimica generale ed inorganica e di bio-
chimica.
www.chimicare.org il sito web dellomo-
nima associazione culturale finalizzata alla
diffusione ed alla promozione della cultura
chimica fra i non chimici.
it.wikipedia.org/wiki/Chimica il porta-
le dedicato alla chimica in Wikipedia, ric-
chissimo di definizioni affidabili ed aggior-
nate sugli aspetti pi generali della disci-
plina.
www.soc.chim.it il sito web della Socie-
t Chimica Italiana. Fondata nel 1909 at-
tualmente la pi grande societ scientifica
del nostro Paese. Comprende numerose di-
visioni e gruppi dedicati a settori specifici
della chimica, compresa la Didattica della
Chimica, organizzando convegni speciali-
stici e curando la pubblicazione di libri e
riviste.
www.didichim.org il sito web della Divi-
sione di Didattica della Chimica, facente
parte della Societ Chimica Italiana. Orga-
nizza convegni, corsi e cura la pubblicazio-
ne del bimestrale CnS - La Chimica nella
Scuola.
www.federchimica.it il sito web della
Federchimica, la federazione che, allinter-
no di Confindustria, riunisce il mondo del-
lindustria chimica italiana. Il sito web
contiene sezioni divulgative e di sensibi-
lizzazione.
www.progettolaureescientifiche.eu - il
progetto ad ampia partecipazione pubblica
nato nel 2005 in ambito europeo per far
fronte al calo delle iscrizioni ai corsi di
laurea scientifici.
www.chimici.it lente di diritto pubblico
presso il Ministrero della Giustizia che, riu-
nendo gli ordini professionali territoriali
dei dottori chimici, annovera fra i suoi
obiettivi anche la tutela e la promozione
della promozione della professione del chi-
mico.
fisica.andreadecapoa.net - selezione di
video da YouTube, classificati per area
scientifica (compresa la chimica) e ricerca-
bili per argomento specifico.
Periodici:
CnS - La Chimica nella Scuola bimestra-
le a cura della Divisione di Didattica Chi-
mica della Societ Chimica Italiana - Dir.
Resp. Luigi Campanella - SCI, Roma
La Chimica & lIndustria Dir. Resp. Fer-
ruccio Trifir ProMedia srl per conto di
SCI, Milano edita dal 1919 con le sue
attuali 14 000 copie di tiratura rappre-
senta lorgano ufficiale della Societ Chi-
mica Italiana.
Testi di divulgazione chimica:
C. Mostosi - C. Nebbiai, Atlante di Chimi-
ca, Giunti, Milano 2010: lessenza della
materia, le leggi che ne regolano i cam-
biamenti, le basi della vita e dellevolu-
zione tecnologica in un testo accattivan-
te a met strada fra la didattica e la di-
vulgazione, ricco di immagini fotografi-
che e di spiegazioni semplici.
G. Vollmer - M. Franz, La chimica di tutti
i giorni, Zanichelli, Bologna 1990, un
prontuario guida per imparare a conosce-
re e consumare i mille prodotti di uso
quotidiano un testo di consultazione
che non dovrebbe mancare in nessuna
biblioteca domestica.
V. Villani & Co., Storie di chimica e oltre,
Aracne, Roma 2005 una raccolta di in-
teressanti monografie di divulgazione
della chimica scritte da autori italiani.
J. Schwarcz, Come si sbriciola un biscot-
to, affascinanti storie di chimica del quo-
tidiano, TEA 2010 - uno dei numerosi te-
sti scritti a partire da curiosit ed aned-
doti dal chimico canadese ben noto sulla
scena internazionale della divulgazione
scientifica.
J. Emsley, Molecole in mostra - la chimica
nascosta nella vita quotidiana, Dedalo,
Bari 2011 da una collana ricca di titoli
di interesse scientifico divulgativo.
A. Ribrezzo, Chimici quando la scienza
si fa professione, Societ Chimica Italia-
na, Roma 2009 il testo di riferimento
per comprendere levoluzione sociale e
normativa della figura del chimico libero
professionista nello scenario italiano.
G. Fochi, Fischi per fiaschi nellitaliano
scientifico. Leggere attentamente prima
di parlare (a sproposito) Longanesi,
Milano 2010 dagli errori di espressione
e di linguaggio emergono spesso i para-
digmi errati che ci portiamo dietro senza
saperlo.
G. Di Modica, Storia e storie della chimica
organica, Blu Edizioni, Torino 2010 un
testo di divulgazione della chimica orga-
nica non privo del necessario rigore
nellorganizzazione scientifica.
P. Le Counteur - J. Burreson, I bottoni di
Napoleone, come 17 molecole hanno
cambiato la storia, Longanesi, Milano
2006 una insolita proiezione delle sco-
perte della chimica sullo scenario stori-
co, economico e sociale.
Franco Rosso
2. Strofinare le macchie con un po'
di sapone di Marsiglia ed acqua ed
osservare ci che accade.
3. Successivamente, trattare con
aceto bianco (o limone) le macchie
di mirtillo e di vino, in precedenza
insaponate, ed osservare ci che
avviene.
Analisi dei risultati. Le macchie di
mirtillo, appena trattate con acqua
e sapone, da nero-bluastro
diventeranno di un viola pallido e,
successivamente, venute a contatto
con succo di limone o aceto
bianco, sbiadiscono sino a
scomparire. Le macchie di vino, a
contatto con il sapone, assumono
un colore azzurro-verde.
Per suscitare una discussione
collettiva, si chieder ai ragazzi:
come mai le macchie, a contatto
con il sapone, cambiano di colore;
perch spariscono quando,
successivamente, si versa su di
esse aceto o limone; che funzione
svolgono il vino rosso e il succo di
mirtillo.
Annarita Ruberto
Risorse in rete
Su acidi, basi, indicatori acido/base:
http://chemistry.about.com/od/acidsba-
ses/a/Acid-Base-Indicators.htm
http://mypages.iit.edu/~smile/ch9409.
html
http://scifun.chem.wisc.edu/HomeExpts
/ACIDBASE.html
http://chemistry.about.com/od/acid-
sbase1/a/red-cabbage-ph-indicator.htm
Sulla chimica delle macchie:
http://www.chimicare.org/curiosita/la-chi-
mica-nella-vita-domestica/la-chimica-delle-
macchie/
http://www.chimicare.org/curiosita/la-
chimica-nella-vita-domestica/24/
In particolare per unintroduzione al per-
ch certe macchie cambiano colore in pre-
senza di acidi o basi.
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